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OSSERVARE, CONTEMPLARE, SPERIMENTARE: DOVE PU\u00D2 ARRIVARE L\u2019UOMO?
Il nome di Leonardo da Vinci evoca nella percezione comune l’immagine del genio. Egli visse in un’epoca in cui – nonostante l’invenzione della stampa, la scoperta del Nuovo Mondo, il Rinascimento, l’Uomo al centro dell’Universo – il divario tra le sue aspirazioni e l’inadeguatezza di mezzi e strumenti a sua disposizione mettono a nudo tutta la sua unicità e la sua grandezza.
Cesare Luporini (La mente di Leonardo) espone questo divario in tal modo: I problemi che egli investiva ed intorno a cui si affaticò – la natura, la scienza, il metodo, l’esperimento, la macchina, il lavoro, il rapporto tra scienza ed arte – rispetto al suo tempo sono problemi carichi di avvenire e che saranno poi decisivi nella formazione del mondo moderno. Leonardo ha precorso i tempi. La fama di Leonardo non ha mai subìto eclissi in 5 secoli di storia del mondo, sebbene Leonardo scienziato sia una scoperta ottocentesca. Infatti per il periodo precedente ci è stato fondamentalmente tramandato un Leonardo artista, studioso delle forme, della luce e dei colori. Ciò ha prodotto una enorme massa di osservazioni relative ai moti delle membra, ai muscoli, alle posture dei corpi che fanno intuire l’infinita cura impiegata da Leonardo nel variare espressioni e movenze, nel fissare l’atto di una figura, nel trasmettere un’armonia, nell’esprimere la passione del suo animo. Studi recenti hanno dimostrato un fatto curioso: il Maestro non era in grado di risolvere operazioni matematiche complesse; inoltre non sapeva leggere testi greci ed è altamente probabile che leggesse i testi latini con l’ausilio di qualche dotto amico. Eppure la grande curiosità di questo uomo, la sua straordinaria capacità d’analisi visiva dei fenomeni naturali, le sue geniali qualità supplirono a queste limitazioni. Leonardo è stato il protagonista di un secolo di profonda e indefessa riflessione intorno all’arte, alla scienza e alla natura. Non ha mai esitato ad imbarcarsi nelle esplorazioni più avventurose perché la natura è piena d’infinite ragioni che non furono mai in isperienza, senza scienza il pittore è come lo specchio che in sé imita tutte le contrapposte cose, senza cognizione d’esse.
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Qualità questa che fa dell’occhio di Leonardo una finestra dell’anima, come egli ebbe a definirlo. Da questo quadro, anche se in sintesi, assieme al suo genio assoluto emerge il suo indiretto ma chiarissimo invito a tutti noi a riscoprire l’arte di un profondo ascolto delle necessità umane che non sono soltanto razionali e visibili ma anche emotive ed etiche.
In Rinascimento Oggi, testo da pochi giorni edito da EGEA, per la prima volta Leonardo e altri Grandi del Rinascimento ci invitano a ritrovare creatività e idee innovative per l’armonia del nostro lavoro e la serenità della nostra vita.
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