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CAPITOLO VI

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CAPITOLO IV

CAPITOLO IV

dall'os ervatorio romeno

6.1 w difficile missione dell'Addetto Militare italiano prima e dopo l 'atracco redesco e romeno

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11 1941 fu un anno chiave per la politica militare dell'Asse nell'Est europeo e nei Balcani in particolare. I rapporti italo-romeni. sia per la guerra in corso che per la prcponderante presenza tedesca nell'arca. non avevano più avuto modo di registrare svi lup pi significativi dal punto di vista politico ed economico, nonostante l'atten zio ne c la s impatia se mpre dimostrata nei confronti dell'Italia dal "Conducator'· lon Antonescu e dal suo vice Prim o Ministro e Mini tro degli Esteri Mihai Antonescu.

La speranza del nuovo regime di Bu carest di poter alleviare in qualche modo la fe rita aperta dall'Arbitrato di Yicnna con l'azione mediatrice italiana aveva dovuto essere accantonata a causa del riallineamento che tutti i nuo vi Stati e i nuo v i regimi dell'area furono co trctti a fare all 'omb ra di B e rlino , soprattutto dopo la fallita offensiva itali ana in Grecia dell'ottobre-n ove mbre 1940 e la ben più risolutiva iniziativa di B erlino nei Balcani. nell'aprile 1941, che portò in pochi giorni alla dissoluzione della Jugoslavi a e alla c.:o nqui sta della stessa Grec ia. Roma e B ucarest. nelle contingenze di un conflitto. che in quei mesi coinvolse drammaticamente anche l'Europa o rientale. furono cos trette ad accettare il loro ruolo di "a ll eat i minori ", ce rcand o di ottenere qualche po ssib ilità di manovra proprio dalla guerra che Hitl e r scatenò contro l' Union e Sovieti ca il 22 g iugno"M .

La missione militare italiana a Bucares t s i trov ò, fin dallo sco ppio della guerra europea. a ri ve tire le funzioni di osservatorio speciale circa gli eventi militari in Europa danubiano-balcanica, e lo divenne ancor più quando il contlitto si estese all'Unione Sovietica. Il fatto che nell'archiv io dell'Ufficio Stori co dello Stato Mag g iore siano assai numerosi per 26-1 Sul ruolo del ··conduditor"· nella guerra ali" Est vcd. una analisi italiana in Aldus (pscud. de l Miniwo a Bu ca res t Pelle gr in o Chigi). Il Maresciaflo Amonesm e la guerra co111ro l'URSS. in ··Rivista di Studi Po liti c i Intern azio nali". n. 2. 1948. pp. 335-3 quanto ri g uarda la R o mani a propri o i documenti relativi a quel! 'a nn o decisivo sembra dare particolare ri li evo a questa consideraz ione.

I rapporti inviati a partire da gennaio dali' Addetto Militare, Colonnello Corrado Yalfrè di B onzo, sono infatti una formidabile fonte di informa z ione e di va lu taz io ne, attenta a ri levare in particolare i movimenti di truppe prima e dopo l 'inizio della guerra contro l'URSS, come importante spia dei rapp o rti di forze sul campo . Tali documenti - i cui contenuti saranno riproposti nelle pagine s eguenti - so no fortemente eloquenti anche sotto altri punti di vista, a partire dai problematici rapporti fra italiani e tedesch i , non sempre in l in ea con quelli che avrebbero dovuto intercorrere tra alleati imp eg nati s u di un o stesso f ro nte di guerra.

Già dai primi g iorni di ge nn a io Va lfrè aveva dovuto constatare l 'estrema riservatez za tedesca nei suoi confronti o ltre che ve rso i Comandi romeni per quanto ri g uarda va le in fo rma z ioni s ull o spos tamento delle ptime divisioni motorizzate tra la Jugosla via e le regio ni di confine romene ( la prese nza militare te des ca e ra orie ntati vamente fi ssa ta in 400 mila uomini) .

La s itu azione della Romania, s ul pian o intern o so prattutt o, non era delle migliori in q ue l frangente , mentre si avvicinava il co nfron to con l 'URSS , nè si era ridimensionata la particolare ten sione diffu sas i anche nell e forze armate. relativa alle "m utila zio ni" territoriali s ub ìte l ' anno precedente.

Bucarest si rive lò particolarmente sensi bil e, so tto qu esto punto di vista, quando in Italia il "Mattino Illu s trato " pubbli cò una cat1a geog rafìc a ine s atta circa i confi ni ro meni e quando la prestigiosa ri vis ta deli"ISPI di Milano , " Relazio ni Internaz ionali ", pubblicò un articolo definito a Valfrè dal Capo di Stato Ma ggiore di Bucarest come "antirumeno ", mentre- agg iun se - la s tampa tedesca s i compo rta va in modo più preciso e corretto265.

La Romania si tro vava, dal punto di v ista militare, in condizioni non troppo efficienti anche se sotto la g uida de l G e ne ral e Antonesc u ce rcava di apportare dei correttivi.

Le Forze Arm a te consistevano in 20 divisioni di fanteria, un Corpo d'Armata s u 4 brigate, 3 brigate di cavalleria, una brigata motorizzata , 2 bri g ate di fortezza: s i trattava di 6 Corpi d ' Armata complessivi, ra ggruppati poi nelle due Armate dell'Oriente e dell'Occidente, ciascuna su l Odi -

265 AUSSME, Fondo G-29, busta 5 , fase. l, .. Addeuo Militare in Romania . Telegrammi spediti ne l 1941. da genna io ad aprile " Colonn ello Valfrè al Minis tero della GueiTa, t 15/ 8 , 6- 1 - 1941 visioni di fant e ria. Il tentativo romeno di formare alt re 10 divisioni pe r quella di O ccide nte era rato bloccato momentaneamente dalla Germ a ni a.

T rapporti del Go ve rn o Ant oncscu e dcii" E s erc it o con l a Legione e la Guardia di Ferro peggiorarono v is ibilmentc nei primi giorn i del 194 l , soprattutto perchè i legionari s ta va n o organiaando un ve ro e proprio G overno ombra, nella speranza di ri ceve re un aiuto de c is i vo da parte della rapprese ntan za tedesca per la presa definitiva del potere, c il ri sc hi o di v iol e nti disordini s ta va diventando sempre più co nc ret o

Come già rilevato , appa rten e nti alla Guardia di Ferro, nel tentativ o di con so lidare il loro pot ere nella politica ro mena , attuavano un assassinio s is tematico di numero i c ponenti dei partiti politi ci avversari (ne fu v ittim a lo stesso g rande sto rico e filologo Ni co lae Iorga) .

Antonesc u aveva tentato come mi s ura c autelativa di fa r pass are alle dipendenze dell'Esercito a nch e la Po lizia , c he sembrava nutri e s impatie per la Guardia di Ferro, c ciò non aveva fatto altro c he acuire i contra ti , aggravati da episod i come le condanne a g l i esec utori di att entati e la decis ion e dei ·'g u a rdisri·'- malgrad o fo e s tat o proibito negli anni precedenti dai governi del Re - di tornare a circolare con la "camic ia verde'· 266.

Antonescu ebbe un co lloquio co n Hitl e r a metà ge nnajo , per dis cutere la ituazion e economica e militare d e l paes e ( in un mom e nto in c ui le divi s ioni tede sc he erano o rmai 12 ), offrirgli una arriva coopera z ione mjlitare per sa l vag uardare il pre s ti g io della R oma nia c soprattutto o ttenere dal Capo del lll Rei ch !" assicurazione che il uo P aese non avrebbe s ubìto altre perdite terr it oriali a favore dei sov ietici (c he sembrava s tessero inviando varie unità militari in B cssa rabia )267.

A un certo punto no n v i fu più spazio p e r m ed iazioni. La s ituazi o ne prec ipitò e lo sco ntro cruento tra le Forz e Armate , fede li ad Antonescu ed alla Monarchia , e la Guardia di Ferro fu violento . L'a ss assinio di un mag - giore tedesco fece da detonatore e fornì il pretesto ad Anto ne sc u per o rdinare il disarmo della Gu a rdia di Ferro, natura lmente rifiutato dai suoi appartenenti.

266 Ibidem Co lonne ll o Valfrè al Mini s tero dell a Guerra. t. 48/24 . 13- 1- 1941. Ibidem. Colonnello Valfrè al della Guerra. t. 77 / 35 17 - 1-1 941. Hi tler s te sso av rebbe raccomandato ad A nt onescu di mantenere ad ogni costo l" o rdine intern o c dì co lpire senza es itazione g li cle menti più turbol e nti : cfr. : St O"llO Maggiore Esercito. Ufficio Stor ico, Diario Storic o del Comando Suprem o. Vol. Il/ ( 1-1-1941 l 30-4- 1941 ), Tomo Il. Allegari. a cura di Ant o nello Bia gi ni e Fernando Fratt olillo. documento 1 • 34. 211- 1941. p. 96: doc. n. 42. 26-1-1941, p. 115 e segg . Quest"ultimo documento s ui parti colari d ello scontro tra e le Guardie di Ferro. e a nche s ul l' "epurazione·· nei co nfronti dci com un il.ti ( il fu turo Capo del Governo di )>inistra. Groca. avrebbe tentato di rovesciare Antone eu) s ulla co nsis tenza delle divi sio ni motoriaate tedesche in Romania. s ulla trasforrnat.ionc de ll e division i di ca va ll eria romena c pieno control lo di Ber lin o d e li 'eco no mia romena.

Il tentativo di resistenza a rmata (la Guardia di Ferr o riuscì a occupare va ri quartieri della capita le e 12 città e a eliminare fisicamente numerosi avversari; compresi circa 800 israeliti) f u gradualmente ma inesorabilmente stroncato dal la Forze Armate se nza che i tedeschi interv e nis se ro per evitare lo s contro , se non nell 'u ltima fase- come rilev ò Valfrè - contribuendo alla resa degli ultimi irriducibili "guardisti", molti dei quali furono ucci si o impri g ionati, me ntre il Capo della Guardia di Ferro, Horia Sima, fu costretto alla fuga in Germania 268 .

Quando Antonescu ebbe ragione degli ultimi focolai di resi ste n za, Yalfrè regi s trò il curioso fenomeno della s cissione tra i nazisti locali, che aiutavano i legionari , e gli ambienti militari ge rmanici che invece sostenevano Antonescu 269.ln quei giorni le divi s ioni tedesche in Romania avevano raggiunto il numero di 15 , mentre giungeva dalla Germania anche una missione naval e e unità motori zza te ge rmanich e varca va no il confine in Dobrugia per recars i in Bulgaria.

Dop o aver fatto inutilmente ricorso ad una so1ta di guerrig li a urbana e ad una inutile campagna di intimidazione per ridare respiro alla ribellione, la Guardia di Fe rro venne liquidata dalla scena politica romena: la vittoria di Antonescu e ra completa e nel nuovo regime romeno il potere esclusivo era nelle mani dei milit a ri . Per Hitler la Romania significava ormai Anton esc u e ad aprile il problema legionario era completame n te sup e rato. l vertici militari romeni riuscirono co n loro grande soddisfazione a far lasciare il paese anche a quei funzionari tedeschi che s i erano compromessi nell'appoggio alla Guardia di FeiTo2 70

A compiere il percorso in ve rso f urono quei legionari c he si erano rifug iati in Germania e c he Be rlin o ric o nseg nò ai militari romeni . Il Minis tro tedesco a Buca r est, notò ironicamente Valfrè . era divenuto s uo malg rado un acca nito "a mi -legionario".

Lo schieramento sul piano internazionale de lla Romania e ra ormai tutto a favo re della Germania. Si ebbe una pro va eli ciò quando in seguito a minacce inglesi dì eventuali azioni aeree anti -ted esche sul suolo romeno , Bucarest. che aveva ini ziato a operare i richiami sotto le armi dei riservisti, fu ·ubito pronta a impegnare nella difesa tutta la sua aviazione271 • Intanto, dali· ini zio del 1941 le truppe tedesc he stava no affluendo se mpre più numerose in Romania (4 armate con 30-35 divisioni di cui 3 blindate e 4-5 motorizzate). Valfrè riferì con precisione tutte le città e le località rome ne raggiunte da unità tedesche e so ttolin eò come fosse avvertibile uno spostamento vcr o ovest di alcune loro unità - 4 divisioni - in particolare a ridosso del Banato jugoslavo, dove erano già prese nti altre truppe ge rm anic he , oltre a circa 350 aerei da cacc ia e da bombardam ento c a reparti di paracadutisti. Segno che la questione del ruolo della Jugoslavia nel conflitto era prossima al momento della verità.

268 AUSSME. Fondo G-29. busta 5. fase. L ci1 Colonnello Valfrè al Ministero della Guer ra. t. 126/ 53.22-1-1941 e t. 140/ 58.24-1-1941 (cfr Documenti nn. 19 e 20).

269 Ibidem. Colonnello VaJfrè a l Min istero de ll a G ue rra, t. 175174 . 30- 1-1941. e l. 194/ 82, 1-2-1941.

270 Ibidem . Colonne ll o Valfrè al Mini s tero della Guerra. l. 777/ 318. 9-4-1941.

Ri su ltava c he anche da parte jugoslava si a ndavano co s titu e ndo nuovi gruppi di frontiera formati da battaglioni di fanteria e artiglieria (in particolare vicino ai centri di Velìka Kikin da e Petrovgrad ), mentre si mobilitavano le forze nel resto del paese. Inoltre, fu seg na lata an c he la form azione di unità di ·volontari" romeni. pola cc hi, cechi, inquadrati da ufficiali delle rispettive nazioni, ma agli ordini di comandi jugoslavi.

La tensi one a lla frontiera con l ' ex alleata della Pi cco la Intesa si fece drammatica quando ai primi di aprile Bucarest prote s tò co n Belgrado per alcuni colpi di artiglieria sulla città di Orsova e add irittura per alcuni bombardamenti aerei su Araci c Circa quaranta aerei jugos lavi inoltre si rifugiaron o in territorio sovietico. sorvolando l 'U ngheria c parte della Romania. Altri in cidenti di front iera vennero registrati success ivamente, co n attacchi alla g ua rdie di confi ne romene e devastazioni operate nei confronti della popolazione di minoran za romena nel B anato jugoslavo ad opera di ban de isolate m

Valfrè esclu se. però, che Ant onesc u intendesse impiegare unità romene comro la Ju goslavia. nell'immine nza delrattacco tedesco; anche perchè il Comando tedesco co nta va s ulle forze romene quasi esclusiva mente per la dife sa della front iera orientale. D 'a ltrond e non era assolutamente la possibilità di una guerra contro la Ju goslavia a galvanizzare le forze arm a te e l 'o pini o ne pubblica romena (i n ogni caso sodd isfatta quando la Rom ania non seg uì l'esempio dell 'Ungheria nel partecipare all'attacco contro la Ju goslavia), ma quella contro l'Unione Sovietica co n !"avanza- ta oltre il Pruth e il recupero della Bessarabia occupata dalle truppe di Mosca nel giugno 1940. ln seguito , l'afflusso delle truppe tedesche sembrò orientarsi verso le regioni a ridosso della Bucovina e della Bessarabia, dove si organizzò tra l'altro una rapida evacuazione dai maggiori centri industriali.

Proprio a ridosso di questo fiume, che costituiva il nuovo confine romeno - sovietico, si andarono intensificando da metà aprile i lavori difensivi delle forze tedesche, compresa la costruzione di una schiera di casematte in cemento.

È sintomatico che, parlando a questo proposito di un eventuale attacco della Germania ali'URSS , Yalfrè lo definisca attacco "romeno-tedesco", quasi a sotto l ineare come i due Stati pur avendo distinte motivazioni in questa impresa militare, unificassero i loro sforzi militari per il comune obiettivo.

In ogni caso, un riserbo estremo fu ancora mantenuto dal Comando tedesco nei confronti dell'Addetto Militare italiano per quanto riguardava la dislocazione approssimativa delle forze tedesche sui confini romeni, addirittura fino all'immediata vigilia dell ' intervento armato contro l ' URSS.

Valfrè, comunque , deduceva dalle poche notizie a disposizione che il fronte romeno sarebbe stato caratterizzato all ' inizio da azioni difensive, dato che l'attacco principale delle forze tedesche sarebbe partito dalle basi poste sulla frontiera settentrionale con l 'URS$2 73

Malgrado dallo Stato Maggiore a Roma il Generale Mario Roatta chiedesse di intensificare l 'attività informativa, Yalfrè ricavò solo nei pochi giorni precedenti l ' apertura delle ostilità la percezione della loro inevitabilità da l Comandante della missione tedesca. Generale Hanzel.

Si può ben comprendere, perciò, il risentimento con cui Valfrè comunicò a Roma, poche ore prima dell'attacco della Germania contro l'URSS, che:

"malgrado cordialità rapporli , neppure in questi momenti nè io nè i miei colleghi militari (e diplomatici ) riusciamo ottenere dai colleghi tedeschi che pure conoscono esattamente la loro situazione militare e quella rumena. menoma informazione Per quanto mi conc erne ho fatto e ripelutamente quanto dovevo per prospettare con dovute conesie la necessità di una collahorazione, data l'impossibilità di mu.overmi e l'ov v ia assurdità di servirmi di agenti nella Romania di oggi, al contrario della Germania. Ciò malgrado non ottengo che briciole"274 .

L'intervento armato tedesco contro la Jugoslavia in aprile, conclusosi dopo poche settimane con l'occupazione e lo smembramento del paese, mentre i tedeschi intensificavano la preparazione della guerra all'est, era stato l'evento che aveva mutato decisamente la fisionomia geopolitica dei Balcani uscita dal primo conflitto mondiale, influendo però sui tempi dello stesso attacco tedesco all 'URSS con il ritardarne l'avvio.

Lo si comprese molto bene a Bucarest: anche nel Governo autoritario di Antonescu serpeggiavano timori nei confronti del "nuovo ordine" nei Balcani e di una potenza tedesca ormai schiacciante in tutta l'area, che cetiamente avrebbe concesso poco all'autonomia degli "alleati".

Una spia di questo malessere venne colta quando i tedeschi negarono a Bucarest il consenso per occupare la parte del Banato etnicamente romena, confermando invece la più ampia disponibilità nei confronti delle 1ivendicazioni revisioniste di Budapest275

Da parte del Ministero della Guerra , a Roma- mentre la guerra contro l'URSS si avvicinava sempre di più - si accentuò l 'interesse per i movimenti delle forze sovietiche a ridosso dei nuovi confini orientali romeni. In particolare, ci si interessò alla situazione in Bucovina settentrionale, dove, secondo Valfrè, sembrava che Mosca avesse inviato, a febbraio, già IO divisioni di fanteria, 2 di cavalleria e 13 brigate carri, e in Bessarabia, in cui già si trovavano 10-11 divisioni di fanteria (poi salite a 17), di cui 4 motorizzate, 4 di cavalleria e 5 brigate carri2 76 _

Valfrè constatò l 'esistenza alla frontiere romene con la Russia di un "Gruppo del Nord" con numerose divisioni di fanteria e motomeccanizzate, e con uno sviluppo ulteriore degli spostamenti di unità in Bessarabia e Bucovina277. Tanto che si arrivò anche a qualche sconfinamento e forse anche ad una sparatoria. A Galati Valfrè segnalò la visita di alcuni "ispettori economici" sovietici giunti per l'acquisto di pellami, ma più verosimilmente per azioni di spionaggio.

274 Ibidem. Colonnello Yalfrè al Ministero della Guerra. t. 15811519. 20 -6 - 1941.

275 Ibidem, Colonnello Yalfrè al Ministero della Guerra. t. 9111367. 23 -4 - 1941.

276 Ibidem. fase. 3, ""Addetto Militare in Romania. Teler:rammi spediti ne/1941. da gennaio a febbraio", Ministero della Guerra a Colonnello Yalfrè. t. 401219111. 13-21941.

277 Ibidem, fase. l. cit Colonnello Yalfrè al Ministero della Guerra, t. 2741128, 142-1941 e r. 3931172. 27-2-1941.

Le attività di ricognizione fluviale e aerea vennero intensificate dalle autorità militari sovietiche acco mpagnate da vari lavori difensivi (d ifese anticarro, campi di aviazione) che tuttavia, a detta di Valfrè. avevano un carattere piuttosto discontinuo.

TI concentramento di truppe sov ietiche in Bes arabia continuò nei mesi di aprile e maggio, con provenienza dalla città di Odessa. mentre giunsero notizie in Romani a anche di operazioni di posa di mine nel Mar Nero da parte di unità navali di Mosca.

Sparatorie al confine sul Pruth si ve rificaron o ancora verso la fine di maggio, mentre i reparti sovietici che prendevano posi zio n e erano se mpre più numerosi e co. tituiti anche da unità fornite di

Antonescu cercò di adeguarsi al le future emerge nze di uno scenario balcanico ormai pienamente coinvolto nel conflitto europeo, costituendo 6 nuove divi sio ni di fanteria, trasformando in divisione una brigata motorizzata e dando disposizioni (su preciso suggerimento di Berlino ) per attuare una eventuale mobilita7ione in tempi rapidi.

Gl i effettivi romeni, secondo Valfrè, erano composti a fine marzo 1941 da circa 700.000 uomini. Vennero costi tuiti il decimo e undicesimo Corpo d'Armata a e a nonchè nuove divisioni di fanteria risu ltan ti d a ll a fusione di alc uni reggimenti di fanteria e artiglieria.

L'ordine di battaglia vedeva su lla frontiera con l'Unione Sovietica 12 divisioni di fanteria già mobilitate in icme a un Corpo d'Armata di cava ll eria, 2 b ri ga te da montagna, a 2 brigate di fortezza e a l b ri gata costie ra.

Vicino al confin e del Banato si trovavano 5 divisioni di fanteria, 2 brigate di cava lleria e una divisione motorizza ta . Su que ll o transilvano. le divisioni erano 3. con 4 brigate da montagna. mentre in Dobrugia si trovava una divisione e la brigata costiera. Infine, fu quasi ultimata la costitu z ione di 6 nuove divis i oni. L'armamento nece ssa 1io sarebbe stato fornito daUa Germania al più presto. dopo accordi presi dai due Stati Mag -

Giunse a ll o r a la notizia che l 'Ung h er ia s i e ra op posta al transito eli materiale da guerra tede co diretto in R omania . de sti nato alle divisioni tedesche ma necessario a nche a potenziare l'efficienza bellica romena. Una difficoltà imprevista c h e ce rt amente r ese più complessa l 'operaz io n e che l contrattacchi terrestri dell'Armata Rossa furono comunque di grande intensità, tanto che riuscirono a mantenere le forze tedesche ancora sulla difensiva per qualche tempo sul Danubio e sul Pruth che, anzi, i sovietici riuscirono più volte a passare28 t. Una res istenza forse inaspettata, che Valfrè pensò potesse anche prolungarsi per molto tempo, almeno f ino a quando il fronte settentrionale non fosse avan7ato significativamente in territorio sovietico.

Berlino stava approntando per sferrare l'attacco ali 'URSS e contribuì a non attenuare la reciproca ostilità fra Romania e Ungheria malgrado le due nazioni fossero impegnate insieme su l fronte antisovietico.

Mentre Antonescu s i recava a Berlino per discutere in concreto le modalità di intervento della Romania a fianco della Germania, a Tulcea, vicino al delta del Danubio , si segnalò già un limitato scontro tra aerei militari romeni e sovietici.

A fine maggio la composizione delle forze romene alla frontiera orientale era di 7 Comandi di Corpo d'Armata , 2 Comandi di Corpo d'Armata b]jndati (ogni Corpo d'Armata blindato era costituito da una divisione motorizzata, una divisione di cavalleria e da due o più brigate carri), l Comando di Corpo d 'A rmata di cavalleria, 20 divisioni di fanteria, 5 divisioni motorizzate, 5 divisioni di cavalleria, 9 brigate carri e, infine, 3 reparti di paracadutisti2so.

Malgrado questo imponente schieramento di forze, l'aumento delle operazioni di mobilitazione delle forze (15 classi richiamate alle armi) e le requisizioni in tutto il paese di veicoli per il trasporto di uomini e materiali verso la frontiera orientale, e nonostante l'intensa attività di costruzione nei pressi di essa di fortificazioni e magazzini, lo Stato Maggiore romeno sembrava, all'Addetto Militare italiano, "brancolare ancora nel buio" circa l'eventualità eli un prossimo conflitto.

Ai primi di giugno il Qumtier Generale romeno fu collocato a Snagov e i rappresentanti diplomatici e militari tedeschi, italiani e giapponesi si spostarono nelle sue vicinanze.

Iniziate le ostilità fra Germania e Unione Sovietica il22 giugno, s i registrò subito una forte reazione sovietica sul fronte terrestre in Bucovina e Bessarabia. La risposta antiaerea sov ietica agli attacchi tedeschi e romeni, che distrussero molti aerei dell'URSS al suolo, fu praticamente simbolica, mentre gli attacchi aerei sulle città a ridosso del confine - Galati, Costanza- vennero agevolmente respinti.

280 Ibidem. Co lo nnello Yalfrè al Ministero della Guerra. t. 1311/449 29 -5-1941.

281 Sulle operazioni militari tedesche e mmene contro le truppe sovietic he nei primi mesi del contl itto un'analisi dettagliata recente è senz"altro quella di Axw011h y. op cit , pp. 43-72 Inoltre , anche Hillgruber. op. cii pp. 134- 155 (cfr Documento n. 22).

Ai primi di luglio, e con grande ritardo, Valfrè apprese dal collega tedesco la notizia del prossimo arrivo in Romania dci primi convogli di truppe del Corpo di s pedizione italiano, il cui ' ·punto di raduno" fu fissato nelle località di Felticeni, Ili se ti e Sucea va sul fiume Seret. a c irca 110 c hilometri a nord ovest della città di !asi.

Il pa ssagg io del Pruth e l'avanzata in Bessarabia da parte delle truppe romene e tedesche della 4° e l l o Armata fu alquanto difficile a causa sia delle condizioni critiche del fiume che della forte resistenza sovietica. soprattutto con artiglierie e carri armati, mentre nuclei di resistenza si asserragliavano in munitissime casematte rendendo ancora più duri i primi scontri2h2.

D opo il consolidamento della testa di ponte del monte Unguri e violenti scontri sia sul fronte terre tre che in mare e nei cieli.la resistenza sov ietica cominciò a cedere terreno e il graduale spostamento della linea di combattimento semp re più a est, puntualmente comun icato da Valfrè, cambiava lentamente la situazione a favore delle forze attaccanti.

L" Addetto Militare italiano riconobbe che la guerra contro i ovietici. almeno fino al ra gg iungiment o della vecchia frontiera del Dni estc r, era sorretta da un ampio co nsen so da parte della popolazione rom ena e, secondo intese precedenti tra Berlino e Bucarest. il contributo romeno avrebbe dovuto limitarsi in un primo momento a que to settore.

L'inattesa re s iste nza sovietica costrinse tuttavia i tedeschi a ch iedere un prolungamento della cooperazione militare romena. ln realtà, i vertici militari, al pari delJ'opinionc pubblica. non vedevano di buon occhio l 'estende rs i dell e ope razioni dell'Esercito romeno , e sem brava che il malcontento a causa delle perdite subìte potesse portare a lla sospens ione della campagna invernale. Sol o dopo uno scambio di lertere tra Hitl er e Antonescu s i stabilì che la collaborazione delle forze romene avrebbe dovuto chiaramente continuare fino al raggiun gi mento del fiume Bug 283 .

2 82 AUSSME, Fondo G-29. busta 5, fase. l. ci r Co lo nn ello Yalfrè al Minbtero della Guerra. t. 1733/554.7-7-1941. c t. 1743/562. 10-7- 1941.

283 Ibidem. fase. l. ci r Colonnello Yalfrè a l Ministero della Guerra, t. 1859/ 613 108 - 1941. Sui combattimenti c gli spostamenti delle truppe romene.' cd. Axworth). op . ci t .. pp. 44-49.

A detta di Valfrè non esisteva in Romania un diffuso interesse ad ampliare ulteriormente le frontiere verso oriente, anche a causa della mancanza di mezzi adatti per un conflitto di rapido movimento e dei problemi che poneva la riorganizzazione della Bu covina e della Bessarabia rioccupate. Valfrè collegò, in questo senso, la disponibilità romena ai vertici alla convinzione che il "compenso'' sarebbe stato rappresentato, da parte tedesca, dalla restituzione della parte di Transilvania che era stata ceduta all'Ungheria. Speranza che negli anni successivi andò tuttavia sistematicamente delusa.

Il conflitto, per quanto riguardava la parte meridionale del fronte, si concentrò nei giorni seguenti attorno alla città d i Odessa 284 e due mesi dopo l 'attacco contro l 'URSS la prima cintura fortificata della città cadde i n mano alle forze romene.

Ma gli obiettivi militari tedeschi avevano individuato un compito ben più ampio per le forze annate romene. in fatti, l'Armata di Nord-Est che avrebbe dov uto attestarsi prima sul Dniester (il confine fino al g iugno 1940) e poi sul Bug, avrebbe dovuto invece cont inuare le operazioni militari senza più limiti geografici, come lo stesso Hitler scrisse ad Antonescu 285 .

Un compito che, come riferì Valfrè. provocò molta amarezza nei vertici militari romeni, dato che perfino l'attacco iniziale avrebbe dovuto essere sferrato dalle sole divisioni tedesche "non essendo quelle romene atte ad offensiva".

Una visibi le agitazione. inoltre, dopo questa imposizione da parte tedesca, fu colta da Valfrè anche nell'opinione pubblica, viste le pesanti perdite che già avevano colpito le forze armate romene e quelle che si sarebbero ancora verificate nell'attacco scatenato attorno a Odessa, avviato in effetti con un grande impegno bellico da parte delle forze romene.

284 AUSSME. Fondo G-29. busta 5. fase. l. cit .. Colonnello Valfrè al Ministero della Guerra t 1897/ 637, 17-8- 1941 Sull·assed io e la conquista di Odessa. ved Axworthy. op. cit pp. 49 -59. Sulle operazion i belliche romene nel 1941, cfr anche il più recente lavoro dell' lstituto per gli Studi Operativo -Strategici e la Storia Militare di Bucarest , Rmnania in World War Il. /941 - 1945. Bucarest. 1997, in partic. le pp. 28 -99. co n il contributo di numeros i st udi osi ed espe rti mi li tari . Sul ruolo militare della Rom ania da]] " ·Operazione Barbarossa'· nel 1941 e in h.ltlo il resto della guen·a. un altro recente e importante con tributo romeno è di F lorin Constantiniu, Alexandru Duru e Mihai Retegan, Romania in razboi 1941-1945. Un d es tin in istorie, Bucarest. 1995. pp. 48-87 Sulle attività militari romene nel corso del 194 1 ved anche il volume di Fiori n Constan tini u c lli e Schipor. Trecerea Nistrului . ( /947 ). O decizie conn·oversatii, Bucarest. 1995. u no dei rece nti e numerosi stu di per u na interpretazione più obiett iva deg li an ni della d ittat ura e del la guerra. centrati s ul recupero dei terr itori perduti. In particolare, per l'artico lazione e la composizione degli eserc it i contrappos ti alla vigilia del 22 giugno. pp. 81-94.

285 AUSSME, Fondo G-29. busta 5. fase. l. cir Colonnello Valfrè al Ministero della Guerra, t. 1898/ 638, 17- 8- 1941.

Valfrè ebbe modo proprio allora di manifestare il suo ··grande rammarico" per il fatto di essere improvvisamente costretto ad allontanarsi dal Comando delle operazioni (e ra il solo Addetto Militare rimasto inserito in esso). poichè la sua presenza, ora che le truppe italiane combattevano oltre i confini romeni, "non era pill necessaria". Una decisione presa dallo stesso Comando romeno e che l" Addetto Militare imputò soprattutto alla gelosia del rappre entante giapponese mentre non gli avrebbe consentito più di riferire in dettaglio tutte le operazioni belliche, nè di avere informazioni di prima mano.

Il Comando Supremo italiano cercò di intervenire tramite la Legazione italiana perchè Valfrè potesse tornare al Quartier Generale. ma lo stesso Addetto Militare ritenne in un secondo momento di non operare quella che avrebbe potuto sembrare una "'imposizione' ' allo Stato Maggiore romeno. pregiudicando gli ancora ottimi rapporti per!>onali. anche alla luce del fatto che il Comando romeno aveva intenzione di inviare Valfrè a Odessa per seguire le operazioni be l liche in quel delicato settore 28 6.

Que ste si stavano rivelando. come nelle previsioni, particolarmente più dure del previsto. a causa della forte resistenza e dei contrattacchi sovietici. Valfrè auspicò un modo più "razionale" di condurre l'attacco alla città, che non causasse perdite così elevate nella fanteria romena, priva di un adeguato supporto di artiglieria. Tamo più che un forte malcontento iniziò a serpeggiare non solo a livello degli alti comandi ma fra le stesse truppe.

Come se non bastasse, la Romania, che all'inizio di settembre stava procedendo ad una rimobilitazione delle sue 35 aveva dovuto cedere ai tedeschi circa 9 gruppi motorizzati di artiglieria, fatto che aumentava il malessere dei militari i quali ora sembravano nutrire risentimento nei confronti dello stes. o ··condudtor··.considerato troppo condiscendente nei confronti di quella che era una vera c propria usurpazionc dci diritti nazionaJi 287 .

Alla diffusione di questo stato d'animo contribuì anche il rili evo dato ad un piccolo scandalo causato dai forti guadagni che alcuni ufficiali del- l 'Intendenza tedesca ritraevano rivendendo alcuni materiali e generi alimentari, forniti tra l'altro prevalentemente da ebrei. Valfrè volle subito approfittare di questo episodio e della sospe nsione da parte tedesca degli acquisti per sollecita re l ' invio di un rappresentante dell'Intendenza Militare italiana, il ben noto Colonnello Della Porta, già Addetto Militare , con l ' obiettivo di concludere contratti a vantaggio dell'Italia. Tanto più che la ditta tessile italiana "Filatura romaneasca de bombac", di proprietà del conte Giorgio Po ss, aveva già avanzato un'offerta per generi di vestiario e altri materiali288.

186 Ibidem. Colonnello VaJfrè al Ministero della Guerra. t. 1930/651. 23-8-1941.

1ll7 Ibidem. Colonnello \'alfrè al Ministero della Guerra. u. 19931672. 19941673 e 1995/ 674.2 -9 - 1941.

Odessa, cinta d'assedio fin dai primi d'agosto, dopo aver subìto un primo grande assalto nel corso del mese. con gravi perdite nella 4° Armata romena vide un altro, sanguinoso attacco romeno tra la fine di agosto e l ' in izio di settembre, e il 22 settembre si sviluppò sulle posizioni fortificate intorno al la città una drammatica battaglia , con numerose e continue offensive romene- volute in modo patticolare da lon Antonescuterminate infine con l'evacuazione di Odessa da parte delle forze sovietiche il 16 ottobre 1941.

L'a lto costo in perdite subìte nello scontro per la conquista della città aveva contribuito a peggiorare le condizioni dell 'Es ercito romeno, diffondendo al suo interno la sensazione che i tedeschi non avrebbero vinto la guerra.

La situazione particolare in cui si trovò ad operare il Co lonnello Valfrè lo portò dunque ad una singolare molteplice attività di informatore: dalle operazioni belliche, alle condizioni delle forze alleate e nemiche e ad alcuni retroscena della dittatura militare di Antonescu e dei suoi rapporti con il Comando tedesco. Si è visto come in questo ambito di rapporti il parti colare orgoglio nazionale romeno ebbe più volte modo di affermarsi fin dai primi mes i del conflitto contro I'URSS.

Si può ben immaginare la reazione di Bucarest q uando Radio Budapest affermò, il 21 ottobre, che Odessa era stata presa senza combattere perchè i sovietici se ne erano andati via prima289 Immediata la risposta di Antonescu, in difesa del ! 'o nore violato dalle insin u azioni magiare: il Cond ucator esaltò l 'apporto umano e materiale romeno alla guena, con · ' la lotta e il sacrificio", a differenza della stessa Ungheria che combatteva le battaglie con le ''paro le" e i "mercati". Successivamente si sviluppò una protesta più ampia ··dal basso'', con manifestazioni di piazza e sfilate di cortei al grido di Vogliamo la Transil vania". L'Addello Militare ungherese a Bucarest, il Tenente Colonnello Szantay. assai sgrad ito allo Stato Maggiore romeno. fu in quell'occasione richiamato a Budapest.

L'appello solenne lanciato iiS novembre daAntonescu, quasi una conclusione della prima fase del conflitto . annunciò il plebiscito sul ritorn o di Bucovina e Bessarabia alla R omania.

Il Conduditor ne approfittò per passare in rassegna le attività del nuovo regime, che era riuscito a riguadagnare le terre sottratte al paese nei mesi precedenti, e che avrebbe visto in futuro un nuovo "programma sociale basato sul potenziamento della classe agricola e operaia, con numerose riforme ammini. trative e l'adozione del modello corporativo"90.

TI nuovo regime romeno era convinto di aver trovato proprio nel conflitto una sorta di inas pettata "legittimazione" nel quadro del ·'nuovo ordine " tedesco in Europa.

A completamento di questo complesso di osservazioni e valutazioni da parte dell'Addetlo Militare. è necessario prendere in considerazione anche quelle che nel 1941 furono le direttive dello Stato Maggiore italiano a Valfrè.

L'"osservatorio" della Missione militare italiana. infatti. doveva assolvere ad una serie di compiti che. oltre alla già citata funzione di informare sulla dislocazione delle truppe alleate c nemiche e sulle operazio ni be lli che, compresero, dopo l'inizio delle osti li tà sul f ronte ru sso, anche una raccolta di informazioni di vario contenuto, che dimostrano con quanta difficoltà si avesse nei primi mesi del conflitto un quadro completo della situazione. talvolta condizionato dall'esistenza di notizie incontrollate.

Per la precisione. si trattava di informazioni su di una vasta gamma di temi: le industrie belliche sovietiche nel Caucaso e la loro ubicazione precisa; la veridicità circa l'invio di truppe tedesche c romene attraverso la Bulgaria fino ai confini de ll a Turchia in Tracia; la presunta concentrazione di "forze serbo- comuniste guidate da emissari sovietici" ai confini serbo-bulgari. cui avrebbero aderito anche truppe regolari bulgare; le voc i sutrassassinio di Horia Sima in Germania; la asserita perdita di circa 300.000 effettivi romeni nei combattimenti sul fronte russo: il lancio da aerei sovietici di ex prigionieri tedeschi nella zona petrolifera romena con l'incarico di eseguire - pena la morte dei camerati rimasti in Russia - la distruzione degli impianti. Confrontando, inoltre. le notizie inviate da Valfrè sulla rimobilitazione dell'esercito romeno con i dati a disposizione, si chiedevano notizie anche sull'esistenza e la dislocazione delle unità di Bucarest non menzionate e la formazione di un riepilogo generale sulle forze armate romene291 .

Come si può constatare, si tratt ava di raccogliere informazioni su molti eventi che spesso erano frutto solo di "voci" o notizie oltretutto dì scarso valore militare.

6.2 Il problema dei rifornimenti alle forze italiane dopo l'inizio della guerra contro l ' URSS

La repentina decisione di Hitler di attaccare l'Unione Sovietica, con la partecipazione deli 'Italia e di altri paesi "satelliti" di Berlino, condizionò negativamente la stessa capacità militare di Roma e Bucarest, riproponendo il tema dei rapporti tra le d ue nazioni latine.

La presenza di un corpo di spedizione militare così lontano dalla Patria sollevava in particolare per l'Italia enormi problemi logistici, ma ebbe anche l'effetto incidentale di riportare in primo piano i rapporti economici tra Italia e Romania, le cui forze armate si trovavano ora sullo stesso fronte , anche se le modalità di intervento erano state differenti Part icolarmente determinante divenne l'attività di rifornimento del Corpo di spedizione italiano, il C.S.I.R. (poi ARMIR. ), dì cui è interessante seguire le vicende relative al 1941 nella documentazione in esame, poichè consente di esaminare alcune circostanze dell'intervento italiano attraverso l 'osservatorio della rappresentanza militare italiana in Romania.

A Bucarest si trovava anche un protagonista dei precedenti rapporti bilaterali italo -romeni , il Tenente Colonnello Della Porta, già Addetto Militare, che di venne nel luglio 1941 il l o Consigliere commerciale della Legazione italiana, funzione che si spiegava certamente con la sua lunga esperienza nel favorire transazioni di materiali militari tra Italia e Romania. Il suo sollecito intervento si verificò, ad esempio, quando una ditta di Bucarest offrì i suoi prodotti - un quantitativo di 10.000 coperte. 2000 maglie e altri indumenti di lana, ecc.- alle autorità militari italiane . viste le particolari wmplessità delle operazioni militari in Ru ss ia; offerta, poi trasmessa dal Comando del Corpo di spedizione c di cui Della Porta so ttolineò l'importanza e l'interes!)e292. l fondi necessari per g li acq ui sti sarebbero stati forniti dall ' Intendenza del Corpo di spedizione: questa avrebbe poi chiesto le somme relative all'Intendenza tedesca in Romania, incaricata, in base agli accordi sottodi svolgere tale co mpito per tutte le forze impiegate in guerra contro rURSS. ln una pri ma fase g li acquisti decisi ne l corso di una riunione presso lo Stato Maggiore ri guardarono materiali vari dei se rvi z i di Genio e Commissariato, a partire da quelli attinenti la vestizione, seco nd o le disponibilità del mercato romeno. Tale questione si fece col tempo più co mpl ess a, sia dal punto di vi ta della disponibilità dei materiali che dal punto di vis ta finanziario. con rine s i improvvisamente negativi per i rapporti tra italiani e tede schi

L'Intendenza del C.S.T.R al fine di coordinare meglio il rifornimento sul mercato romeno, chiese success i vamente l'invio di due Commissioni. una per provvedere all'acquisto di lana e pellami e un'altra per gl i acquisti di legname e materiali ferrosi, indi spensabili per le opere di baraccam ento delle truppe e la costruzione di altri edifici.

È significativo che fosse segnalata in questa occa ione la pericolosa concorrenza tedesca nel ettore. concorrenza c he mirava a ottenere in esclusiva dai romeni le loro preziose materie prime e finiva per ottene r e un aumento dci prezzi dei materiaJi293 Il Comando Supremo germa nic o stava infatti effettuando massicci acquisti di m ate rie prime, manu fa tti di lana, ge neri alimentari. in previsione di una campagna invernale. Le industrie romene confezionavano g rand i quantità di cappotti. copricapi e altri oggetti di equipaggiamento adatti per ope r azioni belliche in ambiente estremamen te disagevole e ad essi i tedeschi sembravano prestare molta attenzione.

Sulla base di queste seg nalazioni e al fine di rendere meno occasionali c precarie le occasioni di rifornimento per il Corpo di spedizione italiano in Russia e avvicinandosi il primo inverno di guerra sul fronte orientale. il Mini tero della Guerra decise di costituire a Bu carest un Centro approvvigionamenti per il C.S.l.R il quale avrebbe dovuto effettuare in R oman ia ·'rutti i possibili acquis ti di generi alimentari, manufatti e materiali vari".

Fu inevitabile che a capo di questo organismo. che funzionava come distaccamento dell'Intendenza del C.S.l.R., fosse posto proprio il Colonnello Della Porta. assistito da due o più ufficiali addetti per ogni settor e dei servi7i di cui si riteneva necessario !"acquisto. più due ufficiali amministrativi e altro personale di truppa.

292 AUSSME. Fondo L-14. 76. fase. 6 . Appron igionamemo di mate riali 1·ari in Ungheria e Romania ( 1941 )".Co lonnello Corrado Valfré di Bonzo. Addetto Militare in Romania. al Ministero della Guerra. n. 1802,25-7- 1941.

293 Ibidem. Comando del Corpo di Stato Maggiore. n. 1886/ 632/ 1. 16-X - 1941 .

Nel caso che l'assegnazione di tali fondi non fo c ri pondente alle necessità, la richi esta sarebbe stata girata anche al Mini stero della Guerra e poi al Ministero Scambi c Valute 294.

Al Ministero degli Scambi e Valute si svo lse il 6 settembre una importante riunione del Comitato internazionale di coordinamento sotto la presidenza del Mini stro d eg li Scambi e Valute Raffaello Riccardi e con la partecipazione in particolare di rappresentanti del Comando Supremo, dello Stato Maggiore e dei tre Ministeri militari. Oltre alle questioni gene r ali degli appro vv ig ionamenti di cereali e dell'e s portazione del riso nella campagna 1941-42, ve nne discussa la richie s ta di modifiche da apportare al Protocoll o di Berlino dell9 giugno 1941 -co mpletato dal Protocollo di Roma del 5 agosto - c he aveva voluto regolare i rapporti finanziari fra le Forze Armate italiane e tedesch e, con l'impegno a trovare le relative so luzioni.

Poichè il conto di compensazione generale fr a i due paesi presentava un saldo a favore dell' I talia di ben 700 milioni di lire, si rese necessario istituire anche un " co nto di compensaz ione militare·· per g li importi delle cessioni di materiali provenienti dalle Forze Armate del R e ic h.

A causa della neee s ità del C.S.I.R. di fare acqui ti reperibili solo sul mercato romeno, il Generale Giovanni Messe chiese di poter avere una dispon ibilità in moneta locale. Ma in Italia non vi era disponibilità di lei romeni e l'approvvigionamento da parte della Germania appariva ancora come l'unica soluzione. Al Comando tedesco- seco ndo Riccardi - sarebbe dovuta andare, quindi, una pressante richiesta da parte dell ' ltalia 29s.

Ibidem Sotto cgrctario di Stato al Ylitùstero della Guerra. Scuero. allo StatO Maggiore dell'Esercito. n. 153129. Urgentissimo . 5-9-19-t l.

295 Ibidem fase. 14. "Richie:.ta fondi per il C.S.I.R., 1941". Stato Maggiore Re gio Esercito- Ufficio ServiLi. 6-9-194 L

Non si rivelò tuttavia una strada facilmente percorribile. Lo Stato Maggiore italiano chiese successiva mente di operare una intensa press ione sul Ministero Scambi e Valute affinchè fornisse di valuta romena le Commissioni per gli acquisti in Romania, nel caso non ne ottenessero dai tedeschi. Nella speranza di modificare gli accordi itala-tedeschi del giugno precedente, si doveva comunque continuare a chiedere alla Ge rmania la concessione di rutti i vettovagl iamenti necessari al C.S. I.R. 296.

L'incontro avuto subito dopo da D ella Porta con l 'Intendente tedesco in Romania non avrebbe potuto essere più deludente: il responsabile per gli acquisti delle truppe germaniche respinse le richie s te italiane sulla base di un divieto po s to s u esplicita richiesta del 'Co nduditor'' Ton Antonescu. rilevando anche c he il Governo di Bucarest concedeva con grande difficoltà la valuta s trettamente indispensabile alle stesse forze tedesche in Romania.

Della Porta, tu ttavia, volle proseg u ire nella ricerca di u n modo per operare acquisti di materiali direttamente sul mercato romeno, c h iedendo che la Banca Commerciale l tal o-Romena di Milano autorizzasse la s u a s uccursale a Bucares t ad anticipare i 500 milioni di Ici necessari a questo scopo 297 .

Sulla base delle com unica z ioni di Della Porta, lo Stato Maggiore italiano spinse il Comando Supremo a sollecitare il Comando tedesco.

I"O.K.W., perché fornisse agli italiani le somme in Ici in applicazione degli accordi di giugno, più precisamente della "Convenzione stipulata f r a la parte germanica c la parte ital iana per l 'organizzazione ed il funzionamento dei servizi per C.A. di previsto impiego nell'es igenza Est" . con riferimento alla propo s ta dell'O.K.W. di "disposi7ioni relative all'impiego di truppe italiane nell a campag na ad oriente"!98.

Lo Stato Maggiore italiano ricordò anche come. dopo gli accordi di g iugno con la Germania. esso avesse concluso s imili anche con l'Ungheria e la Romania. e come già allora il Generale Marras avesse sollecitato una riunione degli Stati Maggiori tedesco, romeno e ungherese, senza però che dall'O.K. W. giungesse alcuna comunicazione in proposi t o.

Stato .Magg1ore Regio Esercito - Ufficio Serviti al della Guerra e al Comando Supremo. n. 33468. Segreto e Grgentissimo. 19-9- 1941.

297 Ibidem. Colonnello Della Porta allo Stato Maggiore. tel. 503141. 16-9- 1941.

298 Ibidem. Stato Maggiore Regio Esercito- Ufficio Scrvi.d al Comando Supremo. n . l 05787 Segreto. 19-9-1941.

L'O.K.W. formulò invece una proposta per una "base provvisoria di lavoro'' secondo la il C.S.I.R. avrebbe dovuto considerarsi una "Grande Unità" inserita in una Armata tedesca, fatto che avrebbe consentito piena libertà di acquisti in Romania, anche se dopo una specifica autorizzazione deJl'Intendenza della stessa Armata. Ma era una proposta che difficilmente sarebbe stata accettata

Lo Stato Maggiore inoltre contestò l 'interpretazione tedesca secondo cui gli acquisti avviati dal Centro italiano di approvvigionamento erano lesivi della s ovranità dello Stato romeno essendo fatti dall ' Intendenza del C.S.I.R.

Di conseguenza, iJ Comando Supremo italiano avrebbe dovuto chiarire direttamente al Governo romeno questa situazione e ottenere il nulla osta per proseguire gli acquisti. Per il mome nto , però, il Colonnello Della Porta avrebbe dovuto interromperli.

Difficilmente tuttavia Della Porta avrebbe abbandonato gli sforzi di sa l vag uardare gli interessi italiani. Dichiarando di non poter ritardare o ltre gli acquisti p e r la sistemazio ne invernale , comunicò a Roma di aver eh iesto e ottenuto in v ia personale un prestito di 20 milioni di lei dalla impresa " Danubiana" di proprietà italiana, con · ' pegno personale" e con obbligo di una so llecita restituzione. A questo fine so Jlec itò l'interesse d ei Ministeri degli Esteri e degli Scambi e Valute per la so luzione della questione finanziaria; altrimenti - affermò - non avrebbe più potuto continuare il suo lavoro.

Una so llecitazione inviata co n v isibil e ag ita zione, visto l'appros s imarsi dell'inverno, in parte colta dallo Stato Maggiore che chiese ancora al Comando Supremo italiano di interessare quello tedesco , " oppure" i due Mini steri italiani, ribadendo comunque il divieto pe r Della Porta di o perare altri acquisti senza la certezza di poter disporre della valuta necessar ia299.

Della Porta ricordò il20 settembre di aver già impegnato l ' acqui s to di alcuni quantitativi di materie prime (legname, lamiere, ecc.) e di capi di prima vestiz ione: la mancata di spo nibilità di va lu ta aveva impedi to l'ultima fase deJla t r attativa , con suo inevitabile turbamento e con l'aumento dei prezzi.

C ome se non bastasse , lo Stato Maggi o re dopo a ver esaminato le circostanze del prestito "pri vato" ottenuto da Della Porta, espresse parere sfavorevole alla accettazione della somma per quella v ia e tornò a so llecitare la co nce ss ione dei 20 milioni di lei dal Mini ste ro Scambi e Valute e l'intervento presso il Comando tedesco 3oo .

La questione del vestiario e dei materiali destinati alle truppe italiane presenti tn Romania si stava facendo in qu es to modo inevitabilmente drammati ca. I ntervenne il 24 se ttembre il Gen e rale Messe affinchè fosse chiarita al più presto, e ai massimi li velli.la si tuazione denunciata dal Colonn ello De lla Porta.

Un incontro interlocut orio svoltos i il27 settembre a R oma tra lo Stato Ma ggiore italiano e un rappresentante del Coma ndo Supremo tedesco ripropose l ' argomento del miliardo e 300 milioni di lei richiesto in base all'accordo di giugno per acqui s ti destinati a una forza di 65.000 uo mini ed alle . co rte di magazzino. li rappresentante tedesco s i d isse convinto della nece ss ità della richiesta ma spiegò ancora il rifiuto dell'Intendente capo co n la assai 1idotta disponibilità del mercato romeno.

P er il fabb isog no accertato s i sarebbero garantiti per il momento solo i generi di ves tizione più urgenti e nemmen o per tutte le forze italiane in Romania. Ma si profilarono anche altre iniziati ve.

Negli s tess i giorni il Mini stero della Guerra prese contatlo co n la Banca Commerciale Italiana, l'unico organismo in grado di fornire rapidamente una g rande cifra in valuta, per concordare un 'operazio ne finanziaria che avrebbe visto la ccs . ione di 500 milioni di lei- a un tasso di interesse de l 7 %- con l'impegno di rimborsare la so mma in quattro scadenze fin o al febbraio 1942.

Tn realtà. la Dire zio ne Centrale della B anca aveva manifestato . tramite l'Amministratore Delegato Raffaele Matti oli, una certa cautela in metito all'operaz ione che vedeva impegna to un così g rand e quantitativo di va luta, che in ogni caso sa rebbe s tato ceduto in due quote di 300 e 200 milioni. L'I s tituto raz ionale per i Can1bi con l'E s tero avrebbe dovuto as ume re l ' impegno di ri mbor are il credito- di c ui s i s arebbe do v uto versare il co ntrovalore in lire it a liane- specificando se il rimborso sarebbe avvenuto tramite il mec ca ni s mo di clearing italo - romeno o altre modali tà30l 300 Ibidem, Stato Maggiore Regio esercito - Ufficio Servi7i n. 107244. 24-9-1941. 30 1 Ibidem. Raffaele Manioli. Amministratore Delegato della Banca Commerciale llaliana al dott. Mani io Masi. Direttore Generale- Ministero per gli Scambi c Valute, 269- 1941; Scuc ro. Sottosegretari o di Stato a l Ministero della Guerra, alla Dire z ion e Generale dci Servizi Amministrativi cd a llo Sta to Mag giore, n. 158140. Urg.mo, 29 -9 - 194 1.

La Banca Commerciale Italiana comunicò, così, alla Banca Commerciale !taio-Romena di Bucarest di mettere a disposizione di Della Porta per conto del C.S.I.R. la prima "tranche" di 300 milioni di lei, mentre il Ministero della Guerra avrebbe dovuto versare ali' I stituto Cambi la somma corrispondente in lire a copertura deli' operazione.

Su questa complessa e un po' inquietante vicenda venne redatta aRoma, il l o ottobre, una lunga Relazione302 .

Essa confermò in primo luogo l'incred ibile riluttanza tedesca a rispondere alle necessità urgenti di un alleato impegnato sullo stesso fronte, dato che l'Intendenza della Il o Armata germanica aveva risposto al C.S.I.R. di non poter fare affidamento sull'organizzazione tedesca, non avendo quest'ultima adottato particolari provvedimenti in vista dell'inverno ormai prossimo . Eppure, risultava che i tedeschi stavano facendo "incetta sistematica di ogni genere di materiali che comunque possa servire per qualsiasi scopo", e in Romania già scarseggiavano materiali necessari come coperte, lana , pellicce, legname.

D opo aver bloccato la vendita di coperte e pellicce, la Romania avrebbe fatto lo stesso anche per il legname, a causa delle distruzioni avvenute per motivi bellici nel paese, così che il fabbisogno dichiarato dal C.S .l.R. di circa 50 mila metri cubi di legname avrebbe potuto essere disponi bile non prima del febbraio-marzo 1942.

La mancanza di fondi disponibili per gli acquisti aveva inoltre impedito al C.S.I.R. di assicurarsi anche altri materiali come cartone catramato, lamiera di ferro, carbon fossile e altre varie forniture di ferro necessarie per lo stanziamento delle truppe sul suolo romeno .

Il Centro di approvvigionamenti a Bucarest era riuscito a provvedere al fabbisogno di "prima vestizione" ed aveva avviato trattative per l 'acquisto di ulte riori elementi di vestiario ed equipaggiamento, ma l'indispo nibilità di materie prime impediva l'acquisto in Romania di calzature per scia tori e cuoio per riparazioni , così come di cappotti per operazioni invernali. Nell'avvicinarsi dell'inverno russo ciò causava ovviamente una situazio ne assai critica, anche perchè il rifornimento in Italia non avrebbe permesso di esaurire tale necessità se non in minima parte.

30 2Ibidem. fase . 6, ci t., Comando del Corpo di Stato Maggiore. Ministero della Guerra. Relazione senza firma del l 0 ottobre 1941 su ''Atwale situcr;ione delle trattati ve svolte ed in corso per gli acquisti da fare in Romania a fa vore del C.S.I.R. ". inviata al Comando Supremo il 3-10-1941.

Non era possibile nascondere il disappunto che nei giorni precedenti aveva sollevato l'Intendente capo tedesco. Colonnello Schumacker, rifiutando al Colonnello Della Porta e ad altri ufficiali italiani sia i fondi per gli acquisti in Romania che l'autorizzazione per l'acquisto diretto. accampando la promessa di Hitler ad Antonescu di "non depauperare l'economia romena", nonchè la mancanza di fondi e il divieto di acquisti imposto dagli stessi romeni. All'osservazione italiana che gli acquisti erano tutto sommato di limitata entità, come si ri scontrava dall'elenco delle richieste, l'Intendente tedesco confermò il ''no", ribadendo preci se istruzioni inviate da Berlino: aggiunse però che avrebbe acconsentito a dare al C.S.l.R. l'autorizzazi one per gli acquisti solo se anche i romeni l'avessero data ai tedeschi.

In realtà. la Germania aveva già sottratto ingenti quantità di materiali alla Romania. tanto che il divieto romeno era sta to formulato probabi lmente proprio per questo motivo. Della Porta, con la sua usuale tenacia. prese in co nsiderazione la possibilità di accordi diretti con la Romania, chiedendo al Ministro romeno delle Finanze i contributi necessari.

Nel corso della successiva riunione del Consiglio dei Ministri romeno si affermò che la Romania sarebbe stata ben lieta di accedere alle richieste del C.S.l.R. e che non poteva ammettere che per gli acquisti in Romania l'Italia dovesse avere l 'a utorizzazione degli organismi tedeschi.

Alla Legazione d' I talia venne così consegnata una lista con l'indicazione delle quantità e del va lore di tutte le merci che era possibile acquista re.

Quando il Ministro italiano a Bucarest consegnò un progetto del valore complessivo di due miliardi e 700 milioni di lei, il Maresciallo Ton Antonc scu si 1iservò tuttavia di rispondere in un secondo momento.

Tutte le s peranze finirono per andare deluse e le operazioni furono complicate dalla vicenda del prestito di 20 milioni da parte della Società ·'Prahova" c dalle necessarie procedure per otte nere 500 milioni da parte della Banca Commerciale ltalo -Romena.

Era emersa così una soluzione: acquisti diretti da organismi ministeriali italiani, senza l'intervento dell'Intendenza dello C.S.I.R. c tramite fondi inviati dall'Italia o anche con lei ceduti da romeni su contropartita da definire al Ministero degli Scambi c Valute.

Per dare una idea più precisa detrurgenza della situazione la Rehuione citò in particolare la necessità di disporre al più presto di vetri per le finestre dci locali destinati alla sistemazione clcllc truppe- dato c he erano andati distrutti per i precedenti eventi bellici - vetri che i tedeschi aveva- no comunque promesso di fornire insieme a quantitativi di legna pe r riscaldamento - e di legname per la costruzione di baraccamenti. Si era cercato di provvedere alla meno peggio con baraccamenti seminterrati per uomini, animali, magazzini c veicoli, ma la precarietà e l'insufficienza di queste strutture per la protezione delle truppe italiane erano più che palesi.

Il Colonnello Gatti, già Intendente del C.S.l.R., rilevò come a causa delle enormi difficoltà dei trasporti ferroviari anche i programmi "minimi'' di sistemazione delle forze avrebbero dovuto essere probabilmente limitati.

Una serie di inclica z ioni pratiche per il futuro - atteso che era ancora incerto dove il C.S.I.R. avrebbe svernato- e ra comunque non rinviabile. Tnnanzitutto. per il rapido trasporto del materiale acquistato sarebbe stato necessario assegnare al Centro approvvigionamenti di Bu carest una "autosezione" con autocarri pesanti e mettere a disposizione per un po· di tempo c per i trasporti più urgenti uno o due degli aerei ''S-81'' che facevano servizio tra la R omania e i territori occupati della ex Jugos lavia.

Inoltre. i materiali del genio necessari per la costruzione delle baracche avrebbero dovuto essere trasportati per ferrovia, a carico pieno, destinandoli in primo luogo alle zone più avanLatc c poi alle altre.

Prima il Colonnello Gatti e successivamente il Colonnello Della P orta si sarebbero recati a Roma per riferire direttamente sullo stato delle trattative sug li acquisti in Romania. Della Porta avrebbe dovuto dedicarsi alle operazioni relative alla prima tranche di 300 milioni di lei, su ll a base. come si è detto. della quota concessa dal Ministero Scambi e Valute.

In attesa di ulteriori comunicazioni del Comando tedesco. lo Stato Maggiore italiano, alla luce della pressante situuione. propose di ch iedere la cess ione di almeno una parte del nece ssario (200 milioni di lei per molteplici elementi del necessario vestiario per il personale militare c per una serie di materiali per i baraccamenti) e di ottenere, comunque, la concessione di altri 700 milioni dì lei dal Ministero Scambi e Valute l<J.'.

La procedura tramite l'Istituto per i cambi con !"estero apparve probabilmente come una via rapida per sopperire ai fabbisogni.

Quando infatti, poche settima ne dopo, il Comando Supremo s i trovò nella necessità di disporre di 2500 tonnellate di lubrificanti in più rispetto al quantitativo pattuito con la Romania (si trattava di distillati e oli per cilindri di motore con caratteris tiche adeguate al particolare teatro di guerra del C.S.I.R.) volle evitare che la cifra necessaria per l'acquisto. 53 milioni di lei, fosse richiesta al Ministero per gli Scambi e Valute chiedendo che fosse invece prelevata dal fondo di 144 milioni di lei ceduto dall'Istituto Nazionale per i Cambi con l'Estero al Ministero della Guerra3o4 .

In conclusione, la vicenda relativa agli approvvigionamenti italiani ebbe senz'altro il merito di mettere in rilievo la grande difficoltà di provvedere già nelle basi di partenza alle necessità del Corpo di spedizione italiano per la Russia , sia per l'ostruzionismo tedesco che per le difficoltà economiche della Romania. Nè la questione riguardò più solo gli acqu isti per approvvigionamenti: dal primo dicembre lo Stato Maggiore fu costretto a far sospendere la cessione di valuta romena alle Forze Armate italiane, attuata attraverso la missione militare tedesca; fatto che penalizzò ancora di più i militari italiani che dalla Romania sarebbero poi partiti per il fronte russo.

6.3 Tattica sovietica sul fronte romeno

Un mese dopo l ' attacco all ' URSS da parte delle forze tedesche il Colonnello Valfrè, nel quadro della sua funzione di ·'osservatore" del conflitto appena iniziato sul Pruth, ritenne opportuno ordinare i suoi appunti "frammentari" scritti al Quartier Generale, stilando una lunga relazione s u ciò che interessava di più in quel momento lo Stato Maggiore italiano: una valutazione della gestione della guerra sul piano tattico da parte delle forze armate sovietiche, nella speranza che essa fosse poi in qua lche modo utile al Corpo di spedizione italiano:>os

Se Valfrè avverti questa esigenza fu soprattutto per la inaspettata e violenta reazione delle forze sovietiche proprio sul fronte romeno U n tema che solo indirettamente riguardava il ruolo della Romania, ma che è forse ugualmente opportuno riproporre per gli elementi intere ssa nti che vi possono essere individuati.

Il quadro che riuscì a delineare Valfrè. infatti, riuscì ad essere efficace al di là della sua obbligata sinteticità. Premesso che su quel fronte avevano fino ad allora operato unità di fanteria. di truppe di montagna e di cavalleria (più una sola unità motomeccanizzata romena) , il Rapp orto mise in rilievo la forte disciplina e la coesione morale delle truppe e dei quadri sovietici, il cui co mportamento costituiva una "so rpresa·· per co loro che a veva no prono sticato un crollo delle dife se di Mo sca.

304 Ibidem. fase 14, cit Generale Magli. Comando Supremo, al Ministero della Guena, n 2J l4/EG 9-J J -1941.

305 Ibidem, fase. 4 , delf'Addetto Militare Colonne/fa Corrado Valfrè di Dopo un mese di guerra al ji·onte romeno: appunti sui procedim enti tattici sovietici (22-7-1941)". Segreto.

L'efficienza e l 'affidabi lità dal punto di vis ta " politic o" delle forze che affrontarono i primi com battimenti era senza di eu sione, dato che s i trattava della generazione più ··indottrinata'' dal tempo della Ri voluzione d'ottobre e completamente fedele al regime staliniano. Una piena disponibilità fideistica al regime, sop raval utata forse da Valfrè per spiegare l'inattesa re istenza. attribuita anche alla forte v igilanza dei commi s ari politici che imponevano di lottare a tutti i costi c che alcune volte fur o no addirittura elimi nati dalle truppe esas perate.

Per quanto riguardava lo scontro nei cieli, malgrado l 'aviazione sovietica fosse decimata dalla preponderante cacc ia nemica e dalla contraerea . i suoi piloti continuavano a gettarsi allo sbaraglio e ad opporre una tenace resistenza. Malgrado !'"effetto sorpresa", rilevò Valfrè, i Comandi sovi etici avevano risposto tutto sommato in maniera rapida ed efficace.

Anche l' "abile, elastica, mobilissima ed ostina ta '' lotta delle unità motorizzate della retroguardia sovietica aveva cos tretto alla pruden za g li attaccanti. anche quando la ritirata sovietica s i rivelava ormai inevitabile:

·'Nel ristretto campo tattico- proseguì Valfrè- co ntrattacchi ripeturi, efficaci, prove nienti da direzioni di ve rse spesso imprevis te, condorri con perizia ed ardimento. Nel quadro più ampio di gruppi di grandi unità, a:ioni di massa motori::ate armonicamente, operanti nel tempo e nello spazio e n elle dire :ioni pitì opportune e reddi tde " .

Nella ptimafasedei combattimenti -dal22 giugno all5luglio - le truppe di M o ·ca erano riuscite a sgombrare ordinatamente la Bucovina e la Bessarabia sette ntrionale senza subire forti perdite. ella seco nda fas e dell'attacco, pur perdendo ancora terreno , i Comandi sovietici continuavano a operare ·'co n metodo cd energia", organizzando la resi stenza sul Dniester e numero ' i con trattacchi. anche ui fianchi delle truppe nemiche avanzanti. incuranti dell'avvicinarsi delle truppe corazzate tede sc he da nord.

Se il g iudizio sull ' azione delle forze e dei comandi s ovietici era positivo , l'aum e nto della presenza e del potere d e i commissari politici all'inte mo delle unità continuava ad e e re per Valfrè una favorevole ca u a di disgregaz ione e dcmotivazione del nemico, con influ ss i negativi anche s u li 'unità di comand o .

I sovie ti ci erano tuttavia riu c iti a mant enere un efficiente servizio di informa z ioni, a min are la compattezza d e ll e truppe romene di più rece n- te mobilitazione e meno motivate al loro interno e a ritirarsi da Bessarabia e Bucovina portando con sè materiali militari preziosi.

Quello che colpiva Valfrè era anche la dimostrazione data dalle truppe sov ietiche di aver ricevuto un ottimo addestramento basato sullo sfruttamento della sorpresa e sulla ricerca dei punti deboli dello schieramento nemico e del terreno.

Il punto forte della tattica di fanteria era l'estrema mobilità , nel fuoco individuale nell'ambito delle compagnie e delle squadre, con l'eventuale ausilio di mezzi motorizzati. Tipici erano la tattica del mascheramento e il fuoco aperto dalla minima distanza sul nemico. La resistenza si rivelava sempre tenace, anche nei centri circondati da forze avversarie, e anche dopo un apparente ripiegamento poi subito trasfo rmato in micidiale contrattacco.

Un 'avvertenza era necessaria dopo aver osservato il comportamento del so ldato sovietico: data l 'esistenza di abil issimi tiratori scelti, muniti di fucile con cannocchiale , era necessario che l'ufficiale romeno o tedesco si mimetizzasse il più possibile con la truppa. Imboscate e trucchi vari sembravano infatti la prassi abituale del soldato sovietico: occorreva diffidare delle finte "bandiere bianche", dei finti morti, delle boscaglie apparentemente deserte, le quali invece nascondevano spesso eccellenti squadre di tiratori fra le fronde. Frequente , inoltre, il travestimento con uniformi prese al nemico.

Ottimo, inoltre, si rivelava il supporto de li' artiglieria ali' azione della fanteria , soprattutto nell ' ambito delle piccole unità. L'artiglieria di accompagnamento anche nelle distanze più ravvicinate si dimostrava molto precisa, così come il tiro anticarro che la sua efficacia dimostrava di averla in modo particolare contro i mezzi romeni. Anche nella dotazione dei proiettili le forze sovietiche riponevano uno dei "segreti" del loro successo: cartucce defonnabili ed esplosive e cartucce cariche solo di es plosivo, in grado di allargare le ferite causate dalle armi bianche negli assalti alla baionetta.

Una d ell e particolarità dell'uso dell'artiglieria sovietica era l'impiego " irrazionale" del suo fuoco, molto diluito e quasi mai " a mass a" , in aperto disinteresse della manovra, con risultati ridotti nell ' efficacia del tiro. L ' unico esempio, forse, di concentramento del fuoco di artiglierie fu quello relativo all 'o pposizione ad una testa di ponte romena sul Pruth.

Inoltre l 'artiglieria, al pari della fanteria, a livello di divisione e di Corpo d'Armata. cambiava spesso posizione, anche nell'ambito di una sezione. Ciò che sembrava nuocere alla precision e del tiro era la insuffi - cie nt e guida con !"arma aerea. L· impiego più diffuso con l 'av iazione era rivolto a ll e batterie contraerei: in ge nere, gl i ae rei da caccia sovietici, una volta avvistati aerei nemi c i , procedevano a debita distanza ed alla s tessa quota pe r po i co municare i dati essenziali del vo lo avversario. Pe r il resto . l'artiglieria non ottenne risultati notevoli : l 'efficac ia maggi o re, secondo il dato "tecnico·· trasmesso da Valfrè. era otte nuta con i sis temi da 47 mm e nell'ambito di una di . tan za che variava dai 500 ai 4000 metri. La difesa russa mostrava un a disposizione a .. rete", co n le maglie c he s i infittivano nei punti pill importanti. Il " metod o di tiro" più utilizzato era quello degli sbarramenti a "co rtine di fu oco'', con il ricorso ad un a lto e forse eccessivo numero di colpi che comprendevano proiettili di tutti i tipi c di tutti i calibri; munizioni a volte portate ai reparti con metodi ingegnosi, per esempio con carri copert i di fieno.

I sov ietici avevano dato la loro prefere nza all'impiego di carri a rmati tra le 7 c le 20 tonnellate, sempre impiegati ra zio nalmente co n il s iste ma "a massa", co n notevoli qualit à nell'eseguire le manovre e co n una predilezione mostrata nel cercare il fianco del nemico.

Spesso. erano state solo formazioni di carri ad attaccare alcune teste di ponte romene: con u na notevole dose di mobilità e d elasticità nell"impiego, necessaria per prot eggere l a ritira ta verso il Dnies ter, malgrado i pesanti bombardamenti c he le unità s ubivan o dagli Stukas tedeschi.

Si ri ve lava a lta la capacità dci carri sov ietici di pe rforare le blindature dci car ri e di al tri mezzi nemici, malgrado non fossero nemme no da comparare con quelli tedeschi in termini di manovrabilità e capacità offe nsiva oltre che per resistenza.

Per quanto riguardava l'organizzazione del terreno. che per sua natura s i prestava in modo po co adeguato alla di s pos iz ione di opere ca mpali, 1·Addetto Mili tare i tal ia no consta tò l'esistenza di difese valide so lo là dove i sovietici erano stati in grado di approntarle in precedenza. Pi ù che di un s istema di trincee, inoltre. si doveva parlare di buche o ri f ugi per s ingoli uomini.

Per la posa delle mine, molto diffusa in casi come q ue sto di ritirata general e, i sov ietici preferivan o i terreni vic ini a i cors i d'acqua, là d ove si offriva un punto di pa ssaggio per l 'avversari o.

Se il r icorso all'aviazione non si era mostrato all'altezza de ll a situazi one. nè organico. nè razionale, nè efficace nel tiro o suffic ientemente mobile, aveva comunque rivelato anche l'inesistenza di una spec ifica dottrina operativa: si trattava in genere di "a-::.ioni a spi::.zico, scuci te mancanti di gen ialità ed efficacia'', con personale non mo lto adde -

, trato e di azioni al limite della temerarietà. Il a trucchi e accorgimenti vari era tipico anche per l'aeronautica, come la scelta di rotte tortuose o il camuffamento da aerei avversari.

Ugualmente impreci. e e di bassa qualità le funzioni di ricognizione e di bombardamento. attuato quest'ultimo con in c urs ioni a ondate successive in formazioni in genere di 3 -5 aerei e con bombe dirompenti o incend iarie non superiori ai 250 kg. Efficienti si erano rivelati i bombardieri soviet ici, sia in alta che in bassa quota. ma la difesa co ntraerea e la caccia avversarie erano comunque riuscite a causare larghe perdite.

Anche gli aerei da caccia - decimati dalla reazione nemica - erano soliti andare in formazioni di 3-5 apparecchi. con attacchi di so rpresa molto rapidi e con ogni aereo diretto su un obiettivo specifico. In genere, dunque, si preferivano azioni "e ro iche", ma pri ve di ra zio nalità e destinate all'insuccesso davanti all'"a-:_ione audace, pre cisa e martellanre·· degli Stukas e del la difesa contraerea. Anc he azioni particolari come i lanci paracadutati fin ivano per essere neutralizzate.

Conclusioni ? Per Valfrè i punti fermi che si potevano delineare dopo un mese di guerra sul fronte romeno erano i seguenti: azione complessivame nte agile e razionale del Comando sovietico e dei Comandi delle gra ndi unità; ottima preparazione tattica dei comandan ti di unità minori: prestazione complessivamente soddisfacente da parte di truppa e quadri ufficiali, malgrado le co ntinue sconfi tte e l'arretramento: improbabile l'ipotesi anche lontana di un collasso delle forze sov ietiche; fanteria e unità motorizzate e corazzate avevano dimostrato di saper manovrare razionalmente nelle situazioni più diverse. Insomma, a detta di Valfrè, '"L'esercito sovietico quindi si batte e sa battersi, la giovennì di Sta/in sa morire".

Alla vigilia dell'intervento italiano sul fronte ru s o . le osservazioni dell'Addetto Militare italiano i rivelarono oltremodo preziose per il Comando italiano. La descrizione dell'esercito sovie ti co come un ... Armata di inetti, incapace di battersi. anelante solo alla fuga" era perciò completamente fuori luogo, come anche alcuni ufficiali romeni misero in rilievo a Valfrè che non si faceva più illusioni sulle difficoltà future di quel conflitto.

6.4 Le fortifica-:_ioni rome ne

Un argomento che interessò lo Stato Maggiore italiano nell941 e del quale è parimenti opportuno parlare è al centro di un documento sulle ca- ratteristiche delle forticazioni in un'area di confine, così come esse erano concepite e reali zz ate in tre paesi dell'Europa danubiano-balcanica, legati tutti a lla politi ca dell'A sse anc he c co n modalità e soprattutto vice nde diverse.

Si tratta, infatti , di una Rela z ione redatta nel settembre del 1941 dal General e Gotti-Porcinari , Comandante delle Scuole Centrali Militari, e inviata, in s ieme a di seg ni e fot og rafie fatte s ul posto. al Capo di Stato Maggiore Roatta , dopo una visita effettuata alle fortificazionj po s te sult· ex confine comune jugoslavo -ungherese e a quelle esiste nti sull'ex confine romeno-unghere e 3<16.

Un e sa me dettagliato che te s timoniava in particolare l'interes se militare italiano per la capac ità difens iva dei confini della Romania, dopo la loro modifica nel giugno e nell'agosto del l 940 . certo non compiuta sulla base di criteri strategico-militari.

Per quanto riguardava le fortificazioni romene, la loro sistemaL.ione difensiva era basata , a occ idente dei monti transi lvani, s u di una linea lunga 60 c hil o metri , cui s i aggiun se. nell940 un'altra linea fortificata di 15 chilometri a chiusura della valle del fiume Somes (Szamos).

Il sistema fortifi ca to era formato da 360 g rossi manufatti in calces truzzo di s posti a sc acchiera ( media di 6 fortilizi per c hilometro ), dotati di due torrette e di circa 6- 8 mitragliatri c i ciascuno ( in realtà man c anti in qualche opera). Es si avevano un presidio di circa l 5 uomini ed erano integrati da un fossato anticarro pieno d'acqua e da fasce di reticolati. Artiglierie in po s razioni prescelte e ben occultate forni vano un sufficiente appoggio s upplementare.

Dietro questa prima linea di fo11i lizi era s tato collocato un altro s istema difen s ivo, co tituito da fortificazioni campali; in os tanza buche per tiratori, nidi di mitragliatrici, camminamenti. trincee, oss ervatori'.

Le cupole delle opere dì calce s truzzo assic uravan o il fuoco frontale e la protezione della loro parte s uperiore, mentre ciascuno dei due lati era co perto da una coppia di mitra g liatrici pro te tte. mentre lo spazio retros tante era otto il tiro di armi ben riparate .

Esistevano, inoltre . dei terrapieni con lo sco po di proteggere dal fuoco avver ario. Tu tti i fort ili zi erano poi collegati telefo nicamente.

306 AUSSME, Fondo L-lO. bu sta 79 fase. 3 Refa::, ione del Generale Gorri-Porcinari su fi e fortifica:.ioni jugoslav e e n une ne e su i mareriali ungheresi. Opere di fonificcr:;ione in genere r 1940- f 941) ... Stato Maggiore Regio Esercito- Ufficio Operalioni l. Promemoria Relazion.: 26-9 - 1941: Generale di Brigata Gotti Porcinari al Ca po di Stato Maggiore Roatta. n. l /7 R is .. 3-9-1941.

Le truppe romen e in tutta la zona fortificata riuscivano a garantire una cortina di fuoco ininterrotto per circa 800-1000 metri: un terzo di questa distanza era coperta dal lato frontale delle fortifìca.doni.

A parere del Generale Gotti Porcinari, se messo a confronto con il siste ma jugoslavo (sistema molto più esteso e atticolato di fortini a scacchiera, intervallato da nidi di mitragliatrici, con fossati anticarro), quello adottato dai romeni sembrava "migliore", "perchè .\fruuava ra ziona lmente il terreno e perchè aveva dietro di sè un sistema molto ben costituito di osservatori e di predisposte posta:ioni per l 'artiRiieria, che consentiva di tenere solTo il fuoco il terreno antisrante al sistema fortificato per tutto il suo andamento".

Anche per quanto riguardava i "dettagli tecnici'" le realizzazioni romene apparivano più robuste, grazie anche allo spessore frontale di 3 metri che le faceva resi stenti ai medi e grossi calibri eli artiglieria.

La resistenza del complesso fortificato sarebbe stata così senz'altro più lunga delle reali zzaz ioni jugoslave, obbligando l 'avversario a ricorrere ad attacchi in grande stile con mezzi corazzati c artiglierie pesanti e avrebbe consentito ali 'esercito romeno di resistere e manovrare.

La fortificazione romena semb ra va ideale, quindi, per gesti re una efficace resistenza e per appoggiare efficacemente la manovra delle truppe.

Gotti Porcinari nella sua Relazione prese spunto da quanto aveva potuto vedere di persona in Romania per proporre allo Stato Maggiore italiano l'adozione di una nuova sistemazione difensiva blindata per rnitragl iatrici, costituita da una cupola di acciaio e da una parte inferiore in ferro destinata ad essere int e rrata. La cupola, armata da una mitragliatrice dotata di 5000 cartucce. con sfogatoio per i gas e sistema di aerazione, avrebbe potuto però essere anche "mobile'·, graLie a due ruote manovrabili dali 'interno ed essere addirittura trainabile da due cavalli.

·'Alcune centinaia" di queste cupole semoventi, infatti. avrebbero potuto rivelarsi di grande utilità per le grandi unità con compiti inseriti nel quadro di una difesa "meno statica"; soprattutto se realiuate studiando il terreno italiano e se integrate dall'organizLaLionc difensiva per le zone montane.

Anche il modo di preparare i reticolati poteva essere preso a model1 o per Gotti Porcinari, con un filo a spirale facilmente mimctizzabile con l'erba e unito a tre gabbioni di ferro sovrastanti, di tìlo spinato.

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