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NEL TERZO ANNIVERSARIO DELLA GUERRA

« COME SONO VENUTO ALLA GUERRA »

Determinare le cause di uno stato d'animo, rintracciare le ragioni psicologiche, quindi intime di un atteggiamento politico e personale, non è la còsa più facile di questo mondo, malgrado il socratico « coÒosci te stesso·». La. coscienza· è un dato enormemente complesso e approssimativo, per .cui l'uomo che vuole guardare «se stesso», scindersi in un soggetto che investiga e in un oggetto da invest igare, può cadere in qualche errore di analisi o di sintesi, tanto più che non è facile demarcare nel tempo e nella qualità le azioni e reazioni fra mondo esterno e mondo interno. Tutto ciò per avvertire il lettore che i motivi delle azioni umane vanno ricercati con molta discrezione....

lo non ho mai ammirato i tedeschi Nemmeno socialisticamente parlando. Le polemiche che ho avuto cori l'on. Graziadei prima della guerra •e precisamente in seguito all'articolo « Tt"egua d'armi!» del giugno 1914, sono là a dimostrarlo. La mia concezione del socialismo si avvicinava alla scuola franc"ese. Un po' di Malon, molto Blanqui. Il mio « insu rrezionismo », il mio «volontarismo» socialista erano in aperta antitesi colla azione tedesca, anzi prussiana o meglio 1tock·prussiana del socialismo marxista. Malgrado tutto, e ro lungi dal credere - nell"uJtima decade del luglio 19 14 - che il socialismo tedesco avrebbe tradito cosl clamorosamente l'Internazionale e si sarebbe solidarizzato colla politica d'aggressione del Kaiser. Io fui - d' isti nto - favorevole alla guerra il giorno stesso in cui i tedeschi o ltrepassarono le frontiere del Belgio. Impressi all'Avanti/ una direttiva nettamente anti-germanka e franco fila. Certi titoli che occupavano tutte le colonne della prima pagina sono ancora ricòrdati. ·Cosi molti articoli di redattori e miei. L'Avanti{ non fu - in quel periodo - neutrale fra aggrediti e aggressori, ma stigmatizzò questi ultimi e confortò i primi della sua umana e socia1ista solidarietà.

A questo periodo ne seguì - dopo la battaglia della Marna - :un aJtro che culmina in· due episodi: nel manifesto del 21 set:tembre e nel referffldum lanciato alle .sezioni. Fu quello un p eriodo assai breve del resto, ·in cui motivi d'ordine politico frenafono il mio interventismo la- tcnte iniziale. Forse io avevo in animo d i condurre il Partito alla più alta manifestazione a ntibellica, per poi, compiuta l'affermazione di prin• cipio, scendere sul terreno della realtà, Ad ogni modo la neutralità non doveva essere l'equivalente dell'inazione, Di qui il dilemma ch'io posi alla Direzione del Partito nella riu-· nione di ottobre a Bologna, preceduta da un mio articolo: Dalla neuJralità aJSolJJta alla neutralità attiva ed operante . Ciò che avvenne in quella riunione è noto. B certo che io potevo -a norma di legge - restare alla direi.ione dell'Avanti! perché, acclamato dal congresso di Ancona, solo un altro congresso poteva allontanarmi da quella carica, ma non volli giovarmi di un vantaggio di procedura per continuare in una situazione politica ormai insopportabile. Molti che si rammaricarono del mio gesto non lo f ecero soltanto per ragioni personali ma perché ·convinti che - valendomi del grande ascendente che io avevo allora sulle masse del Partito - avrei ·potuto trascinarle alJ'intecventismo. Quei molti, sono rimasti da allora anime eternamente in pena, o « dondoloni », secondo la t erminologia d ei circoli rionali. Può essere che accanto alle cosidette ragioni di pritÌcipio (il socialismo teorico non è mai stato a priori contrario alla guerra) ci sia, a determinare l'atteggiamento sempre più iroso del P. S. U., un po' di puntiglio, l'esagerui~ne dello spirito di contraddizione....

Ma io mi domando se avrei potuto - entro i quadri del Partito Socialista - compiere quell' opera di anti-neùtra lità che iniziai dal primo numero del Popolo d'Italia, e che - senza stupide modestie - fu l'energia m otrice delle indimenticabili giornate rivoluzionarie del 1915. I grandiosi avvenimenti politico-militaci di questi ultimi tem"pi dicono che l'Italia non poteva rimanere neutrale, pena il suicidio, mentre il suo intervento cavaUer.esco l'ha portata . di colpo fra le Nazioni più nobili del mondo.

Quanto a me, ho voluto che a lle pa role seguissero gli atti N e ll' adempimento del mio preciso dovere di lanciatorpedini e bombe1 dopo sedici mesi di trincea sono rimasto ferito sulla strada di Trieste, sul Carso, calvario e alta~ della nuova Italia....

Dal/101pedale Militare di via Arena, Luglio 1917. MUSSOLINI

Da J/ Serolo ll/1mrato, N._ 15, 1 agosto 1917, V•.

• li S uolo 11/1111,1110 (Lo sport il/111/ralo ), Rivista quindicinale della forza, deiraudada e dell"energia, si stampava a Milano, sotto la direzione di Tullo Morgagni. '