Camminiamo Insieme Pasqua 2019

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camminiamo insieme

Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Pasqua 2019 - n. 417 pro manuscripto


Farò la Pasqua da te! “Pasqua con chi vuoi …”: recita il popolare proverbio. Dove faremo la Pasqua quest’anno? Con chi e come la celebreremo? La celebreremo da cristiani? I discepoli di Gesù, in prossimità della grande festa, si rivolgono così al Maestro: “Signore, dove vuoi che prepariamo la cena di Pasqua?”. Così anche noi potremmo pensare: ti prepareremo una grande festa per Pasqua; una liturgia ben curata; un ritrovo di famiglia; un’uscita fuori porta o una vera e propria vacanza, visto il “ponte” che il calendario ci riserva quest’anno. “No”, ci risponde il Signore, guardandoci con amore, “il tempo è compiuto: farò io la Pasqua da te”. Sì, hai capito bene: da te, da me, da ciascuno di noi il Signore vuole venire per fare la Pasqua. Dunque non si tratta tanto di preparare un luogo, una liturgia, per quanto importante, ma di preparare il nostro cuore. E’ un incontro personale. Ti ricordi quella volta in cui Gesù, alzando gli occhi incrociò lo sguardo di Zaccheo dicendogli: “Zaccheo, scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua”? Zaccheo era effettivamente piccolo; anche noi lo siamo, a volte nei nostri gesti, nelle nostre parole, nelle nostre azioni, nel nostro modo di vivere un servizio, anche in parrocchia (quante “piccinerie”! …). Eppure egli si invita a casa nostra. Accogliamo nel cuore queste parole: “Quest’anno la Pasqua la passerò da te”.

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L’aria di Pasqua che già si respira in questo anticipo di primavera diventi preghiera, diventi apertura del cuore, diventi accoglienza, diventi incontro, ascolto, dialogo, disponibilità al servizio; diventi sostegno e condivisione con chi non attende più né la Pasqua, né alcun’altra cosa o persona: “Da te farò la Pasqua, proprio da te; sì, proprio da te e con te che non la attendi più, da te e con te che non speri più, da te e con te che hai perso ogni fiducia …”. Dove saremo a Pasqua quest’anno poco importa, anche se come parroco vi invito a viverla in parrocchia, condividendo, come comunità, la fede pasquale che ci unisce, nelle celebrazioni del Triduo Pasquale. Ciò che è certo, però, è che sarà davvero Pasqua se Lui sarà da noi, se la Pasqua sarà un vero incontro con Lui. A tutti i parrocchiani: ai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani, agli adulti, ai genitori, alle famiglie, agli anziani, a chi è solo e nella prova, ai malati, a chi dice di non credere più, a chi ha perso la speranza … a tutti giunga l’augurio di speranza e di novità di vita che viene dalla fede in Gesù risorto.

Buona Pasqua!

Il vostro parroco don Elia, con don Roberto, don Marco e don Angelo

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14 aprile

Domenica delle Palme

La domenica delle Palme funge da cerniera tra l’itinerario quaresimale e la Settimana Santa. Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme per compiere il mistero della sua Pasqua, ma anche unica domenica dell’anno in cui si annuncia la sua passione, tale celebrazione ci conduce a una più profonda esperienza della regalità messianica di Cristo, per poterla riconoscere anche nel nostro oggi. L’esemplarità della passione di Cristo, culmine di una vita interamente donata, amando fino alla fine, non resta esterna ed esteriore al nostro personale cammino di sequela, come se il movimento di imitazione avesse nella nostra volontà di adesione il suo fulcro e la sua forza. Infatti, come ci ricorda l’orazione sulle offerte, non per i nostri meriti, ma per la misericordia del Padre, la passione del suo Figlio ha la forza di affrettare per noi il giorno del suo perdono. La morte e la risurrezione di Colui che ha preso su di sé il peso del nostro peccato, lavando le nostre colpe e ottenendo la nostra salvezza assumendo il calice che non poteva evitare è così posta di fronte a noi come fondamento della nostra speranza. “Di fronte a noi” alla maniera della liturgia, dove il mistero può starci “davanti”, solo se noi gli e ci permettiamo di immergerci in esso.

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• ore 10.15 - Benedizione dei rami d’ulivo e processione: ritrovo in Piazza Omegna; santa Messa nel cortile dell’Oratorio (in caso di maltempo alla chiesa del Sacro Cuore). E’ sospesa la Messa delle ore 11.30 a San Fereolo.


Celebrare ogni anno la Pasqua del Signore, ricordare e rivivere i suoi gesti e le sue parole, è confessare la fede nella resurrezione di Cristo, è affermare di credere che la vicenda di quell’uomo, Gesù di Nazareth, come lui ha vissuto e come lui è morto ed è tornato alla vita, possiede ancora oggi un valore e un significato grandi per la vita degli uomini e per l’intera storia dell’umanità. Per questo, la celebrazione memoriale della Pasqua del Signore rende i cristiani contemporanei alla Pasqua di Cristo, una contemporaneità che consiste nella permanenza di senso oggi per ogni credente dell’evento che egli celebra nelle liturgie pasquali. Se la Pasqua di Cristo ha senso oggi per il cristiano, egli è contemporaneo alla Pasqua e la Pasqua è contemporanea a lui: qui sta l’importanza decisiva delle celebrazioni liturgiche pasquali nella vita dei credenti. La Pasqua di Cristo, infatti, è ancora oggi salvezza se a essa ogni discepolo del Signore aderi-

sce con l’intera sua esistenza. La ragione per cui la chiesa celebra annualmente le liturgie del Triduo santo è quella di far conoscere e far penetrare nei cristiani e in ogni uomo tutta la storia della salvezza illuminata dal soffrire, dal morire e dal risorgere di Gesù, e dunque dall’intera sua vita donata per la salvezza del mondo. Confessare ogni anno nelle liturgie della Pasqua del Signore che «Cristo è risorto dai morti» significa gridare a ogni uomo, a ogni essere vivente e a tutta la creazione che «l’amore è più forte della morte».

Triduo pasquale

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La Messa in Coena Domini: proemio del Triduo Pasquale. Come attestano le norme generali dell’anno liturgico e del calendario, il Sacro Triduo Pasquale, nel quale la Chiesa fa memoria della Passione e Risurrezione del Signore, inizia con la messa in Coena Domini, ha il suo fulcro nella Veglia pasquale, e si conclude con i vespri della Domenica di Risurrezione. La Messa in Coena Domini del Giovedì Santo rappresenta il preludio e la porta d’ingresso del Triduo Pasquale. In essa facciamo memoria dell’Ultima Cena, nella quale Gesù istituisce l’Eucaristia dando compimento al rito pasquale ebraico legato all’immolazione degli agnelli e anticipando il senso salvifico della sua morte e risurrezione: Gesù è il vero agnello pasquale.

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• ore 8.30 - Ufficio delle Letture e Lodi mattutine a San Fereolo. • ore 10.00 - Santa Messa Crismale in Duomo. • ore 18.00 - S. Messa “in Coena Domini” a San Fereolo (invitati i ragazzi). • ore 21.00 - S. Messa “in Coena Domini” al Sacro Cuore e adorazione eucaristica fino alle ore 23.30.

18 aprile

Giovedì Santo


• ore 8.30 - Ufficio delle Letture e Lodi Mattutine a San Fereolo. • ore 15.00 - Azione Liturgica a San Fereolo. • ore 20.45 - Via Crucis per le vie del quartiere: partenza dal parcheggio in fondo a via del Chiosino; via del Chiosino, via Bay, via Mancini, via Folli, via Precacesa, via San Fereolo; viale Pavia, via Raffaello; conclusione nel cortile dell’Oratorio.

19 aprile

Venerdì Santo

La riforma liturgica ha restituito al Venerdì santo la sua giusta connotazione teologica. La Chiesa, infatti, non celebra la vittoria della morte, ma la morte vittoriosa di Cristo Signore e la salvezza che viene dall’albero della croce, nel quale è racchiusa la storia di Dio, che «ha voluto assumere la nostra storia e camminare con noi».

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Nel Sabato Santo predomina il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro prima della gioia della Domenica di Pasqua con l’annuncio della Risurrezione. La Chiesa, infatti, fa propria e prolunga la scelta delle donne che, nella sera del Venerdì santo, dopo che Gesù fu sepolto, erano “lì sedute di fronte alla tomba”. La comunità cristiana, pertanto, sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua Passione e Morte, la Discesa agli inferi e aspettando, nella preghiera e nel digiuno, la sua Risurrezione.

• ore 8.30 - Ufficio delle Letture e Lodi Mattutine a San Fereolo. Disponibilità dei sacerdoti per le confessioni.

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20 aprile

Sabato Santo


Passato il più lungo sabato della storia, le donne si dirigono verso il sepolcro per ungere il corpo morto del Signore. Non sanno che la notte appena trascorsa è una notte speciale, è la notte in cui Dio si è rivelato creando l’universo; è la notte nella quale il Signore si è rivelato ad Abramo come Dio amorevole e provvidente, che non ha bisogno di sacrifici umani; è una notte diversa da tutte le altre perché Dio si è rivelato come redentore facendo uscire il popolo di Israele libero dalla schiavitù dell’Egitto; è infine la notte nella quale il Messia, il nostro Signore Gesù Cristo, è tornato dalla morte alla vita, dall’umiliazione alla gloria, dalla tenebra alla luce. Per questo motivo le donne trovano la pietra rimossa dall’ingresso del sepolcro e al posto del cadavere di un uomo ricevono l’annuncio della risurrezione del Signore. Da quel mattino è stato necessario rileggere tutta la storia di Gesù di Nazareth e insieme ad essa, la storia dell’umanità intera.

Sabato Santo • ore 21.30 - Solenne Veglia Pasquale al Sacro Cuore e rito del Battesimo di Daniela La Veglia Pasquale è la celebrazione più significativa della Pasqua: abbiamo anticipato l’orario alle 21.30 per favorire la più ampia partecipazione, anche di famiglie con i ragazzi. Domenica di Pasqua • S. Messe a San Fereolo: ore 8.00 – ore 11.30 – ore 18.00 • S. Messe al Sacro Cuore: ore 9.00 – ore 10.30 Lunedì di Pasqua (Ottava di Pasqua) • S. Messe a San Fereolo: ore 8.00; ore 18.00. • S. Messe al Sacro Cuore: ore 10.30.

21 aprile

Pasqua di Resurrezione 9


La misericordia di Dio è più grande del nostro peccato “Confessarsi davanti a un sacerdote è un modo per mettere la mia vita nelle mani e nel cuore di un altro, che in quel momento agisce in nome e per conto di Gesù. È un modo per essere concreti e autentici: stare di fronte alla realtà guardando un’altra persona e non se stessi riflessi in uno specchio”. “È vero che io posso parlare con il Signore, chiedere subito perdono a Lui, implorarlo. E il Signore perdona, subito. Ma è importante che io vada al confessionale, che metta me stesso di fronte a un sacerdote che impersona Gesù, che mi inginocchi di fronte alla Madre Chiesa chiamata a dispensare la misericordia di Dio. C’è un’oggettività in questo gesto, nel mio genuflettermi di fronte al prete, che in quel momento è il tramite della grazia che mi raggiunge e mi guarisce “. (Papa Francesco)

Confessioni in preparazione alla Pasqua 10

Domenica 7 aprile ore 14.30 - ragazzi 5a elementare Sabato 13 aprile ore 9.30/11.30 a San Fereolo ore 16.00 a San Fereolo (fino alla conclusione della Messa) Martedì Santo 16 aprile ore 15.30 - ragazzi medie Mercoledì Santo 17 aprile ore 9.30/11.00 a San Fereolo ore 19.00 a San Fereolo - per gli adolescenti ore 21.00 - per i giovani e gli adulti Venerdì santo 19 aprile ore 16.00 – 18.30 a San Fereolo Sabato santo 20 aprile ore 9.30 – 11.30 a San Fereolo ore 15.00 – 18.30 a San Fereolo


Quare

sima di carità 2019 Azione Cattolica

Diocesi di Lodi

Un

Quaresima di carità

posto per tutti

SEMI DI CARITÀ

La Diocesi di Lodi promuove una raccolta fondi per la realizzazione di un NUOVO DORMITORIO aiutiamo chi è senza dimora

Nella giornata di raccolta per la “Carità del Vescovo” tutte le Parrocchie della Diocesi sono invitate a sostenere questo progetto

Per donazioni: • Presso la caritas della tua Parrocchia • presso la Caritas Lodigiana - via cavour 31 - Lodi • bonifico bancario su c/c Banca etica IBAN IT41Y0501801600000012501656 intestato a EMMAUS ONLUS (strumento operativo della caritas Lodigiana) • bonifico bancario su Diocesi di Lodi - IBAN IT09P0503420301000000183752

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. (Mt 11,28)

CARITAS LODIGIANA:

Via cavour, 31 - 26900 LOdi - tel. 0371.948130 - Fax 0371.948103 e-mail: caritas@diocesi.lodi.it - Web site: caritas.diocesi.lodi.it materiale informativo e catechistico da scaricare al sito http://caritas.diocesi.lodi.it

Un posto per tutti

In occasione del 40esimo anniversario di fondazione e per la Quaresima 2019, la Caritas diocesana in collaborazione con l’Ufficio Missionario propongono una raccolta fondi per un progetto di carità. Quest’anno si è pensato di dedicare l’attenzione e convergere le forze per la realizzazione di un “Nuovo Dormitorio” che, in Diocesi, possa incrementare il numero di posti letto dedicati all’accoglienza dei bisognosi. I numeri di coloro che necessitano di questo servizio denotano la dimensione di un fenomeno preoccupante che chiede non solo di riflettere ma di agire a riguardo. Evidentemente i posti disponibili non sono a sufficienza. Facendo cadere l’equivoco che fare carità sia semplicemente dare qualcosa che sia fine a se stesso con il rischio di deresponsabilizzare il bisognoso, vogliamo tornare a riflettere, in questa Quaresima, sull’aiutare creando condizioni affinché ognuno possa essere in grado di percorrere – anche con fatica e grandi sacrifici – in un futuro prossimo un cammino autonomo verso la propria

“risurrezione” (e ciò significa, per esempio, pensare a ricostruire una rete di relazioni, al lavoro, alla casa …). Ecco allora il motivo di una raccolta fondi che possa aiutarci nella realizzazione di questo grande sogno.

Settimana della carità

Come ogni anno, in Avvento e Quaresima, la Settimana della Carità è un invito a gesti di condivisione a favore dei poveri della parrocchia e di altre situazioni di indigenza e di necessità. La raccolta di generi alimentari e per l’igiene, a favore della Caritas parrocchiale, è sempre un’azione preziosa, per la composizione dei pacchi alimentari mensili. I ragazzi, in occasione della Festa del papà, hanno prodotto e venduto dei biscotti, il cui ricavato è stato devoluto alla Caritas diocesana per la realizzazione di un dormitorio per i senza fissa dimora.

Il tuo aiuto per la chiesa del S. Cuore

In occasione della Pasqua vi invitiamo anche ad un gesto di attenzione e di generosità nei confronti della nostra amata chiesa del Sacro Cuore, per la quale la parrocchia è impegnata con un mutuo fino al 2025. Quattro le rate annue da assolvere, di € 10.000 ciascuna: al 31 marzo, al 30 giugno, al 30 settembre, al 31 dicembre. Ad oggi il debito residuo ammonta ad € 271.000.

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Alessandro Beltrami

La cena di Emmaus

“Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo”. È l’incipit del passo di Luca che si conclude con la celebre cena. C’è in questo racconto un elemento misterioso, sconcertante: come è possibile che i due discepoli non riconoscano Gesù? È una domanda che si deve essere posto anche Caravaggio quando nel 1601 venne chiamato a rappresentare l’episodio di Emmaus nel dipinto ora conservato alla National Gallery di Londra (una seconda versione, successiva, di analoga impostazione ma differente per alcuni particolari essenziali, è invece a Milano alla Pinacoteca di Brera). L’artista scelse di agganciarsi anche al Vangelo di Marco (16,12) dove l’episodio è raccontato in modo estremamente sintetico: Gesù “apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna”. Ecco allora che Caravaggio mostra un Cristo adolescente, dal viso imberbe:

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di certo non l’uomo di 33 anni morto pochi giorni prima su una croce. Anche noi, abituati dopo secoli di arte cristiana, a individuare al primo colpo il volto di Gesù in un dipinto, non riusciremmo a riconoscerlo. Anche noi, come i discepoli sconvolti, lo riconosciamo dal gesto benedicente. Un attimo solo, e scomparirà. Gesù senza barba è rarissimo nell’iconografia cristiana. Lo si trova nelle immagini paleocristiane nelle catacombe, ambienti che erano tornati al centro dell’attenzione e della devozione grazie a una figura come san Filippo Neri, alla cui spiritualità certamente guardò Caravaggio (che per la chiesa degli oratoriani, la Vallicella, proprio in quegli anni dipinge la celebre Deposizione). Si può notare che la commissione del dipinto arriva da Ciriaco Mattei, la cui famiglia era molto legata a san Filippo (morto pochi anni prima, nel 1595), che nel giardino di villa Celimontana, di proprietà dei Mattei, sostava con i pellegrini per una colazione durante il giro delle Sette chiese. Ma il riferimento più esplicito per Caravaggio è l’altro solo Gesù imberbe della storia dell’arte: il Cristo del Giudizio Universale di Michelangelo.


Da quello il Merisi (che di nome faceva anche lui Michelangelo) non solo riprende il volto glabro ma anche, e con estrema precisione, il gesto della mano sinistra. Quello della destra, benedicente, non è identico ma ne conserva la perentorietà. È così potente che la figura di Gesù, che dal punto di vista geometrico in fondo al tavolo, e quindi almeno teoricamente in secondo piano, sembra avanzare conquistando il centro del prisma costruito dai corpi dei discepoli, con una forza tale che la cesta di frutta viene “sospinta” oltre il bordo della tavola. Caravaggio medita dunque sulla natura del corpo risorto di Gesù. Non è un corpo che si era semplicemente “risvegliato” dalla morte ma aveva acquisito le qualità del “corpo glorioso”, le stesse che avranno gli uomini dopo la resurrezione. San Tommaso d’Aquino spiega come il corpo di Cristo è risorto sì a una vita fisica, tanto che si lascia toccare, ma una vita fisica “trascendente”, sproporzionata alla nostra capacità visiva terrena, a meno che la grazia non illumini i nostri occhi. È quello che accade a Emmaus, non solo per i discepoli. Il gesto di Gesù, così definitivamente chiaro per i due, è incomprensibile per l’oste che lì di

fianco guarda quel ragazzo come interdetto: non capisce, non riconosce. È interessante notare come Caravaggio in quegli anni realizzi una serie di dipinti al cui centro c’è proprio il riconoscimento di Gesù come il Cristo. Per Ciriaco Mattei, ad esempio, dipinge come pendant della Cena in Emmaus la Cattura di Cristo nell’Orto, ora a Dublino. Nella massa di uomini che assalta Gesù solo Giuda – nello stesso momento in cui commette l’atto del tradimento – prende coscienza di chi sia veramente quell’uomo. Per i soldati è un pericolo pubblico. Qualcuno invece sembra più curioso: è il personaggio in cui il Merisi ritrae sé stesso, un portatore di lampada, colui che cerca di fare luce nella notte. Eppure quella lampada non riesce a illuminare nulla, mentre un flash accecante, che ferma la scena per l’eternità, cade dall’alto. È la luce della grazia. Ma sembra agire solo se viene accolta. Sta a noi scegliere: è la grande questione della libertà dell’uomo davanti a Dio. È come se Caravaggio ponesse alla base dei suoi quadri una domanda, invitandoci a prendere una posizione: chi è Gesù?

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Angelo Stroppa

Don Alessandro Sobacchi Prete sanfereolino da non dimenticare Il canonico Alessandro Sobacchi nacque in Lodi, a San Fereolo, da Pietro ed Emilia Curti, il 30 ottobre 1848. D’indole dolce e tranquilla frequentò una scuola privata cittadina ed in seguito il ginnasio; fu “scolaro diligente ed un pio giovinetto” sicché, quando “manifestò il desiderio di farsi sacerdote non ebbe alcun contrasto”. Vestì l’abito clericale a dodici anni, nella chiesa di

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San Fereolo, fra “la commozione dei parenti e del popolo”; e celebrò nel 1871, con grande solennità, la sua prima Messa. Fu coadiutore della parrocchia di Santa Maria del Sole per otto anni; poi divenne Cappellano a Calvenzano di Caselle Lurani per altri 11; nel 1890 fu nominato parroco a Camairago dove trascorse oltre vent’anni. In seguito fu canonico della Cattedrale. In gioventù insegnò nelle Scuole Serali per gli operai istituite, nei primi anni Sessanta dell’Ottocento, dalla “lungimirante intelligenza” di mons. Gaetano Benaglio vescovo di Lodi; in seguito “impartì le sue lezioni anche nel prestigioso Collegio cittadino delle Dame Inglesi, dove necessitavano di un buon professore di Fisica”. Fu all’Oratorio di Lodi che incominciò i primi studi sull’arte fotografica: “aveva trovato uno sgabuzzino appartato - si legge in una sua stringata biografia - e là si ritirava nei momenti liberi per studiare e sperimentare in quell’arte meravigliosa, ancora bambina”. Sempre all’oratorio “applicò il suo ingegno alla lavorazione della segatura di legno, sapendone ottenere bellissime statue con un suo particolare sistema; e sempre in quel luogo progettò una macchina capace di facilitare l’allevamento dei bachi e la lavorazione della seta; ed ancora all’oratorio studiò con successo anche un metodo per “riportare” gli affreschi sulle tele”. I maggiori successi li ottenne, comunque, nel campo dello “studio


Pellegrinaggio a Lodivecchio sperimentale della nascente arte fotografica”. Alessandro Sobacchi fu sempre sacerdote di inconcussi principi, prima prete e poi scienziato; e non fu mai geloso delle proprie scoperte. Con vero spirito “di disinteresse egli pubblicò i dati delle sue invenzioni e tutte le informazioni sui processi da lui sperimentati in alcuni volumi: “La fotantracografia alla portata di tutti (Lodi, 1879), e “Nuovo sistema per la Coltivazione dei Bachi” (Codogno, 1895)”. Autorevole membro di molte associazioni: fu socio fondatore del Circolo Partenopeo di G. B. Vico (1876); socio onorario del Circolo Progresso di Napoli (1877), dell’Accademia della Gironda di Bordeaux (1879), dell’Accademia Cristoforo Colombo di Napoli (1880); nonché socio effettivo e corrispondente della prestigiosa Società fotografica di Firenze (1889). Ottenne una Medaglia d’oro all’Esposizione scientifica d’arte di Napoli (1876) ed altri importanti diplomi ed attestazioni come quelli di benemerenza assegnatigli all’Esposizione di Lodi (1870), a quella fotografica di Firenze (nel 1871), di Milano (1881) e di Torino (1884). Ogni sua opera fu intelligente e disinteressata. Sempre zelante dello studio, al bene di tutti, sempre umile e modesto. Nonostante i suoi molti e “rilevanti meriti, ebbe però una sorte avversa e sfortunata”. Visse in una dignitosa povertà e quando nel 1921 ufficiò la sua Messa d’oro (proprio nella chiesa di San Salvatore in Lodi dove mezzo secolo innanzi aveva celebrato per la prima volta) i “suoi amici gli regalarono doni utili, e fra questi una nuova tonaca, considerato che quella che indossava era ormai vecchia, frusta e lisa”. Il 20 agosto 1927, all’ora del vespro, si spense povero e sereno a Lodi; e tranne pochi amatori nessuno pianse la sua scomparsa come “quella di un uomo del progresso ma in molti lo ricordarono come un benemerito della carità”. Ricordarlo era un dovere.

Come abbiamo già avuto modo di ricordare questo è l’anno centenario (1.700 anni) dalla nascita di San Bassiano, che veneriamo come patrono della città, della diocesi e della nostra parrocchia. Una bella occasione per tornare alle “radici” della nostra fede ed ai luoghi da cui è partito l’annuncio del vangelo nelle nostre terre. Il riferimento è, ovviamente, alla Basilica dei XII Apostoli, a Lodivecchio. Ci andremo in pellegrinaggio, un grande pellegrinaggio parrocchiale, comunitario, festoso, che spero sia molto partecipato, domenica 26 maggio. In quella occasione terremo anche la chiusura dell’anno catechistico con i ragazzi e le loro famiglie.

PROGRAMMA DI DOMENICA 26 MAGGIO

• In mattinata: “biciclettata” per ragazzi, ge-

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nitori, famiglie e quanti lo desiderano con pranzo al sacco (l’itinerario sarà definito e dettagliato in seguito). Nel primo pomeriggio: partenza a piedi per chi lo desidera o con mezzi propri. Alle ore 15.00, in Basilica, a Lodivecchio: momento di preghiera comunitario, professione di fede e acquisto dell’indulgenza.

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La giornata per la vita 2019

Domenica 3 febbraio abbiamo celebrato la Giornata per la Vita. La celebrazione delle 10.30 al Sacro Cuore ha visto la numerosa presenza di genitori con i bambini battezzati lo scorso anno 2018 e alcune mamme in attesa di un bimbo. Per tutti il parroco ha invocato la benedizione e la protezione del Signore. Al termine della celebrazione alcuni volontari hanno allestito una vendita di primule e gadget, il cui ricavato (736 €) è stato devoluto al Centro di Aiuto alla Vita (CAV) di Lodi che ci ha inoltrato una lettera di ringrazioamento. Di seguito pubblichiamo il Messaggio dei vescovi italiani in occasione della 41° Giornata per la Vita e le alle foto che documentano una domenica di festa a favore della vita.

Germoglia la speranza

«Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa». L’annuncio di Isaia al popolo testimonia una speranza affidabile nel domani di ogni donna e ogni uomo, che ha radici di certezza nel presente, in quello che possiamo riconoscere dell’opera sorgiva

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di Dio, in ciascun essere umano e in ciascuna famiglia. È vita, è futuro nella famiglia! L’esistenza è il dono più prezioso fatto all’uomo, attraverso il quale siamo chiamati a partecipare al soffio vitale di Dio nel figlio suo Gesù. Questa è l’eredità, il germoglio, che possiamo lasciare alle nuove generazioni: «facciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere: così si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera».

Vita che “ringiovanisce”

Gli anziani, che arricchiscono questo nostro Paese, sono la memoria del popolo. Dalla singola cellula all’intera composizione fisica del corpo, dai pensieri, dalle emozioni e dalle relazioni alla vita spirituale, non vi è dimensione dell’esistenza che non si trasformi nel tempo, «ringiovanendosi» anche nella maturità e nell’anzianità, quando non si spegne l’entusiasmo di essere in questo mondo. Accogliere, servire, promuovere la vita umana e custodire la sua dimora che è la terra significa scegliere di rinnovarsi e rinnovare, di lavorare per il bene co-


mune guardando in avanti. Proprio lo sguardo saggio e ricco di esperienza degli anziani consentirà di rialzarsi dai terremoti - geologici e dell’anima - che il nostro Paese attraversa.

Generazioni solidali

Costruiamo oggi, pertanto, una solidale «alleanza tra le generazioni», come ci ricorda con insistenza papa Francesco. Così si consolida la certezza per il domani dei nostri figli e si spalanca l’orizzonte del dono di sé, che riempie di senso l’esistenza. «Il cristiano guarda alla realtà futura, quella di Dio, per vivere pienamente la vita - con i piedi ben piantati sulla terra - e rispondere, con coraggio, alle innumerevoli sfide», antiche e nuove. La mancanza di un lavoro stabile e dignitoso spegne nei più giovani l’anelito al futuro e aggrava il calo demografico, dovuto anche ad una mentalità antinatalista che, «non solo determina una situazione in cui l’avvicendarsi delle generazioni non è più assicurato, ma rischia di condurre nel tempo a un impoverimento economico e a una perdita di speranza nell’avvenire». Si rende sempre più necessario un patto per la natalità, che coinvolga tutte le forze culturali e politiche e, oltre ogni sterile contrapposizione, riconosca la famiglia come grembo generativo del nostro Paese.

L’abbraccio alla vita fragile genera futuro

Per aprire il futuro siamo chiamati all’accoglienza

della vita prima e dopo la nascita, in ogni condizione e circostanza in cui essa è debole, minacciata e bisognosa dell’essenziale. Nello stesso tempo ci è chiesta la cura di chi soffre per la malattia, per la violenza subita o per l’emarginazione, con il rispetto dovuto a ogni essere umano quando si presenta fragile. Non vanno poi dimenticati i rischi causati dall’indifferenza, dagli attentati all’integrità e alla salute della “casa comune”, che è il nostro pianeta. La vera ecologia è sempre integrale e custodisce la vita sin dai primi istanti. La vita fragile si genera in un abbraccio: «La difesa dell’innocente che non è nato deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra, e lo esige l’amore per ogni persona al di là del suo sviluppo». Alla «piaga dell’aborto» – che «non è un male minore, è un crimine» – si aggiunge il dolore per le donne, gli uomini e i bambini la cui vita, bisognosa di trovare rifugio in una terra sicura, incontra tentativi crescenti di «respingere profughi e migranti verso luoghi dove li aspettano persecuzioni e violenze». Incoraggiamo quindi la comunità cristiana e la società civile ad accogliere, custodire e promuovere la vita umana dal concepimento al suo naturale termine. Il futuro inizia oggi: è un investimento nel presente, con la certezza che «la vita è sempre un bene», per noi e per i nostri figli. Per tutti. È un bene desiderabile e conseguibile.

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Storia di una devozione Il mese di maggio dedicato a Maria Il mese di maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari a casa e nei cortili, sono frequenti i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Alla base della particolare attenzione alla Madonna di questi giorni, l’intreccio virtuoso tra la natura, che si colora e profuma di fiori, e la devozione popolare.

Il re saggio e la nascita del Rosario

In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (...)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bel viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande

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di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria. Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominciava a cantar maggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria....». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli.


L’indicazione del gesuita Dionisi

L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio “Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei”. Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica “Il mese di Maria o sia di Maggio” e di don Giuseppe Peligni.

Da Grignion de Montfort all’enciclica di Paolo VI

Il resto è storia recente. La devozione mariana passa per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata concezione (1854) cresce grazie all’amore smisurato per la Vergine di santi come don Bosco, si alimenta del sapiente magistero dei Papi. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia». Nessun fraintendimento però sul ruolo giocato dalla Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stes-

Mercoledì 1° maggio Solenne apertura del Mese di Maggio ore 21.00 - Santa Messa presieduta dal Vescovo Maurizio, presso la zona artigianale, preceduta dalla preghiera del Rosario alle ore 20.30. Ogni sera, dal lunedì al venerdì, salvo avviso contrario, alle ore 20.30 - preghiera del Rosario e celebrazione dell’Eucarestia. Di settimana in settimana, sul bollettino settimanale, aggiorneremo il programma dei luoghi della preghiera. so». Un ruolo, una presenza, sottolineato da tutti i santi, specie da quelli maggiormente devoti alla Madonna, senza che questo diminuisca l’amore per la Madre, la sua venerazione. Nel “Trattato della vera devozione a Maria” san Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria». Tratto da “Avvenire”, 30 aprile 2018

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Le Sante Quarantore A fine giugno, in prossimità della Solennità del “Corpus Domini” vivremo le “Quarantore” o Giornate Eucaristiche: giorni di adorazione prolungata, compresa una intera notte, davanti all’Eucarestia. Sarà un momento forte per rinsaldare la nostra fede nella presenza reale di Gesù nel pane eucaristico e per attingere forza e fiducia per il nostro cammino. Cosa significa “adorare”? Partendo dalla etimologia del termine, adorare significa avere un sentimento di grande affetto, di stima e di ammirazione verso qualcuno. Il termine, infatti, nella sua radice, deriva dal latino ad-os, che indica l’atto del portare le mani alla bocca, alle labbra per fare un segno di saluto e di rispetto verso qualcuno; nell’antichità il gesto di prendere il lembo del mantello di una persona e portarlo alla propria bocca era indice di venerazione e di adorazione. Proprio da questi significati traiamo alcune riflessioni spirituali sull’adorazione. yy Attraverso la bocca esprimiamo il nostro senso di stupore e di ammirazione; molto spesso, di fronte a qualcosa di straordinario, affascinante e meraviglioso, l’uomo rimane “a bocca aperta”. Adorare, dunque, significa stare davanti a Gesù quasi “con la bocca aperta”, provando stupore di fronte a colui che, avendo

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creato il cielo, le stelle, il sole, la luna, le galassie..., si rende presente in un semplice, povero ed umile pezzo di pane. Attraverso la bocca (e il naso) passa il respiro, la vita; basti pensare, in casi di estrema necessità, alla tecnica della respirazione “bocca a bocca”. Adorare significa stare di fronte a Gesù che ci dona il respiro, la vita, il suo Spirito; mettersi alla sua presenza è lasciarsi ossi-


Programma Giovedì 20 giugno ore 21.00 - S. Messa di apertura Venerdì 21 giugno ore 8.30 - S. Messa, esposizione e adorazione eucaristica ore 11.45 - Reposizione ore 21.00 - Esposizione, vespri e adorazione notturna Nel pomeriggio di venerdì non c’è l’adorazione Sabato 22 giugno ore 8.30 - S. Messa, esposizione e adorazione eucaristica ore 17.45 - Reposizione Domenica 23 giugno Solennità del “Corpus Domini” ore 16.30 - Esposizione e adorazione ore 17.15 - Vespri e benedizione eucaristica

genare da Lui. Attraverso la bocca e le labbra esprimiamo il nostro affetto verso qualcuno, dandogli un bacio. Adorare significa stare davanti a Gesù per esprimergli la nostra gratitudine, il nostro affetto, il nostro amore; l’adorazione è la più grande “dichiarazione d’amore” che possiamo fare a Dio. yy Attraverso la bocca, infine, passa il nutrimento. Adorare significa stare di fronte a Colui che ci nutre, che si fa nostro nutrimento; adorare è “nutrirsi” di Gesù. Adorare la presenza eucaristica del Signore risorto significa riconoscerlo presente in mezzo ai suoi discepoli ed amici con i quali Egli ha scelto di restare in comunione: “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. “Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio”. Nel riquadro il programma dei momenti di preghiera ed adorazione in chiesa parrocchiale. yy

Campi estivi per ragazzi/e Dalla 1a alla 5a elementare

Dalla 1a alla 3a media

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A Torgnon (AO) presso la “Casa Alpina Maria Nivis” Da domenica 7 a sabato 13 luglio Quota 320 € (l’acconto di € 100 non è rimborsabile in caso si rinuncia)

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A Valtournenche (AO) presso la “Villa del Seminario” Da lunedì 1 a domenica 7 luglio Quota 320 € (l’acconto di € 100 non è rimborsabile in caso si rinuncia)

Iscrizioni: entro il 28 aprile compilando un modulo da ritirare in parrocchia.

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Roberto Folletti

Pensieri ad alta voce Sono tanti gli episodi successi negli ultimi mesi nel mondo dello sport che meriterebbero di ricevere un po’ di spazio sul nostro bollettino. Tutte le volte che ne sentivo uno mi ripromettevo di scrivere due righe di riflessione su quel fatto, poi però quello successivo mi sembrava più significativo del precedente e così aspettavo per poi tornare indietro con la mente a giudicarne uno di quelli più vecchi, il più interessante. Arrivo poi al momento in cui non posso più attendere, il parroco mi mette la scadenza ed allora in testa si scatena una tempesta di idee che vengono e vanno: una confusione. Volevo parlare della squalifica comminata ad una

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intera squadra delle giovanili della Juventus per aver insultato con cori razzisti, i giocatori, i tifosi e la città degli avversari: Napoli! L’esempio che certe società non dovrebbero mai dare. Poi mi dicevo che forse sarebbe stato meglio scrivere di uno dei tanti episodi di violenza che subiscono gli arbitri di calcio nei campionati giovanili, dove molte volte il direttore di gara ha la stessa età dei calciatori, i cui genitori dagli spalti riescono a far vergognare i propri figli. Ad un certo punto mi sono lanciato sull’idea di parlare di uno dei tanti episodi di razzismo che ancora oggi troviamo ad ogni livello nel mondo dello sport. Avrei collegato il mio pensiero a ciò che leggo sui social forum. Ecco qui avrei potuto scrivere qualcosa d’interessante. Fare un esamino di coscienza sul nostro modo di essere cristiani: andiamo in chiesa, ascoltiamo la parola del Signore e poi non appena usciamo ci dimentichiamo tutto. Ma chi sono io? Come posso fare certe affermazioni? Non è giusto generalizzare! Meglio cambiare idea, meglio partire da un episodio negativo che evolve in qualcosa di positivo. Ecco, allora parlerò di un allenatore di basket che mentre stava vincendo la sua prima partita di un campionato di Under 13, ha pensato bene, stanco degli insulti plateali rivolti all’arbitro (un quindi-


Il 5 x mille al GSO San Fereolo La scelta di destinare il 5xmille al GSO, nella dichiarazione dei redditi, in realtà è un modo concreto di aiutare anche la parrocchia. Infatti i fondi del 5xmille che il GSO riceve servono a sgravare la Parrocchia delle significative spese che deve sostenere, soprattutto per le utenze del Palasanfereolo, campo da calcio e spogliatoi. Nella tua prossima dichiarazione dei redditi (per persone fisiche, 730, C.U.) indica nel riquadro “SOSTEGNO ALLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE RICONOSCIUTE AI FINI SPORTIVI DAL CONI A NORMA DI LEGGE CHE SVOLGONO UNA RILEVANTE ATTIVITA’ DI INTERESSE SOCIALE” il codice fiscale della nostra società sportiva parrocchiale, il GSO San Fereolo.

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cenne) da parte dei genitori dei giocatori, di fermare la gara e fare uscire la sua squadra dal campo perché nè a lui nè ai suoi ragazzi interessava vincere ma fare ciò che gli piace nel clima più sereno possibile. Eh no, alla fine qui oltre a quei genitori, ad essere sconfitto è lo sport! Non posso sempre scrivere di brutti episodi! Voglio essere positivo! Ho deciso! Vi parlerò di Martino e Davì, due bimbi di sei anni che non si conoscono. Si sta giocando la partita di coppa Italia Torino - Fiorentina, mancano pochi minuti alla fine della partita ed il risultato è in bilico: 0-0. Ecco un lampo e la Fiorentina segna, Martino, tifoso viola, che sta guardando la partita alla tv, da casa, capisce che è il gol della vittoria ed esplode di gioia, esulta come se non ci fosse un domani. Ad un tratto, però la telecamera dello stadio indugia su un tifoso del Toro, Davì, un coetaneo, in lacrime e Martino immediatamente s’intristisce, non dice nulla e va a letto; probabilmente non si addormenta subito, pensa e riflette su come quel gol abbia dato a lui un’immensa gioia e procurato tanto dolore a qualcun altro. Alla mattina, si sveglia, prende un foglio a quadretti e mette su carta i suoi pensieri più profondi come nella vita si può vincere o perdere e che se perdi non sei né fallito né disonorato. Capisce che le parole non bastano. Serve un gesto. Pensa di privarsi della propria figurina di Belotti, probabilmente l’idolo di quel bimbo piangente e di fargliela avere con la sua letterina. Consegna tutto alla mamma sicuro che magicamente arriverà a Davì senza porsi il minimo problema di come la madre riuscirà a consegnarla. I social forum fanno miracoli e la letterina arriva a destinazione. Davì tornato a casa da scuola, ha fatto merenda, poi i compiti e poi emozioni a non finire! Il padre gli ha consegnato la lettera ed insieme hanno risposto a Martino: s’incontreranno. C’è quella figurina da ritirare. Ancora una volta sono i più giovani, i bimbi, ad insegnarci cose straordinarie: forse non ci resta che tornare a pensare come loro, a pensare di cambiare il mondo come ogni bimbo sogna!

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News dal GSO Calcio

campionato agonistico nella categoria dei giovanissimi.

Il lavoro fatto costantemente in palestra sta portando i suoi frutti. Molti i bimbi pronti ad affrontare le prime esperienze sul campo di calcio.

Giovanissimi

Attività ludico motoria

Piccoli Amici e Primi Calci

Si sta concludendo positivamente, sotto tutti i punti di vista, un altro anno sportivo. Concluso il campionato autunnale, nel periodo invernale hanno svolto gli allenamenti in palestra, raggiungendo, con l’aiuto dei nostri allenatori, un buon livello di preparazione per affrontare il campionato primaverile e i tornei di fine stagione. Per il prossimo siamo già al lavoro per dare continuità a quanto fatto.

Esordienti

Un gruppo unito e compatto in continua crescita che ha saputo togliersi le proprie soddisfazioni. Ora li aspetta la conclusione di un buon campionato, la SanFe Cup e qualche altro torneo estivo. Per il prossimo anno ci sarà da affrontare il primo

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Venivano da una stagione difficile, ma nonostante la prevalenza di giocatori del 2005 la squadra ha dato del filo da torcere a squadre infarcite di 2004, ritenute superiori sulla carta. Sono stati ampiamente superati gli obiettivi prefissati ad inizio stagione dallo staff tecnico. Il livello tecnico dei ragazzi è fortemente aumentato. L’asticella continua ad essere spostata verso l’alto nella speranza di migliorare ulteriormente la posizione in classifica e ben figurare nei tornei estivi (la nostra SanFe Cup in particolare). Per il prossimo anno si prospetta


un campionato giovanissimi di tutto rispetto.

Terza categoria

A completamento di un cammino iniziato lo scorso anno, dopo un campionato di vertice, continua la lotta per il passaggio in seconda categoria. Indipendentemente dal risultato si prevedono grandi cambiamenti e piacevoli sorprese nella rosa della prossima stagione sportiva.

Volley

Volley S3

Bambini e bambine stanno vivendo la loro prima esperienza con uno sport di squadra, dove il divertimento è legato al gioco e non al punteggio. Capito l’obiettivo, le regole e le dinamiche della pallavolo, sono entusiasti di partecipare e dimostrano grinta e fiducia negli operatori. Con queste basi, siamo pronti a sperimentare i primi giochi propedeutici all’apprendimento delle tecniche dei fondamentali per arrivare ad affrontare la prossima stagione con più tecnica e competitività che avrà l’obiettivo di trasformare il divertimento in passione.

Under 10

Bambini e bambine di 8/9 anni che, con pluriennale impegno e dedizione costante, hanno raggiunto risultati eccellenti in termini di crescita personale e di squadra, apprendendo tecniche e sviluppando, anche autonomamente, tattiche oltremisura per l’età che hanno, stimolati dalla partecipazione del loro primo campionato: tutte le partite stravinte. Azzarderemo la partecipazione ad un torneo promozionale Under 12 (categoria superiore) con l’obiettivo di divertirci giocando e intanto alzare il livello di gioco a prescindere dal risultato in preparazione al prossimo campionato di Under 12.

gne per affrontare un campionato difficile. I risultati sportivi latitano ma la crescita e i miglioramenti di tutte le ragazze in campo sono evidenti. Il punto di forza è sicuramente lo spirito di gruppo: le ragazze sono sempre pronte ad aiutarsi e supportarsi. Il divertimento non manca mai. Dopo la chiusura del campionato le aspetta qualche amichevole e la SanFe Cup. L’anno prossimo si apre la sfida con il campionato di Under 14.

Under 16

Per vari motivi le ragazze hanno partecipato al campionato Under 16 saltando una categoria (l’Under 14). Stagione buonissima. Su 24 squadre siamo in semifinale e se dovesse andare male saremmo comunque tra le prime 4 squadre classificate. L’età media delle nostre è di 13 anni mentre quella delle altre squadre arriva fino ai 15 anni. Per il prossimo anno si sta pensando di ripetere il campionato Under 16 con l’obiettivo di arrivare alla finalissima e perché no, magari ai regionali.

Open

Il raggiungimento della fase finale del torneo riservata alle prime quattro classificate testimonia che la squadra nata con l’obiettivo di “fare gruppo” e divertirsi insieme, non ha mai trascurato l’impegno e la prestazione sul campo. La coppa primavera chiuderà la stagione. A fine estate, dopo le vacanze si ripartirà con una nuova avventura.

Seconda Divisione

Un ottimo campionato di vertice. Le speranze di una promozione in prima divisione sono tutt’altro che assopite.

Under 13

Tante nuove compa-

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Vita parrocchiale

Il bilancio consuntivo 2018

Di seguito pubblichiamo il bilancio relativo all’anno 2018, nel raffronto con l’anno 2017 nelle voci principali (in entrata ed in uscita), approvato dal Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, in data 5 marzo 2019 e presentato alla Curia in data 20 marzo 2019. Il saldo annuo positivo è dovuto al fatto che ci sono stati liquidati i fondi del 5 per mille, destinati al GSO, e girati alla Parrocchia a sostegno delle utenze relative al PalasanFereolo, al campo da calcio e spogliatoi. Tra le uscite evidenziamo la voce manutenzione straordinaria che comprende i lavori di rifacimento dell’ascensore dell’oratorio e la voce, sempre consistente, relativa al mutuo per i lavori alla Chiesa del Sacro Cuore, che comporta un’uscita di € 40.000 all’anno.

Anche a San Fereolo sono arrivati i fondi dell’ 8xmille

Anche quest’anno la diocesi ha devoluto € 15.000 dei fondi dell’8x1000 alla nostra Caritas parrocchiale. Esprimiamo anzitutto il grazie per l’ennesima disponibilità ad accogliere la nostra richiesta e sottolineiamo il fatto che la scelta di devolvere l’8xmille a favore della Chiesa Cattolica, ha effettivamente un ritorno capillare in tante situazioni, come la nostra, in tutta Italia. Un invito, anche per quest’anno a confermare questa scelta: la tua firma per devolvere l’8xmille alla Chiesa Cattolica, ha una ricaduta concreta anche sulla nostra comunità di San Fereolo. Ricordiamo che la scelta la può esprimere anche chi presenta il semplice CU! Come abbiamo ricordato nelle pagine del GSO, ti invitiamo anche ad indicare il codice del nostro gruppo sportivo nel riquadro del 5xmille: un gesto che non costa nulla, ma che contribuisce ad alleggerire il peso economico delle tante iniziative parrocchiali.

CHIEDILO A LORO! CHIEDILO A LORO!

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“Famiglie per famiglie”: una proposta di solidarietà

Da qualche anno l’iniziativa di carità “Famiglie per famiglie” rappresenta una preziosa possibilità di sostenere situazioni famigliari di indigenza e di oggettiva difficoltà. Le entrate di questa iniziativa provengono da donazioni mensili di alcune famiglie (ogni famiglia versa € 20 al mese) e da alcuni contributi straordinari di diverse Associazioni. Facciamo appello alla sensibilità di famiglie che vogliano sostenere con un contributo mensile l’iniziativa che ci ha consentito, in questi anni, di accompagnare tante situazioni famigliari difficili. Di fianco pubblichiamo anche una rendicontazione sintetica delle entrate e delle uscite a partire dall’anno 2013. Nella voce uscite, che non possiamo dettagliare a motivo della doverosa riservatezza, rientrano tutti i contributi a favore di utenze, affitti, sostegno a famiglie numerose, ecc.

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Vita parrocchiale

I nostri adolescenti a Lione

Un bel gruppo di adolescenti, accompagnati da don Roberto e da alcuni adulti, ha vissuto una ricca esperienza nei giorni trascorsi a Lione, subito dopo Capodanno: arte, spiritualità, tradizioni ... il tutto accompagnato da tanta amicizia, gioia e voglia di stare insieme. Chissà che queste occasioni straordinarie servano a ridare vitalità e slancio anche al ritmo ordinario della vita oratoriana! (foto sopra)

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I ragazzi delle medie in ritiro La “Bellotta” di Pontenure è una bella villa circondata da tanto verde: qui i nostri ragazzi di II media hanno vissuto il loro ritiro di Quaresima insieme ad altri loro coetanei. Il clima primaverile, la voglia di stare insieme, il silenzio e la preghiera, sono stati gli ingredienti perfetti per la buona riuscita della proposta. (foto sotto)


NOI Associazione

Il NOI è l’Associazione che consente a tutti gli Oratori di svolgere legalmente tutte le loro attività. Per chi lo frequenta abitualmente, è necessario sottoscrivere o rinnovare un tesseramento. In oratorio tutte le indicazioni necessarie.

14 enni a Roma

Sei pullman, 320 ragazzi, dei quali una ventina di San Fereolo: sono i 14enni di tutta la diocesi in pellegrinaggio a Roma con il vescovo Maurizio. La professione di fede sulla tomba di Pietro, sarà un buon incentivo per proseguire con perseveranza e gioia il cammino di fede. (foto sotto)

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Il percorso della vita

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BATTESIMI yy yy yy yy

CALDI ACHILLE di Matteo Pietro e Vailati Chiara (foto 3) CAPASA THOMAS di Alessio e Stabile Antonella (foto 2) CAVIONI LUCA di Marco e Folli Monica (foto 1) GROPPELLI GABRIELE di Guido e Pizzi Debora (foto 1)

DEFUNTI yy yy yy yy yy yy yy yy

FERRARI GIANANTONIO di anni 52 CAGNAZZI CAMILLA di anni 73 BULAZZI ANTONIO di anni 86 DEFENDI TERESA di anni 83 LUPO STANGHELLINI ARIANNA di anni 82 CASSINELLI RENATO di anni 81 ACERNOZZI ERNESTO di anni 77 LUPI GIANCARLO di anni 85

Arici Ferdinando di anni 90

Bianchi Clementina di anni 93

Capelli Giovanni di anni 93

Colombo Luigia di anni 80

Dovera Vittorio di anni 78

Grecchi Antonio di anni 70

Segalini Anna di anni 91

Taietti Luigi di anni 95

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Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi - tel. 0371-30658

Per contattarci:

don Elia: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 don Marco: tel. 0371-438540 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 - tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 - tel. 0371-31964 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918 e-mail: doneliacroce@libero.it sito web: www.http://sanfereololodi.blogspot.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com

Gli orari delle S. Messe: Feriali

San Fereolo: ore 8.30; ore 18.00 Sacro Cuore: ore 17.00

Festive

San Fereolo: ore 8,00; ore 11.30; ore 18.00 Sacro Cuore: ore 9.00; ore 10.30

I servizi della Caritas parrocchiale: Ambulatorio infermieristico

lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 10

Doposcuola

martedì - giovedì dalle 17 alle 18,30 mercoledì - venerdì dalle 14,30 alle 16

Distribuzione vestiti

martedì dalle ore 9 alle 11

Servizio anziani ammalati e infermi mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11,30

Aiuto generi alimentari una volta al mese

Centro d’ascolto

Mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11

Prenotazione esami e visite mediche

mercoledì dalle 9 alle 10 - venerdì dalle 9 alle 11


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