PART 3- Simbioasi. Nyhamnen harbor regeneration and Silos transformation

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PRINCIPALI NODI

(36) Parete di taglio: Il nodo in oggetto rappresenta l’incastro tra strato strutturale del solaio gettato in opera con la parete di taglio esterna del silos.

(37) Telaio in c.a.: Il nodo in oggetto rappresenta i ferri di armatura in acciaio di travi principali e secondarie oltre che presenti nello strato strutturale della soletta.

(38) Nodo Silos - Pilastro: Il nodo in oggetto raffigura l’incastro tra solaio e parete del silos K01 e A01, oltre che l’orditura dei ferri di armatura di parete e solaio.

L’adozione di soluzioni innovative per migliorare la durabilità dei materiali e la resistenza delle strutture agli agenti esterni può contribuire significativamente a prolungare la vita utile di questi edifici. Queste strutture, se adeguatamente mantenute e valorizzate, possono continuare a svolgere un ruolo importante nel contesto urbano e industriale, rappresentando un esempio significativo di patrimonio edilizio da preservare per le future generazioni.

Per quanto riguarda la struttura del blocco di Korallen 2, esso è composto da tre parti ben distintinte:

• K01, di cui fa parte il complesso di Silos principali del blocco oggetto di analisi, questo presenta una struttura in calcestruzzo armato gettato in opera composta da setti e pareti di taglio sulle quali si agganciano travi principali e secondarie di orditura del solaio, presente nella parte di collocazione dell’impiantistica, anch’esso in calcestruzzo armato gettato in opera. La fondazione in tal caso risulta a platea in calcestruzzo armato gettato in opera dal quale partono pali di fondazione di lunghezza pari a 48,4m

• K02, risulta esser la parte centrale del blocco complessivo che definisce l’isolato di Korallen, tale fabbricato presenta pilastri in calcestruzzo armato sui quali si poggian travi di orditura della capriata finita con semplici lastre di pietra. La fondazione in questi caso è composta da plinti esagonali con un set di n.3 pali di fondazione in acciaio infissi nel terreno.

• K03 comprende il fabbricato più ad ovest dell’isolato che si alza su tre livelli rispetto al singolo livello di K02, inoltre a culmine di tale blocco vi è presente un ulteriore blocco silos secondario e di altezza inferiore rispetto al silos esposto a est, la struttura in questo caso è caratterizzata da un telaio in calcestruzzo armato per la parte su tre livelli al quale si fissano chiusure opache orizzontali e chiusure opache verticali in calcestruzzo. Per quanto riguarda i silos secondari del blocco di Korallen le tecniche costruttive e le strutture risultano essere medesime rispetto al blocco K01.

Soffermandoci sul caso di K0 - Korallen2 si nota come, solo per una porzione di edificio le pareti di taglio si sviluppano dal piano di campagna sino al colmo della struttura, in tal caso le pareti si agganciano direttamente alla fondazione a platea gettata in opera, per un’altra porzione di fabbricato invece i silos poggiano su pilastri incastrati anch’essi alla fondazione.

Inoltre si nota come la presenza di solai ammorsati alla parete sono presenti solo in alcuni punti della pianta, poiché ove si presentano i cilindri di ex stoccaggio del grano, non vi sono solai che interrompono il vuoto in altezza, ciò determina una discontinuità del solaio che con il tempo potrebbe risultare spingente provocando lesioni sulle pareti che abbassano notevolmente la duttilità del materiale.

Le pareti strutturali dunque costituiscono punti critici e di fragilità, ciò si può notare anche dallo stato di degrado presente sulla superficie esterna del silos di K01 all’altezza dell’imbullonatura della nuova facciata in lamiera (visibile in K01_MUR_201), questa addizione rappresenta un carico ulteriore che grava sulla parete e causa lesioni e rotture per compressione sulla struttura di appoggio, per un maggiore approfondimento dello stato di degrado delle facciate si rimanda al sottocapitolo “Stato di salute degli edifici”.

[8] Le rotture possibili di una parete strutturale sono: A - rottura per trazione lungo un piano di stacco perpendicolare alla direzione dei carichi; B - rottura per compressione lungo molti piani paralleli al carico quando il materiale, a causa di microfessurazioni interne, si comporta come un insieme di minuscole colonne snelle, soggette quindi a fenomeni di instabilità; rottura per compressione lungo un solo piano parallelo al carico quando questo sia concentrato e pertanto crei dei cunei di materiale che tendono a far divaricare le parti sottostanti; C - per taglio; D - per compressione eccentrica.

Il caso più comune di fessurazione nel caso della struttura oggetto di analisi è la rottura per compressione del materiale calcestruzzo sotto carichi aggiunti alla fabbricato preesistente.

(39) In alto. Stati di rottura di un campione soggetto a carichi esterni

KORALLEN 2

(40) Analisi stato attuale Dettagli struttura Korallen2

Piatto di

Le parti che compongono il blocco di Algen1, come nel caso di Korallen2, sono tre:

• A01, di cui fa parte il complesso di silos principali. A differenza dei silos di Korallen, Algen1 presenta una struttura incastrata a terra su plinti di fondazione e pali lunghi circa 50 metri, quindi non vi è una platea in corrispondenza dei silos. La struttura verticale, come nel caso di Korallen2, è in calcestruzzo armato gettato in opera e composta da setti e pareti di taglio sulle quali si agganciano travi principali e secondarie di orditura del solaio. Anche in questo caso, i solai sono presenti solo nelle aree destinate all’impiantistica e non in corrispondenza dei cilindri di stoccaggio del grano.

• A02 rappresenta la parte centrale dell’isolato di Algen. La struttura è composta da un telaio con travi in calcestruzzo armato visibili anche in facciata in alcuni punti, e una serie di pilastri che scaricano le forze alla fondazione su plinti e pali d’acciaio. I solai sono costituiti da uno strato strutturale collegato al telaio predisposto in calcestruzzo armato gettato in opera, conferendo robustezza e stabilità alla struttura complessiva.

• A03 comprende il fabbricato più a ovest dell’isolato oggetto di analisi. È il blocco più basso tra i tre e, a differenza delle strutture sopra descritte, è realizzato con elementi (travi e pilastri) in calcestruzzo armato prefabbricati e posati in situ. Le travi, vincolate ai pilastri tramite alloggiamenti sagomati, sorreggono la copertura in lastre di pietra. Tuttavia, tali tipologie di fabbricati prettamente industriali necessitano di piani di risanamento periodici, poiché ai nodi, in casi particolari di forze esterne agenti sulla struttura, è richiesta un’elevata duttilità. Il rischio maggiore è la perdita di un vincolo trave-pilastro con conseguente scivolamento della trave fuori sede.

Come per Korallen, è utile precisare che i fabbricati che costituiscono l’isolato di Algen1 presentano strutture indipendenti e diverse tra loro. Essendo addossate, si bilanciano a vicenda, influenzando il comportamento reciproco e contribuendo alla stabilità generale del complesso edilizio.

I fabbricati che compongono Algen1 sono inoltre eterogenei nei materiali e nelle finiture, il che potrebbe causare stati di degrado dovuti a caratteristiche fisiche e chimiche differenti a diretto contatto (ad esempio, coefficienti di dilatazione termica diversi).

Per l’analisi puntuale dei punti di degrado, si rimanda al capitolo di “Diagnostica” in cui sono visibili gli stati di degrado localizzati. La maggiore eterogeneità dei materiali in Algen1 rispetto a Korallen2 è evidente.

Analizzando localmente il fabbricato, infatti, si nota in A02 l’utilizzo di diverse chiusure opache verticali. Tra la struttura a telaio in calcestruzzo armato a vista, vengono predisposte lastre di calcestruzzo prefabbricate o mattoni pieni in laterizio faccia a vista disposti a cortina.

Questa varietà di materiali contribuisce alla complessità e alla diversità architettonica del complesso, ma richiede anche un’attenzione particolare nella manutenzione e nel restauro per preservare l’integrità strutturale e l’estetica dell’insieme.

[9] Nel contesto delle strutture industriali come il blocco A03 di Algen1, la duttilità è un aspetto cruciale. Le connessioni tra travi e pilastri prefabbricati devono essere progettate per assorbire e dissipare le forze esterne, riducendo il rischio di scivolamento delle travi. La perdita di vincoli trave-pilastro può compromettere la stabilità dell’intera struttura. È fondamentale implementare piani di risanamento periodici e utilizzare dettagli costruttivi adeguati per mantenere l’integrità strutturale e garantire la sicurezza nel tempo.

KORALLEN 2

costruttivi - Muratura

Elementi costruttivi - Coperture

Elementi costruttivi - Scale

Elementi costruttivi - Solai

Elementi costruttivi - Chiusure opache verticali

Elementi costruttivi - Pilastri

Elementi costruttivi - Fondazioni

Elementi

ALGEN 1

costruttivi - Pareti in c.a. silos

Elementi costruttivi - Coperture

Elementi costruttivi - Scale

Elementi costruttivi - Solai

Elementi costruttivi - Chiusure opache verticali

Elementi costruttivi - Pilastri

Elementi costruttivi - Fondazioni

Elementi

TECNOLOGIE

CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE

Nell’ambito della progettazione e dell’analisi architettonica, comprendere le tecnologie costruttive adottate è fondamentale per valutare l’efficacia e l’efficienza strutturale di un complesso edilizio. Questo modulo di tecnologie si prefigge di esaminare nel dettaglio le metodologie e i materiali impiegati nei complessi di Korallen e Algen, due esempi distintivi di edifici industriali caratterizzati da approcci costruttivi diversificati, che offrono un panorama variegato delle soluzioni adottate nel settore edilizio contemporaneo.

La tecnologia costruttiva di un edificio non solo determina la sua resistenza e durabilità, ma influenza anche il suo aspetto estetico, la sua funzionalità e il comfort degli utenti. I complessi di Korallen e Algen, pur mostrando una semplicità visibile nelle loro finiture, rappresentano un notevole esempio di complessità e innovazione nelle tecniche utilizzate, riflettendo la capacità di adattamento e evoluzione del settore edilizio. Questi edifici sono emblema di come le tecnologie emergenti possono essere integrate in soluzioni architettoniche che oltre a rispondere alle esigenze pratiche, rispettano anche criteri estetici e sostenibili.

L’analisi che segue si concentra su vari aspetti, tra cui la configurazione dei giunti, le tecniche costruttive impiegate e la scelta dei materiali. Questi elementi sono essenziali per comprendere la logica costruttiva che ha permesso la realizzazione di questi complessi, oltreché le sfide affrontate durante la loro progettazione e costruzione. Ogni dettaglio costruttivo, dalla scelta dei materiali alla tecnica di assemblaggio, è esaminato minuziosamente per mettere in luce come ogni decisione progettuale contribuisca al risultato finale. Inoltre, verranno esplorati i dettagli relativi alle chiusure trasparenti e opache, le finiture superficiali, e le tecniche di copertura, mettendo in risalto come ogni elemento contribuisca alla funzionalità e all’estetica degli edifici.

Questo studio mira a fornire una visione approfondita e tecnica dei complessi edilizi, offrendo spunti di riflessione su come le soluzioni adottate possano influenzare il design e la costruzione di strutture future. L’esame delle chiusure trasparenti, per esempio, mostrerà come queste soluzioni possano migliorare l’efficienza energetica degli edifici, mentre le tecniche di copertura saranno analizzate per il loro contributo alla durabilità e all’estetica.

L’obiettivo è quello di fornire un quadro esauriente delle pratiche costruttive adottate, mettendo in luce sia le particolarità tecniche che le scelte progettuali che hanno portato alla realizzazione di Korallen e Algen. Questa introduzione è necessaria per un’analisi dettagliata e sistematica delle tecnologie costruttive, evidenziando i punti di forza e le aree di criticità che caratterizzano questi complessi edilizi. L’intento finale è quello di definire il percorso di apprendimento che permetta di carpire le innovazioni e le metodologie che possono essere applicate in futuri progetti architettonici, promuovendo così una cultura del costruire sempre più consapevole e orientata all’eccellenza.

Dal punto di vista tecnologico e costruttivo, i due complessi di edifici risultano molto grezzi nelle finiture; tuttavia, entrambi sono molto complessi in termini di giunti, tecniche costruttive e materiali presenti. La difficoltà tecnologica e costruttiva di questi edifici non è immediatamente visibile nelle loro finiture superficiali, ma viene alla luce dall’analisi dettagliata delle componenti strutturali e dei processi di costruzione utilizzati.

Korallen è costituito da diverse parti: K01, K02 e K03, le quali si differenziano per altezza del fabbricato, tecniche costruttive e tipologia strutturale. Tali differenziazioni non solo influenzano l’aspetto visivo globale del complesso edilizio, ma anche le metodologie di costruzione e le strategie di utilizzo dei materiali, riflettendo una varietà di approcci progettuali e ingegneristici.

• K01 è il silos principale ed è composto da una struttura in calcestruzzo armato formata da pareti di taglio, travi e pilastri di dimensioni variabili in base alle caratteristiche e alle esigenze locali. Non vi è una finitura superficiale delle pareti verticali; tuttavia, sui prospetti longitudinali vi è una facciata composta da lamiera grecata in acciaio, imbullonata tramite una sottostruttura realizzata da coppie di profili a C. La scelta progettuale evidenzia l’importanza di soluzioni funzionali ed economiche per la protezione e la durabilità dell’edificio, mantenendo al contempo un’estetica industriale.

• K02 è il capannone/deposito basso e, come per il silos, è formato da una struttura a travi e pilastri in calcestruzzo armato. In questo caso, i pilastri esterni risultano rastremati alla base e l’orditura di travi permette la posa superficiale di lastre di pietra che formano la copertura grezza del fabbricato. Questa conformazione è ideata per garantire una solida base strutturale, mentre la scelta delle lastre di pietra per la copertura dona un elemento di robustezza e durabilità.

• K03 rappresenta il culmine a ovest del blocco urbano e presenta un ulteriore silos più piccolo rispetto al silos a est. Tuttavia, nelle tecniche costruttive e nei materiali risulta uguale, con l’eccezione della parte su tre livelli che si trova a metà strada tra K02 e il silos culmine dell’isolato. Questa sezione è caratterizzata da una struttura a telaio sulla quale si posano chiusure opache orizzontali, formate da strato strutturale, massetto lisciato a piano e, in alcuni casi, finitura superficiale con piastrelle. Questo dettaglio sottolinea l’adattabilità e la flessibilità delle tecniche costruttive utilizzate, permettendo una varietà di soluzioni estetiche e funzionali.

Ogni singola parte, presenta, in alcuni casi, aree di mixture di materiali e tecniche costruttive dovute a interventi postumi in aggiunta alle strutture preesistenti. Questi interventi postumi riflettono l’evoluzione continua delle esigenze funzionali e estetiche degli edifici, oltreché l’adattabilità delle strutture originarie a nuove soluzioni costruttive e materiali innovativi.

Ulteriori componenti oggetto di analisi risultano essere le chiusure trasparenti, prevalentemente caratterizzate da serramenti in alluminio molto leggeri, con vetro singolo o con doppio vetro, i quali si agganciano alle chiusure opache verticali tramite la predisposizione di un falso telaio di contorno. Questo sistema di aggancio oltre a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, permette anche la facilità di manutenzione e sostituzione delle chiusure trasparenti.

[10] Nel silos principale K01, i giunti strutturali sono fondamentali per l’integrazione delle pareti in calcestruzzo armato con la facciata in lamiera grecata. La sottostruttura in acciaio, composta da coppie di profili a C, garantisce una connessione flessibile e sicura, essenziale per gestire le dilatazioni termiche e le sollecitazioni meccaniche, preservando l’integrità della facciata e la stabilità complessiva dell’edificio.

Un particolare riferimento va riservato alle coperture, realizzate con tecniche diverse a seconda del tipo di fabbricato e del punto di applicazione. Per quanto concerne K01, la copertura è composta da parti piane costituite da solaio strutturale con uno spessore di 25 cm, massetto di completamento in calcestruzzo che determina una micro-pendenza del 2% e guaina impermeabilizzante posata sul massetto e lasciata scoperta.

Algen come Korallen è costituito anch’esso da diverse parti che caratterizzano il fabbricato per tecnica costruttiva e materiale utilizzato:

• A01 rappresenta il silos principale dell’isolato ed è costituito da pareti di taglio e pilastri in calcestruzzo armato che determinano le chiusure opache verticali esterne e la struttura dei silos, in tal caso la finitura è basilare a intonaco e tinteggiatura, i solai risultano semplici con strato strutturale e strato di massetto in calcestruzzo lisciato a piano senza alcuna finitura, lo strato strutturale del solaio in calcestruzzo armato viene ammorsato alle pareti o posato sull’orditura di travi anch’esse incastrate alle pareti perimetrali.

• A02 è invece costituita da parti e materiali diversi, infatti la struttura a telaio lascia spazio alla posa di chiusure opache verticali in lastre di calcestruzzo armato che si incastrano tra loro, in altre parti le chiusure opache verticali sono formate da mattoni pieni disposti a cortina. I solai sono collegati all’orditura di travi principali e secondarie e presentano massetto superficiale di completamento e posa di finitura superficiale in piastrelle e lastre di cls.

• A03 rappresenta la parte più bassa del complesso di Algen1, questo come nel caso di A02 ha una struttura a travi e pilastri però, in questo caso, prefabbricate e posate in situ, queste permettono la posa di lastre di pietra come finitura superficiale della copertura e predispongono lo spazio di posa di lastre di calcestruzzo armato prefabbricate come chiusure opache verticali, le stesse lastre usate in A02.

Le chiusure trasparenti, come in Korallen, sono prevalentemente caratterizzate da serramenti in alluminio con vetro singolo o doppio vetro. Le coperture, in questo caso sono realizzate con tecniche diverse a seconda del punto dove devono essere applicate.

La componente costruttiva che hanno in comune Korallen e Algen, evidente già dall’esterno di tutti e due i complessi di fabbricati, è la pensilina che copre il diretto intorno degli edifici al piano terra. In Korallen 2 questa è realizzata con struttura in calcestruzzo armato in continuità con la struttura di K02, in Algen invece la pensilina è sorretta da piatti d’acciaio oggi totalmente corroso, in entrambi i casi la finitura superficiale di copertura risulta in Eternit da sgomberare e con lamiera ondulata d’acciaio in alcune parti, finitura sorretta da un’orditura di profili secondari a C (h130/b55/ tw7).

Di seguito i nodi principali ove vi sono cambi di materiale, ammorsamenti tra componenti diverse, giunti critici ecc. I nodi presi in considerazione sono diversi, e rappresentano un modus operandi costruttivo che si ripete lungo tutto lo sviluppo dell’edificio preso in considerazione. Ad esempio, il nodo trave-solaio ove è visibile la stratigrafia della chiusura opaca verticale di A02 è considerabile lo stesso per tutti i piani dell’edificio oggetto di analisi.

[11] Nel complesso di Algen, i nodi travesolaio di A02 sono cruciali per la stabilità strutturale. Questi nodi, dove la struttura a telaio si connette con le chiusure opache verticali in lastre di calcestruzzo armato o mattoni pieni, garantiscono la coesione dell’edificio. La stratigrafia visibile di questi nodi, che include solai collegati all’orditura di travi principali e secondarie, assicura una distribuzione uniforme dei carichi e facilita la posa di finiture superficiali come piastrelle e lastre di calcestruzzo, mantenendo la continuità costruttiva lungo tutti i piani dell’edificio.

(44) Pagina successiva. Analisi stato attuale Dettagli tecnologici Korallen2 e Algen1

IMPIANTI CARATTERISTICHE IMPIANTISTICHE

L’analisi fornisce una panoramica approfondita degli impianti che costituiscono i due edifici presi in esame denominati Algen1 (cubo) e Korallen2 (silo). L’analisi impiantistica preliminare dello stato di fatto, considerando il funzionamento medesimo dei due edifici, è stata approfondita su Korallen 2 ma risulta funzionale per entrambi gli edifici oggetto di studio.

Durante il sopralluogo infatti, è stato possibile visitare solo la parte interna di Korallen, quindi il rilievo fotografico interno si riferisce a quest’ultimo. Trattandosi di silos, ovvero edifici destinati alla conservazione del grano, non sono presenti impianti di riscaldamento canonici, sostituiti da una serie di impianti dedicati alla funzione originaria dei silos.

E’ dunque essenziale comprendere il funzionamento originario dei silos affinchè si possa procedere ad una buona progettazione impiantistica e rigenerazione architettonica.

In generale, i silos sono composti da componenti ben precise per garantire un ottimale stoccaggio del grano.

Il sistema di sollevamento e trasporto è il cuore operativo dei silos, esso è composto da una serie di nastri trasportatori, ascensori e tramogge che consentono il movimento efficiente del grano all’interno della struttura.

Il grano viene scaricato dai mezzi di trasporto direttamente nei silos tramite un sistema di caricatori automatici. All’interno dei silos, il grano viene trasferito verticalmente tra i diversi piani grazie agli ascensori, mentre i nastri trasportatori orizzontali gestiscono il trasporto laterale all’interno della struttura.

Tale sistema permette un flusso continuo e controllato del grano, con riduzione dei tempi di inattività e massimizzando l’efficienza operativa. Dai rilievi e digitalizzazioni è possibile notare come tutti gli impianti passino all’interno di murature e solai tagliati in corrispondenza dei tubi.

La fase successiva, è la fase della pulitura, il grano viene pulito con un macchinario apposito. Questa è una fase fondamentale in cui avviene il primo scarto degli elementi estranei al grano e una prima pulitura. Il compito è affidato a un grosso macchinario che, a sua volta, divide il grano facendolo passare da altre tubazioni per essere filtrato e successivamente essiccato per rimuovere l’umidità. Il sistema di pulitura garantisce che il grano raggiunga un elevato standard di qualità prima dello stoccaggio.

Un altro aspetto fondamentale dell’impianto originario di funzionamento e stoccaggio del silos è il sistema di monitoraggio e controllo, garanzia del funzionamento sicuro e ottimale dei silos. Questo sistema è formato da sensori e dispositivi di monitoraggio distribuiti in tutta la struttura, che forniscono costantemente informazioni essenziali sul livello di grano, sulla temperatura, sull’umidità e su altri parametri ambientali.

[12] I nastri traspostatori verticali hanno la funzione trasportare il grano fino all’ utlimo piano per poi ridistribuirlo gradulamente ad ogni piano, dove sono presenti macchine e impianti differenti. Arrivato al piano terra, il grano ha compituto tutta la serie di operazioni e tramite gli elevatori viene nuovamente portato all’ ultimo piano

[13] Non tutto il grano viene controllato e monitorato, i controlli avvengono in base alla quantità di grano scaricato nei vari cicli

Tutti i dati raccolti, vengono acquisiti e analizzati da un sistema informatico centralizzato che regola le operazioni di carico, scarico e stoccaggio del grano. In caso di anomalie o emergenze, il sistema attiva procedure di sicurezza e segnala tempestivamente le anomalie al personale addetto.

La conservazione ottimale del grano richiede un controllo accurato dell’ambiente interno dei silos, per questo, i silos sono dotati di un sistema di ventilazione e aerazione progettato per mantenere condizioni climatiche ottimali all’interno della struttura.

Il sistema di ventilazione è composto da ventilatori e condotti di aerazione che garantiscono un flusso costante di aria fresca, prevenendo la formazione di muffe, funghi e altri agenti patogeni. La temperatura e l’umidità dell’aria vengono monitorate e regolate automaticamente per garantire la conservazione ottimale del grano durante il periodo di stoccaggio.

Durante la nostra visita, abbiamo potuto constatare personalmente lo stato degli impianti all’interno dei silos. Nonostante non siano più utilizzati, si trovano in ottimo stato. Questo rappresenta un vantaggio significativo in vista di una possibile progettazione futura.

Gli spazi interrati e i cavedi impiantistici già presenti possono essere utilizzati per il passaggio delle nuove canalizzazioni impiantistiche dopo la rigenerazione degli edifici. Questo permetterà di sfruttare al meglio le infrastrutture esistenti, riducendo i costi e i tempi di realizzazione, e garantendo al contempo un’adeguata modernizzazione degli impianti per soddisfare le esigenze contemporanee.

Nel corso del nostro sopralluogo in sito, abbiamo innanzitutto visitato i piani bassi per arrivare poi al piano settimo dove abbiamo osservato che le canalizzazioni da verticali si raccordano con tubazioni orizzontali per la distribuzione all’interno dei silos circolari.

Il sistema di distribuzione e stoccaggio è mantenuto in buone condizioni, l’edificio, grazie alla sua struttura solida e ben progettata, offre notevoli potenzialità per l’implementazione di una progettazione impiantistica moderna ed efficiente, che consenta di ridurre al minimo eventuali demolizioni durante i lavori, preservando così l’integrità dell’architettura esistente.

[14] La ventilazione è fondamentale per ridurre le polveri ed evitare che i Silos implodano

Arrivo del grano: Il grano arriva ai silos tramite trasporto su gomma o via mare. Prima di essere stoccato nei silos dovrà essere pulito da eventuali impurità o corpi estranei.

Scarico nell’ imbuto: Il grano viene scaricato da un trasportatore entro una grata esterna collegata ad un imbuto. Successivamente viene diretto a tubi con una lieve pendenza per essere accumulato al piano interrato in attesa di essere prelevato per essere portato negli elevatori del grano.

Elevatore del grano: Il grano viene trasportato all’interno dell’elevatore con al suo interno un nastro trasportatore.

Primo lavaggio: Risulta fondamentale lavare il grano prima di essere stoccato nei silos, questo consente di eliminare le impurità e preparare il materiale prima di essere filtrato.

Filtraggio: Una volta pulito, in base al peso e alla granulometria, il grano viene suddiviso in vari macchinari per essere filtrato tramite appositivi filtri rettangolari. Gli scarti vengono trasportati automaticamente in un container per i rifiuti.

Essiccatura: Il grano viene posto all’ interno di grossi recipienti e continuamente aerato per togliere l’ umidità dopo il lavaggio. Questa operazione richiede giorni.

Secondo scarto: Macchinari ad hoc, prima del controllo ultimo effettuano un secondo scarto.

Controllo qualità: Prima del processo di stoccaggio, è importante controllare vari parametri come la granulometria l’umidità e la pesatura. Un veloce controllo per evitare problemi futuri e garantire il funzionamento delle macchine.

Tubi per i silos: Il grano viene trasportato all’ultimo piano e distribuito in due nastri trasportatori paralleli nella sommità. Distribuito poi nei tubi circolari e fatto cadere all’ interno dei silos per essere conservato.

(45) A destra. Lo schema delle fasi su come funziona un elevatore del grano e lo stoccaggio nei silos

Scarico del grano su gomma: Il grano viene scaricato direttamente sul mezzo di trasporto per la distribuzione.

Arrivo del grano dal trasporto su gomma o dal mare

Scarico nell’ imbuto

Elevatore del grano

polvere

Sollevamento tramite motore

polvere

Pesatura e Controllo qualità

Elevatore del grano

Distribuzione ai tubi per i Silos

Primo lavaggio

Aspiratura
Aspiratura
Filtraggio
Essiccatura
Secondo scarto
Silos
Scarico del grano con trasorto su gomma
Scarto

(46) Spaccato assonometrico degi impianti presenti in Korallen 2

STATO CONSERVATIVO ATTUALE

Durante il sopralluogo, si è potuto constatare che, nonostante lo stato di disuso in cui versa l’edificio, la sua struttura architettonica è ben conservata. Tale stato di conservazione si riflette anche sugli impianti di distribuzione del grano, molti dei quali sono ancora presenti e, sebbene non operativi, mostrano segni di essere stati adeguatamente mantenuti nel tempo.

L’analisi approfondita ci ha permesso di rilevare che l’assenza di impianti di climatizzazione dedicati al confort degli utenti è compensata da un sistema di ventilazione efficace per il mantenimento originario del grano e per garantire una corretta aerazione dei cilindri di stoccaggio.

Nonostante tale sistema sia datato, esso si presenta in buone condizioni, suggerendo che con adeguate operazioni di manutenzione potrebbe essere ripristinato.

In aggiunta agli impianti di illuminazione e alle dotazioni idrauliche presenti al piano terra, abbiamo identificato diverse installazioni originarie ancora visibili, come le tubazioni per la distribuzione verticale del grano nella torre ad est. Queste tubazioni, nonostante l’inattività, sono strutturalmente intatte e potrebbero essere riutilizzate o integrate in una nuova progettazione impiantistica.

Lo stato di finitura grezzo dell’edificio ha facilitato l’ispezione degli spazi interni, consentendoci di verificare l’effettiva presenza di ulteriori dotazioni impiantistiche.

Abbiamo, inoltre, riscontrato tracce di vecchi sistemi per il riscaldamento, l’illuminazione e la fornitura di acqua calda sanitaria, che testimoniano l’esistenza di un’infrastruttura complessa e potenzialmente recuperabile.

Tutte le nostre osservazioni confermano che il silos, pur necessitando di alcuni interventi di aggiornamento e manutenzione, possiede una base solida su cui poter sviluppare una nuova progettazione impiantistica, integrando le moderne tecnologie con le strutture esistenti per ottimizzare la funzionalità e l’efficienza dell’edificio.

(47) A sinistra. Foto dello schema di come funziona un Silos sulle pareti interne di Korallen 2, durante la nostra visita in loco.

(48) Sopra e nella pagina di fianco. Corrispondenza fra impianti e foto durante il sopralluogo

CASI STUDIO

AREE PORTUALI NORD-EUROPEE

Il capitolo in esame si focalizza sull’esplorazione di casi studio di rigenerazioni urbane su ex aree portuali, facendo risaltare le significative modificazioni che tali interventi possono apportare al tessuto cittadino. Tali progetti, disseminati in varie città europee, offrono uno sguardo approfondito sulle strategie adottate per rinnovare contesti industriali obsoleti, creando nuovi spazi vitali, all’avanguardia, e che rispondano alle esigenze contemporanee.

Attraverso casi studio come HafenCity ad Amburgo, Nordhavn a Copenaghen, l’area di Aarhus, Bjørvika a Oslo, Docklands a Londra e Borneo-Sporenburg ad Amsterdam, emergono linee guida interessanti da perseguire in un intervento di rigenerazione come quello previsto per il porto di Nyhamnen a Malmö. In questo capitolo, si cercherà di mettere a sistema le caratteristiche principali che formano l’identità urbana di queste località. In particolare, si evidenzia come tali progetti abbiano trasformato ex zone portuali in distretti vivaci, spesso integrando elementi architettonici distintivi e preservando la memoria delle loro origini industriali.

L’approfondimento di casi studio europei, offre uno sguardo sulle innovazioni architettoniche, la sostenibilità ambientale e il ruolo cruciale delle nuove strutture culturali nel creare interventi di rigenerazione di vecchie aree oggi in disuso e degradate.

Interessante è inoltre comprendere come, le strutture dei silos vengano reintegrate in un tessuto urbano denso contemporaneo, ricco di attività e in linea con le esigenze urbane odierne, in questo senso è particolarmente significativo l’intervento di rigenerazione dell’ex area portuale di Nordhavn a Copenaghen dove tali strutture vengono conservate e rifunzionalizzate come nuove residenze e non solo.

NORDHAVN OSSERVAZIONI

DANIMARCA | COPENHAGEN

ANNO: 2008

L’area di Nordhavn a Copenaghen, è un ex area portuale si distingue per l’imponente presenza di numerosi silos industriali, oggi rappresenta nella città un’importante quartiere icona di sostenibilità e innovazione. Con il declino delle attività portuali, l’area è stata sottoposta ad una radicale riqualificazione e i silos industriali, strutture apparentemente obsolete, sono stati trasformati in elementi architettonici distintivi che sono una parte integrante del nuovo paesaggio urbano. I silos sono stati riconvertiti in spazi multifunzionali, che ospitano uffici, residenze, negozi e aree culturali. Oggi Nordhavn raffigura un esempio di rigenerazione contemporanea che si fonde in modo perfetto con i resti del suo passato industriale.

Edfici preesistenti mantenuti // Estensione futura con consumo di mare // Mix di funzioni // Sviluppo del trasporto pubblico //Vicinanza a luoghi di scarico portuali // Nuova architettura con linguaggio contemporaneo scandinavo // Alta densità di costuito // poche aree verdi // Utilizzo prima linea di Mare // Isole artificiali //Bandiera blu

(50) In alto. Fotografia dell’area di Nordhavn durante rigenerazione urbana
(49) In alto. Fotografia dell’area di Nordhavn pre rigenerazione urbana

AARHUS Ø

L’ex area caratterizzata da vecchie strutture industriali e portuali, oggi ha un nuovo waterfront attrattivo per i residenti del quartiere. La rigenerazione di quest’area ha dato vita a numerosi edifici prevalentemente residenziali rispondenti alle esigenze contemporanee affacciandosi sulla costa balneabile. Il waterfront percorribile ha ampi spazi vivibili ed è a tutti gli effetti uno degli elementi chiave del progetto che promuove uno stile di vita comunitario e inclusivo. Dunque l’intervento di rigenerazione dell’area di Aarhus ha determinato numerosi luoghi che favoriscono gli spazi di incontro e di socializzazione migliorando il benessere degli abitanti.

OSSERVAZIONI

Sperimentazione architettonica di forme e linguaggi // Esclusivamente residenziale // Distanza con la città // Alta densità di costruito // Aree pubbliche sull’ acqua // Lungomare perimetrale percorribile // Spazi semi privati // Bandiera blu

(52) In alto. Fotografia dell’area di Aarhus durante rigenerazione urbana
(51) In alto. Fotografia dell’area di Aarhus pre rigenerazione urbana

BJØRVIKA

NORVEGIA | OSLO ANNO: 2000

La rigenerazione della costa di Bjørvika a Oslo, Norvegia, riguarda un nuovo quartiere contemporaneo nato da un’ex area ricca di infrastrutture portuali e industriali. L’Opera House di Snøhetta, con la sua copertura accessibile che rappresenta la piazza pubblica panoramica, oggi è l’elemento nodale di tutto il progetto di rigenerazione dell’area. Questo progetto ha catalizzato la trasformazione dell’intera area, dando vita a un mix funzionale all’interno del nuovo quartiere che vede la presenza di nuove residenze, aree pubbliche sullo specchio d’acqua e spazi culturali creando un ambiente urbano dinamico, ciò a testimonianza della riuscita fusione tra storia, cultura e innovazione.

OSSERVAZIONI

Continuità con il tessuto urbano // Mix di funzioni // Centro di cultura per la città // Altezza media edifici alta // Acqua che crea spazi interni al quartiere //Sfumatura di altezze // Presenza di spazi pubblici // Acqua come attività // Bandiera blu

(53) In alto. Fotografia dell’area di Bjørvika pre rigenerazione urbana
(54) In alto. Fotografia dell’area di Bjørvika post rigenerazione urbana

HAFENCITY

GERMANIA | AMBURGO

ANNO: 1990

Originariamente un’area portuale industriale, il processo di rigenerazione di HafenCity, è stato avviato negli anni ‘90 con l’obiettivo di trasformare la zona di waterfront in un nuovo distretto residenziale e commerciale come punto attrattore della città di Amburgo. Agente catalitico per l’intera area oggi è rappresentato dalla Elbphilharmonie, o Filharmonica dell’Elba, intervento di rigenerazione effettuato dallo studio Herzog & de Meuron che integra la vecchia struttura di un magazzino di cacao per dar vita ad un centro culturale di rilevanza mondiale. La presenza della Filharmonica ha dato avvio ad una serie di sviluppi correlati nell’area circostante, tra cui: residenze, spazi commerciali e ristoranti.

OSSERVAZIONI

Presistenze usate come base per nuove architetture // Mantenimento di caretteri industriali // Intergento a grende scala // Mix funzionale // Riaggangirsi al tessuto urbano della città // Edificio Landmark a culimine del molo

(55) In alto. Fotografia dell’area di HafenCity pre rigenerazione urbana
(56) In alto. Fotografia dell’area di HafenCity post rigenerazione urbana

DOCKLANDS OSSERVAZIONI

GRAN BRETAGNA | LONDRA ANNO: 1981

In passato, questa zona, che includeva i distretti di Millwall, Cubitt Town e Blackwall, era caratterizzata da una massiccia concentrazione di case popolari sulle coste deL fiume Tamigi. Tuttavia l’intervento di rigenerazione dell’area si pone in linea alla volontà della città di svilupparsi secondo un approccio policentrico, infatti il nuovo quartiere a sud-est di Londra determina un nuovo centro della città che vede come punto culminante del progetto il Canary Wharf, un nuovo distretto aziendale che ospita numerosi grattacieli. La rigenerazione, inoltre, ha portato a una rinascita urbana che supera l’aspetto architettonico, coinvolgendo la creazione di spazi pubblici, aree verdi e strutture culturali.

Primo intervento della storia dell’ architettura // Densità verticale // Livello di acqua controllato // Nuovo centro urbano polifunzionale // Nessuna preesistenza // Verde urbano centrale // Prevalentemente terziario

(57) In alto. Fotografia dell’area di Docklands pre rigenerazione urbana
(58) In alto. Fotografia dell’area di Docklands post rigenerazione urbana

BORNEO SPORENBURG

Il quartiere di Borneo-Sporenburg, situato su due moli nella parte orientale del porto di Amsterdam, è il risultato di una riconversione urbana resa possibile dallo spostamento del traffico merci verso il porto di Rotterdam. Il programma prevedeva la costruzione di 2500 abitazioni, con la partecipazione di 140 diversi progettisti. Questo progetto riflette la forte necessità abitativa nel Paese e l’urgenza di sviluppare nuovi quartieri residenziali. Borneo e Sporenburg sono parte di una più ampia espansione di Amsterdam lungo l’IJ. Le ambizioni originarie del Comune miravano a una densità abitativa urbana di 100 abitazioni/ ha, ma a causa delle condizioni di mercato degli anni ‘90, si sono accettati edifici più bassi.

(59) In alto. Fotografia dell’area di Borneo-Sporenburg pre rigenerazione urbana
(60) In alto. Fotografia dell’area di Borneo-Sporenburg post rigenerazione urbana

STATO DI PROGETTO

INTRODUZIONE AL PROGETTO

Analizzando il piano urbanistico proposto dal comune di Malmö, ci siamo subito interrogati sulle preesistenze e sulle demolizioni previste dal piano stesso. I due silos circolari di Algen e di Korallen sono sottoposti a vincoli di piano in quanto preesistenze storiche, pertanto non è possibile procedere con la loro demolizione.

Oltre a queste indicazioni, il resto del patrimonio storico non risulta vincolato. A tale proposito, nel piano urbanistico del comune, come preesistenze rimangono i due silos circolari, il silo rettangolare del complesso di Korallen e l’edificio che abbiamo denominato “Algen Cubo” per la sua forma squadrata.

Il nostro obiettivo principale è quello di integrare armoniosamente le nuove strutture con le preesistenze storiche, valorizzando il contesto urbano e rispettando le linee guida del comune. Fondamentale è risultato preservare l’identità storica del luogo, mantenendo inalterati gli elementi di pregio, come i silos Algen e Korallen, che rappresentano testimonianze importanti del passato industriale della penisola. Inoltre, proponiamo un intervento che non solo rispetti le preesistenze, ma che riesca anche a creare un dialogo architettonico tra il nuovo e l’antico.

Questo approccio ci ha permesso di realizzare un progetto che, pur essendo moderno, manterrà uno stretto legame con la storia e l’identità del luogo. In questo modo, il nostro intervento non è stato solo una trasformazione fisica dello spazio, ma anche un contributo alla memoria storica e culturale della comunità di Nyhamnen.

Nel processo progettuale si è effettuata un’analisi dello stato di fatto per poi comprendere le potenzialità di intervento, specifiche dell’area lavorando con un approccio interscalare, dalla scala più grande fino a quella più piccola.

Scala urbana

La nostra versione del piano, infatti, ha inizio interrogandosi su quali edifici sia corretto mantenere nell’ottica del futuro quartiere. Per capire ciò, abbiamo studiato la storia e le evoluzioni dei due complessi dei silos, arrivando a definire che tutto meritava di essere salvato in quanto strutture già edificate ed esistenti.

Le variazioni negli anni li hanno portati a essere strutture estremamente eterogenee ma ben conservate. In questo processo di analisi minuziosa, abbiamo constatato che i capannoni dei magazzini potessero essere demoliti, sia per una questione temporale (aggiunti negli anni ‘80-’90) sia perché al loro interno non sono presenti muri, pareti o elementi strutturali rilevanti.

I capannoni in questione sono facilmente identificabili per la loro conformazione con il tetto a capanna e per essere accostati a sinistra di entrambi i complessi dei silos. La loro demolizione risulta, quindi, il punto di partenza per la stesura del nostro progetto.

La prima demolizione riguarda dunque il capannone di Korallen, posizionato fra l’edificio a nord nella penisola sul mare, attualmente adibito a uffici, e i silos rettangolari di Korallen. Ciò lascia uno spazio fra l’edificio preesistente e il complesso di Korallen. Riguardo a cosa sorgerà al suo posto, questo è approfondito nella parte delle attività.

La seconda demolizione riguarda, invece, il capannone fra Algen Cubo e Korallen Silos. Qua le nostre idee erano fin da subito chiare: al suo posto, vista anche la posizione vicino al mare, sarebbe nata una nuova area verde.

Prima di proseguire con le attività e le funzioni del nostro progetto, è da menzionare anche una terza demolizione che è avvenuta e consolidata come intervento durante la fase di design già avviata.

È possibile notare come il complesso di Korallen sia composto da tre differenti parti: il silos, una media e una bassa con il tetto a capanna. La parte più bassa, adibita a magazzino, presenta una struttura in calcestruzzo.

Se inizialmente la nostra idea era quella di mantenerla, abbiamo compreso, in itinere, che la soluzione migliore fosse smantellare le pareti laterali e la copertura, lasciando la struttura portante in vista come se fosse una rovina della parte di magazzino.

Questo intervento ci ha permesso di collegare la parte verde nata con la demolizione del capannone per creare un coronamento verde intorno al silos di Korallen.

Il nostro intervento ha riguardato anche la riqualificazione del molo. A ispirarci sono stati gli esempi di aree portuali nord-europee, in cui lo spazio aperto in prossimità dell’acqua ha sempre un ruolo primario nella progettazione.

Come primo intervento, abbiamo aggiunto un’estensione del molo

[15] Lavorare alle diverse scale in maniera integrata ha permesso di valutare attentamente sia il contesto generale che i dettagli specifici, cercando di garantire un intervento ben integrato.

in materiale ligneo per allargare leggermente la parte pedonale, a cui si agganciano due ulteriori piattaforme galleggianti. Queste piattaforme hanno due ruoli differenti ma complementari. La più grande ospita una piscina pubblica (sempre con un occhio di riguardo agli interventi nord-europei) che, considerando la balneabilità del mare, offre uno spazio per i più piccoli e per le famiglie. La più piccola è utilizzata per gli innumerevoli sport d’acqua durante l’estate, offrendo durante l’inverno uno spazio per alloggiare saune e spazi attrezzati.

La nostra idea di riqualificazione del molo si arricchisce con l’inserimento di un corridoio verde che collega il parco in punta della penisola di Nyhamnen con la terraferma, costituendo una “linea di verde” sul molo.

Attività previste

Anche per le attività siamo partiti dal piano esistente che richiedeva funzioni pubbliche per entrambi i silos, destinate al nuovo quartiere e alla città. Il piano prevedeva una funzione ben precisa: i piani terra avrebbero dovuto ospitare dei ristoranti. Come base per la collocazione delle attività, abbiamo pensato a un piano terra pubblico che potesse essere il più possibile flessibile e che ospitasse attività di ristorazione.

Per comprendere a fondo il nostro intervento, è necessario specificare che il masterplan prevede un nuovo quartiere di corti, con i silos come unica eccezione in termini di forma e altezza. I silos diventerebbero i landmark non solo della penisola, ma di tutto il nuovo quartiere. In quest’ottica, la loro rifunzionalizzazione è guidata da un principio di riconoscibilità e importanza per la comunità di Malmö.

Per la descrizione delle attività, come per gli interventi, al fine di rendere gli edifici più comprensibili e facilmente identificabili, la descrizione inizierà dall’edificio nuovo in alto a sinistra per scendere fino all’ultimo edificio in basso a destra: Algen Silos.

Al posto del capannone di Korallen, l’attività che ci sembrava più adatta riguarda l’inserimento di un edificio ex novo adibito alle attività sportive; vista la vicinanza con l’acqua e il molo, si tratterebbe di un water center.

Il complesso di Korallen Silos inizia con il silos rettangolare. Viste le sue dimensioni non imponenti e la modesta altezza, come soluzione progettuale abbiamo considerato l’ampio contesto. Data la nuova abbondanza di case e residenti, ci è sembrato ideale utilizzarlo come parcheggio per biciclette su più piani.

[16] L’approccio flessibile prevede un piano terra pubblico adattabile a varie attività, inclusi ristoranti, mantenendo la distinzione dei silos come landmark del quartiere. L’obiettivo è garantire un impatto positivo e duraturo sulla comunità, riflettendo principi di sostenibilità urbana e mobilità ciclabile comuni nel nord Europa.

La mobilità sostenibile e le piste ciclabili sono alla base dello sviluppo urbano del nord Europa, e il nostro intervento non fa eccezione.

Questo ci permetterebbe di utilizzare il silos internamente, lasciando inalterata la facciata e la sua conformazione. Per le dimensioni interne, l’edificio si presta a ospitare due file di biciclette ai lati, lasciando libero lo spazio centrale come corridoio. Ai piani alti si può accedere con un ascensore e una rampa per trasportare le biciclette.Il complesso di Korallen, escludendo il silos, viene rifunzionalizzato come mercato al coperto (nella parte adiacente al silos rettangolare) e spazio all’aperto, dove è possibile estendere la funzione di mercato nei mesi estivi. Nello spazio delle rovine dei silos, l’idea di utilizzo si ispira a Reffen, l’ex area portuale di Copenhagen allestita con mercatini e piccoli locali per cenare.

Le attività sarebbero cicliche, svolte su una piazza pavimentata, e variano da stagione a stagione. Si prevedono mercati, mostre, cinema all’aperto e, durante i mesi invernali, piste di pattinaggio e altre attività.

Il silos di Korallen viene declinato come edificio pubblico per eccellenza, uno spazio multiuso e multifunzionale che prevede una stratificazione di attività varie e complementari. L’idea alla base è quella di un edificio che si sviluppa in altezza e che utilizza un sistema di distribuzione verticale.

Al piano terra ospita un piccolo museo con esposizioni temporanee e piccoli shop. Il tema delle esposizioni e delle attività si lega al piano dedicato a laboratori e spazi di workshop anche per i più piccoli. Superato questo piano, si arriva alla libreria, all’auditorium e alla biblioteca, disposti intorno alla corte centrale da cui entra luce ed è possibile vedere tutta la stratificazione dei silos e la loro omogeneità di forme. L’ultimo piano occupa un rooftop pubblico con vista strategica su tutta la città di Malmö.

Per il complesso di Algen, i due edifici, rispetto ai precedenti, non hanno un affaccio diretto sul mare. Questo ha fatto sì che le loro funzioni rimanessero sempre pubbliche, ma non dedicate alla città e al quartiere, ad eccezione del piano terra che ospita negozi e ristoranti.

Algen Cubo, per le sue dimensioni contenute e per la regolarità della facciata, si presta a essere una residenza per studenti, sviluppata al piano terra e nei piani superiori. Per Algen Silos, invece, la funzione che più si adattava, sempre considerando il risultato ai livelli inferiori, è quella di un hotel. La ripetitività e le piccole dimensioni dei silos offrono camere circolari di dimensioni adeguate. Per l’hotel abbiamo anche giocato con la modularità: combinando più cerchi, è possibile ottenere stanze più grandi di diversa conformazione: singole, doppie e triple.

Interventi di progetto

Il complesso di Korallen, escludendo il silos, viene rifunzionalizzato come mercato al coperto nella parte adiacente al silos rettangolare, con uno spazio all’aperto dove è possibile estendere la funzione di mercato nei mesi estivi. Nello spazio delle rovine dei silos, l’idea di utilizzo si ispira a Reffen, l’ex area portuale di Copenhagen allestita con mercatini e piccoli locali per cenare.

[17] Il silos di Korallen è ora un edificio pubblico multifunzionale con una distribuzione verticale delle attività. Ospita al piano terra un museo, negozi temporanei, laboratori e workshop. La struttura culmina con una libreria, auditorium e biblioteca attorno a una corte centrale illuminata naturalmente. Il rooftop offre una vista panoramica di Malmö, ideale per eventi.

[18] Per Algen, l’assenza di affacci diretti sul mare ha mantenuto le funzioni pubbliche, con il piano terra dedicato a negozi e ristoranti. Algen Cubo è una residenza studentesca, mentre Algen Silos è stato trasformato in un hotel con camere circolari di varie dimensioni, grazie alla modularità dei silos.

Le attività sarebbero cicliche, svolte su una piazza pavimentata, e variano da stagione a stagione. Si prevedono mercati, mostre, cinema all’aperto e, durante i mesi invernali, piste di pattinaggio e altre attività.

Il silos di Korallen viene declinato come edificio pubblico per eccellenza, uno spazio multiuso e multifunzionale che prevede una stratificazione di attività varie e complementari. L’idea alla base è quella di un edificio che si sviluppa in altezza e che utilizza un sistema di distribuzione verticale. Al piano terra ospita un piccolo museo con esposizioni temporanee e piccoli shop. Il tema delle esposizioni e delle attività si lega al piano dedicato a laboratori e spazi di workshop anche per i più piccoli. Superato questo piano, si arriva alla libreria, all’auditorium e alla biblioteca, disposti intorno alla corte centrale da cui entra luce, permettendo di vedere tutta la stratificazione dei silos e la loro omogeneità di forme. L’ultimo piano occupa un rooftop pubblico con vista strategica su tutta la città di Malmö, offrendo uno spazio unico per eventi e incontri.

Per il complesso di Algen, i due edifici, rispetto ai precedenti, non hanno un affaccio diretto sul mare. Questo ha fatto sì che le loro funzioni rimanessero sempre pubbliche, ma non dedicate alla città e al quartiere, ad eccezione del piano terra che ospita negozi e ristoranti. Questi spazi commerciali sono pensati per servire i residenti locali, offrendo una varietà di servizi e opzioni di ristorazione.

Algen Cubo, per le sue dimensioni contenute e per la regolarità della facciata, si presta a essere una residenza per studenti, sviluppata al piano terra e nei piani superiori. Questa soluzione risponde alla crescente domanda di alloggi per studenti, fornendo spazi abitativi moderni e funzionali. Per Algen Silos, invece, la funzione che più si adattava, sempre considerando il risultato ai livelli inferiori, è quella di un hotel.

La ripetitività e le piccole dimensioni dei silos offrono camere circolari di dimensioni adeguate. Per l’hotel abbiamo anche giocato con la modularità: combinando più cerchi, è possibile ottenere stanze più grandi di diversa conformazione: singole, doppie e triple. Questa varietà di opzioni permette di soddisfare le esigenze di una clientela diversificata, garantendo comfort e unicità nell’esperienza di soggiorno.

Nelle pagine successive della relazione vi sono riportati alcuni elaborati progettuali che descrivono al meglio l’approccio progettuale interscalare e gli interventi effettuati.

ASSONOMETRIE

(67) Assonometria stato di fatto
(68) Assonometria stato di progetto

KORALLEN 2

ALGEN

CEREALS CIRCLUAR

HOTEL GYM

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS RESTAURANT

HOTEL GYM

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS

HOTEL ROOMS RESTAURANT

KORALLEN 2

(69) Elaborati Silos Korallen 2
Elaborati approfonditi in tavola - scala 1:200
(70) Elaborati Silos Korallen 2
Elaborati approfonditi in tavola - scala 1:200
(71) Elaborati Silos Korallen 2
Elaborati approfonditi in tavola - scala 1:200
(72) Prove di facciata Korallen 2 Elaborati approfonditi in tavola

ALGEN 1

(73) Elaborati Silos Algen 1
Elaborati approfonditi in tavola - scala 1:200

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