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citata nel bollettino di guerra del Quartier Generale Tedesco perché "si è particolarmente distinta nei combattimenti difensivi nella grande ansa del Don".
Carta dello schieramento italiano sul Don (16-19 dicembre 1942: la "Julia" poi si sposterà a sud e la "Vicenza" dalle retrovie confluirà nel c. d. a. alpino). Il c.d.a. alpino inizierà a ripiegare solo il 17 gennaio 1943, quindi con notevole ritardo e per di più con mezzi tipici della guerra in montagna: muli e slitte. Gli alpini furono la retroguardia delle grandi unità e ruppero più volte l'accerchiamento che il nemico poteva effettuare liberamente in quanto disponeva di mezzi corazzati e di camion. Se per la "Tridentina" fu possibile spezzare il cerchio nemico a Nikolajewka il 26 gennaio e portare in salvo i suoi superstiti, dopo 350 km290 fatti a piedi in 15 giorni, ciò non avvenne per la "Julia" e la "Cuneense", le cui forze dissanguate da giorni e giorni di combattimenti, furono sopraffatte il 28 gennaio a Valujki. Lo sfondamento di Nikolajewka costò al "Tirano", un battaglione della "Tridentina" dove c'era Giovanni Bagnasco, un durissimo scotto: perse sette ufficiali e gli uomini in grado di combattere alla fine non erano più di 150. Degno veramente delle tradizioni alpine fu il gesto del capitano Grandi della 46a compagnia: ferito grave (l'episodio è descritto da Nuto Revelli che era nella stessa compagnia), vedendo gli alpini piangenti intorno a lui esclamò: «Cosa fate lì con quei musi? Cantate con me il "testamento del capitano"!». Poco dopo morì: gli fu concessa la medaglia d'oro. E'
____________________ 290 SME (1971) pag. 243.