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NITTI E L' UVA ACERBA

l'on. Nitti s"i era trovato l'altro giòrno - lui, non proletario, lui, non rappresentante di interessi precisamente proletari - accanto ai socialisti ufficiali leninisti che h a hlteggiato con la più g rande amabilitl, invero, come per varare la sua candidatura al Ministero.

Ci consta che egli attendeva da tempo questa crisi o una crisi quaJunque.

Durante il periodo della sua missione in America, egli era impaziente di tornare, perché temeva di «mancare» l'occas ione propizia, e quando sbarcò sano e salvo in Francia, fu cosl vivo il suo senso di delusione di fronte alla situazione ministeriale italiana che sembrava abbastanza solida, che non fece allora· mistero del suo pe5simismo sulle condizioni dell'Italia alla vigilia del terzo inverno di guerra. E di tale pessimismo è satura quella lettera ai suoi elettori di Muro Lucano, che è rimasta . fino ad oggi inedita, ma la cui intonazione era marcatamente disfattista.

Tornato dall'America, al suo passagsio da T o~ino, l'on. Nitti si è precipitato all'hòtél Boulogne per riverire Giolitti; e poiché Giolitti non c'era, l'on. Nitti lasciò il biglietto da visita.

Questo episodio - dalle apparenze banali - è invece di una enorme significazion e, in quanto denota nell'on. Nitti uno stato d'animo « perdutamente e smaccatamente giolittiano ».

Quel biglietto da visita non è solo un gesto di amicizia p ersonale, ma qualche cosa di più. Ha un senso politico. :e un omaggio al « parecchio» di btilowiana memoria.

Dél resto ci risulta che quella dei biglietti da visita è una specie di mania del deputato di Muro Lucano;·

In questi giorni egli ne ha lasciati qua e là molti altri, negli alberghi dì Roma che ospitano industriali ed armatori genovesi, senatori lombardi, e - particolare gustosissimo - chi aiuta molto l'on Nitti in questa sua fat ica di esibizione ministeriale è procisarnente l'on. Ciraolo, ch e - se non ci inganniamo - appartiene al gruppo radicale.

La manovra dell'on. Nitti -che evidentemente ri t iene di essere l'uomo della nuova situazione - non si è limitata solo agli approcci di Roma e al discorso di Montecitorio, ma si estende alla creazione di n uovi organi g iornalistici che dovrebbero Sostenere Ja politica nuova.

. B annunciata da varie parti la prossima pubblicazione di un giornale a Napoli che avrà jl titolo Jt Mezzogiorno. Si è detto anche che l'armatore ing lese sir Peyrce entrava nella. combinazione, ma la notizia è stata smentita.

Fra i promotori del giornale troviamo nomi che non ci sono ignoti. Per esempio il signor Canto, non sarebbe per caso il signor Kant, amministratore della casa Bender e Martiny, la cui dubbia italianità ha d ato luogo a vivacissime contestazioni e polem.iche anche sul nostro giornale ? · ,

· Fra i promotori non c'è anche certo Angiolillo, reduce dall' America e direttore di una rivista q uasi clandestina, nell'ultimo numero della quale c'era un articolo di esaltazione lirica all'on. Nitti?

Fra i redattori del futuro Mezzogiorno d ell'on . Nitti troviamo altre persone singolari, e precisamente un avvocato Mezza, non obliato nelle cronache milanesi. U n certo Bafi, il cui nome, se malamente non ricordiamo, deve essere apparso sul taccuino del famoso Weinhart; e un Aversa, fratello del nunzjo apostolico a Monaco di Baviera, e morto da poco in circostanze _ eccezionali

Si è parlato anche di un giornale a Milano, ma l'idea è tramontat a, perché mancano i mezzi tecnici, e cioè le linotypes e le rotative necessarie.

Sembra . invece ormai definita, anche "nei dettagli,. l'iniziativa per il giornale a NapoJi, il cui programma sarebbe - naturalmente - · la pace per accordi e compromessi.

Indubbiamente l'on Nitti pone la sua candidatura a Presidente del Consiglio dei Ministri. Egli non p uò accon tentarsi di un posto in subordine. D eve essere il primo.

Può accadere - come nella vecchia favol a - che l'uva sia acerba. Ma i nittiani si ritengono sicuri di « arrivare al portafoglio» e l'illustre Sanarelli, che non ha mai scoperto i microbi della febbre gialla del BrasHe, hi dimenticato gli atroci oltraggi di èùi lo g ratificò l'on Nitti in piena Camera, e si è già. ~ribuito per auto-elezione il Ministero dell'Agricoltura.

T utta questa manovra di Nitti e dei nittiani è grave, .anche se non sarà coronata dal successo. Grave · per gli uomini, per il momento, pct gli obiettivi. Non c'è dubbio poosibile.

Un Ministero Nitti significa un Ministero Giolitti

Un Ministero Nitti è quellci del « Governo mig liore )> auspicato dall'on Treves nell'ult imo fascicoJo della rivista 'turatiana

Non per niente 1'A11anJi! brucia t~ppi grani del suo incenso sude- kumizzato sotto le narici dell'on. Nitti, il quale ha scoperto quale. è il suo gioco. t:. Questo Ministero non può continuare a mendicare la sua vita fr usto a frusto da una stag ione all'altra!

Egli è oggi l'esponente del gruppo speranza e del gruppo socialista ufficiale. Ergo delle for1.e neutrali ç disfattiste . del Parlamento italiano.

Per queste ragioni soltanto, e non per altre, noi ci opponiamo ad un Ministero Nit:6, come a qualunque aJt.ro Ministero che ra.ppresenti. il neutralismo risorgente dai bassi fondi dove l'aveva cact:iato la furia di popolo durante Je radiose giornate d~ maggio. Per questo anche rite· niamo che i ministri interventisti devono precipitare la situazione, per· ché la crisi abbia una chiara, esplicita, solenne designazione interventista.

Il Ministero Boselli non raccoglie né odio feroce né simpatie aperte. No.n è odiato, non è amato : è semplicemente tollerato dalla Cameia e soprattutto dal Paese. Tollerato come un meno peggio.

[ ministri interventisti non sentono dunque che la posizione di un · Governo tollerato è la. più umiliante di tut~e?

Da li Popolo d'I111lia, N. 290, 19 ottobre 1917, IV. Pubblicato anche sulredi:iione di Roma, N. 289, 19 ottobre 191 7, IV.

Espressione Di Fierezza

Finalmente l'atmosfera grigia di questa sessione parlamentare è stata rotta e squà.rciata da un lampo di fierezza, di energia e di fede : qu ello di Leonida Bissolati.

:B stato un momento em inentemente drammatico. l'on. Grosso.Campana, questo disfattista criminale, questo laido giolittiino, questo tu rpissimo st rumento della congiura gioJittiana, ha investito l'on Bissolati a proposito dei fa tti di T orino che affiorano ad og ni moffi ento nella discussione. Ma l'on. Bissolati gli ha risposto superbamente.

Abbiamo, dopo troppi m esi di silenzio, ritrovato il nostro Bissolati. !:. lui ancora. Questa frase rivela jl suo stato d'animo. N ella trincea, di fronte al nemico, non si transige. Anche Montecitorio può essere, per qualche momento, una trincea nella quale si danno conveg no gJi austriaci di dentro, Ebbene, l'on. Bissolati ha detto:

« Come si fa fuoco sugli austriaci di fuori, cosi bisogna far fuoco su queUi d ell'interno».

Ed egli lo ha detto direttam ente tenendo il dito puntato- sulla faccia e sulla cosdenza dei. miserabili boches che urlavano come fossero flagellati a sangue .

Se il M inistero tutto solidariu.a con questo magnifico gesto giacobino, c'è una n uova situazione politica.

Indietro, indietro i boche;!

Interventisti di tutta ltalia, è ora di vigilare!

Da Il Popolo d'Italia, N . 290, 19 ottobre 1917, IV.

Gestodi Fede

Non più tardi di ieri chiedevamo ai ministri, che nel Ministero nazionale rappresentavano - all' atto della sua costituzione - lè correnti dell'interventismo popolate, una parola, un gesto c~e precipitasse in qualche modo la situazione di questo Ministero e costituisse una specie di raggio di luce nella penombra g rigia di questa ripresa pàrlamentare.

Quella parola è stata detta : quel gesto di coraggio che noi invocavamo è stato compiuto. L'atmosfera di Montecitorio, che si era cà.ricata sin dalla prima seduta di gas equivoci e pesanti, sì è da ieri alleggerita e si respira meglio.

E quasi superfluo aggiungere che tutto il nostro più vivo compiacimento va all'on. Bissolati, nel quale abbiamo ritrovato la dote che forma l'armatura maestra del suo carattere: la .fierezza.

E aggiungiamo con soddisfazione che la dichiarazione di solidarietà con !'on. Bissolati fatta dall'on. Orlando è altamente signifi:cativa.

Forte soprattutto della debolezza o della ac.rondiscendenza. altrui, il disfattismo dei nostri boches stava celèbrando alla Camera la sua carnevalata sinistra. L'on. Grosso-Campana, questo laido arnese del g iolittismo, quest'uomo capace di tutto -e la fa ccenda Agnelli con relat ive cambiali scontate dòpo certi articoli sulla Stampa, denuncia in questo diso~ norevole le più qualificate caratteristiche del volgarissimo ricattati>re -; questo mugnaio, un deficente qualunque, che avrebbe dovuto restare alla sua macina e ai suoi somari, doveva ritenersj, l'altro giorno, per una: specie di auto-illw ione, un demolitore di Ministeri, se ha osato scendere ad attacchi personali e individuali contro uomini, in confronto dei quali egli è un r ifiuto da rigagnolo.

Quest'uomo che non ci nomina, perché questo giornale, sulla base di . documenti inconfutabili, lo ha inchiodato e schiacciato sotto il peso delle sue nefandezze politiche e private; questo prussiano piemontesiuato o questo piemontese prussificatò, la cui responsabilità diretta nei fatti di Torino è oggetto di istruttoria, da parte dell'autorità giudiziaria, alla quale è stato trasmesso, da parte della autorità politica e militare, un incartamento voluminoso, è. degno di essere l'esponente di quel gruppo di bacati, d i avariati, di insoddisfatti, di inquieti, di venali che formano la mafia del neutralismo in Parlamento.

Ma finalmente alla provocazjone inaudita di questo boche, suscitatore di disordini alle spaue·dell'esercito combattente - proprio nel momentò in cui l'esercito nostro, sfondate le linee deJla Bainsizza, realiz:zava per la prima volta dopo la battaglia d~lla Marna quella che sembrava diventare un'impossibilità: Ja manovra - è stato fieramente, superbamente risposto, con un'invettiva che rimarrà scolpita nella memoria e nelJa coscienza degli italiani, e che deve essere calata suJla faccia di tola del mugnaio piemontese, come una frusta a nodi di piombo .

Cheimporta la « cagnara » dei _complici; che importano le ingiurie di un Bentini, questo ciarlatore dal cervello irreparabilmente smobilitato; di un Modigliani che è grande soltanto nell'onor del mento e della fronte; di un Mazzoni, bù in idem; d i quel fior fiore del gesuitismo rosso che risponde al nome di Camillo, il santone di stoppa; e di quell'altro bel campione del cretinismo universale che rappresenta il colleg io di Pallanza.?

· Maschere sono! Maschere saranno!

Devono recitare la loro commedia monotona, buffa e tragica, che si ripete almeno da venti anni, senza cambiare ma.i.

Quando il gregge dei fedeli li prende sul serio e scende nelle strade e si fa inutilmente massacrare, i « seimila » si squagliano. Non li trovate più.

C'era un·po' di amara ironia e un fondo innegabile di verità. n ell' apostrofe di un ignoto.socialista milanese, che nell'ultima assemblea di quelh sezione, a proposito di « fiancheggiamento », deplorava che i deputati socialisti non « fiancheggiassero » mai le masse.

Quando si tratta di assumere responsabilità, le maschere del socialismo ufficiale scantonario lungo i vicoli del «distinguo », delle restritioni e delle dottrine. E per riguadagnare le simpatie dei tesserati, ripetono, poi, il solito trucco dell 'indignazione a freddo nell'aula di Montecitorio.... Ma quando trovano l'uomo che li con osce, che li ha sviscerati, che li misura e sa di quaotO calcolo politico, di quanta bassezza morale, di quanta vigliaccheria individuale sia intessuta la loro opposizione « ideale » alla guerra, il trucco è pienamente sventato.

Quanto alle conseguenze politiche dell'incidente di ieri, sono evidenti. Nelle trincee i nostri soldati a vranno ora la certezza che i tentativi di pugnalarli alle spalle non rimarranno impuniti.

All'estero - tanto fra gli amici, come e soprattutto fra i nemici che spiano - si saprà che ci sono degli u omini nell'attuale Governo che non ripugnano dal ricorrere ai mezzi estremi contro i disfattisti di qualunque colore.

Nel Paese, anche fra gli clemen~i interventisti" più accesi, l'invettiva