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Il Pemiero Romagnolo va riportando da qualche tempo pagine intere ùel recentissimo libro di Artuio Sa1ucci intitolato il Crep,ucolo dei SocialiJmo.

D i questo libro non si sono ancora occupati i critici delle riviste. Abbiamo letto solo nel R n l o del Carlino un articolo di Mario Missiroli che « stroncava » il libro del Salucci.

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T utto ciò che il Salncci scrive sulla crisi del soc ialismo è cosa vec• . chia per coloro che da un decennio almeno seguono le cronache del movimento socialista internazionale. Il libro del Salucci riassume ciò che abbiamo letto le mille volte sulle riviste, sui quotidiani, anche sui clandestini settimanali di provincia. Le idee nuove vi mancano. ì un libro editoriale. Certa stampa borghese e repubblicana lo sfrutta per rialzare le proprie ariani e si capisce. Ma il Salucci pur criticandospesso leggermente - a destra e manca finisce il suo libro con una di· chiarazione aperta e vibrante di fede socialista.

Nella quale però attraverso le virtuosità stilistiche, riudiamo i « vec· chi motivi » della media comune coltura socialista.

Giudichino i compagni e riflettano i repubblicani.

b , m, (+),

Per eccitare un toro basta sventolare un drappo rosso, per: far uscire dai gangheri i defu:enti del Pemiero Romagnolo basta pronunciare queste mag iche parole: S. Giuseppe da Genova!

Provate e vi divertirete.

Hic umi Jeoner - scrivevano j geografi deU'antichità sulle loro carte per indicare la fine del mondo civ.ile e l' inizio del deserto inesplorato .

« Qui sono i gialli!» diremo noi, a chi c'interrogherà sulla Romagna.

Da La Lotta di Claiu, N. 35, 3 settembre 1910, I (b, 128).

PIO BATTISTINI *

Non mai come in questa sera mi sono sentito cosl profondamente turbato, Il compito che mi avete assegnato è straordinariamente grave e delicato. Preferirei commemorare Carlo Marx. Di fronte al pensatore di Treviri mi troverei nell' attitudine fredda dello scolaro che esamina l'opera deJ Maestro e può far tacere il sentimento, perché solo la rag ione indaghi, <liscopca, raffronti. Ma commemorando Pio Battistini, sento che è assai difficile conservare l'impassibilità critica dello studioso: Pio Battistini è tro,Ppo vicino a me, a noi, a voi tutti. Pio Battistini è ancora cosi vivo che padando di lui le passioni, le nostre passioni le più intime, le più segrete, p rorompo no, né foru umana potrebbe contenerle e costringerle al silenzio. La mia commemorazione non può essere biografico-episodica, Non è necessario che io sappia il g iorno e il mese in cui nacque Pio Battistini e lo ignoro -infatti. Perderei il mio tempo se facessi la biografia di un uomo che conoscete meglio di me. Ma quella di stasera vuole essere una commemorazione un po' diversa dalle consuete commemorazioni. Noi dobbiamo spiegarci il tragico fato. N oi dobbiamo vedere : perché fu ucciso, noi dobbiamo chiederci: da chi fu ucciso. lo lascio nell'ombra della loro colpa i condatinati, io lascio nella penombra della loro assoluzione gli accusati che fu rono in gabbia alle Assis i di Treviso. I loro nomi non mi int eressano. Vorrei dimenticarli. Poiché essi non furono che gli effetti di cause più generali e profonde. Bisogna capire, ricostruendolo, l'ultimo trentennio della storia di Romagna per mettere n ella sua luce vera il sacrificio di Pio Battistini. Bisogna familiarizzarsi colla tragica e ancor non cessata contesa fra maztinianismo e socialismo. '.e n ecessario fomare a quel periodo di tempo che va dal '74 al '91.

Ogni rivoluzione politica o religiosa ha un'appendice, più o meno lunga, più o meno profonda di rivoluzione sociale Dopo la predicazione luterana, che annuncia o meglio ripete l'evangeika sentenza che

• Discorso pronunciato a Ccsffla, nel teatro Giardino, la sera del 7 settembre 1910. (Dall'opuscolo: Pio Ba11iJ1ini. 7 utumbr. 1891 , Dimmo romm , mortt1ir10 /m;inu,uidlo da B,nito MuJJalini ,ul Jitia11rJ01,11imo @nit1,,Ja,;o d ,li',us,minio - Edito a cura della Loua di Clasi, dì Fotll, CastrocarÒ, Tipografia Moderna, [ 19101).

DALLA FONDAZIONE DE « LA LOITA DI CLASSE », ECC. 173 tutti gli uomini sono uguali dinanzi a dio, i contadini della Vestfalia · insorgono nel 1525, nel 035, nel 1536 perché l'eguaglianza metafisica di cui favoleuiava il riformatore religioso fosse tradotta nella realtà della vita sociale. Dietro Lutero c'è Giovanni Bokelson. E il protestan· tesìmo è accompagnato, seguito da tentativi di comunismo. Dopo la rivoluzione francese che si conchiude col trionfo politico, economico, morale della borghesia, la massa dei miserabili che gli epuloni trionfatori avevan rigettato dalle tavole imbandite riccamente col OOttino fatto ai danni della nobiltà. e del dero, apre l'orecchio e l'animo alle dottrine del Comunismo.

Dietro Danton, Marat, Robespierre ci sono Babeuf, Darthé, Buonarroti. La demolizione deUa Bastiglia è atto politico, la Cospirazione degli Eguali è atto sociale. Ma l'appendice sociale della grande rivoluzione è brevissima, poiché la borghesia, dopo aver distrutto una monarchia, cadde nelle braccia del dittatore còrso e dalla dina.stia capetingia passa, per le necessità ferree del suo sviluppo e del suo domin io, all'impero del Bonaparte. E Bonaparte comincia col disperdere a cannonate le dimostrazioni degli affamati.

Anche la rivoluzione politica italiana, ha una breve appendice di rivoluzione sociale Risolto il problema nazion·ale, ·sta sul tappeto la questione sociale. Non si deve credere che durante il nostro Risorgimento l'Italia sia rimasta assolutamente refrattaria agli influssi della letteratura socialistica europea e che le rivolte operaie del '31 in Francia e del '48 in Francia, in Germania, in .Austria sian passate completamente joosservate da noi. La questione nazionale occupava troppo la gioventù italiana di cui Garibaldi utilizzava meravigliosamente le energie. Fu solo dopo al '70 che 1a parola socialismo, t rovata dal mite Pietro Leroux trent'anni prima, comincia a circolare in Ital ia. :E solo dopo all'epopea comunarda della primavera del 1871 che le idee nuove t ravan terreno f econdo f ra noi. Noi ci spiegheremo le imprecazioni maz~inianc contro la Comune e i pretesi eccessi dei comunardi -p retesi ho detto perché i Comunardi furono t roppo generosi e umani specie se paragonati alle belve di Versaglia - noi ci spiegheremo il silenzio di Vietar Hugo che puI'.e dopo al Colpo di Stato del 1851 aveva inchiodato - dal suo romitaggio in mezzo alla M anica - Napoleone il Pie. colo alla gogna della storia - noi ·ci spiegheremo il grido imbelle dd1'esecrazione .filistea che coperse gli u ltimi aneliti della Comune - se pensiamo che la. Comune fu fa negazione di tutte le ideologie statali, patriottiche, religiose sulle quali il secolo aveva giurato. La Comune oega la repubblica, poicM rovescia e costringe alla fuga i repubblicani del 4 settembre, nega il militarismo poiché demolisce la colonna: V end6me, nega il patriottismo poiché apre le sue mura ospitali a uomini di

Opera Omnia Di Benito Mussolini

tutti i paesi e cancella le ·frontiere e supera le sottili distinzioni di ra:iza, la Comune abolisce la parola Dio e lascia che nelle chiese di Parigi entri la folla dei r/iJbJ a d iscutere sui problemi dell'epoca, S per il suo internazionalismo che la Comune fu maledetta. La borghes ia europea avrebbe più volentieri perdonato alla Comune il saccheggio della Banca di Francia che la demolizione della colonna Vendòme. E questo internazionalismo accesd urtò il mazzinianismo che voleva e vuole la patria, la legge, iddio.

Tra il '70 e il '75, all'indomani della breccia di Porta Pia mentre i polsi dei liberati portavano ancora i sigi!li delJe catene ailltriache o papali, i mazziniani non potevano concepire che una nuova gener:uione sorgesse negatrice della patria, in nome dell'Internazionale. E più strano a loro pareva poiché questa Jnternazionalé era stata fondata a Londra sotto l'influsso di agitatori stranieri e rappresentava una conseguenu dei primi moti comunistici.

Qui è l'origine prima del dissidio che anco r ci dilania e che r innovatosi e acuitosi per ragioni diverse non facilmente si comporrà.. La gioventù italiana che aveva seguito Garibaldi e Mazzini, non fu s_orda agli appelli di Bakunin, di AQdrea Costa, di Carlo Cafiero, d i Covelli. Dopo la generazione dei costruttori, veniva quella dei negatori. E le file si divisero. Le schiere mazziniane si assottigliarono, l'Internazionale ita. liana s'impose. La Romagna era la t erra più adatta a ricevere 1a nuova semc1ua, ma era altresl la terra più difficile perché duramente resistevano le incrostazioni delle vecchie ideologie. C'era ancora superstite e ben viva tutta l'organizzazione politica-rivoluzionaria del reg ime teocratico. Mal· grado la b reccia di Porta Pia tutto l'armamentario del tramontato car· bonarismo non era ancor morto. 1 ribelli si 1adunavano ancora alla ~riferia delle città in quegli orti pei quali erano passati tut ti i cospi· .ratori antipapali. Il cozzo - preparato e acuito da lunghe e dila1;1iatr ici polemiche, memorabili fra le altre quelle fra Bakunin e Mazzini - non poteva ta,darc, Francesco Piccinini cade. Egli aveva abbandonato il Partito Repubblicano e aveva dato le sue migliori energie alla causa -dell'Internazionale. Era buono, laborioso, ·coraggioso. Fu colpito a morte dai sicari repubblicani. ·

Quando si seppe della sua tragica fine, l'Italia intera fu percorsa da un brivido di commozione. Giosue Carducci rivendicò la figura del morto e bollò a fuoco gli assassini. Dal '75 all' '80 ferve in Italia l'at, tività degli internazionalisti, e un nome campeggia: Andrea C.osta At· torno a lui Pio Battistini, Gaetano Zirardini e altri minor i. Dopo il soggiorno di Andrea Costa in Francia, o meglio nelle carceri di Francia, e dopo alla Conoscenza con la K uliscioff, l'attività degli internazionalisti cambia indirizzo.

DALLA FONDAZJONE DE « LA LOTT.'\ DI CLASSE », ECC. 175

I migliori fra di loro s'accqrgono che se una rivoluzione politia può essere compiuta da una minorad"za d'audaci, la rivoluzione sodale chiede per riuscire l'intervento del proletariato come classe, altrimentì si risolve in una sterile dittatura. Dall' '80 al '90 le elezioni plebiscitarie di Amilcare Cipriani sembrano aver composto il dissidio fra socialisti e repubblicani, allontanandone le ragioni. Ma il dis.sidio c'è, vivo ancora, perché insito nella natura stessa delle cose. Se i vecchi internazionali minacciavano coi loro movimenti rivoluzionari la sicurezza della Patria e polverizzavano colle loro dottrine quelle repubblicane, i nuovi internazionali - così detti legalitari perché non sdegnavano ricorrere all'arma del voto - minacciavano le posizioni dei repubblicani delle Amministrazioni pubbliche; minacciavano insomma un'altra volta l' egemonia fino allora incontrastata del Partito Repubblicano. Ecco la nuova ragione del dissidio che si congiunge a lle antich e.

Pio Battist ini, già socialista e rivoluzionario nel 1876, era l'uomo che verso il 1890 « poteva conquistare Cesena». La frase non è mia, Ricorre sulle labbra di tutti i testimoni al processo di Treviso. Coraggioso: egli aveva pugnato con Garibaldi nel 1866; gener"oso: poiché aveva ormai dato fondo colla sua liberalità ai beni trasmessigli dal padre; intelligente ed eloquente assertore delle nostre idealità.; amato da tutti, stimato anche dagli avversari, P io Battistini rappresentava una minaccia all'egemonia repubblicana. Aveva partecipato alla vita politica locale. Nel 1891 lo troviamo consigliere provinciale.

La sua propaganda aveva staccato da lla famiglia repubblicana .di Osena un forte nucleo di gregari che avevano costitutito il gruppo collettivista. La presenza di Pio, faceva venire « la pelle d'oca» ai sicari della squadraccia Lo odiavano Se eg li « avesse fatto il matto» c'era qualcuno pronto a « impiombarlo». Fare il matto! Ecco la stupida frase che ricorre sulla bocca di coloro che non sono pazzi perché sono idioti. Quando vi trovate sulla p iattaforma della discussione, preparato a ricevere i colpi degli avversari e pronto a ribatterli, se vi accade di soverchiarli, ecco sbucare dalla siep e i monopolizzatori della saggezza a diagnosticare la pazzia Se dite pane al pane e assassini a coloro che uccidono, vi troverete tra. i piedi il solito eunuco che vi consegna al manicomio. Quando non vi possono accoltellare né materialmente né moralmente, mettono in circolazione la favola della vostra pazzia . Vecchia storia e sciocco ripiego polemico. Battistini era anche lui un << paizo » per gli avversari che lo odiavano e avevano divisato d~ spegnerlo. Bisogna.va spezzare quel cuore che non aveva palpiti se non per la causa. degli oppressi, bisognava chiudere per sempre quelJa bocca che quando non esprimeva la parola della rampogna o quella della propaganda sapeva ridere il buon franco riso della giovialìtà ro•

176 Opera Omnia Di Benito Mussolini

magnola. «Ridi! che sarà per l'ultima volta», gli avevano detto; bisognava irrigid ire nelle linee diaCcie della morte quel volto aperto dalle linee maschie e purissime dell'eroe. E gli even ti precipitano. Sulla fine d'agosto scoppia a Ponte Cucco una micidialissima rissa fra socialisti e repubblicani. Cadono uccisi due repubblicani. E il loro Partito si accìnge a compiere sui cadaveri la solita speculazione. Vi è una strana analogia fra Ponte Cucco e Voltana, fra l'assassinio del 7 settembre e quello di Mandriole. Segno che la setta, contro la quale da trent'anni combattiamo, non è ancora distrutta.

Dopo Voltana, dove, si noti ·bene, l'ucciso non è un repubblicano, ma un pratkante cattolico buon elettore del deputato Masi, dove gli uccisori non è provato che fossero socialisti; dopo a Voltana il Partito Repubblicano s'impadronisce del cadavere ancora caldo dell'assassinato, lo alza come un simbolo di vendetta. e pur di compiere l'oscen a. spero· !azione, le bandiere repubblicane si confondono con quelle dei circoli realisti e cattolici e le lacrime degli agrari ing rossano le lacr ime COC· codrillesche di coloro che ci dipingono sui giornali come « la razza di Caino ». l foglietti e i Coglioni, il quotidiano e i settimanali più o meno clandestini intonano la stessa solfa. II Partito Socialista non è il Partito della pace, dell'amore, deJla fraternità, ma è un Partito di violenti, di barbari. La criminosa << fola » della nostra barbarie si diffonde. J repubblicani per contro sono teneri agnellini, incapaci di schiacciare un callo all'avversario.

Ma la tremenda smentita alla montatura vigliacca. uon tarda. Dopo poche settimane cade a Mandriole, Taroni Domenico, brutalmente ucciso. Così a Ponte Cucco Le vittime repubblicane hanno partecipato alla rissa e il fatto riveste tale carattere.

Ma il Partito Repubblicano vuole rifarsi la verginità e dà al fatto stesso colore politico. Si pubblicallo i soliti manifesti menzogner i. Uno di essi portava ben cin~uecento firme. Si vuol «montare » l'opinione pubblica.

Una grande man ifestazione di cordoglio i preparata dal Putito Re.. pubblicano: i gregari doVevano raccogliersi sulle fosse degli uccisi. Ma all'ultimo momento la Prefettura proibisce 1a rnanifestazioòe. 1.e· pratiche per far ritirare il divieto prefettizio non riescono. In quei giorni di bufera, Pio Battistini è al suo posto. :8 l'ora delle gravi responsabilità ed egli non vi rifugge. Il manifesto col quale il Partito Socialista Ce· senate rifiuta qualsiasi solidarietà cogli uccisori,' mentre riporta il fatto nei suoi te nnini, è ispirato, se non redatto dal Battistini. E l'odio contro di lui aumenta Cosl giungia.mo al 7 settembre, la giornata fata le. L'uomo capace d i « impiombare » il Battistini è stato trovato:

Tra lui e i m andanti avvengono i colloqui definitivi.

Dalla

FONDAZIONE DE ;f, LA LOTTA DI CLASSE », ECC. 1 77

Chi è l'uomo che passeggfa al mattino per Cesena, colJ'aria sospetta di colui che sta per compiere un assassinio ? Chi è l'uomo che t(a poche ore romperà il cielo pesante della tempesta politica colle fiamme e il colpo di una pistola ? :B un pove.co illuso, uno sciagurato, un fanatico, · cieco strumento inconsapevole deglj odi di parte. Gli hanno detto: Bisogna uccidere Battistini, e il devoto gregario non ha domandato ai suoi mandanti «perché». Essi dispongono della sua volontà. Egli è un passivo. Noi non vogliamo infierire·contro di lui. Da vent'ann i egl i espia la sua colpa. Verso di lui nutriamo della compassione. Noi non dimentichiamo, ma siamo disposti a perdonare e perdoniamo. Tanto p iù che la mentalità di un assassino è la mentalità del primitivo. Nel suo animo d sono tutti i sedimenti della barbarie. Egli concepisce la competizione politica come una questione ~rsonale : egli crede di aver vinto, <JUando co lla violenza si è imposto, quan do ha tramutato la dimmione delle idee in· una rissa omicida. E il trig:ico assurdo s i è ch 'egli crede di compiere cosl facendo if suo « dovere» N on vogliamo indagare se questo «dovere» abbia delle affinità col << dovere » mazziniano

Lo sciagurato adunque si prepara a compiere il suo << dovere ». Egli non conosce neppure di vista il Battistini. Non hanno avuto rapporti. Si ignoravano reciprocamente. Ma i ttWldanti lo istruiscono. lo pregano di non· equivocare. Gli dicono: « Pio, Pio, non Epaminonda! B Pio quello che fra poche ore dovrà cadere sotto alla mitraglia della tua pistola » .

E l'incosciente settario muove al suo destino. Le prime ombre della sera sono calate dallo storico monte su Cesena. invitta. I l:>uoni cittadini - poiché alle nove in settembre è già notte - sono nelle loro case. Ma io 't'ia Zeffirino Re è appostato il sicario. Attorno a lui, a breve distanza, vigila lo stato maggiore.

Il colpo deve riuscire. E riuscili poiché la carica è micidiale. Pio Battistini, che nel pomeriggio aveva accompagnato un figlio alle ca rceri a scontare un a breve con danna per questioni politiche, esce verso Je nove di casa, a rintracciarne un altro quattordicenne non ancora rientrato, Pio adora i suoi figli e alla sera ama vederseli attorno. Nell'intimità della famiglia, nel tepore caldo degli .affetti domestici, il buon Pio dimentica per un momento le vicende della concitata politica quotidiana

Egli esce dunque. Inerme, ignaro. V 'è pur qualcosa di tragicamente umano nel destino di questo padre che muore mentre si avvia a ricercare un figlio! Pio si acqueta quando sa che Paolo è ~ndato a teatro. Si dispone a rientrare in compagnia dell'intimo Ermenegildo Lorenzi, quan do d a dietro una colon na sbuca il sicario che teneva già pronta - sin dal mattino - la pistola. Un colpo tuona sinistramente' e rie- cheggia per tutti i 1o88iati della via, Un g rido, un grido solo in cui si riassume la disperazione di chi muore e l'accµsa di chi si sente a tradimento colpito, straccia l'aria. Pio Battistini è a terra boccheggiante, crivellato di palle e dopo a pochi secondi cadavere. Passato il primo momento di sorpresa Parcia( hella insegue l'omicida per il Vicolo Stalle e spara due colpi all'indirizzo del fu ggente. Ma non lo ferisce Ritorna quindi accanto a Pio. Intanto i caffè si chiudono, i cittadini velocemente rincasano, i complici dileguano nel cuor della notte.

Pio Battist ini uscito di casa per ricercare il :figlio, è riportato in ca,a, cadavere. Egli è stato colpito alle spalle.

Forse, a ll'ultimo momento, lo sciagurato ha cap ito d i compiere un'azione infame e non ha avuto il coraggio di mostrarsi a fa ccia a faccia H a tirato a .bruciapelo, a tradimento. I padron i d i Cesena sono finalmente liberati dalla presenza molesta di Pio Battistini : egli, vivo, poteva smasche rarli, accusarli davan ti al t ribunale deiropinione pubblica; morto, egl i li accusa d avanti al tribunale supremo della storia.

Diciannove a nni sono passati dalla tragica sera, ma il ricordo della vittima è ancora così vivo in voi e in noi tutti, che lungo volgere di tempo sarà necessario prima che la ·memoria di Pio Ballistini s' illanguidisca nelle anime noshe. T anto più che nuovi lutti recent i si sono aggiunti agli antichi. E la ferita invece di cicatrizzare sanguina ancora rJ Partito Repubblicano oggi specialmente - colla divisione del proletariato - ha g ittato la maschera e spalancato l'abisso che ci divideva e ci divide Ancora vige l'educazione della violenza, del settarismo. Ancora, se pur d issimulate, poiché il tempo non passa invano, si leggono sui giornali intimidazioni e velaté minacce. Ancora si pretenderebbe ch e i socialisti rinunciassero alla loro propaganda specifica in Romagna, solo perché la Romagna fu, ma non è più, un f eudo chiuso repubbl icano.

Dal ' 70 ad oggi 1a me:c.zadrìca repubblica romagnola ha dato poco fastidio alla monarchia dei Savoia. Movimenti antidinastici non ci furono mai qui, da dove pure avrebbero dovuto partire per dare il « la » al resto d'Italia. Quando nel ' 94, all' epoca dei Fasci Siciliani e delle sommosse di Lunigiana, nel '96 dopo Abba Carima, nel '98 per le rivolte degli affamati, nel ' 904 per i rinnovati eccidi proletari, tutta Italia. ebbe brividi d'insurrezione, la mezzadrica repubblica romagnola consigliò ai suoi gregari di riti rarsi prudentemente nell'ovile e di lasciar inchiodate alle pareti fumose delle « compagnie » la « santa carabina » d ivenuta ormai solo una balordissima figura rettorica del frasario rèpubblicano. C0:nselice p rovata dal fuoco sabaudo è socialista.

Ma nell' anno di gra:c.ia 19 10 larghe distribu:c.ioni d'ac.mi vennero fatte, spede nelle campagne del Ravennate. Quello che Hervé chiama

DALLA FONDAZIONE D\l « LA LOTTA DI CLASS E », ECC. 1 79 il cittadino Browning entrò • in tutte le case dei g ialli. Gli armaioli di Ravenna hanno vuotato i magazzini. E:,bene credete voi che i Browning belgi - marca p erfezionata, tiro a grande distanza ( questo a guisa di réclam e si leggeva in un giornale repubblicano) - siano stati distribuiti nell'eventualità di un moto antidinastico? Mai più. Q uelle rivo ltelle dovevano diligentemente cooperare, insieme coi fucili modello 1891 della sabauda dinastia, a domare i b raccianti rossi, a resistere al socialismo.

E quando le esercitazioni di tiro nei circoli repubblicani - tramutati per l'occas ione in balipedi della sacrosanta proprietà privatafacevano vittime fra gli stessi repubblicani, credete voi che il loro giornale lanciasse questo umano g rido: « Giù Je armi! » Oh!, non mai! Si dic~a invece: « Prudenza colle armi Armatevi pure cont ro l'invasione rossa, ma siate prudenti e non fe ritev i t ra voi stessi » . Ecco il « loro » insegna mento.

E nell'insegnamento c'è tutta la loro mentalità di «superati ». Essi, come gli inquisitori del medio-evo, credono di p oter arg ina.re l'irrom-pcre del socialismo co11e d ighe della violenza che distrugge ma non crea. Stolta ilJusione : poiché, malgrado tutto, il socialismo ha camminato anche in Romagna e siamo giunti, se non alla piena maturità, certo a una. giovinezza superba che bene ci fa sperare nell'avvenire. Abbiamo camminato ed è con animo d i figli non degeneri che noi ci accostiamo in questo tristissimo ann iversario alla - fossa di Pio Battistini, .Attorno a quella fossa dove fu sepolto il corpo del nostro Pio, ma non l'anima, poiché essa è in noi, ci raccogliamo ad udire ·1a sua voce ultraterrena. Pio Battistini ci g rida : Vendicatemi ! ·

Ascoltatemi, o amici che ci siete, o nemici se ci siete, tendete le .orecchie poiché la nostra vendetta, Ja vendetta a lla quale ci invita Pio Battistini non è la vendetta còrsa o inquisitoriale o repubblicana F: una vendetta civile che si riassume in un apostolato civile. .

Vend icatemi, dice Pio Battistin i, e con me vendicate tutti i miserabili, tutti _g li sfruttati che la macchin a stritola, la miniera seppellisce, l'oceano inghiotte, il piombo dei governi massacra, coloro che han sete di giustizia e non l'ebbero mai; quelli che ricercarono la verità e furooo dannati all'ignoranza, i milioni che mancano di pane per g li stomachi e d i luce pei cervelli. Vendicatemi e vendicateci: siamo caduti vittime de l furore governamentale o dell'odio di parte, .

Vendicatemi, dice Pio Battistini, ma non affilando coltelli e caricando pistole, non copiando dai pa rtiti che combattete i loro metodi settari, non ripetendo il gesto violento di chi uccise, non concedendo solidarietà a chiunque abbia le mani lorde d i sangue fra.tridda.

Vei:1dicatemi proclamando il diritto alla vita. Dite agli odia.tori, ai selvaggi, che la vita è una manifestazione sacra della natura e che solo la nahtra è arbitra del nostro destino.

Dite che chi uct ide un uomo - grande o piccolo ch'egli siauccide un mondo. Bandite le crociate contro -la. viole rua fanatica che cred~ spettando vite umane di impedire il corso delle idee immortali.

Vendicatemi, stringendovi nelle schiere che io aduna.i, scaldandovi il cuore della fede che fu la m'ia. Gettate sull'ara purificatrice i sentimenti tristi da cui fos sero contaminate le anime vostre. Stringetevi in catena serrata, a lta la fronte, gli occhi pieni di sole, le destre unite e marciate in avanti, Forse quando la primavera del socialismo, nel germinale futuro rinnoverà la terra, i nostri resti mortali avranno un brivido di commozione suprema.

Vendicatemi, grida Pio Battistin i, conquistando Cesena, la Romagna, « voi stessi » al socialismo.

Amici, raccogliete il monito, traducetelo nelle azion i. Ed ora, come si conviene dopo a un colloquio con un morto, separiamoci - fatti miglio ri - n ella meditazione e nel silen zio

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