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ANT!CORSARI::
Il progetto esecutivo, del resto, già da tempo era s tato ultimato ed approvato, per cui della grande opera si conosceva ogni dettaglio. Nonostante l'epoca , la procedura adottata per redigere e computare economicamente simili progetti appare straordinariamente moderna. Sebbene nessuno stralcio ci sia pervenuto di quello del Regno di Napoli, basandoci sui coevi di Sardegna e di Sicilia , e parzialmente dello Stato Pontificio di poco più tardi ed appena più modesti, possiamo tratteggiarne le caratteristiche salienti. Per una imperscrutabile quanto incredibile coincidenza, infatti , del piano di torreggiamento del regno di Sardegna ci è pervenuto il progetto d ' intenti e la s ua rielaborazione in progetto di massima. Di quello di Sicilia, invece, ci è pervenuto il rilievo grafico preliminare ed il progetto architettonico militare. mentre per lo Stato della Chiesa una se rie di documenti s ugli appalti e sull'armamento delle torri. Ovvio quindi che l'in - sieme di questi parziali aspetti, che di volta in volta saranno evidenziati sia pure schematicamente, forni sce la percezione più attendibile dell'intero iter di ciascun piano del genere nella seco nda metà del XVI seco lo.
Tornando al regno di Napoli. e stando a quanto accennato, è estremamente probabile che il sopralluogo preliminare lungo il s uo intero sv iluppo costiero, indispensabile per la con-ena stesura del progetto fosse s tato effettuato da una apposita commissione itinerante, composta di tecnici e militari. Spiaggia dopo spiaggia, cala dopo cala il parere di ciascun membro confluiva in un particolareggiato documento. Al termine del periplo si di sponeva di un pacchetto di schede dettagliate ed aggiornate costituenti la premessa ambientale del torreggiamento ed il suo onere economico. Un accorto piano di finanziamento e di annamento bastava a renderlo esecutivo: nella fattispecie prevedeva oltre 300 toni , da incrementarsi progressiva mente fino a 400, insediate s eco nd o la logica anticors ara a distanza variab ile ma in vi s ta l ' una dell'altra, da San Benedetto del Tronto fino a G aela
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A d atta m ent o o p e rati vo
Logicamente una catena di capisaldi lunga 2000 km implica una serie di a datt amenti am bientali specifici, non esse nd o pensabile un'assoluta omoge n e it à mo rfologica e demografica delle coste interessale. Alcune a lte e rocciose, al t re basse e sa bbiose, altre ancora paludose , t utte p iù o meno idonee all ' ormeggio, tutte più o me no adiacent i a ce ntri ab it ati , o a foci di fiumi: in og ni caso ed in og ni contesto vi si sa reb b e dovut a e dificare un 'adeguata torre, tra scurando qual siasi preesistenza e s up erando qual sias i prevedibile diffi- coltà . La rilevanza dell'impresa deternùnò l ' is titu z ione di un servizio tecnico apposito con ingegneri regolannente s tipendiati dal!' amministraz ione 148 > I l oro com piti c h e progressivamente si ve nn ero meglio configurando, a nd ava no dalla progettazione e direzione lav01i delle toni , alla manutenzione delle stesse, dalla individuazione di nu ovi siti d ' impi an to, ag li es timi Molto spesso, infatti , prima di insediare un cant iere occorreva procedere a ll a espropriazio ne dei terreni ed a vo lt e, persino, de gli ed ifici 1itenuti pericolosamente vicini alla e rigenda torre. No n mancaro no casi in cui s i dovettero d estreggiare fra l ' esigenza di innalzare un a nu ova tone al p os to di una o rm ai giubil a ta , se nza pe rò poter rinunciare alla s u a s ia pur modes ta protezione: a ntit esi risolta frequentemente inglobando la vecc hia strutt ura ne lla nuova. E se mpre gli in gegne1i delle torri escogitarono la prassi di chiudere da mare intenandole od ostrue nd o le con s cog li , le calette più nascoste ed indifendibili. Come pure di spianare i promonlori minori, che non giu s tificavano l'impianto di una torre ma consentivano l 'agguato corsaro. industria regnicola fornire un numero tanto grande di cannoni in così breve tempo. Infatti , sebbene quasi certamente l'ordine di approntare alcune centinaia di pezzi deve ritenersi contestuale a quello di costruzione delle torri , alJa loro entrata in servizio solo poche risultavano adeguatamente armate. Si spiega così la pressante ordinanza v icereale relativa al reperimenlo di altri cannoni da distribuire lungo le marine, ovviamente al minor prezzo possibile (4 91 •
L'esecuzione pratica degli ordini ebbe rapidissima estrinsecaz ion e. 11 programma già nel '69, sebbene non esauJ·ito, poteva ritenersi operativo. Centinaia di toni appena collaudate ed armate di appropriata artiglieria entrarono in serv izio. Tuttavia. poiché l'assegnazione degli appalt i si attuò per province, in funzione forse del livello di rischio, l'ultin1azione della rispettiva frazione di torreggiamento non fu contemporaneo dovunque. Alla costa abruzzese e molisana, ad esempio, si presc1issero in totale circa 20 torri ma so ltanto dopo il 1568, nonostante ch e 6 di quelle ri entravano tra le commissionate nel 1563 con obbligo di consegna in 18 mesi. Quanto influirono sul ristabilimento della sicurezza pubblica lo dimostra che lungo lo stesso litorale abruzzese e molisano ancora nell'estate del 1566. prima quindi del loro avvento , l'unica difesa contro l e in cessanti incursioni turco-barbaresche consisteva nell ' evacuazione degli ab itati. Il 29 luglio Francavilla , totalmente deserta venne incendfata dai turchi e così pure, pochi giorni dopo, Ortona. La fascia in teressa ta si estendeva per una decina d i miglia verso l'interno, tant ' è che la penetrazione delle bande co rsare fino a Serracapriola, ad 8 miglia dalla costa, compiuta nella stessa crociera non fruttò alcuna cattu ra. Con l'entrata in serviz io delle torri, di tali estremi rimedi, rimase il semp li ce ricordo. 11 che non sig1ùficò affatto che a tale data il programma fosse ultim ato, traguardo am bito e mai conseguito, ma so lta nt o c he con un'accorta scal a di priorità a nc he con un numero ridotto di torri s i 1iusciva a sorveg li a re l'intero pe1irnetro costiero . Ovviamente nell e tratte c1itiche, nelle inevitabili soluzioni di continuità, il co nlrollo ed il co ll egamen to veniva assicurato da battitori a cavalJo, aJtrimenti detti cava llari .
La precisazione che può sembrare una pleonastica formula burocratica in realtà nascondeva una tragica realtà: il concentrarsi in così breve tempo degli oneri di edificazione e di armamento delle to r ri esulava dalle concrete possibilità del gettito fiscale. Il completamento del sistema parve allora compromesso, proprio mentre i primi indubbi riscontri positivi in iziavano a manifestarsi: inevitabile un ulteriore aggravio della pressione tributaria, estendendo la contribuzione anche agli abitati meno prossimi al mare. È significativo, per comprendere l'entità degli sforzi sostenuti, ricordare che appena cinque anni dopo pressoché tutte le torri avevano i rispettivi cannoni. Si trattava di pezzi in molti casi di qualità più scadente e di prestazioni inferiori a quelle previste nelle relative schede di progetto, ma senza dubbio validi allo scopo .
I l vero problema co ntinu ava ad essere quello dell'armamento. non essendo alla portata della coeva
Un'al tra eno rme diffico lt à che dovette essere superata fu quella concerne nte il personale da destinare nelle toni. O cco rr evano uomini fom iti di una minima preparazione mili.tare, dovendosi maneggiare armi da fuoco e polveii, ca pa ci di sape r leggere e scrivere, non fosse altro che per contro ll are i documenti delle imbarcazioni sospe tte o per redigere i verbal i di carico e scarico delle munizioni e dei v iveri. M a dovevano pure, e forse so prattutto , ri sultare di assol u ta fedeltà all ' Impero affida ndo se n e nelle loro mani una so rta di varco d ' i n g r esso. L a scel t a cadde allora sui capora l i d e ll 'esercito regolare previo un acc urat o accertamento dell'idoneità, attestata con una precisa patente che l i tra sformava una vo lt a al co m ando di una torre in cas t ellani, con uno stipe ndi o mensile di 4 ducati, non disprezzabile per l'epoca. Qu anto ai loro subordinati, [ uno o al massimo due, venivano scelti dai paesi territorialmente competenti ed assoldati, da cui la definizione di soldati, per la so la buona stagione.
La torre vice rea le: confi g uraz io n e arc hi te tt oni ca
La configurazione prescelta per la torre vicereale fu un tronco di piramide quadrata , sormo ntato da un parapetto aggettante in contropendenza scandito da alquante cannoniere orizzontali e ve1iicali. Po ss ibile perciò posizionare i cannoni in batte1ia come sui ponti dei vascelli, difendere il perimetro senza soluzioni di continuità e sfruttare meglio gli ambienti interni. Vantaggi tutti di tipo squisitamente militare , sufficienti a giustificarne l'adozione nonostante il maggior costo. Quanto alla scarpatura, che in ogni fortificazione è attribuita ali' esigenza di provocare impatti balistici obliqui, nella fattispecie deve ascriversi ad almeno due precipue motivazioni, non rientrando il cannoneggiamento nella prassi corsara. La prima indispensabile per neutralizzare le so llecitazioni statiche e dinamiche derivanti dall'uso delle artiglierie. La seco nda , forse la prioritaria riscontrandosi adottata pure nelle torri gentilizie prive di qualsiasi armamento balistico , va ricondotta alla esigenza di tenere gli eventuali assalitori discosti dal piede della torre, costringendoli così nel settore di fuoco del petriero, capace di tirare verso il basso ma non in verticale. Come deli neato, per ogni ambito costiero s i stabilì il numero ed il calibro dei cannoni navali: al massimo una coppia di cui il maggiore non eccedente le 6 libbre , contro le 3 libbre abituali Difficile per noi comprendere quale differenza potesse sussistere tra un cannone che scagliava una palla di circa 62 mm di diametro pesa nte 900 grammi ed un altro che scagliava a sua vo l ta una palla di circa 78 mm di diametro pesa nte 1800 grammi. All'epoca però quei 16 millimetri di differenza implicavano un abbondante raddoppio del peso del pezzo , da 8 a 18 quintali, ed un incremento del 50% della gittata massima <501 Il costo complessivo che tale opzione comportava eccedeva, però, notevolmente il doppio poiché un cannone da 6 richiedeva spazi di manovra alquanto più ampi di uno da 3: ovvero una torre più grande. Tenendo conto dell'esistenza anche di cannoni da 2 e da 4 libbre, parimenti adottati nell'armamento delle torri, ne derivò una se rie di varianti del modulo base della torre vicereale. Ovviamente ad esaltare le differenze tipologiche giocarono anche altre conseguenze funzionali impo s te tutte dalla ottimizzazione del se rvizio, quale ad esempio , per restare ancora all'intervento attivo. l 'o rientamento della torre. Dalla s ua piazza quadrata, infatti, i pezzi potevano tirare perpendicolarmente ai lati, ma non in corrispondenza degli s pigoli, dove il parapetto essendo più fragile strutturalmente e più ampio, non consentiva le cannoniere. Il fuoco di ogni torre pertanto non risultava omogeneo a 360° . ma presentava dei settori morti in corrispondenza, appunto, dei prolungamenti degli spigoli, avvalendosi dei quali, in via teorica, un attaccante ri s ultava imbattibile. Indispensabile, pertanto. farli coincidere volta per volta con gli ambiti costieri meno idonei agli sbarchi od agli agguati orientando opportunamente la totTe.
Più appariscenti architettonicamente, le funzioni autodifensive, per le quali si riesumò l'intero repertorio medievale. L' in vio labilità passiva si ottenne così incrementando l 'a ltezza della torre ed elevandole l' accesso, interdicendolo magari tramite un piccolo ponte levatoio od una scala retrattile. Qu e lla attiva esaltando la ro sata del tiro del petriero , praticando Iungo iI coronamento in controscarpa delle originali troniere verticali trapezoidali a forma di sp atola rsi) _ Il loro numero per lato dipendeva dalla larghez za della piazza. ovvero dal calibro del pezzo principale, per cui la corrispondenza biu n ivoca fra il loro numero e la rilevanza della torre appare coerente. Assolutamente incoerente, invece, la loro equiparazione con caditoie dalle quali la s paruta guarnigione avrebbe lanciato pietre od olio bollente, a dispetto persino d e Ua mancanza di verticalità dell'estradosso delle torri vicereali! Identiche cannoniere verticali s i pos sono osservare lungo la Linea Maginot senza alcuna reminiscenza castel lana. Da quanto appena tratteggiato deriva una class ifi cazione delle torri vicereali napoletane, così artico lata:
1) Torri se n z a a lcun a t ro ni er a , dalla tozza sagoma tronco piramidale quadrata. Non rappresentano una ca t ego ri a particolarmente ric ca né ben definita . I nfatti di esse so lt a nt o alcune furono co n cert ezza costruite orig in ariamente in tal mod o, m agari per co nt e nere i crescen ti o n eri d e l piano, o perché l e troni ere ve ni va no ritenute superfl u e ne llo spec ifico contesto ubi cativo. La più parte in vece lo dive nn ero per s ucce ss iva ri s trutturazione, allorché necess itando il coro nament o di manutenzione , esse ndo la co mpon e nt e s trutturale più d e li ca ta e so lle c itata nonch é l a più costosa e co mplic ata, s i optò p e r il s uo radica l e sve llim e nto. È certo c h e il coronamento a troniere o bliqu e mantenne inalt erata la s ua va lidit à difen s iva ne i seco li seg ue nt i : fu a n cora reali zzato s i ste maticamente in tutte l e torri e rette ne l XV II I sec olo. L a categoria in co nclu s io ne non pu ò e sse r e rep utat a il modulo base ma so lt anto una s u a s emplificazione.
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2) Torri ad un a so la tro ni era. Sono da considerarsi piuttos to affini a ll e prece denti co m e vice nda attuativa che non a quelle con più troniere. G li ese mpi so no pertanto rarissimi e n on nec essariamen te ta li dall'origine esse nd o sca r sa la poten z ialità difensiva. L' unica tro niera presente, infatti , pu r co ns entendo un minim o di intervento interditti vo è sostanzialmente e quip arabi le a lle piombatoi e po s te ad interdiz ione dei vani fine s tre e porte. Il crite rio è simi le a quello applicato n e ll e cost ru z i o ni fortificate civ i li, quali le ma sserie pugliesi.
3) To rri a tre t ro ni ere. È la ca tego ria di gra n lun ga ma ggior itari a, la vera ossa tura portante dell ' intero sis te ma Contempla a l su o interno una così estesa esc ursio ne dimen s ion ale, an d ando da g li sc ars i I O m pe r lato di base d elle pi cco le agli o ltre 16 m delle grandi , da farla considerare a sua volta susce ltibil e di so ttoclas ificazio ne tipolo gica . È qua s i ce rtam e nt e in questa co mp ag in e c h e deve co llocar s i l 'archetipo o ri g inal e del capo sa ldo. osservandos i per la stessa un· eccez ionale funzionalità. e
214 Spaccato assonomcLrico torre vicereale a tre troniere
4 ) Torri a quattro troni ere. Costiluiscono una categoria non molto frequente, forse una ottimizzazione della torre a tre troniere grande: è azzardata qualsiasi ipotesi in merito tacendo completamente le fonti a riguar do. Non ostenta specifiche connotazioni e peculiarità.
5) Torri a cinque troniere . È subito dopo que ll a a tre, la categ01ia più nume rosa . Ad essa, che va nta costantemente ingenti cubature e amp i e piazze, vanno ascritte tutte le torri dalle spiccate finalità m ilitari. l n alcune di esse, ricordate come torri cavallare, in virtù proprio del maggiore volume vennero iicavate anche le stalle per i cavallì delle pattug l ie montate c he pe rl ustravano sistematicamente i l itorali. Furono erette ovviamente nelle loca lità ad alto rischio di sbarco o con forte densità abitativa o con connotazioni particolannente atlrattive: dovunque cioè fosse giustificato il rilevante onere di costruzione e sostenibile quello a l trettanto amplificato di gestione.
6 ) Torri a doppia alt e zza . Rappresentano architettonicamente un adattamento intelligente alla conformazione scoscesa delle coste rocciose ed infatti appaiono esclusivamente, ma sporadicamente, su queste, richiedendosi anche una inderogabile esigenza ubicativa. Sono in definitiva un ripiego che consentiva di evitare una eccessiva altezza alla torre. garantendola pariment i a ll e spalle tramite un settore murario fungente da scudo: non a caso sono state definite anche torri scuciate. Senza tale espediente la piazza si sarebbe trovata mo lto bassa ed esposta verso monte ad un qua lsiasi assalto. Non rappresentano una peculiarità vicereale, peraltro limitata alla sola costiera amalfitana, riscontrandosi torri scuciate anche nello Stato Pontificio lungo il promontorio del Circeo e sempre per la medesima ragione. Data la sostanzi.aie contemporaneità delle due realizzazioni è impossibile stabilirne la paternità 152 l Sotto il profilo funzionale la soluzione però riduceva considerevolmente la piazza, decurtandone la validità comp lessiva, anche per l ' eccessiva compartimentazione interna. Mil i tarmente quindi di dubbia validità.
7 ) Torri mag giorate a molte troni ere. Sono eccezionali, costituite da pochissimi esemplari, quali tanto per c i tare: la Rocca di Po1to S Stefano, nello Stato dei Presidi !53 ) c he ricadeva sotto la dirigenza napoletana, l a cos iddetta Torre Imperatrice in provincia d i Potenza, o q uella chiamata Torre Normanna a Maiori, in provi nc ia d i Sa lerno. A l di là della logica d'adozione, attual mente ininterpretab i le, rapp rese nta no una di mostrazione dell'estrema fless ib i lità del modulo di base ed indirettamente de ll 'autonomia del sistema difensivo costiero delle torri che conservava sue precise connotazioni anche dove sarebbe stata più rispondente una s tru ttura tipo fortezza.
8 ) Torri rotond e. Costituiscono u n a categoria estranea alla logica de l piano come precedentemente enunciato, ed infatti se ne incontrano attualmente soltanto cinque esemplari dei sette originariamente edificati, tutti ubicati a s ud di Salerno in s ucces sione. in corrispondenza della foce del Sele. Non sono le uniche torri rotonde, o atipiche, dell'intero sistema risco ntrando sene altre, soprattutto in Calabria: ma si tratta di torri più antiche ritenute in prima istanza idonee a sopportare l'arma mento e quindi all'inserimento nella catena, dopo so mmarie modifiche. Di que ste se ne rinvengono anche nel salemitano, alcune di epoca angioina come torre Assiola a Positano, altre di epoca aragonese come quella inglobata nella torre vicereale di Castellabbate ed ancora lungo Ja costa pugliese come torre Sant' Emiliano.
Quelle sa lemitane invece vennero erette ex no vo e rappresentano. in un certo senso, la variante a pianta rotonda della torre piccola a tre troniere: di questa conservano sig nificative analogie formali e strutturali.
Identiche ad esempio le troniere a spatola e la doppia scarpatura toITe-coronamento, nonché le sud divi s ioni fruiti ve interne come la cisterna a s pesso re di muro.
Uguale anche la cesura d'ingresso e la garitta sovrastante la piccola piazza. La scars issima cubatura ed il contenuto diametro escludono qual s iasi armamento che non fosse il solito petriero polivalente. La loro presenza per molti versi enigmatica, potrebbe giustificarsi re lazionandola alla palude che dopo aver spopo l ato l ' intero territorio ne in sa bbiò lo specchio di mare antistante, costringendo anche il naviglio ad allargarsi. A quel punto assurdi gli s barchi, impossibili gli agguati alle suddette torri, re s tò so l tanto da garantire la continuità semaforica del sistema: il cedevole se dimento d'impianto avrà consigliato allora la riduzione dei caiichi unitari, costringendo alla pianta rotonda, quella a ma ss imo volume utile a parità di massa inerte.
Avvis tamento e s egna lazione
L'avvis t ame nto pe r qu a nto d e lin eat o no n fu cetto la funz i one b as il are de ll e torri vice rea l i ma soltanto il pres upp os to de l lo ro in terve n to, a tt ivo o passivo c h e fosse. D a l p unt o di v is t a s truttu ra l e l a s ua co m pat ibilità con le al tre fun zion i non con sen t iro n o alla pi azza d i s up erar e la q uota m assi m a di un a q ui ndi ci n a d i me tri A tal e live lJ o s ul mare no n si ol trepassa no i 15 k m d i vi sibili t à, corrispondenti a poco meno di u n paio d'ore di n avigazio n e 11 m a r g in e teo r ico m i ni mo, per l' avvis t ame nt o d iretto no n poteva perciò eccedere tale ris i cati ssimo limi te, p ro pri o per l e toni di mass i ma di- gia. In pratica però si tendeva ad avvalersi di qualsiasi modesta asperità naturale per incrementarne l'altezza senza decu rt arne l'efficacia Quanto al]' allarme diretto a ll a popolazione limitrofa si effettuava con lo sparo del petriero, sicuramente percep i bile ovunque e in quals iasi c ircos tanza . Per il resto la tone non differiva da un piccolo casale isolato di un unico stanzone. con la sottostante cisterna. il suo focolare, u na rudimentale latrina e qualche nicc hi a nel muro come arredo, mai i nferiore ai 25 mq mai superiore ai 70, non di rado soppalcato per aumentarne la capac ità ricett iva. Le ape11ure, c he l o ill u mi n avano ricordavano, per la vifesa, q ue ll e c ioè ad imm ed i a t o co nta tt o co n la sp i ag - s uale obbligata, costantemente la sorveglianza che tassativa doveva effettuarsi sulla sovrastante piazza, a ll a quale conduceva una rampa di scale, ricavata nello s pessore del muro. Su di essa nella buona stagione si succedevano i turni di guardia e si ricevevano e trasme tt evano i segnali. Sempre su di e s sa nei momenti di frenetico , quanto raro, in tervento a fuoco, tuonava il cannone ed a volte vi si moriva, colpiti da
Giudizio storico
Una torre , due cannoni e tre uomini: questo il caposaldo anticorsaro tipo, schierato con un intervallo medio di circa 5 km, lungo l ' intera frontiera marittima del Regno e rima sto in s ervizio per oltre due secoli e mezzo! Complessivamente, quindi , non più di 1000 uomini e non più di 700 cannoni: ma quale fu il bilancio del loro lavoro?
In molte cronache napolet,me , come del resto siciliane, sarde , romane, toscane e liguri successive alla entra- ta in servizio delle torri si rintracciano descrizioni di incursioni e di razzie perpetrate dai Barbareschi. In molte altre si coglie pure un'esplicita critica aUe toni, incapaci di fornire sicmezza. È certamente innegabile che il flagello della corsa non fu drasticamente estirpato dalle toni vicereali: ma il prodigarsi delle attuali, cospicue e combattive , forze dell'ordine ha elimina to il crimìne? E q uante volte, dopo i più efferati delitti le iispettive compagini sono state tacciate di inutilità? Ma attribuire a quelle isteriche recriminazioni una valenza oggettiva , o una imparzialità di giudizio, appare a tutti manifestamente assurdo: eppure è quanto avvenne per le torri vicerea li napoletane, ritenute per le suddette ragioni dalla pubblicistica specializzata velleitarie, inutili, assurde e fuori tempo massimo. Un giudizio meno convenzionale potrebbe derivare soltanto dal vaglio del loro operato, estremamente complesso se non impossibile. Una significativa convalida si coglie però in una facile osservazio- ne: il numero delle donne schiave dei Barb,u-eschi , passa dal 52 % ciel totale dei detenuti, valore antecedente all ' entrata in servizio delle torri allo scarso 3-4 % dei decen ni successivi <s.i, Entità che non sarà più modificata fino alla conquista di Algeri nel 1830. Essendo ovvio che la cattu ra di donne poteva avvenire esclusivamente a terra, la loro drastica 1iduzione percentuale certifica la contestuale contrazione deg l i sbarchi corsari , e per conseguenza la validità in terclittiva delle torri stesse.
I pro dro mi
Il decenn io l 561-71 può considerarsi per larghi ss ima sintesi una sorta di fase reattiva, quasi una ritrova-
1560 e s i estese d a Pal e rmo e Me ssi n a a tutte le coste dell ' It alia occidentale e a tutte le coste medit erranee della Spagna" (551 • Sensa to ravvisar e in quell'immane riarmo il ruolo affatto tra sc urabile del torreggiamento napol e tano. Sin dai primi ri sco ntri , intorno alla metà degli anni ' 60 ne fu infatti recepita ovunque l a sostanziale ri s pondenza , a differenza dell a pres unzione di ripulir e il mare dai corsari avvalendosi di nutrite s quadre di ga lere. I pianificatori pontific i seg uiva no con comprens ibil e int e resse quanto in corso di attuazio ne nel napoletano , di cui peraJtro non erano mai s tati all'oscuro. Una premess a infatti della grande ta consa pevolezza della non invincibilità dei Turchi, ribadita alla fine dalla vittoria di Lepanto . P er mo lti sto ri c i , infatti , il s uccesso d e lle armi ottomane alle Gerbe nel 1560 costit uì il canto del cig n o seg uito da un rapido declino , conseguenza non ultima del rapido evo I ve r s i della tecnologia occidentale. P er cui il: " ... disa s tro di Gerba , in un certo senso, fu sal u tare. Mise l'impero di Filippo II di fronte ai suo i co mpiti mediterran e i ; lo costri nse a reag ire . G e rba e il 1560 seg narono il momento culminante della potenza ottomana. Ciò eq ui va le a dire che, dopo il I 560, essa declinò Non per colpa s ua, ma per effetto dell ' ampio l avoro di armame nt o marittimo, che cominciò nel 223 Cas tell abbate, Salerno. la t o 1Tc. o pera se mbra po ter s i asc ri ve re a l vicer è d o n Pi etro di T o l e d o (56> int o rn o a l 15 32 , li m it a ta m e n te proprio al t ratt o d i costa a s ud d e l c onfin e co n l o S t a to P ontifi c i o Sta nd o a ll e sca rn e n o ti z i e di s pon i bili n e ll a c ir cos ta nza s i e difi caro no a lqu a nte to rri , a lcun e de ll e quali a ncora es iste n ti (571 Si t ra tt ava, p e rò, di s trutture cili ndr iche co n b ase tr o nc o - co n ica e d a pp arato a s p o rge re s u a rc h e t t i e b ecca te ll i, no n d ive r se in sos tan za d a i ti p ic i to rri o n i d e ll a tran s i z io n e e quindi no n spec ifi c h e pe r l a pa rti cola re fun z i o ne. No tev olme nte di ve r se qu e ll e d e l Rib era di c ui orm a i ini z ia vano a c ir co lare es p lic i t i co nse ns i e m o ti va ti a ppr ez- to proveniente da u n provved i tore del1a flotta veneta. Nicco lò Sor i a no, c he cos1 scriveva nel 1583:
222 Pos ita no, Salerno, torre Assio la.
224 Otra nto. torre Sant'Emi liano.
" ... È memoria 11011 molw antirn, c he rema la Puglia dal Capo Santa Maria fino al Tronto lcaveva110 pochis s im e torri di guardia , e1 per ques/U sempre le fuste 1urrhesr/c(' cos Te!!,giavano quelle ri viere, er facerano grandissimo danno alla nav igaz ione, et fra terra, c on quella huona occasione non pe11etrarnno nelle viscere di questo golfo. Hora per quelle diligenti guardie er sicurtà delle torri par che s iano dijfese le genti di terra e t ogni vascello picciolo ,wi·iga co11 moira sicurtà di g iorno. perché hanno vista de vascelli inimi ci, c o111 e s i po ssano cacciar sollo le rorri, si rengo 110 sicuri, perché sono gag liardam en te dif.f'e- s i da/1 'artig lieria, de lla qual e 11wlw so no f o mite, e , per qu es/U al pres ente le.fi,s re possan o il m o nl e di An cona, s icure di tro var g rosse pred e con po co pe rico lo ... " 158 1 • li documento di basilare importanza ci con sente un paio di significative precis azioni. Innanzitutto risulta dimostrato da un testimone competente il duplice ruolo protettivo, marittimo e terrestre, del moderno torreggiamento. Inoltre, aspetto ancora più interessante, l'azione dissuasiva delle torri spostando verso l'Adriatico settentrionale il settore di caccia dei corsari barbareschi , dimostrava implicitamente che temevano di più le torri che le galere della Serenissima ad onta del loro numero e della loro aggressività. La risalita, ovviamente ebbe un'attuazione maggiore nel Tirreno attingendo il parossismo sui litorali pontifici. In pratica al progressivo chiudersi della costa campana e calabra faceva riscontro una sempre più inerme esposizione di quella laziale. Vuoi per l ' accertata efficacia delle torri, v uoi per l ' inso s tenibile offensiv a cors ara, dopo s oli quattro anni lo Stato Pontificio si ri s olse ad adottare lungo la sua frontiera marittima occidentale un di s positivo di torreggiamento analogo al napoletano , sia pure su scala certamente minore.
L'ordinanza pontificia per la costruzione delle toni costiere, tra le quali rientrava anche il torrione di S. Michele - creatura postuma di Michelangelo suggestivo architettonicamente quanto assurdo militarmentefu promulgata il 9 maggio del 1567, sotto la definizione di Costitutio de aedificandis turribus in oris marìtìmis su proposta del console Martino de Ayala (59 > _ In dettaglio così si soffermava Pio V circa le finalità del dispositivo , nella traduzione del Guglielmotti:
'· N o i ed il nostro Pred ecessore si am o s t a ti pie nam ente informati de lla oppre ss ion e e d ei da 1111i g ra viss imi