IoArch 51 Nov_Dec 2013

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Solar Decathlon Europe 2014

UN PASSO AVANTI UN BILANCIO ENERGETICO, AMBIENTALE E SOCIALE POSITIVO È ANCHE IL RISULTATO DI FATTORI QUALI LA DENSITÀ, L’ACCESSIBILITÀ E LA MOBILITÀ. IL PROGETTO "RHOME FOR DENCITY" DEL TEAM DI ROMA TRE

Un team multidisciplinare dell’Università degli studi Roma Tre, guidato dall’architetto Chiara Tonelli, partecipa all’edizione 2014 di Solar Decathlon Europe con il progetto Rhome for DenCity – a home for Rome. Il team

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presenterà a Versailles un prototipo abitativo a impatto zero, realizzato in collaborazione con Rubner e Daikin, in grado di produrre più energia di quanta ne consumi, ma, come suggerisce il nome del progetto, parte di un più vasto programma urbano, studiato per essere realizzato su due concrete aree della Capitale, una periferica (Tor Fiscale) e una più centrale, riqualificando un’area di Trastevere che, persa la sua funzione, è oggi abbandonata. Unendo tradizione formale e tecnologie innovative, la casa del futuro avrà un involucro in legno con grandi spessori murari, tetto spiovente, schermature mobili, logge e balconi, per offrire un’inerzia termica adatta al clima mediterraneo e integrarsi al meglio nel tessuto urbano esistente. Il programma Rhome for denCity prevede poi la creazione di edifici per appartamenti di piccole dimensioni, adatti alle esigenze abitative di giovani coppie o residenti temporanei - figure emergenti in un mercato del lavoro di crescente mobilità. I vantaggi di tale tipologia abitativa sono molteplici: risparmio economico ed energetico (gli edifici per appartamenti sono più

efficienti delle abitazioni indipendenti), minore impatto sul suolo edificato, massa critica necessaria per la realizzazione di servizi e infrastrutture (trasporti, aree commerciali, impianti) e coesione sociale – a tale proposito, la scala più adatta per un edificio non intensivo viene individuata in 3-4 piani fino a un massimo di 6. Dal punto di vista bioclimatico, il programma mira a un corretto equilibrio tra aree costruite e spazi verdi e si propone di rafforzare il dualismo tra città e campagna, preservare la permeabilità del suolo e la ventilazione naturale, ridurre al minimo gli sprechi per l’irrigazione con l’uso di specie autoctone. Dal punto di vista della risposta energetica, l’edificio costruito sarà un ibrido: alle proprietà passive della struttura in legno dell’involucro si uniranno tecnologie attive che utilizzeranno energia da fonti rinnovabili - fotovoltaico e solare termico, climatizzazione a pannelli radianti, elettrodomestici e apparecchi per illuminazione ad alta efficienza energetica, domotica. Al concorso per la casa più ecologica del mondo partecipano venti atenei di tre diversi continenti attraverso


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