
2 minute read
Il Monte Rosa è sceso a Milano
incalcolabile esempio per il governo dell’Italia liberata e per le forze antifasciste dell’Italia occupata. Non so giudicare […] quanto il mio nuovo tentativo possa soddisfare le attuali esigenze di conoscere una delle più belle pagine della Resistenza e della storia nazionale; voglio però dire, a mo’ di garanzia per il lettore, che tutto quello che è raccontato […] è rigorosamente costruito sulla base di documenti, di relazioni, di memorie inedite ed in parte già note, di testimonianze dirette e dei miei appunti personali trovandomi, coi dirigenti del PCI a Firenze, al centro di molte delle vicende narrate.235
Si vede bene che queste ricostruzioni storiche più tarde mettono in primo piano la veridicità dei fatti, e la loro verificabilità. Lo scrittore ricostruisce gli eventi facendo molto più affidamento ai documenti scritti che ai propri ricordi, dal momento che – essendo passato qualche anno – essi non sono più così vividi. Nei testi subito successivi alla Liberazione, il processo era inverso. Prima l’ex partigiano ricostruiva i fatti di getto, fidandosi del ricordo; successivamente, passava al confronto con i documenti scritti, se ne aveva a disposizione. Questo è l’iter che ha seguito Dante Livio Bianco; Barbieri, invece, si poggia sin dal principio sui documenti, ritenendo non più affidabile il ricordo diretto dei fatti.
Advertisement
Il Monte Rosa è sceso a Milano
Come Barbieri procedono altri due protagonisti della lotta partigiana. Pietro Secchia e Cino Moscatelli, in Il Monte Rosa è sceso a Milano,236 tentano una ricostruzione storica della Resistenza in Valsesia e in Ossola.
I due autori hanno partecipato direttamente ai fatti che raccontano: Moscatelli era infatti commissario politico delle divisioni garibaldine in ValsesiaOssola-Cusio-Verbano, mentre Secchia era membro della direzione del Pci per l’Alta Italia e commissario generale delle brigate Garibaldi. La loro ricostruzione però non è personale, anzi è posta su un piano d’indagine storiografica, in cui i documenti – bollettini militari, carteggi, circolari dal comando o dal Cln, diari delle formazioni – hanno un ruolo predominante; i giudizi personali non influenzano il resoconto storico. Niente viene tralasciato, anche se si tratta di momenti negativi per il partigianato; esattamente l’opposto di quanto aveva fatto Longo, che invece, aveva pilotato selezione e descrizione degli eventi per dare un’immagine solo coraggiosa, eroica e senza macchia del partigianato.
235 Ivi, pp. XI-XII. 236 PIETRO SECCHIA,CINO MOSCATELLI, Il Monte Rosa è sceso a Milano, Torino, Einaudi, 1958. 125