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DESCRIZIONE
DELLA CITTA'DI COSTANTINA TOLTA DA UNA MEMORIA SCRITTA IN AGOSTO 1836 DAL CAPITANO DELLO STATO MAGGIORE
FRANCESE SAINT-HIPOLITE INSERITO NEL VOL. XXIV DELLO SPETTATORE MILITARE (1).
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La città di Costantina (Cirta degli antichi, Cossantina degli Arabi ) è la capitale della provincia del Beylik che porta il suo nome. Essa è situata al di là del pic colo Atlante, sul Oued-Rummel, ad una trentina di leghe al S. O. di Bona. La sua popolazione è di 25 a 30,000 abitanti, mori e giudei (2).
La città a guisa di anfiteatro, si eleva verso il N. O. e forma come un'isola , circondata dalla riviera e domi nata dalla montagna El-Mansourah , dalla quale è se parata per un gran circuito ove scorrono le acque del Oued-Rummel. Al di sopra di Costantina, e propriamente al sito detto dagli abitanti El-Houas ( gli antichi acque dotti ) mette foce sulla sponda dritta del Rummel il ru scello Oued-Boumarzoug , che lungo sette in otto leghe prende origine dalla parte d'oriente.
(1) Mentre ancora dubbie sono le opinioni se la Francia occuperà interamente o parte dell' antica reg genza di Algieri, e quali mezzi userà per conseguir. questo scopo; lo stimolo della gloria e dell' onore la spinge a ricondurre sotto le mura di Costantina i suoi eserciti di Africa , i quali con valore pugnarono sul cader del passato anno , ma non con vantaggio. Cer tamente se un accordo qualunque , si ferma col valo roso ed ardito Abd-el-Kader , i Francesi che muove ranno da Guelma avranno meno disagi a soffrire e meno pericoli ad affrontare nel assalire Achmet-Bey. E noi abbiam creduto far cosa grata ed utile nel dare le notizie riguardanti una città che può divenire il teatro di sanguinosi conflitti , ove l'arte ed il va lore combatterà l'impeto ed il furore.
(2) Veggasi la pianta de' dintorni di Costantina.
Al N. O. della città , si vede la montagna di Man sourah, la quale si prolunga nella direzione del S. E. al N. O. è sfornita interamente di alberi ; ma la terra si potrebbe facilmente porre a cultura. Dirimpetto Co stantina , due mammeloni s'inalzano su' pianalti del Man sourah; quello che è all'oriente domina la città sotto il tiro del cannone , ed è coronato da due massi di fabbri ca che son chiamati Sidi-Mabrouk. L'altro mammelone al N. E. porta per nome i sepolcri di Sidi - Mecid , e dalle sue pendici molto svariate si può benanche battere la città.
Al S. O. di Costantina a 1500 metri dal sobborgo , ( circa 770 tese ) sono le alture del Coudiat-Aty , che dominano le vicinanze della città, e sulle quali vi sono fabbricati alquanti sepolcri musulmani. Costantina circon data da giardini e da terreni coltivati , è in un sito de lizioso. A mezzogiorno e ad occidente la vista si prolunga molto lontano; si veggono le montagne boscose, al di là delle pianure e dei paesi poco svariati , al N. E. l'oriz zonte poco esteso è limitato dal Mansourah.
Questa città quasi interamente circondata da rocce, ha la forma di un quadrato arrotondito nella parte che è rivolta verso il settentiore ; in questo spazio , lungo da 5 in 600 metri ( 150 a 208 tese circa) , vi sono tre porte. Quella che guarda l'occidente è all'angolo saliente, sul punto il più alto del contraforte , dove le rocce ces .sano di essere unite e di formare una cinta naturale. Essa si chiama la porta di Bab-El-Djedid; e vi si giunge per la strada di Algieri. La porta che è al centro si chiama Bab-El-Oued, o della Rachba, mena verso il mez zogiorno , e per essa seguendo una piccola diramazione si va sul cammino di Algeri , detto del Garb. La terza porta chiamata El-Gabia ( ed El-Geaouri ) comunica col Rummel; ed è dominata dalla porta e dal ramparo di Bab-El-Oued. Queste tre porte sono unite con una mu raglia antica alta 30 piedi , che non sempre è cinta dal fosso. Fra queste porte vi sono delle batterie armate di alquanti cannoni, che difendono l'avvicinamento alla città. Innanzi queste porte, vi è sul contraforte che si unisce al Coudiat-Aty, un piccolo sobborgo, abitato dagli artisti e da' negozianti. In esso si tengono i mercati , di talune particolari produzioni del paese , mentre tutte le altre derrate si vendono nella città. Al di là di questo sob borgo vi sono diverse abitazioni , una moschea , e le va ste scuderie del Bey. Vi si vedono molti antichi ruderi, giardini circondati da siepe, piccole muraglie , sepolcri , e qualche edifizio ad uso di una specie di monaci detti da' turchi Santoni.
Il resto della cinta è chiusa da muraglie antiche , poco solide e non terrapianate. Alquanti edifizî sono ac collati contro talune di queste muraglie , le quali per essere innalzate su delle rocce a picco, assai si prestano per una valida difesa.
Una quarta porta dettaEl-Qantara è dirimpetto al monte Mansourah. Il ponte che ha tal nome è dirimpetto alla porta, di antica costruzione, largo e molto alto, con tre ordini di archi ; traversa il fiume ed unisce i due lati di questa gran tagliata che separa la città dalla monta gna. Quest' entrata della città è difesa da sei grossi can noni; ed i cammini che menano al littorale e quelli che vengono dall' oriente, mettono capo al fianco del ponte. Lungo le mura della città vi è una malconcia rampa, la quale mena al fondo della vallata , vero precipizio ove le acque del Rummel scorrono per qualche tratto sotto terra , e poscia compariscono di nuovo sul suolo,
Tra la porta di El-Qantara e quella di Bab-El-Djedid, verso l'angolo elevato che formano le muraglie della cit tà, vi è il Casbah, antico e gran fabbricato che ora serve di caserma. È questo come una piccola cittadella difesa da 8 cannoni, che domina Costantina, e corona le rocce a picco, le quali circondano quasi tutta la città. Alla Ca sbah sono i più forti scarpamenti, i quali hanno più di 100 metri di altezza ( 51 tese e più ) (1).
La riviera El-Rummel, prende sorgente cinque giorni di cammino lontano da Costantina , ed è guadabile in tutte le stagioni. Nelle abbondanti piogge , giunge ad aver quattro piedi di acqua. Sopra corrente della città , le pianure situate sulla sponda sinistra sono coltivate e la sponda dritta è fiancheggiata dal El-Mansourah. Alla portà di El-Gabia, vi è una cascata di acqua che dà principio al torrente profondo che circonda più della metà di Co stantina, e che può essere considerato come un gran fos sato che va lungo la muraglia fino al piede del Casbah. Dalla porta di El-Gabia fino a quella di El-Quantara, questo torrente è 50 metri ( 26 tese circa ) largo. Di rimpetto però il piede del Casbah , il letto è più largo e più profondo. Al disotto della città, non lungi dal Ca sbah, è un'altra cascata detta della testuggine; la quale fa muovere alquanti mulini per grano.
(1) Cinquanta anni or sono, i turchi attaccarono Co stantina, stabiliron le loro batterie sulle alture del Man sourah , e girarono la città dalla parte di mezzogiorno per occupare il Coudiat-Aty. Questa operazione non ebbe alcun successo, perchè gli assediati essendosi na scosti nelle case e ne' giardini del sobborgo, opposero una vigorosa resistenza. Tuttavolta quando le batterie di El-Mansourah cominciarono a molestare i difensori, si vide togliere a' Tunisini il campo ed abbandonar l'assedio per timore del rinforzo di 2500 Turchi che il pascià di Algieri aveva fatti sbarcare a Bona per soccorrere Costantina.
Questa spedizionefece per altro vedere, quanto è pe ricoloso per la città l'occupazione del Mansourah. Non si saprebbe proporre una disposizione di attacco più favorevole, che uno stabilimento su questa montagna, minacciando nel tempo istesso verso il mezzogiorno non fosse che per tagliare la ritirata ad Achmed ed a' suoi partigiani.
Le rocce le quali circondano la città diminuiscono di altezza , e cessano interamente verso la porta El-Dj did. Fra la porta El-Qantara e quella El-Gabia, le roc ce senza essere molto alte , sono guarnite di cactus, ciò che le rende inaccessibili a più di due o tre uomini. Quelli che sono fra El-Gabia e Bab-El-Oued hanno poca altezza, ma sono difesi da una batteria armata di cannoni. Vicino Sidi-Momoum, par che le muraglie siano ingom bre dagli avanzi delle demolizioni che sono ivi gettate, e si hanno ragioni per credere, che non sarebbe difficile di scalar le mura da tal sito.
Costantina ha molte piazze pubbliche , le quali sono molto piccole ; una sola, vicino la porta d' El-Qantara,' sembra osservabile. Le strade son quasi tutte strette e tortuose , le principali sono. Quella del mercato delle Lane , che è dirimpetto la porta di El-Qantara, si dirige salendo verso il palazzo del Bey , ed ha un gran ci presso ed un grosso albero per stendardo. In seguito la strada conduce direttamente a Bab-El-Oued. Dalla Porta di El-Qantara si giunge alla Casbah girando a dritta , e salendo per la strada El-Mar, la quale per una svolta a sinistra mena all' altura ove è la cittadella.
Dal palazzo del Bey si va alla Casbah , seguendo la strada di Souk-el-Kolak, la quale salendo passa per l'a bitazione dell'Agå.
Le moschee son belle ed ornate di buoni marmi. Le principali sono quelle di Sidi-el-Kettani , di Lagdar, di Casbah di El-Kébir di Sidi-Ali-ben-Maklouf e di Sidi Bouksea nel sobborgo. Vicino a questa chiesa si dà l'ul timo supplizio a' condannati. 4
Si vuole che in Costantina vi siano delle grandi ca serme de' grandi mercati de' vasti depositi e magazzini che contengono quanto in natura pagano gli abitanti. Il tesoro del Bey e le ricchezze degli abitanti sono poca cosa , d'altronde essi devono essere premuniti contro la catastrofe che gli attende. Il palazzo del Bey è nel centro della città, e si compone di molti grandi palazzi i quali comunicano fra loro.
La città di Costantina non ha acque sorgive, ma bensi consuma quelle che raccoglie nelle cisterne ; epperò il fiume , al quale si giunge per un cammino coverto al di fuori, e lungo il ramparo Bab-el-Oued, fornisce pure di acqua gli abitanti. Ne' dintorni di Costantina , vi sono molte fontane abbandonate , sopra tutto se ne vedono molte allorchè si giunge da Bona.
È probabile che la Città sia fornita di grani paglia molta lana ed olio. Nell'interno delle mura non vi deb bono essere de' mulini di grano , ve ne sono molti sul Oued-el-Rummel sopra corrente, esoprattutto sotto corrente di Costantina. Dopo la presa di Algeri, Achmet riceve poca polvere da fuori; mentre prima di tal epoca il Bey gliene forniva a misura de suoi bisogni. Oggi si fabbrica nella città , col salnitro che si trova nelle grotte situate nelle adjacenze di Costantina. I viaggiatori son di avviso che il Bey non abbia mezzi per fabbricare le armi portabili.
N. B. La posizione di Sidi-Mabrouk la quale è in dicata all'oriente di Costantina in questa memoria re datta in agosto 1836, è al mezzogiorno della città sul disegno fatto al mese di novembre dell'anno scorso mi.Le dar,d di Sidi dàl'ul. ndi ca aganti tanti.I o poc Ontrola centro iqual abens peròi rtoi uret
*
Sezione Ottava
Di talune proprietà della Strategia. Testo (1).
« La strategia prepara le battaglie , e lascia alla Tat
» tica il peso di guadagnarle
Comento duodecimo.
:
Questo pensiero che tanto dignitosamente divide i po teri della Scienza da quelli dell' Arte , a noi sembra che rinchiuda la esattezza logica , e la precisione militare in grado da farlo esente da nota ; ma noi ve ne leggiamo una , la quale senza contraddetto dee reputarsi figlia di quel fluttuamento che pur troppo ancora nuoce a talune idee della scienza , e che maggiormente dannoso esser dovea all'epoca nella quale le note furono segnate.
La nota dice : « Questo pensiero è molto giusto per
» le battaglie che si danno due eserciti i quali si urta
» > no in massa , dopo avere conteso intorno taluni punti
» strategici; ma vi ha ben molte battaglie le quali si
» guadagnano solamente mercè la strategia .
>> Io lo dimando : il valore e tutte le sottigliezze della
>> Tattica , avrebbero mai fatto che d'Argentau a Mon
» tenotte e Dego , non fosse stato oppresso dopo gli
>> errori strategici del suo generale in capo? » 2
E saremo noi da tanto per chiedere alla nostra volta, all'illustre Annotatore , cosa ella è mai una battaglia?
Il medesimo non mancherà risponderci col Jomini (2) che dessa è la catastrofe di un procedimento di guerra, è l'ultima mano che si dà all'ol'operapourachever l'anéan tissement des corps organisés de l'ennemi; e da quel dottissimo uomo ch'è , non mancherà validare la rispo sta colle parole di Federico il grande , allora quando definiva la battaglia , dicendo : bisogna essere là , per finire la guerra. Se , dunque , noi soggiungeremo col Pelet (1) , una battaglia è per il vero uomo di guerra, il mezzo e non il fine di una operazione; se della stra tegia l'impero è nel proporre unfine scientifico ad ogni operazione ; e della Tattica lo adoperare tutt'i mezzi di esecuzione; come mai una battaglia potrà esser gua dagnata dalla sola strategia ? Ove le manovre strategi che bastassero alle decisioni de'grandi litigi , perchè mai dopo le belle marce contro Beaulieu e Wurmser , dopo la discesa del S. Bernardo , dopo i movimenti sopra Do naverta è sulla Saale ebbero luogo le battaglie di Mon tenotte , di Lonato , di Marengo , di Ulma e di Jena? a quale oggetto mai quelle orrende carneficine , quando la quistione era già stata decisa dalla Strategia? sarebbe mai alla Tattica riservata la vile ed odiosa parte di com mettere talora un inutile misfatto (2)?
(1) Trad. Fran. cit. p. 47.
(2) Gr. Op. v. 2, p. 463.
Ma fortunatamente per l'Arte Militare , ciò non si avvera : le manovre strategiche senza il colpo materiale che la Tattica ê, sempre, chiamata in ultimo a scagliare, non sarebbero , al dir di Jomini (3) che delle vane mi nacce : la scienza della guerra non consiste , al dire del medesimo dottissimo Scrittore (4) , nel far delle corse sulle comunicazioni dell' avversario ; ma ad impadro " nirsene , ed a tosto marciare a lui onde dargli battaglia. Or dove quest'ultima parola significasse l'urto mate riale di due eserciti in massa nel senso dell'Annota tore , come sarà mai possibile il volere da tale urto escludere la gran parte che vi fa la fortuna ? habent sua sidera anche i combattimenti di dieci contro uno! e perchè mai , d' Argenteau vincere non poteva a Monte notte e Dego ? forse perchè i suoi erano di numero in feriore a' francesi , forse perchè questi erano uomini di ferro? Sul campo di Montenotte i francesi potevano es sere battuti come tutt' altri , e come con mala sorte lo furono tante altre fiate eseguendo manovre capi d'opera di strategia , e potevanlo essere senza perdere il frutto del loro egregio movimento strategico ; ma se dal com plesso del valore delle truppe nemiche e delle loro evo luzioni , cioè dalla Tattica , erano distrutti ; se d'Argen tau li rompeva e l'incalzava senza posa colla spada alle reni fino a Savona , forse Bonaparte ne avrebbe ripor tata accusa d'imprudente egli seppe concepire; ma la fortuna avendo deciso a suo pro della battaglia , il pre ventivo concepimento brillò poscia sul grande risulta mento della campagna.
(1) Guerre de 1809, v. 3, p. 280.
(2) Pelét Guerre de 1809, v. 3, p. 280.
(3) Gr. Op. v. 2, p. 463.
(4) Ibid. v. 3, p. 182.
7351 terne 2
Quando la strategia fosse capace di decidere , indi pendente dall'urto materiale , Bonaparte sarebbe stato' Signore di Pietroburgo fino dall'apertura della campa gna del 1812 , allorchè con un movimento dottissimo , quanto semplice , gittò i Russi di Barclay di Tolly e del principe Bagration sopra due linee esteriori ed egli sta bilissi concentrato sopra una , e siano pur due linee in Concludiamo coll'Arciduca : la strategia prepara le battaglie ed è costretta , pur troppo , a la sciare alla Tattica la cura del guadagnarle : ove ciò po tesse non essere ove verificar fosse possibile il sospiro per il quale scriveva Bulow , sarebbe meno sventurata l'umanità !
......
Testo (1).
« La Francia dilaniata dalle fazioni intestine e senza
>> esercito , resisteva , verso la fine del secolo decimo
» ottavo , a tutta Europa ; solo perchè fin dal Regno di
>> Luigi XIII il governo volto si era a porre le sue
» frontiere in istato di difesa , e colla guida de' princi pj strategici. Fondata su di un sistema consimile, ella
> sommise tutti que' paesi del continente i quali ne di >> fettavano; e questa sola ragione spiega il perchè i ge
>> nerali suoi arrivarono talvolta a distruggere un eser cito ed uno stato intero , con un solo successo stra
>> tegico. » >
Comento tredicesimo.
Nella gravissima quistione se esser vi debbano delle fortezze a guardia di uno stato , se poche , molte, o af fatto ; lo Scrittore delle note giudice competentissimo in materia , emette il parere poche , grandi ed im ponenti , o niente , perchè le più valide , egli soggiun ge , sono nell'attaccamento de' popoli all' ordine che li regge.
Noi non ci crediamo fatti per entrare in tale altissima quistione , che forma uno de'capi della controversia mi litare nella moderna Europa , e solo volendo decidere la cosa a peso di autorità , mostrar vogliamo che l'Arci duca essendo favorevole alla gran parte che le fortezze far possono su di una frontiera, ove ben ordinata , tro vasi colla opinione sua non solo dalla parte più valida , ma eziandio a dare un peso maggiore a tale affermativa.
Licurgo , Macchiavelli , il Maresciallo di Sassonia
(1) Trad. Franc. cit. p. 45.
9
Guibert , ed altri uomini insigni , opinarono la nullità delle fortezze per uno stato capace,di presentare in ogni petto un baloardo alla nazionale difesa. Turenne se ne avvaleva , difendevale , attaccavale ; ma le considerava però come mezzi di cui non si deve far uso se non nel caso di poterle difendere senza sfiancare le forze mo bili : quindi nel 1672 propose a Luigi XIV la demoli zione di tutte le Piazze di cui era padrone sulla Mosa, sul Reno sulla Vaal e sull' Yssel : il Re , invece , o cuparle volle ; quindi di 160 mila uomini che compone vano il suo esercito del Nord', non risultarono disponi bili in campagna che 12 mila combattenti !
La materia , però , non si offre tale che risolvere si possa il problema con raziocinii diretti ; e questa circo stanza lasciando soverchio elatere alle vaghe opinioni in torno la medesima parte che la Storia ha notato aver fatto le piazze forti , ed in epoche diverse , per la di fesa delle frontiere , non lascia altra via meno dubbia 2 che quella dell'autorità.
Montecuccoli riguardava le piazze forti come le sacre ancore della speranza alle quali , in taluni momenti, si affida la salute degli Stati ; ma la sentenza potrà sembrare forse un po troppo assoluta , ove non si met tano a luce le relazioni che questi mezzi passivi di di fesa aver debbono colle masse attive che sono il vero e solido fondamento della guerra. In tali rapporti , egregia è la espressione di un chiarissimo Scrittore moderno (1) quando ha detto che la fortificazione procura una specie di momento meccanico alle forze attive. Carnot (2) , Bousmard , (3) sono stati favorevoli a questi grandi e permanenti mezzi difensivi. Bonaparte anche ha dimostrato farne conto non lieve (1) , ed in ultimo , la scritta opi nione di un gran Capitano qual'è l'Arciduca Carlo , reca un peso novello all'affermativa. Intanto dalla grande di scussione europea , sembra che dedurre si possa in mas sima il saggio pensiero che chiude la nota sulla quale scriviamo ; cioè , che le piazze esser debbono poche e grandi , essendo la loro moltiplicità più dannosa che utile. « Quando , dopo Marengo , Napoleone fu padrone d'Italia , io voglio , disse, che le fortezze di Torino, » Tortona e Milano siano riunite in Alessandria; ed in >> effetti , sostituì alle fortezze del Piemonte , quella sola
(1) Gay de Vernon v. 1, p. 190.
(2) Déf. des Pl. p. 595.
(3) Essai gen. ec. v. 3, p. 130.
» grande piazza » (2).
(1) Note di Napoleone al margine di una memoria del gen. Sainte-Suzanne v. Spect. Mil. v. 1 , p. 92.
(2) Paixhans Force et Faibl. Mil. de la France. Paris, 1830. p. 128.