GA by Cilenti/Nickles-october 2009

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omaggio

www.giustiziaalternativa.it

Ottobre 2009 ANNO I - N. 1

A.P.G.A. 06 5896852

EURO 4,00

GIUSTIZIA ALTERNATIVA

ACCORDI

90

giorni

CAUSE RAPIDE

Da mihi factum, dabo tibi ius

DIRITTO FALLIMENTARE Incompiuta la riforma che va completata pag. 2

LE LEGGI CI SONO BASTA APPLICARLE di Lillo S. Bruccoleri

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inque milioni e mezzo di cause pendenti: almeno un italiano su dieci è utente della giustizia. Ma il servizio nel suo complesso non funziona, i ritardi sono proverbiali. Le controversie civili stentano a trovare composizione in un sistema ancorato a criteri anacronistici che non riesce a scrollarsi di dosso formalismi che, nati per garantire i diritti delle persone, rischiano di soffocarne le istanze sotto il peso di procedure irte di ostacoli e difficoltà. La propensione alla litigiosità è spesso additata tra le cause del collasso tanto in tribunale quanto dal giudice di pace; ma alla base c’è una richiesta di giustizia che non può essere liquidata riversando sul cittadino la responsabilità delle carenze strutturali dei pubblici apparati. Il codice di procedura civile, che risale al 1940, è stato più volte martoriato con modifiche parziali senza mai giungere a ridisegnare il sistema rendendolo più efficiente e razionale. Ma c’è una parte in quel codice, quella conclusiva, che richiama sempre più l’attenzione e che disciplina l’istituto dell’arbitrato. Si tratta della possibilità, sull’accordo delle parti, di deferire il giudizio a soggetti privati che, quando agiscono in modo rituale, pronunciano una decisione equiparata a quella dei magistrati pubblici. Il vantaggio più evidente è quello di una accelerazione dei tempi – mesi anziché anni – e della adozione di procedure snelle e mirate purché siano garantiti i diritti fondamentali e specialmente il rispetto del principio del contraddittorio, per il quale le parti devono poter confrontare e sostenere le rispettive posizioni in modo paritario. Pur con tutte le imperfezioni e carenze lamentate, la legislazione vigente offre dei margini – talora esigui, altre volte più estesi – per modalità differenziate di risoluzione del contenzioso. Quando questo è inevitabile, si ricorre al giudice o, in alternativa, all’arbitro in quanto ve ne siano le condizioni. Ma in ogni momento le parti possono trattare e facendosi reciproche concessioni trovare un accordo e formalizzarlo con una transazione. Possono inoltre evitare una lite ricorrendo alla conciliazione stragiudiziale assistita, facilitativa o valutativa. Dalla esperienza anglosassone vengono mutuate nuove opportunità e il quadro normativo tende ad arricchirsi di altre previsioni. Basta tuttavia una attenta e puntuale ricognizione delle leggi attuali per scoprire un ventaglio di opzioni attivabili con un sapiente e misurato recupero delle inesauribili risorse della creatività. Questo giornale si propone lo scopo di informare sulle svariate possibilità di giustizia alternativa a quella pubblica e di favorirne lo sviluppo nel comune interesse.

In the next issue The Hague Convention on Choice of Court Agreements Nel prossimo numero La Convenzione dell’Aja sugli accordi di scelta del foro

LITI INTERNATIONALI Le aziende capitalizzano sulla mediazione pag. 6

INTELLECTUAL PROPERTY Landmark decisions in the making pag. 9

GIUDICE DI PACE Tra rinnovamento e tradizione pag. 15

Intervista a Paolo De Fiore, presidente del tribunale di Roma

Puntare alla giustizia alternativa Nell’orizzonte fosco della crisi della giustizia c’è solo il piccolo chiarore della previsione di strumenti deflattivi: occorre far crescere la cultura della conciliazione Qual è il fiore all'occhiello in quasi due anni come presidente del tribunale di Roma, il più grande d'Europa? Devo fare una breve premessa. Il tribunale di Roma è stato per circa un anno e mezzo senza guida, senza presidente titolare. Questa carenza senz’altro ha nuociuto all’organizzazione e ha determinato dei non interventi a cui ho dovuto porre riparo. E proprio questi interventi, secondo me, rappresentano fin d’ora lo sforzo più notevole, più serio per dare al tribunale un’organizzazione migliore.

Come viene garantita ai magistrati l'attività di supporto? Un altro aspetto molto critico è il personale amministrativo che diminuisce sempre di più, si invecchia, va in pensione e non viene sostituito. Non si pone il problema dell'addestramento per il semplice motivo che non vi è turnover: dal 1996 non si assume più nessuno. Inoltre siamo allocati in locali poco funzionali: uso un eufemismo, perché dovrei parlare di locali fatiscenti come le caserme di viale Giulio Cesare.

Può darci qualche riferimento particolare? Parlo degli interventi nel settore penale in cui sto realizzando la specializzazione delle sezioni collegiali. Roma è l’unico dei grossi tribunali a non avere specializzazioni nelle sezioni collegiali, nel senso che tutte le sezioni si occupavano di tutte le materie e questo nuoceva sia alla professionalità dei giudici sia alla distribuzione del lavoro, tant’è vero che tra le varie sezioni ho riscontrato delle disuguaglianze di carichi di lavoro molto vistose. Quindi il primo intervento è questo delle specializzazioni attraverso la creazione di quattro macroaree in cui sono raggruppate le nove sezioni penali del tribunale. L’altro intervento nelle sezioni penali – e qui scendiamo negli aspetti tecnici – è quello della riduzione in tre sezioni dei collegi da quattro a tre, in modo che in tutte le sezioni ogni collegio sia guidato da un presidente di sezione o da un giudice anziano nel pieno rispetto dell’ordinamento giudiziario.

Eccoci al settore della giustizia civile, che viene amministrata in questi edifici. Come pensa di adeguare l'organizzazione del tribunale alla riforma della legge sui fallimenti completata nel 2008 e alle modifiche del codice di procedura civile apportate con la legge n. 69 del 2009? La modifica della legge fallimentare ha comportato una riduzione dei fallimenti e quindi – verosimilmente – un alleggerimento del lavoro della sezione. Per quanto riguarda invece le modifiche del codice di procedura civile, è ancora un po’ presto per valutarne l’impatto concreto. Devo dire che questo intervento legislativo non mi sembra di grande spessore, pur riconoscendo che ha un approccio meno miracolistico degli altri; è più concreto, per esempio, dove per alcune cause c'è la previsione del rito sommario che potrebbe effettivamente portare qualche miglioramento nei tempi di decisione delle cause. Noi attendiamo di vedere cosa succederà in sostanza. Conclude pagina 3

Paolo De Fiore La difficoltà di questa operazione è quella di intervenire mentre il treno è in corsa: è come se cambiassi le ruote al treno che sta facendo il suo percorso a velocità sostenuta. Quali sono le specificità del tribunale di Roma rispetto agli altri? Il tribunale di Roma presenta aspetti particolarissimi non solo per il numero enorme di cause, ma per la vicinanza ai centri di potere politico, per cui i magistrati vengono spesso comandati presso altre amministrazioni dove portano un contributo di esperienza e di professionalità; però vengono sottratti alla funzione giustizia diminuendo ancora la nostra capacità di rendere giustizia in tempi ragionevoli.

THE EU MUST TURN TO ALTERNATIVE DISPUTE RESOLUTION by Peter J. Nickles Attorney General for the District of Columbia

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here has been an explosion of litigation within EU countries - spurred on by the avalanche of litigation in the United States. If the EU is to avoid the cost and entanglements implicated by full-bore litigation on major matters, it must turn to alternative dispute resolution. There is, of course, the well recognized alternative to litigation or arbitration. The International Court of Arbitration in Paris as well as the London Court of International Arbitration are models for other EU countries to follow. But arbitration takes time – years to conclude – and the costs are significant. What is needed is a greater emphasis by the European Commission Conclude pagina 5

Intervista a Maurizio De Tilla, presidente dell’Oua

Tariffa premiale per gli avvocati più bravi No alla tariffa oraria: bisognerebbe pagare molto di più un avvocato che risolve subito una controversia rispetto a chi ci impiega dieci anni Il codice di procedura civile in Italia riconosce il tentativo di conciliazione che dovrebbe essere effettuato dal magistrato con la presenza diretta delle parti interessate. Ma finora le conciliazioni a Roma sono un numero irrisorio: in primo luogo perché in qualsiasi sistema di civil law la soluzione standard dei conflitti sarà sempre il giudizio; in secondo luogo perché forse non c’è la certezza di una effettiva parità delle parti. Questo confermerebbe quello che lei ha detto: «La mediazione è una capacità che non è per tutti, né per tutti gli avvocati

né per tutti i giudici». Non tutti hanno una grande capacità di mediazione, né la mediazione è un atteggiamento istintivo di giudici e di avvocati. Sono convinto che la mediazione è una qualità superiore del professionista padrone della materia e delle discipline giuridiche che riguardano, ad esempio, i rapporti reali, rapporti economici, rapporti personali, forte conoscitore delle psicologie che riguardano coloro che hanno un problema da risolvere e che vogliono portarlo davanti a un giudice. Continua pagina 4


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