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VERSO L'INCHIESTA SUI GIORNALI
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L'onesto Pagnacca, che non avrebbe avuto scrupolo alcuno di accettare, per il giornale che dirige, il milione dì dollari promessi dal capitalista nord-americano Ford, ha dovuto prendere atto della nostra immediata, schiacciante smentita. Il rospo - il secondo in breve volsere di tempo• -- gli è rimasto nella gola ed egli cerca di liberarsene, dopo due giorn i di ponwnento, con meschine puerìli sofistificazioni. di forma, concernenti il testo della circolare famosa , 11 singolare e jl plurale, gli :1.ggettivi e i pronomi possessivi e tutte le bagattelle della rinnovata esegesi pagnacchista, non spostano di una linea sola i fatti; quei t:1.li « fatti » che contano più di tutte le chi.1cchiere.
I fatti sono questi: l'Ava11Ji.' ha pubblicato la circolare da noi pure riprodotta, affermando che si trattava di migliaia di abbonati e chicde ndo perché erano gratuiti. Noi gli abbiamo documentato, diciamo docwnentato, senza possibilità di replica per qualunque giornalista che non sia volutamente in malafede: 1. che le migliaia di abbonati tri• mestrali si riducevano a 2n e qua.si tutti esercizi pubblici; 2. che erano stati pagati da Emilio De Magistris, noto e conosciutissimo a Milano, e non come fabbri cante dì proiettili, d i ghirbe, di camions e simili~
3. che Pagnacca deve smentire, se lo può, l'esistenza di Emilio De Magistris e della lettera da lui mandataci con le due distinte di abbonati; 4. che Pagnacca, deve, se lo può, provare che qualcun altro ci ha mandato somme per abbonati e di provenienza ignota.
Insomma, qual era lo scopo cui mirava col suo colpo traverso l'incorruttibile Pagnacca? Mostrare che questo giornale, grazie a donatori ignoti o· equivoci, poteva permettersi il lusso di mandare abbonamenti gratuiti. Noi abbiamo risposto con nome, cognome, domicilio dell'offerente, nome superiore ad ogni sospetto, e al quale siamo grati, sia detto en pauanl, della sua disinteressata attestazione di solidarietà, Ci pare che basti. Ora, mancato e in maniera disastrosa, questo colpo interno, l'onesto Pagnacca, che avrebbe intascato l'oro stranie ro del borghese Ford, è andato a raccogliere i « si dice» parigini"'· Se noi volessimo imita rlo e citare tutti i giornali esteri che hanno acrusato l'Avanti ! di « contatti » non precisamente platonici con i tedeschi e con i banchieri dei tedeschi, potremmo, senza difficoltà, ilmmucchiarne tanti da form a re un volume.
Non è molto che l'Avanti! stesso riportava un brano di un giornale sp agnuolo che lo accusava di essere al soldo dei tedeschi e ci rideva - forse a denti stretti - sopra.
Bando alle insinuazioni a meno ch e Loyola non sia inscritto al Par. tito Socialista Ufficiale Italiano. Fuo ri i nomi e parliamo chiaro. Qual'è la « pubblicazione » apparsa qualche tempo fa a Parigi che accusa que• sto g iornale di r icevere sussidi da « un a fonte più sospetta ancora »?
Chi sono quei signori ch e di chiara no di sapere ? Chi è quel deputato francese il cui nome potrà essere fatto alla commiss ione d ' inchiesta?
Quali gli altri uomini politici? Qua.li sono i testimoni che possono attestare di questa «opinione » comune n ei circoli politici di Parigi?
Si tratta di <<opinioni)> o s i tratta di fatti? L'Avanti! fa o non fa sue le « opinioni » dei circoli parigini? Assume o non assume in termini netti la responsabilità delle sue « opinioni »?
Attendiamo una risposta p rec isa a q ueste domande e ci ripromettiamo poi di far ingoiare a quel signore che catoneggia un rospo p iù vivo :incora.
Ma l'Avanti! deve non sci\'Olarc via, ma risponde re a qu~ta no• stra domanda: i tedeschi della social -democraiia sono o non sono ancora azionisti dell'.A11a111i!?
Quanto all'inchiesta, noi l'attendiamo. Di più. Noi la vogliamo. Se non ci fosse nessun altro gio rnale, la vorremmo noi. Quantun~ue non dobbiamo render conto d i nulla a nessuno. Per noi. Non c' importa che fra i commissari ci s iano i nostri più feroci avversari Se socialisti ufficiali, tanto_ meglio. Noi siamo tranquilli. Di una cosa intanto siamo certissimi: che in ogni caso !'inchiesta farà «male» a loro, non a noi . A buon intenditor...•
Da li Popolo d'lJ4.Ji•, N. 270, 29 scttembrc 1917, IV (/).
'(H 9)
L'ON. MAFFIOLI E LE FORNITURE ALLO STATO
Riceviamo:
Sig. Dirctt. dd Popolo d'It:Ji,,,, a vete alluso alla moralità dei miei affui e vi ho aptrto le porte del mio studio ptr controllarli a piacer vostro. Non si può fare di più, All'invito, voi rispondete con una do m.1nda, che da circostanze non vere risale al hno da me esposto e sp«i ficato da part'Cchio tempo ne l giorn;i.le del mio Partilo. Ch'io abbia fatto 6gurarc il nome della mia moglie ne lla fornitura di Stato sciocca diceria. Ho concorso col mio nome, pubblicamente, in gar:1 pubblica, preuo il Commissarialo di Mil ano, negli articoli di mia di retta fabbricazione, cosi çome ho spiegato csau rìffltC"mnite nei particolari colla ldter:a che sopra ho ricordata.
Con quanta scrupolosa onc-stì commerciale ? Questa materia morll.le se negli arti il merito!
Perchl alle ritorsioni politiche tutto serve, né pretendo di correggere i mr:todi poll"mici di que-sti tempi pei casi miei . Quindi t edescofilo, sabotatore del1;1. auern.. lutto quello che vol~e. Nessun ci crede, e voi meoo che altl'ui.
Ma per ritorsioni morali non c't posto a Sl'dere in cau mia.
MAFFIOLI
L'on. Maffioli - in ciò ligio alle prescrizion i del suo Partitoindugia su i particolari e mostra di trascurare la questione principale.
Che è molto semplice. L' on. Maffioli appartiene al Partito Socialista
Ufficiale -e ne è deputato -. il quale ha cercato e cerra in tutti i modi di sabotare la guerra. I socìal-neutralisti sono giunti fino a boicottare ogni opera di assistenza, e ciò per non contribuire, comunque, a tutto ciò che potesse lontanamente rappresentare collaborazione, diretta o indird:ta, alla guerra.
Con un simile « rigidismo », idiota o nefando fin che si voglia, ma rientrante nella pratica del Partito, non sappiamo come l'on. Maffioli abbia conciliato la assunzione di forniture per lo Stato.
Egli ~. dunque, fornitore dello Stato, per la guerra Comunque giustifichi o spieghi questa sua qualità, essa resta a contrastare tutta quanta l'azione del Partito Socialista Ufficiale.
A meno che non esistano due morali: una, inibita, pcc le opere di assistenza, che son gratuite; l'altra, consentita, per le forniture, che sono largamente remunerate.
Del resto crediamo anche noi che il Maffioli non sia personalmente un neutralista e che, « nella sua espressic,ne individuale >>, non sia un sabotatore della guerra. Ricordiamo che nel 1914, quando nc:l Partito si combattevano le più appassionate battaglie tra interventisti e neutralisti, l'on. Maffioli era tra gli interventisti. Ricordiamo le sue affe1ma2.ioni nelle assemblee socialiste; soprattutto ricordiamo il suo discorso recisamente interventista alla famosa assemblea di via Circo. E ricordiamo anche un episodio molto significativo : per un'altra famo sa assemblea, che fu poi tenuta nella palestra di Corso Romana, erano stati designa.ti tre oratori neutralisti e tre interventis.t i. L'on. Maffioli pregò uno degli interven tisti designati di cedergli il posto, perché, data la sua posiz.ione politica, desiderava di fare, come fece , esplicite dich iafWoni contro il neutralismo.
Ma tutto ciò aggrava la sua posizione, perché dimostra in lui tre anime diverse: come uomo è per la guerra, come deputato socialista ufficiale è contro la guerra, come industriale fa affari su la guerra.
Eleviamo un tempia alla coerenza!
Che resta? Le « ritorsioni morali». Ma di ritorsion i non abbiamo bisogno, perché i «compagni» dell'on. Maffioli non han mai potuto lanciare contro di noi una sola questioncella morale che avesse appa· renz.a di serietà,
D a li Popolo d'll,1/ia, N. 270, 29 settembre 1917, IV (/),
A Roma
L'annuncio della nostra andata a Roma, per un'edizione del Popolo d'Ital ia, mentre ha suscitato, come dicemmo, fervidi entusiasmi nei nostri amici della Capitale, del Mezzogiorno, e delle Isole, ha - per contro e vorremmo quasi dire inevitabilmente - suscitato preoccupa2:ioni ed allarmi nel campo clerìcaJe, Il che è strano, perch~ noi non facciamo - almeno per il momento - profess ione di fede ant iclericale, nel senso tradizionale della parola. Gli è dunque che i preti ci temono in quanto noi si;1mo degli interventisti, decisi a combattere e a svt'ntare tutte le manovre del neutralismo, che conta moltissimi campioni e gregari nelle file derica.li.
Ecco perché annunciando il prossimo avvenimento giornalistico l'A v,·enire J'//alia grida: .Age c<mlra, e invita i lettori del foglio cmi li:mo a « serrar sotto» come si dice in gcrgo di manovra militare. Siamo convinti anche noi che« l'attuale momento decide dei prossimi cinquanta o cento anni di storia italiana» cd è appunto per questo che rloi affiliamo e moltiplichiamo le nostre armi di offesa e di difesa. Anche il Momento di Torino batte la stessa diana. L'andata di questo giornale :t Roma impaura il giornale torinese, il quale vede già in pericolo molt e e venerabili cose, come per esempio il Parlamento, la legge, la libertà. Non manca, nel coro ecclesiastico, anche l'ltali11zza di Milano, un po' melanconica, perché i fedeli non « buttan più». Dev' essere per questo accesso di melanconia che l'lldli11zza nera si affretta a raccoglìc rc i« ven. ticelli calunniosi » c.... mistraliani di quel tal giornale tedesco in veste ita.Jiana.
Trascuriamo i chierici minori c he non contano. I leoni di S. Marco, le Unità Cattoliche di Firenze e gli altri animali del serraglio possono scrivere quello che vogliono. Noi non scendiamo a polcminare coi vecchi rimbambiti. Li lasciamo all'asilo.... semplicemente.
Dopo tutto, è giusto che i clericali si muovano ad incontrarci e a combatterci. La politica è questa. la vita è questa. Uomini, idee, partiti che battagliano per sopraffarsi, per imporre alle società umane il Joro f>\Jnto di vista, il loro piano di organiuu.ione, Ja Joro fede. Non è necessario di vincere: è necessario di combattere.
Quanto ai nostri amici, essi sono assolutamente entusiasti della no- stra in iziativa, Da Brindisi, da Lanciano, da Catania, da N apoli, da Cagliari, da Palermo, da Trapani e da moltissimi altri cent ri minori, ci giungono congratulazioni , p lausi, promesse di aiuto materiale .e morale.
Dare mo prossimamente i dettagli definitivi.
Intanto i nostri amici sanno qual è il loro preciso dovere, se sono « amici » e se Vogliono che il nostro sforzo sia coronato dal successo. Non ci piace d'insistere su certi argomenti. Una parola basta: Agire! M.
Da li Popolo d'llali.1, N. 270, 29 settembre 1917, IV.