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IL «PARECCHIO>> .... ARANCIONE

Colle dichiarazioni del signor Lebey, pubblicate ieri dal Temps, lo scandalo massonico di Parigi assume ancor più vaste proporzioni tanto che s i potrebbe qualificare come un atto di vera e propria fellonia la condotta tenuta dai delegati italiani in quel raduno. Noi non ci s iamo ingannati quando sin dal p rincipio dell'equivoco affaire abbiamo, per i primi, affermato che la inqualificabile remissività dei signori Nathan e soci era stata determinata, anzi imposta dalla aggressività megalomane, imperialistica, accanitamente anti-italianà dei delegati delle Logge jugoslave fondate in questi ultimi tempi a Parigi e a Londra. I rappresentanti .delle massonerie inglese e francese, e quelli. delle massonerie dei paesi neutrali, o non conoscevano le folli pretese jugo.slave o conoscen. dole le approvavano nelle soluzioni vagheggi ate dai propagandi sti croat i e sloveni. Insomma: il concilio ha rin unci ato a discutere a fondo la quest ione e ha la.s ciato alle prese gli italiani e gli jugo-slavi.

· Ciò che è avvenuto è noto e ciò che è noto è confermato dalle dichiarazioni odierne del signor lebey. La Verità, espressa senza eufe. rnismi impostori, è questa ed è una tristissima e una terribile verità: i signori Nathan, Ferrari, Meoni hanno conseg nato Trieste agli sloveni e hanno cercato invano di mascherare questo loro· atto di dedizione e di rinuncia colla proposta dei plebisciti.

Il signor lebey, dopo quindici giorni di appassionate polemiche, esce alla luce e con un'aria ìnnocente di candore e di sorpresa si meraviglia della nostra emozione. Cade dalle nuvole il signor Lebey ! E si per· mette di credere che sotto la campagna dei giornali italiani ci sia un fine interessato. Il signor Lebey sbaglia di grosso. Poche volte è acca• duto di vedere l'unanimità della stampa italiana esprimere in fonne pi ù o meno vivaci, ma sostan2ialmente identiche, il proprio disgusto, la propria pales e riprova2ione per il convegno di Parigi e per l 'atteg· giamento assunto, colà, dai delegati della massoneria italiana.

Nessuno vuole presentare la massoneria italiana sotto una « falsa luce », come opina il signor Lebey. I fatti sono fatti e non si distrug· gono. L'emozione che si è impadronita di tutta l'opinione pubblica ita· liana è pienamente giustificata e non si calmerà tanto presto. Se domani i diritti sacri e imprescrittibili della Francia sull'Alsazia e Lorena e su Strasburgo fossero calpestati e misconosciuti dai delegati ,della massoneria francese, che cosa si direbbe in Francia? Ma i massoni francesi hanno posto a chiare note, a caratteri cubitali; nelia maniera più esplicita ed ineqù.ìvocabile, il diritto puro e semplice della Francia al riacquisto dell'Alsazia-Lorena. Senza plebisciti, ben inteso. E hanno fatto benissimo. Ora i diritti altrettanto sacri e imprescrittibili dell'Italia su Trieste, resi ancora più sacri dai martiri recenti che sì aggiungono agli antichi, - diciamo dalla forca di Oberdan e da quella di Sauro e dal sangue di migliaia di soldati italiani che portavano il grigio-verde nella luce diffusa delle battaglie non già nelle tenebre delle radunate massoniche, come fa il teryente Nathan - questi diritti sono stati sacrificati, annullati, vilipesi. Comprende, adesso, il signor Lebey, perché da quindici giorni Jul/a la stampa italiana è insorta contro le deliberazioni di Parigi?

Ora è chiaro che i « comunicati », diramati all'inizio dello scandalo dal Grande Oriente di Roma e dal Gran Maestro della massoneria, erano pietosamente reticenti in alcune parti e menzogneri nel resto. Il signor Ferraci ha dichiarato che non era stata fatta nessuna « rinuncia ai diritti storici, etnografici, strategici dell'Italia sulle terre irredente » e non diceva il vero, Il signor lebey ci dice che l'articolo 4 (quello dei plebisciti) « si completa col voto proposto dalla massoneria italiana e · che i giornali italiani si guardarono bene dal pubblicare, sebbene sia stato adottato da tutto a congresso per il ritorno del Trentino all'Italia, cosa che non ha mai suscitato dubbi nell'animo nostro». Pr~iose confessioni! Risulta dunque: è la massoneria italiana che si è liinitata alla rivendicazione del solo Trentino. Domandiamo: H Trentino, cioè 1'Arcivescovado di Trento, di giolittiana nonché parecchista memoria, o jl Trentino tutto - sino al Brennero - che è quanto occorre alla sicurezza strategica dell'Italia? Non c'erano «dubbi» per quanto concerne il Trentino, ci dichiara il signor Lebey, e noi lo ringraziamo umilmente di tanta generosa concessione. Ma è evidente, quantunque il lebey si dimentichi di dircelo, che i « dllbbi » sorgevano per il resto de::lle rivendicazioni italiane; per Trieste e l'Istria, per Fiume e la Dalmazia. S~ badi: noi non ce la prendiamo col signor Lebey: egli ci appare, visto ora da lontano, come un ideologo dei tanti che tediano il genere umano, un ideologo color arandone, come il Sole della sua bandiera, e nemmeno ce la prendiamo troppo coi signori Milikovié e JovanoviC delle Logge jugo-slave. Che gli sloveni tendano al dominio politico di Trieste è ormai universalmente noto. Ciò che muove la nostra protesta, ciò che suscita il nostro sdegno, ciò che profondamente ci umilia nella nostra qualità d'italiani, è la condotta della triade che .rappresentava l'Italia a . quel convegno. Quale enorme sod- disfazione per gli jugo-slavi, acerrimi nemici dell.'Italia, il constatare che un ex-Sindaco di Roma sottoscrive in un ·momento, vogliamo credere, di incosci"enza, la rinuncia a quella Trieste, che un poeta cli nostra gente chiamò, un giorno, la « fedele di Roma » ...

No, egregio Lebey, _ l'errore non è dissipato. Noi non mettiamo in dubbio la vostra simpatia appassionata per l'Italia, ma, nella fattispecie, non ci ba.sta. Tanto più che dopo questo ricordo della vostra generosità poetica, la coda della nostra dichiarazione.... desinit in piJ(em, cioè in serpente. Voi dite « che non è. dar prova di spirito nazionale autentico lo snaturare a beneficio di una causa· l'esattezza e la realt à dei fatti». De la clarté1 Momieur! Forse che l'esattezza e la realtà dei fatti si svolgono a beneficio della causa jugo-slava?

Tutte le polemiche di questi ultimi anni dell'anteguerra pro o contro la massoneria -e chi scrive q ueste linee vi ebbe una certa parte, almeno nei confronti del socialismo "italiano - hanno danneggiato l'ist ituzione massonica infinitamente meno dell'episodio dì Parig i. :B più che probabile la rivolta di molti element i della massoneria contro i tre dignitari andati nella capitale francese col brillante risultato di farsi « imbottigliare » dagli apostoli di una sedicente Jugoslavia.

Otto giorni fa noi dicemmo che l'atteggiamento dei delegati massonici a Parigi aveva « urtato » la coscienza nazionale. Oggi, allo stato dei fatti, non solo non vediamo un motivo p er attenuare quel nostro primo giudizio, ma ci sentiamo portati a. modificarlo in peggio : nell'adunata massonica di Parigi è stata inferta una pugnalata proditoria alla causa italiana. ·

Da Il Popolo d'ltali" , N 194, 1) lug lio 19 17, lV.