L’APPARIRE DELLE COSE CHE NON SONO LE COSE
L’APPARIRE DELLE COSE CHE NON SONO LE COSE Premessa Occasione e condizione di questa mostra è un progetto che ha coinvolto nel passato anno accademico gli studenti del secondo anno del triennio di fotografia. La fuoriuscita dall’alveo accademico di questo percorso formativo, trova ragione nel carattere particolare del progetto che, nel suo dispiegarsi verso il fruitore, lo investe per stimolare alcune riflessioni, che da tempo attendono di essere affrontate. La carica e il valore sociale di queste immagini va ben oltre la dimensione estetica, e questo oltre attende di essere scoperto a opera del fruitore. Nota critica La fotografia è sempre più lo strumento ideale del nostro tempo fatto di tecnologia e di tante immagini tecnologiche, che finalmente non solo ci mostrano il mondo, ma lo mostreranno sempre più in tempo reale. Ora possiamo affermarlo senza ombra di dubbio: siamo tutti fotografi e il mondo per noi non ha più zone d’ombra. La magia del click, di ciò che è vero e dell’istante decisivo, che costituisce la vera natura del mezzo fotografico, ha permeato le coscienze elevandoci ancora di più al di sopra del mondo animale e vegetale. La nuova frontiera culturale non sarà più quella dell’uomo che scrive e legge, ma sarà quella dell’uomo che impugna un qualsiasi apparato tecnologico in grado di catturare immagini e di immetterle nella rete facendo mondo; dissolvendo così ogni confine tra ciò che oggi definiamo reale e virtuale. I progetti di questi studenti, che sono di fatto nativi digitali e rappresentano le nuove avanguardie, disegnano un profilo che, spostandoci dagli ultimi barlumi romantici di umanesimo, ci proiettano efficacemente verso il post umano, segnato dal crollo di ogni tabù verso l’interazione uomo-macchina e l’esperienza virtuale. D’ora in avanti la scommessa non sarà più quella di sfamare una parte dell’umanità, ma quella di fornire a tutta l’umanità gli strumenti tecnologici per saziare gli appetiti e per fare esperienza nel mondo. Bisogna necessariamente saper guardare lontano per andare lontano. Virgilio Fidanza
FEDERICO
ANGOLI Haargurke (Sicyos Angulatus)
L’Haargurke (nome comune dal Tedesco) o Star Cucumber (dall’Inglese) è originario del Nord America orientale; è presente in Canada, Ontario e negli Stati Uniti la sua presenza è segnalata sino in stati più interni come Nord Dakota e Texas. Si tratta di una pianta annuale erbacea e monoica appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee, possiede fusti pelosi rampicanti con cirri ramosi che possono arrivare ad una lunghezza massima di sette metri. Per un periodo di circa venti giorni durante il mese di Agosto ho avuto l’opportunità di recarmi in Quebec all’interno del parco nazionale Jacques-Cartier per poter visitare i luoghi natii di questa specie caratterizzata da una spiccata tendenza invasiva; il portamento volubile del fusto infatti permette all’apparato fogliare di svilupparsi al di sopra della vegetazione già presente, coprendola e riducendo la trasmissione della luce agli strati sottostanti e determinando nelle colture perdite produttive rilevanti. Questa particolare specie rientra a pieno titolo nella lista EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization) sulle piante aliene invasive , viene infatti importata durante il XVIII secolo come pianta ornamentale in Europa per poi spontaneizzarsi a partire dal 1835 in Germania; con picchi di crescita sino a 2 metri in 3 settimane è da allora un serio problema per la flora autoctona dell’Europa centrale ed il rischio diffusione in altre regioni del continente non è ad oggi in alcun modo trascurabile. 1. Vasta proliferazione di Sicyos Angulatus in prossimità di un piccolo specchio d’acqua, non vi è più alcuna traccia della vegetazione originaria ormai non più in grado di trarre gli essenziali benefici della luce solare riducendo in maniera drastica la naturale fotosintesi; Parc national de la Jacques-Cartier, Qc. 2. Sicyos Angulatus sorta spontaneamente sulle rive del fiume JaquesCartier, il rampicante colonizza ormai da tempo le zone in prossimità delle rive del vasto corso d’acqua lungo 161 chilometri; Parc national de la Jacques-Cartier, Qc. 3. Estremità di uno delle centinaia di migliaia di fusti di Sicyos Angulatus nativi della regione centrale del Quebec; Parc national de la JacquesCartier, Qc.
BARBARA
BELLOCCHIO Ho ritrovato alcuni negativi delle prime pellicole della Kodak in un mercatino dell’usato e sviluppandole si sono salvate alcune fotografie che rappresentano le dune del deserto, paesaggi collinari e ambienti privi di qualsiasi presenza e intervento dell’uomo.
MARGHERITA
CARNERA La pianta della plastica L’articolo in questione è tratto dal sito di Focus, un mensile di scienza, attualità e sociologia. Ho avuto la fortuna di affiancare uno dei fotografi della rivista assegnato al caso per capire le dinamiche del lavoro, dalla presenza sul campo per la realizzazione delle fotografie documentative alla pubblicazione dell’articolo sul sito. Le fotografie sono state scattate da me, abitando vicino all’area citata, e dal fotografo inviato.
ELISABETTA
CICERO Di tutti i colori!
Al giorno d’oggi se ne vedono proprio di tutti i colori… soprattutto per quanto riguarda i generi alimentari: vegetariano, OGM, biologico, vegano, fruttariano, crudista, gluten free .. ma invece questi ibridi da dove vengono?! Nel negozio di frutta e verdura dei miei genitori mi è capitato spesso di rimanere un po’ perplessa alla vista di alcuni prodotti “nuovi e particolari”, ma dopo essermi ripetutamente trovata faccia a faccia con questi ibridi non so più veramente cosa aspettarmi ancora! Non so se considerarli un dono della natura o delle più sofisticate tecniche che la scienza possiede, uno dei suoi esperimenti. Proprio per questo ho voluto documentare, attraverso la fotografia, tutto quello che appariva diverso e innaturale, per poter lasciare una testimonianza di questo cambiamento (o una sorta di denuncia). Nel giro di circa 2 anni sono riuscita a raccogliere un numero considerevole di fotografie, soprattutto grazie ai clienti che facevano ritorno in negozio con il frutto “incriminato”, ma ho deciso di mostrare solo una selezione di quelle più particolari. Sembra che la naturalezza abbia perso la sua importanza, e che a contare siano solo queste nuove mode e tendenze che si susseguono anche tra i banchi di frutta e verdura. Seguire la moda “fa figo”... certo! Ma vai tu a dirglielo alle signore di 70 anni suonati, che entrano in negozio urlanti e contrariate, che la banana-kiwi o le prugnaanacardo sono di moda!
LORENZO
COLOMBO Deep impact torna a casa Questo è il titolo dell’articolo pubblicato nella rivista mensile THOGETHER UNIVERSE, un progetto nato dall’incredibile collaborazione con il sottoscritto e un fotografo che si occupa di giornalismo, il quale per ragioni personali preferisce rimanere nell’ anonimato, ma che mi ha permesso di seguirlo nella sua avventura all’ interno delle più grandi e complesse, se non misteriose, agenzie spaziali del mondo intero, la NASA. Affrontare un viaggio del genere non è stato semplice, ma la mia grande passione per l’astronomia e ovviamente per la fotografia mi permisero di portare a casa del buon materiale fotografico per iniziare un’ulteriore collaborazione, appunto con la redazione della rivista THOGETHER UNIVERSE, la quale non finirò mai di ringraziare per l’incredibile opportunità che mi ha dato di poter pubblicare alcune delle mie immagini all’interno dell’articolo “Deep impact torna a casa”. Ringrazio ancora la redazione ed in particolare il caporedattore Roberto Meragli per la magnifica sinergia e l’opportunità a me concessa.
MONICA
CRICCHIO caso #12589630 L’anno scorso mi è stato chiesto dalla polizia della mia provincia di affiancarli durante un caso di prostituzione minorile. Successivamente mi è stato concesso di tenere le fotografie di questa ragazza nello specifico in quanto, toccata dalla vicenda ho chiesto ai miei genitori di diventare i suoi tutori legali in quanto orfana. Oggi è quasi un anno che lei non deve più vendersi per sopravvivere.
MARTINA
DELL’AIRA London, Rebecca York | Home Studio lo scorso settembre ho avuto la possibilità di incontrare Rebecca York, artista contemporanea londinese, figura eclettica che si muove dalla pittura, scultura, performance, fotografia in una sua esposizione alla Tate Modern. Vi è stato un immediato scambio di idee e dimostrandosi interessata ai miei lavori fotografici e alla mia ricerca artistica, mi ha chiesto un incontro nella sua casa-studio il giorno seguente per approfondire la conversazione. Lo scatto è quello che rimane a me come ricordo, archivio fotografico di un angolo della sua casa-studio.
MARTINA
DI BARTOLOMEO La fotografia al tempo dei social network
I social network hanno cambiato il nostro modo di vivere la fotografia, che oggi ha preso il sopravvento e controlla tutte le fasi della vita, ogni singolo istante della nostra quotidianità; Tutto è degno d’esser fotografato, senza selezione né logica. Le persone postano ogni attimo della loro esistenza sui social, perdendo e cambiando così la propria identità, in cerca di una maggiore popolarità. Tutto si trasforma in funzione della foto perfetta da scattare e pubblicare, dai “like” e dai commenti che si riceveranno. Queste foto possono (e molto spesso è quello che chi posta vuole) essere viste da tutti, rendendo la nostra privacy pari a zero, infatti, chiunque ci segua o sia nostro amico sui social potrà vedere quello che noi stiamo pubblicando, e magari anche salvarlo ed utilizzarlo per altri fini. Partendo da questa premessa ho voluto fare una ricerca: ho preso come esempio un profilo Facebook di Emma Adams, una ragazza italiana di ventiquattro anni ma che da cinque anni vive a Los Angeles, e ho iniziato a seguire i post che pubblicava quotidianamente, “screenshottando” ogni sua foto che ritenevo personale. Ho eseguito questa ricerca per tre mesi, ritrovandomi con un totale di 32 screen, quindi quasi una fotografia ogni 2/3 giorni. Le persone che, come me, hanno visto queste foto, conoscono già i 2/3 della quotidianità di questa ragazza: luoghi visitati, cibi mangiati, amicizie, amori, sport praticati, foto della sua infanzia… Ma è giusto che sia così?
ALICE
DI VITA Bio Juice: una scelta bio di qualità. Sono stata contattata da un’azienda che si occupa della produzione di centrifugati detox per fotografarli e pubblicizzarli attraverso una pagina Instagram da me creata. L’azienda si dedica alla salute e al benessere del nostro organismo attraverso uno stile alimentare sano, equilibrato e attento all’ambiente. Utilizza cibi che sono alla base della piramide alimentare, ricchi di acqua, vitamine A e C, sali minerali e antiossidanti, gli elementi che il nostro corpo richiede per funzionare armoniosamente e per rigenerarsi eliminando le tossine in eccesso. Adopera un procedimento di spremitura a freddo, da frutta e verdura provenienti da piccoli coltivatori agricoli di tutta Italia, rigorosamente selezionati, che salvaguardano la natura nell’intera filiera produttiva. Estrae a freddo quotidianamente Elisir di frutta con specifiche proprietà disintossicanti e rigeneranti. Sceglie prodotti 100% bio e di stagione privilegiando produttori a km zero.
CLAUDIO
DUSI Lunar Geology
Alfredo Dusi, importante ingegnere e studioso di astrofisica presso la NASA, nonché mio zio, ha lavorato per quasi vent’anni presso la famosa agenzia aerospaziale e ha collaborato alla progettazione dell’Apollo 11, sbarcato sulla Luna il 20 luglio 1969. All’età di sessantacinque anni è stato congedato dall’agenzia, ma ha continuato ad interessarsi di tutto ciò che riguarda il nostro pianeta e lo spazio. Io ho sempre guardato con ammirazione al suo lavoro e ho sempre sognato di lavorare in questo settore, anche se alla fine ho deciso di intraprendere un’altra strada. Mio zio, tuttavia, ha deciso di lasciarmi in eredità tutti i suoi scritti, libri, interviste e saggi da lui elaborati e qualsiasi oggetto che gli era stato regalato dai suoi colleghi una volta ritiratosi: in particolare le sue immagini della luna. Proprio in uno dei suoi scritti, ho trovato alcune documentazioni fotografiche che recavano la data dello sbarco sulla Luna, ma anche alcune annotazioni a mano scritte da mio zio. Incuriosito, ho deciso di farle analizzare presso il laboratorio della NASA, per verificarne l’autenticità. A seguito di un’approfondita analisi, mi hanno riconsegnato i documenti, garantendomi la veridicità degli stessi. In quanto erede assoluto di queste fotografie, la NASA non ha potuto ritirarli e diffonderli al pubblico. Oggi fanno parte di una mia collezione privata, consultabile solo su prenotazione con largo anticipo. La luna è un satellite della terra e dista da essa 385.400 km, compiendo un moto di rotazione in senso orario attorno ad essa. Presenta inoltre due punti: uno più vicino alla terra chiamato apogeo e uno più lontano chiamato perigeo. Caratteristica fondamentale, sottolineata dalla fotografia scattata, è che dalla luna la Terra presenta sempre la stessa faccia. Questo perché il nostro satellite ruota in maniera contemporanea attorno al nostro pianeta. Da sottolineare inoltre è il campo magnetico lunare pari a 1.000 volte quello della Terra. Sulla luna è presente una bassa atmosfera, ecco perché si verificano forti escursioni termiche che vanno dagli 80 gradi a -125 gradi nelle zone più buie. Si possono osservare inoltre una varietà di rocce: dai graniti ai basalti ricoperti di polvere, ceneri e detriti. Vi sono inoltre terre alte (vedi immagine), ovvero regioni più chiare. Le zone più scure invece sono chiamate mari e si sono formate a causa dell’idrosfera presente nel sottosuolo lunare e energie sismiche molto elevate, creando cosi vaste voragini (notare immagine in alto).
ANNA
FACCHINETTI Mi è stato chiesto da un’azienda di cosmetici di curare la propria pagina Instagram, al fine di promuovere una nuova linea da lanciare sul mercato. La loro proposta è nata dal fatto che io, frequentando un’accademia di belle arti, potessi aiutare a valorizzare al meglio attraverso questa pagina i loro prodotti e la loro immagine.
VALENTINA
FANTATO Questo progetto è nato da un’opportunità offerta dalla Laba in collaborazione con la redazione di Tgcom24, in cui chiedevano degli studenti volontari per seguire i giornalisti che stavano lavorando alla scrittura dell’articolo molto importante. Incuriosita mi sono dunque offerta volontaria seguendo passo dopo passo la stesura del suddetto articolo fino alla sua conclusione. Una volta pubblicata la notizia sul sito ho deciso di fare degli screenshot come ricordo di questa esperienza.
FRANCESCA
FAVALLI Cinedream, un posto da sogno.
Il cinema al giorno d’oggi è considerato una delle forme di intrattenimento più accattivanti al mondo, è un luogo in cui andare con gli amici o la famiglia per svagarsi; è molto semplice, basta scegliere un film e comprare un biglietto! Eppure due studenti universitari americani hanno creato una macchina in grado di stravolgere completamente il concetto di “cinema”. Daresh Indra è uno studente di origini indiane di 24 anni, proveniente dalla città di Mumbai, residente a Filadelfia, mentre Allyson Talor è una studentessa americana di 24 anni proveniente dal Missouri. I due si sono conosciuti frequentando la stessa università di psicologia in Arizona e hanno concluso i 4 anni universitari con il massimo dei voti puntando ora a diventare psicologi. Daresh e Allyson, basandosi sui loro studi hanno inventato il cinedream; un luogo apparentemente uguale ad una sala cinematografica, ma è ciò che viene proiettato che ha ormai stravolto la vita di migliaia di persone in America. I due hanno infatti progettato una macchina in grado di proiettare i sogni di una persona; lo spettatore non si trova più davanti ad un film bensì ad una vera e propria proiezione in diretta. Come funziona? I volontari entrano, uno alla volta, in una piccola stanza in cui devono indossare un camice bianco e coricarsi in un letto mentre il sonno viene indotto attraverso una bevanda calda in cui viene versata qualche goccia di sonnifero. Inizialmente i due ragazzi avevano pensato ad una anestesia totale per accelerare il processo, ma in più casi è stato un tentativo vano in quanto esso limita i sogni. Prima di assopirsi i volontari devono indossare un casco celebrale a cui vengono collegati dei sensori in grado di leggere le onde celebrali, il processo è molto simile a quello dell’encefalogramma, ma il fine è completamente diverso. Il cinedream è composto da due sale cinematografiche, le quali contengono a loro volta una stanza per accogliere il volontario, la cui identità rimarrà anonima. Si accetta un numero massimo di due volontari per sala ogni sera e vengono proiettati dai due ai tre sogni in base alla durata di ognuno di essi. Ovviamente le proiezioni, essendo in diretta, non hanno un genere prestabilito o un titolo.
ANNA
FRANCHI Tramite un bando sono entrata in contatto con l’azienda Velvet, produttrice di creme e cosmetici. Mi è stato chiesto di collaborare per la realizzazione del packaging e della pubblicità della crema viso della nuova linea di prodotti. A seguito di una serie di incontri con il team marketing dell’azienda siamo giunti al risultato finale andato poi in produzione e destinato all’uscita nelle profumerie di tutta Italia nel 2018.
CLARA
GARSIA Queste immagini sono le copie di alcune foto appartenenti al mio archivio personale, frutto di una ricerca tra le vecchie fotografie di parenti e amici. Le immagini sono state ritrovate nel 2010 durante la ristrutturazione di un dammuso (abitazione tipica dell’isola di Pantelleria), si trovavano all’interno di una nicchia nel muro insieme ad un centinaio di lettere d’amore tra una coppia di fidanzati panteschi Maria Teresa Belvisi e Giuseppe Pietro Bonomo, separata dalla crisi che colpì l’economia dell’isola negli anni 40 e 50. Le immagini raffigurano alcuni dei luoghi dove il giovane Pietro si rifugiava a scrivere le lettere d’amore per Maria e sono state scattate a Torino.
NATHASCIA
GERMANI Russia - Il mistero del bosco “Diereva Pianei” Questo misterioso bosco si trova a circa 200 chilometri al sud di Mosca. In questo posto si pensa sia atterrato un UFO, ma è solo una delle tante ipotesi che girano nel paese. La stranezza del posto è che già da molti anni gli alberi crescono in modo inusuale, praticamente curvi. È cresciuto relativamente da poco tempo, circa 50-60 anni. I ricercatori dei fenomeni anomali sono convinti che gli alberi siano stati fatti curvare dal campo di forza di una nave spaziale estraterrestre. Gli abitanti locali chiamano questo posto ‘’дерево пьяное’’ (diereva pianei); in italiano ‘’Il bosco ubriaco’’. Tra la gente, inoltre, circola la strana credenza del sentire una strana energia all’interno del bosco; e in molti affermano di aver visto all’interno strani ‘’esseri’’. Le stranezze non finiscono qui; nel bosco ubriaco non ci sono ne animali ne uccelli di nessun tipo, mentre a soli pochi metri di distanza dall’area cantano numerosi uccelli.
NICOLÒ
GIANNARELLI Ho avuto l’opportunità di avere una collaborazione con Life Nature, e mi hanno incaricato di creare un mini reportage su una località sciistica dello Utah. Scelsi questa location di nome Salt Lake City. In queste foto voglio mostrare la bellezza di quel posto che può essere sia per i turisti amanti della montagna invernale, sia per coloro che apprezzano le lunghe passeggiate estive immersi nella natura della montagna, passando tra i vari laghi che si possono trovare a Salt Lake City.
CHIARA
GUIZZETTI for Vogue Chiara Guizzetti studia fotografia all’accademia “LABA” di Brescia, inoltre lavora per un agenzia fotografica di moda di nome IMG models. Ha scattato diverse fotografie alla famosa modella Cécile Claire Marie e una di queste ha conquistato la copertina della famosa rivista Vogue.
SARA
IADEMA Recovered - Memory Viviamo in un mondo tecnologico, social e pieno di varianti. Ma come sarebbe vissuta la nostra generazione nel mondo del passato? Avendo ritrovato tre fotografie scattate dal mio bisnonno durante un viaggio nel deserto in Africa, non ho potuto fare a meno di notare come anche solo scattare tre fotografie potesse essere difficile a quei tempi. E queste tre fotografie rovinate sono quello che rimane del suo viaggio. Ho deciso di esporre queste fotografie scannerizzate per recuperare la memoria persa, per mostrare come sia importante non sprecare e pensare di avere risorse limitate, per ricordare che bisogna riflettere anche solo prima di scattare una semplice fotografia.
ANNA
MAGRI Quest’estate mi è stato chiesto di collaborare con una ragazza che lavora per l’Eco di Bergamo: voleva raccontare all’interno di un articolo la storia di una signora della Valle di Scalve, Clorinda, che non era mai stata raccontata da nessuno. La signora, nel corso della seconda guerra mondiale, ha salvato moltissimi bambini ebrei, ma la sua storia è sconosciuta alla maggior parte della gente. Il 21 agosto 2017 sono arrivati in Valle di Scalve alcuni di quei ‘bambini’ che vennero salvati da lei in quegli anni. È stata quindi colta l’occasione per raccontare la sua storia e farla finalmente conoscere alla gente. Il mio compito è stato quello di documentare fotograficamente l’incontro tra questa donna e i sopravvissuti e di ricercare immagini di archivio di Clorinda da giovane.
ELISA
MAJ Inaeoidea
Il progetto nasce dalla collaborazione con la rivista Focus.Italia, con la quale lavoro da diverso tempo. Da molti anni mi dedico con costanza alla fotografia naturalistica e, al fine di raccogliere materiale per la creazione di un documentario, installo piccole foto trappole in punti strategici della zona di ricerca della Lapland finlandese. Il 22 maggio 2017 mi sono imbattuta in un frame molto rapido, in cui ho potuto notare la presenza di un animale le cui caratteristiche non coincidevano con nessuna specie vivente nell’area di interesse. Ho immediatamente inviato il video a Focus.Italia in modo da poter analizzare le caratteristiche di questo animale con l’ausilio dei naturalisti e degli scienziati della rivista.
ELEONORA
MICHELETTI Il mio lavoro è iniziato grazie all’opportunità di partecipare ad un concorso di fotografia di alimenti principalmente di strada, i così detti street food. Il tema era molto generico e ho voluto provarci realizzando queste immagini. Si tratta quindi di cibo facile e veloce da mangiare, adatto a tutti. Mi sono concentrata molto sul colore e il punto di ripresa è diverso dalle classiche fotografie di food. In attesa di una risposta per il concorso, ho avuto la possibilità di esporre i miei scatti in questa mostra.
PIETRO
MOLINARIS Ho realizzato le immagini per il cd di Sofia mettendo in gioco il mio amore per la musica. La sua musica è stata definita irriverente e rivoluzionaria, ed esprime le inquietudini e la rabbia di un’intera generazione. Sofia incarna lo spirito del “punk”. Così come ancora oggi l’orizzonte dell’arte non ha completamente riassorbito le provocazioni di alcune avanguardie, pur considerate ormai “storiche”, allo stesso modo Sofia spesso fa discutere e rappresenta un caso più unico che raro, un paradosso che mette in crisi i criteri per un’estetica del rock condotta su basi strettamente musicali. Con soli 3 singoli alle spalle Sofia incide il suo primo album ‘’Generazioni’’.
MAIDA
OMODEI Ratio Il progetto RATIO nasce in accordo con la Libera Accademia di Belle Arti di Brescia e lo studio di design di Tommaso Bruni. L’incontro vuole favorire il mio interesse per la fotografia di stilllife e il design del prodotto, unito ad una creatività che accomuna entrambi gli artisti. Lo stage ha portato quindi alla realizzazione di una breve biografia del designer, per meglio capire il suo percorso di lavoro, e di tre immagini, che riassumono tutta la sua poetica.
MARTINA
PIETRONI Il mio progetto si dedica alla documentazione dei cambiamenti del mio corpo attraverso l’assunzione di un the che, attraverso le sue proprietà dovrebbe ridurre la massa grassa. Ho bevuto questo the per 28 giorni documentando con delle foto il cambiamento progressivo. Devo riconoscere che la differenza è palese e sono molto contenta di poter affermare che questa bevanda ha davvero degli effetti benefici e non è un fake product.
MARTA
RAMAZZOTTO Lo scorso anno ho conseguito uno stage in uno studio fotografico di Brescia specializzato nelle fotografie per riviste di vario genere, soprattutto scientifico e botanico. Uno dei lavori che mi è stato assegnato è stato quello di fotografare una innovativa e soprattutto definitiva cura per la malattia di Parkinson: la pianta del Cirsum Olacerum , il suo lattice contiene il principio attivo chiamato Teobromina che annulla gli effetti della alfa sinucleina (proteina che diffonde il morbo), mentre introduce una dose di L-DOPA 5 volte maggiore al dosaggio attuale (Levodopa è il trattamento usato sino ad ora, che veniva però assorbito dal corpo solamente nel 5% dell’intero). In una serra non molto lontano da Milano sta nascendo la prima piantagione di Cirsum Olacerum, ed ho avuto l’onore di fotografare il processo di creazione del nuovo medicinale.
DAVIDE
ROSSETTI Dopo sei anni di stop a causa di problemi fisici ho deciso di riprendere l’attività sportiva che ho sempre praticato. Per tornare a livelli agonistici professionali ho bisogno di una corretta preparazione fisica, una giusta alimentazione e un giusto tono muscolare che mi consentano di affrontare anche le sfide più difficili. Sono a metà dell’opera e attualmente posso ritenermi molto soddisfatto nonostante il risultato finale verrà decretato dai risultati ottenuti sul campo. Data l’importanza che ha avuto questo passaggio della mia vita ho deciso di ritrarre con questi scatti parti del mio corpo in relazione ad un progetto che è stato richiesto durante gli studi accademici di fotografia creativa.
VALERIA
ROSSATO Il mio sogno è sempre stato quello di poter guadagnare mostrando i vari aspetti della mia vita, ciò che faccio quotidianamente, ciò che penso, ciò che vedo e naturalmente ciò che sono. All’inizio del mio percorso è stato abbastanza difficile, farmi spazio in questo contesto talvolta mi è costato dei sacrifici, ho dovuto ingegnarmi e capire come potevo arrivare davvero agli utenti e in un modo o nell’altro adattarmi ai vari target a cui facevo riferimento. Dopo diversi anni finalmente posso dire di esserci riuscita in modo egregio, ovviamente non posso non ammettere che da sola probabilmente non avrei ottenuto tutto questo successo ma anzi, sono orgogliosa di dire che diverse persone mi hanno sostenuto ed aiutato. Una di queste, a cui devo parte del merito di ciò che ho fatto e che tuttora è costantemente presente, è il mio Accounting Coordinator.
ANDREA
ROTTOLI Questo progetto è nato per documentare dei casi di aggressione avvenuti a Seriate (BG) tutti commessi da immigrati. Nell’ultimo anno si è registrato un aumento delle rapine dovuto presumibilmente al sovraffollamento del centro storico, divenuto il posto prediletto per i soggetti con basso reddito per via di un sistema di subaffitto generalizzato che garantisce un tetto ad un prezzo accessibile. I senzatetto sono aumentati visibilmente, vista la condizione economica in cui versiamo e l’assenza di una rete sociale coesa in grado di offrire alternative all’ elemosina, la situazione è diventata difficile da sostenere anche per i cittadini.
ALESSIA
SACCHI Lo scorso marzo venni contattata da un’amica di famiglia, la giornalista Paola Rossi, che dopo aver saputo stessi studiando fotografia, mi chiese di aiutarla a documentare un fatto di cronaca accaduto qualche giorno prima per un suo pezzo sul Corriere della Sera, fui subito entusiasta e accettai. Dovetti scattare alcune foto alle varie lesioni e effetti collaterali di ragazzi che avevano fatto il vaccino per l’HIV, rivelatosi in seguito dannoso.
LAMBERTO
SASSOLI Tutto e niente, cos’è la realtà? L’Universo, uno spazio immenso nel quale siamo inevitabilmente e costantemente immersi, è un luogo dove nulla si ferma: tutto è in continua trasformazione, più o meno rapidamente/lentamente. Se da immagini scattate al telescopio passiamo a qualcosa di estremamente piccolo, come il dettaglio di una visione microscopica, non notiamo tutta questa grande differenza; la concretezza del discorso riguarda sempre la materia, la sua creazione, la sua composizione, il suo aspetto, i suoi misteri… quasi si trattasse di una dimostrazione pratica di ciò che sostiene Helena Petrovna Blavatsky, per la quale la radice di tutta la natura oggettiva e soggettiva, dell’Universo visibile e invisibile era, è e sarà la sua essenza, stadio da dove tutto parte e dove tutto ritorna. Possiamo definirla in questo caso come unità di base primordiale, per tutto quello che vediamo e non.
VERONICA
SENINI Bacca Priscillum Purpureum.
Ho realizzato queste fotografie per una rivista erboristica che tratta di erbe medicinali, dei loro preparati e derivati ma anche di cosmetica e di alimentazione naturale. L’obiettivo della rivista è quello di fornire un’occasione per ampliare le proprie conoscenze sulle piante e sulla fitoterapia. Questo tipo di bacca selvatica è commestibile, il sapore é leggermente acidulo ed è indicata soprattutto per realizzare delle ottime marmellate con la sola aggiunta di zucchero e succo di limone, ma anche aceti, liquori e dolci. Questa bacca è ricca di antiossidanti e vitamine C e B che ne fanno un ottimo rimedio per curare dolori articolari e disturbi del metabolismo.
EUGENIA
SPENA
Per il mio progetto di fine anno ho deciso di portare un ritratto: il ritratto di due gemelli omozigoti. Ho scelto di lavorare con Carlo e Claudio perché parlando con loro mi sono resa conto, che nonostante sia passata una generazione e diversi studi di pedagogia, il pensiero comune non è cambiato da quando sono nati i miei zii, anch’essi gemelli. In passato c’era la tendenza ad accentuare la somiglianza dei gemelli, eliminando ogni differenza, anche nel modo di vestire, di pettinare, o nei loro oggetti di uso quotidiano. Tutto questo tendeva a favorire una grande confusione rispetto all’identità di ciascuno, non solo fisica ma anche psicologica. Carlo e Claudio mi hanno raccontato che ne erano un esempio, verso la fine della scuola materna, per un periodo entrambi erano convinti di essere Claudio. Nonostante i genitori e le maestre provassero a spiegargli che lui era in realtà era Carlo, per via di un neo sul polso, non ne voleva sapere: lui era Claudio! Questa fase fu superata solo quando Claudio, decise di farsi chiamare da tutti Carlo e fare le cose che piacevano a lui, ma che Carlo odiava. Carlo poteva essere Claudio, ma Claudio non poteva essere Carlo. In quel momento si rese conto che solo lui voleva essere Carlo, che nessun altro poteva essere lui; neanche suo fratello gemello. Per quanto potessero essere simili fisicamente, per quanto gli altri si fossero confusi, sono diversi. Come dice Pirandello, la vita è fatta di gente che indossa maschere: alcune per omologarsi, altre per differenziarsi; stessa faccia non è sinonimo di stesso io. Per questo li ho voluti rappresentare diversamente: un gemello di schiena e uno di riflesso nello specchio. Il mio intento era quello di non porre, in modo diretto, nessuno poiché posizionandone uno frontale alla macchina fotografica avrebbe posto più risalto ad uno piuttosto che all’altro. Ho voluto giocare con il riflesso e non con la persona perché sono dell’idea che non si possa conoscere, capire, cogliere la personalità o la complessità di una persona solo tramite uno scatto; per fare ciò bisogna aver voglia di conoscerla… e in questo caso i due ragazzi perché vi assicuro che di uguale hanno solo l’aspetto, mentre in comune hanno diversi aneddoti da poter raccontare!
ILARIA
TONIOLO Viaggiare con la mente Queste sei cartoline sono l’inizio di un progetto di archivio. Non avendo grandi possibilità economiche e tempistiche non mi è possibile viaggiare come vorrei; coscienti di questo mio desiderio, alcuni miei amici e parenti ogni volta che visitano un luogo mi spediscono delle cartoline che io conservo accuratamente. Lo scopo finale è quello di possedere la collezione più importante di cartoline e poter dire di aver visto un pezzettino di ogni parte del mondo grazie a i miei amici e di poterlo mostrare a coloro che vedono questa (futura) grande raccolta.
CAMILLA
VIADANA Una pasticceria mi ha commissionato di fotografare le sue torte e i suoi pasticcini per realizzare un catalogo online. Per questa esposizione ho scelto di presentare un trittico di immagini selezionate da tale progetto.
MARTA
ZILLE Soddisfazioni Durante lo scorso anno accademico abbiamo avuto la possibilitĂ di conoscere e collaborare con svariate aziende e riviste. Grazie a questa opportunitĂ sono riuscita ad avere dei contatti con dei collaboratori del National Geographic i quali mi hanno permesso di pubblicare delle fotografie che ho fatto durante diversi viaggi.
CHIARA
ZUCCHI I progetti che realizziamo durante l’anno accademico mi hanno consentito di entrare in contatto con la famosa rivista Places. Per questo stage ho ricevuto l’incarico di scattare foto di esterni di uno dei bed&breakfast della linea Baroque B&B in collaborazione con un’altra fotografa dell’accademia, Mia Faggi, che ha scattato invece le foto dei preziosi interni del locale.
novembre 2017
FEDERICO ANGOLI BARBARA BELLOCCHIO MARGHERITA CARNERA ELISABETTA CICERO LORENZO COLOMBO MONICA CRICCHIO MARTINA DELL’AIRA MARTINA DI BARTOLOMEO ALICE DI VITA CLAUDIO DUSI ANNA FACCHINETTI VALENTINA FANTATO FRANCESCA FAVALLI ANNA FRANCHI CLARA GARSIA NATHASCIA GERMANI NICOLÒ GIANNARELLI CHIARA GUIZZETTI SARA IADEMA ANNA MAGRI ELISA MAJ ELEONORA MICHELETTI PIETRO MOLINARIS MAIDA OMODEI MARTINA PIETRONI MARTA RAMAZZOTTO DAVIDE ROSSETTI VALERIA ROSSATO ANDREA ROTTOLI ALESSIA SACCHI LAMBERTO SASSOLI VERONICA SENINI EUGENIA SPENA ILARIA TONIOLO CAMILLA VIADANA MARTA ZILLE CHIARA ZUCCHI
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Il progetto fotografico ed espositivo che ha coinvolto gli allievi del secondo anno del triennio di fotografia della LABA (Libera Accademia di Belle Arti di Brescia) è stato curato dal Prof. Virgilio Fidanza Si ringraziano l’associazione culturale cento4, PersicoArt e Radici Group Catalogo a cura di cento4