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CAPITOLO I
Cenni sto ri ci s ulla R omania dalle o r igini alla prim a guerra mo n dia le
1.1 Dalle or igini al medioevo
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l geto - daci , che cos tituivano un ramo del grande popolo dei traci, abitarono l ' attuale Romania fin dal II millennio a.C. , ma fu so lo nel I secolo a.C. che nacqu e dalla fu ione di varie tribù il primo s tato organizzato so tto il re Burebista. L a co nqui s ta romana della Dacia dominata da un altro famoso re dei daci , Decebalo, fu condotta nel II seco lo d.C. dall'imperatore Traiano , co n due campag ne mi lit ari, so prattutto per motivi strateg ici inerenti alla difes a de ll ' I mpero , e fu particolarmente im pe g nativa.
I 165 anni del dominio romano videro, tuttavia, un a felice simbios i tra le due civ iltà , con un ' inten sa opera di romanizzaz ione c h e non si interruppe con le grandi migra zioni barbariche che prem e van o ui co nfini orientali dell ' Impero, a partire da quella dei goti.
Il problema del la so pra vv ivenza e della evoluzione d e ll a popolazione daco-romana , dibattuta a lun go dagli storici, s i lega, dopo il ritiro dell'amministrazione romana , al complesso panorama d e lle inva sio ni barbariche che segna rono la perdita della parte occidentale dell' Imp ero romano e inserirono nuove popo lazio ni nello spaz io danubiano-carpa ti co.
Tra l 'avvice ndars i d e ll e fo rtune de ll e dominazioni degli avari, dei bu 1g ari , degli unni e so pratlutto degli s lavi , risulta difficile per la scarsità di fonti documentarie seg uire le s orti delle popolazioni strette tra i Carpazi e il Danubio. La complessa rico s truzione della "e tn ogenesi" del popolo romeno e della forma z io ne d e lla s ua lingua de ve co nfrontarsi - per quel periodo - con la realtà di una difficile convivenza tra protoromeni e slavi protobulgari; tra quelli c he veni vano allora chiamati "v lachi " dei Balcani da un a parte, bi za ntini e nuovi arrivati da g li Urali , come i peceneghi e so pra ttutto g li un ga ri , da ll 'a lt ra ; qu est i ul timi si espande r anno fino a tutto il bacino tran s ilvano giu ngendo a diretto e be lli coso co ntatto con le varie formazioni politi c he s lavo-romene dell'area ( i "voe vodati").
Solo con il formars i de i primi principati feudali romeni è possibile diradare le nebbie de lla s toria3. Un continuo co n so lidamento politico , eco - nomico e sociale portò questi piccoli Stati a far fronte a pesanti pre ssioni e minacce esterne, a partire dalle sempre più organizzate espansioni clei magiari e dci turchi ottomani. è la Storia def popolo romeno. a cura ùcll"accademicoAndrci 01etca, pubblicata nel 1970 c ristampata a Roma nel 1981. Per una ricostrutione acutamente en•dita <.Iella storia generale ùei romeni, è fondamentale ancora oggi l'opera- tradotta in Italia alla fine deg l i anni Venti - del grande s torico e fi lologo Nicolac lorga ( 1871 - 1940). Storia dei romeni e de{{a foro cil'iftà. Milano. 1928. La storia della Romania negli ultimi due !>ecoli 'i può ritrovar.: nell 'opera di Angelo Tamborra. Sfm·i Magiari. Romeni afla rihafta de{{a storia. La forma::.ione degli Swri de/t 'Europa Oriemafe (Sec. IX- XVI). in Storia Universale Vallardi ... Milano. 1960 c L'Europa Cemm·Orienwle nei ucoli XIX-XX ( 1800-1920 ), in Storia Universale Vallardi". Milano. 1973.
Solo nel periodo tra il XII e il XIV !>ecolo - in particolare dopo l'espansione tartara- si può parlare effettivamente delle regioni di Valacchia c Moldavia come nu c leo organizzato della popolazione romena c si possono in co ntrare i primi grandi principi quali Gelu, Glad , Basarab, Mircea il Vecchio. Vlad Tepe§, lancu dc Hu ncdoara. Stefan il Grande. Grazie ad una fase di crescente prosperità dovuta allo sv iluppo agricolo e dei commerci- che non evitava comunque il fenomeno delle lotte co ntadine e la crisi del modello feudale - l'organizzazione politica e militare dei due Stati valacco e moldavo fu in grado di consolidarsi e far!>i ris pettare dai potenti vicini turchi. magi ari e polacchi, mentre si con sol idava l 'unità etnico-linguistica del popolo romeno.
Già nel X IV ccolo. battendo il re ungherese Carlo Roberto d'Angiò, il voevoda Basarab estese il suo dominio e costituì il principato indi pendente della Valacchia, mentre quasi contemporaneamente il voevoda Bogd a n riu scì a imporsi sui rivali e a creare il principato di Moldavia.
La lotta antiottomana si fece più drammatica nei secoli successivi ma non evitò la graduale estensione da part e della Porta di una crescente sovranità, senza che i principati perdessero però la loro identità nazionale. In particolare, i principati. diventati dci ··pascialati" amministrati direttamente dalla Porta ottomana. conservarono il diritto di eleggere i prop r i principi (nomina che il Sultano avrebbe dovuto confermare) e di conservare le proprie leggi e i propri usi; non fu sempre possibile. però. evitare una crescente ingerenza turca negli affari interni.
Ve<.l. anche. per quanto riguarda la vasta produzione \toriogratìca anglo-sassone. l'opera ..dassica .. di Robert W. Seton-Watson. A ofrhe Roumanians:jrom Roman rimes to t/te compferion ofuniry. Cambridge. 1934. c, fra i più recenti contributi. le parti dedicate alla Romania in Barbara Jclavich. History o/t!te Bafkam. 2 voli.. Cambridge. 1983. e A of Romania. a cura di Kurt W. Treptow. Boulder. 1996.
Anche con la più forte e vasta m o narchia un ghere e i sviluppò un rapporto complesso fatto di conflitti e alleanze. scandito daU'acce n tuarsi o meno del potere centra le magiaro in Transilvania.
1.2 L "e tà mode rn a
Malgrado all'inizio del XVII secolo il prin c ip e moldavo Michele il Bravo fosse riu sci to a unificare per breve tempo i due principati sto ri ci con quello della Transilvania. la lotta contro il più forte dominio turco si fece d ramma tica per i principati feuda li di Moldavia e Valacchia che finirono pe r essere sottoposti alla diretta sov ranità del Sultano di Costantin opoli con l'obbligo di vari ademp im e nti di natura politica quanto finanziaria, pur se nza perd e re mai comp le tamente la propria indipendenza.
La res isten za più o meno aperta dei tre prin c ip a ti valacco, rnoldavo e transilvano al domini o o ttomano fu subordinata ag li eventi inte rnaz ionali europei. In seguito a ll a sanguinosa guerra dei trent'an ni che devastò l'Europa centrale, nel bacino danubiano-carpatico si affacciò un nuovo protagonista, non meno determinato nei progetti di espansione. l' impero asburg ico.
Dopo la g r ande vittoria di Vienna contro i turchi nel l 683 da parte delle armate imperiali austriache c di quelle polacche, si concretizzò. sia pur lentamente per tutto il XV III secolo, la "riconquista" dei territori occupati dagli ottomani. Processo graduale che ebbe po i i suoi momenti fondam e ntali n e ll e paci eli Ca rl ow itz d e ll699 e di Passa row itz del1718; con esse c add e ro definitivamente nelle mani degli Asburgo l 'U ngheria , la Transilvania ed il Ba nato.
l territori moldavo e valacco, pur al centro di frequenti e devastanti guerre tra austriaci, ottomani c ru i - che si confermarono così come i principali protagonisti nella lotta per l'egemonia sul Danubio- riuscirono a conservare la propria identità nazionale. mantenendo un regime nobiliare, so ttoposto a continue pressioni dalla sempre più ampia e agguerrita classe co n tadina, c ce rca ndo di raffo r za re sul piano economico, orga nizzativo , giuridico quella poca autonomia c he restava loro.
La Transil va nia a s ua volta sper imentò un periodo eli forte centralizzazione da parte del Governo di Vienna, sempre più propenso a fav ori re i magnati di origine magiara contro l'insofferenza cresce nte dei ceti contadini romeni .
È in questo contesto . in particolare. che si originò. nel 1784 . la famosa rivolta contadina contro la nobiltà ungherese, capeggiata da H orea, l .3 Fra turchi e russi: dal governo janariota al primo Risorgimento
Clo§ca e Cri §a n e terminata con una sang uin osa repre ss ione da parte de lle forze asburgiche e con la condan na a morte d ei tre capi.
U n primo tentativo russo di inserirsi attivamente negli affari danubi ani fu fa tto da Pietro il Grande a ll ' inizio de l XV III seco lo: con l'energico zar sia Consta ntin B ràncoveanu di Valacchia che Dimitrie Cantemi r di M oldavia si accordarono in funzione antì-otto ma na. M a i t urchi sco nfi sse ro i ru ssi e l i costrin se ro per il mo mento a ritirarsi.
Do po la pace di K utsch uk Kainargi del 1774 , seguita ad una nuova guerra russo -tu rca, i pr in c ipa ti moldavo e valacco furono de finitivam e nte inse riti nell 'o rbita otto man a , s ubendo un ' ulteriore restriz ione d elle proprie prerogative.
Da allora in poi la so rte dei territori romeni dip ese dall'andamento dei rapp o rti tra i due grandi' I mp eri vicini e da lle cre sce nti ambi z ioni ru sse vero il s ud -est balcani co e ve r o l'area degli Stretti, passaggio deci s ivo per l'es pan s ione verso il M edite rr aneo. Una pre ssio ne semp re pìù netta che in iziò a so ll evare fo rti tim o ri da parte dell'Inghilte rra e de ll a Fran c ia, soprattutto perchè l'Impero ottomano subì da allora un lento declino che nel XIX secolo sarebbe poì divenuto pi ù evide nte e ine v it ab ile e che av rebbe coll oca to il prob lema d e lla forma z ione di un o Stato romeno indipendente nel più ampio conte to della grave "crisi d' O riente", co in vo lgendo le diplomazie di tutta l 'E ur opa.
Con i l saldo ripri sti no della potenza turca nacqu e l 'e po ca definita del regime " fanariota", po ic hè i principi reg na nti de i p rincipati provenivano dai ce ti diri ge n ti d ella comunità greca dell' Impe ro ottomano. re side nte nel quart iere detto del Fanar a Costan tin opo li; regime rapprese ntato all ' inizio daU a fa miglia dei Mavroco rdat , che port ò innegabilmente ad un progresso nell 'o rganizzazione amministrativa in M o ldavia e Valacchia. ma che limitò fortemente l ' auto no mia dei principati s tessi , a partire dalla loro cap acità di avere una propria politica estera e portò ad una fort e oppressione f iscale e ad un forte drenaggio di risorse economic he essenziali verso altri territori dell'Impero.
L 'es pansione e l 'egemonia ru ssa n e ll a reg ion e tornò ad accentu a rs ·i con l'epoca napoleoni ca. Tuttavia, dopo l 'enne s im a guerra ru sso -tu rca , che portò ali ' occupaz io ne temp o ranea dei princ ip ati da parte delle truppe ru sse ed all'annes s io ne, con la pace di Bu carest del 1812 , d ella B es - sarabia, le aspirazioni de lla popolazione ro mena a forme sem pre più definite di autonomia amministrativa si sviluppa ro no se nsi bilmente.
L a nascita di una borghesia mercantile , la crisi del si s tema di rapporti feudali, i primi contatti co n il circuito economico e culturale europeo erano però elementi che richiedevano un forte rinnovamento anche nella vita socia le e politi ca.
Libertà e diritti fondamentali, indipendenza nazionale, abo li zione delle limitazioni ali 'ind us t ria ed al commercio formarono ob iettiv i politici e soc iali sempre più omogenei e diffusi e prepararono il terreno su cui nacque e si svi lupp ò nel 1821 - in collegamento con la rivolta dei g reci per l ' indipendenza- il mo vimento ri voluzio nario di Tudor Vladirnirescu , nato in Valacchia e diretto alla so ppressione del regim e fanariota ed alla formazione di regni autonomi -l. Il momento semb rava propizio: i grec i si erano ribellati e, forti del sos tegno dell 'o pinione pubblica occide ntale , riusc irono tra ill822 ed il 1830 a ribellarsi ai turc hi c ad arrivare alla piena indipendenza nazional e co n un primo embrione di Stato nazionale.
Malgrado l'avver sa rio principale dei paesi rom eni fosse ancora l'Impero ottomano, e in un primo tempo lo stesso Alexander Ypsilanti, aiutante di campo dello zar e personalità di s pi cco legata alle società segrete elleniche, fo sse intervenuto con un esercito per liberare la Moldavia , il ripensamento successivo da parte dello zar e il voltafaccia dei grandi proprietari terrieri (o boiardi ) portarono al fallimento dell ' in s urrezione, all'occupazione ed alla sangu in osa repressione turca. Solo con la ripresa del co nfro nto russo-ottomano e con l'intervento politico e militare di Francia e Inghilterra s i arrivò poi - con la pace di Adrianopoli del 1829 - ad una nuova limitata autonomia dei principati moldavo e valacco, sia nella politica interna c he in quella commerciale , anc he se rimaneva sa ldo il principi o della sov ranità della Porta ottomana.
Il " Regolamento organi co'· imposto dai rus s i ne l 1834- una sorta di primitiva " costituzione"- g arantì questa nuova fase torica dei principati , grazie alla nomina da parte del Sultano e dello Zar di due Principi reg nanti (detti " Hospodari "), alla creazione di du e As se mblee dominate dai grandi boiardi ed ali ' is titu zio ne di tre "divani" giud iz iari che inaugurarono un nuovo assetto della gius ti zia, e ad altre riform e econo miche, fiscali , amministrative. Fu so prattutto nelle campagne c h e si s perimentò una nuova ristrutturazione dei rapporti sociali e della produzione agricola, settore cruciale per lo sviluppo economico dei principati. ponendo le basi per il definitivo superamento del sistema feudale a favore di un sistema più avanzato, ba sato s u di una redistribuzione delle terre che non fece venir meno, tuttavia. il grande potere dei boiardi. l co ntra sti tra le As emblee e i Prin cipi - i primi furono Alexandru Ghika e Mihai Sturd za- segnarono gli anni successivi, con la nascita di una forte opposizione politica di matrice liberale, gradualmente legi ttimata a coniugare le aspirazioni ad una maggiore libertà politica con il risveglio de li' idea nazionale romena. Ma resta va grande il ti more dei romeni di veder sempli cemente so tituire l'egemonia delrimpero ottomano co n quella russa.
4 SuHa figura e il ruolo del Vladirnirescu, ved. Fran cesco Guida. Tudor Vladimirescu e la rivolu::.ione del 1821 nei Principati Danubiani nella storiografia romena in " Rassegna Storica del Ri sorgimento'·. 1975 pp. 291-315.
1.4 Dalla rivoluzione del 1848 al Prin cipato autonomo
Gli abitanti dei paesi romeni andavano progre sivamente rafforzando la coscienza della propria identità nazionale e l 'as pirazione ad una autonomia - economica e amministrat i va in una prima fase- che fosse più coerente con il progre so materiale e spi rituale c he o rmai li co ntraddistingueva.
Personalità come Ya s ile Ale csa ndri. Mihail Kogalniccanu, Eftimie Murgu . icolae B alcescu, C.A. Roscui. Ton C. Bratianu , Ton Ghika , Gheorghe Barijiu, Simion BarnuJiu, Avram Tancu in Moldavia, Yalac c hia e Transilvania asb urgica, e altri ancora. riuscirono a perfe z io nare e a organizzare con la loro attività politica e letteraria il nuovo cntimento nazionale e l'aspirazione all'u nit à e all'indipendenza della popolazione romenas.
Anche nelle terre da essa abitate- i Principati e la Transilvania - il 1848 fu, quindi, l'anno cruciale del ri sveg lio nazionale e della lotta all 'asso lutism o ottomano e asburgico. Lotta che ebbe nella grande Assemblea Nazionale di Blaj c nel " Proclama di l slaz'· del maggio 1848 i suoi momenti cruciali, ma che anche nei Principati pas sò attraverso grandi difficoltà a cau a della contrapposizione tra le varie correnti del movimento liberale e democratico, dai moderati ai "rivoluzionari", con la questio- ne sociale delle campagne che costituiva lo scoglio più grande nel programmare un nuovo modello di svilup po politico cd economico.
5 Su questo periodo che lo sviluppo ed il compimento del Risorg imento ro meno, fra le opere complessive più recenti. vcd di Keith Hitchins. The Roumanians. 17741866. Oxford, 1996.
Il fallimento della lotta per l'indipendenza, la dura repressione da parte degli Imperi ottomano c austriaco, con la conseg uente occupazione militare dci Principati gli errori del governo rivoluzionario unghere se che non volle riconoscere il diritto dei romeni tran il va ni ali 'autogoverno, fermarono le agitazioni rìvoluLionarie, ma non riuscirono a reprimere del tutto le aspirazioni aJrunìtà nazionale, grazie anche all'attiva opera presso le corti liberali dell'Europa occidentale da parte di esponenti politici esiliati che svil uppò una forte sensibilizzazione per la causa romena nelle opinioni pubbliche occidentali.
TI ritorno alla normalità in Moldavìa e Valacchia. insieme alla ripresa dì una relativa modemizzazione delle strutture politico-amministrative dei principati, grazie all'opera dei nuovi Ho spodari Grigore Ghìka e Barbu $tirbey, durò fino allo sco ppio della guerra russo-turca nel 1853 per il rinnovar s i della spinta rus sa verso gli Stretti e per quella politica di difesa degli Slavi ortodossi dei Balcani dai maltrattamenti delle autorità turche dì cui la Ru ssia stes a sì faceva sempre più responsabile prin c ipal e.
Formatasi la nota alleanza tra Francia, Inghilterra, Regno dì Sardegna e Turchia co ntro la Russia , il conflitto sì accentrò nella penisola dì Crimea, in Mar Ne ro, mentre i Principati ven nero occupati dai russi e poi nel 1854, dopo un accordo au . tro-turco in tal senso . dalle truppe austriache.
Con il Congresso di Parigi del l 856, alla fine del conflitto, si impose dì fatto anche la rìorgani zzazìone dei due Prin cipati: pur essendo la Porta ostile al movimento di unificazione e dì indipendenza dei romeni. il protettorato turco e russo venne sostituito dalla gara nzia collettiva delle potenze e uropee (inte re ssate alla stab ìlìtà sul le bocche del Danubio e a bloccare l 'es pansione ru ssa verso gli Stretti). mentre la Bessarabìa venne unita alla Moldavia. ci due Stati, governati da due '·Caìmacan'' ( Reggenti ) . i . arebbero inoltre convocati due "Divani (A emblee) ad hoc" per con ultare le popola z ioni sulle loro a pìrazìoni.
La pressione dì Austri a c Impero ottomano sui Caimacan era ev id ente, tanto che le prime elezioni per i ' ' Di vani" vennero invaliclatc, mentre le successive, imposte da Francia, In ghilterra. Pru ss ia e Russia (sop rattutto dopo l'incontro franco-inglc e dì Osb orne nel 1857). segnarono una evidente vittoria delle forze nazionali unìoniste nei due P rincipati.
La Convenzione adottata nel corso di una nuova dibattuta Conferenza convocata a Parigi nel maggio del 185 8 (v i parteciparono Tnghilterra , Francia. Russia, Prus s ia, Au st ria, Turchia e Reg no di Sardegna) regolò, infin e, lo statuto inte rn o e inte rnazional e d e i Prin c ipati: unione dei du e prin c ipati , ognu no pe rò con una propria A ssembl ea c un proprio prin c ipe e letto, auto no mia garantita inte rna zio nalm e nte , sov ranità nom inal e del Sultano che pe rò non avre bb e potuto più inviare truppe nei Prin cipat i stes i.
Ormai inarres tabili , i movim e nti na zio nali per l ' unifica z io ne dei due Stati riu scirono a s upe rare l'opposizion e interna z iona le fa ce ndo votare dall e due Assemb lee . nel gennaio 185 9, la stessa persona - il prin cipe Alexandru Ioa n Cu za, cap o d e ll 'esercito moldav o- come Princip e regnant e per ambedue i Principati Con questa doppia e le zione - ac co lta co n s impati a dall ' opinione pubbli ca libera le internazionale e ricono sc iuta s ubito da Reg no di Sardegna , Fra ncia, I nghilterra e Ru ssia - la via ve rso l ' unità politica si rive lava dec is ament e più sgombra6.
D o po i mutamenti a pportati dalla guerra austro - franco-pi e montese e dalla fase final e del pro cess o di unificazion e degli S tati italiani non si mostrarono più necessari e le costrizioni internazi o na li alla divisione de i Prin c ipati.
La lenta unificaz io ne anche de i s istemi politi c i , a mminis trativi, economici , fiscali , moneta ri , port ò infine alla proclamazione , ne l febbraio 1862, dello Stato nazi o nale rome no unifica to , con un s olo Prin c ipe e una sola Ass embl ea ed alla nuova C os tituzion e, c he , pur approvata da un pl ebi sci to , non sc io ls e però il nodo dei contrasti tra con tadini. pi cco la e media borghesia (di limi tata e nti tà) e latifo ndi s ti .
Pe r quanto riguard ava la Tran s il va ni a , l a situaz ione s i prese ntava abbasta nza diffe re nte; mal g rado qualche apertura inno v ativa da parte di Fran cesco Giu se ppe , l'o tru zio ni smo mag iaro non co nse nti va alla min oran za romena di mutare sostan z ialmente la propri a co ndi z ion e po litica e sociale, nè riu sc iva a garantirle una qualche form a di au tonomia
6 Fra le molte opere sui legami politi co -diplomatici tra Pri ncipati ro meni e Reg no di Sardegna. poi R eg no d'Italia, è a ncora fondame ntal e l'opera di Tamborra. Cavour e i Balcani. Torino. 1958. pas si m. Sulla forma z ione dello S tato romeno c il co ntributo italiano. in parti co lare s ui va ri " progetti " (Dura ndo, Ben zi, N ig ra) per la co stitu zio ne dei Pr in c ipati , ved. anche Car lo Sant onoc ito Il co ntributo della diploma:ia e del governo piemontele alla cai/Sa dell'unità rumena . Napoli, 1964. Più s pe cifico s ul peri odo riso rgimentale, inoltre, è D omen ico Caccamo L"ltolia, la questione del Ve ne to e i Principati Danuhiwl i ( 1861-1 866). in "Storia c Politica ' '. XIX. 1980. pp. 435.456. Inoltre. ved. R. Cia sc a. Fraternità ira/o-romena nella lotta per l'unità e l'indipenden:a durante il Riso rgimemo. in " Revu e Roumai ne d'Hi stoire", 1964. n. 4. pp. 655-676. R iferi menti i mportan ti ai co ntatti tra le due na7i o nalità ne l proces so d i fo rma zione s tatale a nc he in: Fra ncesco Guida . L'Italia e il Riso rg imento balca nico. Marco Antonio Canini. Ro ma. 1984. p p. 119-247.
Dopo un period o di co ntras ti politici interni , una riforma agraria c he non ri sol s e i problemi di fondo dei ceti contadini e d o po un atto di forza da parte di conservatori e liberai -radicali il Prin cipe Cuza fu costretto ad abdicare e, con una mediazione internazional e, fu c hi amato a succederg li un principe ted esco, Carlo (Caro!) di Hohen zo ll e rn Sigmaringen il quale divenne nuov o principe regnante del Prin cipato di Romania 7 Success ivamente , venne e le tta una nuova Assemblea costituente che approvò una nuova Costituzione in cui erano presenti in eguale misura elementi liberali e conservatori.
La v ita politica rome na degli anni seguenti accentuò tuttavia i contras ti tra liberali e conservatori e all'in tern o di que sti ultimi (vecc hia e giovane destra, cen tro ). L' influ e nza politica della Germania di Bismarck e del nuovo Impero au s tro - un garico (dopo il "compromess o " del 1867 con l ' Austria il nuovo R eg no di Un gheria accentuò la pressione s ulle minoranze etniche) agiva in se nso conse rvatore sulle vicende interne del giovane Stato e si fece se mpre più visibile, riu scendo a far emarginare dal Governo romeno i libe rali più radicali.
Dopo la crisi d ' Ori e nt e de l 1875 , nata con l ' in s urrezione anti -ottomana in B osnia ed allargatas i anche alla Bulgaria, sco ppiò nel l 877 una nuova guerra fra Impero turco e Ru ss ia , più che mai determinata a svolgere il ruolo degli protettrice di s lavi e della fede ortodos s a nei Balcani. Dopo una prima convenzione ru sso- romena per il passaggio delle truppe russe dirette a Costantinopoli , Caro! , con l'arenarsi dell 'offe ns iva dello zar davanti alla fortezza di Plevna, s i alleò con quest'ultimo , div e ntando anzi Comandante in capo delle forze alleate, fino alla vittoria finale contro i turchi.
Particolarmente dcc i ivo s i rivelò nella po s itiva co nclu s ione del conflitto l' apporto dell'e se rcito romeno c he dimo s trò co ncretamente per la prima volta la propria efficienza e la propria combattività; soprattutto n ell ' assedio di Ple vna.
Nel maggio l 877 la Romania approfittò del nuovo confli tto balcanico per proclamare finalm e nt e la propria completa indip endenza, priva ormai di qualsiasi rapporto di s udditanza verso la Porta. Dopo la pace di
7 Oltre ai volumi di storia genera le ci tati , per una puntuale ricostruzione dei principali avvenimenti della storia romena dal 1866 all'età comunista. integrata dagli aspeni di natura economica , socia le e c ulturale. è onimo il recente volume di Keith Hitchins, Rumania 1866- /947. Oxford. 1994 Sull'evoluzione dei rapponi soc iali ved. anche Kenneth Jowin ( a cu ra di ), Social Change in R omania . 1860- 1940, Berkeley. 1978.
Santo Stefano imposta dallo zar ai turchi e la creaz ione della grande B ulgaria, il Congresso di Be rlino , organizzato nel luglio 1878 dall'accorta reg ia di Bismar' k per limitru·e gl i effetti della vittoria ru ssa, pro c urò a l nuovo R egno r...>meno il riconoscime nt o in terna zionale della sua co mpleta indipenden insieme a quella della Serbi a e del Mont e negro, mentre ad una Bulg .tria territorialmente più limitata venne affiancato il nuovo Principatr della Rumelia o ri e nt ale.
Se e r a importante per Bucarest l ' acqui s to della zona del delta del Danubio e della D ob rugi a ette ntri o na Je s, l" unica nota negativa fu la riacquisizione della Bess arabia da parte della Rus s ia c il più deciso int e rvento di questa ne gli affari balcanici. mentre s i rafforzava a nc he quello autro-ungarico, con il ri schio di nuovi futuri confli tti nelr area. sop rattutto per il più solido se ntimento nazionale deg li S lavi, dentro e fuori I'Tmpero, che Vi enna e Budapest vedevano con crescente osti lit à.
1126 marzo J 881 fu ufficialm ente procla mato il nu ovo R egno di R omania so no la corona di Caro ! l c he con e r vava e aumentava il suo ruolo c hi ave nella vita politica e nazionale del paesc9.
La nu o va mon a rchia s i trovò s ubito davanti i prob le mi politici e d economico- oc iali irrisolti già prim a delrindipendenza. mentre la vita politi co -culturale de l paese rivelava impul s i inno vati vi e sempre più dinamic i , vo lti a s uperare il prob lema di fondo della modernizzazione.
Su quale dove se essere il ''modello'· più appropriato di svi luppo del paese s i c onfrontavano infatti varie corre nti lett e rari e e culturali. quaEi " Junirn ea". il "popu li s mo" il "sema nato ri smo , il "p ragma tismo··.
Sul pi a no politi c o sussistevano, invece, molti co ntra s ti tra i grandi latifondisti e la nu ova borg hesia commerciale e industriale. ve nuti a lla luce in particolare in occasione della revisione, nel 1884. della Costituzione e l ' av v io di una più moderna infrastruttura co mmerc iale , ban c aria, finanziari a. Negli ultimi decenni del secolo i alternarono governi liberali e con-
8 S ulla delimitazione del confine <.lobrugiano c contributo dci rappre entanti militari italiani. in particolare del Colonnello Orero. ved. Antonello Biagi ni L' Italia e la de/imita::,ione del confine fra Bulgaria e R oma nia in Dobrugia ( 1879) in: Idem. Momemi di storia ba/amica ( 1878-19/4). Aspetli militari. StatO Maggiore detrEsercito - Ufficio Storico. Roma. 1981. pp . 45 -67.
9 Sono testi ita liani a nco ra ogg i ba sila r i s ulla storia politica romena dopo l"unità. pur datati e ma lgrado i limit i s ul p iano documentario: L. C ialdea. La politica estera della Romania nel quaramennio prebel/ico. Bologna. t 933: Amedeo Giannini. Le ricende della Romania , 1878 - 1940. Mil ano. 1941. Un altro .. c la ss ico .. co nt ribut o s ulle vice nde poli - ti c he de lla Ro mania moderna è quello di Hcnry L. Robem. Rwnania : Po litica/ Problemx ofan Agrarian Stare. ew Ha ve n - Connecticut. 1951. servato ri. mentre su l piano della s tabilità interna s i affacciava in tutta la s ua imp o rtanza il problema del lav o ro e rimane va so tanzialmente invariato il grav e prob le ma dello sviluppo soc iale e produttiv o delle campagne. ln que g li anni si consolidava la co ntrapp o iz ione tra le due "a nime" della R o m a nia. quella rural e c q ue lla industriale e protezionista c he vedeva il proprio leader in Bra ti anu, noto per la s ua avvers ione nei co nfronti d e l g ra nd e ca pitale straniero ( tedesco. ma anche frances e. o lande se, inglese ) che, a partire dall a proc lamazione del Reg no , dominava se mpre di più lo sv iluppo produttivo ro me no. l n politi c a estera il nuovo Reg no . di viso al s uo inte rno anche pe r quanto riguardava le scelte inte rn azionali , s i trovò . bilanciato dopo l 'i ndipe ndenza ve rso g li Imperi au s tri aco e tedesco, tanto c he , dopo la form azione della Tripli ce Allean za tr a Austria-U ngheria. Germania e It a lia. nel 188 3 anche la Romania e ntrò con uno specifico trattato nell 'o rbita della po li tica di Vienna e B erlino , in c hiara fun z ion e difensiva nei confronti della pressione della Ru ssia, e mpre più poten za rivale de li ' Au tri a-Ungheria ne l precario equilibri o dei B alcani.
La riv a lit à tra i gra ndi leacle rs conservatori. co m e Catargiu, Carp, Ca ntacu z in o, e liberali , come Sturdza e so prattutto Bratianu, m e ntre s i delineavan o nuo ve forze politi c he come il partit o co ntadino e il prim o movimento soc iali s ta o rgani zzato. faceva da s fond o a ll'inas prirs i della ques tion e co ntad ina, caratteri zza ta da ribellioni causa te so prattutt o daJJe miserevoli co ndizioni di v ita ne ll e campagne, co ndi z ioni c he ne l 1907 avrebbero po rtato ad una ve ra e propria rivolta in tutto il pae selo.
L'imp e ro zarista s ubì in effe tti nume rose de lu s ioni. l n prim o luogo con la vicenda della Bul ga ria, dove non riu sc ì a trovare in Ale ssa ndro di Battemberg un principe dispo s to ad agevo lare la s ua espansione po i iti ca e dov e ne l 1887 con Ferdinando di Sasso nia -Cob urgo si in s tallò un a ltro prin c ipe lega to alla politi ca tede ca.
Il co lpo più g ra ve fu nel 1908 quello dell'ann essione pura e se mplice della B os nia - E rzegovina da parte dell'Au s tri a. c he l ' aveva avuta in ammini s tra z io ne temporan ea dal C o ngre sso eli Be rlino , evento che s u sc itò ancor più l'avvers io ne de i serb i e de i rus s i ne i confronti di Vienna.
La rivolta moderni zza nte dei " Giovani Turc hi ", c h e ind ebo lì fortemente la s truttura interna dell'Impero ottomano , e le due guerre balcani-
10 Sulla questione contadina rome na. ved. Bian ca Valota Cavallo tti , Questione agra· ria e vira politica in R omania ( 1907 - 1922). Tra demo cra :ia contadina e liberalismo au · toritario. Mi la no, 1979, e P hil ip Gab rie l Eidelbe rg, Th e Grea t Rumanian Peasant R evolt of 1907: Orix in s of a M odern Ja cqu e rie Lc iden, 1974 c h e d e l 191 2-1 91 3 fornirono un 'occas io ne per il Re g no ro me no di trovare un più ampio gioco ne l continuo e tumultuoso ev o lve rs i della si tuazione balcani ca.
L a prim a g ue rra ba lca ni ca, vide infatti un a co al izio ne co mpo sta da Se r bia, Mont e negro, Bu lgaria e Grecia v incere l ' I mp e r o otto ma no e s partirsi le ultime t racce del s uo dominio in Europa.
Successivamente, mentre s ulla costa adriatica nasc e va il nu ov o Stato albanese, voluto dalle Grandi Pote nze per frenare g li appetiti serbi e greci nell'ar ea, una nuova allean za tra Serbia e Grec ia, c ui s i u ni rono anc he la R omania e la s tessa Turc hia , dichiarò g uerra ad un a Bulgaria di ven uta troppo ambizios a do po la vitto ria co mune s ui turc hi , so ttraend o le terri tori in Macedo nia , Trac ia e, pe r quanto rigu arda Bu carest la Dobrugia meridionale.
Se il Reg no rom e no s i ingr andiva, s i consolidava nel paese il mo vimento irre de nti s ta , dovuto al fatt o c he la popol az ion e romena di Tran s i1vania , sem pre più co nsap evole d e ll a pro pria id e ntità c ulturale e sociale, s i trov ava a combatt e re an cor più duramente con le auto ri tà un ghere si per vede r ricono sc iuto il prop ri o d iritto all ' autonomia amministrativa , cu ltur ale e ling u is tica. L ' in vio del famo s o " M emorandum " direttamente a ll ' I mpe ratore Fran cesco Giu seppe no n eb be in sostanza alcun effe tto , mentre, s ul pia no de li ' org a ni zzaz ione poi it ica de lla p opolaz ione rom e na, perdevano terreno i " partec ipazi on i s ti" e aume ntava il prestigio del nuovo pa rtito na zional e di l uliu M a n iu.
1.6 La Roman ia nella prima guerra mo ndiale: intervento e sco nfitta
Il forte contras to tra la Se rbia e l 'A ustria -Ungheria ne l quadro della lotta per l ' affermazione nazi onale degli sl avi balcani ci, ai quali andava la pi ena pro tezion e poli tica e re ligi o sa de ll a R ussia , e il cresce nte g rave antagon ismo tra Vie nna e S. Pie trob urgo avevano aggravato l ' insta bili tà dell 'area
Quando sco pp iò il conflitto e uro peo nel lu g lio 19 14 , no nos tan te la iniz iale di sponibilità di R e Carol ad un inte rvento a fianco degl i Imperi Ce ntrali , il n uovo R e Ferdinando e il Pri mo Mini s tro I on C. B ratia nu , ma lgrad o la R o mania foss e anco ra uffi c ialmente legata alla Tripli ce Alleanza, optarono per la ne utralità, in attesa degli eve nti. In q ues ta direz io ne and ò la d eci s io ne d e l Con s ig lio della Corona i l 3 ago s to . A parte il co ntras to neli ' o pin ione pubbli ca rom e na tra l 'orie ntamento germanofilo , c he manifestava c h iaramente lo s te sso R e , e la simpatia pe r le po tenze dell ' Int esa, l ' in ce rte zza djpendeva da molti fattori e dal ra pport o compl esso co n la Russia. Gl i eve nti be lli c i, po i , s embra va no i o la re e mpre d i più la Ro mania nell 'a re a d o min a ta d a g li Impe ri Ce ntrali (anc he la Turc hia ne l 19 14 e la B ul g aria ne l 19 15 s i unirono ad ess i), me ntre il pe rdurare de l co nflitto apporta va no n poc hi problemi all 'eco no mi a ro me na , so p rattutto per j) ri o rientame nt o de ll e vi e c ommercia li .
I nol t re , l ' in te sa ini z ia le c he s i era forma ta co n l ' It a l ia per un a co ndo tta c once rtata in prev is ion e di un eve n tua le i ngre ss o ne l c onfli tto s i ri ve lò illu s oria 11. Il P a tt o d i Londra de ll' a pril e 1915 , sotto c ri tto da R oma con le Po te nze del! ' intesa, co l e infatti di so rpres a e a maregg io non poco la R o mania 12 l soldati romeni mobilitati erano più di 833.000, di cui 523.000 ioquadrati in 23 divi s ioni di fa nteri a, due di cavall.eria e altre unità minori.
Inutilmen te il gove rn o tedesc o cer c ò di co n vin ce re l 'U ng he r ia a f are alcu ne c o ncess io ni a ll a R o mani a così da indurl a a inte rve nire allo ro fianco. ess endo il P rimo M ini s tro au s tro - ungarico Ti sza pe r nulla dis po s to a co ncess ioni d i nat u ra te r rit o riale pur di a ve re Bu c ares t al proprio f ia nco ne l co nfl itto .
Le pesan ti p re ss io ni diplomatic he d a p arte d e ll e a ll e a nze co ntr ap p os te finirono pe r ved e re favo riti g li anglo -fra nces i e i r u ss i c he in caso di v ittoria arri varo no a ga ra nti re- se la R omania fosse c es a a l lo ro fia n co in g u e rra - i territo ri ro me ni d e ll ' I mpe r o au s tro -un ga ri c o , Tran s il va n ia e Bucov ina. B d iti a nu. mo lto ab il e fin o ad aJi o r a ne l barcam e n ar s i fra gli c hi e rame oti co ntr ap pos t i, c hies e c he , in c aso d i int e r ve nto a fian co de ll ' I ntesa . gli alleati s i impeg n asse ro a in v iare a nc he a iuti m ilitari , sia con un a offens iva a n g lo -f ra ncese d a Sa lonicco c he co n l 'a iu to rus so da e s t. Buca res t, poich é le g ra nd i attese vi ttori e a ll eate no n s i p rofila va no , e r a pe rò p ropen s a a pro lu nga re la s ua ne utralità, ma l ' Intes a ini z iò , v icevers a , a premere affin c hé la R o mania pre nd esse la s ua dec isio ne D.
Il Ved in p roposito la rico truzione di S erban Radulescu -Zo ner. Convergences des relations diplomatiques roumano-i taliennes à la veil/e de la première guerre mondiale . in ·'R assegna S wrica del Risorgimento··. anno LXI, luglio -se nembre 1974. pp. 427-445, e a nc he Gle nn E. To rrey, The Rounwnian-ltalian Agreement oj 23 Septemhe r /91 4 , in '"The S la vo nic and East Europcan Rev iew", n. 7. 1966. p . 407. Veci. ino ltre il commento it al iano di L. Cialdea , L' imer venro romeno nella g uerra mo ndiale. giu gno 19 14 - agosto 19 16 , " A nnali di Scie nze Po lit ic he", P a via . 1941.
12 Un con tr ib uto re lati va me nte rece nte c he ri vis ita il co mpl esso ra pporto tra Roma e Bucares t a lla vig ili a de i rispe tt iv i inte r ve nt i nel confl itto è q ue ll o di J a me s Burgwyn , A diplomacy aborred: 1wly and Rumania go Their separate way,ç in May 19 15. A reasseslmenT in 'East Europea n Quarterly" n. 3, settemb re 1987. pp. 305-318.
13 Sulle indecisioni della Romania nei p rimi anni di guerra. le trattative con l'In tesa. il ruolo determinante di lon Bra tianu. il Trattato del 1916 c l'andamento del conflitto ved.
Sherman David Spector. Rumania aT The Paris Peace Conjerence. A Swdy ojThe Diplo · macy oj 1oan /. C. Bratianu. New Yo rk. 1962 p p 18-45.
La lunga trattativa ebbe frnalme nte un tennine il 17 agosto del 1916. quando anche la Romania firmò un Trattato di alleanza ed una Convenz ione militare con l'Intesa, assicurandosi ingrandimenti territoriali dopo il conflitto, così come aveva fatto l'Italia. Quindi dichiarò guerra agli fmperi Centrali, con l'obiettivo di riacquistare i territori romeni dell'Austria-Ungheria. Sul piano degli aiuti militari, parte decisiva del trattato. la Ru ssia avrebbe aiutato i romeni con due divisioni di fanteria e una di cavalleria in Dobru gia , mentre a Salonicco e in Galizia anglo -francesi c russi avrebbero lanciato offensive di sup porto alle operazioni romene. Impeg ni poi non mantenuti.
L'equipaggiamento militare dell'esercito romeno si presentava fortemente inadeguato per sostenere un conflitto lungo, con gravi ca ren ze soprattutto nei settori delle artiglierie pesanti, delle munizioni c deli' aeronautica. Ordinativi per dota rsi di armamenti moderni vennero inoltrati a Itali a, Francia e In ghilter ra. ma arrrù e munizioni non fecero in tempo a venire in R omania prima della fine del 1916. Fortemente deficitaria si pre se ntava , inoltre, la formazione militare di ufficiali e sottoufficiali.
L'entrata in guerra, dal punto di vista strategico-militare, non poteva avvenire in un momento più sfavorevole: a occidente co me ad oriente l e grandi battaglie erano terminate se nza grandi mutamenti so tanziali e l e previste offensive, russa in Gali zia e franco - inglese a Salonicco, non si verificarono: di conseguenza. Vienna e Berlino furono io grado di concentrare molte truppe contro il nuovo alleato de li ' Intesa.
M alg rad o il Generale Averescu, destinato a diventare la personalità militare più popolare nel paese. e il Comando francese fossero propensi a stabilire la difesa su i Carpazi e ad avviare ma ga ri una offensiva contro la Bulgaria, preval e nel Governo romeno la tentazione di procedere subito co n un offensiva alla libera zio ne dci romeni presenti nei territori austro-ungarici. Seguirono succes i limitati e temporanei che cedettero i l passo ad una successiva offensiva delle truppe austro - tedesche.
Queste ultime, otto il comando del Feldmaresciallo tedesco Erich von Falkenhayn, dopo accesi combatt imenti , portarono nei mesi succes sivi, fino alla fine del 1916. all'occupazione della Valacchia e di parte della Moldavia, e solo la for1c resistenza delle truppe romene riuscì in qualche modo a bloccare l'avanzata. D'altra parte, la minaccia proveniva anche da sud, dalla Dobrugia, dove un esercito con unità tedesche, bulgare e turche sotto la guida del Feldmaresciallo tedesco Au gust von Ma ckensen penetrò profondamente nei territori romeni, fino al porto di Costanza.
Le perdite sul piano territoriale - rimaneva Libera sostanzialmente solo parte della Moldavia, mentre Re e Governo si trasferirono da Bucarest, occupata il6 dicembre, a portarono a gravi contrasti all'interno della società politica romena in merito alla necessità o meno di continuare la guen·a.
Il fronte, comunque, si stabilizzò per molti mesi, mentre Bratianu creò un Governo di unità nazionale con la partecipazione dei conservatori democratici (scission isti) di Take Ionescu.
Sul piano sociale, alla luce delle sempre più dure condizioni di vita della popolazione, delle forti restrizioni alimentari e dei problemi apportati dalle popolazioni dei territori occupati rifugiatisi in quel che rimaneva del Regno , si cercò di limitare il pericolo di rivolte sociali ispirate a ciò che (dopo il febbraio 1917) accadeva nella Ru ssia degli zar. l primi "'soviet" fra le truppe russe sui confini nazionali avrebbero potuto infatti condizi onare la situazione anche in Roman ia. In questo contesto il Re si sp inse a promettere la redistribuzione delle terre e la concess ione del suffragio universale al termine del conflitto.
Dopo un periodo di nuova istruzione e preparazione militare, le forze armate furono ristrutturate. grazie anche all'invio di nuovi armamenti alleati. soprattutto artiglierie pesanti e leggere e munizioni, ed al supporto della missione militare francese guidata dal Generale Henri Berthelot. I romeni si prepararono gradualmente, di concerto con gli alleati, a riprendere la guerra Capo di Stato Maggiore divenne il Generale Constantin Prezan, mentre a capo delle due armate romene furono posti i Generali Christescu e Averescu.
Particolare rilievo in termini patriottici venne dato alla organizzazione dei romeni che erano stat i costretti a combattere tra le fila delle forze nemiche ed erano stati fatti prigionieri su l fronte russo.
La progettata offensiva russo - romena sul fronte valacco, tuttavia, vide impegnati sostanzia lmente i so li romeni che costretti a subire il duro contrattacco austro-tedesco riuscirono con i sa nguinosi scontli di e Oituz a contenere il nemico solo a prezzo di molte perdite.
La Iivoluzione bolscevica russa di ottobre e il ritiro della Russia dall 'Intesa, insieme al diffondersi della propaganda dei soviet russi per la cessazione delle ost ilità anche nei territori romeni, mise la Romania alle strette e l'armistizio con gli Imperi Centrali non fu più evitabile: esso venne fltmato, anche se in modo provvisolio, l' 11 dicembre 1917. nella speranza, presto delusa , che una grande offensiva alleata potesse evitare la pace separata.
T preliminari di pace furono infine conclusi a Buftea il 5 marzo J918 dal nuovo Primo Ministro Averescu e da von Mackensen.
La pace ve ra e propria. che venne firmata il 7 magg io 19 l 8 a Bu c arest dal nuo vo Go ve rno co nserva tore fùo-tedesco di Alexandru Marg hil o man, prevedeva gravi concess ioni tcrritmiali ag li Tmpe ri Centrali (confine portato sulla linea di Carpazi e amministrazione romena so lo sull' Oltcnia) ed alla Bulgaria (in Dobru gia re s tava ai romen i solo un accesso commercia le a Cos tan za s ul Mar Nero ): cgu iva no gu obblighi di ridurre l'e se rc ito a otto di v isioni . di ritirare le mis ioni militari dagli Stati dell'Intesa e di as icurare pc anti concessioni in campo alimentare, finanziario e industriale14. Sul piano territoriale alla Romania si era presentata nel frattempo una occasione imprevista che portò all'acquisizione della Bessarabia. La regione. non co mpresa negli accordi del 1916. cos tituiva un forte interesse militare per l ' Intesa a causa dei depositi di armi e materiali ru ss i c he le vicende ri vo luzionarie mettevano a rischio. Quando il Go ve rn o rome no deci se di occupare militarmente la region e al fine di garantirne la s tabilità, l 'assenso degli Alleati fu scontato, anche s e questi - soprattutto la Francia - non vollero avallare una conquista definitiva, in prospettiva del ri stabi lir si di un nuovo Governo ce ntrale ru sso.
L a c ri s i russa aveva comunque portato alla mobilitazione nella regione di ben organizzati movim e nti autonomisti, da parte sia della popola z ione ru ssa che di quella romena , la quale reclamava con vigore la difesa della propria id entità nazionale , grazie sop rarrutto aJ neocostituito partito naz ionale ed a ll ' altività dei suoi rappresentanti, fra i più importanti dei quali , Constantin Stere. Que sta mobilitazione dell ' elemento romeno portò- nel timore soprattutto di essere in g lobati in un ' Ucraina e mpre più indipendentealla cos titu zione di un "Consiglio azionale' ·. lo "Sfatul Jàrii". ed a lla sua proclamazione di una " Rep ubblica federativa democratica moldava".
Gli sco ntri successivi co n formazioni bolscev iche russe e la loro az ione di forza co ntro lo Sfatul non fecero altro c he accenruare il carattere romeno del movimento autonomista , fmo alla dichiarazione di indipendenza del febbraio, prologo della s uccess iva unione alla Romania deci s a dallo Sfarul }arii il 27 marzo 19 l 8: atto con cui la B e · arabia manteneva, ruttavi a, una certa au to nomia e faceva dello ' ·Sfarul" un vero e proprio parlamento.
La minaccia del "co nta g io" bolscevico con il proseguire della rivoluz ione motivò l 'asse nso te mporaneo degli Alleati all' unione; in Bessarabia comunq ue dopo la fine delle osti lità giun c anche un contingente militare francese in rappresentanza dell' Inte s a.
La situazione interna politica, economica e sociale romena era intanto turbata dalle forti polemiche interne sulla responsabilità della sconfitta, dalle gravi insufficienze a limentari e dalla crescente agitazione sociale che portò all'adozione di misure di polizia semp re più radicali per timori di scioperi e rivolte contadine e operaie, mentre la propaganda di ispirazione bolscevica continuava a penetrare fra le maglie della società, anche se, bisogna dire, senza molti risultati.
1.7 Il ritorno nel COI!flitto e la creazione della "Grande Romania"
Intanto, fin dal 1917 si era fatta assai inten sa nelle potenze dell 'Intesa una campag na propagand istica da parte di mo lte pe rso na Lità di spicco della vita po l itica romena - così come s i verificava anche per a ltre naz ionalità- volta a informare e sens ibili zzare Je opinioni pubbliche a favore degli ideali unitari romeni.
Al famoso " Congresso delle nazionalità oppresse dell'Impero austroungarico". svoltosi a R oma, s u l Campidogl io. 1'8 apri le 19 18 fu particolarme nte attiva la delegaz ione romena che so tto la guida di Simion Mandrescu e G.G . Mironescu aveva cos t ituito in Italia un " Comi t ato d'azione dei romeni di Transil vania, Banato e B ucovina ", con l'obiettivo anche di organizzare i prigionieri romeni cieli' ese rcito a ustro - ungarico in unità militari da impiegare poi sul fronte italiano.
A nche in F r anc ia, dove s i trovava no nu merosi espo nenti del mondo accademico, po l it ico e culturale romeno , quali Take Tonescu , Octavian Goga. Va s ile Lucaciu, Nicolae Titulescu , fu particolarmente dinamica l'a ttività di sensibilizzazione alla causa romena , con il ricorso anche alla stampa di varie pubblicazioni di propaganda politica e cu lturale.
Proprio a Parigi fu creato il 6 settembre 1918 il "Consiglio nazionale dell'unità romena " i cui membri s i prodigarono per ottenere i l co nse nso delle Potenze alleate all'azione uni taria dei diversi Consigl i naz ional i i quali avevano deciso l ' unio ne al la Roma nia prima ancora che la Conferenza della pace decidesse in proposito, la sc iando intravedere non pochi problemi d i natura poli tico-diplomatica1 5
D'altra parte. le potenze dell'Intesa avevano disapprovato il trattato di pace separa ta seg nato dalla Romania con gl i Imperi CentraLi, stigmatiz- zando anche l'intervento in extremis nel conflitto pochi giorni prima degli arnùstizi. per essere nel novero delle potenLe vincitrici.
Infatti. il fallimento delle offensive tedesche e austriache sui fronti occidentali e l'offensiva degli alleati avevano rimesso in movimento la situazione nei Balcani e anche la posizione della Romania mutò.
Finalmente da Salonicco partì, il 15 settembre 19 J 8, l'offensiva delle forze dell'Intesa che obb l igò a chiedere l 'a rmi stizio sia la Bulga ri a (30 settembre) che la Turchia (30 ottobre). E quando le tre divisioni alleate al comando del Generale Henri Berthelot si avvicinarono alla R omania. anche r Austria-Ungheria si disse pronta a trattare la resa nei Balcani. dopo aver concluso il 3 novembre con ritalia rarmi!>tiLio eli Villa Giusti.
Marghiloman fu costretto a dare le dimissioni e una coalizione di transiz ione guidata dal Generale Coanda, che comprese le forze s ia di Bratianu che di Take Tonc scu, annullò le deci s ioni del Governo e mise di nuovo in armi l 'ese rcito romeno.
Il 10 novembre R e Ferdinando ordinò di nuovo l 'e ntrata nel conflitto a fianco dell'Intesa: tutti i territori del vecc hio Regno furono rapidamente riconquistati.
1113 no vembre le forze alleate dell'Europa sud-orientale . otto la guida del comandanre in capo. il Generale francese Louis Franchet d"Esperey, segnarono a Bel grado con gli ungheresi un armis tizi o . che però non arrestò l'avanzata delle truppe romene contro le forLc magiare in Transilvania. de stinata ad appesantire la già confusa situaz ione militare della regione danubiano-balcanica.
Bucarest mirava in questo modo a presentars i alla futura trattativa di pace nelle migliori condizioni territoriali possibili. su ll a sc ia della forte spinta emotiva che caratterizzava in quelle settimane il rinnovato nazionalismo romeno. Infatti. l'attività del pmtito nazionale romeno d'Ungheria. fino ad allora stretta tra il ferreo conrrollo austro-ungarico c le contingenze del conflitto. aveva iniziato nuovamente a farsi sentire c a lottare a favore dell'autonomia della "popolazione romena di Transilvania e d'Ungheria'·.
TI rapido disfacimento del l'T m pero austro-ungarico sotto l 'incalzare deg li eventi, soprattutto dopo il decisivo e vittorioso attacco finale dell'esercito italiano contro le forze austriache, presentò a tutte le minoranze etniche. dai romeni ai croati c ai cechi. problemi che imposero di fatto soluzioni nuove rispetto ai più limitati obiettivi dcii' in iLio del contlitto. grazie in particolare al sos!Cg no ideale introdotto in Europa dali" idealismo del presidente americano Wil on che. tra l'altro. aveva riconosciuto ill8 onobre il diritto dci popoli dell"lmpero a. burgico airautogover- no. Nonostante il tardivo tentativo delrlmperatore Carlo l , con il ' ·Manifesto .. di ottobre ai popoli del!" Impero, di conservare l" unità del!" Impero. anche in una cornice federale. i ceco-slovacchi. come i serbo -croato-sloveni e gli stessi ungheresi proclamarono l'indipendenza nazionale.
Il 31 ottobre anche nella regione transilvana venne creato un "Consiglio Nazionale" romeno, con la partecipazione dei partiti nazionale e socialdemocra tico , che. sotto la guida di Maniu, Ciceo Pop, Vaida Voevod e altre personalità, ben presto si attribuì funt.ion i di governo provvisorio. I negoziati avviati nella prima metà di novembre con Oszkar Jaszi. ministro delle nat.ionalità del nuovo Governo ungherese di Mibaly Karolyi. non approdarono a nulla. con il risultato che il partito nazionale. denunciando il rifiuto ungherese di concedere l" autogoverno . convocò per il primo dicembre 191 R ad Alba luli a un· Assemb lea che vide la partecipazione di 100.000 romeni e 1.228 delegati provenienti da 27 comitati s parsi in tutta la Transilvania.
La Grande Assemblea Nazionale" di Alba luli a proclamò così l'unione alla Romania. pur preci sando che essa avrebbe dovuto mantenere l'autonomia regionale, che si sarebbe convocata un· costituente c che si sarebbe creato un nuovo Stato nazionale basato su principi ispirati alla libertà e alla democrazia. Anche la minoranza sa one della Transilvania aderì ai primi di gennaio alla Dichiarazione di Alba lulia, riconoscendo in essa sufficienti garanzie per la protezione delle altre minoranze etniche. Un ..Consiglio Dirigente" sa rebbe rimasto in carica fino all'aprile dell920 con funzioni corrispondenti a quelle di un vero e proprio governo.
Ma non era tutto poiché la Romania stava ampliando il proprio territotio anche in altre dire/ioni. In Bucovina. infatti, re gione fino ad allora appartenuta alla Corona di Vienna. il locale Consiglio nazionale romeno aveva conquistato gradualmente la propria autonomia nei confront i della fo rte pressione ucraina e il 28 novembre. dopo l'ingrc-. ...o di truppe romene nella regione. proclamava anch 'esso la propria unione alla Romania.
Non solo. In quella fa se le aspirazioni romene si indiriLZarono con vigore anche nei confronti della regione del Banato . in aperto contrasto, però. con le rivenclica z ioni della Scrbia, poichè Bucarest tendeva a reclamare "tutta'' la regione che, data la sua prossimità a Belgrado. costituiva invece un'importante area politico -strategica per i se rbi l6 .
16 Una testimonianta Italiana contemporanea a favore della rivendicazione romena del Banato fu quella di Benedetlll Dc Luca. Il Banato alla Romania. Roma. 1919. In queopuscolo l" autore. oltre a dare un'ampia profondità storico -c ulturale. oltre che strate -
Vari decreti del Governo romeno ri co nobbero nel corso del mese di dicembre le uni o ni di Tr a nsilva nia. Bu cov ina e Be arabia.
Qu es te ini z iative. tuttavia. attuate prima delle decisioni delle poten.te vi ncitri ci alla Conferenza della pace. avrebbero inevitabilmente inn escato un co ntenzi oso tra Bu ca re s t c le potenze dell'Inte sa c he avreb be portato a s ituazioni altam e nte drammatiche nei me s i s uc cess ivi.
O cco rre aggiungere. inoltre, c he le tens ioni soc iali ali" intern o del pa ese si stava no facendo drammatiche, con una difficile s ituazion e economica ge nerale. accompagnata ad una se mpre più diffu sa agitazione ociale c a numero s i scioperi nei più imp o rtanti se ttori prod uttivi e nei servizi; agitazione c he vedeva un for te sv iluppo o rga nizzativo del partito socia lista e che e ra dovuta alle dure co ndi zio ni di vi ta della popolazio ne , soprattutto nelle campa g ne. Situa z ione cu i il Go ve rno romeno. nella speranza di attutire la propa ganda bol cevica. rispo se nel di ce mbre 1918 con il varo della promessa riforma agraria c he port ò poi alla espropriazion e di nume rosi latifo ndi fondiari ed alla loro redi s tribuz io ne.
TI l 2 dicembre il Gran Qu artie r G e nerale ro men o c hi e e, in vano . all'Armata Alleata d ' Orie nte !"auto rizzaz io ne ad occ upare a lc une importanti località della Tran sil van ia e de l Maramure s . quali Sighet (Sziget ) . Bai a Mare (Nagyban ya ), Satu Mare ( Szatmar-Nemé ty ), Carei (Nagy Karoly ).
Dej, C luj , Orad e a Mare (Nagy Va rad ) e Arad .l1 24 dicembre truppe romene raggiunsero ug ualm e nte Cluj e Sibiu. mentre il l gennaio 19 J 9 il G enerale Preza n inoltrò an co ra al G enerale Franchet d'Esperey l a ri c hiesta di avan zare oltre la linea Dej -Ciuj. ver o le c ittà di Arad e Oradea Mare.
D opo essersi fermate per qualche tempo sulla linea fissa ta dai fran ces i che andava da Baia Mare a Sibiu, Cluj e Alb a lulia. le fo rze a rmate romen e ripresero di propria iniLi a ti va l'a va nzata ve rso oves t. fino a rag - g ica. alle rivendicaLio ni rome ne (ed occidemale che gli si ro oltre il Danubi o). stabiliva un parallelo tra il dibanito tale questione e quello sulranribu tio ne dell<1 Venezia Giul ia c dcll'lstria a ll"lralin Sul problematico au eggi amento italia no a lla Co nferenza della pace ne i confro nti delle asp ira7ioni territoriali romene. \Cd Giuliano Caroli. L "Ttalia ed il problema na:::.ionale romeno alla Conferen:::.a d ella paa di Parigi. 1919 -1920. in ··Storia c Politit:a". n. 3, 1983. pp. 435 -479. Su g li aspetti p it'1 ge nerali de ll a po lit ica inte rn a- rapporti tra i par tit i contlitti eco nom ici e socia li - e dell a politica e' tera della Romarùa nella difficile transiLione dal contlitto alla pace. e in un arco più ampio di tempo . ved. Francesco Guida . R omania 191 7- 1922: aspira -:,io ni na:;io · nati e conflitti socia li. dal vo lume " Ri vo lu z ione e reazi one in Europa 1917 - 1924"'. Alli del C onvegno storico interna7ionale. Perugia. 1978. pp. l 05. Per qualllo riguarda in par ticolare l" unione della Transilvania al vecchio Re g no ved. anche di Miron Constantin csc u et. a l. (a cura di ) . Unijìcarion ofthe Romanian National State: the Union of Tran:.ylwmia with 0/d Roma nia. Bucarest. 1971 giungere tre quarti del territorio transilvano. L'organo fondamentale in cui si erano riunite le potenze de li ' In tesa. il Consiglio Supremo alleato, fu costretto così. il 25 gennaio 19 19 , a denunciare apertamente il comportamento del Governo romeno che continuava ad occupare territori senza la sua approvazione preventiva.
TI contrasto tra l'Intesa e la Romania subì un "sa lto di qualità" in senso negativo quando, il 14 dicembre 1918. Toan T. C. Bratianu fu nominato nuo va mente Capo del Governo. L'impetuoso uomo politico romeno era forse il meno indicato per cercare di convincere il Consiglio Supremo delle buone ragioni del s uo paese e per far riconoscere alle potenze alleate e associate la validità dei loro impegni presi nel 1916.