DNT n° 48/49/50/2000 by Cilenti/Nickles REPORTAGE REPORT

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n° 48-49-50/2000

7-8-9 APRILE 2000

Editors: Domenico Cilenti email: nicocilenti@gmail.com/Joan Nickles email: joannickles@gmail.com

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REPORTAGE

La contro-celebrazione

degli indios brasiliani - Una guerra inutile - Emergenza per il popolo della Mongolia

Brasile

Il Bolshoi in Brasile

La contro-celebrazione degli indios brasiliani

Il celebre teatro di Mosca ha aperto una scuola di danza nel paese sudamericano, dando la possibilità a 100 bambini di studiare gratuitamente

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uecento ragazzini con gli occhi sgranati hanno riempito le sale a specchi della nuova scuola di danza classica che il Bolshoi di Mosca ha aperto a Joinville, in Brasile. Nei suoi 223 anni di storia, è la prima volta che la compagnia del Bolshoi apre una scuola di ballo fuori della Russia. “Mi sembra ancora un sogno, la scuola è meravigliosa”, dice Tatiana Cristina Assumpcao. La piccola allieva, 11 anni, ha il desiderio di trascorrere i prossimi otto ad imparare la danza e magari, un giorno, entrare a far parte della compagnia di ballo più famosa del mondo. Insieme ad altri cento bambini di famiglie povere, attentamente selezionati tra più di 20.000 candidati a Joinville e nella regione, Tatiana studierà gratuitamente. Il Bolshoi, che in russo significa “grande”, è una scuola di danza ma anche una compagnia di ballo e di opera lirica e ha avuto al suo attivo leggende come Maya Plisetskaya, Vladimir Vasiliyev, Irek Mukhammedov e Nina Ananiashvili. In questa piccola cittadina industriale, in cui la popolazione è per la maggior parte di origine tedesca, gli organizzatori della scuola sperano di portare benefici sia al Bolshoi, che può apprendere molto dalla locale cultura del ballo, sia al Brasile. Gli insegnanti del Bolshoi arricchiranno la danza brasiliana con la tradizionale “unità di pensiero, di anima e di corpo in movimento”, più che con le tecniche tradizionali. Vladimir Vasilyev, direttore del Teatro Bolshoi, dice: “Non si tratta solo di indossare un tutù ed imparare le posizioni classiche. Qui i bambini imparano a creare un immagine sul palcoscenico, qualcosa che le altre scuole non danno”. Vasilyev sottolinea che solo pochi allievi raggiungeranno il vertice e solo con un lavoro molto duro. “Solo quelli che si dedicheranno con devozione alla causa, all’arte, potranno rimanere … Saremmo felici se riuscissimo a creare due ballerini di alto livello, darà alla scuola la ragione di esistere”. La tecnica d’insegnamento del Bolshoi è

basata su di un allenamento rigoroso. A parte le lunghe ore di danza, i bambini frequenteranno la scuola regolarmente durante il giorno. Vasilyev dice che il denaro non è l’obiettivo principale dell’iniziativa, anche se il teatro è perennemente in deficit. “Lo facciamo per promuovere l’immagine del nostro teatro e per migliorare il livello culturale qui in Brasile. Una cosa certa è che gli standard del Bolshoi saranno tenuti alti”. “Le iscrizioni a pagamento non sono state coperte tutte, perché il livello generale di quelli che hanno fatto richiesta era piuttosto basso. Abbiamo deciso di lasciare la retta alta per mantenere gli standard del Bolshoi”, dichiara uno dei coordinatori. L’immagine è una questione vitale per il teatro che, dal collasso dell’Unione Sovietica nel 1991, ha dovuto lottare contro le critiche di chi lo ha accusato di essere troppo conservatore o di aver fatto dei cambiamenti sbagliati. Nonostante la sua fama e la sua indiscutibile autorità nel balletto classico in tutto il mondo, il Bolshoi era stato criticato per il ripetersi del suo repertorio classico ma anche per aver messo in scena spettacoli d’avanguardia o nuove versioni dei classici. Una serie di show di compagnie “pirata”, che utilizzavano il nome del Bolshoi per esibirsi nei teatri all’estero, ha contribuito a danneggiare la sua immagine. Ma ora sono stati adottati dei rigidi controlli sull’uso del nome del Bolshoi e il teatro si è assicurato il sostegno dell’UNESCO, che aveva organizzato, per il 28 marzo, la “Giornata internazionale di solidarietà con il Bolshoi”. Mentre ammette problemi economici, Vasilyev nega una crisi generale della compagnia. Gli organizzatori della scuola riconoscono il Brasile come un grande protagonista della danza mondiale. Calderone di centinaia di culture diverse, il paese sudamericano ha dato vita ad un’ampia varietà di danze che hanno contribuito allo sviluppo di altre due branche del balletto, la danza jazz e quella moderna. “A Mosca siamo troppo lontani dalla danza moderna, ma qui impareranno sia la moder-

THINI-A, MEMBRO DELLA TRIBÙ INDIANA FULNICO dello stato di

Pernambuco, in Brasile, fa una pausa di riflessione mentre racconta della sua cultura agli studenti di Rio de Janeiro. Indossando abiti tradizionali, Thini-a, che vuol dire “stella” nella lingua Yathe, sta insegnando ai bambini una versione della storia indigena alternativa a quella ufficiale. L’iniziativa fa parte delle contro-celebrazioni organizzate dagli indigeni brasiliani in occasione dei festeggiamenti del governo per i 500 anni dalla conquista del Brasile.

I nativi del Brasile si preparano per far sentire al mondo la loro voce di protesta contro gli abusi dei “bianchi”, al di là dei festeggiamenti ufficiali del governo

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meno di un mese dalle celebrazioni per i 500 anni dalla “scoperta” del Brasile, un indios di una tribù nomade del nordest sta cercando di insegnare agli studenti di Rio de Janeiro una versione differente della storia ufficiale. Thini-a, che significa “stella” nella lingua indigena Yathe, sta tenendo lezioni a studenti di tutte le età, radunati in un auditorium al centro di Rio. Dipinto con il rosso e il nero e abbigliato con abiti tradizionali, Thini-a ha raccontato della sua vita in una comunità indigena di 3.500 persone e dei sanguinosi scontri con i “bianchi” per la terra e l’acqua. “Io non sto celebrando l’anniversario di 500 anni dalla scoperta del Brasile. Sto denunciando il massacro, le malattie e le aggressioni che arrivarono con i portoghesi. Voglio insegnare a questi bambini, che sono il futuro del Brasile, l’altra parte della nostra storia”. Il governo sta progettando grandiosi festeggiamenti, concerti ed esposizioni storiche per commemorare l’arrivo degli esploratori

portoghesi, il 22 aprile del 1500. Il mese scorso, il presidente Fernando Henrique Cardoso si è recato in Portogallo per partecipare alle cerimonie che hanno celebrato la partenza di Pedro Alvares Cabral, il primo europeo ad approdare sulle coste del Brasile, dopo settimane di navigazione attraverso l’Atlantico. Quando aveva 15 anni, Thini-a lasciò la sua tribù, nello stato di Pernambuco, dopo che gli allevatori uccisero alcuni suoi parenti. Imparò il portoghese e andò all’Università di San Paolo, prima di lanciare il suo programma di educazione alternativo a Rio de Janeiro, con l’appoggio della banca statale Banco do Brasil. Gli sforzi educativi di Thini-a sono solo una piccola parte delle attività che gli indios stanno preparando per l’anniversario, che assumono un tono diverso dalle festività ufficiali. Molti dei 350.000 indigeni che abitano il Brasile, dalla giungla amazzonica alle coste tropicali, si riuniranno per chiedere la soluzio-

ne delle dispute territoriali con i proprietari dei ranch e delle miniere d’oro che li stanno costringendo fuori delle riserve. Altri pensano di unirsi alle tribù della riserva di Coroa Vermelha, dove Cabral approdò reclamando il Brasile alla corona portoghese. Gli indios sperano di attirare l’attenzione del mondo sulla loro causa come fecero i nativi delle colonie spagnole nel 1992, al 500° anniversario della “scoperta” del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo. In quell’occasione, i nativi fecero sentire la loro voce di protesta attraverso le Americhe. “Questo è il tempo di evidenziare realmente i problemi che ancora esistono, non parlare solamente del passato”, dice Thini-a. E il suo messaggio sembra colpire il segno. Gli studenti lo ascoltano entusiasti e si lanciano nell’opportunità di imparare i passi di una danza rituale. “Quale dio preghi?”, chiedono interessati a Thini-a. “In Brasile, ci sono ancora molti indigeni, ma non ce ne rendiamo conto”, dice uno studente sedicenne. “Cambia la tua prospettiva

Salvare l’Amazzonia Il governo del paese sudamericano ha dato il via ad una grande operazione per proteggere la foresta da ulteriori distruzioni

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l Brasile ha lanciato la più grande campagna mai intrapresa per proteggere la vasta foresta amazzonica dal disboscamento e dagli incendi dolosi. Ogni anno, tra aprile ed ottobre, il Brasile è in allerta per gli incendi provocati dai contadini durante il periodo della stagione arida. José Carlos Carvalho, il segretario del ministero dell’ambiente, ha detto che il paese spenderà, quest’anno, 14 milioni di dollari per proteggere l’Amazzonia. La più grande foresta tropicale del mondo rappresenta circa il 50% della biodiversità del pianeta. Misura 7,5 milioni di km quadrati e si estende su nove paesi. “Stiamo lanciando un’operazione di monitoraggio per ridurre i disboscamenti e gli incendi e creare, allo stesso tempo, proposte al-

ternative per lo sviluppo”, ha detto Carvalho. L’operazione includerà 800 ispettori sul territorio, in aggiunta agli elicotteri e alle imbarcazioni che ispezionano l’enorme rete di fiumi amazzonici. La maggiore causa di distruzione della foresta amazzonica è il disboscamento che, solo lo scorso anno, ha annientato circa 56.000 ettari. Senza contare, che nell’ultima stagione arida, sono stati bruciati 11.000 ettari. Spesso gli incendi vengono provocati dai fuochi sfuggiti al controllo dei contadini, che bruciano i loro appezzamenti per prepararli alla stagione successiva di coltivazione. Quest’anno, gli ispettori del governo aiuteranno i contadini a tenere sotto controllo i fuochi.


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