PRIMO PIANO / 17 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
I GIUDICI DEL PROCESSO CAGNONI
LA CORTE
Negli ultimi dieci anni nove sentenze per omicidio in Assise: quattro ergastoli Nel 2016 fine “pena mai” per Merendi che uccise la madre e per l’ex infermiera Poggiali (assolta in Appello)
I TOGATI: SCHIARETTI PRESIDENTE, GALANTI A LATERE E SEI POPOLARI: UNO È STATO SOSTITUITO IN CORSO D’OPERA L’età media è 56 anni, quattro donne e quattro uomini, sette su otto sono sposati, tre hanno la licenza media e uno solo è laureato, un pensionato e una casalinga, due residenti a Ravenna e gli altri sei nel Faentino: è il profilo sommario degli otto giudici popolari che affiancano i due togati (presidente Corrado Schiaretti a destra nella foto, a latere Andrea Galanti) nella corte d’assise del processo per l’omicidio di Giulia Ballestri cominciato il 10 ottobre scorso con il marito Matteo Cagnoni alla sbarra. Questi i singoli profili più dettagliati (nomi e foto non sono pubblicabili): una casalinga 50enne con diploma di scuola superiore, una 46enne metalmeccanica con licenzia media, un’infermiera 57enne, una 60enne laureata che lavora nel campo amministrativo, un artigiano di 64 anni con diploma di superiori, un 55enne diplomato all’Alberghiero che lavora nel turismo, un pensionato di 63 anni con licenza media e un 54enne artigiano con licenza media. Uno è residente a Ravenna, due a Castel Bolognese, due a Faenza, uno a Solarolo e uno a Brisighella. Siedono tutti al banco della corte ai lati dei togati, indossando una fascia tricolore, ma due di loro solo in veste di supplenti: hanno seguito tutte le udienze come da prassi e a un certo punto è stata necessaria la sostituzione di uno dei sei inizialmente estratti (la sostituzione è poi diventata definitiva).
Quella che si sta celebrando per il delitto di Giulia Ballestri è la decima corte d’assise per omicidio volontario a Ravenna nell’ultimo decennio (altri omicidi hanno imboccato percorsi giudiziari diversi con riti alternativi). Procedendo a ritroso l’ultima è quella di Secondo Merendi, accusato di aver ucciso la madre 81enne Maria Pia Rossini nell’aprile 2015 a Cotignola perché aveva scoperto che usava la sua pensione per i debiti di gioco. La sentenza di primo grado è arrivata a dicembre 2016: fine pena mai (conferma in appello). Risale invece a due anni fa, marzo 2016, la sentenza di primo grado per Daniela Poggiali: l’ex infermiera fu condannata all’ergastolo per l’uccisione della 78enne paziente Rosa Calderoni nell’ospedale di Lugo nel 2014 (assoluzione in appello, a metà luglio la Cassazione). Nel giugno del 2014 il tribunale di Ravenna infligge 21 anni (in appello riduzione a 17 anni) a Patrizia Pisella per aver sgozzato il compagno a Bagnacavallo nel 2012 al termine di una lite. Sempre nel 2014, ma a febbraio, era arrivata la sentenza per gli albanesi Artionil Binjakaj e Andi Feneraj: evitarono l’ergastolo e incassarono ventisei e ventitrè anni per l’omicidio del connazionale Kleant Sulkja nel 2012 a Ca-
stel Bolognese in strada con un colpo di pistola al culmine di un diverbio. A dicembre del 2012 l’Assise ravennate assolse Marco Cantini dall’accusa di aver ucciso la moglie cubana Yanexy Guevara Gonzales e gettato il corpo in un pozzo a Passagatto nel settembre 2008 (di recente la Cassazione, al quinto processo in dieci anni, ha confermato la definitiva condanna a 23 anni e mezzo). Andando ancora più indietro con la memoria si arriva al maggio del 2011: ergastolo per il tunisino Hamadi Rezeg per l’omicidio di un connazionale in una questione di debiti di droga, il cadavere fu trovato alle Bassette nel 2009. La tedesca Cindy Brussow Kaufamm invece evitò la condanna nel 2010: non fu complice del marito nell’omicidio del pensionato Lino Ronconi a Lido di Savio nel 2008 a scopo di rapina. I fratelli Vertone in primo grado nel 2009 evitarono l’ergastolo per l’omicidio a coltellate di Andrea Tartari a Porto Corsini nel 2008 dopo una lite per un parcheggio. E infine nel 2008 l’ergastolo a Davide Valpiani, ritenuto l’autore dell’omicidio del cognato Vincenzo Di Rosa nel 2005 per intascare una polizza assicurativa. Andrea Alberizia
Nel 2008 condanna per Valpiani: sparò al cognato per l’assicurazione
V i a le d e l la L i r i c a , 1 3 - R A V E N N A te l. 0 5 44 4 0 8 8 41 Fra pochi giorni è Pasqua e come da tradizione la pasticceria Al Duomo aggiunge alle sue preparazioni abituali i dolci tradizionali e le uova di cioccolato. C’è solo l’imbarazzo della scelta fra le colombe pasquali appena realizzate da Maurizio, pasticciere a Ravenna dal 2001, nel laboratorio artigianale di via della Lirica: se rispetti la tradizione puoi gustare la colomba classica realizzata rigorosamente con lievito di pasta madre, oppure puoi sceglierla al cioccolato o al cioccolato bianco, ma se ami i sapori antichi e credi nel valore dei grani meno raffinati puoi provare la colomba realizzata con la farina di farro. E se la vuoi freschissima ricordati di ordinarla almeno 2 giorni prima. Le uova di cioccolato sembrano quasi opere d’arte per le loro bellissime decorazioni. Possono essere realizzate con il cioccolato fondente, al latte o bianco, in tutte le misure, e possono essere arricchite con sorprese personalizzate. Le sorelle Maria Teresa e Patrizia si occupano delle confezioni con una cura speciale e tanta passione, per una Pasqua golosa all’insegna della buona pasticceria.