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TRA FRANCES I , SPAGNOLI E TURCHI

Sebastiano De Chignones, sostituito in seguito da D. Marcello Caracciolo.

La sua vicenda storica è così sintetizzata da un attento studioso: " Carlo I d'Angiò fece modificare e fortificare il castello da Pietro d ' Angicourt i100 1 fra il 1282 e il 1291. Rafforzamenti furono operati dagli Aragone s i per proteggersi dai Turchi, con lavori eseguiti in più riprese, nel 1458, nel 1465 e 148 I. Fu poi rimaneggiato con l'aggiunta di quattro bastioni tra iI 1532 ed il 1537, probabilmente s u progetto dell 'arc hitetto Evang e lista Menga da Copertino ... Al di sopra del portale d'ingresso è visibile lo ste mma di Carlo V con l'epigrafe datata 153 7. L 'o pera fu po sitivamente collaudata in occasione dell'assedio della flotta turca del Sultano Solimano il Magnifico nel 1537 ..." 00 11

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Ufficialmente , quindi , la poderosa fortezza fu terminata nel 1537 , e poca in cui secondo la prassi fu imposta la lapide commemorativa al suo ingresso, imme- diatamente al di so tto dello stemma imperiale <1021 • In rea ltà , però la relazione Toledo del 1541 ci fa sapere :

Bar/eta adu11de d exi prm •eydo de lii m. ducados para hcr:,er otro turrion sin e/ que esta

Barletta lasciai provvista <li tremila ducati per innalzare un altro bastione, senza il quale viene a vanificarsi il forte, in modo che dalla parte del mare re<;ta chiuso con due bastioni e la loro muraglia, mentre dalla parte della campagna ne stà innalzato un altro con la sua muraglia: s e ne deve fare un altro dalla pane <lei paese, del quale ora non si ha necessità immediata. però terminato il precedente gli si darà forma adeg uat a e quel forte sarà una delle migliori opere del regno: manca per completarsi e porsi alla perfezione un fossato. e tutto quello che si può real izzare con 8 -10.000 ducati :· <1031 •

La pianta del castello è quadrat a con quattro grossi bastioni angolari privi di fianchi rientrati: di essi nel

'4 1, quello verso terra , doveva ancora essere costruito. Il lato d'iscrizione esterno del la fortificazione oscilla tra i 120 e i 130 m, di cui più della metà costituiti dai bastioni le cui facce raggiungono i 40 m, con fianchi di 14 e sa l ienti acuti di 56 <104 > . Gli ordini di fuoco erano tre sovrapposti, di cui i due inferiori casamattati ed il terzo s ulle piazze di copertura, in barbetta. Sottolineano dal di fuori la scansione ve1ticale due cornici a sezione torica, eseguite nello stesso calcare bianco dei conci delle cortine scarpate, alte circa 20 m. dal fondo del fossato. L'ingresso , logicamente, era posto verso i1 fronte a terra ed isolato mediante un lungo ponte parzialmente levatoio protetto da un piccolo ridotto all'innesto col muro di controscarpa del fossato, una sorta di e lementare rivellino

L'Università di Barletta dovette contribuire economicamente alla costruzione del forte in ragione di 14 000 ducati elargiti in rate annue di 1.000. Pur essendo in assoluto una cifra ragguardevole, specie se relazionata ad una piccola cittadina pugliese, in rap- porto all'intero costo dell'opera rappresentarono una modestissima frazione <105 > _

Forte di Vieste

Pochissime notizie ci sono pervenute circa la genesi delle fo1tificazioni di questa cittadina del Gargano. Scarsi anche i grafici di progetto relativi come pure 1ilievi planimetrici attendibili, nonostante la ri saputa delicatezza del sito. La penisola del Gargano , infatti , si reputava correntemente una delle potenziali vie d'invasione da mare. Sctiveva, ad esempio, un certo Marcala alla fine del Cinquecento, riproponendo pareri e nozioni diffusi:

'È da sapere che quallro sono le parli principali, per le quali si du/Jita che il Turco possa mettere il piede nel Regno, cioè Taranto, Brindisi, Trani et il Monte Sant'Angelo (Ga rgano) il Monte S'Antangelo il quale stando a cavalier<> di tutta la Puglia circonda sessanta miglia, con una parte

- Castello

TRA FRANCES I , SPAGNOLI E TURCHI

Barletta - Caslello

BRRCcTIR - Jnterno del sopra il mare, di silo funissimu, abbo11da d'acqua dolce. se11za porro né ha fonezza di sorta alcuna se 11011 Vestice, e, Manfi'edonia deboli, e/ in sito di pOlersi poco migliorare, restando esposto senza per hora far a//ru rimedio, se 1w11 chi 1•olesse fortifirn rlo tucto, il che al presente 11011 è solamente difficile, ma impossibile, havendo pur troppo che fare a mantenere et migliorare li forti et fortezz.e. che sono in essere al presente sen za scoprirne de/li altri a/li nemici... " 11061 •

Il nucleo urbano originale di Vieste ri s ulta ubicato alle falde di un piccolo colle, degradante s ul mare nel quale si protendeva attraverso una stretta penisola alla cui estrenùtà si ergeva la chiesetta di S. Francesco. In po sizione apicale venne eretto il forte, da dove si dipa1tivano, divaricandosi, due lunghi sett01i muraii, il p1incipa]e a nord volto verso terra, l'altro a sud lungo la marina racchiudente il porticciolo. Entrambi poi si raccordavano con un terzo fronte anch'esso maiino volto ad 01iente ( I O?)

La configurazione ri s ultante era quindi, in prima approssimazione. triangolare, sos tanzialmente coincidente con il profilo costiero, che nella tratta orientale, per la notevole altezza, fungeva da fortificazione naturale.

INGEGNO E PAURA TRENTA SECOLI D I FO!Ulf!CAZIONI IN ITALIA

In particolare, al: " punto mediano del periplo garganico, su lla sommità di uno spero n e strapio mbante in mare alto 50 metri, all'estremo Sud- Oves t dell 'abitato sorge il castello di Vieste ... Le mura perimetrali della costruzione, spesse più di tre metri, so no sca rpate con forte angolazione... Il bastione Nord-Est, il meglio conservato e più saldo , è diviso in due piani occupati da due ... casematte con le cannoniere rivolte verso il mare ... Dal cortile si sa le sopra il bastione attraverso una rampa ... un tempo rotabile ... Il materiale da costruzione è il tufo carparo locale misto a pietra calcarea tutto l'attuale complesso difensivo fu fatto costruire nel 1537 al tempo del... Toledo; fu poi re s taurato e ampliato dal viceré Parafan de Ribera nel 1559. Nel 1544 resistè agli assalti del corsaro Dragut Rai s, salvandosi molti cittadini in esso rifugiatisi, mentre la cittadina veniva saccheggiata ..." < 1081 •

Il già ricordato Gambacorta ci ha tramandato un dettagliato rilievo di que s ta piccola piazzaforte costiera, evidenziandone le difese apicali e quelle perimetrali, ma deformandone alquanto 1' area urbana che ass ume una configurazione quadrangolare. Più attendi- bile invece un altro grafico planimetrico conservato presso la Biblioteca Nazionale di Napoli , sebbene posteriore al suddetto datandosi intorno alla prima metà del XVIII secolo. Mediante quest'ultimo ed una minuziosa pianta del castello eseguita nello stesso periodo da Emanuele Giovine(l 09 l, ne tenteremo un ' analisi descr ittiva e ricostruttiva.

Il castello, che costituiva e costituisce ancora oggi, iJ principale elemento caratterizzante del luogo, ha probabilmente una origine normanno-sveva, a giudicare almeno dal le permanenze strutturali che traspaiono dai grafici, nonché dal!' ubicazione arroccata tipicamente medievale. De l resto in una pergamena redatta in occasione del Concilio di Melfi, nel J059, è fatta esplicita menzione di un castello quod dicitur Besti. Parimenti risulta citato in un'inchiesta angio ina del 1285. La sua rivalutazione militare comportò la realizzazione di due bastioni asimmetrici. perfettamente rilevati dal Giovine,

01ientati vers o nord-ovest, restando l'opposto fronte a mare protetto dalla falesia garganica. Ne s suno spos tamento, quindi , del baricentro difensivo del comples so apicale , che veniva in tal modo soltanto ad acquistare nuove potenzialità di intervento balistico , sia s ul fronte a terra, che lungo il perimetro marino e nella rada.

Fu nece s sario procedere. nel medesimo contesto aggiornativo, al suo isolamento dal tessuto urbano mediante un vasto fossato scavalcato da un ponte levatoio a più campate: un ton-ione rotondo permane aggettante lungo questo lato, ultimo elemento residuo della vecchia struttura. All'interno del forte sono riportate le collocazioni degli acquartieramenti del presidio e gli alloggi del castellano con la ri s ultante piazza d ' armi triangolare. Oltre all'accesso dal ponte del lato est , vi è segnata s ul disegno una seconda porta, probabilmente d'emergenza per eventuali sortite, non a cas o detta del 'soccorso' (1101 •

Di certo dalla relazione del Toledo sap piamo che:

" la ciudad de Veste en ha;,erse un espo111on.

[D a Manfredonia provvidi che si desse una gra ndi ss ima fretta al la] c illà di Vieste nel costruirsi un bastione verso la parte del mare sulla pona principale e che s i facesse un teJTapieno e comandai agli amministratori del feudo del duca di Sessa che pagassero in quel forte per un altro bastione che corrispondesse con questo. tremila ducati ancora in modo che con questo bastione c he s i costruisce sul ro n c e con quello sulla porta e con un altro che sta nello spigolo della ci u à sopra il mare, r es ta la detta c ittà ben forti f'i ca ta c ben difesa. purché le si faccia avere qualche artig li eria.. .'. ""' .

È per noi impossibile s tabilire quanto delle sezioni moderne delle fo11ificazioni di Vieste fosse già pe1fettamente ultimato né, meno che mai, in che condizioni di conservazione s i trovassero le precedenti in quel tragico 1554 allorquando la flotta turca attaccò la città. Così la relazione del viceré s ul doloro so episodio:

" La annado torquesca pareciò e11 estos mares

... La fl olla turca apparve in questo mare di Puglia il 18 [giugnoj scorso. e sbarcò un cont in ge nte s u di un litora le del duca di Sessa che si chiama YicsLe. Le forze nemi che can nonegg iarono la città tino al 22. da mare e da terra; le fortificazioni della c ittadin a erano deboli per cui il 22 i difensori le abbando naron o e si rifu g iaro no ne l cas tell o che si arrese a sua volta il gio rno 24. A resistere un g io rn o di più. e lo av rebbero potuto fare. un raggruppamento che io g li avevo appositamente e con urgenza inviato d a Napoli cli mille fant i spagnoli e cli trecento caval ier i g li av rebbe portato i I socco rso necessario <1111 •

La tragica v icenda ebbe un 'a ll u cinante ripropo sizione nel l 566. svo ltasi quas i con le medesime modalità, fatta salva una migliore condizione della fortificazione perimetrale. Nella circostanza il dispositivo v icereale difens ivo era sta to. purtroppo , precocemente e parzialmente disattivato. La cittadina fu atrocemente sacc hegg iata e d inc e ndiata: molti abitanti deportati , l ' intera contrada devastata e desolata. La s trenua resistenza di

Mario di Abenate e d ei s uoi concittadini a s te nto rinc hiu s isi ne l forte non va lse però ad imp edire l'iiTuzione dei turchi nell'abitato. Con la be stial e efferatezza tipica delle orde mu s ulmane Vieste fu posta a sacco: " .. .a nulla era val sa la mediazione di un tal canonico Nerbis, o de Nerbis, che aveva patteggi a to la resa dietro consegna di oro e di argento .. . 7.000 i morti , molti dei qua li furono trucidati nei press i d e lla cattedrale ... " 11 131 •

Eloquentemente il di spacc io del governatore ribadi va che:

" la 111ejor perdida que ha sido es la maggio re perdita subita è quella della deportazione di più di 3 000 anime " " ' " ·

Fort e di L ec ce

Al centro di Lecce s i e rige un grosso forte quadrangolare, dai connotati canonici: un reci nto quadrato , nella fattispecie un trapezio, con qu attro bastioni ai vertici. Come in tutti i similari finora incontrati , anche in questo si distinguono ancora i resti di una precedente fortificazione, finita fagocitata d a lla più modern a, in po s izione qua si concentrica. Dalle fonti sap piamo che il forte fu costruito su pro ge tto di Gian Giacomo dell' Acaja , già in precedenza più vo lte incontrato, tra il 1539 ed il 1549, s u pres sante s timolo di Carlo V che voleva stanziare in zona un po sse nte nucleo milita re di cavalleria al fine di fru strare qual sia s i non improbabile iniziativa turca. Per tale motivo i lavori vennero ponati avanti con eccezionale so lerzia, tant'è che appena due anni dopo il Toledo poteva scrivere, avendolo appena visitato, il seg uente rapporto:

" De Brindez vine a Leche, donde he hallado el cast illo puesto en fortijìcation ...

.. .Da Brindisi pervenni a Lecce, dove si è comp le tato il fo rte in cos Lrn zio ne e la città è così co mpl e Lata ne lla sua fortificazione e il fo rte risulta mo lto be n dotato di artig li erie. provvisJO in abbondan7.a cli gra no e di tutte le alt re munizio -

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