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CAPITOLO IV
Assistenza militare italiana alla R omania negli anni Trenta
4.1 Istru z ione di uffi c iali rom e ni nelle For ze Armate ita liane n Ministero della Guerra romeno precisò successivamente che il Maggiore Panaitescu - poi inviato presso il 6° Reggimento degli Alpiniavrebbe dovuto prendere ·'pratica nozione'' dell'organizzaz ion e delle truppe da montagna italiane, dell'ordinamento dei serviLi e delle salmene e di tutto quello che ave\a attinenza all'impiego di queste truppe nel combatti mento.
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Fin dall'ini z io degli anni Venti, in coincidenza co n una ripresa di una fase più dinamica e più complessa nei rapporti po liti ci bilaterali , c ontinuò la pra ss i da parte de ll e Forze Armate romene di inviare ufficiali in is tru zione pre ss o reparti e scuole militari italiane.
In genere si trattò dell'invio di pochi ufficiali, prevalentemente presso la Sc uola di Guerra e unità del! 'Es erc ito e de ll'Ae rona utica Ali ' ini z io da parte italiana vi e ra note vole pruden z a nel concedere l ' ammissione agli ufficiali romeni e in qualche caso (per quanto riguardava la marina) s i era notevolmente diff identi.
Malgrado questa parte cipazion e nume ricamente limitata, non è ecc e s s i vo pe n sare ad una co s tante ammirazione da parte romena - s oprattutto dopo la conclusione del primo conflitto mondiale- nei confronti de l prestigio militare italiano , anche s e sotto questo profilo (c ome g li eventi del 1919 hanno già dimo s trato) ruolo e presenza della Francia costituivano un punto di riferimento primario.
Fautori tenaci deli ' accoglimento delle varie domande provenienti da Bucares t e dello sfruttamento di tale opportunità per s vi luppare s otto ques to profilo la presen za italiana nei Balcani, furono ad esempio il dinamico Ministro italiano a Bucarest, Martin Franklin, e il Ministro degli Esteri de l nuovo Governo Giolitti , Carlo Sforza, i quali ve de vano ne ll'is tru z ione agli ufficiali rome ni un modo pe r renders i concorrenziali alla presenza frances e e anche il prologo a eventuali rifornimenti di materiali militari.
La rivalità s viluppata succes si vamente fra la politi c a italiana e francese nell ' Europa danubiana e balcanica , in particolare s ul tema del revis ionis mo , fors e finì con il privilegiare complessivamente le chances di Parigi nello svolgere un ruolo di punta - in Romania come in altri Stati danubiani -sotto il profilo politico e militare L' Italia, che non aveva a disposi zione le ingenti risors e finanziarie e i capitali privati che invece Parigi pote va dirigere a favore dei paesi dell'Europa orientale , continuava comunque a fornire un "modello" importante dal punto di vista della loro organizz a zione militare.
Nel luglio dell924, a tal proposito, per il Tenente romeno Adam Mitache si chiese ufficialmente, tramite la rappresentanLa diplomatica romena in Italia, l" ammissione a frequentare il corso di equitazione presso la Scuola di applicazione di cavalleria di Pinerolol lx.
Più interessante rivelò la richiesta di ammettere il Maggiore dei Cacciatori alpini romeni. Gheorghe Panaitescu. in "pratico servizio'· nel corpo degli Alpini italiani per la durata di un anno. In questo. come in altri casi, la disponibilità delle autorità milit.ari italiane fu co mpl e ta , dimostrando una certa ai problemi della difesa della nuova Romania. anche se accompagnata successivamente da qualche perplessità. Una disponibilità piuttosto formale che caratterizzava contemporaneamente la dimensione politico-diplomatica del rapporto italo-romeno 119.
Il Capo del Grande Stato Maggiore romeno. Generale Lupescu, chiese poco tempo dopo all'Addetto Militare italiano, Colonnello Enrico Baffigi, se fosse possibile inviare in Italia un alt ro ufficiale dell'esercito romeno al fine di fargli frequentare il Corso deJia Scuola di Guerra di Torino. Una Scuola che godeva di grande in Romania e che aveva il merito, tra l'altro. di aver visto dai propri corsi lo stesso GeneraJc Alexandru Averescu. poi Capo del Governo per due vo lte. Esisteva. quindi. un forte interesse da parte dei vertic i militari di Bucarest a vede re gli ufficiali romeni usufruire di questa opportunità. Baffig i chiese subito allo Stato Maggiore itali ano di poter ri spo ndere in tempi rapidi affermativamente. perchè. così rilevava. tale accog lien za avrebbe agevolato quel "riavvicinamenro itala-romeno che è già cominciato e di cui la domanda stessa è un segno"no .
118 A USSME. Fondo F-3. busta 377. fase. 7 .. Ufficiali esteri t1111111essi nelle w·uole militari italiane ed in reparti italiani. Romania. 1924 ", Stato Maggiore Centrale al Miniesteri, T. 4343. 10-7-1924.
119 Ibidem. della Guerra allo Stato Centrale. T. 4463. 13-8- J924: Sta!O Maggiore Central e al Ministero Affari Esteri. T. 4703. 14-8-1924.
120 Ibidem. Colonnello Baffigi allo Stato Maggiore Centrale. T. 375. 24-9-1924.
La stessa richiesta, con le identiche motivaLioni, venne girata dallo Stato Maggiore al degli Esteri, il quale fece sapere che non vi era alcuna difficoltà nell'accogliere la richiesta. Tunavia lo Stato Maggiore aggiunse alcune sue valutazioni sull'effettiva opportunità di accogliere tale domanda. Ci si rammentava che quando- all'inizio del 1923 - era stato diramato l"invito ai governi europei a inviare loro ufficiali in Italia. questo era stato trasmesso anche a Bucarest, ma "in modo da non lasciar praticamente adiro alla sua accettazione''.
Si trattava dell'adozione di un vero e proprio ··criterio esclusivo". se non selettivo, in base al quale era prospettata l'ipotesi di far rispondere negativamente a Bucarest. dato che . essendo già iniziati i corsi alla Scuola di Guerra. non era possibile accogliere la domanda, almeno fino all' anno successivo. In ogni caso- si affermò- le domande avrebbero dovuto essere subordinate alla effettiva disponibilità di posti 121.
Malgrado successivamente si sia poi deciso di accogliere l'ufficiale romeno in !tal ia, la problcmaticità del!' operazione fatta propria dallo Stato Maggiore consente di prendere atto di una situazione particolare nei confronti della Romania, cui probabilmente non dovevano essere estranee alcune differenze di vedute sul piano politico internaziona le fra i due governi.
Gli eventi successivi avrebbero portato alla luce difficoltà impreviste destinate a complicare ancora di più la questione che vide al centro della vicenda il capitano di artiglieria Nicolae Dragomir, il quale poi avrebbe ricoperto importanti incarichi nelle Forze Armate romene, fino a diventare Capo di Stato Ma ggiore della IV Armata nella guerra an ti-tedesca del 1944-45. per poi essere arrestato e condannato a molti anni di carcere per l'attività svolta negli anni di Antonescu.
Infatti, avendo il Ministero della Guerra romeno a due anni la permanenza di Dragomir in Italia. ma essendo gli anni di corso tre, si pose il problema di ammettere l'ufficiale romeno direttamente al2° anno di corso. come egli stesso richiedeva, aggiungendo di avere già frequentato il l o anno della Scuola di Guerra romena.
Una richiesta un po' imbarazzante che lo Stato Maggiore italiano, all'inizio del mese di dicembre 1924, rifiutò adducendo motivi di completcaa del corso, non essendoci, tra l'altro, alcun precedente in proposito.
Il momento particolarmente delicato attraversato dai rapporti politici italo-romeni in quel momento. a causa di una forte pressione degH am- bienti economici sul gov erno italiano per il rimborso ch iesto per i detentori italiani di buoni del tesoro romeno c il rimborso di alcuni c rediti de] tempo di gue rra , oltre che per le difficoltà del mercato romeno ad assorbire prod otti italiani. aveva provoc ato, anzi, una s itua zio ne abbastanza tesa tale da far rimandare anche la visita di Re Ferdinando in Italia.
Malgrado il rifiut o c le obieL.ioni iniziali, il Capit a no Drag om ir ve nn e infine ammesso al 2° an no di co r o. dopo una s pecie di ··verifica" compiuta- come affermò egli stesso - dall'Addetto Militare italiano a Bucarest, Colonnello Baffi g i . sulla effett iva "eq uivalenza '' del prim o a nn o di co rso fatto a Bucare t co n quello italiano.
Equiv ale nza che di fatto il Capi tano Dr ago mir ri sco ntrò entrando poi nella Scu o la di Guerra italiana, così come aveva richi es to e avviando con successo g li s tudi re lati vi al 2° anno di cor. o.
Lo Stato Maggio re Centrale comu nicò nu ovamente, tutta via, il proprio diverso parere, così da indurre Dragomir a manifestare il proprio risent imento c a pros pettare il trasferim e nto alla Scuola di Guerra fran cese .
Ine v itabilment e, Dragomir e la pre se anc he con l'Addetto Militare italiano al c ui operato finiva addirittura pe r imputare la s ituazi o ne in cui s i trovava l22.
Il Comandante della Scuola di Guerra. Generale Guido Liu zzi, prese infine le difese di Dra gomir davanti allo Stato Ma gg io re . atte tandone l'ottimo re ndimento al corso e s ugge rendo di trattencrlo presso la Scuola an co ra per un anno, al fine di co nsentirg li di completare gli studi di logistica. tattica. geografia. co municazioni , ecc e permette nd og li. infine. di seguire con un co mprome sso" anche il terzo anno del cor so, magari incaricandolo d i "s tudi sp e ciali' ' 123.
A questo punto a nche il Col onnello Ba ff ig i intervenne un po' ri sentito da Bu cares t. ricordando che anche l'Add etto Milit are romeno a Ro m a aveva ra ss icurato Dragomir circa la po ss ibilità di esse re amme sso al seco ndo a nn o del corso a Torino .
In un co lloquio chiarificato re co n Baffigi il Capo di Stato M aggiore romen o G e nerale Lup esc u, s i scusò con lui per essersi ·'di menti ca to'' di aggiornargli la s itua z ione e , in previsione della malau g urata ipot es i della retroces ione del Dragomi r al primo anno di corso, pregò Baffigi di in - l22 Ibidem. Nicolae D ragomi r a l Generale Guido Liuzzi. Comandante la Scuo la di Guerra. 18- 12-1924. tercedere presso lo Stato M agg io re itali ano per evita re questa possibilità 124
123 Ibidem. General e Guido Liu77i allo Stato Maggi ore Centrale. n. 1721. 20-121924 .
D allo Sta to M aggiore italiano si fece però notare a Baffigi che forse aveva agito un po' superfic ialmen te con il Dragomir, prospettandogli una ga ran z ia v era e propri a p e r la partecipazione al seco nd o anno di corso. Tuttavia, poiché sa rebbe s ta to sco n s igliabil e dal punto di vista del! ' opportunità politica- c per il pre s tigio di cui godeva anche all'estero la Scuola di Guerra di To rino - far retroced ere il Dra go mir. dopo avergli co n se ntito di inizi a re da due mesi il co rs o sudde tt o, s i sarebbe consentito ali 'uffic iale rome no di pro cg uire il corso co ì come l'aveva iniziato, fermo restando che questa decisione rivestiva un cara tte re del tutto ecceziona le e che avrebbe dovuto esser e un '·precedente da evitare··12s.
Anche s ul pian o d eg li ac qui s ti di armamenti e mate rialj militari la Romania inten s ificò ne l co rso degli anni Venti la sua attenzione verso l ' Italia. Ma si trattò di inte resse per materiali o s is temi d 'a rma particolari. Nel co r so dell924 , ad esemp io. riguardò la cessione a ll a R oma nia di due cacciato rpedini e re, dell'invio di quantitativi di munizioni e della partecipazio ne italiana ad un concorso per f o rniture di aeroplani, occas io ne che fu particolarmente a c u ore al Colonnello B affigi.
Negli anni s u ccessivi. furono piuttosto rare le richic te di Bucarest all'Itali a al fine di conse ntire la formazione di uffi cia li romeni in Itali a. È , ad esempio, di pochi g io rni s uccess i v a allo scoppio de l secon do conflitto mondiale la domanda d e l Mini s tero dell ' Armam e n to ro meno per L ' invio di tre ufficiali in It a li a a s tudiare e s pecializzars i in geo de s ia e geofisica.
Si chiese per l'occas io n e di conoscere le scuole militari e civili r e lative ( in Italia rT stitut o Geografico Militare e il Cor o universitario di Scienze). l a data d"inizio dei cor i e la loro durata. le modalità di ammissione e i programmi 126.
In alcuni docum enti, tuttavia, è riscontra bil e anche un certo interesse da parte dell'Add e tto Milita re italiano n ei co nfronti dell'istruzione militare romena. Fatt o c h e co nse ntì allo Stato Magg io re di esa minare più da vicino il s is tema adottato da Bucarest.
12-t Ibidem , Colonnello Baffigi allo Stato Maggiore Cemralc. n. 456. 22-12-1924.
125 Ibidem , Stato Maggiore Centrale al Colonnello Baffi gi. n 15. 24 -1 2 - 1924.
126 AUSSME. Fondo 11-3. bu'>la 24. fase. l O . ··Ufficiali romeni pre.\.\o reggimemi italiani. istitllli, comandi. ecc.··. Colonnello Petrescu al Mini stero della Guerra . n. 708. 7· 9-1939.
Così fu in occasione di un rapporto dell'agosto del 1935, ricevuto dal Ministero della Guerra tramite il se rvizio periodico di informazioni dell'Addetto Militare a Bucarest. Esso infatti illustra va l" organizzazione e il funzionamento dei corsi per ufficiali superiorii27. U l o luglio 1935 era iniziato l'annuale corso preparatorio per ufficiali superiori so tto la direzione del Capo di Stato Maggiore , articolato in un corso comune - seguito dai soli ufficiali combattenti - un corso special e. nei centri di istruzione delle varie armi. ispettorati e direzioni, e un esame finale, con esami scritti e prove pratiche.
IJ corso era destinato ai capitani combattenti ed ai cap itani assimilati e specializzati e i pare ri ottenuti nelle tre fasi del corso avrebbe ro co ntribuito a far compilare un "foglio di apprez zame nto ", decisivo poi per l'avanzamento.
Nello stesso me se di luglio 1935 era stato bandito anche un conc orso per 180 po s ti nei li cei militari, tipica, fondamentale e interessante ist ituzione nel!' ambito della formazione militare romena. T l ice i militari erano delle scuo le secondarie di Stato. organizzate e dipendenti dal Ministero della Difesa Nazionale romen o. co n l 'obiettivo di se le zi onare e formare g io vani desti nati aJic sc uole ufficiali.
Per quanto riguarda altri rife rimenti alla formazione militare romena in It alia, venn e segnalato il corso di di eci mesi iniziato il l o nove mbr e 1935 e destinato a 160 ufficiali istruttori presso l' I stituto militare di educazione fisicai28.
Un' occa<; ione di grande importa nza per la presenza c ulturale italiana nel s iste m a ed ucati vo militare romen o s i verificò nel di ce mbre 1937 g razie al nuovo Addetto Milita re italian o, il Tenente Colonnello Guglielm o Della Porta , quando. d'intesa con il Direttore del! ' Ist ituto ital iano di cultura , professar Brun o Manzone. l'ufficiale propose all'allora Sottosegretario della Difesa Nazionale romena. G ene rale Pau) Teodo rescu, l" istituzione di corsi di lingu a italiana per g li allievi del corso s u pe riore dci li ce i militarii 29
All'inizio i corsi sarebbero stat i facoltativi- solo dal febbraio 1938 s i dec ise per la loro obbligatorietà -co n lezio ni tenute due vo lte alla setti- mana. in condiz ioni di parità e a scelta nei confronti della lingua tedesca. Gli insegnanti sare bbero stati pagati per i primi 4 anni dal governo italiano e in seguito da que ll o romeno 13o
11? AUSSME. Fondo L-lO. busta 12. fase. Il "Na:;ioni varie. 3 Romania. 1935". Ser, ·i zio In formazioni Militare del Mini\tero della Guerra all'Ufficio Addestramento. n. 2/8837. 14-8- 1935.
I28 Ibidem. Servizio lnfor mazioni Militare del Mini1>tcro della Guerra all'Ufficio Addestramento, n. 2/ 9966. 23-9-1935.
1:!9 AUSSME. Fondo H-3 busta 24. fase. 14 "Addetto militare rumeno a Roma (Ten. Col. Pem:Ku)". Tenente Colonnello Della Porta al Minbtero della Guerra. n. 4947.2212- 1937.
Partico larmente interessante l'a lt ro obiettivo fatto proprio da Della Porta: l'istituzione di un corso di lingua italiana anche per gli ufficiali dell'esercito romeno. Per la sua realizzazione fu necessario attendere l 'aprile del 1939 per 1·autorizzaz ione del Ministero della Difesa Nazionale: gli ufficiali iscritti al corso furono circa 3000.
4.2 Il mutamento del quadro politico europeo negli anni Trenta
Gli anni Trenta segnarono senza dubbio l'avvio di una fase cruciale per la sicurezza degli Stati dell'Europa sud-orientale e la loro stessa capac ità di difesa co nt ro ingerenze e pressioni po litiche ed economiche esterne, a partire ovviamente da un rila ncio di tutto il fronte revisionista ne li' area danubiano -balcani ca.
Dopo la nomina di Hitler a Cancelliere in Germania, con gli effetti della crisi economica mondiale ancora gravanti s ulle fragili economie dell'Europa orientale, con la rinascita delle spinte revisioniste soprattutto da parte ungherese, gli Stati de ll a Picco la In tesa cercarono di far fronte in qualche modo a una serie di sfide politiche, economiche e militari sempre più allarmanti, per le quali le loro strutture presentavano ancora troppo inadeguate.
La ricomparsa di una Germania più decisa. guidata da un leader che aveva tco rizzato dettagliatamente l'importanza del "lebensrau m" tedesco, costituì una pre occupazione crescen te per quelle fragili e imperfette democrazie, mentre la leadcrsh ip francese che fino ad allora aveva costiwito il maggiore punto di riferimento per la loro sicurezza. veniva visibilmente meno.
In questo frangente, l'Italia se mbrò tornare ad essere un interlocutore prezioso, dato che le politiche italiana e tede sca sembravano ancora distanti, causa non ultima il problema dell'indipendenza de li' Austria sul quale con il tentativo di Anschluss operato dai nazisti austriaci nel 1934 l tre pae s i della Pi cco la Intesa riuscirono a trova re il loro punto più alto di aggregazione co n la creazione nel 1933 di una so rta dì orga ni zzazio ne militare comune. che non riuscì a trasformars i in un organis mo perfettamente integrato. L a Pi ccola Intesa risentì inevitabilmente dell 'eclisi dell'influenza france e e del semp re più scosso pres tigio del sistema di Versaill e s, non c hé delrincapacità dei tre paesi dì co. truìre nell'area un vero e proprio s istema federativo. T loro interessi particolari. talvolta anc he contrastant i, avrebbero dimostrato tutta la lor o carica dirompente sul finire del decennio , so prattutto dopo la disinte g ra z io ne c poi la s compars a dello Stato cecoslovacco ad opera della G e rm an ia hit le riana e , ancor più drammati cam ente, con lo sco ppio del conflitto e uro peo
Roma e Berlino erano andate addirittura vici ne allo sco ntro.
Naturalmente . la cri ì ìtalo-etìopìca prima e quella spag nola successivame nte contribuirono a ì olare l'Italia dal no vero degli Stati che ritenevano ancora la Società delle Nazioni il principale balua rd o de ll a sicurezza europea e internazionale.
Qu esti event i internazionali non recisero com pl e tamente i rapporti de i pae s i danubiano - balc a ni c i co n l ' Italia fascis ta. anche se quest'ultima continuava a vedere ne ll o Stato jugos lavo uno de i suoi più fonnidabili antagonisti e sem bra va addirittura intens ificare il sostegno a ll a po liti ca revisionis ta di Bu dapest. cercando dì fare dei rapporti con Au trìa e U ngheria una sorta di sbarramento alla crescente presenza economica tedesca.
D'al tra parte . mentre in quelle nazioni sul piano poli tico in tern o le contraddizioni di un meccan ismo di sviluppo economico e socia le imperfetto rischiavano di degenerare sempre pi ù ve rso forme di gove rn o autoritario, la nece ss it à di ammo dernare le str utture mìlìta ri s i pres entava ug uale per tutti g li Sta ti anti-revis ionì s tì .
Ne l 1934 du e pae s i della Pi cco la In tesa R o m a ni a e Ju goslavia, riusc irono a creare con Grecia e Turchia anche un a ltro i tema difensivo su scala regionale, l'Int esa Balcanica. il cui scopo era dì el imi nare quello che poteva essere un pericoloso vuoto di potere in un 'area stretta tra le presio ni tedesca e magi ara da un a parte e soviet ica dali 'altra. Ma anche la nuova struttura avrebbe puntualmente pre se ntato, quando l 'espansione prima economica c po i po liti ca della Germania s i sa re bbe fatta sentire in c re sce ndo , un a sostanzia le in ca pacità di pro vved e re a ll a s ic urezza dell ' area danubìano -ba lca ni ca l3 1.
131 Sulle vicende complessive re lative alla Pi ccola Intesa ed alla Inte sa Balcanica, a i volumi fondamentali di El iza Campus . rispettivameme del 1968 c del 1972. aggiungiamo
4.3 Le nuove necessità dello strumento militare romeno e il contributo militare italiano fino all935
Malgrado la sua politica semp re più in contrasto con il sis tema imperniato sulla Società del le Nazioni, l'Italia riuscì a mantenere agli occhi de lla Romania un va lid o ruolo di interlocutore dal punto di vista dell'approvvigionamento di sistemi d 'a rma e materiali mi l itari m .
D el resto, la politi ca italiana proprio negli anni Trenta aveva rilanciato una ampia campagna all'indirizzo dei pae si dell'area danubiano -balca nica per favorire g li acquisti di materiale bellico.
11 problema di una ristrutturazione degli armamenti era in quegli stess i anni al centro di grandi di cussioni in Romania. poichè il paese in queto settore si trovava in una s ituazione molto debole, disponendo di armamenti di va ri a origine, in buona parte di provenienza austro-ungarica c in anni più recen ti sop r attutto f r ancese e cecoslovacca. Ciò che causava li vell i tropp o differen ziati di efficienza.
Gli elementi centrali di una prima fase del riarmo romeno erano stati individuati, quindi, nel miglioramento e nella standard izzazione dei materiali esistenti, con il ricor. o ad una ancora mode sta industria militare nalionale. in primo luogo, e poi all'acquisto dall'estero di impianti e licenze di produzione per armamenti di primaria importanza e all'importazione di tutto ciò che no n i arebbe potuto produrre in patria m anche di Nico lae lordachc, La Perite Entente el /'Europe. Ginevra, 1977. La c ri s i della presenza politica c militare di Parigi in Europa centro-orientale è indagata in particolare da J. Komjathy, The Crises oj East Cemral Europea n Diplomacy. New York. 1976.
13 :! t.: n recente e assai denagliato contributo sulla politica militare romena è il volume di Mark Axwonhy. serino in collaborazione con Cornei e Cristian Craciunoiu. Third A"ris, Fourrh Ally. Romcmian Armed Forces in rhe European \Var. 1941-1945. London. 1995. Sebbene sia dedicato in primo luogo alle operazioni belliche nel secondo conflitto mondiale ed alresame degli armamenti e delle produ:tioni industriali militari per le singo le specialità d"arma. il vol ume esamina anche le politiche degli armamen ti degli anni Trenta. In part icola re. per il periodo qui esaminato. cfr. pp. 27-40 . Un programma decen nale di ri struttura zione degli armamenti fu lanc iato proprio ne l l" aprile del 1935. a li 'inizio per riequipaggiare le 22 divisioni di fanteria. le 3 di cavalleria e le 3 brigate da montagna. poi per creare una brigata motorizzata e riequipaggiare le di fanteria e cavalleria di riserva. Nell'autunno del 1935 una Commissione militare romena esaminò i carri armati in dotazione alle for1.e armate degli alleati cechi. polacchi. francesi e inglesi. al fine di individuare i mel.l.i più adatti per le forze romene .
133 Axworthy. op. dr .. p. 28 e l>egg. Sulle forniture italiane alla Romania in ne del primo conflitto mondiale si soffcrma Cappellano. op. ci r p. 243. Forniture di ar- mamcnti di un certo rilievo dall'halia alla Romania si verificarono negli anni Venti. un periodo che ,-ide un 'accentuaziOne dc1 rapporti italo-romem culminata con il Tranato del 16 settembre 1926 con il Governo Averescu c con la ratifica da parte italiana. nel marzo 1927. del Trattato del 1920 che riconosceva l"unione della Bessarabia alla Romania. Si trattò di forniture non inserite in una strategia precisa in grado di razionaliaare l'intervento di imprenditori privati con quello delle autorità politiche c militari. causa questo fatto di non pochi malintesi e frilioni fra i due Governi. D'altra parte si rivelò occasionale lo -.te.,so riavvicinamcnto tra Roma e Bucarest parte di una più ampia manovra da parte di Mussolini nei Balcani - dato che r Italia conclu.,e nel 1927 un Trattato anche con runghena. mentre la Romama prima che con l'Italia aveva concluso un Trattato con la 1-rancia più importante per la propria Su questi politici e militnri dci rapporti italo -romcni. ved di G. Caro!L. un·amici:ia difficile: Italia e Romania 1926 - 1927, in ··Analisi Storica''. n. 3. 1984, pp. 277-316: in particolare. sulle Forniture di arn1i italiane. ved. pp. 305-314.
Disponendo il paese di limitate risorse finanLiarie. di fondamentale importanza per il finanziamento dei programmi di riarmo na,donale avrebbe dovuto essere per i vertici politici e militari di Bucarest la preziosa produzione petrolifera nazionale.
D'altra parte. la situazione in cui si trovava sotto questo profilo la Romania era dovuta anche al fatto di aver adottato- all'indomani della creaLione della "Grande Romania .. - una dottrina militare di tipo eminentemente difensii'O, secondo quelli che erano i canoni adottati dalla politica militare francese.
Specifi ci tentativi di potenziamento degli armamenti si verificarono proprio nei primi anni del decennio. ma solo nel 1936 si può collocare il primo serio sforzo in quella direzione, con il tentativo di riorganiuare l'industria nuionale. Si iniziò con la produzione di proiettili di artiglieria da parte delle imprese "UDR Resita'·, .. Malaxa··, "Astra", ··concordia" e di altre. Assai importante si rivelò in questo contesto l'unificazione dei calibri delle artiglierie da campagna, a 75 mrn, mentre nella modificazione delle armi di fanteria fu adottato il calibro fisso di 7,92 m m.
Fu comunque necessario a metà degli anni Trenta l'acquisto di altre artiglierie pitr moderne e potenti dall'industria cecoslovacca. Altre vendite e licenze di produzione si ottennero dalla Francia, mentre s i affacciava lentamente in Romania anche la nuova produzione tedesca.
11 problema di fondo per la rnodernizzazionc restava comunque quello della dell'esercito: indispensabile per poter realiuarc una politica di difesa militare modema. Illustrava bene questa necessità il fatto che, ancora nel 1938. esistessero solo 35.800 veicoli a motore in tutta la Romania.
Nel 1934, quando era Capo di Stato Maggiore il Generale lon Antonescu (destinato qualche anno dopo a svolgere un ruolo fondamentale nella storia del suo paese) era stato creato sporadicamente un battaglione motorizzato òi fucilieri nell'ambito della Tdivisione di cavalleria.
Due anni più tardi altri due battaglioni di fanteria vennero impiegati su veicoli durante manovre militari e verso la fine del decennio la motorizzazi one si presentava come un fenomeno meno effimero e occasionale, coinvolgendo unità militari diverse, eli fanteria, cavalleria e artiLn genere, si trattava di veicoli prodotti dall'industria cecoslovacca.
L'acquisto di veicoli corazzati fu fondamentale nel piano di riarmo del 1935. In autunno una Commissione romena esaminò i modelli di Francia. Gran Bretagna, Cecoslovacchia e Polonia. ma furono ancora la Cecoslovacchia e subito dopo la Francia a svolgere un ruolo importante nei progetti per i nuovi armamenti romeni. Un protocollo del gennaio 1937 con Praga e un accordo con Parigi, infatti, garantirono alle forze armate romene carri armati di fabbricazione recente, autocarri. artiglierie pesanti. Success ivamente, una licenza di fabbricat.ione per costruire 300 veicoli da trasporto "Rcnault" venne concessa dalla Francia e sembra non fosse estranea l'intenzione di ri spo nde re in questo modo all'acquisto fatto in Italia da parte dell'Ungheria di 151 veicoli "CV 35" Ansaldol35.
Si trattava, però, di iniziative che non posero ostacoli formidabili all'"offerta" da parte italiana.
È del febbraio 1935 un telegramma segreto dell'Addetto Militare a Bucarest, Colonnello Mario Zanotti ( in procinto di lasciare l'incarico) . che informava - all 'i ndomani di una tenace azione di conv incimento da parte italiana- dell'e sis tenza di un rapporto dell'Ispettorato generale di artiglieria romeno allo Stato Maggiore circa la necessità di acquistare i trattori per traino di artiglieria ·'P-4" Fiat. Rapporto che ottenne dal Ministero degli Armamenti romeno un parere molto favorevole e che, a parere di Zanotti. avrebbe dovuto vedere l'intervento decisivo dello stesso
Direttore della filiale romena della Fiat, che era riuscito ad allacciare con esponenti del mondo politico e militare romeno una serie di preziose relazioni personali l 35 Ibidem, p. 33.
Axworthy, op. cir p. 38.
136 Fondo H-3. busta 3. Al "Fornitura di mmeriale bellico alla Ru· menia", Colonnello Zanotti al Ministero della Guerra. n. 4340. 18-2-1935.
Un interessamento quello di Zanoni dapprima definito curiosamente ··strano" dal Ministero della Guerra. ma che ciò nonostante era possibile accogliere, perchè mirato "a facili tare le cose'' l37 .
La Fiat era casualmente presente in quei giorni a Bucarest con un ingeg nere venuto da Torin o c incaricato, rilevò il nuovo Addetto Militare e Aeronautico italiano, l'allora Maggiore di S t ato Maggiore Guglielmo
Della Porta, di trattare con il Governo romeno la vendita di 12 aerei "C.R. 30", purchè - come aveva precisato il Sottoseg re tari o romeno per l'Aviazione - il pagamento potesse essere fatto in lei e non in franclù oro, come voleva invece la ste sa Fiat 138 .
Di vergenze sui modi di pagamento a parte, la quc . tione dei trattori P-4 si rivelò meno semplice del previsto. Una complicazione nacque dal fano che le imprese italiane '' Motomeccanica italiana" (ex "Pavesi-Tolotti") e la " Fiat"- per le quali erano presenti a Bucarest rispettivamente l'ing. Mario Yalaperta e il conte Luigi Rivetta- essendo detentrici rispettivamen te del brevetto per il trattore Pave s i per fini agricoli e di quello pe r fin i militari, avevano concluso una convenzio ne in base alla quale nessuna delle due poteva vendere esemplari destinati a uso diverso da quello per cui aveva il brevetto. Le scelte fatte dalle au torità militari romene accesero inevitabilmente un certo contrasto fra le due grandi aziende italiane l39 .
Dopo alcuni esperimenti positivi negli anni 1929-30. l 'Ispettorato di artigLieria romeno aveva dato il s uo parere favorevole per l"acquisto del modello militare c he po i. però. s i dec ise di usare anche in campo agricolo, fermo re stando il ritorno alle finalità militari in caso di necessità. Una so luzione di c ui si fec e sos tenitore lo stesso R e Caro! n, ma che complicava i rapporti con le industrie italiane.
Il Valaperta offrì dunque (al prezzo di 460 mila lei per esemp lare) il trattore agricolo per fini militari al Ministro liberale Gheorghe Tatarescu, mentre la Fiat aveva avviato trattative per l'acqui . to. a un milione di lei per ogni ve icol o.
Questa s itua zione un po · anomala venne superata quando lo Stato Maggiore romeno espresse la sua contrarietà a ll a so lu z ione appoggiata dal sovrano, ch iedendo c he la delicata questione della motorizzaz ione l Ibidem. Maggio re D e lla Po rta all o SLalo Mag gio re dell' Ae ro nauli c a ed al Yl inis tero della Guerra. n. 34. 22-3- t 93 5 . dell'artiglieria fosse risolta scegliendo m ezz i aventi fin dalla produ zio ne finalità militari vere c proprie. l fondi necessari per l'acquisto. comunqu e semb rava no essere disponibi l i e il Maggiore D ella Porta, so ttolineando come la questione d e ll a futura moto ri zzazio ne dell'Esercito romeno fosse per l'indusuia italiana di grande int eresse, so ll ec itò la partecipazione ag li acqui ti t40.
137 Ibide m .. Prome mo ria del Mini sre ro d ella Guerra al So rr osewerario di Sraro . 23- 1935.
139 Ibidem. Maggiore Della Porta al Ministero della Guerra. n 93 5-4 -1935.
Il G overno romeno, convinto del fano che l'esercito doves e avere una dotazione propria, avrebbe comu nqu e conside rato so lo in caso di mobilitazione g ene r ale anche i mezz i di impi ego agrico lo.
Chi ese quindi a varie impre . e s trani e re (" Caterpillar'' , " Rc nault" , ··fiat" e alt re) se fossero disposte a compiere delle prove per comparare i trattori di loro produ z ione con quelli e s iste nti in R o mania; le aziende, tuttavia, ril evarono la scarsa prat icità della prova, soprattutto pcrchè il modello e istente e ra o rmai s uperato.
Della Po rta reiterò il sollecito a seguito dell'invito rivoltogli dall'omologo ro meno a R o ma , Colonn e llo Emil Skeletti, per la fornitura di ··piastre di blindamento" per carri d'assalto romeni. Secondo l'Addetto Militare italiano sa rebbe s tato necess ario invitare direna mente senza perdere tempo le aziend e produttri c i italiane , affin ché pre s entassero le lo ro offerte coe rentem ente co n le es igenze dei romeni, che co mpre nd evano una novantina di piastre di vario spesso re, indicando la qualità e le c aratteristiche del prodotto, nonché le modalità di co nsegna e collaudo.
Le impres e coinvolte. Fiat e An s aldo, avrebbero dovuto partecipare anc he ad un'altra no n meno importante gara per l'acqui todi carri d'a salto, previ s ta per l'ottob re 1935. Gara , ad avviso dello tesso Skele tti , così decisiva, al fine di co involgere l ' I talia ne l potenziamento delle fo rze corazzate romene. da far inoltrare per errore g li inviti diretta mente alla Fiat ed all'Ansaldo, senza passare per il Mini s te ro della Gu erra italian o.
Il Sottoseg retario di Stato B aistrocchi, co munque, ri so lto l'equivoco , non ebbe nulla in contrario a che g li inviti fossero ri volti direttam e nte alle aziende. purché quc te però non assumessero impegni s uscettibi li di intralciare g li o rdin ativi per l' e sercito italiano t41.
L'interesse dell ' Addetto Militare i tali ano per il prog ramma di anunodemarnento dei s istemi d 'arn1a romeni ebbe modo di affermarsi anche nei mesi success ivi.
140 Ibidem. Maggiore Della Po11a al Ministero della Guerra, n. 543. 16-7- 1935.
1-I IJbidem. Generale Roana lspeno rato YlaterialeAutomobili s tico. n. 313 741. 13-91935.
Dopo una richiesta in proposito da parte del Ministero della Guerra, D ella Porta- ora Tenente Colonnello- inviò agli inizi del novembre 1935 una analisi delle esigenze romene in tema di armamenti. All'esercito romeno -sottolineò- occorreva tutto, tranne le artigUerie, le anni automatiche ordinate alla Cecoslovacchia, i lanciabombe e gli aeroplani ordinati a Francia e P o lo nia. Ordinativi in cui si riflettevano d'altra parte le alleanze politiche della Romania.
D 'altra parte, l'assetto generale dell'esercito romeno- come Della Porta aveva ricordato più volte- era ancora contraddistinto da un generale starus quo. Alcuni materiali militari venivano prodotti in patria, grazie ali 'acquisto di Licenze di fabbricazione all'estero, mentre l'industria bellica romena era ancora !ungi dal soddisfare le esigenze delle forze armate.
I materiali militari di cui aveva maggiore bisogno al momento la Romania costituivano un 'ampia categoria: si andava dai "trattori" ai carri armati, dalle navi di trasporto agli aerei da bombardamento, dalle maschere antigas ai veicoli per munizioni di artiglieria ed al materiale per i collegamenti, specialmente radiofonico.
Sarebbe stato sufficiente per Della Porta che l'Italia riuscisse a concludere un contratto anche in un solo settore per poter essere sicuri di ottenere vantaggi di un certo rilievo.
Si deve tuttavia notare come l'episodio delle sanzioni comminate all'Italia dalla Società delle Nazioni dopo l'inizio del conflitto italo -etiopico (le ostilità erano iniziate nell ' ottobre 1935) si inserisse nella trattativa, rendendo la vicenda delle forniture militari alla Romania ancor più delicata.
Per il momento, il Ministro degli Esteri Nicolae Titulescu aveva confermato al Mini stro italiano a Bucarest che la Romania avrebbe osservato scrupolosamente il regime sanzionistico, che peraltro prevedeva di breve durata, aggiungendo però che s e le sanzioni vietavano l'importazione di merci italiane, nondimeno non vietavano di stipulare contratti a scadenze determinate J42 .
142 Sulla crisi d ei rapporti fra Italia c Romania in riferimento alle reazioni delrorganismo ginevr ino. vcd. di G. Caro! i. La Romania ed il confli tto itala -etiopico, ( /935 -1936). in " Rivi sta di Studi Politici Internazionali , n. 2, 1982, pp. 243-270; in particolare. sul problema delle sanz io ni e dell"atteggiamento romen o, pp. 257-259. Sulla figura e l'azione politica di Titulescu la storiografia. soprattutto romena. è assai vasta. Fra le opere più recenti citiamo so lo quella di Constantin Turcu e Ioa.n Voicu, Ni co /ae Tirule scu fn universul diplomafiei plicii. Bucarest. 1984. nonché la edizione postuma di un testo dello stesso Titulescu , Romania:ç F'oreign Policy ( 1937), a cu ra di George Potra c Constantin Turcu, Bucarest, 1994.
Dopo questa tipica manifestazione dell'abilità politica dì Tìtul escu, per Della P orta sarebbe stata so lo questione dì mettersi d'accordo su i tempi delle consegne, anche in relazione alla capacità di produzione dell'Italia mentre e ra impegnata in un conflitto143.
4.4 Il rìlancio delle forniture militari italiane alla Romania dal 1935 al 1939
Malgrado la contrapposizione ufficiale riguardo la difesa dei princlpi della Società delle Nazioni e l'intesa che sulle questioni fondamentali della sicurezza internazionale la Romania seguiva la politica francese e britannica, i margini dì manovra nei rapporti bilaterali apparivano ancora abbastanza elastici.
Non fu da considerarsi stra no , dunque , che una missione romena facesse visita in novembre alle officine Ansaldo e Fiat, in seguito ai buoni uffici di Della Porta; anche se fu necessario apprestare misure di ri ervatezza adeguate, mentre forniture di sistemi d'anna importanti, alla luce del conflitto etiopico e delle sue conseguenze diplomatiche, erano fuori questione.
11 Commissariato generale italiano per le fabbricazioni dì guerra escluse all'inizio del 1936 qualsiasi impegno per forniture belliche, anche dopo l'eventuale fme del regime delle sanzioni, non essendo in grado dì quantificare la produzione di materiale bellico che sarebbe sta ta necessaria per le esigenze del paese in quel particolare momento 144 .
In ogni caso, a febbraio, Della Porta confermò l'intenzione del Governo italiano di continuare le trattative con Bu cares t per attivare lo scambio di forniture militari, nonostante l'acuirsi dell'isolamento italiano. Oltre al motivo dì eliminare la concorrenza da parte di imprese straniere, le trattative s te sse avrebbero dovuto avere uno scopo ·'informativo" e preparare il terreno per il momento in cui la sovraproduzione bellica italiana avrebbe potuto riversars i anche sul mercato romeno 145
14.' AUSSME. Fondo H-3. 3. fase. A- l, cit Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra. n. 998. Segreto. 6-11-1935 (cfr. Documento n. IO).
14-1 Ibidem. Sottosegretario di Stato alla Guerra al Serv11io Informazioni Militare. n. 56. Segreto. 6- 1-1936: Ministero della Guerra ad Addetto Militare a Bucarest. n. 7/ 32. Segreto. 9-1-1936.
145 Ibidem. Tenente Colonnello Dalla Porta al Mini s tero della Guerra. n. 13!l5. Segreto. 2645-2-1936.
U na pro speniva nei cui con fro nti le indu stri e italiane non si m ost rarono certo insensibili. come dimostrò la sollecitudine con cui l"Ansaldo c hie se il nullao sta a ll'I s pettorato del materiale automobilistico del Ministero della Gu e rra per l'invio di una '·monografia" e lab o rata dal!" azienda s ul carro armato, so ll ec itata dalla rappresentan za in R o mania della s te ssa Ansaldo che si faceva tramite di una richiesta del Comitato tecnico dello Stato Maggiore romeno
Che la que st ion e del le forniture di armamenti assumesse ancora delicati ri svo lti di natura politica lo dimostrò un telegramma proveniente dalla Legazione italian a a Bucares t c he il S o n o eg re tari o ag li Esteri Ful v io Suvich ' ·girò" per cono cenza al Mini s tero della Guerra l46 ln particolare , almeno in una prima fase , s i tranava de ll a fornitura all" aviaz ione militare dell'aereo da cacc ia '65" della Breda e del velivolo da ricognizione ··33··della Ro meo. c ui andava agg iunt o naturalmente il carro armato d· assalto '·C. V. 33' " dell' Ansald o momento molto favorevole, permettendo alle aziende di prendere so llecitamente i primi contatti . se po ss ibile direttamente con Bucare t.
Nel documento si no ta va co me la recente v itt o ria militare nella guerra contro l' Etiopia aves e fatto ritornare di attualità l 'i p o te i di ri vo lge r s i all'industria della difesa italiana per le forniture militari necessarie alla Romania , anche perchè le sanzioni semb r avano destinate a sco mparire in breve tempo. Anche in I talia, d ' altra parte. s i propendeva in ambienti dipl o m atici a mantenere in vita i co ntatt i politici con la Romania , malgrad o la co ntrapp os izio ne in se d e di S oc ietà delle Nazioni. non so lo per essere informati sulla condizion e delle fo rze armate romene. ma anche per utili zza re in qualche modo l'ingente co nt o clearing c he la R omania possedeva in Itali a e c h e e ra rima . to bloccato dalle sanz ioni.
La rappresentanza diplomatica italiana a Buca re t chiese perciò il nullaosta - tranne eventuali motivi contrari di seg re tezza militare- per autorizzare alcune società ita li ane a trattare con i romeni la vend ita di forniture militari.
Il pagamento sarebbe avvenuto parzialmente in c/ea rin g . utilizzando le di s ponibilità in lire italiane pre sso l'I stit uto Cambi. a nome della Banca Nazionale di Romani a. La parte rimanente sa rebbe stata pagata con la fornitura di materie prime romene. a partire dai prod o tti petroliferi.
Il Go verno romen o s i e ra dichiarato in lin ea di m ass ima disponibile a utilizzare que to sistema. on bisognava quindi lasciarsi sfuggire que l 146 Ibidem. Mìnistero Affari Esteri al Ministero della Guerra. Tss. 217528/ c. 26-51936.
P articolarmente promettente sembrò essere nuovamente la que s tione della ve ndita dei tratt o ri Fiat-Pavesi per la motorizzazione delle artiglierie: si parlava addirittura della nec essità di ottenere almeno 1000 trattor i, di cui una prima tran c he di 150 unità sarebbe s tata ri c hie ta subito.
Il Mini tero della Guerra italiano, pur no n essendo contrario all"offerta di forniture milit ari di que s to ge nere, precisò che l' ev entuale vcndita non avrebbe dovuto pregiudicare l'allestimento di armi per le for ze armate italian e In oltre. do ve va essere ben c hiaro che sa re bbe s tata o bbliga toria una s pecifica autorizzazione da parte del Mini s tero stesso.
Quando il Minist ero degli Armamenti romeno inoltrò l'invito a ll e varie case produttrici di trattori affinché invia ero un esemp lare per dimos trazion e in R omania, so lo alcun e impre c tedesche e cec he ottemperarono rapidamente a tale invito. me ntre alcun e altre franc es i o chiesero un rinvio o ritennero suffic ie nte in viare un rapporto esplicativo. E , da quello che aveva potuto ap purare Della Porta. la Commissione tecnica no n era rimas ta mo lto entusias ta dei ri s ultati.
Per quanto riguardava, inv ece, l'invio di una Commi ss ione tecnica romena in It alia, il Sotto egretari o romeno ag li Armamenti , pur avendo dato parere fa vo revo le . s i ri serva va di parlarn e prima con il Primo Ministr o TataTe sc u. La que s tione determinante per la decisione non era politica, ma finanziaria, e la po ss ibilità di acco rdo con l 'Italia s u tale terreno condiziona va il Sottoseg re tario perchè avrebbe vo luto c hi e dere un finanziamento s imile a quell o s tabilito in preceden La con la Cecoslovacchia.
Tuttavia, poiché e ra verosimilmente imp ossi bile addivenire anche con l'ltali a a un simile accordo, s i pe ns ò all'inoltro di una o rdinazione complessi va per quanto ri g uardava s ia i trattori per !"artigli e ria che tutti g li altri autoveicoli per uso militare (a utocarri , autobotti, ambulanze. ecc.). Ordinazione che ra ggiungeva il miliardo e mezzo di lei di valore, anche se il pagam e nto da parte ro mena sa rebbe stato diluito co n queste mod alità: il 20% all'atto dell' o rdinazione e 1"80 % ripartito in tre annualità. co n la prima scadenza fissata a due anni dalla firma del contratto.
A garantire i pagamenti -aggiunse D ella Porta- avrebbe pen ato la Banca aLionale di Romania autorizzando l'esportazione del co ntrovalore in prodotti petroliferi t47 _
Della Porta fu in grado di confermare nei giorni seguenti il giudizio sostanzialmente negativo contenuto nel rapporto della Commissione circa le prestazioni degli esemplari degli altri paesi inviati in Romania.
Lo stesso Sottosegretario consigliò al rappresentante della Fiat di approfittare della pausa di riflessione che si sarebbe protratta fino a settembre, per perfezionare la questione della base finanziaria della transazione. Purtroppo proprio in quel momento la temperatura dei rapporti politici italo-romeni scese di nuovo e anche bruscamente a causa dell'incidente diplomatico occorso alla Società delle Nazioni, dove, durante una seduta dell'Assemblea della organizzazione ginevrina, il Ministro degli Esteri Nicolae Titulescu apostrofò duramente il comportamento di alcuni giornalisti italiani.
Ciò provocò una dura protesta da parte del Governo italiano, malgrado lo stesso Titulescu avesse cercato poi di considerare il fatto solo come un episodio spiacevole , dichiarando di voler riprendere e intensificare i rapporti commerciali bilaterali: a partire dalle forniture per l'esercito e l'aeronautica romeni 148
Si verificava, così, una situazione alquanto anomala, in cui i contatti sul piano delle forniture militari proseguivano sulla base di criteri di opportunità economico-finanziaria, ma erano al tempo stesso inevitabilmente influenzati dallo stato critko dei rapporti politico-diplomatici bilaterali. Un mutamento radicale avvenne quando Titul escu alla fine di agosto de11936 fu improvvisamente allontanato dalla guida degli Esteri nel Governo Tc'Wirescu, sopratt utto per iniziativa di Re Caro! la cui posizione era sempre più nettamente orientata verso la politica tedesca.
Il rapporto deJJa Commissione romena sugli esemplari ricevuti si rivelò negativo, come aveva anticipato Della Porta, così che il Ministero degli Armamenti fu costretto a indire un altro concorso a partire dal 15 agosto. Questa volta l'invito a partecipare venne rivolto direttamente alla Fiat tramite la sua rappresentanza di Bucarest. Nel frattempo, anche la Breda aveva inoltrato un'offerta alla Romania di 200 trattrici leggeremodello "32": anche in questo caso il Ministero della Guerra italiano non aveva posto ostacol i all'invio di una Commissione romena in Italia per esaminare il modello, pur confermando la necessità della richiesta di una autorizzazione ufficiale al Ministero ed al Commissariato generale per le fabbricazioni di guerra. naturalmente con la condizione del non pregiudizio alle esigen.w dell'esercito italiano. ln questa attenta vigilanza sui sistemi d'anna da mostrare e vendere ai romeni si può riscontrare probabilmente il timore che potessero diffondersi le caratteristiche degli stessi sistemi a paesi che sul piano politico si erano rivelati avversari dell'Italia. fl Prim o Ministro romeno Gheorghe TiWirescu tilan ciò nell'ottobre successivo il programma di motorizzazione dell"esercito. cercando - per quanto riguardava ntalia- di far passare in prima linea solo le questioni di natura finanziaria e di relegare su un secondo piano quelle politiche.
Questo potere discrezionale da parte del Ministero della Guerra italiano ebbe ancora modo di imporsi quando emanò l'ordine di escludere il carro armato veloce modello ·'33" dai veicoli Fiat che la Commissione militare romena avrebbe dovuto esaminare in Jtalial49.
Tatarescu intendeva allo stesso tempo sviluppare anche una industria della difesa nazionale. tanto da soddisfare almeno i due terzi del fabbisogno militare romeno. Non era solo una queMione di prestigio nazionale. dato che la preoccupazione tecnica di fondo riguard ava la disponibilità di veicoli adatti acl affrontare la particolare conformazion e del terreno romeno. Tati'irescu confermò la grande attenzione che nutriva per il materiale bellico italiano e si dichiarò disposto a non esigere, per gli eventuali pagamenti delle forniture italiane. il pagamento con l'ammontare in l ire che era rimasto "congelato" in Italia.
Della Porta non es itò a definire questa opportunità di "fondamental e importanza" per l'industria italiana. sollecitando ancora una volta a interessare direttamenre la F iattramite il suo rappresentante in Romania. conte Rivetta lso.
È necessario sottolineare come Tatarescu non intendesse limitarsi ai soli aspetti militari, ma puntasse con le sue condizioni ad accelerare in senso positivo anche le trattative in corso per un nuovo accordo commerciale con l'Italia. E oltre a porre l'accento sulle modalità di pagamento più che sulla qualità o ::.ul tipo del prodotto venduto, il Primo Ministro sollevò anche un problema particolarmente complesso come la parziale fabbrica;ione in Romania di materiali militari italiani.
149 Ibidem, Minblero della Guerra Ispettorato della motorizzazionc al Gabinetto. n. 677. 20-8-1936.
150 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al Minic;tero della Guerra. n. 3202. 7-101936
Per quanto riguarda va i due terzi delle esigenze mililari romene che sarebbero stati fabbricati in R omania- partendo dalla fa se d e l olo monta gg io e arri vando in seg uit o alla realizzazion e com pl e ta del veicolo- si sa rebb e venuto però a c rea re un problema, in quanto i costi di ammortament o avrebbero portato a lla cresci ta del prezz o di cos to iniziale.
U na conseguenza c he tuttavia il Governo romen o se mbrava p ro nt o ad affrontare: l' imp ortante, a parere de ll 'A ddetto Milita re italiano, era no n perdere l'occasione propizia. anche perchè in presenza di offerte da parte di altri paesi alcuni fattori di natura "politica"- non os tante l'asse rito ria vv icinamento all'Italia - avrebbero potut o preva le re nel delineare gli accordi , indirizza ndo! i vc r o altre direzioni. D a qui la necessità per il G overno italiano, di una vera e propria ' mobilita zio ne·· della Fiat: quest'ultima infa tt i avrebbe dovuto impostare la s ua ini z iativ a fornendo progetti, cedendo brevetti , ga ra nt endo assistenza tecnica pe r l'assemb l aggio di parti meccaniche , ecc.
Fo rse il quadro e ra troppo ottimistico, ma il prob le ma de l finanziamento dei progetti per la produzione in lo co e ra già s tato a ott o bre del 1936 , al ce ntro di co ntatti avviati dal Ministero romeno degli Armamenti co n la Fiat J51
Poche s ettiman e dopo lo s tesso Ministero preci sò le co ndi z ioni per le offerte di trattori ad uso militare , precisandone mod e ll o (" tous terrains ·· . in due varianti , per rimorc hiare 4000 e 6000 kg) e ca ratteristiche (peso, motore , chassis, pre s ta z io ni ).
L ' impresa fornitric e av re bbe dovuto concedere la lice nza di fabbri c az ion e e, se avesse co ll aborato fo rn endo capita li , avrebbe dovuto dare anc he un ·'co ncorso tecnico " per la produzione di tutti i tipi di ve icoli detinati alla motorizzaz ion e dell 'esercito.
Prima di iniziare la produzione in ser ie , inoltre, l 'impresa avrebbe dovu to offrire un prototipo per sottoporlo a diverse prove (di marcia e di controllo s u terren i di va ri o tipo )152 .
Le chances dell'Italia se mbrarono aumentare qua nd o improvvisame nte s i diffuse la notiz ia c he la trattativa pe r la vendi t a di trattori cecos lovacchi alla R oma ni a e ra fallita. I n qu e ll ' o ccasio ne il Ma gg iore rom eno Co n sta ntin Zegheru, inviò una lette ra al C o lo nn e ll o E milio M o ra , membro del Con s ig li o di amministrazio ne della Fiat, c hiedendo dati te c - l51 Ibidem. Tenente Co lonnello Della Po rta al Mini stero della Guerra. n. 3206. 8-101936. n ici re lat ivi a ll e imp rese ita li ane produttrici di autoveicol i. A pa rere di Della Porta, quindi, lo Stato Ma gg iore romeno (''ardente ammiraTore del nostro eserciTO ) nutriva un particolare intere se a rivolgersi aJI 'Italia. anche per il uccesso delle operazioni co ndotte in Etiopia; ammjrazione cui no n doveva ce rto essere es tra nea anc he la volo ntà d i Re Car oJI5 3.
152 Ibidem. Teneme Colonnello Della Porta al Mini ste ro della Guerra n. 3285, 2 - ll1936.
Gli ostacoli, tuttavia. malgrado le esortazioni di D ella Porta, non se mbravano ancora rimo ss i. Se permanevano perplessità da parte del Governo e dei m ili tari ita li a ni , esse no n se mbravano più legate a ll e v ice nde internazionali relative a ll a guerra d'Et io pia , non so lo perchè la R omania era tornata a guardare con insis tenza e ammirazione al ruolo dell' It alia dopo q uell a crisi, ma anche pe rché la poli tica ita liana nel bacino dan u biano sembrav a l'uni ca a po te rs i opporre a ll a sem pre più fo rte p rese nz a tedesca Tuttavia. a dimostrazione del fatto che i problemj relativ i all'offerta di trattori leggeri da parte della B reda non erano ancora uperati, il M inis te r o de ll a G ue rr a es presse ri se rve s ull 'o pp ort un ità di cedere a ll a R o m ania lo ste so t ipo di mater ia le milita re c h e ve ni va ceduto a ll' "a m ica U ngheria" 15-l . Questa pre a di positione provocò inevitabili complicazioni che s i riallacciava no ad al tri e no n me no complessi problem i, ri guardanti il co n fron to an co ra in atto tr a r evi sio ni smo e a nti - rev is ion is mo ne ll'Europa danubiana, confronto c he vedeva ancora contrapposte R omania e Unghe r ia.
Su qu es to te rre no, d i co nsegue nza , ri sc hiava d i a re na rs i la de licat a e co ntr ove r a qu es t ione de ll a ve ndita di ma teria li mili tari a Bu car est.
Alla fine de ll 'anno. comu nque. pur essendo stat a forma ta la Commiss io ne ro mena d i esame, so tto la presi denza de l G ene rale Il iescu, la qu es tion e de i t ra tto ri des t ina ti ad avv ia re l a mo to rizzaz io ne de ll 'ese rc it o romeno (fra le 14 imprese concorre nti, tra le quali la Fiat per i tr atto r i pesanti e la B reda per quell i leggeri) era ancora lontana dalla conclusione.
O ccorre agg iunge re c he ta l vo lta l ' in iziativa d i affron ta re l a co nco rrenza per aumentare le possibilità di vendita di un determinato prodotto era presa in I tali a da imprese d i piccole dimensioni e for temente s pecializz ate in a lc uni prodo tti " di punta". Fu il caso d e ll' az ie nda f o nda ta da due ingegneri di M ilano. AJlocchio e B acch ini , i quali. già con ta ll ati da rappresen tanti bulgari e romeni per l'acquisto di stazioni radio da campo, t54 Ibidem. Mini s1ero della Guerra - Stato Maggiore al Gabincuo. n. 7/ 2490. 30- ll1936. si avvidero delle concrete possibilità di battere la concorrenza tedesca (Telefunken) e inglese (Standard) con i propri apparecchi
153 Ibidem. Tenente Colon ne ll o Della Porta a l Minis te ro della Gue rra. n. 342 1. Segreto 26-1 1- 1936.
Nel rivolgerf la richiesta di autorizzazione - si era al giugno 1937al Ministero ddla Guerra, la ditta fece notare che si sarebbe favorita la conclusione <'i un affru·e in grado di agevolare, tra l'altro, anche la sistemazio ne del conto "clearing" romeno con l'Italia. Senza contare che la fornitura <:egli apparecchi radio si sarebbe dimostrata più che opportuna se alla Romania l ' Italia avesse venduto anche aerei i55 .
L ' industria A nsaldo tornò all' inizio del 1938 sul delicato argomento de ll 'offerta di carri armati alla Romania, chiedendo al Ministero della Guerra che fosse invitata senza più indug i in Italia una missione romena con l'incarico di procedere alla valutazione dei mezzi prodotti ed all'even tuale acquisto.
Il commento da parte del Ministero fu illuminante riguardo ali' atteggiamento del Governo, precisando come la proposta non potesse "considerarsi con criteri analoghi a quelli da tempo attuati nelle nostre relazioni con l'Ungheria, in quantochè mentre con quest'ultima nazione l'indole dei diretti rapporti vigenti ha finalità politico -militare, verso la Rumania non esiste altro che una generica autorizzazione di trattare ossia di concludere eventuali atti di carattere commerciale, ai quali l'amminis trazione militare è stata .finora del tutto estranea"t56.
Il p ar ti co la re ra p porto po li t ico con Budapest, che si stava facendo sempre p iù netto pe r q uanto ri guardava la po liti ca ita lia na s ul D a nubi o a ll' i nte rn o dell'asse, portava dunq ue a lim itare a n cora i r apporti economici ita lo - romeni alla so la dimensione "c ivile", senza integrarli con una st rat egia di grande respiro nel settore delle forniture militari.
P ochi giorni dopo lo stesso ufficio, su probabile sollecitazione del Gabinetto del Ministero, si dimostrò più possibilista, pur precisando che il mode ll o di carro armato "di rottura" presentato dall' Ansa ldo ai romenia mm ettendo che l'impresa fosse incaricata della fornitura- non rispond eva a quello in corso di omo logazione in I tal ia
Sarebbe stato infatti necessario aggiungere delle varianti riguardo alla pro tezione del carro ed alla installazio ne dell'armamento e, al f ine di l56Jbidem. busta 16. fase. 5 "Forniture di materiali alla Romania da parre dine "Ansaldo' e ' Fiat" '. Generale Manera. Ispettorato della Motorizzazione del Ministero della Guerra, al Gabinetto. n. SM/33 RP, 1-19 38. favorire la produzione bellica italiana in un settore dove predominavano i francesi, sarebbe stato opportun o "agevolare l'iniziativa" dell' Ansald o per apportare le modifiche neces sari e, fornendo la possibilità di apportare vantaggi alla stessa amministrazione militare italiana grazie all'eventuale aumento dell'efficienza bellica del carro.
155 Ibidem. busta Il. fase. l "Offerta di materiale radio alla Bulgaria ed alla Romania, giugno 193 7' " . Tenente Generale Dall'Ora, Direttore Generale de l Genio all'Ufficio di Stato Maggiore- Ministero della Guerra, n. 34100/551 S., 22-6-1937.
Era da escludere comunque, la vendita alla Romania di ca rri veloci, già forniti peraltro dall'industria cecoslovacca 15 7 fn relazione a queste ultime , il Tenente Colonnello Della Porta sollecitò a maggio il Mini s tero della Guerra affinchè I'Ansaldo e la Fiat presentassero ai romeni un 'offerta selezionata- visto che il Ministero della Difesa romeno aveva rinunziato a indire un concorso su tali veicoli - relativa sol o all'autoblindo a cingoli. mezzo che allora riscuoteva l'interesse maggiore delle autorità militaril 58 .
Con queste precondizioni l'Addetto Militare a Bucarest venne autorizzato a comunicare alle autorità romene rofferta delfAn sa ldo e la disponibilità italiana a vendere, a condizione che l'ordinativo riguardasse un quantitativo co nsisten te di carri.
Nelle settimane successive questa nuova fase, segnata da un maggiore dinamismo nell"'offerta" di armamenti da parte dell' I talia, fu caratterizzata anche da proposte riguardanti cannoni da costa con calibro da 120 mm, e soprattutto autoblindo.
L'An saldo fu protagonista inoltre anche dell'offerta alla Romania di cannoni contraerei da 75/ 46. Infatti. il Ministero della Difesa nazionale romeno aveva deciso in aprile di ordinare 160 cannoni contraerei organizzati in batterie di 4 pezzi ciascuna con calibri compresi fra i 37 e 47 mm: si arebbe potuto far eseguire l'ordinativo dalla sola impresa fornitrice italiana, o fame eseguire la metà in collaborazione con l ' industria romena. Insieme alle condizioni di questa l'offerta avrebbe dovuto illu trare anche le caratteristiche del materiale, i prezzi unitari, le condizioni di pagamento e il termine per la consegnal59.
Un problema nasceva dal fatto che questo tipo di cannoni non era più oggetto di costruzione e si cercò , di conseguenza, di persuadere i romeni t 59 Ibidem. fase. 14 "Proxramma di riarmo dell'esercìw romeno. Con corso dille italiane". Colonnello Ernil Skeletti. Consigliere Tecni co Militare della Le gazione romena a Roma. al Ministero della Guerra. n. 16. 25-4-1938. che fosse più vantaggioso l'impiego di una mitragliatrice antiaerea da 20 mm e di un cannone antiaereo da 75/46
157 Ibidem. Generale Manera. hpcuorato della del Minbtero della Guerra al Gabineuo. n. SYl / 54 RP. 25-1 - 1938.
I S& fbìdem, Tenente Colonnello Della Porta a l Ministero della Guerra. n 5618, 18-51938 (cfr. Documento n. 12).
Durante un incontro di Della Po1ta co n il Sottosegretario di Stato all.a Difesa Nazionale, Ge nerale Alexandru Glatz, questi rilevò che i problemj più importanti per il suo paese circa gli armamenti 1iguardava no a llora l'acquisiz ione del cannone antiaereo da 47 mm e di veicoli "rous terrains" per i co mand i di di visione e di a ltre uni tà, nonchè la c reaz io ne di una fabb ri ca di gas da usare in combattime nto.
Vetture per comandi e ri cognizioni, trattori e au tocarri da 2 e 4 tonnell ate e altri veicoli speciali (ambulanze, ecc ) co stituivano anch e per il Colonnello Nico laescu, Capo dell ' I spettorato Generale Tecnico dell 'Ese rcito, il nodo centrale della sospira ta motorizzazione delle forze armate romene '60.
Ne ll e se ttimane e nei mesi successivi le dichiarate nece ss ità e le relative ri c hie s te sembrarono moltiplicarsi in ge nerando però altri motivi d i confusio ne nel contesto di una politica di forniture non sempre chiara: due batterie d a costa da 152,4 mm , due batte ri e antiaeree e navali da 102 mm da parte del Ministero dell'Aria e della Marina , proiettili e s polette per pezz i antiaerei 16 1 l 6 1 Ibidem Te nente Co lonnello De lla Po rta al Mi ni s tero della Guerra, n 5979, Segreto, 26-8 - 1938.
Qu a ndo l ' I s petto r e Generale dell 'Esercito romeno , Ge nerale Petrovanu , dec lin ò l'interess e per il carro d ' as s alto prese ntato dalla Fiat, in quanto di blindatura inferiore a qu e ll a desiderata, Della P o rta prospettò comunque costanti possibilità di affari per l ' industria bellica italiana; s ia per il tema ricorrente della motorizzazione , po ic hé in vista dello stu dio definitivo da parte dello Stato Magg io re rom e no le ditte italiane avre bb e r o dovuto comp letare a l p iù presto le loro documentaz ioni, s ia pe r l'artiglieria , ne l c ui ambito - o ltre alle batterie costie re g ià seg nalate - s i prevedeva l'acqui s to di 4 batterie da 150 a lun ga portata tra s portabiLi e di altre 4 con mortai e obici da 210 mm l62 .
Il Ministero delle Dotazio ni per l 'Ese rc it o decis e infine , nel mese di di ce mbre 1938 , l 'acqu is to di canno ni anticarro da 47 mm . chiedendo all ' Italia la re lativa documentazione e offerte per 400 p ezz i , con relati vo muni ziona mento di 500 proiettili per ogni pezzo, includendo anche l'ipotes i di cedere la licenza di fabbricazione.
160 Ibidem Tenente Co lonne ll o De lla Porta al Mini s tero d ella Gu e rr a n. 57 44 Segre to, 1. 6-6 -1 938, n. 5763, Segreto, 23-6 - 1938 .
162 Ibidem, Te ne nte Co lo nnello Delia Porta al Ministero de lla Gue rra. n. 6074, Seg re to, 12-9- 1938.
Per questo importa nte sistema d ' ruma la R oma ni a aveva avuto in pa ssato la licen za di produzi o ne del modello "Sc hneider" , ma apportando delle modifiche per rendere il tiro più rapido (da 600 a 900 co lpi al minuto, quas i una m itragliatrice) . Le diffi co ltà tecn ic he però, come ri levò il Della Porta, furono enormi (l'impresa costruttrice "Concordia" avrebb e potut o fornire solo 80 pezzi nel 1938), con il conseguente aggiornam ento de lla dot az ione . Fu il R e di R omania a ll o ra a so ll eci tar e l 'acq ui sto all'e s tero di un ce rto num e ro di pezzi per le unità di prima linea.
Era una buona occas ione per l ' I talia e il M ini s tro dell'Armamento. G enera le fos if l aco bi ci , c h iese una fo rni tura di 4 00 pezz i d e ll a Bre d a ne l più breve temp o possibile. dop o aver scartato un modello sve dese e uno cecos lovacco.
La Breda inv iò in R omani a un suo rappresentante, l ' i ngegner P acchetti, che, tuttavia, di fronte alla p ressante richie s ta di provvedere in tempi rap idi espressa dal Generale I acobi c i ed alla disponibilità dell'ingegn e r M arino de ll a impresa "Conco rd ia" di costruire s u li cenza 15 0-200 pez zi prima del marzo 1939, e scl u e ogni possibili tà tecnica di esaudire la so l lec itaz ione .
Questa n uova p rova dell'incompre n sione de l mo ndo de ll ' ind us tria militare italiana nei confronti de g li urgenti intere ss i politico-militari e d economici del paese provocò un in usuale sfogo da parte dell'Addetto Militare italiano: "Debbo dic hiarare c he , allorquando un affare esis te , allorquando dopo un lavoro non facile, n é breve, si riesce a vo lge re l'atten zione verso le nostre industri e , come le nostre Superiori Autorità d esiderano nel/ 'interesse della nostra finan:a, mi trovo di fronte alla imprepara-;.ion e delle nos tre indusn·ie. Non i romeni, ma noi facciamo difficoltà, che saranno, an zi sono, giustissime, ma che distruggono un lavoro pa::,iente e continuo e soprattulto gettano un 'ombra di impreparazione sulle nostre industrie. Il che, purtroppo, non si ve rifica nel campo redesco. R itengo, perc iò, c he noi dobbiamo fare, per conquistare questo merca to o, per almeno affermarci su questo mercato, qualche sacrificio. Se la situa::,ione lo consente, diam o parte, una piccola parte del materiale già pron to o des tinato alle nostre unità Traltasi di un affare di una certa imp o rtan za ( il pre z::.o fatto alla Concordia è di un milion e e me zzo di lei) c he era mio semplice dovere di segnalare, come ho fatto, e di cercare d i non [asciarselo sfuggire , co m e sto fa ce ndo" 163
163 Ibidem. Tenente Co lo nnello Della Porta al Ministero della Guerra, n. 6537, Segreto. 17 - 12-1938 (cfr. D oc ume nto n. 15 ).
Della Porta si vide, così. costretto a lanciare una forte critica all ' operato del mondo industriale italiano ed è interessante come, oltre a denunciare una certa miopia politico-economica sull'importanza delle commesse militari in Romania. egli avesse voluto delineare il crescente pericolo della forte concorrenza tedesca nel settore e lamentare una visione troppo ristretta da parte dello stesso Ministero della Guerra, preoccupato in prima istanza di non aiTecare danno al normale processo di dotazione di armamenti all'esercito italiano.
Già nei mesi precedenti Della Porta aveva trasmesso a Roma il contenuto di due circolari del Generale Ion Antonescu, ora Ministro della Difesa Nazionale, relative alle modalità di approvvigionamento dei materiali militari: in esse si specificava che tutti gli ordinativi avrebbero dovuto essere trattati dai ministeri competenti, direttamente con rappresentanti qualificati delle industrie produttrici, escludendo qualsiasi intermediario, e si sollecitava per le trattative un primo contatto preliminare da Stato a Stato tramite i rappresentanti ufficiali. Queste nuove disposizioni erano mirate soprattutto a combattere la corruzione tipica delle trattative per intermediari e quindi i maggiori aggravi finanziari che la fragile politica di riarmo romena doveva affrontare ' 64.
Della Porta condivise questa impostazione dei rapporti, dato che anch'egli aveva sotto gli occhi il fenomeno del proliferare di varie società, tutte con lo scopo della rappresentanza e del commercio dei prodotti bellici italiani, ma senza che si potesse sapere con precisione, a volte, quali industrie veramente rappresentassero e quali fossero i veri rappresentanti ufficiali di esseJ65.
Sulla concorrenza commerciale tedesca Della Potta si soffermò a lungo nell'ottobre del 1938 166. Una data significativa perchè in quelle settimane si era già avviata una nuova, dinamica fase della politica hitleriana in Europa centrale e orientale, ali 'indomani della Conferenza di Monaco e de li' inizio della forzata disintegrazione dello Stato cecoslovacco.
La penetrazione commerciale tedesca nei mercati balcanici era "crescente e metodica", sviluppatasi dopo l' Anschluss austro-tedesco, con un controllo sempre più decisivo nell'importazione dei cereali dai paesi del- l66Jbidem, Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra cd al Ministero dell'Aeronautica, n. 6308, Segreto. 24-10-1938 (cfr. Documento n. 13). l'est, dipendenti ormai dagli acquisti germanici a prezzi competitivi, a discapito di altri acquirenti, come gli inglesi. I rischi del monopolio tedesco del commercio erano ben presenti nella stessa Romania , dove la prospettiva di dipendere completamente dalla Germania in futuro non era piacevole per nessuno. Una questione che aveva implicazioni politiche non meno che economiche, alla lu ce della nuova violenta offensiva sul piano interno dell'estrema destra.
164 ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra e al Ministero del!' Aeronautica. n. 5407, 27-3-1938.
165 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra. n. 5413. 29-31938.
Per evitare questa crescente dipendenza la Romania cercava di servirsi anche della stessa risorsa economica che suscitava gli appetiti di Berlino, il petrolio. Erano quindi in corso trattative con la Gran Bretagna, disposta a creare, in camb io dell'invio di cereali, prodotti petroliferi e legname , un "fondo per premi" su espo1tazione di prodotti inglesi, basati su cedole delle obbligazioni romene, pagabili solo con esportaz ioni di prodotti romeni in Gran Bretagna. Inoltre, a Bucarest si parlava di modificare verso il basso il tasso di cambio tra il leu ed il marco, rendendo meno gravose le esportazioni verso la Germania.
Forse anche per queste preoccupazioni verso la pressione tedesca, Della Porta esortò le autorità militari italiane a non abbandonare la Romania, esaminando accuratamente e rapidamente le modalità con cui cercare nuovi accordi.
La nomina di Pellegrino Ghigi a nuovo responsabile della Legazione italiana e la presentazione delle sue credenziali a Re Caro! nel castello di Pele§ a Sinaia, fornirono l 'occasione per parlare nuovamente di forniture militari italiane alla Romania, anche perchè più volte il monarca romeno confermò il suo ' ·vivo desiderio di avvicinarsi a Roma ''.
Il cannone anticarro da 47 mm, le forniture dei materiali relativi e le modalità di pagamento sollevarono in modo particolare l'attenzione del Re che s i sofferm ò anche sul problema delle forniture aeronautiche e navali. Descrivendo l'incontro, Della Porta ne approfittò per ripetere che il momento per proporre l'offerta italiana e ra oltremodo favorevole.
In una lunga relazione motivata dalla contemporanea presenza in Romania di una missione per l'offerta di prodotti bellici italiani, Della Porta il 9 novembre 1938 fece il punto anche su altri materiali bellici che potevano essere forniti alla Romania , dopo colloqui importanti con il Generale Petrovanu, Ispettore generale tec n i co deli' esercito, e con il Generale Nicolaescu, Intendente Generale del Ministero della Difesa nazionale 167
Sulle questioni degli armamenti le opinioni delle due parti, però. non sempre collimavano. L 'acquisto di mitragliatrici e di mortai del tipo l romeni chiedevano inoltre quantitativi anco ra imprec isati di goniometri. teJemetri e binocoli. Alcuni materiali con iderati erano teli per tende, tascapani, borracce, mentre per altri- dalle gavette, alle cucine, ali1e uniformi - per i materiali impiegati o per la necessità di privilegiare industrie locali l'esclusione dell'offerta italiana era sicura, nonostante Della Porta enfatizzasse il fatto che le modalità dei pagamenti previ ti dalle trattative in corso con la missione italiana con entissero l'immediata dotazione dei materiali. riaie bellic o Teneme Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra. n. 6384. Segreto, 9-11-1938.
'' Brixi a'' venne sostan zialmente respinto dai romeni. che sembrarono a un certo punto non considerare più il problema della motorizzazione co n l'urgenza dei mesi precedenti. P er quanto riguardava i carri armati da 6 e 11 tonnellate preferiti dai militari romeni. perplessità furono sollevate da quella che veniva giudicata una insufficiente blindatura. nonostante Della Porta mettesse in rilievo come fosse aumentata nei combattimenti la probabilità di attacchi diretti inte nzionalm ente ai cingo li dei veicoli.
L'Addetto militare raccomandò di far pre sen te alle case costruttrici di non indicare prezzi eccessivamente alti per evitare che i prodotti italiani fo ero . ubito scartati e di fissare brevi tennini di consegna.
Anche per l'adozione di pistole automatiche agli ufficia l i dell 'Ese rcito romeno ( nel maggio l 938 ne accorrevano ai romeni 50 mila esemplari, per un affare di circa 7 milioni di lire) l'Ita li a fu in corsa con i prodotti della .. B eretta": le prove con armi di altri paesi, so prattutt o della Germania, non furono certo facili. ma, come evidenziò Della P o rt a. furo n o supe rate ugualmente con successo dalla Bcretta, pur preferendo i romeni il mode l lo detto " lungo " dell'armal68.
Alla fine dell938 il dibattito su lle forniture italiane tornò su lla questione delle armi anticarro; ettore, del resto, sempre più importante alla luce del ruolo maggiormente determinante dei mezzi corazza ti nella gestione del campo di battaglia. Anche in questo caso, firmato il co ntratto. sarebbe s tato necessario l'invio di una commissione tec n ica romena in I talia per le prove dei materiali (in particolar modo le munizioni) c le modalità as , ai delicate del traspono delle munizioni relative.
168 Ibidem. fase. 22. ··Evem11ale fornitura di pistole 'Berei/a· alla Romania" . Tenente Colonnello Della Porta al Minist ero della Guerra. n. 5588.9-5- 1938 e 5689,28-5-1938.
Il problema operativo più serio riguardava l 'a lto numero di sis temi anticarro richiesti alla Breda: 100 unità. ll Ministero romeno della Difesa si disse comunque disposto a consentire che la stessa Breda articolasse la co nsegna in 10 unità nel primo mese e in 15 in quelli successivi, dietro com pen so, però , dell'invio di materiali al Ministero romeno l69 .
Malgrado il Mini st ro de li' Armamento, Generale lacobici, e lo stesso Re Caro!, insistessero più vo lte per avere al più pre sto tale fornitura, l'alto numero dei pezzi desiderati e la brevità richiesta del periodo della consegna so llevaro no problemi operativi non indifferenti
Era una s ituazione che imbarazzava l 'Addetto Militare italiano, cost ringendolo a cercare di prender tempo chiedendo a Roma cosa occorreva rispondere al Ministro Iacobici i7D
Il primo ritardo nella vicenda del materiale anticarro da 47 mm s i verificò in relazione agli esperimenti da tenere in Romania. Il presidente de] "Gitar", Gruppo italiano armamenti di Roma che faceva da tramite con la società Breda , si trovò a un certo punto a dover cercare una di versa motivazione dei termini di consegna del contratto per evitare penali o addirittura una costosa rifacitura del contratto, con una grave penalizzazione dell'industria italiana 1ispetto a quelle di a ltri paesi concorrenti m.
Riesaminata la complessa questione, il Ministero deUa Guerra comunicò nel febbraio 1939 le nuove condizioni per la cessione dei 100 sistemi anticarro da 47 mm. Fermo restando che la cessione avrebbe dovuto conciliarsi con un piano di reintegro per quanto riguardava la produzione e che sarebbe stato s ufficiente apportare un atto aggiuntivo al contratto, la Breda era autorizzata a prele vare mensilmente una quota di dieci unità di detti s istemi, dal mese in corso fino al novembre successivo; l'invio in Romania avrebbe potuto verificarsi, però. solo a prutire dal luglio dello stesso anno m Permaneva , dunque , da parte del Ministero della Gu erra italiano. malgrado le molte sollecitazioni del Della Porta. una costante preoccupazione di non apportare danni ai ritmi di produzione di armamenti in base alle necessità nazionali
169 l hidem, busta 24, fase. 3 "Forniture materiali d'armamenTo a/fa Romania". Sotice. Capo di Gabinetto del Ministero della Guerra. al Gruppo Italiano Armament i n. 1028.7-1-1939 e n. 6689. Segreto. 19-1 - 1939
170 Ibidem. Te nen te Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra. n. 6641. Seg reto. 10- 1-1939 (cfr. Documento n. 16).
17 1 Ibidem. Riccardi, Presidente Gruppo Italiano Armamenti. al Mini s tero della Guerra n. 189.23-1-1939.
112f1Jidem, Soric e . C apo di Gab in etto del Min istero della Guerra. al Gruppo Italiano Armamenti, n. 6987. 4 -2 - 1939
A giugno del 1939 l 'amminis trazione militare italiana trovava ancora molto difficile risolvere la questione della cessione dci 20.000 proiettili relativi alla fornitura delle armi anticarro e l'impre. a B.P.D. avrebbe dovuto impegnar i, qualora le munizioni fossero state pronte per !"esportazio ne in Romania, a non far s ubire ritardi per le disponibilità in Italia m.
Per di più, il Mini stero della Guerra manife stò la sua irritazione quando il Tenente Co lonnello Della Porta, di sua iniziativa, fece una dichiaraLione alle autorità romene mettendo a raffronto i prezzi di offerta praticati dalla Breda con quelli diretti all'amministrazione militare italianal7-l. Infine , nel luglio 1939. per porre termine a quelle che lo stesso Ministe ro della Guerra definiva "lunghissime trattative ... Della Porta venne autorizzato a rila ciare alle competenti autorità romene una dichiarazione in cui erano definiti i prezzi relativi alle varie parti dell'accordo. in particolare le 180.000 lire per ogni cannone e 350 per i proiettili perforanti: prezzi che il Ministero e ra riuscito in qualche modo a "sp untare" alla ditta produtttice, ma cui occorreva aggiungere a ltre provvigioni varieJ7s
Non era, comunque. a nco ra finita: la cessione dei 20.000 colpi perforanti dovette atrendere ancora un mese; in ogni caso, lo stesso contratto avrebbe dovuto essere rie sa minato su nuo ve basi. coe rentemente con quanto aveva stabilito il Ministero degli Scambi c Valute 176
La cura con cui D e lla Porta seguì le trattative in merito all'acquisto di materiali militari da parte dei romeni fu caldamente in er ita nell ' ampio contesto dei rapport i commercia li tra i due paesi. al fine di evitare un andamento i ndipcndente, certamente più fragile se non collegato ad una organica st rategia di sviluppo delle rela z ion i economiche italo-romene.
Si comprende. quindi. l"attenzione particolare con cui l'Addetto Militare seg uì nel dicembre 1938 le trattative condo tte in R omania da una delegazione italiana guidata dal Senatore Amedeo Giannini. Direttore Generale degli Affari Commerciali al Mini s tero degli Esteri; trattative
173Jbidem. Soriee. Capo di Gabinetto del Ministero de ll a Guerra. al Conso rzio Espio· s ivi e Munizi oni s. n 6 - 1939 concluse con un nuovo accordo commercia le che fissò il valo re totale dell 'espOJtazione romena in Italia a 3.500 milioni di lei, con un aumento d i 1.500 mi li oni rispetto all'accordo precedente.
174 Ibidem. Sorice. Capo di Gabinetto del Yiinistero della Guerra. al Tenente Colonnello Della Porta. n. 52625. Ri !>ervato. 27-6-1939.
175 Ibidem. Riceardi. Presidente del Gruppo llaliano Annamenti. al Ministero della Guerra. n. 1818.2 3-7 - 1939.
176 Jbidem. Soriee. Capo di Gabinetto del Ministero della Guerra. al Gruppo Italian o Annamenti. n. 81469. 13-9-1939.
La R omania assicurò, inoltre , l 'invio di 35.000 vagoni di g r ano e ntro il maggio de l 1939, per un valore di un miliardo e mezzo d i lei, e di prodotti petroliferi per 160 milioni di lire . La clauso la che p iù interessava l'Addetto M ilitare italiano e r a quella re lativa al paga mento previsto che av re bb e visto l'adozione de l mecca nis mo d i clearing sia per le me rc i che pe r g li ar mament i , appo rtando maggiore stab i lità anc he in q uesto se tt ore
Si t ratt av a di una disposizione che segnava un '·progresso sensibile" rispetto al passato e veniva incontro ai desiderata dei romeni, in quanto avrebbero potuto ricevere il controvalore delle loro esportazioni calcolato sulle somme relative alle commesse di Bucarest in Italia, con un prevedib il e e se nsib ile a umento del volume deg l i scamb i ; sop rattutto, con un a ume n to deg li o rdi nat ivi di armamenti italiani
Un accordo specifico sulle forniture di natura particola re , come g l i armame nt i, stabilì so lta nto il mecca nismo f inanziario delle operazio ni, ma non il loro ammontare Per ogni fornitura diretta in Italia il Ministero dell'Economia avrebbe rilasciato dei Buoni di Stato fruttiferi al 6%, emessi in lire italia ne e rilasciati da ll a Banca Nazionale romena con scadenze r ateal i di 4 o 5 anni.
Poichè per il primo an no era stato previsto un totale di pagamenti per no n me no di 150 m il io ni di l ire, per De ll a Po1ta era d i conseguenza necessario, per forniture di un certo rilievo alle proprie industrie, c he l' Italia acquistasse in Romania prodotti per quantitativi superiori a quelli indicati nel! ' accordo stesso. Vi era in tutto ciò un elemento di particolare importanza : la Romania avrebbe dovuto dichiararsi disposta ad aumentare l'esportazione di prodotti che in modo par ticolare interessavano l'Ita lia, a pa r ti re da que ll i petroliferi.
Secondo l'accordo le forniture italiane di armamenti alla Romania sarebbero state compensate da acquisti italiani sul mercato romeno, fissati per un valore di 5 miliardi di lei. Se questo valore fosse stato superato- e per Della Porta era interesse de LI ' I talia il s u perar! o- la Romania avrebbe coperto l 'eccedenza con importanti forniture extra di petrolio, cerea l i e legno. Si trattava, dunque, di una occasione fonnidabile per ass ic urarsi prodotti verso i quali si indirizzavano gli appetiti tedeschi e britannici e per incentivare . di conseguenza, la presenza i tal ia - na in Romania, a fronte di una concorrenza internazionale sempre p i ù agguerrita m
Le autorità militari romene riservarono interesse ad altri generi di materiale militare italiano tra il 1938 e il 1939. Ma anche su materiali di rilevanza minore nascevano problemi.
All'inizio di ge nnai o del1938, il Consigliere tecnico militare della Legazione romena a Roma si informò sulla possibilità per il suo paese di avere una fornitura di stoffa, te la e altri materiali di equipaggiamento .
Al Colonnello Skeletti si rispose affermativamente, ma si co l se anche l'occasione per sotto lineare co me il s iste ma delle trattati ve da sceg li eretra Stato e S tato o direttamente tra imprese- non fosse affatto di seco ndar ia imp 01tanza e dipendesse piuttos to dalla "qua ntità " dei s in gol i materiali c he Bucares t intendeva acquistare.
In rela zione alla richie sta effettuata il Ministero della Gu erra ital iano so llecitò la specificazio ne del tipo dei tessuti richiesti per ogni s in go lo capo di vestiario J7s e precisò- su richiesta dei romeni -la procedura di riduzione dei prezzi in caso la tela acq uistata ri sultasse po i difettosa.
Il Mini stero acco nse ntì s uccessiva m e nte alla richi esta del C o lo nnel1 o S kel etti di agevolare la Commissione di collaudo romena per l'esame di un ca mpione di tela mi metica e specificò le modalità che le ditte produtt ri ci av rebbero dovuto ado tt are per fabbricare e consegnare ai romeni le diverse qualità di panno e tela richiesti da Bu car es t anche per la dotazione di di vise al personale militare J79 .
A proposito de lla di s ponibilità dimo s trata dalle autorità militari italiane si ebbe un piccolo strascico polemico. Infatti, Skeletti - co me riferì
De ll a P o rta da Buca res t in base ad una informazione riservata - aveva inv iat o a l Ministero della Difes a romeno un rapporto in cui riferiva che il Ministero italiano forniva "direttamente" all'esercito ungherese forniture di materiale va ri o - scarpe, vestiario - proprio quando alla R omania s i era detto di rivolgersi, per essi, direttamente alle ditte produttrici: differenza di trattamento che naturalmente e ra stata co mm e ntata sfavo re vo l-
177 Ibidem, 16 . 21 . ··cosTitu::_ione di sociecà "Romàno -lca!ica s .a.r.· per intensificare gli scambi commerciali " ' Tenente Colon nello Della Porta al Ministero della Guerra, n. 6465. Segreto. 4-1 2- 1938 e n 6485, Segreto. 9- 12-1938 mente a Bucarest IMO. 11 Servizio Informazioni Militari obiettò tranquillamente a questo rilievo. ricordando come al Colonnello Skeleni si fosse comunicato che per le forniture d irette da Governo a Governo occorreva conosce re preventivamente tipo e quantità dei materiali richiesti: preci!>azione cui da parte romena non era seguita però alcuna risposta1S I.
1?8 Jbidem. busta 16 fase. 3 '"ForniTure di panno e materiali di equipag}<iamemo pe/ Governo della Romania". Ministero della Guerra al Sortocapo di Stato Maggio re per le operazioni - S.l.M.. n. 6654. 31 - 1- 1938.
179 Ibidem, Direzione Generale dc i Serviz i Logistici - Ministero della Gu erra al Sottocapo di Stato Maggiore per le oper azioni - S.l.M .. n. 6115130, 29-4-1938.
Solo alla fine del giugno 1938 , venne inoltrato ad una ditta di Busto Arsizio un ordinativo per 600 mila te! i da tenda e 600 mi la borse a zaino, per un importo di circa 45 milioni di lire.
4.5 l rapporti militari, tra imprenditori, avventurieri. propaganda e richieste di informa:ioni l rapporti militari fra ftalia c Romania compresero anche situazioni particolari, talvolta al limit e del paradosso, prova di una certa disorganicità da parte dell ' ini z iativa privata c he accompag nò l 'offerta a ll a R omania di determinati materiali o tìtrovati per uso bellico c/o civile.
Fu il caso della vicenda relativa all"'invcnzionc Messina" che attirò l'attenzione dell'Addetto Militare italiano nel novembre del 1935. protraendosi fino al maggio del 1938. Prese le mosse dal momento in cui un tal Epifanio Messina iniziò a contattare a Bu carest gli ambienti ufficiali romeni per propagandare g li effetti, sul piano militare. e quindi vende re, un prodotto di s ua inv enzio ne: una co razz a ''imperforabi le" per b lin dagg io, c he aveva dato ott imi risultati in a lcuni esperimenti .
TI Messina successivamente, malgrado i romeni lo avessero già finanziato per portare a termine le ricerche , volle offrire la sua " invenzione" in esclu iva ali' I talia1 82. La questione non dovette interessare molto aRoma. tanto che. nel novembre del 1937. D ella Porta . che aveva assistito a esperimenti positivi, in istene affinché il Messina - cui i interessavano adesso anche gli Addetti Militari di Polonia, Ceco lovacchia, Francia e Gran Bretagna- fosse invitat o in Italia, per d imo trare conc retamente la s ua invenzione davanti ad una commissio ne tecni ca. Ma il Messina aveva sempre rifiutato di forn ire dati tecnici precisi , fatto c he ovv ia mente in - sospettì le autorità italiane e impedì che si prende sse in considerazione la sua scoperta. nonostante i due contratti che il Messina stesso riuscì poi a ottenere dall'impre sa romena "Resita" e dall'ingle c "Vickers" l&3 . Messina, infine. compì in Italia alcune prove davanti ad alcuni rapprc cntanti della "Direzione superiore del servizio tecnico delle armi e munizioni", ma il fatto che egl i non volesse ancora specifica re i dati relativi alle piastre da lui usate per gli esperimenti susc it ò qualche prote s ta c rafforzò quello scetticismo con cu i a R oma era stata accolta la notizia de li' invenzione''IB4. li processo di produzione era nato in Belgio dove il Bronzi lavorava presso un laboratorio di ricerca chimica e dove. per via di problemi legali c finanziari, non gli riuscì di ave re i finanziamenti necessari, finendo con il venire in contrasto con una Società che eg li stesso aveva contribuito a cos tituire, mentre si stava delineando un pos. ibi le accordo con I'Agip per lo sfruttamento del ritrovato. Trasferi to s i a Bucarest all'inizio del 1936 il Bron zi portò con sé anche la formula. ma i vecchi soci si fecero improvvisamente vivi chiedendo alla Legazione italiana di rintracciarlo e accusando il Bronzi di essersi appropriato senza alcun diritto della formula stessa.
180 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra, n. 5664. 25 -51938.
1&1 Ibidem. Comando del Corpo di Stato Maggiore - Scrvi7io di lnfonnazioni Militare. ·· Promemoria per il Souosegrewrio " . 4-6-1938.
182 Ibidem. fase. l 5 ··tm•en:ione Me ssina". Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra. n. l 024. 12-11-1935.
Un'altra vicenda c he presentò qualche somiglianza con le precedenti , anche se non riguardò direttamente dei sistemi d'arma. f u quella legata ad un chimico italiano, Leonardo Bron zi, ''inventore" di un processo destinato alla fabbricazione industriale in forma economica del petrolio sintetico.
La ' 'fo rmula" di questo processo- che inevitabilm ente interessava anche l'Italia a causa del regime sanzionistico per la crisi etiopica - fu tuttavia al centro di una travagliata vicenda che finì per coinvolgere anche lo stesso Addetto Militare in R omania.
Della P orta volle allora andare a fondo ad una faccenda ormai troppo complessa per non destare diffidenze. Se il Bronzi alla fine fu confermato come il vero scopritorc della formula, ric o nciliand os i con i collaboratori del Belgio , l' Addetto Militare italiano b loccò pe r il momento, d'intesa co n il Minj stro italiano a Bucarest, Ugo Sola. la concl usio ne della trattativa con l' Agip. Della Porta acconsentì su invito di Sola- in segui- to alle pressioni sul Bror11 i perchè ritornasse in Belgio ed alla sua intenzione di andare invece in Italia - ad accompagnarlo di persona a R oma. al Ministero degli Esteri e. per eventuali accordi, anche al Ministero della Guerra. in vista di esperimenti in grado di portare alla produzione del ritrovato chimico in l 85 Ibidem. busta 3. fa se. 5 "Offerra di prodotti pe1rofi(e ri romeni, fuglio-jebbraio f936". "Promemoria" del Tenente Co lonne ll o Della Porta sull'intera v icenda. senza da· ta ma presumib ilmente della fine di febbraio 1936.
183 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al MiniMero della Guerra. n. 4117. Segreto 18 -5- 1937.
18-1 Ibidem . Tenente Generale V. Pali ieri . Direttore supcnorc del Scrvi7io tecnico delle anni e muni7ioni al Ministero della Guerra. n. 3650.5-5- 1938.
La grande pruden za dei rappresentanti italiani nei confronti del Bronzi, al di là dell'eventual e importanza per l'Italia della sua scoperta, era in realtà motivata dalla sua precedente condizione di "fuoriu sci to' ', colpito anche da condanna. fatto che non poteva non ingenerare sospetti nei confronti del suo atteggiamento.
La prevista e attesa sperimentazione del ritrovato presso il Ministero della Guerra in presenza di esperti del servizio chimico militare. cominciò da allora a s ubire molteplici ritardi per motivi tecnici e per le tergiversazio ni dello stesso Bronzi che di fronte a ogni sol leci ta zione rivendicava il mantenimento del "seg reto'' della sua inven z ione. Infine, alla richiesta di Bronzi di conferire con il Sottosegretario di Stato del Ministero della Guerra. Baistrocchi. venne opposto un netto c definitivo rifiuto. Il Bronzi partì allora improvvisamente. e clandestinamente. per Parigi, avvaJorando così la cnsaLione delle autorità militari di essersi trovati davanti ad un semplice millantatore r86 .
Tornato ancora una volta in Italia, ed essendosi ancora vanificato ogni invito rivoltogli affinché desse finalmente luogo ali 'espe rimento, Bronzi ven ne infine arrestato "per ordine superiore". mentre restò aperta tra i due Ministeri degU Esteri c della Guerra la questione di c hi dovesse accollarsi le s pese sostenute dal se rvizio chimico, fino allo smasc heramento di colu i che ormai risultava essere solo un truffatore 's 7 Spese che restarono comunque accollate al Ministero della Gu erra. visto che intervenne lo stesso Ministro Galeazzo Ciano per declinare ogni re ponsabilità finanLiaria del Ministero degli Esteri nei confronti dell'incrcsciosa vicendarss.
186 Ibidem. Generale di Brigata Roatta. Capo lnforma.don i Militare. al Ministero Affari Esteri. n. 7 11074. 30-5-1936.
187 Ibidem. Baistrocchi. di Stato del della Guerra. al Mini\tCroAffari Esteri. n. 7 / 1399. 18-7 - 1936.
IR8 Ibidem. Galeazzo Ciano, MinistTO degli Esteri. al Ministero della Guerra. tele· sp resso 9883. 30-7 - 1936.
Un caso non meno particolare fu quello legato all'ingegnere romeno Ioan Juster, il quale il 16 agosto 1938 si presentò al Ministero della Guerra italiano offrendo, "per simpatia verso l ' Italia e il regime fascista", alcuni materiali di sua invenzione189. All'Ufficio motorizzazione del Ministero lo Juster illustrò infatti delle sue alquanto singolari " invenzioni ": una "zappetta-scudo" (zappa che poteva fare da sostegno al fucile e dariparo aJ tiratore); una chiusura particolare per feritoie di carro armato; una valvola per impedire lo scoppio dei depositi dei carburanti; una macchina per il controllo dei cilindri dei motori a sco ppio; una macchina per il controllo della verticalità dell'asse dei cilindri dei motori a sco ppio; un "tiro ridotto" per artiglierie, mediante l 'uso di fotografie: un filtro per maschere antigas; un liquido protettore per gli occhiali delle maschere. Inoltre, J uster paTlò dell 'es perimento di un tipo di pallottola da fucile utilizzata nientemeno che come mezzo di trasporto di microbi, nonché di un tipo di benzina gelatinosa, non infiammabile.
Il relatore del documento- Maggiore di a1tiglieria Campagna - di fronte a un complesso così differenziato di proposte, non riuscì ovviamente a fare a meno di notare la "disinvoltura" dei modi del s uo interlocutore, evidenziando uno scetticismo che certamente si allargò anche alle autorità militaJi italiane.
Eguale "devozione" per l ' Italia e Mus so lini -i nsieme a una timida protesta per non aver ricevuto risposte ufficiali e alla richiesta di un biglietto di viaggio gratis per l'Italia, al fine di dimostrare le sue invenzioni nell'Africa Orientale italiana- Juster manifestò al Tenente Colonnello D ella Porta , a Bucarest, il quale si limitò a inviare a Roma alcuni allegati delle s ue inven z ioni, in di quella riguardante un poligono a tiro ridottoJ 90 .
La sfiducia e il disinteresse nei confront i di un personaggio tanto singolare e del! 'u tilità delle sue ''invenzioni", non tardarono tuttavia ave nire a galla, non presentando esse alcuna utilità per le forze armate.
Nel quadro dei rapporti militari italo-romeni occorre citare in questo contesto anche il compito del tutto particolare che i rappresentanti delle Forze Almate italiane si videro attribuire nell'aprile dell935, derivante l 90 Ibidem. Tenente Co lonnello Della Porta al Ministero della Guerra. n. 6413. 24 - ll1938. dalla decisione della Commissione Suprema di Difesa di predisporre un piano d'azione per mobilitare le comunità italiane ali' estero tramite la costituzione di ·'nuclei di propaganda". Si vo le va in questo modo "potenziare" i sentimenti pat1iottici degli italiani, oltre che influenzare con vari mezzi (articoli. conferenze . ecc.) le opinioni pubbliche locali.
189 Ibidem. fase. 29 "lnven::.ioni romene di carattere militare. Ing. loan Juster". Mjnistero della Guerra- Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Addestramento. n . 12109. 17-8-1938.
Un certo grado di "segretezza" era ritenuto necessario, anche perchè si trattava di approntare dei quadri s pecializzati, incaricati di attivare tale propaganda in tempo di guerra (si avvicinava il confl itt o co n l 'Etiopia), a partire dai segretari dei fasc i all'estero e dai cap i delle sez ion i "UNUCI", ricorrendo preferibilmente anche ali 'azio ne di ufficiali ed ex combattenti, compresi i mutilati ed invalidi di guerrai 9J.
Nel luglio successivo si fermò due giorni a Bucarest il Maggiore Amedeo Tosti, Addetto al Ministero degli Esteri, per ispezionare la sezione
UNUCI di Bucarest (58 ufficiali di tutte le armi, con pre side nte l'ex Addetto Militare in R omania Colonnello a riposo Mercalli). Ispezione poi sostit uita da un discorso tenuto agli ufficiali italiani e dalla costituzione di quattro nuclei di propaganda a Bucarest, Gala!i, Tirni§oara e Costanza. Una visita che proprio il Tenente Colonnello Della Porta definì ' ·se non inutile, alquanto prematura", poichè sui famosi "nuclei" non era stata data ancora alcuna direttivaJ 92
Un momento pa1ticolare di incontro fra i s entimenti nazionali italiano e romeno all'interno delle forze armate fu invece fornito da occasioni legate a fini "commemorativ i" .
Assunsero infatti pruticolare rilievo a Bucarest, dopo la conclusione della guerra itala -etiopica, la cerimonia a ricordo dei caduti nella Grande Guerra. il 21 maggio del1936, così come la ce lebrazione, pochi giorni dopo, dell 'anniversario dell'intervento in guerra italiano, cerimonie caratterizzate dalIa partecipazione e dagli omaggi resi da autorità civili e militari romene l93 .
A novembre , poi, sia l'apertura dei corsi dell'Istituto di cultura fascista, che la commemorazione della marcia su Roma e l ' anniversario della vittoria del 1918 ricevettero un visibile rilievo all'interno del paese.
191 Ibidem . busta 3. fase. IO, "Miscellanea. agosto 1936 -febbraio 1937" . Galeazzo Ciano. Sottosegretario di Stato per la Stampa e la Propaganda , circolare n. 63- C. 20-41935.
192 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al Mini ste ro della Guerra, n. 570, 22 -71935.
193 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al l' Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le onoranze ai caduti in guerra c all'estero, n. 84/d, 25-5- J 936 (cfr. Documento n. 11).
In verità, l'Addetto Militare italiano, oltre che dei prob lemi della propaganda, sembrò preoccuparsi anche di altre questioni forse più urgen ti per la collettività italiana in Romania . P er esemp io , quella riguardante la prospettiva di un aumento della disoccupazione soprattutto tra i giovani, dopo che una legge aveva limitato al 20 % la quota di non romeni impiegati nelle aziende del paese. anche se costituite con capitale straniero. Tanto più che, al contrario delle imprese tedesche, quelle a capitale italiano si mostravano restie a impiegare i connazionali lice nziati da quelle romene l94
A giudizio del Minis tero degli Esteri, le preoccu pazioni di Della Porta erano eccessive. Grazie alla continua opera di salvaguardia da parte della rappresentanza diplomatica, nonostante gli ostacoli di qualche impresa italiana, il pericolo per la mano d'opera nazionale in R omania - come in altre nazioni - e ra stato positivamente fronteggiato, tanto che l'es pulsione dalle imprese romene aveva riguardato in fondo pochissimi elementi l95 .
La guerra in Etiopia, che aveva pesa ntemente influenzato sul piano politico i rapporti dell'Italia con molti paes i e con la stessa Romania , soprattutto dopo la decisione della Società delle Nazioni a favore delle sanzioni economiche. lasciò trasparire gradualmente una si tuazione più complessa e articolata, lontana dai tempi del duro atteggiamento assunto da Titule scu a favore delle decisioni di Ginevra , e puntualmente registrata dagli ambienti militari.
Così fu quando, su raccomandazione di un consulente legale della Legazione austriaca a Parigi, un avvocato romeno, J . Laver, prospettò all'ufficio commerciale della Ambasciata italiana la possibilità di disporre (dietro pagamento) delle licenze di esportazione relative a prodotti - cereali, petrolio - indispensabili per l'economia italiana e i cui flu ss i minacciavano di essere dannegg iati dal regime sanzionistico l96 .
E così fu anche nel gennaio 1936, quando. il dinamico uomo d'affari italiano e rappresentante della Fiat in Romania, Conte Rivetta , riuscì a ottenere, con i suoi rapporti personali, una interessante offerta ali 'Italia per
194 Ibidem, Baistrocchi, Sottosegretario di Stato - Ministero della Guerra. al Ministero degli Affari Esteri, n. 28764, Ri s ervato, 26-4- 1936 una fornitura di tre tipi di benzina (leggera, med ia e avio) dall'amministratore delegato di "una delle più i mporta nti società petrolifere romene": circa Il mila tonnellate scag l ionate fino a marzo e con possibilità d i continuare la vendital97.
195 Ibidem , Ministero degli Affari Esteri al Ministero della Guerra, telespresso 865546, Ri servato, 6-8-1936.
1961bidem. bu s ta 3. fase. 5. cir Scagl io ne Ministero del la Guer ra- Gabinetto al Ministero deg li Affari Esteri. tclcs prcsso 239981. RiservatO. 7 - ll - 1935 .
Verso la fine degli anni Trenta, anche gli Addett i Mi li tari romeni aRoma svolsero un importante ruolo di tramite per l'inoltro di numerose rich ieste di informazioni su vari materiali mi li tari . richieste naturalmente f i na lizzate al l 'acquisto.
Il Capitano di Vascello P. Fundateanu trasmise infatti , nel dicembre del 1938 , una di queste richieste riguardante il cannone di accompagnamento anticarro mod 47 mm, già appartenente all'esercito austriaco, domandando anche se l'esercito ita l ia n o l'avesse i m piegato nella guerra etiopica e in quella civ il e spagnola e chiedendo descriz ioni dettagliate su quale ne fosse stato il rendimento sul campo di battaglial98.
Il nuovo Addetto Militare romeno, Tenente Colonnello dell' Aviazione M . si interessò invece, nel marzo del 1939 , alla difesa antigas, chiedendo anche se i Centri di istruzione del settore fossero dotati di armamenti chimici di attacco; chiese inoltre se e s istessero nella fanteria am1i semi-automatiche, le loro caratteristiche e infonnazioni sui congegni di tiro antiaereo delle unità di artiglieria e sul funzionamento degli Stati Maggiori italiani durante le campagne militari inoltre , il 18 maggio 1939 trasmise la richiesta del Ministero della Difesa per l'acquisto di un apparecchio di precisio n e per la mis urazio ne della velocità iniziale del proiettile nelle bocche da fuoco con l'uso di un mezzo cinematografico, nonché stazion i di so ndaggio aereo della ve locità e della direzione del vento per il tiro ottin1ale di unità di artig lieria r99.
L'Addetto Militare romeno chjese, ancora, una serie di informazioni per un probabile acquisto di circa 25 posti radio po1tabili a onde corte- con possibilità di ricezione ed enussione - per un raggio minimo di 150 crulometri. Le infom1azioni richieste - tipo degli apparecchi (Rfoc), djtte fornitrici, costi e tempi di consegna (120 giorni) - furono prontamente fornite. Sarebbe stato opportuno, però, aggiu nsero le autorità militari italiane, s ubordinare la vendita degli apparecchi Rfoc alla cond iz ione di non far coi ncidere la gamma d'onda di funzionamento con quella dell'esercito italiano2oo.
197 Ibidem, Tenente Colonne ll o Della Porta al Ministero della Guerra, n 105/ A , 291-1936.
198 Ibidem, busta 24. fase. 2 "Dati richiesti dall'Addetto Militare di Ronumia in Italia", Capitano di Vascello Fundateanu al Min is re ro della Guen-a, n. 797. 7-12-1938.
199 Ibidem. fase. S. cit Tenente Colonnello al Ministero della Guerra. n. 38 1,18-5-1939.
La disponibilità mostrata nei confronti di queste ric h ieste, che a dire il vero erano alquanto limitate, su bì, tuttavia, una battuta d 'a rresto quando nel l'agosto 1939 il nuovo Addetto Militare romeno, il Tene nte Colonnello P etrescu, manifestò l'in te nz io ne del Mini ste ro della Di fesa di ordinare in Italia materiale per ponti in dotazione alla fanteria. In particolare, i romeni era no interessati ai "materiali di passaggio", come barche e ponti di assalto, alla loro capacità di trasporto e sosteg no , alla lungh ezza dei vari elementi e ai mezzi per il loro trasporto.
Questa volta, però, la Direzione Gen e rale d e l Geni o espresse un parere decisamente negativo: le notizie dettagliate s ui mat e riali da ponte rivestiva no in fatt i "caratte re di ri s erva tez za", così da rendere praticamente inutile fo rnire le informazioni di natura ·'gen erale '' che non potevano dare una "id ea completa atta ad or ientare una nazione estera verso l'acquisizione" 201_
L'at mosfera di guerra imminente di qu elle se ttimane non facilitava certo l ' invio a Stati esteri di fo rniture militari di una certa importanza ai fini di operazioni belliche.
L'in teresse dei militari romeni si espresse talvolta anche su di un piano c he s i potrebbe definire più propriamente "propagandi st ico- cu ltural e".
Infatti , alle autorità militari i taliane nell936 , su lla scia del conflitto italo-etiopico, furono indiri zzate richieste di materiale propag andi s tico a s tampa , e del tipo più vario: riguardavano l'invi o di copie della rivista " B alilla" e della pubblicazione " L o sport fasc ista", evidentemente per ispirarsi nella stampa in R omani a di periodici analoghi. Il Comandante della Scuola s uperi o re di guerra di Bucares t chiese addirittura la pianta della Scuo la di guerra italiana al fine di poter costruire nei dintorni della capitale romena un edifici o c he si ispirasse nella struttu ra a quello italiano202.
200 ibidem, fase. 4 , "Fornitura materiale del Genio alla Romania'' , Tenente Colo nnel lo al Ministero della Guerra, n. 35 8, 15-5 - 1939: Tenente Generale Dali 'Ora, Direttore Generale de l Genio - Mini ste ro della Guerra, al Co mand o Co rpo di Stato Maggiore - S.l.M. , n. 496411892/M, 1-6-1939.
20 L lhidem. Te nente Colon ne ll o Petreseu al Ministero della Guena, n. 638, 14-8- 1939; Te nente Ge nerale Dall'Ora. Direttore Generale del Genio - Ministero de ll a G ue rra. al Sottocapo d i Stato Maggiore per le operazio ni- S.l.M.. n. 42190 /838 . 15 -10- 1939.
202 Ibidem, fase. IO, cir., Tenente Co lo nnello Della Porta al Ministero della Guerra, n. 3370. 18-11-1936.
Del tutto particolare si rivelò . nella più generale attenzione delle autorità romene nei confronti delrltalia. la dichiara.lione che il Direttore Generale del Servizio In formazioni Militari romeno, Mi ha il Moruzov, fece alla fine di giugno del 1938 ali" Addetto Militare italiano, rifacendosi alla reciproca simpatia esp ressa durante la visita del Generale Giuseppe Valle, Sottosegretario di Stato del Ministero della Guerra, in Romania.
Una attestazione di amicizia seguita ai rapporti problematici dell 'epoca Titulescu , con la ricerca da parte di Bucarest di un riavvicinamento politico per quella sicurezza che le ombre della situazione internazionale stavano sempre più minacciando. Nella dichiarazione di Mon1zov l'Italia fu definita ··speranza e garanzia detresistenza della Romania··. Se ''favorevoli occasio ni·· erano state pcrdure negli anni passati per stabilire una concreta e positiva cooperazione tra le due nazioni. contava no i ·'veri sentimenti del popolo·· che no n a nda va no confusi con opinioni personali.
Tirulescu , aggiunse Moruzov, si era rivelato un vero c proprio "traditore" deli' amicizia itaio -romena: quando le poten ze tedesca e russa non destavano ancora preoccupazioni egli si era opposto all'unica sce lta opportuna per la Romania in quegli anni, seguire la lin ea politica dell'Italia. dimenticando il prezioso e ge neroso apporto che questa aveva dato per il riconoscimento dell'unione della Bessarabia.
Rip ortando le espressioni di Moruzov, D ella P orta vi attribuì una notevole importanza, alla luce dei contatti c he !"autore aveva a Corte e perchè rispecchiava in fondo l'opinione della maggioran za dei romeni203.
Il Servizio Informa z ioni romeno si era reso po co te mpo prima protago nista anche di un s ing o lare episodio. Tramite Della Porta si era infatti rivolto al Console italiano a Odessa, Scarpa , mentre era in licenza a Bucarest, consegnandogli un "questionario'" su lla situazio ne militare sovietica. Scarpa ammise la difficoltà nel reperire tale t ipo di informazioni, ma aderì alla richie sta.
LI Mini stro italiano a Bucarest. Ugo Sola, inviò subito il questionario al Mini s tero della Guerra, a Roma, dove peraltro si stigmatizzò il fatto che il Servizio Infon11azioni romeno si fosse rivolto ad un age nte conso lare e non al Capo Missione e c he questi avesse risposto affermativamente204.
203 Jbidem. busta 16. fase. 25 ''Visi/a di S.E. Valle in Romania". "Promemoria" del Ministero della Guerra - Comando del Corpo di Stato :-1aggiorc per il Sottosegretario. 30-6-1938.
20-t Ibidem. fase. 24 ··Jnforma:Joni su URss ·· . Tenente Colonnello Della Porta aJ Ministero della Guerra. n. 5668. Segreto. 26-5-1938. Le informazioni riguardavano la consistenza delle grandi unità di fanteria. di cavalleria. moto -meccanizzate e di a via- zionc presenti nei distretti militari di Kiev. del Vol g a. de ll a Bielorussia. del Caucaso del nord c di Kharkov. l W Ibidem fase. 19 Richieste dello Stato Maggiore romeno··. Colonnello Cosentini al Ministero della Guerra. n. 796. 27-9-1939: Comando del Corpo di Staro MaggioreS.l.M Ministero della Guerra. ··Pro-memoria per S.E. il Sollolegretario'". 3-10-1939.
Nel giugno 1939, riprendendo un tipo di richieste già inoltrate nel 1936, chiese dove avrebbe potuto procurarsi, a nome dello Stato Maggiore romeno, esemplari di eventuali pubblicazioni italiane di propaganda culturale militare per i gradi inferiori e la truppa, "allo scopo di coltivare (nei militari romeni) il sentimento della lettura, onde sviluppare le cognizioni e formare il/oro spirito"205.
All'Addetto militare romeno si comun icò che non esisteva in Italia un periodico di ' propaganda culturale militare" destinato alle fasce basse del personale militare, dato che questa funzione veniva svolta da diverse riviste edite dalle istituzioni del regime fascista e dalla stessa stampa quotidiana . Tra le varie pubblicazioni si potevano segnalare, ad esempio, quelle della "Gioventù Italiana del Littorio" e dell'"Opera Nazionale D opolavoro". Per i militari di truppa esistevano pubblicazioni spec ifi ch e che evidentemente avevano un ob ietti vo di basso profilo, rivolto a rafforzare il sentimento militare in genere. quale il Giornale del Soldato o la serie di volumetti della serie Biblioteca del Soldato. Un volume che poteva rispondere in qualche modo alle indicazioni romene poteva essere Che cosa deve sapere il soldato, un libro che riassumeva in forma semp li ce i principali elementi della "cult ura fascista, militare , s torica e geografica". ma che probabilmente non era adeguato a fornire elementi importanti alle esigenze formative delle forze armate romene.
Un certo rilievo fu riservato alla propaganda militare radiodiffusa, a cu r a del Ministero della Guerra e dell'Ente radio rurale del Partit o fascista: venivano trasmesse radioscene e brevi conferenze di carattere militare, radiomessaggi di so ldati che manifestavano così il loro sentimento patriottico, eccetera206.
Richieste particolari inerenti ai materiali militari tornò a rivolgere un altro Addetto Militare romeno, il Tenente Colonnello G . Petrescu. Nel luglio 1939 eg li chiese di conoscere, infatti , la composizione e la dosatura delle leghe di esplosivi aventi come base l'azotato di ammonio, utilizzati per i proiettili, nonchè i dettagli del carico degli esplosi vi stessi e l'indicazione dei proiettili relativi e del loro calibro207.
205 Ibidem. fase. 2. cit., Tenente Co lonnello a l Mini stero de ll a Guerra. n. 415 , 13-6- 1939.
106Jbidem. Sorice. Capo di Gabinetto del Ministero della G uerra, al Sottoc apo eli Stato Maggiore ed al SIM. n. 51731.29-6-1939.
207 ibidem. Tenente Colonnello Petrescu al Ministero della Guerra. n. 524, 17 -7 - 1939.
Petrescu tornò alla carica pochi giorni dopo per ottenere, .. a pagamento''. due copie della pubblicazione Diretti ve per l'impiego delle grandi unità. con partic o lare riferimento all'impiego della divisione binaria e. successivamente. una copia del programma dei Corsi di fortifica-;.ioni permanenti eseguiti nelle Scuole di applicazione del Genio, in relazione alle costruzioni in cemento armato ed a ll e opere di corazzatura. Richiesta , questa. che indicava chiaramente la cu ra c he l'organizzazione militare romena voleva riservare alle opere di difesa terrestre, cotiera e antiaerea nei confronti di una eventuale aggre s ione armata dall'esterno208.
Nel programma la fortiftcatione permanente , terrestre. costiera o antiaerea. veniva studiata in rapporto a vari fattori: a lle forme ed afla struttura, ai mezzi e modi di offesa cui contrapporsi, ali' esperienza fatta durante la guerra mondiale, all'organizzazione dci modi di difesa attiva e passiva. ai materiali ed ai loro spesso ri, agli armamenti assegnati, alle casema tte dislocate e altre varie stru tture di collegamento c osservazione. alle protezioni antigas , alla ventilazione, alla illuminazione, eccetera.
Una certa riservatezza. unita alla costante preoccupazione di non diffondere seg reti militari , accompagnò in genere l'atteggiamento delle autorità militari italiane nel fornire una risposta a quanto si chiedeva da Bucarest. Solo dopo una richiesta romena. relativa all'organizzazione. alle attribuzioni ed al funzionamento del Comando di difesa territoriale di Roma. il Ministero della Guerra fornì elementi non riservati. di natura generale ed in forma estremamente stringata.
Alla immediata vigilia della guerra, la Legazione romena a Roma si fece tramite di varie richieste di informazioni parti colari. Con una Nota verbale del primo agosto, infatti, la Legazione chiese il ''testo delle Leggi, dei Regolamenti e delle mi s ure speciali. d'ordine ammini trativo e giuridico, in riferimento al regime delle per one e dei beni situati nelle zone di frontiera e particolarmente nelle zone dove si costruiscono e si costruiranno fortificazioni o dove si trovano concentramenti di truppe"209.
Anche in questo caso si chiedeva alle massime auto rità militari se fosse possibile inviare i l materiale richiesto, pur ·:romendo gli elementi di carattere non riservato e per i quali non ostino speciali ragioni alla comunicazione al Governo romeno".
208 Ibidem Tenente Colonnello Petrescu al della Guerra. n. 714. 8-9-1939.
209 Ibidem . busta 24. l. Bastianini. Ministero Affari Esteri. al dell 'I nterno ed al Ministero della Guerra. 228947. ll-8-1939.
A g uerra già iniziata. nel se tt e mbre 1939. i vertic i militari ro meni tornarono a c hiedere informazioni su un argomento pe r es!>i di estre ma importanza, le co ndizi o ni militari sov ietiche. Infatti , lo Stato M aggiore romeno ri volse alr Addetto Militare italiano, Colonnello Giu seppe Cosentini, "viva pre g hi e ra " perchè chiedesse a Roma l 'invio di eventuali no ti z ie e s tudi con illu s tra z io ni dcii 'ese rcito italiano sugli armamenti e s ui me zzi meccanici sovietici impiegati nella g uerra civile spagno la. Pro babilmente a Bucares t non c i s i rendeva pienamente conto che le c ircostanze e rano ormai diverse. data la pos izione internazionale più complessa delr l tal ia. In fatti. dal Servizio In formazioni Militare dello Stato Ma ggio re italiano il rifiuto a ll a richiesta romena venne sig nificati vamen te motivato co n una sintetica frase: .. Parere negati vo date le attuali rela:joni tra Ru ssia e Germania" . Commento c he es primeva be ne la situazione difficile in cui si trovava la politica italiana in quel momento, dopo il Patto Ribbentropp-Molotov del 23 agosto 1939 e l ' ini ziat iva hitleriana c he aveva portato al co nflitto e uropeo2Jo .
È necessario. nel quadro di questi rapporti , soffermarsi a nche su di una trattativa particolare c he occ upò quasi tutto ill9 38 e c he vi de ancora una volta in prima linea l'Add etto Militare italiano.
La v ice nda partì da una richi esta fatta a D e ll a Porta da un ingegnere romeno . D avidescu, di pre ndere co ntatti con rappre se ntanti industriali italiani al fine di trattare l' eve nLU ale installazione di una fa bbrica di prodotti c himici in Romania211. Data l ' importanza del prodotto cons id era to anche per utili zzazione militare , la questione assumeva aspetti di un certo rilievo, confermati dall'int e re ssa mento in atto di Francia e Germania. Della Porta, che aveva avuto buone referenze su Da vid escu, ritenne opportuno indirizzarlo a Roma. alla Direzi one del Servizio c himi co militare.
L'I s pettorato tecnico dell'Esercito ro men o volle però conoscere un ·ampia serie di dati riguardanti la produzi o ne italiana di gas to ss ici. dal tipo dei gas stessi e dal procedimento di produ z ione, a ll e modalità dell ' in s tallazione degli impianti di produzione. al controllo del rendiment o ed ai cost i.
111 Ibidem . busta 16. 8 " lmpiamo di aggressivi chimici in Romania·· . Tenente Colonnello De lla Porta al Mini s tero della Guerra. n. 5148. Rbcrvat o . 8-2-1938.
Dati che molto probabilmente. malgrado l'initiale fervore di Della Porta, dovevano essere considerati di estrema riservatezza e non suscettibili quindi di essere divulgati. Tanto è vero che fu necessario attende re giugno per veder partire per l'Italia una Commissione romena composta dal Generale di Brigata Dumitru Petrovanu , Ispettore generale tecnico delrEsercito, e daJ Maggiore Alexandru Gheorghiu. La Commissione avrebbe dovuto conoscere la produzione italiana di .. materiali di difesa e offesa chimica.. (non coperti però dal segreto militare) per poi orientare la relativa progettazione in Rom a nia.
Non era tuttavia esclusa la possibilità che la Commissione s i occupasse anche di eventuali forniture di tali prodotti per l 'ese rcito romeno in atte a di disporre di un impianto autonomo naziona(em.
Al termine della missione romena. da parre italiana ve nne avanzata una s erie di offerte. Sollecitando il Mini stero della Guerra a inviare ufficialmente quanto promesso, Della Po11a ricordò che l ' offerta - corredata anche deli' indi cazio ne dei costi e delle modalità di pagamento e consegnaprevedeva l 'installazio ne di tre tipi di fabbriche, in grado di produrre, in 24 ore. rispettivamente mille kg di fosgene. mille/ du emila kg di yprite e 500 kg di ..clark r. con tutti gl i impianti ed i fabbricati necessari per i vari prodotti chi mici e la stessa formazione del per onale romenom .
Dopo l'invio di un 'offerta da parte dell'industria chimica "Saroni o'' di Melegnan o per l 'installazione di una fabbrica di gas da combattimento, l'Addetto Militare italiano tra smise, circa due mesi dopo, la richie sta dell ' Ispett orato tecnico-militare romeno di importanti informazioni complementari circa l'impianto dei singoli prodotti chimici e anche il istema dell'inserimento dei gas nelle bombe. Altre precisazioni furono sollecitate a proposi to della division e delle s pese tra impresa italiana e autorit à romene, delle retribuzioni al personale tecnico italiano, della formazione di quello romeno, dei termini di consegna degli apparati.
Fu altresì prospettata l 'ipotesi di una coope razione tra r industria italiana ed una società romena di costruzioni. La questione prioritaria per Della Porta era però sempre quella di rispondere con '·urge nza'' ai quesiti posti , frapporre i consueti indugi214.
Ibidem. Il Capo di Gabinelto del Ministero della Guerra al Ministero Affari Esteri ed al Gruppo ltalianoAnnamenti. n. 46485. Riserva10. 22-7-1938.
213 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta al Mini stero della Guerra. n. 595 l. Segreto. 19-8-1938.
214 Ibidem. Tenente Colonnello Della Porta a l della Guerra. n. 6212. Seg ret o, 1- 10 - 193 8
La necessità di una ..compartecipazione.. dell'industria italiana allo sviluppo in R omania della produzione dei ga. fu successivamente confermata anche dal Generale P e trovanu, il q uale fornì assicurazioni in mcrito a l fatto che il suo paes e non aveva rivolto ad a ltri Stati la ric hiesta fatta all' I talia.
L' intera quc tione non sembrò, tuttavia. fare molti passi avanti negli anni successivi. A tutto vantaggio. in particolare. degli emergent i interessi economici tede schi
A co nc lu sio ne del s uo mandato, il Te nent e Co lo nn e ll o Guglielm o De lla Porta aveva comunque assi tito ad un vero e proprio rilancio della produzione militare italiana in R omania. anche c con incertezze c he denunciavano la mancanza di una stra tegia complessiva e di una reale vo lontà politica nel costruire solidi rapporti in un settore che coinvolgeva direttamente gli interessi nazionali.
Della Porta aveva potut o acquis ire un inn egab il e prestigio ne l paese danubiano-balcanico. di cui aveva tracciato in vari s tudi il profilo dal punto di vista dell'efficienza militare (aveva potuto. tra l 'altro. a istere alle grandi manovre dell'esercito romeno), c una notevole esperienza nelle lunghe trattative per la vendita di materiali militari italiani. Esperienza c he ri schiò di vanificarsi quando per D ella P orta g iunse il mom ento di metter fine a ll a s ua perman enza a Bu carest.
Nominato g ià nell'aprile del 1937 Aiutante di Campo O norario di Re Vittorio Emanuelc2Is. D ella Porta si vide notifi care la conclusione del suo mandato di tre anni nel luglio de l 1938, ma il rimpatrio per esigenze di serviz io venne rimandato per due vo lte. prima al primo ottobre e poi, in maniera defin iti va, a l p rimo gen naio s uc cessivo. Il Tenente Colonnell o di Cavalleria Giuseppe Cosentini sa rebbe divenuto il suo successore216.
Un Promemoria per il Sottosegretario di Stato ricordò l'intensa attività del D ella Porta co n alcuni dati schemat ici ma significativim. L'Ad - detto Militare e Aeronautico aveva agevolato la conclusione di contratti di acquisto di materiale bellico per il valore di 80 milioni di lire e di 59 aerei il cui valore era di alcune decine di milioni. Della Porta aveva inoltre agevolato più volte "prese di contatto" con organisnù romeni incaricati di acquisti ali' estero.
215 Ibidem. busta 12, sottofasc. 2. Bucarest , "Prati<he personali di Addetti e re/a· ri, mar:_o 1937-se ttembre 1938 ". Ufficio Generali del Gabinetto del Ministero dcll<l Guerra. aJ Servi zio Informazioni Militari. n 407. 3-4-1937.
216 Ibidem. so nofasc. l. Bucarest, "Nomine e sosriw:.ioni Addeui Militari. luKiiO 1938 -mar:_o 1939", Colonnello Cotronei. Capo Ufficio Segreteria dello Stato Maggiore. alla Direzione Generale Ufficiali in Servizio Pennanent e - della Guerra. n. 7408/ 5193/ P. 15 - 11 -1938.
117 Ibidem, Ministero della Guerra. Comando del Corpo di Stato Maggiore - S.l.M .. "Promemoria·· per il Sottosegretario di Sta w. 17-11- l 938.
Pochi giorni prima della redazione del Promemoria una missione italiana aveva concluso accordi per forniture di materiale bellico terre s tre , aeronautico e navale per altri due miliardi di lire circa
L' elogio del Della Porta fu l'occasione, però, anche per definire meglio i compiti futuri de li" Addetto Militare italiano in relazione a un ruolo che contemplava necessa1iamente, ormai, anche una importante funzione economica: quelli di "seguire lo sviluppo delle trattative", "facilitare eventuali contatti di tecnici e di conunissioni", "i nformare il Serv izio Informazioni Militari".
Lo stesso S.l.M. prospettò , anzi, la possibilità di mantenere il Della Porta a Bucarest per altri due - tre mesi, oppure di far entrare alla data prevista il Tenente Colonnello Cosentini nelle sue funzioni, affiancandogli Della Porta per qualche tempo con il compito di seguire le trattative in qualità di consigliere, la stessa funzione, in fondo, che il Colonnello romeno Skeletti svolgeva a Roma presso l'Addetto Militare di Bucarest.
Alla fine fu scelta la prima soluzione e Della Porta cessò effettivamente dalla sua carica il primo marzo 1939 per essere trasferito al Comando della 132° divisione corazzata2J8. Successivamente, però, la sua preziosa esperienza avrebbe indotto ad affiancarlo a l rappresentante diplomatico italiano in qualità di consulente economico-commerciale.
La prova del prezioso contributo di Della Porta nel campo delle relazioni militari italo -romene la fornì lo stesso Re di Romania Caro! TT , il quale volle trattenere l'ufficiale a colazione il giorno prima della s ua partenza, ''fatto che esce dall 'abituale, poichè nessuna altro addetto militare partente ha avuto un simile trattamento" e "atto del tutto eccezionale"2l 9 •
218 Ibidem, Pariani. Sottosegretario di Stato - Ministero della Guerra allo Stato Maggiore . n. 10833, L4-2 - 1939.
2l9 Ibidem, Tenente Colonnello Cosentini al Ministero della Gue1Ta. n. 8 1-3-1939: Mi ni stero della Gue1Ta, Comando del Corpo di Stato Maggiore- S.l.M .. ·· Promemoria per S.E. il Sottosegretario". 10-3-1939.
4.6 Le forniture di materiale aeronautico e navale italiano alla Romania n Mini stro romeno dell ' Aria, Nicolae Caramfil, infatti , si lamentò con Dell a Porta a proposito del rifiuto italiano di vendere la licenza di fa bbricazione dei velivoli (secondo i programmi di Bucarest, la Romania sarebbe stata in grado di produrre gli aerei a pa1tire dall938). La protesta di Cararnfil prendeva le mosse da un primo atteggiamento favorevole da parte italiana, espresso in precedenza al Generale Stoicescu, inviato a Roma, e dal fatto che le questioni finanziarie sembravano essere state risolte.
Settori determinanti per la difesa romena furono anche quello aeronautico e quello navale. Le poche industrie aeronautiche esistenti nel Paese avevano prodotto negli anni Venti e ali' inizio dei Trenta pochi velivoli, di tipo prevalentemente francese, su licen za di costruzione. L'unico impianto di assemblaggio motori di un certo rilievo industriale si trovava a Bra§ov.
La Francia conservò in Romania un ruolo determinante nella vendita di aerei e di motori per aerei, soprattutto nella seconda metà degli anni Trenta. ma nel 1926 anche l'Italia aveva iniziato forniture significative vendendo alla Romania uno stock di dodici prestigiosi aerei da ricognizione, i ··savoia Marchetti 59".
Una grande occasione per il rilancio del settore aeronautico romeno si verificò nel I 935, quando la Romania prese la decisione di sviluppare un'industria autosufficiente di costruzioni aeronautiche. Sarebbe stato, però , un processo lungo e costoso, caratterizzato anche da un ruolo eccessivo della presenza statale che talvolta soffocava l'abilità delle piccole industrie.
In realtà, l'Italia sembrò partire sfavorita a causa del sorgere di un motivo di co ntrasto relativo alla fornitura degli stessi aerei "Savoia-Marchetti".
Eguale rammarico Caramfil dimostrò al Mini stro italiano Ugo Sola, il quale, pur dicendosi all'oscuro della questione , sottolineò all' in terlocutore che si sarebbe dovuto in ogni caso pensare prima all'acquisto di aerei dall'Italia e solo in un seco nd o momento prendere in considerazione la produzione in loco s u licenza; produzione che in ogni caso necessitava di strutture adatte220 .
Si ce rcò comu nque di superare l 'os tacolo con l'arrivo in Romania del - l'ingegner Capè della SIAI: a lui Caramfil rivolse dj nuovo la 1ichiesta per l'acqui todi 24 aerei ··savoia 79 ... a condizione che con la cessione dell'ultimo velivolo- non più tardi dell·ottobre 1937- il Go verno italiano acconsenti ss e anche alla cessione del brevetto di fabbricazione. li 25 maggio 1937 Bucare . t, nell'ottica di una maggiore divers ificazio ne delle fonti di approvvigionamento per l'Aeronautica militare. ordinò 24 bombardieri bimotori "Savoia Marcheni 798 .. all'Italia. Si trattava di un velivo lo per operazioni di livello più complesso che nella sua versione di trimotore aveva dato ottima pro va di sè nel corso della guerra civile spagno la: fatto che generò ovviamente ulteriore ammirazione per l'efficienza dello strumento militare italiano (semb ra tuttavia che le prestazioni del bimotore non fo ssero esaltanti quando la R omania e ntrò in guerra nel 1941 ) .
220 Ibidem. busta 3. fase A l, cit., Tene nte Colonnello Della Porta al Ministero dell. Aeronautica e al Ministero della Guerra. n. 3463. Segreto. 5-l2- 1936.
Anche per l'acquisto di 20.000 bombe di aereo Caramfil chiese la possibilità di poterle fabbricare successivamente anche in Romania.
Il problema che Della Porta mise in rilievo in questa occasione non poteva essere che la presenza se mpre più rilevante della Germania ne lla vendita di armamenti alla R omania. Si parlava già, ad esempio, di un contratto per l' acquis to di 24 bimotori da bombardamento e dell ' offerta di aerei "Dornier 17 " e "Junker 84" a prezzi molto vantaggiosi22 1.
Una realtà, quella della concorrenza tedesca, con cui l'industria militare italiana avrebbe dovuto sempre più fare i conti, mentre cerca va di dest reg giarsi tra richieste di velivoli e richieste di licenze di produLione.
Fin o al 1936. comunque, la Romania ordinò altri 14 aerei da ricognizione "S M 62bis'', sette "S M 55" armati di torpedini e 6 vel ivoli "SM 56'' da addestramento222.
Nel maggio 1938 venne inoltrata una richiesta per la produzione s u licenza di altri 36 "S M 79B", co n l 'i ntento di far appo1tare dall'indu s tria aeronautica le modifiche necessarie per restituire le capac ità originali del trimotore. Tuttavia, questo processo si rivelò alquanto complicato e lungo , tanto che nel 1939 fu deci so di co truire una va riante potenziata del Savoia Marc he tti costruita in Romania e dotata di motori tedeschi " Jumo ...
Si ottenne così un nuovo bombardiere denominato "JRS 798'·. Poichè ne l 1940 anche questo tipo di aereo si rivel ò tr oppo costoso, venne fatto allora costruire direttamente in Italia e fu conosciuto come "JIS 79B" in
:221 Ibidem . Tenente Colonnell o Della Porta al Ministero dcii" Aeronautica e al Ministero della Guerra, n. 438/A, 17- 12- 1936.
222 Axwo rthy, o p . c it., p. 276.
Romania e SM 79JR in Impiego e successive varianti del velivolo si ebbero però !)Olo negli anni del secondo conflitto mondiale.
Nel gennaio del 1938 l'Aeronautica romena ordinò all' Italia anche 30 aerei .. Nardi FN 305 TV ", per addestramento al combattimento. Anche per successiva mente, alla luce della loro ottima prova, ve nne chiesta la licenza per la produlione eli loro varianti in R omania 224 .
Un momento di rilancio delle trattative per forniture di aerei italiani si eb be nel marzo 1938. quando il Generale di squadra aerea Negrescu, Addetto del Ministero cieli' Aria e Marina. precisò a Della Porta i modelli aerei che la R omania avrebbe voluto acquistare: IO trimotori ··savoia-Marcheni , l O o forse 20 ··Caproni 310 , 3 '' Breda Ncgrescu vi aggiunse i 'Nardi F.N. 305" che il Governo romeno si auspicava di rice vere nel maggio -giugno dello s te sso anno . La cessione degli ··sM 79'' venne purtroppo funestata dalla caduta durante il sorvolo della Croazia di uno di due velivo li c he facevano parte della pattita venduta c che stavano portandosi a Bu carest.
All'inizio del me se di luglio. Della Porta fu informato da Teodorescu delle decisioni romene: un ordinativo complessivo per non meno di 200 milioni di lei. l'acquisto dei IO ··caproni e dei IO "Savoia Marcheui"" con relative licenze di costruzione e l'acquisto di bombe da 2 kg. Era ancora in discussione a Bu carest solo l'acquisto dei motori per aereo ' ·PVIl C.l6'". '·P Xl R.C. 40" e .. Alfa 126 RC 34".
Il Comandante dell e forze ae ree romen e, Genera le Stoicescu, confermò s ucce ssivamente a li ' Addetto Militare italiano - dopo la visita del Sottoseg retario di Stato de l Ministero deJJ' Aeronautica. Generale Giuseppe Valle- gli ord in ativi fatti, pur rilevando l'ecce ssivo prezzo per la licenza di fabbricazione degli ''SM 79 , che rendeva più conveniente, dato il basso numero di velivoli necessario, acquistarli direttamente in Italia
Per quanto riguarda va i motori per aereo richie ti la Romania sembrava orientata per l 'acquisto più conveniente in Gran Bretagna e in America, ma a ottobre Negrcscu co nfermò che la Romania voleva comprare 125 motori Alfa Romeo , insistendo perchè l ' Italia riducesse i prezzi (225.000 lire per ogni motore). Della Porta accompagnò il rappresentan -
:m Ibidem. p. 267.
Ibidem. pp. 274 c 276.
AUSSME. Fondo H -3 te del Ministero dell'Aeronautica italiano. l'ingegncr Maffei. dai Generali ·cgrescu e Stoicescu. mentre. a causa di contrasti interni romeni. non riuscì a condurlo dal Ministro dell'Aria e della Marin a. Generale Teodorescu: un consigliere di quest'ultimo. il Tenente Colonnello Gudju. non era stato informato dell'affare. e rivendicava quindi il s uo ruolo nella gestione d eli' affare. E se Gudju riuscì a "sobillare" Teodorescu sulla delicata questione dei prezzi d ei motori, per i quali Maffei non intendeva ridurre più di 5000 lire a unità. la concorrenza tedesca puntualmente presentava offerte migliori 226. ibidem. Tenente Colonnello Della Pona al Ministero delr Aeronautica ed al Ministero della Guerra. n. 131!0/ A. 15-10- 1938.
16. fase. lO ··Forniwre di materiale aeronautico alla Romania". Tenente Colonnello Della Porta al Mini stero de li" Aeronautica e al Ministero della Guerra. n. 125/ a. 22-3-1938.
La visita a Bucarest nel g iugno dell938 del Sottosegretario di Stato, Generale Valle. contribuì ad accrescere l'imporrann delle forniture aeronautiche italiane e a far concludere l'accordo.
Nella relazione di Valle. redatta al termine della vis ita e fatta avere poi al Capo del Governo. s i affermava che la visita aveva voluto assumere il se nso non tanto o non solo di una "pressione" sul Governo romeno perchè ratificasse gli accordi commerciali avviati in Italia nel novembre precede nte, quanto di uno "scambio di cortesie" tra le due aviazioni217.
Per l'occasione. anzi. venne consegnato a Re Carol il distintivo italiano di pilota mandatogli per. ona lmente da Mu sso lini. L'atmosfera di reciproca simpatia che ne derivò favorì poi. per iniziativa degli stessi romeni. la conclusione positiva degli accordi relativi all'acquisto dei dieci trimotori "SM 79". di dicci "Caproni 310". con le relative parti di ricambio e l 'avv io di trattative anche per l'acquisto di hangars e bombe per aereo.
Si era trattato. a detta di Valle, di un "netto voltafaccia della tendenza francofila" del Mini stro Tc odorescu e Valle ebbe la se nsazio ne che la Romania volesse avvicinarsi all'ltalia, cercando di sganciar i dalla ancora forte protezione france c c cecoslovacca. La rinascita industriale romena si collocava in questo conte to. accompagnata da un momento favorevole per quanto riguardava la situazione economica e la produzione agricola.
Valle poi visitò la base di due reggimenti di aviazione e due officine aeronautiche, di cui una situata nelle zone petrolifere co n gli impianti di raffinazione, assistendo inoltre a varie manifestazioni militari e intrattenendosi più volte a colloquio con Re Caro!.
Ibidem. fase. 25 di S.E. Valle in Romania Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra. n. 1240/A. 4-7-1938, con annc;.sa Relazione di Valle.
Per il Sottosegretario un 'opera di penetrazione industriale da parte dell'Italia avrebbe potuto assicurare al Paese, in cambio della sua esperienza tecnica, le preziose materie prime romene, parere dello stesso monarca.
Li velli più alti di penetrazione economica dovevano essere cercati con il "massimo tatto", senza so llevare sospetti nei francesi e nei cecoslovacchi, i quali già vedevano la presenza in Romania come una seconda linea di difesa in caso di eventuale conflitto con la Germania, e senza urtare la sens ibilità nazionale dello stesso popolo romeno che, al di là delle origini latine, Valle definì in verità un po' troppo brutalmente "sempre essenzialmente balcanico e perciò corrotto e vanaglorioso''.
Valle esaminò attentamente lo stato dell'Aeronautica romena, ancora "allo stato di infanzia": i circa 150 aerei da caccia. ricognizione e bombardamento provenivano da quattro nazioni diverse e lo stesso Re Carol richiese al Sottosegretario italiano- che propose tra l'altro uno scambio di vis ite fra la squad riglia di alta acrobazia italiana e una squadriglia romena -l'invio di un ufficiale istruttore per i ve l ivoli da caccia.
L'Addetto Militare da parte sua era convinto che bisognasse far presto per raggiungere gli obiettivi che si s tavano sc hiudendo. Della Porta sapeva bene come la fiducia della Romania nella politica della Società delle Nazioni e nelle sue possibilità di garantire la stabilità internazionale fosse ormai agli sgoccioli: Bucarest riteneva un eventuale conflitto europeo molto probabile e intendeva provvedere al più presto al s uo riarmo.
Per questo voleva risolvere "in modo totalitario" il problema del l 'aviazione militare; ma partiva praticamente da zero. Ad esempio, l' industria più forte del settore aeronautico, la I.A.R. di Bra§ov, non era in grado di reggere il paragone con altre simili strutture straniere.
Al contrario di quanto aveva fatto fino ad allora l'Italia, la Germania , ben conoscendo questo problema romeno , aveva inviato un "esercito" di rappresentanti della sua industria aeronautica co n l'obiettivo dì raggiungere la compartecipazione di questo importantissimo settore con quello di Bucarest.
La conseguente maggiore arrendevolezza tedesca alle richieste romene , corredata da proposte assai vantaggiose per Bucarest, con forme di pagamenti a lunga scadenza e consegna de i materiali a brevissimo tennine , portò Della Porta a chiedersi, s ia pur con molta umiltà, come poteva conciliarsi tutto ciò con la cooperazione poli ti ca tra Roma e Berlino.
Del "completo asse nteismo" da parte italiana erano primi i romeni a lam e ntarsi, riconoscendo una certa superiorità dell 'in dustria aviatoria ita - liana c non volendo cadere sotto il giogo economico tedesco. Del resto, nè la Legazione. né I'Addeno Militare potevano metter i a combattere da soli gli industriali tedeschi: erano le industrie italiane a dover essere maggiormente presenti per contrastare questa '·invasione teutonica ... agendo sub ito. senza perdere tempo: con questo Della Porta intendeva riferirsi ad un intervento ''politico·· presso lo stesso sovrano romeno, 1· "unico il quale decide e al quale tutti obhecliscono"22&. nx Ibidem. fase. IO. ci t Tenente Colonnello Della Pona al M mi,tcro dclr Aeronauti ca ed al Ministero della Guerra. n. 138 11A 14- 10-1938.
L'allarme di Della Porta non era mai stato così ci rcos tanziato. Ricordando in un lungo colloquio con il Generale Te oùo rc eu come il Sottoseg retario Valle fosse stato fra i primi a mostrarsi interessato a dare nuovo slancio alla pre enza aeronautica italiana in Romania. ebbe la sod disfazione almeno. di sent ir confermare dal suo interlocutore il desiderio romeno di fare affari con l'Italia, come voleva ''tutta l'opinione pubblica romena''.
11 Generale romeno rilevò, anzi, l 'i mportanza della ·'battaglia., che si stava combattendo nel suo paese, ma sollecitò una maggiore disponibilità ad abbassare i prez z i dei motori, che la Germania offriva a "prezzi irrisori", e ad inviare materiali aviatori italiani. Teodorescu manifestò inoltre r intenzione di parlare direttamente con il R e- una mossa che avrebbe certo condizionato gli orientamenti nel settore- circa l'invio in Italia di una Commi ssione aeronautica.
Da queste iniziative c dai ri sul tati della Commissione Giannini, che stava esplorando nuove forme di penetrazione nel mercato danubiano, sarebbe dipeso il futuro del vo lum e ùi acquisti da fare in Italia.
Dopo un preciso intervento scr itt o di D ella Porta per una compartecipazione romena all'industria aeronautica italiana, sub it o accolta con entusiasmo dal Generale Teodorescu, le offerte tedesche sembra rono per il momento ridimen sionarsi. L'idea era di far produrre dali 'Italia in una fabbrica romena (la I.A.R. o altre) 2000 aerei in tre anni. con l'apporto di tecnici e materiali.
La Romania avrebbe pagato un miliardo di Ici all'anno. offrendo come garanzia i Buoni del Tesoro romeno (in lire), a loro volta garantiti dalla Banca Nazionale. Sarebbero sta ti dunque acquistati I O "Ca proni". 100 motori ·'Alfa R omeo··, 40 motori "Piaggio", 100.000 bombe di aereo, 40 avio rimesse montabili. te la per palloni per 40 milioni di lei. infine tela per aviorimesse per 100 milioni di lei.
L'Addetto Militare italiano chiese infine c he il Consorzio esportazioni aero nauti che fonnula s e un'offe rta in modo da prevedere il pagamento in non più di due an ni!19. Forte di questo successo. Della Porta continuò a sorvegliare le tede sche che non tardarono a puntare su un altro obiettivo: ve rso la fin e del 1938 s i appre c c he la ' ·Junker" stava trattando con la fabbrica aeronautica '·Malaxa" la costruzione di un'industria di di mate ri a le aeronautico a ( Re Carol avrebbe acce ttato la propos ta ne l co r o del s uo co ll oqui o co n Hitl e r) . Il Generale Teodorescu non vedeva di buon occhio questo impegno del sov rano e formulò a Della Port a l'ipote s i di una fornitura di materiali e pe rso nale italiani per la co truzionc di ben 2000 vel ivoli in R oman ia 2JO.
Riassumendo pochi giorni dopo lo stato dcUc trattative (svo lte si ·'i11 1m'atmosjera di pe1je11a amici':;ia"), Della Porta puntualizzò la vo lontà ro me na di mantenere g li impeg ni per gli acquisti delineati durante la miss ione di Valle, non ché di acq ui stare la licenza per itri motori " Savoia Marc hetti ", anche se in minor numero rispetto al previ s to, c un ce rto numero di idrovolanti '·Cant Z -50 1" , nella s peranza di o tten ere un abbassamento dci prezzi indicati nella prima o fferta del Con so rzi o B 1•
L' "atmos fe ra di amic izia " venne a que to punt o corredata anche dalla decisione italiana di confe rire ai G e nerali Teodore sc u. Negre e u e Stoicescu ·'breve tti di volo " , c he furono consegnati l' 8 dicembre 1938, con un a s peciale cerimonia c ui s i vo ll e dare ampi o ri sa lto dal Ministro d 'Italia Ugo Sola e dallo ste sso De lla Portam .
Ali' ini z io dell939 Teo dorescu e egresc u comunicarono a Della Porta la decisione ufficial e romena per l'acquisto di dicc i idrovolanti "Cant fase. l. "M11cellanea " .Tenente Colonnello Della Pona al Ministero dell'Aeronautica. n.I475 / A. 8-12 - 1938: Comando del C orpo di Stato Maggiore - S.l.M.M inistcro della Guerra, .. Promemoria per S.E. il ... 16- 12-1938. ln questa occasione fu affrontato anche il problema della cooperazione nell'industria naval e e Teodorescu auspicò la co llabor azione fra i cantieri italiani e quello romeno di Galati, in modo da far "mon tare " almeno una minima parte delle navi co mprese nel programma navale , mentre altre navi co mplete di vario tipo avrebbe ro dovuto giungere nel paese a scopi di addestramento234.
Z-50 l' ', cinque moto ri d i ri crva ·'J orta Fra chini Asso R 2 C 15" con pezz i di ricambio se i "cellu le' ' trimotori del tipo ''SM 79' ' per motori " K 14" della IAR romena. tre motori "Alfa R o meo 126 re 34'' e altri materiali aeronautici. l romeni di sse ro anche di ave r dato le prim e d i posizioni in merito a lla costruzion e dei ·'SM 79" s u licenza , acqui . endo li peraltro nell 'asse tto di trimotori e non più di bimotori come previsto in prece denza.
229 Ibidem, Te ne nte Co lonnello Della Porta al Mini ste rQ de ll 'Aeronau t ica e d al Ministero della Gu erra . n. l 529/ A. 24 - t2 -1 938 .
230 Ib idem bu sta 16. fase. 33. cir Tenente C olonnello Della Porta al Ministero dell' Aeronautica. n . 1478/A. 9-12-1938.
Ibidem Tenente Colonnello Della Porta al Mini stero dell'Aeronautica. n. 1493/ A. l 5-12-1938.
Un rappresentante del ..Consorzio italiano esportazioni aeronautiche" avrebbe dovuto mettersi in contatto con la controparte romena per la redaLione finale del contratto m .
Su questo invito torn ò a insistere - soprattutto in merito alla produz ione degli "SM 79'' - l'Addetto Militare italiano.
La compartecipazione dcii' indu st ria aeronauti ca italiana ali' attività della IAR romena fu. infatti , al centro di un incontro a tre, fra Della Porta, Teodorescu ed il Ministro italiano in R omania. Pellegr ino Ghigi. Si trattava di una questione importante e decisiva per la cooperazione negli anni futuri, anche perchè la concorrenza dell'industria tedesca era divenuta ormai molto forte. Della Porta garantì da parte italiana anche una certa agevolazione sul piano dei trasporti.
Successivamente a que ta interessante stagione di trattative, la vicenda dei SM 79'' ebbe purtroppo dci ri volti meno positivi per l'Italia rispetto alle aspettative. poichè i motori romeni in stallati fornirono una prova non brillante, tanto che da parte romena s i pen sò successivamente di passa re a i motori tedeschi "Junker" .
La cooperazione aeronautica italiana con la Romani a fu condizionata inevitabilmente dall'andamento della po li tica estera italiana. a causa dei rapporti che ! "I talia manteneva c consolidava con l'Ungheria, visti da Buc arest con una costante preoccupazione. I nfatti, nell"ottobre 1938 era noto a Roma che il servizio segreto romeno aveva rac co lt o una serie di informazioni riguardanti forme di assistenza militare fornite da Roma a Budapest. E sse avrebbero riguardato non solo frequenti e massiccie spedizioni di materiale bellico. autoveicoli, munizioni, maschere antigas. materiale chimico , ma anche 226 aerei da caccia. co n proiett ili per mitragliatrici e bombe da aereo. L'Aeronautica avrebbe ino ltre inviato pilo- ti e altro personale in Ungheria, mentre numero si allievi piloti sare bbero giunti aJJ'aeroporto di Grottaglie, in Puglia, per seguirvi un corso di istruzione235.
133 Ibidem . busta 24. fase. 7 ··Fomiwre aeronawiche alla Romania ··. Generali Teoe Negreseu al Tenente Colonnello Della Porta. n 21770. :ì-1- 1W.
H-1 Ibidem . Tenente Colonnello Della Porta al Mini stero dcii" Aeronautica ed al Mini s tero della Guerra. n. 1586/ A. 31- l - 1939.
Anche nel se ttore navale l'Italia ebbe occasione, certo non meno vali da, di essere presente in Romania con le s ue forniture militari, pur essendo evidente un minore dinamismo imputabile peraltro al ruolo assegnato da Bucarest alle sue forze navali. Inoltre , data la particolare impostazione data alla difesa marittima romena, basata più sul pattugliamento e la difesa cost iera, è sul piccolo cabotaggio che questa presenza si fece valere.
D ella Porta, nel maggio del 1938. dopo aver seguito da qualche tempo la vicenda di una fornitura di "Mas" e di scialuppe da guerra alla Romania , salutò con soddisfazione la conclusione dell'accordo tra il Ministero de H' Aria e Marina romeno e i Cantieri "Baglietto" di Varazze, per l'invio di due scialuppe a grande velocità (35 nodi orari), per un valore di 480.000 lire, con un pagamento effettuato in due tranche, di cui la seconda - c irca 1'80% del prezzo complessivo -resa possibile con una apertura di credito presso la Banca del Credito Italiano236 .
In un'ottica complessiva era evidente come anche nel caso delle forniture navali fosse la Romania a manifestare l'i nteresse più vivo nei confronti dei prodotti italiani.
Quando all'inizio di novembre il Comandante delle forze navali romene, Ammiraglio Barbuneanu, convocò Della Porta al Comando della Marina, alla presenza de] Capo di Stato Maggiore, Ammiraglio Kozlinski, gli comunicò l'intenzione di visitare cantier i e stabilimenti della Marina italiana subito dopo la visita programmata in Germania alla metà del mese; in particolare, cantieri e officine di Trieste, Monfalcone, Genova, Marina di Pisa. Firenze e Roma237. Quella di Barbuneanu non si profilava certo come una visita di routine: era intenzione dello stesso Ministro della Difesa. Teodorescu, di avviare la prima parte del programma navale della Romania con una massiccia campagna di acquisti in Italia. Bu- carest voleva in effetti acqui tare 4 Ma s, 4 posa min c da 400 tonnellate, 3 onomarin i da 600 tonne ll ate. 4 caccia torpediniere da 1300-1400 tonnellate e bombe anti ommcrgibili, ma gl i ufficiali romeni avrebbero voluto vedere di persona un esemp la re di og ni c ategori a richiesta e . e ve ne era l" occas ione , assi s tere a ddirittura a delle pro ve in mare.
235 Ib idem, fase . l. cit., Colonnello Trip icci one, Comando del Corpo di Stato Maggiore - S.l.M. - della Guerra al Gabinetto del Ministero. n. 7/ 5045. Segreto. Urgente, 14-1 0 -19 38.
236 Jbide m busta 16, fase. 19, ''Forniwre navali alla Romania" , Tenente Colonne ll o Della Porta al Ministero della Guerra. n. 5623. Segreto. 19-5 - 1938 .
237 Ibidem, Tenente Colonnello Della Porta al Ministero della Guerra, n. 1412/A, 111 - 1938.
L a preferenza d eg li intc rlocutori di Della Porta per l ' Italia era ben chiara: "andiamo in G erm ania ma saremmo f e lic iss imi di poter concludere c on Italia ". E s i tratt ava di forniture per più di due miliardi di lei. A nche in questo caso, però. tale impre v is ta disponibilità ro mena a preferire alla già dila gante offe rta tede. ca prodotti italiani e ra co ndiz ionata ad una erie di garanzie: la loro rapida fornitu r a e la possibilità di effettuare pagamenti rateali in o n o o dieci anni. S otto que to profilo. i romeni non faceva no mistero del fall o c he la Germania offriva in rea ltà co ndizioni più vantaggiose.
La proposta romena non s i fermava qui; puntava infatti anche ad un a forma di co llabor azione e di co mpartecipa z ion e itali ana ai can tieri romeni di GalaJi: ad esem pi o, navi ro mene avrebbero potuto essere costruite in Italia in parte o, nel caso dei Ma s, interamente.
Pote nzialmente , in omma. si trattava di un g ra nd e affare da stu diare in dettaglio, il cu i impulso o ri gina ri o si d oveva ricercare ancora una volta nella volontà dello . tesso Re Caro!.
Men tre quattro motonavi o rdinate dalla R omania, della s tazza complessiva di 5000 tonnellate, e rano in costruz ion e ne i ca nti e ri di Palermo , Tcodoresc u chiamò ancora De lla Porta il 22 gennaio l 939 , comun icandog li di aver di s cusso il programma militare naval e co n il R e il quale era cos ì in possesso di tutti g li e lementi informativi ne cessa ri, pervenutigli alrindomani del rito rn o dell'Ammiraglio Barbuneanu dalr lt alia218.
La co muni caz ion e di Teodorescu non pote va es e re più soddi sfacente: R e Ca ro l aveva deciso infatti c he tutto il programma navale ro meno (due miliardi di Ici, co rri spo nd e nti a 300 milioni di lire) avrebbe dovut o essere affidato ali" Italia.
Prima. però. occorreva che il Governo italiano dicesse come avrebbe vo lu to far effettuare il pa game nto (rateazione di se i anni), se e ra possibile fare prezzi unitari non troppo alti (quelli indicati a Barbuneanu in Italia e rano di fatto superiori a quelli offerti dalla Germania ) e avviare senza indugio i contratti. conducendo i negoziati so lo attraverso l ' Addetto
Militare italiano a Bucarest e con L' es clus ione quindi di qualsiasi altro intermediario.
Della Porta, in attesa della proposta ufficiale scritta, avrebbe dovuto informare subito il suo Governo , per abbreviare i tempi. Teodorescu concluse manife s tando apertamente la speranza che fosse l'Italia la potenza guida per Bucarest in quel momento difficile. Egli e il sovrano sa rebbero stati "veramente addolorati'' se fossero stati costretti - per motivi d i economia e di mancata rapidità dei tempi - a rivolgersi alla Germania per le forniture aeree e navali: anche perchè di quelle avute fino ad allora dall'Italia il Governo romeno s i manifestava 'soddisfattissimo''.
All'inizio di febbraio, infine, Teodorescu consegnò a Della Porta una lettera ufficiale del s uo Ministero indirizzata al Ministero della Marina italiano che sanciva la decisione di Bucarest di far costruire in Italia 4 cacciatorpediniere, 4 dragamine, 4 Mas fluviali e un Mas "rapido ' ', nonché di far ripristinare , sempre in Italia, 4 cacciatorpediniere già in dotazione alla Marina romena. il " Re Ferdinando", la ''Regina Maria" , il " Mara§ti" ed il "Marase§ti"2".ì9.
Le condizioni che accompagnavano la richiesta romena contemplavano la cooperazione dei cantieri italiani con quello di Galaii, il trasconere di non più di due anni e mezzo per la realizzazione. il "prestito" eventuale di due cacciatorpediniere e di un Mas già costruiti per poter addestrare il perso nale romeno. l'assenza di intermediari per la questione prezzi: seguiva la definizione delle caratteristiche principali che avrebbero dovuto ave re le singole categor ie di navi.
Pur non svolgendo più le funzioni di Addetto Militare e Aeronautico, Della Porta continuò nei mesi successivi a interessarsi della fornitura nava le alla Romania , non senza la preoccupazione di veder fallire la trattativa per problemi che invece avrebbero potuto essere facilmente superati e soprattutto per mancanza di volontà politica.
Come rilevò nel luglio del l 939 scrivendo dalla Legazione italiana a Bucarest240, il suo era un interessamento dovuto, causato essenzialmente dal persistente problema dei prezzi. Le trattative avevano subìto una sospensione nel corso della prima metà del 1939 da parte dei Cantieri italiani interessati, poichè questi ultimi volevano che le questioni dei prez- zie della collaborazione con i cantieri romeni fossero d'intesa con il Ministero della Marina italiano.
2 - 1939.
240 Ibidem, Tene nte Co lo nn ello Della Porta al Ministero della Guerra. n. 1814. 30 -71939.
La vicenda aveva subìto un rallentamento dopo che il Generale D ondona. del Genio Navale. aveva inviato una lettera all'Ammiraglio Barbuneanu, definendo in 38 milioni di lire il prezzo di vendita di un cacciatorpediniere, pur anticipando una possibi le variazione di prezzo . essendo questo una variabi le dipendente da mo ltep l ici fallori (condizioni di pagamento, divisione del lavoro tra industrie romene c italiane, trasporto delle navi).
In realtà. Il Ministero degli Scambi e Valute aveva previsto un prezzo molto più elevato - 65 milioni- mentre i Cantieri lo facevano sa lire a 70: una differenza enorme che chiaramente in imbarazzo Della Porta, costretto a dare chiarimenti ai romeni.
Spostatosi il confronto ai contatti diretti tra i due Ministeri della Marina, il ruolo chiave tornarono ad assumerlo i Cantieri ital iani . e, per quanto riguardava la forma della collaborazione con quelli romeni di Galati per la costruzione di dragamine e Mas, il panorama per fortuna sembrò sc hiarirsi: dall'Italia sarebbero infatti venuti progelli. disegni, macchinari e armamenti, oltre all'assistenza tecnica. assolutamente necessaria per l'a' vio di qualunque iniziativa di costruzione.
Della Porta cercò di facilitare per di più la redazione del contratto . ottenendo che la durata del pagamento fosse fissata in 7 anni invece che in 6, con pagamenti scmcstrali c non annuali.
La faccenda dei prezzi dci cacciatorpe diniere continuò ancora per un po' a mettere a repentagl io l'accordo. D ella Porta che la Marina romena aveva stanziato per le 4 navi la somma di un miliardo e mezzo di lei, oltre la quale non era pensabile di andare, se l' I talia era veramente intenzionata ad avere la commessa. La questione dell'articolazione dei prezzi in base ai costi di,cntò un terreno complesso -,ul quale Della Porta non aveva intent.ione di inoltrarsi. dichiarando onestamente di non avere la competenza necessaria (''entrano in giuoco elememi che io non coJlOsco"), datracquisto delle materie prime all'estero. alla disponibilità dei Cantieri italiani. E lementi che avrebbero dovuto in effetti vedere l'intervento di altre competenze tecniche.
Qualsiasi decisione avessero preso i Ministeri interessati, il problema chiave per l'ex Addetto Militare era sempre quello di ·•far presto'·, di non lasciare che lungaggini burocratiche e complessità finanziarie portassero al fallimento una iniziativa che aveva avuto l'a vallo ini;iale di reltamente dal Re di Romania c che rappresentava un· ulteriore grande opportunità per l'indu stria italiana per ottenere finalmente una pre se nza stabile in Romania.
In conclusione. c s i considerava complessivamente l 'es perienza delle forniture militari italiane era difficile sfuggire alla sensazione c he pers istesse una generale difficoltà da parte italiana di considerare quello romeno un mercato di gra nde importanza.
La crisi politica e militare della Romania alla vigilia del secondo conflitto mondiale
5.1 La situazione politica , economica e militare della R omania nelle vaLuta zio ni militari italiane
I rapporti politico-diplomatici tra l ' Italia e la Romania su l finire degli anni Trenta attraversarono una fase particolare all'insegna di una costante ricerca da patte di Bucarest di un rapporto più stretto con la politica italiana, di un molo di spicco da parte di Roma nell'area danubiano -balcanica, in grado di fronteggiare la crescente influ enza prima economica e poi politica della G e rmania hitleriana241 .
Un auspicio che, tuttavia, trovò sempre davanti formidabili ostacoli, individuabi li , per c itarne uno dei fondamentali, nella particolare attenzione politica ed economica che Mussolini continuava a riservare all 'Ungheria, princ ipale antagonista di Bucarest per il suo revis ionismo territotiale.
L' Italia, pur essendo consapevole del ridimensionamen to della prese nza francese nel paese, considerava la particolare s ituazione geopolitica della Romania troppo a rido sso della sfera di interessi dell 'U nion e Sovietica e nel quadro dei complessi rapporti con Mosca Mu sso lini non aveva intenzione di so ll evare una nuova causa d i attrito. Occorreva poi tener conto della inevitabile cont raddizione rappresentata dalla po liti ca di Bucarest- anche dopo l'allon tanamento di Titulescu- che ufficialmente fa-
24 1 Fra i molti studi relativi a lla crescente presenz a economica tedesca in Romania. ved. in particolare; Philipp e Marguerat. Le I!Je Reich e1 le pétmle roumain. Co ntribution à /'érude de la pénétration économique a/femande dans !es Ba!kans à la veilfe et au debw de la Seconde Guerre Mondiale. Ginevra. 1977: Jean Freymond. Le l/le Reich et la réorganisation économique de f'Europ e 1940-1942. Origines et proje cts . Ginevra, 1974. Vi ori ca Moisuc. The Ajlermarh o.f Hillerite German y jor Sei::.in8 Rumania s Economy, in ' Revue Roumaine des R elations l nte rn ationa les". 1971. Sulla posizione ro men a in generale nella politica internaz io nale degli anni T renta ved . in particolare, fra i num eros i contributi: Eliza Campus. Di n politica extemi1 a Romàniei , 1913-1947. Bucarest. 1980; Dov
B. Lungu. Romania and the Great Powers 1933-1940. Durham - Londra. 1989; Gheorghe
Za haria e Constant in Botoran, Politica de apèirare narionalii a Ronulniei in comextuf e uropean interbelic, 1919-1939. Bu carest. 1981: Freder ic C. Nanu. Politica extemii a Roméìniei /919 -1933. 1993: inoltre. il g ià citato Hitch in s pp. 443 -479 ceva ancora nel istcma di accordi della Picc ola Int esa con la Jug oslavia c la Cecoslovacchia uno dei suoi essenziali punti di riferimento. anche dopo reclissi politico- rrategica della Francia141.
L'interesse italiano nei Balcani, inoltre. era ancora incentrato sull'antagonismo con B elgrado, nonostante r intesa r aggiunta nel 1937. mentre la comparsa nell'area dal febbraio 1934 di un nu ovo s istema di accordi nell'ambito dell'Inte sa Balcanica. formata dalla Romania , dalla Jugoslavia, dalla Grecia c dalla Turchia, con evidenti finalità di difesa nei confronti del revisionismo bulgaro e di altre pressioni esterne, costituiva un altro fattore deterrente nei confronti di un impegno italiano. aturalmente la prudenza di R oma nel prendere iniziative era motivata poi dalla stessa esistenza dell'Asse e dalla progressiva intesa con B erli no sulla cena internazionaJe243.
Un complesso di fattori c he condiz ionava ovviamente anche gli studi e le valutazioni elaborale s ulla Romania e sulle sue re lazioni con l'Italia dalle autorità mi! itari ital ia ne , a pa1tire dai noti z iari e dai promemoria periodici redatti dali 'Ufficio del Capo di Stato Maggiore. Documen ti che, insieme ai rapporti dell'Addetto Militare e Aeronaurico a Bucarest, sirive lano fonti di c tremo interesse.
È un quadro. quello che essi presentano della Romania. che non permette di avere una vi ione sempre precisa c univoca, a pa rt ire dal vivace c con trovers o mondo politico romeno che continuava a suscitare molta diffidenza per la s u a instabilità e lasciava trapelare molto spesso elementi suscettibili di rafforzare la convinzione della s ua inaffidabilità.
Una delle analisi più complete sulla situazione politica e militare della R omania fu senz ·altro quella costituita da un lungo documento dello Stato Maggiore redatto all'inizio degli anni
Esso partiva da un rapido esame della politica interna ed estera e poneva in risalto la diffidenza. se non l'ostilità. manifestata nei confronti dell'Italia dalla Jeadership del partito liberale romeno, sopportata tradizionalmente dali 'attegg iamento della stampa. Il motivo principale consisteva naturalmente nella politica d'intesa di Roma con Budapest. L ' avve n to del partito nazional-contadino al potere non se mbrava aver portato mutamenti in questo contesto, sia negli ambienti di governo che nel! 'opinione pubblica, malgrado i ritua li apprezzamenti nei confronti dell 'Italia e qualche espressione di simpatia a livello di singole personalità.
242 Sulla cri!> i tle ll' innuc r17a francese nel bacino danuhi<mo-bak:anico resta val ido il contr ibuto di A. T. Komjathy. Tlre Crises of France's East Centrai European Dipfomacy. New York. 1976.
Sui rapporti itaio-romeni negli anni Trenta, vetl. t! i U. Ca ro l i. La Romania e il confliuo irafo-eriopico. cir .. c Un'intesa mancara. l rapporti tra Roma e Bucarest dal CO/l· fliuo i w/o-etiopico al conflitto europeo. 1937- 1939. In "Srudi Balcanici".Aui del VI Congresso internazionale AIESEE (Sotia. ' 5-9-1989). Roma. 1989. pp. 239-261.
244 AvSSME. Fondo 1-·t bu,ta l. 2. "Stra/cio delle nmi:ie riasJtmti,·e sulla similitare della Romania··. Il documento non porta altre o tlata. ma è del 1930-31.
Era comunque iniziato un periodo di "stasi" nei rapporti bilaterali, coesistente con La necessità da parte di Bucarest di mantenere in ogni caso i buoni rapporti con la Francia, gli alleat i della Piccola Intesa e la Polonia . Decis ione che non faceva certo presagire mutamenti nella politica estera del Paese. Una certa favorevole predisposizione ve rso l 'Italia era tuttavia riscontrabile negli ambienti militari, soprattu tt o sulla scia dei buoni rapporti in s tallati al tempo de l Governo del GeneraleAverescu, ma anche alloro interno- a causa del! 'a ppoggio italiano al r ev isioni s mo ungherese - non man cavano diffidenze nei confronti della politica danubiana del fascismo.
Tutto il mondo politico sembrava ancora vedere n e lla Francia !'"unico, vero amico" della R omania in campo internazionale e questa convinzione non mancava certo negl i ambienti militari . L'esercito romeno era s tato, d'altra parte, riorgani zzato proprio da una missione militare francese e ufficiali romeni avevano sempre frequentato numerosi le scuole militari francesi, dai corsi della sc uola d i g u erra ai cors i di informazione per general i, mentre e rano frequenti gli scambi di visite tra alti u fficiali delle due parti. Inoltre, materiale militare fr ancese conti nu ava ad essere prevalente nelle dotazioni delle forze romene.
L'esa me si estendeva ai rapporti di Bucarest con tutti gli Stati vicini Una gra nd e intesa nei confronti di una poss i bi le minaccia russa continuava a esistere con la Polonia, sia in campo politico e militare che economrco.
A nch e con la Cecos lovacchia si ostentava una gra nd e amicizia , dovuta soprattutto alla com une avversione al revisioni s mo magiaro, malgrado qualche frizione derivante dallo svi lupp o dei rapporti tra Praga e Mosca, c ulmina ti ne l Trattato ceco-sovietico del maggio 1935 , e da una non soddisfacente politica nei confronti della pur esigua minora nza romena i n Cecoslovacchia.
Stessa ambiguità era avvertibile- malgrado la politica ufficiale di amicizia e l 'a ll eanza esistente- nelle relazioni co n la Ju gos la via, l'altro partner della Pi cco la Intesa, nei cui confronti in R oman ia persisteva l ' antico risenrimenro a ca u sa dei pericoli di s nazionalizza zione che co rrevano i ci rca 400 mila cittadini di e tni a romena rimasti nei confi ni jugoslavi . Inoltre. B e lgrado. in relazi o ne a ll a vertenza con gli ··optanri'' ungheresi. simile a quella romena, aveva ri conosci uto quella competenza del Tribunale arbitrale di Pari gi che Bucares t aveva invece sempre co nte s tato.
Malgrado rinedenti s mo bulgaro nei confronti de lla Dobrugia meridionale e lo sconfinamento periodico di bande di irre go lari - i "comitagi" - con Sofia le rela zio ni sembravano improntar e ad una nuova comune volo ntà di ri so lvere i co ntra sti esistenti, a partire da una prima timida co llaborazione nel settore dci rappo rti economici.
Con l'Ungheria naturalmente i rapporti continuavano ad essere molto tesi. a causa dell'irrinunciabile ri ve ndicazion e della Transilvania.
Con la Ru ssia, no nosta nte la co nclusione a M osca. il 9 febbraio 1929 di un ' ·Protocollo" fra Ro mania, U nione Sovietica, Po lo nia. Paesi baltici. che stabiliva l 'applicazione anticipata in Europa orientale del Patto ''Briand -Kellogg" di rinuncia alla guerra. firmato a Parigi l ' anno precedente le relazioni politi co-diploma tiche stentav a no a partire e la diffidenza ro mena restava ben radicata. dopo il grande tentativo fatto da Tirulescu di giu ngere ad un accordo che in qualche modo l'unione della B essarabia alla R oma ni a. Qu estio ne c he vicevc r. a restò più che mai aperta negli anni successivi. Lo dimostrava la pcnetrazione in Romania di numero s i agenti sov iet ici c l'esistenza di una co nseg ue nte. tenace azione di propaganda che propri o in Bessarabia assumeva dimensioni preoccupanti per la Romania c che, nel g iudi z io di parte de l mondo politico romeno. sare bbe stata incentivata dalla ripresa di rela z ioni bilaterali normali.
Invece, la Germania. s is te mate con Bucares t le vecchie questioni finanziarie in sospeso dopo la g uerra mondiale. aveva ripreso una intensa penetraz ione economica. seguita da rilevanti offerte di cred iti finanziari a ll o Stato ed alle indu strie romene. duramenre combattu ta dalle iniziative francesi ma suscettibile di sv iluppi sem pre più clamo rosi.
Nell'agitato e in ce rto quadro internazi o nal e la capac ità militare del Pae se diveniva di massima importanza. TI bilancio militare per l 'eserciz io dell930 era s tato aumentato di un miliardo e 162 milioni c irca di lei, arrivando a più di 9 miliardi. Era una cifra notev o le, pari a circa il 24 % del bilancio complessivo dello Stato, con l'aumento asso rbito dalle maggiori s pe se per il personale, g li armamenti e l'equipaggiamento. ma non a ncora tale da s oddi sfare le reali esige nze delle For7e Armate.
Per il loro riordinamento e una dotazione più moderna di armi e munizioni. sare bbe sta to . a n zi. accordato un cred it o straordina ri o che l'l- spettorato Generale Tecnico. d'intesa con lo Stato Maggiore. aveva individuato in poco meno di -+2 miliardi di lei ripartiti in più esercizi finant.iari. con gli obiettivi divisi in due parti. di cui la prima. la più urgente. di circa 1-2 anni. La forza bilanciata dell'Esercito non olt repassava comunque le 125.000 unità, con più di 14.000 ufficiali c 13.000 raffermati. Nell918. al termine del contlitto mondiale, la Romania, come si è già rilevato. si era trovata a disporre di grandi quantità di a rmamenti. ma di varia provenienza e tipologia e per lo più usurato. Vi erano. ad esemp io. cinque modelli di fucili, quattro di mitragliatrici. due tipi di carabina per la cavalleria. vari ripi e calibri di bocche da fuoco. Bucarest aveva potuto annare abbondantemente. quindi, i suoi soldati. ma a discapito della qualità e dell' efficienza. senza che, per le ristrettezze di bilancio degli anni successivi, si potesse raggiungere la necessaria standardizzazione degli armamenti.
Per fare un esempio concreto per quanto riguardava la fanteria, malgrado fossero stati fatti sforzi per uniformare gli eq uipaggiamenti, il I e illl Corpo d'Armata (dis lo cati a Craiova e a Bu cares t) era no armati con fucili modello "Lebel'': il Ill e lV Corpo (a e a avevano in dotazione il fucile '·Mannlicher'': il V. Vl e VII Corpo (a a Cluj c a Sibiu) erano armati infine con un fucile di fabbricazione russa.
Caratteristiche simili presentava r artiglieria da campagna: il I. V. VI e Vll Corpo d'Armata avevano in dotazione cannoni russi da 76.2 mm: il II cannoni francesi da 75 mm: illll e lV cannoni Krupp dello stesso calibro. Stessa situazione per gli obici da campagna di modello " Skoda", "Krupp" o russo, e per i carri armati. per la ma gg ior parte "Renault Baby" francesi di 6 o 5 tonn e ll a te , c per le autoblindo, " Rcnault", "Peugeot" francesi e "Austin" inglese. Si è già visto con quanti problemi si cercavano anche prodotti italiani.
Sul fronte del! 'istruzione militare il panorama si faceva più complesso: rorganizzazionc delle scuole era "discreta'' a parere del documento. ma il metodo di insegnamento lasciava a desiderare a causa della scarsa preparazione degli stessi insegnanti e delle direttive delle autorità militari che non riuscivano a conciliare le esigenze formative con gli scarsi mezzi a disposizione. La Scuola di Guerra di Bucarest, "un tempo centro di cultu ra militare apprezzabile'', aveva subìto una netta decadenza finendo per diventare una brutta copia di quella francese e una crisi simile colpiva le scuole per sottufficiali, soprattutto dopo la chiusu ra della vecchia c gloriosa Scuola di Bistrica che garantiva la formazione di sottufficiali dotati di buona cu ltura e professionalità. Ancora nulla di concreto era stato fatto. a livello di decisioni parlamentari. nel campo della istru- zione premilitare, questione legata alla riforma della stessa legge di reclutamento. Anche a livello di truppa l'istruzione formale e le esercitazioni erano condizionare negativamente dalle ristrettene di bilancio. ln realtà anche gl i ufficiali provenienti dalle provincie del vecchio Regno presentavano qualche carenza che non faceva più di essi una sorta di élite, soprattutto per un accesso incontrollato ai gradi alti di numerosi elementi troppo eterogenei e di promozioni in massa durante il conflitto che avevano abbassato il livello intellettuale e morale dell' ufficialità. Ma c ·era di più: era diffusa una certa ·'febbre post-bellica del facile profitto. della ricchezza e del lusso.. che predominava ormai anche tra gli ufficiali, srninuendone disciplina ed efficienza, così che anche ai liv e lli più alti, di Generale, si erano regist rate promozioni dovute più a ingerenze del mondo della politica che ad effettivi meriti.
Per quanto riguardava, di conseguenza, la qualità delle truppe, si dovevano sottol in eare ripercussioni negative su l morale e sulla disciplina derivanti dalla complessa realtà etnica della Rom an ia . La "base" più s ic ura di reclutamento era ancora fornita sotto questo profilo dalle class i contadine del vecchio Regno. composte dopo la riforma agraria anche da piccoli proprietari, più motivati a difendere con tenacia la propria terra.
E infatti, come veniva rilevato con una certa enfasi nel documento, "di costitu::.ione robusta, resistente alle fatiche, patriota e religioso, il contadino romeno è ossequente e sottomesso per atavismo, alla dura, quasi bru.tale disciplina, che, a malgrado dei regolamenti, impera tuttora nell'esercito; talvolta diserta. mai però si ribella e può considerarsi ancora un elemen to militarmente molto buono anche perchè refrattario a qualsiasi tentativo di propaganda sovversiva".
Se i sottufficiali, anche essi di estrazione rurale, rivelavano una scarsa preparazione. sapevano però mantenere la disciplina, ricorrendo anche, all'occasione, a ·'merodi correTtivi assai energici'·.
In modo negativo i doveva considerare. passando a e aminare gli ufficiali, l'inserimento nelle forte armate di numerosi quadri provenienti dai territori prima so ttopost i alle autorità austro-ungariche e russe, quadri sfiduc iati, malcontenti, accolti con diffiden za ne lrambiente militare e privi, perciò , di dedi z ione nei confronti della nuova patria.
Ri guardo alla capacità di mobilitazione- complesso di operazioni che da sempre misura in concreto la capacità di difesa di una nazione - le informazioni sulresercito romeno si facevano più scarse.
Sembrava, comunque. di poter individuare una procedura dotata di una certa articolazione. con una mobilitazione parziale ed una generale; dati i trend demografici. i poteva co ntare su una base di circa due milioni e mezzo di uomini che. tenuto conto della difficoltà di equipaggiamento e della diffidenza nutrita nei confronti dei cittadini delle nuove provincie. scendeva a non più di un milione di unità.
L'ordinamento di g uerra in caso di mobilitazione avrebbe v isto, in sintesi, Ese rcito, Graniceri (gua rdi e eli frontiera) e Gendarmeria formare nove Corpi d'Armata con t re divisioni ciascuno. Sette dei nove Corpi d' Armata avevano due divisioni di prima linea ed una di riserva, gli altri due avevano tre divisioni di prima linea.
Alle ventotto divisioni di fanteria (di esse una era direttamente dipendente dal Comando Supremo e ventuno di prima linea ) andavano aggiunti un Corpo d ' Armata di Cacciatori da montagna con tre divisioni. una brigata indipendente di Cacciatori su tre R eggimenti. quattro divisioni di Cavalleria su tre brigate c iascuna, un Corpo d'Armata di Graniceri, circa ottanta tra reggimenti di ri se rva (arma ti ed equipaggiati molto sommar iamente) più battaglioni di " tappa" o servizi vari.
Il punto chiave della mobilitazione era costituito dai tempi per essa necessari: quarantotto ore per le truppe di copertura alla frontiera, quarantotto ore per la cavalleria. cinque giorni per fanteria. artiglieria e genio, sette giorni per i servizi e gli approntamenti di treni.
Probabilmente que ti tempi dovevano sembrare lunghi all'estensore del documento e, in sieme ag i i altri elementi di disfunzione. non potevano indurre a giudicare efficiente l 'ese rcito romeno. risultando esso non bene inquadrato , disomogeneo. male armato ed equipaggiato. privo di mezzi modemi di offesa. co n se rvizi disorgani zzati e se nza una vera e propria industria beli i ca nazionale.
La tradizionale mancanza di fondi per il riordinamento delle forze armate romene avrebbe potuto essere supe rata dai governi futuri ?
In base al programma di riarmo approvato dal Re. la Romania avrebbe potuto mobilitare. entro il 1941. quaranta divi ioni "attive...
In Italia si apprezzava c si valutava ottimisticamente questo prog ramma, favorito dalla e ne rgica politica di accentramento decisionale avviata dal sovrano, dopo le gravi crisi europee del l 938 c dopo che nel paese il conflitto politico e sociale con il movimento organizzato dell'estrema destra anti-semita, la Guardia di Ferro, si era acuito fino a sfociare in una spirale di violenze. attentati. repressioni da parte della polizia, culminata nell'ucci sione del leader storico del movimento, Corneliu Codreanu.
In un Promemoria del dicembre 193824 5, nel l 'ambito di uno "stralcio'' del ··Notiziario mensile . ugli Stati esteri'' curato dal Servizio Informazioni Militare, fu registrata una certa confusione nel complesso dell'opinione pubblica e la tendenza da parte di R e Caro! - che dal febbraio aveva esautorato i poteri del Parlamento e dci partiti inaugurando una gestione del potere pre ssoc hè dittatoriale - a spostare ancora più a des tra la poLitica del Governo e ad avvicinarsi alla politica tedesca sulla scena internazionale, sopra ttutto alla luce delle conseguenze della Conferenza di Monaco.
Anche nel mondo militare romeno non sarebbe ro mancati mutamenti nel quadro del poten ziamento ge nerale delle Fooe Armate voluto dal monarca, il quale aveva denunciato le gravi deficienze in termini di armamento ed equipaggiamento, costringendo alcuni alti ufficiali. come il Generale Argeseanu, a dimeltersi.
Nel quadro della tensione internazionale sviluppatasi nelle settimane precedenti, il documento rilevava come il primo Arbitrato di Vienna, che a novembre per ini ziativa di Germania e Italia aveva attribu ito all'Ung heria alcune localit à della Slovacchia di etnia magiara (proseguendo così la dissoluzione dello Stato cecoslovacco iniziata a Monaco con lacess ione dei Sudeti alla Germania ) . fosse stato ben accolto a Bucarest. che pure era formalmente alleata di Praga nella Pi ccola Intesa. Probabilmente. avvertendo lo stato di debolezza del paese sul piano militare, gli ambienti politici di Buc arest vedevano con favore gli appetiti del! 'Ungheria revisionista rivolgers i altrove.
La parola d'ordin e in Romania continuava ad essere quella della più grande prudenza su l piano dci rapporti internazionali e della preparazione dei mezzi adeguati per fronteggiare una eventuale minaccia alle frontiere nazionali. Una incertezza diffusa tuttavia si rifletteva in modo contraddittorio sulla gestione della politica estera con l'avvicinamento ai paesi totalitari. con qualche approccio da parte di Caro! anche verso il disciolto movimento legionario e con la nomina in qualità di Ministri dei Generali "tedescofili" Ciuperca e Jacobici.
Un avvicinamento, quello alla politica di Berlino, che non era comunque definitivo. Infatti, la visita compiuta dal Re in In ghilterra rivelò l'obiettivo di ottenere aiuti finanziari e forniture di materiali militari, in grado di non dipendere in futuro esclusivamente dalla Germania: "politi- ca di prudente attesa, ondeggiai/Te che lascia ancora incerti sul futuro orientamento della Rom ania".
Ibidem. Ufficio del Capo di Stato Maggiore Generale. "Promemoria per S.E. il Capo di Sraro Maggiore Generale". 16-12-1938 (cfr. Documento n. 14).
I problemi di stabilità interna sollevati dall 'az ione politica della " Legione dell'Arcangelo Mich ele'· e dal suo braccio armato, la Guardia di Ferro, che s i ispirava ad un nazionalismo etnico radicato nelle campagne, con una forte e sto ri ca componente di antisemitismo. avevano portato negli anni Trenta ad una spirale di attentati- compre!>i nel 1933 c nel 1939 quelli mortali a due Primi Mini stri. Duca c Calinescu - seguiti da dure repressioni c forti condanne com minate ai suo i appartenenti246.
Il '·colpo eli stato monarchico'' del febbraio 1938 aveva dato comunque un forte colpo all'eversione della Guardia di F erro. con l'imprigionamento e l'uccisione di molti suoi aderenti.
In questa cornice si inserì 1· istituzione, nel luglio 1939, di una sorta di esercito parallelo, la nuov a ''Guardia Nazionale", c he avrebbe dovuto esse re la forza armata vera e propria del nuov o partito unico vo luto da Re CaroL il ·'Fronte della Rin ascita Nazionale"W.
I compiti della '·Guardia azionale'' erano quelli di far rispettare e propagandare la "dottrina politica del nuovo partito di cooperare con le ·'organizzazioni esistenti per meglio preparare la popolazione alle necessità della difesa del terr itorio in caso di aggressione dali 'esterno e infine eli cooperare. in caso di conflitto, con g li organi militari prepo s ti ai servizi territoriali ed alla sicu rezza.
Al vertice della nuova organizzazione militare fu posto un Generale di divisione in servizio attivo, coadiuvato da uno Stato Maggiore da cui dipendevano l" organizzazione, il reclutamento e l'addestramento dci quadri e un uffi c io particolare per la propaganda. Vennero previsti, inoltre, dei centri di istruzione per la preparazione degli ufficiali, celti in precedenza fra quelli in serv izio attivo nelle forze armate ··regolari" o in congedo. l n effeni, nel campo dei rapporti esteri, perfino una certa "volon tà di intes a · co n Budapes t era s tata fo rmulata d'acco rd o co n la Polonia , anche essa arrivata in Rutenia ad una frontie ra comun e co n l'Ungheria. Una Polonia che le prime avvisaglie di crisi per la questione di Danzica e del ''corrido io'' sembrava no peraltro sp in gere verso una intesa più stre na con Bucarest.
:!46 Fra i numerosi studi sulla Legione dell· Arcangelo e sulla Guardia di Ferro. sulle loro tradizioni politico-culturali. la loro organiuaLione e i loro legami intemazionali. ved. in particolare (oltre ai riferimenti nei testi già citati di storia generale sulla Romania ) i più recenti e significativi: Mariano Ambri. l.fal \i fascismi, Roma. 1980. pp. 201-271; Francisco Veiga./srnria (ìiJr:.ii de Fie1; 1919 - /941. Mislica ullraiiC/fionalismului. Bucarest, 1995 (traduzione dal testo spagnolo ciel 1989): Theoclor Armon. Lo Guardia di Ferro. in "Storia Contemporanea". n. 3. 1976: Idem. Fascismo italiano e Guardia di Ferro. in "Storia Contemporanea". n. 4. 1989. pp. 561 -598. Ved. anche sui mO\ imenti estremistici in generale J. W. Borejsz:a. Il fascismo e l'Europa orientale. DaUa propaganda al/'atn;:re.s.sione. Bari. 1981.
247 AUSSME. Fondo l -4, busta l. fase. 2. cii Ufficio del Capo di Stato Maggiore Generale, Srralcio dal noli:.iario mensile Stali esteri del S.l.M., Romania", 15-7 - 1939. Sul periodo della dittatura di Re Caro l, ved. A.G. Savu. Diclatura regala. 1970.
Fu però specificato. come una sorta di limite ··costilu.tionale··.che la nuova Guardia Nazionale non avrebbe potuto mai assumere attribuzioni affidate dì norma all'Esercito o ad altti servizi dello Stato.
L'az ione diplomati ca di R e Carol, come sotto lin eò una nota dello Stato Maggiore a ll 'inizio del 1939248, intendeva in ogni caso rafforzare la politica diretta a mantenere l" integrità territoriale e l'indipendenza politica ed econonùca della Romania.
Ciò avrebbe potuto ·ign ifi care innanzi tutto ottra rre il paese daJrorbita della Germania ma anche apportare alcune "preci azioni·· per quanto riguardava gli scenari locaJi che dopo la Conferenza di Monaco presentavano molte incognite. Per esempio, con l'opposizione alla nuova politica aggressiva della Polonia guidata dal Colonne ll o Beck che puntava ad avere una frontiera comune con l'Ungheria.
Le grandi difficoltà attraversate dal Paese e lo sco ntro politico e sociale in atto all'interno rendevano. tuttavia. assai difficile mantenere una politica autonoma ulla ce na internazionale. E ciò era tanto più vero se rapportato al valore e re cente che avevano per i programmi di B erlino l'Europa centro-orientale e le sue risorse.
Aiuti. credhi e materiali militari dai paesi occidentali non sembravano decisivi, anche se nel sempre più inquieto panorama europeo, segnato dalla ripresa della politica revisionista, Francia c Gran Bretagna cominciarono a preoccuparsi seriamente della penetrazionc economica tedesca in R omania.
Gli eventi seguiti al settembre 1938 e alla crisi cecoslovacca avevano convinto la classe politica romena di dover difendere co n grande tenacia i propri confini. coinvolgendo le Grandi Potenze occidentali e lottando contro la politica dei fatti compi uti 249 Ma le scelte del sovrano andavano a volte in di rezione opposta.
24 8 AUSSME, Fondo 1-4. busta l , fase. 2. cit., Ufficio del Capo di Stato Maggiore Generale. "Sn·alcio dal Noti:iario memile Sfati esteri del S.l.M Romania", 24-l-1939.
249 Sulla politica estera romena nel quadro delle crescenti tensioni internazionali c della aggressività tedesca nell"arca danubiana, vcd . rancom fondamentale opera del Miniwo degli Esteri Nicolae Conu1cne Pcrrescu. l responsabili. Firenze. 1949. Uno studio dettagliato sul ruolo della Romania negli ultimi due anni di pace è di Viorica Moisuc. Diploma{ io Rom/ìniei $i problema aparcirii suveranitci{i }i inclipenden{ei IW{ionale fn periocula martie 1938-mai 1940. Bucarest. 1971.
TI nuovo accordo comme rciale con l'Italia firmato il 3 dicembre. unito ad un accordo sul relativo sis tema dei pagamenti, doveva essere. ag li occhi del Governo di Bu ca rest, solo il preludi o di un più ampio nu ovo interesse italiano nell 'a rea; il so lo in grado di ri s pettare l'indipend e nza politica cd eco no mica del paese. La stampa rom e na restava. tuttavia, sempre diffidente nei co nfronti dell' Italia e della nuova campa gna di rivendicazioni territoriali ne i confronti della Francia. al la quale sembravano andare ancora molte s imp at ie da parte dell'opinione pubbli ca romena.
Un po' paradossalmente . tuttavia, la R omania nei primi mesi del 1939 appariva a ll o Stato Ma gg iore italiano più sa lda dal punto di v ista della stabilit à Un conso lid amen to e un lavoro di ri costrutione che sembrava chiude re definitivamente un periodo tran itorio.
Il 23 marzo venne firmato il noto accordo economico romeno-tedesco, co n id era to s ucce ss iv amente come un decisivo atto di asservimento de li 'economia romena alle es ige nze del III Rci c h e logica conclu s io ne del progres s ivo isolamento della Romania s ul pian o internazionale.
U n accordo che tuttavia non era vis to nel documento dello Stato Maggiore italiano come un pericolo per l'indipenderu;a eco nom ica romena, quanto. forse con troppo ottimis m o . come uno trumento di a ttu azione per un piano quinquennale, g r azie a l quale, co n la fornitura tedesca di capitali , ma cc hinari e tecnici , s i sa rebbero sviluppate le grandi pote nzia lità romene ne l campo agricolo , minerario e indu s tri a le .
N eli 'industria si sarebbe svi lup pat o lo sfrutta m e nto di giac im enti in particolare di piriti. cromo, manganese, bauxite, si sar ebbe crea ta una industria di allumin io e sarebbe ro state sfruttate più razionalmente le riso rse petrolifere, con la costruz ione di impianti commerciali e indu s triali destinati alla navigazione tedesca. Sarebbero stati forniti, inoltre, malcriali militari per le tre Anni delle Forze Armate. Se l' acco rdo cos ti t uiv a una preziosa conqu is ta per l 'economia tedesca, q uclla romena ne avrebbe potuto comunque trarre dei benefici.
Una panoramica compie siva degli accordi economici conclusi dalla Romania consentì alla vigilia della guerra mondiale di verificare con più precisione la reale situazio ne internazionale del paese151.
Senza possibilità di dubbio era con la Germania che i rapporti economico-commerciali si erano fatti più intensi. Berlino aveva concluso con Bucarest anche un accordo per l'esportazione dalla Romania eli prodotti agricoli e materie prime, per l'importazione dalla Germania di macchinari e prodotti industriali e per la costituzione di società miste romeno-tedesche.
Un altro importante accordo fu sottoscritto per la collaborazione bilaterale destinata allo sfruttame nto delle risorse naturali romene più importanti.
Gli accordi economici con l'ex potenza guida. la Francia. assumevano un'importanza sempre più ridotta se confrontati con quelli che si andavano costruendo con Berlino. Erano stati, in particolare. conclusi un accordo per l'aumento degli scambi commerciali e l'adozione di provvedimenti atti a garantù·e l'utilizzazione dei contingenti francesi. e un accordo specifico per la cessione di quantitativi petroliferi da parte della Romania come forma di "pagamento" per materiali militari ricevuti in precedenza.
La Gran Bretagna , da parte sua. aveva concesso un prestito di cinque milioni in '·conto vinco lato ··. nel se nso che Bucarest si impegnava ad acquistare armamenti e macchinari agricoli. mentre Londra si impegnava all'acquisto di 200 mila tonnellate di grano.
Gli accordi con Parigi e Londra - aiuti finanliari limitati e scambi "normali" di merci - erano visibilmen te me no determinanti di quello con Berlino.
La politica commerciale inglese continuava a mantenere un suo caratteristico legame con la finanza romena, con una quota di partecipazione al debito pubblico di Bucarest che salì fino ai due quinti dell'ammontare complessivo. Negli anni successivi al conflitto itala-etiopico e in modo partkolare dopo la volta autoritaria inaugurata da Carolll. questi legami non avevano potuto più usufruire di un s upport o indispensabile. o di interessi comuni in campo internazionale.
L'intesa del 1939 con la Germania metteva in atto, invece, un vero c proprio progetto di collaborazione che si proiettava nel futuro. oltre agarantire l'apporto di capitali, con l'intervento attivo di tecnici e operatori tedeschi in Romania. Un'influenza che sarebbe !>lata molto forte nell'in- dustria come nelragricoltura e che. con una val utazione più realistica. stabiliva chiara mente un· ipoteca sulla futura evoluzione della produt.ione rom ena. fun z ionale alle esigenze economiche tedesche2 52 _
Perci ò fu assai significativo che il 14 se tt e mbre 1939, a conflitto europeo già avviato dopo l delle truppe tedesche in Poloni a, il Colonnello Cretulescu. Capo del Servizio Info rmui oni dello St ato Ma ggiore rome no. dichiarasse con non minor decisione aJI" Addetto Militare italiano, Colonnello Giusep pe Cose ntini , che la R omania sarebbe s t a ta felice di concludere con l ' Itali a un trattato commerciale ·'su basi so l id e".
L'Ita lia avrebbe dato alla Romania in d ifficoltà ' ' tutto quello c h e pot eva", ma era certo c he la sola disponibilità in se nso ge ne rico non poteva bastare: Nessuna può adesso. come potrebbe l'Italia. co nqui sta re una sfera importantissima in tlllti i ca mp i. Ma bisogna far presto. molto presto. l romeni attendono l'Italia con le braccia aperte'·.
Una dichiarazione del ge nere . dopo il trattat o co n la Germania di qualche mese prima , portò Cosentini a pensare che la Roma n ia- che te meva in sommo g rado di dover en tra re nel conflitto e c he questo pote sse este ndersi a l suo territorio- volesse in realtà conservare ad ogni costo la neutralità appena dichiarata. I governanti romeni forse ritenevano c he prima o poi L o ndra li avrebbe obbligati a non inviare più risorse in G e rmania e che que s t ' ultima. se non a vesse potu to più pro c urar·s i le indisp e ns abili materie prim e romene, avrebbe potuto assi c ura rse le intervenendo direttamente in Romania e allargando di conseguenza il conflitto ai B alca ni. Assicu ra nd o invece all' Italia, alleata dell a G ermania, que te ri so rse. si sa rebbe trovata la soluzione migliore. in g rad o di so ttrarre la Roma nia alla drammatica scelta se entrare o no nel conflittom.
251 Sul trattato economico romeno -tedesco del mar70 1939 e sui rapponi economici. commerciali e finanziari tra Romania. Francia. e Gran Bretagna negli anni precedenti il secondo conflino mondiale. si può fare riferimento. oltre che al già citato Ja,oro di Philippe Margucrat. p. 130 e segg .. :mche al "classico" A. Nin, lstoriculunui tralllt inrobitOr. 1965. ed a N.N. L'exploitation et le pillage de l'economie roumaine par In Allema}?ne hitlérienne dwts le péri ode 1939 - 1944. in '·Revuc Roumaine d'Histoìrc". n l. 1964.
Sui complessi rapporti romeno-tedeschi tra la diltatura reale. la Confcrenn di Monaco e la fine della dittatura di lon Antonescu l'opera fondamentale è ancora quella di An· Hillgruber. Hitler. Konig Carni und Marscha/1 Antcme.1m. Die Dewsclte -Rumiinisclten Be:ieltungen 1938-/944, 1954. 1965 . In partrcolarc. l'accordo economico tra Bu carest c Berlino. ved. pp. 42-48.
25:1 AUSSME. Fondo H-3. busta 24. fase. l, cit .. Colonne llo Cosentini al Mini stero della Guerra. .. Segreto . 14-9-1939.
Il rapid o d eterioramento della s ituazio ne internazionale a proposito del corr id oio polacco e di Danzica rese ancora più forti i timori de lla Romania. G li a pp elli che esortavano ali ' ottim is mo e alla coesione sp irituale del la nazione no n riusci vano ad annullare le preocc upazioni per le minacce esterne. Anche se l'Ungheria affermava di vo ler ri s pettar e le frontiere della Romania, la press ion e magiara per la Tran s il vania saliva ditono e la visita del Cap o del Governo bul ga ro a B e rlino aveva provocato s ubito un certo allanne a Bucarest anche per quanto riguarda va le mai sopi te rivendi caz ioni di Sofia per la Dobru gia, la cui difesa venne rafforzata dai romeni co n nuo ve trupp e di copertura254 .
5.2 Inutili tentativi per una intesa politico -militare tra It alia e Romania all'ini z io del secondo conjli u o mondiale
Le settimane precedenti lo scoppio delle o s tilità in Europa assistettero ad un più accentuato allontanamento tra le politiche di Roma e di Bucarest e ad un avvicinamento della sempre più vulnerabile Romania alle politiche di Lon dra e Parigi . A questa situazione sul piano internaz ionale si accompagna va la crescente fragilità istitu zional e interna, dominata in particolare dall 'incapacità del Governo di garantire un quadro politico sta bile e dalla c rescente offensiva della Guardia di FeiTO c he, malgrado i suoi specifici richiami politico-culturali alla tradi z io ne s tori ca romena, di ve ntava inevitabilmente anche un veico lo di espa ns ione della politica nazional -so ciali s ta tede sca in R o mania.
I tentativi di Bucarest di ritagliare - all ' indomani della definitiva scomparsa della Cecoslovacchi.a - uno s pazi o operativo nell ' area danubian o-balcanica, in grado di preservarla dal conflitto immin e n te, fu r ono di fatto co ndannati al fallimento2ss.
La famosa "ga ranzia " ang lo-francese data alla Romania nell 'april e 1939- dopo l'impegno ufficiale delle due Potenze occ id en tali a favore della Polonia minacciata da Berlino, e ra nata da una sollecitazione di Bucarest, ma, con grave delu sione di quest'u ltim a, gar antendo l' "indipen- denza" del pae se e non la s ua "integ rità.. territorial e, non fece che accentuare le incertezze della politica estera romena e accelerare il processo dì in serime nto del paese nell'orbita tedesca 256. fl Tenente Colonnello P etrcscu cercò, su chiara indicazione del suo G overno . di far passare il nuovo Primo Mini stro Argetoian u -s ucce sso nel cttembre 1939 a Calinescu. "ucciso dall' o ro tedesco" - co me un si ncero ammiratore di Mussolini c dell' I talia e come uno dei primi fautori romeni del fascìsmo 257 Anche in questo caso s i trattava di una mera dich iarazion e di buone intenzioni. forzata ne li' indicare le ca ratteristiche politiche del nuovo Go ve rn o, e destin ata cede re il passo alla realtà. già co ndizionata dall o scoppio della guerra europea.
254 AUSSME Fondo 1-4, busta 1, fase. 2 , Ufficio del Capo d i Stato Maggiore Generale. ·'Dal Noti:iario mensile Stati esteri del S. l .M., Romania'', aprile 1939.
255 lnsuperate pe r la loro lucidità de sc ri ttiva del le vicende romene nei mesi precedenti l'inizio del conflitto e uropeo restano le memorie del Mi1ùst ro degli Esteri Gr igo re Gafe ncu, Preliminari della guerra all'Est. Dall'accordo di Mosca alle osrilità in Russia, Milano, 1946.
La posizione assunta da Mu ·so lini nel contesto europeo impediva all'Italia di poter in qualche modo modificare la politica diffid ente nei co nfronti di Bu carest. Una diffiden za che la forte impronta a favore delle democrazie occidentali data alla politica estera romena da Grigore Gafencu. una delle ultime grandi personalità profondamente democratiche della Romania , naturalme nte non fece che accentuare.
Alcuni colloqui ''confidenziali .. svoltisi tra lo Stato Maggiore italiano c l'Addetto Militare romeno nell'ottobre del 1939 , se da un lato rico rdarono a Mu s o lini l 'interesse tedesco per il paese danubiano-balcani co . so prattutt o dopo che erano iniziate le ostilità tra G e rmania , Francia e Gran Bretag na, dall'altro confermarono l'impossibilità di agire diversamente.
Per Petrescu. tuttavia. i rapporti i talo -romeni avrebbero potuto mig liorare, anche pe rchè il pericolo più grande per la Romani a era rappresentato dal "bol scev ismo". dat o che il pericolo tedesco era o rmai .. pa ssato in seco nda lin ea·· dopo l'accordo economico.
Ma proprio su l piano econom ico la Rom ania, cont inu ò Petrescu, era di s ponibile a ··metters i d'accordo con tutti", dichiarando s i decisa a difendersi con fermezza se '·qualcuno" ave sse attentato alla s ua esistenza.
E i l pericolo (prcsumib ilmente quello rappre e ntato dali ' Un ione So v ietica) era ormai da ritenersi comune a tutti i popoli balcani ci.
156 Hitchins. op.cit pp. 472-473: H illgruber. op.cit pp. 34-41 c 63-70.
257 AUSSME. Fondo H-9. busta 4. fase. 8 " Raccolta di documenti inviati al Duce, di Appunti p resi da S.E. il al Rapporto dal Duce, di Promemoria di cui non si conosce l'esito e di sin tes i di Rappo rti al Du ce, 12·9 l 30 - 10-1939 Comando del Corpo di Stato M aggiore- S.l.M. , Ministero della Guerra. " Promemoria per S.E. il Sotto.wgretario", 3-10-1939 (cfr. Documento n. 17).
In questa difesa della civi ltà occidentale la R omania guardava all'Italia con fiducia, nella speranza che il Duce del fascismo italiano non avrebbe mai permesso "a i bolscevichi di installarsi nei Balcani".
Nelle parole di Petrescu era chiaramente percepibile il tentativo del Governo romeno di ritagliare all'Italia - in Romania come in tutto il settore danubiano - una posizione privilegiata dal punto di v ista politico, che facesse da " péndant" al la ormai conso li data presenza economica tedesca, prima che questa divenisse irrimediabilmente anche politica, compromettendo di fatto l'indipendenza del paese. Un timore che coesisteva con la convinzione che il sostegno della Germania era ritenuto ormai essenziale per resistere alle pressioni sovietiche da est.
Per questo motivo Petrescu insi steva su l fatto che la Romania voleva "essere una sincera amica del/' Italia", riproponendo le us uali sottolineature delle comuni origini "latine ", cui in realtà lo stesso Mussolini non aveva mai data eccessiva rilevanza in passato. "Vorremmo che la grande Italia - proseguì Petrescu con maggiore chiarezza - ci proteggesse e ci aiutasse Avreste anche voi interesse ad avere una forte testa di ponte avanzata nei Balcani".
Una dichiarazione che no n traeva le conseguenze degli ultimi eventi internazionali e non considerava come l 'Italia non potesse più contrapporsi con disinvoltura alla Germania in un settore geopolitico così delicato come i Balcani, come avrebbe potuto fare un tempo. Né l 'Addetto Militare romeno poteva realisticamente pensare di fare opera di persuas ione affermando che il suo paese avrebbe potuto ri fornire l ' Italia di tutto il petrolio e i cereali di cui aveva bisogno; obiettivo alquanto improbabile alla luce dei limiti imposti dali 'accordo co nclu so con il Governo tedesco nel marzo precedente.
Circa una decina di giorni dopo, Petrescu illustrò allo Stato Maggiore italiano la proposta romena per la formazione di un "blocco" di tutti i paesi balcanici sotto l'egida dell'Italia "pe r resistere alla pressione russa ''258 .
Il '·riavvicinamento" della R omania ali 'Ungheria- in realtà, forse sopravalutato dali' Addetto Militare - stava convincendo anche la Bulgaria e ! '" alleata" Jugoslavia a confidare nell'azione equ ilibratri ce dell'Italia. fornendole il consenso necessario per l'operazione.
Petrescu tornò a insistere anche sui vantaggi economici che si profilavano per l ' Italia con il far propria la proposta romena. Il primo dicem- bre sarebbe ·caduto infatti il trattato commerciale che già garantiva ali ' Italia i l l 0-15 %de lle forniture petrolifere romene: con il suo rinnovo Roma avrebbe potuto ottenere anche eli più.
258 Ibidem, Comando del Corpo di Stato Maggiore - S.l.M., Ministero della Guerra, " Promem oria per S.E. il Sottosegretario". 15-10-1939 (cfr. Documento n. 18).
L' Union e Sovietica costituiva la preoccupazione fondamentale per Bucares t , tanto che, sottolineò Petrescu , molte delle truppe romene a ridosso del confine unghere e erano state trasportate per precauzione su quello lungo il Dniester. Il bolscevismo. ··accarezzato dalle democrazie occidentali ... sarebbe stato attratto da queste ultime nel loro sforzo bellico contro la Germania, ma g li interessi della Romania non ne sa rebbero stati avvantaggiati e l'Union e Sovietica costituiva una minaccia che s i sarebbe rivolta poi contro tutt a l 'Europa.
Non erano tuttavia argomenti in grado di motivare il Capo del Governo italiano a prendere una iniziativa autonoma nell'area balcanica - come peraltro avrebbe fatto sul piano militare esattamente un anno dopo co n la guerra a lla Grecia - e andare in quel momento assai delicato contro la Russia per proteggere i paesi balcanici.
Né dovevano esserci sovcrchie illusioni sulle possibilità di ampliare il raggio d'azione economico per quanro riguardava la Romania. al di fuori del consenso e del beneplacito di Berlino.
La pratica dimostrazione di come l'Italia non potesse più avere l'opportunità di rapportarsi costruttivamente con la R oma nia e non fosse modificabile il suo disinteresse si ebbe in due momenti ben preci s i.
Dapprima con il fallimento nell'autunno del 1939- a guerra già iniziata - del già citato .. Blocco dei Neutri'' nei Balcani. ultim o disperato tentativo per far rimanere la Romania al di fuori della guerra, che avrebbe dovuto vedere l'Italia por. i alla "guida'· degli Stati dell'area c che invece la ferma opposizione di Berlino fece naufragare completamentc259. Successivamente, dopo la risolutiva offensiva tedesca sul fronte occidentale. con l'avvio della disgregazione dell'integrità territoriale romena, inaugurata dal Ministro degli Esteri sovietico Molotov con il suo noto ultimatum del 26 giugno 1940 c he. con la complicità tedesca e italiana, vide Mosca impossessarsi della e della Bucovina, riscuotendo così quanto aveva promesso nell 'agosto del 1939 il famoso "protocollo segreto" concluso tra Ribbentrop e Molotov. Una prima mutilazione tertitoriale che sancì l'annullamento politico della Romania tra le due contrapposte sfere egemon iche tedesca e sovietica, per il momento ancora non contlittuali260.
259 Sulla vice nda del .. Bloc co dci Neutri ... che il Governo romeno desiderava forma· re la guida dell'Italia per far rimanere i paesi dell'area al di fuori del conflitto da poco ini7iato. 'ulriniziale di :\1ussolinj. fino al ritìuto italiano finale :.otto la pressione di Berlino. ved in panicolare: E. Colloni-T. Sala· G. Vaccarino. L'lralia nel· l 'Europa danubiana durante la seconda guerra mondiale. Milano. 1967. pp. 11-15. Fra i molti contributi romeni su l tema. citiamo di Eliza Campus. Le Rloc des Ne111re.1. in "Re· vue Roumaine d'Histoire'·. X. 1971.
T successivi rapporti sul piano militare tra Italia e R omania risentirono certo della ormai indiscussa supremazia di Berlin o, motivata sia dalla importanza strateg ica della Roman ia per l'Asse- soprat tutto nel quadro dell ' offensiva contro l'Unione Sovietica che Hitler poi avviò nel giugno del 1941 -sia dalle sue vitali ri sorse naturali , p etrolio e legnami, indispensabili per la macchina bellica germanica. Realtà che contribuì a collocare la Romania in una posizione secon daria negli obiettivi politici e militari italiani, ancor più di quanto lo era stata negli ultimi anni Trenta.
L'interesse principale dell'Italia sembrò restare quello di compartecipare in qualche modo allo sfruttamento di quelle risorse, petrolifere soprattutto.
Obiettivo che tuttavia era diventato ancor più problematico, dopo il nuovo accordo romeno - tedesco del 27 maggio 1940 (il cosiddetto "Patto del petrolio·· che obbligava la Romania a vendere prodotti petro l ife1i alla Germania ai prezzi del 1938 e ad acquistare armamenti ai prezzi in vigo re) e dopo l'ingresso di truppe del R eich nel paese nel success ivo ottobre, allo scopo di " garantire" le frontiere della R omania Una Romania che frattanto aveva dovuto subire il pesante onere del "secondo Arbitrato di Vienna" del 30 agosto 1940, con La cessione di parte della Tran si lvania all'Ungheria.
L ' Arbitrato , con il quale R oma e Berl ino cercarono inutilmente di sanare il contrasto ungaro-romeno, ormai gi unto ad un punto morto per le sempre più forti rivendicazioni magiare sulla Tran silvan ia , avrebbe dovuto evitare un conflitto che avrebbe danneggiato i lo ro interessi strategici nell'area e favorì un'altra obbligata cessione territoriale da parte di Bucarest, la parte settentriona le della Transilvania , van ificando così tutta la politica estera romena del periodo interbellico e portando fino alle estreme conseguenze il disfacimento politico interno26 1
260 Cfr. Hillgrube r. op cit ., pp . 55-80.
26l Hillgruber. op.cit., pp. 83 - 104. Res tano valide anche oggi due ope re pur distanti nel tempo. a favore e contro le ragioni che portarono all'Arbitrato: Vellani-Dion isi, Il secondo arbitrato di Vienna. Milano. 1942, e A. Simion. Diktatul de la Vìena Bucarest. 1972.
Gli eventi traumatici all'interno della Romania, seg uiti all'Arbitrato di Vienn a ed anche all'accordo di Craiov a , co n il quale Bucares t fu cost retta a ce dere anche la Dobrug ia meridi onale alla Bulgaria, po rtarono infatti alrabdicazione di Re Caro! a favore del figli o Michele, a l fallimento di tutta la class e politica c he aveva retto il paes e nei decenni preced enti ed alla presa del potere da parte delr uomo forte del mom e nto, il Generale lo n Anton esc u. che. nom inato Prim o Mini st ro . condivi . e s uo malgrado in un primo tempo il gove rno con la Guardi a di Ferro 26:!
L a proc lamazione della dittatura del nuovo "Stato nazional - legionario", con tutte le vio lenze che ne eg uiron o s ul piano interno. comp letò l'inserimento della R o mania ne l campo ted esco, confermato con la s ua adesione , come altri alleati "m inori " del! 'Asse in Europa orientale, al Patto Trip artito.
Il successivo rego lamento dei conti tra la dittatura di Anton e e u e la Guardia di Ferro, conc luso con uno scontro a ll'ultim o s angue tra il gennaio ed i l febbraio d e l 1941 , non fece che consolidare i l profondo mutame nto politico e istituzionale subì to dal paese.
Ma anc he la nuova dittatura ro mena dimo s trò una ce rta continuità con la politi ca del regim e precedente, nel tentativo di trovare in Italia interloc utori in g rado di prendere una iniziativa c he evitasse un completo asserv iment o del Paese alla Germani a .
Un do c umento del Ministero della Guerra descrisse la penetraz io ne tedesca in Romania come un fenomeno sempre più totale, metodico , seg nato da un ritmo c re sce nte. c he risc hia va addi ri ttura di portare a d un completo controllo del paese da parte di Berlino. forse addir ittur a co n un "protettorato"263.
L'esc lu s ione del ruolo italiano in Rom ania dovette molto , però, anche alla scarsa attenzione c he. a partire dallo s tesso Mu sso lini e dal Mini s tro
262 Sulla personalità di lon fo ndamentale. anche se di pa rte è Le Mémorial d"Amonesco, le l/le homme de l'Afe. 2 tomi. Pari gi . 1950 . a cura di G. Barbu. Un primo. cauto. ma isolato. tentativo di revisione del giudizio ovviamente negativo seguito all'avven to del comunis mo in Romania si verificò neg li anni stessi del regime di Ceau secon A. Simio n. Preliminarii polirico-dip/oma rice afe insure c(ie i romane din august
1944 Cluj- apoca 1979. Dopo il 1989 sono stati pubblicati vari !>tudi diretti a un giuditio s torico più equilib rato. Per es .. il volume di Ghcorghe Bu zatu . Anron escu degli Esteri Ciano. si riservò ai ripetuti tentativi di Bucarest di modificare in qualche modo il diktat imposto a Vienna. pesante come un macigno sentimento nazionale romeno senza peraltro attenuare il contenzioso etnico-nazionalistico con Budapest.
In .fara isroriei, 2 voli.. i. 1990. e Marqalul lo n Anronescu in Drama ge nera/ilor ronuini ( /944-1 96 -J ) di Al exnnd ru Dutu e F lo rica Dobrc. Bucarest, 1997. pp. 34-49.
263 AUSSME. Fond o H-9, busta 9. f;c,c. l Raccolra di Documenti inviari al Duce e di Appumi da S.E. il Sottosegrewrio di Swro··. Ministero della Guerra. Gabinetto.
··Promemoria per il Du ce ··17-11 -1940.