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IL PARLAMENTO DEI RAMMOLLITI

Tratto tratto la Camera italiana - cioè il Parlamento più deficente del mondo - si diverte a giocare la commedia irr~dentista. Tre o quattro anni fa, la commedia in questione fu provocata da un discorso di Alessandro Fottis, l'altro giorno da un discorso del repubblicano Eugenio Chiesa. Il bollente deputato d i Massa Carrara, nonché accreditato fabbricante di giocattoli a Milano, presentò sabato scorso un'interpellanza per conoscere i motivi che avevano indotto il p refetto di Firenze a proibire la rappresentazione di Romanlfrismo, dramma patriottico del Rovetta. Che qualunque azione illiberale debba. essere denunciata alla tribuna parlamentare, siamo d'accordo, e il Chiesa fece bene. Ma la commedia irredentista che il Chiesa - volente o nolente -provocò; fu disgustosa.

Ormai sì dovrebbe avere il coraggio di abbandonare le pose e il frasario quarantottesco dell'irredentismo austro-fobo.

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A meno che non si voglia provocare la guerra.

Nel qual caso, o irredentisti, voi rivivrete Lissa e Custoza.: la sconfitta e la vergogna!

LA « FRONDOSA » TOPAIA

Ecco un brano dell' ultimo numero del giornale della repubblicanocserccntesca baslottcrla milanese.

Grattate ìl repubblicano, troverete il gesuita, dice un proverbio della Catalogna - grattate il repubblicano e troverete il « giallo », taoto in Romagna come in Lombardia - dovunque. Dopo aver riportato il trafiletto nostro Repubblica papalina, la Fronda scrive :

« Quanto sopra del frate benedettino Musolino _(ffllu lo del lamiserato bri, gantc omonimo), direttore della socfalpagnottista ÙJlla di Claue di Forlì, nella qua.le si pr~ica il /ibtfo amor, per le ptoletarie e non si registuno mai ( naturalmetite !) i matrimoni arcilegali benedetti da rabbini e da arcipr lrti fra i ventri affamati dcll"arrivismo marxista e le figliuole ben dotat, del capitalismo borghese. Predica bene; ma razzola p iuttosto malaccio lo sdentato e bilioso mangia-sovversivi dell'organo della Federazione collt-giale socialista forlivese, e mentre finge talora di chiamarci a polemica, quando si tratta di rispondere qualche cosa di preci!o, volge il tttgo Non ci sporcheremo le scarpe pe,r allungarg li. uoa f\C'(lata : sarebbe troppo onore per quel vecchio sbarazzino che della nobile Romagna sogna fare un letamaio di vermi. Faccia ancora un ufer,nd11m contro la Massoneria per meglio celebrare la sua a lleanza coi gesuiti papalini e poi che per esso " il clericalismo ! affare p rivato.... " ci luci in pace cogli ammini, tratori che " illuminano con lampioncini·· il giorno della festa del paese. Diavolo! C'! del marcio in Danimarca; ma perché Murolino non e-i pula di quello di cua sua ? > .

Per «compatire» queste brébis gaJeuses bisogna conoscere l'am·

• biente. I repubblicani a Milano sono un anacronismo. Nelle ultime elezioni amministrative non hanno avuto l'elementare coraggio di contarsi. Per nascondere la loro impotenza si sono uniti con tutte le fazion i della radicanaglia milanese.

Non potevano dare più cinico esempio d'immoralità politica. Ma sono cattivi, i repubblicani milanesi, cattivi come tutti gli altri.

Ci promettono una pedata. Ecco: la Prospettiva di rkeverla ci lusin~ assai perché sa.rebbe la prima in vent'otto anni di vita. E percib facciamo ai « penenti » dClla Fronda un~ proposta : s'essi s'impegnano di venire a. darci la pedata di cui parlano, noi p agheremo loro il bi-

- DALL'XI CONGRESSO NAZIONAL~ DEL P. S. J., ECC. 331

Jglietto di 1• classe,· andata Milsno-Forll, Se c'è· qualcuno più vicino , che voglia sostituirli, s'accomodi....

Ma no, niente polemiche più, con questi topi da fogna.

Abbandoniamoli all'immondcua.io repubblicano-giallo.

E vi crepino!

Da lA Lotta di Ciane, N. 62, 11 marzo 1911, II.

IL PROBLEMA DELL'«AVANTI ! »

Dopo quindici anni, questo problema è ancora sul tappeto e più ur· gente che mai. ·

Finalmente si ha il coraggio di dire oggi quello ·che noi p ensavamo ptima dell'ultimo convegno nuionale ; essere necessario il trasloco deJ. l'Avanti! da Roma. Altrimenti l' Avanti! muore. Finalmente oggi si accede da varie parti alla tesi da noi sostenuta sette mesi fa. L'Avanti / c' intimò il silenzio con un tra.filetto stizzoso, ma i fatti ci hanno dato - fin troppo - ragione. Con questa differenza: che oggi la situazione è più difficile! O Milano o Bologna. D 'accordo.

Ma notate, A Milano l'Avanti! si troverebbe certo in un ambiente migliore di quello romano, ma dovrebbe fare i conti colla formidabile concorrenza del popolarista Secolo che oggi ha quell'importanza e quella diffusione che non aveva quando si cominciò a parlare del trasporto del1'.tf.v,m1il a Milano.

Nel frattempo anche a Bologna è sorto un altro organ~ del confusionarismo bloccardo. L'Avanti/ a Bologna avrebbe oggi alle costole un avversario che prima non e'era.

Questa situazione di cose è gravissima.. Tener I'A. vanJi .l a Roma, significa condannarlo a morire. Bisogna assolutamente portarlo a Milano o a Bologna. E anche in queste due città la situa.2:ione è assai meno favo·revole di prima.

Oh, se il comiglio di Prampolini fosse stato ascoltato, oggi nori ci troveremmo al bivio. Ma allora - quindici anni fa - il pregiudizio pulamentare, elettoralistico e unitario1 trionfò, _ Né la stessa esperienza di poi valse a f ar mutu pensiero alla nostra camariUa parlamentare che voleva !'A11anli ! a Roma per servirsene. Oggi a Roma non c'è più un giornale, ma - nonostante gli sfO!zi' dei redattori - un fac-simile di giornale e questo fac.simile è in stato preagonico.

Andiamo, dunque, compagni della Direzione del Partito. Prendete la decisione efQica che la g ravità del caso impone. Togliete l'Avanti .' dalla città. parassita, a.nti-prol&ria, pretaiola e portatelo altrove, a più diretto contatto del movimento socialista e proletario. Altra via. di salvena. non v'è.

Guardatevi bene dal commettere un giornalicidio !

Da LA Lo11a di ClaJu, N. 64, 2) marzo 1911, II"'·

• A.Il, vigili, d,l nostro ,ongrnso ntt:Zional,. Il probl,m , d,JJ'« ll. 1/t#ftil • (192),

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