Azzurrissima

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AZZURRISSIMA La voce digitale del Club Napoli Romazzurra

Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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Webzine ufficiale del Club Napoli Romazzurra Anno 2 – Numero 1 del 23 ottobre 2018 Direttore: Davide Zingone Redazione: Giovanni Sorrentino Maria Elena Cristiano Angelo Chiantese Luca Marasciulo Luigi Potenza Marco Potenza Emilio Sabatino Valeria Catalano Carlo Liguori e con le amichevoli incursioni di: Crimine Esposito Web & Social Media: Maria Elena Cristiano Impaginazione: Marco Potenza Logo designer: Federico Maccheroni Indice: L'editoriale Le pagelle Asfol di Walter Scognamiglio L’incursione In due sul divano Tra erba e parquet Ricordi della prossima Preferisco la coppa (ma anche la pizza non è male) Europazzurra Il racconto di Maria Elena Cristiano Amarcord Sai scrivere ed ami lo sport? Ti piace la nostra webzine? Vuoi proporci un articolo o una rubrica? Contattaci ed entra a far parte del mondo di Azzurrissima: Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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FB @ClubRomazzurra

L’editoriale di Davide Zingone Cari partenopei in esilio, cari tifosi dall’emocromo azzurro, come tutte le cose più belle ci siamo fatti attendere un po’, ma finalmente è tutto pronto per il primo appuntamento di stagione con la rivista del club Napoli Romazzurra. Forti dell’esperienza maturata l’anno scorso con “Napolizine”, esperimento che ha riscosso il lusinghiero gradimento di numerosi lettori in Italia e anche all’estero (potenza di internet, certo, ma anche dei napoletani, assi dell’emigrazione a tappeto…), ci presentiamo oggi ai soci e simpatizzanti di Romazzurra, nonché a tutti i lettori che avranno l’amabilità di seguirci, con questo nuovo progetto intitolato “Azzurrissima”. Nel solco della filosofia che ci ha sempre contraddistinto, vi offriremo ogni settimana (precisamente il martedì) una rivista elettronica, una webzine, che si occupa del Napoli e di Napoli. Ampio spazio, come di consueto, sarà dedicato alle prestazioni dei nostri beniamini d’azzurro fasciati, con le pagelle e l’analisi della partita precedente e con un amarcord per introdurre la partita successiva di campionato. Anzi, quest’anno si raddoppia: nelle settimane di coppa dedicheremo, infatti, un articolo alla partita di Champions. Non mancherà, inoltre, il focus sulle altre compagini campane che militano in serie B e C e sul Napoli Basket, che riparte quest’anno dalla serie B. Ma, dato che non di solo pallone vive l’uomo, come diceva Aristotele (?!), sulle pagine di Azzurrissima ogni settimana ci saranno interessanti articoli di cultura, di spettacolo e di turismo, ovviamente conditi in salsa partenopea, e perfino i racconti a puntate della brava scrittrice Maria Elena Cristiano. Senza dimenticare l’amichevole partecipazione del nostro amico Crimine Esposito, sempre pronto a strapparci un sorriso amaro con Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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le sue “Incursioni”. Una pagina raccoglierà le notizie più importanti provenienti dai club Napoli sparsi sul territorio. E tante altre sorprese e novità sono già in arrivo. Un progetto bello, ambizioso, aperto a collaborazioni con chi avesse voglia di darci una mano. La nostra redazione, confermata in toto ed arricchita da nuovi valenti collaboratori, ai quali va il nostro benvenuto, è pronta ad accompagnarvi con la consueta passione in questa ennesima, esaltante cavalcata azzurra che promette di farci divertire dentro e fuori dal campo di gioco. E voi, tra una pizza con gli amici e un video delle magie di D10s in allenamento, siete pronti a seguire con occhio benevolo la nostra webzine? Forza Napoli sempre e salute a noi (e un po’ di più a Ciruzzo Mertens, e pure ad Allan!)

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Le pagelle di Luca Marasciulo

UDINESE – NAPOLI 0 - 3 Torna il campionato dopo la sosta per le Nazionali (sosta sempre temuta da tutti gli allenatori) ed il Napoli che si presenta alla Dacia Arena (ottimo stadio, ma mal frequentato…) è l’ennesimo stravolgimento tattico e di giocatori del mister: sparisce il regista, due centrocampisti di ruolo come Allan e Zielinski, esterni offensivi come Verdi e Callejon , due punte mai provate prima dall’inizio come Mertens e Milik, vista l’assenza di Insigne, il giocatore più in forma degli azzurri. Squadra quindi molto offensiva, evidente il messaggio di Ancelotti sulla partita: aggredire subito per mettere le cose in chiaro. E forse squadra anche sbilanciata, sulla carta, contro il muscolare centrocampo dei friulani: ci pensa quindi, suo malgrado, Verdi a “riportare” equilibrio alla Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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gara, all’alba della partita, chiedendo il cambio per uno strappo muscolare. L’ingresso di Fabian Ruiz, talento con notevole margine di miglioramento, risulterà determinante non solo per lo splendido gol siglato (palla sradicata dai piedi bianconeri e gran tiro a giro di destro, neanche il suo piede preferito!) ma per tutto un primo tempo ed il finale del secondo, nel quale si fa trovare sempre pronto e nel vivo dell’azione. Quindi, fascia sinistra di attacco presidiata da Ruiz e Zielinski (da lui ci aspettiamo continuità, acclarati ormai i valori tecnici) con Hysaj a supporto , mentre a destra Callejon si diverte con la sorpresa migliore di inzio stagione, quel Malcuit acquistato “per fare numero” ma che partita dopo partita si sta prendendo la maglia da titolare. A centrocampo Allan si fa accompagnare da due Avatar con le sue sembianze: imposta, lotta, recupera e si erge a leader della squadra, davanti tanto movimento dei due attaccanti (uno dei segreti di questa squadra è il non porgere riferimenti agli avversari, tutti ruotano, e vedere Milik ripiegare a recuperare a centrocampo fa capire lo spirito di sacrificio che pervade la squadra tutta). Venti minuti fantastici, di pressing, possesso palla e azioni ben congeniate, pochi rischi. Partita in cassaforte dopo il gol iniziale di Ruiz? Niente affatto. L’Udinese, squadra con buone individualità, De Paul su tutti, si fa insistente in finale di primo tempo e per i primi venti minuti della ripresa quando il Napoli è in affanno , senza però subire mai in maniera clamorosa. Ancelotti capisce che bisogna ora ragionare e mette dentro Hamsik per Milik: comincia un giro palla che irretisce i friulani che hanno speso molto per correre dietro alla palla e da una splendida percussione di Malcuit scaturice un sacrosanto rigore che permette a Mertens di chiudere la gara. Il tre a zero di Rog sarà la ciliegina sulla torta a conferma che qui c’è ne per tutti, nessuno escluso (mai vista in una squadra tanta rotazione sui portieri!). Ancelotti vince un’altra gara tattica, segnata dalla sofferenza e da momenti di appannamento, ma la squadra si trasforma in corsa Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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camaleonticamente e tutti sembrano consapevoli che l’apporto dei singoli non sia una frase confezionata. Napoli a quattro punti dalla Juventus ora, campionato da vivere, con la sfrontatezza ed il sorriso di Mertens sotto la curva popolata dai tanti tifosi azzurri. LE PAGELLE KARNEZIS 6,5 – nessuna emozione per l’ex, che da portiere navigato districa alcune situazioni di mischia nella sua area, gli unici veri pericoli creati dall’Udinese, squadra decisamente mancante di una vera punta MALCUIT 7,5 – voto altissimo perché è… tutto quello che non ci aspettavamo. Ce lo avevano disegnato come buono a spingere, scarso a difendere, lui recupera, aiuta la difesa ed imposta. La percussione impetuosa che porta all’azione del rigore concesso al Napoli che chiuderà la gara è emozionante. ALBIOL 5,5 – stavolta lo spagnolo sbaglia, ed in maniera pericolosa, lasciando dei contropiedi micidiali agli avversari. Buon per lui che Lasagna sia un discreto attaccante… KOULIBALY 6,5 – torna, torna, state tranquilli. Ancelotti lo rischia anche se in diffida (e secondo noi neanche lo schiera con la Roma, tanto scaramantico è il Carletto...), lui argina gli avversari e va spesso a proporre gioco. Quando nel secondo tempo stoppa letteralmente un tiro a botta sicura di Lasagna mostra tutto il suo strapotere fisico. HYSAJ 5,5 – si propone bene, però la difficoltà a girarsi sul destro per giocare la palla lo rende un pesce fuor d’acqua sulla fascia sinistra. Anche per lui un paio di svarioni rischiosi. ALLAN 7 – finiti gli aggettivi per lui, possiamo solo aggiungere che ora si prende anche la briga di impostare gioco e di guidare la squadra da leader. ZIELINSKI 5,5 – tanta fatica a crearsi spazi, dialoga benino con Ruiz, si divora un gol davanti la porta dopo uno splendido assist di Jorginho

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(oops, di Allan…); al suo posto ROG 6,5 – neanche il tempo di sporcarsi gli scarpini e combina benissimo con Mertens per siglare il terzo gol azzurro. CALLEJON 6,5 – questo è il vestito che sta bene in tutte le situazioni, si abbina bene con Benitez, con Sarri, con Ancelotti, chissà perché pochissimo in nazionale spagnola… MILIK 6 – tanto movimento, anche tanta foga, ha almeno due palle nel primo tempo per chiudere la gara. Intesa con Mertens ancora da affinare; al suo posto HAMSIK 6,5 – Ancelotti dice: ragioniamo, ed il Napoli lancia dentro lo slovacco, pronto a dettare ritmi e a illuminare gli avanti azzurri, mentre gli avversari tendono a spegnersi definitivamente. MERTENS 6 – si prende la briga di battere un rigore che per tirarlo servono oltre cinque minuti di consultazioni VAR . Lo realizza in maniera impeccabile, dopo una partita di sofferenza, movimento; bello un suo tiro a giro nel primo tempo. VERDI s.v. al suo posto FABIAN RUIZ 7,5 – del gol abbiamo già detto, raccoglie tutte le virtù di un giocatore completo. Si adatta a diversi ruoli (nel finale anche punta), usando entrambi i piedi. Ottimo investimento. ANCELOTTI 7 – indovinare la formazione che schiererà è più complicato della risoluzione di un Bartezzaghi: ma sorprende soprattutto quando mette dentro i cambi che non ti aspetti, e li azzecca quasi sempre. La sa lunga, è chiaro

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Asfol di Walter Scognamiglio di Sarah Putzu

Viviamo ormai in un’epoca che richiede sempre più competenze di alto livello. Non possiamo far altro che adattarci e assecondare esigenze di un mondo in progressivo sviluppo, credendo nel contributo di ognuno a un’evoluzione che altrimenti ci lascerebbe indietro. La formazione è la nostra più potente risorsa: permette di coltivare la nostra persona e sopravvivere alla modernità. Siamo a piazza Conca d’oro, 16, dove troviamo Walter Scognamiglio, presidente della sua Accademia di Formazione Asfol Pegaso, il quale della Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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formazione ha fatto la sua bandiera. Un valore in cui Walter ha sempre creduto e che ora, dopo ben 35 anni di servizio militare e 3 lauree, cerca di trasferire a giovani e adulti che decidono di mettersi alla prova nonostante gli impegni lavorativi. È qui che entra in gioco Walter, con l’opportunità di conseguire titoli accademici in modalità telematica, in una proposta di ben 18 corsi di Laurea e oltre 200 Master, grazie alla collaborazione con Università Telematiche quali Pegaso e Mercatorum. Ma troviamo anche la possibilità di recupero anni scolastici o conseguimento di certificazioni informatiche e linguistiche utili sia a livello concorsuale sia per accrescere quelle famose competenze curriculari che ad ogni colloquio di lavoro non mancano ormai di chiederci. Ma Walter fa di più e propone inoltre Corsi Professionali di Alta Ristorazione consentendo una formazione di eccellenza e un accompagnamento al lavoro guidato. Una modo di imparare uno dei mestieri più richiesti nel mondo del lavoro. Una formazione a 360 gradi in cui lui stesso si pone in prima linea facendo da Tutor a centinaia di studenti. È questo il cuore della sua realtà: l’investimento su se stessi e sul proprio futuro, cercando di farsi strada in un mondo che non ti aspetta.

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L’incursione di Crimine Esposito

“Ma dove stava andando Gigio “Afammokk” Donnarumma al 92esimo del derby di Milano, mentre Maurito infilava la porta vuota? A telefonà ‘o zio a Castellammare?!?”

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In due sul divano di Luigi & Marco Potenza Parte prima: Luigi Fortunatamente arriva subito domenica per cancellare la delusione (ampiamente prevedibile, ma sempre delusione…) della dèbacle interna in Europa League: fosse anche la partitella di allenamento, se il Napoli perde io sto male, posso farmene una colpa? Alle 12,30 insieme a Marco sbirciamo un po’ la gobbese, impegnata nel derby con il Toro: non so se si può dire, ma davvero uno schifo di partita! Quando i carcerati segnano, di fatto la partita finisce: mi intristisce la totale assenza di grinta da parte dei granata dell’ ex Mazzarri, mi fa sorridere un po’ il leggero (fortunatamente, non riesco a volere il male delle persone) infortunio al nostro corpulento vecchio centravanti, mi mette ansia il fischio finale di Orsato, dal momento che ora il peso passa tutto sulle spalle dei nostri azzurri, ivore dei ferraresi (ma sarebbero

Udinese Napoli 0-3 Parte prima: Luigi Come direbbe Adriano Pappalardo, ricominciamo. Non che le prime 8 giornate di questo campionato ci abbiano lasciato freddi o peggio distratti, ma un po’ l’inaspettata partenza (almeno per me) della squadra di Carletto, un po’ il piacere di tornare a fare il nostro Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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lavoro di “giornalisti” (lo so, solo usare la parola fa ridere…), fatto sta che stasera è un po’ un nuovo inizio. E pensare che il campionato tende a lasciarmi abbastanza freddino, con lo strapotere dei gobbi moltiplicato dal fattore Ronaldo, davvero niente a che vedere con le serate di Champions… Ma stasera, come ho detto, è diverso. Intanto, io e l’ingegnere (quasi a pieno titolo, giovedì c’è la discussione della tesi magistrale) ci siamo organizzati una serata “pizza e divano”, di quelle che mi piacciono tanto. Contro c’è l’Udinese, che seppure non particolarmente quotata a me risulta sempre un po’ indigesta: sarà per quei colori già visti altrove? Inoltre la partita è su Dazn, il che vuol dire predisporsi a qualche caduta di segnale e conseguentemente a qualche pausa di troppo. Si comincia. Dopo i riti scaramantici del mio compagno, il tempo di addentare un calzone e Verdi si rompe da solo: e che diamine, Marco hai fatto l’aggiornamento anti gufi? Siamo comunque coperti, entra Fabian Ruiz Peña (come dirà almeno 50 volte l’erudito Pardo nel corso della telecronaca), mica uno qualunque! Bastano infatti allo spagnolo una decina di minuti per cavar fuori dal cilindro un destro a giro (lui tutto mancino!) che supera Scuffet e provoca l’urlo del mio vicino di divano. Non so perché, nonostante gli azzurri avessero praticamente dal primo minuto il controllo totale del campo, il vantaggio mi dispone al meglio: l’aria sembra più ricca di ossigeno, posso terminare il mio calzone (mangiare durante la partita del Napoli è una delle cose più complicate per me, sarà una mancanza di coordinazione oculo-manuale, boh), posso addirittura allontanarmi un po’ per andare in cucina e addentare anche un supplì. Marco è come di consueto partecipe come un blocco di calcestruzzo, ma i figli sono o no piezz’e core? Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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Dopo qualche rischio corso e qualche buona parata di Karnezis, che seppur un po’ restìo a lasciare la linea di porta a me sembra comunque un buon portiere, arriva il meritato riposo. Scaramanzia per scaramanzia, provo a chiamare mio fratello che però non risponde… vabbè ma l’importante è averci provato! Quando inizia il secondo tempo, sono però ancora i bianconeri “finti” a menare le danze: la nostra squadra sembra aver perso le distanze ed io ce l’ho in particolare con il mio bersaglio preferito, quel povero albanese che proprio non riesce a conquistarmi! Marco si limita a guardarmi storto, non si criticano mai i calciatori con la maglia azzurra! Passiamo comunque indenni la fase di massimo sforzo dell’Udinese, rischiando in un paio di occasioni. Sono abbastanza impaurito del fatto che la partita non è ancora chiusa e l’episodio contrario è sempre in agguato (vero Juve?), anche se in cuor mio sono fiducioso perché ho imparato che spesso queste squadre pur di stare al passo con avversari più titolati tendono ad aumentare il numero di giri arrivando in riserva alla parte finale della partita. E un aiuto me lo fornisce mister Ancelotti: al 74’ fuori Milik, dentro Marek e fine della partita. Il Napoli consolida infatti il giro palla e continua a far correre a vuoto i friulani: il fatto che arrivino altri 2 goal, prima con Mertens su rigore dopo una splendida percussione di “cavolfiore” Malcuit (che bella sorpresa il francese!) e poi con Rog che 40 secondi dopo il suo ingresso timbra il cartellino, è solo un dettaglio numerico, perché in realtà l’Udinese è uscita dal campo da un bel po’! Ahhh, che bella serata. Senza nessuna prestazione singola straordinaria, anzi con più di qualcuno ai limiti della sufficienza (Hysaj ovviamente, ma anche Raul, Zielinski, Mertens e Milik), una partita vinta in totale controllo penso sia davvero un bel segnale, no? Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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Ed in più, vogliamo non considerare che nel pomeriggio i fratelli genoani hanno scippato 2 punti dalla classifica dei carcerati? Non mi faccio soverchie illusioni sull’esito finale, ma la gioia per la vittoria “di tappa” me la prendo tutta! E adesso siamo già in ansia per giovedì, vero Marco? Perché giovedì pa’? Contro il Psg giochiamo mercoledì! Parte seconda: Marco E si riparte, con il primo articolo dell'anno per Azzurrissima. Anno nuovo, vita nuova direbbero i proverbi. In realtà, la routine mia e di papà durante (ma anche nel pre e nel post gara) la partita del Napoli tutto è tranne che nuova. Dall'inizio della stagione stiamo provando ad iniziare le partite puntuali, ma la combo Dazn+ritardo nella cena del sabato ci spinge a ricorrere alla classica (almeno per noi) messa in pausa della partita, che inizia alle 20.35. Nemmeno il tempo di mettersi comodi sul divano e provare a far chiarezza sulla formazione schierata da re Carlo, che Verdi già si è fatto male e chiede il cambio: non proprio l'inizio migliore. Entra Fabian, che nel mio toto formazione sarebbe partito titolare (con conseguente fiducia al fantacalcio...). Il Napoli sembra comunque fare da padrone alla partita, mostrando superiorità ma non riuscendo a creare particolari occasioni da gol. Ci deve pensare proprio Fabian Ruiz Peña, come ha ricordato Pardo almeno un centinaio di volte, con una vera invenzione. Al di là della rete, credo siano proprio queste giocate dal 'nulla' che potrebbero farci fare un ulteriore salto di qualità... Vedremo. Nel frattempo la partita è godibile, l'Udinese pian piano si sveglia, Albiol non sembra in giornata di grazia a differenza di De Paul che vuole mettersi in mostra. Il Napoli comunque resiste senza concedere troppo e mantenendo evidente una certa supremazia a livello tecnico - tattico (alcune uscite con i triangoli sono quasi emozionanti). Anche Karnezis fa il suo, ma non ci Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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sono particolari tiri oltre ad uno di Lasagna abbastanza pericoloso. Noi sul divano seguiamo attenti il match, consapevoli che con il Napoli non si può mai stare tranquilli. Verso il '70 sembra anche esserci un leggero calo fisico, a cui si ovvia con l'ingresso di Marek che porta un miglior giro palla. Poi, lo 0-2. Un rigore improvviso, con una valutazione del VAR di 15 minuti, che però porta maggiore tranquillità. Entra anche Rog e prima ancora di riuscire a prendere il solito giallo ringhiando contro gli avversari, è già sotto la curva partenopea ad esultare per un SUO gol. La partita termina praticamente qui (non per me, che resto in apprensione fino al '90), strizzando l'occhio ad una grande settimana che ci aspetta. Si parte già domani... Non vedo l'ora! Forza Napoli sempre!

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Tra erba e parquet di Emilio Sabatino

Napoli Basket, cambia tutto‌ La squadra partenopea cambia completamente assetto societario. Al comando gli imprenditori Federico Grassi e Francesco Tavassi che hanno rilevato le quote societarie da Ciro Ruggiero. La denominazione è Napoli Basket. Allenatore, Gianluca Lulli. Intanto il Napoli Basket sbanca Roma con una grande vittoria dopo una partita equilibrata. IUL Basket Roma-GeVi Napoli Basket 64-69 (9-21; 29-32; 42-45) IUL Basket Roma: Algeri 3, Corsi ne, A. Galli, Dalasso 1, Maresca 7, Scuderi ne, L. Galli, Sperduto 5, Padovani 8, Cecchetti 16, Sforza 45, Lestini 19. Coach Righetti. Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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GeVi Napoli Basket: Guarino 13, Malfatti 4, Crescenzi ne, Malagoli 8, Erkmaa 7, Molinari, Di Viccaro 5, Dincic 16, Giovanardi ne, Gazineo, Puoti ne, Milani 16. Coach Lulli Mondo NBA Oggi ci soffermeremo sulla gran partita di Danilo Gallinari che sfodera una grande pallacanestro (10/16 al tiro con 4 triple a segno) ma poi, stranamente, coach Rivers lo lascia seduto tutto il quarto tempo. 13 dei suoi 25 punti guidano la rimonta dei Clippers nell'ultimo parziale (37-15) che portano la prima vittoria stagionale. Clippers: Gallinari 26 (6/11 da 2, 4/5 da 3, 2/3 tl, 5 rim, 1 assist) Harris 26,. Rimbalzi: Gortat 12. Assist: Beverley 5 Thunder: George 20, Adams 17. Rimbalzi: Adams 18. Assist: Schroder 8 Il Gallo, ala di 2,08, si conferma ancora una volta, uno dei giocatori piĂš interessanti del pianeta NBA, motivo di soddisfazione da parte di tutto il movimento cestistico italiano.

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Ricordi della prossima di Carlo Liguori

NAPOLI - ROMA Il club partenopeo e quello capitolino militano sin dalla loro fondazione (avvenuta, rispettivamente, nel 1926 e nel 1927) ai vertici del calcio professionistico italiano e, a lungo, sono state le uniche due formazioni meridionali in grado di competere sul campo da gioco con le squadre del nord, forti di una maggiore tradizione sportiva e spesso anche di una più solida situazione finanziaria. Le due società sono tra le più titolate del panorama calcistico tricolore: entrambe vantano un palmarès molto ricco, che comprende Scudetti, Coppe Italia, Supercoppe Italiane, trofei internazionali e, inoltre, risultano Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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essere tra le squadre che contano il maggior numero di seguaci, italiani e non solo. Il Napoli vanta la quarta tifoseria in Italia e tra le prime 10 nel mondo. Le sfide tra il Napoli e la Roma sono conosciute anche con l’appellativo di “Derby del Sole”, nato proprio per esaltare il confronto tra le due società calcistiche più forti del sud Italia. La storia del rapporto tra i due club e le rispettive tifoserie è particolarmente interessante: nel corso degli anni ’70 e ’80 tra le due squadre esiste un forte sodalizio, che trasforma gli incontri in campo tra i Giallorossi e gli Azzurri in una sorta di festa per i tifosi delle due squadre. Il gemellaggio tra le società purtroppo si interrompe bruscamente nel 1987, in occasione del match Roma – Napoli del 25 ottobre giocato nella Capitale, presso lo stadio Olimpico. La partita si rivela sin da subito carica di tensioni: due giocatori del Napoli, Careca e Renica, vengono espulsi quando la Roma è già in vantaggio di un punto grazie alla rete di Pruzzo. In campo, gli animi continuano ad essere particolarmente accesi e nel corso della partita fanno seguito altre 7 ammonizioni. La rete dell’azzurro Francini porta il risultato finale dell’incontro sulla parità, ma quando alla fine del match il partenopeo Bagni presumibilmente rivolge un gesto di insulto alla curva sud, sugli spalti scoppiano disordini e scontri violenti tra le due tifoserie. La profonda spaccatura tra i tifosi capitolini e partenopei segna la fine del saldo rapporto esistente tra le due società e determina la nascita di una delle rivalità più sentite del calcio italiano, che nel corso delle successive stagioni, purtroppo, non mancherà di dare luogo ad incidenti e tragici (uno su tutti la morte del caro Ciro Esposito). Storicamente, la formazione giallorossa e quella azzurra scendono per la prima volta in campo in un incontro ufficiale l’8 aprile 1928, in occasione del match della Coppa CONI disputato presso il Motovelodromo Appio a Roma. Ad avere la meglio sono i padroni di casa, che vincono per 4 a 1: la

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rete segnata all’8′ del partenopeo Innocenti viene rapidamente recuperata dalla tripletta messa a segno da Fasanelli e dal gol di Cappa. Il trionfo dei Partenopei per 4 a 0 del 12 dicembre 1971 con la doppietta di Andrea Esposito, una giovane meteora, suo malgrado, scomparsa ben presto dalla scena x un grave incidente al ginocchio nella partita successiva a Torino contro i granata. Tra le diverse sfide dei due club in Coppa Italia si ricorda la semifinale disputata nella stagione 2013/14: la partita di andata, giocata allo stadio Olimpico, vede la Roma superare il Napoli per 3 a 2, in un emozionate match nel quale, in un primo momento, i Giallorossi passano in vantaggio con i gol di Gervinho e Strootman, per poi essere recuperati dagli Azzurri grazie all’autogol di De Sanctis e alla rete di Mertens. A conquistare la vittoria per la Roma, all’87’, è Gervinho, che segna su passaggio di Florenzi. L’incontro di ritorno, giocato presso lo Stadio San Paolo (con Maradona scatenato in tribuna al fianco del presidente De Laurentiis) vede però la supremazia degli Azzurri, che superano il turno accedendo alla finale grazie ad uno schiacciante 3 a 0, con reti di Callejon, Higuain e Jorginho. Quell’anno, il Napoli supera la Fiorentina in finale e conquista la quinta Coppa Italia della sua storia nella triste serata della scomparsa di Ciro Esposito per mano di un noto esponente della tifoseria estrema romanista Daniele De Santis. La storia della Roma e del Napoli ha spesso visto le due squadre condividere il talento di grandi giocatori. Tra i numerosi nomi che hanno militato in entrambe le formazioni ci sono anche Moriero, Nela, Krieziu e Pesaola. Per quanto riguarda gli allenatori che si sono accomodati sia sulla panchina giallorossa che su quella azzurra, si ricordano invece Bianchi, Ranieri, Mazzone, Zeman e Boskov. PRECEDENTI GENERALI PARTITE GIOCATE 175 Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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VITTORIE NAPOLI 51 PAREGGI 56 VITTORIE ROMA 68 GOL NAPOLI 194 GOL ROMA 238 SERIE A PARTITE GIOCATE 142 VITTORIE NAPOLI 42 PAREGGI 49 VITTORIE ROMA 51 GOL NAPOLI 158 GOL ROMA 185

COPPA ITALIA PARTITE GIOCATE 17 VITORIE NAPOLI 4 PAREGGI 2 VITTORIE ROMA 11 GOL NAPOLI 17 GOL ROMA 26

DIVISIONE NAZIONALE A PARTITE GIOCATE 2 Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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VITTORIE NAPOLI 1 VITTORIE ROMA 1 GOL NAPOLI 2 GOL ROMA 3 DIVISIONE NAZIONALE A-B 45/46 girone centro-sud PARTITE GIOCATE 2 PAREGGI 2 GOL NAPOLI 1 GOL ROMA 1 COPPA CONI PARTITE GIOCATE 2 VITTORIE NAPOLI 1 VITTORIE ROMA 1 GOL NAPOLI 2 GOL ROMA 4 AMICHEVOLI PARTITE GIOCATE 10 VITTORIE NAPOLI 3 PAREGGI 3 VITTORIE ROMA 4 GOL NAPOLI 14 GOL ROMA 19

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CANNONIERI NAPOLI Amadei, Cavani, Careca e Altafini 7

CANNONIERI ROMA Da Costa 8 Totti 7 Amadei 6

Un protagonista: Andrea Esposito Andrea Esposito è nato a Sant'Arcangelo in Basilicata nel 1950 dove è deceduto il 27 aprile di quest'anno. Si mise in luce nel Policoro in serie D. Grazie a questi risultati viene prelevato dal Napoli che lo fa esordire in Serie A l'anno successivo; alla sua seconda gara in massima serie mette a segno una doppietta nella partita vinta 4-0 contro la Roma; la domenica successiva, nella partita contro il Torino, subisce un infortunio al menisco che lo tiene fermo per diversi mesi. Termina il campionato di Serie A 1971-1972 disputando altre quattro gare dopo il rientro, e l'anno seguente viene girato in Serie B alla Reggina. Poco dopo passa al Siracusa in Serie C, mentre nel campionato successivo il Napoli lo cede alla Juve Stabia; nel primo campionato di Serie C colleziona 29 presenze segnando 2 reti, con la squadra che retrocede e nella stagione seguente in Serie D mette a segno 12 reti nel campionato che vede la Juve Stabia arrivare allo spareggio promozione poi perso contro il Potenza.

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Preferisco la Coppa (ma anche la pizza non è male) di Giovanni Sorrentino

IN FONDO È UNO SCONTRO DIRETTO Quest’estate, dopo il sorteggio, eravamo tutti così arrabbiati, sconfortati e pronti ad imprecare in tutte le salse del mondo (scegliendo, ovviamente, la nostra… un bel ragù di maleparole). Ancora una volta la manina del sorteggio (ahi, ‘ste manine) non ci era stata benevola e - pur essendo collocati in una promettente “seconda fascia” - siamo finiti in un Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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girone difficile, grazie all’estrazione della squadra oggettivamente più forte della terza fascia: i Reds di Mister Klopp. Lo scoramento si è poi mutato in disperazione dopo il pareggio di Belgrado, quello nella partita inaugurale del torneo. Traverse, tiri sbagliati, parate del portiere avversario e, tutto sommato, una prestazione grigia e molle. Critici e “sapientoni” sugli scudi, tutti a invocare il Comandante e a criticare Re Carlo, come se fosse l’ultimo pivello appena uscito da Coverciano. Nel giro di un mese, si è ribaltato tutto. Sia in campionato, sia in Schempions: grazie alla lezione tattica “regalata” al teutonico Jurgen e ai suoi ragazzi, all’ottima prestazione di tutti gli azzurri in campo e, come sempre, a un pizzico di fortuna il Napoli ha battuto la corazzata Liverpool e si è rimesso in corsa nel girone, come detto “di ferro”. Dando per scontata (e vorrei vedere) la vittoria al S. Paolo contro la Stella Rossa e ipotizzando una frenata nel ritorno con i Reds, la qualificazione si riduce quindi a uno scontro diretto con il PSG; in tale contesto, abbiamo il piccolo vantaggio di giocare l’andata a Parigi e impostare il primo tempo di una partita che terminerà tra quindici giorni. Non nascondiamolo, sarà terribilmente difficile e il pronostico non è dalla nostra parte. Nel loro cammino nazionale, i Campioni di Francia vanno avanti a suon di gol (5 nell’ultima gara) ma va detto che gli avversari sono quelli che sono e la Ligue 1 non è un campionato “allenante”; inoltre, sembra che mercoledì sera Di Maria e Verratti saranno in campo nonostante i piccoli infortuni subiti nell’ultima partita giocata mentre non dovrebbe essere della gara Thiago Silva: la sua assenza potrebbe darci una buona possibilità di sfruttare gli spazi centrali, sia con gli inserimenti in velocità dei centrocampisti e della nostra seconda punta, sia con la fisicità di Arek Milik che ha davvero bisogno di un gol europeo per ritrovare grinta ed euforia. Ho scritto “seconda punta” perché, ad oggi, la presenza di Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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Lorenzo Insigne non è ancora certa e non sapremmo immaginare cosa Re Carlo potrà inventare per sopperire a una sua eventuale mancanza. Vista la prestazione fornita, potrebbe non essere improbabile una riproposizione della formazione vittoriosa con il Liverpool: grande fisicità in campo, difesa con i tre centrali, centrocampo folto - a quattro o a cinque, a secondo della fase di gioco - e attacco veloce. Un Napoli di questo tipo avrebbe il pregio di saper giocare bene la palla, di uscire bene dalla difesa con la palla al piede e di gestire bene le inevitabili ripartenze. L’aspetto negativo potrebbe essere rappresentato dalla posizione di Neymar che, dal suo lato, sarebbe fronteggiato da Maksi, muscoloso e potente ma più incline a occuparsi di avversari della sua stazza fisica e non ballerini con le scarpette, come nel caso del brasiliano. Problema grave anche sull’altra fascia, Mbappè e Hysaj non parlano proprio la stessa lingua calcistica e l’albanese ha iniziato il suo campionato come aveva finito il vecchio, ad andamento lento; se fossi il Matador, invece, sarei un po’ preoccupato di incrociare K2 in un momento di forma davvero straripante. La partita è tutta qui: riusciranno i nostri eroi a fermare il trio “meraviglia” della squadra francese ? Perché sono abbastanza sicuro che il Napoli riuscirà a segnare contro la difesa parigina e l’incognita è solo legata alla tenuta della nostra, di difesa. I risultati degli ultimi tempi ci danno fiducia ma gli avversari - a livello individuale - sono davvero forti. In questi casi, occorre sempre una combinazione di fattori: scarsa vena degli altri, partita perfetta dei tuoi e, ancora una volta, un pizzico di fortuna. Detto questo, beati gli oltre 2.000 tifosi del Napoli che siederanno al Parco dei Principi: speriamo che possano urlare la loro e la nostra gioia. Nel frattempo, io mi gioco il 4-4-2 con questi 11 (e vediamo quanti ne indovino) …

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Ospina; Maksimovic, Albiol, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Fabian Ruiz, Allan, Hamsik; Milik, Insigne.

Europazzurra di Valeria Catalano

Praga Iniziamo questo viaggio in giro per l’Europa da Praga, città bellissima, non a caso tra le cinque mete turistiche più visitate degli ultimi anni. Gli italiani, e i napoletani in particolare, la visitano in massa. Soprattutto le scolaresche in primavera perché è piccola, ben organizzata, i mezzi di trasporto sono superefficienti e in più è molto sicura ed economica. Si visita in tre-quattro giorni. È bella da visitare nel periodo natalizio con Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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tutti i mercatini e se siete fortunati anche la neve. Ma è più bella in primavera, verde e con i giardini in fiori. Le attrazioni turistiche sono tutte concentrate nel centro storico: piazza San Venceslao, il ponte Carlo, il quartiere ebraico con il cimitero e la piazza dell’orologio. Il castello con il vicolo dell’oro sono poco più distanti, appena tre km dal centro ma con il tram ci si arriva in 10 minuti. Io consiglio anche un giro per il quartiere di Malastrana e di prendere la funicolare di Petrin da cui vedere uno splendido panorama. Un altro posto poco turistico ma per me bellissimo è il parco di Rigory Sady dove in primavera-estate si ritrovano frotte di giovani per bere birra sul prato e vedere il sole che tramonta su Praga dall’alto. La birra e un dolce tipico chiamato trdlnik sono le uniche cose commestibili che consiglio..... il cibo a Praga lasciatelo stare, a parte il gulasch, così per curiosità, non c’è niente di saporito da provare. E quindi se siete a Praga in vacanza e gioca il Napoli andate pure senza remore nella pizzeria Pulcinella dove trasmettono tutte le partite della seria A. Oppure contattate il gruppo Facebook Napoli fan club Praga, vi troverete a vedere la partita con tutti i napoletani emigrati. Buon viaggio a tutti e forza Napoli.

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Il racconto di Maria Elena Cristiano Il cadavere nel carrello

Aveva redatto con cura estrema la lista della spesa. Nella sua precisa e scrupolosa calligrafia da brava segretaria, spiccavano, incolonnati uno sotto l’altro come diligenti scolaretti, gli appunti della provvista settimanale di vettovaglie che doveva accingersi ad acquistare al supermercato in fondo alla strada. La controllò ancora una volta punto per punto: un chilo di piselli, due chili di insalata novella e due chili e mezzo di carne macinata per gli hamburger. Suo marito Donald non mangiava altro, non poteva di certo dimenticarsene. Anzi, pensò, perché limitarsi, meglio comprarne quattro chili, dopo tutto il suo Donnie non aveva vizi né difetti, meglio coccolarlo un po’ nel fine settimana. Una bella grigliata in giardino lo avrebbe ristorato dalle fatiche dei giorni lavorativi. Sperava tanto che riuscisse a strappare un aumento a quel taccagno del suo capo. Dopo quattordici anni di duro lavoro come meccanico era la prima volta che si permetteva di chiedere un piccolo premio per i suoi servigi, e quel grassone sempre arrabbiato del suo datore di lavoro non gli aveva ancora dato una risposta. Gli aveva solo detto che doveva pensarci. Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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“Pensarci, già…” mormorò alla cucina vuota. La gatta dei vicini zampettò fra i suoi piedi passando per la porta-finestra aperta. Emise un lungo miagolio e poi le si rotolò dinnanzi in cerca di carezze. Louise si chinò, arruffò il pelo della bestiola, prese la borsa da sopra il tavolo con la mano destra e con la sinistra issò l’animale per il pancino morbido e peloso. La micia emise un piccolo ringhio di disapprovazione. Louise non ci badò. Chiuse a chiave la porta della cucina ed uscì in giardino. “Margareth…” gridò alla volta della donna corpulenta che, con indosso un paio di bermuda ed un cappello di paglia, stava innaffiando il piccolo giardino che confinava con il suo. “Ciao Loulou” rispose la signora chiudendo l’innaffiatoio. “Eccoti la tua Pearl” disse facendo scendere la gatta dalle sue braccia e lasciandola correre nel giardino della vicina. “Grazie” replicò Margareth. “Vado a fare un po’ di spesa, ti serve qualcosa?”. “Oh, sì, se non ti è di troppo disturbo, avrei proprio bisogno di una scatola di croccantini per Pearl”. “Va bene, non mi è di nessun disturbo. Ci vediamo fra poco, ciao”. La donna rispose con un cenno della mano e tornò a dedicarsi alle sue rose. Louise camminava ciondolando pigramente la borsa di finta pelle, osservando distratta i passanti che le scivolavano affianco. Un bimbo di pochi anni stava piangendo e strattonando all’unisono il lembo della gonna di una giovane bionda che doveva essere sua madre. La donna, Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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intenta ad ascoltare un misterioso interlocutore telefonico, serrava il cellulare fra le lunghe mani curate con le unghie laccate di fresco, senza badare minimamente allo strazio che animava il suo piccolo. Louise osservò la scena con una punta d’invidioso rammarico: lei sarebbe stata senz’altro una madre migliore. Più attenta, più amorevole, meno civetta di quella sciocca che trascurava così visibilmente il suo bambino. Per un attimo gli occhi le si velarono di lacrime. Sarebbe stata senza ombra di dubbio una madre migliore di quella, se solo avesse avuto dei figli. Ma il buon Dio non aveva voluto farle quel meraviglioso dono. Il buon Dio, in vero, non era stato così prodigo di doni verso la sua fedele Louise. Forse l’aveva un po’ trascurata negli ultimi…vent’anni. Si scosse dai quei pensieri blasfemi, in fin dei conti non era compito suo giudicare l’operato di Dio, il suo compito era accettare e vivere al meglio ciò che le era stato offerto, per poco che fosse. Il supermercato era gremito come ogni sabato mattina. Non riusciva a scorgere una sola cassa che non fosse assediata da una fila imbarazzante di avventori, tutti con i carrelli colmi ed i volti annoiati e stanchi per la lunga attesa. Si fece largo fra la folla e si diresse verso una pila di cestini di plastica verde. Ne prelevò un paio che infilò sull’avambraccio sinistro con l’agilità di un equilibrista esperto cameriere di pizzeria. Scese con la scala mobile al reparto alimentari. Passò in rassegna diverse qualità di mele prima di sceglierne una ventina di quelle gialle e succose, Gold Star, rammentava si chiamassero, poi si incamminò verso il banco delle insalate. Lì la scelta si fece più difficile, non riusciva proprio a decidere se fosse meglio comprare quella riccia e scura o quella tenera e verde chiaro. Dopo quasi cinque minuti di indispettita indecisione, optò per quella mista già lavata, tagliata ed imbustata.

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Poggiò i cestini sul linoleum arancione e pescò dalla tasca interna della giacca di jeans sgualcito la lista della spesa: la carne! Si era quasi dimenticata il pranzo di Donnie. Che sbadata! La sua distrazione stava raggiungendo livelli di guardia preoccupanti. Sua madre glielo diceva sempre: “Louise sei così distratta che dovresti andare in giro con una medaglietta al collo con scritto nome, cognome ed indirizzo, come i cagnolini, almeno eviteresti di perderti in un bicchier d’acqua come tuo solito”. Cara vecchia mamma, quanto la detestava. Andarsene di casa era stata la decisione più felice della sua anonima vita. Erano quasi dieci anni che non aveva notizie dell’anziana donna, forse avrebbe dovuto chiamarla, forse a Natale o per le feste di Pasqua, avrebbe avuto tempo per decidere… Giunta dinnanzi al banco frigo pieno di trance di carne sezionata, disossata ed avvolta nel cellophane con impresso il codice a barre, fu assalita da un dubbio atroce: meglio il macinato di manzo o quello di vitella? Oh Signore -pensò- non riusciva proprio a ricordare cosa preferisse Donnie… Una furtiva scorsa all’orologio da polso la informò che erano quasi le tredici e trenta, fra poco suo marito sarebbe rincasato e lei non aveva neppure scongelato le lasagne precotte nel microonde. Afferrò una confezione da due chili di carne di manzo, un’altra analoga di vitella e si precipitò sulla scala mobile per giungere trafelata alla cassa. Una volta lì si accorse di aver lasciato il cestino con la frutta e l’insalata di fronte al banco frigo della carne. Imprecò a denti stretti e ritornò sui suoi passi. Il cestino era ancora abbandonato vicino alle casse della Coca-Cola. Tirò un profondo sospiro di sollievo e lo issò con fatica, ma il suo sguardo fu attratto da un carrello abbandonato vicino alla porticina della macelleria interna del supermercato. Il carrello doveva contenere qualcosa di grande, ma non riusciva a capire cosa fosse perché era coperto da un telo cerato marrone di quelli che si usano per imballare i quarti di bue. Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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Era sempre stata drammaticamente curiosa e quella sagoma coperta aveva risvegliato il suo istinto felino. Si avvicinò con circospezione, badando di non destare l’attenzione degli acquirenti. Poggiò i cestini sul pavimento ed alzò il lembo destro dell’incerata. Un cadavere. Un cadavere maschile con gli occhi rivolti all’insù, la bocca aperta in una sorta di grido, le spalle incastrate contro i sostegni di ferro del carrello e le mani contorte innaturalmente poggiate sul grembo, le gambe erano divaricate ed i piedi stranamente incrociati appoggiati sul fondo di alluminio. Lo ricoprì. Non gridò. Che ci faceva un morto in un carrello del supermercato? Chi ce lo aveva messo? Chi lo aveva ucciso? E soprattutto…era vero? Sollevò di nuovo il lembo dell’incerata, l’uomo continuava a guardarla con le pupille fisse e dilatate. Era vero, su questo, almeno, non c’erano dubbi. Non poteva di certo lasciarlo lì. Sì, insomma, poveretto, che fine ingloriosa, abbandonato sulla porta di una macelleria in un supermercato. Doveva spostarlo. Appoggiò i cestini fra la sagoma delle gambe divaricate e spinse il carrello verso il tappeto mobile, di fianco alla scala su cui era salita poco prima. Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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Era dannatamente pesante. Mentre il nastro magnetico saliva lentamente verso il piano superiore, prese al volo una scatola di croccantini per gatto che faceva capolino da una mensola e l’appoggiò su quello che doveva essere il rigonfiamento della testa. Giunta al piano superiore un dilemma l’assalì: come portarlo fuori? Alla cassa le avrebbero chiesto di svuotare il carrello sul nastro trasportatore e non avrebbe saputo come giustificare la presenza del suo sconosciuto ospite. Ma, d’altro canto, senza il carrello non avrebbe saputo come portare Mister X fuori dal market. “Bel problema”, bofonchiò fra sé e sé. Vide un inserviente armeggiare con il maniglione antipanico di un’uscita laterale. L’uomo stava trasportando una mole enorme di scatoloni di cartone pieni di biscotti per cani ed aveva le mani talmente ingombre da non riuscire proprio ad aprire la grande porta di metallo. Louise si avvicinò e con fare allegro e gli spalancò l’uscita. “Grazie” ruggì l’uomo evidentemente provato dalla fatica. Lei gli porse il suo sorriso più rassicurante e cordiale, ed infilò agilmente, con la punta del piede sotto il bordo della porta, una piccola tacca di legno che giaceva abbandonata sul pavimento, in modo che non si chiudesse. Quando l’energumeno fu uscito, rimase in silenzio a spiarlo dallo spiraglio rimasto aperto. Attese che la sagoma svanisse dietro l’angolo della palazzina, quindi spalancò silenziosamente il battente di ferro e fece scivolare il carrello fuori dal supermercato. Prelevò con attenzione i due cestini e la scatola di croccantini per gatto, richiuse la porta, badando che non facesse troppo rumore, e, dopo essersi a lungo guardata attorno, Anno 2 - Numero 1 del 23 ottobre 2018

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certa di essere passata come suo solito del tutto inosservata, s’incamminò canticchiando verso la cassa numero nove, la meno affollata. La cassiera, una donna sulla quarantina con troppo trucco e troppe occhiaie, le rivolse un saluto meccanico e svogliato. Batté con velocità lo scontrino della sua spesa e le porse il resto senza mai staccare gli occhi dal registratore di cassa. Louise corse con le buste di plastica serrate contro il petto verso il retro del market, e, quando vide che il suo carrello era ancora fermo esattamente dove lo aveva lasciato, emise un piccolo gridolino di gioia. Scaraventò la spesa fra la sagoma delle gambe del morto e spinse fischiettando il carrello con il suo macabro carico verso la stradina che conduceva alla sua amabile villetta a schiera. [Continua nel prossimo numero di Azzurrissima…]

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Amarcord di Emilio Sabatino

Attilia Sallustro Nacque in Paraguay, soprannominato Veltro per gli scatti fulminanti che lo caratterizzavano. Fu il primo fuoriclasse della storia del Napoli. Figlio di Anna D’Amato e Gaetano Sallustro, ebbe due fratelli minori: Oreste, anch’egli calciatore, e Oberdan, che divenne dirigente FIAT in Argentina e venne sequestrato e ucciso da un commando di rivoluzionari argentini nel 1972. In molti club napoletani ci sono gigantografie di questo mito del calcio napoletano, raccontato anche da nonni e padri alle nuove generazioni.

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Un levriero. Fisico asciutto, alto, abbronzato, testa ricciuta e bionda, occhi neri, divenne in pochissimo tempo il beniamino dei napoletani. A diciotto anni era già considerato un fenomeno. Aveva un tocco di palla invidiabile, dovuto anche alle sue origini sudamericane ed una grande elevazione che spesso lo proiettava a grandi colpi di testa, con salti degni di Michael Jordan. Fu il primo giocatore del Napoli ad essere convocato per la nazionale italiana. Giorgio Ascarelli, presidentissimo del Napoli, gli regalò un’automobile “Balilla 4 marce” ed un orologio d’oro. Napoli era impazzita per il talento paraguayano: si vendevano scarpe Sallustro, cravatte Sallustro, guanti Sallustro. Famosi i suoi duelli con un altro mito, l’interista Meazza, anche se in nazionale venne preferito don Peppino. Comunque, Attila collezionò, con la maglia del Napoli, 269 presenze e 107 gol. Peccato che lo stadio di Fuorigrotta non è stato dedicato al campione di Asunciòn, mentre Milano ha fatto il contrario, dedicando San Siro al mitico Meazza. Si oppose il vescovo di Pozzuoli Sorrentino che aveva giurisdizione religiosa su Fuorigrotta dove sorge il San Paolo. Infatti affermò: “E’ irriguardoso e irriverente sostituire il nome di San Paolo allo stadio. Qui sbarcò il santo”. Inutilmente il figlio Alberto chiese con insistenza al sindaco Iervolino che lo stadio di Fuorigrotta fosse intitolato a suo padre. Ad Attila Sallustro è stata dedicata solo una strada di periferia, nel quartiere Ponticelli, ad insaputa del figlio che l’ha ritenuto un affronto e ha protestato in una lettera alla sindaca Iervolino chiedendo la revoca dell’iniziativa dell’ufficio toponomastico.

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AZZURRISSIMA torna martedĂŹ 30 ottobre, con gli articoli su Napoli - Roma

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