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PERFIDIA E IMPOSTURA

Analisi Dei Documenti

Gli Imperi Centrali hanno ma ndato a Roma Ja loro risposta all'appello pontificio del lS agosto. l a prima immediata impressione che si riporta dalla lettura dei due documenti è semplicemente di sbalordimento davanti a tanta improntitudine. Gli aggettivi che bollano e fotografano la prosa che reca la firma dd Grande Cancelliere del «graziosiss imo » Kàiser, sono questi : la risposta è cinica, evasiva, sorniona. Noi cì propon iamo di dimostrarlo.

la prosa di Carlo I è un po' più stracca, ma sostanzialmente identica a quella di Michaelis.

Menwgne Tedesche

Dopo la pubblicazione delle memorie dell'ambasciatore Géra.rd, dopo tutte le cronache anche recentissime dell'attività criminosa della Germania, il tentativo di presentare il Kaiser sotto l'aspetto di un imperatore « pacifico », che « riguardò quale suo compito più retto e più sacro di conser• varc al papolo e al mondo la benedi:iione della pace», è un colmo di quell'wnorismo grossolano e sinistro, che è una delle caratteristiche fon. damentali della mentalità tedesca.

Le mire del Kaiser e del Kronprinz e delle ca.marille pangermaniste erano - dice Mi chaelis - quanto di più innocente si possa immaginare. L ',:gnu1 dei della comunione cristiana può appena competere, per immacolatezza di coscienza, con Guglielmo di Hohenzollem. E Michaelis, per dare una parvenza di serietà alla dipintura del suo Kaiser pacifista, cita le parole da lui pronunciate, nel primo d iscorso del trono, la bellezza di ventinove anni fa, secondo le quali ìl Kaiser « non avrebbe mai tolto al Paese i benefici della pace, se la guerra non fosse stata una necessità impostagli da un attacco all'Impero e ai suoi alleati. l 'esercito tedesco doveva assicurare la. pace e se ciò non di meno questa fosse rotta, essere in condizioni di conquistarla con onore.... )>, Se una citazione non basta o non dovrebbe bastare per impiccare un uomo, una citazione non basta

Opera Omni A Di Benito Mussolini

o non dovrebbe e nel nostro caso non pòtrà mai bastare a riabilitare il Kaiser e la sua dinastia e a lavare l'uno e l'altra dalJa enorme responsabilità di aver deliberatamente, coscient emente scatenato la guerra. la citazione del Michaelis vorrebbe far credere che l'avvento al trono di Guglielmo II segna un nuovo orientamfnto della politica militare germanica in senso pacifista. Nulla di più sfacciatamente falso. La storia dei fas ti e nefasti della Germania da un cinquantennio a questa parte è universalmente nota, quantunque la mole di essi s'accresca vertiginosamente; e anche abbastanza nota e diffusa è la conoscenza dell'opera del Kaiser durante questo periodo di tempo Possediamo anche nol - poich~ è consegnata nelle cronache dei giornali - l'antologia dei discorsi delJ'Hohenzollcrn. Imitiamo il suo Cancelliere. Citiamo anche noi.

IL .... PACIFISMO DEL KAISER

No. La tendenza tipicamente prussiana e tede sca alla grassazione, alla guerra, intesa come la più reddit izia delle industrie, non cessa affatto colla deposizione di Bismarck, che aveva al suo attivo i tre·colpi fortunati del ' 64, del '66, del '70.

L'l l gennaio del 1887, Bismarck dichiarava:

« Il giorno in cui rientreremo ·a Parigi ci sforzeremo di mettere !:i Francia almeno p er trent'anni nella impossibilità d i aggredirci » ll suo successore, Caprivi, è sullo stesso piano d'idee. Il '24 giugno 1890 - cioè di.ie anni dopo dell'avven to al trono del Kaiser.... pacifista - il Cancelliere (aprivi depon eva al Rcichstag un progetto di legge militare che doveva permettere agli eserciti tedeschi « di varcare immediatamente le frontiere ». Poco tempo dopo un generale di Stato Maggiore - quindi un personaggio altamente responsabile - dichiarava che:

« fannessiOl'le dd Belgio e ddl'Oland a s'imponeva per tenere il coltello sotto al naso della perfid a e vile Albione».

E il Kaiser? ll 1° marzo del 1895, all'inaugurazione del forte Haseler, Guglielmo II proclamava:

« lo ti battezzo forte Ha.5de r; tu sarai chiamato a proteggere le conquiste della Germania dai suoi nemici dell'ovest.. .. ».

Nel 1905, dopo lo sbarco a Tangeri, mentre i diplomatici discutevano ad AlgeSiras, il Kaiser pacifista, in una riunione deJlo Stato Maggiore e dell'esercito, grida:

« Voi avete visto, o signori, in quale posizione ci uoviamo dinanzi al moodo : hurrà, quindi, per la polvere asciutta e la spada affilata! ».

L'Inghilterra, dietro l'inspirazione del misterioso Haldane, proponeva una reciproca riduzione degli armamenti, ma la Germania dichiarava che l'idea era assurda e nel 1906 aumentava di un teno i crediti annu!Ji della marina.... Di pari passo procedevano i preparativi guerreschi del· l'esercito che culminarono nel 1913 e.olla famosa legge - votata aJI'una· nimitl anche dai socialisti tedeschi -:- colla quale gli effettivi dell'eser• cito permanente venivano portati a 860 mila uomini.

Concatenamento Di Cause

L' impudenza del Cancelliere dott. M ichaelis, è in proporzione degna e diretta colle tendenze criminali del suo padrone. La guerra sarebbe scoppiata contro Ja volontà del Kaiser. Questa affermazione non è suffragata da citazioni.... Ne potremo far noi, ma questo articolo, che vuole essere un commento alla nota, prenderebbe l'aspetto di una lunga « memoria » storica. Non solo il Kaiser voleva la guerra, ma voleva questa guerra, cioè una guerra condotta con tutto il disprez2:o possibile delle norme giuridiche e umane, conformemente alle dottrine di Ciausewitz, Von Bernhardi, Moltke, sintetizzate nel famigerato Kriegsbra11ch . Non per nulla il Kaiser, in uno dei suoi innumerevoli discorsi, aveva citato questi versi di von Kleist :

« Quando il nemìco è ai nostri piedi, lui e le sue bandiere, che ci. ~porta della re~ola con cui è stato battuto? La rego la che lo abbaue è la più alla di tutte!•· ·

« Una non ostacolata gara, un non turbato gioco di energie per il ff!assimo perfezionamento dei beni dell'umanità», ecco gli obiettivi che si proponeva. di raggiungere la innocente politica tedesca, quando un « malaugurato concatenamento di eventi spezzò un processo ricco di speranze ». Certo il processo era ricco di speranze per l'attuaz.ioile del piano di egemonia mondiale sull'asse Berlino-Golfo Persico. Ancora dieci anni e col suo « esercito occulto » di viaggiatori, di banchieri , di industriali, di spioni, di principi, di femmine, la Germania avrebbe completato il « processo ricco di speranze » colla conquista del mondo, senza colpo ferire o quasi. Tra.spare una nota di amaritudine profonda da quel « malaugurato concatenamento di eventi » che è nella prosa del Cancelliere un piccolo capolavoro di eufemistico cinismo e che è - nella storia - l'inizio della disfatta tedesca. Il « malaugurato concatenamento di eventi » comincia dalle bombe di Cabrinovié e .dalle revolverate di Prindp. Prosegue col1'11J#maJ11m austriaco che non poteva essere accettato dalla Serbia, pena la sua scomparsa dal novero delle Nazioni indipen- cl.enti. Segue col rifiuto categorico della Germania di aderire a una conf erenza internazionale che avrebbe dovuto liquidare pacificamente il diffe, md austro-serbo. Esplode, finalmente, nella dichiarazione de lla guerra a lla Russia e alla Francia, e nell'aggressione proditoria e barbarica del Belgio.

Ah sl ! II conca.tenamento di quegli eventi è stato malaugurato, soltanto perché la Germania era decisa a lla. guerra e non voleva perdere queJla che le sembrava, dopo cinquant'anni di attesa esasperata, l"occasione più propizia per sterminare i popoli pacifici dell'Oriente e dell'Occidente europeo e per dilatare il nuovo sacro romano Impero del Kaiser da Riga a Cala is, da Amburgo a Trieste !

La responsabilità di aver scàtenata la guerra deve cominciare a pesarè st rao rdinariamente sulla maJa coscie nza dei tedeschi, se l'uomo politìco più rappresentativo del loro Impero, non osa p iù, come faceva Bethmann· Hollweg, rigettare la responsabilità della guerra sulla perfida Albione o suH'«accerchiamento» dei franco-russi, ma su di un « malaugurato » . concatenamento d i avven imenti!

Quella stessa Germania che stracciò il « peuo di carta » che garantiva la n eutralità belga e commetteva quindi. una delle più grandi , se non la p iù grande violazione di diritto che sia nella storia, parla, oggi, di « un rinvigorimento della forza morale del diritto». Questo brano della prosa michaeliana, come tutta la nota del resto, è molto involuto. Di preciso e di impegnativo non t rovate niente. Si parla di una « speciale simpatia » colla qua.le s i <<salutano» (sic) le concezioni di S. S. perché in avvenire debba subentrare a lla potenza materiale delle a.cmi la poten za mora.le de l diritto. Ma non è ~anifesto se queste opinioni del papa siano condivise dal Cancellie re. Ad ogni modo qui si naviga nei mari del più pum nonché futuristico platonismo politico, che non compromette niente e nessuno. Jn ogni caso il Cancelliere mette le piote innanzi. Sta bene , ~gli d ice, la potenza morale del diritto e Ja limitazione degli armamenti e il processo arbitrale ( da nota.re : non il tribunale arbitrale, ma un pro· cesso arbitrale da accettare eventualmente caso per caso), ma pure~ tutto ciò « sia concilia.bile cogli interessi vitali dell'Impero tedesco e del suo popolo ». Sappiamo oramai attraverso l'abbondante letteratura pangermanista che cosa dobbiamo intendere per interessi vitali del popolo tedesco. E se non bastasse la letteratura, ci sono le più recenti fanfaronate del l{ajser, dopo la conquista di Riga. ·

Crediamo, senza troppe difficoltà, che nessun. Paese più del tedesco ha motivo di desiderare che a.l posto dell'odio genera.le o della lotta prevalgi. fra le Nazioni uno spirito conciliante e fraterno, L'odjo contro la razza tedesca è così diffuso, cosl forte, cosl profondo che passeranno molte gener.uioni prima che le popolazioni st raziate delle regioni invase e degli altri Paesi civili possano tornare a contatto, senza istintivamente u.bbrividire, degli unni moderni.

La Gennania si propone di « ricom inciare » dopo; i magazzini delle sue fabbriche sono pieni di merci da lanciare di nuovo a prezzi di du mping oltre le frontiere; ffiigliaia. di contrabbandieri hanno mantenuto il loro aJlenamento in Svizzera e sono in perfetta « forma » per riprendere le vecchie relazioni: c'è soltanto l'avversione, l'odio che crea una barriera insormontabile ed ecco 1a Germania, che ha fatto sue, come inno nazionale, le strofe bestiali del Lissauer; la Germania che ha con iato una medaglia commemorativa dell'affondamento del UIJitattia; la. German ia che assassina metodicamente e scientificamente i prigionieri france si e russi, mentre il Kaiser da alle sue truppe l'ordine di << non far» prigionieri inglesi; la Germania che ha fucilato Miss Cavell; che è passata per il Belgio, per la Francia, la Serbia, la Romania, la Polonia, massacrando, incendiando, stuprando, rubando; la Germania sente oggi di eMere cinta da un cerchio di ferro che i suoi 420 non riusciranno mai a spezzare e allora simula l'umiltà e parla di « spiriti concilianti e fratern i» che dovrebbero prevalere fra le Nazioni, ment re il suo ministro della Guerra accenna alla nuova, non lontana conflagrazione europea!

ANCORA E SEMPRE LA CARTA DI GUERRA !

Le grandi questioni territoriali europee sono, per Michaelis, dei « punti di litigio». Viene spontanea alla penna la frase idiotistica:

'l""'/I' d'allemand . Ma su questi. « punti di litigio» (punto di litigio la restaurazione del Belgio? della Serbia ? della Romania? della Polonia? punti di litigio l'Alsazia-Lorena e Trento e Trieste?) il Cancelliere tace. Non una parola. Quando il Cancelliere scriveva la sua rispo5ta alla nota papale egli aveva dinanzi agli occhi la « carta di guerra tedesca ». Il Can~ lliere non la modifica. di un solo metro quadrato. Ebbene, su quella « carta » ogni discussione a priori impossibile. La nota degli Imperi Centrali non offre il materiale per una replica, nemmeno alla più. sot- tile e virtuosa diplomazia del mondo. Non c'è niente, e sul niente non si discute e soprattutto non sl costruisce quell'opera grande e necessariamente ponderosa che è il pacifico futuro assetto del mondo. La conclusione è questa: bisogna stracciare la « carta di guerra » dei tedeschi. La diplomazia - anche teocratica - quando non sia d'accordo coi tedeschi per debilitare col mezzo di continue manovre pacifiste la resistenza interna dei paesi alleati, si rivela di una pietosa impotenza. E duro, è triste, ma è supremamentc necessario e tutti gli uomini di buona fede devono esserné convinti: ancora una volta la parola è al cannone.

D a Il Popolo d'/Jalia, N, 264, 23 se,tembre 1917, IV.

Il Progetio

Ogni ragione di riserbo è cessata. Il progetto del p eriodo di elaborazione sta per passare alla sua realizzazione, I nostri amici hanno diritto di sapere e noi ci affrettiamo ad appagare la loro legittima curiosità. Si tr:atta di una edizione romana del Popolo d'Italia. Meglio ~ si tratta dì un s,econdo Popolo d'!Ja/ia che uscirà a Roma, iniziando le sue pubblicazioni cinque giorni prima della riapert ura della Camera e che sarà diretto da chi scrive queste linee.

La notizia - grazie alle inevitabili indiscrezioni dei giornali - è già trapelata; e mentre nel campo avversario ha suscìtato sintomatici alla..rmi, fra i nostri amici numerosissimi dell'Italia meridionale e insulare - in particolar modo della Sicilia - ha suscìtato vasto fervore di appro. ,·azioni e di consensi. Gli obiettivi che ci proponiamo sono chiari: s e. guire da vicino lo svolgimento delle discussioni parlamentari, che si annunziano assai importanti; e alimentare il nostro movimento nel Mezzogiorno d'Italia. Gli amici di laggiù sono dunque avvertiti. Noi ci avvirinia.mo a loro. Era nei nostri propositi da tanto tempo. Ci avviciniamo a loro; ci avviciniamo alle asp irazioni, ai bisogni delle loro nobilissime regioni e con quell'assoluto disinteresse che ci g uida in tutte le manifestaiioni della nostra attività politica li sacrificio che ci proponiamo è p iuttosto g rande, ma no i abbiamo fede nelle nostre forze, abbia.mo fede nella solidarietà dei nost ri amici di ogni parte d'Italia, abbiamo fede nella bontà delle nost re idee Noi sentiamo - e deve sentirlo anche il Governo -che attorno a noi c'è la parte più giovane, più sana, più audace della nuova Ita lia. Gli amici ci aiutino coi loro nomi e colle loro offerte a rendere sempre più potente e minacciosa questa gagliarda ripresa dell'attività interven· tista. Bisogna sbaragliare, sgominare i bochu dell'interno, schiacciare i parassiti, cooperare, colle nostre forze, all'avvento della vittoria.

Noi «osiamo»; i nostri amici facciaflo altrettanto nell'attestare la loro tangibile solidarietà.

E avanti!