Waste 5 Ottobre-Dicembre 2018

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Anno II Ottobre Dicembre 2018

Casa Editrice la fiaccola Srl

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

IL RECUPERO LIQUIDO CHE VALE ORO

RIVOLUZIONE BLU ACQUACOLTURA PER L’ALIMENTAZIONE DEL FUTURO

L’ENERGIA TERMICA ARRIVA DAL VIGNETO BASTA MANDARE IN FUMO RISORSE

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SOMMARIO

ISSN 2610-9069

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Numero 5 Ottobre Dicembre 2018

Direttore responsabile Lucia Edvige Saronni lsaronni@fiaccola.it General Manager Giuseppe Guzzardi gguzzardi@fiaccola.it

Direttore Editoriale Maria Angela Feliciello mfeliciello@fiaccola.it

Acque reflue 8

16 28 34

Rivoluzione blu, nel futuro dell’acquacoltura Il recupero liquido che vale oro. Così gli esausti diventano una risorsa Consumi abbattuti e sabbia quasi scomparsa. Da Venezia la depurazione è virtuosa

46 54

80 82 84

Separazione solido liquido, gravità e forma tubolare

Biowaste 38

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L’energia termica arriva (anche) dal vigneto

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24

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Rifiuti solidi 66 68 72 74 76

Una carezza virtuale all’ambiente per una gestione di processo all’avanguardia Dalle macerie dell’Umbria nasce una visione circolare Darsi delle arie attraverso... le ventole di raffreddamento ad angolazione variabile Il movimentatore progettato per non toccare mai la terra L’Irish Packaging Recycling punta al sensoriale

Potenza diretta nella triturazione a rotazione lenta L’era dei truck elettrici made in Sweden

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Collaboratori Eliana Puccio

Segreteria Ornella Oldani ooldani@fiaccola.it

Impaginazione e progetto grafico Studio Grafico Page Novate Milanese (MI)

Un articolato supertecnologico

Amministrazione Federica Santonocito amministrazione@fiaccola.it

Rivoluzione green con le motorizzazioni a metano liquefatto

Traffico e pubblicità Laura Croci marketing@fiaccola.it

Rubriche

L’Italia conquistata dall’energia naturale La legge, l’urgenza e l’argine costituzionale

Redazione Mauro Armelloni Matthieu Colombo Alberto Finotto Gianenrico Griffini - Responsabile della sezione veicoli e allestimenti Emilia Longoni waste@fiaccola.it

Advertiser e aziende citate News acque reflue: l’acqua depurata che diventa birra, la risorsa fosfosostenibile, anguille stupefacenti e droni ...squali News biowaste: Il treno a idrogeno, da Telstar arriva un rimbalzo... sostenibile, l’olio esausto bene prezioso, mosche amiche agricole News rifiuti solidi: l’arte di riciclare, una carta per salvare il mare, impianti di estruzione crescono, la crociera Plastic Whale

Abbonamenti Mariana Serci abbonamenti@fiaccola.it

Marketing e pubblicità responsabile estero Sabrina Levada slevada@fiaccola.it Agenti Giorgio Casotto T 0425 34045 - F 0425 418955 info@ottoadv.it per Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna (escluse Parma e Piacenza) Trimestrale - LO/CONV/059/2010 Reg. Trib. Milano N. 230 del 19/07/2017 Stampa Tep srl - Strada di Cortemaggiore, 50 Piacenza

ISCRIZIONE AL REGISTRO NAZIONALE STAMPA N.01740/Vol. 18/Foglio 313 21/11/1985 - Roc 32150 Prezzi di vendita abb. annuo Italia abb. annuo Estero una copia una copia Estero

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È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale o parziale di testi, articoli, pubblicità ed immagini pubblicate su questa rivista sia in forma scritta sia su supporti magnetici, digitali, ecc. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati rimane esclusivamente agli autori. Il suo nominativo è inserito nella nostra mailing list esclusivamente per l'invio delle nostre comunicazioni e non sarà ceduto ad altri, in virtù del nuovo regolamento UE sulla Privacy N.2016/679. Qualora non desiderasse ricevere in futuro altre informazioni, può far richiesta alla Casa Editrice la fiaccola srl scrivendo a: info@fiaccola.it Organo di informazione e documentazione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana: numero di iscrizione 15794 Casa Editrice la fiaccola Srl 20123 Milano, Via Conca del Naviglio 37 Tel. +39 02 89421350 Fax +39 02 89421484 fiaccola@fiaccola.it www.fiaccola.com


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IL RECUPERO LIQUIDO CHE VALE ORO

RIVOLUZIONE BLU. ACQUACOLTURA PER L’ALIMENTAZIONE DEL FUTURO

L’ENERGIA TERMICA ARRIVA DAL VIGNETO. BASTA MANDARE IN FUMO RISORSE

IN COPERTINA

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POST SISMA 2016 LE MACERIE UMBRE DIVENTANO PRODOTTI CERTIFICATI CE

L’impianto che vedete nella foto è un capolavoro tecnologico. Si tratta di un modulo di evaporazione a triplo stadio realizzato da Eco-Techno per Agiltek, azienda manifatturiera specializzata in prodotti per l’elettronica e il settore agricolo. Con questo impianto, i liquidi e le sostanze esauste derivanti dal processo di produzione risorgono come materia prima. A scarto zero. ECO-TECHNO SRL Via del Lavoro 42 20874 Busnago MB Tel. +39 039 6095-958 Fax +39 039 6820-584 info@eco-techno.it www.eco-techno.it

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EDITORIALE

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

LA RIVOLUZIONE DELLE OCCASIONI PERDUTE

Vivere e produrre con più coscienza è diventato finalmente uno slogan di moda. Non solo slogan e non solo di moda, per nostra fortuna. In Italia, le aziende che investono nelle tecnologie green raggiungeranno presto quota mezzo milione, coprendo il 30% del totale nazionale, con un aumento dei posti di lavoro legati all’economia verde ma, secondo le statisiche, la sfida è ancora più ambiziosa.

In Europa, la bioeconomia conta per il 10% del Pil e la matrice di sviluppo si sta spostando sui settori delle bioplastiche e del compost, con ricadute sensibili sull’agricoltura e sul più diversificato ambito industriale. Se le dinamiche della raccolta differenziata hanno ormai preso il largo, a impressionare oggi è l’onda impetuosa dei rifiuti organici. Si tratta di un flusso inarrestabile che può portare molto lontano nella produzione di nuovi materiali, di oggetti inediti e di energia. Anche l’Italia c’è in questa sfida globale, ma ha bisogno di un sostegno maggiore da parte delle istituzioni pubbliche e, soprattutto, della politica a ogni livello. Servono piani nazionali adeguati che favoriscano la creazione di filiere e processi basati su impianti innovativi, con imprenditori che abbiano il coraggio di rischiare per il futuro del Paese. Cosa può costituire una vera rivoluzione, in questo senso? Il pensiero mi riporta a un modello sociale ed economico che, a mio giudizio, riveste un ruolo ancora cruciale: la realtà pubblica degli enti locali. Queste rappresentanze amministrative del territorio possono, ad esempio, chiudere (e in certi casi l’hanno già fatto), l’anello di filiera della frazione organica dei rifiuti, costituendo un network virtuoso di consorzi e aziende specializzate nella raccolta, nel pretrattamento e nella trasformazione della materia. Sarebbero in grado di produrre e commercializzare in proprio (con il concorso dei privati e delle potenzialità di ricerca delle università) un compost d’eccellenza, oppure energia e biometano per reti di servizio e flotte di veicoli del trasporto pubblico e ancora, trasformare i fanghi civili in ammendante agricolo di qualità, riportando fertilità terreni agricoli impoveriti e inutilizzati da tempo. A questo sogno sostenibile serve però un grande impegno pubblico su base locale, con iter autorizzativi rapidi per gli insediamenti degli impianti, seguiti da incentivi efficaci, da investimenti e formazione costanti. Così il futuro italiano potrà trasformarsi in una rivoluzione pacifica e concreta che rimetta al centro delle nostre vite la terra, il suo rinnovamento, la rinascita dalle ceneri di un passato che, finalmente, non muore. Un passato che non sarà mai più un rifiuto da buttare, con malcelata noncuranza, nel vecchio cassonetto delle occasioni perdute. Maria Angela Feliciello Ottobre Dicembre 2018


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ACQUE REFLUE

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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Rivoluzione blu

L’acquacoltura del futuro sarà la fonte primaria di alimento per la popolazione. Dovrà quindi essere responsabile ed ecosostenibile, in grado di fornire alimenti di alta qualità, seguendo le richieste dei consumatori e dei mercati, sviluppandosi in armonia con l’ambiente Prof. Ike Olivotto, Università Politecnica delle Marche Dr. Ivan Tortarolo, specialista trattamento acque Prof. Elena Selli, Università degli Studi di Milano

L’

acquacoltura rappresenta ad oggi un settore in forte espansione e una fonte primaria di alimento per la popolazione globale. Il continuo aumento della popolazione e la sempre maggiore richiesta di alimenti, ha fatto sì che uno degli obiettivi della Comunità Europea fosse proprio il miglioramento dei si-

stemi produttivi di questo settore. Nel prossimo decennio l’acquacoltura dovrà, infatti, essere sostenibile e competitiva, in grado di fornire alimenti nutritivi di alta qualità, dovrà crescere e diversificarsi, in linea con le richieste dei consumatori e dei mercati, adattandosi ai cambiamenti climatici e soprattutto, sviluppandosi Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

in armonia con l’ambiente e con la società. Tutto questo potrà accadere migliorando le conoscenze sul mantenimento e il benessere degli organismi allevati e affinando la tecnologia necessaria alla loro produzione. In particolare, grande interesse è oggi rivolto sia alla produzione di alimenti Ottobre Dicembre 2018

FOCUS ON

ACQUE REFLUE

che esplorano il possibile impiego di nuovi ingredienti, sia alla riduzione dell’impatto ambientale delle pratiche di allevamento. E’ infatti noto che, per l’allevamento di specie ittiche carnivore, le diete fornite devono presentare un elevato ed adeguato contenuto proteico, che spesso però, a causa del rilascio dell’azoto nell’ambiente

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acquatico, causano un importante impatto ambientale. Allo stesso tempo le tecniche di allevamento intensivo, in alcuni casi, possono favorire lo sviluppo di patologie che, potenzialmente, contaminano l’ambiente naturale. Pertanto, obiettivi primari della comunità scientifica sono lo sviluppo di nuovi ingredienti più sostenibili per i mangimi (che esplorano nuovi ingredienti provenienti dai bassi livelli trofici, oltre a micro e macro alghe o ingredienti prodotti secondo il concetto di economia circolare e insetti), un controllo più attento e sostenibile di eventuali patologie e un miglior trattamento delle acque reflue al fine di abbattere i composti di scarto degli impianti. Le acque di scarto degli impianti sono spesso ricche feci dei pesci e cibo non consumato, contribuendo pertanto al rilascio in ambiente naturale di grandi quantità di composti organici contenenti azoto e fosforo. L’azoto organico è potenzialmente tossico per gli organismi acquatici, soprattutto nella forma di ammoniaca o ammonio. In particolare, l’ammoniaca è molto tossica per i pesci poiché la sua natura lipofilica ne facilita notevolmente il passaggio attraverso le membrane cellulari. Ammoniaca ed ammonio causano nei pesci, lo sbilancio del gradiente elettrochimico a livello del sistema nervoso centrale, inibiscono la formazione del muco protettivo a livello delle branchie e spesso alterano il pH intracellulare. Pertanto, i livelli di ammoniaca tollerati dai pesci sono solitamente estremamente bassi (0.025 mg L-1).


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Sotto: Particolare di impianto di acquacoltura a ricircolo

La maggior parte degli impianti di acquacoltura si basa oggi su sistemi aperti, dove l’acqua viene prelevata da un bacino naturale, pompata attraverso le vasche di allevamento e successivamente restituita al bacino di partenza. Questi sistemi sono molto efficaci nel mantenere bassi i livelli di composti azotati nelle vasche dei pesci, ma richiedono l’utilizzo di ingenti volumi d’acqua che, una volta impiegati, vengono spesso restituiti al bacino donatore, arricchiti di grandi quantitativi di composti organici che possono quindi impattare l’ambiente

naturale. Pertanto, una delle priorità della ricerca scientifica è proprio quella di individuare sistemi di trattamento delle acque al fine di abbattere, almeno parzialmente, il contenuto di composti organici. La soluzione più classica, ad oggi adottata, è rappresentata dai sistemi a ricircolo nei quali l’acqua è impiegata più volte e per un lungo periodo, grazie alla presenza di sistemi di purificazione basati su filtraggi meccanici, biologici e di sterilizzazione. Mentre il filtraggio meccanico rimuove le particelle in sospensione nel-

l’acqua, il filtro biologico agisce grazie alla presenza di specifici batteri del ciclo dell’azoto che ossidano l’ammoniaca in composti via via meno tossici per i pesci ed accumulabili a concentrazioni più elevate. In particolare, l’ammoniaca è inizialmente ossidata a nitriti, i quali sono poi ossidati a nitrati. Lo ione nitrato risulta essere poco tossico per i pesci. Ad oggi la filtrazione biologica rappresenta un metodo efficiente per la conversione di composti azotati tossici in composti meno tossici. Tuttavia presenta degli svantaggi non indifferenti. Ottobre Dicembre 2018


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In primis, tutti i sistemi a ricircolo devono subire dei cambi d’acqua ciclici (e questo non azzera il problema dell’impiego d’acqua negli allevamenti e nemmeno il rilascio di azoto in ambiente acquatico, in questo caso sottoforma di nitrato); secondo: la filtrazione biologica richiede spazio (in termini di volume filtrante) e manutenzione; terzo: questa dipende da diversi fattori come il pH, la temperatura, l’ossigeno disciolto e le specie batteriche presenti rendendola facilmente soggetta a variazioni di efficienza. Oggi l’obiettivo principale del settore dell’acquacoltura resta comunque lo sviluppo di sistemi innovativi in grado di convertire tutto l’azoto organico in azoto molecolare non tossico (gassoso). La fotocatalisi come alternativa sostenibile Recentemente, la degradazione fotocatalitica di inquinanti delle acque e dell’aria su ossidi semiconduttori, ha suscitato un interesse progressivamente crescente come metodo di ossidazione avanzata, in grado di condurre alla totale rimozione di inquinanti organici mediante la loro completa mineralizzazione a CO2 e acqua. Questa tecnologia si basa sul fatto che, con l’utilizzo di materiali a base di semiconduttori, in grado di assorbire radiazione luminosa, vengono prodotte specie ossidanti che possono portare alla completa mineralizzazione ossidativa di inquinanti organici. Infatti, a seguito di assorbimento di radiazione (luce visibile e ultravioletta) da parte di materiali fotocata-

ganiche che, a contatto con molecole di acqua, L’obiettivo primario in acquacoltura portano alla formazione di è lo sviluppo di sistemi innovativi in grado radicali ossidrili e altre specie radicaliche ossidi convertire l’azoto organico in azoto danti, in grado di attaccare molecolare non tossico (gassoso) i composti organici (in particolare quelli aromatici), litici con caratteristiche di semiconproducendo la rottura degli anelli aroduttori, si ha lo sviluppo di elettroni matici e, in generale, trasformando dalla banda di valenza a quelle di le sostanze organiche in CO2. I maconduzione, con conseguente forteriali fotocatalitici sono principalmazione di lacune nella banda di vamente a base di biossido di titanio, lenza del materiale. che, grazie al suo basso costo, all’eleTali lacune elettroniche costituiscono vata foto attività e alla stabilità chimisiti ossidanti per molte sostanze orca costituisce tuttora, con le sue moOttobre Dicembre 2018


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A sinistra: l’allevamento di pesci (esempio trote) richiede acqua a flusso continuo. L'acqua viene quindi restituita al bacino, spesso ricca di composti azotati. L’eventuale applicazione del sistema fotocatalitico potrebbe efficientemente ridurre questa problematica.

dificazioni superficiali e massive, il materiale principe per questo tipo di applicazioni. La fotocatalisi con semiconduttori è stata recentemente utilizzata con successo anche nell’abbattimento dell’azoto ammoniacale, in un reattore a ricircolazione, dotato di lampada interna. È stato dimostrato che sotto irraggiamento con luce ultravioletta in presenza di biossido di titanio, utilizzando le stesse lampade in uso per la sterilizzazione del sistema, una serie di trasformazioni chimiche che avvengono in serie e in parallelo, portano Ottobre Dicembre 2018

alla formazione di prodotti differenti, con la conversione dell’ammoniaca in specie azotate ossidate, quali gli anioni nitrito e nitrato, e anche, in opportune condizioni di pH e di ricircolo all’interno del fotoreattore, in azoto molecolare gassoso. Quindi l’azoto ammoniacale è stato trasformato con successo in un composto gassoso totalmente innocuo, che si libera dal reattore e si mescola all’azoto atmosferico. Studi recenti hanno evidenziato le eccellenti prestazioni del reattore fotocatalitico a ricircolazione nell’eliminazione dell’azoto ammoniacale,

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dimostrando al contempo, la totale assenza di controindicazioni e danni nella cultura dei pesci. I principali vantaggi nell’utilizzo di questa tecnologia rispetto ai tradizionali filtri biologici possono essere così riassunti: capacità di resistere a variazioni, anche significative, di carico organico; efficienza di trattamento delle acque con risultati qualitativi elevati e costanti; durata pressoché illimitata del sistema catalitico; facilità d’installazione; spazi ridotti rispetto ai filtri tradizionali; eliminazione di problemi legati alla gestione degli impianti biologici (manutenzione ridotta alla sola sostituzione della lampada a raggi UV ed eventuali pulizie periodiche dei pre-filtri meccanici; riduzione dei consumi energetici e della carica microbica e della formazione di alghe. l


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Ike Olivotto è professore associato di Acquacoltura e Citologia ed Istologia presso l’Università Politecnica delle Marche. Autore di circa 60 pubblicazioni scientifiche ha partecipato a numerose conferenze a congressi internazionali (h-index 22). Da diversi anni si occupa del benessere e la riproduzione dei teleostei. Negli ultimi anni l’interesse del gruppo di ricerca si è anche focalizzato sull’impiego di farine di insetti nell’alimentazione dei pesci. Ivan Tortarolo è un libero professionista che si occupa da molti anni di trattamento delle acque svolgendo in tale settore anche attività di consulenza per Tribunali e Procure della Repubblica. Da alcuni anni segue la realizzazione di impianti fotocatalitici per il trattamento delle acque negli acquari e nell’acquacoltura. È autore di una pub-

blicazione sul tema dell’impiego della foto-catalisi in acquacoltura ed ha partecipato ad uno studio universitario relativo all’applicazione della tecnologia foto-catalitica per il trattamento dell’acqua marina. Elena Selli è professore ordinario di Chimica Fisica presso l’Università degli Studi di Milano e attualmente Presidente della Divisione di Chimica Fisica della Società Chimica Italiana. Autore di circa 180 pubblicazioni scientifiche e di conferenze a congressi internazionali (h-index 42), da molti anni si occupa dello studio di materiali e dei processi fotocatalitici, nonché dello sviluppo di dispositivi fotocatalitici per l’abbattimento degli inquinanti dell’acqua e dell’aria e per la conversione dell’energia solare in energia chimica (produzione di cosiddetti solar fuels).

Bibliografia

Randazzo, Basilio, Chemello, Giulia, Tortarolo, Ivan, Chiarello, Gian Luca, Zalas, Maciej, Santini, Alessandra, Liberatore, Margaret, Liberatore, Marco, Selli, Elena, Olivotto, Ike (2017). A Novel Photocatalytic Purification System for Fish Culture. Zebrafish, vol. 14, p. 411-421, ISSN: 1545-8547, doi: 10.1089/zeb.2017.1448 Ottobre Dicembre 2018


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Il recupero liquido che vale oro In Agiltek, grazie a Eco-Techno gli esausti diventano una risorsa. Perché lo scarto è zero di Antonio Orlandi* e Andrea Gobbo

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egli ultimi anni il concetto di ZLD “Zero Liquid Discharge” è stato utilizzato e forse abusato per descrivere i processi di trattamento liquidi e solidi in grado di non produrre uno scarto ma di rendere riutilizzabili i diversi stream. Infatti il termine ZLD viene spesso ampliato indicando soluzioni

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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in grado di recuperare solo una parte delle acque. In realtà, soluzioni a recupero totale sono purtroppo molto rare. Però recentemente, presso la società Agiltek Srl, è stato raggiunto questo ambito traguardo, permettendo all’azienda di compiere un grande balzo in avanti nel proprio business.

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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

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Per i test preliminari, durati 20 giorni, è stato utilizzato un impianto pilota a doppio stadio, alimentato a vapore. Una prerogativa di Eco-Techno è quella di poter disporre di più impianti pilota per eseguire i vari test.

Fase del test pilota: sali di cloruro di ammonio depositati sulla parete della centrifuga, sistemata a valle. Nell'impianto installato presso Agiltek un tamburo rotante spinge i sali all'esterno, mentre la fase liquida viene ulteriormente concentrata dall'impianto di evaporazione.

Un incontro tecnologico Agiltek è un'azienda italiana con stabilimento in Gattinara (VC), specializzata nella produzione di prodotti destinati al settore dell’industria elettronica e al settore agricolo. Dal gennaio 2016 si è consolidata come leader a livello europeo nella produzione di liquido di incisione ammoniacale per le aziende produttrici di circuiti stampati. Questo liquido è destinato, oltre al mercato italiano, a quello spagnolo, francese, sloveno e tunisino. Il recupero del liquido esausto, derivante dall’incisione del rame dei circuiti stampati e di altri esausti acidi a base rameica, garantisce una produzione annua di prodotti chimici (ossicloruro di rame, miscela bordolese e idrossido di rame), destinati all’agricoltura. Agiltek ha valutato la possibilità di recuperare ammonio cloruro dalle acque reflue derivanti dai propri processi produttivi, conducendo prove di laboratorio coOttobre Dicembre 2018

ordinate dal Dr. Ferruccio Baroni. Queste hanno confermato la validità del progetto, consentendo di trasformare un costo in una opportunità economica. Per svolgere compiutamente questa attività però Agiltek aveva bisogno della collaborazione di un partner in grado di concretizzare il processo. In questa ottica è stata individuata Eco-Techno Srl, un'azienda Italiana leader nella progettazione e produzione di evaporatori e concentratori sottovuoto. Il principio dell’evaporazione è il fulcro di questo processo che, come vedremo, integrandolo ad altre tecnologie, ha permesso di trasformare un attuale costo di trattamento e smaltimento in un valore produttivo, così da poter generare materie prime fino ad oggi ac-

Disegno esecutivo 3D delle colonne di evaporazione sottovuoto dell'impianto Eco-Techno.

quistate esternamente. Come abbiamo detto, tra le attività di Agiltek, una delle più importanti è la produzione di una soluzione a base di NH4Cl (ammonio cloruro) utilizzata nel


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ACQUE REFLUE

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Le fasi del processo nel segno dell’automatizzazione Grazie al sistema Eco-Techno, si attua il processo con un unico impianto di evaporazione a triplo stadio e una centrifuga a valle. Queste le principali fasi: Le acque esauste da trattare, variabili tra 80 e 100 m3/giorno, vengono inizialmente stoccate regolandone il pH con aggiunta di HCl (per ridurre al minimo la presenza di ammoniaca libera e agevolare la formazione di sali) e poi filtrate per togliere le impurità grossolane. Queste,stoccate in un successivo polmone, sono poi aspirate automaticamente dall’Evaporatore Sottovuoto che produce due stream: un condensato e un concentrato. Il primo di fatto è acqua con una conducibilità portata da 180.000 μS/cm della soluzione di partenza a meno di 400; il secondo è una soluzione contenente l’ammonio cloruro (in maggior parte precipitato) arrivando addirittura al 38% in peso. Questa salamoia viene quindi stoccata pronta per essere separata tramite centrifugazione. Il condensato, prima di essere riutilizzato, viene passato su un impianto a Osmosi Inversa a doppio stadio in grado di restituire un’acqua totalmente dissalata con meno di 5 μS/cm, riutilizzabile in produzione. La centrifuga a valle dell’Evaporatore permette di ottenere circa 6.000 kg

di NH4Cl al giorno con un’umidità residua non superiore al 5%. Il sale prodotto viene stoccato in big-bag pronto per essere reimpiegato come materia prima. La fase liquida derivante dal processo di centrifugazione viene invece stoccata in un serbatoio dedicato e ancora concentrata ulteriormente dall’impianto di Evaporazione Eco-Techno. Tutto il sistema è stato progettato per limitare il personale di Agiltek alla sola supervisione del sistema, automatizzando completamente tutte le sue fasi. A livello di consumi, l’impianto a triplo stadio riduce al minimo il fabbisogno energetico. Inoltre per rendere tutto il processo ancora più efficiente, sono stati attuati recuperi termici tramite scambiatori di calore sia sull’alimentazione del prodotto in ingresso sia sul concentrato ottenuto, riducendo i consumi complessivi di un ulteriore 10% circa. Ciò a testimonianza del fatto che il progetto sia 100% ZLD, Agiltek ha ridotto alle sole acque piovane lo scarico al depuratore consortile, dopo opportuno trattamento. Praticamente con il recupero interno dell'acqua Agiltek preleverà in un anno circa 20.000 m3 di acqua in meno dall'acquedotto, mentre il recupero del liquido esausto con questo impianto garantirà una produzione di prodotti chimici fino ad oggi acquistati esternamente, trasformando il precedente costo di smaltimento in un valore produttivo.

Il layout in 3D che ha permesso la definizione degli spazi e il posizionamento dell'intero impianto nell'area scelta da Agiltek . Quest'area, una grande vasca chiamata “la piscina”, in precedenza raccoglieva i reflui del precedente impianto di trattamento.

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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

ACQUE REFLUE

Foto dei campioni rappresentativi del processo (da sinistra a destra): soluzione talquale destinata al trattamento; distillato e concentrato ottenuto dal processo di evaporazione; cloruro di ammonio in cristalli estratto dalla centrifuga.

processo di produzione dei circuiti stampati. Il servizio offerto ai clienti, oltre alla fornitura di questa soluzione, contempla il ritiro della soluzione esausta. Fino ad oggi l’azienda smaltiva questi volumi, dopo il recupero del rame, trattandoli e depurandoli internamente con

un processo chimico-fisico e successivamente scaricando il liquido in un depuratore consortile. Risultato scarico zero Il progetto sviluppato insieme ad EcoTechno ha permesso di raggiungere

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effettivamente il traguardo dello scarico zero, trasformando questi esausti in nuove materie prime. Vediamo come. La soluzione esausta ritirata da Agiltek, ha un contenuto in rame di circa 140 g/l, un altro di NH4Cl di circa 130 g/l e una minima parte di altre sostanze. Dopo il recupero del metallo rame, portando in concentrazione la soluzione derivante con il sistema di evaporazione sottovuoto Eco-Techno, si supera abbondantemente il grado di saturazione di ammonio cloruro in acqua, provocandone la sua precipitazione sottoforma di cristalli. L’obiettivo raggiunto ha permesso quindi di ottenere due ulteriori stream. Il primo è l’acqua destinata al riutilizzo in stabilimento, il secondo costituito da ammonio cloruro in cristalli anch’esso totalmente riutilizzabile come materia prima. La tecnologia scelta da Eco-Techno per attuare questa separazione è di tipo termico a multiplo effetto a circolazione forzata. Tra le numerose tipologie di evaporatori realizzate dall’azienda lombarda, questa è sicuramente ciò che la contraddistingue maggiormente dal resto del mercato. L’impiego combinato del multiplo effetto e della circolazione forzata, permette di raggiungere elevatissimi fattori di concentrazione senza i problemi di incrostazioni e calo di resa dei classici scambiatori immersi (a serpentina e soprattutto a piastre) legati alla formazione dei solidi. In questo caso, La fase di montaggio dell'impianto nello stabilimento produttivo Eco-Techno.

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ACQUE REFLUE

FOCUS ON

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Nelle prime due immagini (dall’alto): il sito produttivo di Eco-Techno dove è stato costruito l’impianto per Agiltek; stabilimento Eco-Techno: l’impianto è completato ed è pronto per essere smontato e consegnato ad Agiltek.

l’obiettivo era proprio quello di concentrare il più possibile limitando i costi energetici del processo di evaporazione. Per chiarire meglio il processo riportiamo i concetti espressi da Silvio Biancotto, responsabile tecnico-commerciale di Agiltek: “Eco-Techno è stata scelta poiché, grazie al suo sistema, si è potuto raggiungere il risultato finale eliminando un passaggio. Altre aziende, infatti, proponevano soluzioni a tre passaggi: una prima concentrazione della soluzione con impianti classici (scambiatore immerso), una super concentrazione a valle con sistemi raschiati e una separazione finale solido-liquido tramite centrifugazione. Ma sia a livello di investimento economico che energetico, queste soluzioni sono state giudicate troppo onerose.” Descrivendo alcune fasi progettuali e di realizzazione dell’impianto, Silvio Biancotto ha fornito alcuni dettagli importanti relativi ai materiali impiegati. “Eco-Techno inoltre ha avuto un approccio progettuale molto analitico - continua Silvio Biancotto - Dopo accurati esami di laboratorio testati su un campione di esausto, la soluzione proposta è stata quellaci di costruire l'impianto con materiali molto resistenti ai cloruri,anA sinistra, l’impianto installato nella sede di Agiltek, posizionato in modo da ottimizzare gli spazi.

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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

ACQUE REFLUE

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Un particolare della torre di raffreddamento e del generatore di vapore. In questo impianto il vapore generato riscalda solo il primo dei tre moduli. Gli altri due sono riscaldati gratuitamente, riducendo in questo modo a circa un terzo il costo energetico.

Il pannello di controllo e monitoraggio dell'impianto di Evaporazione Sottovuoto e delle principali utilities. Tutte le fasi sono completamente automatizzate.

La zona di camminamento che consente di ispezionare l'interno dei vessel evaporativi.

che se costosi, come la lega super duplex SAF 2507 o la vetroresina per alcune parti della circolazione idraulica. Successivamente la sperimentazione è proseguita su un impianto pilota in scala ridotta, il cui test - durato 20 giorni - è avvenuto sempre in nostra presenza. L'utilizzo di materiali nobili, un'attenzione particolare sulla Ottobre Dicembre 2018

componentistica e altri importanti dettagli costruttivi saranno in grado di assicurare all'impianto una vita elevata.” La sinergia tra aziende come chiave del rilancio L’industria manifatturiera del nostro Paese ha da sempre ricoperto un ruolo di prim'ordine a livello europeo e

mondiale. Molte tecnologie italiane, soprattutto in ambito ambientale, sono la prova tangibile che l’Italia ha una capacità primaria di innovare e produrre tecnologia. Agiltek, come molte altre realtà italiane, ha saputo progredire con successo realizzando con Eco-Techno un progetto tanto ambizioso quanto innovativo. Questo esempio dimostra che per un rilancio della nostra economia produttiva è auspicabile una sapiente sinergia tra chi intende veramente innovare e chi sa offrire le soluzioni adatte a tale scopo. Occorre solo la giusta informazione. l


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FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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RIFIUTI SOLIDI

Manutenzioni, la gestione totale con un unico sistema

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La realtà importante di Beton Asfalti (Cis, TN) si è affidata alla tecnologia Ma-estro per l’implementazione del sistema Q-Maintenance, acquistato all’inizio del 2017

volte un cambiamento è necessario e può risolvere definitivamente il disordine e la disfunzionalità che creano un muro all’efficienza di processo nei centri produttivi. Il caso che vi sottoponiamo è quello della Beton Asfalti di Cis (TN). Prima di adottare la soluzione tecnologica di uno specialista come Maestro, le manutenzioni ordinarie e straordinarie venivano trascritte su un registro cartaceo e successivamente su fogli Excel. Nonostante l’azienda fosse passata a una soluzione informatica, spesso i dati sfuggivano comunque a una puntuale gestione, a un controllo puntuale e a qualsiasi uniformità.

Soluzione puntuale, irreprensibile e tecnologica Era necessario quindi un sistema che fosse: semplice, intuitivo, chiaro, comodo e che permettesse davvero a qualsiasi operatore di poter inserire, modificare e gestire le manutenzioni (ordinarie, straordinarie, controlli di qualità e così via). Q-Maintenance è stato la soluzione. Il software studiato, progettato e realizzato da Ma-estro è nato da un’esigenza interna per la geOttobre Dicembre 2018

stione delle manutenzioni ed è adatto per ogni realtà industriale. Questo strumento consente non solo di gestire le manutenzioni con la semplicità di un normale scadenziario, ma permette di inserire i costi, stampare dei report dettagliati, allegare file in qualsiasi formato e visualizzare chi ha effettuato l’intervento. È disponibile in due soluzioni: una solamente software, l’altra con l’aggiunta di una centralina per ogni macchinario, in modo tale da monitorare il reale ciclo di vita della macchina. Il prodotto è compatibile con qualsiasi gestionale e macchinario. Un sistema smart apprezzato dal personale Grazie a questo sistema unico per la gestione delle manutenzioni è stato possibile non solo gestire le semplici manutenzioni con i relativi costi ma soprattutto è stato fornito uno strumento che facilitasse l’approccio per qualsiasi operatore, con differenti conoscenze e competenze. È stata im-

postata insieme al personale operativo una logica di programmazione delle manutenzioni, in modo tale da ridurre al minimo indispensabile le manutenzioni straordinarie, abbattendo i costi di gestione.“Gli operatori, solitamente sono ostici nell’utilizzare nuove tecniche o nuovi programmi rilevano i responsabili dell’impianto Beton Asfalti - Con Q-Maintenance, invece, l’approccio positivo è stato incredibile! Non hanno trovato la minima difficoltà. Il programma è facile, intuitivo, essenziale ed è nato da un’esperienza diretta. Noi e Ma-estro, quindi, parliamo la stessa lingua. il loro staff tecnico ha compreso appieno le nostre esigenze portando nella nostra azienda il valore di un ottimo prodotto”. l


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ACQUE REFLUE

NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

A cura di Eliana Puccio

Fosfosostenibile

n Recuperare una risorsa preziosa per proteggerne un’altra. Si tratta di Crystal Green, un fertilizzante amico dell’ambiente commercializzato dall’azienda canadese Ostara, con sede a Vancouver, nel settore dell’agricoltura e orticoltura. Il progetto nasce per iniziativa del Dott.Mavinic attivo presso l'Università della Columbia britannica (UBC). In cosa consiste? Dagli scarichi delle fognature viene prelevato il fosforo che altrimenti

si accumulerebbe negli impianti di depurazione delle acque, in forma di concrezioni cristalline di 'struvite', provocando dannose incrostazioni. Il fosforo recuperato viene trasformato in fertilizzanti a rilascio continuo ecologico. Tale processo, inoltre, consente anche di risparmiare sui costi chimici e ridurre i carichi di fanghi. Il fosforo raccolto dall'impianto di Portland viene confezionato dalla società Ostara e venduto come il 'fertilizzante verde', ovvero Crystal Green.

Un bene primario

n Lo scorso settembre il Polo Bioscientifico dell’Università di

Che birra! Acqua di scarico riciclata che diventa birra. Non è uno scherzo, ma succede davvero. Stiamo parlando di PU:REST, la nuova birra lanciata in un birrificio di Stoccolma. L’acqua, proveniente da Hamarby Sjöstadsverk, e trattata in una lunga catena di passaggi di depurazione, è stata prodotta dal New Carnegie Brewery in collaborazione con lo Swedish Environmental Research Institute (IVL) e Carlsberg. Non si sono fatti attendere i commenti sui social media dove è stata ironicamente soprannominata “birra

Catania ha ospitato il convegno intitolato “Il riuso delle acque reflue urbane in Sicilia: esperienze e prospettive”. L’incontro è stato organizzato dal rettore Francesco Basile con la presenza di alcuni esperti del settore per discutere sulla possibilità di recuperare le acque reflue depurate di circa 80 impianti di trattamento nell’ambito delle aree irrigue attrezzate dei consorzi di bonifica della Sicilia. Il volume

alla cacca”. L’azienda ha voluto lanciare un messaggio ben preciso: è possibile bere acqua riciclata. Si tratta, dunque, di affrontare una vera e propria sfida psicologica che vada contro pregiudizi sia salutari sia morali. PU:REST è in vendita in tutta la Svezia dallo scorso 2 luglio.

di acque reflue in questione è pari a 160 milioni di metri cubi per anno, sufficiente a soddisfare il fabbisogno richiesto. L’utilizzo delle acque reflue urbane in agricoltura è infatti un fattore indispensabile per scongiurare la carenza di risorse idriche, particolarmente nel Sud Italia, e soprattuto dopo i ciclici periodi di siccità che hanno interessato il nostro Paese nell’ultimo decennio. Ottobre Dicembre 2018


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ACQUE REFLUE

NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Anguille ‘stupefacenti’

n Anguille europee in pericolo. Da un’indagine dell’Università di Napoli Federico II, pubblicata su Science of the Total Environment, è emerso che concentrazioni di droghe presenti nell’acqua dei fiumi potrebbero influire negativamente sugli ecosistemi acquatici. L’anguilla è un pesce diffuso nelle acque dolci, salmastre e marine con un ciclo riproduttivo abbastanza complesso. Ai fini del test, i ricercatori ne hanno

Pioppi depurativi Acque contaminate? Niente paura, ci pensano i… pioppi. Un team composto da Luca Sebastiani, direttore dell'Istituto di Scienze della vita della Scuola superiore Sant'Anna di

Pisa, Erika Carla Pierattini, Alessandra Francini (della stessa scuola), Christian Huber e Peter Schröder, del Centro Helmoltz, ha svolto e pubblicato su Science of the Total Environment una ricerca

immerso un campione in acqua contenente basse concentrazioni di cocaina (20 milionesimi di milligrammi per litro) per 50 giorni consecutivi. Dai risultati emersi le anguille sembravano avere un comportamento

per dimostrare il potere nascosto che hanno queste piante arboree (Populus alba clone Villafranca). A quanto pare, i pioppi bianchi possiedono delle proprietà in grado di captare metalli pesanti e altre molecole e di ‘catturarli’ all'interno delle loro radici. Lo studio si è concentrato

iperattivo, nonostante mostrassero lo stesso stato di salute generale delle anguille che non erano state immerse in acqua contaminata. Le droghe, infatti, potrebbero renderle incapaci di riprodursi.

su alcune molecole, come il diclofenac, composto farmaceutico presente nei farmaci antinfiammatori non steroidei, frequente nelle acque nere dei centri abitati, anche in seguito al processo di depurazione. Il pioppo assorbe nei tessuti questa molecola e la immobilizza.

L’obiettivo è quello di affiancare agli impianti di depurazione delle zone coltivate a pioppo in modo da impedire la diffusione delle molecole inquinanti. Lo step successivo sarà affiancare al ruolo delle piante quello di microrganismi che aiutino la degradazione delle molecole. Ottobre Dicembre 2018


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NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Droni... squali

n Grazie all’avanzamento della tecnologia al giorno d’oggi è possibile anche spolverare, in superficie, le acque da ogni genere di rifiuto. A pensarci è un drone “squalo”. Il temuto nemico delle acque reflue si chiama Waste Skark. Il drone spazzino è un’idea dell’azienda olandese RanMarine. Come funziona? Viene telecomandato a distanza o tramite navigazione per waypoint per raccogliere

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ACQUE REFLUE

sigarette, plastica, fazzoletti di carta. Ma anche la sporcizia normale come alghe o ramoscelli. Una volta pieno di rifiuti, waste shark torna a riva per svuotare il carico e ripartire. Sicuramente un modo divertente, creativo ed efficace per combattere uno dei problemi che affligge l’ambiente che ci circonda: l’inquinamento del mare. Dopotutto, mica dobbiamo vederli soltanto volare per i cieli del mondo, benvengano idee come queste se possono aiutarci a risolvere il problema.

Lombrichi amici Acqua pulita grazie a lombrichi e pulci. Una scoperta che potrebbe aiutare milioni di persone che vivono in aree remote del mondo, completamente prive di servizi igienicosanitari. Gli scienziati che lavorano a un progetto chiamato “Innoqua” (ideato presso il National University of Ireland) stanno sviluppando

biofiltri che utilizzano creature viventi per filtrare l'acqua, come lombrichi (Daphnia). Questi rompono il fango che ostruisce i filtri negli impianti di depurazione.

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ACQUE REFLUE

CASE HISTORY

Consumi abbattuti e sabbia quasi scomparsa

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Nell'impianto di Cavallino, di fronte alla laguna di Venezia, l’utilizzo di nuovi mixer in denitrificazione ha ridotto dell'80% i consumi energetici ed eliminato i depositi di sabbia sul fondo delle vasche

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Maria Angela Feliciello

mila il numero di abitanti che la penisola Cavallino Treporti ospita in estate, contro i 20mila della stagione invernale

4 sono le linee di trattamento biologico del depuratore, composto da 4 vasche di denitrificazione e 4 vasche di nitrificazione, funzionanti a pieno regime solo nella stagione estiva

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a penisola di Cavallino Treporti si estende, per 15 km, tra la laguna di Venezia e il mare Adriatico. Un ambiente suggestivo, nel quale ha trovato spazio anche la più grande area per il campeggio attrezzato in Italia e, con esso, la necessità di trattare l'enorme fluttuazione nei reflui in arrivo nell'impianto di depurazione. Si passa infatti dai meno di 20mila abitanti della stagione invernale ai 105mila del periodo estivo, quando le spiagge vengono invase dai turisti. Per questa ragione, già in fase di progettazione, fu realizzato un impianto modulare, con diverse linee di trattamento, da attivare in funzione dell'effettiva necessità. Il depuratore infatti è costituito da quattro linee di trattamento biologico, strutturate in quattro vasche di denitrificazione e quattro vasche di nitrificazione, che funzionano a pieno regime solo nella stagione estiva mentre, nel periodo invernale, vengono attivate in modo alternato, per consentire le operazioni di manutenzione

e, soprattutto, la rimozione della sabbia che, attraverso le fognature, arriva sino all'impianto di Cavallino, specie nel periodo estivo. L'agitazione costa troppo Nelle vasche di denitrificazione (con dimensioni di 24x12x3,24 m) è necessario garantire la corretta miscelazione dei fanghi, per evitare problemi legati alla stratificazione e ai depositi. Un'esigenza che, nel progetto iniziale, era stata affrontata installando, in ogni vasca, due agitatori verticali, sostenuti da strutture su colonne realizzate al centro delle vasche. Scelta successivamente abbandonata e sostituita dall'impiego, agli angoli opposti di ogni vasca, di due mixer in grado di fornire anche una spinta trasversale ai fluidi trattati. Ognuna di queste macchine comportava però un assorbimento di circa 5 kWh, valore necessario dall'esigenza di fornire una spinta di circa 2000 N (Newton). Benché le vasche non siano eccessivamente profonde, la circolazione dinaOttobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

CASE HISTORY

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ACQUE REFLUE

Il depuratore di Cavallino (Ve) riceve i reflui di 20mila abitanti equivalenti della stagione invernale e di 105mila del periodo estivo.

Nel periodo invernale, le vasche vengono attivate in modo alternato, per consentire le operazioni di manutenzione e rimozione della sabbia.

5 kWh, l’assorbimento richiesto dai mixer installati per ogni vasca di denitrificazione

10 mica dei fanghi è ostacolata dalle colonne centrali ed è necessario garantire una spinta ulteriore per prevenire il deposito della sabbia sul fondo delle vasche stesse. Una situazione gravosa dal punto di vista economico, in quanto comportava, in ogni vasca, l'impiego di 10 kWh solo per garantire la corretta agitazione dei fanghi. Alla ricerca della soluzione migliore Negli ultimi anni, Veritas, la multiutility impegnata nel fornire servizi ambientali in un’ampia zona del Veneto, ha investito nel rinnovamento dei propri impianti, con l'obiettivo di rispettare i sempre più rigorosi vincoli ambientali per gli scarichi in un'area, come quella dell'Alto Adriatico, in cui la qualità delle acque marine sta progressivamente migliorando. Proprio con questi obiettivi, è stato affidato all’ufficio Ricerca e Tecnologia della Direzione Fognatura e Depurazione del Gruppo Veritas, nella figura dell’ing. Maria Chiara Zaccone, il Ottobre Dicembre 2018

La circolazione dinamica dei fanghi è ostacolata dalle colonne centrali, create per sostenere i precedenti agitatori verticali, ed è necessario garantire una spinta ulteriore per prevenire il deposito della sabbia.

Maria Chiara Zaccone ha il compito di individuare soluzioni tecnologiche efficaci e a basso consumo energetico.

compito di individuare soluzioni tecnologiche efficaci e a basso consumo energetico. Sfida non semplice, poiché era necessario intervenire su vasche esistenti e ingegnerizzate, con concezioni completamente diverse rispetto a quelle affermatesi negli ultimi anni. L'analisi di mercato, unita agli eccellenti ri-

kWh, l’assorbimento richiesto per ogni vasca, per garantire la corretta agitazione dei fanghi


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ACQUE REFLUE

I nuovi mixer 4320 di Xylem sono equipaggiati da un motore sincrono a magneti permanenti, con prestazioni IE4 equivalenti.

CASE HISTORY

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Il variatore di frequenza integrato consente di ottimizzare la velocità di rotazione in funzione dell'effettiva necessità dell'impianto.

140 cm il diametro della gramde elica a banana, che ha permesso di sfruttare i tubi guida esistenti, limitando i costi di installazione

43 giri/minuto la frequenza di rotazione dei mixer. Con questa frequenza di rotazione, ognuna delle due 2 eliche da 1400 mm fornisce una spinta pari a 1100 N, con un consumo totale calcolato in 3,66 kWh

sultati ottenuti in altri depuratori, hanno portato i tecnici di Veritas a confrontarsi con gli specialisti di Xylem Water Solutions, la multinazionale che detiene anche il marchio Flygt. La fase di progettazione si è rivelata particolarmente complessa, per i vincoli imposti dalla configurazione delle vasche e per la necessità di contenere i costi. Anche per questa ragione, nella fase iniziale, gli affermati mixer Flygt della serie 4410 hanno risposto al meglio alle esigenze di Veritas. La grande (e celebre) elica a banana infatti, è in grado di fornire una notevole spinta anche a fronte di un limitato numero di giri. L'impiego della versione con un diametro di 1.400 mm, inoltre, avrebbe permesso di sfruttare i tubi guida esistenti, limitando anche i costi di installazione. Massima flessibilità Proprio durante le fasi progettuali, Flygt ha lanciato sul mercato i nuovi mixer 4320. Una soluzione che, oltre a confermare l'elevata efficienza idraulica ottenuta grazie alla partico-

lare forma delle pale, è equipaggiata da un motore sincrono a magneti permanenti, con prestazioni IE4 equivalenti. Il tutto completato da un variatore di frequenza integrato, che consente di ottimizzare la velocità di rotazione in funzione dell'effettiva necessità dell'impianto. Una caratteristica molto apprezzata dai tecnici di Veritas, considerando la notevole stagionalità a cui è soggetto l'impianto di Cavallino. I responsabili dell'impianto mettono così in funzione le diverse vasche in base al flusso di turisti atteso. Ma un'improvvisa onOttobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

CASE HISTORY

ACQUE REFLUE

I mixer Flygt 4320, oltre a garantire bassi consumi a regime, possono fornire un'extra-spinta in particolari condizioni.

data di caldo o, al contrario, un'estate in ritardo o lo spostamento di un importante evento turistico, possono far variare considerevolmente la quantità degli scarichi in arrivo. Variabili che, come intuibile, portano a diseconomie di gestione, in quanto la modularità di funzionamento dell'impianto ha dinamiche relativamente lunghe. Al contrario, come spiega Zaccone, “poter gestire la velocità di rotazione dei mixer ci avrebbe permesso di garantire sempre i livelli di depurazione attesi, ma minimizzando i consumi energetici. Senza dimenticare che la disponibilità del monitoraggio da remoto permette ai nostri tecnici di essere sempre informati sul corretto funzionamento dell'impianto, intervenendo tempestivamente a fronte di qualunque problema”. In un impianto soggetto a variazioni di carico e portata, come quello di Cavallino, i mixer Flygt 4320 sono quindi apparsi la soluzione ideale. Oltre a garantire bassi consumi a regime, possono infatti fornire un'extra-spinta in caso di particolari condizioni, come la presenza di grandi quantità di sabbia o notevoli flussi turistici in corrispondenza di particolari periodi dell'anno. Il tutto a fronte di una dinamica pressoché istantanea, in quanto la velocità di rotazione può essere variata dagli opeOttobre Dicembre 2018

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Sfruttando una serie di software di simulazione dedicati, i tecnici di Xylem hanno individuato la velocità e l'inclinazione ideali per ottimizzare i consumi.

ratori in funzione dei valori rilevati dagli strumenti di misura e registrati nella sala di controllo.

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Non basta un ottimo mixer I tecnici di Veritas e gli specialisti di Xylem hanno così lavorato, in stretto contatto, per ottimizzare le scelte impiantistiche, in termini di orientamento e velocità. Non dobbiamo infatti dimenticare che, oltre alle caratteristiche tecniche di una macchina, per garantire i minori consumi è fondamentale la fase di configurazione e installazione. Sfruttando una serie di software di simulazione dedicati, i tecnici hanno stabilito di far operare i mixer a una velocità di 43 giri al minuto. Con questa frequenza di rotazione, ognuna delle due 2 eliche da 1400 mm avrebbe fornito una spinta pari a 1100 N, con un consumo totale calcolato in 3,66 kWh. A questa frequenza viene garantita la corretta miscelazione in condizioni operative standard, con la possibilità, a fronte di qualunque esigenza, di aumentare immediatamente la velocità sino a 47 giri al minuto. In tal modo ogni mixer fornisce una spinta che può raggiungere i 1300 N, sufficiente per fronteggiare i picchi in termini di carico o la elevata presenza di sabbia. Sulla scorta di questi calcoli teorici, sviluppati sul funzionamento atteso nel corso di un anno, i tecnici hanno potuto presentare ai responsabili di Veritas una riduzione dei costi energetici teorica del 64%, ovvero quasi 30 mila euro all'anno. Un risparmio notevole in termini economici, ma anche un forte segnale di attenzione all'ambiente.

kWh, il consumo totale ottenuto con la rotazione di 43 giri/min di ognuna delle due eliche, fornendo una spinta pari a 1100 N (Newton)

Alla prova dei fatti Agli eccellenti risultati ipotizzati in fase progettuale hanno fatto seguito le attività di installazione. Un'installazione resa particolarmente rapida dal fatto che i mixer 4320 sono

1300 N (Newton), la spinta ottenuta da ogni mixer, azionato ad una velocità di 47 giri al minuto

64% la percentuale teorica della riduzione dei costi energetici, pari a 30.000€ all’anno


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ACQUE REFLUE

CASE HISTORY

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L'impiego dei mixer Flygt 4320 ha quasi eliminato i sedimenti sabbiosi sul fondo delle vasche.

43 giri/min, la velocità con cui i mixer 4320 forniscono la spinta necessaria a garantire la corretta agitazione dei fanghi

1,18 kW la potenza impiegata ora con le pale che ruotano a 35 giri/min, nella maggior parte dei mesi, a ridotto afflusso turistico

80% La percentuale di risparmio energetico ottenuta sul comparto denitrificazione

Il profilo dei mixer Flygt 4320 offre un'elevata spinta anche a fronte di un basso numero di giri.

stati posizionati direttamente sui tubi guida esistenti dei precedenti mixer, senza la necessità di particolari interventi. In realtà, proprio per l'elevata spinta fornita da questi mixer, i tecnici hanno preferito installare una serie di staffe sulle vecchie guide, con l'obiettivo di minimizzare le vibrazioni nei periodi di impiego alle maggiori velocità. “Sin dalla prima accensione – conferma Zaccone – l'osservazione visiva e i dati rilevati dalle nostre sonde hanno confermato come, alla velocità di calcolo di 43 giri al minuto, i mixer 4320 fornissero la spinta necessaria per garantire la corretta agitazione dei fanghi, prevenendo anche ristagni in corrispondenza degli angoli o dietro alle colonne centrali. Ma l'aspetto per noi più interessante, oltre al consumo a regime del periodo estivo, sono stati i riscontri nel resto dell'anno. La velocità di rotazione, infatti, può essere impostata manualmente e, quindi, provvediamo a farla variare in funzione dell'effettivo carico in arrivo. Questo significa che, per alcuni mesi dell'anno, le pale ruotano a soli 35 giri al minuto, cui corrisponde un assorbimento di soli 1,18 kW”. Depositi di sabbia notevolmente diminuiti Una simile velocità, pur rispondendo all'obiettivo di minimizzare i consumi, creava però qualche perplessità in merito ai depositi di sabbia. I mixer precedenti, pur operando a un numero di giri più elevato con pale di minori dimensioni, non riuscivano a mantenere in sospensione tutta la sabbia. Accadeva infatti che, durante le operazioni di pulizia invernale, fossero necessari interventi di rimozione meccanica di significativi quanti-

Nel comparto denitrificazione, nuovi mixer Flygt 4320 hanno portato ad un risparmio energetico dell'80%.

tativi di sabbia depositata sul fondo, cosa che, tra l'altro, riduceva la capacità delle vasche stesse. “Al contrario – spiega Zaccone – quando abbiamo svuotato una prima vasca al termine della prima stagione d'impiego dei mixer Flygt 4320, i sedimenti sabbiosi su fondo erano quasi scomparsi. Ciò dimostra come queste soluzioni garantiscano una miscelazione superiore rispetto ai modelli precedenti, pur a fronte di un significativo risparmio energetico. Basti pensare che, sulla base delle nostre rilevazioni, siamo passati da 5,5 a 1,18 kW di potenza impiegata nella maggior parte dei mesi, quelli con scarso afflusso turistico. Una situazione che, in inverno, ci permette un risparmio energetico che sfiora l'80% sul comparto denitrificazione. Lo stesso GSE (l’ente di Gestione dei Servizi Energetici) ha riconosciuto la qualità del lavoro svolto, a fronte delle pratiche presentate dal nostro ufficio Energy Manager nella figura dell’ing. Alessandro De Pol, riconoscendoci, per i prossimi cinque anni, titoli di efficienza energetica, che contribuiscono a ridurre ulteriormente i tempi di ritorno dell'investimento”. l Ottobre Dicembre 2018


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MERCATO

ACQUE REFLUE

Figura 1 Installazione per dewatering sedimenti marini.

Separazione solido liquido gravità e forma tubolare L’azienda vicentina attiva nel mercato dei geosintetici dagli anni Ottanta propone soluzioni innovative per la disisdratazione dei fanghi. Lorenzo Frigo, Ingegnere Civile Geotecnico di Geosintex, e Marco Zausa, Ingegnere Ambientale di Geosintex presentano in questo articolo i geofiltri tessili tubolari

G

eosintex è un’Azienda con sede a Sandrigo (VI) specializzata nel campo dei geosintetici. Opera nel settore dal 1989 e si configura come una realtà di tipo tecnico-commerciale, occupandosi sia della fornitura sia del supporto tecnico dalla progettazione alla messa in opera dei prodotti proposti. L’Azienda è certificata ISO 9001:2015. Dal 2012 Geosintex offre delle soluzioni innovative per l’ingegneria idraulica, molte delle quali vengono confezionate su misura a seconda delle specifiche progettuali. Una delle tecnologie offerte che sta riscuotendo un apprezzamento sempre maggiore tra i tecnici e gli operatori del settore è la disidratazione dei fanghi ottenuta mediante i geofiltri tessili tubolari. La tecnologia I geofiltri tessili tubolari, o geo-tubi,

sono delle strutture di contenimento realizzate con un geotessile tessuto ad alta resistenza e buona permeabilità, che vengono impiegate per la disidratazione di fanghi provenienti dal dragaggio di sedimenti, da operazioni di bonifica, oppure da impianti di depurazione delle acque di scarico. Questi sistemi vengono confezionati su misura, in base alle esigenze di progetto, unendo porzioni di geotessile (generalmente in polipropilene) con cuciture in poliestere ad alta resistenza (Figura 1). La separazione solido-liquido all’interno dei geo-tubi avviene sfruttando la gravità: i solidi in sospensione si depositano progressivamente sul geotessile, che li trattiene mentre lascia uscire la frazione liquida attraverso i pori (Figura 2). All’inizio del processo qualche particella più fine può fuoriuscire dal sistema, trascinata dal liquido in moviOttobre Dicembre 2018


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MERCATO

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Figura 2 Particolare dell’acqua in uscita dal geo-tubo.

ACQUE REFLUE

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Figura 3 Installazione in un impianto di depurazione ad alta potenzialità (Moldavia).

gaggi l’acqua può essere reimmessa nel corpo idrico di provenienza (salvo presenza di contaminanti disciolti), mentre nella disidratazione dei fanghi di depurazione essa viene ricircolata in testa all’impianto.

mento; tuttavia, una volta che il processo è entrato a regime, l’accumulo progressivo di solidi sul geotessile comporta la formazione di un filtro inverso (particelle più grosse verso l’esterno e più fini verso l’interno) che migliora le prestazioni di filtrazione, aumentando anche la qualità dell’acqua in uscita. Il tempo di permanenza del materiale all’interno del geofiltro influenza direttamente la concentrazione finale dei solidi (con tenori raggiungibili anche del 25%), poiché, ultimato il riempimento, il materiale progressivamente si consolida ed espelle l’acqua interstiziale residua per effetto del proprio peso. Come avviene anche per i sistemi “tradizionalmente” utilizzati è necessario effettuare il condizionamento chimico del fango da disidratare, prima che il refluo venga immesso all’interno del geo-tubo, utilizzando un opportuno flocculante. La scelta del reagente dipende chiaramente dalla natura del fango. Ottobre Dicembre 2018

Una volta che il geofiltro tubolare è pieno, esso viene tagliato e il fango palabile va portato a smaltimento. Il geotessile, previo lavaggio, viene smaltito come rifiuto riciclabile. L’acqua in uscita dal geo-tubo, invece, deve essere opportunamente raccolta e smaltita in base alle sue caratteristiche qualitative. In genere, nei dra-

I principali vantaggi Il processo di disidratazione si basa su un principio fisico naturale che decorre spontaneamente, pertanto non è necessario fornire energia al sistema, come avviene ad esempio per una centrifuga o una nastropressa. Questo permette un abbattimento notevole dei costi di esercizio. Il sistema, inoltre, non necessita di un presidio fisso per il controllo del processo, in quanto la separazione avviene in modo “passivo”; anche questo è un vantaggio notevole sia dal punto di vista gestionale, sia dal punto di vista economico. L’impianto può anche essere personalizzato, in modo più o meno complesso, con strumenti di controllo remoto che consentono ul-


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ACQUE REFLUE

MERCATO

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Figura 4 Sostituzione di 2 letti d’essiccamento presso un impianto di depurazione per reflui civili.

teriormente di rendere il sistema “autonomo”. L’abbattimento dei costi di gestione riesce ad ammortizzare ampiamente la spesa per l’acquisto di nuovi geotubi una volta che essi devono essere rimpiazzati (Figura 3). In termini di concentrazioni finali di sostanza secca e di consumo di flocculante, la soluzione si allinea ai tenori ottenibili da una disidratazione effettuata con centrifuga, filtropressa o nastropressa, rappresentando quindi una valida alternativa anche dal punto di vista prestazionale. Un aspetto interessante riguarda l’utilizzo del sistema come alternativa ai letti di essiccamento, che sfruttano lo stesso principio fisico nella separazione solido-liquido. Innanzitutto i geo-tubi minimizzano la propagazione degli odori, in quanto il fango è confinato all’interno di una struttura chiusa; sempre per questo motivo viene minimizzata anche la re-idratazione dovuta al contatto con l’umidità esterna o con l’acqua piovana. La tecnologia, inoltre, consente di rendere più compatta l’unità di trattamento, essendoci limitazioni meno restrittive nello spessore del fango. (Figura 4) La semplicità della soluzione e della sua messa in opera rende l’impianto facile da installare anche in situazioni temporanee, tipiche ad esempio dei dragaggi o di interventi di emergenza in impianti di depurazione (svuotamento di vasche, rottura delle unità di disidratazione meccanizzate). Nel caso di sedimenti dragati, qualora le caratteristiche fisico-chimiche lo consentano, i geofiltri pieni possono es-

sere riutilizzati direttamente on-site come elementi strutturali per la creazione di difese spondali o interventi di ingegneria naturalistica. Ambiti applicativi e supporto tecnico Sulla base di quanto esposto, la disidratazione mediante i geofiltri tessili tubolari può essere applicata sia su larga che su piccola scala. A livello di impianti di depurazione la tecnologia trova un buon impiego soprattutto in impianti di potenzialità medio-piccola non presidiati, nella sostituzione di vecchi letti di essiccamento e in interventi di emergenza. L’impiego dei geotubi è piuttosto diffuso all’estero, mentre in Italia il sistema è ancora poco utilizzato, principalmente perché poco conosciuto. Geosintex ha maturato in questi anni una buona esperienza con questa soluzione, dapprima nel campo del dragaggio e successivamente anche in quello della depurazione. Il know-how acquisito permette di fornire un servizio di consulenza nella

Figura 5 Esempio di un test di flocculazione e separazione.

progettazione del sistema, che spazia dalla valutazione del tipo di flocculante da utilizzare in base al tipo di fango da disidratare (con prove sul posto e allestimento di impianti pilota su richiesta), alle verifiche sulla resistenza del manufatto mediante software di calcolo, fino allo studio del layout impiantistico (Figura 5). l Ottobre Dicembre 2018


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FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L’energia termica arriva (anche) dal vigneto Ogni anno, un ettaro di vigneto produce residui di potature che potrebbero generare oltre 4000 kWh di energia termica. Una risorsa che, bruciata in campo, va letteralmente in fumo, con effetti negativi non solo per l’ambiente

L’

agricoltura e le foreste sono il luogo della conversione di energia solare in cibo e materie prime per la produzione di beni. Così i sottoprodotti o residui che accompagnano le produzioni agricole e forestali contengono una parte di quell’energia solare. È il caso delle potature di vite e di altre arboree agricole, biomasse solide a cui il settore della bioenergia guarda sempre

più con attenzione. La valorizzazione energetica di questa risorsa, quando non reimmessa nel terreno, rappresenta un fattore di convenienza per l’agricoltura, l’industria della bioenergia, il contesto socio-territoriale e l’ambiente. Il prof. Giuseppe Toscano, responsabile del Laboratorio Biomasse Università Politecnica delle Marche, si occupa da molti anni di biomasse

Prof. Giuseppe Toscano (Laboratorio Biomasse, Università Politecnica delle Marche) Maria Angela Feliciello

Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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TAB. 1 - SPECIFICHE TECNICHE DI INTERESSE PER LE POTATURE DI VITE E IN GENERALE DA ARBOREE SPECIFICA TECNICA

BIOCOMBUSTIBILE

CLASSI DI QUALITÀ PER LE POTATURE

UNI EN ISO 17225-2 UNI EN ISO 17225-3 UNI EN ISO 17225-6 UNI EN ISO 17225-7

Pellet di legno Bricchette di legno Pellet non legnoso Bricchette non legnoso

B, I1, I2, I3 B A, B A, B

Draft ISO 17225-9

Hog fuel

Da definire

NOTE I limiti di alcuni parametri sono restrittivi per le caratteristiche delle potature. È in fase di proposta una norma UNI che affronta questo aspetto. Sono ammesse le potature di vite solo se in miscela con altre biomasse non legnose (ad esempio biomasse erbacee). Si tratta di una bozza di norma in discussione a livello ISO (internazionale). Nell’attuale documento in bozza le potature di vite presentano caratteristiche per poter rientrare nelle classi di qualità.

solide residuali ad uso energetico. Con questo contributo ci presenta un breve stato dell’arte sulle potenzialità di utilizzo delle potature di vite. La carta di identità delle potature di vite Le potature agricole sono biomasse solide con caratteristiche compatibili con l’uso energetico. La loro origine le fa rientrare nelle condizioni previste dall’allegato X della 152/06 (T.U. ambiente) e successive modifiche, considerandole biomasse combustibili vergini. In parallelo, la norma tecnica sui biocombustibili solidi, il pacchetto UNI EN ISO 17225, le inquadra come materia prima legnosa derivante da frutteti, prevedendone l’uso anche per generare prodotti energetici densifica il 45% su tal quale, le potature di cati come pellet e brichette. bozza di norma, la ISO 17225-9 – Hog fuel, che contempla anche i residui vite sono costituite prevalentemente In questi ultimi mesi inoltre, ci sono legnosi agricoli. Una sintesi del quada sostanza lignocellulosica, la steslavori in atto sul piano normativo. A lidro normativo è riportato in Tabella 1. sa natura chimica di un legno forevello nazionale, ad esempio, la Eliminando l’acqua, che al momento stale. Commissione Tecnica 282 del Codella raccolta in campo pesa per cir- C’è poi una quota di inorganico, pari mitato Termotecnico Italiano (CTI) sta a circa il 3,5-4,5% in peso su proponendo una norma UNI sostanza secca. L’attenzione che identifica meglio i biocomIn questi ultimi mesi, ci sono lavori in atto sul contenuto in ceneri è giubustibili solidi da potature di arstificato dall’incidenza sulle boree. sul piano normativo, sia prestazioni tecniche ed amQualcosa di simile avviene ana livello nazionale che internazionale bientali negli impianti termici. che a livello internazionale, Il contenuto di ceneri gioca un dove si sta lavorando su una Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

VALORI CARATTERISTICI DI PARAMETRI DI INTERESSE AMBIENTALE DELLE POTATURE DI VITE (ARCHIVIO DEL LABORATORIO BIOMASSE). I DATI SONO CONFRONTATI CON LA CLASSE I3 DELLA SPECIFICA DEL PELLET DI LEGNO INDUSTRIALE E CON LA TABELLA INFORMATIVA DELLA UNI EN ISO 17225-1 SUI RESIDUI LEGNOSI DELLE LAVORAZIONI DI BOSCO. Potature di vite

Classe I3 ISO 17225-2

PARAMETRO POTERE CALORIFICO INFERIORE (MJ/kg s.s.) CENERI (%s.s.) TEMPERATURA DI DEFORMAZIONE (°C) AZOTO (%s.s.) CLORO (%s.s.) ZOLFO (%s.s.) ARSENICO (mg/kg s.s.) CADMIO (mg/kg s.s.) CROMO (mg/kg s.s.) RAME (mg/kg s.s.) MERCURIO (mg/kg s.s.) NICHEL (mg/kg s.s.) PIOMBO (mg/kg s.s.) ZINCO (mg/kg s.s.)

Residui forestali Tabella B3 ISO 17225-1 Variazione tipica

Media

Range

Limite

17,5 4,1

17 – 18 3,2 - 4,6

≥ 16,5 ≤ 3,0

18,3 – 18,5 1 – 10

1450 0,9 0,05 0,04 0,3 0,2 1,6 15,1 0,1 1,6 3,1 43,4

1380 - 1500 0,6 - 1,2 0,02 - 0,07 0,01 - 0,05 0 - 0,8 0 - 0,3 0,2 - 7,8 3,0 - 29,7 0 - 0,2 0,8 - 2,5 1,4 - 7,0 23,6 - 68,4

Dato da dichiarare ≤ 0,6 ≤ 0,1 ≤ 0,05 ≤2 ≤1 ≤ 15 ≤ 20 ≤ 0,1 --≤ 20 ≤ 200

--0,3 – 0,8 0,01 – 0,04 0,01 – 0,08 0–2 0–3 1 – 40 1 – 200 0–2 1 – 80 0,5 – 10 2 - 100

ruolo importante per stabilire la classe di qualità di appartenenza dei biocombustibili. Zolle di terra e impurità frammiste alle potature, conseguenti alla fase di raccolta in campo, possono aumentare sensibilmente il contenuto in ceneri e di altri parametri. Per evitare questi fenomeni è richiesta la scelta di idonee macchine raccoglitrici e l’applicazione di metodi di lavoro adeguati. Uno quadro complessivo delle proprietà delle potature di vite è riportato in tabella 2. Per una migliore lettura di questi dati, la tabella riporta anche i valori dei limiti previsti per la classe di qualità industriale di un pellet di legno (I3) e le variazioni tipiche di un re-

siduo di bosco, quindi legno forestale, normalmente destinato alla produzione di cippato. Eccetto per il contenuto in ceneri, come già discusso, e in alcuni casi per il contenuto di azoto, le potature di vite non mostrano particolari criticità e non si discostano come proprietà da quelle di biomasse legnose comunemente utilizzate in molti impianti termici. In passato su questa biomassa è stata sollevata la questione della presenza di metalli pesanti quali il rame, antiparassitario utilizzato soprattutto per le produzioni biologiche. Tuttavia, i risultati delle analisi di numerosi campioni di potature evidenziano concentrazioni di questo elemento confrontabili con altri prodotti legnosi di origine forestale o della stessa categoria qualitativa. Su questo tema, il Laboratorio Biomasse ha svolto un’indagine specifica, in collaborazione con i colleghi di Patologia vegetale del Dipartimento D3A (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’UniOttobre Dicembre 2018


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versità Politecnica delle Marche). Lo studio evidenzia bassi valori di rame sulle potature di vite ed elevate concentrazioni di questo metallo nel terreno sottostante la pianta, suggerendo quindi di adottare sistemi di raccolta in grado di limitare la presenza di terra mista alla potatura. Il giacimento energetico nazionale Una stima orientativa della disponibilità annua di potature di vite parte dal dato della superficie italiana impegnata ad uva da vino. Stando ai dati ISTAT, nel 2017 tale

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superficie si è attestata a circa 657 mila ettari. Ipotizzando che da un ettaro si ricavano circa 1,8 tonnellate di potature tal quali, annualmente si producono 1,2 milioni di tonnellate di questa risorsa, equivalenti a circa 290 mila tep di energia (tep = tonnellata equivalente di petrolio; l’Italia ne consuma annualmente circa 170 milioni). In linea di massima questi dati sono compatibili con uno studio di ENEA del 2009 che ha valutato la disponibilità in Italia di potature di arboree, quindi non solo di vite, in circa 5 milioni di tonnellate all’anno.

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La vite è un pianta diffusa in tutta la penisola, specie in regioni come Veneto, Sicilia ed Emilia Romagna. Ragionando ad esempio su questo territorio, caratterizzato da molte aree idonee per la raccolta e la gestione del prodotto, si stima una superficie complessiva a uva da vino di circa 135

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mila ettari. Considerando solo la metà di questa superficie, disponibile per l’approvvigionamento di potature, si disporrebbe di circa 120 mila tonnellate di biomassa. Questa valutazione non tiene conto della biomassa legnosa che potrebbe derivare dagli estirpi dei vigneti, con

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

produttività ad ettaro molto più elevate della semplice potatura annuale. L’importanza della logistica La fase di raccolta in campo è fondamentale. Si richiedono macchine in grado di operare in sicurezza, di limitare il sollevamento della terra e di predisporre al meglio la biomassa per il trasporto, lo stoccaggio e l’utilizzo negli impianti. Ci sono due modi di preparare la potatura: in rotoballe oppure trinciata. Le prime si conservano bene e non degradano, ma richiedono un’operazione aggiuntiva di apertura della balla e prima macinazione. Le raccogli-trinciatrici predispongono il prodotto già pronto all’utilizzo. Il trinciato però è a rischio di fenomeni degradativi con perdite di massa e di qualità. Tuttavia, un taglio corretto in fase di trinciatura consente di limitare questi fenomeni e favorisce una rapida essiccazione della biomassa. Ciò è quanto è stato osservato sulla trincia–sarmenti della società Marev Ottobre Dicembre 2018


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(Macchine agricole risparmio energetico vite) di Claudio Bonamini nell’ambito del progetto europeo MixBioPells, seguito per l’Italia dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano). Il Laboratorio Biomasse ha constatato che la trincia-sarmenti Marev è in grado di ridurre significativamente i livelli di terra frammista alle potature, che presentano anche una elevata capacità di essiccazione in campo, raggiungendo livelli di umidità anche inferiori al 20% dopo appena 30-40 giorni di stoccaggio.

FOCUS ON

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L’operazione di raccolta è importante anche per i costi finali della biomassa. Considerando la potatura alternativa al cippato di legno, indicativamente il prezzo di riferimento varia tra 45 euro/t e 55 euro/t, in base al tipo di utenza, dell’umidità di consegna della biomassa e del tipo di contesto impiantistico considerato. C’è poi la possibilità di produrre pellet o bricchette. Si tratta di compiere un salto tecnologico e di ottimizzazione della logistica della filiera, che può risultare conveniente se la biomassa

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proviene da aree vicino all’impianto di pellettizzazione. La necessità di limitare i trasporti ha stimolato la progettazione di un cantiere mobile di pellettizzazione e di brichettatura con la società Costruzioni Nazzareno. Si tratta di un impianto semplificato e trasportato su rimorchio che permette di ridurre le distanze di approvvigionamento della potatura. Questa soluzione si inserisce sia nella logica di produrre a km zero (consumando il pellet o le bricchette nel ter-


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

La potatura bruciata in campo comporta emissioni in atmofera con livelli di CO2 superiori di 120 volte rispetto alla potatura pellettizzata

ritorio di origine della materia prima), sia nell’ambito di un’iniziativa di produttori di agripellet destinato anche ad impianti termici più distanti. Non solo vantaggi ambientali L’attenzione su questo tema parte dal fatto che nei contesti in cui la potatura

non viene interrata tra i filari (pratica sempre più spesso abbandonata per questioni fitosanitarie), l’alternativa pratica è la combustione in campo. Questo processo è stato simulato dal Laboratorio Biomasse presso la propria struttura di ricerca. I risultati hanno evidenziato che bruciare le pota-

ture in campo comporta la produzione di emissioni in atmosfera con livelli di CO2 superiori di almeno 120 volte e di polveri di oltre 30 volte rispetto a quelli rilevabili dalla stessa potatura pellettizzata e utilizzata in una caldaia domestica. Il fatto preoccupante è che gli elevati livelli del CO2 sono associati ad elevate concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici e di composti organici volatili, molecole ben note per causare effetti nocivi per la salute. Rimuovendo le potature dal campo e destinandole per l’alimentazione di opportuni impianti termici, equivarrebbe quindi a sottrarre la produzione di inquinanti pericolosi in atmosfera, oltre che generare energia rinnovabile. Alcune società bioenergetiche, tra queste la San Marco Bioenergie di Bando d’Argenta (FE), hanno avviato un percorso di recupero delle biomasse agricole residuali. L’impianto termico in questione è predisposto di un sistema di combustione molto efficace e di elementi industriali per l’abbattimento delle emissioni. Con questa iniziativa il recupero energetico delle potature di vite e di altre biomasse agricole residuali rappresenta una simbiosi tra agricoltura ed industria energetica. E in questa prospettiva a trarne beneficio è anche il territorio ed il suo ambiente. l Ottobre Dicembre 2018


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L’energia naturale conquista l’Italia Dal primo impianto di biometano del Centro-Sud connesso alla rete nazionale del gas naturale al primo distributore per automezzi che eroga biometano: in occasione della conferenza nazionale “L’era del biometano”, il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) presenta le eccellenze italiane del biometano da FORSU a cura di Alberto Finotto

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l primo impianto di biometano del Centro-Sud Italia connesso alla rete nazionale del gas naturale e il primo distributore per automezzi che eroga biometano a Vittorio Veneto (TV): sono queste alcune delle eccellenze italiane del biometano da FORSU messe in evidenza dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) nel corso della seconda conferenza nazionale “L’era del biometano”, la giornata organizzata da Legambiente per raccontare lo stato dell’arte del ruolo del biometano nella copertura dei fabbisogni energetici del paese, e a rendere sempre più concrete le opportunità per aziende e territori. “Il 2018 ha segnato una svolta importante con l’approvazione del decreto per la promozione dell’uso del biometano nel settore dei trasporti e le agevolazioni per le imprese a forte consumo di gas naturale commenta Alessandro Canovai, presidente del CIC - Un passo che, insieme all’approvazione del nuovo pacchetto di direttive europee sull’economia circolare, permette di valorizzare a pieno il rifiuto organico in Italia e di accelerare il percorso che stiamo costruendo verso modelli di consumo più sostenibili”.

Massimo Centemero, direttore CIC

Il biometano, nelle dichiarazioni di intenti strategici del CIC, va considerato come una risorsa rinnovabile e naturale che si ottiene dagli scarti organici e che rappresenta un’alternativa importante al gas naturale estratto da giacimenti. Ottobre Dicembre 2018


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La via italiana “I primi risultati cominciano a vedersi - rimarca Massimo Centemero, direttore del Consorzio Italiano Compostatori - Dopo l’impianto di Montello a Bergamo, il biometano è arrivato anche al Centro-Sud con l’impianto calabrese Ottobre Dicembre 2018

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a Rende, il primo inaugurato in Italia dopo il decreto legge varato a marzo. Una dimostrazione di efficienza imprenditoriale che parte dal Meridione, un segnale importante che testimonia come la rivoluzione del biowaste è in grado di coinvolgere tutto il Paese, met-

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tendo soprattutto in evidenza quanto le aziende italiane siano pronte a produrre e commercializzare il biometano”. Considerando il biogas attualmente destinato alla produzione di energia elettrica e il margine di crescita della raccolta differenziata del rifiuto organico, le stime al 2025 rilevano una produzione potenziale di biometano da frazione umida di circa 500 milioni di Nm3/anno, e un potenziale complessivo di 0,8 miliardi di Nm3/anno, se si considera l’intero ammontare di rifiuti organici prodotti in ambito urbano. “Grazie all’upgrading del biogas a biometano - aggiunge Centemero - nel corso del 2018 e nel 2019 si potrebbero


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avere già circa 200 mln di Nm3/anno di biometano da Forsu”. Oltre a numerose esperienze condotte a livello sperimentale in Italia, tra le eccellenze il CIC segnala quelle che per prime hanno intrapreso la produzione di biometano da FORSU su scala industriale. Uno sviluppo tra Nord e Sud A Rende (CS), la Calabra Maceri, azienda consorziata CIC, ha inaugurato a settembre il primo impianto di biometano del Centro-Sud Italia connesso alla rete nazionale del gas naturale per gli usi industriali, residenziali e per l’autotrazione. L’impianto è in grado di trasformare 40.000 tonnellate annue di raccolta differenziata in 4,5 milioni di metri cubi di biometano annui, e può inoltre 10.000 tonnellate di ammendante compostato, fertilizzante ideale per l’agricoltura biologica.

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Il biometano per autotrazione, prodotto grazie a un sofisticato sistema di purificazione del gas, consente di percorrere 90.000.000 km che, con una media di 20.000 km annui a mezzo di trasporto, può alimentare fino a 4.500 autovetture, con un risparmio complessivo di oltre 16.200.000 kg di CO2 all’anno (3.600 kg per auto). Se riferito a consumi domestici, la stessa produzione può soddisfare il fabbisogno energetico annuale di circa 5.000 famiglie per approvvigionamento di gas per cucina e riscaldamento. Salendo a Nord-Est, a Vittorio Veneto è stato invece inaugurato a settembre il primo distributore di biometano proveniente dalla trasformazione del rifiuto organico. Ad ora il biometano derivato da rifiuto organico, ottenuto presso l’impianto SESA di Este (Padova), viene utilizzato per alimentare la flotta della società di raccolta di rifiuti urbani Savno,

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attiva su 44 comuni della provincia di Treviso. Un vero e proprio ciclo virtuoso legato ai rifiuti organici: il biometano ottenuto dalla produzione di organico del Bacino potrà coprire oltre l’80% dei km percorsi per la raccolta dell’organico stesso, ovvero circa 1,1 milioni di km all’anno, con un risparmio in termini di semplice acquisto di carburante di oltre 300.000 euro. Savno potrà inoltre risparmiare circa 10 ton di CO2 all’anno per ogni mezzo rispetto ad un veicolo con trazione a gasolio. In Lombardia, il quadro delle eccellenze si completa con l’impianto di Montello, in provincia di Bergamo, consorziato CIC: entrato in funzione da giugno 2017, rappresenta il primo esempio in Italia nella produzione di biometano esclusivamente dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana e nell’immissione di biometano nella rete di trasporto nazionale. Ogni anno l’impianto recupera e tratta la frazione organica FORSU proveniente dalla raccolta differenziata, ricavando oltre al biogas anche il biometano. L’impianto è in grado di produrre circa 32 milioni di standard metri cubi, cioè l’equivalente quantitativo di carburante necessario ad automobili a metano per percorrere circa 640 mln di chilometri. Inoltre, l’impianto di Montello non emette emissioni in atmosfera ed è il primo impianto in Italia “Carbon Negative”: recupera dal biogas generato (composto da circa il 60% di biometano e circa il 40% di CO2) anche anidride carbonica (CO2 liquida) destinata ad uso tecnico ed alimentare. In più, dal trattamento del digestato in uscita dai digestori l’impianto produce 90.000 t/a di compost. l Ottobre Dicembre 2018


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A cura di Eliana Puccio

Il trasporto del futuro n La rivoluzione arriva sui binari.

Si chiama "Coradia iLint" il primo treno a idrogeno prodotto dal gruppo industriale francese Alstom. Già in servizio sui binari della Bassa Sassonia, è completamente privo di emissioni e raggiunge i 140 chilometri orari. Inoltre, il nuovo convoglio ferroviario non produce rumore ed emette solo vapore acqueo e acqua condensata. Attualmente sono due i treni (di colore blu) che percorreranno la tratta Cuxhaven, Bremerhaven, Bremervörde e Buxtehude, in sostituzione di quelli alimentati a diesel. Un solo “rifornimento” è sufficiente per viaggiare tutto il giorno grazie ad un'autonomia di 1.000 chilometri. A tal proposito, il treno a idrogeno ha a disposizione

una propria stazione di ricarica. Come funziona? La trazione del treno è elettrica e l’energia viene fornita tramite la combinazione dell’idrogeno (contenuto nei serbatoi) con l’ossigeno dell’aria esterna. Il sistema risulta efficiente e silenzioso per l’assenza di generatori e turbine. Fondamentali sono le batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni che servono ad immagazzinare l’energia generata durante la frenata che viene poi riutilizzata nelle fasi di accelerazione. Il tutto per ridurre i consumi. Entro il 2021 altri 14 convogli raggiungeranno la Germania, per un investimento complessivo di 81 milioni di euro. Ma non sarà l’unico Paese a puntare sui treni a idrogeno. Presto le faranno

geno sui treni commerciali. In realtà, si tratta dell’inizio di un lungo viaggio, quello verso un futuro sempre più sostenibile. E chissà, con la speranza di poterlo prendere un giorno in Italia.

Olio esausto, bene prezioso

Un rimbalzo sostenibile È il pallone ufficiale dei Mondiali 2018. Stiamo parlando di Telstar 18. La nuova sfera calcistica scende in campo a supporto della sostenibilità. Caratterizzato da un nuovo design e una stampa metallica con un effetto grafico texturizzato, è studiato apposta per assicurare ottime prestazioni e resistenza. Per realizzarlo sono stati utilizzati materiali di rivestimento e imballaggio riciclati. In dettaglio, è stato realizzato in “Keltan Eco”, una speciale gomma bio-based a base di etilene-propilene-diene monomero (EPDM) prodotta da Arlanxeo, tra i principali fornitori al mondo di gomma sintetica.

compagnia anche il Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Italia e Canada. In Francia, invece, è previsto per il 2022.Lo scorso 17 settembre, in Germania, ha avuto inizio l’era dell’idro-

“La sostenibilità ecologica è stata un criterio fondamentale nella selezione dei prodotti per realizzare il pallone da calcio della Coppa del Mondo 2018“, spiega Stefan Bichler, Project Manager Football Operations di Adidas. Passi da gigante nel mondo sportivo. Perché con un pallone del genere è ancora più piacevole giocare, non trovate?

n Fermi tutti, nessuno butti l’olio esausto. I laboratori della società bolognese Bion hanno dato vita a un nuovo polimero proprio dagli scarti dell'olio di frittura. Stiamo

parlando di Minerv PHAs, un biopolimero , naturale e biodegradabile al 100%. Dall’’olio di frittura usato può quindi nascere la bioplastica. Non tutti sapranno che l’olio esausto (incorso in trasformazioni chimico-fisiche) è altamente pericoloso: sia che venga disperso in acqua sia se bruciato. Pertanto, è preferibile smaltirlo correttamente. Ottobre Dicembre 2018


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Mosche amiche dell’agricoltura

n Dai rifiuti organici a fertilizzanti agricoli grazie alle “mosche soldato”. Si tratta del progetto “ValoriBio” condotto dal centro Biogest-Siteia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con un contributo della Regione di oltre 800 mila euro (che ha utilizzato risorse dei Fondi europei Por Fesr 2014-2020). Ma in cosa consiste esattamente? Il progetto è mirato all’uso

Agricoltura 4.0 Investire nella tecnologia porta sempre i suoi benefici. Soprattutto quando si parla di agricoltura. È il caso di BKT, che fornisce una flotta di mezzi agricoli equipaggiati all’azienda bresciana Nodari, operante principalmente per conto terzi, in particolare per impianti di biogas. L’imprenditore Martino Nodari ha esposto alcune impressioni sull’evoluzione del mondo agricolo: “Gli agricoltori ci chiedono attrezzature particolari, e noi contoterzisti dobbiamo adeguarci alle loro richieste. Ogni singola lavorazione è all’insegna della cosiddetta “agricoltura 4.0”: dalla mappatura del terreno con i droni alla semina radio variabile. Così abbiamo dovuto investire in nuove macchine, arrivando all’attuale parco macchine che oggi conta 40 veicoli

totali. Con la macchina e la tecnologia giusta è possibile svolgere una medesima mansione spendendo meno”. Per ciò che concerne l’impiego di macchine ed equipaggiamenti: “L’equipaggiamento deve essere scelto in maniera mirata secondo la lavorazione da svolgere – continua Nodari- Oggi più che mai è necessario che lo pneumatico sia specifico per l’applicazione. Per esempio, se per il trasporto su strada utilizzo lo pneumatico sbagliato, il mio costo orario aumenterà notevolmente.

alternativo e alla valorizzazione sostenibile di scarti zootecnici ed altri rifiuti organici tramite insetti (mosche soldato). Infatti, dal processo innescato da questa tipologia di mosche, si potrà ricavare un concime ad alto valore organico finalizzato all’uso agricolo e che consentirà di ridurre l’apporto di fertilizzanti di sintesi grazie alla sua azione di rilascio graduale delle proprietà e sostanze nutritive.

Ortaggi dai rifiuti

n Prodotti freschi riciclati dai rifiuti. Indie Ecology converte in compost i rifiuti alimentari dei ristoranti di tutta Londra. L'azienda viaggia attraverso Londra raccogliendo regolarmente i rifiuti alimentari di ogni ristorante. Trasformano questi rifiuti in compost, nel quale vengono poi coltivati ortaggi freschi e biologici. Per decomporre i rifiuti, Indie Ecology utilizza un noto sistema giapponese chiamato Bokashi. Il rifiuto viene mescolato con una miscela di microrganismi e melassa. A sua volta, questa miscela blocca gli odori e aiuta la decomposizione. Tutti i rifiuti alimentari possono essere convertiti in

compost utilizzando questo sistema che funziona con il pesce, la carne e persino con i gusci di ostriche. Cambiare il mondo è possibile, e la buona notizia è che anche l’ecologia indipendente può offrire il suo contributo. Indie Ecology lavora attualmente con 80 ristoranti londinesi.

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FOCUS ON

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La legge, l’urgenza e l’argine costituzionale Due censure del governo e del Tar su altrettante legge regionali, evidenziano il conflitto generato da un funzionamento inadeguato della gestione nazionale del ciclo dei rifiuti

a cura di Alberto Finotto

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na recente reprimenda è stata messa in atto dal governo statale, in merito a una legge della Regione Campania (la numero 29/2018) che riguarda norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti. La legge in questione è stata impugnata per violazione degli articoli 117 e 97 della Costituzione. La decisione governativa è avvenuta con una delibera del Consiglio dei ministri dello scorso 4 ottobre.

Vediamo nel dettaglio che cosa è accaduto. La legge regionale della Regione Campania autorizza la localizzazione di nuovi impianti - qualora il Comune non si opponga - e nel farlo non si limita a prevedere soltanto dei criteri generali per l’individuazione, da parte delle Province, delle zone non idonee alla localizzazione, ma individua direttamente le stesse aree idonee, esorbitando dal riparto delle competenze delineato dallo Stato (che non autorizza in alcun modo le Regioni a


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

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gestione; non può e non deve sostituirsi agli Enti preposti e meno che mai, in campo ambientale, allo Stato. Quindi, la notazione di una mancanza di impulso e prospettiva decisionale, non può in alcun modo giustificare un’invasione di campo sulle stesse competenze legislative.

disciplinare in via transitoria la localizzazione degli impianti. Sul tema dei controlli degli impianti, inoltre, la norma statale prevede intervalli temporali massimi tra le ispezioni - puntualmente definiti e correlati alla pericolosità dell’impianto. La disposizione normativa della Regione Campania, invece, consentirebbe che i suddetti intervalli possano travalicare da tale scansione temporale, ponendo in atto, secondo l’impugnazione del governo, “una evidente lesione degli standard di tutela ambientale”. Inoltre, la norma regionale escluderebbe dai controlli i parametri relativi alla salute e al livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione, con una deroga peggiorativa rispetto agli standard menzionati; in ogni caso, le Regioni non possono assolutamente contraddire la legislazione statale. Una questione ulteriore riguarda la competenza sui controlli degli impianti, che spetta alle Province. Quindi la Regione Campania si sarebbe arrogata un potere che di certo non ha. Un ultimo rilievo va mosso a un altro fatto ancora. La legge regionale della Campania prevede che gli Enti locali attuatori del programma straordinario del ciclo dei rifiuti - Enti che utilizzano personale delle società partecipate dai Ottobre Dicembre 2018

Consorzi di Bacino della Regione Campania - possano procedere alla stabilizzazione dello stesso personale. Ma questo inquadramento sarebbe riservato al personale dipendente da soggetti di natura privatistica; l’inquadramento quindi sarebbe in contrasto con i principi di accesso al pubblico impiego e di buon andamento e imparzialità della Pubblica amministrazione. In buona sostanza, la lettura che si può dare della violazione potrebbe essere la seguente. La Regione ha cercato di porre rimedio a un problema di governance per risolvere alcune problematiche urgenti del ciclo dei rifiuti, avocandosi competenze che non ha. Negli effetti, la Regione ha solo funzioni di programmazione e non di

La sentenza della Corte Costituzionale sulla realizzazione di nuove discariche Risponde ai canoni di legittimità costituzionale la norma introdotta con la legge regionale n. 8/2016 dalla Regione Calabria, con la quale venivano sospesi, provvisoriamente e fino all’approvazione del Piano regionale dei Rifiuti in Calabria, tutti i procedimenti volti alla realizzazione di nuove discariche. La Regione ha rappresentato le ragioni di infondatezza della questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tar della Calabria di Catanzaro, nell’ambito del giudizio di impugnazione dell’atto con cui la Regione Calabria, aveva disposto la sospensione della procedura di valutazione di impatto ambientale e di rilascio del-


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l’autorizzazione integrata ambientale, in applicazione della norma censurata. La sentenza assume rilevanza, laddove evidenzia che, pur essendo vero che la disciplina dei rifiuti attiene alla materia “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema”, riservata - in base all’art. 117, comma secondo, lettera s) della Costituzione - alla competenza esclusiva dello Stato, la giurisprudenza costante ha negato la possibilità di identificare una “materia” in senso tecnico qualificabile come “tutela dell’ambiente”, dando luogo piuttosto a una competenza trasversale, che può incidere su materie diverse (regionali o concorrenti). Ai sensi della stessa normativa statale (d.lgs. n. 152/2006), rientrano nel novero delle funzioni affidate alla competenza regionale, fra le altre, l’individuazione dei luoghi o degli impianti idonei allo smaltimento dei rifiuti, l’indicazione dei criteri per la determinazione delle aree non idonee a tale localizzazione e, soprattutto, l’adozione del piano regionale di gestione dei rifiuti di cui agli artt. 199 e 200 del d.lgs. n. 152 del 2006, nel quale è ricompresa la delimitazione sul terri-

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torio regionale, su richiesta dei Comuni, di “ambiti ottimali” per la gestione integrata dei rifiuti; attribuzione, quest’ultima, che si collega strettamente alle competenze regionali in materia di “governo del territorio”. Viene rilevato inoltre che la sospensione delle nuove autorizzazioni nelle more dell’adozione del nuovo piano rifiuti viene giustificata “in considerazione della situazione particolare del territorio calabrese, caratterizzata da una elevata concentrazione di siti di smaltimento” e che la localizzazione degli impianti di smaltimento, quantunque adottata in conformità ai criteri tecnici fondamentali stabiliti dagli organi statali, costituisce esercizio, da parte delle Regioni, di una competenza legislativa loro propria, sia pure concorrente con quella statale, attenendo al “governo del territorio” (sentenza n. 314 del 2009). D’altro canto, perseguendo finalità di cura del territorio in relazione alle esigenze di contrasto all’emergenza dei rifiuti, la norma impugnata risponde ad interessi funzionalmente collegati con la tutela ambientale; e del resto, di tale necessaria intersezione fra i due

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profili di intervento può trarsi conferma dal fatto che la stessa normativa statale riconosce che “il piano regionale di gestione dei rifiuti è coordinato con gli altri strumenti di pianificazione di competenza regionale previsti dalla normativa vigente, ove adottati” (art. 199, comma 5, del d.lgs. n. 152 del 2006). A tale proposito, peraltro, va osservato che la disposizione censurata presenta – come risulta espressamente dal titolo stesso dell’intero corpo normativo che la contiene – il contenuto tipico di una “misura di salvaguardia”; essa, pertanto, non viola la legislazione nazionale, ma introduce – piuttosto – una misura di carattere eccezionale e temporaneo, coessenziale alla propria natura cautelare, da ritenersi legittima dal momento che l’effetto tipico sia stato contenuto entro un termine ragionevole, così da evitarne una incontrollata protrazione. In conseguenza di quanto sopra, la disposizione adottata dalla Regione Calabria persegue finalità attinenti a competenze regionali, funzionalmente collegate alla tutela ambientale, e non attenua il livello di protezione dell’ambiente garantito dalla legge statale. l Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

L’impresa storica dell’estrusione realizzano soluzioni di project engineering in diversi ambiti. Nei reparti dell’azienda si eseguono laminazione, compattazione ed estrusioni industriali. Un altro segmento produttivo si occupa della lavorazione del legno. Poi, le tecniche applicate da Bongioanni si rivolgono alla macinazione degli inerti e, infine, al trattamento-estrusione di fanghi.

La storia riporta all’industria italiana odierna una vicenda da autentici pionieri. Dal 1907 le officine meccaniche Bongioanni (Fossano, CN) producono macchine industriali e

Tradizione di servizio L’esperienza acquisita negli anni permette a Bongioanni di distinguersi sul mercato grazie a sistemi evoluti di applicazione dall’elettronica alla meccanica. Inoltre, l’automazione dei pro-

Toscandia, da Edo a R.B.D. obiettivo risparmio stop&go

Si chiama EDO R.B.D (Right Behaviour Drive) ed è uno strumento elettronico facile da installare, senza pregiudizio per le parti elettroniche e meccaniche di qualsiasi veicolo. EDO R.B.D. consente di programmare e monitorare la guida in modo da ottimizzare l’utilizzo del mezzo. EDO R.B.D. infatti non consente accelerazioni violente o involontarie, ma soltanto progressioni dolci e, programmato in funzione del lavoro che il veicolo deve svolgere, non consente che venga superato un dato numero di giri. Il risultato? Un significativo risparmio di carburante ed una importante diminuzione di usura degli organi meccanici, per non parlare dei pneumatici. Per non parlare della riduzione di emissioni, legata al minor consumo, che fa di EDO un amico dell’ambiente.

cessi industriali guida l’ottimizzazione dei tempi di reazione dei macchinari, assicurando l’efficienza dei processi produttivi. La gestione automatica di macchinari e impianti - con riduzione dell’intervento degli operatori - garantiscono poi una maggiore sicurezza operativa, e la motorizzazione elettrica degli impienti assicura semplicità d’uso e di manutenzione. Bongioanni offre ai propri clienti un servizio post-vendita competente e dedicato, a testimonianza di una qualità dei processi e di un’offerta irreprensibile come la sua vita imprenditoriale ultracentenaria.

EDO è particolarmente indicato per tutti quei veicoli che sono costretti ad un continuo Start&Stop, soggetti di solito ad accelerazioni violente e conseguenti forti frenate, anche soltanto dopo poche centinaia di metri. L’esempio più immediato e calzante è quello dei veicoli addetti alla raccolta dei rifiuti urbani, su alcuni dei quali l’installazione di EDO ha già dato risultati di grande interesse. EDO RBD, pensato, progettato e prodotto da TOSCANDIA S.p.A. sulla base della propria esperienza nel campo dei veicoli industriali e commerciali, rappresenta un contributo alla riduzione dei consumi, dell’usura e delle emissioni ed una dimostrazione della propria attenzione verso una mobilità sempre più sicura e sostenibile. Ottobre Dicembre 2018


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NEWS

Guerriero di vagliatura

Si prepara a diventare un best seller anche in Italia, il nuovo modello Powerscreen Warrior 1200, all’esordio nelle cave e negli impianti di trattamento inerti del nostro Paese. D’altra parte, questo impianto sorprendente detiene già il primato di vaglio mobile più compatto disponibile sul mercato (con soli 3,6 m di lunghezza complessiva). Realizzato sulla base del fortunato mo-

La ricerca per la sostenibilità In occasione del Bando “Mobilità sostenibile e intelligente – Por Fesr Lazio 2014‐2020”, la Fratelli Mazzocchia S.p.A., azienda attiva nel settore ecologico, e il Dipartimento di Ingegneria dell‘Impresa dell‘Università degli Studi di Roma Tor Vergata hanno dato vita al progetto Acme, che consiste nella realizzazione di compattatori a elevata funzionalità per la raccolta dei rifiuti urbani, caratterizzati da elevata funzionalità e basso impatto. Si tratta di un primo “satellite” a trazione elettrica, e il secondo “madre”, entrambi a caricamento posteriore con nuova cinematica. Le carti vincenti sono alleggerimento dei materiali, riduzione dei consumi e del rumore, nuova elettronica di bordo. Attività di monitoraggio e protezione consentono un funzionamento sicuro anche in condizioni d’impiego difficili.

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dello Warrior 600, il Warrior 1200 presenta un design innovativo, una capacità elevata e una calibrata economia di impiego per consumi e usura dei componenti estremamente contenuti. L’identikit del Warrior 1200 di Powerscreen presenta il profilo di un vaglio inclinato multiuso per impieghi gravosi, con una struttura a due piani e una notevole adattabilità a operazioni di stoccaggio, vagliatura a monte e a valle del frantoio, con un valore di funzionalità versatile anche come unità autonoma. Tra le caratteristiche degli elementi dinamici del vaglio, va rimarcato l’alimentatore a velocità variabile, dotato di rulli per impieghi heavy duty, una struttura a tramoggia rigida, con le prolunghe della stessa tramoggia ripiegabili. I vantaggi del Warrior 1200 per l'operatore prevedono, tra le altre importanti prerogative, tempi di messa in funzione rapidi e semplicità di utilizzo in virtù dell’implementazione dei nastri laterali a ripiegamento idraulico, di una traslazione a due velocità e della rapida conversione a due frazioni di vagliatura.

Ingressi e uscite possono essere con il software applicativo in base alle necessità. Il controller è dotato di interfacce CAN con le quali si scambiano i dati con le unità bus collegate, sensori e componenti di controllo sono conformi ai requisiti elettrici riferiti all’emissione EMC e alla sensibilità per componenti per macchine mobili. Le funzioni integrate hardware e software costituiscono la base per l’utilizzo di componenti in applicazioni fino a PL d. Ottobre Dicembre 2018



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A cura di Eliana Puccio

L’arte di riciclare

n “5.000 Suole”. È questo il nome della sorprendente installazione realizzata dall’artista e attivista tedesca LiinaKlauss. Il Potato Head Beach Club di Bali ha chiesto all’artista di costruire a cielo aperto una struttura che potesse fornire a chiunque una prospettiva diversa su ciò che viene etichettato come spazzatura. La Klauss ha così

raccolto più di 5.000 infradito in plastica (suddivise per colori) e in gomma dalle rive della costa occidentale di Bali, le ha ordinate, rilegate e trasformate. “Qualche anno fa, quando lavoravo ad Hong Kong, ho notato l’eccessiva quantità di infradito sulle spiagge e ho deciso di utilizzarle come unico materiale artistico perché l’ammontare di queste ‘ciabatte di plastica’ rispecchia la nostra sovrapproduzione e il nostro sovra-consumo. Dopo tutto, non sono ‘loro’, ma è ognuno di ‘noi’ a causare l’inquinamento plastico globale”, spiega l’artista. L’opera “5.000 Suole” sarà visibile a Bali per tutto il 2018.

Nuovi impianti crescono

n Amut Dolci Extrusion ha realizzato per un cliente europeo un impianto cast-laminating per la produzione di film in poliammide-polietilene destinato a buste sottovuoto o vaschette a uso alimentare, per le quali è necessario un film multistrato con proprietà barriera all’ossigeno, ai grassi e agli aromi. La configurazione dell’impianto prevede tre sezioni: due in testa piana (cast), una per resine barriera (PA) e una per poliolefine (LDPE, LLDPE e ionomeri), e una centrale di laminazione per estrusione in cui si uniscono i due film prodotti.

Una carta per salvare il mare American Express, con il contributo di Parley for the Oceans, ha dato vita alla sua prima carta di credito riciclando i rifiuti plastici provenienti da acque marine. La carta è in fase di prototipazione e sarà rilasciata entro un anno. “I nostri oceani giocano un ruolo fondamentale per la salute del nostro pianeta e per quella dei viaggi e del turismo, che American Express supporta da tempo.

È importante esserne consapevoli e fare il nostro meglio per far sì che i nostri oceani continuino a rimanere del loro blu” , ha spiegato Doug Buckminster di American Express.

Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

NEWS

RIFIUTI SOLIDI

LEGO contro il nemico di plastica

n Anche Lego ha un’anima verde. L’azienda danese produttrice di giocattoli è al lavoro per realizzare una nuova linea di mattoncini colorati in plastica vegetale, ricavata dalla canna da zucchero. La maggior parte dei materiali di prova, sia a base

biologica sia riciclata, sono stati finora insufficienti. Alcuni pezzi fatti con i nuovi materiali si sono rotti, lasciando bordi taglienti che potrebbero ferire un bambino. "Stiamo lavorando sodo per realizzare fantastici giochi per bambini con

materiali sostenibili. Non è ancora chiaro se il cambiamento possa essere portato avanti senza danneggiare i margini di profitto, ma è certo che non comprometteremo la nostra qualità", commenta Niels B. Christiansen, CEO di LEGO.

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Anche Apple ricicla Apple utilizzerà materiali riciclati per i suoi nuovi iPhone Xs e iPhone Xr. E se volessimo sostituire il nostro iPhone? Nessun problema. Apple lo riciclerà gratuitamente e ci offrirà una permuta se il telefono ha un valore. Il nuovo iPhone Xs e iPhone Xr utilizzeranno lo stagno riciclato nelle loro schede logiche, evitando che 10.000 tonnellate di minerale di stagno siano estratte ogni anno.


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RIFIUTI SOLIDI

NEWS

La crociera Plastic Whale

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Un ‘App antispreco Avete mai pensato a quanto cibo sprechiamo e buttiamo via senza nemmeno consumarlo? WasteNot è un'app progettata per diminuire gli sprechi alimentari a casa, rintracciando l'inventario e fornendo ricompense per la riduzione dei rifiuti alimentari individuali e domestici. La campagna dell'app WasteNot è stata lanciata sul sito di crowdfunding Indiegogo, con sede a San Francisco.

n Pescare sui canali per ripulire le acque ad Amsterdam è possibile. Stiamo parlando di Plastic Whale, la prima organizzazione di pesca professionale di plastica al mondo che ripulisce i canali patrimonio dell’Unesco. E non solo. I rifiuti recuperati

diventeranno dei veri e propri arredamenti di design. Una collezione speciale comprende, ad esempio, un tavolo, una sedia, una lampada e un pannello acustico, tutti realizzati in plastica recuperata. Questo per ricordare al mondo intero che la plastica è una materia prima preziosa e non va sprecata. Anche i turisti potranno prendere parte all’iniziativa e offrire il loro contributo. Quindi, ricordate, se progettate un viaggio ad Amsterdam non dimenticate la canna da pesca.

"Sono appassionato di cibo e amo cucinare ma spesso mi ritrovo a dover buttare cibo di qualità scaduto", commenta John West, fondatore del progetto WasteNot. L’app può essere utilizzata per tracciare il cibo, gestire l'inventario, scoprire nuove ricette, monitorare l'impatto e ottenere ricompense.

Accordi importanti

nEURepack, Consorzio italiano di aziende che promuovono l’imballaggio riutilizzabile, e PolieCo hanno firmato un Protocollo di intesa per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di ridurre il consumo dei materiali plastici. “L’impegno che da sempre si prefissa il nostro consorzio è promuovere la pratica virtuosa del riutilizzo presso istituzioni comunitarie, enti

Carlo Milanoli, presidente EURepack.

govenativi, operatori economici, consorzi di raccolta e opinione pubblica” commenta Carlo Milanoli, presidente EURepack. Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Il triste destino degli Albatros n Infiniti Albatros uccisi orribilmente dalla plastica. A testimoniarlo il documentario girato dal fotografo Chris Jordan sulla Midway Island nel Nord del Pacifico. Il servizio mostra i danni provocati dall'inquinamento a svantaggio di questi poveri animali. Tutta la plastica che utilizziamo e poi abbandoniamo,

NEWS

RIFIUTI SOLIDI

infatti, (piatti, stoviglie, accendini e chi più ne ha più ne metta) va a finire all’interno del loro stomaco. Nel 2008, Jordan e l’attivista e fotografo Manuel Maqueda raggiungono l’isola. Lì migliaia di uccelli ogni giorno sono destinati a morire dopo aver ingerito plastica. Grazie alle foto e al reportage realizzato da Jordan è possibile avere una chiara visione di ciò che accade realmente. Il progetto Albatross (www.albastrossthefilm.com), che

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è possibile sostenere e supportare, nasce per documentare il triste destino di questi uccelli con l’obiettivo di proteggerli dal nemico ‘plastico’. Il videomaker americano lancia così un chiaro messaggio, con la speranza che possa raggiungere più coscienze umane possibili: "Quando almeno 100 milioni di persone decideranno di fare qualcosa di diverso allora avverrà il vero cambiamento". Voi che ne pensate?

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RIFIUTI SOLIDI

Una carezza all’ambiente

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

30 anni dedicati allo sviluppo di software per la gestione dei rifiuti. Evoluzione è la parola chiave che muove tutto il processo produttivo di Euroinformatica Eliana Puccio

D MASSIMO VANNUCCHI fondatore e Ceo di Euroinformatica.

ove vuoi, quando vuoi, come vuoi” è lo slogan preferito di Euroinformatica, uno dei principali player nel settore dei gestionali per l’ambiente con sede a Prato. L’innovazione più importante lanciata dall’azienda è una piattaforma web studiata per assicurare una gestione completa e sicura del business rifiuti. Il suo nome è Atlantide DS.8, ovvero la release più prestazionale e completa di Atlantide. A chi si rivolge questo strumento? Ai produttori, trasportatori, impianti e intermediari che possono contare su una piattaforma di soluzioni che si plasma sulle loro esigenze contribuendo a portare ordine e chiarezza nei processi aziendali.

Atlantide si avvale di Greennebula, il cloud System Software dedicato alla gestione delle autorizzazioni ambientali. Greennebula raccoglie tutte le informazioni e le archivia in rete, in modo che possano essere accessibili agli utenti iscritti al servizio. Ciò consente al cliente di risparmiare tempo e risorse. Ogni modifica dei dati inseriti dai fornitori, viene comunicata in tempo reale in modo che l’utente possa usufruire di dati aggiornati. Euroinformatica sarà presente alla ventiduesima edizione di Ecomondo (Stand 125 nel padiglione B3) aggiungendo nuovi valori e spunti tecnologici di pensiero a una dinamica del dibattito incentrata sulla green e circular Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

economy. Tra le proposte di quest’anno, Atlantide offrirà uno spazio di demo personalizzate e di consulenze tecniche per progetti completi in un’ottica di Industria 4.0 e, ancora, di Circular Economy. “Quella di Atlantide - spiega Massimo Vannucchi, Ceo di Euroinformatica è la piattaforma di real time business control, ingegnerizzata JavaEE, web & cloud che consente la modellazione, il controllo e l’ottimizzazione dei processi: commerciale, logistico, industriale, normativo e amministrativo fiscale. Partecipiamo a Ecomondo

RIFIUTI SOLIDI

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dalla prima edizione e ogni anno riusciamo a portare molte novità grazie alla possibilità di sviluppare internamente il nostro software; una continua evoluzione per offrire soluzioni adeguate alle esigenze di un settore sensibile come quello ambientale”. Sempre in occasione di Ecomondo, Euroinformatica presenta il nuovo sodalizio con Hyperborea, azienda innovativa con sede nel Polo Scientifico Tecnologico di Navacchio (PI). Nasce da questa partnership un modulo specifico per la gestione documentale tramite l’integrazione di Atlantide e

docLife, studiato per essere utilizzato da aziende di qualsiasi dimensione e tipologia. Si consolida anche un’altra partnership, quella con Ambiente Legale, che si evolve con la realizzazione del “modulo legale” e con una chat interattiva che consente di rispondere con immediatezza a quesiti riguardanti la normativa ambientale. Atlantide DS.8 adempie alla normativa ed è compliance D.lgs 231, e onsente la tracciabilità ipertestuale - Audit Trail - seguendo la regola di reputazione online basata sulle 5W (Who, What, When, Where, Why?).

FOCUS ON

Nessun luogo è inaccessibile.

Un robot Mini Escavatore Gerotto arriva ovunque.

Grazie al nostro continuo sviluppo di nuove tecnologie per l’aspirazione a distanza, PQP VGOKCOQ RKȶ INK URC\K EQPƒPCVK


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PRODOTTI

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Sullo sfondo, alle spalle del deposito temporaneo e trattamento macerie di Misciano, il Comune di Norcia. A destra, l’interno dell’impianto mobile di selezione semi automatica Kiverco PS122 fornito dalla Scai alla multiutility VUS.

Visione circolare

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Le macerie del sisma in Umbria tornano materia nobile a chilometro zero grazie a una gestione integrata, virtuosa e d’avanguardia di Regione, società di servizi e ricerca universitaria

Matthieu Colombo

e macerie pubbliche del bacino umbro soggetto a terremoto nel 2016 sono raccolte, selezionate e riciclate come prodotti di qualità certificata CE, che sono poi resi disponibili, a costo zero, agli stessi comuni che li hanno conferiti. Gli attori di questa filiera virtuosa sono la Regione Umbria, la multiutility ValleUmbraServizi e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia. La Regione ha chiesto l’intervento della società

VUS, che ha per soci i 22 comuni tra cui Norcia, Foligno, Spoleto, Cascia, Preci, Sellano, Cerreto di Spoleto e gli altri Comuni della Valnerina, per supportare le aree umbre colpite dal terremoto liberandole dalle macerie pubbliche. VUS ha quindi sviluppato un progetto integrato di logistica basato sulla prossimità ai siti colpiti per minimizzare i disagi di raccolta e conferimento, di tracciamento delle macerie, di stoccaggio, quindi di trattamento. L’idea della VUS, che abitualmente ge-

stisce rifiuti urbani e servizi idrici locali e le cui risorse umane hanno in parte già vissuto una esperienza simile conseguente il terremoto del 1997, è stata di coinvolgere il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia per realizzare analisi fisico meccaniche atte a verificare le qualità degli inerti soggetti a trattamento e identificare la marcatura CE e valutarne l'idoneità d'impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade. Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

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PRODOTTI

“Qui a Misciano abbiamo evidenza di quanto ogni comune del VUS ha conferito. Il nostro operato, nel pieno rispetto dell’ambiente e della sensibilità locale, permette oggi di restituire gratuitamente ai comuni conferenti inerti di qualità certificata nelle pezzature stabilizzato 0-40 mm e mezzanello 30-50 mm. Abbiamo creato una risorsa e ora dobbiamo comunicarlo per chiudere il cerchi dell’economia circolare e solidale. Dello stabilizzato, ad esempio, è stato già utilizzato per il sottofondo nei lavori di adeguamento della Strada Provinciale 477.”

Sopra, il deposito temporaneo macerie nella frazione Castelluccio di Norcia (1.452 m slm).

La forza di una filiera breve Una volta appaltato il progetto proposto da VUS per il conferimento di 100mila tonnellate di macerie pubbliche, la Regione Umbria ha identificato in una ex cava di inerti il luogo migliore da adibire a deposito temporaneo delle macerie nella piana di Santa Scolastica in Località Misciano, Norcia (PG). Il bacino già esistente è stato quindi reso impermeabile posando Tnt, Hdpe e geomembrane, quindi ricoperto da inerti. La vicinanza del sito di conferimento alle aree più colpite è stata strategica nei primi mesi in cui la viabilità rendeva praticamente inaccessibili i siti di smistamento più vicino (a oltre 50 km di percorso a ostacoli). Inoltre, il mancato trasporto di 100mila tonnellate di macerie con tratte da 100 chilometri tra Ottobre Dicembre 2018

Alessandro Corradini Dipartimento Ingegneria Civile Ambientale Università di Perugia

andata e ritorno ha permesso di contenere le emissioni di CO2 in Valnerina. Durante queste lavorazioni, ValleUmbraServizi ha perfezionato un sistema di tracciabilità maniacale delle macerie stesse, congiuntamente alla regione Umbria (DEC Nicola Casagrande, Francesco Berti), anche grazie alla collaborazione dei singoli comuni soci. Ogni singola operazione di raccolta delle macerie è inviata dai comuni interessati con tanto di indicazione dell’area da sgomberare con coordinate catastali. Questa richiesta è il primo passo che genera un documento onnicomprensivo che funge anche da bolla di trasporto per le macerie che sono classificate come rifiuto solido urbano (cod. 200399). VUS avvia quindi la procedura di prelievo e conferimento

Enrico Lattanzi Referente unico servizio rimozione macerie VUS

“Il nostro operato è funzionale a verificare la qualità degli inerti riciclati al fine di apporre la marcatura CE del prodotto e certificare l'idoneità d'utilizzo in opere di ingegneria civile, laddove le macerie post-sisma possono configurarsi come una valida risorsa. I risultati ottenuti sono particolarmente interessanti perché secondo la recente normativa quadro europea il comparto delle costruzioni e demolizioni deve arrivare al recupero e riutilizzo del 70% dei materiali entro il 2020.”

delle macerie indicate che vengono portate al suddetto deposito temporaneo delle macerie di Misciano (700 slm circa) dove avviene il trattamento delle stesse, oppure all’ulteriore sito di deposito temporaneo di Castelluccio (1.412 slm) che funge da polmone nei mesi più freddi in modo da liberare il territorio anche con condizioni meteo proibitive, nel minore tempo possibile. Trattamento e selezione A due anni dall’evento sismico più devastante che ha colpito Norcia, sono state conferite a VUS oltre 90mila tonnellate di macerie pubbliche di cui sono state già trattate oltre 60mila tonnellate. Costruzioni ha visitato il deposito temporaneo di Misciano dove possono conferire soltanto persone e mezzi già au-


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PRODOTTI

In alto, l’impianto mobile di selezione semi automatica Kiverco PS122 fornito dalla Scai alla multiutility VUS.

torizzati (documenti, numero di targa, ingresso e pesa videosorvegliati). I mezzi vengono pesati sia in ingresso sia in uscita e grazie alle bolle di trasporto è possibile tracciare la provenienza di ogni chilogrammo. La precisione e il monitoraggio delle attività sono talmente elevate che ogni giorno VUS invia a Comuni e Regione un report del prelevato e del conferito nelle ultime 24 ore, mentre a cadenza settimanale invia anche un quadro di aggiornamento complessivo dell’operato. Una volta in sito, le macerie vengono trattate con un frantoio e un vaglio mobili per ottenere una pezzatura uniforme e non superiore ai 200 mm. A questo punto entra in gioco l’impianto mobile di smistamento e selezione semi automatico Kiverco PS122 fornito tramite gara d’appalto indetta da VUS e che tra l’altro può essere utilizzato anche in contesti di selezione e trattamento rifiuti urbani. Kiverco per l’Italia Scai, che rappresenta per l’Italia l’irlandese Kiverco e la sua gamma di impianti mobili, ha calato l’asso sul tavolo di questa filiera virtuosa. Oltre al prodotto, manco a dirlo, la grande

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

“Siamo fieri di essere riusciti a fare sistema e offrire una soluzione sostenibile e che rende nuovamente utilizzabili con qualità certificata delle risorse solitamente date per perse. Avvallando l’unione dell’esperienza di chi lavora sul campo da anni con lo spirito della ricerca universitaria, Regione Umbria ha dimostrato di saper reagire in modo pratico, coerente e con attenzione per il territorio. Il nostro operato è anche in linea con i più aggiornati criteri ambientali minimi (CAM) pubblicati dal ministero dell’ambiente.”

forza di Scai è il servizio di consulenza e assistenza che in Umbria è ovviamente più presente che mai. L’impianto Kiverco, è un impianto pensato per lavorare in concerto con separatore di densità e vaglio di alimentazione a tamburo Kiverco, ma può essere anche alimentato in modo differente, come dimostra l’esperienza VUS. Per far lavorare bene il PS122 è importante alimentare progressivamente il nastro di alimentazione che prima sottopone il materiale a un soffiatore per eliminare le parti più leggere (bypassate in un primo cassone laterale all’alimentazione) e poi guida il materiale di peso specifico superiore fino all’interno della cabina di smistamento climatizzata dove gli operatori, da uno a sei in base all’allestimento (34 per VUS), eseguono la selezione manuale estraendo le impurità dal nastro a velocità regolabile posto in cabina e lasciandole cadere sotto alla cabina sopraelevata che sovrasta i cassoni di raccolta. Nel sito di Misciano sono utilizzati cassoni per ripartire le parti più leggere, il legno, le guaine isolanti e isolanti in genere, e rifiuti misti. Il nastro conduce quindi il materiale

Walter Rossi direttore generale VUS e direttore tecnico commessa

Moreno Marionni Responsabile unico Divisione igene ambientale VUS

soggetto a selezione manuale fuori dalla cabina dove un magnete con nastro d’asportazione perpendicolare a quello principale estrae gli ultimi residui di metallo. Il PS122 è alimentato da un compatto gruppo diesel che serve, tra l’altro, a elevare l’impianto sui 4 piedi idraulici telescopici. Una volta posizionato l’impianto, è possibile spegnere il motore diesel e alimentare il separatore con corrente elettrica. Indipendentemente dal tipo di alimentazione, il PS122 permette di abbattere le polveri grazie a un impianto di vaporizzazione dell’acqua a tre vie. Nel vederlo al lavoro siamo rimasti favorevolmente sorpresi da una soluzione che ottimizza la produttività di un impianto con emissioni sonore contenute e costi di gestione bassi. Alla Kiverco l’esperienza non manca, dato che ha sviluppato la gamma di impianti mobili sulla base dell’esperienza nella realizzazione di impianti fissi in tutto il mondo. Il contesto operativo di Norcia amplifica le qualità dell’impianto Kiverco che di fatto risulta essere uno degli strumenti del processo di valorizzazione delle macerie post sisma per ottenere prodotti certificati CE. l Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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PRODOTTI

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La sinergia consolidata tra VUS e DICA, Università degli studi di Perugia

Un esempio di curve granulometriche dei materiali.

La collaborazione tra VUS ed il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli studi di Perugia (DICA) è il frutto di una convenzione di ricerca finalizzata alla caratterizzazione fisico-meccanica dei materiali C&D provenienti dalle attività di rimozione e trattamento delle macerie post-sisma 2016 prodotte nella Regione Umbria. La collaborazione è conseguenza di una sinergia pluriennale tra le due realtà, nata a seguito degli eventi sismici del 1997 e poi consolidata nel tempo attorno allo studio dei suddetti aggregati. Le sperimentazioni condotte sono state sviluppate sia nel laboratorio VIARIA del DICA, con prove tradizionali e prove prestazionali, sia su scala reale, laddove il materiale è stato impiegato in applicazioni legate per opere di ingegneria civile. VUS e DICA puntano a diffondere tra le PA e i privati le conoscenze acquisite nel campo dei C&D per promuoverne l’impiego nell’ottica di un’economia circolare, sia in accordo alle direttive europee, che fissano per il 2020 il target del 70% quale percentuale di recupero delle macerie C&D (Directive 2008/98/EC on waste), che nazionali (criteri ambientali minimi introdotti nel D.M. 11 ottobre 2017). Il personale del gruppo Strade del DICA segue l’attività di produzione degli aggregati nell’impianto di Misciano, Ottobre Dicembre 2018

garantendo un supporto sia per la stesura di un Piano di Riutilizzo delle macerie che per la certificazione dei prodotti in uscita. A tale fine, viene condotta una mirata attività sperimentale volta a redigere un certificato di marcatura CE per ogni lotto (<3000m3) di materiale trattato in accordo ai dettami della UNI EN 13242 (“Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l'impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade”). Queste analisi hanno permesso di caratterizzare dimensionalmente lo Stabilizzato come uno 0/31.5, GA 85 ed il Mezzanello come un 31.5/63, GC 85-15. Dai certificati è inoltre possibile acquisire informazioni relativamente a proprietà fisiche, meccaniche e chimiche quali indici di forma e appiattimento, contenuto e qualità dei fini, densità, assorbimento di acqua, composizione, resistenza alla frammentazione e all’usura, resistenza al gelo e disgelo. Infine, proprio in virtù di promuovere l’utilizzo del materiale, le proprietà dell’aggregato vengono valutate in base ai requisiti prestazionali forniti dalla Circolare del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, n. 5205 del 15 luglio 2005, recante "Indicazioni per l'operatività del settore edile, stradale e ambientale, ai sensi del decreto ministeriale 8 maggio 2003, n.203". Le destinazioni d’uso d’interesse sono principalmente quelle del corpo dei rilevati e dell’impiego in colmate, riempimenti e rinterri. Sebbene infatti le certificazioni rilasciate prendano in considerazione la possibilità d’impiego anche nei sottofondi stradali ed in strati accessori (anticapillare e drenante), i primi utilizzi citati sono quelli che da un lato risultano meno stringenti da un punto di vista dei requisiti prestazionali, e dall’altro richiedono le maggiori volumetrie nelle applicazioni ingegneristiche garantendo un’ampia possibilità di riqualificazione per i grandi quantitativi di macerie che vengono a determinarsi a seguito di eventi eccezionali quali quelli sismici.


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PRODOTTI

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Datevi delle arie

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Incofin diventa distributore per l'italia delle innovative ventole di raffreddamento Flexxaire con pale ad angolazione variabile che invertono il flusso d'aria per mantenere puliti i radiatori in ogni condizione operativa Matthieu Colombo

a costante ricerca di nuovi partner ha portato l'italiana Incofin a stringere un accordo con la canadese Flexxaire per diventare distributore esclusivo dalla gamma di ventole reversibili per il raffreddamento dei motori endotermici. Storicamente esperta nella filtrazione, Incofin allarga quindi il suo portafogli di soluzioni per macchine operatrici che lavorano in ambienti estremi. Le ventole reversibili Flexxaire man-

tengono i radiatori puliti, massimizzano le performance del motore, riducono i consumi, sono robuste e non richiedono manutenzione. Vediamo in dettaglio questo prodotto innovativo: le pale delle ventole reversibili Flexxaire sono progettate e costruite per resistere alle condizioni di lavoro più gravose ed estreme. Il movimento unico e brevettato permette alle ventole con inversione di flusso Flexxaire di variare l’inclinazione delle

pale a qualunque velocità e conseguentemente invertire il flusso d’aria pulendo automaticamente il radiatore. Grazie all’ inversione di flusso ottenuta variando l'angolazione delle pale plastiche alla loro base, la ventola Flexxaire pulisce in maniera efficace i radiatori e li mantiene puliti nel tempo. Solitamente l’inversione viene programmata per una pulizia automatica, ma si può richiedere anche l’attivazione manuale dalla cabina. Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

I vantaggi delle ventole Flexxaire

• Nessun fermo macchina per la pulizia dei radiatori • Aumento della produttività • Riduzione dei consumi di carburante • Riduzione del rischio di incendio nel vano motore • Pulizia aggiuntiva su richiesta tramite pulsante www.incofin.it

L’inversione di flusso può anche avvenire alla massima velocità di rotazione variando istantaneamente l'angolazione delle pale da posizione di raffreddamento a posizione di pulizia. Dopo pochi secondi la ventola ritorna sempre e comunque nella posizione originale raffreddando il motore. Tutti i componenti del mozzo sono ricavati dal pieno per assicurare una grande robustezza del componente e garantire il perfetto bilanciamento dorante la rotazione e le sollecitazioni. Tutti i giunti sono sigillati con O-Ring di alta qualità ed il precarico meccanico della molla interna garantisce il massimo flusso d’aria in caso di mancanza di pressione. Una bella sicurezza che evita brutte sorprese. Ottobre Dicembre 2018

PRODOTTI

LA PRIMA VOLTA A destra un Volvo di un cliente inglese. Ventola originale a terra e giro di collaudo per la Flexxair. La sequanza video parla da sé.

L’installazione della reversibile Flexxaire è molto semplice. La ventola usa lo stesso spazio di quella standard e Flexxaire fornisce un adattatore dedicato per ogni installazione.

Per installare il kit basta smontare la ventola originale, applicare l'adattatore e trovare uno spazio per il sistema di controllo che può essere un semplice temporizzatore o una centralina programmabile. Con oltre 35 anni di esperienza Flexxaire ha un catalogo ampio per rispondere alle più svariate esigenze, ma dispone anche di kit pronti per l’installazione per i modelli più diffusi di grando costruttori come, ad esempio, Caterpillar, Komatsu, Hyundai o JCB. l


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Progettato per non toccare mai la terra Il nuovo EW240E Material Handler è una delle poche macchine Volvo CE che non farà mai movimento terra. Si tratta infatti di un modello sviluppato appositamente per la movimentazione di materiali Matthieu Colombo

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ome i movimentatori industriali più apprezzati in Europa, il nuovo Volvo EW240E MH ha il Dna tedesco. Si tratta infatti di un modello costruito nello stabilimento di Konz, dove da decenni sono sviluppati escavatori gommati. A questo girò la musica è cambiata. Il nuovo Volvo non è una versione di un escavatore gommato, ma un modello sviluppato appositamente come movimentatore sulla basi dell’esperienza fatta dai clienti con l’attuale EW210D MH. Volvo CE non esagera quindi nel

definire l’ EW240E MH da 26 tonnellate di peso operativo il miglior movimentatore di materiali mai prodotto con il marchio svedese. Questa macchina, appositamente progettata per i settori della movimentazione rifiuti e materiali nei siti di riciclaggio offre tutte le soluzioni tecniche testate sui precedenti

Guarda il video ufficiale di presentazione del nuovo EW240E Material Handler Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

RIFIUTI SOLIDI

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In cabina il silenzio regna sovrano o quasi. I 67 DB(A) di rumorosità interna alla cabina dichiarati sono da record della categoria. A questo vanno aggiunte le vibrazioni minime e un climatizzatore davvero efficiente.

Modelli con l’aggiunta di una cinematica del braccio e di una stabilizzazione ottimizzate in stretta collaborazione con gli utilizzatori La macchina è stata infatti testata nei siti di aziende specializzate nel riciclaggio, anche con operatori abituati a utilizzare macchine differenti. Il risultato è evidente già osservando la macchina da lontano, ma ancora di più analizzando le configurazioni diOttobre Dicembre 2018

sponibili e la gamma di attrezzature compatibili. L’obiettivo è dare modo ai clienti di personalizzare la propria ricetta di versatilità andando a costruire una macchina perfettamente adatta alle specifiche applicazione. Due tipologie di avambraccio Il cuore del nuovo modello sono il braccio e all’avambraccio integralmente riprogettati. Quest’ultimo è di-

sponibile sia in versione per selezionatore sia in versione a collo d’oca per benne a polipo. Un nuovo sistema di ammortizzazione del cilindro di sollevamento braccio riduce al minimo le vibrazioni e mantiene la pinza in posizione, migliorando tra l’altro la stabilità complessiva. In termini di sicurezza operativa, il nuovo braccio è controllato tramite un sistema di limitazione del richiamo dell’avambraccio per evitare l’urto della pinza sulla cabina e si può anche richiedere un limitazione dell’altezza braccio per lavorare al coperto in assoluta tranquillità. La cabina elevabile fino a portare lo sguardo dell’operatore oltre i 5 metri d’altezza e una evoluzione di quella dell’EW210D MH, già riferimento in termini di comfort, basse vibrazioni e pressione acustica interna da record con 67 dB(A) dichiarati. Sotto al cofano motore gira un collaudato sei cilindri D6J da 5,7 litri di cilindrata tarato per erogare una potenza massima di 126 kW netti a 1.800 giri/min e una coppia massima di ben 850 Nm a 1.350 giri/min. A completare questo Volvo di nuova generazione non mancano rassiucuranti e convenienti pacchetti di garanzia e manutenzione programmata. l


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RIFIUTI SOLIDI

CASE HISTORY

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

2,9 Sono i milioni di sterline spesi per l’ammodernamento dell’impianto

70% del materiale in ingresso viene raccolto privatamente da Panda Recycling e Greenstar

L’Irish Packaging Recycling punta al sensoriale

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L’innovativa tecnologia di selezione TOMRA a sensori ha permesso di incrementare il recupero della carta nel più grande impianto di rifiuti domestici d’Irlanda Matthieu Colombo

impianto di recupero materiali di Ballymount, Dublino, lavora il materiale di riciclo da uso domestico proveniente da circa 400.000 abitazioni della capitale e delle aree circostanti. Il 70% del materiale in ingresso viene raccolto privatamente da Panda Recycling e Greenstar, mentre il resto viene raccolto da operatori terzi. L'impianto, il più grande nel suo genere in Irlanda, impiega 105 dipendenti e ha una licenza di lavorazione per 100.000 tonnel-

late all'anno ed è attualmente in funzione al 90% della sua capacità, con un funzionamento di 20 ore al giorno (su due turni), cinque giorni alla settimana. Ogni ora, 20 tonnellate di materiale da riciclo “secco” da uso domestico vengono separate nei suoi componenti: due tipi di carta, cartone, alluminio, acciaio e cinque tipi di plastica. I materiali recuperati vengono trasformati in balle che vengono vendute ai mercati di tutto il mondo. Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

CASE HISTORY

La soluzione scelta per l'impianto di Ballymount consiste in cinque unità Tomra Autosort sulla linea carta - un'unità sulla linea giornali e quotidiani e tre sulla linea di qualità della carta mista. Una quinta unità viene utilizzata per il recupero delle fibre per ridurre gli scarti dell'impianto.

Ottobre Dicembre 2018

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RIFIUTI SOLIDI

Produttività aumentata del 22% Per incrementare l’efficienza di questo impianto gestito dalla Irish Packaging Recycling (IPR), la proprietaria Beauparc Utility Group ha investito 2,9 milioni di sterline in ammodernamento implementando sia con l’innovativa tecnologia a sensori di Tomra Sorting Recycling per incrementare il recupero della carta sia con cinque unità Tomra Autosort sulla linea carta. Una prima unità sulla linea giornali e quotidiani, tre sulla linea di qualità della carta mista e una quinta per il recupero delle fibre per ridurre gli scarti dell'impianto. Il progetto di ammodernamento, gestito da McDonald International, ha previsto l'installazione di trentasette nuovi nastri trasportatori, cinque separatori ottici Tomra, un separatore a tamburo, tre cabine di selezione manuale, una revisione completa del sistema elettrico e di controllo, l'aggiornamento dell'interfaccia di controllo dell'impianto esistente e l'integrazione dei controlli vecchi e nuovi in un unico sistema. Tutte le nuove apparecchiature sono completamente certificate CE e il nuovo sistema di sicurezza elettrica 'ASIsafe' di Siemens porta l'impianto ad uno standard di integrità della sicurezza SIL3. Automazione vincente Con l'introduzione delle apparecchiature TOMRA, l'impianto è ora in grado di funzionare a 20 tonnellate all'ora (con un aumento da 16,5 tonnellate all'ora) e di raggiungere il 98,3% di purezza della carta prima che il materiale venga controllato a mano in una delle tre nuove cabine. Prima dell'installazione, IPR ha effettuato due prove decisive presso il Test Center Tomra, in Germania, portando il materiale da trattare direttamente dall’Irlanda. l

400 ...mila abitazioni servite nell’area di Dublino. Sono la fonte del materiale di riciclo da uso domestico

20 Sono le ore di funzionamento dell’impianto giornaliere. Lavora per cinque giorni la settimana su due turni


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Cesaro Mac Import presenta il nuovo impianto mobile di triturazione a rotazione lenta di Doppstadt. La potenza è trasmessa con l’innovativa VarioDirect Drive sviluppata assieme a ZF Matthieu Colombo

RIFIUTI SOLIDI

FOCUS ON

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Potenza diretta

T

ra le stelle di Ecomondo 2018, merita attenzione il nuovo Inventhor Type 9 della Smart Shredding Line di Doppstadt che Cesaro Mac Import ha già presentato in Italia. La grande novità del trituratore a rotazione lenta è nel sistema di trasmissione di potenza sviluppato in sinergia con la tedesca ZF. Il sistema di triturazione rimane quello standard con il monorotore, ma è stato sostanzialmente rivisto e migliorato. Innovativo e forte: Doppstadt già rende chiaro questo concetto nel nome della macchina, che è composta dalla radice di "inventore" e "Thor” che vuole

richiamare alla memoria l'arma magica dell’omonimo dio germanico. Tecnicamente la grande novità è posizionata tra il potente motore termico MTU e il monorotore di triturazione. Stiamo parlando di una nuova trasmissione di potenza sviluppata in sinergia da Doppstadt e ZF, battezzata VarioDirect Drive. Questo nuovo componente offre prestazioni al top già dall’avvio assicurando subito la massima potenza di azionamento, mentre al lavoro si apprezza subito la tempestività con cui aziona l’inversione del senso di marcia del rotore quando incontra i materiali più difficili. Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

FOCUS ON

RIFIUTI SOLIDI

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NULLA SPAVENTA L’INVENTHOR Nelle tre immagini il nuovo trituratore Doppstadt al lavoro con differenti materiali. Ben 430 Kw di potenza e un’esclusiva trasmissione firmata ZF. L’impianto esiste anche cingolato.

A questo si aggiunge un telaio completamente rivisto, così come una accessibilità ai componenti migliorata grazie a cofanature che si aprono verso l’alto, ad ala di gabbiano. Rispetto al modello precedente, il nuovo Doppstadt ha emissioni sonore ancora più contenute. Di fatto, l’Inventhor Type 9 è la prima macchina di una nuova generazione di trituratori. “La nuova tecnologia - spiegano in

Il video Cesaro Mac Import per la presentazione dell’Inventhor Type 9 430 kW Stage IV

Sotto le cofanature gira un granitico 6 cilindri MTU 6R 1300 da 12,8 litri di cilindrata capace di erogare fino a 430 kW di potenza e ben 2300 Nm di coppia massima. L’unità rispetta lo Stage IV (Stage V ready) con il post trattamento e l’iniezione common rail con esclusivo sistema APCRS, che può raggiungere altissime pressioni d’esercizio per ottimizzare la combustione e dare la massima potenza. L’APCRS è caratterizzato da un moltiplicatore di pressione interno ai singoli iniettori per avere pressioni più basse nel rail. Ottobre Dicembre 2018

Cesaro Mac Import - sposa i disegni e l’esperienza del passato con le richieste tecnologiche e costruttive future. Le principali modifiche apportate all’Inventhor di ultima generazione riguardano specifici compartimenti e componenti, come unità di raffreddamento, vano motore, alimentazione del materiale, la camera di triturazione e lo scarico del materiale”. Produttività inarrestabile L'Inventhor Type 9 è adatto a una grande varietà di materiali come ad esempio sterpaglie, legna a rami, radici, rifiuti verdi, rifiuti organici, rifiuti domestici, rifiuti ingombranti, rifiuti commerciali, rifiuti edili misti, pneumatici, traverse ferroviarie e molto altro ancora. La tramoggia di alimentazione con sponde a inclinazione variabile, in combinazione con le pareti della tramoggia particolarmente ripide, pone le basi tecniche ottimali per ottenere una produttività elevata. Le sponde mobili e il rotore potente e veloce nelle inversioni permettono di processare facilmente e in successione anche materiali di densità molto differente. Una volta triturati, i materiali sono estratti da un nastro configurabile in base a differenti soluzioni in termini di lunghezza e altezza effettiva di scarico. l


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VOLVO TRUCKS

NEWS

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

IN SILENZIO. A fianco, un Fl Electric di Volvo Trucks, allestito con compattatore a carico posteriore. In basso, la ricarica delle batterie, la presa standard, due motori elettrici abbinati e un Fe Electric a tre assi da 26 tonnellate di peso totale.

Gli elettrici made in Sweden

Volvo Trucks crede nell’elettrificazione delle catene cinematiche dei camion, progettati per operare in ambito urbano o suburbano. Che sia così lo testimoniano le recenti presentazioni di due veicoli elettrici, Fl ed Fe Electric, destinati a essere commercializzati in Europa a partire dal prossimo anno. I due modelli, pensati per i compiti di distribuzione e di raccolta e trasporto dei rifiuti, sono stati realizzati partendo dall’esperienza accumulata dal gruppo svedese nel comparto autobus, concretizzatasi in oltre 4mila urbani immessi sul mercato dal 2010 a oggi. Fl da 16 tonnellate, Fe da 26 tonnellate Gli Fl Electric sono veicoli del segmento medio, con un peso totale a terra di 16 tonnellate. La catena cinematica è costituita da un motore elettrico da 185 chilowatt di po-

tenza di picco (130 chilowatt di potenza continuativa), con una coppia massima di 425 Newtonmetro. L’energia elettrica proviene da un pacco batterie agli ioni di litio, costituito da 2 a 6 unità, di capacità compresa fra 100 e 300 kWh. L’autonomia dell’Fl può raggiungere i 300 chilometri. Due le modalità di ricarica delle batterie: rapida, con corrente continua (1-2 ore in tutto), oppure standard, grazie a una presa a corrente alternata (10 ore circa). Gli Fe Electric sono stati, invece, progettati per utilizzi più gravosi, con pesi totali a terra fino a 26 tonnellate. Montano due motori elettrici da 260 chilowatt di potenza continuativa, abbinati a un cambio a due rapporti. L’autonomia permessa dalle batterie agli ioni di litio arriva a 200 chilometri. Per entrambi e veicoli, Volvo Trucks propone soluzioni di trasporto complete, in funzione del ciclo di lavoro previsto. Ottobre Dicembre 2018


Con la nuova gamma la sostenibilità aumenta la sua portata

VIENI A TROVARCI AD ECOMONDO PADIGLIONE A7 – STAND 1 SOSTENIBILITÀ

PORTATA

TECNOLOGIA

Alimentazione 100% a metano oppure bio-metano per il massimo rispetto dell’ambiente

Sulla nuova gamma Eurocargo NP CNG hai la stessa portata dei modelli diesel

Motore già conforme alla nuova normativa Euro VI D Fino a 600 km di autonomia

VERSATILITÀ Estensione gamma su fascia bassa e configurazione serbatoi CNG modulare per la migliore allestibilità

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PRODOTTI

MEZZI INDUSTRIALI

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Sopra, un trattore Iveco Stralis con motorizzazione a gas naturale liquefatto (Lng), abbinato al semirimorchio Revolution N2 di Frappa. L’impianto per il rifornimento di azoto liquido è realizzato dal gruppo Sol.

Articolato superecologico LC3 abbatte emissioni e rumore con l’azoto liquido per il gruppo frigo del semirimorchio e il metano liquefatto (Lng) per alimentare il motore del trattore Gianenrico Griffini

P

er LC3, società di trasporto e di logistica con sede a Gubbio (Perugia), nove filiali in tutta Italia e una flotta di oltre 190 camion, l’impegno per ridurre l’impatto ambientale della movimentazione delle merci su strada è uno dei pilastri della strategia aziendale. Insieme, ovviamente, alla sostenibilità economica del business. L’abbattimento delle emissioni (sia quelle gassose, sia quelle sonore) è testimoniato da due fatti. Da un lato, il costante rinnovo del parco veicoli, puntando su trattori diesel Euro 6 di ultima generazione (che quest’anno sono il 45 per cento del totale) e su mezzi con motorizzazioni a metano liquefatto (55 per cento della flotta). Il secondo elemento d’innovazione verso un trasporto green,

riguarda la recente messa in servizio del primo semirimorchio Revolution N2, realizzato dallo specialista francese Frappa. Il veicolo è dotato di cella con dispositivo di refrigerazione ad azoto liquido, anziché con il tradizionale frigo azionato da un motore a diesel. Per i mezzi di trazione con motorizzazioni a gas, LC3 ha scelto di utilizzare gli Stralis Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

MEZZI INDUSTRIALI

PRODOTTI

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A destra, dall’alto, la sezione posteriore del telaio, il serbatoio dell’azoto liquido, l’interno della cella frigorifera con la paratia basculante e la piattaforma di carico ripiegata ed estesa.

A fianco, una vista tre quarti posteriore del semirimorchio Revolution N2. Il veicolo è dotato di piattaforma di carico posteriore a scomparsa. In alto, la pulsantiera di comando della sponda caricatrice.

di Iveco. La partnership con la Casa italiana è iniziata alcuni anni fa con la messa in linea di alcuni trattori con propulsore a metano da 330 Cv (e un mix di serbatoi di gas naturale compresso Cng e liquefatto Lng). Sono entrati poi in servizio gli Stralis Lng da 400 Cv (2014) e, infine, i modelli da 460 Cv con serbatoi criogenici e cambio automaOttobre Dicembre 2018

tizzato Zf. I trattori a Lng hanno permesso di ridurre del 15 per cento le emissioni di CO2, del 70 per cento quelle di ossidi di azoto e del 95 per cento il particolato rispetto a un diesel. Freddo e silenzioso La messa in linea del Revolution N2 segna un altro passo verso la sostenibilità

del trasporto. Con l’impiego dell’azoto liquido (contenuto in un serbatoio sottotelaio a -180°C), infatti, si riducono a zero sia le emissioni gassose e di particolato, sia la rumorosità esterna del gruppo frigorifero. l


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PRODOTTI

MEZZI INDUSTRIALI

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

Arriva la rivoluzione green Motorizzazioni a metano liquefatto (Lng) per la lunga distanza, camion elettrici del segmento pesante e veicoli con catene cinematiche ibride stanno cambiando il comparto del trasporto su gomma. Ecco come Gianenrico Griffini

L

e trazioni alternative al gasolio si stanno affacciando prepotentemente alla ribalta nel trasporto su gomma. Che sia così lo dimostra, oltre alla diffusione sul mercato di alcuni modelli, anche il fatto che i camion non convenzionali sono stati i protagonisti assoluti dell’ultima edizione del Salone del veicolo industriale di Hannover (Iaa). All’Iaa, la proposta di vecoli elettrici, ibridi diesel-elettrici o di mezzi con motorizzazioni a gas naturale (compresso o liquefatto) ha riguardato tutti i principali player europei del settore. A questi si sono aggiunti numerosi fornitori di componenti - come Zf e Cummins, per citarne due - che hanno offerto soluzioni ‘flessibili’ di elettrificazione o di ibridizzazione delle driveline, suscettibili di essere adattate ai

mezzi già esistenti. Fra i costruttori di camion pesanti, Iveco e Scania hanno puntato da tempo sul gas (in particolare il metano liquefatto, Lng), per offrire soluzioni alternative al diesel nel comparto del lungo raggio. Il modello di punta della Casa italiana è lo Stralis Np con propulsore Cursor 13 a gas di 13 litri di cilindrata da 460 Cv (e 2.000 Newtonmetro di coppia massima), abbinato al cambio automatizzato Zf Traxon a 12 rapporti. Via col gas liquefatto Il motore a sei cilindri in linea impiega una miscela aria-metano in proporzioni stechiometriche (quindi, ottimali per la combustione), soluzione cui Iveco è rimasta fedele nell’arco di un ventennio di sforzi di ricerca e sviluppo nell’ambito Ottobre Dicembre 2018


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Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

MEZZI INDUSTRIALI

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PRODOTTI

DAF La Casa Olandese ha fatto debuttare al Salone del veicolo industriale di Hannover (Iaa) una gamma completa di veicoli alternativi. A destra, un trattore Cf Electric con componentistica E-Power di Vdl. Sotto a destra, un Cf Hybrid (con motore Mx 11 e componenti elettrici sviluppati da Zf. Sotto, un Lf Electric.

A fianco, uno Scania R 410 con motorizzazione a gas naturale liquefatto (Lng). Sopra, il 13 litri a metano della Casa svedese da 410 Cv e 2.000 Newtonmetro di coppia massima.

L’ibrido ribassato di Hannover Nell’ambito delle soluzioni per il trasporto sostenibile, Scania ha presentato all’ultima edizione del Salone del veicolo industriale di Hannover (Iaa) un nuovo veicolo ibrido-elettrico da distribuzione, realizzato sulla base dei modelli della New Generation. È proposto in versione Hev (cioè, con possibilità ricarica delle batte-

rie attraverso il solo motore termico) e nella variante Plug-in (Phev), che prevede una seconda opzione di ricarica utilizzando una fonte di energia elettrica esterna al veicolo. Dapprima saranno introdotti sul mercato gli ibridi Hev, mentre il prossimo anno sarà la volta dei Plug-in. In entrambi i casi, la catena cinematica è basata

su un propulsore Scania a ciclo diesel di 9 litri di cilindrata (alimentabile anche con Hvo, cioè con olio vegetale idrotrattato), abbinato in parallelo a un motore elettrico il grado di erogare una potenza di 130 chilowatt e una coppia di 1.050 Newtonmetro. Il 9 litri è disponibile con tre tarature di potenza: 280 Cv, 320 Cv o 360 Cavalli.

dei motori a gas. Lo Stralis Natural Power non richiede l’impiego di un catalizzatore Scr e non ha bisogno di un filtro antiparticolato (Dpf) per rientrare nei limiti dei emissione fissati dalla norOttobre Dicembre 2018

mativa antinquinamento Euro 6. Con due serbatoi di metano liquefatto da 540 litri ciascuno (ma sono possibili anche altre configurazioni, secondo le specifiche esigenze degli operatori del

trasporto), l’Np ha un’autonomia operativa di circa1.600 chilometri fra due rifornimenti successivi. Scania ha lanciato sul mercato un anno fa, in occasione della Fiera dell’economia circo-


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PRODOTTI

MEZZI INDUSTRIALI

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

MAN La Casa tedesca ha iniziato consegne, ad alcuni operatori logistici austriaci, dei primi esemplari di pre-serie degli eTgm. Sono disponibili sia nella versione a tre assi, sia nella variante 4x2. In basso, il prototipo del Cite, un mezzo da distribuzione urbana.

IVECO Sopra, due immagini dello Stralis Natural Power del costruttore italiano, dotato di motorizzazione Cursor 13 da 460 Cv, abbinata al cambio automatizzato Zf Traxon a 12 rapporti. Per il rifornimento di metano liquefatto (Lng) dei due serbatoi da 540 litri ciascuno occorrono pochi minuti. In Italia sono operativi circa 25 distributori di Lng.

MERCEDES BENZ L’eActros del costruttore tedesco è la variante elettrica del modello da distribuzione con motorizzazione diesel. I due motori elettrici di 125 kW sono collocati in prossimità del secondo assale.

lare di Rimini (Ecomondo) il nuovo propulsore a gas di 13 litri di cilindrata con taratura di 410 Cv e coppia massima di 2.000 Newtonmetro nell’intervallo da 1.000 a 1.400 giri al minuto. Si tratta di un’unità a ciclo Otto, quindi ad accensione comandata tramite candele, che utilizza una miscela aria-combustibile in proporzioni stechiometriche (come

lo Stralis Natural Powe di Iveco). Il motore è dotato di un sistema di ricircolo dei gas combusti (Egr) e di un catalizzatore a tre vie (oltre a una sonda lambda) per il post trattamento degli inqui-

nanti. Alimentato da un doppio serbatoio di gas naturale liquefatto (c’è però anche la soluzione mista Cng-Lng), il sei cilindri Oc 13 101 permette un’autonomia operativa di circa 1.100 chilometri fra due rifornimenti successivi. Pesanti a trazione elettrica Il metano in forma liquida è stivato alla temperatura di -130°C (e alla pressione MITSUBISHI Da tempo sono disponibili due modelli a trazione alternativa del Canter. A sinistra, la versione diesel elettrica Eco Hybrid. A fianco, la variante solo elettrica.

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MEZZI INDUSTRIALI

Soluzioni e tecnologie per l’ambiente

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PRODOTTI

RENAULT TRUCKS La Casa francese, che ha una lunga esperienza nello sviluppo di veicoli elettrici, ha realizzato la seconda generazione dei D Wide Ze. A sinistra, un due assi. A fianco, un 6x2 con compattatore.

di circa 8-9 bar) in contenitori criogenici. Daf ha recentemente presentato una gamma completa di mezzi alternativi, la Innovation Truck. Comprende l’Lf Electric con motore elettrico da 195 chilowatt con tecnologia Cummins, un Cf Electric in versione trattore (con componentistica E-Power di Vdl) e un Cf Hybrid, ibrido, che abbina un’unità termica Mx 11 di 10,8 litri a un motore elet-

trico Zf da 75 chilowatt e al cambio Zf Traxon Hybrid. Completamente elettrico è l’eActros di Mercedes-Benz. Si tratta di un pesante stradale (disponibile in versione 4x2 o 6x2) dotato di due motori elettrici collocati in prossimità dell’assale gemellato. Ciascuna unità eroga una potenza massima di 125 chilowatt, con una coppia di picco di 485 Newtonmetro. Renault Trucks ha

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presentato di recente la seconda generazione dei D Wide Ze, frutto di oltre dieci anni d’esperienza nello specifico settore. Il D Wide Ze, in particolare, è dotato di due motori elettrici da 370 chilowatt con coppia massima di 850 Newtonmetro. Per lo stoccaggio dell’energia elettrica sono previste batterie agli ioni di litio di differente capacità, secondo le missioni di trasporto. l

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Mensile - Anno LXXXVII Casa Editrice la fiaccola srl - euro 5,00

823 OTTOBRE 2018 Rivista del Trailer Innovation

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Rivista del Truck of the Year

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PRODOTTO

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TUTTO SU HANNOVER FORD TRANSIT CUSTOM IN PROVA VOLKSWAGEN E-CRAFTER IL NUOVO MB ACTROS ECONIC 2630 NGT

hann ntato gli Fh/F una comp ion dell’aninvece, to altimetricoTruck of the Year e, nel lsore alime lla fine di di ‘Cam ezzar fatto. er, cati, s, dotati di propu nalisti del modo di appr ale lique rata, il titoloandato a un outsid a cona gas natur Che Truck è anche avutolungo test su stradia intorno 2019’ da Ford Trucks. er- a gasolio e di un zato o in Turch comcomm in- corso lo scorso agost di Iaa vengono joint-venl’F-Max realiz e che ha teristiche car alla d con cui nno dotto bul, le caratergonomia della è il bran frutto della Motor L’Os onia di premiazion ion dell’a e no a Istan i camion nza. Che ax ‘Cam ziosità ed cializzati l’americana FordKoç. Con La cerim Salon ato l’F-M fort, silen a da lunga dista mente ione del ture fra e il gruppo turco total 23 coronsi è svolta in occas di Hannover cabin a di le di nuov nta un pavimento ima di 2,5 da una giuria orto 2019’ Company industria stampa mass trasp prese assegnati veicolo larghezza interna di 2.160 126 voti, internazionali del di altret- del durate la conferenza consegnauna o, piatt utile niè stato giornalisti in rappresentanza l’Italia, (Iaa), pia dispo Manager s. Il trofeo i, un’altezza a ti, (per Ford Truck Yenigün, General Griffini, metr etri, nonché un’am su gomm te specializzate tti. Fra quesauar se nei nrico rti) diffu nel- to a Hayd da Giane ternational millimdi vani portaogge e aeron tante testa Otosan, Ue, Vie&Traspo bilità derivazion paesi della a e in di Ford della giuria dell’In ipali moelliera di principali ne Russ ale chairman Year. Fra le princ figurano un capp strad of the ento la Federazio il pesante imposto Truck del riconoscim Turchia, tivazioni an si è di Ford Otos delle serie L&P elli sui mod

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LOGIST I

di Ottavia e due aree ntire E. Molteni portuali ZES in terr Al crollo In Italia non a italiana del Pont e Morandi sono pote ne esistono anco di seguito un Genova è nzialmen ra, anche interconn te ettere port importanti per se dibattito acceso industria sulle soluz , ma potr i, logistica e necessari ioni ebbero pres Sono le e per il Zes ripristino ossia le aree (Zone Economic to arrivare. dello stato operativit he Spec di geografic iali), una legis à. Quali lazione econ he che godono soluzioni a quella alter nazionale, omica altra rispe di la circolazio native per territorio già diffuse tto del questa arterne di merci e pers in Europa. conta circa Vecchio Continen Il ma ha crea ia di collegame one? Come tutti te ne 14. Il prog 70, solo in Polo nto sann nia etto legat orientali to una frattura nei non solo ha trasc o, il collasso ruota intor del capo o al nost ce ne sono di ro luogo ligur collegamenti tra inato con sé mezz parte di meridion no Paese a sette nom Campani ale della e, nonché il centro i e vite, i: uno per a Francia. industria A essere tra il nord Italia e i quartieri più e Sardegna(Napoli), Calabria li tagliate e la part aeroport del genovese, il (Gioia Taur fuor e term (Palermo (Cagliari), due per uale Crist o) e Catania), all’attività oforo Colo inal container i sono anche le la Sicilia lo aree di portuale ‘Zes a Voltr mbo cui Adri . Una prim i-Prà e lo si aggiu ‘Sommerg , è legata scalo a svolt di Manfred atico’ (che compren ngono alla ibile’ rossa, dove , che corre sotto riapertura della a attesa, con e Brindisi; onia, Barletta, Bari, de i porti riferimen linea ferro la porzione to eventuali sono stati posi gli viaria crollata ziona Foggia; l’inte aeroporti di Bari, Monopoli segnali di sui binari pericolo. ti sensori che rilev del ponte, in la piattaform rporto regionale Brindisi e danneggia Rimossi ano e trasm piena zona ospiterà i detriti e della Pugl ti dai bloc a logistica ettono ‘Zes Ionic a operati i ia; di Inco o’, dal 14 agos regime l’equivale chi di cemento si allunga che dalla provinciaronata) e lo franati a necessari intervent nte terra, la sino alla dei cont to scorso sono stati degli almeno di Taranto strada ferra i duemila ainer. One Basilica. degli Zes cost veico retti La cons raccorda re che prim ta port a convoglia li industria iste per possibilit vano con l’Italia nella ata li che re su gom à l’area port a competeva alla ma il trasp alle espo di dare un impulso uale. I num sessantin orto rtazi a di tren eri sono paesi grazi oni e ai traffici importante i che si stati com con gli altri unicati da ed incen e a una politica di tivi agevolazi con prod a favore di quel oni uzion le aziende quindi invog e ‘in loco’, a liate a inves loro volta Paese. tire nel nost Una delle ro reazioni passa attra rispetto alla fragi verso le lità degl acqua i truck ‘auto i snodi infra per la mag strade del mare struttural ’ e la gior part i in Italia e della tratt possibilità di far viagg a da un trend coprire. Già inter iare su in essa consentit forte crescita, che te da o equivalen di raggiungere la ha te a 190m misura all’anno ila veico in li in men o autostrad circolazione su strad e, queste ee vedono davanti a vie d’acqua sé alti marg incremen to, con part ini di riferimen icolare to Mediterr al trasporto merc aneo. i sul

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IL RECUPERO LIQUIDO CHE VALE ORO

tembre

va menzi onato il nuovo sit quadrat i di cui o - 14.000 6.5 giunto metri di recen 00 coperti - ch e si è ag te 26.000 metri qu all’area preesi stente adrati, palmen di già dedic te al rec ata princ upero di Grazie ia quest carta e a car Tortona nuova si realizz realizzazi tone. chilogramm a oggi un recupero one, a i all’ora a lavora comple di capacit zione e to delle ciclabili. à produtti un frazioni va per l’impian secche La Recyc to della Rec riling Fac ycling Factory rigu tory Be dunque ardo al nfante si come un multimateri identifica centro MR cycling ale leggero facilities F (Mate e alla plas , im rial reciclabili) tica. basato su pianto per ma teriali ridi pretra idonei sis ttamento temi me alimentaz cca e pulizia del mater nici ione. La badiam selezion iale in o - tutti e preved i mater vetro, la iali ricicla e - lo ricar bili com l’alluminio ta, la plastica, e il i metalli ferrosi, Con poc e il legno. hi accorg imenti, lezione un impia rifi la stessa nto di sesemi-auto uti di questo capacità prod tipo (a matica) uttiva di chilogra selezion può ess alla selezi mmi all’o e ere dedica ra one e alla riferita alla to anche zione sec valorizza lavorazione ca indiffe zione del dei rifiuti renziata urbani, la fracellulosici. riducend residua dei rifiuti o la quan tità di rifi di un ulteriore 30% uti da des timento. tinare all circa Il ciclo di o smaldi selezi lavorazio one, int eramente ne dell’impianto moderno controlla sistema to da un consen te un cos di gestione sof tware che tante mo taratura nit precisa dell’inter oraggio e una lezione, o impia è estrem le aree ope nto di seamente senza di rative ded lineare una tec icate e delimita pur nologia prende te per evit sofisticat in prefas are la commis a, e com procedura i ben distinte tione di flus e dalla si operativa e fasi di laav rigida . orazione.

5.000

15.000

l Ivey-so fattanti rto anche dei sur spo ad opera ltrazione e tra infi dell'acqua cluster ce miglior zione del riore) favoris infe 1. La ridu ® Figura e superficiale li. abi y-sol , sion me (ten geNT) Ive i poco per tional in terren ACTive-A ®

rna SURfaceda Ivey Inte srl, perhprodotti W ctant Tec ideati e ia da BA supervet ol® Surfa uiti in Ital ogia bre tensione a Ivey-s e distrib (da assare la una tecnol specifica di falda) a tte di abb nology è qua un me a (ac utilizz liquido ne internon ionici tata che ficiale del , la tensio fattanti r30 dynes) idi e quella inte ione di sur do di desorbire 73 a < liqu formulaz gra enin sodue li e tra abi ido. La dim matric facciale biodegrad ola va dalla ido e liqu C) lec sol etti (CO mo sel tra ra della facciale interesse in manie vocluster age dere inanti di a del ren ott tam e lta rid sione lida i con assorbiti) s (Fig.1) risu one e la mobilità orbiti e/o ida i Non Aqueou d’acqua azi (i.e. ads a ì l’infiltr poco per in fase liqu ). Tale tecnologi matrici lando cos miscibili PL anche in , limi argillosi). uids (NA pia gam l’acqua ose del Phase Liq trattare un’am lim le(sabbie ti da mo (idrocardo di meabili compos LNAPL è in gra e da una ivi sono taminanti così com I tensioatt che, costituite ma di con e petrolifera) ifili gin . cole anf buri di ori clorurati) = rfactant (solventi anti (Su DNAPL dei surfatt L’azione

L

Luglio Set

SOLIDI

Il ciclo di di Benfan impianto del la carta e te riguarda tuttRecycling Fac cartone, tory i i mater legno e allumin vetro, plastica, iali riciclabili io. : materiali ferrosi,

che ologia La tecna il terreno bonific ttanti di surfa Utilizzo nifica per la bo ati in am nt di siti co con carburi da idro libera di fase za en pres zioni e applica t Enhanced an ct di Surfa shing rea Soil Wa Ing. And

RIFIUTI

RIVOLUZIONE BLU. ACQUACOLTURA PER L’ALIMENTAZIONE DEL FUTURO

2018

L’ENERGIA TERMICA ARRIVA DAL VIGNETO. BASTA MANDARE IN FUMO RISORSE

con estrema oculatezza è un imperat questo sen ivo. Il so, materiale rappresenta conferito ai l’ideale consorzi del anello di con “Sistema giunzione CONAI”, deve tra cittadini, essere enti ed azie quindi prev nde che effettua entivamente no la racc controllato olta e il sistema e, nel caso Flusso delle imprese , rivitaliz pretrattato specializzato a valle dell zante Il ciclo del nel riciclo. a fase di racc la Recyc Per olta. ed diverse real ling Fac fasi. L’a tà del cce tory ambientalm Nord-Ovest, ente di traspo ttazione e la pes prevede varie Benfante sostenibile. rto dei rifi atura dei attua la cern La Recycli a terra e uti è seg mezzi ita dei rifiu ng Factory di uita dal dalla pri ti, la puntual Benfante, lo scaric ma rifi e selezion ispezione care la con in ee visiva per o formità l’avvio a ricic Luglio Set e la del velo. sua lav rifiuto al tembre orabilità formular 2018 procede . Su io ccessivam con la sis

POST SISMA 2016 LE MACERIE UMBRE DIVENTANO PRODOTTI CERTIFICATI CE

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en temazion e del rifi te, si uto sca-

IN OGNI NUMERO • Rifiuti solidi • Trattamento acque e acque reflue • Biowaste • News • Focus on • Mercato • Case History

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Waste n5 Ottobre Dicembre 2018

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