
5 minute read
NECROLOGIA
IL COLONNELLO GUGLIELMO ROBINSON.
Guglielmo Robinson nacque di nobile famiglia in una delle Contee di mezzo dell'Inghilterra nel 1772, ed entrò ai servigi di S. M. Brittannica all'età di 12 anni come guardia Marina. Si mostrò fin dal principio valoroso di cuore e d'ingegnò, e nel 1802 era già primo Tenente e nel 1809 Capitano , e molto gli giovò nella sua carrie ra l'amicizia del celebre Guglielmo Pitt e più ancora l'esempio e gli ammaestramenti dell'illustre Nelson e di Sidney Smith. Ebbe il Robinson dall'amicizia di quel potente ministro. le prime occasioni, di poter dare alcuna prova della virtù del suo braccio e della sua mente, e chiamato a seguire le fortunate bandiere inglesi , sotto il comando del vincitore di Aboukir e di Trafalgar, alle scintille del valore non mancò il soccorso e la potente forza dell'emulazione e dell'esempio, perchè quei semi di naturale virtù non fruttificassero opere generose. E Nel son ebbe caro Guglielmo e lo ebbe compagno ne' fatti di guerra , e si giovò non solo del valore di lui nel combattere, ma altresi della pronta destrezza nelle in venzioni e nelle costruzioni di novelle macchine. Allor quando Napoleone conquistatore vedeva fremendo il va lore inglese sul mare far fronte non solamente, ma dar pensiero e travaglio al valore francese , ed udiva come nome d'inimicissimo quello di Nelson , era Guglielmo Robinson anch'esso al fianco del guerriero inglese. Ser viva sulla fregata l'Iria quando nell' abbordare e pren dere l'Eroe, corsaro francese, ne riportò una ferita nella testa verso le coste di Svezia , e nel 1803 nell'incendiare e distruggere una flottiglia Olandese a Bourghin-Obzie fu ferito nella parte destra del collo. Abile e destro nei trovati dell' ingegno meritò la stima e la fiducia de' suoi signori, e nel 1805 fu destinato a dirigere le operazioni di esperimento de' razzi Congrève, ai quali egli trovò in qualche guisa il modo di dare la direzione; e nella grande spedizione diretta da Smith contro Boulogne nel 1806 co mandò la forza de' legni incendiarj di esplosione delle lance con macchine infernali delle barche cannoniere e razziere; ed aveva egli trovato in tale occasione il modo di fare che nella mischia le cannoniere rivolgendosi non presentassero il lato al nemico , costruendole a doppio timone. Fu inviato nel mediterraneo in difesa di Ferdi nando I. , e quando le navi inglesi approdarono per la seconda volta in Sicilia e sposarono la causa degli Augusti Borboni , egli seguiva quelle bandiere. Fino da questo momento la vita di Guglielmo Robinson entra a far parte della nostra storia : e il coraggio e il valore dimostrati a Messina dove comandò una divisione della flottiglia , e le spedizioni d'Ischia di Procida e gli as salti delle Calabrie furono egregi titoli a meritargli l'af fezione di Ferdinando I. il quale lo proponeva all'arsenale di Messina e lo nominava nel 1812 capitano di fregata nel 1813 Cavaliere di S. Ferdinando e del merito. Quan do Gaeta ritornò per la seconda volta in potere de'Bor boni, egli che si condusse valorosamente in quell'assedio, presentò a Ferdinando le chiavi della città, il quale so disfatto e compiaciuto alle novelle prove di affetto il no minava capitano di vascello , ed in memoria di quell'as sedio gli concedeva di apporre alle armi di famiglia due chiavi con la parola Gaeta. Lasciava dopo quell'epoca le bandiere napoletane, nè gli fu colpa il lasciarle per quel le della patria, quando ebbe comando fra i primi , nel la flottiglia inglese che volgeva all'antica Corcira. Qui vi presedeva al comando del porto , quivi era massim parte ne' consigli di Tommaso Maitland del quale tem perava l'animo aspro e severo , ma reduce da quella repubblica ai servigi delle insegne napoletane fu accolto con lo stesso grado ed onorato di carichi più grandi. Ebbe la direzione di uno stabilimento di manifatture militari e quello della fabbricazione della polvere, e non è a dire quanto con la prontezza del suo ingegno giovasse alla mi gliore costruzione di vari oggetti militare non solo , ma anche a mille altri generi di manifattura come a dire le macchine a vapore le fabbriche delle nostre sete , e la coltura de' semi indiani per colorirle , le fabbriche delle nostre stoviglie; perocchè egli studiava attentamente tutti i nuovi trovati delle più incivilite nazioni d'Europa, de' quali nessuno rimaneva sconosciuto alle sue ricerche. Pronto operoso infaticabile seppe con l'esempio del suo continuo travaglio fino agli ultimi tempi , mantenere fra i suoi dipendenti non solo la fatica , ma l'amore di essa. Antiveggente, come era, vegliava su gli operanti & lui affidati , ne preveniva gli errori , anzi fu veduto, con la stessa mano che aveva trattato la spada , trattare gli ordegni del povero aperaio , e mostrargli con l'esempio il modo e la via del lavoro. Nè fu grandezza d'incarico, o numero di esercizi bastevole a disanimarlo. Si voleva nuovo sperimento di strade alla Mac-Adam , e il Robin son conduceva a termine , quella della collina di Capo dimonte, che dalle Reali delizie conduce a Miano. Negli ultimi giorni della sua vita presentava a Ferdinando II. una macchina dalla quale si rilevasse la esatta inclina zione de'pezzi di artiglieria. Il Marchese Nunziante che mantenne con lui salda e costante amicizia , lo richiese di aiuto e consiglio nello scavo de' pozzi artesiani , ed erano quelle indagini coronate da' più lieti successi. Pure in mezzo a tante fatiche pareva che l'animo sempre desto a nuove speculazioni , sempre giovine e vigoroso non fa cesse sentire al corpo l'età che omai giungeva al tredice simo lustro. Caro agli operai de' quali dirigeva i lavori, carissimo agli amici pel sapere e per la bontà e schiettezza dell'animo, non dovevano restar tanti pregi senza corona di vera gloria, e non poteva la morte di lui che essere da tutti compianta. La parola dell'umile ministro del Si gnore senza pompa di argomenti senza vanità di eloquen za, guidata solo dagli efficaci aiuti della grazia scendeva soavissima sull'animo del guerriero che apparecchiato a riceverlo prendeva conforto e vigore all'estremo passag gio. Il terribile flagello del morbo indiano che affliggeva Napoli e non meno Torre Annunziata dove egli dimorava lo tolse ai viventi nell'ottobre del 1835. Ma non resta rono senza tributo di pubbliche lodi le virtù di un tan t'uomo. La generosa cura di uno de'suoi più affezionati amici, nella chiesa di S. Maria del Carmine in Torre An nunziata , fece celebrargli solenni esequie con messa del Zingarelli eseguita dagli alunni del Collegio di Musica napoletano, e con apposita orazione funebre (1 ).
Advertisement
(1) Cesare Dalbono ne'funerali di Guglielmo Ro binson celebrati con ogni pompa nella chiesa di Santa Maria del Carmine in Torre Annunziata il di 26no vembre 1836, pronunziò un erudito discorso che non è molto venne messo a stampa dalla Reale Tipografia della Guerra , e dal quale si son tolti questi pochi cenni necrologici. Ileggitori troveranno in tale discorso funebre come nell'articolo inserito nel Giornale delle
Due Sicilie, giorno 6 dicembre 1836 n.° 268 riposte assai più notizie, segnatamente per quel che riguarda le invenzioni fatte dall' egregio defunto nelle cose di guerra nelle arti e nell'industria, e leggeranno le belle iscrizioni latine ed italiane che nelgiorno dellafunebre cerimonia ornavano il tumolo e la chiesa, le prime scritte dal Cav. Avellino e le altre del sig. Ferdinando Malizia. (N. del C. )