Scuola 2000 numero 82 - maggio 2010

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CENTRO STUDI E SERVIZI “SCUOLA 2000”

N. 82 - MAGGIO 2010

Scuola2000 Autorizzazione . Tribunale Lucca n. 590 18.07.92. Spedizione in abb. postale art. 2 c. 20 l. 662/96, fil. Lucca.

Aspettando le immissioni in ruolo I tagli li abbiamo visti: meno eclatanti dello scorso anno ma pur sempre consistenti se si esclude la scuola dell’infanzia. In una sistema formativo sempre più povero di fondi e di personale sarebbe lecito aspettarsi almeno un numero di immissioni in ruolo tali da coprire i posti vacanti. Arriveranno? Ce lo auguriamo, sia per dare risposte alle legittime aspettative dei precari, sia per avviare quel ricambio generazionale di cui vi sarebbe un gran bisogno. Per ora il ministro si diletta in salottiere interviste a vari settimanali parlando della sua condizione di madre (ricca) e dimenticando o stravolgendo i reali problemi economici e strutturali della scuola pubblica. Sul fronte delle nomine aspettiamo tempestivamente qualche novità: sarà nostra cura tenere costantemente informati gli iscritti anche attraverso comunicati sul nostro sito: www.scuola2000.altervista.org/

L2: il “miracolo” dell’apprendimento della lingua inglese Una pubblicità degli anni ’70, raccontava che, addormentandosi mentre si stavano ascoltando certe cassette in lingua inglese, in poche notti la nostra conoscenza di tale lingua sarebbe stata sicura e completa. Qualcuno ci ha provato, versando il consistente corrispettivo in lire e…”sacrificando” le notti, ma sembra che i risultati siano stati, ad essere generosi, molto mediocri. Forse ebbe ragione, anche allora, chi ritenne le notti più adatte ad altri scopi. Oggi il MIUR tenta nuovamente l’esperimento – miracolo: con una trentina di ore di formazione gli insegnanti della primaria diventerebbero abili-arruolati per l’insegnamento delle lingua inglese! Francamente mi sembra troppo o troppo poco a seconda dei punti di vista con cui si guarda la situazione. Quando rivendichiamo più investimenti e più qualità per la scuola pubblica, abbiamo in mente qualcosa di profondamente diverso. La professionalità docente è strettamente connessa e correlata a due aspetti: il sapere e il saper insegnare. Le scorciatoie, come quella intrapresa dal MIUR, sono sempre pericolose oltre che inefficaci.

La scuola del futuro di Maurizio Tartarini* Quando l'amico Alfredo Pierotti mi ha invitato a partecipare ad una tavola rotonda sul tema “La scuola del futuro” devo confessare che, con tutta la stima che ho per lui, i miei pensieri non sono stati gentili. Ma come, ho pensato, qua siamo in mezzo alla bufera assoluta, con supplenti che reclamano lo stipendio, una didattica sempre più impoverita da ore perse per supplenti non nominati, mancano i soldi per il sapone e la carta igienica, tagliano insegnanti e personale ATA come se piovesse, la scuola pubblica rischia seriamente l'annientamento e tu vuoi parlare della scuola del futuro!!??. Poi, riflettendo, ho pensato a quel proverbio cinese che recita: “Quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito.” ed ho capito che , come succede spesso, aveva ragione lui; anche se le difficoltà attuali fanno sembrare quasi oltraggioso pensare al futuro, è comunque una cosa che va fatta, perchè il dito NON DEVE SMETTERE DI INDICARE LA LUNA. Così ho deciso di partecipare, premettendo che non avrei parlato della situazione attuale della scuola di base italiana non volendo finire in galera, (tengo una famiglia numerosa)! SEGUE A PAGINA 6

CONVEGNO NAZIONALE: “Professionalità vo cercando…” con Bruno D’Amore – Lucca, sabato16 ottobre 2010 ore 9 – 13. Le modalità organizzative (è necessaria la preiscrizione) e il programma dei lavori a pag. 3

Più che triplicati i costi di spedizione Il Governo ha annullato le tariffe agevolate con cui Enti e Associazioni no profit potevano spedire notiziari, opuscoli e giornalini. Il risultato è che i costi di spedizione sono più che triplicati. Pensate, per fornire i numeri, che spedire mille copie di un giornalino come il nostro viene a costare esattamente 283 Euro. Prima ce la cavavamo con meno di cento Euro. Anche per questo abbiamo dovuto tagliare sul numero e limitare la spedizione. Scuola 2000 pagina 1


NOTIZIE UTILI

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Graduatorie ad esaurimento docenti. Scioglimento riserve e indicazione titolo di sostegno per il 2010/11 entro il 30 giugno 2010

CEDOLINO da scaricare elettronicamente: se hai problemi puoi rivolgerti alla nostra sede.

Il Miur ha pubblicato il DM 39/10 e la nota di accompagnamento 4333/10 con le quali fornisce indicazioni per lo scioglimento delle riserve e per la dichiarazione del titolo di sostegno nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti. Sarà possibile effettuare tali operazioni dal 1 al 30 giugno 2010 attraverso la procedura delle istanze on-line del Ministero. Ricordiamo che per accedere a tale applicazione è necessaria la registrazione alla stessa che potrà avvenire fin da ora con le stesse modalità adottate per le domande di trasferimento/passaggio del personale di ruolo. Lo scioglimento della riserva per il titolo di abilitazione sarà possibile per tutti coloro che erano inclusi regolarmente con riserva nel 2009 e per coloro che avevano frequentato i corsi DM 21/05 che abbiano raggiunto il requisito dei 360 giorni entro il 22 dicembre 2005 come previsto dell’art. 1, comma 4 sexies della Legge 167/09.

Mobilità 2010-2011 personale docente: modificate le scadenze per scuola primaria e dell'infanzia Il Miur ha modificato il calendario delle scadenze per la mobilità della scuola primaria e dell'infanzia. La proroga si è resa necessaria visto il ritardo nell'emanazione dei provvedimenti relativi agli organici. Per la scuola primaria la nuova scadenza per le comunicazioni a sistema è il 30 aprile con pubblicazione dei trasferimenti il 24 maggio. Per la scuola dell'infanzia la nuova scadenza per le comunicazioni a sistema è il 17 maggio con pubblicazione dei trasferimenti il 7 giugno.

Pensionamenti a Lucca Questi i dati dei pensionati a decorrere dal 1° settembre 2010: Infanzia: 11 Primaria: 37 Secondaria 1° G.: 41 Secondaria 2° G.: 46 ATA: 40 TOTALE: 175

Graduatorie ad esaurimento docenti: operazioni propedeutiche per il 2010/11 Il Miur con la nota 2641 del 10 marzo 2010 ha comunicato agli uffici scolastici provinciali che sono disponibili le funzioni per la gestione delle graduatorie ad esaurimento dei docenti in vista degli scioglimenti delle riserve per il 2010/ 11. Gli uffici scolastici provinciali dovranno provvedere a controllare alcune posizioni particolari e cancellare coloro che non hanno più titolo a permanere nelle graduatorie ad esaurimento. In particolare saranno controllate e aggiornate le seguenti situazioni: • Verifica delle vecchie inclusioni con riserva non più valide; • verifica inserimenti con riserva di docenti di strumento musicale che non erano iscritti al primo corso accademico di II livello; • verifica dei punteggi dei docenti di strumento musicale per i titoli artistici e ai fini degli elenchi di sostegno per garantire omogeneità con le altre graduatorie; • verifica della durata legale delle lauree in scienze della formazione primaria; • cancellazione delle specializzazioni di sostegno tardive comunicate dopo il 30/06/2009; Per quanto riguarda coloro che hanno rinunciato alla nomina in ruolo nella provincia di effettiva inclusione non avverrà una vera e propria cancellazione, ma semplicemente una segnalazione in quella provincia, in modo da mantenere l'inclusione nelle province aggiuntive. Con Decreto del Direttore Generale dell'11 marzo 2010 sono state definite le modalità per la cancellazione dalle graduatorie ad esaurimento del personale che sia già di ruolo come docente/ educatore nella scuola statale (come previsto dall'art. 1 c. 4 quinquies della legge 167/09).

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Lucca , 16 Ottobre 2010 ore 8,45 ‒ 12, 45 CONVEGNO NAZIONALE con la partecipazione di

BRUNO D’AMORE

(Docente di Didattica della Matematica Università di Bologna)

Professionalità vo cercando… Programma di massima 8,45: Registrazione dei partecipanti e saluti delle autorità 9.00: Introduzione di A. Pierotti (Presidente del Centro Studi Scuola 2000) 9.15- 10,30: sono previste una serie di brevi comunicazioni su singoli aspetti professionali: Hanno garantito la propria partecipazione Anna Angeli., Manuela Bulleri, Elena Falaschi, Gioia Giuliani, Laura Valdiserra,Cinzia Bertolucci e Rosina Corso. 10,30: coffee break 10, 45: Prof. Bruno D’Amore: Professore Ordinario Didattica della Matematica – UniBO Letio magistralis: “La matematica è dappertutto e ha mille colori” 12,15: Dibattito e conclusioni

NOTE ORGANIZZATIVE L’iniziativa è riconosciuta dal MIUR con nota prot. AOOG pers. 9624 del 10 Giugno 2008, art.67 del vigente CCNL e artt.2 -3 della Direttiva n.90/2003 e successive modificazioni, in quanto promossa da Ente Accreditato. E’ previsto l’esonero dal servizio del personale della scuola che ne faccia richiesta. E’ necessaria la preiscrizione. Quota di partecipazione € 20,00 (Gratuito per gli iscritti a Scuola 2000 e per gli studenti universitari che presentano il libretto aggiornato). La quota comprende materiale e riviste Giunti, Attestato di partecipazione rilasciato da Ente accreditato. Il pagamento avviene il giorno del convegno al momento della registrazione. Ulteriori informazioni logistiche saranno fornite in seguito. E’ possibile pranzare insieme (dovrebbe partecipare anche il prof. B. D’Amore) purché prenotato in precedenza (anche per eventuali familiari). Quota pranzo 20-25 €.

Modulo di Preiscrizione* (saranno accettate adesioni fino al raggiungimento del numero massimo previsto)

Cognome_________________________ Nome______________________________________ Indirizzo completo____________________________________________________________ Recapito telefonico______________________Ordine di scuola________________________ E-mail_________________________________ INTENDE PARTECIPARE AL CONVEGNO “Professionalità vo cercando…”. PROVVEDERA’ AD ACCREDITARSI ALL’INIZIO DEI LAVORI IL 16.10.2010 RICEVENDO L’ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE AL TERMINE DEI LAVORI STESSI. INTENDE PARTECIPARE AL PRANZO COLLETTIVO SI

NO ( FARE CROCETTA SULLA OPZIONE SCELTA)

Data____________________

Firma __________________________________

* N.B. è possibile preiscriversi inviando per posta il modulo ma anche via mail o per via telefonica: scuola2000@virgilio.it; tel. 0583 513702 339 8658576

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RIFLESSIONI PEDAGOGICHE

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Grande partecipazione al Convegno del 16 Aprile scorso, interessanti le relazioni e gli interventi. Di seguito alcuni dati e commenti.

“LA SCUOLA DENTRO”

di Gioia Giuliani* Dai contributi dei relatori, intervenuti al recente convegno, organizzato dal Centro Studi Scuola 2000, sono emersi interessanti spunti di riflessione ed alcune utili indicazioni operative

Grazie al lavoro di Elena Falaschi, ci sono ritornati i risultati, tabulati, del questionario rivolto agli insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1°, di vari istituti della provincia di Lucca, Pistoia e Pisa. Sono stati ben 551 gli operatori della scuola che hanno collaborato a questa indagine, cogliendo così l’occasione per riflettere e fare una valutazione in merito alla percezione della loro dimensione professionale, alla luce anche degli ultimi

cambiamenti attuati dalla riforma o pseudo tale. Il numero delle persone coinvolte nell’iniziativa ha dunque consentito agli esperti presenti, di disporre di un campione statisticamente significativo per compiere un’analisi dei dati e formulare alcune ipotesi interpretative. La sensazione che emerge tuttavia, da una prima lettura

dei risultati presentati, confermerebbe l’idea, che gli insegnanti, nonostante tutte le difficoltà, siano comunque consapevoli della forza delle loro competenze professionali, motivazionali e relazionali pur, a livelli diversi, a seconda del grado di scuola in cui operano, e pur riconoscendone alcuni aspetti di criticità, in particolare per quanto riguarda l’approccio al nuovo modello di valutazione ed alla nuova organizzazione del lavoro. Ecco

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RIFLESSIONI PEDAGOGICHE

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spiegato, forse, il perché proprio gli insegnanti siano stati ritenuti e descritti come “gli elementi” in grado di “reggere” al peso del cambiamento. Di fronte alle numerose e ripetute novità che si sono “abbattute” sulla scuola negli ultimi tempi, infatti, non hanno reagito con atteggiamenti di resistenza ma ricercando e trovando, talvolta anche con molta creatività, forme di adattamento e soluzioni in grado di salvaguardare, per quanto possibile, l’offerta formativa. Cosa si può ricavare da tutto ciò? Sicuramente un incoraggiamento ad andare avanti in questa direzione, per tutti quegli insegnanti che, credendo fortemente nel loro importante ruolo educativo, sono riusciti a limitare i danni, in un periodo in cui il contesto socio-culturale non si è dimostrato in grado di sostenerli nella realizzazione di un progetto educativo condiviso. Un altro interessante aspetto, emerso dal contributo di Catarsi, riguarda il rapporto scuola famiglia, riconosciuto come difficoltoso, in particolare dagli insegnanti della primaria, anche nel questionario. A questo proposito, è stato ricordato come scuola-famiglia siano due sistemi educativi molto influenti nella crescita dei bambini ma che, non sempre, riescono a creare quell’alleanza educativa, che sarebbe invece da auspicare per permettere ad entrambi di compiere insieme un percorso condiviso nel quale sia possibile riuscire ad esplicitare le attese e le paure reciproche, cercando di collaborare e sfruttando ciascuno, le proprie competenze, per arrivare ad un obiettivo comune. Un suggerimento pratico che, sembra, poter esser colto a tal riguardo, è quello di rafforzare le

relazioni potenziando e curando il dialogo con le famiglie, in particolare ridefinendo il ruolo e le modalità con cui si gestiscono i colloqui individuali con i genitori. Tali occasioni, ha sottolineato sempre Catarsi, dovrebbero essere caratterizzate da maggior equilibrio tra i due interlocutori, in modo da consentire a ognuno di mettersi in un atteggiamento di effettivo ascolto e scambio, nell’ottica cioè di fare ciascuno la propria parte, ma, in accordo con l’altro. Infine Piagentini ci rinnova l’importanza della qualità della relazione insegnante-alunno ai fini del processo d’insegnamento-apprendimento e dei suoi esiti, ricordandoci come l’apprendimento sia appunto un processo “vivo, interattivo e intersoggettivo” che necessita di un supporto che “garantisca, anzitutto, un contenimento emotivo e affettivo” e come, sia poi su questo, che si costruisca lo sviluppo cognitivo. Come dire, la relazione affettiva, prima di tutto!!!!! Quindi???.....Mettiamo da parte l’ansia di “perdere tempo” ed invece “prendiamoci il tempo” per far parlare i bambini, per ascoltarli, per interessarci al loro “mondo”… assegnando così al contesto relazionale ed alla comunicazione un ruolo ed un significato essenziale se vogliamo sostenerli e favorirli nella loro crescita. *insegnante di scuola primaria I.C. Porcari (Lu)

ASPETTI DIMENSIONE PROFESSIONALE I RISULTATI LEGENDA: grigio chiaro, infanzia; grigio, primaria; bianco, secondaria

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RIFLESSIONI PEDAGOGICHE

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LA SCUOLA DEL FUTURO - dalla prima Purtroppo i tempi concessi ad ogni partecipante erano veramente stretti, e non sono riuscito a dire tutto quello che avrei voluto, pertanto affido a questo piccolo scritto le cose che ho detto a Lucca assieme a quelle che non sono riuscito a dire, e, come mio solito, le sintetizzo in una serie di punti essenziali che vorrei servissero come “sasso nello stagno” per aprire un dibattito ed una riflessione che coinvolga tutti gli interessati al mondo della scuola.

1. LA SCUOLA NON PUO' PRESCINDERE DALLA PAR-

TECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE E DEL CONTESTO SOCIALE AL PROCESSO EDUCATIVO. La scuola del futuro dovrà attivarsi, a partire da adesso, per recuperare quel consenso delle famiglie e del tessuto sociale che, scontato fino a vent'anni fa, è oggi, isole felici a parte, praticamente inesistente, anzi, talvolta si è mutato in dissenso aperto. 2. OCCORRE RECUPERARE LA FIDUCIA delle famiglie e del tessuto sociale nel nostro lavoro, e non è certo ritirandosi “sotto la tenda” che riusciremo nell'intento. Le famiglie, i Comuni, le associazioni, vanno COINVOLTE nei processi educativi, un passetto alla volta. 3. ABBIAMO I MIGLIORI INSEGNANTI DEL MONDO nelle aule, purtroppo ad una passione enorme nell'insegnamento non sempre si accompagna una adeguata professionalità nei rapporti CON I COLLEGHI e , soprattutto, con l'esterno. Alle critiche, (non sempre ingiuste ricordiamolo), occorre rispondere con la SCIENZA, non con l'isteria. E questo introduce il prossimo punto: 4. I REGOLAMENTI LI DEVONO SCRIVERE GLI AVVOCATI, LE DIAGNOSI LE DEVONO FARE I MEDICI. Di scuola si devono occupare i professionisti della scuola. Ognuno deve fare la sua parte , come in una grande orchestra. La musica non migliora se il violinista vuole suonare il piano e viceversa. Occorre, con forza, TENTARE DI RISTABILIRE I RUOLI. I genitori devono smetterla di cercare di fare gli insegnanti, gli insegnanti devono smetterla di tentare di fare i genitori, o gli psicologi. OCCORRE RECUPERARE LA FUNZIONE GENITORIALE, che si sta sempre più perdendo. La scuola NON DEVE assolutamente assecondare i tentativi di trasformarla in una sorta di famiglia 2 dove si insegna quello che la famiglia non insegna più. 5. A RISCHIO DI ESSERE SEVERI, occorre rifiutarsi di assumere oneri educativi che spettano alla famiglia. Ovviamente non per lavorare di meno, come pensa qualche genitore, ma per AIUTARE LE FAMIGLIE A RECUPERARE IL LORO RUOLO NATURALE. Se, ad esempio, un bambino non è capace di allacciarsi le scarpe, o di tagliare la carne da solo, NON SI AIUTA NE' LA FAMIGLIA NE' IL BAMBINO se glielo insegniamo noi. Si aiuta meglio la famiglia segnalando loro la situazione e invitandoli ad insegnare al bambino quanto serve, anche prendendoci degli scioperati che non hanno voglia di lavorare. 6. OCCORRE RECUPERARE UNA NOSTRA FORTE PROFESSIONALITA'. A volte qualche insegnante si lamen-

ta con me del fatto di essere stata insultata o maltrattata da un genitore, spesso piangendo. Io rispondo sempre allo stesso modo: se andate dal vostro avvocato e gli dite: “Questa lettera che hai scritto fa schifo , non sai fare il tuo lavoro!”, cosa pensate che vi risponda? Pensate che si metterà a piangere? Ovviamente no. Vi indicherà la porta e vi dirà di cercarvi un altro avvocato. Un professionista sa quello che fa, (o dovrebbe saperlo), e risponde alle critiche con la scienza. Purtroppo ai nostri insegnanti talvolta manca la professionalità “esterna” che servirebbe anche a ristabilire alcuni concetti del passato, FONDAMENTALI PER LA SCUOLA DEL FUTURO: 7. LA SCUOLA E' UNA ISTITUZIONE DELLO STATO, non è un ricovero, non è una barzelletta. Molti, troppi genitori oggi mandano i figli a scuola pensando di avere solamente diritti, (anche quelli che non hanno), ma niente doveri. Si comportano come se la scuola fosse un PARCHEGGIO e noi dei semplici guardiani da rimproverare se viene rubato qualcosa in macchina. Questo, cari colleghi, spiace dirlo, non è tutta colpa dei genitori, ma anche e soprattutto colpa NOSTRA, che LO ABBIAMO PERMESSO, facendoci pecore. La paura delle denunce e dei ricorsi (già, anche i troppi avvocati italiani devono pur mangiare), ci ha talmente paralizzati che non facciamo più valere le nostre ragioni e la nostra professionalità NEMMENO QUANDO DI RAGIONE NE ABBIAMO DA VENDERE. 8. IL DENARO. Non si può avere una scuola di qualità senza soldi. E non parlo solamente dei soldi per il funzionamento; parlo degli stipendi, che, così bassi, non invogliano i migliori cervelli ad entrare nel mondo della scuola. 9. IL RECLUTAMENTO. Non è assolutamente possibile continuare a far entrare TUTTI nel mondo della scuola. L'attuale sistema delle GRADUATORIE è stato impostato, fino ad oggi, in maniera che CHIUNQUE, purchè laureato ed abilitato dovesse arrivare ad essere di ruolo. Il sistema a CONCORSO non è poi tanto migliore, in quanto, da un tema ed un colloquio orale non si può capire se una persona è adatta ad insegnare. Ci sono molte persone valide e preparate, ottimi cittadini, che però non sono e non saranno mai buoni insegnanti. In moltissimi paesi gli insegnanti li assume direttamente il preside, che ne risponde personalmente, e lo stesso preside può licenziarli se non si rivelano adatti al ruolo ricoperto. Tutto questo, in Italia è considerato fascista dai nostri sindacati, che vedono con terrore questo immenso potere che il dirigente potrebbe esercitare. A me, da uomo di scuola che non si interessa di politica, sembra che negli ultimi anni i nostri sindacati, compreso il mio, più che difendere il lavoratore difendano sé stessi e le loro calde poltrone. Può anche darsi, tuttavia, che abbiano ragione loro e che questo martoriato paese non sia quello giusto per una forma di assunzione del genere. Può essere che, usandolo, in molte parti d'Italia verrebbero assunti solamente amici, parenti ed amanti del preside. In ogni modo IL SISTEMA DI RECLUTAMENTO VA MODIFICATO, guardando alle reali MOTIVAZIONI e CAPACITA' dell'insegnante e non solamente alla sua preparazione sulla materia che deve insegnare, (che dovrebbe essere scontata). *Dirigente Scolastico I.C. Seravezza

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“STRANIERI IN CLASSE”

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Le “altre “ materie di Manuela Bulleri* Negli interventi precedenti abbiamo dato alcuni suggerimenti agli insegnanti che lavorano in classi in cui ci siano anche bambini non italofoni. L’esperienza ha insegnato che la scelta della lingua autentica , cioè quotidiana e parlata, è da preferire per lavorare sulla grammatica rispetto a quella di un testo letterario e che per facilitare l’apprendimento del lessico è necessario creare situazioni emotivamente coinvolgenti e significative. Ma a scuola non si deve fare soltanto lingua italiana: arriva il momento in cui i ragazzi devono confrontarsi anche con lo studio delle altre discipline. Per quanto riguarda la storia, o per la geografia, se vogliamo che per tutti i ragazzi che abbiamo davanti queste materie offrano significativi elementi di crescita culturale, dobbiamo curare l’impostazione da dare al nostro lavoro di programmazione. Generalmente sui libri di testo, specialmente su quelli della scuola media, la storia viene presentata come una sorta di genealogia che lega il tempo presente all’antichità. Ciò è vero per tutti gli Stati: se analizzassimo un manuale di storia del Botswana apprenderemmo che il passato è una catena di eventi che dai primi pastori africani conduce alla costruzione dello Stato moderno del Botswana. Questa idea di Storia è dovuta alla necessità di individuare per ogni Stato una sua irripetibile identità e lo schema lineare introduce le storie delle particolari Nazioni dando ad esse una rilevanza quasi eroica. Non intendo fare considerazioni su questo impianto, che ha le sue giustificazioni storiche, ma se in classe mi rivolgo ad alunni di Nazioni diverse devo cercare il modo di far passare il concetto che quella di cui parliamo non è la Storia unica e vera, ma una ricostruzione di essa fatta prendendo una certa quantità delle cose che si sanno del passato e costruendoci un discorso logicamente e cronologicamente coerente. Cercare gli esempi e gli argomenti adatti per offrire una panoramica più ampia e differenziata richiede una certa dose di lavoro suppletivo, tanto per cambiare, perché non ci sono manuali alternativi; nella migliore delle ipotesi si trovano testi che inseriscono nel racconto lineare storie di altre parti del pianeta come semplici comparazioni. Nel mio lavoro in classe mi è stata spesso d’aiuto in questo senso la storia locale. Si può far vedere ai ragazzi o meglio intuire quanto immenso sia ciò che del passato in realtà non conosciamo e quanto parziale sia tutto ciò che è possibile ricostruire. Inoltre la storia locale è spesso una storia di “poveri” che solo marginalmente hanno a che fare con i grandi eventi che narrano i libri di storia, che devono risolvere bisogni quotidiani ed affrontare problemi comuni ed è quindi più facile che questo tipo di vicende siano comprensibili a tutti.Ancora più evidente è la necessità di modificare gli orizzonti della geografia proposta nelle scuole che è ovviamente eurocentrica e si rivolge invece ormai non più soltanto agli europei. Anche qui il concetto che bisogna cercare di far passare è quello della relatività : possono quindi far comodo cartine geografiche diverse (ora ce ne sono in commercio di molto belle che prevedono tutti i punti di vista possibili). I genitori degli alunni stranieri, inoltre,

possono essere degli ottimi mediatori culturali e portare nelle classi materiali e testimonianze che arricchiscono tutti. Dunque, ancora una volta, il buon esito della fusione tra tutto quello che è importante conservare dei programmi o del libro di testo e quello che bisogna aggiungere, in modo da costruire un curricolo adatto alla propria scuola, grava sulle spalle degli insegnanti, che nella migliore delle ipotesi sanno dove vorrebbero arrivare e cioè quali competenze in uscita i ragazzi dovrebbero avere, ma non sanno come mettere insieme tutte le risorse e le energie per riuscirvi. Parliamo di un’altra disciplina: la matematica. E’ un linguaggio universale, perciò dovrebbe essere tutto più semplice, invece nient’affatto: i concetti sono universali, ma la loro simbolizzazione no e cambia di Paese in Paese. Gli alunni che arrivano in Italia, durante una lezione di matematica, non comprendono quello che l’insegnante dice e in buona parte non riconoscono i simboli che usa. In compenso noi insegnanti non abbiamo idea dei programmi scolastici di matematica degli altri paesi e quindi non sappiamo che cosa i nostri alunni è presumibile che abbiano fatto e quindi, per molto (prezioso) tempo, va avanti un dialogo tra sordi.Infine i testi sui quali lavorare: come sceglierli e come semplificarli? Questo è l’argomento per la prossima volta. *insegnante scuola primaria I. C. Montecarlo

il libro di Cecilia

LOREDANA FRESCURA-PIETRO SPICA, BAMBINI!, Nuove Edizioni Romane.

Un piccolo gioiello di libro nato dall'incontro delle parole di Loredana Frescura, una delle autrici italiane più attende all'infanzia, e le tavole di Pietro Spica. Bruno Munari aveva già elogiato e apprezzato Pietro Spica, inserendo un suo testo illustrato nella famosa collana “Tanti bambini”. Un pensiero, un'immagine. E pagina, dopo pagina si raccontano i bambini, i loro sogni, le loro emozioni, i loro diritti. Pagine di poesia. “Con una manciata di sabbia costruisco castelli e per diventare marziano mi basta indossare due cappelli. Con un soldino compro anche Marte e l'astronave è fatta di carte. Tutto quanto costa molto o poco: non so il prezzo del calore del fuoco del sapore della marmellata della musica di una canzone. Il tuo abbraccio di sera non so quanto possa valere: come una collana di conchiglie come il tramonto sul mare come un milione di parole che sanno tutte amare.” Consigliato a tutti.

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RIFLESSIONI PEDAGOGICHE

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«Una vita non si boccia. Mai» di Cinzia Bertolucci e Rosina Corso* Nel mese di novembre abbiamo partecipato al VII Convegno Internazionale sulla “Qualità dell’Integrazione Scolastica” tenuto a Rimini dalla ERICKSON. Una opportunità di grande ricchezza professionale e umana. Gli incontri con Edgar Morin, Margot Sunderland, Andrea Canevaro, Cesare Cornoldi, Bauman in video conferenza così come gli incontri in presenza con Alberto Pellai, Raffaele Iosa, Giampiero Griffo, Giacomo Stella e Italo Fiorin sono stati emozionanti e coinvolgenti. I temi trattati e gli spunti didattici per le discipline sono stati innumerevoli. Una full immersion di tre giorni in quei principi pedagogici, ideali, valori umani e professionali che nel tran tran quotidiano rischiano di essere trascurati. Questi incontri, così ricchi di suggerimenti e riflessioni, incontri realmente motivanti con esperti e colleghi si sono conclusi con la lettura della Mozione Finale : “UNA VITA NON SI BOCCIA. MAI”. Con vero piacere ci rendiamo disponibili a fornirvi sia i riferimenti bibliografici che le dispense che abbiamo del convegno ma ci teniamo a pubblicare in questo articolo l'intera Mozione esprimendo il desiderio che la stessa possa essere condivisa all'interno dei nostri Collegi con l’intento di coinvolgere e sensibilizzare i colleghi verso un modello di scuola inclusiva e più partecipata. Dal convegno siamo uscite con l’impegno di trasmettere la notizia ai colleghi e alle colleghe e di farci portavoce per chi non può parlare. Crediamo ancor di più che la Scuola Pubblica debba essere SCUOLA DI TUTTI e può esserlo solo con l’ impegno di ciascuno di noi, professionisti della scuola. Grazie fin da ora. Lasciatevi emozionare come è capitato a noi.

...“È stato, come sempre, anche un incontro di valore civile, di riconoscimento dell’identità di chi crede in una società inclusiva e non si arrende mai....Con la stessa durezza e tenerezza di due anni fa, confermiamo il nostro impegno personale. ...Ma altrettanto denunciamo i rischi di deriva sociale che viviamo ogni giorno e che temiamo portino oggi a un punto di non ritorno. Temiamo cioè il declino di una vera integrazione, verso nuove forme di esclusione, di carità compassionevole, di assistenzialismo, cioè l’opposto di una naturale realizzazione di diritti elementari, che pensavamo conquistati una volta per tutte: diritto alla qualità della vita, allo studio, al lavoro, alla relazione, allo sviluppo di tutte le potenzialità ed eccellenze, alla cura come rispetto e dignità, all’autodeterminazione, alla non discriminazione e pari opportunità. Quest’epoca ci chiede una denuncia civile e ragionata che coinvolge tutto il nostro paese, dai soggetti politici, a

quelli sociali, economici, e culturali: siamo in un paese che è ancora di eccellenza per l’integrazione in Europa ma che rischia tra non molto di diventare solo un ex.

Signori politici, amministratori, responsabili istituzionali! Non dimenticate mai che la disabilità attraversa la vita, è nella vita, non è un destino fuori di noi. Potrebbe capitarvi un giorno di avere bisogno di una carrozzina, di pannoloni, di riabilitazione, di avere un figlio o un parente con disabilità. Capireste allora il troppo grande scarto tra le tante buone parole delle nostre leggi e i fatti concreti che si realizzano nella quotidianità del governo dell’integrazione. Per troppi di voi la Legge 104, la Legge 328 sul progetto di vita, la stessa convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità sono, se vediamo i fatti, petizioni astratte, chiacchiere buoniste, illusioni di diritti mai davvero concretamente realizzati per tutti. Mentre il mondo ci interroga su come abbiamo fatto a creare un modello scolastico inclusivo, l’Italia è assente dalla Conferenza di Salamanca del 2009, il più importante appuntamento internazionale sull’inclusione. L’abulia, la marginalità di interesse istituzionale, la troppa varietà di comportamenti istituzionali a macchie di leopardo nel paese, denunciano la vostra assenza di visione del futuro: ogni negativa integrazione di ogni singolo giovane diventa un costo sociale ed economico in più nel futuro, oltre che una dolorosa lesione di diritti, soprattutto una perdita di umanità. Con la vostra abulia voi bocciate troppe vite. Ciò che vi chiediamo non sono solo investimenti economici, ma anche una diversa cultura del servizio pubblico, dove governance attiva, promozione, qualità dei servizi si alleano con ogni persona disabile diventando fatti, non parole, diritti e non carità, responsabilità condivisa e non estenuante contrattazione personale per i diritti quotidiani negati. Per questo condividiamo il grido d’allarme che le federazioni delle persone con disabilità della FISH e della FAND hanno lanciato in questi giorni. L’elenco delle vostre abulie sarebbe lungo. Ci basta qui segnalarvi la scarsa attenzione alla formazione di tutti gli operatori scolastici sul tema dell’integrazione, accompagnata da disattenzione sulla qualificazione e organizzazione del personale specifico per l’integrazione, spesso considerato di fatto marginale e accessorio, più una concessione alla pietà che un progetto di sviluppo. Ci basta segnalarvi l’abnorme aumento del numero degli alunni per classe, fuori dal DPR 81/09 e da qualsiasi buon senso pedagogico, in presenza di un grande numero di alunni con disabilità, a discapito di una minima qualità dell’insegnamento per tutti. Ci basta segnalarvi come i processi scolastici in atto sembrano confondere merito con selezione, come se l’integrazione con successo dell’alunno con disabilità non fosse il primo indicatore di eccellenza per tutti gli altri. Vogliamo quindi dire a voi chiaro e tondo basta, almeno noi che con durezza e tenerezza giorno per giorno lavoriamo nell’integrazione, ricevendo da questa esperienza un senso vero della vita e uno scopo alto di umanità.

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RIFLESSIONI PEDAGOGICHE

N. 82 - MAGGIO 2010

Signori sindacalisti! Non dimenticate mai che la disabilità attraversa la vita, è nella vita, non è un destino fuori di noi. Potrebbe capitarvi un giorno di avere bisogno di una carrozzina, di pannoloni, di riabilitazione, di avere un figlio o un parente con disabilità. capireste allora che tra il giusto interesse del lavoratore e il diritto della persona con disabilità bisogna una volta per tutte scegliere a favore della seconda. È ora di sostenere, ad esempio, senza drammi che la continuità didattica del docente di sostegno è necessaria senza se e senza ma, che questa professione va ben selezionata e formata, e va valorizzata la sua professionalità non come alibi per entrare nei ruoli. È ora soprattutto di sostenere che tutti i docenti -assolutamente tutti- debbano essere esperti di inclusione. È ora di riconoscere insieme che conta di più il diritto di ogni bambino ad essere promosso e non bocciato da regole contrattuali corporative. Non vi pare che così si renderebbe il lavoro docente migliore, più professionale per tutti? Con il vostro corporativismo voi bocciate troppe vite. Anche a voi diciamo, quindi, chiaro e tondo basta, almeno noi che con durezza e tenerezza giorno per giorno lavoriamo nell’integrazione, ricevendo da questa esperienza un senso vero della vita e uno scopo alto di umanità.

Signori delle chiese e del terzo settore! Crediamo e speriamo che anche voi condividiate i diritti inalienabili di ogni persona umana ad avere una vita dignitosa, aperta, di autorealizzazione. Vi chiediamo quindi più coerenza con questi principi per evitare che tra alcuni di voi prevalga un assistenzialismo caritatevole, l’offerta mimetizzata di istituzioni chiuse, con classi speciali e differenziali, evitando una sorta di business della carità a fronte della manchevolezze dei sistemi sociali pubblici e aperti di integrazione: Non fate degli errori pubblici un vostro affare, siate invece con noi a migliorare la qualità dell’integrazione. Non bocciate nessuna vita assieme a noi, assieme a quella grande scuola di Barbiana, del nostro comune ispiratore Don Lorenzo Milani, per il quale «la scuola che espelle Gianni non ha diritto di chiamarsi scuola».

Signori dell’economia e della produzione! Non dimenticate mai che la disabilità attraversa la vita, è nella vita, non è un destino fuori di noi. Potrebbe capitarvi un giorno di avere bisogno di una carrozzina, di pannoloni, di riabilitazione, di avere un figlio o un parente con disabilità. Capireste allora che la vostra apparente furbizia per evitare di assumere un cittadino disabile, aggirando le leggi, rende la qualità della nostra ricchezza nazionale inquinata, il profitto una vera ingiustizia. Ma perdete così anche un’opportunità di fare delle imprese e del lavoro un patrimonio capace di fare insieme sviluppo economico e civiltà del lavoro. Anche a voi diciamo chiaro e tondo basta, ricordandovi che la recente crisi economica non è derivata dai lavoratori che chiedono lavoro stabile e salari decenti, e neppure dai disabili che chiedono un lavoro dignitoso, ma dall’ingordigia di alcuni di voi che hanno speculato nella finanza, alla faccia di una migliore

distribuzione delle ricchezze. Voi rischiate così di bocciare la vita di tanti, non solo dei disabili, se non saremo insieme capaci di trovare una nuova etica nell’economia e nel lavoro.

Signori cittadini qualsiasi della nostra Italia! Non dimenticate mai che la disabilità attraversa la vita, è nella vita, non è un destino fuori di noi. Potrebbe capitarvi un giorno di avere bisogno di una carrozzina, di pannoloni, di riabilitazione, di avere un figlio o un parente con disabilità. Capireste allora che la disabilità riguarda tutti, che non è bene girarsi dall’altra parte perché oggi non vi riguarda. Capireste che quel bambino compagno di banco di vostro figlio è una risorsa di civiltà e di apprendimento per tutti, non un peso perché così vostro figlio non va avanti. Vi diciamo che non serve pietà, non serve beneficenza, non serve commuoversi per qualche lacrimevole storia che passa in tv, ma partecipare tutti con responsabilità al destino di ogni nostro vicino di casa. Il destino di tutti è il vostro personale destino. Non bocciate la vita degli altri, perché vi interessa solo la promozione della vostra. Così bocciate la vostra umanità. Anche a voi diciamo basta al disinteresse, alla pietà ingenua che spesso diventa cinica, ve lo diciamo noi che con durezza e tenerezza giorno per giorno lavoriamo nell’integrazione, ricevendo da questa esperienza un senso vero della vita e uno scopo alto di umanità. L’emergenza educativa e sociale a cui molti dicono di porre oggi attenzione, spesso disseminando più paura che speranza, ha bisogno di credere invece in tutte le persone, oggi più che nel passato, ora che nelle nostre classi e nelle nostre città aumenta l’eterogeneità individuale, sociale ed economica. Un balzo in avanti di eguaglianza, di comunità e di solidarietà, è la nostra unica possibile eccellenza per il futuro, non la nascita di nuovi ghetti, il brevetto di nuovi farmaci chimici e ideologici miracolosi, l’organizzazione coatta di nuovi sofisticati assistenzialismi. Non bocciamo nessuna vita, ve lo diciamo noi che quotidianamente viviamo con le vite che rischiano esclusione e abbandono. Come ci ha insegnato De André, dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori. È dalla vita di ognuno, a partire da quella più difficile da realizzarsi, che la vita ha senso per tutti, anzi spesso dal letame nasce migliore di quella che nasce nel lusso e nell’apparenza. Non è l’eccellenza di alcuni che renderà felice una società, ma se questa è aperta a tutti, in una terra comune fertile per la vita di ognuno, una società diventerà felice per valori essenziali condivisi (alla dignità, allo sviluppo, alla felicità realisticamente possibile) realizzati a partire da chi ha avuto di meno. Con la solita durezza e con la solita tenerezza, noi siamo ancora qui ad impegnarci in prima persona, proprio per questo non possiamo fare sconti a nessuno né trovare attenuanti. Come ci dice lo slogan di questo convegno: «quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare» e dunque felici di essere italiani se e perchè accoglienti.”

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*Insegnanti di scuola primaria D.D. Lucca 4°


PROGETTARE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

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Teatro: un luogo d’incontro di Anna Angeli* Nell'art.3 della Costituzione della Repubblica Italiana si afferma la pari dignità sociale di tutti i cittadini e la loro eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Nello stesso articolo si sottolinea che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Incontrarsi a scuola La scuola, di ogni ordine e grado, come agenzia educativa pubblica, ha sempre fatto di quest’articolo il cardine della sua azione educativa didattica cercando di "rimuovere" quegli ostacoli che impediscono di realizzare pienamente il diritto all'istruzione sancito dal dettato costituzionale; ed è perseguendo quest’azione che molte scuole hanno attivato, in questi anni, vari progetti teatro – scuola per portare i bambini a: * saper comunicare a livello dinamico-relazionale con i simili e gli adulti. * rafforzare l’identità, la coscienza del proprio ruolo nel gruppo. * sentirsi "persona" con i propri pensieri, sentimenti, emozioni, cultura, visione del mondo. ( per sviluppare la consapevolezza del valore della persona e della solidarietà) * educare all'autonomia, alle libere scelte individuali in uno spazio di sana convivenza democratica.

Perché attraverso il teatro? L'animazione teatrale è un’attività scelta da molte scuole perché utilizza il mezzo ludico-espressivo per gratificare, emozionare e per promuovere una visione positiva. Il Teatro come forma interattiva di linguaggi diversi: verbale, non verbale, mimico, gestuale, iconico, musicale, ecc.. si configura come prezioso strumento formativo, multidisciplinare e interdisciplinare, insostituibile come strumento di attivazione simbolico-semiotica, emotiva, dinamico-relazionale, culturale ed interculturale del bambino. L'idea di “fare” teatro a scuola non si riferisce solamente al momento finale della rappresentazione, ma anche e, soprattutto, all'iter dei processi che conducono alle forme rappresentative della realtà.

Un laboratorio dove sperimentare ogni possibile forma espressiva e i suoi diversi linguaggi (poetico, narrativo, musicale, pittorico, corporeo ecc..), dove giocare con il sogno, la fantasia, l'immaginazione, la parola, i gesti…

Con gli occhi del teatro Osservare la realtà ‘con occhi del teatro’, al di là del gioco di parole, significa promuovere un atteggiamento nel guardare il mondo attorno a noi, nel fare le cose di ogni giorno ma con creatività e divertimento; gli oggetti, i gesti, le parole, i comportamenti, le situazioni diventano parte di questo gioco, per essere rivisti e ripensati in modo creativo che parte dall’idea di trasformare e di ‘fare finta che...’. Del resto i bambini, fin dai loro primi anni di vita, giocano a far finta di…è il loro particolare modo di conoscere il mondo. L’attività teatrale s’ innesta su quest’attitudine naturale del bambino che, durante il gioco spontaneo, trasforma ciò che lo circonda inventandosi personaggi, situazioni, luoghi e azioni.

Uno spazio per l’incontro Il teatro può essere considerato uno spazio neutro, nel quale ognuno può giocare il ruolo che preferisce, è un luogo ideale per incontrarsi e confrontarsi, mettere in scena una favola, una poesia. Osservare i bambini mentre recitano ci fa provare stupore per la loro ingenua partecipazione alla finzione, per il loro “fare” gruppo, per l’entusiasmo nel sentirsi applaudire…perché l’emozione della scena si scioglie nell’applauso sia per chi recita sia per chi assiste.

Da dove cominciare .... Quando iniziamo domandiamoci: “Che cosa è più importante, nel teatro scolastico: la riuscita dello spettacolo o il percorso che c’è dietro?” Non c’è dubbio il percorso. L’obiettivo vero, sia per i bambini sia per gli insegnanti, è sperimentarsi, mettersi in gioco (non a caso, in inglese recitare si dice to play, come giocare), imparare a negoziare perché il lavoro finale sia davvero condiviso, dare il proprio apporto al gruppo ed essere responsabilizzati, perché la riuscita dello spettacolo dipende dal contributo e dall’impegno di tutti. Possiamo partire da una storia, scegliere gli episodi più significativi e trasformarli in un copione, si può decidere di far interagire i bambini con i burattini.. Usciamo dagli stereotipi che riguardano anche la struttura dello spettacolo: “canzoncina-balletto-parte recitata”, cerchiamo di rompere queste alchimie, realizziamo un lavoro realmente corale.

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NOTIZIE VARIE

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La tentazione (pensiamo a una fiaba semplicissima come Hansel e Gretel ) è scegliere tra i bambini più spigliati i due protagonisti, mentre gli altri fanno gli… alberi. Perché? Non possiamo avere in uno stesso spettacolo otto Hansel e otto Gretel, che si passano il testimone (un cappellino, un grembiulino) quando entrano in scena? Mettiamo in gioco i bambini e le loro potenzialità preparando gli scenari insieme a loro, utilizzando tecniche pittoriche – manipolative; attiviamo un laboratorio per preparare i costumi insieme ai genitori, ricordando che talvolta basta caratterizzare un personaggio con un simbolo: un fiore, un nastro, qualsiasi oggetto per far si che il bambino si senta dentro il personaggio

Pensionamenti forzati

Perché mettere in scena una rappresentazione?

Semplicemente perché aiuta a promuovere la fantasia, rafforza la fiducia in se stessi, migliora il rapporto con gli altri, insegna saperi: ascoltare, parlare, convivere, vedere, orientarsi, riconoscersi, apprezzare, progettare, costruire, scegliere, decidere, inventare, mettersi in discussione, trovare l'essenziale. I bambini, drammatizzando, imparano a guardare ai loro sentimenti, a controllarli e a ricrearli nell'espressività. Attraverso l’attività teatrale invitiamo i bambini a raccontare storie; ad articolare pensieri ed immagini, rendendo visibile la forza della loro fantasia che nella rappresentazione diviene atto di socializzazione e di promozione culturale.

Chi ha 40 anni di contributi deve andare per forza in pensione. E’ questo il contenuto di una disposizione ministeriale che fa ben poche eccezioni e dunque si corre il rischio di vedere tra i pensionati insegnanti che avevano in mente e… in energia, l’idea di proseguire per altri 2 o 3 anni. Prima di altre domande me ne sorge spontanea una: questa scelta non è controproducente rispetto alla politica del risparmio che si predica a parole? E non è penalizzare chi se la sente ed è in grado di lavorare ancora? Misteri tutti italiani… A Lucca i pensionamenti forzati nel 2010 sono stati 17.

Personale femminile: 60 anni addio… Come aumenta l’età di pensione per il personale femminile. Di seguito i nuovi limiti di età per il personale femminile della scuola (come è noto il limite in cui ogni insegnante donna poteva chiedere la pensione di vecchiaia fino al 2009 era di 60 anni). 2010 -2011 : 61 anni 2012 -2013 : 62 anni 2014 -2015 : 63 anni 2016 -2017 : 64 anni

Siti consigliati

2018 e seguenti.: 65 anni

http://www.stilema-unoteatro.it/stilemaunoteatro/spettacoli .html sito dove trovare attività di carattere laboratoriale, che persegue il duplice scopo della divulgazione del linguaggio teatrale nei confronti di ragazzi e adulti; e quello dell’incontro con i progetti produttivi, conferendo spunti tematici e suggerimenti drammaturgici. Alcuni simpatici copioni http://www.gliantinati.it/copioni2.php Tantissimi copioni tutti scaricabili: fai una ricerca, anche utilizzando contemporaneamente più criteri, poi clicca sul titolo. Si trovano copioni di diverso genere: brillante, commedia, musicale,favola, musical… http://www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/il_teatro_ope re_per_bambini.htm dove si può trovare la storia della musica, grandi musicisti e copioni “musicali” (opere, operette, musical…) per bambini.

CONVEGNO NAZIONALE: “Professionalità vo cercando” con Bruno D’Amore Lucca, sabato16 ottobre 2010 ore 9 – 13. Le modalità organizzative (è necessaria la preiscrizione) e il programma dei lavori a pag. 3

*insegnante di scuola dell’infanzia I.C. Montecarlo

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VITA ASSOCIATIVA

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1990 - 2010: Scuola 2000 ha vent’anni Grazie! E per i ritardatari… Gli iscritti al 31 marzo 2010 sono aumentati del 14,18% rispetto all’anno precedente. E’ un risultato di grande rilievo che ci fa toccare il massimo della nostra storia ventennale. Il risultato assume un valore ancora maggiore se consideriamo che è stato realizzato in un periodo di crisi e di difficoltà economiche. Un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno attribuito o rinnovato la fiducia e… ai ritardatari ricordiamo che sono ancora in tempo. Invariate anche per il 2010 le quote di iscrizione a Scuola 2000: Euro 30,00: personale di ruolo, supplenti annuali e pensionati Euro 12,00: personale supplente temporaneo Euro 10,00: Assicurazione Responsabilità Civile Docenti (facoltativa, da aggiungere alla quota di iscrizione).Chi intende iscriversi o rinnovare l’iscrizione può farlo fin d’ora o direttamente in sede o tramite bollettino di Conto Corrente Postale N° 12386553 intestato a Centro Studi Scuola 2000 Via Pisana 1181/d 55100 Lucca. Scuola 2000 assiste i propri iscritti svolgendo consulenza giuridica e pedagogica sia per i supplenti, che per il personale neo immesso in ruolo che per i pensionandi e pensionati.

Apertura sede A Lucca: tutti i Lunedi dalle ore 15,30 alle ore 18,00 (gli altri giorni per appuntamento) Indirizzo e telefoni: Via Pisana 1181/D S. Anna Lucca Tel 0583 513702 e 3398658576. A Castelnuovo Garfagnana: il secondo mercoledi del mese ore 15,30 – 17,30 c/o sede Misericordia Via Pascoli 10-12 piano primo. Sito web e posta elettronica: http://scuola2000.altervista.org; scuola2000@virgilio.it

LEGGERE I LIBRI ESSEDI

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Bambini scuola primaria di Montecarlo “Una fiaba matematica” Ed.2007 pagg. 52

Rinnovata la convenzione

Alfredo Pierotti “Imperfetti e sereni” - La risposta a 100 (e tre) domande dei genitori Ed. 2007 pagg.176 € 15,00 Alfredo Pierotti L’ultima Luna, Essedi, 2008, pag. 156, € 12,00 Frealdo Erittopi “Reparto D” (illustraz. di Michele Lovi), ed. 2000, pagg. 62 € 6,2 Alfredo Pierotti “Volavano lievi gli anni ‘60” ed. 2003, pagg. 160 € 12,00 Fiorella Defons “Fra terra e mare” ed. 2005, pagg. 80 € 8,50 Fatima Chini “Le storie della signora acqua” ed. 2003, pagg. 32 (a colori) € 9,00 Alfredo Pierotti “Luciano Donatelli, Uomo e maestro” ed. 2000, pagg. 24 Omaggio Giovanni Amato Pierotti “Com’era buona quella polenta anche senza lavarsi le mani” ed. 2005, pagg.48 Omaggio Distribuito da Essedi B. D’Amore, S. Sbaragli “Il grande gioco della matematica ed. 2004, pagg. 110 € 5,00 Amo la vita di Luca Dachille, Ed. Essedi,ed.2009, € 12,00

E’ in preparazione un’antologia di Natale curata da Essedi. Maggiori informazioni nel prossimo numero.

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Scuola 2000 mensile del Centro Studi e Servizi Scuola 2000. Direzione e Redazione: Via Pisana 1181/d – 55100 S.Anna Lucca. Direttore responsabile: Laura Sartini Direzione: Alfredo Pierotti, Romolo Pranzetti. Hanno collaborato:Anna Angeli, Cinzia Bertolucci, Manuela Bulleri, Rosina Corso, Cecilia Fabbri, Elena Falaschi, Gioia Giuliani, Nadia Lucchesi, Maurizio Tartarini.


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