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SPERANZE, ILLUSIONI....

Le parole pronunciate al Reich stag daJ Cancelliere dell'Impero tedesco sono - pe-r quel che riguarda in pa.rticolar modo l'Italia - di una gravità estrema. Nel testo trasmessoci dalla S1efa11i, il dott. Michadis ha detto precisamente così :

« La penuria t'Conomica si fa smtire anche più acut.a in Italia , Jovt- il Governo e i partiti partigiani della gucrr:1. tentano Ji frenare coi m.auimi sfoni la rttcn1e agitazione per l:t conclusione Jt-lla pace, che proceJc sempre più cmrgica 1>.

Per ciò che concerne Ja penuria economica, il grande Cancelliere del grande Impero è malamente informato. Che un certo disagio d'indole economica serpeggi anche in Jtalia è verissimo; che questo disagio debba piuttosto aumentare che diminuire è inevitabile dato il prolungarsi della guerra; ma è altrettanto vero che questo disagio si è cominci.alo ad avvertire soltanto da pochi mesi ed è sempre infinitamente minore delta vera e propria carestia che travaglia gli Imperi Centr:a.l i. In Italia, quantunque il raccolto del grano sia stato scarso, si consuma ancora il pane a volontà e gli incide nti che si sono dovuti l:i.mentare in akune locaJità sono dovuti non tanto a insufficmza, quanto a disord ine nella distribuzione. Tant'è vero che ogni giorno si fanno delle scoperte interessanti nei retrobottega degli ese rcenti senza scrupoli. D'altra parte se il raccolto dc:I grano è stato scarso, quello del granoturco, che in talune regioni - come nel Vencto - cost ituisce l'alimento cssenzìale della popolazione, è stato ottimo; e più che ottimo - tanto che da venti a nni a questa parte non si era più avuto l'eguale - si annuncia il raccolto del riso.

A proposito del riso, raccomandiamo il divieto assoluto di esporta· zione anche per quantità minimissime. Siamo rimasti non poco stupiti quando abbiamo letto l'altro giorno sul Co"iere del Tìcino che nei magazzini municipali di S. Gallo ci sono 300.000 kg. di riso, che quella popolazione non consuma Si vorrebbe sapere come è capitata a S Gallo una cosl ingente quantità di riso.. ..

Sempre in tema di « penuria economica », gli altri raccolti - come orzo, .segala, etc. - sono stati soddisfacenti; quello dell'uva supera d i ben quindici milioni di ettolitri il raccolto del 1916. Il Cancelliere, che parla di « penuria economica » sempre più acuta in Italia, vende del fumo. Milano non ha finora che una tessera: quella dello zucchero. Ma la parte politica della frase del dott. Michaelis è la più importante: è quella che « rivela» il piano dei social-neutralisti italiani : che getta un fascio di luce sulle manovre dei hoches rossi, ì quali agiscono in evidente e sempre più sfrontata coincidenza cogli agenti del Kaiser. II dott. Michaelis, che è pessimamente informato per ciò che riguarda 1a nost ra situazione economica, è più al corrente delle cause e della fisionomia di certi avvenimenti. Quando il Cancelliere dell'Impero parla di u n' agitazione «recente» noi sappiamo a che cosa allude. L'agitazione «recente» per la pace qualunque; culmina e si compendia - fortunatamente - in una sola città: rutto il resto d'Italia, a cominciare da Milano, che al 20 settembre ha manifestato ancora una volta la sua ferma d ecisione di r esistere, tutto ìl resto d'Italia è rimasto tranquitJo e re frat tario ai suggerimenti dei « lavoratori di Michaelis ». li Can celliere scopre del tutto le sue batterie e i suoi :unici d'Jtalia

Non è stata dunque la rnancanza temporanea di pane o, per dirla con il Cancelliere, la « penuria economica », la causa motrice di taluni avvenimenti: è stato invece il proposito di affretta.re la pace, la p.1ce ad ogni costo, la pace tedesca, come vuole il C.1ncelliere, il quale colla sua ammissione imprudente o impudente ha bollato le manovre dei socialne utralisti italiani.

Ancora una volta dunque è provato che coscientemente o incoscientemente l'atteggiamento dei socialisti italiani favorisce la politica e i piani del militarismo tedesco .

C'è di più e di peggio.

- quei tali amici sui quali faceva a ssegnamento anche il 8erlinn T11gerbla11 - qu·ando afferma che « l'agitazione per la pace procede sempre più energica ». Difatti il sruppo parlamentare socialista sembra deciso - per farsi perdonare dalle masse fan atiche dei tesserati il troppo lungo periodo di dondolamenti - a jnscenare a.Ha Camera una specie di ostruzionismo sabotatore e pacifondaio, mentre l'organo dd Partito chiama a raccolta le sezioni per «fiancheggia.re» l'opera del gruppo. Si dà ad intendere che si tratta di difendere l'austerità del Pa.rlamento, il movimento politico ed economico dei lavoratori e le fondamentali libertà costituzionali, ma in realtà ·tutto questo apparato deve servire di pretesto o di maschera pt"r quell'altra aBitazione che von Michaelis già. annuncia al Reichstag come « sempre più energica»: l'aBitazione per la pace ad ogni costo.

Il Cancelliere dcJl'Impero dev'essere ben sicuro del fatto suo per cìò che riguarda l'opera avvenire dei suoi collabor:itori italiani, se può esprimersi con linguaggio cosi esplicito.

Ma ora, nessuno può più - onestamente e decentemente - ingannarsi e ingannare sul carattere, sul movente, sugli obiettivi delle prossime manifestazioni parlamentari ed extraparlamentari dei socialisti.

Ma von Michaelis s'inganna se nutre esagerate speranze di successo. Che il Governo abbia fatto il « suo massimo sforzo per frenare» la «recente» agitazione p:i.cifista, è una frottola che nemmeno i berlinesi più grobittner sono disposti a trangugiare. In Italia c'è chi opina che il Go\'erno abbia compiuto il suo massimo sforzo [ .... censura], Qua nto ai « partiti partigiani della guerra» essi sono ben lungi dall'a\'er compiuto il loro « massimo sforzo». Il Cancelliere dell'Impero se ne accorgcri in prosieguo di tempo.

Intanto fissiamo: il capo del Governo di una potenza nemica a fferma che « l'agitazione pacifista in Italìa procede e procederà sempre più energica». Pe r dirlo d eve possedere degli elementi di fatto. Il nostro Governo ha, dunque, una testimonianza eccezionale che dispone sugli obiettivi ddle agitazioni socialiste. Se il Governo non prende le m isure nt"Cessarie, è un Go"erno suicida e, quel ch'è peggio, è un Governo che conduce al suicidio la Nazione. Dall' altro lato, gli inten•entisti devono prepararsi a fronteggiare quell'aumento di «energia» social-neut ralista che il Cancelliere ha solennemente annunciato ai suoi uditori del Reichstag. l'« energia» di cui daranno prova fra poco i «seimila >> scandalosi dello scandaloso gnippo parlamentare socialista porta già il marchio della fabbrica e dell'infam ia : è commissionata dal Kaise r , vime da Berlino.

L'INCIDENTE t; CHIUSO

L'incidente internazionale suscitato dalla nota papale del 15 agosto, può ritene rsi ormai liquidato. N on è mancata la coda del grottesco, rap· presentata dalla r ispost a del Sulta no, i1 quale invoca dall'Onnipotfflte (Allah, .beninteso) tutte le benedizioni per Benedetto XV.

Se il Vaticano era in buona fede ncll':itto di lanciare al mondo la sua invocazione; se era in buona fede come Wilson nel dicembre 19 16, oggi il Vat icano non potrebbe più oltre restare in quell'atteggiamento di rigida, trascendentale neutralità, che ha cosl vivamente ferito la CO· scienza del mondo civile, non esclusi moltissimi credenti cattolici.

Nessuna illusione è p iù possibile o Jecila. Dopo la risposta sc ritta J ei due Imperi Cent rali, si attendevano le dichiarazioni dei ministri respon· sabil i. La stampa clericale faceva credere che il dott. Michaclis avrebbe aggiunto qualche cosa di concreto alla nota di risp0sta, almeno per quello che riguarda il d estino del Belg io. L"u lt ima parola non era stata d ctta. Il dott. Mirhaelis ha parlato. Ha parla to Ki.ihlmann. Ha parlato Curnin. I loro d iscorsi sono stati ancora più incerti e inafferrabili delle loro note. Si sono limitati ad accettare Jclla nota p apale tutto q uello che concerne la futura sistemazione politica-giuridica dd mondo e anche tutto ciò in tesi d i massima, senza impeg ni , sen za soverchi entusiasmi, poiché in Germania non c 'è n essuno -nell ' attuale el<'tta dominante di ministri, industriali, uomini politici, giornalisti, banchieri, pastori, agrari e o perai - che creda veramente a lla possibilità del disanno e delta pace pe renne fra i popoli. Questo omaggio alle regole del diritto fra le genti - dila• zionato nell'avvenire - appartiene al genere delle ipocr isie sornione. Ma sui problemi attuali, i ministri responsabili degli Stati nemici non hanno detto parola." Ci sono dei problemi che preesistevano alla guerra: il p roblr:ma dr:11' Alsazia-Lorena, quello de lle terre irredente italiane, quello della Polonia e dell' Armenia, quello delle nazionalità diverse e avveruche fonn :100 l'Impero absburgicoj ci sono dei problemi che la guerra ha suscitato nel suo corso: d'indole territoriale, come il problema del Belg io, del Lussemburgo, della Serbia, della Romania; d'indole giuridicopolitica, com e l'assetto eventuale di quella Società delle Nazioni che cosl spesso in cont riamo nelle manifestazioni politiche e nell' ideologia sociale di Wi lson Di tutti questi problemi, &li Imperi Centrali non adombrano nemmeno una soluzione. Di alcuni, nega.no persino l'esistenza: come per i tedesch i il problema alsaziano-lorenese non esiste, cosi per gli austriaci non esiste un problema italiano che si riassume nel binomio Trento-Trieste.

Quanto alle N.uioni invase, il Cancelliere è ancora fermo alla nozione dei pegni di guerra, con tendenza a renderli definitivi. evidente che in queste ultime settimane la politica estera tedesca è diventata più intransigente. La morione pacifista del Reichstag è stata dimenticata ed è Hindenburg che detta legge ancora come una volta. D i tutto ciò dobbiamo rendere grazia ai disfattisti russi e a quelli ch e lavorano, per fortuna con minore successo, nelle Nazioni dell'Intesa. Tornando al gesto del papa, ci si domanda se l'iniziativa ponti ficia avrà un St"guito. Per noi è indifferente che la Quintuplice Intesa rispo nda. Oramai - dopo du e mesi - è forse più conveniente non farne nulla Se la nota papale ha esercitato - come lo ha esercitato - un influsso deprimente sul morale delle Nazioni latine, non è gi ungendo con la \'Cltura N egri - more JOlito - che la Quintuplice Intesa può ripar3Ce al danno. ì inutile - cosl stando le cos e - offrire nuova materia Ji discussione e di turbamento degli animi. L'inciJente p:ipale è chiuso ed è meglio non riarr irlo. La Quintuplice può far questo: far sapere al Vaticano - com'è accaduto davanti a possibili iniziative di altri Stati neutrali - che la Quintuplice ritiene cosa non grata os:ni ulteriore intromissione Jet papa nelle facce nde della guerra ·e della pace. Del resto, dopo l'insuccesso totale della nota del 1, agosto, conviene an che al Vaticano di attendere tempi mi~lior i. Che si lasci ptrdere, senz'altri inten·enti diplomatici da parte dell a Quintuplice Intesa la nota pontificia , sta bene; ma l'occasione per dire una p:irola sulla situ:izione generale non sembra lontana. Si annuncia infatti, come prossima, un' altra con fe. renza politico-militare interallc-ata. Più che la nota papale oramai dimenticata, pesa sulla cosc ienza pubblica occidentale la situazione russa che continua ad essere incerta ed oscura, come ai primi giorni delta Rivoluzione. Non più tardi di ieri, Stefano Pichon, ex-ministro degli Esteri di Francia, tracciava sul PdiJ /011rnal un quadro assai fosco delle atruali condizioni della Rm;sia. Si può contare ancora sul concorso militare russo? Jn caso affermativo, quando? E in caso negativo, quali sono i punti di vista della Quintuplice Intesa? Su questi interrogativi che inquietano gli occidmtali i Governi devono dire una parola. Dinanzi alla defezione russa che prolunga la guerra, si delinea il compito dei Governi per ci6 che riguarda le manovre pacifiste all'interno, pa rtano esse dal Vaticano o dai circoli stoccolmisti o dagli agenti tedesch i alla Bolo e soci. Se la campagna dei sottomarini ! in via di fallimento, bi.sogna far fallire l'altra campagna, non meno subacquea,. non meno