3 minute read

LA CRISI

L'impressione generale dopo la prima seduta è questa: il M inistero nazionale ha i giorni contati e non può sfuggire al suo destino, Noi non ci intendiamo troppo di procedura parlamentare e non vogliamo indagare chi (nella quest ione che fu giudicata di semplice forma) avesse ragione. Se il gruppo socialista ufficiale, o il Presidente del Consiglio. Ma noi pensiamo che il Governo avrebbe dovuto accettare immediatamente la battaglia suJlo stesso terreno, e non evitarla, limi· tandosi alJa discuss ione generale sulla rinnovata domanda di esercizio provvisorio. Era un mezzo (.il p iù coraggioso se non il più procedurista) per sventare la manovra dei socialisti ufficiali.

L'on. Boselli avrebbe dovuto tenere alla Camera questo discorso: « Si vuole immediatamente sapere come e qualmente sono avvenute certe modificazion·i nella compagine ministeriale, alle quali si dà l'appellativo iperbolico di crisi extraparlamentare? 11 Governo nòn ha difficoltà alcuna ad accontentare gli onorevoli postulanti, ed è pronto ad anticipare quella discussione o un a parte di quella discussione che dovrebbe essere fatta più tardi ».

Invece di quèsto discorso l'on . Boselli ha imposto alla Camera u n primo voto di fiduc ia. E la Camera ha accettato l'imposizione, a mali ncuore, e brontolando.

Questa prima fase dell'episodio dimostra ~he il Ministero nazionale era impreparato all'attacco dei socialisti, e non h a quindi saputo fron. teggiarlo. Colto di sorpresa, invece di sventare la imboscata dei socialisti ufficiali, si chiuse, crune una chiocciola, nel guscio fragile di un primo voto di fiducia, ed ha lasciato la bocca amara anche a quelli che hanno detto « sl »... Accanto alla impreparazione - il che prova che il Ministero . nazionale non è più un organismo coordinato ed omogeneo, ma un gruppo semplicemente «quantitativo » di uomini - abbiamo notato una straordinaria debolezza di fronte all'audacia sabotatrice dell'on. MoCUgliani, jl quale ha potuto attacca.re il Generalissimo, e nella maniera più balorda, stabilendo uno straordinario raffronto fra il generale Cadoma e l'on. Canepa, senza che dai banchi del Governo sia partita una voce sola in difesa e di protesta.

Ancora una volta la « inorganicità» senile del Governo e l'affinità neutralista del Parlamento hanno agevolato enormemente la manovra dei socialisti ufficiali, i quali (alla Camera, in questa Camera di Giolitti) appaiono i padroni della situazione, anche per il fatto che i deputati in· terventisti non hanno avuto finora sufficente coraggio per contarsi e abbastanza buona volontà di affiata rsi e di agire in comune.

Notevole, Sia detto fra parentesi, nel discorso Modigliani, il rammarico per il «sacrificio» del comm Corradini, il quale, evidentemente, era ( o lo è ancora?) una garanzia per i disfattisti italiani.

La prima giornata della prima sessione, è stata adunque disgraziata per il Governo. Le dichiarazioni dei singoli minist ri in sede di d iscus· sione sull'esercizio provv isorio possono migliorare la situazione, ma è p iù probabile, invece, che il Ministero, p reso fra i due fuochi della op posizione interventista e di quella neutralista, sia costretto a rasseg nare le dimissioni. Se la situazione deve precipitare, come sembra ormai inevitabile, sono gli elementi interventisti che debbono compiere il gesto e assumerne le responsabilità. Il primo passo non potrebbe essere compiuto dai ministri che accettarono di entrare nel Ministero .nazionale, in rappresentanza della corrente dell'interventismo popolare? Non è tempo di uscire da questo equivoco? Perché prolungare questa specie di lenta agonia, dal momento che le speranze di salvezza cadono ad una ad una ?

N oi, che non abbiamo uomini da sostenere o da lanciare e possiamo, perciò, da questo punto di vista, guardare la situazione con animo scevro da preoccupazioni, mettiamo, però, sino da questo momento, alcune condizioni pregiudiziali nella eventualità di una crisi ministeriale, e cioè :

1. la nostra politica estera no!l. deve subire soluzioni di continujtà, né nelle direttive generali, né nell'uomo che le rap p resenta;

2. nella politica interna nulla di quanto è stato fatto in questi ultimi mesi deve essere revocato. Ma si deve andarè oltre nella attuazione di altri provvedimenti d'indole politica ed annonaria: chiediamo la istituzione nel seno del Consiglio dei Ministri di un comitato d i guerra; poniamo il nostro v eto a qualunque resurrezione di uomi ni compromessi ( durante e do po il periodo della nostra neutralità), anche con un semplice big lietto d a visita, deposto al ritorno di una misSione in America nelia portineria di Giolitti; vogliamo un Governo che abbia il coraggìo di dichiararsi interventista - poiché ormai interventismo e neutralismo, nella loro significazione storica·e program· matica, sono i due poli di riferimento di tutta la vita politica. italiana - · e che sappia utilir:za~e al di sopra, al di fuori e, quando occorra, contro il Parlamento, tùtte le capacità effettive, tutte le giovani energ ie del Paese.

D a Il Po polo d-'ltalia, N. 289, 18 ottobre 19 17, IV. P ubblicato anche s ull' cdi· rione di Roma, N , 288, 18 ottobre 1917, N.