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ATIORNO AD UNA LETIÈRA PER FAITO PERSONALE

La nostra pubblicazione del .numero scorso attorno all'agitazione dei mattonai, ha suscitato una certa emozione fra i compagni onde non sarà inopportuno tornare sulla questione e porre le carte in tavola N ella pubblicazione nostra occorre intanto ben distinguere tre cose: la lettera di Zanotti, il voto del Comitato centrale dei braccianti e il nostco « cappello » che ha incappellato tanta brava gente *. Cominciamo dalla lettera di Zanotti. IJ suo intervento all'ultima ora nella faccenda dei mattonai aveva dato luogo a parecch ie mormorazioni. Anche nella leale, franca, aperta Romagna (cosl ci credono coloro che non ci conoscono) si mormora e si diffama n ell'ombra con un gesuitismo che dev'essere retaggio del dominio papale.

Zanotti ha notizia di queste voci che corrono fra il pubblico e scrive la lettera da noi pubblicata. Questa lettera è la narrazione minuziosa delle pratiche da lui tentate per comporre la vertenza. :B tutto un retroscena che noi ignoravamo, come ignoriamo il retroscena d ella costituita COO· pe rativa. quantunque le dicerie che co rrono offrano mate"ria per u na. lunga cronaca:

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Ora che la lettera di Za.notti è d i dominio pubblico, noi domandiamo: C'è nell'intervento di Zanotti qualche cosa di equivoco e di sospetto? Le pratiche da lui esperite fu rono dirette allo scopo della conciliazione o ad altri scopi inconfe:;sabili? La classe dei mattonai è- stata material- mente o moralmeòte danneggiata dalla condotta del i.anotti ? vero tutto quanto Zanotti scrive?

• Il tenore del << cappello » redauo da Mussolini è il seguente : « E, deJtino , he t1'lle le agitazioni uonomirhe lascino uno Jtrauiro di ,hiauhiere, 1m'appendice di huinu,aior1i pii, o meno velate direJJ e a colpire gli ~omini &he sono alla l e1ta dtl movimento operaio. Lo uiopero /orale dei ma/1011/U ha conferm,uo la rdgo/a. Ond'i ,he noi , ediamo {a parola a Zanotti il q11al, ha parte· rip11to Johi ali'Nltim11 f111t della loJJa e ,or, propo;iJi di eondlia::ione per rend" noto lii pdblito /e pr11#,h1 dtA lui fa11, , ,h, noi ignoravamo, Il deliber,uo poi del Comilato u111rale della Pedna.io111 hrtU,ùmti ti semhra ragionevole e l4ie da non pr,giNdfrart I, sorti della -rrauentl rooplflAtiva ,,11111onai e da n on umiliare /a dignilà della rlaue opiraia l) (NEL MONDO DEL LAVORO. A PJlOPOSITO DELLO SCJOPl!RO DE[ MATIONAJ, da La Lot111 di Claue, N 21, 28 maggio 19 10, I}.

Se la eluse dei mattonai si r it iene danneggiata dall' intervento di Zanotti perché n on si chiede un'inchiesta? Perché la Camera del lavoro e magari istituzioni superiori non sono invitate ad occuparsi della questione e non sott9pongono all'esame la condotta di questo organinat ore segretario di due federazioni?

Noi non abbia.mo veste di farlo. Zanotti è al di fuori del nostro con. trollo di . Partito. Ma con -lui, si noti bene, noi non siamo legati da nessun filo semplice o doppio di solidarietà. Quando domani istituzioni economiche e uomini impar2iali lo gettassero a mare, noi accoglieremmo l'atto di accusa e il verdetto, come abbiamo accolto la sua lettera, e n on gli porgeremmo aiuto per un possìbile salvataggio. Ma tutti gli accusatori dell'ombra, tutti g li operai che pa rlano a bassa voce abbiano un po' del tanto decantato coraggio romagnolo. Si facciano avanti. Accusino. Se Zanotti è stato equivoco g li s i chiedano spiegazioni Se le spiegazioni non sono esaurienti si abbia una buona volta il coraggio di « deplorarlo» e Zanott_i sarà. fini to. Ma tutlo questo armeggio di mezze parole, tutte queste circospette diffamazioni rivelano debolezze e viltà.

Ciò detto passiamo all'or dine del giorno del Coqiitato centrale dei braccianti. Q uest'ordine del giorno è già stato smentit o da una successiva notificazione dei mattonai e non occorre insistere.

E veniamo al cappello. I lettori e i compagni cosi emozionabili, così impre$sionabili (fra poco si riconoscerà l'csiste02a d i un isterismo politico come c'è un isterismo sessuale) rileggano attentament!'.! i tre periodi in corsivo che p recedono la lettera di Zanotti.

N el p rimo si fa una semplice e fo rse sciocca constatazione. Che cioè tutte le agitazioni operaie hanno un'appendice d i ch iacchiere e d i diffamaz ioni. Dopo lo sciopero d'Argenta diedero materia all'uopo le Jiste degli avvocatì; dopo Io sciopero di Parma l e mutandine di .seta di , Alceste De Ambris divennero una specie di bandiera sotto la quale si raccolsero affratellati nella calunnia p reti e agrari; lo sciopero dei muratori testé ...strouat~ a Roma ha avuto il suo episodio che conferma la regola. Potremmo continuare, ma la nostra constatazione è così ovvia da render superfluo ogni esempio.

Nel secondo periodo del fam oso « cappello » si presenta la lettera. dd Zanotti. Una presentazione senza aggettivi, un <e riceviamo e pubblichiamo » senza cont'lrno. Abbiamo forse detto che la ktte ra del Zanotti è attendibiJe, esauriente, sincera? A noi mancavano e mancino gli elementi per dir questo o per affermare altrC5l il contra rio. Per sin• cerar la fa ccenda d sono come sopra abbiamo detto le istituzion i operaie dalle quali Zanotti direttamente dipende. ·

DALLA FONDAZIONE DE « LA LOTTA DI CLASSE», ECC. 107

Ed ora riportiamo integralmente la terza ed ultima parte del « cappello»:

« La deliberazione del Comitato cent rale ci sembra rag ionevole e tale da non pregiudicare le sorti della nascente cooperativa e da um iliare la dignità della classe operaia».

Questo innocentissimo periodo ha fatto scattare parecchie suscettibilità e senza ragione. Noi avremmo compreso certe « emozioni » se una settimana prima della riunion e: del Comitato centrale .dei braccianti, noi avessimo consigliato la cessazione del boicottaggio alle fornaci padronali. Ma quando noi abbiamo espresso il nostro personale giudizioche, sia detto-fra parentesi. non impegnava affatto i l Partito e tanto meno il socialisrnò - ci trovava mo di fronte ad un ordine del giorno votato da un Comitato di operai e non di avvocati, e: dietro rich iesta di altri operai. Si noti ancora che detto ordine del gio rno fu ,•otato all'unanimità e tra i votanti fig urano operai di fede repub blicana e un socialista, Emidio Castagnoli, membro del Comitato federale socialista. Si noti ancora la forma guardinga e dubitativa con la quale esprimemmo il nostro personale convincimento. Ché se fosse ragionevole noi non avremmo nessuna difficoltà a rìconoscerlo, Non siamo e non ci teniamo ad essere i pedagoghi del movimento operaio e nessuno è infallibile, specie quando si tratta di questioni complesse e delicate. Abbiamo sba,gliato? Ebbene la Lega mattonai, la Ca.mera del lavoro, un compagno qualunque ci dica : « Guardate, caro amico, che avete preso un granchio per queste e queste rag ioni » e noi riconosceremo la nostra ca ntonata. Ma se errore c'è esso è an zitutto ne lla delibera del Comitato centrale dei braccianti. Ad ogni modo dopo la dichiarazione dei la voranti a macchina con la quale ess i riaffer mano la loro solidarietà ogni discu ssione sulla maggiore o minore opportunità e ragionevolezza dell'ordine del giorno votato dal Comitato dei braccianti, diviene accademica per non dire superflua. Se gli operai della lavorazione a macchina continuano il boicottaggio la loto solidarietl è un grande esempio e una bella prova di coscienza e se dagli organi interessati verrà decretata la cessazione del boicottaggi o noi ci auguriamo ch e la Cooperativa matton ai non abbia a riceverne danno alcuno.

Questa storia di mattoni e di fornaci, di boicottaggi e di coope· rati~e ha una morale ? Si. Ma qu esta morale è riservata puramente ai socialisti forlivesi.

Ne riparleremo dunque nella pross ima assemblea della sezione.

Assenteismo

In questi g iorni si discusse alla Camera il bilancio della guerra. Contrariamente a quanto avveniva un tempo la disrussione procedé monotona, tranquilla, stanca. Per un solo momento l'addormentamento generale fu rotto dalla voce di Eugenio Chiesa.

Poi riprese, continuò, finì come aveva cominciato e il bilancio della guerra otten ne un numero strabiliante di voti favorevo li

Ora ci sembra proprio il caso di chiederd: dove erano i deputati social isti ?

Qualcuno t irerà forse ancora in ballo la famosa istoria dei deputati che hanno anche i loro affari privati, che sono poveri, che non possono quindi esS<.'re sempre a Roma, che fino a quan do non si av rà la indennità p arlamentare ecc. , -ccr., non si potrà pretendere dai nostri deputati. più di quello che danno.

Storie e menzogne.

La verità si è che quando il gruppo parlamentare era più povero di oggi era anch e più battagliero. Quando il Partito non conta\'a ancora tra i suoi aderenti tanta signoria, i suoi rappresentanti, almeno nelle occasioni più solenni, sapevano dire alla Camera la voce degli interess i p ro letari. Ed ora invece che noi abbiamo quarantadue deputati - dei quali almeno una metà è in con dizioni agiate e l'alt ra metà sbarca il l unario certo molto meglio di que llo che lo sbarcassero un giorno Costa, Prampolini, Badaloni, De Felice ed in generale t utti i più vecch i nostri rappresentanti - la voce del Partito ·non si sente più. Si odono per contro i deputati socia listi a sollecitare piccoli favor i:

·· la ferrovia, il passaggio a livello, la strada rotabile, il palazzo, la caserma e via d icendo. Da rappresentanti del Paitito Socialista sono di. ventati g li avvocatucci di p iccole clientele. E per parlare in favore di queste presso i ministeri debbono tacere a lla Camera. Questa è la verità aspra, ma vera.

All' impoten za si aggiunge oggi la viltà.

Da L, Latta di Cl.:.m, N 23, 11 giugno 19 10, I (a, 480).

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