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BASTIONATA URBA NA
sotto il castello dai fuochi di un eventuale nemico insediato sulla terraferma: il baluardo S. Giuseppe rinforzato con una falsabraga, e il baluardo S. Carlo con un cavaliere addossato al bastione S. Bartolomeo. La veduta assonometrica della cittadella in corso di realizzazione intorno al J682, dà un'idea dell'ampiezza dei lavori realizzati da Grunemberg e dello scaglionarsi delle opere che dal castello vanno verso l'istmo , il porto e la città.
Tuttavia l'abitato ... resta considerevolmente sg uarnito dalla parte di Tenavecchia e lungo le spiagge cli levante e di ponente. Perciò durante l'estate del 1680 squadre cli soldati spagnoli e tedeschi, aiutati dagli abitanti, costruiscono un parapetto che dal Carmine arriva fino a S. Francesco di Paola e di là fino al baluardo di Calcarella ; sulla costa ovest, da S. Domenico fino al baluardo di Leonforte " (11 -1 1 •
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Al di là della più o meno articolata scansione delle fortificazioni realizzate dal Grunembergh, al di là della loro compartimentazione ed ampiezza, debutta per la prima volta una concezione difensiva assolutamente inedita. La cittadella progettata e reali zzata da: " ... Grunembergh non ha come obiettivo quello di sos tenere un assedio indefinito ; essa deve essere capace di opporre solo una re sis tenza che consenta al difen sore di organizzare la sua risposta , nell'attesa dei soccorsi " (1151 La novità, pertanto. non s i ravvisa nella limitazione dei tempi di resistenza, concetto praticamente da sempre risaputo s ia pure in modo più o meno confuso, ma nel de stinare tale intervallo alla riorganizzazione della difesa interna. Fino ad allora infatti la re s is tenza di una fortificazione serviva o a far desis tere l'attaccante o a consentire ai rinforzi este rni di poter sopraggiungere a s pez za re l'inv es tim e nto. Con qu es ta nuova concezione invece l'int era piazza si fraziona in più unità difen sive autonome mutuamente esaltantesi, trasformando in ultima analisi un investimento ossidionale in una so rta di corsa ad ostacoli. Sarà questa la logica delle maggiori strutture difensive del seco lo XIX.
INGEGNO E PAURA TRENTA SECOLI DI FORTlF!CAZIONI L'I ITALIA
Note Capitolo Secondo
1 C. SACHERO. Corso di.fortifica zione permanen1e d'atla<:eo e difesa delle pia-:,zeforti, Torino 1861, p 32, scriveva: ·· La fort i(ìcazione italiana moderna, appena nata nel 1500. fece in quel secolo rapidi progressi, stan te la p rodigiosa attività spiegata dai popoli e dai principi italiani per premunire le terre loro dalle straniere invasioni . E sruclianclo la fo rtifi cazione ita li ana avremo un'idea precisa dello stato dell'architettura milit a re di quelrepoca. poiché italiani erano all ora per la più pa rte deg li in gegneri di qualche nominanza ". Ne ll e sue parole si intravede una delle principali concause de ll' enorme cos to della fo rt ificaz ione bastionata: il suo eccessivo evolve rsi. che costringeva a cont inui aggiornamenti delle opere. Logico all ora che G. PARKER , La rivoluzione mi/ilare. Le innovazioni militari e il sorgere dell'Occidente, Bologna J989. p. 44. ricordi che la: ·· .. .trace italienne fece lent i progressi in Germania e a ltrove non solo per i suoi cos ti (sebbene pe r alcuni stat i ciò fosse un cleteITente suffic iente), ma anche per le d ifficoltà nel mantenerla aggiornata." Che, poi. in ultima analis i è la stessa cosa. ovvero un ulteriore incremento dei costi.
2 Precisa sull'argomento C.M. CIPOLLA. Vele e cannoni, Imola 1983. pp. 17-23: "T cannoni potevano essere cos truiti sia in ferro che in bronzo [quest ' ultimo] da l punto di vista tecnico, è più facile da fonde re e in tutta E uropa vi erano artigiani che conoscevano bene il procedimento pe r v ia dell'antica e diffusa 1ichies ta di campane ... Comunque l'artiglieria in bronzo comparve mollo p resto e incontrò subito grande favore , non so lo perché il bronzo è meno soggetto alla corrosione, ma anche perché il procedimen to d i fusione rendeva possibile la fabbricazione di cannoni ad avancarica ... Quanto all 'aspe llo eco nomico dell 'alternativa, non c'è dubbio che come materia prima il feITo cos tava mo lto meno del bronzo Il rame, la materia prima fondamentale per la fabbricazione dell 'aniglieria in bronzo. proveniva principal mente da!J'Ungheria, dal Tiro lo. dalla Sassonia e da lla Boemia. Lo stagno ... principa lmente da ll ' Inghilterra, dalla Spagna e dalla Ge1111an ia. Quantunque le materie prime proven isse ro da un li mitato numero di regioni, la fusione dei cannoni in bronzo ven iva praticata quasi dovunque da artig iani che non aveva no alc un a difficoltà ad alternare la produzione di campane con quella di cannoni e viceversa li guaio dell'artigl ier ia di bronzo era che costava troppo. li rame e lo stagno erano materie prime costose. e l' alto costo cie l bronzo divenne sempre più int ollerab il e ...". Dal che la menzionata secon da età ciel bronzo. che si manifestò anche con inusi tate disposizioni quali per tutte il cosiddetto 'd irill o a ll e campane·! In p ratica i maestri artiglieri e la loro compagnia avevano diritto cl i appropriarsi delle migliori campane in ogni paese conquistato. di ri tto che trasformatosi in consuetudine s i ritrova vigente ancora ag li in izi del 1800 sia ne!J'esercito francese c he in que ll o spagnolo.
3 Da J.N.D. KELLY. Vite , ci t. , pp. 469-471: "U rb ano VTU - Maffeo Barberini ... nato a Fi renze nel 1568 da una ricca famiglia di commerciant i studiò a Roma e conseguì il titolo di dottore in giurisprudenza a Pisa ( 15 89); con l'aiuto d i uno zio. protonotario apostolico, in com in ciò poi una brillante ca rri era nella cu ri a romana.. . nel 1601 in Francia come ambascia tore ... vi ritornò come nunzio ... nel 1604. Tn ri conoscimento dei s uo i ser vig i Paolo V lo nominò cardinale nel 1606, vescovo di Spoleto nel 1608. legato di Bologna nel 161 I e p re fetto della segna tu ra nel 16 17 leletto papa il 6 agosto 1623] Di carattere a uto1i tario Urbano si occupò personalmente degli affa ri de ll a chiesa e raramente li discusse con i cardinali ... Da esperto conosc itore della letteratura e proprietario di una splendida bibl ioteca compose e pubblicò vers i latini ben costruiti, anche se alquanto fio1iti Fu impud ente nepotista: diede la porpora cardina lizia a un frate ll o e a due nipot i, favorendo anche altri fratelli e aITicchendo tutti i famil iar i in modo .. . esagerato .. . Sostenne in gen ti spese per abbe ll ire Roma , e il 18 novemb re 1626 consacrò la nuova basilica di S. Pietro. Si preoccupò anc he deJ!a sicu rezza del la città e dello stato pontificio, cos truì Caste lfranco sulla frontiera setten tri ona le, fort ifi cò il po rt o di C ivitavecchia. rinforzò Caste l Sant' Ange lo e lo fornì di cannoni fatti col bronzo to lto dal Pantheon ... Il pontificato di Urbano coi nc ise con la guerra dei treni' ann i ( 16 I 8-1 648). Malgrado la sua si mpatia per la Francia e l'altrettanto aperta antipat ia per la Spagna, il papa s i sforzò di man tenere una non faci le neutral ità fra i con tenden ti ... Sotto di lui Galileo Galilei (1564 - 1642), che p ure era sta to suo persona le amico. fu condanna to per la seconda volta e costre tto (22 g iu gno J633) sotto la minaccia della tortura ad ab iu rare il sistema copernicano Urbano fu semp re fo rtemente preoccupato di conser va re l' in tegrità dello stato pontific io. tuttavia l'un ico successo che riuscì a ottenere in q ues to campo fu l' incorporazione di Urbi no Nei suoi ultimi anni di vita sì lasciò coinvo lge re in una g uerra per il feudo papale di Castro . ne ri sul tò una umiliante sconfi tt a dc li' ese rci to papale. Questa g uerra, benché picco la, ca usò devastazioni e paralisi finanz ia1i a ne llo s tato pontificio; non st upi sce quindi che la plebe romana, g ià crudelmente opp ressa da a llre spese inutili del papa, abbia acco lto la notizia della s ua morte [29 luglio 1644) co n num erose man ifes tazioni cli soddisfazio ne."
4 È interess ante costatare che la s tretta in terdi pendenza lra apparato mi litare e rivoluzione indu stri ale, ab itua lmente m isco nosciuta, venga invece evide nziata con tesi s imili a quella espos ta da W.H. Mc NEILL, Caccia al potere Ternofogia, anni. rea/1à sociale dalf'c111no Mif/e, Milano 1984. pp. 175 - 176: "La magg io r parte deg li studiosi della rivoluzione industriale 1ivolge scarsa attenzione alla guerra. Quelli che la p ren dono in considerazione d i so lito soste ngono o c he la guerra frenò . invece dì acce lerare, lo sviluppo industria le ing lese
FORTIFICAZIO NE BASTIONATA URBAI\A
o che comunque non apportò notevoli differenze. L'affermazione è discutibile. L'enorme aumen to de ll e spese s tatali, quas i tutte per scopi bellici. certamente influì sulla domanda e sull'offerta di ogn i articolo trallato nell'ambito dell'economia ingle se. Solo s upponendo c he qualche altro stimo lo avrebbe fornito occupazione a tutta la forLa lavoro e av rebbe dotato la parte del popolo ing lese in precedenza sottoccupata di un'effettiva capacità di acquisto equivalente a que ll a eserc itata da ll 'eserci to e dalla marina inglese. diviene plausibi le l' ipotesi che, senza guen-a, il passo dell'industrial izzazione in glese sarebbe stato pari o superiore a quello effettivamente verificatosi ".
5 L'impiego dei civili nella difesa delle mura è prassi abituale in ogni epoca storica. Quanto poi all'impiego delle donne gl i e se mpi so no innum erevo li: del resto la presenza femmini le nei combattimenti con ruoli non meramente pass ivi risale a tempi immemorabili , ritrovandosi sistematicamente in molte società primitive. In merito cfr. G. Bo urnouL, Trattato di sociologia. Le Guerre. Elementi di polemologia, Milano 1961. p. 141.
6 Va osse rva to, però. che il servizio sui bastion i non s i configurava quale prestazione di una vera e propria forza armata cittadina. ma piuuosto come una manifestazione di servizio civile. La presenza d i milizie cittadine. infatti. non fu ma i vista di buon occhio per il timore che le stesse potessero divedersi in fazioni e combatters i fra loro grazie a ll e armi d i cui disponevano. In merito cfr. V. LLAR I, Storia del servi zio militare in Italia (1506 -1870 ), Roma 1989, pp. 27 -4 5 rn Circa l'arrivo dei Normanni in Puglia ed in particolare nel conte sto della rivo l ta di Melo , cfr. F. CIIALANDON. Storia della domina z ion e normanna in Italia ed i Sicilia, rist. Napoli 1999, pp. 49 - 1O1. n Cfr. G. BACIL E DJ CASTIGLION E, Castelli... , c ii. , p. 48. n Da E. PrROVINE, Napoli , ci t. , p. l 66.
7 Quanto limitato fosse il raggio di influenza di un castello lo si può facilmente dedurre ricordando che g li eserciti, se tali si po ss ono motivatamente delìnire le bande medievali armate alla meglio con attrezzi agricoli , avevano una mobilità li mjtati ssima. Oltre alla mancanza di s trade con tribui va a tale deficienza la scarsità dei viveri al seguito. in pratica mai eccedente l'autonomja di un paio di gio rni. TI che diede al la gue rra una conno tazione tattica esclusivamente difensiva. Per approfondimenti cl'r. R.A. PRESTON, S.F. W1 SE, Storia sociale della guerra, Verona 1973, pp. 100- 119.
8 Sull'argomento cfr. G. C..c\CIAGLI, li castello in //alia, Firenze 1979. pp. 82-1 I 8.
9 Una sintetica ri costruzione storica della città di Bari nel contesto della Puglia è tracciata da A. G UILLO U, La Pug lia e Biswdo. in La Puglia fra Bisa,do e l'Occ ideme. Venezia 1980, pp. 5 -36.
11 Cfr. G. BACIL E DI C ASTIGLIONE, Castelli.... cii., pp. 42 -51.
1= Da R. DE VITA Cast e lli , cit., p. 89.
14 Cfr. G. G AL ASSO. Potere e istitu zioni in Italia. M il ano J978 pp. I02 - 116.
15 Da G. BACILE 01 C ASTIGLIO NE , Castelli ... , cit., pp. 51-60.
I(, Per ulteriori approfondimenti cfr. L. MAGLIO, Architetture cit., pp. 42-46.
17 A.G.S., E Nàpoles. 1033. 7.
1 ~ Sulle origini del Castel Nuovo di Napo li cfr. R. F IL ANGER I, Castel Nuovo reggia angioina ed arag ones e di Napoli, Napoli 1964. pp. 3-10.
19 Da L. SA'.\'TORO. Castelli angioini e aragonesi nel regno di Napoli, Segrate I982, p. 67.
20 Sul contesto storico conseguente all'entrata in Napo li di A lfon so d'Aragona nel 1442 cfr. A. GHIR ELLI. S10ria di Napoli, Torino 1973, pp. 15-16.
2 1 Da L. SANTORO, Castelli angioini.... cit., p. 142 .
13 Da L. SANTORO, Castelli angioini .. ., cit., p. I 65.
24 Da A. GUGLIELMOnr , Storia delleforti}ìcazioni sulla spiaggia romana, Roma 1880, p. 94.
25 Da A. GUGLI ELMOTr l, Storia delle , cit.. p. 94.
16 Da J.N.D. KELI Y, Grande di zionario , cit.. pp. 596-598: ''Niccolò V - Tommaso Parentuccclli. nato a Sarzana, eletto il 6 marzo 1447-moito il 24 marzo 1455... studiò a Bologna ... conseguito il dottorato in teologia prestò la s ua opera per venti anni al vescovo Niccolò Albergati di Bologna , trasferendosi poi a Roma in sieme con lui nel 1426 Eugenio TV. nel 1447 lo nominò vescovo di Bologna, carica che tuttav ia egli non poté assumere perché la città era in rivolta ... Nel conclave che seguì ... fu sce lto come candidato cli compromesso Era in buone relaz ion e con le famiglie romane e riuscì a ristabil ire l'ordi ne nella cillit, a liberare lo stato pontificio dalle truppe mercenarie ... In seg uit o ... fall a] notizia del saccheggio di Costantinopo li.. . N icco lò tentò di radunare la cristianità per una crociata (30 settembre 1453) ma senza esito. Convocò anche un congresso degli stati italiani a Roma per elaborare un trattato di pac e per l'Italia, ma sempre invano.. . La morte colse Niccolò... nel marzo del 1455. mentre era in preda alla delusione e alla s fiducia ...''.
L'IGEGNO E PAURA TREYfA SECOLI DI FORTIFICAZIONI IN ITALIA
7 Dal. lNSOLERA. Roma. Immagini e realtà dal X al XX secolo, Bari 1980, pp. 27-28.
Jg Da A. GuGLJELMOTTI. Storia delle , cit., p. I O1.
29 Da A. G UGLI ELMOTTI , Storia delle , cit., p. 120.
30 Da L. CARD ILU. G. PISANI SARTORIO. Le Mura Aureliane e Gionicolensi, in Muro e porte di Roma antica, Roma 1995, p. 19 I.
·' u Da A. MAGGI. Fortifica;.io11e, Venezia 1564, p. 1 15, citato dal Guglielmeotti, in Storia dellefortffì ca zioni... , c i t., p. 325.
1 Cfr. L. VATTUONE, Le torri e le difese , in li Polaz,:,o Apostolico Valicano, Firenze 1992. pp. 255 e sgg.
12 La fortificaz ione perimetrale di Roma fatta erigere tra il 271 ed 275 d C. dal!' imperatore Aurel iano può senza dubbio considerars i tra le maggiori in assoluto de l genere. Si snodava infatti per oltre 19 km ed era fiancheggiata da ben 380 toni, collegate da una cortina continua spessa tra i m 3 e 4 ed alta mediamente m 8.
' 3 Una s ituazione ana loga si riscontra a Napoli. a Messina, a Cagliari. tanto per citare le p1incipali città che agli inizi de l '500 vennero munite di moderne cerchie bastionate. Tranne che per Napo li, nei res tanti casi si dove tte e rigere una apposita fortificazione su ciascuna collina completamente autonoma da ll a cerchia urba na, in grado comunque di evita re l'occupazione nemica de ll a stessa. A l riguardo è interessante ricordare per Napo li. le precisazion i d i L. SANTORO, le mura di Napoli, Napoli J984, pp 104- 1I 8 secondo cui è evidente che nelle: " .. .mo t ivazioni delle decisioni urban istiche di don Pedro d i Toledo ... abb ia predominato la necessità di assicurarsi il dominio del la città L'estrema altura del Vomero, la local ità de tt a appun to S Eramo o S. E lmo e po i anc he S. Martino, è un vero e proprio baluardo ... che domina tutta la città del tempo e la cui eventuale conquista da pa rte del nemico costringerebbe la c ittà stessa alla resa Ecco quindi la funzione cui deve assolve re la fortezza di S. Elmo : Per Cag liari cfr. F. Russo. La dijèsa costiera del Regno di Sardegna .... c i t., pp. 27 -29. Per Messina, infine. cfr. F. Russo . La difesa costiera del Regno di Sicilia ... , ci t. . pp. 59-64, che così de linea al riguardo: "Tn concre to il principale prob lema che angustiava i progettisti scaturiva, paradossalmente, proprio eia una delle peculiar ità difensive della città: le sue numerose alture limi trofe. La tormentata orografia che la cingeva da nord-ovest a sud-est , infatti. rendeva improbe , a qualunque attaccante, le operazioni di assedio e di avviciname nto. Ma al contempo g li consentiva, per il dominio che ta li colline possedevano sulle for tificaz ioni urbane immed iata mente sottoposte, di sp ianarle con un intenso t iro di artig lieria. una volta insediatovisi in cima''.
35 Da V. SC AMOZZI, Architetrura universale, Venezia 1615. lib. II, cap. 28, p. I 08. La citazione è tratta da Guglie Imotti, S1oria delle fort(fìca ;. ioni , cit., p. 326.
36 G. SOMMELLA BEDA. Roma: le fortifica zioni del Trastevere. Lucca 1973. p. 64.
37 Da G. PARKER. La rivolu z ione militare. le innovazioni militari e il sorgere dell ' Occidente. Bo logna 1989, p. 26.
38 G. M ILANESI, Le opere di Giorgio ¼1sari con nuove annota zioni e commenti di Gaetano Milanesi, Firenze 1906. tomo V, pp. 469-472: " ... onde avvenne. per lo caldo che era grande ed alni disagi, essendo Antonio pur vecchio e cagionevo le. che si ammalò di febbre in Terni, e non molto dopo renclè l'anima Di che sentirono g li amici e parenti suo i infinito dolore; e patiro no molte fabbr iche, ma particolarmente il palazzo de' Farnesi vic i no a Campo d i Fiore... morto in Tern i, fu condotto a Roma, con pompa grand iss i ma portato a ll a sepoltura e fat to mettere il co rpo s uo in un diposito v icino alla cappe ll a di papa Sisto in San Pietro ".
39 La sped izione offensiva alle Gerbe f u compiuta da una fo rza navale di 47 ga lere, 4 galeotte, 3 galeoni, oltre a 36 navi da car ico. L'equipaggio ammontava a circa IO- J2. 000 uomini. Molto imp ru dentemente fu intrapresa ag li in izi di dicembre. q uando, cognizione arcinota da secoli. le condizioni meteoreologiche del Mediterraneo g ià da almeno due mes i non pem1ettevano l' i mp iego delle galere. Dal che ne derivarono due distinte disgrazie: una lunga sosta presso Malta, essendosi subi to compresa la eccessiva temera,ietà della nav igaz ione. con conseguenti gravissime ep idemie per gl i equipaggi . Alcune migliaia di uomini s i persero così ancor prima di combattere. Secondariamente la notizia rap idamente pe rvenuta a Costantinopoli consen tì u n comodo ant icipo per i preparativi di contrattacco turco. Sui de ttag li de ll'impresa cfr. C. MoNCHICOIJRT. L'e.,pédition espagnole de 1560 contre /'ile de Djerba, Pruis. 19 13, pp. 88 e sgg..
Circa il macabro tro feo, ricorda A. ROUSSEAU, Anna/es Tunisiennes, Alge ri 1864, p. 26:'' i Turc hi, pe r dimostrare la loro vittoria e tramandar la alle generazioni future. elevarono sul luogo stesso una piramide interamente composta di crani e d'ossa de i cristiani ucc isi. Tale abom in evo le ossa r io disparve nel I 846. M. dc Lagau , allora co nso le genera le d i Fra ncia a Tun is i, e monsigno r de Rosa lia, prefetto apostol ico. ne ch iesero e ottennero la demolizio ne. Detto prela to racco lse i resti gloriosi e dette ad essi degna sepoltura in una fossa com une ·. Anche F. Qu1uc1, Il riflesso dell"islam, Torino 1983, p. 19 ricorda, par lando di Djerba:" il 15 l uglio 1560 Filippo TT vide la sco mparsa di un'intera armata navale ... Sul la costa deJrisola dove il mare portò a terra mig liaia di uomini uccisi. venne eretta dopo la battag lia un'alta torre d i cui ancora ogg i u na lapide ne ricorda l'esatta ubicaz io ne la "10rre dei crani".
Tutte le teste deg li spagnoli uccisi erano state accatastate così da for mare un mucc hio al to circa venti metri." È cu rioso osse rvare che qualcosa di mo l to s imi le accadde circa 45 ann i dopo: P. DAN, Histoire de Barbarie, el de ses corsaires. Paris 1649, trattando de l-
fORTIFICAZ IO'.\'E BAST IONATA URBANA
l'isola di Gerba, afferma a p. 165: '' Fu là che per una sfortunatissima circostanza, sette galere di Sicilia. e tre di Malta, vennero abbordate il 15 di agosto del I 605. 1.400 soldati linirono così quasi totalmente massacrati dai mori che. a ll'indomani, portarono a Tunisi, in tr ionfo. 600 delle loro teste con le quali costruirono un trofeo nel la loro città, mentre 120 linirono venduti come schiavi".
411 Da T. TNSOLERA, Le cirtà , cit., p. 132.
41 A.S.R., Soldatesche e Galere. b. 656, tratto da V. ILAR I, L 'ese rcito pontificio c il., p. 568, nota 23.
42 ln meritO a ll a fase arcaica di Capua crr. W. JOHANNOWSKY. Capua antica, Ercolano 1989, pp. 11-36.
43 Per alcun i ragguagl i su ll ' urban istica antica di Capua cfr. I. BROCK , P. G IULIANI. C. MO ISECU, Il centro antico di Capua, Padova 1972, pp. 21 e sgg.
44 Una partico lare ricostruzione de ll a battaglia del Vo lturno è que ll a tievoca da G. GARIBALDI j., La battaglia del Volturno, Roma 1981, pp. 9-38.
45 Circa le ult ime fas i dell'assedio di Capua, una sintetica ricostruzione è del ineata da P.G. JAEGER, Fran cesco li di Borbone, l 'u ltimo re di Napoli, T rento 1982. pp. 157 -1 76. Piì:t accurata la r icostruzione dell'invest i mento della piazza di Capua esposto da C. MoNTù, Storia ... , cit., voi. lll, pp. 895-909
16 Cfr. F. Russo, Trenta secoli di fortificazioni "' cit.. pp 235 -239.
47 Per un approfondimento sulle vicende storiche ed architettoniche della ce lebre porta cfr. C. F1zzoLA. Le porte di Palermo. Palermo 1973, pp. 36 e sgg.
48 La citazione è tratta da F. Russo. La difesa cos1iera del Regno di Sicilia dal XVI al XIX secolo. voi f p. 94 n° 122. Roma 1994.
49 Da R. SA NTORO, Bas1ionamen10 cos1iero in Sicilia. in Rivista Marittima, novembre 1980.
50 Da V. DI GIOVANNI. Topografia antica di Palermo. Pa lermo 1879, voi. I, p. 80.
51 Per una più dettagliata descrizione di tali bastioni cfr. V. D1 GIOVANN I, Pian/a delle fortiJica:ioni di Palermo esistenti nel 1571, in Doc. per servire alla Storia Siciliana, S. S. S. P , quarta serie. voi. I V, Palermo l 986. pp. 237 e sgg.
52 Al riguardo C SACHERO. Corso di cit., p. 320, precisa che: " L'as sediato non può ricorrere a mezzi che esigono un consumo eccessivo di poi vere, danneggiano le sue gaJlerie eh·ei vuol conservare a lungo per reiterare le offese. e preparano al)" aggressore troppo grandi incavi: usa i nvece di preferenza i fornelli contigui i fumacchi LedJ ha il grande vantaggio dell'iniziativa e di poter preparare la maggior par te dei suoi lavori ".
53 La c i tazione è tratta da V. 01 G10VA'.\'Nl. le Jor1ijìcazioni , cit., p. 72.
54 La citazione è tratta da ll a Relazione di Ferrante Gonzaga: F. GONZAGA, Relllzione delle cose di Sicilia farla da Don Ferrame Gon zaga all'imperatore Carlo V, Pale r mo I 896, p. 7.
55 Reg istro, Atti, Bandi. Provviste, I 570-7 I, Jnd. i 4.f 386, da V. D1 G IOVANNI. le fort(ficazioni cit.
56 Ivi, I 543 -44, Ind. 2
57 Iv i, 1548 -54, Tnd. 2.
58 Cfr. L. SANTORO. Cas1elli , cit.. pp. 168-78.
59 Da L. SANTORO, Castelli cit., p. 174.
60 A S.N , Torri e Cas1elli. vo i. 35. ff. 18-20.
61 A.S.N ., Torri e Cas1elli, vo i. 35, ff. 18-20.
62 A.S.N., Torri e Cas1elli, voi. 35. f. 77
63 A.S.N ., Torri e Cas1elli, voi. 35, f. 155.
64 A.S.N Torri e Cas1elli. voi. 35, f. 84
65 Da A. LENORMANT, La Magna Grecia. Croco ne 1932, voi. TT , pp. 238 -39.
66 Cfr. G. MELONI, la Sardegna nel quadro della politica mediterranea di Pisa, Genova, Aragona, i n S1oria dei Sardi e della Sardegna, Milano 1988. voi. 11, pp. 64 -65.
67 Sulla pesca de l cora ll o in Sardeg na cfr. B LIV ERINO. Il Corallo. Bo log na 1983. pp. 70 -71.
68 Per un approfondimento sulla battaglia della Me loria cfr. C. MA NFRON I, S10ria della marina ... , c it.. voi. TT, pp. I05 -45.
6 ~ Non si scorge del resto nessuna logica d'innesto o di co ll ocazione per r icavarne un reciproco appoggio. La presenza de i torrioni rotond i, ino l tre, ci sembra u lt eriormente suffragare l'interpretaz ione di identificarli piuttosto come contrafforti, non sp iegandosi altrime nt i la fu nzione d i ques ti ul timi
70 In me1ito cfr C. SACHERO, Corso di cit., pp. 26 -2 7. [
7 1 Su ll' argomento cfr. P. MELONI. La Sardegna e la Repubblica Romanll, in S1oria dei Sardi cit.. voi. I. pp.2I3-214.
Ingegno E Paura Trenta Secoli Di Fortificazioni In Italia
72 Da I. PRINCIPE, Cagliari. Bari 1988. p. 45. n Da 1. PRINCIPE. Cagliari ., cit.. p 45.
74 Cfr. E. BOTTINI-MASSA. La Sardegna solfo il dominio spa?,nolo, Torino 1902, pp. 33 e sgg.
7 1 Cfr. M. VALDES, Le fortifica zioni della 'cilfadella ·di Cagliari, in Srudi Sardi, voi. XXV, 1978 - 1980. p. 462.
76 I fratelli Giorgio e Giacomo Fratin, nativi di Marcontc in Svizzera, entrambi ingegneri militari di 1inomata capacità, giunsero in Sardegna per la prima volta quasi certamente ne l 1563. con incarico ricognitivo dei lavori a ll e piazze. In pratica avrebbero dovuto contro ll are le fortificazioni fino ad a ll ora edificate sia a Cag liari che ad Alghero. Tornarono nell'Isola nel 1575 per subentrare al Cape ll ino nel la direzione dei cantieri.
77 l i termine 'p iazzaforte· indica a partire dal XVI seco lo una fortezza di 1ilevanti dimensioni destina ta in tempo di guerra a serv ire da base d'operaz ione per le truppe, ed al cui interno a tal fine si accumulavano. e custodivano. notevoli quantità di armi, mun iz ioni e viver i. Per estensione concettuale qualora posta in riva al mare. e destinata a base de lla flotta da guerra, una fortificazione costiera si trasformava in 'piazza maritt ima·. Evidente quind i che la vera differenza con una semplice opera difensiva a valenza urbana consisteva proprio nella pro iezione offensiva peculiare della piazza marittima
;x li termine 'bagno· trova probabilmente o,ig inc dal fatto che essendo un luogo detentivo destinato esclusivamente alle ciurme delle galere, era costruito sempre nelle immed iate vicinanze del mare. Tuttavia esis tono a ltre version i sull "origine di ta le definizione: sull'argomen to cfr. G. AUDJSIO. Recherches sur l'origine et la sign(fìcation du mot '·bagne ··, in Revue Africaine, Cl, 1957. pp. 363 - 380
79 Precisa a l r iguardo D. DE MAJo. Fanòi, Calabria, Musulmani, Torri Costiere. Bergamo 1990, pp. 32 -40: ''Un focolaio naturale cli peste era verosimilmente localizzato nella zona d i confine tra J"lndia, la Cina e la Birmania Lo spostamento del con tag io si verificò ... con molta probabi lità, in seguito alla costruzione di questa nuova rete di comunicaz ioni apportata dai mongoli: contrade fino ad allora isolate ed incontam inate furono invase dal germe della peste che vi si riprodusse indisturbato ne lle tane de i roditori se lvatici. Le carovane, con il loro carico di uom ini e di cibo. costituirono dei centri di sopravvivenza e di ri produzione idonei per le popolazioni di ratti e di pulci che con esse viaggiavano da un caravanserraglio a ll' a ltro to È interessante ricorda re che il prob lema della conservazione dei viver i nelle piazze maritt ime a causa del c lima e dell'umidità risu ltava ancora più arduo che in que ll e terrestri. Un espediente molto pratico in ma teria di cerea li, ad esempio. consisteva ne ll'ammassare migl io al posto de l g rano. Prec isa F. BRAUDEL. Le srrutture del quotidiano. Torino 1982. p. 85: "li mig lio occupava un posto anche magg iore. Se Venezia, assediata da i genovesi. si sa lva nel 1378, è grazie al mig lio conservato nei suo i magazzini. Ancora ne l Cinquecento la Signoria immagazz inava vo lentieri questo cerea le cli lunga conservazione (anche fino ad una vent ina d'anni) nelle fortezze ... e miglio, pi ù che frumento, spedisce verso i presidi dalmati o le iso le de l Levante, quando c·è penu ria di viveri. Ne l Sellecento il mig lio è ancora co ltivato in Guascogna, in Italia, ne ll'Eu ropa centra le ...". x 2 Per essere pe rò le piazze marittime quelle più di rettamente e vis tosamente coinvolte nei prepara ti v i d i operaz ioni navali, e rano sottopos te da en t rambe le par ti in guerra ne l Medite rraneo ad una assidua sorveg lianza condotta da una re te di spie. Sull'a rgomento cfr F. Russo, La difesa cosriera del regno di Sicilia , cit., tomo l , pp. 126- 128. x; Circa la Piscina Mirabilis così S. DE CARO, A. GRECO, Campania Bari 1981. p. 68: "Posta su ll a te rrazza superio re della collina più alta [di Capo Misenol che chiude ad o,ie n te il Mare morto, lungo l' od ierna v ia S. Anna, la ··Pi sci na Mirabilis", così de nominata dall'ant iq ua ria napoletane sei -settecentesca, diseg nata g ià da Giu liano di Sa ngallo è il pun to d i a rr ivo del grande acquedotto de l Serino, costruito in età augustea per approvvigionare d'acqua la base militare e la città di M iseno L'eno rme cis terna, a p ia nta rettango lare, è scavata nel tufo pe r m 70 cl i lu nghezza e 25, 5 d i larghezza, cd è p rofonda 15 me tri. Q uattro file cl i dod ic i p il astri cruciform i - fo rmanti una d ivis ione interna cli c in que navate lunghe e tred ici corte- sorreggono la vol ta a botte La capac ità del bacino è di 12.600 mc d'acqua.
Dalla 'Terra delle Tenebre'·, secondo la dizione di uno scrittore musu lmano , la pesce procedette verso l'India e le terre dell'Islam l ungo le v ie carovaniere...".
~ , [I termine è di origine araba è stava a significare la parte p iù sicura e più comoda di un grande porto, dove proprio pe r ta li motivi le unità navali milita ri svernavano . Cfr. A. GUGLJELMOTTI, Vocabolario marino e 111ili1are. Roma I889, alla voce .
84 In data 12 gennaio 1549 papa Paolo TH promulgò un apposi to bando che autorizzava qualsiasi c ittadino di Roma a comprare ed a possedere a sua discrez ione. sch iavi e sch iave, sottindentendosi cl i origine tu rco-barbaresca, e com unque di fede musul mana. 11 documento nella sua interezza. custodito presso la Biblioteca Casana tese nella collezione cl i bo ll e, editt i, bandi, ecc .. fu pubblicato eia A.
GUGLIELMOTTT , La guerra dei pirati , c it.. vo l. IL pp. 175 - 176.
fORTIFlCAZIONE BASTIONATA URBANA
85 Precisa C. CALISSE, Storia , cit.. p. 356:" Anche nei tempi passati si era a ciò provveduto: non lasciando mai il porto. né la rocca, né le mura senza i restauri e senza quei ,innovamenti che di tempo in tempo se ne rendevano necessari. Era però sempre un rifare l'antico. Sisto IV aveva già avuto l'idea di abbandonar questo, e fare, in luogo di parziali risarcimenti. opera nuova .''.
86 In merito cfr. L. CtcCONETT I, La forte z::,a del Bramante e nella s1oria, cenni sulle altre furt(ficaz.ioni e sugli edifici militari di Ci,·itavecchia, in Boli. Uff. Storico dello S.M.E., 11 ° I. 2, 3. anno Xll. I 934. pp. 76 -77.
87 Di Ciro Ciri s i conosce il luogo di nascita, Castel Durante, nei pressi d'Urbino - ma non l'anno esatto. comunque da collocarsi intorno alla metà del XV sec . . TI s uo ruolo nel corso della riconqui sta di Otranto fu universalmente apprezzato e stimato: venne 1itenuto indi scut ibilm ente allievo del Martini. Ne ll o stesso paese d i Cas tel Durante. stando alle 'Vite' ciel Vasa,i, nacque intorno al 1435, anche Bramante, che divenne allievo, secondo la più accettata tradizione. del suo compaesano, noto anche come Scirro Scirri - verso il 1470. TI dato sp iegherebbe così la ben ev id ente affinità tra le opere del Bramante e quelle del Martini.
88 Sull'argomento cfr. A. GUGLIELMOTTI. La guerra dei pira/i e la marina pontifi<.:ia, Firenze 1876, voi. I, pp. 94-95.
89 Dalle 'Vite ' del Vasari ne ricaviamo. con l'attendibilit~1 che è precipua all'opera, il seguente quadro biografico: naque nel 1485. da tal Bartolomeo Picconi. di professione bottaio, in Toscana. Sembra tuttavia che il vero cognome dell'architetto sia stato Coriolani: resta certo comunque che era il nipote di Giuliano ed Antonio da Sangallo. Ebbe così modo cli farsi conoscere dal Bramante cli cui in breve divenne l'aiuto. Ricevette in seguito l'incarico della fortificazione di Civitavecchia. Si occupò quindi della fortificazione di Parma e Piacenrn Lavorò ancora a fortificare Ancona e Firenze. Castro. Nepi. Perugia, ed Ascoli. Morì nel 1546. Per ulteriori eiettagli cfr G. VASARI, Le opere di Giorgio Vasari con num·e annota:ioni e commenti di Gaewnu Milanesi. Firenze 1906. tomo V, pp. 447-522.
00 In realtà Giovanni Leno più che ingegnere va considerato uomo d'armi. tant'è che in segu it o compì una brillante caJTiera come cap itano . Nel settore dell'architettura invece la sua abilità res tò circoscritt a alla semplice direzione dei lavo,i: un suo ritratto è possibile scorgerlo in Vaticano nella sala cli Costantino 'coenaculum amp li or'. dove appare raffigurato insieme al Bramante nell'ano cli presentare al pontefice il nuovo progetto della Basilica.
9 1 Da J .N.D. KELLY. Vite dei cit.. pp. 432 - 434: "Leone X - Giovanni de' Medici era nato a Firenze I' 11 dicembre 1475 nominato cardinale diacono a tredici anni ... A diciassette entrò nel sacro collegio romano ... Fu nominato legato di Bologna nel I 51 I. Nell'aprile del 1512 mentre era al comando dell'esercito papale. venne fatto prigioniero a R avenna; riu scì però a fuggire [eletto papa I' l l marzo 1513] Leone. vero principe rinascimentale. fu anche un po liti co falso e inaffidabile. oltre che un in veterato nepotista ... Nel suo giuramento elettorale Leone aveva promesso di portare avan ti il V conci lio Lateranense ( 1512-1517) in effett i aprì debitamente la sesta sessione il 27 ap,i le l 5 I 3 ... [ed] il 16 marzo 15 I 7 ch iu se il concilio dopo aver indetto una crociata contro i Tu rchi e impostala anche una tassa triennale sui benefici per finanziarla Piuuosto indolente e amante dei piaceri, protettore degli a rti sti e secondo fondatore (novemb re 15 I 3) dell'università cli Roma fu incredibilmente prodigo e si trovò così a corto d i denaro da essere costretto a impegnare il mobilio e il vasellame del suo palazzo Nella solennità di S. Pietro rinn ovò r indulgenza autorizzata da Giulio IL [ma] il monaco agostiniano Martin Lutero (1483- 1546) reagì affiggendo le sue novantacinque tesi di protesta Leone ordinò al generale cieli' ordine agostiniano di far tacere Lutero Il 3 genna io 1521. avendo Lutero pubblicamente bruciato la bolla. venne scomun icato lpoch i mesi dopo, il I O dicembre] Leone improvvisamen te morì di malaria..:·.
92 Da J.N.D. KEt.LY, \lite , cit., pp. 435 -36: "Adriano VI... Figlio di un carpentiere. nato a Utrecht il 2 marzo 1459, Adriano Florens Dedal fu educato dal la madre vedova ... Entrato a diciassette anni nell'università di Lovanio. divenne un rinomato professore, fu per due vo lt e rettore. e infine nel 1479 ve nn e nominato cancelliere Ne l 1507 l'imperatore Massimiliano lo nominò tutore del nipote Car lo Y... A ll a morte del re Ferdinando d'Aragona ( 1516) in s ieme al ca rdin ale umanista Ximénes ( 1436- 1517) svolse la funzione di reggente fino a che Carlo non fu in grado di a~su mere personalmente il coma nd o nel 15 l 7. Nominato vescovo di Tolosa e della Navarra nel 15 I6, divenne nel 1518 a nc he inquisitore de lla Castiglia e di Léon nel 1518 ... cardinale di Utrecht. .. le letto papa nel 1522] ... Adriano - aveva mantenuto il suo nome di battesimo - riten ne che i suoi compiti prin cipa li fossero prima di tutto quello di combattere la riforma protes tante e in secondo luogo quello cli co nvo gl iare le fo rze del l'Europa cristiana contro i Turchi ... I suoi ten tati vi cli mobilitare un fronte europ eo contro i Turchi furono infirmati eia g rosso lani errori politici e infine fallirono Quando Rodi cadde Adriano tentò cli imporre alla cristianità una tregua triennale sotto minaccia delle più severe pene ecclesias tiche. Questa decisione ... provocò la definitiva rottura tra Adriano e la Francia Poco dopo sfinito dal lavoro e dal caldo estivo. si ammalò gravemente e morì... f nel I 523]".
9J Circa il castello di Augusta, in relazione con gli altri federiciani cfr. C.A. WJLLEMSEN, / cas1elli di Federico li nell 'ltalio meridionale. Napoli 1979. pp. 3 - 12.
94 Da tempo immemorab il e era risaputo che la configurazione cli una cittade ll a doveva tendere al cerchio, racchiudendo in tal modo la massima superfic ie con il minimo perimetro. Quanto più ci si fosse allon tan at i eia quella tanto maggionncnte sarebbe risultata indi-
INGEGNO E PAURA TRENTA SECOLI DI FORTIFICAZIONI IN ITALIA
fendibile. Augusta sotto questo profilo si confe rma perciò quasi antitetica alla disposizione ollima le, con conseguenze future tragiche per i suoi abitanti.
95 Da R. SANTORO, Bastionamento , ci t. , p. 78.
96 La citazione è tratta da E. COSTA, Registri di lettere di Ferrante Gmr:,aga. Panna 1889. voi. I , p. 52.
" ' A.G.S Estado I Il 7/8 1.
9 x 11 viceré. co me più esplicitamente emerge rà negli anni s uccessivi, tentò di evidenziare la tragica situazione delle propaggini più periferiche dell'Impero spagnolo, cercando di farle porre al centro degli interessi strategici. ev ita ndo di disperdere le forze in Europa centra le. In merito cfr. F. CHABOD. Carlo V e il suo imp ero , Milano 1978, p. I 07.
99 La citazione è tratta da F.C. CARRER I, Rela::,ione delle cose di Sicilia faue da D. Ferrando Con:aga all'imperc11ore Carlo V, I 546, Palermo 1896, p. 10.
ux>Sulla figura e sull'opera del viceré don Pedro di Toledo cfr. G. CONIGLIO./ viceré spagnoli di Napoli. Napoli 1967. voi. I, pp. 38-78.
w, I due forti ricevettero perciò i nomi di battesimo del viceré e di s ua moglie. la celebre donna Vitto1ia Colonna. particolarmente stimata da Michelangelo.
10 2 Sulla torre di Magni si cfr. R. DI ROSA. La Torre Mar1el/o di Magnisi. in Studi Storico Militari 1994, pp. 283 -3 67.
103 Per una accurata descrizione del forte E. SAL ERNO . La torre Avalos di Augusta, in Arch Sto,: Siracusano, anno XTT, I966, p. 145 - 154.
11 Da E. SAL ERNO, I forri Garzia e Vittoria di Augusta. in Arch. Sto,: Siracusano, anno X. 1964. p. 160. ws Da E. SAL ERNO, !forti cit p. 162.
106 Da F. FERRAUTO, Augusta di Sicilia al Parlamento Italiano, 1862 p. 26 e sgg. La citazione è traila da E. SALERNO, / forti .... cit., p. 159.
107 Precisa riguardo alla denominazione del forte E. SALERNO. La torre Avalos... , cit.. p. 145: ·'... La costruzione rimonta al 1570 ... Gli stoiici dell'epoca sono tutti concordi nel denominare il forte "Torre Avolos". come appare anche da antiche stampe della città; e non c i si sa s piegare perché il nome del casato degli Aval os s ia stato mutato in Avo los lforse] sarà conseguenza di storpiatura cagionala da influ enze dialettali. ' ·
108 Da FERRAUTO, Augusw ... , cit. La citazione è tratta da E. SALERNO, ù, torre... , cit.. pp. I 51 -152.
109 Da E . SALERNO, La torre.... cit. , pp. 152 e sgg.
, io Sulla conquista di Augusta cfr. Relation de la prise d'Augu sta par le Due d e Vivonne, 2 settembre 1675, in Archjvio della Marina, B. 4 , 6 f. 126, pubblicata eia E. Sue in Augusta, di L. D UFOU R, Augusta da città imperiale a c ittà militare. Palermo 1989.
11 1 Da Rivi s ta Marittima, anno CXXXV. ap1ile 2002, pp. 45-60.
11 2 Circa la biografia dell ' ingegner Tiburzio Spannocchi e le sue principali opere cfr. C. PROMIS. Biog rafie di ingegneri militari italiani dal secolo XIV alla metà del XVlll, Torino 1874.
1 " La traduzione dell'intero manosciitto di T. SPAN NOCCHI, nonché la riprodu zione delle sue tavole è in F. Russo. La difesa costiera del Regno di Sic ilia , cit., vo i. l, pp. 174-304.
114 Da L. DUFO UR, Augusta , cit., p. 62.
11s Da L. DUFO UR, Augusta , cit., p. 63.