Nuvole di parole - Guida

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Guida didattica 4•5 nuvole di Guida didattica 4•5

GUIDA AL CORSO

• Programmazioni annuali

• Didattica inclusiva

RISORSE DIDATTICHE

• Verifiche personalizzate:

- verifiche facilitate

- verifiche semplificate

• Schede operative:

- test d’ingresso

- tecniche di lettura

- analisi e comprensione

- scrittura

- grammatica

- rinforzo di didattica inclusiva

STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE 2025

• Tabelle con declinazione descrittiva dei giudizi sintetici

• Valutazione e accompagnamento alle linee guida di Educazione civica

IN DIGITALE

• Versione annotata con soluzioni dei volumi di Grammatica

Ricco schedario e tante verifiche

LA VERSIONE DIGITALE CON L’APP RAFFAELLO PLAYER

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CODICE DI ATTIVAZIONE

Con questo codice puoi attivare tutte le versioni digitali dei progetti di classe 4a e 5a e l’accesso al RAF LAB

Ti serve aiuto? Leggi le F.A.Q. o richiedi assistenza collegandoti all’indirizzo supporto.raffaellodigitale.it oppure scrivi un'e-mail a supporto@raffaellodigitale.it

Nelle pagine del libro troverai indicate tante risorse interattive che ti accompagneranno nel corso di tutto l’anno scolastico. Puoi usarle in classe con l’insegnante oppure a casa, in autonomia. Puoi accedere tramite il tuo dispositivo mobile, inquadrando i QR code.

I percorsi multimediali RAF LAB ti introducono agli argomenti di studio, all’insegna dell’inclusività: organizzerai meglio le tue conoscenze precedenti e i nuovi contenuti, per partecipare alla lezione in modo attivo e consapevole.

Grazie alle attività interattive de GLI ANTIRUGGINE potrai ripassare, recuperare e rinforzare le conoscenze acquisite. Mettiti alla prova con le domande a risposta multipla, vero/falso, completamento o abbinamento e controlla i risultati ottenuti.

Risorse digitali

nuvole di

Guida didattica 4•5

NUVOLE DI PAROLE

DOTAZIONE ALUNNO E ALUNNA

DOTAZIONE DOCENTE E CLASSE

FORMAZIONE

• Guida ai testi 4-5

• Quaderni per la valutazione formativa: Speciale Focus valutazione classi 4 e 5

• Guida alla valutazione

• Poster attivi Giornate per il futuro classi 4 e 5

• Poster pack letture

• Eserciziari annotati con soluzioni: Italiano a 360° classi 4 e 5

• Fascicolo Le regole di Italiano 4-5

PER L’INCLUSIONE

• Volumi con percorsi semplif icati Io imparo facile, anche in versione audiolibro e con contenuti digitali.

• Videolezioni formative in pillole

• Progetto Scuola a 360°:

- tavole rotonde

- articoli di approfondimento

- casella di posta Voci dal mondo della scuola

• Laboratori per le classi

• Letture ad alta voce Io leggo Raffaello

IN DIGITALE

• Crea o scarica percorsi di apprendimento personalizzati per la tua classe con l’abbonamento gratuito al servizio

• Volumi sfogliabili con contenuti digitali integrati e numerose schede operative per il consolidamento, stampabili.

• Volumi Nuvole di parole GRAMMATICA 4 e 5 annotati con soluzioni

DUE PAROLE TRA INSEGNANTI...

Care colleghe, cari colleghi, la scrittura di un testo scolastico ha bisogno più di altre di un tempo preliminare di pensiero e immaginazione. Così, come indossando i visori della realtà virtuale, entro in classe, mi siedo in un banco accanto a una bambina o a un bambino, mi siedo accanto a voi, cerco di connettermi con mente di maestra ai bisogni ma anche ai desideri di ogni protagonista, sempre diversi nel tempo e nello spazio.

Per Nuvole di Parole ho cercato di immaginare un libro accogliente e stimolante, che potesse diventare uno strumento utile tanto per l’apprendimento quanto per la crescita e il benessere di tutta la classe, un libro che offrisse momenti in cui mettersi comodi tenendo la mente accesa.

Tornata dal viaggio virtuale ho condiviso pensieri e suggestioni con il meraviglioso insieme di persone che cura i progetti editoriali e le pagine hanno preso vita in un prezioso gioco di squadra.

Ora i libri del progetto Nuvole di parole sono pronti per voi e, come tutti i libri, rimarranno “spenti” finché non arriveranno nelle vostre mani. Solo voi potrete “accenderli” e dare loro vitalità, con la vostra esperienza e la vostra passione.

Un sincero augurio di buon anno scolastico.

L’autrice

Antonella Meiani ha insegnato per più di quarant’anni nella scuola primaria, dove ha svolto anche diversi incarichi di responsabilità in progetti relativi all’informatica, all’integrazione delle alunne e degli alunni con biografie migratorie, all’organizzazione delle biblioteche scolastiche e al piano dell’offerta formativa.

Si è formata in corsi di livello avanzato relativi ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, alle adozioni (questi ultimi in particolare presso il CTA, Centro Terapia per l’Adolescenza, Milano), alla dispersione scolastica, all’insegnamento dell’Italiano L2 e ai linguaggi visivi.

È stata referente per il Comune di Milano dell’Ufficio Territoriale per l’integrazione delle famiglie straniere.

Da sempre impegnata nella difesa dei diritti di bambine, bambini e adolescenti, dal 2020

è promotrice del progetto nazionale La Scuola Sconfinata, proposta per una rivoluzione educativa, oggetto di riflessioni e dibattiti a livello nazionale sulla nuova scuola dopo e oltre l’emergenza Covid.

È autrice di numerosi testi scolastici, adozionali e di parascolastica, per la scuola primaria e secondaria di primo grado presso diversi editori, di volumi di divulgazione scientifica per ragazzi, di giochi didattici digitali. Si occupa di formazione degli insegnanti in servizio sulla valutazione e sullo sviluppo delle competenze emotive.

Antonella Meiani

IL PROGETTO DIDATTICO

Nuvole di parole offre un percorso didattico finalizzato allo sviluppo di tutte le competenze linguistiche necessarie a bambine e bambini per comprendere testi orali e scritti, riflettere sui contenuti, comunicare in modo intenzionale, conoscere ed esprimere se stessi, articolato sui seguenti punti chiave.

• PAROLE PER CRESCERE

Le parole sono oro. La materia preziosa capace di custodire le storie. Aver cura delle parole nelle relazioni è un gesto di umanità, di responsabilità e partecipazione. Una parola non vale l’altra.

Cristina Bellemo La cura delle parole, Edizioni Messaggio Padova

Le bambine e i bambini hanno bisogno di parole per capire la realtà, raccontarsi, stare insieme, divertirsi, per giocarci trasformandole e, in prospettiva, per prendersi cura dei propri diritti e vivere le relazioni con consapevolezza e autonomia. La scelta di valorizzare l’arricchimento lessicale, inteso come scoperta di significati, suoni e abbinamenti, come esplorazione delle scelte di scrittrici e scrittori, come sperimentazione delle potenzialità di ogni parola è quindi per noi al contempo un impegno educativo e didattico e un gesto di cittadinanza strettamente connesso con le esigenze del nostro tempo.

Il ruolo centrale delle parole trova spazio nell’intero progetto di Nuvole di parole

Nel Sussidiario dei linguaggi:

• nelle attività operative sui testi

• nei laboratori per le competenze

• nei consigli della Nuvoletta animata

• nelle pagine di Educazione civica

• nelle pagine dedicate alle tematiche

Nel volume di Arte, Musica e Stagioni:

• nelle attività operative dedicate alle stagioni

• IL RUOLO DELLE EMOZIONI

Nel volume di Scrittura:

• nelle pagine dedicate alle life skills

• nei repertori lessicali legati alle tipologie

• nelle nuvole lessicali dedicate ai generi e alla descrizione allegate al volume di classe quinta

Nel volume di Grammatica:

• nella ricca sezione dedicata al lessico

Un’altra profonda convinzione che ha guidato il progetto di Nuvole di parole è quella della profonda connessione tra emozioni e apprendimento su cui si è concentrata in questi ultimi anni la ricerca delle neuroscienze, che indagano in modo scientifico che cosa avviene nel cervello del soggetto apprendente e il ruolo che emozioni “cognitive” come interesse, sorpresa, curiosità, noia, svolgono durante la fase di acquisizione ed elaborazione delle conoscenze.

In Nuvole di parole l’attenzione allo sviluppo dell’intelligenza emotiva ha guidato la progettazione di pagine che permettono all’insegnante di attivare l’attenzione, l’immaginazione, la cooperazione, la disponibilità all’apprendimento di alunne e alunni.

Nei volumi di Scrittura e di Arte, Musica e Stagioni, bambine e bambini trovano numerose “occasioni” per esprimere le proprie emozioni in forma scritta e artistica.

• LO SVILUPPO DELLE LIFE SKILLS

Le dieci life skills individuate dal Dipartimento di Salute mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un documento del 1993, sono competenze che si acquisiscono attraverso l’apprendimento e l’allenamento. Possono essere suddivise in tre grandi categorie:

• emotive (conoscenza di sé, gestione delle emozioni, gestione dello stress);

• relazionali (empatia, capacità di relazionarsi, comunicazione efficace);

• cognitive (risolvere problemi, prendere decisioni, pensiero critico, pensiero creativo).

Il documento dell’OMS pone le life skills alla base delle iniziative di promozione della salute e benessere di bambine, bambini e adolescenti poiché contribuiscono alla percezione di autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi.

Il progetto Nuvole di parole dedica allo sviluppo della percezione di autoefficacia, autostima e fiducia in se stessi un percorso concreto e ben riconoscibile di allenamento delle life skills, in particolare a quelle emotive e relazionale ma senza escludere quelle cognitive.

Nel Sussidiario dei linguaggi sono frequenti le proposte di riflessione individuale con un riferimento preciso alla skill presa in considerazione.

Nel volume di Scrittura gli appuntamenti con le life skills trovano uno spazio disteso e significativo per consentire ad alunne e alunni di riflettere su di sé ed esprimere le proprie emozioni in classe quarta e per acquisire una sempre maggiore consapevolezza di sé all’interno delle relazioni di gruppo in classe quinta.

Il NUVOLARIO

I libri ci regalano parole e ce le lasciano per sempre, se sappiamo conservarle. Allo stesso modo i brani di Nuvole di parole regalano a bambine e bambini parole che poi possono ricombinarsi tra loro e originare nuove idee, arricchire il linguaggio, aiutare a descrivere, inventare storie, immaginare il futuro, esprimere un’opinione o un bisogno. Ogni bambina e bambino ha un approccio molto personale alle parole che incontra, a volte inconsapevole, a volte legato alla sensazione di un istante.

Il NUVOLARIO permettere a bambine e bambini di conservare le parole che più apprezzano, per averle sempre a disposizione, per rileggerle, illustrarle o usarle quando scrivono.

È uno strumento individuale, da costruire e personalizzare, ecco come:

• nella bandella del libro trovate la copertina del NUVOLARIO da ritagliare;

• nelle pagine di Accoglienza un laboratorio spiega come comporre il NUVOLARIO. Oppure inquadrando il QR code o consultando il libro digitale tramite il Raffaello Player, avrete a disposizione un video tutorial che potrete condividere con la classe.

• Nelle pagine del Sussidiario la Nuvoletta animata invita bambine e bambine a raccogliere le parole che piacciono o emozionano e a scriverle nel NUVOLARIO, scegliendo come raggrupparle: parole buffe, strane, sonore, leggere...

Il NUVOLARIO presenta un percorso progressivo:

• in classe quarta suggerisce un approccio alle parole coinvolgente, libero, che stimoli bambine e bambine ad apprezzare le parole in base al significato e al suono, a costruirsi un patrimonio personale, una sorta di scrigno fatto di nuvole, a scoprire che il nuvolario aiuta a parlare e a scrivere, a scegliere le parole con cura come fanno scrittrici e scrittori.

• in classe quinta diventa uno strumento più strutturato, che bambine e bambini utilizzano in fase di produzione scritta sia per attivare le idee sia per utilizzare un lessico sempre più adeguato ed efficace rispetto allo scopo comunicativo. Al volume di Scrittura sono allegate nuvole lessicali da ritagliare per comporre un nuovo nuvolario. Ogni nuvola presenta i termini specifici legati ai generi narrativi e alle descrizioni: personaggi, aggettivi, azioni, modi di dire; non manca uno spazio libero a disposizione di alunne e alunni per arricchire liberamente il repertorio.

Inoltre, all’interno del Raffaello Player si può personalizzare una nuvola di parole attraverso il Gioco delle Nuvole. L’obiettivo è coinvolgere le bambine e i bambini attraverso la creazione di una nuvola digitale composta da parole che rispecchino i loro gusti, le loro passioni e i loro sogni per il futuro. Al termine del gioco sarà possibile stampare la nuvola e avviare un’attività di dialogo in classe durante la quale, bambine e bambini potranno esprimersi e parlare di sé. È una proposta particolarmente indicata per l’accoglienza o per introdurre la trattazione delle tematiche in fondo ai volumi di classe quarta e quinta, dove è accessibile anche tramite QR code.

Un inizio accogliente

L’ampia sezione iniziale accoglie bambine e bambini con immagini suggestive e testi che valorizzano le loro opinioni sui libri e la lettura: sono utili all’insegnante per far leva su emozioni positive come lo stupore e la curiosità e per motivare la classe a intraprendere con entusiasmo e serenità il nuovo viaggio di scoperta e apprendimento. I brani scelti per questa sezione offrono inoltre la possibilità di mobilitare le conoscenze precedenti e registrare evidenze riguardo ai livelli di partenza della classe.

Le strategie di lettura

Si presentano alla classe le principali strategie di lettura, ciascuna finalizzata a uno scopo e caratterizzata da un’icona-animaletto che ne simboleggia le caratteristiche: la tartaruga per la lettura lenta, il ghepardo per quella veloce, la rana per la lettura a salti e l’usignolo per la lettura espressiva. Queste icone ricorrono, poi, nelle pagine successive accanto alle attività operative: suggeriscono la modalità più efficace per rileggere il testo e svolgere l’attività proposta.

Conoscere e applicare le strategie di lettura sviluppa in bambine e bambini un atteggiamento attivo e consapevole nei confronti della lettura e dello studio sui testi disciplinari.

Il percorso di analisi testuale

Ogni tipologia testuale viene presentata con una struttura semplice e ricorsiva.

• La doppia pagina di apertura, con immagini immersive, un testo coinvolgente e un suggerimento di lettura per il personale piacere di leggere, promuove un approccio anche emotivo all’analisi testuale, intesa come strumento per connettersi con il mondo dei testi e non come tecnico esercizio didattico fine a se stesso.

• La mappa iniziale, scritta con font leggimi, presenta tutti gli elementi che caratterizzano la tipologia o il genere, ognuno indicato sempre dallo stesso colore, per attivare le preconoscenze, stimolare le anticipazioni e guidare le nuove scoperte.

• Il percorso di analisi e comprensione dei testi si apre con un testo semplice in font leggimi e con attività facilitate, per fornire un comune punto di partenza a bambine e bambini anche con diversi livelli di acquisizione degli obiettivi di classe terza.

• Si prosegue con un repertorio di brani in cui riconoscere tutti gli elementi della mappa iniziale in una progressione graduale e chiara

• Si conclude con due momenti di verifica:

- una mappa finale di ripasso, uguale a quella iniziale ma interattiva, da completare con gli elementi individuati nel testo a fianco.

All’interno del Raffaello Player o inquadrando il QR code sarà possibile visualizzare una videomappa con la quale ripassare le caratteristiche principali di ogni tipologia in maniera coinvolgente e attiva.

- una verifica di comprensione in modalità INVALSI, con richieste di inferenze (segnalate in modo chiaro all’insegnante) con una proposta di autovalutazione molto semplice e immediata.

Le attività operative

Le proposte operative richiedono per lo più un intervento attivo sul testo, allenando ad utilizzare tecniche di supporto alla comprensione come sottolineare le informazioni che permettono di rispondere alle domande, differenziare con i colori determinate parti del testo:

• SCOPRO guida l’analisi testuale in stretto collegamento con la mappa iniziale.

• CAPISCO guida la comprensione del testo.

• IDEE PER PARLARE propone discussioni e confronti a partire dagli stimoli offerti dalla lettura.

• IDEE PER SCRIVERE propone lavori di scrittura individuali o collettivi di rielaborione dei contenuti del brano.

• CAPISCO LE PAROLE propone modalità di arricchimento lessicale.

Il percorso di riflessione sui temi

In ogni volume è presente un’ampia sezione dedicata alla riflessione sui temi della crescita personale, dello sviluppo sostenibile, della consapevolezza ecologica, della convivenza sociale, strettamente connessi agli obiettivi di Educazione civica. Il percorso è composto da testi di diversa tipologia (narrativi, poetici, informativi, regolativi, argomentativi) anche non continui, di grande attualità. Questa scelta intende suggerire a bambine e bambini che i diversi tipi di testo, che stanno imparando a conoscere e analizzare, possono offrire sguardi diversi sulla realtà che ci circonda. Ogni lettura è affiancata dalla nuvoletta animata che ne presenta i concetti chiave. Le attività operative sollecitano sia la comprensione dei testi sia confronti e riflessioni orali e scritte.

I TEMI

• In classe quarta le pagine di Crescere insieme accompagnano la classe a riflettere sulle relazioni di gruppo, le pagine di Amici del pianeta affrontano i concetti di rispetto e solidarietà nei confronti dell’ambiente.

• In classe quinta il campo di riflessione si allarga ai temi sociali. La sezione tematica Ci piace stare insieme accompagna la classe a confrontarsi sulle relazioni sociali, riflettendo su diversità, stereotipi di genere e integrazione multiculturale. Le pagine di Finestre sul mondo propongono a riflessione sulla pace, sul mondo digitale, sulla democrazia: temi che attraversano quotidianamente la realtà.

L’Educazione civica

Pagine speciali di Educazione civica arricchiscono il sussidiario Nuvole di parole, proponendo “soste” interattive di approfondimento dei temi che emergono dalle letture o sollecitati da un brano scelto appositamente come attivatore. L’insieme delle proposte costituisce un significativo repertorio per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento di Educazione civica.

I compiti di realtà

Ciascun volume del Sussidiario Nuvole di parole propone attività di lavoro cooperativo in cui bambine e bambini hanno l’opportunità di integrare le competenze individuali mettendole al servizio di uno scopo comune. I compiti di realtà possono essere considerati prove di competenza a tutti gli effetti, quindi con una doppia valenza autovalutativa e valutativa. Attraverso il compito di realtà si attivano la riflessione, l’utilizzo delle conoscenze, la consapevolezza dell’apprendere, spesso si offre spazio al senso critico e al pensiero divergente e si attivano in alunne e alunni atteggiamenti responsabili. In classe quarta sono proposti compiti di realtà legati alla Giornata Internazionale per la promozione della lettura e una all’importanza del riuso degli oggetti

In classe quinta i compiti di realtà riguardano la realizzazione di un libro digitale dedicato alla classe, l’elaborazione di proposte per tempo libero e l’allestimento di un museo delle emozioni

I laboratori per lo sviluppo delle competenze

Che cosa sono le competenze? Secondo l’ultima versione emanata dal Consiglio d’Europa il 22 maggio 2018, le competenze sono “una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti, in cui:

• la conoscenza si compone di fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per comprendere un certo settore o argomento;

• per abilità si intende sapere ed essere capaci di eseguire processi e applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati;

• gli atteggiamenti descrivono la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni.”

Quindi la competenza non è semplicemente “ciò che si sa” (le conoscenze) o “ciò che si sa fare” (le abilità) ma consiste nella capacità, nell’attitudine, nella prontezza di attivazione di risorse acquisite e apprese in un contesto noto (le conoscenze e le abilità) per affrontare problemi e situazioni nuovi o parzialmente nuovi, meglio ancora se in una condizione di sinergia con gli altri, con la consapevolezza di che cosa sia migliorabile. È in questa prospettiva che abbiamo inserito in Nuvole di parole i Laboratori per lo sviluppo delle competenze, tre proposte per ogni anno con sei pagine di attività intitolate Per ascoltare, Per parlare, Per leggere, Per scrivere, Per riflettere sulle parole: in questi “Per” abbiamo voluto racchiudere la finalità di promozione della competenza comunicativa di bambine e bambini.

Attraverso le videopillole A proposito di…, accessibili all’interno del Raffaello Player o inquadrando il QR code, le autrici e gli autori approfondiscono tematiche legate alle competenze per la vita già presenti nei loro testi.

Ogni laboratorio offre all’insegnante l’opportunità di organizzare attività di cooperative learning, in coppia o in gruppo, permettendo la partecipazione attiva in ogni fase di tutta la classe, anche con differenti stili e livelli di apprendimento, e di registrare delle evidenze utili alla valutazione. I brani, testi inediti realizzati per noi da scrittrici e scrittori per ragazzi in base alle esigenze didattiche del percorso, e le proposte sono legati da un filo conduttore tematico che sostiene e rafforza la modalità laboratoriale.

• Le attività Per ascoltare si articolano in preparazione all’ascolto, ascolto attivo durante la lettura dell’insegnante, riflessione successiva all’ascolto, in modo da promuovere l’acquisizione di un atteggiamento consapevole e replicabile autonomamente.

• Le attività Per parlare prendono spunto dal brano ascoltato, invitano alunne e alunni a riflettere sui contenuti, a preparare un discorso orale, rielaborando le esperienze personali, e a condividerlo con la classe. L’insegnante può utilizzare questi spunti per un approccio graduale al debate e per promuovere la capacità di argomentare e di ascoltarsi reciprocamente, attivando autentici scambi comunicativi

• Le attività Per leggere hanno un’impostazione didattica e grafica differente rispetto a quelle di analisi e comprensione proposte nel resto del libro: il focus è sulle inferenze, con richieste di osservazione degli elementi paratestuali (titoli e immagini), di anticipazioni, di ricerca di conferme delle ipotesi. La finalità è la promozione di una lettura sempre più attiva, consapevole e autonoma da parte di bambine e bambini, sostenuta anche dall’esercizio della lettura espressiva

• Le attività Per scrivere si collegano al brano letto e promuovono sia la scrittura creativa sia la scrittura funzionale a uno scopo preciso, per esempio per scrivere descrizioni da inserire in un testo o scrivere delle regole.

• Le attività Per riflettere sulle parole rafforza l’attenzione all’arricchimento lessicale con proposte di tipo ludico per favorire la modalità laboratoriale e stimolare un atteggiamento attivo e di ricerca nei confronti delle parole.

SCRITTURA

Il percorso dedicato alle competenze di Scrittura è stato progettato per promuovere, insieme allo sviluppo di specifiche competenze, il piacere della scrittura.

Fin dalle prime pagine bambine e bambine sono invitati a riflettere sulle possibilità comunicative della scrittura e sulle loro esperienze, per tracciare il loro profilo di scrittrici/scrittori: in questo modo si cerca di sollecitare una concreta motivazione allo scrivere “bene” e di valorizzare pensieri e opinioni personali. Al termine del volume ognuno avrà la possibilità di aggiornare il proprio profilo valutando le attività svolte. Questo approccio a favore di un apprendimento consapevole ha ispirato le pagine che abbiamo chiamato Occasioni di scrittura, presenti in ogni sezione dedicata a una tipologia testuale. Un altro elemento ricorrente sono le Strategie per scrivere, a cui è dedicata un’intera sezione iniziale che guida bambine e bambini in tutte le fasi di progettazione, scrittura, revisione e correzione del testo. Strategie di scrittura specifiche introducono, poi, la produzione dei testi di diversa tipologia.

Nel volume di Scrittura entra in campo un nuovo personaggio, una pennetta parlante che guida il bambino e la bambina lungo tutto il percorso sia con indicazioni tecniche specifiche sia con spunti per una scrittura sempre più personale.

Le proposte di produzione scritta seguono in parallelo la successione delle tipologie del Sussidiario dei Linguaggi e sono così caratterizzate:

- prendono l’avvio da tavole illustrate utili ad attivare le idee, adatte ai diversi livelli di competenza di alunne e alunni;

- prevedono un adeguato spazio di scrittura affiancato alle tavole di attivazione, per un controllo migliore del processo da parte di bambine e bambini;

- offrono frequenti occasioni di scrittura creativa, stimolando il piacere di scrivere divertendosi.

Il volume di classe quinta è strutturato in modo da rappresentare un passo ulteriore verso l’acquisizione delle competenze:

- ogni tipologia di testo è introdotta da una mappa iniziale che riassume e integra il percorso di classe quarta e facilitata la produzione scritta;

- allegate al volume alunne e alunni trovano le Nuvole lessicali con cui comporre il nuovo Nuvolario, presentato alle pagine 5-6 di questa guida.

Il percorso del volume di Scrittura si completa con sezioni speciali:

• Riassumere un testo, che presenta diverse tecniche per riassumere e accompagna la classe gradualmente verso la scrittura autonoma dei riassunti;

• Ascolto e scrivo, che fornisce ulteriori laboratori di ascolto, facendo confluire le attività di ascolto in proposte di scrittura;

• Verso l’INVALSI in classe quinta che permette la simulazione della prova INVALSI.

Anche nei volumi di Scrittura si dà ampio spazio alle emozioni con pagine speciali dedicate alle life skills In classe quarta guidano la riflessione su se stessi e sulle proprie emozioni, in classe quinta si proiettano sulle relazioni che ogni bambina e bambino ha con le persone con cui cresce.

GRAMMATICA

I volumi di Grammatica, pur seguendo un’impostazione tradizionale che divide i contenuti nelle sezioni principali (Comunicazione, Ortografia, Lessico, Morfologia e Sintassi), presentano preziosi spunti di riflessione e occasioni per coinvolgere i bambini e le bambine promuovendo un approccio emotivo ai contenuti. Le diverse sezioni, infatti, presentano aperture su doppia pagina caratterizzate da grandi fotografie, brevi testi coinvolgenti e attività da svolgere a coppie o a gruppi, che contestualizzano i contenuti grammaticali nella vita relazionale dei bambini e delle bambine e si concludono con spunti di riflessione.

Il percorso attraverso i vari argomenti di grammatica parte sempre da situazioni illustrate legate alla vita quotidiana dei bambini e delle bambine per arrivare alla regola semplice e sintetica, che diventa in questo modo chiara e concreta.

Ogni singolo argomento è sviluppato da un apparato graduale di esercizi, talvolta affiancato da consigli e suggerimenti che favoriscono lo svolgimento delle attività ed è concluso da prove di verifica con autovalutazione

• Le pagine di CLIL disseminate lungo il percorso pongono a confronto alcuni aspetti della grammatica italiana e della grammatica inglese, mettendo in evidenza le differenze tra le regole su cui si basano le due lingue.

• Nell’ottica della didattica inclusiva si propone il Ripasso con la mappa, una sezione costituita interamente da mappe visive utili per ripassare e consolidare l’acquisizione degli elementi fondamentali di ogni sezione.

• Parte integrante dei volumi, sia in classe quarta che in classe quinta, è il Quaderno degli esercizi, un ricco eserciziario in cui ogni pagina è collegata, attraverso rimandi puntuali, alla pagina che spiega l’argomento trattato. Gli esercizi sono graduali e presentano sempre un’attività semplificata all’inizio di ogni argomento: una proposta per andare incontro alle esigenze delle classi multilivello.

L’eserciziario va poi a confluire nella sezione speciale Verso l’INVALSI, che offre vere e proprie simulazioni della prova Invalsi sulla Riflessione linguistica.

ARTE, MUSICA E STAGIONI

Il volume allegato propone percorsi di arte e immagine e di musica differenziati per la classe quarta e per la classe quinta e un inserto unico per le due classi dedicato alle stagioni.

• Il percorso di Arte e immagine parte dalla presentazione della comunicazione visiva e dei principali elementi della grammatica visiva, per poi guidare bambine e bambini a conoscere e utilizzare i linguaggi specifici della pittura, della fotografia, del fumetto, della pubblicità e ad acquisire sicure competenze di lettura denotativa e connotativa delle immagini. Il percorso è strutturato in modo chiaro, graduale e ricco di attività operative da svolgere sia sul libro sia su altri supporti. Numerose proposte laboratoriali, guidate passo dopo passo, stimolano la creatività e la mobilitazione delle conoscenze acquisite.

• Il percorso di Musica propone la conoscenza degli elementi principali del suono (timbro, durata, intensità, altezza), attività sul ritmo con rappresentazione grafica, suggerimenti per il canto corale, la conoscenza degli strumenti e dei generi musicali, con un approfondimento sul rap. Le attività sono arricchite da proposte di ascolto, laboratori e giochi musicali

• L’inserto centrale Noi e le stagioni già dal titolo segnala l’attenzione che abbiamo voluto dare all’approccio personale ed emotivo che bambine e bambini hanno nei confronti di ogni stagione: le immagini suggestive e la nuvola di parole stagionali sono un invito a esplicitarlo. In questa sorta di passeggiata tra le stagioni le bambine e i bambini trovano opere pittoriche e fotografie, poesie e giochi linguistici, nuvole di parole da completare e laboratori artistici. Ogni proposta guiderà la classe sia a riconoscere gli elementi stagionali espressi da autrici e autori sia a esprimere sensazioni ed emozioni a essi legate.

IL PROGETTO GIORNATE PER IL FUTURO

a cura di Luciano Piattella

Giornate per il futuro è un progetto multidisciplinare che accompagna i bambini e le bambine durante tutto l’anno scolastico. Da una parte interrompe la routine scolastica con un appuntamento speciale ogni mese, dall’altra la sua ricorsività crea una nuova abitudine, quella di “celebrare” alcuni giorni particolari. Ciò perché riteniamo che anche imparare a celebrare è importante: è un momento di condivisione, di riflessione comune, di attività partecipata, di gioco e di festa, di elementi nuovi e diversi che entrano nella didattica quotidiana. Nel nostro progetto abbiamo tenuto in considerazione soprattutto le giornate mondiali indette dall’ONU, in particolare tutte quelle con una forte valenza ambientalista e di alto significato civile, raccordandoci anche ai diciassette Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030

Il progetto Giornate per il futuro si articola in un calendario murale con le dieci mensilità dell’anno scolastico (da settembre a giugno) in cui sono segnate le giornate da celebrare selezionate anno per anno.

Può diventare uno strumento vivo, partecipato, utile a rafforzare il gruppo classe, una sorta di diario “speciale” della classe, dove è possibile “leggere” tante giornate speciali e ricordarle e riviverle insieme: si impara così a praticare l’esercizio della memoria e a creare un’identità collettiva

Nel calendario murale, tramite il QR code, facilmente leggibile da ogni smartphone, si ha accesso ai contenuti della giornata speciale relativa a quel mese. Tali contenuti consentono all’insegnante di preparare e di organizzare delle attività in classe proprio per celebrare tali “giornate speciali”.

Ogni giornata si articola in:

1. motivazioni della celebrazione, la sua storia, il suo significato e spesso alcuni dati informativi in più, soprattutto ad uso dell’insegnante;

2. suggerimenti bibliografici, cinematografici, ma anche videografici e sitografici (questo perché si può imparare molto anche da opere di narrativa, da film di finzione, da documentari, da animazioni, dai video e dai siti web);

3. un’attività didattica per la classe, suddivisa nelle sue varie fasi di realizzazione, con suggerimenti per l’insegnante, testi su cui lavorare, proposte interdisciplinari anche di carattere ludico.

Tutti i contenuti digitali saranno anche disponibili sul Libro Digitale del docente attraverso il Raffaello Player

La finalità di questo progetto, in continua evoluzione, è quella appunto di imparare a conoscere e di fare propri il valore della memoria e il significato della celebrazione

La selezione delle giornate è in linea con la crescita dei bambini e delle bambine e offre loro stimoli di conoscenza, di riflessione, di partecipazione emotiva che consentono uno sviluppo armonico dei valori della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente, delle persone e della natura, dei diritti umani e consentono altresì l’acquisizione di una consapevolezza rispetto questi temi, che si attua in comportamenti virtuosi da praticare sin dalla tenera età, così da rafforzarsi nel corso degli anni con l’auspicio che possano essere conservati anche durante la vita adulta. La scuola non deve venir meno alla sua ambizione di contribuire a creare una società migliore, educando bambine e bambini, ragazze e ragazzi all’esercizio della cittadinanza attiva.

I TESTI PER L’ASCOLTO

L’audiolettura espressiva dei brani proposti per le attività di Ascolto è disponibile all’interno del Raffaello Player o inquadrando il QR code.

Testi per l’ascolto - classe 4a

(Letture 4 - pagina 17: Leggere per ritrovarsi) La mia preistoria d’amore

Il mio nome è Mut. A volte mi chiamano “Pel di lana” per via di tutta questa lana che ho sulla testa e sulla schiena. Voglio raccontarvi la storia della mia mamma e del mio papà, Mammut e Paput. È la loro storia prima di me. Insomma la mia preistoria d’amore.

Dunque, c’era una volta un branco di mammut che viveva in una grotta spaziosa, vicino a una foresta, un po’ in alto, lontano dagli uomini. Poiché appartenevano allo stesso branco, Mammut e Paput erano amici d’infanzia. Questo succedeva molto tempo fa, quando gli inverni erano ancora ghiacciati e le estati torride. E quando la temperatura saliva, adoravano tuffarsi nelle pozze d’acqua.

Un giorno lasciarono la grotta e partirono per una passeggiata. Vedendo una pozza abbastanza grande, si buttarono in acqua. Giocarono insieme e così il pomeriggio passò e iniziò il tramonto.

Mentre mammut si rilassava in acqua, Paput avrebbe dovuto sorvegliare i dintorni, ma invece di stare in guardia si mise a sonnecchiare su una roccia.

Allarme rosso! Un piccolo uomo strisciava per terra puntando in avanti la lancia affilata. Approfittando del sonno di Paput, il piccolo uomo gli conficcò la lancia nella zampa davanti. Paput si svegliò di soprassalto, balzò sul piccolo uomo e con una testata lo spedì cento metri più in là. Poi corse zoppicando ad avvisare Mammut. – Mammut! Scappiamo! Ci sono gli umani! Uno di loro mi ha infilato la sua lancia nella zampa. Guarda, sono ferito!

Mammut avrebbe voluto curarlo ma decisero che prima era meglio nascondersi sulla montagna.

Scese la notte e faceva freddo. Cominciò addirittura a cadere la neve. Per riscaldarsi si accoccolarono l’uno accanto all’altro e si raccontarono delle storie. Ovviamente si addormentarono perché in un certo senso erano ancora piccoli.

E così... BANG! Scoppiò l’amore! Senza neanche accorgersene, forse mentre dormivano, un nuovo sentimento nacque nella loro testa o nel loro cuore, chissà.

G. Solotareff, La mia preistoria d’amore, Lapis Edizioni

(Letture 4 - pagina 21: Leggere per ritrovarsi) Così nacque il girasole

Un giorno, in un giardino, nacque un fiore strano: brutto, storto e con lo stelo sottile.

Tutti gli altri fiori lo guardavano con disprezzo e non lo volevano vicino. Il povero fiore soffriva, ma non si lamentava; taceva e guardava il Sole: lo amava e ammirava la sua luce.

Il Sole allora si commosse e decise di premiare il fiore: mandò i suoi raggi splendenti sulla sua corolla, circondandola di una stupenda luce d’oro. Allora il fiore crebbe al di sopra degli altri, alto e sottile.

– Porterai il mio nome – gli disse il Sole – e sarai il mio amico prediletto. Con i tuoi petali gli uomini tingeranno d’oro i loro abiti, con i tuoi semi si nutriranno gli uccelli.

Così nacque il girasole.

M. Spano, Enciclopedia della fiaba, Principato

(Letture 4 - pagina 86: Laboratorio competenze) Ottantotto passi Da quanti giorni era lì? Era passato un mese, forse meno, da quando Kareem aveva lasciato la sua casa, insieme alla madre, per raggiungere il fratello più grande, in un altro Paese. Ora, nella nuova scuola, tutti per lui erano estranei, anche l’insegnante, e non capiva nulla di quello che dicevano. Quelle parole sconosciute sarebbero rimaste soltanto suoni senza senso, se non fosse stato per il frenetico gesticolare delle mani e per le espressioni del viso con cui i suoi nuovi compagni di classe riuscivano, ogni tanto, a farsi intendere. Tranne i numeri, che erano simili a quelli che conosceva già, anche le parole scritte erano incomprensibili: tutto un altro alfabeto, segni strani da decifrare.

Quella mattina, la maestra mostrò delle carte geografiche sulla lavagna digitale. C’era anche la terra di Kareem, lui la riconobbe subito e i suoi occhi per un attimo brillarono.

Uno dei compagni di classe alzò la mano e fece una domanda, ma Kareem non capì. Intanto gli altri bambini avevano cominciato a confabulare tra loro, accalcandosi intorno a un banco. Cosa stavano combinando? La maestra sembrava assecondarli e Kareem si sentì ancora più escluso.

Suonò la ricreazione e tutti schizzarono fuori dall’aula. Anche Kareem uscì, ma solo per un minuto, poi ritornò in classe. Vide sul suo banco un foglio arrotolato: qualcuno l’aveva perso? Gli altri non erano ancora tornati e lo aprì. Sulla carta c’erano frecce, linee, disegni, numeri. Sembrava una mappa. Da un pallino rosso in un quadrato con tanti rettangolini dentro, gli fu chiaro che si trattava di quell’aula.

La campanella di fine ricreazione suonò, ma nessuno tornò in classe, nemmeno la maestra.

L’avevano lasciato solo! Kareem decise di seguire il percorso segnato sulla mappa. Seguendo le frecce, uscì dall’aula e svoltò sulla sinistra verso un lungo corridoio. Sul foglio, in corrispondenza di quel percorso, c’era il numero 88, seguito dal disegno di due orme.

Avanzò lentamente, contando i passi: uno, due, tre... cinquantuno... ottanta, ottantotto! Sulla mappa in quel punto era segnata solo una bandierina. E adesso? Da una parte c’era il muro, dall’altra un’aula con la porta chiusa, senza alcuna targa.

Kareem tentennò: forse si era infilato in un pasticcio? Poi la curiosità ebbe la meglio e, timidamente, aprì la porta. Il grido all’unisono di tutti i suoi compagni di classe lo colse di sorpresa. In alto, su un filo appeso da una parte all’altra della stanza, avevano attaccato un cartone con una scritta nella sua lingua, che significava: “Benvenuto!”. Su un tavolo erano sistemati vassoi di dolcetti, bibite e bicchieri. Una festa tutta per lui: che emozione! Kareem iniziava bene il suo nuovo cammino. I primi ottantotto passi erano stati fatti.

Daniela Cologgi

(Letture 4 - pagina 148: Laboratorio competenze) Qualcosa di nuovo in 4a C Ventuno banchi, ventuno bambini: l’aula è la stessa dello scorso anno, con la cartina dell’Italia appesa a una parete, gli scaffali con la biblioteca di classe con i libri tutti in ordine, io al solito banco a fianco di Agnese Eppure, mentre la maestra Anna, in piedi dietro alla cattedra, fa il discorso di buon anno, ho l’impressione che sia tutto cambiato, che l’estate abbia trasformato la 4a C come fa una folata di vento su un castello di carte. Certo, abbiamo la pelle un po’ abbronzata, i capelli di alcuni di noi sono striati di biondo dal sole e dall’acqua di mare, indossiamo magliette colorate, abbiamo zaini nuovi. Ma non è solo questo: forse, mi dico, è perché qualcuno ha cambiato posto, come Manuel, che si è rintanato nell’angolo dell’ultima fila, vicino a Diego. Quei due sono come una cozza sullo scoglio, sempre appiccicati, sempre a parlare fitto, uno la copia dell’altro: stessa maglietta delle squadre di calcio, stesso taglio di capelli, rasati sul collo e con un ciuffo che cade ad arte sull’occhio destro come la benda di Capitan Uncino. Davanti a me c’è ancora Eleonora, ma pare una pianta concimata troppo e cresciuta a dismisura, tanto che, sia per l’altezza, sia per le spalle larghe coperte di lentiggini e la massa di ricci rossi, mi costringe ad allungare il collo come una gallina per vedere in faccia la maestra. Ma soprattutto, dopo aver scannerizzato la classe con gli occhi dietro i miei nuovi occhiali rossi, capisco cosa c’è di diverso. Non vedo Gabriele e Roman; in compenso, al primo banco, ci sono due bambine. Sono identiche nell’aspetto e nell’abbigliamento. Entrambe indossano una maglietta rosa confetto, shirt giallo limone, da

cui spuntano due paia di gambe lunghe, con ai piedi sandali luccicanti di strass. Solo i capelli permettono di distinguerle. Una ha la coda e un lungo ciuffo rosa che le accarezza la fronte, l’altra ha i capelli a spazzola con le punte di colore azzurro.

– Diamo il benvenuto a Esther e Mara. Sono gemelle e vengono da un’altra città d’Italia. Magari, quando vorranno, vi racconteranno la loro storia.

La maestra le invita ad alzarsi. Sono proprio uguali! Spero che non cambino mai pettinatura, sennò come farò a distinguerle? Però non sembrano timide, perché ci guardano con due occhi sgranati e poi, nello stesso momento, allargano le labbra per sorridere e agitano la mano per salutarci con un sonoro “Ciao!”.

La maestra ci invita a dire il nostro nome per presentarci e quando arriva il mio turno mi alzo in piedi ed esclamo: – Ciao, sono Fang, il mio nome in cinese significa “profumo”. Voi siete davvero carine e simpatiche. Non vedo l’ora di diventare vostra amica e di conoscere la vostra storia.

Fulvia Degl’Innocenti

(Letture 4 - pagina 204: Laboratorio competenze) Viaggiare su... rotelle!

Ti piacerebbe un mezzo a rotelle per spostarti più velocemente di quanto sia possibile fare camminando?

Se ci stai pensando, non hai una rotella fuori posto... anzi! Devi solo scegliere fra pattini, monopattini o skateboard

Per scoprire la storia dei pattini è necessario fare un salto indietro nel tempo... molto indietro!

I primi pattini, infatti, furono inventati migliaia di anni fa per procedere spediti sulle distese ghiacciate. Non avevano rotelle, ma scivolavano grazie a una lama che all’inizio era fatta di ossa levigate di animali.

L’inventore John Joseph Merlin pensò di modificare i pattini per ghiaccio con un paio di ruote fissate a zoccoli di legno: creò così i primi pattini a rotelle! Per far conoscere a tutti la sua invenzione, si narra che nel 1771 fece un’entrata a effetto durante una festa londinese: arrivò pattinando e, contemporaneamente, suonando un violino di sua creazione. Purtroppo, però perse il controllo e si schiantò contro un prezioso specchio mandandolo in frantumi.

Malgrado questo esordio disastroso, l’interesse per i pattini a rotelle continuò nel corso degli anni e, grazie ai miglioramenti tecnici, il pattinaggio divenne sempre più praticato.

Ma oggi quanti tipi di pattini esistono? Beh, quelli inventati da Merlin non si trovano in commercio... per fortuna! In compenso si può scegliere fra pattini tradizionali con quattro rotelle disposte a quadrato e pattini con le ruote allineate. Entrambe le tipologie consentono di praticare sport ad alto livello come pattinaggio artistico e hockey.

E il monopattino... come è nato?

I primi monopattini furono ideati come giochi per bambini alla fine dell’Ottocento. In seguito, furono impiegati anche come mezzi di trasporto distinti in due categorie: monopattini che si muovono con la spinta muscolare e monopattini meccanici (con freni e luci).

I monopattini meccanici si sono evoluti nel corso degli anni trasformandosi nelle moderne versioni elettriche che spopolano nelle nostre città.

L’origine dello skateboard, invece, è più incerta. Si narra che sia stato creato intorno agli anni ’50 da un gruppo di giovani surfisti annoiati. Il mare da tempo non offriva buone onde per surfare così decisero di trovare una soluzione: presero delle tavole di legno alle quali applicarono delle rotelle. Da quel momento poterono divertirsi anche senz’acqua e probabilmente è questa la ragione per cui lo skateboard viene anche chiamato “surf sul marciapiede”.

Oggi questo mezzo ha conosciuto grandi trasformazioni nelle dimensioni della tavola e nei materiali con cui è realizzato. Chi pratica questo sport diventa particolarmente abile a compiere acrobazie complesse che si chiamano “trick”.

Dal 2021, in occasione delle Olimpiadi di Tokyo, lo skateboard è diventato una disciplina olimpica. Ora, a te la scelta! Buon divertimento e... non dimenticare di proteggere ginocchia, gomiti e testa!

Cinzia Capitanio

(Scrittura 4 - pagina 81: Ascolto e scrivo) Alessandro e il topo meccanico

– Aiuto, aiuto, un topo! – un grido, uno schianto, e tazze, piattini, cucchiai volavano in tutte le direzioni.

Col cuore in gola, Alessandro corse a rifugiarsi nella sua tana.

Un giorno che era solo in casa Alessandro udì uno squittio nella camera di Gisella. Piano piano si avvicinò e cosa vide? Un altro topo. Ma non un topo comune come lui. Al posto delle zampine aveva due rotelle e nella schiena aveva una chiave di ferro.

– Chi sei? – chiese Alessandro.

– Sono Pippo, il topo meccanico, il giocattolo preferito da Gisella. Mi dànno la carica per farmi correre in tondo, mi fanno le coccole e di notte dormo su un morbido cuscino fra la bambola e l’orsacchiotto. Tutti mi vogliono un gran bene!

– A me nessuno vuole bene – disse Alessandro tristemente. Ma era felice di aver trovato un amico. – Andiamo in cucina a cercar briciole! – disse, pieno di entusiasmo.

– Oh, io non posso – disse Pippo. – Io posso muovermi solamente quando mi dànno la carica.

Anche Alessandro incominciò a voler bene a Pippo e spesso lo andava a trovare nella stanza di Gisella. I due amici trascorrevano molte ore felici.

Ma quando era solo, nel buio della sua tana, Alessandro pensava a Pippo con crescente invidia.

Un giorno Pippo raccontò una strana storia:

– Ho sentito dire che nel giardino vive una lucertola magica che può trasformare un animale in un altro.

– Credi – disse Alessandro, – che potrebbe cambiarmi in un topo meccanico?

Quel pomeriggio stesso Alessandro andò in giardino: – Lucertola, lucertola – sussurrò.

Improvvisamente davanti a lui apparve una grossa lucertola variopinta.

– È vero che tu puoi trasformarmi in un topo meccanico? – chiese Alessandro con un fil di voce.

– Quando la luna è tonda – disse la lucertola, – portami un sassolino viola.

Per giorni e giorni Alessandro frugò ogni angolo del giardino in cerca di un sassolino viola ma invano. Alla fine, stanco e affamato, tornò a casa. In un angolo della dispensa trovò una scatola piena di vecchi giocattoli, e lì, fra cubetti e bambole rotte, c’era Pippo.

– Cosa è successo? – chiese Alessandro, sorpreso.

Pippo gli raccontò la triste storia. C’era stato il compleanno di Gisella e per la festa ognuno aveva portato un regalo:

– Il giorno dopo, – Pippo sospirò tristemente, – molti dei vecchi giocattoli vennero buttati in questa scatola. Saremo tutti gettati via.

Alessandro era quasi in lacrime. Ma in quel momento qualche cosa attirò la sua attenzione. Possibile? Era un sassolino viola. Tutto emozionato, con il prezioso sassolino stretto tra le zampine, corse nel giardino. – Lucertola, lucertola del cespuglio – chiamò col cuore in gola.

Ed ecco che fra le foglie apparve la lucertola. Con voce misteriosa disse:

– La luna è tonda. Il sasso c’è. Chi vuoi essere? Dillo a me!

– Io voglio essere... – Alessandro si fermò, poi improvvisamente disse: – Lucertola, lucertola, potresti trasformare Pippo in un topolino come me?

La lucertola abbassò le grosse palpebre. Ci fu un bagliore accecante. Poi tutto fu tranquillo. La lucertola era sparita, il sassolino viola anche.

Alessandro corse verso casa. La scatola era lì, ma purtroppo era vuota. “Troppo tardi”, egli pensò e col cuore infranto ritornò alla sua tana. Sentì uno squittio. – Chi sei? – chiese Alessandro, un poco impaurito.

– Mi chiamo Pippo! – disse il topo.

L. Lionni, Le favole di Federico, Einaudi

I

(Scrittura 4 - pagina 82: Ascolto e scrivo) Fantasmi in fuga

Sul pianeta Bort vivevano tanti fantasmi. Abitavano in grotte, in castelli in rovina, in una torre abbandonata, in un solaio. Allo scoccare della mezzanotte uscivano dai loro rifugi e se ne andavano a spaventare i bortiani. Ma i bortiani non si spaventavano, ai fantasmi non ci credevano. Se li vedevano li prendevano in giro, fino a farli scappare per la vergogna. Per esempio, un fantasma faceva cigolare le catene producendo un suono orribilmente triste. E subito un bortiano gli gridava:

– Ehi, fantasma, guarda che le tue catene hanno bisogno di un po’ d’olio.

Sul finire della notte i fantasmi si ritrovavano nei loro rifugi, stanchi, giù di corda più che mai.

– Non c’è più rispetto per i fantasmi – dicevano.

Qualcuno propose di fare un corteo di protesta. Un altro suggerì di far suonare tutte insieme le campane del pianeta. Finalmente prese la parola il fantasma più vecchio e più saggio.

– Signore e signori – disse – non c’è più niente da fare su questo pianeta, bisogna emigrare. Io conosco il pianeta adatto. Si chiama Terra. Mi hanno assicurato che sulla Terra ci sono milioni di ragazzini che appena sentono nominare i fantasmi nascondono la testa sotto le coperte.

– Che bellezza!

E la sera, i fantasmi bortiani si misero in fila, agitarono i lenzuoli come ali silenziose... ed eccoli in viaggio nello spazio, come tanti missili bianchi. In pochi minuti si trovarono nei paraggi della Terra e, quando si preparavano a sbarcare, videro avvicinarsi un altro corteo di fantasmi.

– E voi chi siete?

– Siamo i fantasmi del pianeta Terra. Ce ne andiamo perché sulla Terra non c’è più nessuno che abbia paura dei fantasmi. Andiamo sul pianeta Bort.

– Noi scappiamo proprio da Bort, perché non c’è più niente da fare per i fantasmi.

– Mettiamoci insieme e andiamo in cerca di un mondo di paurosi. Ne sarà rimasto uno, uno solo, nello spazio sterminato...

E così fecero.

G. Rodari, Tante storie per giocare, Einaudi Ragazzi

(Scrittura 4 - pagina 83: Ascolto e scrivo) Ma dove stiamo andando?

L’aeroplano si stava ormai abbassando e le coste della Sardegna sembravano venire incontro ai viaggiatori, circondate dal mare azzurro vivo percorso da tremolii d’argento e contornate qua e là da sottili strisce bianche di schiuma. Dal finestrino Olivia vedeva sempre più nitidamente gli scogli, i promontori, i golfi, le strette insenature rocciose. Vedeva le strade serpeggianti su e giù per le basse colline punteggiate di alberi e di cespugli, le case coloniche sparse nella campagna come nel plastico di un trenino elettrico, i campi a scacchiera, ognuno di un marrone diverso.

Era incantata dallo spettacolo, ma non riusciva a goderselo a fondo, perché un sospetto che le era nato nella mente al momento della partenza, durante il viaggio era diventato certezza. E questa certezza tormentava la sua coscienza di sorella minore fino ad allora sempre leale e sincera.

“Bisogna che glielo dica prima che mettiamo piede a terra” decise, vedendo la pista dell’aeroporto venirle incontro con le strisce bianche dipinte sul terreno. Respirò profondamente preparandosi al peggio.

– Giulia – disse tirando la sorella per un braccio – lo sai dove stiamo andando?

– Come sarebbe a dire? Che scemenze tiri fuori, adesso? Stiamo andando al mare, no?

– Giulia, hai ascoltato la nonna, quando raccontava delle foto che deve fare in Sardegna?

– Cosa ce ne importa a noi del suo servizio fotografico? C’è Luca per aiutarla... Di cosa ti impicci? Non ti basta che stiamo andando al mare?

– Giulia, non stiamo andando al mare. Stiamo andando in un paese dell’interno, lontano dal mare almeno venti chilometri. Credevo che lo sapessi. La nonna ha detto il nome, Osuni, e io ho guardato sulla carta geografica...

– Ma non raccontare storie, dai! Cosa ci andremmo a fare in un paese così, d’estate, in Sardegna?

– La nonna deve fotografare uno scavo archeologico. Ci lavora un suo amico... È lui, l’archeologo, che ci sta aspettando all’aeroporto per portarci in macchina a Osuni.

Giulia inghiottì tre volte senza riuscire a rispondere, rischiando di strozzarsi con la gomma antinausea. Era furibonda. Quando recuperò la voce però Giulia disse soltanto: – Perché nessuno me lo ha detto?

– Ne abbiamo parlato tutti per cinque giorni, a tavola – spiegò Olivia pazientemente. – La nonna ha descritto il paese, gli scavi, il suo amico archeologo, la casa dove andremo ad abitare... Lo credevo che anche tu avessi capito. Se no te lo avrei spiegato prima. Credevo che tu fossi contenta di vedere da vicino come lavorano gli archeologi...

– Credevo, credevo! Cosa ne sai tu di cosa mi piace o non mi piace!

– Mi hai portata tante di quelle volte al Museo del Castello Sforzesco, quando ero piccola, a vedere gli scheletri e le loro armi di pietra, anche se mi facevano paura... – protestò Olivia col pianto nella voce.

Era vero, dovette ammettere Giulia. Un tempo la sorellina chiedeva sempre di andare al Museo di Storia Naturale a vedere gli orsi impagliati, i coccodrilli, i dinosauri, Giulia invece la trascinava al Castello Sforzesco nel sotterraneo che ospitava il Museo Archeologico... E così, adesso era stata punita. Se Olivia avesse immaginato che non gliene importava niente dell’archeologia, l’avrebbe avvertita in tempo e lei non sarebbe partita...

– Com’è che me lo dici solo adesso? – chiese rabbiosa.

Ma Olivia non riuscì a rispondere, perché il carrello dell’aereo aveva toccato bruscamente la pista, facendo sobbalzare i sedili, e la voce dell’hostess all’altoparlante stava dicendo:

– Benvenuti all’aeroporto di Alghero-Fertilia. Siete pregati di restare al vostro posto e di non slacciare le cinture di sicurezza fino al completo arresto dell’aeromobile. Vi raccomandiamo di non dimenticare il vostro bagaglio a mano. Il capitano Manconi vi augura un buon soggiorno e spera di ospitarvi ancora a bordo.

B. Pitzorno, Sulle tracce del tesoro scomparso, Mondadori

(Scrittura 4 - pagina 84: Ascolto e scrivo) Le voci del bosco

È un rovente pomeriggio di mezza estate. Troppo rovente per un giovane larice come me, dalle radici ancora poco profonde.

– Uff, che caldo! – borbotto, mentre cerco allo stesso tempo di allungare le radici per raggiungere il terreno fresco e umido e di allontanarmi dal masso attorno a cui sono cresciuto. È colpa sua se sono cresciuto tutto storto. Non lo sopporto. E per di più ora, con questo sole, scotta, mi sta bruciando la corteccia.

– E dai, Sghembo, smettila! – sbotta Beccolungo, il mio amico picchio, tirando una beccata sul mio tronco storto e sottile. – Sembri un vecchio gufo con i reumatismi! È estate, è normale che faccia caldo!

Il mio amico cervo, Mangiacorteccia detto “Blatta”, invece non dice nulla. È sdraiato accanto a me, con gli occhi socchiusi, più scontroso che mai. Nemmeno lui sopporta il caldo, il pelo non aiuta.

Dal terreno, un fruscio, leggero come un soffio di vento a primavera, mi solletica le radici. La rete sotterranea del bosco è tutta un sussurro.

Una cosa è certa: non sono l’unico del mondo verde a lamentarsi. Avete sentito?

– Un caldo così non è normale... si lagnano le betulle del fondovalle.

– È proprio vero, fa un caldo da arricciare le foglie! Gli umani quest’anno non avranno nemmeno bisogno di arrostire le castagne, le raccoglieranno già cotte! – aggiungono i castagni. Sono i miei preferiti, i castagni, sempre pronti a scherzare su tutto.

Qui finisce male! E il Re del Bosco, che cosa fa? Non dice nulla? Borbotta invece quella gran brontolona della vecchia quercia, dalla radura. La voce profonda del Re del Bosco mette fine alle lamentele:

– Se non parlo, è perché non ho niente di nuovo da dire. Vi ho già avvertito più volte. Le notizie che arrivano da lontano non preannunciano nulla di buono. Tenetevi pronti, sarà un autunno difficile. Pensate a rinforzare le radici, invece di perdere tempo in chiacchiere! – conclude burbero.

I sussurri della rete sotterranea si spengono immediatamente.

Ora sono Scorza e Pignaverde, i miei due vicini di radici, a farsi sentire. Sono due giovani abeti, alti e forti, dalle ricche chiome verdi, che svettano su tutti gli altri. In confronto a loro io sono una cacchetta di mosca, o almeno è così che mi considerano. Sono stati loro i primi a chiamarmi Sghembo e ora nessuno usa più il mio vero nome, nemmeno io.

Ah, sarebbe Larix, il mio nome, per la cronaca.

– Hai caldo, povero piccolino? O forse hai sete? Perché non vai a farti innaffiare dagli umani, Sghembo? –ridacchia Pignaverde.

– Saresti perfetto come pianta da vaso! – rincara la dose Scorza.

– Pianta da vaso! Pianta da giardino! Pianta da vaso! Pianta da giardino! – ripetono in coro tutti gli altri abeti della loro cerchia.

– Non puoi lasciarti trattare così! – commenta indignato Beccolungo, appena i due abeti si distraggono. È così arrabbiato e dispiaciuto per me che si dimentica persino di tirarmi la solita beccata.

– Fosse per me, li prenderei a cornate, quelli lì! – aggiunge Blatta. – Anzi, sapete cosa vi dico? Saranno i prossimi su cui andrò a grattarmi via le zecche dalla pelliccia, così imparano, quei prepotenti!

I. Salmoirago, Il Re del Bosco, Gribaudo

(Scrittura 4 - pagina 85: Ascolto e scrivo) Il racconto della balena

Molto lontano dalla costa, in mare aperto, vidi una grande nave degli uomini solcare le acque. Era una bella imbarcazione con tre alberi che puntavano al cielo e reggevano vele gonfie di vento. Navigava con grazia, affrontava bene le onde e l’equipaggio sul ponte si dava da fare a tenere la rotta. Mi immersi, avanzai e riemersi fino a trovarmi vicino alla nave, per accompagnarli nella traversata. Mi videro, sentii le loro grida di stupore, una balena bianca!, ma un fischio stridente li allontanò dal parapetto e tornarono al lavoro.

Non era la prima volta che mi avvicinavo a un’imbarcazione degli uomini e le loro grida di ammirazione e sorpresa mi avevano sempre rallegrato. Spesso avevo deciso di salutarli saltando e battendo sull’acqua la coda prima di rituffarmi. L’atteggiamento di questi marinai mi meravigliò e mi chiesi se non si fossero ormai abituati alla presenza di balene.

Malgrado l’indifferenza dei marinai, decisi di accompagnare la nave ancora per un tratto e allora, riemergendo per la quarta volta, vidi un’altra imbarcazione che seguiva la stessa rotta.

Era anch’essa una nave superba, le vele spiegate la facevano navigare più veloce della prima, che ben presto raggiunse. Mi domandai come sarebbe stato l’incontro fra quegli uomini in mare.

Quando noi balene ci raduniamo, per prenderci cura dei piccoli che nascono, nuotiamo in cerchio, saltiamo, ci lasciamo cadere sul dorso e ci lanciamo sul pelo dell’acqua battendo le code. La gioia d’incontrarsi si esprime in sbuffi d’aria espulsi dai polmoni, capriole, canti, sibili e schiocchi. Che cosa avrebbero fatto gli uomini per esprimere la gioia d’incontrarsi?

Quando la nave più veloce raggiunse la prima, un rumore forte come le proteste dei nuvoloni scuri durante le burrasche, più spaventoso di quello del fulmine che lacera l’aria e si schianta sugli scogli e sulle onde, fu il saluto senza ombra di gioia che gli uomini si scambiarono.

Sulle due imbarcazioni apparvero bocche nere che cominciarono a sputare fuoco producendo ogni volta il terrificante rumore. Subito la prima nave s’incendiò, gli alberi che reggevano le vele cedettero e crollarono fra urla di odio, paura e disperazione degli uomini che si gettavano fuori bordo.

La prima nave era semidistrutta e la seconda si allontanò fra le grida esaltate dei marinai che festeggiavano la vittoria. Mi sembrò molto strano il comportamento degli uomini in questo loro incontro in mare.

La minuscola sardina non attacca un’altra sardina, la lenta tartaruga non attacca un’altra tartaruga, il vorace pescecane non attacca un altro pescecane. A quanto pare gli uomini sono l’unica specie che attacca i propri simili, e non mi piacque questa cosa che imparai da loro.

Luis Sepúlveda, Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa, Guanda

(Scrittura 4 - pagina 86: Ascolto e scrivo) Incontro con gli orsi

Sdraiato a pancia in giù nell’erba, al limite opposto della radura, Sandro osservava, non visto, la famiglia di orsi. Era lì da due ore, ormai. Posizione non certo comoda, ma vent’anni di lunghi appostamenti lo avevano temprato a sufficienza.

– Ma tu guarda! – trasalì, non appena vide Koti uscire allo scoperto. – Ecco la femmina con due nuovi arrivati. Non era lì per lei. Era lì per Vagabondo, un maschio che aveva l’abitudine di attraversare la radura in cerca di tuberi. Sandro aveva seguito i suoi pellegrinaggi in quella valle per oltre quindici anni: per lui era un vecchio amico ormai. Anche se era molto più contento di osservare la femmina. I cuccioli, poi... così goffi e buffi! Sandro sospirò. L’orso marsicano. Scomparso ormai da secoli nel resto d’Italia, eppure sopravvissuto proprio lì, custodito tra quelle maestose montagne come un ospite segreto.

La nascita dei piccoli era l’unica speranza concreta per il suo futuro.

Sandro sentì la brezza soffiargli sul viso e chiuse gli occhi. Si trovava sottovento, l’orsa non lo avrebbe fiutato. Quando nella foresta cade un ago di pino, l’aquila lo vede, il cervo lo sente e l’orso lo annusa. Staccò gli occhi dal binocolo per asciugarsi il sudore della fronte. Poi, con la coda dell’occhio, lo vide. Si muoveva al limite della radura, alla sua destra. Una sagoma scura all’ombra dei faggi. Sandro orientò lentamente il binocolo in quella direzione. E rimase di sasso.

Un lupo stava ritto sulle zampe accanto a un albero, con gli occhi fissi sugli orsi. Come al rallentatore, l’animale si accovacciò, pronto a scattare. Invece di correre, però, cominciò a strisciare lentamente, una zampa dopo l’altra, verso il centro della radura.

Sandro abbassò il binocolo. A occhio nudo, da lontano, il lupo sembrava solo un pezzo di tronco grigio nell’erba. Si muoveva così lentamente che solo uno sguardo esperto avrebbe potuto notarlo.

Koti era intenta a sollevare grosse pietre alla ricerca di formiche e larve d’insetti. Dava le spalle ai cuccioli, che giocavano rincorrendosi tra l’erba, ignari del pericolo mortale. – Alza la testa, mamma – sussurrò Sandro a denti stretti. – Alza quella testa.

Sandro era un guardaparco e il suo ruolo gli imponeva di sorvegliare e custodire, senza intervenire nei processi naturali, come recitava una frase del manuale in dotazione alle guardie del Parco. Deglutì e rimase immobile. Il lupo era ormai a una decina di metri dai cuccioli. Nove, otto. Non poteva avere la meglio contro un orso adulto, ma evidentemente sperava di catturare un piccolo e scappare via.

Sandro allungò lentamente una mano, raccolse un rametto secco e lo spezzò. Allarmata, Koti alzò la testa di scatto. Si accorse del lupo, ma era tardi. La belva si avventò sul piccolo Suuri. Il cucciolo, atterrito, si sbilanciò capitombolando all’indietro: le fauci del lupo addentarono appena l’orecchio, recidendolo di netto.

Suuri guaì dal dolore. Il lupo tentò un altro morso, ma qualcosa lo bloccò. Koti gli piombò addosso e lo catapultò in aria con una zampata. Scaraventata a terra, la belva guaì, si rizzò e fuggì con la coda tra le zampe, inseguita dall’orsa inferocita.

Suuri e Karhu si appiattirono nell’erba, tremanti, e si strinsero l’un l’altro. Sandro trasse un sospiro di sollievo. Ma non avrebbe dovuto. Avvenne tutto in un istante. Fronde in movimento, poi un lampo grigio, e un balzo sui cuccioli. Un secondo lupo, in combutta con l’altro, era rimasto nascosto in attesa dell’occasione propizia. In pochi secondi si scaraventò sui due orsetti, che lanciarono un grido disperato. Koti interruppe l’inseguimento e si voltò sorpresa, giusto in tempo per vedere il secondo lupo afferrare al collo Karhu e portarlo via.

Sandro non resistette e scattò in piedi. Il lupo, con il cucciolo tra le fauci, si dirigeva proprio verso di lui. Ma era troppo impegnato a tenere sott’occhio l’orsa per accorgersi dell’uomo. Il guardaparco lanciò un urlo e agitò le braccia con foga. Il lupo, ormai a pochi passi da lui, trasalì e scartò bruscamente di lato, perdendo la presa sul piccolo. Karhu ruzzolò nell’erba fino ai piedi di Sandro, mentre il lupo si dileguava nel bosco.

Gli occhi del cucciolo, impauriti, fissarono il guardaparco dal basso. Sandro si chinò ed esaminò l’orsetto. Sembrava incolume. Poi alzò lo sguardo. L’orsa lo puntava, ruggendo e sbuffando. La sua furia gelava il sangue. D’istinto, Sandro allungò la mano sulla pistola d’ordinanza. Estrasse l’arma, poi guardò ancora il cucciolo: Karhu si era rimesso sulle quattro zampe, barcollando un poco.

G. Festa, Il passaggio dell’orso, Salani

(Scrittura 4 - pagina 87: Ascolto e scrivo) Come ci parlano i gatti?

Osservando il comportamento degli animali possiamo interpretare i loro stati d’animo e venire incontro alle loro necessità. Questo articolo fornisce alcuni esempi del modo in cui i gatti domestici “comunicano” con noi. I gatti hanno mille modi di comunicare con noi, anche se molto spesso il problema è che non siamo in grado di capirli. Ma non c’è miagolio che tenga: i felini sanno comunicare i loro stati d’animo e le loro necessità con il linguaggio non verbale. E interpretarli è più facile di quanto si possa pensare. Sappiamo bene come un gatto mostri, gonfiando il pelo, che ha paura, si sente minacciato e vuole difendersi. Conosciamo poi le fusa, un segno spesso associato a un momento di benessere e affetto, che in realtà ha ben più significati: se sono ripetitive e deboli, probabilmente il tuo micio è annoiato o stanco.

Che cosa ci dicono i movimenti della coda

La coda dritta è segno di cose buone. Quando un gatto tiene la coda alta in aria esprime sicurezza, eccitazione o contentezza. I gatti salutano spesso i loro proprietari con la coda dritta ed è un modo che hanno per dire che sono felici di rivederli. Quando è curva a punto interrogativo è perché è curioso e felice. Il tuo micio ti sta dicendo che è un buon momento per qualche grattino fra le orecchie o per giocare insieme con il suo giocattolo preferito.

Avvolgere qualcosa con la coda per un gatto equivale a un abbraccio. Lo può fare sia con gli umani che con i suoi simili, ma anche con i cani o con oggetti a lui particolarmente legati, come il divano. Le code che si muovono lentamente da un lato all’altro sono comuni quando un gatto è concentrato su un oggetto particolare, come un insetto o un giocattolo. Puoi vedere questo movimento proprio poco prima di un agguato.

Una coda in rapido movimento, che frusta avanti e indietro, significa che il micio di casa è irritato o spaventato. Se gonfia la coda, invece, sta cercando di mostrarsi più grande di quello che è per allontanare o affrontare qualcosa che percepisce come una minaccia.

Quando le orecchie ci parlano

Anche osservando la posizione delle orecchie si possono capire lo stato d’animo e le emozioni che prova un felino.

Quando il gatto tiene le orecchie diritte con le punte rivolte in avanti vuol dire che è calmo e tranquillo. Se le orecchie si appiattiscono sui lati vuol dire che è ansioso o sulla difensiva. Se invece fa lo stesso tenendole all’indietro è arrabbiato e sta provando un forte stress o senso di paura.

E gli occhi?

Per un gatto si potrebbe dire che gli occhi sono lo specchio dell’emotività. Se invece sono abbinati alle orecchie appiattite all’indietro, vuol dire che si sente minacciato. Gli occhi completamente spalancati indicano uno stato d’allarme, contrariamente se li tiene socchiusi è tranquillo e rilassato.

N. Penna, Come ci parlano i gatti (E come capirli?), www.lastampa.it, 13 ottobre 2022

Testi per l’ascolto - classe 5a

(Letture 5 - pagina 70: Laboratorio competenze) Due fratelli e migliaia di api

Lanciava la palla nel canestro sul muro del garage, aspettando il ritorno dei genitori, quando scorse un nugolo nero intorno alla chioma del melo, nell’orto dietro casa. Luca strabuzzò gli occhi.

La sagoma mobile poteva essere fumo oppure mosche ma, senza avvicinarsi troppo, riconobbe il ronzio. Corse in camera, frugò nei cassetti tra le proteste del fratello Alberto che giocava imperterrito al pc. Trovò il binocolo: era uno sciame di api.

Luca desiderava da sempre un alveare, come quello che c’era nell’azienda di zio Max. Ora, i suoi occhi scintillavano di fronte a migliaia di api sciamate proprio a casa sua.

Un imponente temporale, però, si preparava, minacciando la loro salvezza. Luca era nel panico, pietrificato dal cielo sempre più nero e dal vento che soffiava sempre più forte. Poi gli venne un’idea. In garage c’era un’arnia abbandonata che zio Max gli aveva regalato per giocarci.

– Albe, Albe! – Dobbiamo salvare le api sul melo nell’orto. Aiutami a portare l’arnia fuori dal garage! Alberto, impassibile, proseguì il gioco. Luca si precipitò nel box. La casetta per le api era coperta da un pesante armadio. Da solo non ce l’avrebbe fatta.

Le scure nubi erano ormai al colmo e il violento acquazzone sarebbe scoppiato da un momento all’altro. Il ragazzo immaginava già i suoi amici insetti spazzati via dalla tormenta.

– Albe, aiutami! – uscì per un istante e gridò disperato dal cortile, guardando la finestra della camera. Niente da fare! Luca tornò dentro. Non si arrendeva, ma l’impresa era superiore alle sue possibilità.

All’improvviso, vide due braccia che moltiplicarono la sua forza: Alberto conosceva la passione del fratello minore per le api, perciò, colpito dalla sua determinazione, aveva deciso di aiutarlo.

Spostarono il grosso mobile e sistemarono l’arnia contro il tronco del melo. Il fogliame la riparava bene. Un rombo di tuono diede il via all’acquazzone, e i due fratelli furono costretti a entrare in casa, in attesa. Un’ora più tardi, il temporale se ne andò, lasciando dietro di sé solo il lento sgocciolare delle foglie del melo, ancora intrise di pioggia. Luca si affacciò alla finestra e vide che il nugolo di api si era dissolto. Scosse la testa, ormai convinto di aver perso il suo sogno. I due fratelli raggiunsero l’orto, avvicinandosi all’arnia per riportarla in garage. Ma un ronzio continuo accese il loro entusiasmo: qualcosa si muoveva al suo interno, sì, la regina aveva accettato la nuova dimora.

È passato parecchio tempo da allora. Oggi, Luca e Alberto sono due appassionati apicoltori che si prendono cura, insieme, di cinquecento arnie, dove le api vivono in armonia sotto la loro attenta guida.

Mirko Montini

(Letture 5 - pagina 130: Laboratorio competenze) Le sagome

Marta, la nuova compagna, ha i capelli rossi e un accento per il quale la prendevamo in giro nei primi mesi di scuola: – Come parli? – le dicevamo facendo mille smorfie. Io, poi, non perdevo occasione per mostrarle i miei denti incisivi in una risatina finta.

Eppure lei non si offendeva, cosa strana, e ripeteva a cantilena: – Sergio sei uno squalo, sei uno squalo. Siamo una classe di ventitré alunni, dodici maschi e undici femmine. Di solito notiamo i difetti di ognuno e ci diamo dei soprannomi. Alessia la chiamiamo “la Spilungona” perché è alta un metro e cinquanta, nonostante abbia dieci anni, e capelli neri sulle spalle che la allungano ancora di più.

Ferdinando, il mio migliore amico, gioca a calcio, è un po’ basso e ha le gambe muscolose. Indossa soltanto tute comode e scarpe da tennis, per questo lo chiamiamo “il Tuto”. In verità, quasi tutti noi ci vestiamo così, tranne Marta che viene a scuola con le ballerine, le scarpe che si ispirano alla danza classica. Ne ha di tutti i colori, perché ama abbinare bene ciò che indossa.

– Quando voglio essere elegante – dice - metto quelle di vernice.

Ma sto perdendo il filo. Quello che voglio raccontarvi è che il modo di reagire della nostra compagna alle battute si è rivelato un’occasione di divertimento perché lei, stanca di essere presa in giro, sapete che ha fatto?

Un giorno si è presentata con una valigetta portadisegni di colore bianco trasparente da cui ha tirato fuori delle sagome di corpo umano di cartone. C’erano anche ritagli di vestiti da combinare tra loro e indicazioni per realizzare sagome più grandi.

– Nella scuola del mio paese – ci dice, – facevamo questo gioco.

Le mie compagne si sono avvicinate a lei e l’hanno circondata mentre noi maschi ridacchiavamo:

– Non siamo più dei bambini piccoli, che cosa può interessarci dei giochini?!

– Come volete – fa lei e si è messa a comporre una forma che pian piano le somigliava. I capelli rossi, le ballerine ai piedi, i braccialetti ai polsi.

– Voglio provare – ha chiesto Alessia, e si è ritrovata a creare l’immagine di sé stessa, montando delle lunghe gambe su un busto che le somigliava.

Be’, inutile dirvi, che anche la maestra si è incuriosita quando, entrando in aula, le ha viste così impegnate e ha commentato:

– Che bel gioco! Vi permette di conoscere meglio le vostre caratteristiche fisiche e forse capirete che nessuna rappresenta un vero difetto, ma solo una bella differenza.

Sapete come è andata a finire? Che ci siamo divertiti tutti come matti. Io sono diventato una sagoma con un bellissimo squalo che Marta mi ha disegnato sulla maglietta e così è diventata mia grande amica. Grazie a lei ho capito che, in fondo, ognuno di noi va bene come è, anche se ha l’accento diverso. Alessia e Ferdinando, invece, hanno capito che si può anche cambiare, ogni tanto. Lei si taglierà un po’ i capelli e lui ascolterà sua madre che vorrebbe che indossasse un jeans. Insomma, le sagome sono state una gran bella trovata!

Ah, una cosa! Il compagno che ha più apprezzato il gioco è stato Valentino, che non ne poteva più delle nostre battute sulla festa degli innamorati.

Clelia Lombardo

(Letture 5 - pagina 196: Laboratorio competenze) Il bambino smontabile Svitùlio è un bambino strano: può smontare ogni parte del proprio corpo. Lo fa ogni sera prima di andare a letto. Parte sempre con le estremità degli arti inferiori: le dita dei piedi. Le svita ruotandole come trottole, però non separa ogni segmento di ciascun dito, cioè ogni falange, altrimenti ci impiegherebbe troppo tempo. Mentre si smonta, Svitùlio si diverte a contare tutto. Uno, due, tre... sono davvero tanti i pezzi! Solo considerando le ossa, che sono duecentosei, come in ogni essere umano, non si finirebbe mai. Per giunta, sono tutte diverse e ogni parte svolge una funzione ben precisa.

Poi Svitùlio prosegue con la caviglia, e sale su, ai polpacci e alle cosce. Come tutti i muscoli, questi sono elastici e forti; deve tirare bene per toglierli. Sono fatti di fibre muscolari che possono contrarsi e rilassarsi, permettendo di muoversi, quindi bisogna ammorbidirli adeguatamente. Per questo motivo, Svitùlio li massaggia per rilassarli prima di appoggiarli sulla sedia di fianco al letto. È chiaro che non rompe nulla, ma separa semplicemente le membra là dove si trova un’articolazione, cioè dove si uniscono due ossa.

A forza di smontarsi e rimontarsi, Svitùlio è diventato un esperto del corpo umano e sa dove si trova ogni organo. Quando arriva al torace, infatti, fruga subito dietro lo sterno, alla ricerca del cuore. Questo passaggio richiede estrema delicatezza, perché il cuore è un muscolo speciale, una specie di motore sempre acceso. È grande come un pugno e, protetto dietro le costole, pompa il sangue attraverso il corpo, pulsando in continuazione. Si contrae in maniera involontaria, quindi senza bisogno di pensarci. Infatti, quando Svitùlio lo mette al sicuro sotto il cuscino, quello non smette di battere. Polmoni, stomaco, fegato, intestino. Svitùlio smonta ogni organo contenuto nel busto.

Ma la parte che lo diverte di più è la colonna vertebrale, con le sue trentatré vertebre.

Partono dalla testa e arrivano fino al sedere, una sopra l’altra. Qualcuno la chiama anche spina dorsale e ha la funzione di sorreggere il busto, lasciandolo mobile e flessibile.

Dopo avere smontato solo uno dei due arti superiori, sennò non avrebbe più nessuna mano per proseguire il lavoro, Svitùlio arriva con grande soddisfazione alla testa. Lì, deve fare attenzione. Il cranio protegge il cervello, centrale di controllo dell’intero corpo. Svitùlio lo apre sempre con cura e lo posa sul comodino. Poi finisce nel mondo dei sogni.

Svitùlio sembra un bambino come tanti altri, tranne le volte che sbaglia a rimontarsi e l’orecchio gli finisce al posto del ginocchio o un piede al posto del naso. Ma è tanto sensibile e, se gli capita, non ditegli nulla, potrebbe offendersi.

Marco Dazzani

(Scrittura 5 - pagina 66: Ascolto e scrivo) Nella casa dei bambini speciali

Premessa: Jacob vuole scoprire se i racconti del nonno sull’orfanotrofio dove ha trascorso l’infanzia sono veri o se si tratta di invenzioni. Così decide di visitare quel luogo misterioso, dove incontrerà gli stessi bambini strani ritratti nelle vecchie fotografie del nonno.

Mi voltai verso la finestra e guardai fuori, sconcertato. Il giardino era pieno di bambini. Li riconobbi quasi tutti per averli visti sulle fotografie ingiallite. Alcuni riposavano all’ombra degli alberi, altri giocavano a palla, rincorrendosi tra arbusti variopinti. Era esattamente il paradiso descrittomi dal nonno. Era l’isola incantata. Erano i bambini magici. Se quello era un sogno, non volevo più svegliarmi. O almeno non subito.

Qualcuno sbagliò il tiro e il pallone si infilò in un enorme cespuglio, restando intrappolato. C’era una fila di quei cespugli, tutti raffiguranti creature fantastiche alte quanto la casa, poste a guardia del bosco: un grifone alato, un centauro impennato, una sirena.

Inseguendo il pallone, due ragazzini saltellarono fino al centauro, seguiti da una ragazzina, che riconobbi subito. Era la “bambina levitante” delle foto, però ora non levitava. Arrancava a passi pesanti, ancorata al terreno. Quando raggiunse i compagni alzò le braccia e loro le avvolsero una fune intorno alla vita. Lei si sfilò le scarpe con cautela... e si librò in aria come un palloncino. Una scena incredibile. Continuò a salire sino a tendere la fune e restò a fluttuare a tre metri da terra, trattenuta dai ragazzi.

Disse qualcosa, i due annuirono e le diedero più corda. Salì, lentamente, lungo il fianco del centauro; una volta all’altezza del petto cercò di afferrare il pallone, ma era incastrato fra i rami. Guardò giù, scosse la testa e i compagni la tirarono a terra. La bambina si rimise le scarpe zavorrate e slegò la fune.

Mi girai. Emma Bloom era in piedi sull’uscio.

– Vieni, la direttrice vuole vederti subito.

Attraversammo la casa e arrivammo in un salotto inondato di sole. Su un tappeto persiano dai disegni elaborati, in una poltrona dallo schienale alto, sedeva una signora dall’aria distinta. Sferruzzava.

Era vestita di nero da capo a piedi, i capelli raccolti in un perfetto chignon rotondo in cima alla testa, con guanti di pizzo e una blusa a collo alto stretta sulla gola: un aspetto curato fino alla pignoleria, non diversamente dalla casa in cui viveva. Avrei indovinato chi era anche se non avessi visto la sua foto. Miss Peregrine.

Emma mi guidò sul tappeto e si schiarì la gola. Il ritmo costante dei ferri da calza si interruppe.

– Buon pomeriggio – salutò la signora, sollevando lo sguardo. – Tu devi essere Jacob.

Emma la fissò a bocca aperta: – Come fa a sapere...

– Sono la direttrice Peregrine – proseguì lei, alzando un dito per zittirla – o Miss Peregrine, se preferisci, dal momento che non sei mio allievo. È un piacere conoscerti, finalmente. Mi porse la mano guantata. Siccome non ricambiavo, notò i polsi legati.

– Miss Bloom! – strillò. – Che sciocchezza è mai questa? Ti pare il modo di trattare un ospite? Liberalo all’istante! – Ma, direttrice! Questo qui è uno spione e un ladro e non so cos’altro!

Emma mi lanciò un’occhiata diffidente e sussurrò qualcosa all’orecchio di Miss Peregrine.

– Oh, Miss Bloom... – la direttrice scoppiò a ridere. – Quante scempiaggini! Se questo ragazzo fosse uno Spettro, tu staresti già ribollendo nel suo calderone. È il nipote di Abraham Portman, certo! Guardalo! Avvertii un fremito di sollievo; forse non avevo bisogno di dare spiegazioni, dopotutto. Lei sapeva che sarei venuto. Emma iniziò a protestare, ma Miss Peregrine la zittì con un gesto eloquente.

– Oh, va bene – sospirò la ragazza – però non dica che non l’avevo avvisata. – e con qualche strattone piuttosto violento il nodo si sciolse e la fune scivolò a terra.

– Devi perdonare Miss Bloom. – la direttrice tornò a voltarsi verso di me mentre mi massaggiavo i polsi indolenziti. – Ha un certo gusto del melodramma

– Ho notato.

Emma aggrottò la fronte.

– Ora, se non ti dispiace – continuò Miss Peregrine, – vorrei scambiare due parole con il signor Portman, in privato.

La mia aguzzina si arrese. Con un sospiro si avviò alla porta, ma prima di andarsene si voltò a scoccarmi un ultimo sguardo da sopra la spalla. Sul suo volto vidi dipinta un’espressione nuova: era preoccupata.

– Ti inviterei a sederti – riprese Miss Peregrine, indicando una poltrona dietro di me, – ma a quanto pare sei incrostato di sporcizia.

Mi accomodai sul pavimento.

– Sei sull’isola da diversi giorni, ormai. Perché hai indugiato tanto prima di farci visita?

– Ignoravo dove foste – risposi. – Lei come faceva a sapere del mio arrivo?

– Ti tenevo d’occhio. Anche tu mi hai vista, sebbene forse non te ne sei accorto. Avevo assunto la mia forma alternativa. – si portò una mano ai capelli, estraendone una lunga penna grigia. – È assai preferibile assumere le fattezze di un uccello quando si va in perlustrazione – spiegò.

Restai di sasso.

– Allora era lei nella mia stanza, stamattina? L’aquila?

– Il falco – mi corresse. – Un pellegrino, naturalmente. Ora, per venire alla mia domanda. Cosa stavi cercando tra i ruderi?

– Cercavo lei – risposi. – Non sapevo come trovarvi. Ho capito solamente ieri che eravate tutti... – mi bloccai, rendendomi conto di quanto sarebbero sembrate assurde le parole successive. – Non avevo capito che eravate morti.

La direttrice abbozzò un sorriso tirato.

– Santa pace. Tuo nonno non ti ha detto proprio niente sui suoi vecchi amici?

– Qualcosa. Però... ecco... per molto tempo ho creduto fossero delle favole. – Capisco.

– Spero di non averla offesa.

– Sono solo un po’ sorpresa. Comunque, è così che preferiamo essere considerati, perché ci aiuta a tenere lontani i visitatori inopportuni. Di questi tempi, sempre meno persone credono a certe cose, fate, folletti e sciocchezze del genere, quindi la gente comune non è particolarmente desiderosa di trovarci. E questo ci rende la vita più semplice. Le storie sui fantasmi e sulle vecchie case infestate ci sono state utili, ma non nel tuo caso, a quanto pare. – sorrise. – Il cuor di leone dev’essere una dote di famiglia.

– Sì, immagino di sì – mormorai con una risatina nervosa, anche se in realtà mi sentivo svenire.

R. Riggs, Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali, Rizzoli

(Scrittura 5 - pagina 68: Ascolto e scrivo) Il pianeta blu

C’era una volta, nello spazio, un lontanissimo pianeta blu. A prima vista sembrava solo una normale sfera blu. Una volta al giorno, in un’orbita circolare, una luna compiva un giro intorno al pianeta, il sole sorgeva e tramontava, la brezza faceva ondeggiare l’erba e i fiori e dalle alte montagne le cascate si buttavano giù in gole profonde. Nel cielo vagavano le nuvole, dietro cui brillavano le stelle. Le terre erano di ogni forma e dimensione e intorno a ciascuna c’era un mare che a volte era uno specchio azzurro e altre volte era così agitato e grigio che le onde, rovesciandosi sulla riva, ricadevano sulla sabbia in migliaia di goccioline.

Ma c’era una cosa che rendeva quanto mai singolare il pianeta blu: ci vivevano solo bambini. Ovviamente piante e animali non mancavano, ma per il resto c’erano soltanto bambini, bambini di ogni genere: piccoli e grandi, grassi e magri, e anche strani. Erano più di cento, i bambini: insomma, innumerevoli.

Siccome sul pianeta blu non abitavano adulti, i bambini erano completamente liberi. Nessuno gli diceva cosa fare. Vivevano senza regole: mangiavano quando avevano fame, dormivano quando erano stanchi e giocavano sempre indisturbati.

Era bello, il pianeta blu, ma celava molti pericoli. Stracolmo com’era di meraviglie e avventure, nessun adulto avrebbe potuto viverci senza farsi venire i capelli bianchi o soffrire di ansia. Ecco perché, a quanto ricordavano i bambini, nessun adulto aveva mai messo piede sul pianeta.

Ma allora, ci si chiederà, da dove venivano i bambini? Come facevano a moltiplicarsi? Non diventavano mai adulti? Come facevano a nascere, se non c’erano adulti sul pianeta? La risposta è semplice: nessuno lo sa. Si sapeva solo una cosa: che là vivevano innumerevoli bambini liberi destinati a non diventare mai adulti. Per una qualche ragione incomprensibile era come se avessero nel cuore un’inesauribile fonte della giovinezza, tanto che quei bambini potevano avere anche centinaia d’anni.

Le avventure sul pianeta blu erano infinite. In alcune terre si potevano inseguire al buio sciami di lucciole fosforescenti o ci si poteva arrampicare sugli scogli per tuffarsi giù nel tiepido mare. In altre si potevano raccogliere conchiglie sulla spiaggia e guardare le tartarughe marine che andavano a deporre le uova a riva. C’erano scogliere a strapiombo dove si posavano gli uccelli e lingue di ghiacciaio che scivolavano in mare con fragorosi scricchiolii. Crescevano boschi verde chiaro e popolati di pappagalli e tigri che poi la sera, nell’ora in cui uscivano i lupi, diventavano verde cupo, finché non si tingevano di un verde quasi nero di notte, quando si svegliavano i pipistrelli e tra i rami tessevano le loro tele i ragni dalle zampe pelose.

Una volta all’anno accadeva un fatto prodigioso. Un raggio di sole penetrava nello stretto passaggio di una grande grotta sul monte Luce. Non era una grotta qualsiasi: era piena di farfalle addormentate. Così, quando il raggio arrivava lì dentro a illuminare tutte quelle ali variopinte, era un vero miracolo. Le farfalle si risvegliavano dal letargo. Prima battevano le ali adagio adagio e poi, una dopo l’altra, uscivano all’aria aperta, volavano fuori dalla bocca della grotta e si inseguivano tutto il giorno per il pianeta, sopra terre, mari, monti e valli. Poi tornavano nella grotta, si addormentavano e per un anno non si svegliavano più.

Il volo delle farfalle era la più grande meraviglia del pianeta blu e quello era un giorno di grande gioia. I bambini si sdraiavano a pancia in su a guardare l’aria riempirsi di farfalle di tutti i colori del mondo finché l’ultima scompariva dietro l’orizzonte.

A. S. Magnason, La storia del pianeta blu, Iperborea

(Scrittura 5 - pagina 69: Ascolto e scrivo) Cronache marziane Il padrone della valigeria sentì la notizia al bollettino della sera. Lo trasmettevano dalla Terra e il negoziante ebbe la sensazione precisa di quanto fosse lontana. Una nuova guerra stava per scoppiare sulla Terra. L’uomo uscì per dare un’occhiata al cielo. Sì, ecco la Terra. Nel cielo della sera, scendeva nella scia del Sole dietro le montagne.

– Non ci credo – disse il valigiaio.

– Forse perché lei non si trova sulla Terra – osservò padre Peregrine, che si era fermato nella bottega a fare due chiacchiere per l’ora del tramonto.

– Che cosa vuol dire, padre?

– È come quando ero ragazzo – disse padre Peregrine. – Si sentiva parlare della guerra in Cina, di più guerre, anzi, ma nessuno ci credeva veramente. Erano troppo lontane, le guerre in Cina. E troppa gente moriva. Era impossibile. Anche quando lo vedevamo al cinema, non ci credevamo. Be’, ora è così di nuovo. La Terra è la Cina. È tanto lontana che non ci crediamo. Non è qui. Non la si può toccare. Non si può nemmeno vederla. Tutto quello che riusciamo a distinguere è una chiazza di luce verde. Miliardi di esseri umani che vivono su quella chiazza di luce? Assurdo! Guerra? Ma se non si sente uno sparo!

– Finiremo per sentirli – disse il negoziante. – Continuo a pensare a tutta la gente che avrebbe dovuto emigrare su Marte, questa settimana. Quanti dovevano essere? Centomila, più o meno, in arrivo entro un mese. Che faranno quei centomila, se scoppia la guerra?

– O non partiranno, immagino, o torneranno sulla Terra, se sono già partiti. Ne occorreranno di uomini sulla Terra!

– Vedo – disse il negoziante – che mi conviene dare una spolverata alla mia mercanzia. Ho l’impressione che ci sarà una vendita straordinaria di valigie, nei prossimi giorni.

– Lei crede che tutti quelli che sono già su Marte siano disposti a tornare sulla Terra, se questo è il grande conflitto che da anni tutti si aspettano?

– È una cosa buffa, padre, ma sì, credo che torneremo tutti sulla Terra. Lo so, siamo venuti a stare quassù proprio per non aver più niente a che fare con cose odiose come la politica, la bomba atomica, le guerre... lo so. Ma è ancora la nostra patria, quel pianeta. Aspetti e vedrà, padre. Quando la prima bomba cadrà sugli Stati Uniti, quelli qui su Marte cominceranno a pensare. Non sono arrivati da troppo tempo. Due, tre anni al massimo. Se fossero qui già da una quarantina d’anni sarebbe diverso, ma hanno ancora parenti, amici sulla Terra, e le città e i paesi dove sono nati. Io non ci credo più, alla Terra, non mi aspetto molto da quel pianeta per il futuro, ma sono vecchio e non conto. Io potrei anche restare su Marte. Rimasero ancora un po’ sulla veranda a guardare le stelle. Finalmente padre Peregrine prese alcune monete di tasca e le porse al negoziante. – Ora che ci penso, sarà meglio che mi dia una valigia nuova. La mia vecchia è davvero in condizioni pietose... R. Bradbury, Cronache marziane, Mondadori

(Scrittura 7 - pagina 70: Ascolto e scrivo) A caccia di squali... per salvarli “Con i nostri studi vorremmo fermare una traiettoria che altrimenti porterà all’estinzione di questi animali nelle nostre acque. E ci possono aiutare tutti: ecco come.”

Francesco Ferretti è il primo autore di uno studio appena pubblicato dal titolo “Sulle tracce degli squali bianchi nel Mar Mediterraneo”, firmato anche dalla ricercatrice Chiara Gambardella della università Politecnica delle Marche e dal ricercatore Stefano Moro della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Ferretti ha organizzato, insieme ai colleghi e alle colleghe, tre spedizioni, nel 2021, 2022 e 2023, concentrandosi sul Canale di Sicilia. In quattro siti hanno rilevato la presenza di squali bianchi in cinque occasioni diverse.

Professor Ferretti, qual è lo scopo della vostra “caccia”?

«Cercare gli ultimi squali bianchi del Mediterraneo. È la popolazione che conosciamo meno, rispetto a quelle che nuotano in altri punti del Pianeta, nonostante in passato nel Mare Nostrum ci fossero esemplari tra i più grandi mai avvistati. Con i nostri studi vorremmo fermare una tendenza che altrimenti porterà all’estinzione dello squalo bianco nelle nostre acque. E ci possono aiutare tutti: stiamo costruendo il più grande database mondiale di avvistamenti a cui può contribuire chiunque abbia fotografato in mare uno squalo».

Quanti sono gli esemplari rimasti nel Mediterraneo?

«Non possiamo dirlo con precisione. Quasi certamente una piccola popolazione, qualche centinaia di individui». Perché sono messi così male quelli che vivono nel Mare Nostrum?

«Perché vengono pescati. In parte per errore, soprattutto da quando la pesca è diventata industriale. Ma la caccia allo squalo bianco ha radici storiche: alla fine dell’Ottocento nell’alto Adriatico l’impero austro-ungarico offrì una ricompensa a chiunque avesse portato al museo di Trieste una carcassa. Erano considerati nemici della pesca».

Come mai vi siete concentrati sul canale di Sicilia?

«È una zona molto importante per l’ecologia della specie. Ma anche molto pericolosa per via del grande traffico navale e soprattutto per l’alta intensità di pesca. Sulle coste europee l’attività è monitorata, ma su quelle nordafricane no ed è proprio lì che c’è una delle ultime roccaforti dello squalo bianco.

Lo squalo bianco gode ancora di una pessima fama?

«È tra le più grandi delle cinquecentoquarantacinque specie di squali: quindi se morde un essere umano può fare molto male. Gli incidenti capitano, ma sono rarissimi. In California, dove pure sono di casa, la probabilità che si verifichino è una su settecentoquarantuno milioni: molto più facile vincere alla lotteria».

Perché è importante salvarli dall’estinzione?

«Senza lo squalo bianco, sparirebbe il predatore più importante del Mediterraneo, che ha una funzione di controllo sulla catena alimentare e su tutto l’ecosistema marino. Sulla costa est degli Stati Uniti il forte declino degli squali dovuto alla pesca ha portato alla proliferazione di squali più piccoli, come lo spinarolo, o di razze, che ha poi contribuito al collasso delle capesante».

E da noi cosa potrebbe succedere?

«Nel Mar Ligure la scomparsa degli squali ha provocato grandi oscillazioni nelle popolazioni di piccoli tonni, sardine, acciughe».

Luca Fraioli, Repubblica.it, 25 ottobre 2024

Finalità del progetto

Con il progetto #SIAMOPARI, il Gruppo Editoriale Raffaello si propone di promuovere la cultura del rispetto delle differenze attraverso la valorizzazione delle diversità a partire da quella di genere nei libri. Impegnandosi in un percorso di analisi, studio, ricerca e formazione si prefissa di elaborare strumenti educativi e didattici che possano favorire la costruzione di un sapere aperto a molteplici sguardi e in grado di rappresentare quella società plurale e multiculturale nella quale siamo immersi e che costituisce per migliaia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, l’esperienza quotidiana di vita e di relazioni nella scuola e nelle classi. Con ciò si vuole contribuire a prevenire e contrastare il permanere e il diffondersi di molti stereotipi legati al genere, al colore della pelle, all’etnia, alla cultura e all’abilità, che sono spesso alla base di fenomeni di intolleranza, discriminazione, violenze e disuguaglianze nella società così come nella scuola, e a promuovere e diffondere l’educazione al genere, con la quale si intende accompagnare i/le giovani alla scoperta di sé, alla valorizzazione e al rispetto delle differenze individuali in un mondo di relazioni nel quale sperimentano e si confrontano quotidianamente con la complessità e la pluralità sociale e culturale. Inoltre, riteniamo che sostenere e promuovere nella scuola la cultura di genere, delle pari opportunità e del rispetto di tutte le differenze sia un diritto fondamentale di ogni soggetto che cresce, affinché abbia la possibilità di costruire la propria identità nella piena libertà di espressione di sé.

Siamo consapevoli che il libro di testo nella scuola è uno strumento che rimane ancora un importante punto di riferimento, considerato una fonte autorevole di interpretazione della realtà, un mediatore imprescindibile tra soggetto, società e cultura; è per questo che vogliamo contribuire a promuovere nelle bambine e nei bambini, nelle ragazze e nei ragazzi sguardi aperti su di sé, sugli altri e sul mondo, sollecitare ad andare oltre i rigidi confini segnati da significati simbolici spesso costruiti proprio a partire dai corpi (genere, colore della pelle, orientamento sessuale, disabilità) e ad esplorare possibilità, nuovi orizzonti e vocazioni, affinché ognuno crei il proprio progetto di vita a partire dal pensare la propria identità come desiderio e non come destino già prescritto. Crescere e diventare donne e uomini, cittadine e cittadini, individui più fedeli a se stessi è requisito fondamentale per sviluppare il proprio benessere e la capacità di costruire con le altre persone e con l’ambiente relazioni positive basate sul rispetto, sulla solidarietà, sulla responsabilità e sulla cura.

La cornice legislativa

Il progetto #SIAMOPARI si inserisce all’interno del panorama legislativo internazionale, europeo e nazionale che da decenni pone al centro l’istruzione e la formazione scolastica quali luoghi più adeguati a prevenire e contrastare violenze e discriminazioni e individua i testi scolastici quali strumenti efficaci a promuovere le pari opportunità e diffondere una cultura che valorizzi le differenze. Già nella Convenzione ONU per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW), ratificata dall’Italia nel 1981, si fa riferimento all’importanza dei libri di testo; così come all’art. 14 della Risoluzione del Parlamento europeo sull’eliminazione degli stereotipi di genere nell’Unione europea (Convenzione di Istanbul), ratificata dall’Italia nel 2013, le parti sottoscrittrici sono obbligate a un ripensamento complessivo dei saperi e all’inclusione nei programmi scolastici di temi quali parità tra i sessi, ruoli di genere non stereotipati, violenza di genere. Anche nel Documento Unesco, Educazione alla Cittadinanza Globale, del 2017, si afferma che l’educazione alla cittadinanza globale si basa sui diritti umani e sulla parità di genere, e nei goals dell’Agenda ONU 2030 per uno sviluppo sostenibile.

In Italia le normative internazionali ed europee si sono esplicitate nel Decreto legge 104 convertito dalla L. 128/2013 recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca relative alla formazione del personale scolastico in merito all’aumento delle competenze relative all’educazione, all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere; nel Decreto legge 93 convertito dalla L. 119/2013 recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere per la promozione nelle scuole di corrette relazioni tra i sessi, delle tematiche antiviolenza e anti discriminazioni nei libri di testo.

Anche nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012 per il primo ciclo di istruzione si raccomanda attenzione al linguaggio di genere e al fatto che la scuola segua le diverse condizioni nelle quali si sviluppa l’identità di genere di bambine e bambini, con un’attenzione particolare alla fase della preadolescenza.

Nella Legge 107 del 2015 al comma 16 si afferma che la scuola deve assicurare l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le altre discriminazioni e il personale scolastico deve essere debitamente formato e aggiornato a tale scopo. Inoltre il Miur nel 2017 ha emanato specifiche Linee Guida, Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione e sempre nello stesso anno la Camera dei Deputati ha varato il Piano Nazionale contro la violenza di genere, che prevede la promozione di un’adeguata formazione del personale della scuola contro la violenza e la discriminazione di genere e della sensibilizzazione, dell’informazione e della formazione delle studentesse e degli studenti al fine di prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo. Anche nel Piano formazione docenti 2016-2020 si parla di competenze di cittadinanza, cittadinanza globale e parità di genere.

In ultimo, è in discussione alla Camera la proposta di legge Misure per il contrasto agli stereotipi di genere e per la promozione della diversità e dell’inclusione nei testi scolastici che ha come obiettivo di adeguare l’ordinamento italiano ai principali standard internazionali in materia di diversità e inclusione nel settore dei libri di testo scolastici, attraverso una efficace azione di prevenzione e contrasto a pregiudizi e stereotipi di genere come pure quelli relativi a cultura, etnia, abilità, valorizzando le diversità e rendendo più rappresentativi e inclusivi i curricola delle varie discipline, in particolar modo con una prospettiva attenta al genere.

Indicazioni operative per i libri di testo

Il Gruppo Editoriale Raffaello, a partire dalle novità ministeriali 2022 per la Scuola Primaria, ha posto particolare attenzione e sensibilità nelle scelte effettuate, cercando per quanto possibile di fornire testi privi di stereotipi legati sia al genere, che alle differenze culturali, etniche, religiose, alla disabilità, proponendo contenuti e immagini che rappresentino da un lato la pluralità di contesti sociali, familiari e soggettivi nel modo più adeguato e ampio possibile, dall’altro modelli maschili e femminili differenti e più aperti rispetto ai ruoli e alle caratteristiche tradizionalmente attribuite ad essi.

Per questo il Gruppo Editoriale Raffaello si rifà alle indicazioni e alle esperienze maturate nel corso degli anni con il progetto POLITE (Pari Opportunità nei LIbri di TEsto), un progetto di autoregolamentazione dell’editoria scolastica, promosso e finanziato dall’Unione Europea, che ha avuto come obiettivo quello di promuovere una riflessione culturale, didattica ed editoriale al fine di ripensare i libri di testo in un’ottica intersezionale e multiculturale in modo tale che donne, uomini e altre soggettività protagonisti della cultura, della storia, della politica e della scienza siano presenti nei libri di testo senza discriminazioni.

Un’attenzione particolare è stata data al linguaggio perché un uso della lingua rispettoso della parità di genere è di fondamentale importanza per contrastare le disuguaglianze e valorizzare le differenze, cercando soprattutto di superare l’uso del maschile neutro e universale e dissimmetrie di genere grammaticali e semantiche, nella consapevolezza che, come afferma Alma Sabatini nelle Raccomandazioni per un uso non sessista della

lingua della lingua italiana, “l’uso di un termine anziché di un altro comporta una modificazione nel pensiero e nell’atteggiamento di chi lo pronuncia e quindi di chi lo ascolta. La parola è una materializzazione, un’azione vera e propria”.

A questo scopo tutto il personale della Casa Editrice Raffaello è stato formato e condivide le linee guida con tutti coloro che collaborano con essa: autrici, autori, illustratrici, illustratori, redazioni esterne, consulenti. Nel concreto l’attenzione posta nei testi, nelle narrazioni e nelle rappresentazioni si è rivolta nello specifico ai seguenti aspetti.

• Evitare nei testi e nelle immagini di connotare e polarizzare maschi e femminine secondo gli stereotipi più diffusi, per cui ci si aspetta che le bambine siano dolci, carine, gentili, remissive, calme, tranquille, passive; ma anche pettegole, invidiose, permalose, vanitose, emotive, fragili, seduttive; mentre che i bambini siano attivi, determinati, impulsivi, aggressivi, vivaci, intraprendenti, forti, razionali, intelligenti, impavidi, avventurosi; le donne sono pensate per lo più nei ruoli domestici e lavorativi legati alla cura; gli uomini negli spazi pubblici della politica e nelle professioni più prestigiose.

• Valorizzare il ruolo delle donne nella cultura e nella società e le competenze femminili nei diversi settori: sociali, politici, culturali, economici;

• Equilibrare la presenza di maschi e femmine per evitare che il femminile sia sottorappresentato;

• Offrire una gamma più variegata delle professioni e dei ruoli femminili, nei diversi contesti sia pubblici che privati;

• Proporre modelli maschili plurali, che svolgano attività e ruoli anche negli ambiti della cura, capaci di empatia e sensibilità;

• Proporre nuove relazioni tra maschi e femmine, superando gli steccati che li vogliono separati in mondi non comunicabili dovuti a presunte propensioni e caratteristiche innate rispetto alle attività praticabili, alla sfera delle emozioni e dell’affettività, alle scelte comportamentali, ai modi di essere e di esprimersi;

• Dare visibilità al variegato mondo delle famiglie e delle differenti soggettività anche in chiave multietnica e multiculturale, maggiormente aderente alla vita reale anche nella divisione del lavoro e dei compiti di cura;

• Proporre testi di autrici e autori in modo bilanciato, attingendo anche alla letteratura extra-europea;

• Valorizzare sempre il contributo delle donne nello sviluppo della conoscenza nei diversi campi disciplinari, perché sia esplicita e visibile la presenza delle donne nel panorama scientifico e culturale al fine di proporre modelli nei quali bambine e ragazze possano identificarsi;

• Includere nei contenuti dei testi la tematica di genere, il sapere elaborato dalle donne e sulle donne, per offrire anche spunti di riflessione critica sulle condizioni attuali di vita delle donne e della relazione tra i sessi nei Paesi sia europei che extra-europei.

SPECIALE VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA

A cura di Roberto Morgese, coordinatore didattico primaria Raffaello Scuola

Sintesi e risposte

L’Ordinanza n° 3 del 2025 “Valutazione periodica e finale degli apprendimenti nella scuola primaria e valutazione del comportamento nella scuola secondaria di primo grado” (https://tinyurl.com/cpcuzpyr) ha destato, soprattutto nel settore della primaria, alcune preoccupazioni, dovute anche, ma non solamente, al nuovo cambio di modalità e diciture e al conseguente adeguamento degli strumenti di documentazione. Con il recente testo normativo, infatti, “cessano di produrre effetti le disposizioni dell’Ordinanza Ministeriale n. 172 del 4 dicembre 2020”. Dopo alcuni anni di costante formazione sul tema, che ha aperto una nuova stagione di diffusa consapevolezza pedagogica e didattica negli e nelle insegnanti, il Ministero è intervenuto di nuovo. L’intento, più che evidente, è di dare più spessore alla valutazione degli apprendimenti, sempre rimarcata nel testo, e di rendere di estrema leggibilità, al limite dell’eccessiva semplificazione, il documento periodico di valutazione per le famiglie, attraverso una scala già utilizzata nell’istruzione primaria italiana in anni passati. Molte sono le domande emerse sulla questione. Per questo motivo, il Gruppo Raffaello ha raccolto le principali, cercando di dare risposte attraverso un incontro on line, l’11 febbraio 2025 (https://www.youtube.com/ watch?v=z1x7_Jn9aRM).

Il timore del “nuovo” non consente di riconoscere facilmente la validità di tutto il lavoro pregresso, che conserva ancora tutta la sua forza orientativa e applicativa, anche in classe, anche con i genitori e sul registro elettronico. Per questo motivo, delineiamo una sintesi puntuale sulla nuova valutazione.

Ripartiamo quindi dall’ODG della seduta dei cinque ipotetici referenti d’interclasse e analizziamoli, mantenendo questi tre punti prospettici:

• Che cosa CAMBIA O NON CAMBIA rispetto alla precedente normativa.

• Come traduco la nuova valutazione CON I BAMBINI E LE BAMBINE, CON I GENITORI, SUL REGISTRO ELETTRONICO.

• Come si attua NEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE PERIODICA E FINALE

1. Finalità della valutazione.

2. Modalità di valutazione degli apprendimenti.

3. Valutazione degli apprendimenti di alunni e alunne con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento.

4. Tempi e modalità per adeguare i criteri di valutazione (registri elettronici, documenti di valutazione, informazioni alle famiglie).

5. Varie ed eventuali.

La finalità della valutazione, come apparato strettamente connesso e interno alla dinamica di insegnamento-apprendimento NON CAMBIA rispetto a prima. Essa ha per oggetto il processo formativo e i risultati di apprendimento degli alunni e concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo (art. 2 comma 1).

Vi è, di fatto, un accento più marcato e continuo sulla valutazione degli apprendimenti. Sembra quasi che il legislatore voglia richiamare l’attenzione sull’importanza e forse anche la quantità oltre che la qualità di ciò che bambini e bambine “imparano”, quindi anche sul bagaglio di conoscenze. Tuttavia, lo stesso articolo citato prima, al comma successivo (comma 2) specifica che la finalità è la maturazione progressiva dei traguardi di competenza definiti dalle IINN ed è coerente con gli obiettivi di apprendimento declinati dal curricolo d’istituto. Così gli “apprendimenti” sono tuttora considerati ad ampio spettro, non nella veste restrittiva di “nozioni”, bensì di conoscenze, abilità e competenze, orientate alla costruzione dei traguardi più alti.

Tale tema viene ripreso anche dal documento di accompagnamento dell’OM 3/2025, “Indicazioni in merito alla valutazione periodica e finale degli apprendimenti nella scuola primaria e alla valutazione del comportamento nella scuola secondaria di primo grado” (https://tinyurl.com/yc8dxj5j), dove sta scritto: La va-

lutazione documenta lo sviluppo dell’identità personale dell’alunno e promuove l’autovalutazione di ciascuno in relazione all’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze, concorrendo, insieme alla valutazione del processo formativo, al graduale raggiungimento dei traguardi di competenza definiti dalle Indicazioni nazionali per il curricolo in coerenza con gli obiettivi di apprendimento declinati nel curricolo di istituto (pagina 2). Del resto il richiamo alla normativa di riferimento tuttora vigente (elencata all’art. 1 dell’OM), non può che costituire un quadro comune di significato.

Chiarito questo aspetto, è imprescindibile che AI BAMBINI E ALLE BAMBINE l’insegnante dovrà continuare a raccogliere le evidenze rispetto all’intero processo di apprendimento, utilizzando vari strumenti capaci di intercettare le diverse intelligenze presenti in aula: elaborati individuali o di gruppo (scritti, disegni, costruzioni, ricerche ecc.), contributi durante le conversazioni didattiche, autonomia operativa, compiti di realtà, interrogazioni, prove di verifica standard. E su tutto ciò, la maestra, il maestro è tenuto a fornire ad alunni e alunne feedback chiari e alla loro portata. Tale conferma è ben espressa nell’articolo 3, comma 5: La valutazione in itinere resta espressa nelle forme che il docente ritiene opportune e che restituiscano agli alunni, in modo pienamente comprensibile, il livello di padronanza dei contenuti verificati. Quindi anche in questo ambito, nulla cambia.

Per quanto riguarda LE FAMIGLIE, lo stesso articolo, al comma 4, recita: Al fine di garantire efficacia comunicativa, trasparenza e tempestività della valutazione del percorso scolastico, le istituzioni scolastiche adottano modalità di interrelazione con le famiglie, eventualmente attraverso l’uso del registro elettronico, curando le necessarie interlocuzioni tra insegnanti e famiglie

Ciò significa che ogni scuola dovrà spiegare ai genitori di alunni e alunne le stesse cose che vengono riportate in questo articolo. Ma non potrà limitarsi a questo. Mentre l’insegnante continuerà a compilare IL REGISTRO ELETTRONICO con feedback chiari, la scuola sarà tenuta ad agganciare tali restituzioni ed esiti agli obiettivi che l’istituto si dà. Esattamente come succedeva finora.

Non è forse vero che le valutazioni sul registro sono sempre state messe in correlazione con gli obiettivi? Il dubbio che assilla molti insegnanti è: sul registro elettronico posso utilizzare i giudizi sintetici? Questo potrà deciderlo ogni docente come recita l’OM (La valutazione in itinere resta espressa nelle forme che il docente ritiene opportune); tuttavia è verosimile che sarà l’intero istituto a stabilirlo in modo unanime (tramite il CdD) per omogeneità di comunicazione con le famiglie. Come riportato sopra, la legge lascia libertà di scelta circa la modalità delle valutazioni in itinere, purché esse siano comprensibili per alunni e alunne e per le famiglie.

Il nostro parere professionale di formatori è che sia preferibile, nell’ottica di questa stessa ordinanza che fa della “trasparenza e della leggibilità valutativa” una propria missione, continuare a fornire descrizioni di ciò che il bambino o la bambina sa e sa fare e di come lo sa fare, ritenendo che la sola etichetta dei giudizi sintetici non consenta alla famiglia di farsi un quadro chiaro.

“Discreto” sul registro in italiano rispetto all’obiettivo “Leggere e comprendere testi scritti” non è chiaro quanto “Legge correttamente il testo, riconosce le parole nuove e le comprende se guidato dall’insegnante. Coglie l’argomento generale del brano, soprattutto se si tratta di una storia con una struttura nota, ma individua solo le principali informazioni specifiche o quelle più evidenti”. Rispetto a questa valutazione su registro, l’alunno potrebbe ricevere, a voce o per iscritto, un feedback del tipo: “Bravo, hai letto bene e hai riconosciuto le parole nuove. Devi ancora imparare come si scopre il loro significato leggendo le frasi vicine. Hai capito il brano in generale, qualche aspetto un po’ nascosto (e qui aggiungerei un esempio specifico) ancora ti sfugge”. Ma allora non cambia nulla?

No, della pratica quotidiana della valutazione non cambia nulla. Rimangono e vengono ribaditi:

• il valore formativo, in quanto si caratterizza come valutazione per l’apprendimento, che utilizza le informazioni rilevate anche per adattare l’insegnamento ai bisogni educativi concreti degli alunni ai loro stili di apprendimento in una prospettiva di personalizzazione e valorizzazione dei talenti;

• la funzione di consentire ai docenti di rimodulare la progettazione curricolare anche ai fini dell’individualizzazione e della personalizzazione dei percorsi

Del resto tutto quanto sopra esposto viene ben messo in chiaro da subito. All’articolo 1, infatti, si definisce con precisione il perimetro di intervento del testo ministeriale: La presente ordinanza disciplina le modalità della valutazione periodica e finale degli apprendimenti degli alunni della scuola primaria […].

Infatti, a partire dal secondo quadrimestre dell’anno scolastico 2024/2025, NEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE PERIODICA E FINALE, a ogni disciplina nel suo complesso verrà attribuito un solo giudizio sintetico, scelto tra: OTTIMO – DISTINTO – BUONO – DISCRETO – SUFFICIENTE – NON SUFFICIENTE.

In parole povere: CAMBIA la pagella!

L’Allegato A dell’OM 3/2025 (https://tinyurl.com/bdfnvprf) riporta la descrizione dei sei giudizi sintetici in termini generali, riferendosi a diverse aree (che strizzano moltissimo l’occhio alle quattro dimensioni della DLS del 2020 appena abrogato); esse sono: la padronanza e l’utilizzo dei contenuti disciplinari, delle abilità e delle competenze maturate, l’uso del linguaggio specifico, l’autonomia e la continuità nello svolgimento delle attività anche in relazione al grado di difficoltà delle stesse, la capacità di espressione e rielaborazione personale (Indicazioni in merito alla valutazione periodica e finale degli apprendimenti nella scuola primaria e alla valutazione del comportamento nella scuola secondaria di primo grado, pagina 3).

Lo stesso testo di accompagnamento a cui abbiamo appena fatto riferimento, riporta delle “proposte esemplificative e non esaustive” di documento di valutazione. Il primo contiene la disciplina, il giudizio sintetico e la sua descrizione generale. Nel secondo caso agli elementi precedenti si aggiungono i principali obiettivi di apprendimento disciplinari che ciascuna istituzione scolastica ha individuato nel curricolo d’istituto per la specifica disciplina e per l’anno di corso di riferimento

Esempio 1

Disciplina

Matematica OTTIMO

Italiano DISTINTO

Descrizione del giudizio

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza. È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza. È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale.

Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

Esempio 2 – Classe prima – Disciplina: Italiano

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale.

Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

• Leggere e comprendere brevi testi di vario tipo mostrando di saperne cogliere il senso globale e le informazioni essenziali.

• Scrivere un breve testo con frasi semplici e compiute rispettando le principali convenzioni ortografiche.

• Ascoltare e comprendere testi di vario tipo, individuando gli elementi essenziali.

Italiano OTTIMO

Tutto ciò significa che ogni istituto è tenuto a declinare la descrizione di ciascun giudizio sintetico, di ciascuna disciplina, per ciascun anno di corso della scuola primaria, facendo riferimento agli obiettivi che il curricolo interno stabilisce come principali. Come per l’ordinanza precedente, quindi, la scuola sceglie gli obiettivi principali e può (non è obbligatorio) riportarli nella scheda di fianco alla descrizione del giudizio sintetico. È invece obbligatorio declinare la descrizione di quei giudizi su scala quinquennale nel proprio PTOF, scegliendo anche gli strumenti attraverso i quali definirli: Spetta a ciascuna istituzione scolastica, a norma di quanto previsto dall’articolo 4 del DPR 275/1999, declinare tali descrizioni per ciascuna disciplina e anno di corso (es. attraverso griglie, tabelle e rubriche di valutazione), tenendo a riferimento le Indicazioni nazionali per il curricolo vigenti e i curricoli di istituto inseriti nei Piani triennali dell’offerta formativa. Pertanto, il collegio dei docenti, in coerenza con le suddette novità, delibera i criteri e le modalità di valutazione degli apprendimenti che vengono inseriti nel PTOF e resi pubblici.

Ciò significa che ogni istituto può riportare nel documento periodico e finale di valutazione da consegnare alle famiglie la descrizione dei giudizi sintetici adottata nel PTOF?

Non c’è un’esplicita indicazione rispetto a tale possibilità, ma rimane il fatto che gli esempi forniti non sono vincolanti. Sicuramente, lo ripetiamo, tali declinazioni vanno discusse e definite dal Collegio dei Docenti, delegando probabilmente a una commissione, forse la Commissione Valutazione, che darà poi precise istruzioni al gestore del registro per la predisposizione dello strumento e favorire una compilazione agevole (è però anche probabile che l’azienda che gestisce il registro, come spesso accade, predisponga di propria iniziativa l’adeguamento dello strumento).

Il materiale messo ora a disposizione dei docenti, raccolto in fascicoli distinti, contiene una possibile declinazione descrittiva di giudizi sintetici per ogni disciplina per ogni anno. In ciascuna tabella compaiono tutti gli obiettivi per la disciplina e per l’anno, ma è compito della scuola specificare quali considera principali, di base e irrinunciabili per ciascun anno di corso.

È evidente che l’unica strada possibile per fare in modo che la valutazione periodica e finale non sia un’etichetta approssimativa è quella della valutazione descrittiva in itinere (e non tramite i giudizi sintetici) e il costante riferimento agli obiettivi.

Naturalmente nel corso degli anni, la stessa disciplina avrà accenti diversi: se in prima la lettura strumentale è quasi tutto, in quinta dovrebbe essere un dato assodato e, nell’attribuzione del giudizio sintetico, avrà maggiore peso la comprensione oppure la scrittura. Una possibilità sulla quale le scuole potrebbero riflettere è quella di darsi come riferimento delle rubriche di indicatori descrittivi articolati per ciascun nucleo tematico, in modo che dalle rilevazioni degli insegnanti possano emergere sia le conoscenze, sia le abilità, sia le competenze legate anche a obiettivi di carattere trasversale. Anche questo materiale, per disciplina, per anno, per nucleo tematico viene qui fornito come supporto al lavoro del docente, che dovrà però sempre contestualizzarlo rispetto alla propria scuola e al PTOF del proprio istituto.

NON CAMBIANO, invece, il profilo delle competenze in uscita e la taratura valutativa degli obiettivi per tutti le alunne e gli alunni portatori di bisogni educativi speciali, sia in termini di disabilità, sia di difficoltà specifiche. Per loro vige il riferimento ai rispettivi PEI e PDP. In conclusione, come accennato fin dall’inizio, l’OM 3/2025 NON CAMBIA, e di questo siamo molto contenti, LO SPIRITO DELLA VALUTAZIONE, ALMENO DI QUELLA FORMATIVA IN ITINERE

Speriamo soltanto che noi insegnanti non cadremo nella tentazione della semplificazione riduzionistica, tornando ai voti, travestiti da giudizi.

Declinazione descrittiva dei giudizi sintetici

Per facilitare e orientare il compito dell’insegnante in fase di valutazione periodica e finale, viene presentata per ogni anno scolastico, in questo caso per la classe 4a e per la classe 5a, “la descrizione dei livelli di apprendimento correlati ai giudizi sintetici riportati nell’Allegato A” all’Ordinanza Ministeriale del 9 gennaio 2025 (articolo 3, comma 6)

Viene inoltre proposta la descrizione dei livelli di apprendimento per ciascun nucleo fondante di ciascuna disciplina nell’ambito linguistico ed espressivo per fornire all’insegnante uno strumento di valutazione in itinere. La scelta della modalità di valutazione in itinere rimane tuttavia una prerogativa del singolo docente/del team. Tale modalità deve, inoltre, avere una forma capace di restituire “agli alunni, in modo pienamente comprensibile, il livello di padronanza dei contenuti verificati, in conformità con i criteri e le modalità definiti dal Collegio dei docenti e inseriti nel Piano triennale dell’offerta formativa” (O.M. 9 gennaio 2025, articolo 3 comma 5).

Gli obiettivi di riferimento ai quali è correlata la valutazione periodica e finale compaiono sottolineati nelle tabelle relative alla programmazione annuale per ciascun nucleo fondante.

ITALIANO

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI

NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA ITALIANO - CLASSE 4a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale. Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER ITALIANO CLASSE 4a

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di ascolto, lettura, scrittura e di riflessione lessicale e linguistica con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere e rielaborare testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo, affrontando in modo originale e personale compiti anche difficili.

Si esprime con linguaggio appropriato e corretto, utilizzando anche il lessico specifico legato alle discipline di studio; mostra capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di ascolto, lettura, scrittura e di riflessione lessicale e linguistica con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere e rielaborare testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo, affrontando compiti anche difficili.

Si esprime con linguaggio appropriato e corretto, utilizzando anche il lessico specifico legato alle discipline di studio; mostra capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto del docente.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato dal docente.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di ascolto, lettura, scrittura e di riflessione lessicale e linguistica con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere e rielaborare testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo

Si esprime con linguaggio appropriato e corretto, utilizzando anche il lessico specifico legato alle discipline di studio, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di ascolto, lettura, scrittura e di riflessione lessicale e linguistica con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere e rielaborare testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo, affrontando compiti non particolarmente complessi.

Si esprime con linguaggio corretto e adeguato al contesto, utilizzando un lessico semplice, con alcuni termini specifici disciplinari

L’alunno/a svolge attività di ascolto, lettura, scrittura e di riflessione lessicale e linguistica principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti facilitati su testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo, se analoghi a quelli già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza

L’alunno/a svolge attività di ascolto, lettura, scrittura e riflessione linguistica ancora con difficoltà, anche se guidato dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti su testi orali o scritti di diversa tipologia, molto brevi e conosciuti

Si esprime ancora con un lessico incerto non adeguato al contesto

DESCRIZIONE DEI

GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA ITALIANO - CLASSE 5a

DESCRIZIONE DEL

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

GIUDIZIO SINTETICO all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza. È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale. Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER ITALIANO CLASSE 5a

L’alunno/a comprende le consegne e porta a termine con autonomia e consapevolezza le attività di ascolto, lettura, scrittura e riflessione lessicale e linguistica, riuscendo a utilizzare le competenze acquisite anche in situazioni complesse e non affrontate in precedenza. Utilizza con sicurezza conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo. È in grado di svolgere autonomamente e in modo originale e personale attività anche difficili e nuove di rielaborazione dei testi

Si esprime con i pari e con le persone adulte correttamente, con proprietà di linguaggio, capacità critica, di argomentazione e di ascolto, in modalità adeguate al contesto, realizzando autentici scambi comunicativi Ha acquisito un sicuro lessico disciplinare

DISTINTO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a comprende le consegne e porta a termine con autonomia e consapevolezza le attività di ascolto, lettura, scrittura e riflessione lessicale e linguistica, riuscendo a utilizzare le competenze acquisite anche in situazioni complesse.

Utilizza con sicurezza conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere e rielaborare testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo

Si esprime con i pari e con le persone adulte correttamente, con proprietà di linguaggio, capacità critica, di argomentazione e di ascolto, in modalità adeguate al contesto.

Ha acquisito un sicuro lessico disciplinare

BUONO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza. È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a comprende le consegne e porta a termine con autonomia e consapevolezza le attività di ascolto, lettura, scrittura e riflessione lessicale e linguistica

Utilizza conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere e rielaborare testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo

Si esprime con i pari e con le persone adulte correttamente, con proprietà di linguaggio, in modalità adeguate al contesto. Sa utilizzare il lessico specifico delle discipline

DISCRETO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto del docente.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a comprende e porta a termine con parziale autonomia le attività di ascolto, lettura, scrittura e riflessione lessicale e linguistica

Utilizza alcune conoscenze, abilità e competenze per analizzare, comprendere e rielaborare testi orali o scritti di diversa tipologia e diverso genere narrativo

Si esprime con i pari e con le persone adulte correttamente, con un lessico semplice, in modalità adeguate al contesto. Utilizza occasionalmente il linguaggio specifico delle discipline

L’alunno svolge consegne e attività di ascolto, lettura, scrittura e di riflessione lessicale e linguistica ancora con il supporto dell’insegnante.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per analizzare e comprendere in modalità facilitata brevi e semplici testi orali o scritti soprattutto di tipo narrativo

Si esprime con un lessico limitato, utilizza i termini disciplinare più semplici e con qualche incertezza.

L’alunno/a svolge attività di ascolto, lettura e scrittura ancora con difficoltà, anche se affiancato/a dall’insegnante

Applica conoscenze e abilità solo saltuariamente e in modalità guidata per svolgere semplici attività di analisi e comprensione su testi orali o scritti di diversa tipologia, molto brevi e già affrontati in precedenza

Si esprime ancora con un lessico incerto non adeguato al contesto.

ARTE

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA ARTE E IMMAGINE - CLASSE 4a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DISTINTO

DISCRETO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO

all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale.

Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza. È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER ARTE E IMMAGINE CLASSE 4a

L’alunno/a svolge e porta a termine attività fruizione o produzione di immagini con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche attività complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per riconoscere nei testi visivi gli elementi della grammatica dell’immagine, la tecnica e lo stile dell’artista, descrivendone il significato espressivo, con capacità critica e di argomentazione. Sperimenta strumenti e tecniche del linguaggio visivo, affrontando in modo originale e personale compiti anche difficili ed esprimendo creativamente contenuti adeguati allo scopo comunicativo

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di fruizione o produzione di immagini con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche attività complesse.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per riconoscere e descrivere nei testi visivi gli elementi della grammatica dell’immagine, la tecnica e lo stile dell’artista, con capacità critica e di argomentazione.

Sperimenta strumenti e tecniche del linguaggio visivo, affrontando compiti anche difficili ed esprimendo contenuti adeguati allo scopo comunicativo

L’alunno/a svolge e porta a termine attività fruizione o produzione di immagini con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per riconoscere e descrivere nei testi visivi gli elementi della grammatica dell’immagine

Sperimenta strumenti e tecniche nella produzione e rielaborazione di immagini per esprimere contenuti personali

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di fruizione o produzione di immagini con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per riconoscere e elencare nei testi visivi i principali elementi della grammatica dell’immagine Sperimenta strumenti e tecniche nella produzione di immagini per esprimere semplici contenuti.

BUONO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a svolge attività di fruizione o produzione di immagini principalmente sotto la guida e con il supporto del docente.

È in grado di applicare alcune conoscenze per riconoscere nei testi visivi alcuni elementi della grammatica dell’immagine

Se guidato/a usa strumenti diversi per produrre immagini non elaborate o complesse Il suo linguaggio visivo esprime semplici contenuti, non sempre adeguati allo scopo comunicativo

L’alunno/a svolge attività di fruizione o produzione di immagini ancora con difficoltà, anche se guidato dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per produrre immagini.

Non ha ancora acquisito la consapevolezza della funzione comunicativa del linguaggio visivo

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA ARTE E IMMAGINE - CLASSE 5a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DISTINTO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale. Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER ARTE E IMMAGINE CLASSE 5a

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di fruizione o produzione di immagini con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche attività complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze, per riconoscere e descrivere autonomamente le regole compositive e la funzione comunicativa di opere d’arte, fotografie, immagini pubblicitarie, fumetti, anche nell’ottica dell’artista

Sperimenta strumenti e tecniche nella produzione e rielaborazione, affrontando in modo originale e personale compiti anche difficili, elaborando creativamente immagini che rappresentano e comunicano il suo punto di vista sulla realtà

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di fruizione o produzione di immagini con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche attività complesse.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per riconoscere e descrivere le regole compositive e la funzione comunicativa di opere d’arte, fotografie, immagini pubblicitarie, fumetti

Sperimenta strumenti e tecniche nella produzione e rielaborazione di immagini, affrontando compiti anche difficili, elaborando creativamente immagini che rappresentano e comunicano il suo punto di vista sulla realtà

BUONO

DISCRETO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di fruizione o produzione di immagini con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per riconoscere e descrivere le principali regole compositive di opere d’arte, fotografie, immagini pubblicitarie, fumetti

Sperimenta strumenti e tecniche nella produzione e rielaborazione di immagini, elaborando immagini che rappresentano emozioni o elementi della realtà

L’alunno/a svolge e porta a termine attività di fruizione o produzione di immagini con parziale autonomia. È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per riconoscere ed elencare le principali regole compositive di opere d’arte, fotografie, immagini pubblicitarie, fumetti

Utilizza strumenti e tecniche nella produzione di immagini in attività già proposte in precedenza, elaborando semplici immagini non sempre rappresentative di contenuti personali

L’alunno/a svolge attività di fruizione o produzione di immagini principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

È in grado di applicare alcune conoscenze per rispondere a domande facilitate sulle principali caratteristiche tecniche ed espressive di opere d’arte, fotografie, immagini pubblicitarie, fumetti

Se guidato/a usa strumenti diversi per produrre semplici immagini, non sempre adeguate all’intenzione comunicativa

L’alunno/a svolge attività di fruizione o produzione di immagini di diversa tipologia (opera d’arte, fotografia, fumetto) ancora con difficoltà, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per produrre immagini

Non ha ancora acquisito la consapevolezza della funzione comunicativa delle immagini

MUSICA

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI

NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA MUSICA - CLASSE 4a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza. È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale. Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER MUSICA CLASSE 4a

L’alunno/a svolge e porta a termine con consapevolezza e autonomia attività di ascolto e discriminazione degli eventi musicali e sonori, riuscendo ad affrontare anche compiti complessi e non proposti in precedenza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per riconoscere le caratteristiche formali delle composizioni e per eseguire brani musicali e vocali, proponendo soluzioni personali e originali in situazioni difficili.

Riconosce e commenta la funzione comunicativa delle diverse forme espressive musicali, esprimendosi con capacità critica e di argomentazione.

L’alunno/a svolge e porta a termine, con consapevolezza e autonomia, attività di ascolto e discriminazione degli eventi sonori e musicali, riuscendo ad affrontare anche compiti complessi.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per riconoscere le caratteristiche formali delle composizioni e per eseguire brani musicali e vocali

Riconosce e commenta la funzione comunicativa delle diverse forme espressive musicali, esprimendosi con capacità critica e di argomentazione.

L’alunno/a svolge e porta a termine, con consapevolezza e autonomia, attività di ascolto e discriminazione degli eventi sonori e musicali

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per distinguere forme musicali diverse e per eseguire brani musicali e vocali

Riconosce globalmente e commenta in modo pertinente la funzione comunicativa delle diverse forme espressive musicali

L’alunno/a svolge e porta a termine, con parziale autonomia, attività di ascolto e discriminazione degli eventi sonori e musicali

Utilizza alcune conoscenze, abilità e competenze per distinguere semplici composizioni e per eseguire brani musicali e vocali

Riconosce la funzione comunicativa di semplici e comuni forme espressive musicali

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza. Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a ascolta e distingue alcuni comuni eventi sonori e musicali solo se supportato dall’insegnante. Ha ancora difficoltà nel riconoscere le caratteristiche formali dei suoni e nell’eseguire brani musicali e vocali

Comprende la più semplici funzioni comunicative di brani musicali, con la spiegazione diretta dell’insegnante

L’alunno/a svolge con difficoltà attività di ascolto delle diverse forme espressive musicali, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per eseguire brani vocali

Non ha ancora acquisito la consapevolezza della funzione comunicativa della musica

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA MUSICA - CLASSE 5a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DISTINTO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale. Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER MUSICA CLASSE 5a

L’alunno/a svolge e porta a termine con consapevolezza e autonomia attività di comprensione ed elaborazione di eventi sonori e musicali, riuscendo ad affrontare anche compiti complessi e non proposti in precedenza.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per utilizzare il linguaggio musicale e per eseguire brani vocali e musicali articolati, proponendo soluzioni personali e originali in situazioni difficili.

Riconosce e valuta i diversi generi musicali, esprimendo capacità critica e di argomentazione.

L’alunno/a svolge e porta a termine con consapevolezza e autonomia attività di comprensione ed elaborazione di eventi sonori e musicali, riuscendo ad affrontare anche compiti complessi.

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per utilizzare il linguaggio musicale e per eseguire brani vocali e musicali articolati

Riconosce e valuta i diversi generi musicali, esprimendo capacità critica.

BUONO

DISCRETO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine, con consapevolezza e autonomia, attività di comprensione ed elaborazione di eventi sonori e musicali

È in grado di utilizzare con continuità conoscenze, abilità e competenze per distinguere forme musicali diverse e per eseguire brani musicali e vocali

Riconosce le caratteristiche principali dei diversi generi musicali

L’alunno/a svolge con parziale autonomia attività di comprensione ed elaborazione di eventi sonori e musicale

Applica alcune conoscenze, abilità e competenze per distinguere forme musicali diverse e per eseguire brani musicali e vocali

Riconosce le caratteristiche più evidenti dei diversi generi musicali

L’alunno/a svolge con difficoltà, e solo se supportato dall’insegnante, attività di ascolto e comprensione del linguaggio musicale

Applica alcune conoscenze, abilità e competenze per distinguere le caratteristiche più evidenti dei diversi generi musicali, sottolineate dall’insegnante

L’alunno/a svolge con difficoltà attività di ascolto e comprensione del linguaggio musicale, anche se guidato dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per eseguire brani vocali

Non ha ancora acquisito la capacità di riconoscere i diversi generi musicali

EDUCAZIONE FISICA

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA EDUCAZIONE FISICA - CLASSE 4a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza. È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale. Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi. Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER EDUCAZIONE FISICA CLASSE 4a

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con autonomia e consapevolezza, anche nel seguirne le regole o nel crearle, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze con continuità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, anche difficili, in modo originale e personale, nel rispetto del fair play e della sicurezza per sé e per gli altri Verbalizza le diverse esperienze motorie interne o esterne alla scuola con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con autonomia e consapevolezza, anche nel seguirne le regole, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze con continuità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, anche difficili, nel rispetto del fair play e della sicurezza per sé e per gli altri

Verbalizza le diverse esperienze motorie interne o esterne alla scuola con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con autonomia e consapevolezza, anche nel seguirne le regole

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze con continuità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, nel rispetto del fair play e della sicurezza per sé e per gli altri Verbalizza le diverse esperienze motorie interne o esterne alla scuola collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, nel rispetto della sicurezza per sé e per gli altri

Verbalizza le diverse esperienze motorie svolte a scuola con un lessico semplice e adeguato al contesto.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a svolge attività ginniche e sportive principalmente sotto la guida e con il supporto del docente. È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, analoghi a quelli già affrontati in precedenza, nel rispetto della sicurezza per sé e per gli altri

Verbalizza le diverse esperienze motorie svolte a scuola con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere attività ginniche e sportive, anche se guidato dal docente. Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per partecipare a giochi e competizioni

Verbalizza le diverse esperienze motorie svolte a scuola con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA EDUCAZIONE FISICA - CLASSE 5a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO

all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale. Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER EDUCAZIONE FISICA CLASSE 5a

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con autonomia e consapevolezza, anche nel seguirne le regole o nel crearle, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze con continuità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, anche difficili, in modo originale e personale, nel rispetto del fair play e della sicurezza per sé e per gli altri

Parla delle diverse esperienze motorie interne o esterne alla scuola, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto e comprendendone il valore salutare

DISTINTO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con autonomia e consapevolezza, anche nel seguirne le regole, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze con continuità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, anche difficili, nel rispetto del fair play e della sicurezza per sé e per gli altri

Parla delle diverse esperienze motorie interne o esterne alla scuola, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto e comprendendone il valore salutare

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con autonomia e consapevolezza, anche nel seguirne le regole

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze con continuità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, nel rispetto del fair play e della sicurezza per sé e per gli altri

Parla delle diverse esperienze motorie interne o esterne alla scuola collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto e comprendendone il valore salutare

DISCRETO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi.

Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto dell’insegnante.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza. Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato dall’insegnante.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine attività espressive, ginniche e sportive con parziale autonomia e consapevolezza, anche nel seguirne le regole

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, nel rispetto della sicurezza per sé e per gli altri

Parla delle diverse esperienze motorie svolte a scuola con un lessico semplice e adeguato al contesto, comprendendone il valore salutare grazie alla spiegazione dell’insegnante

L’alunno/a svolge attività ginniche e sportive principalmente sotto la guida e con il supporto o la regolamentazione dell’insegnante.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per partecipare a giochi, competizioni, coreografie o drammatizzazioni, analoghi a quelli già affrontati in precedenza, nel rispetto della sicurezza per sé e per gli altri

Parla delle diverse esperienze motorie svolte a scuola con un lessico limitato e con qualche incertezza, ma manifestando piacere

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere attività ginniche e sportive, anche se guidato dall’insegnante. Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per partecipare a giochi e competizioni

Verbalizza le diverse esperienze motorie svolte a scuola con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

BUONO

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

ITALIANO

• Competenza alfabetica funzionale • Competenza multilinguistica • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare • Competenza sociale e civica in materia di cittadinanza • Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali

Nucleo tematico: ASCOLTO E PARLATO

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

• Partecipa agli scambi comunicativi rispettando il turno di parola formulando messaggi chiari e pertinenti, con un registro adeguato.

• Ascolta e comprende testi orali diretti o trasmessi, cogliendone informazioni principali e scopo.

• Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un dialogo su argomenti di esperienza diretta, formulando domande, dando risposte e fornendo spiegazioni ed esempi.

• Comprendere il tema, le informazioni essenziali lo scopo di un’esposizione (diretta o trasmessa).

• Formulare domande pertinenti durante o dopo l’ascolto.

• Comprendere consegne e istruzioni per l’esecuzione delle attività.

• Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento.

• Raccontare esperienze personali o storie rispettando l’ordine cronologico e logico.

• Organizzare un semplice discorso orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento preparato in precedenza.

Contenuti

Storie e esperienze personali.

Storie ascoltate o viste.

Argomenti di interesse comune legati alle relazioni di gruppo.

Attività

Conversazione su tematiche vicine all’esperienza dei bambini.

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Ascolto di testi letti dall’insegnante, risposte a domande di comprensione e riflessione.

Ascolto di brani dell’audiolibro con specifiche attività di sviluppo delle competenze di ascolto.

Narrazione orale di brevi esperienze personali e\o racconti rispettando l’ordine cronologico e la coerenza del discorso.

Lettura di immagini.

Discussioni guidate dall’insegnante e gestite tra pari

Apprendimento cooperativo

Sviluppo delle life skills

Compiti di realtà

Attività laboratoriale

Uso dei dispositivi digitali

OTTIMO

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia per partecipare a conversazioni e discussioni, propone idee e soluzioni proprie, esegue consegne orali anche complesse di diverso tipo. È in grado di acquisire nuove informazioni, anche su temi mai incontrati prima, esprimendole con padronanza di linguaggio.

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia per partecipare a conversazioni e discussioni, propone idee e soluzioni proprie o riprese da altri, esegue consegne orali anche complesse di diverso tipo. È in grado di acquisire nuove informazioni su temi conosciuti, esprimendole con padronanza di linguaggio.

L’alunno/a si attiva spesso in autonomia per partecipare a conversazioni e discussioni, esegue consegne orali di diverso tipo, acquisisce nuove informazioni su temi noti, utilizzando in modo adeguato i termini principali.

L’alunno/a si attiva in parziale autonomia per partecipare a conversazioni e discussioni su argomenti conosciuti, esegue consegne orali anche nuove ma semplici, acquisisce le informazioni di base, utilizzando in modo adeguato i termini principali.

L’alunno/a partecipa a conversazioni e discussioni, esegue le consegne orali già note e consolidate, acquisisce le informazioni di base, utilizza alcuni i termini principali, prevalentemente se guidato/a da domande mirate dell’insegnate.

L’alunno/a interviene nelle conversazioni solo se sollecitato/a e senza continuità. Non è ancora autonomo nell’eseguire consegne minime; ha ancora difficoltà e nell’esporre le informazioni ascoltate, anche se guidato/a da domande mirate dell’insegnante.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Nucleo tematico: LETTURA

• Legge e comprende testi di vario tipo, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.

• Utilizza abilità di lettura funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale.

• Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma.

• Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce.

• Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie di analisi e comprensione.

• Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.

• Leggere per trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere.

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza applicando tecniche di supporto alla comprensione (sottolineare, annotare informazioni, ecc.).

• Seguire istruzioni scritte.

• Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà.

• Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici cogliendone il senso e le caratteristiche formali più evidenti.

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Contenuti

Testi narrativi realistici e fantastici, legati a esperienze vicine alla realtà di alunne e alunni.

Testi non narrativi legati alle esperienze e alle conoscenze più comuni.

Attività

Lettura di testi narrativi e non narrativi.

Analisi e comprensione dei contenuti letti, risposte a domande sia a scelta multipla sia libere.

Formulazione di domande pertinenti a un testo o coerenti con risposte date.

Attività per lo sviluppo delle abilità inferenziali.

Esperienze di lettura in librerie e biblioteche del territorio.

Utilizzo collettivo e individuale dei libri adozionali e non, valorizzando la biblioteca scolastica o di classe e le proposte di alunne/i

Apprendimento cooperativo

Sviluppo delle life skills

Compiti di realtà

Attività laboratoriali

Uso dei dispositivi digitali

Simulazione delle prove Invalsi

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

OTTIMO

DISTINTO

L’alunno/a legge con piena padronanza strumentale in situazioni diverse e nuove, riconosce autonomamente la strategia di lettura adatta all’attività da svolgere, anticipa il contenuto utilizzando gli elementi contestuali (titoli, immagini e didascalie); comprende l’argomento del brano; riconosce parole non note e di formulare ipotesi coerenti sul loro significato basandosi sul contesto; comprende e svolge attività anche non note di analisi e comprensione su testi di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia; individua informazioni esplicite e implicite. Collega i contenuti alle esperienze personali per confrontarsi con la classe o elaborare un testo.

L’alunno/a legge con piena padronanza strumentale in situazioni diverse, applica la strategia di lettura adatta all’attività da svolgere, anticipa il contenuto utilizzando gli elementi contestuali (titoli, immagini e didascalie); comprende l’argomento generale del brano, riconosce parole non note, svolge attività di analisi e comprensione su testi di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia; risponde a domande su informazioni esplicite e implicite. Riconosce nel testo spunti per la conversazione e la scrittura.

BUONO

L’alunno/a legge con buona padronanza strumentale, comprende l’argomento generale del brano, riconosce le parole non note, risponde a domande di analisi e comprensione su testi di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia.

Individua nel testo gli spunti proposti dall’insegnante e li utilizza per la conversazione e la scrittura.

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a legge con parziale padronanza strumentale, comprende l’argomento generale del brano, risponde a domande di analisi e comprensione su testi di diverso genere narrativo e di diversa tipologia, proposte in modalità conosciute. Individua nel testo, con parziale autonomia, gli spunti proposti dall’insegnante per la conversazione e la scrittura.

L’alunno/a legge in modo ancora poco fluido. Comprende l’argomento generale del brano, rispondendo a domande facilitate su informazioni esplicite, relative a elementi narrativi.

L’alunno/a legge ancora lentamente e con difficoltà. Individua l’argomento generale di brani molto semplici che contengono parole note; risponde a domande di comprensione facilitate spesso solo se guidato/a dall’insegnante.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Nucleo tematico: SCRITTURA

• Scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre; rielabora testi completandoli e trasformandoli.

• Riflette sui testi propri e altrui per riconosce le diverse scelte linguistiche correlate alle diverse situazioni comunicative.

• Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare la traccia di un racconto o di un’esperienza.

• Produrre racconti scritti di esperienze personali o vissute da altri che contengano le informazioni essenziali relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni.

• Scrivere lettere adeguando il testo ai destinatari e alle situazioni.

• Esprimere per iscritto esperienze, emozioni, stati d’animo sotto forma di diario.

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

Contenuti e attività

• Rielaborare testi (ad esempio: riassumere un testo, trasformarlo, completarlo) e produrne di nuovi.

• Scrivere semplici testi regolativi per l’esecuzione di giochi, ricette, ecc..

• Realizzare testi collettivi per relazionare su esperienze scolastiche e argomenti di studio.

• Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie).

• Sperimentare diverse forme di scrittura, adattando il lessico, la struttura del testo.

• Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale, rispettando le funzioni sintattiche dei principali segni interpuntivi.

Contenuti

Il racconto di esperienze personali.

Storie realistiche e fantastiche di diversi generi narrativi.

Le emozioni.

La comunicazione a distanza.

Le caratteristiche di persone, animali, luoghi reali o fantastici.

La comunicazione delle informazioni e delle regole.

Attività

Scrittura guidata e spontanea di testi di vere tipologie e generi.

Attività di scrittura creativa.

Manipolazione di testi.

Scrittura a ricalco.

Scrittura per comunicare le emozioni.

Utilizzo collettivo e individuale del volume dedicato alla scrittura

Apprendimento cooperativo

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

OTTIMO

Sviluppo delle life skills

Compiti di realtà

Attività laboratoriali

Uso dei dispositivi digitali

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a elabora testi scritti chiari e corretti, sia seguendo una traccia sia scegliendo i contenuti in modo autonomo. Elabora testi di diversa tipologia e racconti di diverso genere rispettandone le caratteristiche formali.

Sa esprimere in forma scritta e con un lessico adeguato esperienze, opinioni ed emozioni.

Sa utilizzare la scrittura in forma creativa.

È in grado di rivedere autonomamente la correttezza del proprio testo.

DISTINTO

BUONO

L’alunno/a elabora testi scritti chiari e corretti, comprendendo autonomamente la traccia di lavoro.

Elabora testi di diversa tipo e racconti di diverso genere rispettandone le caratteristiche formali.

Produce testi corretti sulle esperienze personali ed esprime opinioni ed emozioni.

Sa utilizzare la scrittura in forma creativa.

È in grado di utilizzare le indicazioni dell’insegnante per rivedere la correttezza del proprio testo.

L’alunno/a elabora testi scritti globalmente corretti.

Elabora testi di diverso tipo e racconti di diverso genere seguendo una traccia.

Produce semplici testi corretti sulle esperienze personali.

Sa utilizzare semplici spunti per la scrittura creativa.

È in grado di utilizzare le indicazioni dell’insegnante per rivedere la correttezza del proprio testo.

L’alunno/a elabora testi scritti con un parziale controllo dell’ortografia, della punteggiatura, della sintassi.

Elabora testi di diverso tipo e racconti di diverso genere seguendo una traccia già utilizzata più volte.

DISCRETO

Produce semplici testi sulle esperienze personali.

Sa utilizzare semplici spunti per la scrittura creativa seguendo più volte lo stesso esempio.

Utilizza in modo quasi sempre adeguato le indicazioni dell’insegnante per rivedere la correttezza del proprio testo.

L’alunno/a elabora semplici testi scritti in modalità guidata.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

Completa brevi testi di diverso tipo e racconti di diverso genere, riconoscendone se guidato/a le caratteristiche formali.

Produce semplici testi sulle esperienze personali.

Corregge l’ortografia, la punteggiatura e la sintassi guidato/a dall’insegnante.

L’alunno/a non è ancora in grado di elaborare brevi testi scritti chiari e completi, mostrando difficoltà anche a seguire le indicazioni dell’insegnante.

Se guidato/a completa testi scritti molto brevi e semplici.

Nucleo tematico: ACQUISIZIONE DEL LESSICO RICETTIVO E PRODUTTIVO

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso.

• Riflette sui testi propri e altrui per cogliere caratteristiche del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.

• Comprendere ed utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario fondamentale e di quello ad alto uso).

• Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e di scrittura e riconoscendo relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).

• Comprendere che le parole hanno diverse accezioni e individuare l’accezione specifica di una parola in un testo.

• Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle parole.

• Comprendere e utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio.

• Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.

Contenuti e attività

Contenuti

Percorsi disciplinari.

Lessico degli argomenti affrontati.

Nuvole di parole.

Attività

Lettura e ascolto di brevi testi e libri anche proposti dalla classe.

Lettura di testi mirati all’acquisizione di nuovi vocaboli.

Attività di contestualizzazione delle parole man mano apprese.

Costruzione e arricchimento del Nuvolario con riflessione sulle scelte.

Attività per l’uso appropriato dei nuovi vocaboli appresi in contesti diversi.

Utilizzo del Nuvolario

Utilizzo dei testi adozionali e non

Compiti di realtà

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

Attività laboratoriali

Apprendimento cooperativo

Uso dei dispositivi digitali

Simulazione delle prove Invalsi

L’alunno/a utilizza spontaneamente e in modo pertinente nuovi vocaboli appresi in attività di apprendimento; compie inferenze per comprendere il significato di parole non note.

Pone domande rispetto a termini che incontra anche nell’esperienza extrascolastica.

Mobilita con autonomia e consapevolezza le sue conoscenze lessicali nella produzione orale e scritta.

L’alunno/a utilizza spontaneamente i nuovi vocaboli appresi in attività di apprendimento e compie inferenze per comprendere il significato di parole non note.

Pone domande rispetto a termini che non conosce.

L’alunno/a sa utilizzare i nuovi vocaboli appresi in attività di apprendimento e compie semplici inferenze per comprendere il significato di parole non note.

Pone domande rispetto a termini che non conosce.

L’alunno/a utilizza con parziale autonomia i nuovi vocaboli appresi in situazioni di apprendimento. Comprende il significato di parole non note dal contesto se guidato/a dall’insegnante e le memorizza.

L’alunno/a utilizza nuovi vocaboli appresi solo su invito dell’insegnante. Memorizza il significato di semplici parole non note che gli/le vengono spiegate.

L’alunno/a utilizza un vocabolario minimo, legato prevalentemente a bisogni e esperienze personali. Ha ancora difficoltà a memorizzare e inserire nuovi vocaboli nel proprio lessico.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

Nucleo tematico: ELEMENTI DI GRAMMATICA ESPLICITA E

RIFLESSIONE SULL’USO DELLA LINGUA

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Riflette sui testi propri e altrui per cogliere regolarità morfosintattiche e caratteristiche del lessico.

• Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi.

• Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate, composte).

• Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).

• Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.

• Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, riconoscerne i principali tratti grammaticali; riconoscere le congiunzioni di uso più frequente (come e, ma, infatti, perché, quando)

• Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e servirsi di questa conoscenza per rivedere la propria produzione scritta e correggere eventuali errori.

Contenuti

Elementi basilari di ortografia, morfologia e sintassi.

Attività

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

OTTIMO

DISTINTO

Attività sull’ortografia

Attività sulla morfologia

Attività su testi di diversa tipologia.

Giochi linguistici

Apprendimento cooperativo

Laboratori per lo sviluppo delle competenze

Uso dei dispositivi digitali

Esplorazioni della frase, dei suoi componenti, della relazione con altre frasi in un testo

Simulazione delle prove Invalsi

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia, anche con osservazioni personali, per riconoscere regolarità ortografiche, morfologiche e sintattiche, memorizzando e utilizzando autonomamente la forma corretta di scrittura.

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia, per riconoscere regolarità ortografiche, morfologiche e sintattiche già apprese, memorizzando e utilizzando autonomamente la forma corretta di scrittura.

BUONO L’alunno/a svolge attività di riconoscimento delle regolarità ortografiche e morfologiche; memorizza e utilizza autonomamente la forma corretta di scrittura nei casi più frequenti.

DISCRETO L’alunno/a riconosce con parziale autonomia regolarità ortografiche e morfologiche già apprese, utilizzando strumenti di supporto (schemi, libri, quaderni,… ) per applicare la forma corretta di scrittura.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a applica le regole ortografiche e morfologiche per la scrittura di parole e frasi note, appoggiandosi all’intervento individuale dell’insegnante.

L’alunno/a, anche se supportato dall’insegnante, ha ancora difficoltà nel memorizzare e applicare le regole ortografiche e morfologiche per la scrittura di parole e frasi note. Individua gli errori ortografici solo se guidato/a dall’insegnante.

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

ARTE

• Competenza alfabetico funzionale • Competenza digitale • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare • Competenza in materia di cittadinanza

Nucleo tematico: ESPRIMERSI E COMUNICARE

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

Contenuti e attività

• L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti (grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma anche audiovisivi e multimediali).

• Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni.

• Trasformare immagini ricercando soluzioni figurative originali.

• Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici e pittorici.

Contenuti

Testi visivi realizzati con tecniche diverse: disegno, inchiostri, pittura a olio, acquerello, computer graphic.

Testi visivi con differenti funzioni comunicative: emotiva, informativa, esortativa.

Testi visivi con contenuti stagionali.

Attività

Riconoscimento della funzione comunicativa di immagini pittoriche e fotografiche.

Sperimentazione delle potenzialità espressive di diversi strementi: matite di grafite e colorate, pennarelli, tempere, pastelli a olio.

Produzione di immagini con uno scopo comunicativo definito (esprimere le proprie emozioni ed esperienze, produrre effetti emotivi)

Rielaborare immagini con diverse tecniche di collage ed esplicitarne il messaggio.

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

Proiezione di immagini sulla digital board e discussioni guidate dall’insegnante per individuare le potenzialità espressive delle tecniche.

Attività laboratoriale.

Compiti di realtà.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a elabora creativamente testi visivi con cui esprimere sensazioni ed emozioni. Trasforma le immagini con consapevolezza e autonomia producendo nuove soluzioni originali e personali. Sa utilizzare autonomamente e consapevolmente strumenti e tecniche per realizzare testi grafici e pittorici, anche in attività complesse, non presentate in precedenza.

L’alunno/a elabora autonomamente testi visivi con cui esprimere sensazioni ed emozioni. Trasforma le immagini in modo consapevole e autonomo.

Sa utilizzare autonomamente e consapevolmente strumenti e tecniche per realizzare testi grafici e pittorici, anche in attività difficili.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività proposte di elaborazione dei testi visivi con cui esprimere sensazioni ed emozioni.

Sa utilizzare strumenti e tecniche per trasformare le immagini e realizzare testi grafici e pittorici.

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a svolge e porta a termine con parziale autonomia le attività proposte di elaborazione dei testi visivi.

Sa utilizzare alcuni strumenti e tecniche per trasformare le immagini e realizzare semplici testi grafici e pittorici.

L’alunno/a svolge le attività di produzione dei testi visivi solo con il supporto dell’insegnante. Utilizza in modalità guidata alcuni strumenti e tecniche per trasformare le immagini e realizzare semplici testi grafici e pittorici.

L’alunno/a non è ancora in grado di produrre immagini con uno scopo espressivo/comunicativo, anche se guidato/a dall’insegnante.

Utilizza alcuni strumenti grafici e pittorici per produrre semplici immagini spontanee.

Nucleo tematico: OSSERVARE E LEGGERE LE IMMAGINI

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• È in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini (opere d’arte, fotografie, manifesti, fumetti, ecc) e messaggi multimediali (spot, brevi filmati, videoclip, ecc.)

• Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio.

• Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo.

Contenuti

Opere pittoriche e fotografiche rappresentative del significato di punti e linee, della teoria dei colori, del rapporto figura sfondo.

Testi visivi con differenti funzioni comunicative: emotiva, informativa, esortativa.

Testi visivi con contenuti stagionali.

Attività

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Osservazione di immagini realizzate con punti e linee per individuarne il valore comunicativo/espressivo.

Osservazione di immagini per riconoscere colori caldi, freddi, primari, secondari, complementari e individuarne il valore comunicativo/espressivo.

Osservazione di immagini per riconoscere il rapporto tra figura e sfondo.

Produzione di immagini utilizzando in modi diversi punti, linee e colori e valutandone l’effetto comunicativo/espressivo.

Rielaborazione di immagini, attraverso copiatura, collage, smontaggio e rimontaggio, ecc. e confronto degli effetti comunicativo/espressivi.

Proiezione di immagini sulla digital board e discussioni guidate dall’insegnante.

Attività laboratoriale.

Visite a mostre e musei locali.

Incontri con fotografe/i o visita ai loro blog.

Compiti di realtà.

OTTIMO

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a osserva e legge le immagini con autonomia e consapevolezza, anche in situazioni diverse e nuove: descrive gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme) riconosce la tecnica (disegno, pittura, fotografia, scultura…) e formula ipotesi pertinenti sulle scelte espressive, anche confrontandosi con il resto della classe.

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a osserva e legge le immagini con autonomia e consapevolezza: descrive gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme), riconosce la tecnica (disegno, pittura, fotografia, scultura…) e formula ipotesi sulle scelte espressive confrontandosi con il resto della classe.

L’alunno/a svolge con autonomia attività di osservazione e lettura di immagini: riconosce gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme), riconosce la tecnica (disegno, pittura, fotografia, scultura…) e sceglie tra diverse ipotesi per spiegare le scelte espressive.

L’alunno/a svolge con parziale autonomia attività di osservazione e lettura di immagini: riconosce alcuni elementi del linguaggio visivo (linee, colori, forme), individua alcune tecniche (disegno, pittura, fotografia, scultura…) e occasionalmente coglie le scelte espressive.

L’alunno/a svolge attività di osservazione delle immagini con il supporto dell’insegnante. Risponde a domande facilitate sugli elementi del linguaggio visivo (linee, colori, forme) e sulle tecniche (disegno, pittura, fotografia, scultura…). Ha ancora delle difficoltà nell’individuare le scelte espressive in un’immagine.

L’alunno/a ha ancora difficoltà ad approcciare le immagini come messaggi, anche se guidato/a dall’insegnante.

Riconosce linee, colori e forme ma ancora non attribuisce loro una funzione comunicativa.

Nucleo tematico: COMPRENDERE E APPREZZARE LE OPERE D’ARTE

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Individua i principali aspetti formali dell’opera d’arte; apprezza le opere artistiche e artigianali provenienti da culture diverse dalla propria.

• Individuare in un’opera d’arte, sia antica che moderna, gli elementi essenziali della forma, del linguaggio, della tecnica utilizzati dall’artista per comprenderne il messaggio e la funzione.

Contenuti

Diverse forme di opere d’arte antiche e moderne.

Patrimonio artistico locale.

Attività

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Osservazione e lettura denotativa e connotative di opere d’arte per riconoscere gli elementi della grammatica visiva finora sperimentati e riconoscere il messaggio di autrici e autori.

Esplorazione del patrimonio artistico del territorio circostante: musei, monumenti, installazioni…

Proiezione di opere d’arte sulla digital board e discussioni guidate dall’insegnante. Visione di documentari e film biografici su artiste e artisti contemporanei e non.

Attività laboratoriale.

Visite a mostre, musei e atelier del territorio. Compiti di realtà.

OTTIMO

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a osserva e legge le opere d’arte con autonomia e consapevolezza, anche in situazioni diverse e nuove: descrive gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme) riconosce la tecnica di realizzazione e formula ipotesi pertinenti e riflessive sulla funzione dell’opera e sul messaggio dell’artista, sostenendo le sue argomentazioni con proprietà di linguaggio.

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a osserva e legge le opere d’arte con autonomia e consapevolezza: descrive gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme) riconosce la tecnica di realizzazione e formula ipotesi sulla funzione dell’opera e sull’intenzione comunicativa dell’artista.

L’alunno/a svolge con autonomia attività di osservazione e lettura delle opere d’arte: riconosce gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme), riconosce la tecnica di realizzazione sceglie tra diverse ipotesi l’intenzione comunicativa dell’artista.

L’alunno/a svolge con parziale autonomia attività di osservazione e lettura di alcune facili opere d’arte: riconosce gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme), riconosce alcune tecniche di realizzazione, occasionalmente individua l’intenzione comunicativa dell’artista.

L’alunno/a svolge attività di osservazione di semplici e note opere d’arte con il supporto dell’insegnante. Risponde a domande facilitate sugli elementi del linguaggio visivo (linee, colori, forme) e sulle più note tecniche di realizzazione. Ha ancora difficoltà nell’individuare il messaggio dell’artista.

L’alunno/a ha ancora difficoltà a osservare e comprendere le opere d’arte, anche se guidato/a dall’insegnante.

Riconosce linee, colori e forme, distingue le tecniche più basilari, ma ancora non riconosce la funzione comunicativa dell’opera.

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

MUSICA

• Competenza alfabetico funzionale • Competenza digitale • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare • Competenza in materia di cittadinanza

Nucleo tematico: UNICO

• L’alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in riferimento alla loro fonte.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

• Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri; fa uso di forme di notazione analogiche o codificate.

• Esegue, da solo e in gruppo, semplici brani vocali o strumentali, appartenenti a generi e culture differenti, utilizzando anche strumenti didattici e auto-costruiti.

• Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole, ampliando con gradualità le proprie capacità di invenzione e improvvisazione.

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Eseguire collettivamente e individualmente brani vocali/strumentali anche polifonici, curando l’intonazione, l’espressività e l’interpretazione.

• Riconoscere e classificare gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all’interno di brani di vario genere e provenienza.

Contenuti

Suoni prodotti da diversi strumenti musicali.

Testi e brani musicali di diverso genere.

Simboli non convenzionali per rappresentare al musica.

Attività

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Ascolto di brani in cui riconoscere timbro, durata, intensità, altezza dei suoni.

Produzione intenzionale di suoni diversi per timbro, durata, intensità e altezza con strumenti anche autoprodotti.

Esecuzione di brani vocali e strumentali individuali e corali.

Sperimentazione e rappresentazione grafica di ritmi.

Momenti di ascolto collettivo di brani.

Sperimentazioni e giochi con corpo, voce, materiali e strumenti musicali.

Attività laboratoriali.

Partecipazione a spettacoli musicali.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunna/o riconosce con autonomia gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all’interno di brani di vario genere e provenienza, anche ascoltati per la prima volta.

OTTIMO

DISTINTO

Utilizza voce e strumenti in modo creativo e consapevole, mostrando capacità di invenzione e improvvisazione.

Esegue collettivamente e individualmente brani vocali/strumentali con attenzione a intonazione, espressività e interpretazione.

L’alunna/o riconosce con autonomia gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all’interno di brani di vario genere e provenienza.

Utilizza voce e strumenti, mostrando capacità di invenzione.

Esegue collettivamente brani vocali/strumentali con attenzione a intonazione, espressività e interpretazione.

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunna/o riconosce con autonomia gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all’interno di brani ascoltati più volte.

Utilizza autonomamente voce e strumenti, in esecuzioni collettive.

L’alunna/o riconosce con parziale autonomia alcuni elementi del linguaggio musicale all’interno di semplici brani ascoltati più volte.

Utilizza spesso con consapevolezza la voce e gli strumenti, in esecuzioni collettive.

L’alunna/o riconosce con difficoltà e in modalità guidata dall’insegnante i più semplici elementi del linguaggio musicale, all’interno di semplici brani ascoltati più volte.

Utilizza ancora con incertezza la voce e gli strumenti in esecuzioni collettive.

L’alunno/a non è ancora in grado di riconoscere o elaborare eventi sonori, anche se guidato/a dall’insegnante.

Partecipa a esecuzioni vocali collettive con il supporto dell’insegnante.

EDUCAZIONE FISICA

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

• Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare • Competenza sociale e civica in materia di cittadinanza • Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale

Nucleo tematico: IL CORPO E LA SUA RELAZIONE CON LO SPAZIO E CON IL TEMPO

• IL LINGUAGGIO DEL CORPO COME MODALITÀ COMUNICATIVO-ESPRESSIVA

• IL GIOCO, LO SPORT, LE REGOLE, IL FAIR PLAY

• SALUTE E BENESSERE, PREVENZIONE E SICUREZZA

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

• Coordinare il proprio corpo in situazione statica o dinamica, con o senza l’uso di attrezzi ginnici.

• Attivare schemi motori, anche in situazioni sportive, con o senza attrezzi.

• Partecipare a drammatizzazioni e attività teatrali di vario genere o di danza, con impegno espressivo.

• Partecipare a giochi individuali o di squadra rispettandone le condizioni di sicurezza, applicando strategie, anche collaborative, seguendo il regolamento, mantenendo per tutta la durata un atteggiamento di fair play.

• Muoversi in modo consapevole e sicuro in situazioni quotidiane o ludico-sportive.

• Impegnarsi nell’esercizio fisico come pratica di benessere.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia, anche con idee e soluzioni proprie, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente, e intervenendo positivamente su quelli di compagni e compagne. Entra con piacere e impegno in attività espressive corporee di vario genere suggerendo anche ipotesi originali.

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia, anche con idee e soluzioni proprie, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente, e intervenendo positivamente su quelli di compagni e compagne. Entra con piacere e impegno in attività espressive corporee di vario genere.

L’alunno/a si attiva spesso in autonomia, anche con idee e soluzioni proprie, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente, e intervenendo positivamente su quelli di compagni e compagne. Entra con impegno selettivo in attività espressive corporee di vario genere.

L’alunno/a si attiva su invito dell’insegnante, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente o su richiamo dell’insegnante. Entra con impegno selettivo in attività espressive corporee di vario genere.

L’alunno/a, condotto direttamente dall’insegnante, entra in giochi ginnici o sportivi, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli su richiamo dell’insegnante. Partecipa su comando e in modo marginale ad attività espressive corporee di vario genere.

L’alunno/a entra difficilmente in giochi ginnici o sportivi, manifestando difficoltà nell’accettazione degli esiti. Regola la propria partecipazione su costante richiamo dell’insegnante. Non sempre esegue, neppure in modo marginale, attività espressive corporee di vario genere.

COMPETENZE

CHIAVE EUROPEE

ITALIANO

• Competenza alfabetica funzionale • Competenza multilinguistica • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare • Competenza sociale e civica in materia di cittadinanza, • Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali

Nucleo tematico: ASCOLTO E PARLATO

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Partecipa agli scambi comunicativi (conversazione, discussione di classe o di gruppo) con compagni e insegnanti rispettando il turno e formulando messaggi chiari e pertinenti, in un registro il più possibile adeguato alla situazione.

• Ascolta e comprende testi orali diretti o trasmessi, cogliendone informazioni principali e scopo.

• Interagire in modo collaborativo in una conversazione, in una discussione, in un dialogo su argomenti di esperienza diretta, formulando domande, dando risposte e fornendo spiegazioni ed esempi.

• Comprendere il tema, le informazioni essenziali lo scopo di un’esposizione (diretta o trasmessa); comprendere lo scopo e l’argomento di messaggi trasmessi dai media (annunci, pubblicità...).

• Formulare domande precise e pertinenti di spiegazione e di approfondimento durante o dopo l’ascolto.

• Comprendere consegne e istruzioni per l’esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche.

• Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente.

• Raccontare esperienze personali o storie inventate organizzando il racconto in modo chiaro, rispettando l’ordine cronologico e logico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e informativi.

• Organizzare un semplice discorso orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento preparato in precedenza o un’esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta.

Contenuti

Storie e esperienze personali.

Storie ascoltate o viste.

Temi di interesse sociale.

Argomenti di interesse comune legati alle relazioni di gruppo.

Attività

Conversazione su tematiche vicine all’esperienza di bambini/e.

Contenuti e attività

Conversazione su tematiche di attualità.

Ascolto di testi letti dall’insegnante, risposte a domande di comprensione e riflessione.

Ascolto di brani dell’audiolibro con specifiche attività di sviluppo delle competenze di ascolto.

Narrazione orale di brevi esperienze personali e\o racconti rispettando l’ordine cronologico e la coerenza del discorso.

Lettura di testi visivi artistici e pubblicitari.

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

Discussioni guidate dall’insegnante e gestite tra pari

Apprendimento cooperativo

Sviluppo delle life skills

Compiti di realtà

Laboratori per lo sviluppo delle competenze. Uso dei dispositivi digital

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a partecipa a conversazioni e discussioni attivamente con consapevolezza e autonomia, proponendo idee e soluzioni proprie.

Comprende con sicurezza consegne orali anche complesse. Utilizza con continuità e autonomia strategie di comprensione di un testo ascoltato mostrandosi in grado di esprimere e rielaborare i contenuti in modo personale. Esprime con padronanza di linguaggio le sue conoscenze.

L’alunno/a partecipa a conversazioni e discussioni con contributi pertinenti e autonomia. Comprende con sicurezza consegne orali anche complesse. Utilizza con continuità e autonomia strategie di comprensione di un testo ascoltato. Esprime in modo chiaro le sue conoscenze e le sue opinioni.

L’alunno/a partecipa a conversazioni e discussioni con contributi pertinenti e autonomia. Comprende con sicurezza le consegne orali. Utilizza con continuità strategie di comprensione di un testo ascoltato. Esprime in modo chiaro le sue conoscenze e le sue opinioni.

L’alunno/a partecipa a conversazioni e discussioni con contributi quasi sempre pertinenti e con parziale autonomia. Comprende le consegne orali. Utilizza con discreta autonomia strategie di comprensione di un testo ascoltato. Espone le sue conoscenze su argomenti noti in modo breve ed essenziale.

L’alunno/a partecipa con parziale autonomia a conversazioni e discussioni, esegue le consegne orali già note e consolidate. Svolge attività facilitate di comprensione di un testo ascoltato. Espone le sue conoscenze su argomenti noti guidato/a da domande facilitate.

L’alunno/a interviene nelle conversazioni solo se sollecitato/a e senza continuità. Ha ancora difficoltà sia nell’eseguire consegne orali minime, sia nel riportare le informazioni ascoltate, anche quando è guidato/a da domande mirate dell’insegnante.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Nucleo tematico: LETTURA

• Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi.

• Utilizza abilità funzionali allo studio: individua nei testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale; acquisisce un primo nucleo di terminologia specifica.

• Legge testi di vario genere facenti parte della letteratura per l’infanzia, sia a voce alta sia in lettura silenziosa e autonoma e formula su di essi giudizi personali.

• Impiegare tecniche di lettura silenziosa e di lettura espressiva ad alta voce.

• Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a risolvere i nodi della comprensione.

• Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere.

• Leggere e confrontare informazioni provenienti da testi diversi per farsi un’idea di un argomento, per trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere.

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

• Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza applicando tecniche di supporto alla comprensione (sottolineare, annotare informazioni, ecc.).

• Seguire istruzioni scritte per realizzare prodotti, per regolare comportamenti, per svolgere un’attività, per realizzare un procedimento.

• Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà.

• Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici cogliendone il senso e le caratteristiche formali più evidenti, l’intenzione comunicativa dell’autore ed esprimendo un motivato parere personale.

Contenuti

Testi narrativi realistici e fantastici, legati a esperienze vicine alla realtà di alunne e alunni.

Testi non narrativi legati alle relazioni interpersonali, alle competenze sociali, ai temi di attualità.

Attività

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Lettura di testi narrativi e non narrativi.

Analisi e comprensione dei contenuti letti, risposte a domande sia a scelta multipla sia libere.

Formulazione di domande pertinenti a un testo o coerenti con risposte date.

Attività per lo sviluppo delle abilità inferenziali.

Esperienze di lettura in librerie e biblioteche del territorio.

Utilizzo collettivo e individuale dei libri adozionali e non, valorizzando la biblioteca scolastica o di classe e le proposte di alunne/i

Apprendimento cooperativo

Sviluppo delle life skills

Compiti di realtà

Laboratori per lo sviluppo delle competenze

Uso dei dispositivi digitali

Simulazione delle prove Invalsi

OTTIMO

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a sceglie autonomamente la strategia di lettura adatta all’attività da svolgere; utilizza tecniche di supporto alla comprensione del testo con consapevolezza e autonomia.

Usa con sicurezza strategie di analisi dei testi scritti, anche complessi e nuovi, di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia; ne rielabora il contenuto in modo originale e personale.

Individua informazioni esplicite e implicite. Collega i contenuti letti alle esperienze personali per confrontarsi con la classe o rielaborare il testo con uno scopo nuovo.

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a conosce e utilizza con autonomia le strategie di lettura adatte alle attività da svolgere; utilizza tecniche di supporto alla comprensione del testo con consapevolezza e autonomia.

Usa con autonomia strategie di analisi dei testi scritti, anche complessi, di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia. Individua in modo autonomo informazioni esplicite e implicite. Collega i contenuti letti alle esperienze personali per confrontarsi con la classe.

L’alunno/a conosce e utilizza le strategie di lettura adatte alle attività da svolgere; utilizza tecniche di supporto alla comprensione del testo con consapevolezza e autonomia. Usa con autonomia strategie di analisi dei testi scritti, di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia. Individua quasi sempre autonomamente informazioni esplicite e implicite. Collega i contenuti letti alle esperienze personali per confrontarsi con la classe.

L’alunno/a utilizza con parziale autonomia le strategie di lettura adatte alle attività da svolgere, le tecniche di supporto alla comprensione del testo e le strategie di analisi dei testi scritti di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia. Individua autonomamente le informazioni esplicite di un testo, quelle implicite se guidato/a. Collega i contenuti letti alle esperienze personali ma non sempre riesce a confrontarsi con la classe.

L’alunno/a utilizza solo se guidato/a le tecniche di supporto alla comprensione del testo. Svolge attività facilitate di comprensione del testo, prevalentemente di tipo narrativo. Individua con il supporto dell’insegnante le informazioni esplicite di un testo.

L’alunno/a legge e comprende un testo ancora con difficoltà. Individua l’argomento generale di brani narrativi semplici e risponde a domande di comprensione facilitate solo se guidato/a dall’insegnante.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Nucleo tematico: SCRITTURA

• Scrive testi corretti nell’ortografia, chiari e coerenti, legati all’esperienza e alle diverse occasioni di scrittura che la scuola offre; rielabora testi parafrasandoli, completandoli e trasformandoli.

• Riflette sui testi propri e altrui per riconosce le diverse scelte linguistiche correlate alle diverse situazioni comunicative.

• Raccogliere le idee, organizzarle per punti, pianificare la traccia di un racconto o di un’esperienza.

• Produrre racconti scritti di esperienze personali o vissute da altri che contengano le informazioni essenziali relative a persone, luoghi, tempi, situazioni, azioni.

• Esprimere per iscritto esperienze, emozioni, stati d’animo.

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

Contenuti e attività

• Rielaborare testi (ad esempio: parafrasare o riassumere un testo, trasformarlo, completarlo) e redigerne di nuovi.

• Realizzare testi collettivi per relazionare su esperienze scolastiche e argomenti di studio.

• Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie).

• Sperimentare liberamente, anche con l’utilizzo del computer, diverse forme di scrittura, adattando il lessico, la struttura del testo, l’impaginazione, le soluzioni grafiche alla forma testuale scelta e integrando eventualmente il testo verbale con materiali multimediali.

• Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale, rispettando le funzioni sintattiche dei principali segni interpuntivi.

Contenuti

Il racconto di esperienze personali.

Storie realistiche e fantastiche di diversi generi narrativi.

Temi di attualità.

Le emozioni.

Le caratteristiche di persone, animali, luoghi reali o fantastici.

La comunicazione delle informazioni e delle opinioni.

Attività

Scrittura guidata e spontanea di testi di vere tipologie e generi.

Attività di scrittura creativa.

Manipolazione di testi.

Scrittura a ricalco.

Scrittura per comunicare le emozioni.

Utilizzo collettivo e individuale del testo adozionale dedicato alla scrittura

Apprendimento cooperativo

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Sviluppo delle life skills

Compiti di realtà

Laboratori per lo sviluppo delle competenze

Uso dei dispositivi digitali

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a elabora testi scritti coesi, coerenti e corretti, sia seguendo una traccia sia scegliendo i contenuti in modo autonomo e consapevole. Elabora testi di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia rispettandone le caratteristiche formali.

Sa esprimere in forma scritta esperienze, opinioni ed emozioni adeguando il linguaggio allo scopo comunicativo con autonomia e consapevolezza.

Sa utilizzare la scrittura in forma creativa.

È in grado di rivedere autonomamente la correttezza del proprio testo.

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

L’alunno/a elabora testi scritti coesi, coerenti e corretti.

Elabora testi di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia rispettandone le caratteristiche formali.

Sa esprimere in forma scritta esperienze, opinioni ed emozioni con autonomia e consapevolezza. Sa utilizzare la scrittura in forma creativa.

È in grado di rivedere autonomamente la correttezza del proprio testo.

L’alunno/a elabora testi scritti globalmente corretti.

Elabora testi di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia seguendo una traccia per rispettarne le caratteristiche formali.

Elabora semplici testi per esprimere esperienze, opinioni ed emozioni.

Sa utilizzare semplici spunti per la scrittura creativa.

È in grado di utilizzare le indicazioni dell’insegnante per rivedere la correttezza del proprio testo.

L’alunno/a elabora con parziale autonomia testi scritti globalmente corretti.

Elabora testi di diverso genere narrativo e testi di diversa tipologia seguendo una traccia per rispettarne le caratteristiche formali.

DISCRETO

Elabora con domande guida semplici testi per esprimere esperienze, opinioni ed emozioni.

Sa utilizzare semplici spunti per la scrittura creativa.

Utilizza in modo quasi sempre adeguato le indicazioni dell’insegnante per rivedere la correttezza del proprio testo.

L’alunno/a elabora semplici testi scritti in modalità guidata.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

Completa brevi testi di diverso tipo e racconti di diverso genere, riconoscendone in modalità facilitata le caratteristiche formali.

Produce semplici testi sulle esperienze personali.

Corregge l’ortografia, la punteggiatura e la sintassi guidato/a dall’insegnante.

L’alunno/a non è ancora in grado di elaborare autonomamente brevi testi scritti chiari, corretti e completi. Mostra ancora difficoltà a correggere il testo seguendo le indicazioni dell’insegnante.

Nucleo tematico: ACQUISIZIONE DEL LESSICO RICETTIVO E PRODUTTIVO

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio.

• Riflette sui testi propri e altrui per cogliere caratteristiche del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.

• Comprendere ed utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario fondamentale e di quello ad alto uso).

• Arricchire il patrimonio lessicale attraverso attività comunicative orali, di lettura e di scrittura e riconoscendo relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).

• Comprendere che le parole hanno diverse accezioni e individuare l’accezione specifica di una parola in un testo.

• Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle parole.

• Comprendere e utilizzare parole e termini specifici legati alle discipline di studio.

• Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione.

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Contenuti

Percorsi disciplinari.

Lessico degli argomenti disciplinari affrontati.

Nuvole di parole legate ai generi e alle tipologie testuali.

Attività

Lettura e ascolto di testi mirati all’acquisizione di nuovi vocaboli.

Attività di contestualizzazione delle parole man mano apprese.

Costruzione e arricchimento del Nuvolario con riflessione sulle scelte.

Attività per l’uso appropriato dei nuovi vocaboli appresi in contesti diversi e nuovi.

Utilizzo del Nuvolario

Utilizzo dei testi adozionali e non

Compiti di realtà

Attività laboratoriali

Apprendimento cooperativo

Uso dei dispositivi digitali

Simulazione delle prove Invalsi

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a utilizza con autonomia e consapevolezza i nuovi vocaboli (disciplinari e non) appresi nell’esperienza scolastica mostrando di saperli utilizzare in contesti diversi e con scopi nuovi, anche in modo originale e personale.

Compie inferenze per comprendere il significato di parole non note.

Utilizza il dizionario con autonomia e consapevolezza.

L’alunno/a utilizza con autonomia e consapevolezza i nuovi vocaboli (disciplinari e non) appresi nell’esperienza scolastica mostrando di saperli utilizzare in contesti diversi.

Compie inferenze per comprendere il significato di parole non note. Utilizza il dizionario con autonomia e consapevolezza.

L’alunno/a utilizza con autonomia e consapevolezza i nuovi vocaboli (disciplinari e non) appresi nell’esperienza scolastica.

Compie semplici inferenze per comprendere il significato di parole non note.

Utilizza il dizionario con autonomia.

L’alunno/a utilizza con parziale autonomia i nuovi vocaboli appresi nell’esperienza scolastica. Se guidato/a dall’insegnante comprende il significato di parole non note dal contesto e le memorizza. Utilizza il dizionario con parziale autonomia.

L’alunno/a utilizza nuovi vocaboli appresi solo se sollecitato dell’insegnante. Memorizza il significato di semplici parole non note che gli vengono spiegate.

Utilizza il dizionario solo se guidato/a individualmente.

L’alunno/a utilizza un vocabolo minimo, legato prevalentemente a bisogni e esperienze personali. Non è ancora in grado di inserire vocaboli disciplinare nel proprio lessico e di autocorreggersi.

Nucleo tematico: ELEMENTI DI GRAMMATICA ESPLICITA E

RIFLESSIONE SULL’USO DELLA LINGUA

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

• Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi.

• Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate, composte).

• Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole (somiglianze, differenze, appartenenza a un campo semantico).

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

• Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.

• Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, riconoscerne i principali tratti grammaticali; riconoscere le congiunzioni di uso più frequente (come e, ma, infatti, perché, quando).

• Conoscere le fondamentali convenzioni ortografiche e servirsi di questa conoscenza per rivedere la propria produzione scritta e correggere eventuali errori.

Contenuti

Elementi basilari di morfologia e sintassi.

Attività

Attività sull’ortografia.

Attività sulla morfologia.

Giochi linguistici vari

Apprendimento cooperativo

Uso dei dispositivi digitali

Esplorazioni della frase e dei suoi componenti

Simulazione delle prove Invalsi

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a riconosce con autonomia e consapevolezza le regolarità ortografiche, morfologiche e sintattiche, memorizzando e utilizzando autonomamente la forma corretta di scrittura, che personalizza in modo originale e adatto agli scopi comunicativi.

L’alunno/a riconosce con autonomia e consapevolezza le regolarità ortografiche, morfologiche e sintattiche, memorizzando e utilizzando autonomamente la forma corretta di scrittura.

L’alunno/a riconosce, quasi sempre in autonomia, le regolarità ortografiche e morfologiche e sintattiche già apprese, memorizzando e utilizzando autonomamente la forma corretta di scrittura nei casi più frequenti.

L’alunno/a riconosce con parziale autonomia regolarità ortografiche, morfologiche e sintattiche già apprese e applica quasi sempre la forma corretta di scrittura.

L’alunno/a, appoggiandosi all’intervento individuale dell’insegnante, applica le regole ortografiche e morfologiche per la scrittura di parole note e di brevi frasi che rispettino le regole sintattiche.

L’alunno/a, anche se supportato/a dall’insegnante, ha ancora difficoltà nel memorizzare e applicare le regole ortografiche, morfologiche e sintattiche per la scrittura di brevi frasi. Individua e corregge gli errori ortografici solo se supportato/a dall’insegnante.

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

ARTE

• Competenza alfabetico funzionale • Competenza digitale • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare • Competenza in materia di cittadinanza

Nucleo tematico: ESPRIMERSI E COMUNICARE

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

• L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti (grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma anche audiovisivi e multimediali).

• Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni, rappresentare e comunicare la realtà percepita.

• Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici e pittorici e multimediali.

• Introdurre nelle proprie produzioni creative elementi linguistici e stilistici scoperti osservando immagini e opere d’arte.

Contenuti

Testi visivi realizzati con regole compositive diverse: ritmo, simmetria, luce-ombra.

Fumetti e graphic novel.

Albi illustrati e silent book.

Testi visivi pubblicitari.

Ritratti realizzati con tecniche bidimensionali e tridimensionali.

Attività

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Riconoscimento della funzione comunicativa di immagini pittoriche, fotografiche, scultoree.

Sperimentazione delle potenzialità espressive di ritmi, simmetrie, luci e ombre.

Osservazione del ruolo delle illustrazioni in albi e silent book.

Produzione di immagini con uno scopo comunicativo definito (esprimere le proprie emozioni ed esperienze, produrre effetti emotivi).

Produzione di autoritratti e ritratti.

Produzione di una striscia a fumetti.

Produzione di un testo misto a scopo pubblicitario.

Proiezione di immagini sulla digital board e discussioni guidate dall’insegnante per individuare le potenzialità espressive delle regole compositive.

Attività laboratoriale.

Visite a mostre e musei locali e tour virtuali nei musei in Italia e nel mondo.

Incontri con autrici/autori di fumetti o visita ai loro blog.

Compiti di realtà.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a elabora creativamente, con consapevolezza e autonomia, testi visivi in cui esprimere sensazioni ed emozioni o rappresentare il suo punto di vista sulla realtà.

Utilizza con sicurezza e intenzionalmente conoscenze, abilità e competenze per realizzare testi grafici, plastici, pittorici e multimediali, anche in attività complesse e nuove.

Prende spunto da immagini e opere d’arte per arricchire in modo creativo e originale le sue produzioni.

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a elabora con consapevolezza e autonomia testi visivi in cui esprimere sensazioni ed emozioni o rappresentare il suo punto di vista sulla realtà.

Utilizza con sicurezza conoscenze, abilità e competenze per realizzare testi grafici, plastici, pittorici e multimediali, anche in attività complesse.

Prende spunto da immagini e opere d’arte per arricchire le sue produzioni.

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività proposte di elaborazione dei testi visivi con cui esprimere sensazioni ed emozioni o rappresentare la realtà osservata.

Utilizza conoscenze, abilità e competenze per realizzare testi grafici plastici, pittorici e multimediali. Osserva e riproduce gli elementi del linguaggio visivo osservati nelle immagini e nelle opere d’arte.

L’alunno/a svolge e porta a termine con parziale autonomia le attività proposte di elaborazione dei testi visivi in cui esprimere elementi personali o della realtà osservata.

Utilizza alcune conoscenze, abilità e competenze per realizzare testi grafici, pittorici e occasionalmente plastici e multimediali.

Osserva e riproduce alcuni elementi del linguaggio visivo osservati in semplici immagini e facili opere d’arte.

L’alunno/a utilizza le immagini per esprimere le emozioni o rappresentare la realtà solo con il supporto dell’insegnante.

In modalità guidata utilizza alcune conoscenze per realizzare semplici testi grafici e pittorici e riproduce elementi osservati nelle immagini e nelle opere d’arte più semplici.

L’alunno/a non è ancora in grado di produrre immagini con uno scopo espressivo/comunicativo, anche se guidato/a dall’insegnante.

Applica saltuariamente conoscenze e abilità per produrre semplici immagini.

Nucleo tematico: OSSERVARE E LEGGERE LE IMMAGINI

Traguardi per lo sviluppo delle competenze

dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

• È in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini (opere d’arte, fotografie, manifesti, fumetti, ecc) e messaggi multimediali (spot, brevi filmati, videoclip, ecc.).

• Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio.

• Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo.

• Individuare nel linguaggio del fumetto, filmico e audiovisivo le diverse tipologie di codici, le sequenze narrative e decodificare in forma elementare i diversi significati.

Contenuti e attività

Contenuti

Opere pittoriche e fotografiche rappresentative del significato comunicativo/espressivo di ritmo, simmetria, luce-ombra.

Testi visivi con differenti funzioni comunicative: emotiva, informativa, esortativa.

Ritratti e autoritratti pittorici, fotografici, grafici.

Testi visivi con contenuti stagionali.

Attività

Allenamento delle capacità di lettura denotativa e connotativa delle immagini.

Osservazione e lettura di immagini realizzate secondo regole compositive diverse.

Osservazione e lettura di immagini per riconoscere diversi tipi di ritmo: uniforme, crescente-decrescente, alternato, radiale e individuarne il valore comunicativo/espressivo.

Osservazione di immagini per riconoscere gli effetti della luce frontale, laterale, posteriore diffusa e individuarne il valore comunicativo/espressivo.

Osservazione e lettura di ritratti e autoritratti pittorici, fotografici, grafici.

Produzione di immagini utilizzando in modo intenzionale le regole compositive conosciute.

Rielaborazione di immagini intervenendo sulle regole compositive e confronto degli effetti comunicativo/espressivi.

Osservare e leggere i fumetti cogliendo gli elementi del suo linguaggio.

Osservare e leggere varie forme di pubblicità.

Proiezione di immagini sulla digital board e discussioni guidate dall’insegnante.

Attività laboratoriale.

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

Incontri con autrici/autori di fumetti o visita ai loro blog.

Incontri con autrici/autori di pubblicità i o visita ai blog delle agenzie pubblicitarie.

Visite a mostre e musei locali e tour virtuali nei musei in Italia e nel mondo.

Compiti di realtà.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a osserva e legge le immagini con piena padronanza, anche in situazioni complesse e nuove, descrivendo gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio). Utilizza con continuità e autonomia conoscenze, abilità e competenze per distinguere e interpretare gli elementi di diversi codici linguistici: fumetto, film, audiovisivo.

L’alunno/a osserva e legge le immagini con sicurezza, anche in situazioni complesse, descrivendo gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio). Utilizza conoscenze, abilità e competenze con continuità, anche in attività difficili, per distinguere gli elementi di diversi codici linguistici: fumetto, film, audiovisivo.

L’alunno/a svolge con autonomia attività di osservazione e lettura di immagini, riconoscendo gli elementi principali del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio). Utilizza con continuità conoscenze, abilità e competenze per distinguere gli elementi di diversi codici linguistici: fumetto, film, audiovisivo.

L’alunno/a svolge con parziale autonomia attività di osservazione e lettura di immagini, riconosce alcuni degli elementi del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio).

Utilizza alcune conoscenze, abilità e competenze per distinguere i principali elementi linguistici del fumetto e occasionalmente del linguaggio filmico.

L’alunno/a svolge attività di osservazione delle immagini con il supporto dell’insegnante. Risponde a domande facilitate sugli elementi del linguaggio visivo (linee, colori, forme).

Ha ancora delle difficoltà nell’individuare gli elementi costitutivi del linguaggio dei fumetti.

L’alunno/a ha ancora difficoltà a riconoscere nelle immagini, nei fumetti, nei film gli elementi del linguaggio visivo e i relativi significati, anche se guidato/a dall’insegnante.

Nucleo tematico: COMPRENDERE E APPREZZARE LE OPERE D’ARTE

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento

dalle Indicazioni Nazionali

• Individua i principali aspetti formali dell’opera d’arte; apprezza le opere artistiche e artigianali provenienti da culture diverse dalla propria.

• Individuare in un’opera d’arte, sia antica che moderna, gli elementi essenziali della forma, del linguaggio, della tecnica utilizzati dall’artista per comprenderne il messaggio e la funzione.

• Familiarizzare con alcune forme di arte appartenenti alla propria e ad altre culture.

• Riconoscere e apprezzare nel proprio territorio gli aspetti più caratteristici del patrimonio ambientale e urbanistico e i principali monumenti storico-artistici.

Contenuti

Diverse forme di opere d’arte antiche e moderne.

Patrimonio artistico locale.

Film e documentari su artiste e artisti.

Opere d’arte cinematografiche e multimediali.

Contenuti e attività

Attività

Osservazione e lettura denotativa e connotativa di opere d’arte per riconoscere gli elementi della grammatica visiva finora sperimentati e riconoscere il messaggio di autrici e autori.

Esplorazione del patrimonio artistico del territorio circostante: musei, monumenti, installazioni…

Proiezione di opere d’arte sulla digital board e discussioni guidate dall’insegnante. Visione di documentari e film biografici su artiste e artisti contemporanei e non.

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

OTTIMO

DISTINTO

BUONO

Attività laboratoriale.

Visite a mostre e musei locali e tour virtuali nei musei in Italia e nel mondo. Compiti di realtà.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a osserva e comprende le opere d’arte con autonomia e consapevolezza, anche in situazioni complesse e nuove o durante l’esplorazione del territorio: individua le regole compositive, la tecnica e il messaggio dell’artista. Utilizza conoscenze, abilità e competenze per riconoscere e apprezzare il patrimonio artistico del proprio territorio e non. È in grado di mobilitare le conoscenze acquisite anche fuori da scuola. Riflette in modo pertinente e con capacità critiche sulle diverse forme d’arte, anche appartenenti ad altre culture.

L’alunno/a osserva e comprende le opere d’arte con autonomia e consapevolezza, anche in occasione dell’esplorazione del territorio: individua le regole compositive, la tecnica e il messaggio dell’artista. Utilizza conoscenze, abilità e competenze per riconoscere il patrimonio artistico del proprio territorio e non. Riflette in modo pertinente sulle diverse forme d’arte, anche appartenenti ad altre culture.

L’alunno/a svolge con autonomia attività di lettura e comprensione delle opere d’arte: individua le regole compositive, la tecnica e il messaggio dell’artista. Utilizza conoscenze, abilità e competenze per riconoscere il patrimonio artistico del proprio territorio e non. Riconosce le caratteristiche delle diverse forme d’arte, anche appartenenti ad altre culture.

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a svolge con parziale autonomia attività di lettura e comprensione delle opere d’arte: individua alcune regole compositive e la tecnica utilizzata, occasionalmente coglie il messaggio dell’artista.

Utilizza alcune conoscenze, abilità e competenze per osservare il patrimonio artistico del proprio territorio e non. Riconosce alcune caratteristiche delle diverse forme d’arte.

L’alunno/a svolge attività facilitate di comprensione delle opere d’arte, con il supporto dell’insegnante.

In modalità guidata osserva il patrimonio artistico del territorio ma ha ancora difficoltà a riconoscere le diverse forme d’arte.

L’alunno/a anche se guidato/a dall’insegnante ha ancora difficoltà nella comprensione delle opere d’arte e nel riconoscimento di diverse forme d’arte nel territorio circostante.

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

MUSICA

• Competenza alfabetico funzionale • Competenza digitale • Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare • Competenza in materia di cittadinanza

Nucleo tematico: UNICO

• L’alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in riferimento alla loro fonte.

Traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri; fa uso di forme di notazione analogiche o codificate.

• Esegue, da solo e in gruppo, semplici brani vocali o strumentali, appartenenti a generi e culture differenti, utilizzando anche strumenti didattici e auto-costruiti.

• Riconosce gli elementi costitutivi di un semplice brano musicale, utilizzandoli nella pratica.

• Ascolta, interpreta e descrive brani musicali di diverso genere.

• Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole, ampliando con gradualità le proprie capacità di invenzione e improvvisazione.

• Eseguire collettivamente e individualmente brani vocali/strumentali anche polifonici, curando l’intonazione, l’espressività e l’interpretazione.

• Valutare aspetti funzionali ed estetici in brani musicali di vario genere e stile, in relazione al riconoscimento di culture, di tempi e luoghi diversi.

• Riconoscere e classificare gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all’interno di brani di vario genere e provenienza.

• Rappresentare gli elementi basilari di brani musicali e di eventi sonori attraverso sistemi simbolici convenzionali e non convenzionali.

• Riconoscere gli usi, le funzioni e i contesti della musica e dei suoni nella realtà multimediale (cinema, televisione, computer).

Contenuti

Gli strumenti musicali a fiato, a corda, a percussione.

Brani musicali classici e contemporanei, strumentali e vocali.

I generi musicali.

Brani rap.

Contenuti e attività

Scelte organizzative, metodologiche e strumenti

Colonne sonore di film, documentari, spot pubblicitari. Film e documentari su musiciste e musicisti o cantanti.

Attività

Ascolto di brani per riconoscerne il genere, la funzione, gli strumenti utilizzati.

Produzione ed esecuzione di brani vocali o strumentali, individuali o corali.

Utilizzo di sistemi simbolici convenzionali per rappresentare la musica.

Sperimentazione e produzione di barre rap.

Analisi delle funzioni comunicative della musica.

Attività laboratoriale.

Lavoro cooperativo.

Partecipazione a spettacoli musicali.

Visite a teatri e incontri con orchestre.

Visione di film e documentari su musiciste e musicisti o cantanti.

OTTIMO

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunna/o riconosce con autonomia e consapevolezza timbro, ritmo e melodia all’interno di brani di vario genere e provenienza, anche ascoltati per la prima volta.

Utilizza forme di notazione musicale per eseguire e improvvisare brani vocali o musicali, collettivi o individuali, proponendo soluzioni personali e originali.

Utilizza conoscenze, abilità e competenze per comprendere e confrontare diversi generi musicali, riconoscendone uso, funzione e contesto, mostrando capacità critica e di argomentazione.

DISTINTO

BUONO

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunna/o riconosce con autonomia e consapevolezza timbro, ritmo e melodia all’interno di brani di vario genere e provenienza.

Utilizza forme di notazione musicale per eseguire brani vocali o musicali, collettivi o individuali.

Utilizza conoscenze, abilità e competenze per comprendere e confrontare diversi generi musicali, riconoscendone uso, funzione e contesto.

L’alunna/o riconosce con autonomia e continuità timbro, ritmo e melodia all’interno di brani di vario genere e provenienza.

Utilizza forme di notazione musicale per eseguire brani vocali o musicali, collettivi.

Utilizza conoscenze, abilità e competenze per comprendere e confrontare diversi generi musicali.

L’alunna/o riconosce con parziale autonomia timbro, ritmo e melodia all’interno di brani ascoltati più volte.

Comprende e utilizza occasionalmente forme di notazione musicale per eseguire semplici brani vocali o musicali, collettivi.

Utilizza occasionalmente conoscenze, abilità e competenze per comprendere e confrontare diversi generi musicali.

L’alunna/o riconosce con difficoltà e in modalità guidata dall’insegnante i più semplici elementi del linguaggio musicale, all’interno di semplici brani ascoltati più volte.

Legge solo se guidato/a le notazioni musicali, ma non le utilizza per eseguire brani vocali o musicali. Utilizza ancora con incertezza voce e strumenti in esecuzioni collettive.

L’alunno/a non è ancora in grado di riconoscere gli elementi basilari del linguaggio musicale, anche se guidato/a dall’insegnante.

Partecipa a esecuzioni vocali collettive con il supporto dell’insegnante.

EDUCAZIONE FISICA

Nucleo tematico: IL CORPO E LA SUA RELAZIONE CON LO SPAZIO E CON IL TEMPO • IL LINGUAGGIO DEL CORPO COME MODALITÀ COMUNICATIVO-ESPRESSIVA

• IL GIOCO, LO SPORT, LE REGOLE, IL FAIR PLAY

• SALUTE E BENESSERE, PREVENZIONE E SICUREZZA

• Coordinare il proprio corpo in situazione statica o dinamica, con o senza l’uso di attrezzi ginnici.

• Attivare schemi motori, anche in situazioni sportive, con o senza attrezzi.

• Partecipare a drammatizzazioni e attività teatrali di vario genere o di danza, con impegno espressivo.

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

OTTIMO

• Partecipare a giochi individuali o di squadra rispettandone le condizioni di sicurezza, applicando strategie, anche collaborative, seguendo il regolamento, rispettando l’arbitrato e mantenendo per tutta la durata un atteggiamento di fair play.

• Muoversi in modo consapevole e sicuro in situazioni quotidiane o ludico-sportive.

• Impegnarsi nell’esercizio fisico come pratica di benessere, associandolo alla conoscenza del corpo umano e dei propri specifici bisogni fisici.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia, anche con idee e soluzioni proprie, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente, e intervenendo positivamente su quelli di compagni e compagne. Associa criticamente la pratica motoria costante al benessere psicofisico, mettendo a fuoco i propri bisogni personali.

Entra con piacere e impegno in attività espressive corporee di vario genere suggerendo anche ipotesi originali.

DISTINTO

BUONO

L’alunno/a si attiva sempre in autonomia, anche con idee e soluzioni proprie, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente, e intervenendo positivamente su quelli di compagni e compagne. Associa criticamente la pratica motoria costante al benessere psicofisico.

Entra con piacere e impegno in attività espressive corporee di vario genere.

L’alunno/a si attiva spesso in autonomia, anche con idee e soluzioni proprie, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente, e intervenendo positivamente su quelli di compagni e compagne. Dimostra di riconoscere spontaneamente il benessere psicofisico generato dalla pratica motoria. Entra con impegno selettivo in attività espressive corporee di vario genere.

DISCRETO

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a si attiva su invito dell’insegnante, per partecipare a giochi ginnici e competizioni sportive, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli spontaneamente o su richiamo dell’adulto. Invitato a riflettere, dimostra di riconoscere il benessere psicofisico generato dalla pratica motoria. Entra con impegno selettivo in attività espressive corporee di vario genere.

L’alunno/a, condotto direttamente dall’insegnante, entra in giochi ginnici o sportivi, manifestando consapevolezza dei propri comportamenti, regolandoli su richiamo dell’insegnante. Riconosce il benessere psicofisico generato dalla pratica motoria, grazie a domande mirate dell’insegnante. Partecipa su comando e in modo marginale ad attività espressive corporee di vario genere.

L’alunno/a entra difficilmente in giochi ginnici o sportivi, manifestando difficoltà nell’accettazione degli esiti. Regola la propria partecipazione su costante richiamo dell’insegnante. Non sempre esegue, neppure in modo marginale, attività espressive corporee di vario genere.

L’EDUCAZIONE

CIVICA: IL QUADRO NORMATIVO

A cura di Patrizia Granata, coordinatrice scientifica Raffaello Scuola

Accompagnamento alla lettura delle Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica per la Scuola primaria

Per le insegnanti e gli insegnanti che si trovano a progettare l’insegnamento dell’Educazione civica secondo le nuove Linee guida, abbiamo elaborato un accompagnamento alla lettura dell’ultimo decreto ministeriale in materia (Decreto Ministeriale n. 183 del 7 settembre 2024), con il quale, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, i curricoli dell’Educazione civica si riferiranno ai traguardi e agli obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale. Con questo accompagnamento (che trovate nei box in grigio) intendiamo fornire riflessioni, spunti metodologici e suggerimenti pratici per la progettazione delle attività didattiche.

Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica

L’espressione “Linee guida” differisce da “legge o decreto”: lo scopo, infatti, non è quello di fornire normative rigide e vincolanti, ma indicazioni generali, principi fondamentali per orientare le scuole nell’attuazione di norme e regolamenti. Questo significa che c’è un margine di autonomia e adattamento in base al contesto di ogni istituzione scolastica, che deve tener conto dei bisogni degli alunni e delle alunne.

Il quadro di riferimento nazionale ed internazionale

L’inserimento di un quadro di riferimento nazionale e internazionale nell’Educazione civica non solo amplia le conoscenze degli alunni e delle alunne, ma li prepara a diventare cittadini, responsabili e solidali, capaci di interagire e contribuire positivamente alla società locale e globale. Favorisce la comprensione di concetti come diritti, doveri, legalità, sostenibilità e pluralismo culturale, promuovendo il pensiero critico e la partecipazione attiva alla vita democratica, con un approccio inclusivo e rispettoso delle diversità.

La Legge 20 agosto 2019, n. 92 (d’ora in avanti, Legge) ha istituito l’insegnamento scolastico dell’Educazione civica e ha previsto che con decreto del Ministro siano definite le Linee guida per tale insegnamento che individuano, “ove non già previsti, specifici traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi specifici di apprendimento, in coerenza con le Indicazioni nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, nonché con il documento Indicazioni nazionali e nuovi scenari e con le Indicazioni nazionali per i licei e le Linee guida per gli istituti tecnici e professionali vigenti”. Secondo quanto previsto dalle Linee guida adottate in via di prima applicazione con decreto ministeriale 22 giugno 2020, n. 35, le Istituzioni scolastiche sono state chiamate ad aggiornare i curricoli di istituto e l’attività di progettazione didattica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione al fine di sviluppare “la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società”. Inoltre, in questo primo quadriennio di attuazione della Legge, le scuole del primo ciclo hanno individuato propri traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento, mentre quelle del secondo ciclo di istruzione hanno individuato propri risultati di apprendimento al fine di integrare il curricolo di istituto con riferimento all’Educazione civica.

A seguito delle attività realizzate dalle scuole e tenendo conto delle novità normative intervenute, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, i curricoli di Educazione civica si riferiscono a traguardi e obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, come individuati dalle presenti Linee guida che sostituiscono le precedenti. Tra le tematiche recentemente richiamate dalla normativa nazionale si sottolinea una particolare attenzione alla tutela dell’ambiente, alla educazione stradale e alla promozione dell’educazione finanziaria.

Per sviluppare la conoscenza e la comprensione delle strutture diventa fondamentale estrapolare per ciascuna disciplina le conoscenze di base (intese come l’insieme dei concetti fondamentali, dei principi, delle teorie e delle informazioni essenziali che costituiscono il nucleo iniziale di apprendimento di una materia) dei vari profili che permettono agli alunni di comprendere il funzionamento e lo sviluppo di una comunità, e nello specifico si può partire dalla scuola stessa.

Profilo sociale: riguarda le relazioni tra individui, e quindi mette in luce tematiche quali l’inclusione, la parità di genere, la multiculturalità, perché ciascuno possa vivere il tempo scuola in una situazione di benessere fisico, psichico e sociale. Per sviluppare questo aspetto si possono considerare anche alcuni momenti della giornata scolastica non strutturati.

Profilo economico: riguarda l’organizzazione e la gestione delle risorse materiali e finanziarie. Possono essere progettate attività che richiedano un’analisi delle risorse interne alla classe prima e alla scuola poi.

Profilo giuridico: riguarda le norme che regolano diritti e doveri, responsabilità civili e penali. Possono essere organizzate attività quali regolamenti, atti costitutivi, organigrammi di ruoli e responsabilità anche all’interno della classe.

Profilo civico: è collegato alla partecipazione attiva, alla vita democratica. Possono essere organizzate anche attività di lettura e commento di fatti di cronaca, quando compatibili con l’età dei bambini e delle bambine. Profilo ambientale: è collegabile all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile; nel contesto classe o scuola, si possono prevedere attività di gestione responsabile delle risorse naturali, come un orto di classe.

Le Linee guida si configurano come strumento di supporto e sostegno ai docenti anche di fronte ad alcune gravi emergenze educative e sociali del nostro tempo quali, per esempio, l’aumento di atti di bullismo, di cyberbullismo e di violenza contro le donne, la dipendenza dal digitale, il drammatico incremento dell’incidentalità stradale – che impone di avviare azioni sinergiche, sistematiche e preventive in tema di educazione e sicurezza stradale – nonché di altre tematiche, quali il contrasto all’uso delle sostanze stupefacenti, l’educazione alimentare, alla salute, al benessere della persona e allo sport.

La progettazione di queste attività promuove una formazione completa essenziale per sviluppare in un primo momento alunni consapevoli, responsabili e attivi nella classe e poi nella scuola, che potranno poi diventare cittadini consapevoli, responsabili e attivi della società.

Le Linee guida suggeriscono un approccio metodologico interdisciplinare, incoraggiando la collaborazione tra insegnanti di diverse discipline per sviluppare competenze civiche, capacità di partecipazione attiva e pensiero critico negli studenti.

Principi a fondamento dell’Educazione civica

Le Linee guida, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 1 della Legge, mirano innanzitutto a favorire e sviluppare nelle istituzioni scolastiche la conoscenza della Costituzione italiana – riconoscendola non solo come norma cardine del nostro ordinamento, ma anche come riferimento prioritario per identificare valori, diritti, doveri, compiti, comportamenti personali e istituzionali finalizzati a promuovere il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese – nonché delle istituzioni dell’Unione Europea.

L’EDUCAZIONE CIVICA

Lo studio della Costituzione riveste un ruolo centrale nelle nuove Linee guida di Educazione civica, poiché rappresenta il fondamento dell’identità democratica e dei valori condivisi nella società italiana. Il suo valore educativo è essenziale per formare cittadini consapevoli e responsabili.

La conoscenza della Costituzione – nelle sue dimensioni storiche, giuridiche, valoriali – rappresenta il fondamento del curricolo di Educazione civica. In questo senso va sottolineato il carattere personalistico della nostra Costituzione. Ne discende la necessità di sottolineare la centralità della persona umana, soggetto fondamentale della storia, al cui servizio si pone lo Stato. Da qui nasce l’importanza di valorizzare i talenti di ogni studente e la cultura del rispetto verso ogni essere umano. Da qui il carattere fondamentale dei valori di solidarietà, di libertà, di eguaglianza nel godimento dei diritti inviolabili e nell’adempimento dei doveri inderogabili. Da qui il concetto stesso di democrazia che la nostra Costituzione collega non casualmente alla sovranità popolare e che, per essere autentica, presuppone lo Stato di diritto. Da qui anche la funzionalità della società allo sviluppo di ogni individuo (e non viceversa) ed il primato dell’essere umano su ogni concezione ideologica.

Le nuove Linee guida, in piena coerenza con il dettato costituzionale, sottolineano non solo la centralità dei diritti, ma anche dei doveri verso la collettività, che l’articolo 2 della nostra Carta costituzionale definisce come “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. L’importanza di sviluppare anche una cultura dei doveri rende necessario insegnare il rispetto verso le regole che sono poste per una società ordinata al fine di favorire la convivenza civile, per far prevalere il diritto e non l’arbitrio. Da qui l’importanza fondamentale della responsabilità individuale che non può essere sostituita dalla responsabilità sociale. Pienamente coerente con la Costituzione è anche la necessità di valorizzare la cultura del lavoro come concetto fondamentale della nostra società da insegnare già a scuola fin dal primo ciclo di istruzione. La scuola, unitamente alla famiglia e alle altre istituzioni del territorio, ha la responsabilità di supportare gli studenti nel percorso che li porta a diventare cittadini responsabili, autonomi, consapevoli e impegnati in una società sempre più complessa e in costante mutamento. In questo contesto è fondamentale l’alleanza educativa tra famiglia e scuola

La scuola “costituzionale” che ispira l’educazione alla cittadinanza, proprio perché dà centralità alla persona dello studente, deve sempre favorire l’inclusione, a iniziare dagli studenti con disabilità, dal recupero di chi manifesta lacune negli apprendimenti, dal potenziamento delle competenze di chi non ha eguali opportunità formative e di chi non utilizza pienamente l’italiano come lingua veicolare. Insomma, la scuola costituzionale è quella che stimola e valorizza ogni talento.

La scuola, a livello collegiale e in alleanza con le famiglie, definisce obiettivi chiari, visibili e misurabili, atti a garantire agli alunni la possibilità di fare esperienze di autonomia, responsabilità e consapevolezza, organizzando attività nelle quali vengono assegnati ruoli e incarichi che richiedono responsabilità, non solo verso se stessi, ma anche verso l’intera comunità in cui vivono, come può essere la classe e/o la scuola.

Un esempio di attività che coinvolge gli alunni può essere l’organizzazione di un Open Day, in cui sono i bambini stessi, ed eventualmente qualche genitore disponibile, a progettare e poi gestire la giornata di visita alla scuola.

Attività come questa assumono una doppia direzione: da una parte rispondono alle indicazioni di Educazione civica, dall’altra possono rientrare nel piano di miglioramento della scuola, con un coinvolgimento plurimo di persone.

Organizzare un Open Day, per esempio, prevede una progettazione che coinvolge il profilo economico, sociale, civico, giuridico e offre ai docenti, trattandosi di un’attività pratica, la possibilità di misurare il raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati. Consapevoli che lo sviluppo prevede delle fasi, dei passi che permettono di raggiungere la vetta, possiamo paragonare alla vetta l’essere cittadini responsabili, mentre un passo può essere quello di rispondere in modo attivo ai compiti assegnati per la buona riuscita dell’Open Day

In questa prospettiva, l’Educazione civica favorisce il riconoscimento di valori e comportamenti coerenti con la Costituzione attraverso il dialogo e il rispetto reciproco, volti a incoraggiare un pensiero critico personale,

aperto e costruttivo, in un percorso formativo che, coinvolgendo la persona nella sua interezza e unitarietà, inizia dall’infanzia e prosegue lungo tutto l’arco della vita. L’Educazione civica deve contribuire a una formazione volta a favorire l’inclusione degli alunni stranieri nella scuola italiana. L’insegnamento dell’Educazione civica può supportare gli insegnanti nel lavoro dell’integrazione, producendo nei suoi esiti coesione civica e senso della comunità, evitando che anche in Italia si verifichino fenomeni di ghettizzazione urbana e sociale. Le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione civica offrono una cornice efficace entro la quale poter inquadrare temi e obiettivi di apprendimento coerenti con quel sentimento di appartenenza che deriva dall’esperienza umana e sociale del nascere, crescere e convivere in un Paese chiamato Italia. È in tale realtà geografica ed esperienziale insieme che il bambino comincia a rappresentare se stesso e se stesso in relazione al mondo. Per questa ragione il ruolo della scuola diventa fondamentale anche al fine di svelare il significato del ricchissimo patrimonio culturale e ambientale dell’Italia, dei suoi territori e delle sue comunità. L’Educazione civica può proficuamente contribuire a formare gli studenti al significato e al valore dell’appartenenza alla comunità nazionale che è comunemente definita patria, concetto che è espressamente richiamato e valorizzato dalla Costituzione. Rafforzare il nesso tra il senso civico e l’idea di appartenenza alla comunità nazionale potrà restituire importanza, tra l’altro, al sentimento dei doveri verso la collettività, come prescritto dall’articolo 2 della Costituzione, nonché alla coscienza di una comune identità italiana come parte, peraltro, della civiltà europea ed occidentale e della sua storia, consapevolezza che favorisce un’autentica integrazione. Inoltre, l’insegnamento dell’Educazione civica aiuta gli studenti a capire la storia intera del Paese, riconoscendola nella ricchezza delle diversità dei singoli territori e valorizzando le varie eccellenze produttive che costituiscono il “Made in Italy”. Dovrebbe far comprendere che la cittadinanza si costruisce attraverso l’identificazione con i valori costituzionali, l’esercizio responsabile delle virtù civiche, la valorizzazione dei territori che costituiscono la Repubblica, con le loro tipicità e tradizioni. In questo contesto l’appartenenza all’Unione europea appare coerente con lo spirito originario del trattato fondativo volto a favorire la collaborazione tra Paesi che hanno valori ed interessi generali comuni.

I principi chiave dell’inclusione in Educazione civica possono essere riassunti in:

• parità di opportunità, intesa come accesso alle stesse risorse educative, senza discriminazioni di genere, etnia, religione, disabilità o condizione socio-economica;

• rispetto e valorizzazione delle differenze (culturali, linguistiche e personali), riconosciute come risorse e non come ostacoli;

• partecipazione attiva, intesa come promozione dell’ascolto e del coinvolgimento di tutti gli studenti nelle attività scolastiche e nella vita comunitaria;

• prevenzione delle discriminazioni e del bullismo, attraverso campagne di sensibilizzazione contro pregiudizi, stereotipi e forme di violenza.

Per rispondere a questi principi possiamo mettere in evidenza alcune strategie educative quali:

• educazione interculturale, che favorisce la conoscenza e lo scambio tra culture diverse offrendo l’opportunità di raccontare, condividere, fare ricerche su argomenti che si stanno trattando in classe e in cui gli alunni si possano riconoscere;

• didattica personalizzata, cioè l’adattamento dei percorsi formativi sulla base della specificità e unicità dei bisogni educativi e di apprendimento degli alunni e delle alunne del gruppo classe;

• lavoro collaborativo e cooperative learning, prevedendo attività didattiche da svolgere in gruppo che promuovono la collaborazione e l’aiuto reciproco;

• educazione ai diritti umani e alla cittadinanza globale, approfondendo temi come la dignità, l’uguaglianza e la giustizia sociale.

A prescindere dalla Linee guida di Educazione civica, ogni insegnante deve progettare un contesto di apprendimento positivo e accogliente, a partire innanzitutto dall’utilizzo di un linguaggio inclusivo e rispettoso e dalla promozione di attività che diano voce a tutti i presenti in classe.

Alcuni spunti per rafforzare questo nesso:

• far conoscere la Costituzione e i suoi valori fondamentali, quali la dignità, l’uguaglianza, la libertà, la solidarietà, e approfondire la storia della Repubblica con i relativi simboli che la rappresentano;

• educare alla cittadinanza attiva e responsabile, facendo partecipare attivamente i bambini alla vita comunitaria della scuola, e simulando o facendoli partecipare realmente, per esempio, a Consigli comunali, realizzando progetti con i Comuni di appartenenza, assemblee scolastiche…;

• valorizzare la memoria storica e culturale, studiando momenti significativi della storia nazionale e celebrando giornate nazionali, quali il 25 aprile o il 2 giugno, perché non siano solo due giornate in cui la scuola rimane chiusa, ma acquisiscano un valore autentico e sentito;

• educare al bene comune e alla legalità, anche attraverso il patto di corresponsabilità e la condivisione di regole e comportamenti responsabili e rispettosi, nella consapevolezza che il rispetto delle regole è essenziale per una convivenza pacifica.

La cura degli ambienti scolastici, per esempio, diventa un’opportunità di impegno per la sostenibilità e il territorio. All’interno della classe o della scuola, gli alunni devono percepire che possono contribuire alla costruzione del contesto proprio nel suo senso etimologico di contessere, “tessere insieme”.

Importante risulta anche educare a riconoscere la sussidiarietà orizzontale quale principio costituzionale che promuove l’iniziativa autonoma dei cittadini, sia come “singoli” sia in “forma associata”. Spirito di iniziativa e di imprenditorialità sono, inoltre, competenze sempre più richieste per affrontare le sfide e le trasformazioni sociali attuali oltre che espressione di un sentimento di autodeterminazione. Parallelamente alla valorizzazione della iniziativa economica privata si evidenzia l’importanza della proprietà privata, tutelata dall’articolo 42 della Costituzione e che, come ben definisce la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, è un elemento essenziale della libertà individuale e che va dunque rispettata e incoraggiata. In tali direzioni, le Linee guida propongono un approccio sistematico e trasversale per la progettazione, valutazione e promozione dei valori e delle competenze di Educazione civica. Il richiamo al principio della trasversalità dell’insegnamento dell’Educazione civica si rende necessario anche in ragione della pluralità degli obiettivi di apprendimento e delle competenze attese, non ascrivibili a una singola disciplina e neppure ad ambiti disciplinari delimitati. Questa competenza riguarda l’attitudine a trasformare idee in azioni concrete, promuovendo la proattività, la creatività e la capacità di affrontare le sfide con determinazione. Gli alunni devono dimostrare di saper prendere decisioni in modo autonomo e originale, cogliendo le opportunità con determinazione, pensiero critico e flessibilità mentale. Per esempio, nel caso di problemi che riguardano la classe, si consiglia di non intervenire direttamente con soluzioni “pronte”, ma di offrire agli studenti l’opportunità di cimentarsi nel trovare soluzioni che richiedano anche l’assunzione di responsabilità nella scelta delle azioni ed eventuali conseguenze. Queste esperienze insegnano ai bambini la gestione del rischio e del pericolo, compreso l’errore, il fallimento e l’insuccesso, situazioni che contribuiscono alla crescita personale.

Il collegio dei docenti, a questo proposito, può progettare un laboratorio pratico che veda coinvolti tutti gli alunni e le alunne nella creazione di un’associazione, con il compito di definirne la mission, gli obiettivi, gli incarichi, l’organizzazione e tutto ciò che è necessario per la realizzazione e l’azione della stessa.

Parlando di Istituti comprensivi, o comunque di continuità diacronica, si possono prevedere progetti a lungo termine che vedono coinvolte non solo classi parallele ma anche di età diverse, al fine di generare una micro-impresa funzionale agli interessi della scuola stessa, non economici, ma materiali e di benessere. Tutto questo permette agli alunni di contribuire attivamente alla comunità scuola.

La scelta italiana di individuare l’Educazione civica come insegnamento trasversale e ambito di apprendimento interdisciplinare è coerente con i documenti europei e internazionali in materia di educazione alla cittadinanza.

Inoltre, accanto al principio della trasversalità, è opportuno fare riferimento anche a quello dell’apprendimento esperienziale, con l’obiettivo, sotto il profilo metodologico-didattico, di valorizzare attività di carattere laboratoriale, casi di studio, seminari dialogici a partire da fatti ed eventi di attualità, così come esperienze di cittadinanza attiva vissute dagli studenti in ambito extra-scolastico e che concorrono a comporre il curricolo di Educazione civica, grazie anche ad una loro rilettura critico-riflessiva e alla loro discussione sotto la guida del docente e nel confronto reciproco tra pari, ovvero nel confronto esperienziale tra studenti.

Ciascun Istituto, per attuare questo passaggio, può lavorare sulla costruzione del contesto educativo, di apprendimento e didattico che determinano il potenziale di sviluppo di ciascun alunno e ciascuna alunna. Definiamo i contesti.

CONTESTO DI APPRENDIMENTO: è un ecosistema olistico che influenza bambini, alunni e studenti mediando le loro relazioni. Può migliorare il loro apprendimento e la qualità delle relazioni tramite una serie di indicatori, come il benessere fisico, psichico e sociale.

CONTESTO DIDATTICO: si riferisce all’ambiente e alle condizioni organizzate intenzionalmente dall’insegnante o dall’istituzione educativa per facilitare l’apprendimento. Questo contesto è costruito per guidare, strutturare e migliorare il processo educativo e degli apprendimenti. Quando parliamo di contesto didattico, ci riferiamo a metodologie didattiche, ambiente fisico e tecnologico, curriculum e programmazione, valutazione e feedback.

CONTESTO EDUCATIVO: è l’insieme delle condizioni, influenze e ambienti (sociali, culturali, istituzionali) che partecipano all’educazione in senso globale.

Differenza chiave tra contesto di apprendimento e contesto didattico.

• Prospettiva: il contesto di apprendimento è più ampio e include tutto ciò che influenza l’apprendimento, indipendentemente dall’intervento diretto dell’insegnante, mentre il contesto didattico è centrato sull’ambiente organizzato dall’insegnante.

• Responsabilità: il contesto didattico è maggiormente sotto il controllo dell’insegnante o dell’istituzione educativa, mentre il contesto di apprendimento include fattori esterni, come le condizioni personali dello studente o l’influenza familiare, che non sono completamente gestibili dall’insegnante.

• Focalizzazione: il contesto di apprendimento si concentra su come lo studente apprende in generale, mentre il contesto didattico si focalizza su cosa viene insegnato e su come l’insegnamento è strutturato per facilitare l’apprendimento.

Le Linee guida, infine, riconoscendo e valorizzando il principio dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, mirano a favorire e incoraggiare un più agevole raccordo tra le discipline, nella consapevolezza che ogni disciplina è, di per sé, parte integrante della formazione civica e sociale di ciascuno studente.

Il raccordo tra le discipline è un approccio didattico che mira a promuovere un apprendimento integrato e trasversale, coinvolgendo più ambiti del sapere per affrontare temi complessi e attuali. Questo approccio favorisce la comprensione globale della realtà, superando la frammentazione delle singole discipline e stimolando il pensiero critico e la partecipazione attiva degli alunni. Il raccordo tra le discipline favorisce un apprendimento significativo, che avviene quando il bambino acquisisce nuove informazioni e le collega in modo consapevole e strutturato a conoscenze che già possiede.

Per attuare questo approccio metodologico è necessario prevedere progetti interdisciplinari, per esempio un progetto sulla Costituzione che unisca storia, letteratura, diritto. Si possono anche progettare unità di apprendimento su tematiche quali il cambiamento climatico da un punto di vista scientifico, giuridico, sociale, storico, economico. Questo approccio prevede anche la capacità di lavorare in gruppo, di saper comunicare in modo efficace e di saper risolvere eventuali difficoltà e problemi.

Al fine di favorire l’unitarietà del curricolo e in considerazione della contitolarità dell’insegnamento tra tutti i docenti di classe o del consiglio di classe, le Linee guida sono impostate secondo i nuclei concettuali di cui all’articolo 3 della Legge che, per loro natura interdisciplinari, attraversano il curricolo e possono essere considerati in ogni argomento che tutti i docenti trattano quotidianamente.

Costituzione

La conoscenza del dettato costituzionale, della sua storia, delle scelte compiute nel dibattito in Assemblea costituente e la riflessione sul suo significato rappresentano il primo e fondamentale aspetto da trattare. Esso contiene e pervade tutte le altre tematiche, poiché le leggi ordinarie, i regolamenti, le disposizioni normative devono sempre trovare coerenza con la Costituzione, che rappresenta il fondamento della convivenza e del patto sociale nel nostro Paese. Collegati alla Costituzione sono innanzitutto i temi relativi alla conoscenza dell’ordinamento e delle funzio-ni dello Stato, delle Regioni, degli Enti territoriali e delle Organizzazioni internazionali e sovranazionali, prime tra tutte l’Unione Europea e le Nazioni Unite, così come la conoscenza approfondita di alcuni articoli della Costituzione, in particolare di quelli contenuti nei principi generali quali gli artt. dall’1 al 12.

Anche i concetti di legalità, di rispetto delle leggi e delle regole comuni in tutti gli ambienti di convivenza (per esempio il codice della strada, i regolamenti scolastici) rientrano in questo primo nucleo concettuale, come pure la conoscenza dell’Inno e della Bandiera nazionale, come forme di appartenenza ad una Nazione, la conoscenza dell’Inno e della Bandiera europei come appartenenza a una civiltà comune con i popoli europei, la conoscenza della Bandiera della regione e dello Stemma del comune, come appartenenza a una comunità e a un territorio che contribuiscono a formare la Repubblica.

In particolare, nello studio delle leggi (dalla Costituzione alle leggi ordinarie) occorre evidenziare che esse non sono prescrizioni etico/morali, ma strumenti giuridici; che sono fatte per le Persone e non le Persone per loro; che sono rivolte all’interesse comune di tutti i cittadini e servono allo scopo di regolare il rapporto autorità/ libertà tra i cittadini e lo Stato.

Il riferimento alla Costituzione non è solo formale, ma sostanziale per radicare nei giovani il senso di comunità democratica e la consapevolezza dei propri diritti e responsabilità.

Educazione alla legalità, quindi, significa favorire la consapevolezza della necessità del rispetto delle norme per il benessere di tutti i cittadini. Rientra in questo nucleo anche l’educazione contro ogni forma di discriminazione e contro ogni forma di bullismo intesa come violenza contro la persona.

Per promuovere l’educazione alla legalità possono essere utilizzate alcune strategie:

• studio della Costituzione, approfondendo articoli fondamentali con attività didattiche coinvolgenti;

• incontri con esperti e testimoni, anche in collaborazione con associazioni impegnate nella lotta alla violenza, alla criminalità;

• laboratori che prevedano attività pratiche come processi simulati o giochi di ruolo;

• progetti di cittadinanza attiva che prevedano la partecipazione a iniziative locali, come progetti sul decoro urbano;

• lettura di racconti, fiabe e testi che parlano di giustizia e regole, visione di film tematici per stimolare il dibattito su argomenti quali giustizia e legalità.

Di grande importanza appare il contrasto a ogni forma di criminalità e illegalità e in particolare la criminalità contro la persona, contro i beni pubblici e privati. La tematica potrà essere opportunamente affrontata analizzando la diffusione territoriale della criminalità organizzata, i fattori storici e di contesto che hanno favorito la nascita e la crescita delle mafie e i suoi effetti economici e sociali, identificando comportamenti privati che possano contribuire a contrastare ogni forma di criminalità. Analogamente, trova collocazione l’educa-

zione stradale – intesa anche come sicurezza stradale – finalizzata all’acquisizione da parte degli studenti di comportamenti responsabili quali utenti della strada, abituando i giovani al rispetto della vita propria e altrui e delle regole del codice della strada. Infine, in questo primo ambito, rientra anche l’esplicitazione della dimensione dei diritti e dei doveri che conseguono alla partecipazione alla vita della comunità nazionale ed europea e che sono spesso intrecciati fra loro, come insegna l’esempio del lavoro, inteso non solo come diritto (articolo 4, comma 1, della Costituzione) ma anche come dovere civico (articolo 4, comma 2, della Costituzione), e in più valore sul quale si fonda la nostra Repubblica (articolo 1, comma 1, della Costituzione).

L’argomento può essere affrontato attraverso lezioni teoriche e simulazioni, collaborazione con esperti, campagne di sensibilizzazione.

Le principali tematiche da trattare possono essere:

• la segnaletica stradale;

• le norme di comportamento;

• la sicurezza e i dispositivi di protezione;

• i rischi legati alla guida (anche di cicli e motocicli) distratta o sotto l’effetto di sostanze;

• la mobilità sostenibile e il rispetto dell’ambiente.

Sviluppo economico e sostenibilità

Questo nucleo concettuale mira a promuovere una visione integrata dello sviluppo economico e sostenibile, riconoscendo l’importanza di un equilibrio tra crescita economica, tutela ambientale ed equità sociale. Un approccio educativo che consideri questi aspetti contribuisce nella formazione di cittadini responsabili e capaci di affrontare le sfide del futuro con una prospettiva globale.

È importante educare i giovani ai concetti di sviluppo e di crescita. Per questo, la valorizzazione del lavoro, come principio cardine della nostra società, e dell’iniziativa economica privata è parte fondamentale di una educazione alla cittadinanza.

La diffusione della cultura di impresa consente alle studentesse e agli studenti di potenziare attitudini e conoscenze relative al mondo del lavoro e all’autoimprenditorialità. Ovviamente, lo sviluppo economico deve essere coerente con la tutela della sicurezza, della salute, della dignità e della qualità della vita delle persone, della natura, anche con riguardo alle specie animali e alla biodiversità, e più in generale con la protezione dell’ambiente. In questa prospettiva, che trova un particolare riferimento in diversi articoli della Costituzione, possono rientrare tematiche riguardanti l’educazione alla salute, alla protezione della bio-diversità e degli ecosistemi, alla bioeconomia, anche nell’interesse delle future generazioni (così come previsto dall’articolo 9 della Costituzione recentemente riformulato). In questo quadro si inserisce pure la cultura della protezione civile per accrescere la sensibilità sui temi di autoprotezione e tutela del territorio. Analogamente trovano collocazione nel presente nucleo concettuale il rispetto per i beni pubblici, a partire dalle strutture scolastiche, la tutela del decoro urbano nonché la conoscenza e valorizzazione del ricchissimo patrimonio culturale, artistico e monumentale dell’Italia. Sempre nell’ottica di tutelare la salute e il benessere collettivo e individuale si inseriscono nell’educazione civica sia l’educazione alimentare per la realizzazione del corretto rapporto tra alimentazione, attività sportiva e benessere psicofisico, sia i percorsi educativi per il contrasto alle dipendenze derivanti da droghe, fumo, alcool, doping, uso patologico del web, gaming e gioco d’azzardo. Conoscere i rischi e gli effetti dannosi del consumo di ogni tipologia di droghe, comprese le droghe sintetiche, e di altre sostanze psicoattive, nonché dei rischi derivanti dalla loro dipendenza, anche attraverso l’informazione delle evidenze scientifiche circa i loro effetti per la salute è essenziale per prevenire ogni tossicodipendenza e promuovere strategie di salute e benessere psicofisico, anche conoscendo le forme di criminalità legata al traffico di stupefacenti e le azioni di contrasto esercitate dallo Stato. Rientra in questo nucleo pure l’educazione finanziaria e assicurativa e la

pianificazione previdenziale, anche con riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro. In tale nucleo dovrà essere evidenziata l’importanza della tutela del risparmio. L’educazione finanziaria va intesa inoltre come momento per valorizzare e tutelare il patrimonio privato.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per benessere psicofisico intende «il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute, definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”». A tal fine, è necessario educare gli alunni e le alunne a prendersi cura di sé stessi e degli altri, sviluppando consapevolezza, responsabilità e comportamenti salutari, in modo da raggiungere i seguenti obiettivi: avere un’alimentazione equilibrata, fare attività fisica, riconoscere segnali di stress e disagio e saper chiedere aiuto, conoscere le emozioni e saperle gestire, entrare in empatia con gli altri e creare un clima scolastico positivo.

Per questi aspetti possono essere progettate esperienze e/o laboratori interdisciplinari con personale scolastico e/o con esperti esterni che trattino gli argomenti elencati. Può risultare superfluo ricordare che la prima forma di apprendimento avviene attraverso l’emulazione di comportamenti funzionali.

L’educazione alla pianificazione previdenziale mira a formare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di pianificare il proprio futuro economico in modo informato e sostenibile, contribuendo al benessere individuale e collettivo. Gli obiettivi che possiamo progettare sono legati alla sicurezza economica futura, alla prevenzione del rischio di povertà e alla gestione responsabile delle risorse fin dalla giovane età. Per fare questo è necessario partire da conoscenze basilari quali il sistema previdenziale italiano, i contributi e i versamenti, gli strumenti di previdenza complementare quali i fondi pensione o le assicurazioni, la differenza tra risparmio e investimento. Per affrontare le suddette tematiche possono essere progettate lezioni di educazione finanziaria con personale scolastico o esperti esterni, così come simulazioni e casi pratici di piccoli bilanci personali o familiari.

Cittadinanza digitale

Alla “Cittadinanza digitale”, da intendersi come la capacità di un individuo di interagire consapevolmente e responsabilmente con gli sviluppi tecnologici in campo digitale, è dedicato l’intero articolo 5 della Legge che esplicita le abilità essenziali da sviluppare nei curricoli di Istituto, con gradualità e tenendo conto dell’età degli studenti. Lo sviluppo impetuoso delle tecnologie digitali ha portato importanti e inedite possibilità di progresso e di benessere, ma ha anche trasformato, con incredibile velocità e con effetti difficilmente prevedibili, l’organizzazione sociale del nostro tempo. La dimensione “fisica”, tangibile, della vita si è ridotta: la maggior parte delle attività si svolge nello spazio digitale, dando luogo a una produzione massiccia di dati che circolano, in modo incessante, attraverso la rete.

L’obiettivo principale di questa sezione può essere considerato quello di educare alla cittadinanza digitale per formare individui consapevoli, critici e responsabili nell’uso delle tecnologie digitali, capaci di contribuire positivamente alla società e di proteggere sé stessi e gli altri dagli abusi online.

Come strategie educative, si suggeriscono laboratori e workshop che prevedano attività pratiche sull’uso sicuro del web, sulle fake news e sulla protezione della privacy, simulando casi di studio, analizzando esempi di situazioni scorrette che generino e stimolino un dibattito tra gli alunni, affinché possano acquisire competenze di buone pratiche. Per gli alunni delle ultime classi si può seguire l’approccio peer to peer, affinché diventino mentori degli alunni delle classi inferiori.

I più giovani, proprio perché più vulnerabili ed esposti, sono le “vittime” elettive quando si verifica un uso lesivo della rete, perché non sempre hanno gli strumenti per capire in modo adeguato i rischi a cui si espongono Fondamentale, pertanto, e in linea con quanto indicato dall’articolo 5, comma 2 della Legge, è l’attività di responsabilizzazione e promozione di una reale cultura della “cittadinanza digitale”, attraverso cui insegnare agli studenti a valutare con attenzione ciò che di sé consegnano agli altri in rete.

Per evitare queste situazioni è indispensabile che gli alunni e le alunne sappiano apprendere ad apprendere. Questo obiettivo si raggiunge guidandoli a organizzare e pianificare il proprio apprendimento, sviluppare consapevolezza sui propri processi cognitivi, sulle strategie per uno studio efficace, sulla gestione del proprio tempo e delle proprie risorse e sulla motivazione ad apprendere.

Alcuni esempi di attività per avvicinare i bambini e le bambine a comprendere il concetto di sicurezza digitale possono essere relative alla creazione di una password immaginaria con la tecnica mnemonica, e poi facendo fare loro dei giochi a squadre per vedere se si riesce a indovinare o se la password risulta essere sicura. Giochi che aiutino i bambini a capire quale notizia può essere vera e quale falsa costruendo una sorta di Kit dell’”investigatore digitale” con domande per verificare le fonti.

Non si tratta però solamente di una questione di conoscenza e di utilizzo degli strumenti tecnologici, ma del tipo di approccio agli stessi; per questa ragione, affrontare l’educazione alla cittadinanza digitale non può che essere un impegno che coinvolge tutti i docenti contitolari della classe e del Consiglio di classe. Utile strumento di lavoro può essere il Quadro delle Competenze Digitali per i Cittadini – DigComp2.2– recentemente tradotto in italiano, che fornisce esempi di conoscenze, abilità e atteggiamenti nel campo del digitale, anche con riferimento all’intelligenza artificiale, che può essere d’altro canto un utilissimo strumento per favorire la personalizzazione della didattica e degli apprendimenti.

Particolare attenzione potrà essere riposta nell’aiutare gli studenti a valutare criticamente dati e notizie in rete, individuando fonti attendibili e modalità di ricerca adeguate; allo stesso modo, potranno essere previsti approfondimenti in tema di privacy e tutela dei propri dati e identità personale, oltre ad adeguati focus che mirino a prevenire e contrastare attività di cyberbullismo. Infine, la rapida evoluzione tecnologica nel campo dell’Intelligenza Artificiale, riguardante tutti gli ambiti e temi finora menzionati, suggerisce adeguati approfondimenti in merito.

Per accompagnare gli alunni a contrastare attività di cyberbullismo è prima di tutto necessario renderli consapevoli del fenomeno stesso. A tal proposito possiamo leggere storie di cyberbullismo e chiedere ai bambini di raccontare le loro emozioni e stati d’animo. Possiamo simulare una conversazione on line e generare un confronto tra alunni e alunne su quali possono essere frasi considerate “gentili” e quali “offensive”.

Sviluppare la cittadinanza digitale a scuola, con studenti che sono già immersi nel web e che quotidianamente si imbattono nelle tematiche proposte, significa da una parte consentire l’acquisizione di informazioni e competenze utili a migliorare questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo, dall’altra mettere i giovani al corrente dei rischi e delle insidie che l’ambiente digitale comporta, considerando anche le conseguenze sul piano concreto. Pertanto, l’approccio e l’approfondimento di questi temi dovrà iniziare dal primo ciclo di istruzione con opportune e diversificate strategie. Insomma, l’educazione all’uso responsabile dei dispositivi elettronici va di pari passo con la consapevolezza che l’utilizzo corretto delle tecnologie è quello che potenzia l’esercizio delle competenze individuali, non quello che lo sostituisce. In conformità con gli indirizzi ministeriali, occorre evitare l’utilizzo di smartphone e tablet nella scuola dell’infanzia e dello smartphone nella scuola primaria e secondaria di I grado; nelle scuole del primo ciclo di istruzione il tablet può essere utilizzato per finalità didattiche e inclusive.

Oltre ad aver chiaro come uno alunno può interagire con gli strumenti digitali a scuola, è fondamentale che la scuola si adoperi in alleanza con le famiglie per rendere consapevoli i bambini e le bambine di ciò che è la dipendenza più che del sintomo in sé. I bambini hanno infatti necessità di capire concretamente cosa perdono se trascorrono troppo tempo davanti ai device, possiamo dunque proporre attività che gli permettano di prendere consapevolezza di quante cose belle fanno durante una giornata, come giocare con gli amici, fare sport, leggere libri divertenti o che fanno sognare.

Il processo che accompagna alla cittadinanza digitale può prevedere anche obiettivi a lungo termine costruendo con la classe il “patentino digitale”, o il “giornalino digitale”.

La prospettiva trasversale dell’insegnamento di Educazione civica

I nuclei concettuali dell’insegnamento dell’Educazione civica sono già impliciti nelle discipline previste nei curricoli dei diversi percorsi scolastici. Per fare solo alcuni esempi, “l’educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari” trovano una naturale interconnessione, tra le altre, con le Scienze naturali e con la Geografia; l’educazione alla legalità e al contrasto alle mafie si nutre non solo della conoscenza del dettato e dei valori costituzionali, ma anche della consapevolezza dei diritti inalienabili dell’uomo e del cittadino, del loro progredire storico, del dibattito filosofico e letterario. Le tematiche connesse alla cittadinanza digitale afferiscono alle competenze digitali e a tutte le discipline, in particolare l’italiano, la matematica, la tecnologia e l’informatica. Si tratta dunque di far emergere all’interno dei curricoli di istituto elementi già presenti negli attuali ordinamenti e di rendere più consapevole ed esplicita la loro interconnessione, nel rispetto e in coerenza con i processi di crescita dei bambini e dei ragazzi nei diversi gradi di scuola.

Per prospettiva trasversale si intende un approccio interdisciplinare integrato, in cui le conoscenze e le competenze legate alla cittadinanza vengono affrontate dagli insegnanti di tutte le discipline e non inserite in una materia considerata a parte.

I nuclei concettuali sono i concetti fondamentali che ricorrono in vari punti dello sviluppo di una disciplina e hanno valore strutturante e generativo di conoscenze.

La trasversalità dell’insegnamento si esprime, quindi, nella capacità di dare senso e significato a ogni contenuto disciplinare. I saperi hanno lo scopo di fornire agli allievi strumenti per sviluppare conoscenze, abilità e competenze per essere persone e cittadini autonomi e responsabili, rispettosi di sé, degli altri e del bene comune. Il Collegio dei Docenti e le sue articolazioni, nonché i team docenti e i consigli di classe, nella predisposizione del curricolo e nella sua pianificazione organizzativa, individuano le conoscenze e le abilità necessarie a perseguire i traguardi di competenza fissati dalle Linee Guida, attingendo anche dagli obiettivi specifici in esse contenuti. Possono, in sede di pianificazione, essere individuati percorsi didattici, problemi, situazioni, esperienze anche laboratoriali idonei ad aggregare più insegnamenti/discipline e che richiedano la specifica trattazione di argomenti propri dell’educazione civica. È fondamentale che le tematiche trattate siano sempre coerenti e integrate nel curricolo e siano funzionali allo sviluppo delle conoscenze, abilità e competenze previste nei traguardi per lo sviluppo delle competenze dalle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo, dalle Linee Guida degli Istituti tecnici e professionali e dalle Indicazioni per i Licei. La trattazione interdisciplinare deve in ogni caso salvaguardare, con l’opportuna progressività connessa all’età degli allievi, la conoscenza della Costituzione, degli ordinamenti dello Stato e dell’Unione Europea, dell’organizzazione amministrativa decentrata e delle autonomie territoriali e locali.

Considerata la complessità degli argomenti e le modalità con cui gli stessi dovrebbero essere affrontati e trattati, è consigliato che non sia un unico insegnante a occuparsi dell’educazione civica, sia perché potrebbe riscontrare difficoltà ad affrontare tutte le tematiche in modo professionale e tecnico, sia perché la ricchezza dell’apprendimento è data proprio dall’interdisciplinarietà e dalla trasversalità, e quindi dall’integrazione delle diverse professionalità di insegnanti e/o esperti esterni. Ogni disciplina diventa uno strumento per veicolare valori civici: con la matematica si possono analizzare i dati che descrivono la realtà e la società (povertà, disuguaglianze ecc.), con le scienze si possono affrontare tematiche riguardanti la salute fisica e ambientale, con l’educazione fisica si possono introdurre i valori di rispetto e fair play nello sport, con l’arte e la musica si favorisce l’espressione culturale valorizzando le diversità.

Indicazioni metodologiche

Riveste particolare importanza nell’insegnamento dell’educazione civica l’approccio metodologico, al fine di consentire agli allievi di sviluppare autentiche competenze civiche, capacità di partecipazione, cittadinanza attiva, rispetto delle regole condivise e del bene comune, attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, pensiero critico e capacità di preservare salute, benessere e sicurezza nel mondo fisico e in quello virtuale.

Spunti metodologici: interdisciplinarità, apprendimento attivo e partecipativo, didattica laboratoriale, cooperative learning, peer education, centralità dello studente e personalizzazione degli interventi, approcci esperienziali, e collegamenti alla vita vissuta.

Strategie operative: discussioni guidate e/o libere, studio di casi, simulazioni, giochi di ruolo, compiti autentici e compiti di realtà.

Il tema della Costituzione, primario e fondante, non può esaurirsi nel proporre la lettura e la memorizzazione di una serie di articoli e neanche nella conoscenza, pure necessaria e imprescindibile, dell’ordinamento e dell’organizzazione dello Stato, degli Organismi territoriali, delle Organizzazioni sovranazionali e internazionali.

L’etica nell’uso del digitale non è legata solo alle abilità tecniche e alla conoscenza dei potenziali rischi nell’utilizzo dei dispositivi e della rete. Lo sviluppo di autentiche e stabili abilità e competenze civiche si consegue in un ambiente di apprendimento dove prima di tutto gli adulti sono modelli coerenti di comportamento, dove l’organizzazione dei tempi, degli spazi e delle attività consente la discussione, il confronto reciproco, la collaborazione, la cooperazione e l’esperienza diretta.

Occasioni di esercizio della corretta convivenza e della democrazia devono essere presenti fin dai primi anni nella quotidianità della vita scolastica, attraverso l’abitudine al corretto uso degli spazi e delle attrezzature comuni, l’osservanza di comportamenti rispettosi della salute e della sicurezza propria e altrui, la cura di relazioni improntate al rispetto verso il prossimo, verso gli adulti, e verso i coetanei, l’assunzione di responsabilità verso i propri impegni scolastici, la cura di altri compagni, di cose e animali, la partecipazione alla definizione di regole nel gioco, nello sport, nella vita di classe e di scuola, l’assunzione di ruoli di rappresentanza. L’attitudine alla convivenza democratica si sviluppa, infatti, in ambienti che consentono l’esercizio di comportamenti autonomi e responsabili.

Le conoscenze e le abilità connesse all’educazione civica trovano stabilità e concretezza in modalità laboratoriali, di ricerca, in gruppi di lavoro collaborativi, nell’applicazione in compiti che trovano riscontro nell’esperienza, nella vita quotidiana, nella cronaca.

Il laboratorio, la ricerca, il gruppo collaborativo, la riflessione, la discussione, il dibattito intorno a temi significativi, le testimonianze autorevoli, le visite e le uscite sul territorio, le attività di cura e di responsabilità come il service learning, i progetti orientati al servizio nella comunità, alla salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, alla cura del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, gli approcci sperimentali nelle scienze sono tutte attività concrete, da inserire organicamente nel curricolo, che possono permettere agli studenti non solo di “applicare” conoscenze e abilità, ma anche di costruirne di nuove e di sviluppare competenze. In un ambiente di apprendimento così organizzato, anche l’utilizzo responsabile e consapevole dei dispositivi digitali riveste importanza primaria per la ricerca, l’assunzione critica, la condivisione e lo scambio di informazioni attendibili da fonti autorevoli, con l’attenzione alla sicurezza dei dati, alla riservatezza e al rispetto delle persone. L’affidamento agli studenti di occasioni di costruzione attiva e autonoma di apprendimento, in contesti di collaborazione, costituisce la modalità necessaria per il conseguimento di conoscenze e abilità stabili e consolidate e di competenze culturali, metodologiche, sociali, relazionali e di cittadinanza.

Progettare questo tipo di attività permette di rispondere in modo diretto e fluido ai principi didattici fondamentali (interdisciplinarità e trasversalità) per l’insegnamento dell’Educazione civica, poiché consentono di integrare conoscenze, abilità e competenze provenienti da diverse discipline, promuovendo una visione olistica

e il raggiungimento di competenze trasversali dei temi trattati. Questo approccio favorisce l’apprendimento significativo, il pensiero critico e la capacità di collegare teoria e pratica nella vita reale.

È importante che per ciascun progetto siano coinvolti gli insegnanti e/o i professionisti più adatti alla specificità degli argomenti trattati.

Per esempio, se si intende progettare una settimana della sostenibilità, le discipline coinvolte potranno essere scienze, geografia e tecnologia. Ma potrebbero aggiungersi anche altre discipline: tutto dipende dagli obiettivi formativi che si decide di inserire in progettazione.

La contitolarità dell’insegnamento e il coordinamento delle attività

Il coordinamento è essenziale per garantire coerenza e continuità nei percorsi delle attività progettate.

Si consiglia di nominare un insegnante coordinatore per l’insegnamento dell’Educazione civica, che potrà essere la figura di riferimento la progettazione e il monitoraggio delle attività. La progettazione può essere annuale; è necessario definire collegialmente gli argomenti, gli obiettivi formativi e le modalità di valutazione, condividendo il materiale tra tutti gli insegnanti in una piattaforma comune. Per un monitoraggio attento è necessario pianificare incontri periodici tra insegnanti per verificare come il progetto procede e apportare eventuali modifiche.

La Legge prevede che all’insegnamento dell’educazione civica siano dedicate non meno di 33 ore per ciascun anno scolastico.

Nelle scuole del primo ciclo l’insegnamento è affidato, in contitolarità, a docenti della classe/del consiglio di classe, tra i quali è individuato un coordinatore. Nelle scuole del secondo ciclo, l’insegnamento è affidato ai docenti delle discipline giuridiche ed economiche, se disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia. In caso contrario, in analogia a quanto previsto per il primo ciclo, l’insegnamento è affidato in contitolarità ai docenti del consiglio di classe. In ogni caso, anche laddove la titolarità dell’insegnamento venga attribuita a un insegnante di materie giuridiche ed economiche, gli obiettivi di apprendimento vanno perseguiti attraverso la più ampia collaborazione tra tutti i docenti, valorizzando la trasversalità del curricolo. Nell’arco delle 33 ore annuali i docenti potranno proporre attività che sviluppino con sistematicità conoscenze, abilità e competenze relative all’educazione alla cittadinanza, all’educazione alla salute e al benessere psicofisico e al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, all’educazione finanziaria, all’educazione stradale, all’educazione digitale e all’educazione al rispetto e ai nuclei fondamentali che saranno oggetto di ulteriore approfondimento, di riflessione e ricerca in unità didattiche di singoli docenti e in unità di apprendimento e moduli interdisciplinari trasversali condivisi da più docenti. Si potranno così offrire agli allievi gli strumenti indispensabili per affrontare le questioni e i problemi in modo trasversale al curricolo, favorendo un dialogo interdisciplinare e realizzando la prospettiva educativa che rappresenta l’autentica sfida dell’insegnamento dell’educazione civica.

La contitolarità si riferisce alla responsabilità condivisa dell’insegnamento tra più docenti. Ciò significa che tutti i docenti sono coinvolti e concorrono, ciascuno per la propria area disciplinare, all’insegnamento dell’argomento che si è deciso di trattare. Questo permette agli alunni di raggiungere una visione globale dello stesso argomento.

Anche la valutazione di conoscenze, abilità e competenze sarà condivisa, perché sarà il risultato di un lavoro collegiale.

Inoltre, le Linee guida offrono l’opportunità di leggere e interpretare tutto il curricolo della scuola con riferimento ai principi e ai nuclei fondanti previsti per l’insegnamento dell’Educazione civica, dal momento che ogni

sapere potrà essere orientato ad azioni finalizzate all’esercizio di diritti e doveri, al bene comune, all’ulteriore sviluppo della conoscenza e alla salvaguardia dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità. Tale prospettiva richiede la messa a punto di percorsi didattici che, per tutte le discipline, prevedano l’aspetto civico degli argomenti trattati.

La valutazione

La Legge dispone che l’insegnamento trasversale dell’Educazione civica sia oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 62 per il primo ciclo e dal D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122 per il secondo ciclo.

I criteri di valutazione deliberati dal Collegio dei docenti per le singole discipline e già inseriti nel PTOF dovranno essere integrati in modo da ricomprendere anche la valutazione di tale insegnamento. In sede di scrutinio il docente coordinatore dell’insegnamento, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti del team o del Consiglio di Classe, formula la proposta di valutazione, espressa ai sensi della normativa vigente, da inserire nel documento di valutazione.

La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e conoscenze indicate nel curricolo dell’Educazione civica e affrontate durante l’attività didattica. I docenti della classe e il consiglio di classe possono avvalersi di strumenti condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione, finalizzati ad accertare il conseguimento da parte degli alunni delle conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo delle competenze previste nella sezione del curricolo dedicata all’Educazione civica.

Anche per l’Educazione civica il Collegio dei docenti delle scuole del primo ciclo, in coerenza con il disposto dell’art. 2 del D. Lgs. 62/2017, esplicita a quale livello di apprendimento corrisponde il voto in decimi attribuito agli alunni della scuola secondaria di primo grado. Per gli alunni della scuola primaria, la valutazione avverrà in base alla normativa in vigore nell’anno scolastico di riferimento.

La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e conoscenze indicate nel curricolo dell’Educazione civica e affrontate durante l’attività didattica.

Viene assegnato un giudizio sintetico, frutto di una sintesi collegiale. Con il termine competenza si intende la piena capacità di orientarsi in autonomia in un determinato campo. Le abilità e le conoscenze che si acquisiscono grazie all’interazione con l’ambiente, se strutturate in modo ordinato, permettono di diventare autonomi e responsabili, e quindi competenti ad applicare le stesse anche in contesti nuovi.

L’abilità è la capacità di svolgere una forma di attività; mentre l’attitudine è originaria, innata, spontanea, l’abilità, anche se può svilupparsi in seguito a una disposizione naturale, è frutto della volontà, dell’esercizio e dell’esperienza.

La conoscenza è la consapevolezza e la comprensione di verità, fatti o informazioni ottenute attraverso l’esperienza o l’apprendimento (a posteriori), oppure tramite l’introspezione (a priori).

Esempi di strumenti condivisi per la valutazione:

• rubriche valutative o tabelle con descrittori di livello per valutare conoscenze, competenze e atteggiamenti;

• osservazione sistematica per monitorare i comportamenti e la partecipazione attiva durante le attività;

• autovalutazione e metacognizione per permettere agli alunni e alle alunne di riflettere sul proprio apprendimento e comportamento;

• valutazione degli atteggiamenti, ossia l’impegno nel lavoro di gruppo, il rispetto delle regole, la partecipazione attiva a progetti scolastici e di cittadinanza, la responsabilità e lo spirito di iniziativa.

Per una valutazione più completa, è consigliato, durante l’anno, raccogliere materiali prodotti dagli alunni, come relazioni, progetti, ricerche, ma anche osservazioni fatte dai docenti durante le prove autentiche, le simulazioni, le azioni reali come campagne di sensibilizzazione, le uscite didattiche, i viaggi di istruzione, i consigli comunali ecc.

L’Educazione civica per il primo e per il secondo ciclo di istruzione:

traguardi

per lo sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento

Le Linee guida individuano traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento dell’educazione civica, da perseguire progressivamente a partire dalla scuola primaria e da conseguire entro il termine del secondo ciclo di istruzione. I traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento delineano i risultati attesi in termini di competenze rispetto alle finalità e alle previsioni della Legge e sono raggruppati tenendo a riferimento i tre nuclei concettuali: Costituzione, Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale. Per il primo ciclo di istruzione, gli obiettivi di apprendimento rappresentano la declinazione dei traguardi per lo sviluppo delle competenze e sono distinti per la scuola primaria e secondaria di primo grado. Per il secondo ciclo, le competenze sono declinate in obiettivi di apprendimento che possono ulteriormente essere graduati dai consigli di classe per anno di corso e possono essere realizzati attraverso una didattica per moduli, unità di apprendimento, sillabi coerenti con l’età degli studenti, il curricolo specifico del corso e la sua progressione nelle diverse annualità.

Nei corsi di istruzione per gli adulti di primo e secondo livello istituiti a norma del D.P.R. 29 ottobre 2012, n. 263, i traguardi, le competenze e gli obiettivi sono perseguiti attraverso percorsi che tengono conto delle Linee Guida di cui al D.M. 12 marzo 2015 e dei patti formativi individuali sottoscritti con gli studenti. Gli obiettivi comprendono conoscenze e abilità ritenute funzionali allo sviluppo dei traguardi e delle competenze e concorrono a sviluppare gradualmente le otto competenze chiave per l’apprendimento permanente.

Quando si costruisce il curricolo di istituto, gli obiettivi di apprendimento devono essere declinati secondo precise indicazioni. Essi infatti:

• si riferiscono a un argomento specifico, perché indicano le conoscenze che devono essere apprese dagli alunni tramite l’attività didattica espletata all’interno dei vari istituti;

• sono misurabili, così da poter valutare i percorsi formativi;

• devono definire i campi del sapere che risultano essere indispensabili per lo sviluppo delle competenze. Essi, dunque, occupano una posizione di rilievo all’interno della didattica;

• sono organizzati attorno nuclei tematici, per garantire un’istruzione ben organizzata e ricca di contenuti;

• sono distribuiti lungo l’intero arco del ciclo scolastico e gli insegnanti di ogni classe, nell’elaborare gli obiettivi di apprendimento, devono tenere in considerazione l’età degli allievi

DESCRIZIONE DEI

GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA EDUCAZIONE CIVICA - CLASSE 4a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale.

Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER EDUCAZIONE CIVICA CLASSE 4a

L’alunno svolge e porta a termine in piena autonomia e consapevolezza le attività inerenti la comprensione dei principi della Costituzione italiana e il valore della legalità. È capace di affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza, attraverso un comportamento basato sul rispetto reciproco e sul valore democratico di uguaglianza

Ha piena consapevolezza delle diverse forme e funzioni della moneta, comprende in modo sicuro il valore dei beni e del denaro

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per individuare e comprendere i fattori e le variabili che concorrono allo sviluppo equo e sostenibile dell’ecosistema terrestre, attraverso un uso critico e responsabile delle risorse ambientali

In questo contesto sa svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale, mettendo in atto i principi di solidarietà, uguaglianza per una partecipazione attiva e responsabile alla vita civica, culturale e sociale della comunità Riconosce inoltre con sicurezza e consapevolezza i principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Conosce e utilizza con responsabilità e cognizione di causa le tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi, le finalità, i vantaggi e i rischi: di conseguenza adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto, riuscendo a trattare tematiche sia disciplinari che interdisciplinari anche inerenti l’attualità

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DISTINTO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine in piena autonomia le attività inerenti la comprensione dei principi della Costituzione italiana e il valore della legalità. È capace di affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza, attraverso un comportamento basato sul rispetto reciproco e sul valore democratico di uguaglianza

Ha consapevolezza delle diverse forme e funzioni della moneta, comprende con chiarezza il valore dei beni e del denaro

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per individuare e comprendere i fattori che concorrono allo sviluppo equo e sostenibile dell’ecosistema terrestre attraverso un uso responsabile delle risorse ambientali

In questo contesto sa svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo personale, mettendo in atto i principi di solidarietà, uguaglianza per una partecipazione attiva e responsabile alla vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre con sicurezza i principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Conosce e utilizza con consapevolezza le tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi, le finalità, i vantaggi e i rischi: di conseguenza adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto, riuscendo a trattare tematiche sia disciplinari che interdisciplinari anche inerenti l’attualità

L’alunno/a svolge e porta a termine in autonomia le attività inerenti la comprensione dei principi della Costituzione italiana e il valore della legalità. È capace di affrontare anche situazioni complesse mettendo in atto un comportamento basato sul rispetto reciproco e sul valore democratico di uguaglianza

Conosce e inizia ad acquisire consapevolezza delle diverse forme e funzioni della moneta, comprende il valore dei beni e del denaro

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per comprendere i fattori che concorrono allo sviluppo equo e sostenibile dell’ecosistema terrestre attraverso un uso responsabile delle risorse ambientali

In questo contesto sa svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, mettendo in atto i principi di solidarietà, uguaglianza per una partecipazione attiva e responsabile alla vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre i principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Conosce e utilizza le tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi, le finalità, i vantaggi e i rischi: di conseguenza adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio, argomentando con modalità generalmente adeguate al contesto; riesce a trattare alcune tematiche sia disciplinari che interdisciplinari anche inerenti l’attualità

BUONO

DISCRETO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi. Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine con parziale autonomia le attività inerenti la comprensione dei principi della Costituzione italiana e il valore della legalità. È generalmente capace di affrontare anche situazioni complesse mettendo in atto un comportamento basato sul rispetto reciproco e sul valore democratico di uguaglianza

Conosce diverse forme e funzioni della moneta e inizia a comprendere il valore dei beni e del denaro, in situazioni pratiche già sperimentate

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per comprendere i principali e più intuitivi fattori che concorrono allo sviluppo equo e sostenibile dell’ecosistema terrestre

In questo contesto sa svolgere semplici compiti e risolvere facili problemi, mettendo in atto i principi di solidarietà, uguaglianza per interagire con la vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre alcuni dei principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Utilizza le tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi, i vantaggi e i principali rischi: di conseguenza in gruppo adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete

Si esprime in modo incerto attraverso linguaggio essenziale, non sempre adeguato al contesto; riesce a riferire alcune tematiche inerenti l’attualità se sostenuto dal gruppo

SUFFICIENTE

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto del docente.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a, con l’aiuto dell’insegnante svolge e porta a termine le principali attività inerenti la comprensione dei più intuitivi principi della Costituzione italiana

Si avvia a conoscere alcune forme e funzioni della moneta e a usare il denaro in semplici situazioni pratiche già sperimentate.

Con la guida del docente che ne orienta le procedure e la rielaborazione, è in grado di utilizzare le più essenziali conoscenze, abilità e competenze per comprendere i più semplici fattori che concorrono allo sviluppo equo e sostenibile dell’ecosistema in cui vive

In questo contesto, sempre supportato dal gruppo o dall’insegnate, è in grado di svolgere semplici compiti e risolvere problemi reiterati, mettendo in atto alcuni principi di solidarietà, uguaglianza per interagire con la comunità di appartenenza

Riconosce inoltre alcuni dei principi fondamentali del proprio benessere psico-fisico

Se guidato utilizza in modo meccanico le principali tecnologie digitali, intuendone i meccanismi fondamentali

Si esprime con un linguaggio insicuro, impreciso non contestualizzato

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato dal docente. Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti. Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a, con l’aiuto dell’insegnante che lo orienta e lo guida in contesti noti e semplificati, anche con l’ausilio di supporti visuali ed iconici, intuisce i più semplici principi della Costituzione italiana

In semplici situazioni pratiche, inizia ad usare il denaro e a intuirne la funzione, solo con il supporto dell’insegnante. Con la guida del docente che ne orienta le procedure e la rielaborazione, è in grado di utilizzare le più essenziali conoscenze, abilità e competenze per individuare i più semplici fattori che concorrono allo sviluppo equo e sostenibile dell’ecosistema in cui vive

In questo contesto, sempre supportato dal gruppo o dall’insegnate, è in grado di svolgere semplici compiti e risolvere problemi reiterati, mettendo in atto i più spontanei principi di solidarietà, uguaglianza per interagire con la comunità di appartenenza

In situazioni esperienziali facilitate intuisce alcuni dei principi fondamentali del proprio benessere psico-fisico

Se guidato utilizza in modo meccanico solo alcune tecnologie digitali di facile approccio

Si esprime con un linguaggio povero, impersonale, privo di riferimenti contestuali: l’argomentazione infatti si esplica attraverso l’uso di schemi-guida anche illustrati e/o domande stimolo

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

• Competenza alfabetica funzionale

• Competenza multilinguistica

• Competenza matematica e competenza di base in scienze e tecnologie

• Competenza digitale

• Competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare

• Competenza sociale e civica in materia di cittadinanza

• Competenza imprenditoriale

• Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

tematico: COSTITUZIONE • SVILUPPO ECONOMICO E SOSTENIBILITÀ • CITTADINANZA DIGITALE

Costituzione

• Conoscere i principi fondamentali della Costituzione e saperne individuare le implicazioni nella vita quotidiana e nelle relazioni con gli altri.

• Individuare i diritti e i doveri che interessano la vita quotidiana di tutti i cittadini, anche dei più piccoli.

• Condividere regole comunemente accettate.

• Sviluppare la consapevolezza dell’appartenenza ad una comunità locale, nazionale ed europea.

• Rispettare ogni persona, secondo il principio di uguaglianza e di non discriminazione di cui all’articolo 3 della Costituzione.

• Riconoscere, evitare e contrastare forme di violenza e bullismo presenti nella comunità scolastica.

• Curare gli ambienti, rispettare i beni pubblici e privati così come le forme di vita (piante, animali) che sono state affidate alla responsabilità delle classi.

• Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

• Conoscere il valore e il significato dell’appartenenza alla comunità nazionale.

• Conoscere il significato di Patria.

• Conoscere il contenuto generale delle Dichiarazioni Internazionali dei diritti della persona e dell’infanzia.

• Individuare alcuni dei diritti previsti nell’ambito della propria esperienza concreta.

• Conoscere ed applicare le regole vigenti in classe e nei vari ambienti della scuola (mensa, palestra, laboratori, cortili) e partecipare alla loro eventuale definizione o revisione.

• Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni.

• Conoscere i principali fattori di rischio dell’ambiente scolastico, adottare comporta-menti idonei a salvaguardare la salute e la sicurezza proprie e altrui e contribuire a definire comportamenti di prevenzione dei rischi.

• Conoscere e applicare le principali norme di circolazione stradale.

• Conoscere e attuare le principali regole per la cura della salute, della sicurezza e del benessere proprio e altrui, a casa, a scuola, nella comunità, dal punto di vista igienico-sanitario, alimentare, motorio, comportamentale.

Sviluppo economico e sostenibilità

• Conoscere le condizioni della crescita economica. Comprenderne l’importanza per il miglioramento della qualità della vita e ai fini della lotta alla povertà.

• Individuare, con riferimento alla propria esperienza, ruoli, funzioni e aspetti essenziali che riguardano il lavoro delle persone con cui si entra in relazione, nella comunità scolastica e nella vita privata.

• Riconoscere il valore del lavoro.

• Conoscere, attraverso semplici ricerche, alcuni elementi dello sviluppo economico in Italia.

• Riconoscere, a partire dagli ecosistemi del proprio territorio, le trasformazioni ambientali ed urbane dovute alle azioni dell’uomo; mettere in atto comportamenti alla propria portata che riducano l’impatto negativo delle attività quotidiane sull’ambiente e sul decoro urbano.

• Individuare nel proprio territorio le strutture che tutelano i beni artistici, culturali e ambientali e proteggono gli animali, e conoscerne i principali servizi.

• Analizzare, attraverso l’esplorazione e la ricerca all’interno del proprio comune, la qualità degli spazi verdi, e dei trasporti, il ciclo dei rifiuti, la salubrità dei luoghi pubblici.

• Conoscere ed attuare i comportamenti adeguati a varie condizioni di rischio (sismico, vulcanico, idrogeologico, climatico…) anche in collaborazione con la Protezione civile.

• Individuare alcune trasformazioni ambientali e gli effetti del cambiamento climatico.

• Identificare nel proprio ambiente di vita gli elementi che costituiscono il patrimonio artistico e culturale, materiale e immateriale, anche con riferimento alle tradizioni locali, ipotizzando semplici azioni per la salvaguardia e la valorizzazione.

• Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali (acqua, alimenti…) sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata.

• Conoscere e spiegare il valore, la funzione e le semplici regole di uso del denaro nella vita quotidiana. Gestire e amministrare piccole disponibilità economiche, ideando semplici piani di spesa e di risparmio, individuando alcune forme di pagamento e di accantonamento.

• Individuare e applicare nell’esperienza e in contesti quotidiani, i concetti economici di spesa, guadagno, ricavo, risparmio.

• Riconoscere l’importanza e la funzione del denaro.

• Conoscere le varie forme di criminalità, partendo dal rispetto delle regole che ogni comunità si dà per garantire la convivenza.

• Conoscere il valore della legalità.

Cittadinanza digitale

• Ricercare in rete semplici informazioni, distinguendo dati veri e falsi.

• Utilizzare le tecnologie per elaborare semplici prodotti digitali.

• Riconoscere semplici fonti di informazioni digitali.

• Interagire con strumenti di comunicazione digitale, quali tablet e computer.

• Conoscere e applicare semplici regole per l’utilizzo corretto di strumenti di comunicazione digitale, quali tablet e computer.

• Conoscere e applicare le principali regole di partecipazione alle classi virtuali e alle piattaforme didattiche.

• Conoscere il significato di identità e di informazioni personali in semplici contesti digitali di uso quotidiano.

• Conoscere i rischi connessi con l’utilizzo degli strumenti digitali in termini di sicurezza personale.

• Conoscere semplici modalità per evitare rischi per la salute e minacce al benessere psico-fisico quando si utilizzano le tecnologie digitali.

• Riconoscere, evitare e contrastare le varie forme di bullismo e cyberbullismo.

DECLINAZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI

L’alunno/a conosce e condivide in piena autonomia e consapevolezza i principi fondamentali della Costituzione italiana, mettendo in atto comportamenti aperti al confronto, alla solidarietà e all’intercultura.

Identifica inoltre le più significative istituzioni comunitarie e i principali organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, essendo consapevole di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui.

Conosce e comprende con sicurezza le regole sull’uso del denaro nella vita quotidiana e la necessità di farne un uso consapevole.

Osserva, riconosce e argomenta le principali emergenze ambientali, dimostrandosi pienamente consapevole della responsabilità individuale e collettiva riguardo alla tutela del patrimonio naturale e storico culturale, con particolare riferimento ai paesaggi italiani.

Mette in atto comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo di risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza in modo consapevole le tecnologie digitali comprendendone responsabilmente le caratteristiche, le funzioni, i vantaggi e i rischi: di conseguenza assume comportamenti idonei a una navigazione corretta, consapevole e sicura.

OTTIMO

DISTINTO

L’alunno/a conosce e condivide in piena autonomia i principi fondamentali della Costituzione italiana, mettendo in atto comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

Identifica inoltre le più significative istituzioni comunitarie e i principali organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, essendo consapevole di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui.

Conosce e comprende le regole sull’uso del denaro nella vita quotidiana e la necessità di farne un uso consapevole.

Osserva, riconosce e argomenta le principali emergenze ambientali, dimostrandosi consapevole della responsabilità individuale e collettiva riguardo alla tutela del patrimonio naturale e storico culturale, con particolare riferimento ai paesaggi italiani.

Mette in atto comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo di risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza in modo consapevole le tecnologie digitali comprendendone le caratteristiche, le funzioni, i vantaggi e i rischi: di conseguenza assume comportamenti idonei ad una navigazione corretta, consapevole e sicura.

L’alunno/a conosce e condivide in autonomia alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, mettendo in atto comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

Identifica inoltre alcune tra le più significative istituzioni comunitarie e i più noti organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, essendo consapevole di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui.

Inizia a comprendere le regole sull’uso del denaro nella vita quotidiana e la necessità di farne un uso consapevole.

Osserva, riconosce e argomenta in modo essenziale le principali emergenze ambientali, dimostrandosi consapevole della responsabilità individuale e collettiva riguardo alla tutela del patrimonio naturale e storico culturale, con particolare riferimento ai paesaggi italiani. In contesti noti, mette in atto comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo di risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza le tecnologie digitali comprendendone le caratteristiche, le funzioni, i vantaggi e i rischi: di conseguenza assume comportamenti idonei ad una navigazione corretta, consapevole e sicura.

L’alunno/a conosce e condivide con parziale autonomia alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, mettendo in atto, in situazioni note, comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà. Intuisce che vi sono alcune istituzioni comunitarie e alcuni organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali.

Percepisce di appartenere a un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui.

Con la guida iniziale dell’ insegnante, si avvia a comprendere le regole sull’uso del denaro nella vita quotidiana e la necessità di farne un uso consapevole.

DISCRETO

Osserva e riconosce in modo essenziale le principali emergenze ambientali, dimostrandosi disponibile a mettere in atto comportamenti volti a tutelare il patrimonio naturale e storico culturale, con particolare riferimento ai paesaggi italiani.

In contesti noti e facilitati, mette in atto alcuni comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo delle più conosciute risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza alcune tecnologie digitali comprendendone le più essenziali caratteristiche, le principali funzioni, i più intuitivi vantaggi e rischi: di conseguenza assume comportamenti generalmente idonei ad una navigazione corretta e sicura.

BUONO

SUFFICIENTE

L’alunno/a, con la guida dell’insegnante, conosce e condivide alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, mettendo in atto, in situazioni note e semplificate, comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

Se supportato dal docente, identifica inoltre alcune tra le principali istituzioni comunitarie e i più noti organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali. Attraverso esempi ed esperienze dirette intuisce di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui.

Con la guida dell’insegnante, inizia a capire alcune regole sull’uso del denaro nella vita quotidiana. Mediante osservazioni guidate ed esemplificate riconosce in modo essenziale le principali emergenze ambientali: in gruppo si dimostra disponibile a mettere in atto comportamenti volti a tutelare il patrimonio naturale e storico culturale, in riferimento ai paesaggi italiani.

In contesti noti e facilitati, sostenuto/a dall’esempio del gruppo, mette in atto alcuni semplici comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo delle più conosciute risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza con la guida dell’insegnante alcune tecnologie digitali comprendendone le più essenziali caratteristiche, le principali funzioni, i più intuitivi vantaggi e rischi che affronta con il sostegno dell’adulto.

L’alunno/a, con la guida dell’insegnante, intuisce alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, anche se mostra difficoltà nella comprensione dei concetti sottesi.

In situazioni note e semplificate, mette in atto comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

Se supportato dal docente, identifica inoltre alcune tra le principali istituzioni comunitarie e i più noti organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, ma non ha consapevolezza del loro significato e delle loro funzioni.

NON SUFFICIENTE

Attraverso esempi ed esperienze dirette intuisce di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere.

In semplici situazioni concrete, sperimenta l’uso del denaro per acquistare beni.

Mediante osservazioni guidate ed esemplificate riconosce in modo essenziale alcune tra le principali emergenze ambientali, ma non è in grado di ipotizzare soluzioni o mettere in atto consapevolmente comportamenti adeguati per farvi fronte.

In contesti noti e facilitati, sostenuto/a dall’esempio del gruppo, mette in atto alcuni semplici comportamenti sostenibili.

Utilizza con la guida dell’insegnante alcune tra le più semplici e immediate tecnologie digitali.

DESCRIZIONE DEI GIUDIZI SINTETICI PER LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI NELLA SCUOLA PRIMARIA E LORO DECLINAZIONE PER LA DISCIPLINA EDUCAZIONE CIVICACLASSE 5a

GIUDIZIO SINTETICO

OTTIMO

DESCRIZIONE DEL GIUDIZIO SINTETICO

all. A dell’O.M. 9/1/2025

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale.

Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DECLINAZIONE DESCRITTIVA DEL LIVELLO DI APPRENDIMENTO PER EDUCAZIONE CIVICA CLASSE 5a

L’alunno/a svolge e porta a termine con autonomia e consapevolezza le attività inerenti alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

Comprende, in modo pienamente consapevole, la possibilità di usare strumenti di pagamento alternativi al contante e le norme di sicurezza per il loro utilizzo; comprende, con sicurezza, il concetto di risparmio e la necessità di monitorare entrate e uscite per una corretta gestione del bilancio.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze anche per comprendere la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile rispettoso dell’ecosistema terrestre attraverso un utilizzo consapevole e responsabile delle risorse ambientali

In questo contesto è in grado di svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo originale e personale, mettendo in atto comportamenti di partecipazione attiva e responsabile alla vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre con sicurezza e consapevolezza i principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Conosce e utilizza con consapevolezza e cognizione le tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi, le finalità, i vantaggi e i rischi: di conseguenza adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete

Si esprime correttamente, con particolare proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto, riuscendo a trattare tematiche sia disciplinari che interdisciplinari anche inerenti l’attualità

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi anche difficili.

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e capacità di argomentazione, in modalità adeguate al contesto.

DISTINTO

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per svolgere con continuità compiti e risolvere problemi.

Si esprime correttamente, collegando le principali informazioni e usando un linguaggio adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine con autonomia le attività inerenti alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse e non proposte in precedenza.

Comprende, in modo consapevole, la possibilità di usare strumenti di pagamento alternativi al contante e le norme di sicurezza per il loro utilizzo; comprende il concetto di risparmio e la necessità di monitorare entrate e uscite per una corretta gestione del bilancio.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per comprendere la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile rispettoso dell’ecosistema terrestre attraverso un utilizzo responsabile delle risorse ambientali

In questo contesto è in grado di svolgere con continuità compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo personale, mettendo in atto comportamenti di partecipazione responsabile alla vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre con sicurezza i principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Conosce e utilizza con consapevolezza le tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi, le finalità, i vantaggi e i rischi: di conseguenza adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio, capacità critica e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto, riuscendo a trattare tematiche sia disciplinari che interdisciplinari anche inerenti l’attualità

L’alunno/a svolge e porta a termine con autonomia le principali attività inerenti alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici, riuscendo ad affrontare anche situazioni complesse. Comprende, la possibilità di usare strumenti di pagamento alternativi al contante e le norme di sicurezza per il loro utilizzo; inizia a comprendere il concetto di risparmio e la necessità di monitorare entrate e uscite per una corretta gestione del bilancio.

È in grado di utilizzare conoscenze, abilità e competenze per comprendere la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile rispettoso dell’ecosistema terrestre attraverso un utilizzo delle risorse ambientali

In questo contesto è in grado di svolgere compiti e risolvere problemi, anche difficili, in modo personale, mettendo in atto comportamenti di partecipazione responsabile alla vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre i principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Conosce e utilizza le tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi, le finalità, i vantaggi e i rischi: di conseguenza adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete

Si esprime correttamente, con proprietà di linguaggio e di argomentazione, in modalità adeguate al contesto, riuscendo a trattare tematiche anche inerenti l’attualità

BUONO

SUFFICIENTE

L’alunno/a svolge e porta a termine le attività con parziale autonomia e consapevolezza.

È in grado di utilizzare alcune conoscenze, abilità e competenze per svolgere compiti e risolvere problemi non particolarmente complessi. Si esprime correttamente, con un lessico semplice e adeguato al contesto.

L’alunno/a svolge e porta a termine con parziale autonomia le principali attività inerenti alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici in contesti noti

Inizia a comprendere la possibilità di usare strumenti di pagamento alternativi al contante e alcune le norme di sicurezza per il loro utilizzo; si avvia a comprendere il concetto di risparmio e la necessità di monitorare entrate e uscite per una corretta gestione del bilancio.

È in grado di utilizzare le più essenziali conoscenze, abilità e competenze per comprendere la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile rispettoso dell’ecosistema terrestre attraverso un utilizzo guidato delle risorse ambientali

In questo contesto è in grado di svolgere compiti facilitati e risolvere semplici problemi, mettendo in atto comportamenti idonei alla vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre alcuni dei principi fondamentali del proprio e dell’altrui benessere psico-fisico

Conosce e utilizza in modo essenziale le principali tecnologie digitali, comprendendone i meccanismi fondamentali, ed intuendo le finalità, i vantaggi e i rischi: di conseguenza con l’aiuto del gruppo adotta adeguate e sicure modalità di navigazione in rete

Si esprime con un linguaggio semplice piuttosto generico non sempre appropriato al contesto. Se guidato riesce a fare alcuni riferimenti alle più note tematiche di l’attualità

L’alunno/a svolge le attività principalmente sotto la guida e con il supporto del docente.

È in grado di applicare alcune conoscenze e abilità per svolgere semplici compiti e problemi, solo se già affrontati in precedenza.

Si esprime con un lessico limitato e con qualche incertezza.

L’alunno/a, con l’aiuto dell’insegnante, svolge e porta a termine le principali attività inerenti alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici in contesti noti e semplificati

Con la guida dell’insegnante inizia a conoscere qualche strumento di pagamento alternativo al contante e inizia a capire che cosa significa risparmiare una parte del proprio denaro.

Con la guida del docente che ne orienta le procedure e la rielaborazione, è in grado di utilizzare le più essenziali conoscenze, abilità e competenze per comprendere la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile rispettoso dell’ecosistema terrestre attraverso un utilizzo guidato e facilitato delle risorse ambientali

In questo contesto, sempre supportato dal gruppo o dall’insegnate, è in grado di svolgere semplici compiti e risolvere problemi reiterati, mettendo in atto comportamenti idonei alla vita civica, culturale e sociale della comunità

Riconosce inoltre alcuni dei principi fondamentali del proprio benessere psico-fisico

Se guidato utilizza in modo essenziale le principali tecnologie digitali, intuendone i meccanismi fondamentali

Si esprime con un linguaggio insicuro, impreciso non contestualizzato.

NON SUFFICIENTE

L’alunno/a non riesce abitualmente a svolgere le attività proposte, anche se guidato dal docente.

Applica solo saltuariamente conoscenze e abilità per svolgere alcuni semplici compiti.

Si esprime con incertezza e in maniera non adeguata al contesto.

L’alunno/a, con l’aiuto dell’insegnante che lo orienta e lo guida in contesti noti e semplificati, anche con l’ausilio di supporti visuali ed iconici, segue le principali attività inerenti alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici, ma non rielabora in modo consapevole quanto proposto

Con la guida di un adulto sperimenta alcune semplici situazioni di pagamento e qualche esempio pratico di risparmio.

Con la guida del docente che ne orienta le procedure e la rielaborazione, è in grado di utilizzare le più essenziali conoscenze, abilità e competenze per comprendere la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile rispettoso dell’ecosistema terrestre

In questo contesto, sempre supportato dal gruppo o dall’insegnate, è in grado di svolgere semplici compiti e risolvere problemi reiterati, mettendo in atto alcuni comportamenti idonei alla convivenza civile

In situazioni esperienziali facilitate intuisce alcuni dei principi fondamentali del proprio benessere psico-fisico

Se guidato utilizza in modo essenziale alcune tecnologie digitali

Si esprime con un linguaggio povero, impersonale, privo di riferimenti contestuali: l’argomentazione infatti si esplica attraverso l’uso di schemi-guida e/o domande stimolo.

COMPETENZE CHIAVE EUROPEE

• Competenza alfabetica funzionale

• Competenza multilinguistica

• Competenza matematica e competenza di base in scienze e tecnologie

• Competenza digitale

• Competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare

• Competenza sociale e civica in materia di cittadinanza

• Competenza imprenditoriale

• Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale

ECONOMICO E SOSTENIBILITÀ • CITTADINANZA DIGITALE

Costituzione

• Conoscere i principi fondamentali della Costituzione e saperne individuare le implicazioni nella vita quotidiana e nelle relazioni con gli altri.

• Individuare i diritti e i doveri che interessano la vita quotidiana di tutti i cittadini, anche dei più piccoli.

• Condividere regole comunemente accettate.

• Sviluppare la consapevolezza dell’appartenenza ad una comunità locale, nazionale ed europea.

• Rispettare ogni persona, secondo il principio di uguaglianza e di non discriminazione di cui all’articolo 3 della Costituzione.

• Riconoscere, evitare e contrastare forme di violenza e bullismo presenti nella comunità scolastica.

• Curare gli ambienti, rispettare i beni pubblici e privati così come le forme di vita (piante, animali) che sono state affidate alla responsabilità delle classi.

• Aiutare, singolarmente e in gruppo, coloro che presentino qualche difficoltà per favorire la collaborazione tra pari e l’inclusione di tutti.

• Conoscere l’ubicazione della sede comunale, gli organi e i servizi principali del Comune, le principali funzioni del Sindaco e della Giunta comunale, i principali servizi pubblici del proprio territorio e le loro funzioni essenziali.

• Conoscere gli Organi principali dello Stato (Presidente della Repubblica, Camera dei deputati e Senato della Repubblica e loro Presidenti, Governo, Magistratura) e le funzioni essenziali.

• Conoscere la storia della comunità locale, nazionale ed europea a partire dagli stemmi, dalle bandiere e dagli inni.

• Conoscere il valore e il significato dell’appartenenza alla comunità nazionale.

Obiettivi di apprendimento dalle Indicazioni Nazionali

• Conoscere il significato di Patria.

• Conoscere l’Unione Europea e l’ONU.

• Conoscere il contenuto generale delle Dichiarazioni Internazionali dei diritti della persona e dell’infanzia.

• Individuare alcuni dei diritti previsti nell’ambito della propria esperienza concreta.

• Conoscere ed applicare le regole vigenti in classe e nei vari ambienti della scuola (mensa, palestra, laboratori, cortili) e partecipare alla loro eventuale definizione o revisione.

• Conoscere il principio di uguaglianza nella consapevolezza che le differenze possono rappresentare un valore quando non si trasformano in discriminazioni.

• Conoscere i principali fattori di rischio dell’ambiente scolastico, adottare comportamenti idonei a salvaguardare la salute e la sicurezza proprie e altrui e contribuire a definire comportamenti di prevenzione dei rischi.

• Conoscere e applicare le principali norme di circolazione stradale.

• Conoscere e attuare le principali regole per la cura della salute, della sicurezza e del benessere proprio e altrui, a casa, a scuola, nella comunità, dal punto di vista igienico-sanitario, alimentare, motorio, comportamentale.

• Conoscere i rischi e gli effetti dannosi delle droghe. Sviluppo economico e sostenibilità

• Conoscere le condizioni della crescita economica. Comprenderne l’importanza per il miglioramento della qualità della vita e ai fini della lotta alla povertà.

• Individuare, con riferimento alla propria esperienza, ruoli, funzioni e aspetti essenziali che riguardano il lavoro delle persone con cui si entra in relazione, nella comunità scolastica e nella vita privata.

• Riconoscere il valore del lavoro.

• Conoscere, attraverso semplici ricerche, alcuni elementi dello sviluppo economico in Italia ed in Europa.

• Riconoscere, a partire dagli ecosistemi del proprio territorio, le trasformazioni ambientali ed urbane dovute alle azioni dell’uomo; mettere in atto comportamenti alla propria portata che riducano l’impatto negativo delle attività quotidiane sull’ambiente e sul decoro urbano.

• Individuare nel proprio territorio le strutture che tutelano i beni artistici, culturali e ambientali e proteggono gli animali, e conoscerne i principali servizi.

• Analizzare, attraverso l’esplorazione e la ricerca all’interno del proprio comune, la qualità degli spazi verdi, e dei trasporti, il ciclo dei rifiuti, la salubrità dei luoghi pubblici.

• Conoscere ed attuare i comportamenti adeguati a varie condizioni di rischio (sismico, vulcanico, idrogeologico, climatico, …) anche in collaborazione con la Protezione civile.

• Individuare alcune trasformazioni ambientali e gli effetti del cambiamento climatico.

• Identificare nel proprio ambiente di vita gli elementi che costituiscono il patrimonio artistico e culturale, materiale e immateriale, anche con riferimento alle tradizioni locali, ipotizzando semplici azioni per la salvaguardia e la valorizzazione.

• Riconoscere, con riferimento all’esperienza, che alcune risorse naturali (acqua, alimenti…) sono limitate e ipotizzare comportamenti di uso responsabile, mettendo in atto quelli alla propria portata.

• Conoscere e spiegare il valore, la funzione e le semplici regole di uso del denaro nella vita quotidiana. Gestire e amministrare piccole disponibilità economiche, ideando semplici piani di spesa e di risparmio, individuando alcune forme di pagamento e di accantonamento.

• Individuare e applicare nell’esperienza e in contesti quotidiani, i concetti economici di spesa, guadagno, ricavo, risparmio.

• Riconoscere l’importanza e la funzione del denaro.

• Conoscere le varie forme di criminalità, partendo dal rispetto delle regole che ogni comunità si dà per garantire la convivenza.

• Conoscere la storia dei vari fenomeni mafiosi, nonché riflettere sulle misure di contrasto.

• Conoscere il valore della legalità. Cittadinanza digitale

• Ricercare in rete semplici informazioni, distinguendo dati veri e falsi.

• Utilizzare le tecnologie per elaborare semplici prodotti digitali.

• Riconoscere semplici fonti di informazioni digitali.

• Interagire con strumenti di comunicazione digitale, quali tablet e computer.

• Conoscere e applicare semplici regole per l’utilizzo corretto di strumenti di comunicazione digitale, quali tablet e computer.

• Conoscere e applicare le principali regole di partecipazione alle classi virtuali e alle piattaforme didattiche.

• Conoscere il significato di identità e di informazioni personali in semplici contesti digitali di uso quotidiano.

• Conoscere i rischi connessi con l’utilizzo degli strumenti digitali in termini di sicurezza personale.

• Conoscere semplici modalità per evitare rischi per la salute e minacce al benessere psico-fisico quando si utilizzano le tecnologie digitali.

• Riconoscere, evitare e contrastare le varie forme di bullismo e cyberbullismo.

OTTIMO

DECLINAZIONE

L’alunno/a conosce e condivide in piena autonomia e consapevolezza i principi fondamentali della Costituzione italiana, dello Stato italiano e del suo ordinamento, mettendo in atto comportamenti aperti al confronto, alla solidarietà e all’intercultura.

Identifica inoltre le istituzioni comunitarie e gli organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, essendo consapevole di appartenere a un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui. Comprende con sicurezza il concetto di risparmio e la necessità di una sua gestione oculata e consapevole.

Osserva, riconosce e argomenta le principali emergenze ambientali, dimostrandosi pienamente consapevole della responsabilità individuale e collettiva riguardo alla tutela del patrimonio naturale e storico culturale.

Mette in atto comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo di risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza in modo consapevole le tecnologie digitali comprendendone responsabilmente le caratteristiche, le funzioni, i vantaggi e i rischi: di conseguenza assume comportamenti idonei ad una navigazione corretta, consapevole e sicura.

L’alunno/a conosce e condivide in piena autonomia i principi fondamentali della Costituzione italiana, dello Stato italiano e del suo ordinamento, mettendo in atto comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

DISTINTO

Identifica inoltre le istituzioni comunitarie e gli organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, essendo consapevole di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui. Comprende il concetto di risparmio e la necessità di una sua gestione oculata e consapevole. Osserva, riconosce e argomenta le principali emergenze ambientali, dimostrandosi consapevole della responsabilità individuale e collettiva riguardo alla tutela del patrimonio naturale e storico culturale.

Mette in atto comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo di risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza in modo consapevole le tecnologie digitali comprendendone le caratteristiche, le funzioni, i vantaggi e i rischi: di conseguenza assume comportamenti idonei a una navigazione corretta, consapevole e sicura.

L’alunno/a conosce e condivide in autonomia alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, dello Stato italiano e del suo ordinamento, mettendo in atto comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

Identifica inoltre le principali istituzioni comunitarie e i più noti organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, essendo consapevole di appartenere a un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui.

Si avvia a comprendere il concetto di risparmio e la necessità di una sua gestione oculata e consapevole.

Osserva, riconosce e argomenta in modo essenziale le principali emergenze ambientali, dimostrandosi consapevole della responsabilità individuale e collettiva riguardo alla tutela del patrimonio naturale e storico culturale.

In contesti noti, mette in atto comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo di risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza le tecnologie digitali comprendendone le caratteristiche, le funzioni, i vantaggi e i rischi: di conseguenza assume comportamenti idonei ad una navigazione corretta, consapevole e sicura.

BUONO

DISCRETO

L’alunno/a conosce e condivide con parziale autonomia alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, dello Stato italiano e del suo ordinamento, mettendo in atto, in situazioni note, comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

Identifica inoltre alcune tra le principali istituzioni comunitarie e i più noti organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali. Intuisce di appartenere a un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui. Con la guida iniziale dell’insegnante si avvia a comprendere il concetto di risparmio e la necessità di una sua gestione consapevole.

Osserva e riconosce in modo essenziale le principali emergenze ambientali, dimostrandosi disponibile a mettere in atto comportamenti volti a tutelare il patrimonio naturale e storico culturale. In contesti noti e facilitati, mette in atto alcuni comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo delle più conosciute risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza alcune tecnologie digitali comprendendone le più essenziali caratteristiche, le principali funzioni, i più intuitivi vantaggi e rischi: di conseguenza assume comportamenti generalmente idonei a una navigazione corretta e sicura.

L’alunno/a, con la guida dell’insegnante, conosce e condivide alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, dello Stato italiano e del suo ordinamento, mettendo in atto, in situazioni note e semplificate, comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà.

Se supportato dal docente, identifica inoltre alcune tra le principali istituzioni comunitarie e i più noti organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali. Attraverso esempi ed esperienze dirette intuisce di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere in un contesto inclusivo e rispettoso della dignità altrui.

SUFFICIENTE

NON SUFFICIENTE

Guidato dall’insegnante si avvia a comprendere il concetto di risparmio e la sua importanza. Mediante osservazioni guidate ed esemplificate riconosce in modo essenziale le principali emergenze ambientali: in gruppo si dimostra disponibile a mettere in atto comportamenti volti a tutelare il patrimonio naturale e storico culturale.

In contesti noti e facilitati, sostenuto/a dall’esempio del gruppo, mette in atto alcuni semplici comportamenti idonei per contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto e sostenibile anche mediante l’utilizzo delle più conosciute risorse ambientali rinnovabili.

Conosce e utilizza con la guida dell’insegnante alcune tecnologie digitali comprendendone le più essenziali caratteristiche, le principali funzioni, i più intuitivi vantaggi e rischi che affronta con il sostegno dell’adulto.

L’alunno/a, con la guida dell’insegnante, intuisce alcuni principi fondamentali della Costituzione italiana, dello Stato italiano e del suo ordinamento, anche se mostra difficoltà nella comprensione dei concetti sottesi.

In situazioni note e semplificate, mette in atto comportamenti aperti al confronto e alla solidarietà. Se supportato dal docente, identifica inoltre alcune tra le principali istituzioni comunitarie e i più noti organismi sovranazionali che possono affrontare i grandi problemi attuali, ma non ha consapevolezza del loro significato e delle loro funzioni. Attraverso esempi ed esperienze dirette intuisce di appartenere ad un’unica comunità umana in cui esistono regole per vivere e convivere.

In situazioni concrete, sperimenta, con la guida dell’insegnante, cosa significa risparmiare una parte dei propri.

Mediante osservazioni guidate ed esemplificate riconosce in modo essenziale alcune tra le principali emergenze ambientali, ma non è in grado di ipotizzare soluzioni o mettere in atto consapevolmente comportamenti adeguati per farvi fronte.

In contesti noti e facilitati, sostenuto/a dall’esempio del gruppo, mette in atto alcuni semplici comportamenti sostenibili.

Utilizza con la guida dell’insegnante alcune tra le più semplici e immediate tecnologie digitali.

PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA

TRA NORMATIVA E PEDAGOGIA

Il fondamento pedagogico

La scuola inclusiva è il modello pedagogico a cui tutta la società s’affaccia, un modello di comunità formata da professionisti, alunni e famiglie che persegue un’unica finalità: la valorizzazione di tutti, nessuno escluso. Essa si basa sull’idea che tramite l’azione, la relazione educativa, l’innovazione e la cura didattica, ogni alunno possa apprendere al meglio, sviluppando le proprie capacità e le proprie competenze.

In questa ottica globale e sistemica è necessario abbandonare la prospettiva secondo cui la didattica inclusiva riguarderebbe solo gli alunni con bisogni educativi speciali e allargare l’orizzonte a tutta la classe: l’inclusione è un percorso di maturazione verso la crescita dell’intero gruppo, pensato come sistema, e non come mera somma delle parti; è un processo che mira a una messa in pratica di valori inclusivi, riguarda gli apprendimenti, ma anche la partecipazione attiva alla vita scolastica e riguarda l’intera comunità scolastica.

Ciascuno di noi è differente rispetto all’altro, per caratteristiche personali, fisiche e per ambienti socio-culturali di provenienza, unico e prezioso nella sua diversità, per questo la didattica inclusiva affonda le sue radici nel concetto di differenziazione.

Per valorizzare le differenze individuali e rispondere in maniera opportuna ai diversi bisogni educativi, occorre che la scuola abbandoni l’idea di una didattica fondata sul concetto di uguaglianza, secondo cui tutti gli alunni devono perseguire gli stessi obiettivi, utilizzare gli stessi materiali e gli stessi strumenti, per abbracciare un concetto molto più flessibile e realistico, quello di equità. Una scuola equa è infatti una scuola che permette l’inclusione, l’eliminazione delle barriere e la differenziazione della didattica, dando a ciascuno ciò di cui ha bisogno e creando un ambiente dove le attenzioni e le misure educative riflettano le reali necessità di ciascun alunno.

La normativa di riferimento

In questo quadro di cura e attenzione all’unicità di ciascuno, gli alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) necessitano di una particolare attenzione, per questo motivo la scuola italiana ha previsto misure e norme specifiche per tutelare i diritti di questa fascia della popolazione scolastica.

Il concetto di BES fu introdotto dalla direttiva ministeriale del 27/12/2012 e tutt’oggi è in continua evoluzione. La direttiva “Strumenti d’intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” del MIUR rappresenta un documento molto importante in quanto afferma: “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare dei bisogni educativi speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o psicologici, sociali rispetto ai quali è necessario che la scuola offra adeguata e personalizzata risposta”. In questo modo tutti gli studenti che hanno difficoltà nell’apprendimento avranno il diritto di ricevere una didattica personalizzata, così come previsto dalla Legge 53/2003.

Il MIUR distingue gli alunni con BES nelle seguenti categorie:

• alunni con disabilità, per il riconoscimento dei quali è richiesta la presentazione di un’apposita certificazione;

• alunni con disturbi evolutivi specifici, tra i quali: Disturbi Specifici dell’Apprendimento (per i quali è necessario presentare una diagnosi di DSA), deficit di linguaggio, deficit non verbali, deficit motorio, deficit di attenzione e iperattività (ADHD);

• alunni con svantaggio sociale, culturale e linguistico

ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)

Alunni con DISABILITÀ

Certificata secondo legge 104/92

- Disabilità (intellettiva, motoria, sensoriale)

- Pluridisabilità

- Disturbi neuro-psichiatrici

Piano Educativo Individualizzato (PEI)

Alunni con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA)

certificato secondo legge 170/2010

- Dislessia

- Disortografia

- Disgrafia

- Discalculia

Piano Didattico Personalizzato (PDP)

Alunni con altri Bisogni Educativi Speciali (BES)

D.M. 27/12/2012 e C.M. n. 8/2013

- Alunni con iter diagnostico non ancora completato

- Alunni con svantaggio socio-economico

- Alunni con svantaggio socio-culturale

- Altre tipologie non previste da Legge 170/2010

Piano Didattico Personalizzato (PDP) previsto da norma previsto da norma deciso dal Consiglio di classe

La Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 e la successiva circolare del 6 marzo 2013 (entrambe del MIUR) ci aiutano a capire in che modo la scuola possa supportare e favorire l’inclusione e il successo di ognuno. Attraverso la normativa più recente (Legge 170 per i Disturbi Specifici di Apprendimento, la Direttiva del 27 dicembre 2012, successiva Circolare n. 8 e note esplicative) si propone un nuovo “orientamento culturale” nell’ottica dell’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale”. Fondandosi sul profilo del funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF “consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni” (D.M. 27/12/2012, p. 1).

La nota MIUR del 17 maggio 2018 Prot. n. 1143 “L’autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ognuno” e il documento di lavoro del gruppo tecnico-scientifico istituito con Decreto Dipartimentale n. 479 del 24 maggio 2017 dal titolo “L’autonomia scolastica per il successo formativo”, evidenziano la possibilità di utilizzare scelte strategiche e organizzative che consentano di progettare curricoli inclusivi per personalizzare i percorsi, valorizzando le potenzialità di ogni studente e ponendo la valutazione come una fondamentale leva di processo per innescare il cambiamento. In questa direzione si muovono le più recenti normative in tema di valutazione e di inclusione scolastica, verso l’orizzonte del riconoscimento e della valorizzazione di ogni differenza, rendendo possibile la realizzazione del massimo potenziale di ognuno.

L’Ordinanza ministeriale n.172 del 4 dicembre 2020 e le relative Linee guida che, sottolineando il valore altamente formativo della valutazione, introduce due sostanziali novità nella descrizione dei processi di apprendimento: la definizione degli obiettivi disciplinari e i livelli di acquisizione dei singoli obiettivi (avanzato - intermedio - base - in via di prima acquisizione).

Non ultimo il Decreto interministeriale n.182 del 29/12/2020 e le relative Linee guida, che introducono i modelli nazionali del Piano Educativo Individualizzato, in un’ottica bio-psico-sociale, proseguendo il cammino, avviato già nei precedenti decreti, di una visione antropologica sistemica, multidisciplinare, interconnessa e relazionale, ispirata all’approccio ICF-CY introdotto nel nostro Paese dal 2002 (OMS, 2002; 2007).

Un percorso legislativo in continuo divenire, specchio di una società che si interroga e cammina verso un concetto di inclusione sempre più evoluto e globale, un percorso che ad oggi non può ritenersi esaustivo, né lineare nelle sue molteplici sfaccettature, perché proprio nella sua eterogeneità affondano le radici dubbi, domande e riflessioni.

Progettare l’inclusione, il patto educativo

Parlando di inclusione facciamo riferimento a definizioni ampie che riguardano la capacità della comunità scolastica di sviluppare pratiche didattiche e organizzative capaci di valorizzare le differenze di ciascun alunno, mirando ad esperienze di socializzazione e apprendimento di qualità per tutti i membri del gruppo. PEI e PDP diventano quindi strumenti di progettualità, che mirano ad una piena inclusione di tutto il contesto scolastico, coinvolgendo anche la famiglia e la partecipazione sociale nei molti diversi contesti di vita. L’individuazione dei bisogni educativi speciali è un compito istituzionale collegiale, che non si limita solo a recepire le certificazioni degli allievi con DSA o disabilità, ma ha l’obbligo di comprendere quali e quante situazioni di criticità gli allievi presentino, in tempo utile per programmare le attività didattiche.

Il PEI

Il nuovo modello PEI proposto dal MIUR al termine dell’anno solare 2020 recupera queste dimensioni: essenzialmente con il termine bio-psico-sociale viene evidenziato come il funzionamento umano sia frutto di ricche e complesse interazioni degli elementi individuali con elementi del proprio contesto di vita che possono facilitare, oppure rendere difficile, per la persona lo svolgimento di attività personali o la partecipazione a diverse situazioni sociali. Inoltre, l’attuale modello valorizza la dimensione sia individuale sia quella contestuale della progettazione, fornendo strumenti per la pianificazione e la progettazione dell’intervento educativo, già dal termine del precedente anno scolastico (PEI provvisorio e Documento per la determinazione del fabbisogno di risorse). Sulla base del Profilo di funzionamento dello studente con disabilità la scuola si adopererà per realizzare il diritto di istruzione e apprendimento previsto dalla legge numero 104 del 1992, come specificato nel Decreto legislativo numero 66 del 2017 “l’inclusione scolastica è attuata attraverso la definizione e la condivisione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) parte integrante del Progetto individuale”. Il Piano Educativo Individualizzato è dunque il documento programmatico mediante il quale viene descritto e organizzato un intervento didattico rivolto agli studenti con disabilità, questo ci invita a riflettere in modo interconnesso in un’ottica multidimensionale e bio-psico-sociale per la valorizzazione delle capacità dello studente, non certo al fine di classificarlo, ma guardando al suo funzionamento globale all’interno dei vari contesti di vita, e riflettendo sull’influenza positiva e/o negativa che tali contesti esercitano. Di fronte a oggettive difficoltà dello studente con disabilità nel seguire la programmazione rivolta alla classe e ad altre forme di partecipazione sociale, gli insegnanti si trovano nella necessità di elaborare forme di didattica individualizzata: in generale ciò significa costruire obiettivi, attività didattiche, atteggiamenti educativi su misura per quello studente ponendo particolare attenzione ai suoi punti di forza e al suo funzionamento; da qui si potrà partire per impostare una progettualità e un lavoro efficaci.

Il PDP

Nei casi di alunni con diagnosi di disturbi evolutivi, se hanno diagnosi di DSA, in riferimento alla Legge 170/10 e al D.M. 5669 12/7/2012, si procederà ad elaborare un PDP. Il Piano Didattico Personalizzato è il documento in cui il Consiglio di classe esplicita le modalità di recupero individualizzato (cioè le metodologie didattiche che permettono al singolo alunno di raggiungere gli stessi obiettivi programmati per la classe), le scelte di-

dattiche personalizzate (che possono prevedere per il singolo alunno obiettivi diversi da quelli programmati per tutta la classe), gli strumenti compensativi e le misure dispensative che permettano all’alunno con DSA di fruire a pieno dell’esperienza dell’apprendimento. La direttiva ministeriale 27/12/2012 prevede che misure di individualizzazione e personalizzazione dell’apprendimento siano estese anche alle situazioni di effettivo svantaggio, anche temporanee, che non rientrano nelle casistiche esplicitate dalle leggi 104/92 e 170/2010. Queste potrebbero essere:

• problematiche severe, che possono compromettere il percorso scolastico, non ricadenti nelle previsioni della legge 104/92; per esempio, un disturbo dello spettro autistico lieve, un funzionamento cognitivo limite, un disturbo evolutivo specifico misto;

• disturbi specifici non previsti dalla legge170/2010; per esempio, deficit da disturbo dell’attenzione e iperattività (ADHD), disturbi specifici del linguaggio, disturbi della coordinazione motoria, disprassia, disturbo non-verbale; disturbi che possono riguardare la sfera del comportamento e della relazione (disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo della condotta in adolescenza, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore);

• disturbi specifici dell’apprendimento ricompresi nella casistica della legge170/2010 il cui iter diagnostico non sia ancora completato;

• condizioni di svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

A differenza del PDP per DSA, il PDP per BES non rappresenta un adempimento obbligatorio per le istituzioni scolastiche (nemmeno in presenza di diagnosi presentata dalle famiglie), ma è a discrezione di ciascun consiglio di classe che valuta, di volta in volta, se sussistono condizioni che “compromettano sostanzialmente la realizzazione delle potenzialità dell’alunno” (D.M. 27/12/2012). A chiarire quanto sopra detto, il MIUR è intervenuto con la Nota prot. n° 2563 del 22 novembre 2013, i cui punti interessanti sono i seguenti: “[…] nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche”. Nella nota succitata, il MIUR si espresse anche riguardo agli alunni con cittadinanza non italiana, chiarendo che: “In particolare, per quanto concerne gli alunni con cittadinanza non italiana, è stato già chiarito nella C.M. n° 8/2013 che essi necessitano anzitutto di interventi didattici relativi all’apprendimento della lingua e solo in via eccezionale della formalizzazione tramite un Piano Didattico Personalizzato. Si tratta soprattutto – ma non solo – di quegli alunni neo arrivati in Italia, ultra tredicenni, provenienti da Paesi di lingua non latina (stimati nel numero di circa 5.000, a fronte di oltre 750.000 alunni di cittadinanza non italiana) ovvero ove siano chiamate in causa altre problematiche. Non deve tuttavia costituire elemento discriminante (o addirittura discriminatorio) la provenienza da altro Paese e la mancanza della cittadinanza italiana. Come detto, tali interventi dovrebbero avere comunque natura transitoria”. Nel febbraio del 2014, il MIUR diffuse le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri al fine di favorire l’integrazione e la riuscita scolastica e formativa degli alunni stranieri, dando indicazioni di carattere organizzativo e didattico al fine di contrastare i ritardi scolastici, a causa del disagio prodotto (differenza di età, demotivazione, costi per il sistema scolastico, rischio di abbandono precoce, elusione del diritto/dovere a conseguire una qualifica). La personalizzazione dell’apprendimento e dell’insegnamento è ritenuta quindi la strategia generale attraverso la quale rispondere a tutti i Bisogni Educativi Speciali; all’interno di questa cornice, su situazioni specifiche, gli organi collegiali possono decidere di adottare misure compensative e dispensative. Tuttavia, l’individuazione da parte degli insegnanti di classe è condizione necessaria ma non sufficiente: occorre infatti acquisire il consenso della famiglia prima di procedere alla redazione del PDP (in questo caso si può utilizzare il modello Autorizzazione famiglia BES). Sull’opportunità dell’attivazione di un piano didattico personalizzato è intervenuta recentemente la nota MIUR del 17 maggio 2018, che ribadisce che ciascun docente, nell’autonomo esercizio della propria professionalità, può mettere in atto strategie di personalizzazione e di individualizzazione dell’insegnamento anche senza necessariamente formalizzarle in un PDP. Tuttavia, ricordiamo che nella C.M.

n. 8 del 2013 si identifica quale strumento privilegiato, “ha lo scopo di definire, monitorare e documentaresecondo un’elaborazione concordata, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti”, un percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata, le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. Per questi motivi è opportuno farlo all’inizio di ogni anno scolastico: il PDP deve essere predisposto dai docenti entro il primo trimestre scolastico, esso è un documento flessibile e dinamico che potrà essere verificato e aggiornato dai docenti nel corso dell’anno scolastico. I genitori del bambino devono leggere e approvare il Piano Didattico Personalizzato del proprio figlio. La personalizzazione dell’apprendimento e dell’insegnamento è ritenuta quindi la strategia generale attraverso la quale rispondere a tutti i bisogni educativi speciali; all’interno di questa cornice, su situazioni specifiche, gli organi collegiali possono decidere di adottare misure compensative e dispensative.

Vediamo ora le principali differenze e le caratteristiche dei due documenti sopracitati, PEI e PDP (adatt. da Dario Ianes e Sofia Cramerotti), aggiornata con le più recenti indicazioni del Decreto interministeriale n.182 del 29/12/2020 e le relative Linee guida

CARATTERISTICHE

È obbligatorio?

Chi lo redige? Chi ne è responsabile?

PEI per gli alunni con disabilità

Sì, per tutti gli allievi con disabilità in base alla L. 104/92 e al DPR 24/2/94.

Quali vincoli?

Il PEI è elaborato e approvato dal Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione (GLO), articoli 2 e 3 del D.M. 182/2020: composto dal team docenti contitolario dal consiglio di classe e presieduto dal D.S. o dal suo delegato. Partecipano al GLO i genitori dell’alunno, le figure professionali specifiche e l’unità di valutazione multidisciplinare.

Le azioni definite nel PEI devono essere coerenti con le indicazioni espresse nella Certificazione e nel Profilo di funzionamento in chiave ICF.

L'obbligo implicito nella L. 170/10 è indicato nelle Linee guida anche se non si adotta ufficialmente la denominazione PDP.

È redatto solo dalla scuola che può chiedere il contributo di esperti ma ne rimane responsabile.

La stesura del PDP è contestuale all’individuazione dell'alunno con BES. Non si può parlare di obbligo perché è conseguente a un atto di discrezionalità della scuola.

È redatto solo dalla scuola che può chiedere il contributo di esperti ma ne rimane responsabile.

Le azioni definite nel PDP devono essere coerenti con le indicazioni espresse nella Certificazione di DSA consegnata alla scuola. Il PDP tiene conto, se esistono, di eventuali diagnosi o relazioni cliniche consegnate alla scuola.

Che ruolo ha la famiglia?

La famiglia è parte del GLO e partecipa a tutti gli effetti alla stesura e all’approvazione del PEI.

Il PDP viene redatto in raccordo con la famiglia (Linee guida 2011).

Il PDP è il risultato dello sforzo congiunto scuola-famiglia.

La normativa vigente ne definisce i contenuti?

Il Decreto n. 66/2017 riprese nell’attuale D.I. 182/2020 individuano una serie di “dimensioni” che riguardano le attività della persona in relazione allo sviluppo degli apprendimenti: - socializzazione e interazione; - comunicazione e linguaggio; - dimensione dell’autonomia e dell’orientamento; - dimensione cognitiva, neuropsicologica e dell’apprendimento.

I contenuti minimi del PDP sono indicati nelle Linee guida sui DSA del 2011.

Non vengono indicati dalla normativa i contenuti minimi.

Chi costruisce o sceglie eventuali modelli o strumenti per la compilazione?

Nel D.I. 182 del 2020 sono stati individuati 4 modelli di PEI, uno per ogni ordine di scuola, al fine di fornire un modello unico sul territorio nazionale, flessibile alle esigenze di ciascun alunno.

La scuola è libera di scegliere o costruire i modelli o gli strumenti che ritiene più efficaci.

La scuola è libera di scegliere o costruire i modelli o gli strumenti che ritiene più efficaci.

Un modello d’eccellenza: l’insegnante inclusivo

Non esiste una formula per poter definire un docente inclusivo, né possiamo pensare di racchiudere in un decalogo tutte le sfumature e i talenti di un insegnante, di certo ci sono due principi fondamentali sui quali l’azione educativa deve fondare e sono il concetto di equità, come già citato sopra, e la fiducia nello studente, che apre le porte alla relazione educativa. È essenziale partire proprio dalle differenze, valorizzando le diversità e l’unicità di ciascun alunno; per fare questo occorre avere un atteggiamento flessibile ed empatico. Per maturare questa profonda consapevolezza pedagogica sono necessarie delle competenze inclusive che devono in primis essere possedute dal docente, per essere poi trasmesse ai suoi alunni.

• Innanzitutto, un clima di collaborazione e un rapporto con i colleghi di condivisione, che non rileghi il docente all’isolamento professionale, ma crei una rete educativa di supporto e di apporto alla didattica, in un’ottica di continuità trasversale anche con il territorio e le altre agenzie educative.

• Occorre inoltre avere una formazione mirata e approfondita, una padronanza delle tecniche cooperative e collaborative, che favoriscano momenti di integrazione e attività di didattica cooperativa, promuovendo così l’aiuto tra pari, attività di tutoring e il cooperative learning. Una didattica che metta i bambini al centro del loro processo di apprendimento e sposti il focus dal contenuto alla rielaborazione attiva dei contenuti, favorendo la riflessione, la condivisione e la relazione con l’altro.

Nelle prossime pagine proveremo ad offrire una panoramica su alcune strategie didattiche, con possibili ambiti di applicazione, affinché questo approfondimento diventi uno strumento utile ad arricchire la didattica, creando un’offerta formativa differenziata ed inclusiva.

La didattica differenziata ed inclusiva

Questo progetto pedagogico parte dall’assunto che ogni alunno è diverso non per le sue capacità ma per le sue modalità di apprendimento, sia egli collocato dalla didattica tradizionale nella “norma”, nella fascia degli alunni con DSA o dell’eccellenza (gifted).

Il percorso prevede un approccio pedagogico modulabile: attraverso varie modalità di insegnamento si potenziano i diversi stili e canali cognitivi degli alunni. Le attività valorizzano le inclinazioni di ciascuno e guidano ogni alunno ad accrescere il patrimonio di conoscenze, abilità e risorse personali, a mobilitarle a selezionarle e a combinarle in modo pertinente, fino a trasformarle in competenza.

L’eterogeneità è quindi un punto di forza del gruppo classe, una delle caratteristiche più produttive: conoscere

le differenze individuali, le capacità, le attitudini, le motivazioni e le influenze socio-culturali di ciascun alunno, riflettere sulle diverse modalità con cui i ragazzi apprendono e valorizzare le inclinazioni individuali è essenziale per realizzare un percorso formativo efficace. L’obiettivo è quindi differenziare l’insegnamento in base ai diversi stili di apprendimento, per fare questo partiremo proprio dal dove, l’ambiente, per poi per ripensare ai tempi educativi e infine valutare ulteriori variabili e possibili scenari.

Il setting educativo (dove)

Alcune persone hanno bisogno di spazi delimitati, altri di spazi aperti, alcuni dell’ordine e altri del disordine, per questo variare il contesto ha una valenza educativa importante perché permette a ciascun alunno di trovare la sua dimensione. Si possono utilizzare locali scolastici come biblioteca, laboratori musicali, laboratori scientifici, corridoio (se spazioso), palestra, cortile/giardino, aule multimediali. Questi sono solo alcune delle soluzioni possibili, tanto meglio se si ha la fortuna di avere una scuola grande, che offra ulteriori possibilità e spazi. Anche all’interno dell’aula stessa è possibile creare una varietà, ad esempio proponendo attività a terra, o ancora, cambiando frequentemente posto agli alunni, oppure alternando la sistemazione dei banchi. Ecco alcune modalità di disposizione dei banchi con possibili applicazioni, punti di forza e criticità. Tipologie

Fila tradizionale

Didattica a lezione frontale

Ferro di cavallo o anfiteatro

Lezione con partecipazione attiva degli studenti

- migliora la visibilità della lavagna, della LIM o di altri strumenti didattici

- suggerisce e potenzia la centralità di un referente (insegnante o alunno)

A gruppi

4 o 6 banchi riuniti a formare dei rettangoli o dei triangoli; laboratori o lavori di gruppo

- permette il contatto visivo fra tutti gli alunni

- permette di proporre il “giro di interventi” per alzata di mano: tutti sono sollecitati a esprimere il proprio pensiero

- ascolto del referente (insegnante o alunno): attività di lettura, presentazione, relazione, spiegazione

- lavoro individuale

- lavoro di coppia

- ascolto del referente (insegnante o alunno)

- conversazioni/discussioni collettive

- lavoro individuale

- attività di drammatizzazione e giochi di ruolo

- maggiore libertà di movimento

- il referente (l’insegnante, l’alunno) non è l’elemento centrale dell’insegnamento/ apprendimento

- conversazioni/discussioni di gruppo

- lavoro di gruppo

- laboratori

I

tempi di lavoro (quando)

Il tempo è una variabile molto particolare, proprio perché ci racconta in maniera ancor più evidente l’eterogeneità dei nostri ragazzi: i loro tempi di lavoro, infatti, spesso oscillano da prestazioni molto buone a intervalli molto brevi e discontinui. Il primo passo da fare per un intervento calibrato è basato sull’osservazione

• Osservare il gruppo e stabilire un tempo più o meno adeguato almeno per la maggior parte della classe (l’età dei ragazzi è un altro indicatore essenziale, in linea di massima, ad esempio, in una classe quarta della Scuola Primaria ogni 40 minuti circa dovremmo fare una breve pausa).

• Organizzare l’attività didattica tenendo conto di un’alternanza lavoro-riposo-lavoro-riposo. Es. Timeline classe quarta Scuola Primaria: 1a sessione 40’ PAUSA 5’-10’ 2a sessione 40’ PAUSA 5’-10’

• Condividete il vostro programma-orario con i ragazzi, aiutandoli a visualizzare sull’orologio i tempi di lavoro e riposo, questo permetterà loro una migliore consapevolezza e una migliore gestione delle risorse.

• Un tempo troppo dilatato è un tempo difficile da gestire! Al contrario di quanto si pensi, dare troppo tempo non sempre aiuta chi è in difficoltà.

• Prevedere delle attività integrative (cornicette, disegni, coloritura) per permettere a chi è veloce di rilassarsi e a chi ha dei ritmi più blandi di rimettersi in carreggiata.

La luce (come)

Variare le risorse luminose può servire a differenziare l’insegnamento e a creare momenti differenti di lavoro. Ci sono inoltre delle accortezze che possono fare la differenza, ad esempio evitare una luce diretta può agevolare chi porta gli occhiali da vista, così come è generalmente preferibile la luce naturale a quella artificiale. In alternanza si può usare:

• luce diffusa, per creare un ambiente confortevole;

• luce concentrata, per attirare l’attenzione su determinati elementi o per momenti di maggiore concentrazione;

• un po’ di oscurità, per favorire l’ascolto e il riposo.

I suoni e la voce (come)

Se è vero che per poter apprendere occorre avere una situazione di calma e silenzio, a volte l’apprendimento può essere stimolato anche da sensazioni uditive. Recenti studi delle neuroscienze hanno infatti dimostrato come la musica a determinate frequenze non solo favorisca la concentrazione, ma addirittura agisca sul nostro sistema nervoso, creando un senso di benessere diffuso.

• Silenzio: creare dei momenti di riposo uditivo, aiuta a ripartire con più slancio.

• Sottofondo musicale: stimola la creatività e favorisce il benessere (si suggeriscono brani strumentali).

• Interventi attivi: partecipare alla lezione con considerazioni o predisporre momenti di riflessione a coppie.

• Giochi di modulazione della voce: per una migliore consapevolezza e padronanza della nostra voce.

Io, tutto insieme (chi)

Proprio così, tutto insieme: i miei piedi, le mie gambe, tutto il mio corpo apprende e cresce con me. Gardner parla di intelligenza corporeo-cinestetica e le neuroscienze hanno dimostrato come in realtà lo sviluppo delle funzioni cognitive passi attraverso la nostra fisicità. Basti pensare alla risonanza che le emozioni hanno sul nostro corpo o a come lo stato di salute fisico condizioni, ad esempio, la nostra psiche. Siamo pervasi da un sentire diffuso che ci attraversa, per questo tutta la persona nella sua globalità deve trovare accoglienza.

• Proporre attività di rilassamento e attivazione, anche in classe, che coinvolgano tutto il corpo.

• Permettere ai ragazzi di ricaricarsi e acquisire una migliore conoscenza di sé, ascoltando il proprio respiro e quello degli altri, per donare benessere e ritrovare la nostra dimensione anche all’interno di un gruppo.

• Recuperare un tempo e uno spazio personale, insieme agli altri.

• Favorire momenti di gioco e attività fisica

VERIFICHE PERSONALIZZATE

Ogni percorso formativo prevede momenti di verifica delle abilità acquisite. Nel caso di alunne e alunni con PDP o PEI, la verifica deve necessariamente tener conto di specifiche esigenze educative così da permettere loro di esprimere al meglio le proprie potenzialità e all’insegnante una valutazione attenta dei livelli di competenze ed abilità raggiunti.

Nel progetto Nuvole di parole le verifiche personalizzate (fornite qui in guida) prevedono due livelli di adattamento dei corrispondenti testi nei volumi Letture, con relative attività di analisi e di comprensione: nel primo livello è stata realizzata una facilitazione delle verifiche, mentre nel secondo una semplificazione

La differenza sostanziale consiste nella riduzione della complessità linguistica e della quantità di informazioni.

• Nella verifica facilitata il livello di adattamento è minimo, i testi sono molto simili agli originali, con facilitazioni a livello morfosintattico e riduzioni quantitative del testo minime.

• Nella verifica semplificata, il livello di adattamento è maggiore rispetto a quella facilitata, poiché sono presenti riduzioni del testo e dei livelli di complessità lessicale e morfosintattica più significative seguendo precisi accorgimenti, con uso della font maiuscola per favorire la leggibilità.

La presenza di verifiche personalizzate oltre a favorire l’inclusione di ogni bambino e bambina che possono sperimentarsi in compiti ed attività simili a quelle del gruppo classe, permette all’insegnante di rispondere in modo mirato alle esigenze di ognuno con materiali strutturati e pronti all’uso.

Classe 4a

Ciro in cerca d’amore

• verifica facilitata 120

• verifica semplificata 122

La drilla

• verifica facilitata 124

• verifica semplificata 126

Il drago ha paura del buio

• verifica facilitata 128

• verifica semplificata 130

Classe 5a

La donna misteriosa

• verifica facilitata 156

• verifica semplificata 158

Il muro dietro la porta

• verifica facilitata 160

• verifica semplificata 162

Dorothy nel Paese di Oz

• verifica facilitata 164

• verifica semplificata 166

In balia delle onde

• verifica facilitata 132

• verifica semplificata 134

Uno scrittore di libri “magici”

• verifica facilitata 136

• verifica semplificata 138

Scherzi e paure

• verifica facilitata 140

• verifica semplificata 142

Il signor Wonka

• verifica facilitata 144

• verifica semplificata 146

Gli animali e il sonno

• verifica facilitata 148

• verifica semplificata 150

L’isola delle balene

• verifica facilitata 152

• verifica semplificata 154

Chissà come si divertivano!

• verifica facilitata 168

• verifica semplificata 170

Il bicchiere resistente

• verifica facilitata 172

• verifica semplificata 174

Aelia e le noci

• verifica facilitata 176

• verifica semplificata 178

Oggi è il grande giorno

• verifica facilitata 180

• verifica semplificata 182

L’energia eolica

• verifica facilitata 184

• verifica semplificata 186

I buoni motivi per visitare

un museo

• verifica facilitata 188

• verifica semplificata 190

Ciro in cerca d’amore

A Venezia nelle notti di luna piena i gatti mostrano tutti i loro colori e vanno in cerca di amore. Anche Ciro va in cerca di amore, ma le gattine di Venezia preferiscono i gatti neri, i gatti rossi che sono un po’ matti, i gatti bianchi come il latte che sono dolci.

Ciro resta sempre solo e ha bisogno d’amore.

Un giorno un bambino va verso Ciro. Ciro resta fermo anche se sa che i bambini sono fastidiosi: prendono in braccio e accarezzano sempre i gatti. Il bambino guarda solo un attimo Ciro poi va avanti.

Ciro pensa: “Che bambino strano...” e segue il bambino.

Il bambino entra in una casa. Ciro segue il bambino.

Il bambino siede su una poltrona e apre un libro di gatti.

Ciro sale sullo schienale della poltrona e guarda il libro insieme al bambino. Nel libro ci sono gatti di tutti i colori, ma nessun gatto è grigio.

Il bambino dice a Ciro:

– Tu sei un gatto speciale.

Ciro è un gatto grigio senza amici e senza amore.

Questo significa essere speciali?

Il bambino dice:

– Questi gatti sono normali e sono dappertutto. Tu sei un gatto unico.

Ciro pensa: “Che cosa significa unico?”.

Il bambino continua a parlare:

– Nessun gatto è come te! Tu sei senza paura, sei curioso e mi hai seguito. Vuoi essere il mio gatto?

Ciro pensa “Sono un gatto e non posso essere di nessuno”.

Il bambino dice:

– Farai quello che vuoi. Se vuoi, stai in casa, se vuoi esci.

Ti darò da mangiare. Quando vuoi vai via. Giochiamo quando vuoi.

Questo amore del bambino piace a Ciro: amore di cibo ma con le porte aperte. Così Ciro salta sulla pancia del bambino e fa le fusa.

da B. Masini, Ciro in cerca d’amore, Edizioni Arka

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Chi sono i protagonisti del racconto?

Un bambino di nome Ciro e il suo gatto.

Un gatto di nome Ciro e un bambino.

Le gattine di Venezia.

• Quando Ciro incontra il bambino?

Una notte. Un giorno. Una mattina.

• In quali luoghi si svolgono i fatti?

Nella casa del bambino.

Nella strada.

Prima in una strada, poi in una casa

• Ciro che cosa fa quando vede il bambino?

Scappa. Resta fermo. Va verso il bambino.

• Ciro che cosa fa quando il bambino va via?

Scappa. Resta fermo. Segue il bambino.

• Ciro e il bambino che cosa fanno insieme?

Guardano un libro di gatti.

Dormono sulla poltrona.

Giocano.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 6 ALLA RIGA 9 L’INCONTRO TRA CIRO

E IL BAMBINO, POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

FERMO - BRACCIO - STRANO - FASTIDIOSI - ATTIMO - ACCAREZZANO

Un bambino va verso Ciro. Ciro resta anche se sa che i bambini sono..............................................: prendono in .............................................. e

.............................................. sempre i gatti.

Il bambino guarda solo un .............................................. Ciro poi va avanti. Ciro pensa: “Che bambino ” e segue il bambino.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 23 ALLA RIGA 33 LA CONCLUSIONE DEL RACCONTO E INDICA CON UNA X SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• Il bambino vuole tenere Ciro perché Ciro è un gatto grigio. V F

• Il bambino vuole tenere Ciro perché Ciro un gatto unico. V F

• Ciro resta con il bambino perché capisce che è un amore di cibo ma con le porte aperte. V F

CIRO IN CERCA D’AMORE

A VENEZIA NELLE NOTTI DI LUNA PIENA I GATTI MOSTRANO TUTTI

I LORO COLORI E VANNO IN CERCA DI AMORE.

ANCHE CIRO VA IN CERCA DI AMORE, MA LE GATTINE DI VENEZIA PREFERISCONO I GATTI NERI, I GATTI ROSSI UN PO’ MATTI, I GATTI BIANCHI DOLCI.

CIRO RESTA SEMPRE SOLO E HA BISOGNO D’AMORE.

UN GIORNO UN BAMBINO VA VERSO CIRO. CIRO RESTA FERMO

ANCHE SE SA CHE I BAMBINI SONO FASTIDIOSI: PRENDONO IN BRACCIO E ACCAREZZANO SEMPRE I GATTI.

IL BAMBINO GUARDA SOLO UN ATTIMO CIRO POI VA AVANTI.

CIRO SEGUE IL BAMBINO.

IL BAMBINO ENTRA IN UNA CASA. CIRO SEGUE IL BAMBINO.

IL BAMBINO SIEDE SU UNA POLTRONA E APRE UN LIBRO

DI GATTI. CIRO GUARDA IL LIBRO INSIEME AL BAMBINO.

NEL LIBRO CI SONO GATTI DI TUTTI I COLORI.

IL BAMBINO DICE A CIRO:

– TU SEI UN GATTO SPECIALE.

CIRO È UN GATTO GRIGIO SENZA AMICI E SENZA AMORE.

IL BAMBINO DICE A CIRO:

– QUESTI GATTI SONO NORMALI E SONO

DAPPERTUTTO. TU SEI UN GATTO UNICO. CIRO PENSA: “CHE COSA SIGNIFICA UNICO?”.

IL BAMBINO CONTINUA A PARLARE:

– TU SEI SENZA PAURA, SEI CURIOSO E MI HAI SEGUITO. VUOI ESSERE IL MIO GATTO?

CIRO PENSA “SONO UN GATTO E NON POSSO ESSERE DI NESSUNO”.

IL BAMBINO DICE:

– FARAI QUELLO CHE VUOI. SE VUOI, STAI IN CASA, SE VUOI ESCI. TI DARÒ DA MANGIARE. QUANDO VUOI

VAI VIA. GIOCHIAMO QUANDO VUOI.

QUESTO AMORE DEL BAMBINO PIACE A CIRO:

AMORE DI CIBO MA CON LE PORTE APERTE.

COSÌ CIRO SALTA SULLA PANCIA DEL BAMBINO E

FA LE FUSA. da B. Masini, Ciro in cerca d’amore,

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHI SONO I PROTAGONISTI DEL RACCONTO?

UN BAMBINO DI NOME CIRO E IL SUO GATTO. UN GATTO DI NOME CIRO E UN BAMBINO.

• QUANDO CIRO INCONTRA IL BAMBINO?

UNA NOTTE. UN GIORNO.

• DOVE SUCCEDONO I FATTI DELLA STORIA?

NELLA STRADA.

PRIMA IN UNA STRADA, POI IN UNA CASA

• CIRO CHE COSA FA QUANDO VEDE IL BAMBINO? SCAPPA.

RESTA FERMO.

• CIRO CHE COSA FA QUANDO IL BAMBINO VA VIA?

RESTA FERMO.

SEGUE IL BAMBINO.

• CIRO E IL BAMBINO CHE COSA FANNO INSIEME?

GUARDANO UN LIBRO DI GATTI. DORMONO SULLA POLTRONA.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 7 ALLA RIGA 11 L’INCONTRO TRA CIRO E IL BAMBINO. INDICA SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• UN BAMBINO VA VERSO CIRO. V F

• CIRO SCAPPA VIA. V F

• IL BAMBINO ABBRACCIA CIRO. V F

• IL BAMBINO GUARDA UN ATTIMO CIRO. V F

• CIRO SEGUE IL BAMBINO. V F

La drilla

Nick e Janet sono arrivati all’angolo della loro via. Janet scivola e la penna d’oro che ha in mano cade sull’asfalto.

Nick raccoglie la penna e dice: – Ecco la tua... la tua... drilla.

Janet prende la penna e stupita guarda Nick e chiede: – Che cos’è una drilla?

In quel momento Nick ha l’idea di chiamare la penna con la parola “drilla”.

Il giorno dopo Nick entra al Paradiso dello Studente e chiede alla signora dietro il banco una drilla.

La signora guarda Nick in modo storto e chiede che cos’è una drilla.

Nick indica le penne sullo scaffale, allora la signora dà una penna a Nick.

Nick paga e esce dal negozio.

I giorni dopo Dave, Chris, Pete e John vanno un giorno ciascuno nello stesso negozio a comprare una drilla.

Sei giorni dopo Janet va al Paradiso dello Studente.

Quando Janet chiede una drilla, la signora dice subito: – Blu o nera?

Nick è uno scaffale più in là e sorride: “drilla” è diventata una parola vera.

I sei scolari di quinta, Nick, Dave, Chris, Pete, John e Janet s’incontrano nella cantina di Nick, leggono e firmano il giuramento che Nick ha preparato:

«D’ora in poi, userò sempre la parola DRILLA al posto di PENNA».

La scuola è il posto migliore per lanciare una parola nuova. Così, il giorno dopo, durante la lezione di lingua Nick alza la mano e dice: – Mrs. Granger, ho dimenticato la drilla. Mrs. Granger e tutti i bambini della classe capiscono il messaggio. Quella cosa di plastica nera che scrive, ora ha un nome buffo... un nome diverso... un nome nuovo: drilla. E tutti useranno sempre più spesso la parola nuova di Nick.

rid e adatt da A. Clements, Drilla, Rizzoli

COLORA IL RIQUADRO CON L’AFFERMAZIONE GIUSTA.

I personaggi sono realistici, ma i fatti si svolgono in luoghi che non esistono nella realtà.

I personaggi sono realistici, ma utilizzano un oggetto che non esiste nella realtà.

I personaggi, i luoghi e i fatti sono realistici.

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Rileggi le righe 6-7: quale idea ha Nick?

Nick ha l’idea di inventare una parola nuova.

Nick ha l’idea di andare nel negozio Paradiso dello studente.

Nick ha l’idea di scrivere e far firmare il giuramento al gruppo.

• Che cos’è la drilla?

La drilla è un oggetto magico.

La drilla è un oggetto reale, la penna, con un nome di fantasia.

La drilla è un personaggio.

RIORDINA I FATTI CON I NUMERI DA 1 A 6.

Nick va in negozio a chiedere una drilla.

John, Pete, Chris e Dave vanno tutti nello stesso negozio a chiedere una drilla.

Nick pronuncia per la prima volta la parola “drilla” quando parla con Janet.

Nick lancia la parola “drill”a a scuola.

Janet va in negozio a chiedere una drilla.

I sei scolari di quinta firmano il giuramento.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 27 ALLA RIGA 34 IL LANCIO DELLA

NUOVA PAROLA A SCUOLA. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

CLASSE - DRILLA - LINGUA - NUOVO - MESSAGGIO - SCRIVE

Durante la lezione di Nick usa la parola

Mrs. Granger e tutta la ........................................ capiscono il .........................................

Quella cosa di plastica nera che ........................................, ora ha un nome un nome ......................................... E tutti useranno sempre più spesso la parola nuova di Nick.

LA DRILLA

NICK E JANET ARRIVANO ALL’ANGOLO DELLA VIA.

JANET SCIVOLA E LA SUA PENNA D’ORO CADE PER TERRA.

NICK RACCOGLIE LA PENNA E DICE: – ECCO LA TUA DRILLA.

JANET PRENDE LA PENNA E STUPITA CHIEDE A NICK: – CHE COS’È UNA DRILLA?

IN QUEL MOMENTO NICK HA L’IDEA DI CHIAMARE LA PENNA CON LA PAROLA “DRILLA”.

IL GIORNO DOPO NICK ENTRA NEL NEGOZIO E CHIEDE ALLA SIGNORA UNA DRILLA.

LA SIGNORA CHIEDE A NICK CHE COS’ È UNA DRILLA.

NICK INDICA LE PENNE SULLO SCAFFALE, ALLORA LA SIGNORA DÀ LA PENNA A NICK.

I GIORNI DOPO DAVE, CHRIS, PETE E JOHN VANNO NELLO STESSO NEGOZIO A COMPRARE UNA DRILLA.

SEI GIORNI DOPO JANET VA NELLO STESSO NEGOZIO E CHIEDE UNA DRILLA. ORA LA SIGNORA SA CHE COSA È UNA DRILLA E DICE A JANET:

– BLU O NERA? NICK È UNO SCAFFALE PIÙ IN LÀ E SORRIDE: “DRILLA” È DIVENTATA UNA PAROLA VERA.

I SEI SCOLARI DI QUINTA, NICK, DAVE, CHRIS, PETE, JOHN E JANET S’INCONTRANO NELLA CANTINA

DI NICK, LEGGONO E FIRMANO IL GIURAMENTO: «D’ORA IN POI, USERÒ SEMPRE LA PAROLA “DRILLA”, MAI PÙ LA PAROLA “PENNA”».

IL GIORNO DOPO A SCUOLA, DURANTE LA LEZIONE

DI LINGUA NICK ALZA LA MANO E DICE: – MRS. GRANGER, HO DIMENTICATO LA DRILLA. MRS. GRANGER E TUTTI I BAMBINI DELLA CLASSE CAPISCONO IL MESSAGGIO. QUELLA COSA DI PLASTICA

NERA CHE SCRIVE, ORA HA UN NOME BUFFO, UN NOME NUOVO: “DRILLA”. E TUTTI USERANNO SEMPRE LA PAROLA NUOVA DI NICK.

rid e adatt da A. Clements, Drilla, Rizzoli

COLORA IL RIQUADRO CON L’AFFERMAZIONE GIUSTA.

I PERSONAGGI SONO REALISTICI, MA I FATTI SI SVOLGONO IN LUOGHI CHE NON ESISTONO NELLA REALTÀ.

I PERSONAGGI, I LUOGHI E I FATTI SONO REALISTICI.

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• RILEGGI LE RIGHE 6-7: QUALE IDEA HA NICK?

NICK HA L’IDEA DI INVENTARE UNA PAROLA NUOVA.

NICK HA L’IDEA DI INVENTARE UN OGGETTO NUOVO.

• CHE COS’È LA DRILLA?

LA DRILLA È UN OGGETTO MAGICO.

LA DRILLA È UN OGGETTO REALE: UNA PENNA.

RIORDINA I FATTI CON I NUMERI DA 1 A 6.

NICK VA IN NEGOZIO A CHIEDERE UNA DRILLA.

JOHN, PETE, CHRIS, DAVE E JANET VANNO TUTTI NELLO STESSO NEGOZIO A CHIEDERE UNA DRILLA.

ANCHE A SCUOLA LA CLASSE DI NICK USERÀ LA PAROLA DRILLA.

NICK DICE PER LA PRIMA VOLTA LA PAROLA DRILLA A JANET.

NICK HA L’IDEA DI CHIAMARE LA PENNA CON LA PAROLA DRILLA.

I SEI SCOLARI DI QUINTA FIRMANO IL GIURAMENTO.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 26 ALLA RIGA 33 POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

CLASSE - DRILLA - SCUOLA - NUOVO

A _ _ _ _ _ _ NICK DICE A MRS. GRANGER CHE HA DIMENTICATO LA _ _ _ _ _ _.

MRS. GRANGER E TUTTI I BAMBINI DELLA _ _ _ _ _ _ CAPISCONO CHE QUELLA COSA DI PLASTICA NERA CHE SCRIVE, ORA HA UN NOME _ _ _ _ _ E TUTTI USERANNO SEMPRE PIÙ SPESSO LA PAROLA NUOVA DI NICK: DRILLA.

Il drago ha paura del buio

Può succedere di avere paura del buio.

Ma se un mostro alto sei metri, con ali, zanne e artigli ha paura del buio, allora può sembrare strano. Strano o no, questo fatto succedeva davvero nel regno di Fern, tanto tempo fa.

Il drago di corte, alto appunto sei metri, aveva paura del buio e così cominciava a piangere e a urlare, appena diventava buio.

Nessuno nel regno riusciva a dormire: i contadini, gli artigiani, le guardie, i ministri, i servitori, il re e la regina. Bisognava fare qualcosa.

Un giorno un consigliere del re suggerisce di portare il drago lontano.

Il re risponde:

– No, mai! Noi vogliamo molto bene al drago.

La regina spiega quasi piangendo:

– Il drago è solo un cucciolo e se resterà da solo, morirà di sicuro.

Un generale ha un’idea: di notte i soldati possono accendere un fuoco molto grande vicino alla cuccia del drago, per sconfiggere il buio.

Appena le ombre della sera arrivano, i soldati accendono i fuochi.

Il drago però continua a piangere: al di là delle fiamme il drago vede ancora il nero della notte e perciò ha paura.

Allora il medico di corte dà al drago un sonnifero molto potente per le persone, ma è senza effetti per il drago, così il drago continua a piangere per tutta la notte.

Un giorno un bambino con un libro in mano arriva al castello e dice:

– Maestà, anche io ho paura del buio, ma se qualcuno legge una favola, la paura va via e mi addormento subito.

Il bambino si siede vicino alla grande cuccia del drago pauroso e comincia a leggere. Il drago ascolta la favola a bocca aperta, senza accorgersi del buio che scende, e poi si addormenta.

Quella notte tutte le persone nel regno dormono tranquille dopo tanato tempo. Il re nomina il bambino Gran favoliere di corte.

rid e adatt da S. Bordiglioni, Storie sotto il letto, Einaudi Ragazzi

SOTTOLINEA NEL RACCONTO IL LUOGO DELLA STORIA E CERCHIA IL TEMPO.

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Quale personaggio della storia esiste solo nel mondo della fantasia?

Il drago. Il medico. Il bambino.

• Quali personaggi propongono soluzioni al re?

La regina, un bambino, il medico di corte, un generale. Un consigliere, un generale, il medico di corte, un bambino. La regina, un bambino, i soldati.

• In quale elenco le soluzioni sono ordinate come nel racconto?

Portare il drago lontano, accendere un grande fuoco, leggere una favola al drago, dare un sonnifero al drago.

Portare il drago lontano, dare un sonnifero al drago, accendere un grande fuoco, leggere una favola al drago.

Portare il drago lontano, accendere un grande fuoco, dare un sonnifero al drago, leggere una favola al drago.

• Rileggi attentamente le righe 30-31: che cosa significa che il drago ascolta la favola “a bocca aperta”?

Il drago ha paura della favola.

Il drago apre la bocca per sputare fuoco.

Il drago è meravigliato e interessato alla favola.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 29 ALLA RIGA 35 L’INCONTRO TRA IL DRAGO E IL BAMBINO E LA CONCLUSIONE DELLE STORIA. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

ADDORMENTA - RE - FAVOLA - NOTTE - FAVOLIERE - CUCCIA - LEGGERE

Il bambino si siede vicino alla grande del drago pauroso e comincia a ......................................... Il drago ascolta la ........................................ a bocca aperta, senza pensare al buio che scende, e poi si .........................................

Quella tutte le persone nel regno dormono tranquille dopo tanto tempo. Il nomina il bambino Gran di corte.

IL DRAGO HA PAURA DEL BUIO

NEL REGNO DI FERN, TANTO TEMPO FA, C’ERA IL DRAGO

DI CORTE: ERA ALTO SEI METRI, AVEVA ALI, ZANNE E ARTIGLI E AVEVA PAURA DEL BUIO.

IL DRAGO PIANGEVA E URLAVA QUANDO ERA BUIO.

NESSUNO NEL REGNO RIUSCIVA A DORMIRE.

BISOGNAVA FARE QUALCOSA.

UN GIORNO UN CONSIGLIERE DEL RE DICE DI PORTARE IL DRAGO LONTANO.

IL RE RISPONDE:

– NO, MAI! NOI VOGLIAMO MOLTO BENE AL DRAGO.

UN GENERALE HA UN’IDEA: DI NOTTE I SOLDATI

ACCENDONO UN FUOCO MOLTO GRANDE VICINO ALLA CUCCIA DEL DRAGO PER ILLUMINARE IL BUIO.

MA IL DRAGO CONTINUA A PIANGERE PERCHÉ VEDE ANCORA IL NERO DELLA NOTTE AL DI LÀ DELLE

FIAMME E PERCIÒ HA PAURA.

IL MEDICO DI CORTE DÀ AL DRAGO UN SONNIFERO MOLTO POTENTE PER LE PERSONE, MA È SENZA

EFFETTI PER IL DRAGO, COSÌ IL DRAGO CONTINUA

A PIANGERE PER TUTTA LA NOTTE.

UN GIORNO UN BAMBINO CON UN LIBRO

IN MANO ARRIVA AL CASTELLO E DICE:

– MAESTÀ, ANCHE IO HO PAURA DEL BUIO,

MA SE QUALCUNO LEGGE UNA FAVOLA PER ME, LA PAURA VA VIA E MI ADDORMENTO SUBITO.

IL BAMBINO SI SIEDE VICINO ALLA GRANDE CUCCIA DEL DRAGO PAUROSO E COMINCIA A LEGGERE.

IL DRAGO ASCOLTA LA FAVOLA CONTENTO SENZA PENSARE AL BUIO E POI SI ADDORMENTA.

QUELLA NOTTE TUTTE LE PERSONE NEL REGNO DORMONO TRANQUILLE DOPO TANTO TEMPO.

IL BAMBINO DIVENTA GRAN FAVOLIERE DI CORTE.

rid e adatt da S. Bordiglioni, Storie sotto il letto, Einaudi Ragazzi

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• QUANDO SI SVOLGE IL RACCONTO?

NEL PRESENTE. TANTO TEMPO FA.

• DOVE SI SVOLGE IL RACCONTO?

IN UN LUOGO REALE. IN UN REGNO DELLA FANTASIA.

• QUALE PERSONAGGIO DELLA STORIA ESISTE SOLO NEL MONDO DELLA FANTASIA?

IL DRAGO. IL BAMBINO.

I PERSONAGGI PROPONGONO SOLUZIONI AL RE: COLLEGA IN MODO GIUSTO.

DARE UN SONNIFERO AL DRAGO

UN CONSIGLIERE

UN GENERALE

IL MEDICO DI CORTE

UN BAMBINO

LEGGERE UNA FAVOLA AL DRAGO

PORTARE IL DRAGO LONTANO

ACCENDERE UN GRANDE FUOCO PER ILLUMINARE LA NOTTE

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 27 ALLA RIGA 33 L’INCONTRO

TRA IL DRAGO E IL BAMBINO, POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA

ADDORMENTA - DRAGO - FAVOLA - NOTTE - FAVOLIERE - CUCCIA - LEGGERE

IL BAMBINO SI SIEDE VICINO ALLA GRANDE _ _ _ _ _ _ DEL DRAGO PAUROSO

E COMINCIA A _ _ _ _ _

_ IL _ _ _ _ _ ASCOLTA LA _ _ _ _ _ _ A BOCCA APERTA, SENZA PENSARE AL BUIO, E POI SI _

In balia delle onde

Nelle prime ore del mattino il vento soffia forte. Uno dei nostri uomini annuncia: «Terra!»

Usciamo tutti fuori dalla cabina, nella speranza di vedere dove ci troviamo, quando la nave va a sbattere contro una montagna di sabbia.

Il vento diminuisce, ma la nave è profondamente incastrata nella sabbia e noi dobbiamo abbandonare la nave per salvarci. Mettiamo in mare la scialuppa e undici di noi salgono nella scialuppa.

Ci stacchiamo dalla nave e dopo aver remato per un po’, un’onda furiosa, alta come una montagna, ci ricopre con tanta violenza e rovescia la scialuppa.

In un attimo tutti noi finiamo in mare.

Quando sono caduto in acqua ho provato un’angoscia grandissima. Anche se so nuotare bene, è difficile uscire fuori dalle onde per riprendere fiato.

Alla fine un’onda mi trascina verso la riva mezzo morto perché ho bevuto tanta acqua.

Mi alzo in piedi e cerco di andare verso la terraferma rapidamente prima che un’altra onda arriva e mi porta via di nuovo. Ma il mare mi insegue e l’onda di nuovo mi travolge. Cerco di nuotare con tutte le forze.

Quando l’onda si ferma, tocco terra con i piedi. Ma il mare mi sbatte contro uno scoglio con tanta violenza. Mi aggrappo a una sporgenza dello scoglio. Quando l’acqua si ritira, corro sulla terraferma: mi arrampico sulle rocce e, finalmente fuori pericolo, mi butto sull’erba.

rid e adatt da S. Bordiglioni, Storie sotto il letto, Einaudi Ragazzi

IL TESTO È DIVISO IN TRE PARTI: INIZIO - SVILUPPO - CONCLUSIONE.

SCRIVI IL NOME DI CIASCUNA PARTE AL POSTO GIUSTO.

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X

• Chi è il protagonista dell’avventura?

Un uomo. Una creatura fantastica. Una ragazza.

• Il protagonista deve lottare contro quale elemento della natura per sopravvivere?

Contro il vento. Contro il mare. Contro il freddo.

• Come sono i fatti che accadono?

I fatti sono realistici ma straordinari.

I fatti sono fantastici.

I fatti sono realistici e comuni.

• Il protagonista quali caratteristiche ha per superare la prova?

Il protagonista ha solo la forza fisica.

Il protagonista ha la forza fisica e la forza di volontà.

Il protagonista ha solo la forza di volontà.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 6 ALLA RIGA 13, INDICA CON X L’AFFERMAZIONE FALSA, POI RISCRIVILA NELLO SPAZIO SOTTO RENDENDOLA VERA.

Il vento diventava sempre più violento e la nave affonda.

Undici uomini salgono sulla scialuppa e abbandonano la nave.

Un’onda furiosa rovescia la scialuppa.

Tutti gli uomini finiscono in mare.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 23 ALLA RIGA 28 COME IL PROTAGONISTA ARRIVA FINALMENTE SULLA TERRAFERMA. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

SCOGLIO - CORRE - PIEDI - ACQUA

Il protagonista tocca terra con i ................................. ma il mare lo sbatte contro uno . Quando l’ si ritira, il protagonista sulla terraferma.

IN BALIA DELLE ONDE

INIZIO

NELLE PRIME ORE DEL MATTINO IL VENTO SOFFIA

CON GRANDE FORZA.

UN UOMO DELLA NAVE ANNUNCIA: «TERRA!»

USCIAMO TUTTI FUORI DALLA CABINA PER VEDERE LA TETTA, MA LA NAVE VA A SBATTERE CONTRO

UNA MONTAGNA DI SABBIA.

SVILUPPO

IL VENTO DIMINUISCE, MA LA NAVE È

INCASTRATA NELLA SABBIA E NOI DOBBIAMO ABBANDONARE LA NAVE PER SALVARCI.

METTIAMO IN MARE LA SCIALUPPA.

CON LA SCIALUPPA CI ALLONTANIAMO

DALLA NAVE E DOPO UN PO’ UN’ONDA

ALTISSIMA, ROVESCIA LA SCIALUPPA.

IN UN ATTIMO TUTTI NOI FINIAMO IN MARE.

ANCHE SE SO NUOTARE BENE, È DIFFICILISSIMO

USCIRE FUORI DALLE ONDE PER RESPIRARE.

ALLA FINE UN’ONDA MI TRASCINA VERSO LA RIVA MEZZO MORTO PERCHÉ HO BEVUTO

TANTA ACQUA. MI ALZO IN PIEDI E CERCO DI ANDARE VERSO LA TERRAFERMA VELOCEMENTE. MA UN’ALTRA ONDA MI TRAVOLGE DI NUOVO. CERCO DI NUOTARE CON TUTTE LE FORZE.

E QUANDO L’ONDA SI FERMA, TOCCO NUOVAMENTE TERRA CON I PIEDI.

CONCLUSIONE

IL MARE MI SBATTE CONTRO UNO SCOGLIO CON TANTA FORZA. MI AGGRAPPO ALLO SCOGLIO. QUANDO L’ACQUA SI RITIRA, CORRO SULLA

TERRAFERMA: MI ARRAMPICO SULLE ROCCE. FINALMENTE SONO SALVO E MI BUTTO SULL’ERBA.

rid e adatt da S. Bordiglioni, Storie sotto il letto, Einaudi Ragazzi

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHI È IL PROTAGONISTA DELL’AVVENTURA?

UN UOMO. UNA CREATURA FANTASTICA.

• IL PROTAGONISTA DEVE LOTTARE CONTRO QUALE ELEMENTO DELLA NATURA PER SOPRAVVIVERE?

IL PROTAGONISTA DEVE LOTTARE CONTRO IL MARE.

IL PROTAGONISTA DEVE LOTTARE CONTRO IL FREDDO.

• COME SONO I FATTI CHE ACCADONO?

I FATTI SONO REALISTICI E STRAORDINARI.

I FATTI SONO FANTASTICI.

• IL PROTAGONISTA QUALI CARATTERISTICHE HA PER SUPERARE LA PROVA?

IL PROTAGONISTA HA SOLO LA FORZA FISICA.

IL PROTAGONISTA HA LA FORZA FISICA E LA FORZA DI VOLONTÀ.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 1 ALLA RIGA 13. POI INDICA CON UNA X SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• IL PROTAGONISTA SI TROVA SU UNA NAVE INSIEME AD ALTRI UOMINI. V F

• IL VENTO AUMENTA E LA NAVE AFFONDA. V F

• GLI UOMINI RIMANGONO TUTTI SULLA NAVE. V F

• GLI UOMINI SI ALLONTANANO DALLA NAVE CON UNA SCIALUPPA. V F

• UN’ONDA MOLTO ALTA ROVESCIA LA SCIALUPPA. V F

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 25 ALLA RIGA 30 LA CONCLUSIONE. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

AGGRAPPA - SALVO - SCOGLIO - CORRE - ACQUA - ROCCE

IL MARE SBATTE IL PROTAGONISTA CONTRO UNO _ _ _ _ _ _ _.

IL PROTAGONISTA SI _ _ _ _ _ _ _ _ ALLO SCOGLIO. QUANDO L’ _ _ _ _ _ SI RITIRA, IL PROTAGONISTA _ _ _ _ _ SULLA

TERRAFERMA E SI ARRAMPICA SULLE _ _ _ _ _. FINALMENTE È _ _ _ _ _.

Uno scrittore di libri “magici”

Il 13 settembre del 1916, in Galles, nasce un uomo che poi è diventato uno dei più grandi scrittori per l’infanzia: è Roald Dahl.

Roald Dahl termina gli studi e inizia a lavorare in Africa in una compagnia che si occupa di gas e petrolio. In questo modo Roald Dahl può viaggiare e visitare numerosi Paesi.

Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale nel 1939, Roald Dahl diventa tenente pilota dell’aeronautica militare britannica e compie numerose missioni in Kenya, in Libia e in Grecia.

Purtroppo però, Roald Dahl deve smettere di volare dopo un grave incidente.

Roald Dahl comincia a scrivere racconti per i ragazzi e si ispira alle sue avventure in aeroplano. Il primo libro che ha un gran successo è James e la pesca gigante nel 1961.

I racconti di Roald Dahl sono pieni di magia. I protagonisti delle storie sono bambini e bambine che devono affrontare adulti spesso cattivi. I bambini e le bambine riescono sempre a risolvere i problemi e a concludere le loro avventure con il lieto fine grazie a trucchi fantastici e aiutanti straordinari.

Molti racconti di Roald Dahl sono diventati film. Un film molto famoso è

La fabbrica di cioccolato del 2005, basato sul libro con lo stesso titolo. Roald Dahl muore nel 1990.

Ogni anno la Roald Dahl Story Company dedica il giorno del compleanno di Roald Dahl alle storie e ai mondi fantastici di Roald Dahl, che hanno fatto sognare tantissimi giovani lettori e lettrici.

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Che tipo di testo hai letto?

Un racconto realistico. Una biografia. Un’autobiografia.

• Chi è Roald Dahl?

Un bambino. Uno scrittore. Un attore.

• James e la pesca gigante che cosa è (righe 14-15)?

È il primo libro di Roald Dahl.

È il primo libro di Roald Dahl che diventa famoso.

È il primo film basato su una storia di Roald Dahl.

RIORDINA I FATTI DELLA VITA DI ROALD DAHL CON I NUMERI DA 1 A 6.

Roald Dahl diventa pilota nell’aeronautica militare.

Roald Dahl lavora in Africa.

Molti racconti di Rald Dahl diventano film.

Roald Dahl nasce il 13 settembre del 1916, in Galles.

Roald Dahl muore nel 1990.

SEGNA CON UNA X LE DOMANDE A CUI PUOI RISPONDERE IN BASE ALLE INFORMAZIONI CHE HAI LETTO NEL TESTO.

SÌ NO

Roald Dahl quanti anni ha quando muore?

Perché Roald Dahl è costretto a smettere di volare?

Quale è l’ultimo libro di Roald Dahl?

Chi sono i protagonisti dei libri di Roald Dahl?

Chi decide di trasformare i libri di Roald Dahl in film?

In quale data ogni anno è la giornata dedicata a Dahl?

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 16 ALLA RIGA 23 LE CARATTERISTICHE DEI RACCONTI DI ROALD DAHL. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

FANTASTICI - PROTAGONISTI - LIETO - AIUTANTI - MAGIA

I racconti di Roald Dahl sono pieni di ................................................ I ............................................... delle storie sono bambini e bambine che riescono sempre a risolvere i problemi e a concludere le loro avventure con il fine grazie a trucchi ............................................... e ............................................... straordinari.

UNO SCRITTORE DI LIBRI MAGICI

IL 13 SETTEMBRE DEL 1916, IN GALLES, NASCE ROALD DAHL E DIVENTA UN GRANDE SCRITTORE PER I BAMBINI E LE BAMBINE.

ROALD DAHL TERMINA GLI STUDI E INIZIA A LAVORARE IN AFRICA. COSÌ ROALD DAHL VIAGGIA E VISITA TANTI PAESI.

DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE NEL 1939,

ROALD DAHL DIVENTA PILOTA DELL’AERONAUTICA

MILITARE E COMPIE NUMEROSE MISSIONI IN KENYA, IN LIBIA E IN GRECIA.

POI PERÒ ROALD DAHL HA UN GRAVE

INCIDENTE E DEVE SMETTERE DI VOLARE.

ROALD DAHL COMINCIA A SCRIVERE RACCONTI PER I RAGAZZI.

IL PRIMO LIBRO DI ROALD DAHL CHE HA UN GRAN SUCCESSO È JAMES E LA PESCA

GIGANTE NEL 1961.

I RACCONTI DI ROALD DAHL SONO PIENI

DI MAGIA. I PROTAGONISTI DELLE STORIE SONO BAMBINI E BAMBINE CHE

AFFRONTANO ADULTI CATTIVI.

I BAMBINI E LE BAMBINE RIESCONO SEMPRE A RISOLVERE I PROBLEMI E LE LORO AVVENTURE FINISCONO CON IL LIETO FINE GRAZIE AD AIUTANTI FANTASTICI.

MOLTI RACCONTI DI ROALD DAHL SONO DIVENTATI FILM. UN FILM MOLTO FAMOSO È LA FABBRICA DI CIOCCOLATO DEL 2005.

ROALD DAHL MUORE NEL 1990.

rid e adatt da focusjunior.it

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHE TIPO DI TESTO HAI LETTO?

UN RACCONTO FANTASTICO. UNA BIOGRAFIA.

• CHI È ROALD DAHL?

UNO SCRITTORE. UN ATTORE.

• JAMES E LA PESCA GIGANTE CHE COSA È (RIGHE 14-16)?

È IL PRIMO LIBRO DI ROALD DAHL CHE DIVENTA FAMOSO. È IL PRIMO FILM CON UNA STORIA DI ROALD DAHL.

RIORDINA I FATTI DELLA VITA DI ROALD DAHL CON I NUMERI DA 1 A 6.

ROALD DAHL DIVENTA PILOTA NELL’AERONAUTICA MILITARE.

RALD DAHL COMINCIA A SCRIVERE RACCONTI PER RAGAZZI.

ROALD DAHL LAVORA IN AFRICA.

ROALD DAHL NASCE IL 13 SETTEMBRE DEL 1916, IN GALLES .

ROALD DAHL MUORE NEL 1990.

RALD DAHL SMETTE DI VOLARE.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 17 ALLA RIGA 25 LE CARATTERISTICHE

DEI RACCONTI DI ROALD DAHL. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

PROTAGONISTI - LIETO - AIUTANTI - MAGIA - CATTIVI

I RACCONTI DI ROALD DAHL SONO PIENI DI _ _ _

_ DELLE STORIE SONO BAMBINI E BAMBINE CHE AFFRONTANO ADULTI _ _ _ _

LE AVVENTURE DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE FINISCONO SEMPRE CON IL _ _ _ _ _ FINE GRAZIE AD _ _ _ _ _ _ _ _ FANTASTICI.

Scherzi e paure

Mia sorella Virginia è molto paurosa! Ha tanta paura dei ladri e resta sveglia di notte, ora che il babbo e la mamma sono lontani da casa.

La sera Virginia guarda sotto il letto, dietro le porte, dietro la tenda della finestra, per vedere se c’è qualcuno in camera.

Ieri sera mentre dormivo, urla tremende mi hanno svegliato.

Io salto giù dal letto e vado in corridoio, mentre Virginia entra di corsa in camera mia, in camicia da notte, chiude la porta a chiave ed esclama: – Giannino! Giannino! C’è un ladro sotto il letto! Virginia spalanca la finestra e grida: – Aiuto! Aiuto! Al ladro! Al ladro!

Tutte le persone del vicinato si svegliano e corrono a casa nostra.

Due persone più coraggiose salgono su.

Anch’io vado in camera di Virginia.

Le due persone guardarono piano piano sotto il letto: davvero c’era un uomo. Le due persone prendono l’uomo per una gamba e lo tirano fuori.

A un tratto, tutti guardano verso di me con gli occhi spalancati e dicono: – Giannino, anche questa è opera tua!

Giornalino mio caro, sai che cosa c’era sotto il letto che faceva tanta paura Virginia? Io avevo messo un vestito vecchio del babbo pieno di paglia!

rid e adatt da Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, Rizzoli

SCRIVI AL POSTO GIUSTO LA FORMULA DI APERTURA E LA FORMULA DI CHIUSURA.

A DOMANI, GIORNALINO CARO GIORNALINO

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Secondo te, chi scrive il diario?

Virginia. Giannino. Una persona del vicinato.

• Giannino che cosa racconta al diario?

Giannino racconta lo scherzo alla sorella.

Giannino racconta una punizione dei genitori.

Giannino racconta l’incontro con le persone del vicinato.

• La data del 3 dicembre che cosa indica?

Il 3 dicembre Giannino fa lo scherzo alla sorella.

Il 3 dicembre Giannino scrive il diario.

RIORDINA I FATTI CON I NUMERI DA 1 A 6.

Le persone del vicinato arrivano a casa di Giannino e Virginia.

Due persone coraggiose salgono nella camera di Virginia.

Virginia spalanca la finestra e chiede aiuto.

Giannino si sveglia perché Virginia urla.

Le due persone capiscono che Giannino ha organizzato lo scherzo.

Le due persone trovano un uomo sotto il letto di Virginia.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 27 ALLA RIGA 29 LA SPIEGAZIONE DELLO SCHERZO. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA. VIRGINIA - VESTITO - LETTO - PAGLIA - UOMO

Per far paura a ...................................................., Giannino ha messo sotto il ................................... di Virginia, un .................................................... vecchio del babbo pieno di ........................................ che sembra un

SCHERZI E PAURE

3 DICEMBRE

CARO GIORNALINO

MIA SORELLA VIRGINIA È MOLTO PAUROSA!

VIRGINIA HA TANTA PAURA DEI LADRI.

LA SERA VIRGINIA GUARDA SOTTO IL LETTO, DIETRO LE PORTE, DIETRO LA TENDA DELLA FINESTRA, PER VEDERE SE C’È UN LADRO IN CAMERA.

IERI SERA IO DORMIVO. ALL’IMPROVVISO VIRGINIA URLA E IO MI

SVEGLIO.

IO SALTO GIÙ DAL LETTO E VIRGINIA ENTRA DI CORSA IN CAMERA

MIA, IN CAMICIA DA NOTTE, CHIUDE LA PORTA A CHIAVE ED

ESCLAMA: – GIANNINO! GIANNINO! C’È UN LADRO SOTTO IL LETTO!

VIRGINIA SPALANCA LA FINESTRA E GRIDA: – AIUTO! AIUTO! C’È UN LADRO!

LE PERSONE DELLE CASE VICINE SI SVEGLIANO E CORRONO A CASA NOSTRA.

DUE PERSONE PIÙ CORAGGIOSE SALGONO SU.

ANCH’IO VADO IN CAMERA DI VIRGINIA.

LE DUE PERSONE GUARDARONO PIANO PIANO SOTTO IL LETTO E VEDONO UN UOMO.

LE DUE PERSONE PRENDONO L’UOMO PER UNA GAMBA E TIRANO FUORI DAL LETTO.

POI LE PERSONE GUARDANO VERSO DI ME CON GLI OCCHI

SPALANCATI E DICONO: – GIANNINO, SEI STATO TU ANCHE QUESTA VOLTA!

CARO GIORNALINO, PER FARE TANTA PAURA A VIRGINIA, HO

MESSO SOTTO IL LETTO UN VESTITO VECCHIO DEL BABBO PIENO DI PAGLIA!

TI SALUTO, CARO GIORNALINO!

rid e adatt da Vamba, Il giornalino di Gian Burrasca, Rizzoli

SCRIVI AL POSTO GIUSTO NEI RIQUADRI A LATO DEL TESTO:

- DATA

- FORMULA DI APERTURA

- FORMULA DI CHIUSURA

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• VIRGINIA DI CHE COSA HA TANTA PAURA?

VIRGINIA HA TANTA PAURA DI GIANNINO.

VIRGINIA HA TANTA PAURA DEI LADRI.

• GIANNINO CHE COSA RACCONTA AL GIORNALINO?

GIANNINO RACCONTA LO SCHERZO ALLA SORELLA.

GIANNINO RACCONTA UNA PUNIZIONE DEI GENITORI.

• LA DATA DEL 3 DICEMBRE CHE COSA INDICA?

IL 3 DICEMBRE GIANNINO FA LO SCHERZO ALLA SORELLA.

IL 3 DICEMBRE GIANNINO SCRIVE IL GIORNALINO.

RIORDINA I FATTI CON I NUMERI DA 1 A 6.

LE PERSONE DELLE CASE VICINE ARRIVANO A CASA DI GIANNINO E VIRGINIA.

DUE PERSONE CORAGGIOSE SALGONO NELLA CAMERA DI VIRGINIA.

VIRGINIA SPALANCA LA FINESTRA E CHIEDE AIUTO.

VIRGINIA URLA E SVEGLIA GIANNINO.

LE DUE PERSONE CAPISCONO CHE GIANNINO HA ORGANIZZATO LO SCHERZO.

LE DUE PERSONE TROVANO UN UOMO SOTTO IL LETTO DI VIRGINIA.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 27 ALLA RIGA 29 LA SPIEGAZIONE DELLO SCHERZO. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

VESTITO - LETTO - PAGLIA

GIANNINO HA MESSO SOTTO IL ......................................... DI VIRGINIA UN VECCHIO DEL BABBO PIENO DI

Il signor Wonka

La mattina del grande giorno il sole brilla alto nel cielo, il terreno è bianco di neve e l’aria è molto fredda. Fuori dai cancelli della fabbrica

Wonka c’è una grande folla di curiosi per vedere le cinque persone fortunate con il biglietto per entrare nella fabbrica.

I cinque ragazzi famosi insieme agli adulti sono accanto all’ingresso principale. Tra loro c’è Nonno Joe alto e ossuto e sta tranquillo da una parte.

Il piccolo Charlie Bucket sta attaccato al nonno e tiene la mano del nonno.

Poco lontano, l’orologio di una chiesa suona le dieci. Lentamente, il cancello della Fabbrica di Cioccolato si apre con un rumore terribile dei cardini arrugginiti.

D’un tratto la folla fa silenzio e tutti guardano l’ingresso.

Una voce grida: – È lui!

Il signor Wonka appare tutto solo subito dietro il cancello della fabbrica. È un ometto straordinario!

Il signor Wonka porta sulla testa un cappello a cilindro nero e indossa una giacca di velluto bellissimo color prugna. I pantaloni sono di colore verde bottiglia. I guanti sono di colore grigio perla.

Il signor Wonka tiene in una mano un bel bastone da passeggio con il manico d’oro.

Una piccola barba a pizzetto ricopre il mento del signor Wonka. E gli occhi sono molto luminosi.

L’allegria e il riso illuminano tutto il volto del signor Wonka.

Il signor Wonka è così sveglio e pieno di vita!

All’improvviso il signor Wonka comincia a saltellare a passo di danza sulla neve, poi allarga le braccia, sorride e grida ai cinque ragazzi:

– Benvenuti nella mia fabbrica! Fatemi vedere i biglietti d’oro e dite i vostri nomi.

La sua voce è acuta e melodiosa.

rid e adatt da R. Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani Editore

SEGNA CON UNA X IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

• La prima parte del testo (righe 1-7) descrive in ordine: la mattina, il cancello, Nonno Joe. la mattina, Nonno Joe, il cancello. il cancello, la mattina, Nonno Joe.

•Nella prima parte del testo (righe 1-15) ci sono: dati visivi , dati tattili e dati uditivi . solo dati visivi . solo dati uditivi .

• La seconda parte del testo (dalla riga 16-34) descrive: la Fabbrica di Cioccolato. il gruppo di cinque ragazzi. il signor Wonka.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 16 ALLA RIGA 33. IL TESTO CHE COSA DESCRIVE DEL SIGNOR WONKA? SEGNA CON UNA X GLI ELEMENTI IN TABELLA.

NO età abbigliamento occhi capelli modo di muoversi gesti barba espressioni del viso voce mani

SOTTOLINEA NEL TESTO ALLA RIGA 33 I DATI UDITIVI .

IL SIGNOR WONKA

LA MATTNA DEL GRANDE GIORNO IL SOLE BRILLA NEL CIELO, SUL TERRENO C’È LA NEVE E L’ARIA È MOLTO FREDDA.

FUORI DAI CANCELLI DELLA FABBRICA WONKA

C’È UNA GRANDE FOLLA E CI SONO I CINQUE

RAGAZZI FORTUNATI CON IL BIGLIETTO PER ENTRARE NELLA FABBRICA.

TRA LE PERSONE C’È NONNO JOE ALTO E MAGRO E

STA TRANQUILLO DA UNA PARTE CON ACCANTO

IL PICCOLO CHARLIE BUCKET.

CHARLIE BUCKET TIENE LA MANO DEL NONNO.

IL CANCELLO DELLA FABBRICA DI CIOCCOLATO

SI APRE LENTAMENTE E CON UN RUMORE TERRIBILE.

IL SIGNOR WONKA APPARE TUTTO SOLO SUBITO DIETRO IL CANCELLO DELLA FABBRICA.

IL SIGNOR WONKA PORTA SULLA TESTA

UN CAPPELLO NERO E INDOSSA UNA GIACCA DI VELLUTO COLORE PRUGNA.

I PANTALONI SONO DI COLORE VERDE.

I GUANTI SONO DI COLORE GRIGIO.

IL SIGNOR WONKA TIENE IN UNA MANO

UN BASTONE CON IL MANICO D’ORO.

IL SIGNOR WONKA HA UNA PICCOLA BARBA SUL MENTO E GLI OCCHI MOLTO LUMINOSI.

IL VOLTO DEL SIGNOR WONKA È ALLEGRO.

IL SIGNOR WONKA COMINCIA A SALTELLARE

SULLA NEVE, POI SORRIDE E GRIDA AI CINQUE

RAGAZZI:

– BENVENUTI NELLA MIA FABBRICA! FATEMI

VEDERE I BIGLIETTI D’ORO E DITE I VOSTRI NOMI.

LA VOCE DEL SIGNOR WONKA È ACUTA E DOLCE.

rid e adatt da R. Dahl, La fabbrica di cioccolato, Salani Editore

SEGNA CON UNA X IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

• LA PRIMA PARTE DEL TESTO (RIGHE 1-14) DESCRIVE IN ORDINE:

LA MATTINA, NONNO JOE, IL CANCELLO. IL CANCELLO, LA MATTINA, NONNO JOE.

• NELLA PRIMA PARTE DEL TESTO (RIGHE 1-14) CI SONO:

DATI VISIVI E DATI UDITIVI

SOLO DATI VISIVI

• LA SECONDA PARTE DEL TESTO (DALLA RIGA 15-32) DESCRIVE:

LA FABBRICA DI CIOCCOLATO. IL SIGNOR WONKA.

COLLEGA I VESTITI DEL SIGNOR WONKA AL COLORE GIUSTO.

CAPPELLO

GIACCA

PANTALONI

GUANTI VERDE VIOLA GRIGIO NERO

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 17 ALLA RIGA 32. IL TESTO CHE COSA

DESCRIVE DEL SIGNOR WONKA? RISPONDI CON UNA X IN TABELLA.

SÌ NO

ETÀ

ABBIGLIAMENTO

OCCHI

CAPELLI

MODO DI MUOVERSI

GESTI

BARBA ESPRESSIONI DEL VISO

VOCE

MANI

Gli animali e il sonno

Paragrafo 1

Anche gli animali hanno bisogno di riposare, ma a modo loro.

Alcuni animali fanno diecimila sonnellini al giorno, altri si addormentano tenendosi per mano.

Alcuni animali dormono molto più a lungo di noi umani. Altri animali dormono di meno.

Paragrafo 2

Uno studio scientifico rivela che il modo di dormire dei pinguini del Polo Sud è uno dei più strani del mondo animale. Al posto di un’unica lunga dormita, i pinguini fanno tanti piccolissimi pisolini al giorno. Ogni anno, a novembre, moltissimi pinguini si radunano sull’isola di re Giorgio, lontana centoventi chilometri dalle coste dell’Antartide, per riprodursi e fanno a turno per proteggere il nido e cacciare il pesce in mare aperto.

Lo studioso francese Libourel e i suoi colleghi si sono domandati: “I pinguini devono proteggere le uova, ma devono anche riposare, quindi i pinguini come fanno a dormire?”.

Gli studiosi hanno applicato su quattordici pinguini un dispositivo in grado di registrare quando i pinguini dormono e quando i pinguini sono svegli. Il risultato dello studio è stato una sorpresa: i pinguini fanno diecimila piccolissimi sonnellini al giorno. Ogni sonnellino dura quattro secondi. La somma di tutti i sonnellini è undici ore di sonno al giorno.

Secondo gli studiosi, grazie a queste brevi sonnellini, i pinguini riescono ad avvistare i predatori in tempo.

Paragrafo 3 .........................................................................................

I delfini mettono in pausa metà del cervello quando dormono. L’altra metà del cervello resta sveglia per controllare la presenza di predatori.

Gli elefanti africani dormono meno di ogni altro mammifero: solo due ore al giorno, soprattutto di notte. Le lontre si tengono per mano quando dormono, a volte anche in grandi gruppi, per non andare alla deriva.

rid e adatt da Internazionale Kids

SEGNA CON UNA X IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

• Il primo paragrafo presenta:

come dormono gli animali. come dormono gli esseri umani. come dormono i pinguini.

• Il titolo adatto al secondo paragrafo è:

Dove vivono i pinguini.

Come dormono i pinguini.

Vita in Antartide.

• Il titolo adatto al terzo paragrafo è:

Tre diversi modi di dormire. Come dormono i delfini Le lontre

SCRIVI IL TITOLO DI CIASCUN PARAGRAFO AL POSTO GIUSTO.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 6 ALLA RIGA 24. POI INDICA CON UNA X IN TABELLA LE INFORMAZIONI PRESENTI NEL TESTO.

SÌ NO

Dove si trova l’isola di re Giorgio.

Chi ha studiato i pinguini.

Il numero degli studiosi.

La domanda degli studiosi.

Con che cosa gli studiosi hanno studiato il sonno dei pinguini.

A quanti pinguini gli studiosi hanno messo il dispositivo.

Quanto dura un sonnellino dei pinguini.

La posizione dei pinguini mentre dormono.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 18 ALLA RIGA 23. POI RISPONDI CON UNA X.

• Perché il risultato dello studio è stato una sorpresa?

Perché i pinguini dormono pochissimo ogni giorno.

Perché i pinguini dormono tanto ogni giorno.

Perché i pinguini dormono undici ore al giorno con tanti sonnellini brevissimi.

GLI ANIMALI E IL SONNO

PARAGRAFO 1

GLI ANIMALI RIPOSANO IN MODO DIVERSO.

ALCUNI ANIMALI FANNO DIECIMILA SONNELLINI AL GIORNO,

ALTRI SI TENGONO PER MANO E SI ADDORMENTANO

ALCUNI ANIMALI DORMONO MOLTO PIÙ A LUNGO DELLE PERSONE.

ALTRI ANIMALI DORMONO DI MENO DELLE PERSONE.

PARAGRAFO 2

UNO STUDIO SCIENTIFICO SPIEGA CHE I PINGUINI DEL POLO SUD

RIPOSANO IN MODO MOLTO STRANO: FANNO TANTI SONNELLINI

BREVI AL POSTO DI UNA LUNGA DORMITA.

OGNI ANNO, A NOVEMBRE, MOLTISSIMI PINGUINI DEL POLO SUD SI

RADUNANO SULL’ISOLA DI RE GIORGIO, PER RIPRODURSI E FANNO

A TURNO PER PROTEGGERE IL NIDO E CACCIARE IL PESCE IN MARE APERTO.

LO STUDIOSO FRANCESE LIBOUREL E I SUOI COLLEGHI SI

DOMANDANO: “I PINGUINI DEVONO PROTEGGERE LE UOVA, QUINDI COME RIESCONO A DORMIRE?”.

GLI STUDIOSI METTONO SU QUATTORDICI PINGUINI UNO

STRUMENTO. QUESTO STRUMENTO REGISTRA QUANDO I PINGUINI

DORMONO E QUANDO I PINGUINI SONO SVEGLI. IL RISULTATO DELLO STUDIO È STATO UNA SORPRESA:

I PINGUINI FANNO DIECIMILA SONNELLINI AL GIORNO.

OGNI SONNELLINO DURA QUATTRO SECONDI. LA SOMMA DI TUTTI I SONNELLINI È UNDICI ORE

DI SONNO AL GIORNO.

PARAGRAFO 3 .........................................................................................

I DELFINI METTONO IN PAUSA METÀ DEL CERVELLO QUANDO DORMONO. L’ALTRA METÀ DEL CERVELLO

RESTA SVEGLIA PER CONTROLLARE I PREDATORI.

GLI ELEFANTI AFRICANI DORMONO SOLO DUE ORE AL GIORNO, SOPRATTUTTO DI NOTTE.

LE LONTRE SI TENGONO PER MANO QUANDO DORMONO.

rid e adatt da Internazionale Kids

SEGNA CON UNA X IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

• IL PRIMO PARAGRAFO PRESENTA:

COME DORMONO GLI ANIMALI. COME DORMONO LE PERSONE.

• IL TITOLO ADATTO AL SECONDO PARAGRAFO È:

DOVE VIVONO I PINGUINI.

COME DORMONO I PINGUINI.

• IL TITOLO ADATTO AL TERZO PARAGRAFO È:

COME DORMONO ALTRI ANIMALI.

COME MANGIANO ALTRI ANIMALI

SCRIVI IL TITOLO DI CIASCUN PARAGRAFO AL POSTO GIUSTO.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 6 ALLA RIGA 23. INDICA CON UNA X IN TABELLA LE INFORMAZIONI PRESENTI NEL TESTO.

NO

CHE COSA FANNO I PINGUINI A NOVEMBRE.

CHI HA STUDIATO I PINGUINI.

LA DOMANDA DEGLI STUDIOSI.

A QUANTI PINGUINI GLI STUDIOSI METTONO LO STRUMENTO.

QUANTO DURANO I SONNELLINI DEI PINGUINI

COME È LA TANA DEI PINGUINI PER DORMIRE.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 19 ALLA RIGA 23. POI RISPONDI CON UNA X.

• PERCHÉ IL RISULTATO DELLO STUDIO È STATO UNA SORPRESA?

PERCHÉ I PINGUINI DORMONO POCHISSIMO OGNI GIORNO.

PERCHÉ I PINGUINI DORMONO PER UNDICI ORE AL GIORNO, CON TANTI SONNELLINI BREVISSIMI.

L’isola delle balene

Manuel abita sull’isola portoghese di Madeira, nell’oceano Atlantico. Una mattina Manuel va in mare con un vecchio canotto e un fumetto senza dire niente alla mamma.

Manuel sale sul canotto e si allontana dal porto.

Quando il porto è lontano, Manuel tira fuori i fumetti, appoggia la testa e le braccia sul bordo del canotto e comincia a leggere.

Manuel sente il rumore delle onde e sogna.

A un tratto il canotto salta. Manuel osserva il cielo. Nel cielo sono arrivate le nuvole e il vento soffia forte.

Il mare si sta muovendo. Sta per piovere.

Manuel rema svelto, ma fatica perché le onde sono sempre più grandi. Manuel si aggrappa al bordo del canotto.

Davanti a Manuel si alza un muro d’acqua e un’onda travolge Manuel. Quando Manuel riesce a riprendere fiato, il canotto è sparito.

Manuel nuota e sputa acqua salata, ha tanta paura; a un tratto vede una piccola pinna accanto a lui e sente qualcosa sotto il petto.

Manuel smette di nuotare, ma resta a galla perché è sopra la schiena di un delfino e intorno a lui nuotano altri delfini. Forse sono cinque o dieci?

I delfini saltano fuori dall’acqua poi si immergono sott’acqua, ma il delfino che porta Manuel scivola nell’acqua senza salti.

Manuel pensa che il delfino vuole giocare e tra poco darà un colpo con la coda.

Il nonno ha raccontato a Manuel che le balene con le loro pinne rompono le navi. E i delfini sono quasi come balene.

D’un tratto i delfini si riuniscono intorno a Manuel.

I delfini hanno paura di qualcosa.

Manuel cerca di capire che cosa sta succedendo.

Davanti a lui nell’acqua c’è un oggetto.

Una boa? No, qualcosa di più grande.

Manuel sente un rumore di un motore, è un battello!

N. Rauprich, L’isola delle balene, Archimede

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X

• Chi è il protagonista del racconto?

Manuel.

La mamma di Manuel.

Il nonno di Manuel.

• Dove si svolge la storia?

Al parco.

Nel mare.

A casa di Manuel.

• Quando si svolge la storia?

Un pomeriggio.

Una mattina.

Una sera.

• Che cosa succede a Manuel?

Manuel cade in acqua per le onde.

Manuel arriva sull’isola delle balene.

Manuel incontra il nonno.

• Chi aiuta Manuel a salvarsi?

Le balene.

I delfini.

Nessuno, Manuel si salva da solo.

• Che cosa vede Manuel alla fine?

Una boa.

Sua mamma.

Un battello.

IN OGNI FRASE CANCELLA LA SCELTA SBAGLIATA.

• Una mattina Manuel va in mare/in piscina su un canotto.

• A un tratto inizia a piovere/nevicare e nel mare si formano grosse onde.

• Manuel smette e di nuotare e si trova sopra un delfino/un battello

LE

RIGHE

24-25 DI CHE COSA PARLANO? COLORA IL RIQUADRO GIUSTO.

Un fatto passato: il nonno ha raccontato ha Manuel che le balene con le pinne rompono le navi.

Un fatto presente: in quel momento Manuel sente la voce del nonno.

L’ISOLA DELLE BALENE

MANUEL ABITA SU UN’ISOLA.

UN GIORNO MANUEL VA IN MARE CON UN VECCHIO CANOTTO UN FUMETTO, SENZA DIRE NIENTE ALLA MAMMA.

MANUEL SALTA SUL CANOTTO E SI ALLONTANA

DAL PORTO. POI MANUEL TIRA FUORI I FUMETTI

E COMINCIA A LEGGERE.

A UN TRATTO IL CANOTTO SALTA.

MANUEL OSSERVA IL CIELO. NEL CIELO CI SONO LE NUVOLE E IL VENTO SOFFIA FORTE.

STA PER PIOVERE.

MANUEL REMA, MA LE ONDE SONO MOLTO GRANDI. MANUEL SI TIENE AL CANOTTO.

UN’ONDA BUTTA MANUEL IN ACQUA E IL CANOTTO SPARISCE.

MANUEL È IN ACQUA SENZA IL CANOTTO.

MANUEL NUOTA, HA TANTA PAURA E A UN TRATTO VEDE UNA PINNA.

MANUEL SMETTE DI NUOTARE E SI ACCORGE CHE RIMANE A GALLA.

MANUEL SI TROVA SULLA SCHIENA DI UN DELFINO.

INTORNO A MANUEL NUOTANO ALTRI DELFINI.

I DELFINI SALTANO FUORI DALL’ACQUA E SI IMMERGONO SOTT’ACQUA, MA IL DELFINO DI MANUEL NUOTA SENZA SALTI.

I DELFINI HANNO PAURA DI QUALCOSA. DAVANTI A MANUEL NELL’ACQUA C’È UN OGGETTO.

MANUEL SENTE UN RUMORE DI UN MOTORE, È UNA NAVE!

N. Rauprich, L’isola delle balene, Archimede

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHI È IL PROTAGONISTA DEL RACCONTO? MANUEL. LA MAMMA.

• DOVE SI SVOLGE LA STORIA? NEL MARE. A CASA DI MANUEL.

• QUANDO SI SVOLGE LA STORIA? UNA MATTINA. UNA SERA.

• CHE COSA SUCCEDE A MANUEL?

MANUEL FA UN LUNGO GIRO IN CANOTTO. MANUEL CADE IN ACQUA PER UN’ONDA MOLTO GRANDE.

• CHI AIUTA MANUEL A SALVARSI?

UN DELFINO. UNA TARTARUGA.

• COSA VEDE MANUEL ALLA FINE? LA MAMMA. UNA NAVE.

SEGNA CON UNA X SE LA FRASE È VERA (V) O FALSA (F).

• UN GIORNO MANUEL VA AL PORTO CON LA BICI. V F

• MANUEL TIRA FUORI I FUMETTI E COMINCIA A LEGGERE.

• LE ONDE DIVENTANO PIÙ PICCOLE. V F

• NEL CIELO CI SONO LE NUVOLE E STA PER PIOVERE. V F

• MANUEL RESTA SEMPRE SUL CANOTTO. V F

• UN DELFINO SALVA MANUEL. V F

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 26 ALLA RIGA 30. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

NAVE - PAURA - RUMORE

A UN CERTO PUNTO I DELFINI HANNO _ _ _ _ _ PERCHÉ SENTONO

La donna misteriosa

La donna misteriosa è una ladra abile che entra di nascosto alle feste per rubare i gioielli ed è famosa per i suoi travestimenti.

Questa volta l’investigatore Bracco ha organizzato una festa a casa del suo amico Fred Furbi.

L’investigatore Bracco ha fatto circolare due voci: questa sera ci sarà una festa nella villa di Fred Furbi e nella cassaforte di Fred Furbi c’è una collana.

Inizia la festa, Fred Furbi chiede all’investigatore Bracco e al tenente della polizia Manetta: – Chi può essere la donna misteriosa?

Bracco risponde:

– Io so che la donna misteriosa è alta ed è bravissima nei travestimenti.

Fred Furbi sale al piano di sopra e poco dopo una donna inizia a salire le scale.

Bracco e Manetta guardano la donna finché la donna scompare in un corridoio. Bracco sa che al piano di sopra ci sono due stanze: la biblioteca e la camera da letto con la cassaforte.

Bracco ha capito: quella donna è la donna misteriosa.

Bracco e Manetta salgono le scale e quando arrivano in camera da letto, trovano la cassaforte aperta. Bracco controlla le finestre che sono bloccate per impedire la fuga della donna misteriosa.

Manetta mostra a Bracco un sacchetto dietro la porta della camera da letto. Nel sacchetto c’è la collana.

Bracco ha capito che la donna misteriosa è ancora nella villa.

Manetta corre in biblioteca e trova tre persone: Fred Furbi, un uomo della stessa altezza di Fred Furbi e una donna più alta dei due uomini. Bracco ricorda l’ultima volta che ha visto la donna misteriosa: la donna misteriosa era alta come Fred Furbi.

Ora la donna nella biblioteca è più alta di Fred Furbi, invece l’uomo è alto uguale a Fred Furby.

Sicuramente l’uomo prima indossava i vestiti da donna, poi in camera ha preso dei vestiti di Fred Furbi e ha nascosto il sacchetto con la collana quando ha capito che era impossibile scappare dalla finestra. Bracco dice a Manetta di arrestare l’uomo.

J. Suckach, Le indagini lampo dell’ispettore Bracco, Piemme Junior

SOTTOLINEA NEL TESTO I NOMI DEI PERSONAGGI POI COMPLETA.

• …………………………………………………………………………………….. = abile ladra

• ……………………………………………………………………………………. = investigatore

• = tenente della polizia •

= amico dell’investigatore

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 1 ALLA RIGA 13: BRACCO HA DEGLI

INDIZI PER RISOLVERE IL CASO. COLORA I RIQUADRI CON GLI INDIZI GIUSTI.

Bracco sa che la ladra è

una donna misteriosa un’amica di Fred Furby

Bracco sa che la ladra è bravissima

a cantare nei travestimenti

Bracco ha visto che la ladra è Fred Furbi.

alta più di alta come

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Braccco e Manetta che cosa trovano in camera da letto?

La donna misteriosa con un sacchetto in mano.

Le finestre aperte e la cassaforte chiusa.

La cassaforte aperta, le finestre bloccate, un sacchetto dietro la porta.

• L’indagine dove si conclude?

In camera da letto.

In biblioteca.

Nel salone della festa.

• I sospettati del furto chi sono?

Due uomini.

Un uomo e una donna.

Due donne.

• Il colpevole chi è?

Fred Furbi, l’amico dell’ispettore Bracco.

L’uomo travestito da donna misteriosa.

La donna nella biblioteca.

LA DONNA MISTERIOSA

LA DONNA MISTERIOSA È UNA LADRA CHE VA ALLE FESTE PER RUBARE I GIOIELLI.

IL POLIZIOTTO BRACCO DÀ UNA FESTA A CASA DEL SUO AMICO

FRED FURBI E DICE AGLI INVITATI CHE NELLA CASSAFORTE DI

FRED FURBI C’È UNA COLLANA.

INIZIA LA FESTA. BRACCO E MANETTA VOGLIONO ARRESTARE

LA DONNA MISTERIOSA.

BRACCO RICORDA CHE LA DONNA MISTERIOSA È ALTA COME FRED FURBI ED È BRAVISSIMA A CAMBIARE CONTINUAMENTE VESTITO.

A UN CERTO PUNTO FRED FURBI SALE AL PIANO DI SOPRA E POCO

DOPO UNA DONNA INIZIA A SALIRE LE SCALE. AL PIANO DI SOPRA CI SONO LA BIBLIOTECA E

LA CAMERA DA LETTO CON LA CASSAFORTE. COSÌ BRACCO E MANETTA SALGONO LE SCALE E

ARRIVANO IN CAMERA DA LETTO E TROVANO

LA CASSAFORTE APERTA. BRACCO CONTROLLA

LE FINESTRE, MA SONO BLOCCATE.

BRACCO CAPISCE CHE LA DONNA MISTERIOSA È

ANCORA IN CASA. MANETTA TROVA DIETRO LA PORTA

UN SACCHETTO CON DENTRO LA COLLANA DI FRED FURBI.

ALLORA MANETTA CORRE IN BIBLIOTECA E TROVA

TRE PERSONE: FRED FURBI, UN UOMO ALTO UGUALE A FRED FURBI E UNA DONNA PIÙ ALTA DELL’UOMO E DI FRED FURBI. IL SOSPETTATO È L’UOMO PERCHÉ È ALTO UGUALE A FRED FURBY.

L’UOMO PRIMA INDOSSAVA I VESTITI DA DONNA, POI IN CAMERA HA PRESO I VESTITI DI FRED FURBY

E HA NASCOSTO IL SACCHETTO CON LA COLLANA PERCHÉ ERA IMPOSSIBILE SCAPPARE

DALLA FINESTRA.

J. Suckach, Le indagini lampo dell’ispettore Bracco, Piemme Junior

COLLEGA CON UNA FRECCIA IL PERSONAGGIO AL SUO RUOLO.

BRACCO

MANETTA

UNA DONNA MISTERIOSA

FRED FURBY

LADRA

POLIZIOTTO

AIUTANTE DI BRACCO

AMICO DI BRACCO

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 1 ALLA RIGA 9: BRACCO HA ALCUNE INFORMAZIONI SULLA DONNA MISTERIOSA. COLORA I RIQUADRI CON L’INFORMAZIONE GIUSTA.

UNA DONNA BASSA

LA DONNA CAMBIA CONTINUAMENTE VESTITO UNA DONNA ALTA

LA DONNA INDOSSA SEMPRE LO STESSO VESTITO

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• LA DONNA MISTERIOSA CHE COSA VUOLE RUBARE?

UNA COLLANA. UN QUADRO.

• IL COLPEVOLE CHI È?

UN UOMO ALTO UGUALE A FRED FURBY. FRED FURBY.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 26 ALLA RIGA 32. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

SACCHETTO - FINESTRA - VESTITI

L’UOMO INDOSSAVA I _ _ _ _ _ _ _ DA DONNA PER RUBARE LA _

POI IN CAMERA HA PRESO I VESTITI DI FRED FURBY E HA NASCOSTO IL

CON LA COLLANA PERCHÉ ERA IMPOSSIBILE SCAPPARE

Il muro dietro la porta

Coraline domanda alla mamma che cosa c’è dietro la porta in salotto.

La mamma fa vedere a Coraline che la porta non va da nessuna parte. La mamma prende un mazzo di chiavi.

Poi Coraline e la mamma vanno in salotto.

La mamma infila la chiave nella serratura. La porta si apre su un muro di mattoni.

Poi la mamma dice:

– Prima la porta collegava a un’altra stanza perché la casa era più grande, poi hanno diviso la casa con un muro.

La mamma chiude la porta senza chiudere a chiave.

Quella notte, a letto, Coraline sta per addormentarsi, ma sente un t-t-t-t-t-t. poi sente un altro rumore kriiiiiii...… aaaak.

Coraline scende dal letto e guarda fuori dalla stanza. Nulla di strano.

Coraline percorre tutto il corridoio fino alla stanza dei genitori, mentre si chiede se quel rumore è solo un sogno.

Qualcosa si muove.

C’è una sagoma nera che entra in salotto e Coraline spaventata segue la sagoma.

Il salotto è buio. L’unica luce viene dal corridoio.

Coraline si trova davanti alla luce e in quel momento vede la sagoma nera uscire lentamente da sotto il divano e andare verso l’angolo del salotto lontano, senza mobili.

Coraline accende la luce, ma in quell’angolo nulla di particolare. C’è solo la vecchia porta aperta su un muro di mattoni.

Coraline è sicura che la mamma ha chiuso la porta, ma adesso la porta è socchiusa.

Coraline guarda dentro la porta e vede solo un muro di mattoni rossi, così chiude la porta, spegne la luce e torna a letto.

Quando Coraline è a letto, sogna delle sagome nere che strisciano da una parte all’altra poi si radunano insieme sotto la luna. Le sagome nere hanno gli occhietti rossi e i denti aguzzi e gialli.

N. Gaiman, Coraline, Mondadori

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Chi è la protagonista del racconto?

Coraline. La mamma. La porta.

• Coraline che cosa sente quando è a letto?

Le voci dei genitori.

Degli strani rumori.

Il rumore della pioggia.

• Coraline che cosa fa?

Si alza dal letto.

Si addormenta.

Chiama i genitori.

• Coraline come si sente quando vede la sagoma nera?

Spaventata. Triste. Felice.

I SEGUENTI ELEMENTI DEL RACCONTO DEL BRIVIDO SONO PRESENTI NEL TESTO? RISPONDI CON UNA X IN TABELLA.

NO

Luogo deserto

Casa paurosa

Notte

Creatura misteriosa

Luna piena

Castello

Vampiro

Agitazione

RILEGGI ATTENTAMENTE IL TESTO DALLA RIGA 32 ALLA RIGA 35. COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

AGUZZI - ROSSI - LUNA - SAGOME

Coraline sogna delle ............................................ nere che strisciano da una parte all’altra fino a ritrovarsi insieme sotto la ............................................. Le sagome nere hanno gli occhietti e i denti gialli.

IL MURO DIETRO LA PORTA

LA MAMMA DI CORALINE E CORALINE VANNO

IN SALOTTO AD APRIRE UNA PORTA.

DIETRO ALLA PORTA C’È UN MURO DI MATTONI.

LA MAMMA CHIUDE LA PORTA SENZA CHIUDERE

A CHIAVE.

QUELLA NOTTE A LETTO CORALINE SENTE

UN RUMORE.

CORALINE SCENDE DAL LETTO E GUARDA FUORI

DALLA STANZA. NULLA DI STRANO.

POI CORALINE VA VERSO LA STANZA DEI GENITORI.

CORALINE VEDE QUALCOSA CHE SI MUOVE: C’È UNA SAGOMA NERA CHE ENTRA IN SALOTTO.

CORALINE SPAVENTATA SEGUE LA SAGOMA NERA. IL SALOTTO È BUIO. L’UNICA LUCE È QUELLA DEL CORRIDOIO.

CORALINE VEDE UNA SAGOMA NERA USCIRE DA SOTTO IL DIVANO E ANDARE VERSO UN ANGOLO DELLA STANZA.

CORALINE ACCENDE LA LUCE.

NELL’ANGOLO C’È SOLO LA VECCHIA PORTA

SOCCHIUSA, MA CORALINE È SICURA CHE

LA MAMMA HA CHIUSO BENE LA PORTA.

A LETTO CORALINE CHIUDE LA PORTA E TORNA

A DORMIRE: SOGNA SAGOME NERE CON

GLI OCCHI ROSSI E I DENTI APPUNTITI E GIALLI.

N. Gaiman, Coraline, Mondadori

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHI È LA PROTAGONISTA DEL RACCONTO? CORALINE. LA MAMMA DI CORALINE.

• DOVE SI SVOLGE IL FATTO? A CASA DI CORALINE. A SCUOLA DI CORALINE.

• CORALINE CHE COSA SENTE QUANTO È A LETTO? STRANI RUMORI. LE VOCI DEI GENITORI.

• CORALINE COME SI SENTE QUANDO VEDE LA SAGOMA NERA? TRISTE. SPAVENTATA.

COLORA SOLO I RIQUADRI CHE DESCRIVONO LE AZIONI CHE FA CORALINE.

CORALINE SCENDE DAL LETTO PERCHÉ SENTE UN RUMORE.

CORALINE AIUTA LA MAMMA A PULIRE IL SALONE.

CORALINE CHIUDE LA PORTA

LA NOTTE CORALINE SVEGLIA I SUOI GENITORI.

CORALINE VEDE UNA SAGOMA NERA.

CORALINE IMPAURITA TORNA IN CAMERA SUA.

CORALINE SPAVENTATA SEGUE LA SAGOMA IN SALOTTO.

CORALINE TORNA A DORMIRE E SOGNA SAGOME NERE.

Dorothy nel Paese di Oz

Un forte vento solleva la casa di Dorothy e la trasporta nel Paese di Oz, dove vivono creature fantastiche e il potente mago di Oz.

Dorothy salta giù dal letto, corre ad aprire la porta e lancia un grido di meraviglia: la casa si trova in una campagna.

Mentre Dorothy osserva il paesaggio, si accorge che arriva un gruppo di persone.

Le persone sono quattro: tre uomini e una donna, tutti vestiti in modo strano con cappelli a cono e con campanellini.

La donna è la Strega del Nord e dice a Dorothy: – Benvenuta Dorothy nel Paese dei Biascichini. Grazie per aver ucciso la Strega Cattiva dell’Est. Hai reso i Biascichini liberi.

Dorothy risponde alla donna: – Signora è molto gentile, ma c’è uno sbaglio.

Io non ho ucciso nessuna Strega Cattiva dell’Est.

La donna continua a parlare:

– Vero! La tua casa ha ucciso la Strega Cattiva dell’Est.

La donna indica un angolo della casa e Dorothy vede che da sotto la casa sbucano due piedi dentro due scarpe d’argento con la punta in su: sono i piedi della Strega Cattiva dell’Est morta.

In quel momento i Biascichini lanciano un urlo e indicano l’angolo della casa: i piedi sono spariti, rimangono solo le scarpe d’argento.

La donna dice a Dorothy: – Dorothy, ora le scarpe d’argento sono tue: dobbiamo scoprire il loro potere magico.

L.F. Baum, Il meraviglioso Mago di Oz, Feltrinelli

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Chi è la protagonista della storia?

Una strega cattiva.

Una creatura fantastica.

Una bambina di nome Dorothy.

• Chi sono gli altri personaggi della storia?

I Biaschichini e la Strega del Nord.

La Strega del Nord e Dorothy.

I Biascichini.

• Dorothy dove si ritrova con la sua casa?

In un bosco nel Paese di Oz.

In una campagna nel Paese di Oz.

In una città nel Paese di Oz.

• Dorothy che cosa riceve alla fine?

Un cappello a forma di cono.

Una casa in campagna.

Le scarpe d’argento.

SEGNA CON UNA X SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F). POI CORREGGI LE FRASI FALSE.

• Un forte vento trasporta la casa di Dorothy nel Paese di Oz. V F

• I Biascichini ringraziano Dorothy che ha ucciso la Strega dell’Est. V F

• La casa di Dorothy uccide la Strega Cattiva del Nord. V F

• Dorothy vede le scarpe d’oro della Strega Cattiva dell’Est. V F

• Le scarpe hanno un potere magico. V F

DOROTHY NEL PAESE DI OZ

IL VENTO TRASPORTA LA CASA DI DOROTHY

NEL PAESE DI OZ IN UNA CAMPAGNA.

DOROTHY APRE LA FINESTRA E OSSERVA

IL PAESAGGIO.

TRE UOMINI E UNA DONNA CON CAPPELLI

A FORMA DI CONO ARRIVANO A CASA

DI DOROTHY.

LA DONNA È LA STREGA BUONA DEL NORD E DÀ IL BENVENUTO A DOROTHY NEL PAESE

DI OZ.

LA CASA DI DOROTHY HA UCCISO LA STREGA CATTIVA DELL’EST E ORA IL POPOLO DEI BIASCICHINI È LIBERO.

DOROTHY VEDE SOTTO UN ANGOLO DELLA CASA

I PIEDI DELLA STREGA CATTIVA DELL’EST. DENTRO DUE SCARPE D’ARGENTO.

IN QUEL MOMENTO I BIASCICHINI URLANO PERCHÉ I PIEDI DELLA STREGA CATTIVA

DELL’EST SONO SCOMPARSI E RIMANGONO

SOLO LE SCARPE D’ARGENTO.

LA STREGA BUONA DEL NORD DONA

LE SCARPE D’ARGENTO A DOROTHY.

LE SCARPE D’ARGENTO HANNO UN POTERE MAGICO.

L.F. Baum, Il meraviglioso Mago di Oz, Feltrinelli

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHI È LA PROTAGONISTA DELLA STORIA?

LA MAMMA DI DOROTHY. UNA BAMBINA DI NOME DOROTHY.

• CHI SONO I PERSONAGGI DELLA STORIA?

I BIASCICHINI E LA STREGA DEL NORD. DOROTHY E I BIASCICHINI.

• IL VENTO DOVE PORTA LA CASA DI DOROTHY?

IN UN BOSCO NEL PAESE DI OZ. IN UNA CAMPAGNA NEL PAESE DI OZ.

• DOROTHY CHE COSA VEDE SOTTO LA CASA?

UN BIASCICHINO.

I PIEDI DELLA STREGA CATTIVA DELL’EST.

• DOROTHY CHE COSA RICEVE ALLA FINE?

LE SCARPE D’ARGENTO. UN CAPPELLO.

RILEGGI ATTENTAMENTE IL TESTO DALLA RIGA 8 ALLA RIGA 16. POI COMPLETA CON LA PAROLA GIUSTA.

PIEDI - PAESE - CASA - SCARPE - STREGA - CATTIVA

LA _ _ _ _ _ BUONA DEL NORD DÀ IL BENVENUTO A DOROTHY NEL _ _ _ _ _.

LA _ _ _ _ DI DOROTHY HA UCCISO LA STREGA _ _ _ _ _ _ _ DELL’EST E

HA LIBERATO IL POPOLO DEI BIASCICHINI.

DOROTHY VEDE SOTTO LA CASA I _ _ _ _ _ DELLA STREGA CATTIVA DELL’EST DENTRO DUE _ _ _ _ _ _ D’ARGENTO.

RILEGGI ATTENTAMENTE LE RIGHE 23-24 E COMPLETA TU.

LE SCARPE D’ARGENTO HANNO UN _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _.

Chissà come si divertivano!

Margie il 17 maggio 2157 scrive sul diario: «Oggi Tommy ha trovato un vero libro!»

Tommy trova un libro antichissimo con fogli di carta dove ci sono scritti storie e racconti. Si possono girare le pagine e le parole stanno ferme invece di muoversi come fanno sullo schermo di un computer.

Tommy dice:

– Ma quando uno legge un libro fino alla fine poi butta via il libro! Il nostro schermo invece ha un milione di libri e può contenere tanti altri libri.

Margie domanda a Tommy: – Di cosa parla il libro?

Tommy risponde: – Di scuola.

Tommy spiega a Margie che la scuola del tempo passato è diversa dalla scuola di oggi. Nel tempo passato nella scuola c’era un maestro e tutti i ragazzi si ritrovavano in un edificio speciale dove tutti imparavano le stesse cose.

Margie e Tommy sono arrivati a metà del libro antichissimo quando la signora Jones chiama: – Margie! A scuola!

Margie dice a Tommy se dopo la lezione può leggere ancora un po’ il libro antichissimo. Poi Margie va in aula. L’aula è proprio accanto alla cameretta di Margie e l’insegnante meccanico aspetta Margie per la lezione. Lo schermo del computer dell’insegnante meccanico è illuminato e dice: – Oggi la lezione di matematica è sull’addizione delle frazioni proprie. Prego inserisci il compito di ieri nella fessura.

Margie inserisce il compito nella fessura dell’insegnante meccanico e sospira.

Margie pensa alle vecchie scuole del tempo passato che ha letto nel libro antichissimo.

Margie pensa ai maestri che erano persone vere, ai ragazzi che stavano tutti insieme e ridevano e scherzavano nel cortile…

Margie dice: – Chissà come si divertivano un tempo!

I. Asimov, Tutti i racconti, Mondadori

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Chi sono i protagonisti della storia?

Margie e Tommy.

La signora Jones e l’insegnante meccanico.

L’insegnante meccanico e il libro antichissimo.

• Dove si svolge la storia?

A scuola.

A casa di Margie e Tommy.

Al parco.

• Quando si svolge la vicenda?

In un tempo futuro.

In un tempo passato.

Nel tempo presente.

• Che cosa succede nella storia?

La signora Jones trova un libro.

Un insegnante del passato sostituisce l’insegnante meccanico.

Margie e Tommy leggono un libro antichissimo.

RILEGGI ATTENTAMENTE IL TESTO DALLA RIGA 13 ALLA RIGA 17. CHE COSA RACCONTA TOMMY DELLA SCUOLA NEL TEMPO PASSATO? COLORA IL FUMETTO GIUSTO.

Nella scuola del tempo passato c’era un maestro e i ragazzi stavano tutti insieme in un edificio speciale.

Nella scuola del tempo passato i ragazzi stavano studiavano da soli a casa.

CHI RACCONTA LA STORIA? CANCELLA IL RIQUADRO SBAGLIATO.

Margie fa da narratore interno. Un narratore esterno.

RILEGGI ATTENTAMENTE IL TESTO DALLA RIGA 31 ALLA RIGA 36. CHE COSA INTENDE MARGIE CON LA FRASE “CHISSÀ COME SI DIVERTIVANO”?

COLORA LA RISPOSTA GIUSTA.

I ragazzi nella scuola del tempo passato si divertivano molto!

I ragazzi nella scuola del tempo passato si divertivano meno di noi.

CHISSÀ COME SI DIVERTIVANO!

IL 17 MAGGIO 2157 MARGIE E TOMMY TROVANO UN LIBRO MOLTO ANTICO.

NEL LIBRO CI SONO SCRITTE STORIE E RACCONTI SU FOGLI DI CARTA.

MARGIE CHIEDE A TOMMY CHE COSA RACCONTA IL LIBRO.

TOMMY RISPONDE A MARGIE CHE IL LIBRO

RACCONTA DELLA SCUOLA DEL TEMPO PASSATO.

TOMMY SPIEGA A MARGIE CHE LA SCUOLA DEL TEMPO PASSATO ERA DIVERSA DELLA SCUOLA DI OGGI.

NELLE SCUOLE DEL TEMPO PASSATO C’ERA

UN MAESTRO E TUTTI I RAGAZZI ANDAVANO INSIEME IN UN EDIFICIO DOVE IMPARAVANO LE STESSE COSE.

MARGIE E TOMMY ARRIVANO A LEGGERE A METÀ

LIBRO POI LA MAMMA DICE A MARGIE DI ANDARE A LEZIONE.

MARGIE VA IN AULA.

L’AULA DI MARGIE È ACCANTO ALLA CAMERETTA.

L’INSEGNANTE MECCANICO ASPETTA MARGIE PER LA LEZIONE.

L’INSEGNANTE MECCANICO È

UN COMPUTER,

HA LO SCHERMO ILLUMINATO E DICE: – OGGI LA LEZIONE DI MATEMATICA È SULLE

ADDIZIONI. INSERISCI NELLA FESSURA IL COMPITO DI IERI.

MARGIE INSERISCE IL COMPITO NELLA FESSURA

DELL’INSEGNANTE MECCANICO, POI PENSA ALLA SCUOLA DEL TEMPO PASSATO.

MARGIE PENSA AI MAESTRI CHE ERANO PERSONE VERE E AI RAGAZZI CHE SI DIVERTIVANO TUTTI INSIEME.

I. Asimov, Tutti i racconti, Mondadori

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHI SONO I PROTAGONISTI DELLA STORIA?

MARGIE E TOMMY. L’INSEGNANTE MECCANICO E UN LIBRO.

• DOVE SI SVOLGE LA STORIA? A SCUOLA. A CASA DI MARGIE.

• QUANDO SI SVOLGE LA STORIA?

IN UN TEMPO FUTURO. IN UN TEMPO PASSATO.

• CHE COSA SUCCEDE NELLA STORIA?

UN INSEGNANTE DEL PASSATO SOSTITUISCE L’INSEGNANTE MECCANICO.

MARGIE E TOMMY LEGGONO UN LIBRO ANTICO.

RILEGGI ATTENTAMENTE IL TESTO DALLA RIGA 6 ALLA RIGA 12. CHE COSA RACCONTA TOMMY DELLA SCUOLA DEL TEMPO PASSATO? COLORA IL FUMETTO GIUSTO.

NELLA SCUOLA DEL TEMPO PASSATO C’ERA UN MAESTRO E I RAGAZZI STAVANO TUTTI INSIEME.

NELLA SCUOLA DEL TEMPO PASSATO I RAGAZZI STAVANO STUDIAVANO DA SOLI A CASA.

RILEGGI ATTENTAMENTE IL TESTO DALLA RIGA 25 ALLA RIGA 30. COSA PENSA MARGIE ALLA FINE DELLA STORIA? COLORA IL FUMETTO GIUSTO.

IL MIO COMPITO DI MATEMATICA SARÀ CORRETTO?

I MAESTRI E I RAGAZZI

NELLA SCUOLA DEL TEMPO PASSATO SI DIVERTIVANO INSIEME.

Il bicchiere resistente

INIZIO

Marcello ha tre anni e vuole i bicchieri uguali a quelli che usiamo io e mia moglie. Io prendo per Marcello un bicchiere resistente che se cade per terra non si rompe e metto il bicchiere resistente nella credenza con gli altri bicchieri. I bicchieri nella credenza sono tutti uguali.

SVILUPPO

Quando io e mia moglie apparecchiamo fatichiamo per capire il bicchiere di Marcello e guardiamo con attenzione tutti i bicchieri: nessuna differenza.

Io e mia moglie litighiamo: è questo, no, è questo, no, è quest’altro bicchiere. Allora mia moglie crede di avere in mano il bicchiere resistente e per prova fa cadere a terra il bicchiere ma il bicchiere si rompe.

Mia moglie si arrabbia.

Buttiamo a terra il secondo bicchiere e anche questo si rompe.

Il bicchiere resistente è ancora fra quelli di vetro. Quale bicchiere dare a Marcello? I bicchieri rimasti sono otto e il bicchiere che cerchiamo è fra i bicchieri rimasti.

Così prendiamo bicchieri a caso e buttiamo per terra ogni bicchiere.

Ora solo due bicchieri restano nella credenza, così buttiamo per terra un bicchiere fra i due.

Se il bicchiere si rompe, abbiamo sbagliato di nuovo. Proviamo e anche questo bicchiere si rompe. Il bicchiere resistente è l’altro: l’ultimo bicchiere rimasto nella credenza.

CONCLUSIONE

Così prendo il bicchiere resistente per lanciarlo a terra. Poi mi fermo: io e mia moglie decidiamo di mettere il bicchiere resistente al sicuro.

A. Campanile, Manuale di conversazione, Rizzoli

IL TESTO È DIVISO IN TRE PARTI: INIZIO - SVILUPPO - CONCLUSIONE.

COLLEGA L’INFORMAZIONE ALLA PARTE DI TESTO DOVE SI TROVA.

• Nella credenza restano due bicchieri.

• Il padre mette il bicchiere resistente nella credenza.

• Il bambino ha tre anni e si chiama Marcello

• La moglie fa cadere a terra un bicchiere.

• Il padre insieme alla mogli mette il bicchiere resistente al sicuro.

INIZIO SVILUPPO

CONCLUSIONE

RIORDINA I FATTI CON I NUMERI DA 1 A 6.

Il bicchiere resistente è uguale a tutti i bicchieri nella credenza.

Io e mia moglie litighiamo per capire il bicchiere di Marcello.

Alla fine io e mia moglie rompiamo tutti i bicchieri, tranne uno.

Mia moglie rompe il primo bicchiere e si arrabbia.

Io metto il bicchiere resistente nella credenza.

Io e mia moglie mettiamo il bicchiere in un posto sicuro.

RISPONDI ALLA DOMANDA CON UNA X. POI SOTTOLINEA NEL TESTO

LA PAROLA CHE TI HA AIUTATO A RISPONDERE.

• I fatti come sono narrati?

I fatti sono narrati in prima persona.

I fatti sono narrati in terza persona.

PERCHÉ IL BICCHIERE È RESISTENTE? COLORA IL RIQUADRO GIUSTO.

Perché è impossibile rompere il bicchiere se cade a terra.

Perché il bicchiere si rompe se cade a terra.

CHE COSA FA RIDERE DI QUESTO RACCONTO? RISPONDI CON UNA X.

Il papà che compra per Marcello un bicchiere resistente. Il papà e la mamma di Marcello che rompono tutti i bicchieri. Marcello vuole i bicchieri uguali a quelli del papà e della mamma.

IL BICCHIERE DI PLASTICA

MARCELLO HA TRE ANNI E VUOLE BERE NEI BICCHIERI

DI VETRO COME LA MAMMA E IL PAPÀ.

IL PAPÀ COMPRA PER MARCELLO UN BICCHIERE DI

PLASTICA COSÌ SE IL BICCHIERE CADE NON SI ROMPE.

IL PAPÀ METTE IL BICCHIERE DI PLASTICA

NELL’ARMADIO CON GLI ALTRI BICCHIERI.

PERÒ I BICCHIERI SONO TUTTI UGUALI.

QUANDO IL PAPÀ E LA MAMMA APPARECCHIANO, LITIGANO PER CAPIRE IL BICCHIERE DI PLASTICA.

LA MAMMA CREDE DI AVER TROVATO IL BICCHIERE

DI PLASTICA E FA CADERE A TERRA

IL BICCHIERE PER PROVA E IL BICCHIERE SI ROMPE.

POI ANCHE IL PAPÀ BUTTA A TERRA UN ALTRO

BICCHIERE E ROMPE ANCHE QUESTO BICCHIERE.

NELL’ARMADIO RESTANO OTTO BICCHIERI.

IL PAPÀ E LA MAMMA BUTTANO I BICCHIERI

PER TERRA PER CAPIRE QUAL È IL BICCHIERE DI PLASTICA.

ORA SOLO DUE BICCHIERI RIMANGONO

NELL’ARMADIO: IL PAPÀ E LA MAMMA BUTTANO

A TERRA UNO DEI DUE BICCHIERI RIMASTI MA ANCHE QUESTO BICCHIERE SI ROMPE. ..........................................................................................

ALLA FINE IL PAPÀ E LA MAMMA TROVANO

IL BICCHIERE DI PLASTICA: È L’ULTIMO

BICCHIERE RIMASTO NELL’ARMADIO.

ALLORA IL PAPÀ METTE IL BICCHIERE IN UN POSTO SICURO.

A. Campanile, Manuale di conversazione, Rizzoli

IL TESTO È DIVISO IN TRE PARTI: INIZIO - SVILUPPO - CONCLUSIONE.

SCRIVI IL NOME DI CIASCUNA PARTE AL POSTO GIUSTO.

RIORDINA LE FRASI DA 1 A 4.

IL PAPÀ METTE IL BICCHIERE DI PLASTICA NELL’ARMADIO

I BICCHIERI NELL’ARMADIO SONO TUTTI UGUALI.

IL PAPÀ COMPRA UN BICCHIERE DI PLASTICA PER MARCELLO

IL PAPÀ E LA MAMMA ROMPONO TUTTI I BICCHIERI

INDICA CON UNA X SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• MARCELLO VUOLE BERE NEI BICCHIERI DI VETRO. V F

• IL PAPÀ COMPRA UN BICCHIERE DI VETRO A MARCELLO. V F

• I BICCHIERI NELL’ARMADIO SONO TUTTI DIVERSI. V F

• IL PAPÀ E LA MAMMA DI MARCELLO LITIGANO. V F

• IL PAPÀ E LA MAMMA BUTTANO I BICCHIERI A TERRA. V F

• IL PAPÀ BUTTA L’ULTIMO BICCHIERE A TERRA. V F

CHE COSA FA RIDERE IN QUESTO BRANO? COLORA IL RIQUADRO.

IL PAPÀ E LA MAMMA BUTTANO TUTTI I BICCHIERI A TERRA

E I BICCHIERI SI ROMPONO.

IL PAPÀ COMPRA A MARCELLO IL BICCHIERE DI PLASTICA INVECE CHE DI VETRO.

Aelia e le noci

Aelia è una bambina romana di nove anni e gioca con le noci insieme ai maschi.

Aelia impara tutti i giochi con le noci: il gioco della buchetta, il gioco con la tavola, quello dei castelli. Il gioco preferito di Aelia è il gioco della buchetta. Si gioca così: un bambino scava una piccola buca, poi tutti i bambini e Aelia si allontanano dalla buca e provano con una noce a fare centro. Chi riesce a fare centro con la noce, può colpire e portare via le noci dei compagni rimaste fuori.

Aelia vince molte noci. Un giorno Aelia arriva all’Alberone, una zona di Roma dove di solito gioca insieme ai suoi amici.

Aelia vede che ci sono già Nevio, Aulo, Tito e tutti gli altri amici. Ci sono anche due ragazzi più grandi bravissimi a giocare con le noci.

Infatti i due ragazzi hanno battuto tutti gli amici di Aelia.

Aelia chiede ai due ragazzi di giocare e i due ragazzi si mettono a ridere. Un ragazzo dice ad Aelia: – Noi giochiamo solo con i maschi!

Aelia mostra il sacchetto con le noci e i due ragazzi cambiano idea: pensano di battere Aelia in poco tempo e portare via tutte le noci di Aelia.

I due ragazzi e Aelia cominciano con il gioco della buchetta e dopo neanche mezz’ora Aelia recupera più della metà delle noci che i suoi amici maschi hanno perso. I due ragazzi chiedono ad Aelia di fare il gioco dei castelli di noci, ma anche in quel gioco Aelia vince. Ormai senza più noci, i due ragazzi strappano di mano ad Aelia il sacchetto con le noci.

Gli amici di Aelia sono pronti a difendere Aelia. I ragazzi così scappano via.

Aelia divide le noci del suo sacchetto con i suoi amici, poi cominciano a giocare.

S. Bordiglioni, Piccole storie di Roma antica, Einaudi Ragazzi

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• A che cosa si riferisce il titolo di questo racconto?

Al frutto preferito di Aelia.

Al gioco preferito di Aelia.

A una scoperta fatta da Aelia.

• Perché i ragazzi più grandi giocano con Aelia?

I ragazzi grandi vogliono battere Aelia al gioco delle noci.

I ragazzi grandi vogliono giocare con una femmina.

I ragazzi grandi sono amici di Aelia.

• Dove si svolge la storia?

All’Alberone, una zona di Roma antica.

In un campo di grano lontano da Roma.

A casa di Nevio.

• Che cosa succede alla fine?

Aelia perde tutte le noci.

I ragazzi più grandi vincono tutte le noci di Aelia.

Aelia vince le noci e i ragazzi più grandi scappano.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 3 ALLA RIGA 8. CI SONO INFORMAZIONI

SUI GIOCHI CON LE NOCI? INDICA CON UNA X IN TABELLA.

SÌ NO

La spiegazione del gioco dei castelli.

La spiegazione del gioco con la tavola.

La spiegazione del gioco della buchetta.

Le noci si vincono e si perdono.

SOTTOLINEA L’INFORMAZIONE NEL TESTO CHE TI FA CAPIRE CHE LA STORIA È AMBIENTATA NELL’ANTICA ROMA.

AELIA E LE NOCI

AELIA È UNA BAMBINA ROMANA DI NOVE ANNI GIOCA CON

LE NOCI INSIEME AI SUOI AMICI MASCHI. IL GIOCO PREFERITO DI AELIA È IL GIOCO DELLA BUCHETTA: UN BAMBINO

SCAVA UNA PICCOLA BUCA E GLI ALTRI BAMBINI

DEVONO FARE CENTRO NELLA BUCA CON LA NOCE. CHI FA CENTRO NELLA BUCA PORTA VIA LE NOCI

AI COMPAGNI.

AELIA VINCE SEMPRE AL GIOCO DELLA BUCHETTA. UN GIORNO ALL’ALBERONE, UNA ZONA DI ROMA, NEVIO, AULO, TITO E GLI ALTRI AMICI GIOCANO CON DUE RAGAZZI PIÙ GRANDI.

I DUE RAGAZZI SONO BRAVISSIMI A GIOCARE

CON LE NOCI E BATTONO TUTTI GLI AMICI

DI AELIA.

AELIA CHIEDE AI DUE RAGAZZI PIÙ GRANDI DI

GIOCARE MA I DUE RAGAZZI SI METTONO A RIDERE PERCHÉ VOGLIONO GIOCARE SOLO CON I MASCHI.

AELIA MOSTRA IL SACCHETTO CON LE NOCI E I DUE RAGAZZI CAMBIANO IDEA: I DUE RAGAZZI

PENSANO DI BATTERE AELIA.

I DUE RAGAZZI E AELIA COMINCIANO IL GIOCO DELLA BUCHETTA, AELIA VINCE E RIPRENDE

TUTTE LE NOCI DEI SUOI AMICI.

AELIA VINCE IN TUTTI I GIOCHI. ORMAI I DUE RAGAZZI PIÙ GRANDI SONO SENZA

NOCI E STRAPPANO IL SACCHETTO DI NOCI DI AELIA. GLI AMICI DI AELIA DIFENDONO AELIA E MANDANO VIA I DUE RAGAZZI.

ORA AELIA DIVIDE LE NOCI CON GLI AMICI.

POI AELIA I SUOI AMICI RICOMINCIANO

A GIOCARE.

S. Bordiglioni, Piccole storie di Roma antica, Einaudi Ragazzi

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• CHI È AELIA?

AELIA È UN GIOCO ROMANO CON LE NOCI. AELIA È UNA BAMBINA ROMANA DI NOVE ANNI.

• CHE COSA PIACE AD AELIA?

AD AELIA PIACE GIOCARE CON LE NOCI.

AD AELIA PIACE MANGIARE LE NOCI.

• A CHE COSA SI RIFERISCE IL TITOLO DEL TESTO?

IL FRUTTO PREFERITO DI AELIA.

I GIOCHI PREFERITI DI AELIA FATTI CON LE NOCI.

COMPLETA LE FRASI COLORANDO IL RIQUADRO GIUSTO.

• AELIA GIOCA CON LE NOCI INSIEME AI SUOI AMICI GENITORI

• IL GIOCO PREFERITO DI AELIA È IL LIBRO GIOCO DELLA BUCHETTA.

• AELIA VINCE PERDE SEMPRE.

• UN GIORNO GLI AMICI DI AELIA GIOCANO CON ALTRI QUATTRO DUE RAGAZZI PIÙ GRANDI.

• AELIA GIOCA PARLA CON I RAGAZZI PIÙ GRANDI E VINCE SEMPRE.

• ALLA FINE I RAGAZZI SONO SENZA VOCE NOCI .

Oggi è il grande giorno

L’alba è grigia e le acque sono calme. Il topo Sylvan è sdraiato con il fratello e le sorelle e si sveglia per primo. La luce si diffonde nel cunicolo sotterraneo.

Il topo Sylvan fa uno sbadiglio, apre gli occhi e sorride. Oggi è il grande giorno. Finalmente.

La mamma entra nel cunicolo e sorride:

– Buongiorno, piccoli miei. Siete pronti ad andare fuori? Oggi conoscerete il Grande Fiume Sinethis.

Il topo Sylvan chiama il fratello e le sorelle all’ingresso della tana.

La mamma si ferma davanti all’ingresso e dice:

– Piccoli miei, davanti all’ingresso della tana c’è il Grande Fiume Sinethis: il fiume ci offre rifugio nelle sue acque.

L’erba si muove sopra i topi. Il cielo è azzurro. Nel vento i profumi si mescolano: polline, terra, acqua e mille altri odori.

La mamma va lungo la sponda, va veloce, ogni tanto si ferma, ascolta con attenzione ogni suono e annusa, poi riparte e nuota nell’acqua.

Sylvan e gli altri topi vanno dietro alla mamma.

In cielo un uccello grida. La mamma si ferma e dice:

– Piccoli miei, restate fermi!

I topi si fermano sul bordo di un canneto. In alto un uccello grande e grigio vola.

All’improvviso l’uccello con il becco arancione lungo e appuntito piomba tra le canne.

L’uccello ha un occhio giallo con la pupilla nera, una testa grigia e allungata. L’uccello emette un grido molto forte e poi vola via.

La mamma spiega ai topi che è un airone ed è un uccello pericoloso.

I topi sono spaventati e restano in silenzio.

La mamma dice con dolcezza: – Andiamo avanti, siamo quasi arrivati.

T. Moorhouse, La canzone del Grande Fiume, Feltrinelli

Canneto: terreno con molte canne.

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• Perché il topo Sylvan sorride?

Perché il fratello e la sorella ancora dormono.

Perché il topo Sylvan sa che oggi è il gran giorno ed è contento.

Perché il topo Sylvan vede la mamma davanti alla tana.

• Perché oggi è il grande giorno?

Perché Sylvan nasce.

Perché Sylvan, il fratello e le sorelle conosceranno il Grande Fiume Sinethis.

Perché è un giorno di bel tempo.

• Perché la mamma presenta il Grande Fiume Sinethis ai piccoli?

Perché il Grande Fiume Sinethis è pericoloso.

Perché il Grande Fiume Sinethis offre un rifugio con le sue acque.

Perché il Grande Fiume Sinethis è vicino alla tana.

RILEGGI ATTENTAMENTE LE RIGHE 13-14: IL TESTO DESCRIVE L’AMBIENTE FUORI DELLA TANA. COLORA IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

In questa parte del testo l’autore utilizza:

solo dati olfattivi

dati visivi e dati olfattivi

dati visivi , dati olfattivi e dati di movimento

RILEGGI ATTENTAMENTE IL TESTO DALLA RIGA 6 ALLA RIGA 8, POI LE RIGHE 15-16 E LE RIGHE 30-31: CHE COSA PUOI CAPIRE DELLA MAMMA?

INDICA SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• La mamma è affettuosa. V F

• La mamma si muove lentamente. V F

• La mamma è attenta ai pericoli. V F

• La mamma ha paura. V F

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 18 ALLA RIGA 28 POI SOTTOLINEA NEL TESTO LA SPIEGAZIONE CHE LA MAMMA DÀ AI PICCOLI.

OGGI È IL GRANDE GIORNO

IL TOPO SYLVAN È SDRAIATO CON IL FRATELLO E LE SORELLE E

SI SVEGLIA PER PRIMO.

IL TOPO SYLVAN FA UNO SBADIGLIO, APRE GLI OCCHI E SORRIDE.

OGGI È IL GRANDE GIORNO: CONOSCERÀ IL GRANDE FIUME SINETHIS.

IL TOPO SYLVAN CHIAMA IL FRATELLO E LE SORELLE

ALL’INGRESSO DELLA TANA.

LA MAMMA SI FERMA DAVANTI ALL’INGRESSO E DICE: – PICCOLI MIEI, DAVANTI ALL’INGRESSO DELLA TANA

C’È IL GRANDE FIUME SINETHIS.

L’ERBA SI MUOVE SOPRA I TOPI. IL CIELO È AZZURRO.

NEL VENTO CI SONO I PROFUMI DI POLLINE, DI TERRA, DI ACQUA E MILLE ALTRI ODORI.

LA MAMMA VA LUNGO LA SPONDA, VA VELOCE,

OGNI TANTO SI FERMA, ASCOLTA CON ATTENZIONE OGNI SUONO E ANNUSA.

SYLVAN E GLI ALTRI TOPI VANNO DIETRO ALLA MAMMA.

IN CIELO UN UCCELLO GRIDA.

LA MAMMA SI FERMA E DICE:

– PICCOLI MIEI, RESTATE FERMI!

I TOPI SI FERMANO.

IN ALTO UN UCCELLO GRANDE E GRIGIO VOLA.

ALL’IMPROVVISO L’UCCELLO CON IL BECCO ARANCIONE

LUNGO E APPUNTITO ARRIVA VICINO AI TOPI.

L’UCCELLO HA UN OCCHIO GIALLO CON LA PUPILLA NERA, UNA TESTA GRIGIA E ALLUNGATA.

L’UCCELLO GRIDA FORTE E VOLA VIA.

LA MAMMA SPIEGA AI TOPI CHE È UN AIRONE ED È

UN UCCELLO PERICOLOSO.

I TOPI SONO SPAVENTATI E RESTANO IN SILENZIO.

LA MAMMA DICE CON DOLCEZZA: – ANDIAMO AVANTI, SIAMO QUASI ARRIVATI.

T. Moorhouse, La canzone del Grande Fiume, Feltrinelli

RISPONDI ALLE DOMANDE CON UNA X.

• PERCHÉ IL TOPO SYLVAN SORRIDE?

PERCHÉ SI SVEGLIA PER PRIMO.

PERCHÉ È CONTENTO CHE OGGI È IL GRANDE GIORNO.

• PERCHÉ OGGI È IL GRANDE GIORNO?

PERCHÉ IL TOPO SYLVAN NASCE.

PERCHÉ SYLVAN, IL FRATELLO E LE SORELLE CONOSCERANNO

IL GRANDE FIUME SINETHIS.

RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 11 ALLA RIGA 13: IL TESTO DESCRIVE

L’AMBIENTE FUORI DELLA TANA. QUALI SENSI USA? COLLEGA.

IL CIELO È AZZURRO

ORA RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 22 ALLA RIGA 27: IL TESTO

DESCRIVE L’UCCELLO. QUALI SENSI USA? COLLEGA.

UCCELLO GRANDE E GRIGIO

L’UCCELLO HA IL BECCO ARANCIONE LUNGO E APPUNTITO

L’UCCELLO HA UN OCCHIO GIALLO CON LA PUPILLA NERA.

L’UCCELLO HA UNA TESTA GRIGIA E ALLUNGATA.

L’UCCELLO GRIDA FORTE NEL VENTO CI SONO I PROFUMI

L’energia eolica

Molta energia per vivere comodamente sta per finire e spesso inquina tantissimo. Per questo servono le energie rinnovabili, cioè energie senza fine e pulite.

Un’energia rinnovabile è l’energia eolica creata dal vento.

Usare la forza del vento

L’energia eolica deriva dalla forza del vento. Fin dall’antichità il vento ha aiutato le persone a spostarsi (le vele gonfiate dal vento permettevano di navigare) o a muovere oggetti di produzione (per esempio le pale girevoli dei mulini a vento muovevano le macine per sminuzzare il grano e ottenere la farina).

Solo da poco tempo le persone usano la forza del vento per produrre elettricità.

La forza del vento diventa energia

Le turbine, cioè strumenti con pale, producono elettricità con il movimento delle pale grazie al vento. Il vento muove le grosse pale della turbina creando energia cinetica (cioè l’energia che deriva dal movimento di un corpo).

Le pale sono collegate a un rotore, cioè un altro pezzo rotante. Questo pezzo è collegato a un “albero”. L’ albero si trova nel palo della turbina e invia l’energia di rotazione al generatore elettrico posto alla base della turbina. Il generatore produce energia elettrica.

Vantaggi e svantaggi

L’energia eolica è un’energia pulita, cioè senza scarti che inquinano durante la sua produzione. Un aspetto negativo dell’energia eolica è la presenza delle pale nel paesaggio: le pale rovinano visivamente il paesaggio naturale e possono disturbare la fauna perché fanno rumore quando ruotano.

Il vento è una fonte di energia rinnovabile importante per le persone, quindi gli ingegneri cercano di migliorare gli strumenti per produrre energia eolica senza danneggiare l’ambiente.

focusjunior.it

EVIDENZIA L’INTRODUZIONE CON UNA BARRA COLORATA A LATO DEL TESTO.

POI RISPONDI CON UNA X.

• Qual è lo scopo di queste righe?

Anticipare l’argomento del testo.

Raccontare una storia.

Spiegare l’importanza dell’energia eolica.

INDICA CON UNA X IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

• L’argomento del primo paragrafo (righe 5-11) è: come le persone hanno utilizzato il vento da sempre. che cos’è l’energia eolica. che cos’è l’energia elettrica.

RILEGGI ATTENTAMENTE IL SECONDO PARAGRAFO (RIGHE 12-19) E SOTTOLINEA TUTTI I TIPI DI ENERGIA.

IL SECONDO PARAGRAFO (RIGHE 12-19) SPIEGA I PASSAGGI DELL’ENERGIA DA UN PUNTO ALL’ALTRO DELLA TURBINA. INDICA CON UNA X L’ORDINE GIUSTO

pala generatore elettrico rotore pala rotore generatore elettrico

LE SEGUENTI INFORMAZIONI SONO PRESENTI NEL TESTO? INDICA CON UNA X IN TABELLA.

Che cos’è l’energia cinetica.

Quali sono alcuni strumenti all’interno della pala eolica.

Quali sono le parti della turbina.

Perché le pale eoliche disturbano gli animali.

Che cosa succede se il vento è assente.

L’ENERGIA EOLICA

MOLTA ENERGIA STA PER FINIRE E SPESSO INQUINA TANTO.

SERVONO LE ENERGIE RINNOVABILI, CIOÈ ENERGIE SENZA

FINE E PULITE. AD ESEMPIO IL VENTO PRODUCE UN’ENERGIA

RINNOVABILE: È L’ENERGIA EOLICA

USARE LA FORZA DEL VENTO

L’ENERGIA EOLICA DERIVA DALLA FORZA DEL VENTO.

FIN DALL’ANTICHITÀ, IL VENTO HA AIUTATO LE PERSONE: IL VENTO GONFIA LE VELE COSÌ LE BARCHE SI MUOVONO.

IL VENTO FA GIRARE LE PALE DEI MULINI.

SOLO DA POCO TEMPO LE PERSONE USANO LA FORZA DEL VENTO PER PRODURRE ELETTRICITÀ.

LA FORZA DEL VENTO DIVENTA ENERGIA

LE TURBINE SONO STRUMENTI CON PALE E PRODUCONO ELETTRICITÀ CON LA FORZA DEL VENTO. IL VENTO MUOVE

LE GROSSE PALE DELLA TURBINA E CREA ENERGIA.

LE PALE SONO COLLEGATE A UN ROTORE, CIOÈ UN ALTRO PEZZO ROTANTE. IL ROTORE È COLLEGATO A UN “ALBERO”.

L’“ALBERO” SI TROVA NEL PALO DELLA TURBINA E INVIA L’ENERGIA

AL GENERATORE ELETTRICO.

IL GENERATORE ELETTRICO SI TROVA ALLA BASE DELLA TURBINA E PRODUCE ENERGIA ELETTRICA.

VANTAGGI E SVANTAGGI L’ENERGIA EOLICA È UN’ENERGIA PULITA, CIOÈ SENZA SCARTI CHE INQUINANO.

UN ASPETTO NEGATIVO DELL’ENERGIA EOLICA È LA PRESENZA DELLE PALE NEL PAESAGGIO:

SE CI SONO LE PALE, IL PAESAGGIO NATURALE DIVENTA BRUTTO.

LE PALE POSSONO DISTURBARE GLI ANIMALI PERCHÉ FANNO RUMORE.

COMUNQUE IL VENTO È UNA FONTE DI ENERGIA

RINNOVABILE IMPORTANTE PER LE PERSONE.

focusjunior.it

INDICA CON UNA X IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

• LE RIGHE INIZIALI DEL TESTO (RIGHE 1-4):

SPIEGANO L’ARGOMENTO DEL TESTO. RACCONTANO UNA STORIA.

• L’ARGOMENTO DEL PRIMO PARAGRAFO (RIGHE 5-10) È:

IL VENTO HA AIUTATO LE PERSONE FIN DALL’ANTICHITÀ CHE COS’È L’ENERGIA EOLICA.

• L’ARGOMENTO DEL SECONDO PARAGRAFO (RIGHE 11-20) È:

CHE COS’È LA FORZA DEL VENTO. LA TURBINA PRODUCE ELETTRICITÀ CON LA FORZA DEL VENTO.

RIORDINA COME FUNZIONA UNA TURBINA CON I NUMERI DA 1 A 4.

L’ ALBERO INVIA L’ENERGIA AL GENERATORE ELETTRICO.

IL VENTO MUOVE LE GROSSE PALE E CREA ENERGIA.

IL GENERATORE ELETTRICO PRODUCE ENERGIA ELETTRICA.

INSIEME ALLE PALE RUOTA IL ROTORE E PASSA L’ENERGIA A UN ALBERO.

• RILEGGI ATTENTAMENTE DALLA RIGA 20 ALLA RIGA 29. POI INDICA CON UNA X SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• L’ENERGIA EOLICA LASCIA SCARTI. V F

• L’ENERGIA EOLICA È UN’ENERGIA PULITA. V F

• IL PAESAGGIO NATURALE CON LE PALE È BELLO. V F

• IL RUMORE DELLE PALE DISTURBA GLI ANIMALI. V F

• ENERGIA EOLICA È PERICOLOSA PER LE PERSONE. V F

Buoni motivi per visitare un museo

Ci sono tanti buoni motivi per visitare un museo. Leggi alcuni motivi. Un museo ti fa stare meglio

A volte le persone pensano che il biglietto di un museo costa troppo. Ma uno studio ha scoperto che le persone sono più felici quando spendono i soldi in esperienze come visitare un museo, vedere uno spettacolo, andare a un concerto, fare un viaggio; invece sono meno felici se acquistano degli oggetti. Esperienze come visitare un museo aiutano a crescere e favoriscono i rapporti con le altre persone. Un museo ti rende più intelligente

Il museo ha il ruolo importante di insegnare cose nuove.

Ogni museo riguarda una disciplina precisa o un certo periodo storico… Le scuole si mettono d’accordo con i musei per migliorare l’insegnamento alle bambine e ai bambini, così i musei diventano aule.

I musei sono centri per tutte le persone

Nei musei le persone discutono e confrontano le idee.

Nei musei si svolgono incontri d’arte, presentazioni di libri, laboratori…

I musei sono un’occasione per stare insieme

Visitare un museo è un’ottima occasione per trascorrere una giornata con amici e familiari e imparare insieme cose nuove.

I musei sono tanti

In Italia ogni città ha un museo.

Con una ricerca in Internet, è possibile trovare alcuni musei originali e interessanti da visitare.

libreriamo.it

RISPONDI CON UNA X ALLE DOMANDE.

• Qual è il tema (= argomento) del testo?

Gli incontri d’arte e i laboratori nei musei.

Gli aspetti positivi dei musei.

I musei nelle città d’Italia.

• Qual è la tesi (chi scrive che cosa pensa del tema)?

Il museo è il luogo più importante di ogni città.

Il museo è più importante della scuola.

Visitare un museo ha effetti positivi sulle persone.

• Secondo te, quale dei seguiti titoli è adatto per il testo?

I musei sono tanti.

È importante andare al museo

Conosci i musei della tua città?

INDICA CON UNA X SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• Il titolo presenta l’argomento del testo. V F

• Il testo presenta i buoni motivi per visitare un museo. V F

• Il testo presenta anche aspetti negativi di un museo. V F

• Il testo presenta solo le idee a favore della tesi. V F

RISCRIVI I BUONI MOTIVI PER VISITARE UN MUSEO.

VISITARE UN MUSEO

LEGGI ALCUNI MOTIVI BUONI PER VISITARE UN MUSEO.

UN MUSEO TI FA STARE MEGLIO

A VOLTE LE PERSONE PENSANO CHE IL BIGLIETTO DI UN MUSEO

COSTA TROPPO. UNO STUDIO HA SCOPERTO CHE LE PERSONE SONO PIÙ FELICI QUANDO SPENDONO I SOLDI PER VISITARE UN MUSEO,

VEDERE UNO SPETTACOLO, ANDARE A UN CONCERTO, FARE UN

VIAGGIO PERCHÉ QUESTI EVENTI AIUTANO A CRESCERE E A STARE

CON LE ALTRE PERSONE.

UN MUSEO TI RENDE PIÙ INTELLIGENTE

IL MUSEO INSEGNA COSE NUOVE. OGNI MUSEO RIGUARDA

UNA DISCIPLINA PRECISA O UN CERTO PERIODO STORICO.

LE SCUOLE SI METTONO D’ACCORDO CON I MUSEI PER MIGLIORARE L’INSEGNAMENTO ALLE BAMBINE E AI BAMBINI.

I MUSEI SONO CENTRI PER TUTTE LE PERSONE

NEI MUSEI LE PERSONE DISCUTONO E CONFRONTANO LE IDEE. NEI MUSEI SI SVOLGONO INCONTRI D’ARTE, PRESENTAZIONI DI LIBRI E LABORATORI.

I MUSEI SONO UN’OCCASIONE PER STARE INSIEME

QUANDO VISITI UN MUSEO TRASCORRI

UNA GIORNATA CON AMICI E FAMILIARI E IMPARATE INSIEME COSE NUOVE.

I MUSEI SONO TANTI IN ITALIA OGNI CITTÀ HA UN MUSEO. CON UNA RICERCA IN INTERNET, PUOI TROVARE ALCUNI MUSEI ORIGINALI E INTERESSANTI DA VISITARE. libreriamo.it

COLORA IL COMPLETAMENTO GIUSTO.

- TEMA (= ARGOMENTO DEL TESTO) È

VISITARE UN MUSEO

- TESI (= CHE COSA SI PENSA DEL TEMA) È

È IMPORTANTE VISITARE UN MUSEO

LEGGERE UN LIBRO È NOIOSO VISITARE UN MUSEO

RISPONDI CON UNA X ALLE DOMANDE.

• IL TEMA CENTRALE È GIÀ PRESENTE NEL TITOLO? SÌ NO

• SECONDO TE, QUALE DEI SEGUITI TITOLI È ADATTO PER IL TESTO?

È IMPORTANTE ANDARE AL MUSEO

CONOSCI I MUSEI DELLA TUA CITTÀ?

INDICA CON UNA X SE LE FRASI SONO VERE (V) O FALSE (F).

• LE PERSONE SI ARRABBIANO QUANDO SPENDONO

I SOLDI PER VISITARE UN MUSEO. V F

• IL MUSEO INSEGNA COSE NUOVE. V F

• ALLE SCUOLE È VIETATO ANDARE NEI MUSEI. V F

• IN ITALIA OGNI CITTÀ HA UN MUSEO V F

COMPLETA I BUONI MOTIVI PER VISITARE UN MUSEO CON LE PAROLE DEL TESTO.

• UN MUSEO TI FA STARE _ _ _

• UN MUSEO TI RENDE PIÙ

• I MUSEI SONO CENTRI PER TUTTE LE

• I MUSEI SONO UN’OCCASIONE PER STARE

• I MUSEI SONO _ _ _ _ _

Storia del naso che fiorì

C’era una volta un ragazzo proprio bravo. Non si insudiciava mai, non diceva mai brutte parole e le sue unghie erano sempre pulite. Aveva deciso di essere il ragazzo migliore del mondo. Non si metteva le dita nel naso neppure di nascosto. Naturalmente aveva delle porcherie anche lui nel naso, come tutta la gente.

E siccome non si era mai messo le dita nel naso, c’era una quantità di porcherie molto maggiore nel naso suo che nei nasi delle altre persone. Un giorno d’estate fiori ed erbe spuntarono dal naso del ragazzo come da un vaso da fiori capovolto. Il ragazzo era molto fiero del suo naso fiorito. Ma i bambini lo prendevano in giro e la gente diceva: – Ohibò! Come mai non si pulisce il naso?

Il ragazzo, dato che non riusciva a capire, scosse la testa e i fiori e l’erba gli fecero un tale solletico che gli venne voglia di starnutire. E, starnutendo, tutti i fiori e l’erba gli uscirono dal naso. I bambini e la gente si misero a ridere e rise anche il bambino con il naso liberato.

da U. Wölfel, Storie per ridere, Nuove Edizioni Romane

1. Segna con una X il fatto che non è potuto accadere nella realtà.

Il ragazzo non si insudiciava mai. Il ragazzo non si metteva le dita nel naso. Dal naso del ragazzo spuntarono fiori. Il ragazzo starnutì.

2. Questo brano, perciò, è un racconto: realistico. fantastico.

3. Completa scegliendo la frase corretta. All’inizio del racconto il ragazzo: aveva le mani sporche. non si insudiciava mai.

Poi accade che dal suo naso: spuntarono fiori ed erba. spuntarono sassolini.

Alla fine il ragazzo: starnutì ed erba e fiori uscirono dal naso. si nascose per la vergogna.

Al campeggio

La prima volta che Maurizio andò al campeggio, doveva restare per due settimane. Ma dopo due giorni, egli scrisse una lettera a casa. La lettera diceva: «Il campeggio è molto bello. Nuotiamo e giochiamo e facciamo molte cose interessanti. Però non si mangia come a casa. Di notte c’è un gran silenzio, ma c’è un gufo che non mi lascia dormire. Il campeggio è una cosa molto bella, ma una settimana sarebbe molto meglio di due. Non si potrebbe fare così?»

Maurizio imbucò la lettera e cominciò ad attendere la domenica. La domenica sembrava molto lontana, ma poco dopo le cose cambiarono.

In una partita di pallavolo, egli giocò benissimo e fece vincere la sua squadra. Un giorno lui e il suo gruppo costruirono una zattera e con essa raggiunsero l’isoletta di fronte alla spiaggia. Il ragazzo poi si dimostrò bravo al tiro con l’arco e pareva che la sua squadra dovesse vincere il torneo.

Quando arrivarono i genitori, la mamma domandò: – È pronta la valigia?

– La valigia? – disse Maurizio – E perché?

Poi si rammentò della lettera e disse: – Oh, è vero, ho scritto quella lettera, ma le cose sono molto cambiate da martedì. Potrei rimanere una settimana in più?

– Si può fare – disse il babbo sorridendo compiaciuto da K. Jackson, 365 storie, Mondadori

1. Rispondi con una X.

• Di cosa si lamenta Maurizio?

Del gufo che non lo fa dormire e del cibo. Delle zanzare che lo pungono di notte. Della branda scomoda Delle attività sportive troppo faticose.

• Perché Maurizio scrive la lettera?

Perché vuole restare una settimana in meno. Perché vuole restare una settimana in più.

• Perché Maurizio cambia idea?

Perché non ha le idee chiare.

Perché le cose sono molto cambiate.

2. Segna con una X il significato delle seguenti parole ricavate dal testo.

• Torneo: serie di incontri a eliminatoria in diversi giochi e sport partita sportiva

• Rammentare: cucire ricordare

• Compiaciuto: soddisfatto dispiaciuto

Lezione di nuoto

Ieri è stata quasi la più brutta giornata della mia vita. Sono andata infatti in piscina per la terza lezione di nuoto e ho avuto una brutta sorpresa: al posto di Paola, che ha l’influenza, c’era un’altra istruttrice. Era bionda, aveva i denti come quelli di un coniglio, si chiamava Petula e non aveva tutte le rotelle al posto giusto.

Non ha voluto saperne di lasciarmi sguazzare nella piscina dei piccoli e mi ha costretto, dico costretto, a tuffarmi in quella dei grandi senza braccioli e senza tavoletta. Mi sono presa un tale spavento! Intanto che lottavo per non affogare, quell’oca di Petula, anziché controllare noi bambini, faceva la svenevole con Furio, un bagnino talmente scemo che passa tutto il suo tempo a rimirarsi i muscoli nei riflessi delle vetrate della piscina. Li avrei strozzati tutti e due!

Improvvisamente, però, mi sono accorta che per stare a galla basta rilassarsi. Allora mi sono calmata un po’ e ho cominciato a prenderci gusto. Poi mi sono messa a muovere le gambe e le braccia come dice Paola e ho visto che funzionava davvero. Subito mi è passata la paura quasi del tutto e mi sono messa a giocare: immaginavo di essere la Sirenetta, quella della fiaba, e facevo finta che al posto della cuffia ci fossero lunghi capelli biondi e che la piscina fosse l’oceano. Immaginavo di essere un granchio ferocissimo e di dare un pizzicotto tremendo sul sedere di Petula...

da S. Bordiglioni e M. Badocco, Il diario di una bambina troppo occupata, Einaudi Ragazzi

1. Rispondi alle domande.

• Chi racconta la storia?

• Da cosa lo hai capito? .............................................................

• Quando avvengono i fatti narrati? Da cosa lo capisci? .............................................................

3. Sottolinea in rosso le parole e le frasi che ti fanno capire che Petula non è simpatica a chi racconta.

4. Sottolinea in blu le parole e le frasi che ti fanno capire che Furio non è simpatico a chi racconta.

5. Cerchia tutti i dati temporali presenti nel testo.

Saetta

Una volta un ragazzo scappò di casa. Suo padre, il signor Braglia, era pasticciere, ma lui odiava i dolci e decise di andarsene per il mondo in cerca di fortuna.

Il padre lo riacciuffò, ma non ci fu verso di insegnargli a confezionare torte o vendere caramelle.

Un giorno Alberto (così si chiamava quel ragazzo) si trovò ad assistere alle riprese di un film dove un attore doveva cadere da una carrozza in corsa. Prova e riprova, il regista non riusciva a convincere l’attore a eseguire la scena, che era piuttosto pericolosa. Alberto allora si fece avanti e si offrì di sostituirlo.

Il regista lo osservò bene, lo mise alla prova e capì subito che quello era un ragazzo straordinario. Sapeva arrampicarsi dappertutto: sino al quarto piano dei palazzi, sui tetti delle case, sulle torri dei castelli. Faceva salti prodigiosi e capriole all’indietro e in avanti, saltava nel fuoco e nell’acqua ghiacciata, si faceva inseguire da cani e poliziotti. Così Alberto diventò famoso e si meritò un soprannome: “Saetta, il cascatore”.

Da quel giorno fu chiamato spesso a lavorare nei film, ma poi scoppiò la guerra e gli toccò fare il soldato. Quando tornò dalla guerra c’erano le olimpiadi. A Londra, in Inghilterra. E Saetta entrò a far parte della squadra italiana di ginnastica.

Il giorno delle gare, Alberto Braglia detto “Saetta” era elegantissimo: aveva i pantaloni bianchi, la canottiera azzurra e lunghi baffi neri a forma di manubrio di bicicletta. Sopra la canottiera c’era una bella scritta ricamata dalla sua mamma: ‘Società Sportiva Guantoni e Spadolini’.

da V. Ongini

1. Completa la tabella.

Protagonista

Altri personaggi

Luogo

Tempo

Ciò di cui si parla

1. Il protagonista di questa storia è: un animale. una persona.

2. Lo scopo di questo testo è: divertire il lettore. insegnare una morale.

3. Si tratta, quindi, di: una fiaba. una favola.

4. La morale di questa storia è: aspettare porta sempre occasioni migliori. bisogna sempre scegliere il meglio. fare gli schizzinosi, a volte, delude.

5. Che cosa mangia alla fine l’airone?

Una tinca. Un pezzo di pane. Un luccio.

L’airone incontentabile

Un airone se ne andava gironzolando sulle sue gambe snelle lungo la riva del fiume. Dapprima vide passare una carpa, poi un luccio. Avrebbe potuto catturarli senza fatica, ma decise di aspettare: in fondo non aveva poi così fame.

Dopo un po’ vide avvicinarsi alcune tinche, ma non gli piacevano granché. Esclamò con sdegno:

– Io mangiare delle tinche? Non è cibo degno di un airone! Meglio aspettare ancora: voglio mangiare solo qualcosa di veramente buono.

Trascorse l’intera giornata senza vedere passare altri pesci. L’airone cominciò ad avere fame. Scese la sera. Decise così di incamminarsi verso i campi alla ricerca di qualcosa da mangiare.

Trovò un grosso pezzo di pane raffermo e, malvolentieri, se lo mangiò, pentito di aver fatto lo schizzinoso quando aveva la possibilità di scegliere.

da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni

Pollicino

C’era una volta un taglialegna talmente povero che non sapeva come sfamare i suoi sette bambini. Una sera disse alla moglie: – Domani li abbandonerò nella foresta: non c’è altra soluzione!

Ma il più piccolo dei sette fratelli aveva sentito tutto: si chiamava Pollicino perché era venuto al mondo così piccolo da non superare la lunghezza del dito pollice, ma era molto intelligente. Così si riempì le tasche di sassolini e, quando il giorno dopo i bambini si ritrovarono soli nella foresta, Pollicino, che aveva disseminato i sassolini lungo tutto il tragitto, li ricondusse a casa.

Alcuni giorni dopo, però, il povero taglialegna li fece smarrire di nuovo. Questa volta Pollicino aveva lasciato lungo la strada delle briciole di pane e gli uccellini se l’erano mangiate; i bambini così non poterono tornare a casa. Vagarono per il bosco finché giunsero davanti a un immenso castello in cui viveva un orco con le sue sette figlie. L’orco ospitò i bambini per la notte con l’intenzione di mangiarseli a colazione il mattino dopo. Le sette figlie dell’orco dormivano in un grande letto e portavano ognuna una corona d’oro in testa, nel letto accanto invece dormivano i sette fratellini. Durante la notte, Pollicino tolse le corone alle bambine e le posò sulla sua testa e su quella dei fratelli. L’orco, nel buio, sfiorò la testa di Pollicino e dei suoi fratelli, ma, sentendo sotto le dita le corone d’oro, fece un salto indietro: “Stavo per farne una bella!” pensò. Quindi, ignaro dello stratagemma di Pollicino, divorò senza esitare le proprie figlie, poi si addormentò russando. Allora Pollicino e i suoi fratelli svelti svelti fuggirono e portarono alla famiglia il tesoro dell’orco. da AA. VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni

1. Il protagonista di questa fiaba è: un animale. una persona piccolissima.

2. Quale antagonista deve affrontare? Un drago. Un orco.

3. Quale stratagemma usa Pollicino?

Rapisce le figlie dell’orco. Prende le corone delle figlie dell’orco per indossarle lui e i suoi fratelli.

4. La storia si conclude con un lieto fine?

Sì No

5. Il lieto fine è un ingrediente tipico della fiaba?

Sì No

1. Quale elemento della realtà vuole spiegare questa leggenda?

Le pieghe sulla pelle del rinoceronte.

Il corno sulla fronte del rinoceronte.

2. Qual è il fatto che non può accadere nella realtà?

Il rinoceronte scende alla spiaggia.

Il rinoceronte si toglie la pelle.

3. Che cosa è la leggenda?

La leggenda è la spiegazione fantastica di un aspetto della realtà. La leggenda è una storia fantastica di animali.

La pelle del rinoceronte

Sulla riva di una spiaggia, un uomo si era preparato un bel pesce alla brace, ma un rinoceronte, che all’epoca aveva una pelle lucida e tirata, passò di lì e, con una cornata, buttò il pesce sulla sabbia.

Cinque settimane dopo, ci fu una terribile ondata di caldo: la temperatura si alzò talmente che tutti si toglievano i vestiti che avevano addosso.

Il rinoceronte non sopportava quel caldo: si tolse allora la pelle e scese alla spiaggia per farsi il bagno.

Arrivò l’uomo, trovò la pelle e fece un sorriso larghissimo: aveva l’occasione per vendicarsi.

Di nascosto, la riempì così tanto di prugne secche, vecchie briciole rafferme e uvette bruciacchiate che più piena di così non si poteva. Si arrampicò in cima alla palma e aspettò che il rinoceronte uscisse dall’acqua e se la rimettesse. Il rinoceronte fece così. Si infilò la pelle e quella cominciò a fargli il solletico come quando ci sono delle briciole nel letto.

Cercò di grattarsi, ma fu peggio; si sdraiò sulla sabbia e si rotolò... ma, ogni volta che si rotolava, le briciole di torta gli prudevano di più, sempre di più. Così corse verso la palma e si sfregò, si sfregò... Si sfregò tanto e così forte che gli si formò una grossa piega sulla spalla, e un’altra piega sulla pancia, e altre pieghe sulle zampe.

Andò allora a casa arrabbiatissimo e tutto scorticato.

Da quel giorno tutti i rinoceronti hanno grandi pieghe sulla pelle e un pessimo carattere; tutta colpa delle briciole!

da R. Kipling, Storie proprio così, Editrice Piccoli

Filippa della metropolitana

Al piano 4, porta di sinistra, sta Filippa della metropolitana. La chiamiamo così perché lavora nell’impresa che pulisce le stazioni della metro: spesso esce di casa la sera e lavora di notte, oppure si alza quando è ancora buio e prende la prima corsa del 117, per andare a spazzare le scale, i corridoi e le banchine dove si aspettano i treni. Tutte le notti raccoglie sacchi e sacchi di cartacce e giornali spiegazzati, lattine, tacchi di scarpe e ombrelli rotti, lettere strappate di innamorati abbandonati, biglietti vecchi e bucce d’arancia. È una vecchia signora, la Filippa, sempre un po’ goffa quando non indossa la tuta arancione dell’impresa di pulizie. Ha pochi denti in bocca, ma solo una volta è scesa dal dottor Scaracchia, perché le si era gonfiata una gengiva e non riusciva più a dormire per il dolore. Il dentista, però, le aveva cavato un molare - uno dei pochi rimasti - e le aveva chiesto come compenso mezzo stipendio.

– Ma come? Ti sei già preso il mio dente, e vuoi anche i miei soldi? – e se ne era andata sbattendo la porta. Il dottor Scaracchia, che in fondo non è cattivo, aveva lasciato perdere.

Filippa della metropolitana a me sta simpatica e poi vuole bene a noi ragazzi; talvolta ci porta in dono le cose più strane che trova nelle stazioni della metro: una radiolina scassata, una bambola senza un occhio, un cavatappi, un sacchetto di noci, una coperta, libri scritti in tutte le lingue del mondo. Mi piace proprio

Filippa della metropolitana!

da F. Signoracci, Le macchine fantastiche di Bubus, Edizioni Paoline

1. Secondo te, si tratta di un testo: informativo. descrittivo.

2. Il tono di questo brano ti sembra: colorito e personale. distaccato e impersonale.

3. Filippa della metropolitana ha questo soprannome perché: lavora nell’impresa che pulisce la metro. prende sempre la metro.

4. Filippa della metropolitana è: una giovane ragazza molto antipatica con tutti. una vecchia signora simpatica e gentile con i ragazzi.

La maestra Tiramisù

– Presto, andate al vostro posto, perché la maestra Tiramisù sarà qui a momenti!

La porticina si aprì ed entrarono dei bambini in fila per due e sembravano alquanto spaventati. In silenzio occuparono i banchi.

Ed ecco la maestra Tiramisù. Entrò spazzando il pavimento con la gonna nera, con una mano sorreggeva un vocabolario e con l’altra brandiva una bacchetta tutta nodi. Dalla chioma di capelli neri sfuggivano delle ciocche attorcigliate che parevano serpenti. Il suo viso si distingueva appena nella penombra, ma, da quel che videro, i bambini compresero che per lei non c’era da scherzare.

La maestra salì in cattedra. Il suo grembiule scricchiolava, i suoi occhi emettevano fiamme.

– Ebbene, cari mocciosi, avete preparato la lezione di scienze?

– Sì, signora – risposero i bambini.

– Allora vi interrogo! – prese in mano quell’essere peloso che teneva sulla cattedra e cominciò ad accarezzarlo affettuosamente: era un ragno di circa mezzo chilo, con due occhietti rossi che guardavano malignamente i bambini.

da P. Valente, La maestra Tiramisù, Raffaello Editrice

1. Completa la tabella sulla maestra Tiramisù.

Capelli

2. Che cosa c’è sulla cattedra?

Sottolinea la sua descrizione nel testo.

La gallina intelligente

No, non ci sto con quelli che dicono ci verresti a fare il bagno in piscina e ti ritrovi nel brodo il tuo, di gallina

vorrei una vita varia estetista segretaria tabaccaria gelataria hostess ballerina ma non gallina non potete capire c’è una parte di me che è piena di angoscia (e voi mi chiedete se è l’ala o la coscia!)

Coccodè?

Fallo te! Il cervello piccino ce l’hai tu, tacchino! Vita nuova mai più uova!

Voglio far la mia vita ed esser felice non voglio far la gallina voglio far l’attrice.

da S. Benni, Stranalandia, Feltrinelli

1. Il testo che hai letto è una poesia o una filastrocca?

Segna con una X le informazioni che te lo fanno capire. gioca con le parole i versi sono liberi molte parole sono in rima esprime le emozioni dell’autore

2. Che cosa vorrebbe fare la gallina?

La segretaria. La commessa. La ballerina. La cuoca.

3. Come ti sembra il tono di questo testo? Divertente.

Di protesta.

1. Secondo te, si tratta di un testo: narrativo. descrittivo. informativo. regolativo.

2. Segna le informazioni che trovi nel testo con una X.

Il testo fornisce: informazioni riguardo all’utilizzo del vetro presso gli individui primitivi. informazioni riguardo la scoperta del vetro nell’antichità. informazioni riguardo l’invenzione delle finestre. informazioni riguardo l’invenzione degli occhiali. informazioni riguardo le frasi della lavorazione del vetro.

Invenzioni... trasparenti

Il vetro

Il vetro è un materiale utile, economico e prezioso: è prodotto con la sabbia, materia diffusa e a buon mercato. Quando è caldo prende qualsiasi forma, è resistente, protegge dal caldo e dal freddo pur lasciando passare la luce. Sembra che a scoprire il vetro siano stati alcuni mercanti fenici che, circa nel 500 a.C., accesero un falò sopra una spiaggia ricca di un minerale chiamato “silicio”; per effetto del calore il silicio si fuse in vetro.

Le finestre

Il vetro anticamente era piuttosto opaco perché conteneva impurità e la sua superficie era irregolare. Dal XVII secolo si pensò di utilizzare grosse lastre di vetro per le finestre, che prima erano coperte con panni e teli pesanti: questi non facevano passare il freddo, ma neppure la luce.

Gli occhiali

Con il vetro nacquero anche le lenti: dischetti rotondi e lisci che ingrandivano o rimpicciolivano gli oggetti, una proprietà conosciuta già dagli antichi Greci e Romani. Furono però gli Arabi a iniziare gli studi di ottica, nel secolo XI. Sembra che i primi occhiali siano stati inventati nel XIV secolo, in Olanda, anche se stentarono a diffondersi: la loro capacità di correggere i difetti della vista era considerata, infatti, stregoneria!

da G. Bartalozzi, Il libro di invenzioni e scoperte, Giunti Junior

Prova di scrittura (1)

1. Osserva le immagini e racconta la storia, scrivendo cosa succede in ogni sequenza.

Prova di scrittura (2)

1. Scrivi la tua presentazione, completando le frasi.

Mi chiamo e ho anni.

I miei pregi principali sono

, mentre i miei difetti più evidenti sono

Mi piace

Non sopporto

Passo il mio tempo libero a

I miei genitori dicono che io sono ............................................................................................................................

I miei amici pensano che io sia

Io credo di essere

Suoni... corretti (1)

1. In ogni coppia segna con una X la parola scritta correttamente.

forchetta folchetta chiave ciave montagna montania

gocce goccie

quore cuore

ciestino cestino

ombrello onbrello

coltello cortello

tovahliolo tovaiolo

licuido liquido

ghiostra giostra

freccie frecce

2. Completa le seguenti parole: attenzione alle doppie!

B/BB sa ia a ...... ile sta ...... ilità ra ia incredi ile

G/GG re ione a ...... ettivo ar ...... ine ra ione o etto

scenziato scienziato entrata emtrata maghe mage cuota quota

Z/ZZ cola ione a ...... ione nego ...... io pa ia carro a S/SS fe ura pa ...... ione a ...... enza de erto occa ione

3. Dividi in sillabe le seguenti parole e scrivi accanto il numero delle sillabe. farfalla ( ) acquedotto ....................................................( ....... ) affermazione ( ) campeggio ( ) scolaresca ( ) acquazzone ( ) famiglia ....................................................( ....... ) compagna ( ) arcobaleno ( ) imprevisto ( )

4. Correggi le divisioni in sillabe sbagliate.

fri/tta/ta

u/si/gno/lo ........................................................

acqua-/ma/rina ........................................................ or/ches/tra asce/nso/re cap/pe/llo ........................................................ scien/za ........................................................ ma/glio/ne

Suoni... corretti (1)

1. Completa il testo con HO / O, HA / A, HAI / AI, HANNO / ANNO.

• Ieri Luca pranzato casa dei nonni, poi piedi è tornato casa sua e iniziato i compiti.

• La mia sorellina Paola sempre voglia di giocare: trascorso tutto il pomeriggio tra costruzioni, bambole e macchinine.

• Poiché tempo libero, leggerò un po’: una favola una fiaba. E tu che cosa voglia di fare la sera?

• Ancora non scelto il regalo per il compleanno di Siam: una felpa un pallone? ............ poco tempo per decidere.

• Se saputo il nuovo orario degli allenamenti, comunicalo compagni assenti.

• Ruben organizzato una sorpresa suoi genitori.

• Tutte le classi partecipato giochi sportivi di fine

• Il mio cane e il mio gatto ............ gli stessi ............ .

• scuola da sola piedi.

• Le cose sono due: finisci di studiare mi aiuti a sistemare

2. Leggi il brano e individua gli errori: sono diciotto. Riscrivi a lato le parole in forma corretta.

Nel mese di agosto ero in vacanza con i miei genitori.

Una matina mio padre propose un picnic allaria aperta. Ci incaminammo lungo un semtiero che portava, attraverso un boscetto di pini, a un grande prato vicino a un torente.

L’aqua scorreva linpida e trasparente, formando, tra i sassi che sporgevano, piccoli fortici e cascatelle spumeggianti. Io la toccai: era gelida.

Papà penso di immergere le bibbite nell’acqua per tenerle fresche, posando le bottilie dietro grosso sasso che funzionava come una diga.

La mamma appoggiò il ciesto delle vivande all’ombra di un cespulio, mentre io e papà salivamo su un colle per osservare le cime lontane con il binocolo.

All’ora di pranzo papa corse a ritirare le bevande e la mamma tolse le proviste dal cesto. Ma... insieme hai panini, alle uova sode e alla frutta c’erano... decine, migliaia di formice... che deluzione... Nonostante il grande appetito, bevemmo solo un bel bichiere d’acqua fresca e tornammo a casa!

1. Completa le tabelle.

singolare

la buccia

plurale

le candele

la città le gioie

il cammello i cinema

Il nome

singolare

la cantante

plurale

le castagne

gli usignoli le grotte

gli autobus

il cigolio

2. Nel seguente brano sottolinea con il rosso i nomi femminili, con il blu i nomi maschili. Ci sono nomi che possono essere trasformati dal maschile al femminile o viceversa? Completa la tabella.

La maestra Adele era pronta per andare in vacanza con due colleghe. Quella mattina aveva indossato una gonna e una maglietta estive e aveva messo in valigia la sua macchina fotografica, pochi indumenti leggeri e molti libri. Consegnò il gatto al suo vicino che l’avrebbe accudito durante la sua assenza. Scese le scale e uscì dal portone, passò dal giornalaio e poi chiamò il taxi che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto. Sarebbe stato un viaggio rilassante!

femminile maschile

3. Vicino a ogni nome scrivi P se è primitivo o D se è derivato. Poi per ogni primitivo trova un derivato e viceversa.

scuola ( ....... ) .........................................................

fornaio ( )

muro ( )

pollaio ( )

4. Scrivi tre nomi per ciascuna indicazione.

NOMI COLLETTIVI

NOMI COMPOSTI

campanile ( ....... ) .........................................................

posta ( ) grano ( ) fioriera ( )

L’aggettivo qualificativo

1. Leggi il brano e sottolinea tutti gli aggettivi qualificativi. Prima di sbucare nella vasta prateria, Bambi e la mamma passarono davanti alla grande quercia che sorgeva ai margini di un fitto bosco. Su un ramo, era seduto un piccolo scoiattolo che li salutò. Lo scoiattolo piacque subito a Bambi perché era un animaletto educato e chiacchierino e poi sapeva arrampicarsi, saltare, dondolarsi. Correva su e giù per il tronco degli alberi, si sedeva su un ramo oscillante, muoveva le zampine, rideva con occhi felici e diceva cose scherzose e divertenti.

F. Salten, Bambi, Vallardi

2. Ora riporta in tabella ogni aggettivo con il nome a cui si riferisce. nome aggettivo nome aggettivo

3. Leggi le frasi, sottolinea gli aggettivi e collegali con una freccia al nome a cui si riferiscono.

• Prendi la bottiglia bianca del vino.

• Prendi la bottiglia del vino bianco.

• Sul grande balcone c’è un vaso di ciclamini.

• Sul balcone c’è un grande vaso di ciclamini.

• La valigia piccola è vicino al tavolo.

• La valigia è vicino al tavolo piccolo.

• Decoro il biglietto con gli strass colorati.

• Decoro il biglietto colorato con gli strass.

4. Collega ogni nome all’aggettivo qualificativo adatto. Poi riscrivi concordando in modo adatto. alunna fiori scarpe stelle luminoso comodo vivace appassito - stelle luminose- ...................................................................................

Il verbi

1. Nelle seguenti frasi sottolinea i verbi.

• Ogni giorno quando torna da scuola Carla gioca un po’ in giardino con il suo cane.

• Ho terminato la mia colla, se mi presti la tua, incollo l’ultimo pezzo del collage.

• Quest’anno le classi di quarta parteciperanno al torneo di basket della scuola.

• L’insegnante ha rimproverato Sara perché non ha studiato le pagine di storia.

• Piove ininterrottamente da questa mattina, quindi Marco resta a casa.

• A primavera le gemme sbocciano sui rami degli alberi e profumano l’aria.

2. In ogni gruppo di parole cerchia il verbo.

temporale – togliere – tagliere – tastiera

amore – umore – amare – mare alveare – altare – spalmare – plantare

forziere – correre – corriere – cavaliere

3. Trasforma i verbi in tabella nella forma base e scrivili nella colonna giusta.

1a coniug. -ARE 2a coniug. -ERE 3a coniug. -IRE partiamo udivano venderà seguimmo resterò portate bevono

scrivi

4. Scrivi i seguenti verbi nella colonna giusta. io tu egli/ella noi voi essi/essa gioco – vinciamo - date – hanno detto – ballano - va – sei – persero - avrete – parla partimmo – ha letto – studiavo - hai ascoltato – ho dormito – litigavi – scopriremo - tornaste

Essere e avere

1. Completa la tabelle con il verbo ESSERE nei tempi richiesti del modo indicativo.

MODO INDICATIVO

tempo PRESENTE tempo IMPERFETTO tempo FUTURO io tu

egli / ella noi

voi

essi / esse

2. Completa la tabelle con il verbo AVERE nei tempi richiesti del modo indicativo.

MODO INDICATIVO

tempo PRESENTE tempo IMPERFETTO tempo FUTURO io tu

egli / ella noi

voi

essi / esse

3. Completa le frasi con il verbo ESSERE.

• Carla proprio dispettosa.

• Dove ............................ tutti e due?

• I giocattoli di Giulio, ma ci giochiamo insieme.

• Ieri Emma in palestra.

• La prossima settimana la classe in gita a Milano.

4. Completa le frasi con il verbo AVERE.

• Fra qualche mese nove anni.

• Marta ............................ tanta pazienza con la sorellina.

• Gli squali due file di denti aguzzi.

• Voi paura del buio? Noi ne tanta!

5. Nelle seguenti frasi sottolinea i verbi ESSERE e AVERE usati con funzione di ausiliare.

• Giulio è rimasto a casa perché è influenzato.

• L’aereo è atterrato senza difficoltà nonostante il cattivo tempo.

• Marta è partita da Roma in treno perché ha paura dell’aereo.

• La pianura è una vasta distesa di terra e non ha alcun rilievo naturale.

• Ieri ho giocando a tombola, ma non ho avuto molta fortuna.

• Hai avuto fretta e guarda che cosa hai combinato?

La capacità di concentrazione

1. Ripassa mentalmente l’alfabeto, poi leggi subito in ordine alfabetico le parole di ogni riquadro e numerale secondo l’ordine con cui le leggi.

ESEMPIO

3 drappo

1 brina

4 prato

2 bruco bocca roccia stella stalla gioco palla elica freccia ospo rosa ruota rullo

Quali difficoltà hai incontrato? Indica con una X e rifletti su come poter migliorare.

Hai letto in modo impacciato perché fai fatica a concentrarti sull’alfabeto mentre leggi le parole.

Hai commesso errori nel riordinare le parole perché non conosci bene l’alfabeto.

2. Leggi ciascuna frase una prima volta velocemente e concentrati sul significato. Poi rileggi a voce alta: ti sarà facile intuire le parole non complete: ogni spazio vuoto corrisponde a una lettera.

• Tra questi libri solo alcuni so o in eressanti.

• Sul terrazzo la m m a ha molti v si di piatte fi rite.

• Questo asci gam no è a ciutt : puoi usarlo.

• Preferisco nu tare in p scin perché le onde mi spaventano.

• A colazione bevo una t zza di lat e m ng una f tta di torta.

3. Nel seguente testo mancano alcune parole. Concentrati sul significato del contesto e leggi a voce alta: ti sarà più facile intuire la parola mancante.

L’ARCOBALENO

Dopo un violento temporale, il sole fa capolino fra le ............................ che si allontanano, mentre la continua ancora a cadere, e allora, nella parte del cielo opposta al sole, si ammira uno degli spettacoli più belli e suggestivi offerti dalla natura: l’arcobaleno. È come se un grande fosse stato dipinto nel con i più vivi e luminosi della tavolozza di un . C’è il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, il celeste, l’indaco ed il violetto, tutti armoniosamente ............................ e degradanti l’uno nell’altro: è un quadro stupendo che nessun artista potrebbe fedelmente dipingere e nessun poeta degnamente cantare.

da J. Meyer, Meraviglie dell’atmosfera, Paravia

Cerco in... ogni direzione

1. Percorri velocemente con gli occhi i due riquadri in verticale, scopri le sei parole nascoste in ciascuno e cerchiale di rosso.

s t a s c r

p v o c i v

a u p a t d

g r i z r u

h e z i e o

i m z o v m

m o a p z o

m t q c n r

p s o r d v

b o u e a s

l l o t l c

u d v a b i

c i o g a m

q o g e z o

2. Percorri con gli occhi l’insieme delle lettere in tutte le direzioni (cioè in orizzontale, in verticale) in obliquo e scopri, nel minor tempo possibile, le otto parole nascoste. Cerchiale con la matita.

T V A S O

R I E L B

E G S C I

M I T O O

C O R O F

tre • ali • mito • coro

vaso • sci • est • eco

S T I A O

L O R T O

N R L T R

U O V O S

V O P S O

toro • solo • noi • uovo orto • orso • atto • volto

3. Osserva per un minuto e poi copri e scrivi i gruppi di lettere.

oua dmn bdt

ABD GFM CGC

Leggo velocemente

1. Muovi velocemente in verticale gli occhi per trovare, in ogni elenco, la parola indicata all’inizio e sottolineala. Poi rispondi.

abilitante colletta distretto qualitativo abilitato collezionare distrazione qualifica abilitazione collerico distribuire qualificabile abitabile collettivo distratto qualificativo abilmente collettività distrutto qualitativo abilitante colletto distretto quantitativo abitante colletta disturbo qualificare abitacolo cellula distribuzione qualificazione abilità collezione distributore qualificato abitare collettivamente distorto qualificante

• Hai letto velocemente? SÌ NO

• Qual è la strategia che ti ha permesso di leggere velocemente? Indicala con una X.

Concentrare l’attenzione sul significato delle parole.

Concentrare l’attenzione sulla forma delle parole.

Ora muovi velocemente gli occhi in senso orizzontale per trovare la parola indicata all’inizio di ogni elenco. Poi sottolineala.

tessitura tessera, tesserato, tessere, tessibile, tessitore, tessitura, test, tessuto. soffietto sofferto, soffiare, soffiata, soffice, soffieria, soffietto, soffitta, soffitto. vedere sedere, vedette, vedetta, veduta, vegetare, velare, vedere, cadere, valere. mimare mimica, mimico, mimetico, minare, mimare, miniare, minacciare. rifare rifiorire, rifiorito, filare, sfilare, rifilare, rifare, rifiatare, riferire, rifilatrice. smaltare smalto, smania, smaltimento, smaltire, smaniare, smaltare, smarrire. proposito proporre, proponibile, propiziare, proposta, proposto, proposito.

• Hai letto velocemente? SÌ NO

• Secondo te, in questo esercizio è importante capire il significato di tutte le parole? SÌ NO

Leggo in modo espressivo (1)

Quando ascoltiamo una lettura, ci appassioniamo alla storia solo se viene letta con arte. Per questo bisogna trovare il giusto ritmo di lettura, il giusto volume, la giusta espressività, le giuste pause.

1. Esercitati a dare espressività alla tua lettura pronunciando la stessa frase con toni diversi.

HO QUASI FINITO DI FARE I COMPITI

Esprimi felicità : è un piacere svolgere i compiti, tra poco avrai del tempo libero.

Esprimi eccitazione : non stai più nella pelle dalla contentezza di aver quasi finito.

Esprimi noia : svolgere i compiti non ti piace e ti stanca moltissimo.

Esprimi dubbio : non sai se stai eseguendo bene il compito.

Esprimi preoccupazione : hai quasi finito, ma di certo hai sbagliato molti esercizi.

Esprimi sorpresa : non credi ai tuoi occhi, hai davvero finito tutti i compiti!

Leggo in modo espressivo (2)

1. Leggi con scorrevolezza ed espressività. Ricorda di rispettare i segni di punteggiatura e di modulare il tono della voce!

Quando il mio fratellino finalmente crollava addormentato, la mamma non riusciva a nascondere il fatto di essere esausta.

– Mi dispiace, Natalie – diceva – lo so che te lo avevo promesso, ma sono così stanca che mi viene da svenire. Possiamo rimandare a un altro giorno?

Scoccava uno dei suoi sguardi di supplica e, se il papà aveva tempo, mi portava fuori per i prati, attraverso il giardino delle rose e poi giù per lo stretto sentiero tortuoso che passava per la cupa fascia degli alberi. E fu là che incontrammo Tulip per la prima volta, immobile come una statua nel mare di grano.

– È uno spaventapasseri?

– No. Credo che sia una bambina.

– Che cosa fa qui fuori da sola?

Il papà si strinse nelle spalle.

– Adesso glielo chiediamo. Mi prese per mano e cominciò a gridare:

– Ciaooo! Ciaoooo! Ciaoooo!

Lei si voltò a guardarci e mi accorsi che stava cullando qualcosa.

– È un gattino?

Presi subito a correre. Il papà urlò alle mie spalle:

– Natalie! Il grano!

E io mi fermai. Lo capivo anch’io che le piantine di grano saraceno erano preziose e dovevamo essere loro amici. Così rimasi lì a ribollire d’impazienza mentre quell’estranea della mia stessa età avanzava con attenzione verso di noi, spostando il grano con la mano libera e facendosi strada con tanta cautela che, quando ci ebbe raggiunto, non c’era nemmeno una traccia del percorso che aveva fatto.

Il gattino non aveva ancora gli occhi aperti.

– Come si chiama? Hai già deciso?

– Sarebbe più educato, Natalie, se prima chiedessi a questa signorina come si chiama.

La guardai in attesa, ma lei si limitò a spostarsi dagli occhi i capelli spettinati e a fissarlo come se fosse arrivato dallo spazio.

Il papà ritentò:

– Questa – disse, battendomi una mano sulla spalla – è Natalie e io sono Mr. Barnes. Aspettammo ancora e poi finalmente:

– Tulip – disse.

da A. Fine, Quella strega di Tulip, Fabbri Editore

Scopo e modalità di lettura (1)

1. Scegli la modalità di lettura adatta allo scopo e completa: in silenzio • ad alta voce • ad alta voce con espressività

UN INDOVINELLO PER TE

Ho detto a Nicolino:

– Ti faccio un indovinello. Secondo te, se sbatto in una scodella rossa tre uova fatte da tre galli rossi che cosa succede?

– Fai delle uova sbattute al pomodoro.

– No. – gli ho risposto.

Allora Nicolino ha mormorato: – Saltano fuori tre pulcini rossi.

– No. – ho risposto io.

– Mi arrendo. – ha detto Nicolino.

E io: – Non succede niente, sai? Perché i galli rossi non fanno le uova. – È vero! – è scoppiato a ridere. – È proprio vero! I galli rossi non fanno le uova. Solo quelli bianchi le fanno!

E ha continuato a ridere che non la finiva più. di P. Carpi

SCOPO: leggere per divertire gli altri

MODALITÀ DI LETTURA USATA:

ODORI PER COMUNICARE

Molti animali, specialmente i mammiferi e gli insetti, usano gli odori per comunicare: lasciano tracce per indicare tragitti, confini e altri messaggi. Per questo scopo sono provvisti di ghiandole speciali, poste in varie parti del corpo. Se potessimo tradurre in segni visivi questi segnali, vedremmo frecce direzionali, segnali di allarme, divieti di transito.

La topaia comune, un piccolissimo mammifero, se viene chiusa in un ambiente estraneo, per esempio una gabbia o una stanza vuota, si mette subito a marcare con i suoi segnali odorosi il pavimento, le pareti, gli oggetti, e solo quando si sente circondata da questi segnali si mette tranquilla. Si rilassa perché “si sente a casa sua”. Fa un po’ come facciamo noi, quando occupiamo una stanza nuova. Subito ci affrettiamo a riempirla di poster, di quadri, di foto. Magari di piante.

da D. Mainardi, Lo zoo aperto 2, Rizzoli

SCOPO: leggere per divertire gli altri

MODALITÀ DI LETTURA USATA: .......................................................................................................................................................

Scopo e modalità di lettura (2)

1. Individua lo scopo di ciascun testo e la modalità di lettura adatta a esso. Scegli tra le proposte e completa.

SCOPO: per divertirti • per studiare • per narrare una storia agli altri

MODALITÀ DI LETTURA USATA: a salti • in silenzio • ad alta voce con espressività

LA MERIDIANA

Secondo gli storici, gli inventori della meridiana, detta anche orologio solare, furono gli astronomi babilonesi che cominciarono a misurare il tempo con questo strumento a partire dal 4 000 a.C.

La meridiana consiste nella sua parte essenziale in un’asta metallica, chiamata stilo o gnomone, piantata su un piano, il quadrante, dove sono segnate le rette orarie. La posizione e la lunghezza dell’ombra dello stilo sul quadrante consentono durante i giorni soleggiati di conoscere l’ora. Naturalmente di notte e nei giorni con il cielo coperto dalle nuvole, la meridiana è inefficace, e, per questo venne ben presto sostituita dalle clessidre ad acqua o a sabbia.

SCOPO: MODALITÀ DI LETTURA USATA:

LA PIOGGIA DI PIOMBINO

Una volta a Piombino piovvero confetti.

Venivano giù grossi come chicchi di grandine, ma erano di tutti i colori: verdi, rosa, viola, blu. Un bambino si mise in bocca un chicco verde, tanto per provare e trovò che sapeva di menta. Un altro assaggiò un chicco rosa e sapeva di fragola; erano confetti.

E via tutti per le strade a riempirsene le tasche, ma non facevano in tempo a raccoglierli, perché venivano giù fitti fitti.

La pioggia durò poco; lasciò le strade coperte da un tappeto di confetti profumati che scricchiolavano sotto i piedi.

Gli scolari, tornando da scuola, ne trovarono tanti da riempirsi le cartelle.

Le vecchiette ne avevano messi insieme dei bei fagottelli coi loro fazzoletti da testa. Fu una grande giornata.

Anche adesso molta gente aspetta ancora che dal cielo piovano confetti, ma quella nuvola non è passata più né da Piombino, né da Torino e forse non passerà mai nemmeno da Cremona.

da G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi

SCOPO:

MODALITÀ DI LETTURA USATA:

I ruoli in un testo dialogato

1. Leggete, anzi, “recitate a coppie” questo testo dialogato. I due personaggi sono il Grillo Parlante e Pinocchio. Scegliete un personaggio e individuate le sue battute.

– Cri-cri-cri.

– Chi mi chiama così?

– Io, Pinocchio, e ti vorrei...

– Dimmi, grillo, e tu chi sei?

– Io sono il Grillo Parlante, e in pace, e senza affanni, abito questa stanza da più di cent’anni.

– Oggi però questa stanza è mia, e tu vattene via.

– Non me ne andrò di qua, se prima non ti dico una gran verità.

– Dimmela presto, Grillo molesto.

– Guai a quei ragazzi che si ribellano alla maestà paterna: per essi già si accendono le fiamme, i fuochi della pena eterna.

– Canta pure, Grillo mio, come ti pare e piace. Ma domani io lascio ‘sta casa e me ne vado in pace. Se resto qui mi mandano a scuola e a dirtela in confidenza e in buona coscienza la scuola è una scemenza. Meglio andare di valle in valle a inseguir farfalle, a snidare al primo grido i piccoli uccelli di nido.

– Povero scemo, così da grande non avrai né scarpe né mutande.

– Chétati, Grillo del malaugurio, guai a te se m’infurio.

– Ascolta il mio parere: impara almeno un mestiere.

– Fra tutti i mestieri del mondo mi piace l’arte del vagabondo.

– Povero Pinocchio, mi fai compassione.

– Bada, Grillo: sei proprio un’afflizione.

– Tu sei un ridicolo congegno dalla testa di legno.

(Pinocchio, facendo il gesto di scagliargli addosso un martello.)

– Assaggia questo, Grillo funesto!

– Cri-cri-cri.

Non credevo di finir così...

da L. Compagnone, La ballata di Pinocchio, Stampatori

Prova di lettura

1. Leggi il testo e analizza la tua lettura seguendo le indicazioni.

- Leggi mentalmente il racconto per capirlo bene.

- Conta il numero delle righe.

- Procurati un registratore oppure chiedi a qualcuno di ascoltarti.

- Leggi a voce alta, registrandoti, oppure davanti a qualcuno.

- Cronometra il tempo di lettura.

- Riascolta la registrazione per segnare il numero di errori, oppure chiedi a chi ti ha ascoltato quanti errori ha rilevato.

- Segna tutto nella tabella sottostante.

IL BECCO DEL MERLO

Molti anni or sono il merlo aveva il becco nero, oggi invece ha il becco giallo. Non chiedete al merlo il perché di quello strano colore: il giallo al merlo non piace proprio perché gli ricorda una sua vecchia birbonata. Una mattina il merlo vide un pentolino su un davanzale e si avvicinò subito per curiosare. Dentro al pentolino il merlo vide una crema gialla come l’oro e profumata come un fiore. Quella crema lo tentava e non ci pensò due volte: mangiò la crema gialla. Mentre se ne stava con il becco golosamente immerso nel pentolino, alla finestra si affacciò una vecchietta, che in realtà era una fata.

La fata sgridò il merlo perché aveva mangiato la sua crema, batté le mani e pronunciò parole misteriose. Il tegamino scomparve, la crema andò in fumo, ma il merlo non riuscì più a pulirsi il becco.

Da allora tutti i merli hanno il becco giallo, perciò ogni volta che un merlo passa, gli altri uccelli si raccontano sottovoce quella vecchia birbonata. Ecco perché il merlo preferirebbe che il suo becco fosse ancora nero.

da I. Calvino, Fiabe italiane, Einaudi

2. Ripeti l’esercizio per alcuni giorni, in modo da valutare i progressi.

Quanti animali sul muro...

Una sera Miretta si grattò la testa e vide un enorme ragno che passeggiava sul muro. La camera era quasi buia, c’era solo un po’ di luce che filtrava dalla persiana. Miretta si mosse per scappare e il ragno sparì. Dov’era andato? Forse sotto l’armadio. O magari in una delle sue pantofole.

“Se poi domani ci metto il piede dentro e lo schiaccio?”

Miretta non aveva affatto paura dei ragni. I ragni mangiano le zanzare che fanno prudere e le mosche che sono sporche... Però quel ragno faceva davvero paura...

Miretta chiamò papà.

– Che c’è? È tardi, perché non dormi? – chiese entrando papà.

– C’è un ragno enorme nella stanza.

– E dov’è questo ragno?

– Là sul muro. Sarà grande almeno come un gatto...

Papà guardò il muro e sorrise.

– Allora vediamo quanto è grande un gatto – disse. Strinse una mano a pugno, con il mignolo leggermente sollevato e il pollice dritto: sul muro apparve la testa di un gatto.

– Era grande così?

Miretta ci pensò su.

– Mmm, sì, circa...

– Se non ti va un gatto, facciamo venire un bel cane e il gatto scapperà – disse papà.

Tese la mano, alzò un poco il pollice e abbassò il mignolo. Il gatto scomparve. Adesso sul muro c’era il profilo di un cane lupo.

Poi papà incrociò le braccia, tenne una mano tesa e l’altra piegata, con l’indice che formava un piccolo occhiello. Subito comparve sul muro un’oca dal collo dritto e dal becco aperto.

– Si è accorta del cane, vedrai che si alzerà in volo – papà unì le mani con i pollici uno sull’altro e l’oca volò.

– Chi passeggia ancora sul muro della mia camera? – chiese Miretta.

– Stiamo a vedere – rispose papà.

Poi improvvisamente il lampione sulla strada si spense e tutto finì.

– Mai vista una camera così affollata! – disse Miretta con gli occhi pieni di sonno.

– Troppo! – disse papà rimboccandole le coperte.

da A. Vivarelli, Storie per gioco, Nuove Edizioni Romane

1. Completa.

• I personaggi della storia sono .....................................................................................................................................................................

• Il luogo della storia è

• Lo storia si svolge di

2. Indica con una X il completamento corretto.

• I fatti raccontati sono: realistici. avventurosi. fantastici.

• I fatti sono narrati: con salti indietro nel tempo (intreccio). nell’ordine cronologico in cui sono avvenuti (fabula).

• La storia è narrata in: prima persona. terza persona.

• Il ragno visto sul muro è: un ragno vero. un’ombra. il disegno di un ragno.

• Il papà di Miretta fa comparire sul muro: una mosca. un gatto. un cane lupo. un cigno. una mucca. un’oca. un coniglio. una lepre. un maiale. un’aquila. una capretta. un capo indiano.

• Con la mano a pugno, il mignolo sollevato e il pollice dritto sul muro compare: un cane lupo. un gatto. un’oca.

• Il gioco delle ombre cinesi finisce perché: il babbo di Miretta si stanca. Miretta si addormenta. viene meno la corrente elettrica. il lampione della strada si spegne.

• Secondo te, il racconto che hai letto è: ralistico. fantastico.

La rapa gigante

Tanto tempo fa, in Russia, un uomo seminò alcuni semi di rapa. Ogni anno aveva coltivato delle belle rape, ma un anno in particolare ne crebbe una di cui era particolarmente orgoglioso. L’aveva lasciata sotto terra più a lungo delle altre e aveva assistito, fiero ma anche sbalordito, alla sua crescita: infatti la rapa aveva continuato a crescere, a farsi sempre più grossa. Era diventata talmente grossa che nessuno ricordava di averne mai vista una simile.

Finalmente la rapa smise di crescere e l’uomo decise che era venuto il momento di tirarla fuori da sottoterra. Perciò afferrò le foglie e tirò con tutte le sue forze. La rapa, però, non si mosse.

Allora l’uomo chiamò in aiuto sua moglie. L’uomo tirava la rapa e la donna tirava il marito. Tirarono e tirarono, ma la rapa non si mosse.

Allora la donna chiamò in aiuto la sua nipotina. La nipotina si mise a tirare la donna che tirava il marito che tirava la rapa. Ma la rapa non si mosse.

Allora la nipotina chiamò in aiuto il suo cane. E il cane si mise a tirare la nipotina, che tirava la donna, che tirava il marito, che tirava la rapa. Ma la grande rapa continuò a restarsene ben dura, piantata nel terreno.

Allora il cane chiamò il gatto, perché venisse ad aiutarli a tirare la rapa. Il gatto tirò il cane, il cane tirò la bambina, la bambina tirò la donna, la donna tirò il marito e il marito tirò la rapa. Tirarono, tirarono e tirarono tutti più forte che potevano, ma la rapa non si mosse di un millimetro.

Allora il gatto chiamò in aiuto il topo perché venisse ad aiutare a tirar fuori la rapa. Il topo tirò il gatto, il gatto tirò il cane, il cane tirò la nipotina, la nipotina tirò la donna e la donna tirò il marito che tirò la rapa. Tutti insieme tirarono, tirarono e tirarono... All’improvviso la grande rapa venne fuori dal terreno e tutti andarono a gambe all’aria.

Fiaba popolare russa

1. Chi è il protagonista della storia?

La rapa.

Un uomo.

La moglie.

La nipotina.

2. Quali altri personaggi intervengono?

La moglie, la nipote, il gatto, il topo.

La nipote, il cane, il gatto, il topo.

La moglie, la nipote, il cane, il gatto, il topo.

L’uomo, la nipote, il cane, il gatto, il topo.

3. Dov’ è ambientata la vicenda?

In Spagna. In Italia.

In Russia. In Cina.

4. Quando si è svolta la vicenda?

L’anno scorso.

Tanto tempo fa. Ai giorni nostri.

In inverno.

5. Qual è il problema dell’uomo?

L’uomo ha coltivato una rapa, ma la rapa si è seccata.

L’uomo ha coltivato una rapa, ma la rapa non è cresciuta.

L’uomo ha lasciato la rapa sotto terra più a lungo ma la rapa è rimasta troppo piccola.

L’uomo ha lasciato la rapa sotto terra più a lungo e la rapa è diventata gigante.

6. Come si conclude la storia?

L’uomo riesce da solo a estrarre la rapa senza difficoltà.

Dopo tanto tirare, tutti insieme riescono a estrarre la rapa ma finiscono tutti a gambe all’aria.

Tutti sono stanchi per il troppo tirare, così lasciano la rapa sotto terra e vanno via.

Solo il cane e il gatto riescono a estrarre la rapa da sottoterra.

7. Questo fatto può accadere nella realtà?

Sì. No. Qualche volta. Solo in passato.

Motiva la tua risposta, poi segna con una X il completamento che ritieni giusto.

Si tratta di una racconto realistico fantastico

8. Suddividi il racconto in INIZIO – SVILUPPO – CONCLUSIONE colorando la barra a lato del testo di verde per indicare l’inizio, di rosso in corrispondenza dello sviluppo e di blu per indicare la conclusione.

9. Scrivi accanto a ciascuna informazione in quale parte di testo si trova: se nell’INIZIO, nello SVILUPPO o nella CONCLUSIONE.

- Finalmente la rapa smise di crescere e l’uomo decise di raccoglierla.

- L’uomo chiama in aiuto sua moglie per tirare fuori la rapa.

- Dopo tanto tirare, la rapa viene fuori dal terreno.

- Tanto tempo fa un uomo in Russia seminò semi di rapa. ......................................................................

- In tanti tirarono e tirarono ma la rapa non si mosse di un millimetro.

10. Nella frase sottolineata nel testo il verbo “tirò” compare cinque volte. Il soggetto:

è sempre lo stesso. cambia ogni volta. cambia solo la prima volta. cambia solo per l’ultimo “tirò”.

11. Riscrivi il o i soggetti della frase sottolineata.

Zanna Bianca

Per Zanna Bianca l’imboccatura della tana rappresentava il limite oltre il quale non si poteva andare, ma la crescita lo spingeva a uscire nella luce.

Così un giorno la paura fu sopraffatta dalla curiosità e il lupacchiotto si avvicinò a quella parete di luce. La paura lo spingeva a tornare indietro, ma l’impulso della vita no. La luce diventò acutissima ed egli ne fu quasi accecato. Oramai non provava altro che una gran curiosità per tutto ciò che lo circondava. Osservò l’erba, le piante coperte di muschio, il tronco morto del pino.

Uno scoiattolo, che correva intorno alla base del tronco, gli venne quasi addosso ed egli se ne impaurì moltissimo. Si accucciò, mettendosi a ringhiare. Lo scoiattolo, spaventato quanto lui, fuggì sull’albero.

Questo incidente aumentò la fiducia del cucciolo, il quale continuò il proprio cammino. E quando un uccello gli saltellò intorno, egli non esitò a colpirlo con una zampa, col risultato di prendersi sul naso una forte beccata. Lo schiamazzo che egli fece impaurì l’uccello, che volò via.

Ma il lupacchiotto stava imparando; la sua piccola mente aveva già fatto un’istintiva distinzione. C’erano delle cose vive e delle cose non vive. Egli doveva fare attenzione a quelle vive. Infatti quelle non vive restavano ferme al loro posto, mentre le cose vive si muovevano e non si poteva mai sapere ciò che stessero per fare e perciò egli doveva prepararsi a fronteggiarle.

Camminava goffamente, scontrandosi con pietre e altri oggetti. Un ramoscello gli diede, d’un tratto, un colpo sul naso. Sin dagli inizi ebbe fortuna: si imbatté nella preda appena uscito dalla propria tana. Inciampando, cadde casualmente in un nido di pernici. Vide che i pulcini erano piccoli e allora diventò audace, volle sentirne l’odore e ne prese in bocca uno. Nello stesso istante si rese conto di avere fame e serrò le mascelle. Il sapore gli piaceva. E così il lupacchiotto divorò tutta la covata.

Zanna Bianca era felice ed esultava nell’avanzare su strade a lui nuove e ben più grandi di quelle percorse sino allora.

da J. London, Zanna Bianca, Einaudi Ragazzi

1. Che cosa spingeva Zanna Bianca a uscire dalla tana?

La paura. La crescita e la curiosità. La luce accecante. La vista di uno scoiattolo.

2. L’espressione sottolineata nel testo vuole far capire che: il lupacchiotto era più curioso che impaurito. il lupacchiotto era più impaurito che curioso. il lupacchiotto voleva tornare indietro. il lupacchiotto si mise a dormire.

3. Perché Zanna Bianca, quando uscì, si impaurì moltissimo?

Perché vide il tronco morto del pino.

Perché uno scoiattolo gli venne quasi addosso.

Perché sentì un forte schiamazzo.

Perché le piante erano coperte di muschio.

4. Il lupacchiotto, nella sua mente, aveva già fatto “un’istintiva distinzione” tra che cosa?

Tra pernici e scoiattoli.

Tra lo schiamazzo e il silenzio.

Tra le cose vive e le cose non vive.

Tra la felicità e la tristezza.

5. L’incidente che “aumentò la fiducia del cucciolo” a quale fatto si riferisce?

Un uccello gli saltellò intorno.

Un ramoscello lo colpì sul naso.

Si scontrò con pietre e altri oggetti.

Si scontrò con uno scoiattolo.

6. I personaggi del racconto sono: il lupacchiotto, uno scoiattolo, un uccello, pulcini di pernice. uno scoiattolo, un uccello, un ramoscello, il lupacchiotto. pulcini di pernice, uno scoiattolo, il lupacchiotto, un cane. un uccello, mamma pernice, il lupacchiotto, un nido.

7. L’avventura si svolge nell’arco di:

una stagione. una giornata. un mese. una settimana.

8. Dove si svolge il racconto?

In un parco pubblico.

Nel nido di una pernice. In un bosco.

Nella tana del lupacchiotto.

9. La storia è narrata seguendo: la fabula. l’intreccio con il flashback.

Alfonsina Strada

C’era una volta una bambina che era velocissima sulla sua bicicletta. Quando passava lei, era come veder passare un lampo.

– Non andare così forte, Alfonsina! – le gridavano i suoi genitori. Troppo tardi: era già sparita. Quando la bambina diventò grande e si sposò, i suoi sperarono che finalmente avrebbe abbandonato l’idea folle di diventare una ciclista. Invece, il giorno delle nozze, suo marito le fece un dono: una bici da corsa nuova di zecca. I due si trasferirono a Milano, e Alfonsina cominciò ad allenarsi come una professionista. Era così veloce e così forte, che alcuni anni dopo si iscrisse al Giro d’Italia, una delle corse più dure del mondo. Nessun’altra donna ci aveva mai provato.

– Non ce la farà mai – diceva la gente. Ma nessuno poteva fermare Alfonsina.

La corsa era lunga e molto faticosa, con dodici tappe di un giorno ciascuna, e si inerpicava per alcune delle strade di montagna più ripide d’Europa.

Dei novanta ciclisti alla partenza, solo trenta tagliarono il traguardo: Alfonsina era una di loro. Fu accolta come un’eroina.

L’anno seguente, tuttavia, le fu proibito di partecipare.

– Il Giro d’Italia è una corsa per soli uomini – dichiararono gli organizzatori.

Ma neanche questo la fermò. Alfonsina continuò a correre e stabilì un record di velocità che rimase insuperato per ventisei anni, nonostante la sua bicicletta pesasse venti chili e avesse un’unica marcia!

Oggi il ciclismo femminile è uno sport molto popolare ed è perfino diventato disciplina olimpica. Alfonsina sarebbe felice di sapere che le cose sono cambiate molto da quando era bambina.

da E. Favilli, F. Cavallo, 100 vite di donne straordinarie, Mondadori

1. Il personaggio di cui parla il testo è: un personaggio di fantasia. un personaggio realmente esistito.

2. Per quale motivo è diventato famoso?

3. È lei stessa a raccontare di sé? Sì No

4. Chi non condivideva la sua grande passione? Chi invece l’appoggiò?

5. Alfonsina come ha vissuto questa sua passione per il ciclismo?

Una scienziata da Nobel

Marie Sklodowska nacque il 7 novembre 1867 a Varsavia, in una famiglia molto numerosa. Era la minore di cinque figlie di una nota pianista, cantante e insegnante di musica, e di un insegnante di matematica e fisica.

Fin da piccola, si appassionò alle quantità, ai numeri, alle cose della natura. Faceva milioni di domande a suo padre sulle stelle, sul Sole, sulla Terra, sulla luce.

Il giorno in cui compì nove anni, la madre le spiegò che era arrivato il momento di pensare alle cose a cui pensano le donne: la matematica e le scienze non erano cose da donne:

– Vedi, Marie, la fisica non è adatta alle donne. Si occupa di cose troppo piccole, come le particelle, o troppo grosse, come il cosmo. Le donne sono più legate, per così dire, a quello che sta in mezzo, alla misura delle cose umane.

Marie non apprezzò quel discorso, anzi continuò a interessarsi alla natura.

Quando la madre morì, Marie aveva solo undici anni: fu una tragedia. Passò un anno terribile, fatto di dolore e confusione. A dodici anni disse a suo padre che aveva deciso di dedicarsi alle scienze, lui non ebbe il coraggio di dirle di no.

Finite le scuole superiori, poiché a Varsavia non avrebbe potuto studiare all’Università, che non accettava iscrizioni femminili, con la sorella Bronia decise di andare a Parigi.

Là le donne erano considerate come gli uomini e infatti Marie e la sorella poterono iscriversi all’Università, ma i professori chiedevano maggior impegno alle ragazze. Un giovane professore di fisica, però, non sembrava ragionare come gli altri. Fu colpito subito dall’intelligenza e dall’impegno di Marie: la trattava con rispetto, discuteva con lei anche per ore di argomenti scientifici. Così iniziò la sua storia con Pierre Curie. da R. Piumini, Storie d’amore, Edizioni EL

1. Sottolinea nel testo le risposte alle seguenti domande.

• Quali erano gli interessi di Marie?

• Perché la mamma non li condivideva?

• A che età Marie perse la mamma?

• Perché si trasferisce a Parigi?

• Che cosa dovevano dimostrare le studentesse universitarie a Parigi?

2. Il personaggio di cui parla il testo è: un personaggio di fantasia. un personaggio realmente esistito.

3. Si tratta di: una grande scienziata. una grande musicista. una grande pittrice.

4. I tempi e i luoghi citati nel testo sono: indefiniti e inesistenti. ben precisi e reali.

5. Il brano è scritto: in prima persona singolare. in terza persona singolare.

Allo stadio

28 marzo

Che ne sai tu delle partite di calcio, mio affabile diario? Niente? Beh, invece io ora so tutto, ma proprio tutto sull’argomento.

Io non sono particolarmente appassionato di calcio. Preferisco il basket e la pallavolo: più geometrie, più velocità, più continuità di gioco, ma ho accettato un invito di Alfredo e sono andato con lui a vedere una partita di calcio vera, allo stadio. È stata una cosa molto divertente.

Io personalmente della partita potrei raccontare quello che faceva il portiere dalla mia parte: calcetto alla base di uno dei pali della porta; corsetta per riscaldare i muscoli; spostarsi a destra e a sinistra scrutando nella vastità del campo; urlo al difensore di destra che si stava distraendo.

Nel secondo tempo le squadre hanno cambiato di campo e il portiere che prima era dall’altra parte si è impegnato, più o meno, nelle stesse attività dell’altro. Gli avversari non hanno praticamente mai minacciato la sua porta.

Ma io dico: che cosa si allena a fare un portiere se poi non deve fare una parata per mezza partita?

Comunque no, non è certo stata una partita divertente. Il vero spettacolo è stato il pubblico: tutti in piedi, dall’inizio alla fine, a urlare e a dirne di tutti i colori ai ventidue nel campo. Anzi ai ventitrè nel campo: l’arbitro infatti si è preso anche lui una bella dose di insulti e maledizioni. Io guardavo Alfredo, vicino a me. Lui è un tipo calmo e tranquillo, ma lì si era trasformato: all’arbitro e ai giocatori della squadra avversaria urlava robacce che cominciavano per «s», per «f», per «c».

Ogni tanto uscivano come dal nulla degli striscioni enormi che inneggiavano all’una e all’altra squadra. C’erano anche cartelli e striscioni «contro». Contro un giocatore, contro una squadra, contro un allenatore, contro un presidente di società... L’unica cosa che mi veniva in mente leggendoli era che c’è gente al mondo che ha veramente tanto tempo libero. A me non verrebbe mai in mente di lavorare giorni e giorni, spendendo tempo, fatica e denaro, solo per dare del somaro a qualcuno. La partita è finita zero a zero e uscire dallo stadio è stata una cosa lenta e difficile. C’era pure qualche cretino che pensava che valesse la pena darsi un paio di pugni per lo spettacolo che avevamo appena visto. Non credo che andrò più allo stadio: se vorrò guardare una partita di calcio lo farò da casa, in poltrona, davanti alla televisione. da S. Bordiglioni, Il diario di Giulio, Edizioni EL

1. Indica con una X e completa.

• Il b ambino scrive questa pagina di diario: per gli amici, perché vuole raccontare loro un pomeriggio allo stadio. per tutte le persone che hanno l’occasione di leggere il racconto, perché vuole comunicare loro che cosa pensa della sua esperienza. per se stesso, perché vuole ricordare la propria esperienza, le proprie emozioni e i propri pensieri di quel giorno.

• Il testo è stato scritto il

• Il bambino si rivolge ............................................................................................................................... ................................

• Gli elementi che caratterizzano questa pagina di diario sono: l’uso della prima persona. l’uso della terza persona. la presenza di dialoghi. la presenza dei propri pensieri. l’uso di espressioni familiari. l’uso di particolari modalità espressive. la presenza della punteggiatura. la presenza dell’arbitro.

2. Scrivi se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

• Gli sport preferiti dall’autore sono la pallanuoto e il basket.

• Preferisce questi sport per la continuità, la velocità e le geometrie di gioco.

• Si trovava allo stadio invitato da un amico.

• Il vero spettacolo per l’autore è il gioco del portiere.

• Si è divertito a osservare il comportamento del pubblico.

• Molti insulti sono stati rivolti all’arbitro.

3. Sottolinea nel testo ciò che pensa il bambino del calcio e del comportamento del pubblico allo stadio. Tu sei d’accordo con lui? Motiva la tua risposta.

Mi chiamo Galit.

Diventiamo amiche!

Gerusalemme, 9 agosto

Ho dodici anni. Sono israeliana. Provo una strana sensazione al pensiero di scrivere a una palestinese. Come se fosse un sogno, un bel sogno. Ho voglia di scriverti tante cose sulla mia vita. Provo a descriverti come sono: sono alta un metro e quaranta, ho i capelli castani e gli occhi scuri. Peso trentaquattro chili! In casa vivono cinque bambini, compresa me, che sono quella di mezzo. Abitiamo in una casetta in stile arabo a Bakaa, il quartiere di Gerusalemme dove sono nata. Mamma l’ha ereditata da sua nonna quando questa è morta, perchè ha avuto molta cura di lei quando era vecchia e malata. Guardando sulla cartina, ho scoperto che abiti soltanto a quindici chilometri da casa mia. Purtroppo, mi è impossibile venirti a trovare laggiù, perché dicono tutti che è troppo pericoloso. Scrivimi. Voglio sapere chi sei.

Galit

Non so come rivolgermi a te.

2

Dheisheh, 15 agosto

Non so se vuoi essere mia amica. So molto poco di te e della tua vita, ma provo già amicizia per te.

Mi chiamo Mervet. Sono una ragazza intelligente, carina e volonterosa. Non odio nessuno. Amo la gente. Ma più di ogni altra cosa, voglio vivere libera nel mio Paese, come te. A parte la mia famiglia, nessuno sa che ti scrivo. Se le mie compagne di scuola lo venissero a sapere, sicuramente ce l’avrebbero con me perché ho un’amica ebrea.

Da noi, qui a Dheisheh, la vita è molto dura, ma io sono molto felice in famiglia. Ne ho sei di fratelli e sorelle, e io sono la seconda.

I miei fratellini sono talmente turbolenti che ho dovuto chiudermi nella camera dei miei genitori per poterti scrivere. Li sento gridare fin da qui, ci siamo, è cominciata la battaglia! Bisogna che vada a vedere cosa sta succedendo! A presto.

Mervet 1

1. Completa la definizione cerchiando il completamento corretto.

• Queste due lettere sono di tipo personale / formale e sono state scritte per essere lette da un solo destinatario / un pubblico .

2. Completa la tabella.

MITTENTE

DESTINATARIO

INDICAZIONE

DI LUOGO E DATA

FORMULA DI APERTURA

FORMULA DI CHIUSURA

LINGUAGGIO

3. Rispondi alle domande.

LETTERA n. 1

LETTERA n. 2

• Per quale motivo le due ragazze si scrivono?

• Quali sentimenti provano l’una per l’altra?

• Quali informazioni si scambiano sulle rispettive famiglie?

• Quali conseguenze provoca la guerra sulla loro vita quotidiana?

• Quali pensieri e sentimenti suscita in te la lettura di questa corrispondenza?

4. Collega ciascuna espressione alla tipologia di lettera corrispondente.

Illustrissimo Signor

Un abbraccio

Smail

Carissima amica

Invio un allegato

Distinti saluti

Michele

Michele è piccolino, ma corre svelto svelto come una trottola e sempre a piedi nudi. È in continuo movimento, tocca tutto, prende tutto, non sta fermo un momento, mai seduto nel seggiolone. Papà e mamma non ne possono più. Sono tranquilli solo quando dorme. Altrimenti è sempre in moto perpetuo; anche quando pranzano, Michele non dà tregua: corre avanti e indietro, sposta tutto, bisogna badare continuamente che non si faccia male, che non combini guai. Ecco che Michele ora prende delle cartacce da terra e di corsa va a buttarle nella pattumiera; poi prende dei pezzi di legno rotti e via, anche quelli finiscono nella pattumiera. Papà e mamma sono stupiti: – Bravo Michele, ma che bravo!

E Michele continua il suo lavoro, mentre papà e mamma si godono un po’ di pace. E Michele avanti e indietro in silenzio tutto concentrato. Ma che ha fatto? Incoraggiato così apertamente, Michele ha scaraventato nella pattumiera cucchiai puliti, piattini, due portacenere e tutto quello che gli è capitato a tiro.

1. Indica con una X se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

• Michele è un neonato. V F

• Michele corre svelto come una trottola. V F

• Michele corre con le scarpe da tennis. V F

• Michele resta seduto tranquillo. V F

• Michele butta le cartacce nella pattumiera. V F

• Michele butta nella pattumiera stoviglie pulite. V F

2. Indica con una X il completamento corretto.

• La descrizione del bambino è: soggettiva. oggettiva.

• Del bambino viene descritto: l’aspetto fisico. il comportamento. il carattere. l’abbigliamento.

• L’aggettivo più adatto per Michele è: prepotente. vivace. dispettoso. disubbidiente.

• L’espressione sottolineata nel testo è: una metafora. una similitudine. una personificazione.

3. Quali dati sensoriali prevalgono nella descrizione? Uditivi. Olfattivi. Tattili. Visivi. Sottolineali.

Il nonno

Mi piacerebbe che tu conoscessi il nonno o che almeno te lo raffigurassi.

È un simpatico vecchietto con pochi capelli di un bianco particolare. Pensa che, quando sono sotto la luce, brillano come decori natalizi.

Il nonno ha un gran naso a patata e due baffi bianchi e grigi. Da lì sotto, la bocca sembra sorridere in continuazione. Porta dei piccoli occhiali che cadono sul naso, e i suoi occhi sono di un azzurro che, con il cattivo tempo, tende al grigio. Sono ancora gli occhi che aveva da bambino. Lo so perché ho visto le sue fotografie: figurati che sono in bianco e nero. Anche il carattere non deve essere cambiato molto.

È capace di fermarsi nel bel mezzo di un discorso e chinarsi a vedere una colonia di formiche al lavoro. “Chissà se le formiche alzano gli occhi per vedere il nostro mondo di giganti...” ha detto una volta.

È simpatico, anche. È capace di spiegarti tutta la storia dei Sumeri partendo dai somari che trasportavano comari per monti, valli e mari.

È alto, robusto e la pancia forma un bel pallone, sul quale da piccolino mi addormentavo senza problemi. È goloso di torta alla ricotta, ma non lo ammette volentieri. Preferisce dire che mangia dolci per non vedere diminuire il proprio pancione: si sacrifica per i nipotini... per farli riposare comodi.

Non credo di averlo mai visto arrabbiato, ma ha pianto a lungo quando la nonna se ne è andata.

Ha una cicatrice sotto il polso della mano sinistra: sapessi quante avventure ho immaginato per quel taglio!

1. Quali aspetti del nonno sono descritti nel testo?

L’aspetto fisico. Il carattere. Il comportamento. Le abitudini.

2. L’autore, secondo te, ha scelto questi elementi perché: sono quelli che caratterizzano il nonno; sono quelli che possiedono tutti.

3. Sottolinea con il rosso le parti che descrivono l’aspetto fisico del nonno, con il blu il suo carattere e con il verde il suo comportamento.

Il tasso

1. Leggi con attenzione, poi esegui l’esercizio a fondo pagina.

Ecco sbucare cautamente un muso appuntito con occhi e orecchie piccoli, ricoperto di pelo bianco con delle strisce nere ai lati. Gli occhi esplorarono tutto intorno, sospettosi.

II sole stava tramontando. Pian piano uscì allo scoperto un corpo allungato, scuro e setoloso. Le zampe avevano lunghi artigli potenti.

Un tasso.

Solitario e scontroso, abitualmente aspettava le tenebre prima di mettersi a caccia, ma quella sera intendeva variare la sua dieta. Niente lombrichi, né larve o uova. Quella sera voleva il miele.

Aveva notato un alveare nella cavità di una roccia. Delle punture non si preoccupava: il suo pelo fitto e ruvido era un’eccellente difesa, bastava riparare il naso. Il tasso si avviò con la sua andatura lenta e sgraziata verso l’alveare. Eccolo. L’odore del miele a così poca distanza era inebriante. II ghiottone alzò una zampa e vibrò un colpo: parte dell’alveare cadde a terra e le api sciamarono all’aperto intontite dal fresco della notte incombente, disorientate, terrorizzate. Favi grondanti miele si aprivano... II muso affondato in quella delizia, il tasso lavorava di mascelle, incurante degli attacchi delle sue vittime. Se ne andò solo quando si sentì sazio.

Rientrò nella sua tana senza nessuna delle precauzioni prese all’uscita, raggiunse la profonda camera centrale, si arrotolò su se stesso e si addormentò.

da R. Guarnieri, Messaggi dal bosco, Mursia

1. Segna con una X quali dei seguenti aspetti del tasso sono descritti nel testo. ASPETTO FISICO corpo occhi muso pelo orecchie zampe dimensioni

COMPORTAMENTO

verso gli altri animali verso la natura verso le persone verso gli oggetti

ABITUDINI dove vive come si muove come si difende quale verso emette

2. Completa con le informazioni del testo.

• Di carattere il tasso è

• Si ciba di .................................................................................., ma quella sera vuole ................................................ .

• La sua andatura è

• Le azioni che compie il tasso per saziarsi di miele sono: si avviò, alzò (una zampa),

La piccola Lulù

Un pomeriggio, tornando alla fattoria in macchina da Nairobi, trovai un gruppetto di bambini kikuyu che mi chiamarono gridando dal ciglio della strada: avevano in collo una piccola antilope e me la mostrarono da lontano.

Mi fermai impietosita da quell’animalino appeso per le gambe ricurve, e l’acquistai. Era una femmina, le mettemmo nome Lulu, che in swahili significa “perla”.

Lulu era piccola come una gatta e aveva occhi viola, sereni, le zampe così fragili che nel piegarsi e nel distendersi, quando si accucciava o si rialzava, pareva si dovessero spezzare.

Le orecchie, lisce come seta, erano straordinariamente espressive: il naso nero come un tartufo. Gli zoccoli minuscoli le davano l’aria di una damigella cinese vecchio stile, con i piedi stretti nei lacci.

Fece presto a trovarsi a suo agio. Le prime settimane dovette risolvere il problema dei pavimenti a cera: appena si avventurava fuori dai tappeti, le gambe le scivolavano nelle quattro direzioni, ma Lulu non si lasciò impressionare; in poco tempo imparò a camminare anche là.

Quando crebbe, nel fiore della sua grazia e della sua giovinezza, Lulu divenne un’antilope dalle forme snelle e delicatamente tornite, di una bellezza incredibile dalla testa alla punta dei piedi.

Una sera Lulu non tornò a casa. Fu un brutto colpo, per noi. Non potevamo fare a meno di pensare ai leopardi, laggiù lungo il fiume, e un giorno lo dissi a Kamante.

– Tu credi che Lulu sia morta – rispose Kamante – ma Lulu non è morta. Si è sposata. Vive nella foresta con il suo bwana, suo marito e padrone. Ma si ricorda ancora di noi; tante mattine torna qui a casa. Io le lascio dietro la cucina il mais macinato e lei, poco prima dell’alba, arriva dai boschi e se lo mangia. Viene anche il marito, ma lui ha paura degli uomini. Resta sotto il grande albero bianco, dall’altra parte del prato. Ma gli manca il coraggio di avvicinarsi alla casa.

da K. Blixen, La mia Africa, Feltrinelli

1. Riquadra nel testo le parti che descrivono l’aspetto fisico dell’animale. Nelle parti che hai riquadrato sottolinea le similitudini usate per arricchire la descrizione.

• L’animale è descritto in modo: soggettivo. oggettivo.

2. Segna con una X gli aspetti del carattere di Lulù che emergono da testo: è ribelle. si adatta alle nuove situazioni.

è solitaria e non si lascia avvicinare da nessuno.

è mansueta. affronta con tenacia le difficoltà.

Il ragno

Tiene il ragno un gomitolo d’argento con due mani invisibili e una danza dolce e solitaria dipana il filo di perle.

Di nulla in nulla avanza col suo lavoro immateriale. Ricopre i nostri arazzi con i suoi nella metà del tempo.

Gli basta un’ora ad innalzare teorie di luce. Pende poi dalla cima di una scopa dimenticando ogni sua sottigliezza.

da E. Dickinson, Poesie, Rizzoli

1. Di quanti versi è composta la poesia?

2. Segna con una X le caratteristiche del testo poetico presenti nella poesia: rime versi liberi strofe similitudini personificazioni metafore

3. Sottolinea le personificazioni e metafore presenti.

4. Che cosa significano le seguenti espressioni della poesia?

• Col “suo lavoro immateriale” significa: lavoro lieve, leggero, inconsistente. lavoro eseguito senza l’uso di materiale.

• “Ogni sua sottigliezza” significa: ogni sua intelligente e fine bravura. la sua capacità di entrare in ogni fessura.

Lo spaventapasseri malinconico

Uno spaventapasseri solo nel campo soffriva di malinconia.

Era notte: tutto intorno era buio e silenzio. Gli uccellini dormivano già. Dove trovare un po’ di compagnia?

Sette cani accorsero, sedettero in semicerchio e intonarono una serenata in suo onore.

Quattro uccellini si svegliarono e volarono a posarsi sulle spalle dell’uomo di paglia. E pigolarono in segno di amicizia.

Tutti insieme, alla fine, fecero un allegro girotondo attorno all’uomo di paglia, che sorrideva soddisfatto.

Dotti

1. Di quanti versi è composta la poesia?

2. I versi sono divisi in strofe? Sì No

3. I versi sono: in rima alternata. in rima baciata. in rima incrociata. sciolti, senza rima.

4. Chi è il protagonista della poesia? E gli altri personaggi?

5. Il protagonista che cosa prova all’inizio? E alla fine?

6. Qual è il messaggio della poesia?

Chi è solo, è triste. Chi ha tanti amici è allegro e sorridente. Non dobbiamo lasciare soli nel campo gli spaventapasseri. Se i cani abbaiano, gli uccellini si svegliano e pigolano.

7. Quali sentimenti suscita in te la lettura di questa poesia?

Paura Allegria Tristezza Altro: ......................................................................................

Il faggio

Insieme al castagno e alla quercia, il faggio è il più importante albero della famiglia botanica delle Fagacee. È un albero maestoso che possiede una chioma massiccia, molto ramificata e con fitto fogliame. La corteccia si presenta grigia, spesso con macchie biancastre e si mantiene di solito liscia e sottile. Le foglie sono semplici, ovali, lucide superiormente, mentre presentano nervature pelose al di sotto. Sono disposte sul ramo in modo alternato; in autunno assumono una caratteristica colorazione arancio o rossobruna e cadono.

Il faggio inizia a fruttificare intorno ai sessanta, ottanta anni. I fiori sono separati: quelli maschili formano delle infiorescenze a spiga composte solo da stami, mentre i fiori femminili, posti alla base delle foglie, sono circondati da un rivestimento che, maturando, diventa legnoso e spinoso. Al suo interno si sviluppa la faggiola, un frutto simile alla noce. Quando cade a terra, la faggiola germina subito per cui, andando per i boschi in autunno, alla base degli alberi si possono notare numerose piantine di faggi neonati.

L’ areale del faggio, cioè la regione dove questa pianta vive e prospera, si estende a quasi tutta l’Europa: dalla Spagna al Mar Nero fino alla Norvegia. In Italia, è presente nelle zone montane di tutte le regioni, eccezion fatta per la Sardegna e le isole mediterranee orientali. Nel nostro Paese il faggio forma dei boschi, le faggete, presenti sulle Alpi, sugli Appennini, sulle pendici dell’Etna. Oppure si trova spesso associato all’abete.

Il legno del faggio, piuttosto leggero, di ottima qualità, è facile da lavorare, così viene largamente utilizzato per la fabbricazione dei mobili, liste per il parquet, remi e costruzioni navali, nonché un tipo di carta pregiata. E dal legno si estrae una sostanza scura e catramosa, la pece di faggio, usata per curare alcune malattie della pelle.

1. Attribuisci a ciascun paragrafo il titoletto adatto tra quelli proposti. Scrivi sui puntini.

L’areale del faggio • Il legno del faggio • Le caratteristiche del faggio • La fruttificazione

2. Scrivi se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

• Il faggio è una pianta europea.

• Il faggio non fruttifica mai.

• Popola gli Appennini, le Alpi e le pendici dell’Etna.

• Cresce in fitte foreste insieme a pini e larici.

• I faggi sono caratterizzati da una ricca chioma.

• Forniscono legname per la costruzione di navi e la realizzazione di mobili.

Lo zafferano

Lo zafferano è una polverina ricavata dagli stimmi del fiore, che costituiscono la parte superiore del pistillo e che sono di un bel colore rosso vivo.

Il nome “szafferano” deriva dall’arabo za’faran: significa “vale quanto l’oro”, infatti lo zafferano è una spezia molto preziosa. Pensate: per coltivare un campo della superficie di un ettaro occorrono da ottocentomila a un milione di tuberi di Crocus stivus, e per ottenere un chilo di zafferano secco occorrono da centoventimila a centoquarantamila fiori e circa cento ore di faticoso lavoro. Lo zafferano più pregiato viene coltivato in Italia, in un paese dell’Abruzzo di nome Navelli.

Ad agosto si impiantano i bulbi di zafferano nel terreno a giusta distanza fra loro. A settembre la piantagione è interamente coperta da un tappeto di crochi color azzurro. La raccolta dello zafferano si fa in ottobre, quando il cielo è nuvoloso o la mattina presto, di modo che il sole non appassisca gli stimmi. Una volta raccolto il fiore, s devono dividere gli stimmi dai petali e metterli subito ad essiccare per ottenere una buona qualità della spezia..

In Europa, per tutto il Medioevo e il Rinascimento, lo zafferano fu ritenuto un rimedio per tutti i mali. In seguito è stato usato per aromatizzare e colorare medicinali, paste alimentari, formaggi e aperitivi. Lo zafferano entra nella preparazione di alcune ricette famose: nel risotto alla milanese, nella bouillabaisse provenzale, nella paella catalana. da A. Bertino, F. Valla, 366... e più meraviglie del mondo, Fabbri

bouillabaisse : zuppa di pesce tipica della Provenza, regione a sud-est della Francia catalana : tipico della Catalogna, regione a nord-est della Spagna

1. Attribuisci a ciascun paragrafo il titoletto adatto tra quelli proposti. Scrivi sui puntini.

• Che cos’è lo zafferano • Gli usi dello zafferano • Come si coltiva

2. Individua e sottolinea per ogni paragrafo una parola-chiave.

3. Nel testo le informazioni sono esposte in ordine: logico. cronologico.

Informazioni sulle etichette

Oggi Emma ha deciso di bere un bicchiere di succo di frutta, dopo aver mangiato una fetta di pane con marmellata. Dalla dispensa prende una confezione e legge l’etichetta con attenzione.

Cocktail rosso di frutta

Succo concentrato di 9 frutti e vitamine diluito in acqua. cl. 75

Ingredienti: succo concentrato di mela, uva, ribes nero, lampone, limone, ciliegia, mora, mirtillo e melagrana. Vitamina C, vitamina E, vitamina B6 e B1. Senza zuccheri aggiunti.

Contiene gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta.

Agitare prima di versare.

Dopo l’apertura conservare in frigorifero e consumare entro 3 giorni per mantenere intatte le proprietà della bevanda.

Da consumarsi entro il 20-7-2025

1. Segna una X la risposta giusta.

• Il 20 agosto 2025, Emma può aprire e bere il succo di frutta?

• Il succo contiene una percentuale di acqua?

• Nel succo è stato aggiunto zucchero?

• Il contenuto è inferiore a un litro?

• Il succo contiene glucosio, uno zucchero presente nella frutta?

• Dopo aver bevuto, Emma può riporre il succo in dispensa?

• Dopodomani verranno a trovarla due sue amiche.

Emma potrà offrire loro quel succo?

SÌ NO

SÌ NO

SÌ NO

SÌ NO

SÌ NO

SÌ NO

SÌ NO

Il mago indovino

Questo gioco “matematico” ti permetterà di scoprire l’età e il mese in cui è nata la persona che accetta di fare il gioco. A questa persona consegna un foglio, una penna e chiedi di eseguire i calcoli senza farteli vedere: dovrà solo mostrarti il risultato finale.

Chiedile di scrivere:

– il numero corrispondente al mese in cui è nata (1 per gennaio, 2 per febbraio...) – di moltiplicare questo numero per 2 ed aggiungere 5; – di moltiplicare poi il risultato per 50 e aggiungere la propria età; – di sottrarre, dal risultato ottenuto, il numero dei giorni di un anno, cioè 365; – di aggiungere poi 115; – di comunicarti quindi il risultato finale.

Il risultato finale, che ora tu conosci, ti svelerà il mese in cui la persona è nata e l’età che ha. La prima o le prime due cifre rappresenteranno il mese di nascita e le ultime due l’età.

1. Indica con una X le affermazioni vere.

• Chi è nato in settembre parte, con i calcoli, dal numero 10.

• Il numero corrispondente al mese va moltiplicato per due.

• A questo prodotto si sottrae 5.

• Il numero ottenuto deve essere moltiplicato per 50.

• Al prodotto si deve poi aggiungere l’età di chi deve indovinare.

• Al risultato deve essere aggiunto il numero dei giorni di un anno.

• Alla fine si aggiunge 115.

• Le prime cifre del risultato finale indicano l’età.

2. Esegui l’ultima operazione per ottenere il risultato finale che ti permette di scoprire il mese in cui è nato e l’età del nonno di Matteo.

553 ......................................... = .........................................

Il nonno di Matteo è nato nel mese di ed ha anni.

3. Completa e scopri l’età dell’amica della nonna di Lucia.

798 – 365 = + =

L’amica della nonna è nata nel mese di ......................................... e ha ......................................... anni.

Regolamento del pedone

Quando cammini

• Usa sempre il marciapiede e procedi tenendo la destra, così il transito è più ordinato e non ostacoli il passaggio degli altri pedoni.

• Se manca il marciapiede cammina sulla sinistra, all’interno della striscia bianca o gialla continua, oppure vicino al muro. Se ci sono anche i tuoi amici, camminate in fila indiana.

• Non usare pattini, skateboard, pallone o biciclette in mezzo alla gente e al traffico.

Quando attraversi

• Usa sempre le strisce pedonali, mantenendo la sinistra.

• Se c’è il semaforo, aspetta il verde per i pedoni, finché è rosso non ti muovere anche se la strada è sgombra. In mancanza di semaforo, guarda bene prima a sinistra poi a destra.

• Non attraversare mai correndo.

• Non distrarti e non fermarti a chiacchierare in mezzo alla strada. E non usare il cellulare per chattare, ma guarda sempre avanti a te.

• Quando è possibile usa il sottopassaggio o il sovrapassaggio.

1. Segna con una X i completamenti giusti.

• Il testo fornisce: regole di comportamento. istruzioni per un gioco. una ricetta di cucina.

• Le indicazioni sono fornite: sotto forma di elenco. sotto forma di racconto. attraverso dialoghi.

• Il testo segue un ordine: di importanza. cronologico.

• Il linguaggio usato è: complicato e incomprensibile. comprensibile solo ai vigili. semplice e chiaro.

• I verbi sono espressi: solo al modo imperativo. solo al modo infinito. al modo imperativo e al modo infinito.

• Per essere un corretto pedone si deve: usare lo skateboard in mezzo alla gente. camminare sul marciapiede tenendo la destra. giocare con il cellulare mentre si cammina.

• La strada si attraversa: correndo.

fermandosi ogni tanto a chiacchierare. sulle strisce pedonali o quando il semaforo è verde.

Controlla il testo

1. Leggi il seguente testo e correggi in ciascuna parte l’aspetto indicato.

• CONTROLLA L’ORTOGRAFIA:

cerchia gli errori ortografici, sono otto!

Riscrivi a lato le parole corrette.

La familia di Anna Giò non era originaria del luogo. Suo padre, un biologio marino, si era trasferito nell isola insieme alla moglie e al picolo Andrea, qualche mese prima che lei nascesse.

Anna Giò era venuta al mondo sull’isola accarezata dai flutti, per cuesto amava il mare.

Le piacieva giocare sulla spiaggia a farsi rubare le orme dalle omde biricine

• CONTROLLA IL TEMPO DEI VERBI:

cerchia gli errori nell’uso dei verbi, sono cinque! Riscrivi a lato i verbi al tempo corretto.

Anna Giò lasciava con forza le impronte sulla sabbia bagnata: una, due, tre... e... sciaf! Arrivava l’onda e le sue impronte non ci furono più: saranno scivolate via.

Quando faceva freddo continuerà ad andare in spiaggia a sfidare le onde.

– Metti gli stivaletti! – gli ebbe gridato allora la mamma – sennò ti ammali!

– Metti gli stivaletti! – avrà fatto eco il mare – sennò ti ammali!

• CONTROLLA LE RIPETIZIONI: nell’ultima parte alcune parole sono ripetute più volte, riscrivila sostituendo le parole evidenziate con i pronomi per eliminare le ripetizioni.

Perché il mare parlava ad Anna Giò e Anna Giò parlava al mare, al mare raccontava le fiabe che aveva letto, fiabe di sirene e di pesciolini d’oro. Anna Giò narrava e il mare aveva tempo di stare ad ascoltare Anna Giò.

La coesione del testo

1. Leggi con attenzione il testo e completalo con le espressioni date in fondo alla pagina. Attenzione! Il testo deve risultare coeso, cioè le varie parti devono essere unite, oltre che da un ordine temporale, anche da un ordine logico.

Era la prima volta che Bruno, il leopardo, si avventurava a cacciare

......................................................................................................................................................................... della notte.

Avanzava con passo felpato nella savana rischiarata ................................................................................

...........................................................................................................................................................................................

Raggiunse in fretta la vicina giungla e con prudenza si aprì un varco

........................................................ .

La foresta era straripante di vita e brulicava di bisbigli: grida stridenti giungevano

......................................................

Bruno si era fermato ad ascoltare questo concerto di suoni quando, ...........................................

..........................................................

Non appena osò lanciare un’occhiata ..................................................... attorno a sé vide che, molti vicino a lui, luccicavano due occhi ....................................................................................................., gli occhi di Lisa, da P. Wilkon, Una semplice storia d’amore, Motta Junior

all’improvviso, qualche cosa lo sfiorò appena inquietanti

da solo, nel buio una bellissima pantera nera prudente da ogni direzione

dalla luce incerta della luna tra i rami aggrovigliati del sottobosco

I dati temporali (1)

1. Quando si racconta, è brutto dire sempre “poi”, “poi”, “dopo”... Completa la storia con i dati temporali adatti tra quelli proposti.

subito • dopo poco • a un certo punto • quando • a poco a poco • improvvisamente • in quel momento • allora • infine • mentre

UN EVENTO ECCEZIONALE

Covare un uovo per molti giorni non fu facile per il gatto nero, grande e grosso...

La sera del ventesimo giorno, Zorba stava dormicchiando, l’uovo iniziò a muoversi, lentamente, ma si muoveva, come se volesse mettersi a rotolare per l’appartamento.

........................................................ un solletico alla pancia svegliò Zorba, che ................................................. aprì gli occhi e non poté evitare un sussulto si accorse che, da una crepa nel guscio, appariva e scompariva una puntina gialla.

Zorba prese l’uovo fra le zampe anteriori e vide che il piccolo gabbiano beccava, beccava e beccava e ............................................................. riuscì ad aprirsi un varco attraverso il guscio.

la testa umida e bianca del pulcino fece capolino. – Mamma! – stridette il piccolo gabbiano.

Zorba non seppe che cosa rispondere. Sapeva che la sua pelliccia era nera, ma pensò che l’emozione e il rossore dovevano averlo trasformato in un gatto viola.

da L. Sepùlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani

I dati temporali (2)

1. Inserisci i seguenti dati temporali negli spazi giusti. Questo schema ti sarà utile quando scriverai un testo narrativo per collegare le frasi in ordine temporale.

c’era una volta • un giorno • infine • dopo • finalmente • in conclusione

• nel passato • tanto tempo fa • ieri • subito dopo • in seguito • successivamente

• il giorno dopo • subito • ad un tratto • allora • improvvisamente • nel frattempo

• l’anno scorso • la mattina seguente • da allora • dopo un po’ • in sintesi • da quel giorno

INIZIO

2. Quali altri dati temporali conosci? Elencali sotto:

• Ora confrontati con il resto della classe: sono state trovate parole che a te non erano venute in mente? Se sì, appuntale qui, così le ricorderai.

I dati temporali (3)

1. Leggi il seguente racconto e inserisci i dati temporali mancanti.

LA VECCHINA CHE SVUOTÒ IL MARE

................................................ , nell’interno di un’isola dell’oceano, c’era una valle con un villaggio. Lì viveva una vecchina che aveva trascorso tutta la sua vita senza mai vedere il mare. chiese del sale per condire la verdura, ma nel villaggio nessuno ne aveva. decise di fare quello che non aveva mai fatto in vita sua: mettersi in cammino per raggiungere il mare e procurarsi dell’acqua salata. Prese una grossa zucca vuota, se la legò alla schiena con una corda di fibra di cocco, e partì. Seguì il sentiero che portava sulle montagne, passò tra le piante della giungla che costeggiavano la valle, superò gli speroni di roccia, proseguì tra i cespugli odorosi sotto il sole cocente, arrivò sulla cima.

la vecchina rimase senza parole di fronte all’immensa distesa dell’oceano che circondava l’isola in ogni direzione, fino all’orizzonte. Da lassù distingueva la barriera corallina e, sotto di lei, una bassa laguna con la scogliera sommersa dall’acqua, essendoci l’alta marea. La vecchina non sapeva nulla del fenomeno della marea che fa alzare e abbassare il livello del mare e così, vedendo tutta quell’acqua, esclamò: – Quanta acqua salata possiede il capo dell’isola! cominciò a scendere lungo il sentiero che portava al mare e ............................................................. immerse la zucca vuota nell’acqua riempiendola completamente. ................................................. la sollevò e la sistemò sulla schiena legandola con la corda di fibra di cocco. Riprese così a salire con fatica lungo il sentiero. la vecchina arrivò sulla cima, si voltò a guardare il mare e vide che c’era poca acqua tra la spiaggia e la scogliera. Con la bassa marea, infatti, l’acqua del mare si era ritirata. La vecchina ne fu spaventata: – Oh, no! Cosa ho combinato! Il capo dell’isola si arrabbierà con me perché gli ho preso tutta l’acqua! Ma io non sono una ladra! Gliela riporterò prima che se ne accorga! Scese nuovamente lungo il sentiero e, arrivata sulla spiaggia, versò in mare l’acqua contenuta nella zucca.

........................................................... era ritornata di nuovo sulla cima della montagna: il sole fiammeggiava già sull’orizzonte e la vecchina fu felice di vedere che l’acqua riempiva di nuovo la laguna tra la spiaggia e la scogliera. L’acqua era ritornata per via dell’alta marea: ma la vecchina non lo sapeva. – Sono felice di aver riportato indietro l’acqua – esclamò – così il capo dell’isola non si arrabbierà più con me!

................................................. , con l’animo in pace, scese il sentiero che la riportava al villaggio. da L. Dal Cin, Fiaba delle Isole Fiji

Dalla progettazione alla stesura

1. Per scrivere un testo è importante progettarlo, raccogliere le idee e pianificare ciò che si vuole scrivere. Segui con attenzione i suggerimenti dati, rifletti, ricorda e scrivi sul quaderno il tuo testo.

ACCADDE IN VACANZA

Rifletto sull’argomento, penso alla vicenda che voglio narrare:

Progetto

• un episodio divertente • un litigio con il migliore amico/a

• uno spavento • una sonora sgridata • una serata indimenticabile...

Luogo in cui mi trovavo.

Tempo in cui si svolsero le vicende.

Raccolgo le idee

Svolgimento delle vicende.

Persone coinvolte

Brevi descrizioni del luogo, del momento, delle persone coinvolte...

Persone conosciute , nuove amicizie.

Riflessioni sull’accaduto.

Pianifico il testo

Destinatario : per chi voglio scrivere? Per i miei compagni, per chi vuole conoscere un episodio delle mie vacanze...

Per quale scopo voglio scrivere?

Narrare, informare, far ridere, far riflettere...

Riscrivo io: che festa!

Per scrivere un testo ci vuole un progetto, perché il testo deve:

• essere coerente, coeso, ben organizzato e ricco di particolari;

• presentare una struttura adeguata alla tipologia scelta (narrazione, descrizione...).

1. Ecco come Paolo ha raccontato sul suo quaderno la festa della sorella. Non è stato sufficientemente chiaro e completo, perché non ha pianificato il racconto in base alla struttura della narrazione.

1 inizio: parte importante perché precisa il protagonista o i protagonisti, quando e dove si svolge la vicenda. In questo caso anche il tipo di festa. Si può inserire anche una breve descrizione dei preparativi e degli addobbi o altro.

2 svolgimento: arrivo delle persone, consegna dei doni alla festeggiata, giochi, momento della torta...

3 conclusione: i saluti e come si presenta alla fine il luogo della festa.

Riscrivi tu il racconto seguendo le domande guida, con un lessico vario e inserendo descrizioni.

Racconto di Paolo Domande-guida

Mia sorella ha organizzato una grande festa. C’erano anche i palloncini e i barattoli delle bolle di sapone.

C’erano tutte: alcune erano simpatiche e abbiamo parlato e riso insieme. biamo

Sono venuti pure i cugini Gabriele e Chiara con due regali.

Il vento portava bolle dappertutto e le facevamo scoppiare. cevamo

Si sono leccati le dita a mangiare la torta.

Come si chiama la sorella di Paolo? Di quale festa si trattava ? Quando si è tenuta? Dove? Dove erano i palloncini? Per chi o a che cosa servivano le bolle?

“Tutte” chi? (le sue amiche, le compagne di scuola?). Quando sono arrivate? Con le “simpatiche” di che cosa ha parlato?

Gabriele e Chiara che cosa hanno regalato alla festeggiata? Come ha reagito lei?

Quale gioco è stato fatto con le bolle? C’era per tutti un barattolo di bolle? È stato un dono della sorella di Paolo per gli invitati?

Chi aveva preparato la torta? Com’era? Breve descrizione della torta.

2. Poi rileggi attentamente il tuo racconto per controllare bene l’ortografia, la punteggiatura, la concordanza, il tempo dei verbi ed elimina le ripetizioni.

Raccontare dall’inizio

1. Un modo per inventare storie è quello di lasciarsi ispirare da un incipit, da un inizio di un libro o di un racconto. Scegli l’incipit che ti piace di più e continua la storia sul quaderno.

C’era una volta una gomma per cancellare incline al contorsionismo. Gemma, così si chiamava la gomma, era nata in una mattina di marzo, dal taglio di una lastra di gomma sintetica, insieme a molte altre sorelle gemelle. Dopo essere stata confezionata, si ritrovò nel magazzino di un negozio, in compagnia di molte altre sorelle...

da N. Berlini, I racconti del calamaio, Editing

A Stranalandia c’è un albero talmente alto che non lo si può misurare, perché la cima si perde tra le nuvole. Anzi, non si è nemmeno sicuri se la sua chioma sia di foglie o di nuvole.

Dall’albero cade un enorme frutto giallo, il “bombero”. Ogni frutto è deliziosamente fresco anche d’estate, perché lassù dov’è attaccato c’è evidentemente una temperatura da frigorifero.

Alcuni frutti cadono a terra spiaccicandosi ed è consigliabile non prenderli in testa. Altri, invece, misteriosamente arrivano giù con il paracadute (una grossa foglia che ne frena la caduta).

Questo fece avanzare a Lupus la tesi che sulla cima dell’albero-nuvola ci siano degli abitanti. Osvaldo riferì che parecchie volte aveva visto scendere dalla cima dell’albero nuvola aeroplanini di carta, ma non si riuscì mai a trovarne uno... da S. Benni, Stranalandia, Feltrinelli

A Xavier piacevano molto i libri di avventura e sognava di diventare un grande avventuriero. Andare a scuola e obbedire ai genitori era una tale noia! Faceva sempre cose pericolose, come salire sul tetto della sua casa di campagna o mettere insieme un bel mucchio di petardi per provocare una grossa esplosione. Una volta chiese a Babbo Natale di portargli un mappamondo e passava ore e ore a farlo girare e a osservare tutti i continenti e i mari... da M. Domènech e E. Estivill, Racconti da leggere prima di andare a dormire, Feltrinelli

Continuo la storia

1. Leggi l’inizio del racconto poi continualo tu con lo svolgimento e la conclusione. Aiutati con il disegno e con le domande guida.

COLAZIONE, DI SABATO

Paola sorbisce con calma il caffelatte.

La domenica non c’è da correre a scuola, per fortuna, quindi può prendersela un po’ più comoda. Allunga le gambe fino alla sedia che c’è di fianco e ci appoggia sopra i piedi. Ah, quanto è bello starsene così! Intanto la mamma ha già finito da un pezzo e, come al solito, le va sparecchiando la tavola sotto il naso. Questo è tipico della mamma: non vede l’ora di rimettere in ordine in cucina. Paola, dal canto suo, fa apposta a tirare in lungo. È una specie di sfida tra loro due, che si gioca a tavola nei fine settimana.

Quella mattina Paola ha un’idea... Osserva il disegno e immagina che cosa combina Paola... Come reagirà la mamma? Si arrabbierà o accetterà lo scherzo? Come si conclude la vicenda?

S celgo il finale

IL FINALE DI UNA STORIA PUÒ ESSERE:

• una lieta conclusione come quelle delle fiabe, per cui alla fine tutto si sistema e i personaggi sono felici e contenti.

• un finale commentato quando chi scrive inserisce un commento per far conoscere il proprio punto di vista a chi legge.

• un finale con domanda quando la storia a storia termina con una domanda a chi legge, stimolando una sua riflessione.

• un finale aperto quando la storia non ha una conclusione certa, non si sa come andrà a finire; chi legge è costretto a immaginare un finale.

• un finale figurato se la conclusione è scritta usando metafore, similitudini, paragoni, parole quasi poetiche. È senza dubbio il finale più difficile da scrivere.

1. Leggi la storia e scegli uno dei finali proposti.

Il contadino Piero, mentre andava nel suo frutteto per raccogliere le mele, vide tra le foglie delle macchie di diversi colori: blu, giallo, rosa, viola... Giunto vicino alla pianta, il mistero diventò chiaro: dai rami penzolavano, in bell’ordine, dondolando al fresco vento, centinaia di pantofole.

“A chi sarà venuto in mente di attaccare tante pantofole alla mia pianta?” si domandò Piero. Salì sulla pianta e si accorse che le pantofole erano attaccate ai rami per mezzo di un gambo sottile: insomma, che le pantofole erano cresciute sulla pianta al posto delle mele. Piero non credeva ai propri occhi. Si pizzicò forte una gamba per sentire se era sveglio. Non c’era dubbio, non stava sognando.

G. Rodari

Finale 1: la lieta conclusione

Così, per merito della piantagione di alberi delle pantofole, il contadino visse felice e contento e si arricchì.

Finale 2: il finale commentato

Il contadino aveva raggiunto il suo obiettivo, finalmente! Però, che fatica!

Finale 4: il finale aperto

Il contadino aveva capito che la pianta delle pantofole poteva diventare la sua fortuna... ma questa è un’altra storia.

Finale 3: il finale con domanda

Finalmente il contadino aveva capito come era nata la pianta delle pantofole. Se l’era proprio meritato, non vi pare?

Finale 5: il finale figurato

Il contadino si sentiva felice. Il cielo stellato sembrò illuminarsi di miriadi di fuochi d’artificio... che avevano la forma di pantofole colorate.

Cambio il finale

1. Leggi il testo, poi rielabora un finale diverso.

ESTATE AL CASTELLO

Quell’estate trascorsi le vacanze in un castello, un castello vero e proprio: con tanto di torre e sotterranei. Era stata la mia amica Ippolita a invitarmi e io non me lo feci ripetere due volte, perché la nostra fissazione era quella di esplorare luoghi misteriosi, alla ricerca di tesori nascosti.

Il nostro passatempo preferito, una volta giunte là, fu l’esplorazione di tutti gli ambienti, anche perché Ippolita conosceva tutti i posti. Si sentiva venire dal basso un freddino da catacomba. Trovavo che la cosa cominciava ad essere assai emozionante.

La prima cantina, però, fu una delusione. C’erano solo bottiglie e damigiane, insomma le cose normali di tutte le cantine. La seconda, che era più sottoterra, prometteva molto meglio. Odore di umidità e di muffa; un finestrino con le sbarre e tante ragnatele, come io avevo immaginato che dovessero essercene nei sotterranei. E c’era persino una botola nel pavimento, che, a dare retta ai romanzi, era la cosa più promettente di tutte.

– Che cosa dici: ci sarà, un ripostiglio? – le chiesi.

– Probabile – disse Ippolita.

– Proviamo a vedere? Chissà che non ci sia un tesoro!

Ma la botola era troppo pesante per noi e, per quanti sforzi facessimo, non si mosse di un millimetro. Ci toccò piantare lì, tutte sudate e nere di polvere.

– Che rabbia! Così non possiamo saperlo, se c’è o no! Mah, sai, io non ci credo mica tanto a queste storie di tesori nascosti.

– Bè, nemmeno io, però sarebbe il posto adatto o, magari, c’è un passaggio segreto... da B. Solinas Donghi, Quell’estate al castello, Edizioni

Continua così:

Sebbene la botola fosse troppo pesante

Chi narra?

1. Leggi il testo raccontato in prima persona, poi riscrivilo in terza persona, facendolo raccontare da un compagno di classe. Chiama “Sara” la protagonista che ha narrato e... attenzione, le modifiche da fare sono tante!

L’INTERVALLO

L’intervallo è una vera noia per me, francamente non vedo l’ora che finisca. Il fatto è che la mia classe è troppo agitata. Alcuni maschi si mettono subito a fare la lotta, un gruppo gioca a calcio appallottolando un pezzo di carta. Un altro gruppo sta invece sempre ad architettare scherzi sciocchi.

L’unica un po’ diversa è la Franci. Peccato che sia tanto timida: parla poco, sta sempre in un cantuccio, come se avesse paura di qualcosa. Per questo nessuno sa quanto è in gamba, quanto può essere simpatica e divertente, proprio una grande amica. Nessuno tranne me naturalmente, che invece la conosco bene.

Anche alla Franci non piace l’intervallo, ma per un altro motivo: lei non sopporta la confusione. Io lo so e cerco sempre di distrarla.

– Ehi, Franci – dico – ce l’hai la merenda?

– No!

– Ne vuoi un po’ della mia?

Senza aspettare la risposta le offro la metà del mio panino e intanto esco con lei in cortile, tenendole un braccio sulla spalla. Cosa farebbe la Franci senza di me?

da A. Lavatelli, Paola non è matta, Piemme

Baci di carta

1. Leggi con attenzione questo racconto realistico in modo da memorizzare i nomi dei protagonisti, i fatti narrati e il loro ordine cronologico.

Prima di partire la mamma mi ha promesso che avrebbe nascosto dei baci sotto il mio cuscino. Così la sera mi sarebbe bastato chiudere gli occhi per sentire i suoi baci posarsi su di me. Come se lei fosse stata qui ad augurarmi la buonanotte.

Ma, di sera, io non riuscivo a chiudere gli occhi. Il mio cuscino era freddo e non aveva il sapore dei baci della mamma. Clara, che resta con noi quando la mamma è lontana, diceva di non sapere niente di questa faccenda dei baci.

– Ih Ih, i baci li ho io – si è intromesso mio fratello, che fingeva di dormire.

Sono saltata in piedi urlando: – Ladro, ridammeli!

Il giorno dopo con l’aiuto di Clara ho spedito una lettera via fax alla mamma spiegandole che cosa era successo. La risposta non si è fatta attendere: la mamma ci annunciava una sorpresa per l’indomani, qualcosa che non si poteva inviare per fax.

Di buon mattino abbiamo aspettato l’arrivo del postino. Aveva un grande pacco pieno di coriandoli blu e rosa. Su ogni coriandolo, spiegava la mamma, c’era un bacio. E precisava: “I blu sono per Cosetta, i rosa per Gianni”. Io ho messo al sicuro i miei baci sotto il cuscino e Gianni ha fatto altrettanto. Ma poco dopo lui pretendeva i miei baci; diceva che i baci rosa sono per le femmine e che la mamma e il negoziante dovevano essersi sbagliati. Clara è accorsa. Quando ha aperto la porta, la corrente d’aria ha mescolato tutti i nostri baci...

da S. Schmitzberger, 100 storie meravigliose, Fabbri

2. Ora, sul quaderno racconta gli stessi fatti, rielaborando i contenuti in tre brevi pagine di diario. Nel testo la spaziatura ti indica quali sono i contenuti per ogni pagina.

Puoi assumere il ruolo della sorella o del fratello e arricchire il tuo elaborato con frasi che esprimono sentimenti e pensieri tuoi.

Il discorso diretto nei fumetti

1. Nei fumetti mancano i dialoghi: scrivili tu al posto giusto.

• Ehi, Leccamuffo!

• Vuoi ascoltarmi, sì o no?

• Che cosa vuoi, Bellocchio?

• Ahi! Che botta!

• Ohi... ohi... Non potevi dirmelo prima?

• Che cosa c’è? Non vedi che sto lavorando?

• Sempre se farai in tempo!

• Volevo solo avvisarti che ti eri messo a cavalcioni dalla parte sbagliata del ramo.

• Prima fammi finire il lavoro, poi ti ascolterò.

• Ohohoh...

• Vedo, vedo, perciò volevo dirti che. to.

2. Ora trasforma il fumetto in un breve racconto. Per farlo, dovrai trasformare il discorso diretto in discorso indiretto.

3. A questo punto controlla i verbi che hai usato: se ci sono troppi “ha detto”, “dice”, “risponde” cerca di sostituirli: ecco un elenco di verbi che puoi utilizzare.

affermare • esclamare • chiedere • domandare • proporre • aggiungere sostenere • sussurrare • urlare • ribadire • concludere • continuare precisare • ripetere • accennare • interrogare

4. Quali altri verbi si potrebbero utilizzare?

Tante idee per raccontare

1. Osserva le immagini e leggi le battute dei personaggi. Scegli una situzione e progetta il testo sul quaderno come ti è stato consigliato, cioè raccogli le idee, pianifica il testo poi scrivi.

– Che rovinosa caduta! È stata tutta colpa di quel gattino!

– Che disastro! A causa del telefono la mamma ha dimenticato il rubinetto aperto e... perto

– La devo assolutamente trovare! È la mia spilla preferita, me l’ha regalata...

– Che tuoni! Che lampi! Ho paura!!! Che faccio, corro in camera da...

Una pagina di diario

1. Leggi il racconto, immagina che la vicenda narrata sia accaduta a te e raccontala in una pagina di diario.

Zia Clotilde afferrò l’annaffiatoio e, con passo da parata, corse in giardino dove i fiori, alla luce di un lampione, sfavillavano con mille colori accesi.

La seguii. Era intenta a ripulire le aiuole quando vide una foglia verde scuro che si muoveva; allungò la mano e la raccolse... Non l’avesse mai fatto!

Mandò un urlo che fece tremare il cielo e mise in subbuglio l’intero vicinato.

L’incosciente zia Clotilde aveva stretto nella mano una cosa viscida, umida, molle e vischiosa, con due grossi occhi rotondi che mandò un buffissimo Cra!... cra!... cra! non appena si sentì strozzare dalle sue dita ossute.

L’incauta donna aprì la mano, scaraventò lontano la rana impaurita, poi cominciò a respirare affannosamente, mentre il cuore pareva che le uscisse dal petto. Infine cadde a terra, stralunò gli occhi e rimase immobile.

Tutte le persone del vicinato accorsero e invasero il giardino.

La povera zia Clotilde si riprese lentamente. Quando rientrò in casa, portava sul viso i segni dello spavento: il colorito era verdognolo; chiazze giallastre erano comparse sotto gli occhi; e sul collo, avvizzito, germogliavano come papaveri tante macchie rosse. Era diventata più brutta della rana che aveva appena afferrato.

da R. Dattolico, Accidenti, che estate!, Raffaello

Lettera personale

1. Scrivi una lettera: immagina di scrivere a una persona a te cara che vive lontano per ringraziarla del regalo che ti ha inviato in occasione del tuo compleanno. Rispetta la struttura della lettera.

Luogo e data
Messaggio
Formula di chiusura
Post Scriptum Cara Formula di apertura Firma

Parole per descrivere con la vista

1. Quando si deve descrivere qualcosa o qualcuno è importante trovare le parole giuste. Completa gli schemi seguenti con altre parole che ti vengono in mente. Potrai consultarli quando vorrai, per migliorare le tue capacità di descrizione.

A proposito di forme:

Verbi:

arrotondare, delineare, disegnare, tracciare, tratteggiare, completare, regolarizzare, chiudere, colorare, riempire, definire,

Verbi:

A proposito di colori:

arrossire, dorare, impallidire, intensificare, luccicare, opacizzare, sfumare, stingere, vivacizzare, schiarire, rendere brillanti,

Nomi:

cerchio, quadrato, rettangolo, triangolo, poligono, esagono, pentagono, rombo, romboide, cubo, sfera, parallelepipedo, prisma,

Nomi:

arancio, arancione, azzurro, bianco, blu, celeste, ceruleo, indaco, giallo, giallognolo, nero, rosso, rossiccio, scarlatto, turchino, verde, verde oliva, verde pisello, vermiglio, viola, violetto, grigio, rosa, porpora, ......... ..........................................................

Aggettivi:

chiusa, aperta, regolare, irregolare, piena. vuota, colorata, solida, piana, semplice, complessa arrotondata, spigolosa, squadrata,

Aggettivi: argenteo, debole, dorato, intenso, lucido, opaco, pallido, scialbo, sfumato, sgargiante, solare, spento, tenue, vivace, forte,

A proposito di luci:

Verbi:

abbagliare, accecare, colpire, diffondersi, filtrare, folgorare, guizzare, illuminare, invadere, luccicare, mandare, penetrare, piovere, rabbuiare, riflettere, rischiarare, riverberare, schiarire, scintillare, scomparire, scurire, splendere, ..........................................................

Nomi: albore, bagliore, barlume, buio, chiarore, fascio, fulgore, lampo, luccichio, luce, ombra, penombra, raggio, riverbero, riflesso, scintillio, scintilla, scuro, splendore, sprazzo, tenebre,

Aggettivi: abbagliante, accecante, diffuso, fosforescente, fulgido, guizzante, improvviso, luccicante, luminoso, penetrante, pesto, rifrangente, scintillante, sfolgorante, splendente, tenue, .............

Parole per descrivere con il tatto e con l’udito

1. Scrivi una frase per ogni verbo riguardante il tatto.

• Toccare:

• Tastare: ............................................................................................................................... ..........................................................

• Sfiorare: ............................................................................................................................... ..........................................................

• Sentire:

• Percepire: ............................................................................................................................... .....................................................

• Accarezzare:

• Premere:

• Maneggiare: ............................................................................................................................... ................................................

• Lisciare:

• Massaggiare:

• Stringere: ............................................................................................................................... ......................................................

• Stropicciare:

• Pizzicare: ............................................................................................................................... .......................................................

• Picchiettare:

• Grattare:

2. Sottolinea con colori uguali i nomi che hanno significato simile, diversi solo per lievi sfumature.

vocio • chiacchiericcio • cicaleccio • brusio • borbottio • brontolio • bisbiglio • sussurro lamento • sospiro • gemito • pianto • riso • risata • vagito • urlo • strillo • strepito baccano • chiasso • confusione • fracasso • tumulto • baraonda • gazzarra

3. Per ogni aggettivo, scrivi il nome di una persona che ti sembra abbia quel tipo di voce. Quando non ti viene in mente nessuno, salta l’aggettivo.

• Voce chiara: .....................................................................

• Voce dolce:

• Voce squillante:

• Voce armoniosa: ...........................................................

• Voce carezzevole:

• Voce melodiosa:

• Voce timorosa: ...............................................................

• Voce debole:

• Voce forte: ........................................................................

• Voce robusta: ..................................................................

• Voce tonante:

• Voce autoritaria:

• Voce severa: ....................................................................

• Voce seria:

• Voce stridente:

• Voce metallica: ..............................................................

• Voce impastata:

• Voce sguaiata: ................................................................

Parole per descrivere con l’olfatto

1. Per ogni elemento raffigurato, associa l’odore che pensi più adatto a giudicare dal tuo... naso.

Buono Acuto Gradevole

Delicato

fragrante

Balsamico

intenso

Cattivo Squisito

Nauseabondo

Disgustoso forte

Sgradevole

Ripugnante aromatico

Fetido

Rivoltante inebriante

Greve invitante

Stagnante stuzzicante

Aspro prelibato

Parole per descrivere con il gusto

1. Immagina di preparare menù diversi per palati diversi: completa i tuoi menù con tanti sapori.

Menu classico

• Antipasto stuzzicante:

• Primo gustoso:

• Secondo delizioso:

...............................................................................................

• Contorno squisito: ...............................................................................................

• Dolce prelibato:

Menu dolcezza

• Antipasto dolce:

• Primo zuccherino: ...............................................................................................

• Secondo mielato:

• Contorno fruttato:

• Dolce succulento:

Menu delicato

• Antipasto morbido: ...............................................................................................

• Primo amabile:

• Secondo gradevole:

• Contorno piacevole:

• Dolce soave:

...............................................................................................

Menu eroi

• Antipasto nauseabondo: ...............................................................................................

• Primo ripugnante:

• Secondo stomachevole:

• Contorno rancido:

• Dolce amaro: ...............................................................................................

Un senso alla volta

1. Descrivi i cinque elementi sotto con un solo senso alla volta. Decidi tu quale descrivere con la sola vista, quale con il solo tatto e così via.

Descrivo il mio luogo preferito

1. Descrivi il tuo luogo preferito seguendo la scaletta sulla sinistra.

Scaletta

• Qual è?

• Dove si trova?

• Com’è? Descrivo: - con la vista dimensioni, colori... - con l’udito suoni, rumori, silenzio - con l’olfatto odori... - con il tatto superfici, temperatura...

• Con chi ci vado?

• Quando ci vado?

• Perché mi piace?

• Quali sentimenti provo quando sono lì?

Neve

La neve possiede cinque caratteristiche principali. È bianca. Congela la natura e la protegge. Si trasforma continuamente. È sdrucciolevole. Si muta in acqua.

Quando ne parlò al padre, questi vi trovò solo aspetti negativi, come se la strana passione del figlio per la neve gli rendesse l’inverno ancor più ostile: – È bianca: pertanto è invisibile e non merita di essere. Congela la natura e la protegge: la superba, chi si crede d’essere per pretendere di rendere statua il mondo? Si trasforma continuamente: pertanto è infida. È sdrucciolevole: chi mai può provare piacere a cadere sulla neve? Si muta in acqua: lo fa per meglio inondarci durante il disgelo. Yuko, invece, nella neve vedeva cinque caratteristiche diverse che appagavano il suo talento artistico: – È bianca. Dunque è una poesia. Una poesia di una grande purezza. Congela la natura e la protegge. Dunque è una vernice. La più delicata vernice dell’inverno. Si trasforma continuamente. Dunque è una calligrafia. Ci sono diecimila modi per scrivere la parola neve. È sdrucciolevole. Dunque è una danza. Sulla neve ogni persona può credersi funambolo. Si muta in acqua. Dunque è una musica. In primavera trasforma fiumi e torrenti in sinfonie di note bianche.

– Per te è dunque tutto questo? – chiese il padre.

– E ben altro ancora – risponse Yuko.

da M. Fermine, Neve, Bompiani

1. Nel brano la neve è descritta in tre modi diversi: dal narratore, dal padre e da Yuko. Completa lo schema per paragonare i tre punti di vista.

Il narratore

Il padre Yuko

La neve è bianca È invisibile È una poesia

Congela la natura ................................................................. ................................................................. È infida È una danza

Si muta in acqua .................................................................

2. Sottolinea nel testo le metafore che utilizza Yuko per descrivere la neve.

3. Prova tu ora a descrivere la neve sul quaderno: puoi usare gli aggettivi e le metafore che hai incontrato nel testo, poi inventane altre.

Descrivo un oggetto

1. Leggi i due testi descrittivi. Per ciascuno ricopia sul quaderno lo schema corrispondente e completalo con le informazioni richieste.

IL BAULETTO

Il bauletto è una semplice, piccola cassa, col coperchio a cofano rotondo. È legato da cornici di legno, dipinte di giallo, ma è anche di ferro, con borchie e serrature ormai arrugginite.

Sotto queste cornici, è rivestito esternamente da una tela che un tempo doveva essere tra il grigio e il marrone e adesso è soltanto nerofumo, sporca.

Internamente è tappezzato da una leggiadra e stinta carta a fiori, una qualsiasi carta da parati, di tono azzurrino pallido che manda un gradevole odore di tabacco, di polvere chiusa e di lavanda secca.

di A. Barolini

La barca era lunga circa due metri e di forma quasi circolare. All’interno era dipinta di verde e di bianco, mentre i suoi fianchi rotondi erano elegantemente verniciati a strisce bianche, nere e di un vivido arancione; un niciati accostamento di colori che io trovavo non solo molto artistico, ma anche molto allegro. che Un lungo e levigato palo di cipresso faceva da albero maestro. Sul fianco, a lettere di so faceva da Sul vernice nera, era scritto il suo nome: “Optima”. tima”.

Ormeggiata in fondo al pontile, ondeggiava in tutta la sua magnificenza, con l’aria di un gatto senza coda, eccezionalmente sgargiante e mastodontico. giante

di G. Durrell

Che cosa è?

Dimensione

Materiali

Rivestimento esterno

Rivestimento interno

Dati sensoriali

Lunghezza

Forma Colori

Dati sensoriali

A che cosa è paragonato

2. Scegli un oggetto che si trova in casa e descrivilo seguendo le indicazioni presenti negli schemi dell’esercizio precedente.

BAULETTO BARCA

Descrivo un animale (1)

1. Leggi il testo, poi continua tu con:

• una descrizione del gattino miagolante;

• il racconto del legame che nasce fra l’animale e la signora sola.

Daniele non sapeva che cosa fare del micino smarrito che portava in tasca. Non poteva portarlo a casa e non poteva lasciarlo fuori al freddo. Decise di andare a consultare la signora Alistari che lo vide arrivare dalla finestra e lo salutò da lontano:

– Ciao, Daniele! Guarda per favore nella cassetta delle lettere se c’è qualche cosa per me – fece una pausa e continuò un poco triste – Non ci sarà nulla, naturalmente. Non ho parenti né conoscenti, non ho bambini. Avessi almeno qualche bestiola che mi facesse compagnia...

Daniele corse a guardare nella cassetta delle lettere, che, naturalmente, era vuota, l’aprì e ci mise il gattino.

– C’è qualcosa, signora Alistari! – gridò Daniele – Vuole che gliela porti su?

– No, grazie – rispose la vecchia signora – scenderò a prenderla io stessa. Daniele le fece cenno di saluto e tornò a casa a cuor leggero.

La signora Alistari camminò per il vialetto fino alla cassetta delle lettere. Aveva sulle labbra un allegro sorriso al pensiero che qualche cosa l’attendeva nella cassetta; ma questo sorriso non era nulla a confronto di quello raggiante che le illuminò il volto alla vista del gattino miagolante.

da K. Jackson, 365 storie, Mondadori

Descrivo un animale (2)

1. Leggi la descrizione oggettiva e molto dettagliata di uno Yorkshire terrier, poi sottolinea di rosso gli elementi che reputi utili alla descrizione di questo cane in un racconto, di giallo quelli che si possono tralasciare.

Lo Yorkshire terrier è un cane da compagnia, di piccola taglia, che prende il nome dall’omonima contea inglese dove nacquero i primi allevamenti.

È un cane a pelo lungo: il pelo ricade perfettamente diritto lungo i lati del corpo e in modo uguale da ciascuna parte, diviso da una scriminatura che va dal tartufo alla punta della coda. Il suo corpo è molto compatto, dalle linee nette, con un portamento eretto che gli dà un’aria importante. Nel suo insieme dà l’impressione di un corpo vigoroso e ben proporzionato. È un terrier da compagnia attivo e intelligente Ama i divani e le comodità, le coccole e la compagnia. È un cane sicuramente docile e si abitua alla vita in famiglia, per questo ama ogni membro di essa, ma nello stesso tempo può essere leggermente aggressivo con altra gente. È una razza che va d’accordo anche con altre specie domestiche (per esempio i gatti).

Temperamento: dotato di grande vitalità, brioso, vispo e allegro, nonché molto giocherellone, è di buona compagnia. Tende ad abbaiare in presenza di sconosciuti.

Testa: piuttosto piccola e piatta, con cranio non troppo prominente e arrotondato, muso non troppo lungo, tartufo nero.

Occhi: di media dimensione, scuri, scintillanti; esprimono una viva intelligenza; sono posti in modo da guardare diritto in avanti. Non sono sporgenti. Le rime palpebrali sono scure.

Orecchie: piccole, a forma di V, portate erette, non troppo distanti l’una dall’altra; coperte da un pelo corto; il loro colore è di un rossiccio sostenuto e intenso.

Bocca: dentatura con chiusura a forbice perfetta, regolare e completa, cioè gli incisivi superiori coprono gli inferiori in uno stretto contatto e sono impiantati ben in squadra in rapporto alle mascelle. I denti sono ben disposti.

Collo: di buona estensione ed elegante.

Arti anteriori: spalla obliqua; arti anteriori diritti, ben coperti di un pelo rossiccio-dorato intenso che si presenta un pochino più chiaro all’estremità rispetto alla radice e che non si estende oltre il gomito.

Tronco: compatto, con costole un po’ arcuate, buone reni. La linea dorsale è diritta.

Arti posteriori: visti da dietro, gli arti posteriori sono perfettamente diritti, con le articolazioni coxo-femorali moderatamente flesse. Essi sono ben coperti di pelo rossiccio-dorato intenso, che è di qualche tono più chiaro all’estremità rispetto alla radice e che non si estende alla grassella.

Piedi: rotondi; le unghie sono nere.

Coda: coperta di pelo abbondante, di un blu più scuro che sul resto del corpo, soprattutto sulla punta. La coda è portata un po’ più alta della linea del dorso.

Andatura-Movimento: andatura sciolta, con buona propulsione; movimenti anteriori e posteriori paralleli e linea superiore mantenuta ben diritta.

Pelo: sul corpo il pelo è di lunghezza moderata, perfettamente diritto (e non ondulato), lucente, di tessitura fine e setosa, e non lanoso. Sulla testa il pelo è lungo, di un colore rossiccio-dorato intenso, più sostenuto ai lati della testa, alla base delle orecchie e sul muso, dove il pelo è anche molto lungo. Il colore rossiccio intenso della testa non deve estendersi sul collo. Nessun pelo scuro o carbonato deve mischiarsi al pelo rossiccio.

Colore: blu acciaio scuro (non blu argentato) che si estende dall’occipite all’attaccatura della coda, mai mescolato a peli rossicci, scuri, o color bronzo.

Sul petto il pelo è di un rossiccio intenso e brillante. Tutti i peli rossicci sono più scuri alla radice rispetto alla loro metà e diventano ancora più chiari all’estremità.

Peso: fino a 3,1 kg.

2. Scrivi ora la tua descrizione dello Yorkshire terrier in dieci righe.

Analisi di una descrizione

1. Leggi con attenzione e completa lo schema.

E la neve cadeva in linee leggermente oblique, eguali, incessanti, silenziose, su uno sfondo vaporoso e candido.

Ora le falde erano lunghe e sottili, simili a petali di crisantemi e di margherite, a peluria delicatissima di candidi uccelli e si ammucchiavano sulle rocce, sul terreno, sulle piante.

Ogni foglia riceveva la neve come una piccola mano, aperta verso il cielo, e si copriva e si allargava, si marmorizzava e assumeva informi contorni che si fondevano con i contorni di altre foglie; ogni fuscello si ingrossava lentamente e si trasformava in una verga di alabastro.

E sui cespugli e sulle rupi si stendevano drappi di velluto candido, sull’edera fili irregolari di madreperla, sul terreno strati di piume di cigno.

da G. Deledda

Una persona sta osservando una nevicata e lo sguardo si muove :

inquadra in primo piano la neve che scende

con un movimento:

• uguale • obliquo

si sposta sullo sfondo

si sofferma sul dettaglio dei fiocchi (le falde)

candido

(erano):

lunghe

2. Completa lo schema di ogni elemento su cui si posa la neve.

Ogni foglia

Ogni fuscello

3. Individua e sottolinea nel testo le similitudini e metafore usate per descrivere la neve o gli elementi su cui si posa. Poi completa la tabella dove è possibile.

simili a petali

4. Prova tu ora a descrivere un temporale: muovi il tuo sguardo prima sullo sfondo poi soffermati su un dettaglio sul paesaggio bagnato dalla pioggia.

Poesie per descrivere

1. Leggi la filastrocca, prima mentalmente, poi a voce alta. Prova a scrivere tu una filastrocca parlando della tua camera.

LA MIA CAMERA

Nella mia camera tutto è speciale: sembra la festa di Carnevale. Lecca lecca col bastoncino, qualche morbido torroncino, liquirizie arrotolate, caramelle sui vetri incollate. In ogni angolo molto colore

dentro ogni carta molto sapore da C. Albaut

Nella mia camera tutto è .....................................................

sembra

2. Disegna le due camere così come sono descritte nelle filastrocche.

Le similitudini

1. Completa le similitudini.

• L’autunno è ............................................................... come ...............................................................................................

• L’inverno è come

• La primavera è come

• L’estate è come

2. Osserva le immagini e completa le similitudini.

Il cappello volteggia nel vento come una foglia. ..............................................................................................

Le metafore

1. Osserva l’esempio, poi continua tu a scrivere le metafore.

• Carletto è furbo come una volpe. ........................................................................................

• Marina è veloce come un fulmine.

• Loro sono sciocchi come degli allocchi.

Carletto è una volpe.

• Desirè è lenta come una lumaca. ........................................................................................

2. Associa le caratteristiche con gli animali, poi scrivi le metafore.

Mulo

Coniglio

Maiale

Orso

Leone

Scricciolo

Acciuga

Pecora

Formica

Farfalla

Rospo

Serpente

Docile

Testardo

Scontroso

Sporco

Magro

Forte

Gracile

Pauroso

Ingenuo

Malvagio

Leggero

Brutto

Pollo Laborioso

Scrivo filastrocche (1)

1. Leggi la filastrocca, poi scrivine un’altra mantenendo la rima baciata e lo stesso numero di versi. Aiutati con i suggerimenti dati.

LA BOTTEGA INCANTATA

Hanno aperto una bottega una fata, un mago, una strega

Vendono zucchero salato, un pesce che nuota sul prato, ochette intelligenti, coccodrilli senza denti un topino acchiappagatti, una lumaca che corre a scatti,

una lepre che va piano, un millepiedi con una mano, una formica che canta su un pino e una cicala che porta un granino Se è così matta quella bottega di chi è la colpa? Ma della strega. da L. Martini, Filastrocche a Drocchinella, Giunti

2. Se il secondo verso terminasse con la parola “mago” o con la parola “fata”, che cosa realizzerebbero? Leggi gli inizi, poi continua tu.

1 Hanno fatto un bel lago una fata, una strega e un mago.

C’è dentro un vecchio coccodrillo che gioca con un

2 Hanno organizzato una sfilata un mago, una strega e una fata.

Scrivo filastrocche (2)

1. Inventa le tue filastrocche.

BOCCA fa rima con: filastrocca, trabocca, tocca, abbocca, brocca, rocca, albicocca, cocca... Ora continua tu!

CALDA fa rima con: riscalda, scalda, falda, Mafalda, spavalda... Ora continua tu

Acqua in bocca Acqua in bocca

Scoprire l'acqua calda

Scoprire l'acqua calda

Poesie per parlare di sé (1)

1. Scrivi la tua filastrocca dei desideri, seguendo lo schema della poesia seguente.

FILASTROCCA DEI DESIDERI

Voglio l’erba sulla pelle

Voglio correre nei venti

E lo zucchero di stelle

Voglio romperlo tra i denti

Voglio far le mie domande

Ad un albero, ad un fiume

Voglio diventare grande

Senza perdere le piume

Voglio i nomi ed i cognomi

Delle cose che non so

Voglio due cugini gnomi

Voglio quello che già ho

Voglio il sole di domani

Con le lucciole di ieri

Voglio qua, sopra le mani

Desideri, desideri!

da Melevisione

Voglio

Voglio

Voglio

Voglio

Voglio

Voglio

Voglio

Voglio

Voglio

Voglio

Desideri, desideri!

2. E tu con che cosa giochi? Scrivi la tua filastrocca per raccontarlo.

FILASTROCCA DEI LIBERI GIOCHI

Io gioco con giocattoli

belli, preziosi e strani se non ci sono quelli

gioco con le mie mani

gioco con legno e sassi

gioco con ombra e sole se non ci sono quelli

gioco con le parole

gioco con i miei passi

gioco con ciò che c’è:

nessuno ha più giocattoli di me.

da Tognolini

Io gioco con Se non ci sono quelli

non ci sono quelli

Nessuno ha più giocattoli di me.

Poesie per parlare di sé (2)

1. Ecco brevi poesie di bambini e bambine della tua età. Prova anche tu a scrivere sul quaderno una poesia sui tuoi sogni, sui tuoi sentimenti, senza preoccuparti né delle rime, né della lunghezza dei versi.

VORREI giornate di sole, profumate di viole.

VORREI un amico sincero, un amico vero.

VORREI la pace nel mondo, e popoli in girotondo e VORREI sorrisi sul viso di ogni bambino.

Nessuno sa che da piccolo avevo paura del buio della notte, nessuno sa che adesso ho paura dei temporali, nessuno sa che mi piace al mattino stare un po’ nel lettone, nessuno sa che sto volentieri abbracciato al mio gattone.

Nessuno sa che vorrei i capelli biondi, nessuno sa che vorrei essere più alto, nessuno sa che vorrei piacere a te, nessuno sa che ti sogno ogni notte, nessuno sa che corro ogni sera, nessuno sa che vorrei diventare un campione, nessuno sa che lo vorrei solo per avere un sorriso da te.

Regole per salvare il bosco

1. Leggi i fumetti, poi riscrivi a fianco la storia usando il discorso indiretto.

2. Quali sono, in sintesi, le regole a cui attenersi per evitare un incendio nel bosco? Elencale:

Dal testo alle sequenze

1. Leggi con attenzione il testo: è già diviso in sequenze. Dai a ciascuna un titolo che ne esprima il contenuto.

SORPRESA

Ero un tranquillo figlio unico.

Un bel giorno mi dicono che avrò un fratellino, che lo fanno per me, perché non diventi il classico figlio unico viziato e soffocato. Sì, ma il mio parere mica me l’hanno chiesto!

Comunque, va bene: prendiamoci questo fratellino!

Una sera la mamma torna a casa e ci dice:

– Volete ridere?

Io le dico:

– Non arriva più il fratellino?

– No, no, eccome se arriva! Ne arrivano due! – risponde lei.

– Due? In un colpo solo? Ma siamo matti?

Ci ho messo un po’ a riprendermi (anche il papà comunque), ma alla fine ho capito che non potevo farci niente.

Dopo qualche mese, una mattina la mamma è andata in ospedale con una valigia e la sua pancia enorme.

Io ero a casa di nonna Bella, ma volevo la mamma; allora la nonna ha chiamato un taxi e siamo andati all’ospedale.

Giusto in tempo per scoprire che la mamma mi aveva fatto un’altra sorpresa: non avevo due fratellini, avevo due... sorelline!

da C. Montan Colombo, La sera che abbiamo visto le lucciole, Fabbri

2. Ora formula una breve frase per esprimere l’argomento di ogni sequenza.

Sottolineo per riassumere

1. Leggi il testo: nelle prime righe sono già sottolineate le informazioni principali. Continua tu a sottolinearle nel resto del testo.

A CASA DELLA NONNA

Si va dalla nonna Rosetta, nella casa sul lago!

La nonna ha la casa più bella del mondo: bassa e solida come un vecchio gatto accoccolato nell’erba, con i muri di pietra su cui si arrampicano alla rinfusa edera, vite americana, gelsomini e rose. Nel giardino, che è lungo e stretto e va a finire nell’acqua del lago, ci sono la casetta del cane Arsenio con le assi rotte e i chiodi arrugginiti (tanto lui dorme sempre in anticamera su una coperta a righe rosse e verdi) e una specie di orto tutto arruffato

È il posto preferito delle lumache e dei maggiolini. Eppure la nonna riesce a coglierci un’insalata buonissima. Del resto la nonna tira fuori il buono dappertutto. È un tipo speciale.

La nonna non butta via niente, come vorrebbe fare anche Letizia, che stringe i denti quando la mamma, per amore del noiosissimo ordine, straccia i suoi disegni vecchi e annega nella pattumiera una bellissima carta stagnola o una scarpa spaiata della bambola.

La casa della nonna è il “Paese delle meraviglie”: si apre una scatola con su scritto “Biscotti” e ci sono dentro matassine di filo dai colori sgargianti, più una pietra pomice e le istruzioni per l’uso di chissà quale sveglia.

La cucina, piena di pentole ammaccate e stoviglie diverse tra loro, ha il pavimento di mattonelle rosse e una luce speciale, filtrata dalle foglie di edera e gelsomino. È bello stare con la nonna.

Lei non è davvero vecchia, anche se ha i capelli bianchi. I suoi occhi azzurri brillano di una gioia uguale a quella dei bambini. Ogni mattina si pettina davanti a un mobile con le gambe curve e lo specchio.

A Letizia piace stare a osservarla da dietro, le piace quello sguardo azzurro che, rimbalzando nello specchio, stringe anche lei in un cerchio segreto. Quando Letizia corre fuori a giocare, la nonna sorride e le dice: – Ciao cara!

Non aggiunge: – Dove vai? Torna presto. Stai attenta. Mettiti il cappellino...

La sera, abbracciata alla nonna come un koala, Letizia le chiede: – Raccontami qualcosa di quando eri piccola.

Lei ride: – Ma cara, sai queste storie a memoria!

Scuote la testa, ma Letizia è sicura che la accontenterà.

da M. Belardetti, Letizia, 400 anni, 6 mesi, un giorno, Feltrinelli

2. Ora scrivi il riassunto sul quaderno collegando bene fra loro le parti sottolineate.

I nomi

1. Per ogni nome scrivi se è comune o proprio; di persona, di animale o di cosa.

• parrucchiere ............................................................................................................................... ..........................

• albergo

• Appennino

• cerbiatto

• pupazzi ............................................................................................................................... ..........................

• Aurora ............................................................................................................................... ..........................

• Pluto

• felicità

2. Continua l’elenco scrivendo almeno altri tre nomi astratti.

delusione, simpatia, noia, ............................................................................................................................... ......................

3. Per ogni nome indica una X se è femminile (F) o maschile (M) e con una X se è singolare (S) o plurale (P).

• dottoresse F M S P

• architetto F M S P

• zii F M S P

• elefante F M S P

• campionessa F M S P

• magma F M S P

4. Sottolinea in rosso i nomi invariabili (hanno la stesa forma al singolare e al plurale), in verde i nomi di genere comune (hanno la stessa forma al femminile e al maschile). Fai attenzione agli intrusi! re • caffè • nipote • alba • tigre • mamma • film • sport • nipoti • dentista mano • parente • custode • astrologa • città • gru • atleta • tram

5. Sottolinea i nomi collettivi.

gruppo • squadre • fogliame • posate • orchestra • musicisti giocatori • branco • sciame • cucciolate • stormi • astuccio • foglie nidiata • pineta • parenti • equipaggio • canile

6. Continua l’elenco scrivendo almeno altri tre nomi composti.

cartapesta, francobollo, cavatappi, ...............................................................................................................................

Nomi e articoli

1. Per ogni nome indica una X se è primitivo (P), alterato (A) o derivato (D).

• porticina P A D

• portineria P A D

• manubrio P A D

• manacce P A D

• facciata P A D

• faccino P A D

• giochino P A D

• giocoliere P A D

• pulcino P A D

• pulce P A D

• torrone P A D

• torroncino P A D

2. Fai l’analisi grammaticale dei nomi nella tabella.

• fiorellino P A D

• fiorista P A D

• focaccia P A D

• focaccina P A D

• cartoleria P A D

• carta P A D

negozi cassapanca gambero librone api dottoressa allegria stormo mareggiata acquario Alpi

3. Per ogni nome scrivi gli articoli adatti. Metti una X se non puoi completare.

I gradi dell’aggettivo qualificativo

1. Sottolinea gli aggettivi qualificativi.

• Marco ha un fratello e una sorella vivaci e sorridenti.

• Anna trovò un gattino impaurito impigliato in una rete arrugginita.

• Mi hanno regalato una sciarpa rosa e una rosa rossa.

• Le tue matite sono corte e appuntite.

2. Sottolinea l’aggettivo contenuto in ogni frase e indica con una X il suo grado.

comparativo di maggioranza comparativo di minoranza comparativo di uguaglianza superlativo relativo superlativo assoluto

La mia bicicletta è più vecchia della tua.

Il cielo diventò nerissimo.

Tommy è meno curioso di Tea.

Il mio libro di Storia è molto interessante.

Rocky era il gatto più goloso della cucciolata.

Ho cucinato una torta soffice come la tua.

Aggettivi e pronomi (1)

1. Sostituisci la parte sottolineata con il pronome personale adatto, come nell’esempio.

• Io telefonerò a Sara . ...................................................................................................................

• Tu ringrazierai Alan

• Noi parleremo a Stefano

• I mie zii inviteranno noi

• Tu scriverai a Marta e Hanna

• Io porto Marco e Simone al cinema.

Io le telefonerò.

2. Indica con una X se la parola sottolineata è un articolo (A) o un pronome personale (P).

• Abbiamo comperato la ( A P ) focaccia e la ( A P ) abbiamo mangiata al parco.

• Le ( A P ) strade erano coperte di neve, lo ( A P ) spazzaneve le ( A P ) stava liberando lentamente.

• Lo ( A P ) skateboard di Carlos è il più bello di tutti; Carlos lo ( A P ) ha comprato in Brasile.

• Gli ( A P ) scarponi di Ivo erano troppo piccoli, non gli ( A P ) andavano più bene.

3. Sottolinea in rosso gli aggettivi possessivi e in verde i pronomi possessivi.

• Noi abbiamo trascorso la nostra domenica in riva al fiume, voi dove avete passato la vostra?

• Ho messo in valigia il mio libro preferito e i nostri costumi nuovi. Metto anche le mie scarpe da tennis, ma non trovo le tue.

• I disegni altrui mi sembrano sempre più belli dei miei.

• La vostra idea di amicizia forse è un po’ diversa dalla loro.

4. Sottolinea in blu gli aggettivi dimostrativi e in giallo i pronomi dimostrativi.

• Il cameriere ci disse: “Potete usare questo tavolo ma non quello, è già prenotato”.

• Questo libro è più interessante di quello sulle api.

• Possono entrare al cinema solo coloro che hanno il biglietto.

• Quegli scogli laggiù sono sicuramente più pericolosi di questi.

Aggettivi e pronomi (2)

1. Completa ogni frase con l’aggettivo o il pronome adatto, scegliendo nell’elenco. alcuni • altre • pochi • alcune • altri • troppi • parecchie nessuno • alcune • ognuno

aggettivi e pronomi indefiniti

• pagine del libro di Matematica sono più difficili di

• Nella stanza c’era silenzio: ................................... parlava, ................................... bambini disegnavano, leggevano.

• aiuole erano ancora coperte di foglie, solo erano già state pulite.

• Ho mangiato dolci e ora ha mal di pancia.

• Fra ................................... giorni finalmente arriverà la zia, sicuramente porterà un ricordo del suo viaggio a di noi.

aggettivi e pronomi numerali

quattro • prima • doppio • ultima • secondo • sei • uno

• Non mi pace arrivare alle feste per ma neppure per

• ............................... è il ............................... di due.

• Il mio gatto è nato ............................... giorni dopo il tuo.

• È il pacchetto di figurine che mi regalano i nonni; ne vuoi ?

2. Sottolinea in rosso gli aggettivi interrogativi o esclamativi e in blu i pronomi interrogativi o esclamativi.

• Quante stelle, che spettacolo!

• Qual è il tuo nome?

• Che bel video che hai girato!

• Quanto manca al tuo compleanno?

• Che cos’è un rettangolo?

• Quanto pesa il tuo zaino?

• Quanto costa quel pallone?

• Quanti anni hai?

• Che fatica questa salita!

• Quale felpa indosserai oggi?

Il modo indicativo (1)

1. Coniuga il verbo “ascoltare” nei tempi semplici del modo indicativo.

presente imperfetto passato remoto futuro semplice io tu egli noi voi essi ascolti

2. Scrivi il tempo di ogni verbo.

• mangiava

• correrà

• conoscete .......................................................

• suonarono

• guardò

3. Trasforma ogni frase al tempo richiesto.

• provavo

• raccontiamo

• disegnavi .......................................................

• tornerete

• soffiano

• Giacomo guarda il pallone che rimbalza sul prato. imperfetto ............................................................................................................................... ...........................................................................

• Le leonesse si svegliano all’improvviso e si guardano intorno attentamente. passato remoto

• Le pietre rotolarono fino alla strada e la bloccarono. presente

• Mangiamo la pizza e poi andiamo al cinema. f uturo semplice

• Quando arriva il treno, la gente si avvicina in fretta alle porte dei vagoni. passato remoto

Il modo indicativo (2)

1. Coniuga il verbo “cenare” nei tempi composti del modo indicativo.

passato prossimo

avevamo cenato

ebbi cenato

trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore io tu egli noi voi essi hai cenato

2. Scrivi il tempo di ogni verbo.

• aveva guardato

• avrò mangiato ...............................................

• hai conosciuto

• ebbero amato

• avevano letto

avremo cenato

• avremo visto

• abbiamo detto ...............................................

• fu arrivato

• sarete tornati

• hanno donato

3. Completa il passato prossimo dei seguenti verbi con l’ausiliare corretto.

• Io cantato.

• Tu prestato.

• Egli ...................................... partito.

• Voi ....................................... arrivati.

• Tu entrato.

• Noi nati.

• Egli dormito.

• Voi ....................................... viaggiato.

• Essi ...................................... sudato.

• Io andato.

4. Sottolinea in ogni frase il tempo composto del modo indicativo.

• I genitori erano contenti perché Lisa e Romina erano tornate.

• Quando Camilla ebbe terminato la cena, accese il camino.

• Appena avrò finito questo libro, ne leggerò subito un altro.

• Oggi pomeriggio abbiamo visto un film di fantascienza.

• Dopo che ebbe vinto il campionato, la squadra si sentì imbattibile.

• Sarai molto più felice dopo che il cucciolo sarà arrivato a casa tua.

Il modo congiuntivo

1. Completa le frasi con le persone del tempo presente del modo congiuntivo. Segui l’esempio.

• Io penso che tu suoni bene.

• Io penso che egli bene.

• Io penso che noi bene.

• Io penso che voi .................................... bene.

• Io penso che essi bene.

2. Completa le frasi con le persone del tempo imperfetto del modo congiuntivo. Segui l’esempio.

• Tu speravi che io arrivassi in tempo.

• Tu speravi che egli .................................... in tempo.

• Tu speravi che noi in tempo.

• Tu speravi che voi in tempo.

• Tu speravi che essi in tempo.

3. Colora i cartellini come indicato.

• giallo tempo passato del modo congiuntivo

• azzurro tempo trapassato del modo congiuntivo abbiano avuto abbiate letto avessi guardato avessi scritto siano stati fossimo partiti sia rimasto avessimo visto sia andata foste andati abbiate finito fosse salita

4. Completa le frasi utilizzando un verbo a tua scelta espresso al congiuntivo.

• Non pensavo che tu ............................................................................................................................... ............................

• Al mio cane oggi piacerebbe che io

• Penso che voi

• Sarebbe bene che voi ............................................................................................................................... .........................

• Oggi vado a scuola sebbene ............................................................................................................................... ..........

• Luca arrivò al traguardo nonostante

Il modo condizionale

1. Completa le frasi con le persone del tempo presente del modo condizionale. Segui l’esempio.

• Io verrei se fossi invitato.

• Tu ................................................... se fossi invitato.

• Egli se fosse invitato.

• Noi se fossimo invitati.

• Voi se foste invitati.

• Essi ................................................. se fossero invitati.

2. Completa le frasi con le persone del tempo passato del modo condizionale e con il trapassato del congiuntivo. Segui l’esempio.

• Io avrei mangiato se avessi avuto fame.

• Tu .............................................. se ............................................................... fame.

• Egli se fame.

• Noi se fame.

• Voi ............................................. se ............................................................... fame.

• Essi ............................................ se ............................................................... fame.

3. Completa le frasi con il verbo tra parentesi espresso al condizionale.

• Mi (piacere) invitare Giulia e Samuele alla festa.

• Se ti fossi alzato in tempo, (vedere) .................................................................... l’alba.

• Se io fossi stata più allenata, (vincere) la gara.

• L’estate scorso Samia (volere) tanto andare al mare, ma i suoi genitori dovevano lavorare.

• Se i nonni abitassero più vicini, noi (andare) a trovarli più spesso.

• Nonostante sia già buio, mi (piacere) ........................................... andare in spiaggia.

• Sebbene fosse tardi, Pietro (volere) dormire ancora un po’.

4. Colora i cartellini come indicato.

• rosa modo congiuntivo • verde modo condizionale • blu modo indicativo avete finito fossero stati avremmo avuto sei rimasto aveste parlato avessi visto avreste letto sia andata finisca sarei andata mangio

L’imperativo e i modi indefiniti

1. In ogni coppia sottolinea la frase con un verbo espresso all’imperativo.

• Hai lasciato la racchetta sul pavimento. / Lascia la racchetta sul pavimento.

• Camminate più lentamente, vi prego! / Voi camminate sempre molto lentamente.

• Siediti qui. / Puoi sederti qui.

• Se non correte non sudate. / Non correte se no sudate!

• Fa’ attenzione alle spine. / Se fai attenzione alle spine non ti pungi.

2. Copia i verbi espressi nei modi indefiniti nella colonna giusta.

guardare • sognante • vincere • giocando • essere stato • avendo avuto avendo cantato • avere avuto • colpito • sorridente • stato • facendo infinito presente infinito passato ............................................................................................................................... ....................... gerundio presente gerundio passato participio presente ............................................................................................................................... ....................... participio passato ............................................................................................................................... .......................

3. Spiega il significato di ogni participio presente.

• Il grillo parlante è un grillo che ............................................................................................................................... .......

• La stella cadente è una stella che sembra ...............................................................................................................

• La voce narrante è la voce che

4. Sostituisci il verbo espresso al gerundio con un’espressione che contenga un verbo del modo indicativo. Segui l’esempio.

• Ho guardato il film facendo merenda. Ho guardato il film mentre facevo merenda.

• Avendo perso la partita, non partecipai ai festeggiamenti. ............................................................................................................................... ...................................................................

• Correndo verso l’autobus, ho urtato una persona.

• Avendo ascoltato le indicazioni, i ragazzi trovarono la strada.

Le parti invariabili del discorso

1. Colora i cartellini che contengono gli avverbi.

ovunque certamente piante bellissimi oggi

mio sempre lentamente andare parlante

troppo dappertutto città davvero squadra

riassunto neanche probabilmente scegliendo

2. Sottolinea nel testo in rosso le congiunzioni, in verde le preposizioni semplici, in blu le preposizioni articolate. Cerchia gli articoli.

LA VOLPE E IL CORVO

Un corvo aveva rubato un pezzo di carne e se ne stava sul ramo più alto di un albero. Passò una volpe, vide il magnifico pezzo di carne, si piazzò sotto l’albero e disse:

– Come sei bello, corvo! Le tue piume sono nere come la notte e lucide come foglie bagnate! E le ali? Chi dice che l’aquila ha delle belle ali non ha mai visto le tue, caro corvo! Potresti essere il re degli animali, se non ti mancasse...

E a questo punto la volpe tacque.

Il corvo chinò il capo e guardò in basso con aria impaziente. Avrebbe voluto domandare che cosa gli mancava, ma avendo la carne nel becco, non poteva dire una parola.

La volpe sospirò e infine disse: – Se non ti mancasse la voce, carissimo!

Il corvo si tormentava sul ramo. Da sotto, la volpe seguitava a sospirare.

Alla fine il corvo spalancò il becco e strillò:

– Cra! Cra! Chi ha detto che mi manca la voce? Cra! Cra! Cra!

La volpe non si degnò neppure di ascoltare. Addentò la carne che il corvo aveva lasciato cadere e si allontanò gridando:

– La voce ce l’hai, mio caro corvo. Ma ti manca qualche altra cosa per diventare il re degli animali. Un cervello!

da Esopo, Favole, Einaudi Ragazzi

Il soggetto

1. In ogni frase sottolinea il soggetto.

• L’albero era carico di albicocche.

• Il topo era inseguito dal gatto.

• I miei fratelli sono maggiori di me.

• Tutti andarono verso l’uscita.

• Nell’aiuola erano cresciute viole e iris.

• Carol, Benny e Judy sono tre sorelle.

2. Scrivi qual è il soggetto sottinteso. In alcuni casi dovrai indicarne due.

• Vieni a mangiare da me stasera? .........................

• Guarderemo un bel film prima di andare a dormire. .........................

• Erano stanchi e affamati.

• Guardate quel treno: è nuovissimo.

• Marina è un’artista: dipinge e scrive canzoni. .........................

• Questa sera mangio la pizza. .........................

• Vedi quel campo laggiù? Lì giocheremo la partita.

3. Scrivi il soggetto adatto in ogni frase.

• correvano velocissimi.

• cercava disperatamente il suo pallone.

• Sul fiume navigava .................................................................

• si avvicinarono al castello.

• erano impauriti.

• furono invitati alla festa.

• Nel frigorifero c’erano .................................................................

4. Scrivi una frase con ognuno dei soggetti elencati.

• •

• ............................................................................................................................... .....................................

• • • la pioggia • alcuni • il rosso • le mie amiche • i film • io e te

Il predicato verbale e nominale

1. Aggiungi un predicato a ogni soggetto. Utilizza diversi tempi verbali.

• Le balene ..................................................................

• Il pittore

• Le squadre

• Il mio maglione .....................................................

• Tutte le rondini

• Le piante

2. Indica nelle parentesi se il predicato è nominale (PN) o verbale (PV ).

• Giuseppe e Giorgia vinsero il torneo. ( )

• Marta era la più furba . ( )

• Domani mattina il sole sorgerà alle sette.

( ....... )

• Vieni al cinema con me? ( )

• Erano troppo stanchi per proseguire. ( )

• Molte mele erano cadute dall’albero durante la notte. ( ....... )

• Quelle scarpe sono di Roger. ( )

• Ieri preparai una torta. ( )

3. Sottolinea in verde ogni predicato verbale e in rosso ogni predicato nominale.

GIANNI E IL CEMENTO

A Gianni piaceva giocare con le costruzioni. I suoi genitori gliene avevano regalate scatole su scatole, fin da quando era molto piccolo.

E lui con quelle aveva costruito decine di casette, castelli, palazzi, muri, recinti, scale, torri, campanili, piramidi.

Li costruiva, ci giocava un po’ e poi li smontava e faceva qualcos’altro.

Gianni si sentiva un bravo costruttore e aveva già deciso che da grande sarebbe diventato un famoso ingegnere.

Un giorno, però, passò vicino a un cantiere dove dei muratori costruivano una casa. Gianni si accorse che i mattoni che usavano quegli uomini erano simili ai suoi, però anche molto diversi: erano più grandi e lisci, senza incastri.

– Come fate ad attaccarli gli uni agli altri? – chiese il bambino a uno dei muratori.

– Col cemento. Guarda... – rispose l’uomo e mise in moto una macchina panciuta, una specie di pentolona che girava come una trottola. Dalla stretta bocca della pentola cominciò a scendere una crema molliccia e grigia, che il muratore raccoglieva in un secchio.

– Che cos’è quello? – chiese Gianni.

– È cemento – gli spiegò l’uomo.

da S. Bordiglioni, Storie col motore, Einaudi Ragazzi

Il complemento oggetto

1. Sottolinea il complemento oggetto.

• Mi piacciono le gite in montagna.

• Ami i fiori?

• Il gatto annusava con insistenza le scarpe del nonno.

• Ieri Mattia ha studiato Storia per tutto il pomeriggio.

• Imparerò a memoria delle canzoni.

• Metti tutti i giocattoli al loro posto!

2. Aggiungi un complemento oggetto e arricchisci la frase come desideri.

• Non avevano più ............................................................................................................................... ...................................

• Guardai ............................................................................................................................... .......................................................

• Tutti vogliamo

• Aprirono

• Non sapevano ............................................................................................................................... .........................................

• La nonna ci disse di prendere ............................................................................................................................... ........

• Domani Michela comprerà

3. Colora la casella delle frasi che contengono un complemento oggetto.

Silvia parlò al telefono con la nonna.

Oggi mangerò la pizza.

Andammo al mare tutti insieme.

Abbiamo aspettato il treno per due ore.

Il cavaliere sul suo cavallo osservò a lungo l’immensa foresta.

Che bel film abbiamo visto al cinema!

4. Cerchia solo i pronomi personali che hanno la funzione di complemento oggetto.

• Ho fatto questo disegno: lo vuoi?

• Le ho regalato un gattino.

• Questa è la mia cagnolina: la porto a spasso ogni giorno.

• Ti piacciono i biscotti?

• Ti ascolterò in silenzio.

• Se ci scriverete, vi risponderemo.

• Questa parete è vuota, la riempirò di quadri e fotografie.

• Mi aiuti a finire i compiti?

I complementi indiretti

1. Sottolinea ogni complemento indiretto e colora la domanda a cui risponde.

• Andammo tutti al parco. Dove? Con chi? Quando?

• Domani studiamo? Dove? Quando? Per che cosa?

• La lupa correva con i suoi cuccioli. Dove? Quando? Con chi?

• Il gattino si arrampicò sull’albero. Dove? Quando? Con chi?

• Ho scritto alla nonna. A chi? Quando? Con chi?

• Il re salutava i cavalieri dal balcone. A chi? Da dove? Con chi?

2. Per ogni predicato stabilisci il soggetto e scrivi i complementi indiretti richiesti.

• cantava

• giocheremo

• escono

• andò

Quando? Dove? Con chi?

Con che cosa? Per quanto tempo? Con chi?

Per che cosa? Quando? Da dove?

Con chi? Quando? Dove?

3. Cerchia solo i pronomi personali che hanno la funzione di complemento indiretto.

• Mi regali un po’ della tua merenda?

• Non le piacciono i dolci.

• La ringraziò per la sua gentilezza.

• Alice ci chiederà di andare al cinema.

• Vi aspetteremo fino alle cinque.

• Marco ti presterà il suo libro.

Nel Paese dei Giganti

Il Grande Gigante Gentile raccolse la piccola Sofia e la trasportò verso l’ingresso della caverna e disse:

– Da’ un’occhiata là fuori babbinetta e dopo mi dirai se vuoi davvero uscire. Tu li vedi? Sofia, seduta sulla mano del GGG, scrutò all’esterno socchiudendo gli occhi alla vampa del sole, intravide parecchie sagome enormi, spaventose, che si aggira-vano tra le rocce ad alcune centinaia di metri di distanza.

– Questo è il Paese dei Giganti – disse GGG – e tutti quelli è giganti, ognuno di quelli.

La statura dei Giganti impressionò Sofia: erano colossali, più alti e più larghi del Grande Gigante Gentile; e come erano orribili! Alcuni avevano grandi pancioni e tutti braccia smisurate e enormi piedi.

– Ma che diavolo stanno facendo? – chiese Sofia.

– Niente – rispose il GGG – striscica e strascica aspettando la notte. Allora se ne andranno galoppando a cercare qualche popollo per cena.

– Davvero? Tutti quei mostri se ne andranno stanotte a mangiare persone?

– Tutti meno io – rispose il GGG – È per questo che tu diventerà come una cacca spiaccicata se uno di loro ti terà vede. Ti leccherà via con un glupp, come un gelato!

– Ma è un’azione orribile! – s’indignò Sofia – È spaventoso! gnò Sofia –Lei non potrebbe...

– Ma per amor del gelo! – esclamò il GGG – Tu li vedi da lontano, ma aspetta che viene più vicino. Tutti quei giganti è alto almeno venti metri con muscoli enormi e certi bicicliti! Io è un nano, un povero ratichico.

– Non se ne faccia un cruccio! – lo consolò Sofia – Io la trovo un bel pezzo d’uomo.

da R. Dahl, Il GGG, Salani

1. Sottolinea nel testo i personaggi del racconto.

2. Indica con una X il completamento corretto.

• I personaggi sono: realistici. fantastici.

uno realistico e gli altri fantastici.

• I fatti narrati sono: realistici. impossibili nella realtà.

• Il racconto è: realistico. fantastico.

La cagnetta

Luisa, la mia vicina, ha chiesto a mamma se possiamo tenere Boni, la sua cagnetta, per il fine settimana e io e mio fratello non stavamo nella pelle per la contentezza!

Venerdì notte Boni era già a casa da noi. Si era portata il suo osso e la cuccia. La mattina dopo abbiamo fatto colazione di corsa, perché volevamo andare in giro con Boni.

Arrivati al parco, ho sciolto Boni. Abbiamo cominciato a tirarle il bastone, così lo riportava, invece lei si è messa sulla panchina vicino a noi. Ci annoiavamo per via di questa cagnetta pigra, allora ho portato mio fratello alle altalene e lo spingevo così in alto che a momenti faceva il giro.

Tornati alla panchina ci siamo accorti che Boni era sparita! Abbiamo cominciato a chiamare: – Boni! Boni! Come se la poteva cavare una cagnetta cicciona, sola, senza amici e senza casa? Mi sono messo a piangere e mio fratello, per consolarmi, mi ha dato il ciuccio. Non l’ho ciucciato, ma ho apprezzato il gesto.

Con le lacrime agli occhi, siamo entrati al Bar dell’Angolo, dove mio nonno, tutti i sabati, pranza con decaffeinato e scampi.

È stato allora che ho visto una scena che non dimenticherò mai: Boni seduta su una sedia che mangiava insieme al nonno. Nonno sgusciava gli scampi e Boni li ingoiava.

– Visto com’è intelligente la signora marchesa? Ha seguito l’odore degli scampi.

Ci siamo seduti pure io e mio fratello. Abbiamo ordinato i frullati, patate e olive e noccioline e Boni ha assaggiato tutto. Poi si è spaparanzata nella posizione “grattami la pancia”.

Quando Luisa se l’è venuta a riprendere, la domenica, Boni ci ha salutato con le lacrime agli occhi.

Vabbè, ho detto una bugia: gli unici con le lacrime agli occhi eravamo io, mio nonno e mio fratello.

da E. Lindo, Bentornato Manolito, Lapis

1. Completa scrivendo sui puntini al posto giusto:

• personaggi secondari

• protagonista

Il personaggio che narra la storia in prima persona è il ........................................................... Boni, Luisa, il fratello e il nonno sono i

2. Cerchia nel testo i tempi della storia e sottolinea i luoghi.

3. Indica con una X il completamento corretto.

• I fatti narrati sono: realistici fantastici

• Il racconto è: realistico fantastico

Nella grotta

Si ritrovarono al solito posto e Gianni fece un rapidissi-mo appello, sincerandosi che ognuno avesse portato con sé quanto stabilito: corda, spago, lampada, candele, fiammiferi, provviste. Giunsero alla piccola imboccatura della grotta. Pino fece un passo avanti.

– Vorrei rimanere io di fuori a tenere un capo dello spago.

Antonio tirò fuori la piccola bussola e cominciò a girare su se stesso poi disse:

– Quello è il nord e l’imboccatura della grotta è a sudovest. In caso ci perdessimo, seguendo questa direzione dovremmo raggiungere nuovamente l’imboccatura. Gianni si avviò per primo, affiancato da Giuseppe che teneva appesa al petto una lampada da minatore. In retroguardia, Antonio svolgeva lentamente il rotolo di spago. Avanzarono sempre con maggior cautela.

A un certo punto, Antonio disse: – È finito il rotolo dello spago. Fermiamoci per attaccare l’altro. Gianni, tieni il capo. Devo soffiarmi il naso.

E fu colpa del terreno scivoloso se Gianni, appena ebbe in mano lo spago, mise un piede in fallo e, per evitare di cadere, mollò spago e tutto.

– Ragazzi, ho perduto l’estremità dello spago... ora moriremo in questa grotta!

Antonio cercò di farsi forza.

– In ogni modo ho la mia bussola... – cominciò a girarla a destra e a sinistra, poi puntò il dito – Di là.

Lo seguirono con pochissima speranza. A un tratto... un chiarore in fondo al cunicolo: – L’uscitaaa!

Acceleravano istintivamente il passo. Finalmente, raggiunsero l’uscita. Corsero e, appena fuori, il sole li riscaldò.

– Pino dov’è?

Decisero di fare un giro d’ispezione. Avevano appena percorso una quindicina di metri che lo videro immobile all’entrata della grotta, con al polso lo spago.

– Ma allora c’è un’altra uscita! Fortissimo! Le entrate sono due.

da G. Caratelli, La squadra dei diavoli rossi, La Scuola

1. Indica con una X il completamento corretto.

• Il luo go dove avviene la vicenda è: fantastico inesplorato conosciuto

• Antonio si mostra: pauroso insicuro coraggioso prudente ansioso riflessivo

• Il testo che hai letto è un racconto: fantastico di avventura

• Gli elementi che te lo hanno fatto capire sono: un colpo di scena improvviso. degli ostacoli naturali da superare. l’esplorazione di luoghi sconosciuti. dei personaggi curiosi e coraggiosi. una situazione di rischio, di pericolo. un lieto fine.

Avventura nella nebbia

Era ormai calata la sera con la nebbia su tutti i fiordi e le isole e gli scogli. E nebbia sul canotto che avrebbe dovuto ormai da tempo attraccare al molo di casa.

– Quanto tempo è che stiamo remando, secondo voi? –disse Teddy.

– Una settimana o giù di lì – fece Johan – o almeno così mi sembra.

Avevano riso parecchio durante le ultime cinque ore. Avevano remato e remato, avevano patito il freddo e bisticciato un tantino, avevano mangiato i panini imbottiti, cantato e chiamato aiuto, e ancora remato e remato e detestato la nebbia, e avevano sentito nostalgia di casa, ma ciò nonostante avevano anche riso parecchio. Ora però stava calando la sera e ridere era più difficile.

– Non c’è proprio più niente nello zaino? – chiese Teddy.

– Una bottiglia d’acqua e i merluzzi pescati – disse Freddy. Niklas si domandava cos’era peggio: morire di freddo o morire di fame? Infreddolito fino alle ossa, tirò fuori la scatoletta di fiammiferi, che teneva ancora in tasca, e ne accese uno.

In quel mentre qualcosa colpì la sua attenzione.

– Cosa c’è lì a poppa, sotto il vostro sedile? Non è un fornelletto a spirito?

– Proprio così! – fece Teddy. Cercò con gli occhi il recipiente che usavano per svuotare il canotto dall’acqua di mare, lo riempì d’acqua e accese il fornelletto.

– Perché non ci lessiamo i merluzzi? – esclamò Johan. Presi da una specie di frenesia, pulirono in un batter d’occhio i sei merluzzi, li tagliarono a pezzi e passarono un’oretta quasi felice, mentre il pesce bolliva.

da A. Lindgren, Vacanze all’isola dei gabbiani, Salani

1. Il testo che hai letto è un racconto: fantastico. d’avventura.

2. I protagonisti sono: paurosi. intraprendenti. fantastici.

3. La situazione è: divertente. pericolosa.

4. I luoghi del racconto sono: reali. fantastici.

5. L’ambiente è: ostile. sicuro.

Descrivere una persona

1. Leggi il testo e sottolinea con il colore rosso le informazioni sull’aspetto generale (età, corporatura, statura...) e di verde le caratteristiche fisiche.

LA SIGNORINA MUNDULA

La signorina Mundula abitava al quinto piano di una vecchia casa del centro storico. Era giovane e bellissima. Era la donna più bella che Prisca avesse mai visto in vita sua, a parte le attrici del cinema.

Era alta, snella, elegante, nonostante indossasse un golf da casa e una gonna assolutamente comuni. Aveva la carnagione bianchissima e i capelli rosso fiamma, ondulati, fermati con un pettinino di tartaruga sulla tempia destra e sciolti sulle spalle. Gli occhi, un po’ vicini, le davano un’aria spiritosa. Erano castano dorato, trasparenti, come quelli di vetro delle bambole. E sulle guance, quando sorrideva, le si formavano due fossette.

E poi era simpatica... Prisca non ricordava nulla della lezione, tranne il viso della signorina Mundula, la sua voce un po’ roca, le mani bianche e sottili che tenevano delicatamente la matita, le gambe accavallate, il ciuffo, che nonostante il pettinino, le ricadeva continuamente sulla fronte.

da B. Pitzorno, Ascolta il mio cuore, Mondadori

2. La scrittrice ha dato le seguenti informazioni sul personaggio descritto: completa.

• dove abita

• aspetto fisico

• abbigliamento

La piazza

I tre professori vivevano nella stessa casa da quando erano nati. Era sul lato sud di una piazzetta, nella parte antica della città.

La piazza era tranquilla e appartata come una stanza. Al centro c’era una statua del generale Brenner a cavallo di un destriero di bronzo, che piaceva molto ai bambini che vivevano lì, perché ci sono un sacco di cose che si possono fare con la statua di un cavallo: cavalcarlo, accarezzarlo, rifugiarvisi sotto quando piove.

Il generale era stato un eroe e aveva combattuto contro Napoleone, e per questo motivo la piazza aveva il suo nome: “Piazza Brenner Platz”.

Accanto al generale sul suo cavallo c’era una fontana con una vasca d’acqua e un largo bordo di pietra, e a volte vi nuotavano dei pesci rossi, perché i bambini che li vincevano al luna park ve li facevano scivolare dentro mentre tornavano a casa.

Il lato ovest della piazza era occupato da una chiesa dedicata a San Floriano di Nepomuk, santo patrono dei pompieri. Era una chiesa carina con un cimitero erboso dove spuntavano fiori selvatici.

In un angolo c’era pure una piccola libreria e in un altro un caffè con la tenda a strisce, sicché la piazza aveva realmente tutto quello che si poteva desiderare.

La casa in cui vivevano i professori era quella centrale. Era la più bella: aveva un balcone di ferro battuto al primo piano e, sul portone, un batacchio a forma di testa di gufo.

da E. Ibbotson, La stella di Kazan, Salani

1. Indica con una X il completamento corretto.

• Il testo presenta la descrizione di: una persona un animale un ambiente

• Le espressioni sottolineate nel testo sono: dati sensoriali indicatori spaziali

2. Continua a sottolineare tu gli altri presenti nella descrizione.

• La descrizione segue un ordine: spaziale logico

• La descrizione della piazza, secondo te, è: oggettiva soggettiva

Faremo una poesia

Faremo una poesia su come è nato il mondo.

Faremo una poesia su ciò che è più importante: la terra l’acqua il sole le facce della gente.

Faremo una poesia sui grandi sentimenti. Comporremo rime per tutti quattro i venti.

Scriveremo strofe a uomini gloriosi. Costruiremo versi su monti e manti erbosi.

E se nel gran daffare ci cadrà un capello faremo una poesia anche su quello.

da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori

1. Indica con una X il completamento corretto.

• Questa poesia è composta da: cinque versi. sedici versi. diciotto versi.

• Le strofe sono: diciotto. quattro. cinque.

• Nella poesia: tutti i versi hanno la rima. solo alcuni versi hanno la rima. nessun verso ha la rima.

Il linguaggio del cane

Quando si ha a che fare con un cane è fondamentale riuscire a comunicare con lui in modo corretto, comprendendo quali sono i suoi stati d’animo e i suoi bisogni.

Per riuscire in questo è molto importante prestare attenzione ai segnali che il cane trasmette attraverso il linguaggio del corpo.

Quando abbracci il tuo cane, per te è un segno d’affetto: lo fai per dimostrargli che gli vuoi bene; per il nostro amico a quattro zampe, invece, è vista come una prova di forza: è come se gli dicessi “io sono più forte di te!”.

Quando il cane sbadiglia emettendo un verso simile a un guaito, non è perché ha sonno oppure perché è annoiato; in realtà è come se stesse dicendo “Voglio fare una cosa che non mi lasciano fare”, infatti assume questo atteggiamento soprattutto quando gli viene imposto un divieto.

Quando il cane si lecca il naso è perché è intimorito: fa così per farsi vedere piccolo e indifeso; è come se stesse dicendo “Sono un cucciolo, non farmi male”. Se il cane sbaglia va ripreso nel momento in cui sbaglia, rimproverarlo dopo che ha sbagliato non ha senso, perché lui non associa il rimprovero a ciò che ha fatto in precedenza.

Quando il cane assume posture amichevoli, tende a ridurre la sua dimensione effettiva, spesso distoglie anche lo sguardo, abbassa collo e orecchie, si rotola sul dorso e presenta la regione inguinale con o senza urinare.

Quando il cane assume posture aggressive, tende ad aumentare la sua dimensione: drizza il pelo, tiene le orecchie dritte e portate in avanti, la coda sollevata e gonfia, arcuata e vibrante. Il cane si flette in avanti o sui quattro arti e scopre i denti. da www.ilovemydog.it

1. Indica con una X il completamento corretto.

• Questo brano è un testo: narrativo. descrittivo. informativo. regolativo.

• Perché: racconta la storia di un cane. fornisce informazioni sul linguaggio dei cani. descrive l’aspetto fisico di un cane.

• Puoi capire l’argomento del brano dal titolo?

Sì No

2. In base alle informazioni del testo, collega ogni immagine all’atteggiamento corrispondente.

AFFETTUOSO IMPAURITO CURIOSO

GIOCHERELLONE

Tanti messaggi

1. Scrivi messaggi di vario tipo. Attenzione: cambiando i messaggi, cambiano i destinatari e cambia anche il mezzo da usare.

• Devi scrivere a un tuo compagno o a una tua compagna per proporre il pomeriggio al parco con le biciclette.

Indica con una X il mezzo adatto:

un’e-mail una lettera un post-it

Scrivi il messaggio.

• Devi scrivere ai nonni che abitano lontano tutto quello che combini a scuola e non solo...

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• Vuoi raccontare la giornata emozionante in fattoria didattica con la tua classe per fissarne il ricordo, le emozioni provate e le scoperte fatte.

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C’entra, non c’entra

1. Elimina dalla lista gli argomenti che non c’entrano nulla con il titolo.

LA MIA FAMIGLIA

Lista argomenti:

• quante persone e quali ci sono nella mia famiglia;

• il mio rapporto con ognuno di loro;

• come ero quando sono nato/a;

• i momenti più belli che passiamo insieme;

• i momenti più brutti;

• cosa guardiamo in televisione;

• i miei giocattoli;

• un episodio particolare per far capire come è la mia famiglia;

• il mio aiuto in famiglia;

• l’aiuto che la mia famiglia dà a me;

• le attività che faccio con i miei amici;

• cosa ho in comune con i vari familiari;

• cosa ho di molto diverso;

• le ragioni per cui sto bene/male nella mia famiglia;

• la famiglia del mio migliore amico.

2. Ora scegli quelli che vuoi sviluppare, dai loro un ordine e scrivi il tuo testo.

Un po’ di ortografia (1)

1. In ogni frase ci sono errori di ortografia, sottolineali, poi correggili a fianco.

• Cadono le prime goccie: il maltenpo incombe!

• Oggi a squola abbiamo svolto le prove di evaquazione. ...............................................................................

• Ogni persona sceie secondo la propria coscenza.

• In compagna la fatica si sopporta meio! ..................................................................................................................

• L’agienda dell’ingieniere è fitta di inpegni.

• L’iseniante oggi consegnierà le scede ! ....................................................................................................................

2. Inserisci l’H dove è necessario.

• L’ anno scorso i miei cugini mi anno aiutato a costruire un arcobaleno.

• o ti decidi a studiare o non migliorerai i tuoi voti. ai capito?.

• La mia classe a partecipato ai tornei di basket e di pallavolo.

• Un anno fa Emma abitava a Roma, ora si è trasferita a Perugia dove a iniziato un nuovo lavoro.

• Se il regalo che ai ricevuto non ti piace, vai a cambiarlo.

• o ti muovi subito o perderai l’autobus, o visto che è tardi.

• a Natale tante persone anno decorato le facciate dei palazzi.

3. Segna con una X la parola in accordo con l’apostrofo.

• Enrico montò in giardino un’ pergolato. idrante amaca.

• Ieri ho incontrato l’ Ivana. amica di Sara. zia

• È possibile che non l’ conosca. abbia visto. sia accorto.

• Al centro del parco domina un’ abete. aiuola fiorita. quercia.

4. Leggi le frasi e cerchia la parola che ritieni scritta correttamente.

• La scorsa primavera il pero / però in giardino non fiori/fiorì.

• Laggiù / Laggiu dovrebbe esserci una fontana: ti va di arrivare fin là / la

• Né / Ne Mara né / ne le sue amiche sono al parco oggi.

• Quel bambino non da / dà mai il suo gioco / giocò al fratellino.

• Se / Sé non e/è qui / qui lo cercheremo in un’altra stanza.

Un po’ di ortografia (2)

1. Completa le frasi con le doppie. Poi riscrivi le parole e dividile in sillabe. Ogni ma ina, quando squi a la sveglia, Ale andro si alza dal le o un po’ controvoglia, poi diventa più a egro perché lo aspe a la colazione! Dei giorni Alessandro sceglie la e e bisco , altri invece spalma tanta marme ata di albico .......... he sulle fe .......... e bisco ......... ate.

E se è un giorno speciale c’è il ciambe one al cio olato!

2. Individua gli errori di punteggiatura e riscrivi le frasi in modo corretto.

• Uffa. è tutto il giorno che piove;

• Per il picnic è tutto pronto, panini; bibite; frutta e dolcetti:

• ai terminato: tutti i compiti!

3. Leggi il brano e inserisci la punteggiatura giusta e le lettere maiuscole solo dove lo ritieni necessario.

In Giappone c’era una scuola meditazione molto famosa quattro allievi di questa scuola decidono di rimanere silenzio per sette giorni il primo giorno restano zitti dalla mattina alla sera ma la sera al buio uno degli allievi a un certo punto dice fate più luce alla stanza allora un secondo allievo lo rimprovera ma noi abbiamo deciso non dire una parola per sette giorni e un terzo allievo che stupidi siete avete parlato io no sono l’unico rimasto zitto conclude il quarto convinzione. N. Senzaki - P. Reps, 101 storie zen, Adelphi

Un po’ di lessico

1. Collega i sinonimi con una freccia. paragone terminare ampio gentile calorifero chiacchierone cortese termosifone concludere loquace vasto confronto

2. Collega i contrari con una freccia. sussurrare arrendevole educato discontinuo stravagante maleducato svelare gridare tenace nascondere metodico normale

3. Sostituisci il verbo FARE con il sinonimo adatto per le diverse espressioni

• Fare attenzione .............................................. attenzione.

• Fare una fotografia una fotografia o

• Fare un problema un problema.

• Fare un compito .............................................. un compito.

• Fare un errore .............................................. un errore o ..................................................................

• Fare una domanda una domanda o

• Fare una linea una linea

• Fare la quinta classe la quarta classe.

• Fare un edificio .............................................. una casa.

• Fare un quadro un quadro.

• Fare una statua una statua.

• Fare un tema un tema.

4. Sostituisci l’aggettivo GRANDE con il sinonimo adatto ai vari nomi, scegliendo fra gli aggettivi suggeriti.

• Un grande cortile un cortile

• Una grande pianura. una pianura

• Un grande oceano. un oceano .........................................................

• Un grande deserto. un deserto ........................................................ .

• Un grande macigno. un macigno

• Una grande scrittrice. una scrittrice

• Un grande corteo. un corteo .........................................................

• Una grande folla. una folla ......................................................... sconfinato sterminato esteso enorme famoso gigantesco immenso imponente

Un po’ di morfologia (1)

1. Leggi, osserva e collega ogni parola alla sua categoria.

Nomi : indicano persone, animali, cose, idee, sentimenti.

Aggettivi : danno informazioni sui nomi.

Articoli : precedono i nomi.

Avverbi : precisano il verbo.

Esclamazioni : esprimono sensazioni, sentimenti.

Il gatto fugge perché non gradisce la frutta. Per lui è disgustosa: puah!

Congiunzioni : uniscono parole e frasi.

Pronomi : sostituiscono il nome.

Verbi : indicano azioni, eventi, modi di essere.

Preposizioni : mettono in relazione le parole della frase.

2. Scrivi alcune parole che appartengono alla parte del discorso indicata.

Nomi caramelle ............................................................................................................................... ...................................

Articoli gli, ............................................................................................................................... ...............................................

Aggettivi profondo, Pronomi io,

Verbi riderò,

Congiunzioni e, ............................................................................................................................... ...................................

Avverbi lentamente,

Preposizioni di, Esclamazioni ohibò,

3. Elimina in ogni riga la parola intrusa.

a- Quaderno • piccione

b- Di

il

lo

c- Fresche

d- Io

tu

e- Parlavo

f- Ahi

g- E

h- Di

ah

la

un

brutto

egli

ridi

oh

perché

a

i- Bene

uno

bontà

una

ella

alti

andremo • giustizia

le

interessante

noi

canterà

mah

se

da

chi

da

male

in

con

voi

essi

mangiamo

ehi

mentre

noi

lentamente

su

scrivere

sereno

mensa

ahimè

quando

per

velocità

tra

però

toglie

veramente

così

Un po’ di morfologia (2)

1. Leggi il brano, sottolinea tutti gli aggettivi e collegali con una freccia al nome a cui si riferiscono. Poi scrivi sotto il numero degli aggettivi che hai trovato.

Tutankhamon, questo era il suo nome all’inizio e significa “immagine vivente di Aton”. Non si conoscono bene le origini di questo faraone-bambino. Nacque e visse alla corte di Amarna, dove salì al trono all’età di appena nove anni e sposò Ankhesepaton, figlia di Nefertiti. Per tutta la durata del suo regno, Tutankhamon ebbe a fianco da due funzionari che lo consigliavano. Nel nono anno di regno, egli improvvisamente morì: le indagini condotte sulla mummia, indicano intorno ai diciotto anni l’età della morte del faraone. Il 5 gennaio 2005 eseguirono una tac sulla mummia e la conclusione è stata che il faraone morì di morte naturale.

G. Magi, La tomba di Tutankhamon, Bonecchi

2. Nel brano dell’esercizio 1 cerchia tutti i verbi, poi scrivili in tabella in base alla coniugazione.

1a coniug. -ARE 2a coniug. -ERE 3a coniug. -IRE coniug. propria

3. Completa la tabella con la forma verbale richiesta per ciascun verbo.

verbo forma richiesta verbo coniugato

mangiare indicativo presente 3 a pers. pl.

imparare congiuntivo imperfetto 2 a pers. pl.

avere indicativo presente remoto 1 a pers. sing. finire condizionale presente 2 a pers. sing.

uscire imperativo 2 a pers. pl. .

vedere indicativo passato prossimo 1 a pers. pl.

essere indicativo imperfetto 2 a pers. pl.

partire congiuntivo presente 1 a pers. sing parlare indicativo futuro sempl. 3 a pers. sing.

Gli elementi della frase

1. Collega ogni soggetto alla frase corrispondente.

Il cameriere

La rana Il sale

Le api La fornaia prepara tanti tipi di pane e dolci. gracida nello stagno. apparecchia i tavoli del ristorante. aggiunge sapore ai cibi. sono insetti fondamentali.

2. Leggi le seguenti frasi e sottolinea con il rosso il soggetto, con il blu il predicato. Poi scrivi PN se è un predicato verbale, PV se è un predicato nominale.

• Le case di montagna hanno il tetto di legno.

• Dal castagno sono cadute quasi tutte le castagne.

• Ieri Lisa ha incontrato Paola nel cortile della scuola.

• Il coniglio è un animale erbivoro.

• La nuova maestra è molto severa e simpatica.

• A cena Laura ha divorato la zuppa di farro.

3. Scrivi nelle caselle accanto ai sintagmi S se è soggetto, PV se è predicato verbale, PN se è predicato nominale, CO se è complemento oggetto, CI se è complemento indiretto.

• Le api si posano sulla corolla dei fiori.

• L’usignolo canta tutto il giorno sul pioppo

• Il bruco rosicchia le foglie dell’insalata nell’orto .

• La musica risuona è nella stanza in sottofondo .

• La storia del film è paurosa

4. Scrivi una frase per ogni predicato.

• Ballerà ............................................................................................................................... ...............................................

• Dormiva

• Corrono ............................................................................................................................... ...............................................

Migliorare la velocità di lettura

1. Al via dell’insegnante muovi rapidamente gli occhi per individuare tutte le parole che terminano con le sillabe te za re . Cerchiale mentre leggi. Appena hai terminato alza la mano e ti verrà detto quanto tempo hai impiegato.

La cicala che imprudente tutta l’estate al sol cantò provveduta di niente nell’inverno si trovò, senza più un granello e senza una mosca nella credenza. Affamata e piagnucolosa va a cercare della Formica e le chiede qualche cosa, qualche cosa in cortesia, per potere fino alla prossima primavera tirare via, promettendo per l’agosto, in coscienza di animale, interessi e capitale.

La Formica che ha il difetto di prestare malvolentieri, le domanda chiaro e netto: – Che hai tu fatto fino a ieri? – Cara amica a dire il giusto, non ho fatto che cantare tutto il tempo. – Brava, ho gusto; balla adesso se ti pare. da Jean de La Fontine, Favole, Einaudi

Tempo impiegato

Leggo in silenzio

1. Leggi velocemente in verticale, facendo rimbalzare lo sguardo di parola in parola e fissando gli occhi al centro dei vocaboli che devi leggere.

Se incontri difficoltà in questo esercizio, prepara altri elenchi con il computer ed esercitati.

giudizio rugoso pesante immagine discussione stazione consiglio crostaceo

mediocre cristallo ossigeno gracidio indignazione argomentare economico spirale

muggisce turchino fragranza affabile sagome cespuglio argenteo conifere

2. Leggi il testo, scritto su tre colonne di tre parole ciascuna, fissando l’occhio sulla linea centrale di ogni blocco verticale. Attento, devi usare solo tre movimenti degli occhi: uno per ciascuna riga di ogni colonna!

Il gatto è il mondo, dal con le persone casalinga; con il paritetico perché il violenze ma vuole Esso ha le le posteriori con e aguzzo: le mentre vengono protratte

un mammifero carnivoro carattere indipendente si per sfruttare le suo “padrone”, comunque, gatto non subisce conservare la propria zampe anteriori con quattro, tutte fornite unghie stanno ritratte quando l’animale

diffuso in tutto adatta a vivere comodità della vita il rapporto rimane volentieri imposizioni e dignità e libertà cinque dita e di artiglio arcuato in apposite guaine intende aggredire.

Leggo ad alta voce (1)

La lettura ad alta voce richiede correttezza nella pronuncia, capacità di far sentire le pause, di variare timbro, volume e tono, per dare espressività a situazioni e a personaggi. Ecco che cosa devi tenere sempre presente.

REGOLARE LA RESPIRAZIONE per non restare senza fiato a metà di una frase.

1. Ora leggi le seguenti frasi, inspirando prima per riempire i polmoni. Gli “a capo” ti indicheranno quando dovrai prendere aria.

A sera arrivò il rombo di un tuono e il cielo si riempì di tanta luce che tutta la casa fu illuminata.

Volavano dappertutto foglie strappate agli alberi, il cielo si accendeva e si spegneva, mentre la voce cupa dei tuoni rimbombava tra le nuvole nere ed enormi.

Io ero incantato da quello spettacolo: non avevo mai visto un temporale di notte così grande, così misterioso.

Aprii un’imposta e vidi il grande spettacolo del cielo che cambiava ogni momento, mentre il vento sulla terra faceva tremare i tetti, sbatteva le porte, piegava gli oleandri fin quasi a terra.

Lampi, tuoni, saette, raffiche di vento, schianti e poi acqua. Acqua a cascate che vedevo scintillare nella luce dei lampi. E poi la grandine che picchiava sui tetti.

da M. Lodi, Il cielo che si muove, E. Elle

SCANDIRE BENE LE PAROLE

2. Ora leggi il seguente testo senza mangiarti le parole, ma scandendole bene. Nella tiepida notte rischiarata dal lume della Luna, sotto gli alberi ombrosi, vedo ancora una lampada che palpita misteriosa e serena. Io non so perché accada né dove; ma mi ricorda mia madre. da Lakshmaiah, Il flauto sconosciuto, EMI

Leggo ad alta voce (2)

Nella lettura ad alta voce sono importanti il tono (arrabbiato, eccitato, divertito, tragico...) che è indicato anche dai segni di punteggiatura ! e ?; e la modulazione dell’intensità della voce a seconda degli scopi o delle emozioni che si vogliono esprimere.

1. Leggi con toni e intensità giusti.

– Chi ha sporcato il muro?! – tuonò il bidello, avvicinandosi a Giulio, il più timido di noi.

– N-no, non sono stato io – balbettò lui.

– Invece sei stato tu, signorino!

– Io in mano avevo...

– Che cos’è che avevi?

– Solo un panino, la mia merenda!

N-no, non sono stato io.

Chi ha sporcato il muro?!

Oggi è compio dieci anni: è un giorno meraviglioso e sono strafelice!

Dove sono finita? Mi sono persa tra gli scaffali del supermercato... non riesco a trovare l’uscita...

Leggo con le pause giuste

1. Attenzione alle pause, perché una pausa cambia il significato. Leggi le seguenti frasi in cui la pausa è indicata con una / se è breve, con // se è lunga.

• Emma / dice la mamma / è ordinata.

• Emma dice / la mamma è ordinata.

• Alle 9 abbiamo fatto una pausa per la colazione a Venezia // siamo arrivati alle 11.

• Alle 9 abbiamo fatto una pausa per la colazione // a Venezia siamo arrivati alle 11.

2. Leggi a voce alta il testo in cui le pause sono indicate con le barrette: / = pausa breve, // = pausa lunga.

LE FORMICHE

In cucina / di fianco al focolare / c’era un buchino quasi invisibile // da lì vedevo sbucare formicoline nere così piccine che parevano dei puntini // in fila / una dietro l’altra come soldati in marcia / andavano andavano // In cortile / vicino alla pompa dell’acqua / sotto una lastra di cemento / scoprii un giorno una tribù di formiche rosse / piuttosto grosse / che uscivano da una fessura sotto il cemento // queste formiche non si mescolavano con le altre / vivevano isolate nel loro territorio //

3. Ora continua a leggere: ogni pausa è indicata dal suo segno di punteggiatura. Un pomeriggio, a qualche metro di distanza dalla loro tana, vidi due “macchie” di formiche vicine: una era la tribù delle rosse, l’altra una tribù di formiche nere. I due gruppi erano compatti e vicinissimi. A un tratto, dove le rosse e le nere quasi si toccavano, cominciò una certa agitazione e i due gruppi si mescolarono. Sembrava una festa di formiche che si abbracciavano, ma era invece una guerra, che durò a lungo. Quando finì, le due tribù si ritirarono ognuna nella sua tana, ma sul campo di battaglia restarono numerosi corpi. da M. Lodi, Il cielo che si muove, E. Elle

Prova di lettura (1)

1. Leggi silenziosamente il seguente testo nel quale mancano parti di parole o parole intere. Se ti concentrati, sarai in grado di intuire come completare parole e frasi, seguendo il significato generale del testo. Un consiglio: se non riesci a intuire qualche parola, procedi velocemente nella lettura e ripensaci soltanto alla fine.

Purtroppo io ho una sorella di cinque ............................... Dico .............................. perché spesso vorrei .............................. averla. È troppo prepotente e capri.............................. per i miei

Vuole sempre averle tutte . Qualsiasi cosa mi veda tra le , scatta e comincia a reclamarla per sé. E non la chiede mica in modo normale. Macché! Urla, sbraita, pesta i .............................. come una ma...............................

Sono certa che mi spia. Faccio un : se c’è un giornalino in vista, e lei sta giocando sul pavimento, non lo degna di uno . Ma se io al un braccio e lo .............................., perché mi va di leggerlo, subito .............................. mi salta addosso e cerca di stra .............................. di mano.

Il guaio è che quando arriva la m e si mette le mani fra i perché non vuole sentirci ur , dà sempre a mia sorella. – Insomma, Jessica, ............................ ti vergogni? – dice. – Perché non ti sforzi di .............................. più comprensiva con tua ..............................? Possibile che quando sto in .............................. non posso mai godermi un momento di pace? Tanto vale che vieni ad aiutarmi in cucina, la smetti di bi con la piccola. da A. Petrosino, Un anno con Jessica, diario di una bambina, Sonda

Soluzioni

anni; purtroppo; non; -cciosa; gusti; vinte; mani; piedi; -tta; esempio; sguardo; -lungo; prendo; lei; -parmelo; -amma; capelli; -lare; ragione; non; essere; sorella; casa; così; -sticciare.

Prova di lettura (2)

1. Nei brevi testi che seguono, mancano delle parole che puoi intuire se ti concentri sul senso generale di ciò che leggi. Se non riesci a intuire qualche parola, ripensaci solo alla fine. Controlla la tua comprensione scrivendo le parole mancanti.

1. D’improvviso il tempo cambiò. Un ...................................... freddo ...................................... a soffiare. I corvi gracchiavano ...................................... le foglie secche ...................................... dagli alberi. Dapprima sembrò che stesse piovere, invece cominciò a nevicare. Ben presto la strada fu completamente. La si fece pesante, cadendo sul ...................................... in grandi fiocchi, veloce e turbinante. Il ...................................... fischiava, ululava faceva girare la ...................................... in mulinelli.

2. La foca ha il ...................................... fusiforme. La testa tondeggiante ...................................... priva di padiglione auricolare, gli occhi sporgenti. Può emettere un simile al latrato di un . Questo è ben adattato alla ...................................... acquatica. Le pinne posteriori, stese all’indietro, non ...................................... essere rivolte in ........................... ; per questo la foca non è in di camminare terreno, dove procede a o strisciando. In ......................................, invece, nuota con .......................................

2. Cerca le parole che hai inserito nei testi nascoste in mezzo alle vocali.

Testo n. 1

Testo n. 2

Prova di lettura (3)

1. Preparati con una lettura silenziosa alla lettura espressiva del seguente testo. Fai attenzione:

- alle pause;

- ai toni di voce;

- all’intonazione e all’intensità della voce a seconda dello stato d’animo dei personaggi;

- a mantenere una velocità di lettura adeguata, che consenta l’ascolto e quindi la comprensione di ciò che è narrato.

LA FESTA CON GLI AMICI

Un’ora di discussione con la mamma perché mi permettesse di organizzare la festa per il mio compleanno solo con gli amici.

– Ma la nonna e le zie sono sempre venute, ti portano i regali! E la torta?

Quando la tagliamo la torta?

– Mamma, la mangiamo la sera. Ti prego non ti presentare con tutto il parentado, non mi far fare questa figuraccia!

– Figuraccia?! Ma Adalberto, ti vergogni di noi?

– No, mamma, ma ci sono gli amici. Io sono grande ormai.

– Già, capisco.

La mamma pareva un po’ malinconica, allora ho proposto:

– Senti mamma, facciamo così: la sera festeggiamo in famiglia con tutti i parenti, i regali e la torta.

– D’accordo.

La festa è stata un portento. Mai divertito tanto in vita mia.

Gigi ha portato un gruppo di ragazzi in gambissima e ci siamo chiusi tutto il pomeriggio in camera: io ho suonato il pianoforte e tutti mi hanno detto che ci so fare, poi mi hanno accompagnato con le chitarre. Sembrava proprio un complesso!

Verso sera la mamma si è affacciata:

– Vi serve qualcosa?

È arrivata nel momento in cui Gigi, in maniche di camicia, faceva un assolo eccezionale alla chitarra. La mamma si è fermata ad ascoltare e poi ha battuto le mani.

– Bravo!

È stata la festa più bella che io ricordi.

A. Nanetti, Le memorie di Adalberto, Einaudi

Il lupo e il ragazzo

Il ragazzo è immobile, ritto davanti al recinto del lupo. Il lupo va e viene. Gira in lungo e in largo senza mai fermarsi.

“Che scocciatore, quel tipo...” ecco quel che pensa il lupo. È un’ora, ormai, che il lupo trotta. Un’ora che gli occhi del ragazzo lo seguono. Il pelo azzurro del lupo sfiora la rete. I muscoli guizzano sotto il pelame invernale. Il lupo azzurro trotta come se non dovesse fermarsi mai. Come se stesse tornando a casa sua, lassù, in Alaska. «Lupo d’Alaska» sta scritto sulla targhetta di ferro, sulla rete. E per maggiore chiarezza c’è anche una carta del Grande Nord, con una regione segnata in rosso: «Lupo d’Alaska, Barren Lands». Posandosi al suolo, le zampe non fanno rumore. Continua ad andare da un capo all’altro del recinto: si direbbe il pendolo silenzioso di un grande orologio.

E gli occhi del ragazzo hanno un movimento lentissimo, come se seguissero una partita a tennis al rallentatore.

“Che ho, da interessarlo tanto?”, il lupo aggrotta le sopracciglia; piccole onde di pelo ritto vanno a smorzarsi intorno al muso, e bruscamente si ferma. Si siede eretto proprio davanti al ragazzo. E anche lui si mette a fissarlo. Adesso sono faccia a faccia. Non un visitatore nel giardino zoologico, non c’è che il ragazzo e quel lupo dal pelame azzurro.

“Vuoi guardarmi? D’accordo! Anch’io ti guardo! Si starà a vedere...” pensa il lupo, ma c’è qualcosa che lo disturba: lui non ha che un occhio, mentre il ragazzo ne ha due. A un tratto il lupo non sa in che occhio del ragazzo fissare lo sguardo. Esita. Il suo unico occhio salta da destra a sinistra e da sinistra a destra. Il lupo è maledettamente a disagio, così il suo unico occhio impazzisce sempre più e ben presto, attraverso la cicatrice dell’occhio morto, spunta una lacrima.

Allora il ragazzo fa una cosa curiosa: chiude un occhio. Ed eccoli là che si fissano, occhio nell’occhio, nel giardino zoologico deserto e silenzioso. Un occhio giallo, rotondo, con una pupilla nera proprio al centro. Un occhio che non si chiude mai. È come se il ragazzo stesse fissando una candela accesa nella notte; non vede che quell’occhio: gli alberi, lo zoo, il recinto, tutto è scomparso. Non resta che un’unica cosa: l’occhio del lupo.

da D. Pennac, L’occhio del lupo, Salani

1. Vero o falso? Rispondi con una X. Nel testo agiscono quattro personaggi. V F

I protagonisti sono un lupo e un ragazzo. V F

I fatti si svolgono di giorno. V F

La storia è ambientata in un giardino zoologico. V F

2. Ordina con i numeri la successione cronologica dei fatti.

Il ragazzo, immobile davanti al recinto, osserva il lupo.

Il lupo e il ragazzo si fissano occhio nell’occhio.

Il lupo non sa quale occhio del ragazzo fissare.

Il lupo si siede eretto davanti al ragazzo, per fissarlo.

Il lupo trotta nel recinto senza mai fermarsi.

Il ragazzo chiude un occhio.

3. Rileggi le seguenti sequenze e scrivi accanto a ciascuna di che tipo si tratta: narrativa - descrittiva - riflessiva.

Il pelo azzurro del lupo sfiora la rete. I muscoli guizzano sotto il pelame invernale. Il lupo azzurro trotta come se non dovesse fermarsi mai. Come se stesse tornando a casa sua, lassù, in Alaska. «Lupo d’Alaska» sta scritto sulla targhetta di ferro, sulla rete. E per maggiore chiarezza c’è anche una carta del Grande Nord, con una regione segnata in rosso: «Lupo d’Alaska, Barren Lands». Posandosi al suolo, le zampe non fanno rumore. Continua ad andare da un capo all’altro del recinto: si direbbe il pendolo silenzioso di un grande orologio.

“Vuoi guardarmi? D’accordo! Anch’io ti guardo! Si starà a vedere...” pensa il lupo, ma c’è qualcosa che lo disturba: lui non ha che un occhio, mentre il ragazzo ne ha due.

SEQUENZA

SEQUENZA

4. Le descrizioni: concludono le frasi narrative. allungano il testo in modo noioso. caratterizzano i personaggi. sono parti di testo staccate dal racconto.

5. Perché il lupo è “maledettamente” a disagio?

Non sa dove fissare lo sguardo perché ha un occhio solo. Vuole tornare in Alaska. Ha paura del ragazzo. È affamato.

6. Quali sentimenti prova il lupo nei confronti del ragazzo?

Odio e rancore. Simpatia e curiosità. Disagio e curiosità. Disagio e aggressività.

Un regalo speciale del nonno

Nella notte la brezza entrava dolcemente dalla finestra aperta. Il chiarore della luna piena andò a posarsi all’improvviso sugli occhi del bimbo addormentato, mentre sua sorella Elsy, scuotendolo per la terza volta, gli diceva:

– Svegliati, Luis! Se non vieni, perdi... Luisito sentì il solletico sulle piante dei piedi e si voltò, nascondendo la faccia sotto il cuscino.

– Svegliati! – insisteva Elsy – Il nonno sta distribuendo i regali in cortile! Il bimbo rimase seduto sul bordo del letto, con le ciglia curve senza sogni, con qualche coriandolo di luce negli occhi.

– Un regalo? – chiese il bambino contento – Non c’è niente di meglio dei regali del nonno!

L’anno precedente, Luisito aveva ricevuto un albero di nespolo appena piantato e prima il segreto del volo degli aquiloni, e prima ancora la formula segreta per tagliare e piegare animaletti di carta, e ancora ancora prima il sapore della marmellata di agresto e ancora ancora ancora prima... il bambino non ricordava cosa c’era stato ancora ancora ancora prima, ma era sicuro di aver ricevuto regali preziosi, unici: regali che non si potevano comprare nei negozi o ai grandi magazzini.

– Dov’è il nonno? – chiese il bambino.

– In cortile – disse Elsy – Te l’ho già detto... guarda, è lì.

Luis fu sollevato dalle forti mani di Tomás Gonzáles, mentre Elsy e la cugina Falsy restavano giù, simili a grandi farfalle notturne nelle loro ampie camicie da notte. Dopo averlo collocato su una sedia molto alta e avergli dato un cannocchiale, il nonno disse: – Guarda il cielo. Ogni bambino deve avere la propria stella preferita.

Il bambino contemplava il cielo, costellato di migliaia e migliaia di puntini luminosi, chiuse gli occhi con forza... quando aprì le palpebre, la vide. Era scintillante di luce intensa e rossa, sospesa come una ghirlanda di cellophane e ghiaccio nel cuore dell’Universo... – Quella! – gridò. – Quella!

Il nonno avvicinò il volto al cannocchiale ed esaminò il cielo in silenzio.

– È la Stella Polare – disse.

– E la mia è Deben, della costellazione del cigno – disse Falsy.

Il cugino Lucho, che aveva già un sacco di anni, undici, dodici o tredici, annunciò:

– E la mia è Altari, che significa “aquila”.

– E la mia è Aldebran, ed è arancione – disse Elsy che non riusciva a trattenersi. Era la prima notte che i bambini passavano in casa del nonno ed erano sfiniti dalla stanchezza. Era ora di dormire, non c’era scampo!

da F. Buitrago, La casa dell’arcobaleno, Feltrinelli Kids

1. Rispondi.

• Dove avvengono i fatti? ............................................................................................................................... .............................................................................

• Quando accadono le vicende raccontate?

• Chi è il protagonista?

• Chi sono gli altri personaggi?

• Il racconto è scritto in prima o in terza persona?

3. Scegli con una X il completamento corretto.

• I fatti sono narrati: tutti in ordine cronologico. tutti a ritroso, dall’ultimo fatto al primo. in ordine cronologico, tranne il racconto di eventi avvenuti nel passato e vivi nel ricordo.

• Riquadra la parte del testo che racconta eventi vissuti nel passato dal protagonista, poi segna con una X il completamento corretto.

• Questa parte del racconto presenta: la fabula un flashback un flashforward

4. Collega ogni bambino alla stella che ha scelto. Luis Aldebran

Elsy Stella Polare

Falsy Altari

Lucho Deben

Il furto della cassetta

Sono le dieci in punto quando la signora Kanzler esce dalla casetta unifamiliare nel Rabenweg. Esattamente dopo venti minuti è di ritorno. Passano altri trenta minuti e si trova seduta nel soggiorno della propria casa davanti all’ispettore Roller:

– Dunque signora Kanzler, lei è andata a fare la spesa e quando è tornata si è accorta che la finestra della camera da letto era spalancata. E poi scopre che dalla stanza è stata rubata una cassetta con denaro e gioielli. È così?

La signora Kanzler annuisce e singhiozza.

– E ora mi conduca nella sua stanza da letto – dice imperiosamente l’ispettore. Giunto lì comincia a camminare per la stanza annusando. Poi si inginocchia e comincia a tastare il pavimento. Quando si rialza, tiene qualcosa in mano.

– Qui nella stanza c’è un leggerissimo odore di stucco. Inoltre ho trovato anche un pezzetto di legno con dello stucco attaccato. Il ladro o i ladri devono avere a che fare in qualche modo con stucco e legno.

– La vetreria Moser! – esclama la donna perplessa e sbalordita – La vetreria si può vedere dalla finestra della stanza da letto.

L’ispettore annuisce.

– Grazie, sarò di ritorno fra mezz’ora.

Il vetraio Moser resta a bocca aperta, quando arriva l’ispettore.

– Debbo presumere, signor Moser, che sotto il suo tetto si nasconda un ladro. Da una casa qui vicino è stata trafugata una cassetta con del denaro.

Il vetraio Moser si contorce indignato:

– Si tratta sicuramente di un errore, signor ispettore!

Quando poco dopo viene ritrovata la cassetta sotto un sedile del furgone delle consegne, il signor Moser si precipita nella bottega-laboratorio, dove i due apprendisti stanno lavorando. Spiega loro il perché della presenza dell’ispettore e li ammonisce di dire la verità. Però entrambi scuotono il capo. Allora si fa avanti l’ispettore.

– Tra le dieci e le dieci e venti è avvenuto il furto. Signor Weisel, che faceva lei a quell’ora?

L’apprendista Karl Weisel deglutisce:

– La cosa può sembrare un po’ comica, ma ero dal medico. Sono ritornato poco prima delle dieci e mezzo. Il padrone può confermarlo.

L’ispettore annuisce e si rivolge al secondo apprendista: – E lei signor Kostmann?

Walter Kostmann abbassa gli occhi sul pavimento grattandosi con la forza la testa: – Io non so... ero qui nel laboratorio – poi investe l’ispettore – Non sono un ladro, io! Il vetraio Moser cerca di rabbonirlo e poi si rivolge all’ispettore Roller: – Ha già stabilito, signor ispettore, se il denaro e i gioielli si trovano ancora tutti nella cassetta? Forse potrebbe... anche con le impronte digitali... – Grazie, signor Moser, di sicuro c’è ancora tutto. E per ciò che riguarda le impronte digitali, possiamo risparmiarci la fatica. So già chi è il ladro.

da W. Ecke, L’uomo in nero, E. Elle

1. Collega ogni personaggio al ruolo che svolge nel racconto.

Signora Kanzler

Ispettore Roller

Vetraio Moser e i due apprendisti

sospettati

chi indaga vittima

2. Rileggi l’ultima parte del racconto dove viene narrata la visita dell’ispettore

Roller alla vetreria e cerca di capire chi è il colpevole, poi completa.

• Il colpevole secondo me è

Perché

3. Ora verifica se hai risolto il caso nel modo giusto, cioè come ha fatto l’ispettore

Roller. Riscrivi le parole che restano dopo aver eliminato il gruppo delle vocali AEIOU che le separa.

ILAEIOULADROAEIOUÈAEIOUILAEIOUVETRAIOAEIOU.

L’AEIOUISPETTOREAEIOULOAEIOUHAAEIOUCAPITOAEIOUQUANDOAEIOU

ILAEIOUVETRAIOAEIOUHAAEIOUCHIESTOAEIOUSEAEIOU“DENAROAEIOUEAEIOUGIOIELLI” AEIOUSIAEIOUTROVAVANOAEIOUTUTTIAEIOUNELLAAEIOUCASSETTAAE IOU. L’AEIOUISPETTORE, AEIOUPARLANDOAEIOUDELAEIOUFURTO, AEIOUAVEVAAEIOUSOLTANTOAEIOUPARLATOAEIOUDIAEIOUUNAAEIOU CASSETTAAEIOUCONAEIOUDENARO.

Le osservazioni di Sherlock Holmes

Una sera stavo tornando da una visita a un paziente, quando fui preso dal desiderio di rivedere Holmes. Nel suo appartamento le luci erano tutte accese e vidi la sua figura alta e magra passare e ripassare dietro i vetri della finestra. Suonai il campanello e fui fatto entrare. Non fu espansivo nell’accogliermi. Non lo era quasi mai. Credo che però fosse contento di vedermi. Senza una parola, con un’espressione affettuosa, mi fece accomodare in poltrona. Poi si mise accanto al fuoco e prese a studiarmi con il suo caratteristico sguardo indagatore.

– Il matrimonio le fa bene, Watson – osservò infine – ho l’impressione che lei sia aumentato di tre chili e mezzo dall’ultima volta che ci siamo visti. Ed è tornato alla professione medica, a quel che vedo.

– E come lo sa?

– Lo vedo, lo deduco. Come saprei altrimenti che poco fa lei si è terribilmente infradiciato e che la sua domestica è un campione di sciatteria?

– Senta, Holmes – esclamai – ora sta davvero esagerando! È vero, giovedì ho fatto una passeggiata in campagna e sono tornato in condizioni pietose. Ma non riesco a capire come ha fatto a indovinarlo. In quanto alla nostra domestica, è incorreggibile, tanto che mia moglie l’ha licenziata, ma anche qui non vedo come lei abbia potuto immaginarlo. Holmes fece un risolino e si fregò le lunghe mani nervose.

– È così semplice! – mi rispose – Gli occhi mi dicono che nella parte interna della sua scarpa sinistra, proprio dove batte il riflesso del camino, il cuoio è segnato da piccoli tagli paralleli prodotti da qualcuno che ha grattato con forza i bordi della suola per liberarla dalle incrostazioni di fango. Da qui la mia doppia deduzione: lei è uscito con un tempo pessimo e la sua domestica è un’incapace in fatto di pulizia delle scarpe. In quanto al fatto che ha ripreso a lavorare, se un distinto signore entra nella mia stanza puzzando di medicinali e ha un rigonfiamento dove di solito tiene lo stetoscopio, sarei veramente sciocco se non deducessi che è ritornato alla sua professione medica. Non potei fare a meno di scoppiare a ridere.

– Quando lei mi dà le spiegazioni – osservai – tutto mi appare talmente semplice che non riesco a capire come non ci possa arrivare io stesso. Eppure sono sicuro che i miei occhi sono capaci di vedere quanto i suoi.

– Infatti – rispose Holmes. – Lei vede quanto me, ma non osserva. Si tratta di una distinzione molto semplice. Per esempio, chissà quante volte ha visto anche lei i gradini che portano all’ingresso di questa casa.

– Infinite volte!

– Allora potrà dirmi quanti sono i gradini.

– Ma, veramente non saprei.

– Ecco, vede? Lei non ha osservato. Questo è il punto! Io invece so che ci sono diciassette gradini, perché non solo ho visto, ma ho anche osservato.

A. Conan Doyle, Le avventure di Sherlock Holmes, Thema

1. Prova a individuare le caratteristiche del personaggio Sherlock Holmes. Poi scegli con una X il completamento corretto.

• Il narratore è: Sherlock Holmes. il dottor Watson. un personaggio esterno.

• Sherlock Holmes è: distratto. espansivo. indagatore. osservatore. caloroso. riservato.

• Sherlock Holmes è un famoso detective che possiede: una scarsa capacità di vedere la realtà circostante. un forte spirito di osservazione della realtà circostante. una vivace immaginazione.

• Questo personaggio basa le sue conclusioni: su banali intuizioni nate dalla sua attiva immaginazione. su ragionamenti logici basati sulla relazione causa-effetto. su una vista perfetta, capace di vedere anche piccoli particolari.

2. Attiva la memoria e completa le frasi.

• Sherlock Holmes deduce che giorni prima Watson si è infangato le scarpe da

• Sherlock Holmes deduce che la domestica del dottor Watson è un campione di sciatteria da

• Capisce che Watson è ritornato alla professione medica perché

Fantasmi in cantina

– Tom! – disse la mamma – Va’ in cantina a prendere due bottiglie. – È proprio indispensabile? – chiese il bambino.

– Non tirerai fuori ancora le tue storie di fantasmi! – disse la mamma irritata – Su, spicciati! Sospirando, Tom aprì la porta dell’appartamento. Nel grande edificio in cui abitava, ogni appartamento disponeva di una propria cantina. Quando Tom si trovò davanti alla porta si mordicchiò le labbra e si sistemò gli occhiali. Il freddo corridoio sul quale si affacciavano le porte delle cantine era semibuio. Tom ebbe delle difficoltà a inserire la chiave nella serratura. Poi con una spinta spalancò la porta, che si aprì con un cigolio sinistro. Il buio e un penetrante odore di muffa avvolsero il ragazzo, che coraggiosamente fece un passo avanti alla ricerca dell’interruttore della luce. Dannazione, dove poteva mai essere quel maledetto coso? Era uno di quegli interruttori antiquati da girare. Oh, finalmente. Eccolo là. Tom lo fece ruotare. Una lampadina penosamente fioca si illuminò e... paff! Esplose in mille schegge. Spaventato, Tom indietreggiò urtando con il gomito la porta della cantina che, sbam!, si richiuse di scatto.

Tom si ritrovò tutto solo nella cantina nera come la pece. “Stai calmo” pensò “Mantieni la calma, vecchio mio. È scoppiata solo quella stupida lampadina”.

Ma da quando in qua le lampadine si mettono a scoppiare? Tom si accorse che la bocca gli si stava rinsecchendo come carta vetrata. Voleva fare un passo indietro, ma le sue scarpe erano come incollate al pavimento. Sentì poi una strana presenza, udiva il suo respiro e poi un lieve fruscio.

– Aiuto! – sussurrò Tom – Qualcuno mi aiuti!

– Aaaaaahoooo! – nell’oscurità riecheggiò un gemito. Un alito gelido investì il suo volto, mentre artigli di ghiaccio gli si avvinghiarono intorno al collo.

– Viaaaa! – urlò Tom – Vai via, essere ripugnante!

Gli artigli di ghiaccio allentarono la presa sul collo di Tom e gli tirarono le orecchie. Nell’oscurità brillò una sagoma biancastra. Un qualcosa dagli occhi verdognoli, dalla chioma svolazzante e dal ghigno beffardo. “Un fantasma!”, pensò Tom sbalordito “Un vero fantasma!”.

– Ooouuuaaaah! – mugghiò quell’essere orripilante. Con un balzo disperato Tom sfilò i piedi dalle scarpe incollate al pavimento. Barcollò sino alla porta e tremando cercò a tentoni il chiavistello. Il coso raccapricciante si attaccava ai suoi capelli. Con le ultime forze rimastegli Tom spalancò la porta. Il fantasma si ritrasse con grida stizzose e Tom, mezzo morto dallo spavento, inciampò e finì lungo disteso nel corridoio. Di colpo tutto tacque. Silenzio di tomba. Solo la porta cigolò sui cardini. Tom le diede un colpo ed essa si richiuse. Con le ginocchia che gli tremavano, si precipitò verso la scala. Via! Via!

da C. Funke, Gli acchiappafantasmi, Mursia

1. Segna con una X la risposta corretta.

• Davanti alla porta della cantina Tom si mordicchiò le labbra. Perché?

Era contento di andare in cantina. Era infreddolito.

Aveva paura dei fantasmi. Aveva visto un fantasma.

• Che cosa accadde quanto Tom girò l’interruttore della luce?

La lampadina non si accese. La lampadina si accese.

La lampadina esplose in mille schegge. L’interruttore si ruppe.

• Che cosa accadde all’interno della cantina?

Tom fece amicizia con un fantasma. Tom prese le bottiglie di aranciata. Tom fu avvinghiato da un fantasma. Tom cercò i fantasmi.

• Come si conclude il racconto?

Tom uscì tranquillo dalla cantina.

Tom rimase chiuso in cantina.

Tom salì la scala in ginocchio.

Tom chiuse con un colpo la porta e fuggì via terrorizzato.

2. Riordina le sequenze inserendo i numeri nei quadratini.

Tom prova a rifiutare perché crede che in cantina ci siano i fantasmi.

Tom ubbidisce e va nella cantina.

Tom si sente il volto investito da un alito gelido e il collo stretto da artigli di ghiaccio.

La mamma chiede a Tom di scendere in cantina a prendere un’aranciata.

Nel buio Tom sente una strana presenza.

Una lampada scoppia e la porta si chiude.

ll ragazzo fugge terrorizzato dalla cantina.

3. Segna con una X il completamento corretto.

• Tra gli elementi tipici del racconto di paura, non compare in questo brano: rumori sinistri. fantasmi. buio. castello disabitato.

• La vicenda si svolge: in un bosco. in un appartamento. in una cantina. in una soffitta.

• Lo scopo del racconto è suscitare in chi legge: commozione. suspense e paura. divertimento. curiosità.

Il re degli Orchi

Spenser si volse verso i ritratti. Un bagliore sulfureo attirò la sua attenzione. Si avvicinò. – E quello? – domandò.

Pamela taceva, avvicinandosi al ritratto sistemato nell’angolo più buio. Spenser le si affiancò e sobbalzò. Da una nuvola temporalesca era scaturito un essere mostruoso, visibile solo in parte. Non si riusciva a distinguere un corpo di forma definita e anche il volto era solo una maschera dall’espressione inconfondibile: furia distruttrice.

– È Grandorco – mormorò Pamela con voce quasi tremante – il re di tutti gli Orchi dell’Universo Nebbioso.

Spenser rimase impietrito. Dal volto mostruoso provenivano vibrazioni di odio. Un odore disgustoso gli fece arricciare il naso. Un grugnito rabbioso lo stordì. La figura parve animarsi, tese una zampa verso di lui... Spenser arretrò barcollando e solo quando fu al centro della stanza si sentì al sicuro.

Pamela lo osservava senza commentare; un sorriso appena accennato le conferiva un’aria ironica che contrastava con la visione spaventosa.

Spenser avvertì nuovi palpiti roventi sulla nuca e sospirò rumorosamente, sentendo dietro di sé una presenza forte e calda. Si voltò. Lo spazio racchiuso nella cornice dorata di un altro ritratto si gonfiava come se una brezza calda spirasse dal muro. Fluidi luminosi si protendevano verso il ragazzo, che si sentiva così fiacco da non riuscire a muovere un passo per sfuggire alle appendici di ectoplasma. Tentacoli di forma e colore in continua mutazione si allungarono fino a circondarlo, senza mai toccarlo. Nel frattempo, una figura si era delineata sulla tela che palpitava come una vela alla brezza. – È il Pellegrino! – mormorò Pamela avvicinandosi a Spenser – Se Grandorco è il braccio rozzo e spietato, lui è la mente infida.

All’avvicinarsi di Pamela, le emanazioni iridescenti si ritrassero bruscamente e Spenser avvertì la spossatezza mutarsi in un gelo che lo fece rabbrividire. – Ti incanta e poi ti uccide – diceva Pamela – guardati da lui, non esitare con la spada, ha il viso d’angelo e il cuore di diavolo: devi ucciderlo! È lui che ha organizzato i rapimenti. da Aquilino, Cacciatori di Orchi, Fabbri

1. Scrivi i nomi dei personaggi.

2. I personaggi sono: tutti realistici. tutti fantastici. alcuni realistici, alcuni fantastici.

3. Il protagonista che dovrà combattere contro il Male è: Spenser. Pamela. Grandorco. Pellegrino.

4. Il personaggio che aiuta l’eroe è: Pamela. Grandorco. Pellegrino.

5. I rappresentanti del Male sono: orchi. troll. hobbit. persone comuni.

6. Scrivi il nome del personaggio a cui è riferita ciascuna espressione:

• essere mostruoso:

• furia distruttrice:

• odore disgustoso: ............................................................................................................................... ....................................

• grugnito rabbioso:

• braccio rozzo:

• mente infida:

• cuore di diavolo: ............................................................................................................................... .......................................

7. Questo racconto fantasy è ambientato: in una stanza realistica. in una stanza reale e paurosa. in una stanza immaginaria. in un bosco incantato.

8. Il tempo è: un’epoca storica ben precisa. indefinito.

9. Gli elementi tipici del fantasy presenti in questo racconto sono: esseri fantastici. presenza di fate e maghi. boschi e foreste incantati. la lotta tra il Bene e il Male. un oggetto magico. mutazioni.

10. Chi emerse dal primo ritratto?

Il Pellegrino. Pamela. Spencer. Grandorco.

11. E dal secondo?

Il Pellegrino. Pamela. Spencer. Grandorco.

12. Chi arretrò barcollando?

Il Pellegrino. Pamela. Spencer. Grandorco.

Alla ricerca di Ilyriand

C’era una folla numerosa quella sera nel salone del castello quando Osric il saggio mago, cominciò a narrare.

– Molto tempo fa, prima ancora dei tempi che i draghi possono ricordare, il nostro popolo viveva in una terra di nome Ilyriand. Si dice che Ilyriand fosse un paese tanto ricco che i nostri progenitori non avevano bisogno di nulla. Non avevano necessità di andare né a caccia né a pesca: bastava che allungassero la mano verso gli alberi, carichi di frutti maturi e deliziosi. Ogni giorno splendeva il sole, ogni sera l’aria era rinfrescata da una pioggia leggera. L’inverno non esisteva. Il calore dell’estate e il raccolto dell’autunno erano costanti e sicuri, come la notte che segue ogni giorno e il giorno che segue ogni notte. La musica dei nostri padri era meravigliosa, i loro dipinti erano incantevoli, le sculture raffinate e le poesie piene di serenità.

Tutto questo fino a quando salì al trono Eldon.

Fin da bambino, Eldon aveva alzato lo sguardo alle stelle, alle montagne che circondavano Ilyriand: voleva sapere che cosa c’era oltre i confini della sua terra. – Maestà, questo è impossibile! – gli rispondevano i saggi del Regno – Guardatevi intorno: tutto ciò che potete desiderare è qui!

– Le stelle viaggiano in cerca di nuovi orizzonti! – gridava Eldon – Perché io non posso fare altrettanto? Voglio la luna, voglio le stelle, voglio sapere che cosa c’è oltre i confini di Ilyriand!

Passarono vent’anni, ed Eldon trovò un passaggio tra le montagne. Con tutti i suoi sudditi, lasciò Ilyriand, chiudendo il passaggio con una porta incantata, che poteva essere aperta soltanto con una chiave magica d’oro zecchino. Viaggiarono attraverso molte terre e videro la morte piombare su di loro: uomini armati di asce li assalirono e li sterminarono. I pochi sopravvissuti al massacro costruirono delle navi e partirono, sperando di poter trovare la chiave d’oro e la strada per tornare a Ilyriand. Non furono fortunati e dopo molti anni decisero di rassegnarsi e si stabilirono a Fallond. Questa è la mappa del loro viaggio. Così dicendo, Osric estrasse una pergamena molto consumata. Poi faticosamente, riprese a parlare:

– Vi do un avvertimento: questa è una terra senza futuro. Se rimarrete qui morirete. Andate a cercare Ilyriand. Il drago vi aiuterà.

A quelle parole si fece avanti un drago, lungo sei metri buoni, ricoperto di scaglie color ruggine.

da J. Ashton, In viaggio per Ilyriand, Mondadori

1. Ilyriand è:

una terra senza futuro. una terra meravigliosa. una montagna.

• Riquadra nel testo la descrizione di Ilyriand.

2. Chi narra la storia del popolo di Fallond è: Ilyriand. il saggio mago Osric. il sovrano Eldon. un drago.

3. Lo scopo di chi narra la vicenda del suo popolo alla folla è: ricordare le proprie origini. far conoscere la ricchezza della terra dove vissero un tempo i loro progenitori. prevedere il loro futuro nella terra in cui si trovano in quel momento. convincere il suo popolo a cercare la terra dei progenitori.

4. Il sovrano Eldon voleva esplorare: le stelle un varco tra le montagne i confini di Ilyriand nuovi orizzonti oltre i confini di Ilyriand

5. A che cosa serviva la chiave magica?

6. Che cosa conteneva la pergamena molto consumata?

7. Quale personaggio doveva aiutare il popolo a cercare la terra dei progenitori?

8. Gli elementi tipici del fantasy presenti in questo racconto sono: esseri fantastici. presenza di fate e maghi. boschi e foreste incantati. tempo indefinito. personaggi fantastici e umani. luoghi immaginari la lotta tra il Bene e il Male. l’oggetto magico. viaggio pericoloso

Incontro con creature magiche

Harry uscì dal castello insieme a Ron e a Hermione per recarsi alla prima lezione di Cura delle Creature Magiche.

Hagrid aspettava gli allievi sulla soglia della sua capanna.

– Forza, avanti muovetevi! – disse mentre i ragazzi si avvicinavano. Li condusse accanto a un recinto. – Adesso ci servono delle Creature Magiche. Io vado e le prendo. Voi state qui...

Si allontanò da loro e si addentrò nella foresta.

A un tratto, Lavanda Brow strillò indicando il lato opposto del recinto. Almeno una dozzina di creature, le più bizzarre che Harry avesse mai visto, trotterellavano verso di loro. Avevano i corpi, le zampe posteriori e le code da cavallo, le zampe anteriori, le ali e la testa da aquile giganti, becchi feroci color dell’acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli artigli sulle zampe davanti erano lunghi più di quindici centimetri e avevano l’aria letale

– Ippogrifi! – ruggì allegramente Hagrid agitando una mano. – Belli, eh?

– Allora – disse Hagrid sorridendo, – la prima cosa da sapere sugli Ippogrifi è che sono orgogliosi. Facili da offendere. Mai insultarne uno, perché può essere l’ultima cosa che fate. Dovete sempre lasciargli fare la prima mossa. Camminate verso l’Ippogrifo, fate un inchino e aspettate. Se anche lui fa un inchino, potete toccarlo. Se non lo fa, via veloci, perché quegli artigli fanno male. Bene, chi va per primo?

I ragazzi per tutta risposta si ritrassero ancora di più.

– Nessuno? – disse Hagrid con aria supplichevole.

– Io – esclamò Harry.

– Bravo! – ruggì Hagrid – Vediamo come te la cavi con Fierobecco! – Slegò una delle catene, allontanò l’Ippogrifo grigio dai suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio. – Piano, ora, Harry – disse a bassa voce. – Hai stabilito un contatto visivo, adesso cerca di non chiudere gli occhi... gli Ippogrifi non si fidano di te se strizzi troppo gli occhi... Fierobecco aveva voltato la testa e lo fissava con l’altera pupilla arancione.

– Così – disse Hagrid. – Così, Harry... ora fai l’inchino... Harry si chinò in fretta e poi alzò gli occhi. L’Ippogrifo continuava a fissarlo, altezzoso. Non si mosse.

– Ah – disse Hagrid preoccupato – Va bene... adesso torna indietro, Harry, piano... All’improvviso l’Ippogrifo piegò le ginocchia squamose e si abbassò in un inconfondibile inchino. La classe applaudì.

– Va bene! – disse Hagrid – Ora ti lascia salire in groppa, guarda. Harry mise il piede sull’ala di Fierobecco e si issò sul suo dorso. Senza preavviso, le ali lunghe più di tre metri si spalancarono: Harry ebbe appena il tempo di afferare il collo dell’Ippogrifo e già quello si librava nell’aria.

da J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani

1. Segna con una X l’aggettivo sinonimo.

lieve

Letale mortale spento presuntuoso

Altero arrogante fiero

superbo

Altezzoso orgoglioso vanitoso pericoloso

Bizzarro brutto stravagante

2. Collega i nomi propri con i rispettivi personaggi. Fierobecco l’insegnante

Harry il compagno e la compagna del protagonista

Hagrid il ragazzo protagonista

Ron e Hermione Ippogrifo

3. Come sono le Creature Magiche?

4. Quali elementi tipici del fantasy trovi nel racconto che hai letto? Colorali fra quelli elencati.

luogo fantastico creature mostruose con poteri magici

elfi draghi protagonista ragazzo dotato di grande coraggio

5. Sottolinea nel testo i momenti dell’incontro di Harry con l’Ippogrifo, poi riscrivilo con parole tue.

Fare amicizia

con

un extraterrestre

I gambi del granoturco si aprirono ed Elliott guardò dentro: cacciò un urlo e si buttò a terra. La creatura spaziale indietreggiò e si mise a correre verso il cancello producendo un gran rumore di sguazzo con i suoi piedoni.

– Non andartene!

Ma l’essere se n’era già andato, fuori dal cancello dentro la notte. Il mattino seguente Elliott si diresse verso le colline. Non sapeva perché. Fu la bicicletta a guidarlo attraverso la foresta, su per un sentiero tortuoso. Arrivò a una radura e capì che lì doveva esserci stato qualcosa di incredibile: l’atterraggio della Nave Spaziale. L’essere spaziale, nascosto tra i cespugli lì accanto, non rivelò la sua presenza, anche perché stava per esalare, per la fame, l’ultimo respiro: le potenti compresse nutritive di cui si cibava erano terminate Il ragazzino levò di tasca un sacchettino ed estrasse un oggetto minuscolo. Posò l’oggetto in terra, fece qualche passo e ne posò un secondo identico al primo, e via di seguito finché fu così lontano che l’extraterrestre non poté più vederlo.

Il viaggiatore dello spazio strisciò debolmente fuori dai cespugli. Trovò una pillolina rotonda che somigliava a una compressa nutritiva. Se la mise in bocca e lasciò che si sciogliesse. Deliziosa. Non aveva mai assaggiato niente di simile in tutta la sua galassia! Allora partì più velocemente che poté giù per il sentiero, mangiando una pillola dopo l’altra e così facendo sentì che le forze gli ritornavano.

A un tratto Elliott spalancò gli occhi e si trovò a fissare quell’essere venuto dallo spazio.

L’extraterrestre contemplava a sua volta il ragazzo: era spaventato dal suo grosso naso, un naso prominente, dalle orecchie scoperte e soprattutto da quegli occhietti minuscoli, rotondi come bottoncini. Le gambe poi erano grottescamente lunghe e il suo ventre non pendeva a sfiorare elegantemente il terreno. Il suo cuore si commosse leggendo il terrore di quello sguardo. Così tese verso Elliott un dito, un lunghissimo dito.

Elliott mandò uno strillo e fece un salto indietro, stringendosi al petto il sacco a pelo; l’extraterrestre fece un balzo in direzione opposta. Dopo vari tentativi, il viaggiatore dello spazio seguì Elliott, salì le scale, percorse il corridoio e arrivò nella camera del ragazzo, dove ricevette in premio una manciata di pastiglie. Chi divide con gli altri le sue caramelle merita fiducia.

L’extraterrestre crollò esausto sul pavimento. Una coperta lo avvolse e si addormentò. da W. Kotzwinkle, E.T. L’Extraterrestre, Sperling & Kupfer

1. I personaggi sono: solo terrestri.

solo extraterrestri. sia terrestri che extraterrestri.

2. La vicenda è ambientata: sulla Terra. su un pianeta fantastico. su un pianeta del Sistema Solare.

3. La vicenda si svolge:

nel tempo presente. nel tempo passato. nel tempo futuro.

4. L’extraterrestre all’arrivo del ragazzino resta nascosto perché: ha paura dell’essere umano. è debolissimo, quasi morente per la fame. vuole assalirlo al momento opportuno.

5. Da che cosa viene attratto l’extraterrestre?

Dalla voce di Elliott.

Dagli occhietti minuscoli di Elliott.

Dalle palline minuscole per terra che somigliano alle sue compresse nutritive.

6. Indica quali sono i sentimenti provati dai due personaggi: diffidenza. paura. curiosità. affetto. odio. fiducia. indifferenza. ostilità.

7. Ordina le seguenti frasi in ordine cronologico, numerandole da 1 a 6: Elliott cacciò un urlo e si buttò a terra e l’extraterrestre fuggì via.

L’extraterrestre sentì che le forze gli ritornavano.

Il viaggiatore dello spazio trovò una pillolina rotonda.

L’extraterrestre si addormentò sul pavimento.

L’extraterrestre Tese verso Elliott un lunghissimo dito. Il mattino seguente Elliott si diresse verso le colline.

8. Sottolinea nel testo le diverse espressioni con cui è chiamato l’extraterrestre e trascrivile.

• Pensa anche tu un’altra espressione per definire l’extraterrestre e scrivila.

Lo zoo interplanetario

I bambini erano buonissimi, durante il mese di agosto, specialmente all’avvicinarsi del ventitreesimo giorno, giorno in cui la grande astronave d’argento, che trasportava lo Zoo Interplanetario del professor Hugo, atterrava per la sua annuale visita di sei ore a Chicago. Ogni anno il professor Hugo esibiva nuove creature delle razze più strane e imprevedibili: che cosa avrebbe portato quest’anno? La curiosità era alle stelle. L’astronave comparve, rotonda e scintillante, nel cielo di Chicago; lentamente calò sull’immenso parcheggio tri-metropolitano alla periferia della città.

Nel silenzio rispettoso e quasi sgomento che si era creato, si sollevarono i portelloni laterali a mostrare la consueta fila di gabbie.

Dietro le sbarre s’intravedevano dei bizzarri esseri d’una razza selvaggia: piccoli animali simili a cavalli, che si muovevano a scatti e continuavano a cicalare con vocine acute. I cittadini della Terra si assieparono intorno alla cassa, dove l’equipaggio del professor Hugo provvide a raccogliere i soldi del biglietto e poco dopo apparve il professor Hugo, con il suo ampio mantello multicolore e il cappello a cilindro.

– Signori Terrestri! – disse al microfono – Per il consueto, misero dollaro potrete ammirare uno spettacolo davvero eccezionale: i rarissimi, semisconosciuti ragni-cavalli di Kaan, portati fino a voi a prezzo di grandi spese, per milioni di miglia attraverso lo spazio... avvicinatevi alle gabbie, guardateli, ascoltateli. Ma fate in fretta! La mia nave può trattenersi solo sei ore!

Lentamente la folla prese a sfilare davanti alle gabbie: il pubblico era al tempo stesso inorridito e affascinato da queste creature che assomigliavano a cavalli, ma si inerpicavano e correvano lungo le sbarre come ragni.

Andò avanti così per tutta la giornata finché ben diecimila persone riuscirono a sfilare davanti alle gabbie che si affacciavano lungo le fiancate dell’astronave.

Scoccato il limite delle sei ore, di nuovo il professor Hugo uscì con il microfono in mano: – Ora dobbiamo andare, ma torneremo fra un anno esatto. Li salutò con un cordiale arrivederci; mentre l’astronave decollava, i cittadini di Chicago convennero che quell’anno lo Zoo Interplanetario era stato il migliore in assoluto... Circa due mesi e tre pianeti più tardi, l’astronave calò fra le frastagliate rocce di Kaan: a uno a uno i ragni-cavalli sgusciarono dalle gabbie con il professore fermo davanti all’uscita per pronunciare brevi parole di congedo.

Tutti schizzarono in cento direzioni diverse a raggiungere le loro case fra le rocce. In una di queste, la creatura-lei fu ben felice di vedere il ritorno del compagno e del figlioletto. Farfugliando un festoso saluto in uno strano linguaggio, corse ad abbracciarli.

– Quanto tempo! – esclamò – Allora, è stato bello?

E la creatura-lui annuì:

– Magnifico! Il piccolo si è divertito un sacco. Abbiamo visitato otto mondi.

Il piccolo, tutto allegro, inerpicandosi sulle pareti della caverna:

– Il posto chiamato Terra è stato il migliore di tutti! Le creature che ci abitano portano indumenti sulla pelle e camminano su due zampe.

– Ma non era pericoloso? – chiese la creatura-lei.

– No – rispose il compagno – Ci sono delle sbarre robuste per proteggerci da loro. La prossima volta devi venire anche tu, cara! È un viaggio che vale il prezzo del biglietto!

da E. Hoch, in I. Asimov (a cura di), Storie di giovani alieni, Mondadori

1. Dove si svolge la prima parte del racconto?

Nello Spazio su una grande astronave d’argento.

Sulla Terra, nella città di Chicago.

Sul pianeta d Kaan.

2. Dove si svolge la seconda parte del racconto?

Nello Spazio su una grande astronave d’argento.

Sulla Terra, nella città di Chicago.

Sul pianeta d Kaan.

3. Quando si svolgono i fatti?

Ogni mese dell’anno.

Il ventitré del mese di agosto.

Ogni sei ore.

• Secondo te, di quale tempo si tratta?

Tempo passato. Tempo presente. Tempo futuro.

4. Chi sono i personaggi del racconto?

Tutti esseri umani.

Tutte creature aliene.

Esseri umani e creature aliene.

• Sottolineali nel testo.

5. Che cosa mostra lo zoo interplanetario?

6. Perché lo zoo del professor Hugo è chiamato “interplanetario”?

Nabucco

Oggi è il ventisette di dicembre. Sono le dieci di sera e qui a Roma piove. Il mio cane Nabucco mi porge il guinzaglio perché lo porti a passeggio. Facciamo sempre un giro attorno all’isolato, niente di più. Ma questa non sarà una sera qualunque, né una passeggiata come quelle di tutti i giorni. Nabucco si è messo in testa un’idea. E non posso rifiutargli niente perché oggi è il suo compleanno.

Ora devo dirvi che Nabucco è il cane più piccolo che si possa immaginare. È così da sempre, o almeno da quando me lo hanno regalato. È minuscolo. Dorme in una fruttiera, e avanza ancora spazio. Come ho detto, oggi Nabucco compie gli anni. In questo periodo gli faccio sempre la stessa domanda: “Che cosa vuoi che ti regali?” Finora si era accontentato di cose ragionevoli: una ciotola nuova, un cappottino, un osso di plastica, borotalco, un fazzoletto, ciabatte... Invece quest’anno è stato diverso, la faccenda si è complicata. La storia è iniziata dieci o quindici giorni fa, una mattina, quando Nabucco mi portò il giornale a letto. O meglio, quella mattina non me lo portò perché rimase in cucina a guardare il supplemento di viaggi e turismo. C’era un articolo sulla California. Scoprì una fotografia magnifica: un bosco di sequoie del Parco Nazionale, quanto di più grande si possa immaginare in fatto di alberi. Tronchi di cento metri d’altezza e trentacinque metri di circonferenza, che ci avevano messo tremila anni a crescere. In un’altra foto si vedeva una sequoia sotto cui passava una strada dove viaggiava un’automobile. Quel giorno Nabucco rimase talmente impressionato dalle sequoie che si dimenticò di reclamare la colazione. Da quel giorno non fu più lo stesso.

All’inizio non mi rendevo conto del motivo di quel cambiamento, ma adesso è tutto chiaro: durante le passeggiate serali, Nabucco si è sempre accontentato di innaffiare i modesti aranci che crescono sul marciapiede. L’arbusto del mio vicino di casa Roberto è troppo grande per lui. Nabucco ci si perde dentro. Allora io mi domando: perché un cane delle dimensioni di Nabucco dovrebbe volere una sequoia gigante, se una margherita gli è più che sufficiente per fare quel che fa ogni sera? Che cosa gli ha preso? Come gli è venuto in mente? E non posso neanche dirgli di no, perché non ho mai detto di no ai suoi desideri per il compleanno. Oggi, ventisette dicembre, sono le dieci di sera e piove. Nabucco scuote il guinzaglio, segno che è impaziente di uscire. Spero solo che la California non sia troppo lontana. Nel dubbio, prima di uscire, tolgo le pentole dal fuoco. E comunque gliel’ho detto chiarissimo:

– Va bene, andiamo in California, fai la tua pipì contro la sequoia e torniamo subito indietro.

da E. WoIf, Che schifo di torta, Salani

1. Dove si svolge la vicenda? ...............................................................................................................................

2. Quali azioni strane compie Nabucco? Sottolineale nel racconto.

3. Come si conclude il racconto? Spiegalo con le tue parole.

4. Il racconto è umoristico perché:

narra situazioni buffe e ridicole. narra situazioni con il lieto fine. narra avventure da brivido.

5. Segna con una X le tecniche umoristiche che creano l’effetto comico nel testo.

Il malinteso, cioè il fraintendimento di parole.

Il paradosso, cioè il passaggio da una situazione normale a una conclusione imprevista. L’esagerazione, cioè la presentazione in modo esagerato di personaggi normali.

Le situazioni assurde.

Il capovolgimento dei ruoli, cioè il comportamento dei personaggi opposto a quello che il lettore si aspetta.

6. Leggi la barzelletta poi sottolinea la parola che ti ha fatto sorridere.

È accaduto in una scuola:

– Come si chiama una scarpa piccola?

– Scarpina.

– E una scarpa piccola e graziosa?

– Scarpetta.

– E una scarpa grande grande?

– Scarpone.

– E una scarpa rotta e puzzolente?

– Schifo.

• Sostituisci la parola che hai sottolineato con l’alterato adeguato.

Quell’azione tremenda

Con il cuore pieno di amarezza il grande Aristarchos guardava il figlioletto Kleidemos dormire tranquillo nel grande scudo paterno che gli fungeva da culla. Il silenzio che avvolgeva l’antica casa era rotto dallo stormire delle querce nel bosco vicino. Un lungo, profondo sospiro del vento. Sparta, l’invincibile, era avvolta dalla notte e solo il fuoco, che ardeva sull’acropoli, mandava bagliori rossastri verso il cielo percorso da nubi nere.

Aristarchos si scosse con un brivido gettando uno sguardo nella campagna addormentata e scura. Pensò che era giunto il momento di compiere ciò che doveva, se gli dèi nascondevano la luna e oscuravano la terra, se le nubi nel cielo erano gonfie di pianto. Staccò il mantello dalla parete gettandoselo sulle spalle, poi si chinò sul figlioletto, lo sollevò, lo serrò piano al petto e si avviò con passo leggero mentre la nutrice del piccolo si girava nel sonno tra le coperte.

Aristarchos si fermò restando immobile per un attimo, sperando in cuor suo che qualcosa gli consentisse di rimandare quell’azione tremenda, poi si fece forza, uscì dalla camera attraversando l’atrio appena rischiarato da una lucerna di coccio. Si affacciò sul cortile investito da una folata di vento freddo, che quasi spense la fiammella già fioca e, mentre si girava per richiudere la pesante porta, vide ritta davanti a sé, come una divinità della notte, sua moglie Ismene. Un’angoscia mortale era dipinta sul suo volto. da V. M. Manfredi, Lo scudo di Talos, Mondadori

1. Il racconto è ambientato: nell’antico Egitto. nell’antica Grecia. nell’antica Roma.

2. I personaggi sono: immaginari. storici verosimili.

3. I fatti narrati sono: realmente accaduti. verosimili.

4. Il luogo è: ben definito, precisato. fantastico. non definito, imprecisato.

5. Nel racconto le descrizioni sono importanti perché: indicano le caratteristiche, le abitudini, le tradizioni di un’epoca storica. rendono più coinvolgente la lettura.

6. Sottolinea la descrizione della città di Sparta nella notte.

7. Sottolinea i termini specifici che si riferiscono al periodo storico.

Malospirito e Vampiria

Malospirito era un OGAM lungo e secco. La sua testa era piccola e calva. Sul naso troneggiava un paio di occhiali con la montatura nera.

Le orecchie a sventola facevano pensare ai manici di una pignatta.

La sua figura era avvolta in una larga veste da camera di color verde veleno.

Malospirito era scorbutico e non ispirava fiducia a prima vista. Ma la cosa non lo disturbava affatto: lui amava starsene il più possibile per conto suo.

Vampiria era una AGERTS piccola di statura, ma in compenso era incredibilmente grassa. Era più larga che lunga.

Indossava un abito a righe nere su fondo giallo zolfo che la faceva assomigliare a un calabrone.

Ogni giorno si truccava così tanto che assomigliava alla vetrina di un negozio di cosmetici.

Vampiria era permalosa e, se c’era una cosa che non poteva proprio soffrire, era che non le si prestasse attenzione.

da M. Ende, La notte dei desideri, Salani

1. Completa.

• Hai capito chi sono Malospirito e Vampiria?

Malospirito è un ............................................................... e Vampiria è una ...............................................................

2. Sottolinea nei due brevi testi quando possibile:

• di verde la descrizione dell’aspetto fisico dei personaggi;

• di rosso la descrizione dell’abbigliamento;

• di blu la descrizione delle abitudini;

• di viola la descrizione del carattere.

3. Qual è la differenza nell’aspetto fisico tra Malosirito e Vampira?

4. Qual è la differenza nel carattere tra Malosirito e Vampira?

I

grandi detective

1. Dopo aver letto le descrizioni di quattro detective famosi, riproduci e completa sul quaderno una tabella per ciascuno dei personaggi come quella proposta.

SHERLOCK HOLMES

È un investigatore privato di nazionalità inglese. Alto, molto magro, volto angoloso dal naso aquilino, sguardo acuto e penetrante. Mani lunghe con dita affusolate, macchiate d’inchiostro e di scoloriture provocate dagli acidi. Indossa soprabito con mantellina e cappello provvisto di paraorecchie. Porta con sé un bastone di legno, che nasconde un lungo pugnale, formidabile arma di difesa e offesa.

È molto sicuro di se stesso e dell’infallibilità dei propri ragionamenti. Suona il violino per rilassarsi. Fuma la pipa.

Per indagare si avvale del metodo deduttivo, di un notevole spirito d’osservazione e della sua cultura enciclopedica. Abita a Londra in un appartamento di Baker Street.

HERCULE POIROT

È un investigatore privato, ex ispettore della polizia in pensione, di origine belga. È alto poco più di un metro e mezzo, grassoccio, piuttosto anziano. La sua testa è a forma oblunga, simile a un uovo, e la tiene sempre leggermente inclinata verso destra. Ha le labbra incorniciate da baffi arricciati sulla punta, dei quali ha una cura maniacale, tanto da portare in tasca uno specchietto per poterseli ritoccare. Sono la sua vera e propria mania. Non smetterebbe mai di toccarli, soprattutto durante le digressioni che lo portano alla risoluzione di un caso. I pochi capelli rimasti sono neri. È molto ordinato, meticoloso e previdente. Un omino preciso con la mania dell’ordine. Il suo abbigliamento è rigorosamente preciso e perfetto. Porta sempre con sé l’ombrello. Ha un fiuto straordinario e riesce a risolvere i casi più intricati. Ha sistemi di indagine che rispecchiano la sua personalità: ordine, metodo e cervello. Non è un sentimentale, ma un logico, odia l’inspiegabile e finisce sempre per spiegarlo grazie a straordinarie deduzioni e a una profonda conoscenza del crimine e dei limiti umani.

MISS MARPLE

È un’anziana signora, ormai ottantenne, di nazionalità inglese che si occupa della sua casa, nel villaggio di St. Mary Mead e soprattutto del suo giardino. Da giovane è stata, per un breve periodo, un’infermiera.

È magra e minuta, ha occhi azzurri e capelli candidi, in genere raccolti ordinatamente in una crocchia.

All’apparenza sempre con la testa tra le nuvole, è in realtà un’acuta e infallibile osservatrice. Ama osservare gli uccelli (e i suoi compaesani) con il binocolo e prendere il tè con le amiche, dedicandosi al pettegolezzo.

È una fine psicologa. Nelle indagini utilizza una logica ferrea unita a una singolare acutezza d’osservazione.

JULES MAIGRET

È di nazionalità francese. Commissario capo della polizia criminale di Parigi.

È di corporatura robusta, largo di spalle, dall’aspetto burbero e a tratti inquietante. Ha un viso largo che tiene sempre accuratamente rasato e pochi capelli.

Ama la buona cucina e per concentrarsi fuma la pipa. Nel tempo libero conduce una vita semplice e tranquilla con la moglie Henriette.

Nelle indagini usa un metodo di tipo psicologico, fondato sull’intuito e sulla capacità di mettersi nei panni di chi gli sta di fronte. Per Maigret è importante conoscere l’ambiente in cui il delitto è stato commesso, conoscere il genere di vita, le abitudini, i costumi, le reazioni delle persone che vi sono coinvolti, vittime e: colpevoli o semplici testimoni.

Nome e cognome

Nazionalità

Professione

Il geco

Ogni sera, appena s’accende la luce, il geco, che abita sotto le foglie sul muro, si sposta sul vetro e resta immobile come una lucertola al sole.

La cosa più straordinaria sono le sue zampe, vere e proprie mani dalle dita morbide, tutte polpastrelli, che premute contro il vetro vi aderiscono con le loro minuscole ventose: le cinque dita si allargano come petali di fiorellini in un disegno infantile e, quando una zampa si muove, si raccolgono come un fiore che si chiude, per tornare poi a distendersi e a schiacciarsi contro il vetro, facendo apparire delle striature minutissime, simili a quelle delle impronte digitali...

La coda aderisce al vetro solo con una striscia centrale, dove prendono origine gli anelli che la fasciano da una parte all’altra e ne fanno uno strumento robusto e ben difeso; il più del tempo è posata, torpida e neghittosa, ma all’occorrente si dimostra reattiva e ben articolata e anche espressiva.

Del capo sono visibili la gola capace e vibrante, e ai lati gli occhi sporgenti e senza palpebra. La gola è una superficie di sacco floscio che s’estende dalla punta del mento, dura e tutta scaglie come quella del caimano, al ventre bianco che, dove preme sul vetro, presenta anch’esso una picchiettatura granulosa, forse adesiva. Quando un moscerino passa vicino alla bocca del geco, la lingua scatta e inghiotte, fulminea e duttile e prensile, priva di forma e capace di assumere ogni forma. Il geco resta immobile per ore, con una frustata di lingua deglutisce ogni tanto una zanzara o un moscerino. di I. Calvino

1. Nel testo sono stati sottolineati i primi due elementi del geco che sono descritti. Continua tu a sottolineare gli altri.

2. Riscrivi le abitudini del geco descritte nel testo.

3. Segna con una X il completamento corretto.

• Il geco viene osservato: dall’esterno di un’abitazione, quando si accende la luce del lampione. dall’interno di una stanza, attraverso il vetro della finestra illuminato da un lampione. dall’interno di una stanza, attraverso il vetro della finestra illuminato da una lampadina.

4. Sottolinea nel testo le similitudini usate per descrivere il geco.

5. Scrivi accanto a ciascuno dei seguenti elementi come viene descritto con verbi, aggettivi e altre modalità linguistiche.

Le zampe

Le dita

vere

La coda

• aderisce al vetro con una striscia centrale

è uno strumento ...................................................................................................................

sta gran parte del tempo posata e torbida ma ....................................................

La gola

La lingua

Parole-rumore

1. Leggi le poesie in silenzio, poi a voce alta e ascolta la tua voce che produce le onomatopee.

MASTRO GEPPETTO

Mastro Geppetto

abete, pioppo, larice, pino, sega, raspa, pialla, martella, vra vra vra visc visc visc

tic tac tac

tic tac tac tic piedi, stinchi, tronco, braccia, mani, collo, bocca, orecchie, occhio, occhio, Pinocchio.

da R. Piumini, Io mi ricordo Quieto Patata, N. E. R.

LA FONTANA MALATA

Clof, Clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch…

È giù nel cortile, la povera fontana malata; che spasimo! Sentirla tossire!

da A. Palazzeschi, Poesie, Mondadori

2. Rispondi.

• Che cosa sta costruendo Geppetto?

• Come si sente alla fine del suo lavoro?

3. Quale rumore riproducono le onomatopee della prima poesia?

• Vra vra vra: il suono della

• Visc visc visc: il suono .................................................................

• Tic tac toc: il suono

4. Segna con una X il completamento giusto.

• Le onomatopee della seconda poesia riproducono: il suono di passi nella notte.

il rumore di una finestra che sbatte. il suono delle gocce d’acqua.

Stupore

L’azzurro infinito del giorno

è come una seta ben tesa; ma sulla serena distesa la luna già pensa al ritorno.

Lo stagno risplende. Si tace la rana. Ma guizza un bagliore d’acceso smeraldo, di brace azzurra: il martin pescatore.

E non sono triste. Ma sono stupito se guardo il giardino. Stupito di che? Non mi sono sentito mai tanto bambino.

da G. Gozzano, Poesie, Rizzoli

1. Scrivi se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).

• La poesia è composta da tre strofe di quattro versi ciascuna.

• La poesia è composta da quattro strofe di tre versi ciascuna.

• È una poesia a versi sciolti.

• La prima strofa ha la rima incrociata.

• La seconda strofa ha la rima alternata.

• L’ultima strofa ha la rima baciata.

2. Indica di quale figura retorica si tratta.

• L’azzurro del giorno è come una seta ben tesa.

• La luna già pensa al ritorno.

• Il martin pescatore è un bagliore d’acceso smeraldo.

La mia sera

Il giorno fu pieno di lampi A

ma ora verranno le stelle, B

le tacite1 stelle. Nei campi, A c’è un breve gre gre di ranelle2. B

Le tremule foglie dei pioppi A trascorre una gioia leggiera. B

Nel giorno, che lampi! Che scoppi! A Che pace, la sera! B

Si devono aprire le stelle nel cielo sì tenero e vivo.

Là, presso le allegre ranelle, singhiozza monotono un rivo. Di tutto quel cupo tumulto, di tutta quell’aspra bufera, non resta che un dolce singulto3 nell’umida sera.

È, quella infinita tempesta, finita in un rivo canoro.

Dei fulmini fragili restano cirri4 di porpora e d’oro. O stanco dolore, riposa!

La nube nel giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell’ultima sera.

di G. Pascoli

1. La poesia è formata da strofe di versi ciascuna.

1 tacite = silenziose

2 ranelle = rane

3 singulto = singhiozzo

4 cirri = nuvole

2. I versi sono: liberi. in rima baciata. in rima alternata.

3. Continua tu a individuare le rime e scrivi le lettere nei quadratini.

4. Scrivi l’ultimo verso di ogni strofa. Poi rispondi alle domande.

• • • • Quale parola viene ripetuta? ............................................................................................................................... .............

• Che effetto vuole creare il poeta?

5. Quale dei due cartelli riassume, secondo te, il significato della poesia? Segnalo con una X.

Dopo un giorno tempestoso finalmente il cielo si è placato e le nubi nere sono diventate rosa.

Un giorno tempestoso, pieno di lampi, si conclude nella serenità della sera piena di stelle. Anche la vita del poeta si conclude nella pace e nella serenità della vecchiaia dopo una vita sofferta, piena di dolore.

6. Sottolinea le personificazioni presenti nella poesia.

7. Rileggi con attenzione e sensibilità la poesia, cerca di comprendere il significato di tutte le parole e poi scrivi la parafrasi.

La mia sera

L’inquinamento idrico

Inquinare l’acqua vuol dire modificarne le caratteristiche in modo tale da renderla inadatta allo scopo cui è destinata. L’inquinamento può essere distinto in tre tipi: civile, industriale, agricolo.

Inquinamento civile: è dovuto agli scarichi provenienti dalle abitazioni, dalle scuole, dagli uffici, dalle attività artigianali... Questi scarichi contengono in parte sostanze che provengono dal metabolismo umano e che quindi sono biodegradabili, in parte una varietà di materiali come grassi, detersivi... L’inquinamento industriale invece è molto più diversificato del precedente. Le sostanze contenute negli scarichi industriali variano a seconda del tipo di industria e quindi dei materiali e dei processi di lavorazione usati.

Molte delle sostanze contenute negli scarichi industriali non sono biodegradabili. L’inquinamento agricolo è provocato dall’uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi. Queste sostanze, generalmente tossiche, passano dal suolo nelle acque, sia superficiali che sotterranee.

La capacità di autodepurazione dell’acqua è in grado di operare un rapido disinquinamento. L’acqua, come il suolo, ha infatti la capacità di assorbire e decomporre le sostanze organiche ossidabili tramite i microrganismi presenti in essa. Però se l’acqua è sovraccarica di sostanze organiche, la richiesta di ossigeno dei microrganismi aumenta a tal punto che tutto l’ossigeno può essere consumato. Quando questo si verifica, le capacità di autodepurazione sono superate e l’ambiente va incontro alla degradazione. L’aumento della popolazione e il relativo concentramento in piccole e grandi comunità, l’estendersi dell’attività industriale, l’utilizzo sempre maggiore in agricoltura di prodotti chimici, ha portato a un aumento progressivo dello scarico di liquami. Oltre alla forte variazione nella quantità, c’è stata anche, nel corso del tempo, una modificazione della qualità degli scarichi, con l’aumento di sostanze non biodegradabili. Oggi tra le cause di inquinamento viene anche considerato il prelievo eccessivo di risorse idriche, che ha come risultato la diminuzione delle capacità di autodepurazione dell’acqua. Va infine ricordato che esiste anche l’inquinamento naturale: i fenomeni di vulcanesimo, la fuoriuscita sottomarina di petrolio, il dilavamento da zone minerarie ricche di rame, piombo e zinco, ne sono alcuni esempi.

da W. Gervasoni e L. Troschel, Acquaria, Carthusia Edizioni

1. Sottolinea nel testo le informazioni più importanti.

2. Completa lo schema logico-causale con le informazioni ricavate dal testo.

CAUSE

Inquinamento civile:

scarichi biodegradabili provenienti da e di altri materiali come ........................................ e

Prelievo eccessivo di ..........................................................

INQUINAMENTO

CONSEGUENZE

Eccessiva richiesta di ossigeno da parte dei e diminuzione della

Inquinamento industriale:

scarichi provenienti dalle , contenenti sostanze non

Inquinamento agricolo : sostanze tossiche che passano dal suolo alle acque come ......................................................................... e

Inquinamento naturale :

degradazione

Gorilla a... rischio

Il gorilla è la scimmia antropoide, cioè simile all’essere umano, più grande.

Può raggiungere un’altezza di un metro e ottanta centimetri e può pesare, se maschio, fino a duecento chili e, se femmina, cento chili.

I gorilla sono di due specie: il gorilla di montagna (il Gorilla Beringei) che ha il pelo lungo e scuro e il gorilla di pianura (il Gorilla Gorilla) che ha il pelo rossiccio ed è un po’ più piccolo.

Di buon carattere e di aspetto mite, è nomade e si sposta in un’area di più di quaranta chilometri quadrati, in gruppi di famiglie che possono riunire anche trenta individui. Ogni gruppo ha un maschio dominante, parecchi maschi subordinati, una o più femmine ed alcuni cuccioli.

Ogni giorno percorrono circa cinque chilometri alla ricerca del cibo spostandosi in fila indiana. Mangiano più di venti chili di vegetazione al giorno, più parecchi insetti. I gorilla di pianura mangiano anche tanta frutta, quelli che vivono in montagna mangiano soprattutto foglie, radici e cortecce. La vegetazione contiene molta acqua, quindi i gorilla non hanno bisogno di bere tanto.

Ogni sera, essi costruiscono un nuovo nido: con i rami se è su un albero, con l’erba se è al suolo.

Il maschio dominante protegge la famiglia. Non è un attaccabrighe, ma di fronte al pericolo difende il suo gruppo.

Quando si imbatte in un nemico, prima di attaccarlo, si batte il petto gridando e a volte strappa anche rami e arbusti e li lancia in aria. È il suo modo per dire: “Guarda come sono forte!”. Di solito il nemico capisce e se la dà a gambe. Il gorilla è fortissimo. Le sue braccia sono sette volte più potenti di quelle di un essere umano. Il suo pollice è grande quanto tutta la tua mano.

I maschi verso i dodici anni lasciano genitori e fratelli per crearsi una nuova famiglia, insieme a più di una femmina. Le femmine hanno cuccioli solo dopo dieci anni e, di solito, partoriscono un cucciolo ogni tre o quattro anni.

Il gorillino, appena nato, pesa meno di due chili, è fragile e goffo, ma cresce in fretta. Dipende totalmente dalla mamma fino all’età di tre mesi, poi incomincia a diventare autonomo. Viene svezzato a tre mesi, quando diventa indipendente. La durata della vita è di circa di trenta anni.

Il gorilla vive solo nelle foreste pluviali tropicali di alcuni Paesi dell’Africa Centrale. Esistono meno di centotrentamila gorilla in tutto il mondo: circa centoventimila sono gorilla di pianura e solo seimila gorilla di montagna. Si tratta di una specie a rischio. Il pericolo che li minaccia è la caccia: i gorilla vengono uccisi per la carne o cadono in trappole predisposte per le antilopi.

Alcuni esemplari vengono uccisi per venderne la testa e le zampe come trofei.

Inoltre i bracconieri uccidono intere famiglie per catturare i cuccioli da vendere agli zoo.

1. Rispondi alle domande con più informazioni possibili che ricavi dal testo.

• Che specie di animale è un gorilla?

• Di quante specie sono?

• Quale specie ha un minor numero di esemplari viventi? Perché?

• Com’è organizzato per vivere il gorilla?

• Di che cosa si nutre e come si procura il cibo?

2. Completa la carta d’identità del gorilla. Segui la scaletta:

• caratteristiche fisiche ( appena nato e da adulto: statura, peso, pelo, arti superiori, dita ):

• carattere: .............................................................................................................

• dove vive:

I comportamenti del gatto

1. Come saluta

I gatti, se sono amici, quando si incontrano si strofinano l’uno l’altro lentamente: la testa dell’uno contro il muso dell’altro. Il micio di casa rifà lo stesso gesto con le persone a cui vuole bene: si solleva sulle zampe posteriori e cerca di raggiungere il viso. Ma non vi arriva, allora si accontenta di sfiorare le mani o le ginocchia. Invece quando il gatto si strofina contro le gambe di una persona, vuole scambiare gli odori: lasciare il suo per ricevere sul pelo l’odore della persona, che poi assapora, leccandosi i fianchi e il muso.

2. Come manifesta la sua felicità e lo spavento

Per manifestare la felicità il gatto fa le fusa. Con il caratteristico “ron ron”, prodotto da vibrazioni dell’apparato respiratorio, i cuccioli, quando sono acciambellati sotto il corpo della mamma, le dicono che stanno bene e che si sentono amati e coccolati. Quando il gatto si spaventa, inarca la schiena e contemporaneamente arruffa il pelo e raddrizza la coda. Lo fa per sembrare più grande e apparire, così, più temibile.

3. Come cade

Il gatto ha nell’orecchio uno speciale organo di senso che gli permette di capire in quale posizione si trova rispetto al suolo, mentre è sospeso in aria. Un riflesso istintivo gli consente poi di mettersi nella posizione giusta per atterrare in pancia in giù e ammortizzare così l’impatto con tutte e quattro le zampe. Per bilanciarsi si aiuta con i movimenti della coda. Per questo, quando precipita dall’alto, raramente si fa male.

4. Il riposo del gatto

Al gatto necessitano fino a sedici ore di sonno al giorno. È un felino e, come tale, vuole essere sempre riposato per avere forze ed energie quando vuole cacciare delle prede. Questa abitudine rimane anche negli esemplari domestici. A volte, mentre dorme, il micio muove la coda, le orecchie e le zampe. Secondo gli etologi, fa così quando sogna.

1. Sottolinea nel testo le risposte alle seguenti domande, poi scrivi a lato di ciascuna il numero del paragrafo corrispondente.

Perché il gatto fa le fusa?

Perché si strofina contro le gambe delle persone a cui vuol bene?

Perché il gatto cade sempre in piedi?

Perché il gatto inarca la schiena?

Perché il gatto dorme tanto?

Rapina la stessa farmacia per due volte

Aveva rapinato e minacciato con delle forbici il farmacista anche il giorno prima. I carabinieri lo hanno arrestato in un parco, dopo che un barista del centro aveva provato a fermarlo.

L’uomo, un trentaseienne del Bresciano, si nascondeva in una stanza di hotel da diversi giorni. «Sono quello di ieri»: il volto coperto, un paio di forbici in mano, si è presentato così al farmacista che aveva già rapinato il giorno precedente. Poi, è scappato con trecentocinquanta euro. Ma, dopo uno scontro con un barista che ha assistito alla fuga e ha tentato di bloccarlo, il rapinatore seriale è stato arrestato dai carabinieri. È accaduto a Desio, in provincia di Monza e Brianza. L’uomo ha fatto irruzione nel pomeriggio di ieri, lunedì 21 marzo, all’interno di una farmacia, la stessa che aveva “colpito” soltanto il giorno precedente. E, proprio per questo, minacciando il farmacista con delle forbici per farsi consegnare i soldi, aveva detto: «Sono quello di ieri». Poi, il rapinatore è fuggito. Lo ha notato un barista del centro che, sapendo dell’ultima rapina, ha provato a fermarlo. L’uomo ha perso il giubbotto durante lo scontro e ha proseguito la sua corsa nel parco Tittoni. Ed è qui che i carabinieri lo hanno intercettato. Il trentaseienne ha tentato di giustificarsi dicendo che stava andando a fare jogging al parco, ma i jeans indossati e soprattutto le banconote nascoste in tasca non sembravano compatibili con l’uscita di un runner.

I carabinieri hanno avuto la definitiva conferma della sua identità dopo aver visto i video di registrazione della farmacia e l’uomo è stato arresto. Dai successivi accertamenti è emerso che, appena prima di essere fermato, stava andando a nascondersi in una stanza di un hotel dove dormiva già da diversi giorni. Adesso è nel carcere di Monza in attesa di essere interrogato dal giudice.

1. Leggi con attenzione l’articolo di cronaca, poi individua le informazioni che ti permetteranno di rispondere alle “cinque W” e completa.

• WHO? – CHI? ............................................................................................................................... .............................................

• WHAT? – CHE COSA?

• WHEN? – QUANDO?

• WHERE? – DOVE? ............................................................................................................................... .....................................

• WHY? – PERCHÉ? ............................................................................................................................... .....................................

Sport o televisione?

Non capisco proprio perché alla maggior parte della mia classe piaccia correre, sudare, cadere, prendersi gomitate, calci o addirittura insulti per accaparrarsi un pallone. E quando anche si segna un punto o si supera un avversario, che sarà mai? Non c’è avventura, non c’è fantasia... Io preferisco la televisione!

1 In pieno rilassamento sul divano, io assisto a scontri fra creature portentose, ammiro paesaggi eccezionali, posso andare nel passato, esplorare il presente, osservare il futuro.

2 Quando uno spettacolo mi annoia, clic, premo un tasto ed ecco un’altra situazione!

3 Non mi vengono lividi, non mi sporco, non mi viene il fiatone, non sudo e non mi viene il mal di gola. lo sport. la televisione.

1. Qual è il problema che viene discusso?

2. Completa i riquadri.

Tesi di chi scrive: ............................................................................................................................... .....................................

1 a argomentazione: Sul divano

2 a argomentazione: Quando ............................................................................................................................... ...........

3 a argomentazione: Non mi

Raccontare... in modi diversi

1. Leggi i brani, individua le modalità espressive usate da chi scrive e indicale con una X. Poi completa le frasi inserendo le seguenti parole: riflessive • descrittive • narrative

La luna, limpidissima, illuminava le casette nere e grigie che parevano fatte di carbone e di cenere; il vasto orizzonte, tutto d’un azzurro latteo, sembrava zur uno sfondo di mare lontano; le ombre delle rocce e dei cespugli si disegnavano sul terreno giallognolo e tutto appariva dolce e misterioso.

da G. Deledda

Questa è una modalità espressiva adatta per le sequenze

L’autrice usa: espressioni di uso comune espressioni raffinate ricche di aggettivi e similitudini un ritmo lento, ampio un ritmo veloce, incalzante

Lui, che teneva il grosso gomitolo dello spago, dopo aver spiato il vento, prese ad un tratto la rincorsa in direzione opposta e ci gridò di dò mollare. Trepidanti seguimmo il mostro che barcollò, ondeggiò, poi, trasportato dal vento, cominciò a salire, salire e ad allontanarsi nel cielo.

da G. Stuparich

L’autore usa: espressioni semplici espressioni ricercate la sequenzialità dei fatti un ritmo abbastanza veloce un ritmo lento

Questa è una modalità espressiva adatta per le sequenze

Brahim si alzò. Ancora una volta lenzuoli e coperte erano strettamente aggrovigliati. “È più facile dormire su una stuoia” pensò Brahim, “il letto è soffice, ma ogni mattina mi sento come un pesce che si dibatte per liberarsi dalla rete”. Scese. Prese un pezzo di pane, una costoletta di agnello. Brahim andò a scuola...

da R. Swartenbrekx

L’autore usa: espressioni semplici espressioni ricercate la sequenzialità dei fatti un ritmo abbastanza veloce un ritmo lento riportare pensieri del protagonista

Questa è una modalità espressiva adatta per le sequenze .................................................................

Racconto partendo dalla fine

1. Leggi il seguente racconto, poi riscrivilo partendo dalla conclusione.

3Un giorno, un leone vide un cavallo che pascolava in un prato. Come lo vide si avvicinò con brutte intenzioni, ma con atteggiamenti amichevoli, dichiarando di essere medico. Il cavallo capì l’inganno e finse di essere zoppo.

– Sono felice che tu sia qui, perché mi puoi aiutare. Sai, un momento fa, attraversando una siepe, ho calpestato una spina. Che dolore! Puoi guarirmi?

Il leone allora sollevò la zampa del cavallo e si mise ad osservare con attenzione lo zoccolo.

Il cavallo in un lampo gli sferrò una serie di calci.

Il leone cadde a terra malconcio. Quando si fu ripreso, disse:

– Ben mi sta; sono sempre stato un macellaio e un nemico delle bestie, ma ora ho finto di essere un medico e un loro amico.

da Fedro, Favole, Einaudi

Per aiutarti, ecco come iniziare:

– Ben mi sta: io, macellaio e nemico delle bestie – si disse il leone malridotto – ho finto di essere medico e loro amico.

Infatti si era preso una serie di calci .............................................................................................................................

Cambio il punto di vista

1. Leggi il racconto e riscrivilo sul quaderno facendolo narrare in prima persona da Polpetta. Arricchisci il tuo testo con i pensieri del narratore. Puoi anche modificare il titolo.

PIENI DI FANGO

Andrea riprese il cammino di casa. Polpetta lo seguì. In quel pomeriggio di primavera il sole incominciava ad essere bello caldo e i suoi raggi riscaldavano la pelle, mentre i prati erano pieni di margherite e violette. Improvvisamente Andrea sentì il rumore di un motore. Una lussuosa auto grigia sbucò da una curva e proseguì a tutta velocità sulla strada sterrata. C’erano tante pozzanghere formate dall’abbondante pioggia del mattino... Andrea e il suo cane erano fermi vicino a una di esse: il conducente non se ne curò minimamente e i due si ritrovarono tutti bagnati e pieni di fango... Andrea guardò le macchie di fango sui suoi indumenti e sul mantello del cane, che sembrava fosse diventato un dalmata: – Ma guarda un po’ che cosa ci deve succedere mentre torniamo a casa! Andrea era proprio arrabbiato, continuava a correre anche con il fiatone. Da dove era saltato fuori quel macchinone?

Il suo cane continuava a seguire Andrea, sapeva che quando il suo padrone era arrabbiato era meglio stargli alla larga.

da M. Barbier, Pescecani nell’erba, Motta Junior

L’ordine dei fatti

1. Leggi il racconto, poi riquadra il flashback.

Il giorno dopo il suo compleanno, mentre andava a scuola, Tonino De Rosa, pensava con tristezza: “Nessuno può costringere un povero ragazzo a risolvere problemi e a studiare cinque pagine di storia il giorno in cui compie dieci anni. E difatti nessuno mi ha costretto. Però adesso che cosa racconto al maestro?”

A dir la verità, tutta la verità, la mamma ieri pomeriggio aveva chiesto: – E i compiti Tonino?

– Non ne ho, mamma.

La bugia era uscita così in fretta che Tonino non aveva avuto nemmeno il bisogno di pensarla: si era fatta da sola, si era nascosta in qualche angolo, e al momento giusto (cioè al momento di andare al cinema) era saltata fuori.

Forse anche la bugia aveva molta voglia di andare al cinema.

Per tutta la durata del film Tonino aveva dimenticato i compiti e anche la bugia. “E adesso?” pensò Tonino mentre entrava a scuola. Era così preoccupato che si trovò seduto nel suo banco senza aver salutato un solo compagno, nemmeno Roberto, il suo migliore amico.

da G. Rodari, Le avventure di Tonino l’invisibile, Ed. Riuniti

2. Ora riscrivi il racconto seguendo la fabula. Puoi iniziare così.

È finalmente arrivato il pomeriggio del cinema!

La mamma chiede a Tonino:

– E i compiti?

Gli ingredienti del giallo

1. Scegli gli ingredienti che più stimolano la tua fantasia e scrivi un racconto giallo.

• CASO DA RISOLVERE : una sparizione strana e improvvisa, un delitto, un furto in un museo, il ritrovamento di un orologio prezioso in uno strano nascondiglio... seo,

• PERSONAGGI : il protagonista (un investigatore, un agente di polizia, un agente segreto, un agente della polizia ferroviaria, un ragazzino curioso e coraggioso...); la vittima (un’anziana ereditiera, un gioielliere, un anziano studioso...); il colpevole (un ladro incallito, un signore insospettabile, un persona trasferitasi da poco nel quartiere...).

• INDIZI : impronte sulla maniglia, tracce di pneumatici sul prato, oggetti dimenticati o persi sulla scena del crimine, via di fuga...

• INDAGINI : analisi attenta della scena del crimine; individuazione di indizi discriminandoli dai finti indizi; ricerche sul passato dei personaggi coinvolti; visione di documenti scritti e di fotografie; pedinamenti; interrogatori dei sospetti...

• LUOGO in cui avviene il fatto: un ricco appartamento, una villa isolata, un vecchio casolare abbandonato, un vicolo, un sentiero isolato di campagna, una vecchia cantina...

Nel mondo del brivido

1. Leggi il testo con attenzione, poi segui le indicazioni tra parentesi. Metti in moto la tua fantasia nell’ambientazione degli eventi che vuoi raccontare, nel connotare i personaggi e nel creare nuove situazioni e scrivi un nuovo racconto sul quaderno.

IN CASA DA SOLI

È la prima volta che rimaniamo a casa da soli: il papà e la mamma sono fuori a cena...

– Hiuuhuu! Che bello! Che bello! Adesso possiamo fare tutto quello che vogliamo!

Tanto per cominciare giochiamo a nascondino in giardino tra le piante.

(Introdurre una breve descrizione del giardino, oppure ambienta il gioco del nascondino in casa o in altro luogo sempre con la relativa descrizione).

– Io mi nascondo e tu mi vieni a cercare!

– Eh già, come al solito! Uno, due, tre, quattro... arrivo!

– Cucù, preso! Ma che cos’hai? Si può sapere perché hai quella faccia?

Infatti (introdurre una breve descrizione del volto).

– Non so, mi sembra tutto così strano, qui. E poi...

(Completa il testo, ideando delle situazioni che possono avere spaventato uno dei fratelli, poi scrivi la conclusione: l’attesa dei genitori con ansia, con tutte le luci accese o in altro modo ideato da te).

da A. Tison, T. Taylor, Fantasmi, Mondadori

2. Se trovi difficoltà a ideare situazioni che possono incutere paura, osserva queste vignette.

Nel mondo del fantasy

1. Leggi e continua il racconto seguendo le domande alle quali dovrai rispondere ricorrendo alla tua fantasia.

INCONTRI NELLA MISTERIOSA ABITAZIONE

Edoardo e Pietro percorrevano un sentiero stretto che serpeggiava fra cupi cespugli e strani alberi ombrosi. Edoardo fu preso da paura, sentiva gelo alla schiena e chiese a Pietro di tornare indietro.

– No, non ci penso proprio! – e prese a battere il suo bastone sui cespugli e su certi scuri macigni sparsi qua e là.

– Non sappiamo dove ci porta questo sentiero e poi sta per tramontare il sole. Il buio è alle calcagna e noi che faremo?

Furono avvolti da un nugolo di moscerini e altri piccoli insetti ronzanti, poi davanti a loro comparve un enorme prato, al centro del quale sorgeva una strana costruzione, in parte in stato di abbandono, con tanti camini e torrette sul tetto. Molte finestre erano chiuse, alcune erano aperte, ma erano buie. Improvvisamente videro muoversi un’ombra con una luce in mano...

Come se fossero attratti da una forza irresistibile, si avviarono alla porta d’ingresso il cui portone era in parte distrutto.

Nell’oscurità, velata dagli ultimi bagliori del tramonto, Edoardo e Pietro videro un essere piccolo, con il corpo deforme, le mani ossute con dita lunghe ed artigli al posto delle unghie.

(Chi sarà questo personaggio misterioso? Sarà un personaggio del popolo del Bene o del Male? Quali saranno i suoi poteri?)

(I due ragazzi quali pericoli, quali prove dovranno affrontare? Chi li aiuterà?)

(Chiudi con un finale in cui le forze del Bene avranno il sopravvento sul Male.)

L’unicorno

Diana aprì gli occhi. Si sentiva confusa e avvertiva un lieve calore sul petto. Osservandosi, scoprì che la sua maglietta presentava un piccolo buco, proprio vicino al cuore, e sulla pelle c’era un minuscolo segno a forma di stella. L’unicorno posò gentilmente il suo lungo corno sulla spalla della ragazzina. Poi le disse: – Ti ho fatto io quel segno, ma tu non devi aver paura. In realtà, l’animale non emise alcun suono. Le aveva parlato con il pensiero e il significato del messaggio le giunse in una strana combinazione di immagini, di suoni, di sensazioni e persino di odori.

– Non voglio farti alcun male – aggiunse l’unicorno.

– Non capisco – disse Diana, cercando di impedire alla sua voce di tremare.

– Se parli a voce alta – proseguì l’unicorno – non posso capirti. Basterà che formuli un pensiero e che me lo invii mentalmente. Ma prima devi stabilire un contatto.

Diana posò cautamente una mano sul corno appoggiato alla sua spalla.

– Sei nella tana del Dimbolthum, l’uomo orso –proseguì lui – e la tana si trova nella Terra degli Unicorni. Mi chiamo Lampo d’Argento. E tu? – Diana.

– Che cosa ti ha portato fin qui, Diana? Sono pochi gli umani che riescono ad attraversare il confine di Luster. – Lampo d’Argento le rivolse uno sguardo strano e aggiunse – pochissimi.

da B. Coville, Nella Terra degli Unicorni, Piemme Junior

1. Immagina che cosa può accade dopo.

Diana spiega il motivo che l’ha portata fin lì.

L’unicorno e la ragazzina parlano a lungo per conoscersi meglio. Lampo d’Argento spiega a Diana i pericoli della Terra degli Unicorni.

Altro:

• Ora racconta come potrebbe continuare la storia.

Nel mondo della fantascienza

1. Leggi le due situazioni iniziali poi scegline una e, rispettando la struttura del racconto, scrivi un racconto di fantascienza.

Alla bianca luce della luna piena di un freddo giorno di febbraio, Gabriele vide scintillare la superficie di una piccola astronave. Rimase incantato dalla forma perfettamente sferica, senza alcun segno che indicasse la la presenza di aperture. Con stupore vide aprirsi, senza produrre alcun rumore, il portello e apparve uno strano essere. Era piccolo, di colore...

Il giovane extraterrestre salutò i propri familiari, gli amici, poi salì sulla sua nuova e sfavillante astronave: era pronto a partire per la sua prima missione: esplorare una nuova galassia in cui si diceva vivessero esseri strani, con due arti inferiori per stare in posizione verticale e due arti superiori per afferrare cose o propri simili...

Scrivo per divertire (1)

1. Leggi la prima storia, poi continua tu la seconda.

INCONTRI TRA PAROLE

C’era una volta una parola un po’ pigra, piatta, spesso sedentaria, di nome Mattonella. tonella.

Incontrò una parola molto attiva, vivace, sempre in movimento, di nome Ruota, che percorreva ansimando una strada in salita. Entrambe si fermarono a parlare del più e del meno: di perimetri, di pavimenti, di strade.

Mattonella chiese a Ruota di farla salire su di lei e le promise che una volta scese in basso si sarebbero divertite. Ruota, che era di cuore generoso, accettò e, con grande meraviglia, si accorse che sulla strada piana erano, in compagnia, in grado di impennarsi, di fare curve a gomito, zigzagare, fermarsi di colpo. Insomma stare insieme era tanto divertente che decisero di non separarsi più. Cambiarono anche nome: diventarono Skate-board e sperimentarono sempre nuove acrobazie.

Due parole aggressive, sempre pronte a scatenare liti, di nome Pugno e Schiaffo, incontrarono Agnellino, una parola docile, molto mite. All’inizio la derisero, ma poi furono affascinate dal suo modo di comportarsi con gli altri e si trasformarono in parole tenere e dolci. Di conseguenza decisero anche di cambiare nome e divennero Carezza e Bacio.

Partirono poi insieme allegre, tenendosi per mano in cerca di qualcuno, in cerca di gentilezza, dolcezza e tenerezza.

Trovarono

2. Ora utilizza una delle seguenti coppie per scrivere una storia di “Incontri tra parole”. Chiedi aiuto alla tua fantasia!

Fragola/Cubetto di Ghiaccio Pane/Marmellata Palla/Aquilone

Scrivo per divertire (2)

1. Per ogni computer, inventa una storia divertente di otto righe. Buon divertimento!

Un salto nel passato

1. Leggi la presentazione di Vitalianus nella sua tranquilla vita quotidiana. Ma un giorno... Continua tu il racconto storico seguendo le domande.

UN BAMBINO DELL’ANTICA ROMA: VITALIANU S

120 d.C.: l’esercito romano è impegnato nella difesa dei confini dell’Impero lungo il fiume Reno.

Vitalianus e la sua famiglia vivono nelle vicinanze di un grande accampamento romano e il bambino aiuta il padre Glauco, un soldato a riposo, che ora lavora come scrivano per la gente che non sa leggere e scrivere. Vitalianus si alza all’alba, quando sente il suono della tromba provenire dall’accampamento. Nei giorni freddi acquista al mercato una zuppa calda, prima delle lezioni che si svolgono a casa, sotto la guida del padre: il bambino conosce perfettamente i numeri romani dall’uno al quindici. Dopo le lezioni Vitalianus gioca a biglie con gli amici. Ogni sera la famiglia si riunisce in preghiera davanti alle statuette dei Lari, gli antenati prima di consumare la cena a base di polpette di carne di pecora, uova e verdure. Una mattina forti raffiche di vento scuotevano le chiome degli alberi e i vessilli dell’accampamento: turbinavano nell’aria foglie e vesti lasciate fuori ad asciugare. Vitalianus si incamminò assorto verso la scuola. Con suo grande stupore, vorticò ai suoi piedi un sagum, il mantello di un soldato romano.

(Che cosa prova il bambino? Che cosa fa con quella veste così importante?)

(Vitalianus è deciso a restituire il mantello: come raggiunge l’accampamento? Una volta lì, chi incontra? Come fa per consegnare il mantello? Che cosa succede poi?)

Descrivo un animale

1. Leggi con attenzione le due descrizioni dello stesso animale. Scrivi sotto a ciascuna di che tipo è:

oggettiva • soggettiva

IL CIGNO

Come una candida slitta, scivola sulla vasca di nuvola in nuvola.

Di nuvole ha fame, tutte di bambagia, che vede nascere, navigare, perdersi nell’acqua. Ne vuole una. La punta col becco e, d’improvviso, tuffa il collo vestito di neve. Poi, come un braccio di donna sboccia da una manica, lo ritira. Nulla. Guarda: le nuvole spaventate sono scappate via.

Resta solo un attimo perplesso, perché le nuvole non stanno molto a tornare e laggiù, dove muoiono le increspature dell’acqua, eccone un’altra che si riforma. Dolcemente sul suo lieve cuscino di piume, il cigno rema e si approssima. Si sfinisce a pescar vani riflessi, e forse morirà, vittima di questa illusione, prima di acciuffare un solo pezzetto di nuvola. Ma che dico? A ogni tuffo, fruga col becco nella melma grassa e ne estrae un verme. Ingrassa come un’oca.

da J. Renard, Storie naturali, Einaudi

Descrizione

Il cigno è un uccello a piumaggio candido, con collo lungo e flessibile. Frequenta laghi e paludi dove nuotando elegantemente si procura il cibo, consistente in piccoli animali invertebrati e in vegetazione acquatica, immergendo nell’acqua la testa e il lungo collo.

Impacciato nei movimenti a terra, è invece un ottimo volatore. La sua apertura alare è di circa due metri e mezzo.

Depone le uova sulla riva in un nido rudimentale o addirittura tra l’erba; è assai attaccato alla prole: la difende vigorosamente anche contro grossi uccelli da preda.

Di solito è silenzioso, ma è capace di emettere grida squillanti in libertà.

È originario dell’Europa orientale.

Descrizione

2. Fai una descrizione soggettiva e una oggettiva di un animale a te familiare. Documentati per conoscere tutti gli aspetti della vita dell’animale scelto, con lo scopo di realizzare una descrizione oggettiva ricca e completa.

Descrivo una persona

1. Leggi il seguente brano che descrive due personaggi: sottolinea con colori diversi la descrizione di ciascun personaggio, riquadra invece la descrizione che riguarda entrambi.

Due uomini stavano l’uno dirimpetto all’altro: uno di costoro a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori e l’altro piede posato sul terreno della strada, il compagno in piedi appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro e dalla quale usciva, sulla fronte, un enorme ciuffo; due lunghi mustacchi arricciati in punta; una cintura lucida di cuoio e a quella attaccate due pistole; un piccolo corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana; un manico di coltellaccio che spuntava fuori d’un taschino degli ampi e gonfi calzoni; uno spadone. di A. Manzoni

2. Osserva due persone in aula o a casa sedute l’una accanto all’altra e descrivile con lo stesso schema del testo che hai letto: l’una, l’altra, entrambe in base ai dati di posizione e al loro aspetto fisico. Attenzione! Devi individuare sia che cosa hanno di uguale o di simile, sia le loro differenze.

1.

Descrivo un ambiente

LA VILLA COLOR ROSA

Un pendio sorgeva dal mare scintillante. A metà del pendio, protetta da un gruppo di cipressi alti e sottili, era annidata una piccola villa color rosa fragola, come un frutto esotico che ammicchi tra il verde. I cipressi ondeggiavano gentilmente nella brezza. La villa era piccola e quadrata e si ergeva nel suo minuscolo giardino con un’aria di rosea risolutezza. La vernice delle persiane, in certi punti un po’ screpolata e piena di bolle, sotto il sole si era sbiadita in un delicato color verde pallido.

Il giardino, circondato da un’alta siepe di fucsie, era cosparso di aiuole che formavano dei complicati disegni geometrici ed erano contornate da sassi lisci e bianchi. I sentieri di ciottoli bianchi serpeggiavano intorno alle aiuole tutte straripanti di una massa incolta di fiori inselvatichiti.

Le rose lasciavano cadere petali grossi e levigati come piattini, rosso fiamma, lucidi e senza una grinza; le calendule, nidiate di soli tutti arruffati, guardavano il cammino del loro padre lungo l’arco del cielo. Tra le erbe basse le viole del pensiero protendevano le loro facce vellutate e innocenti su dalle foglie, e le violette si nascondevano tristi sotto le loro foglie a forma di cuore. La buganvillea, che copriva rigogliosa il balconcino sulla facciata, era tutta adorna dei suoi fiori, lanterne violacee intrecciate alla balaustra.

L’aria calda era greve del profumo di centinaia di fiori morenti e colma del sommesso e carezzevole ronzio degli insetti.

da G. Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi

• Della villa è descritta: la dimensione, piccola, la ................................ , quadrata; la ...................................... , si ergeva nel

• Per descrivere il giardino lo scrittore seleziona i seguenti dettali: le aiuole, i , i fiori: le , le , le , le

• L’aria è

2. Ora descrivi la tua casa sul quaderno. Pianifica così il tuo testo.

• Luogo dove sorge: se è isolata o affiancata da altri edifici, in campagna, in montagna, in un gna, centro abitato o alla sua periferia...

• Come si presenta: se è un vecchio edificio o di recente costruzione, dimensioni, forma, caratteristiche della struttura e della facciata, colore...

• Selezione dei dettagli da descrivere: finestre, tetto, terrazzi, portone... se attorno c’è del verde oppure no, aiuole, vasi, cortile...

• Termini, aggettivi, similitudini e metafore per rendere più suggestiva la descrizione dell’abitazione.

Leggi la descrizione poi completa.

Descrivere un oggetto

Per descrivere un oggetto puoi scegliere varie modalità:

• personificare l’oggetto, descrivendolo attraverso azioni, qualità e sentimenti tipici degli esseri umani;

• farlo parlare, scrivendo il testo in prima persona: l’oggetto descrive se stesso;

• descrivendo l’oggetto attraverso dati sensoriali, precisando dimensione, for-ma, colori, materiali, parti con relativa nomenclatura, odori, suoni o rumori, e attraverso altre informazioni relative all’uso, al funzionamento, al luogo e all’occasione dell’acquisto o del dono.

Ricordati di usare:

• nomi precisi per nominare ciò che osservi e tutte le sue parti;

• aggettivi ed espressioni che definiscono dimensione, forme, materiali, colori dell’oggetto e delle sue parti e altri dati sensoriali visivi, uditivi, tattili, olfattivi, gustativi;

• indicatori spaziali per creare le relazioni spaziali fra le varie parti dell’oggetto e fra l’oggetto e altri oggetti presenti.

1. Scrivi nei quadratini la lettera corrispondente alla modalità usata per descrivere: personificazione (A) • descrizione in prima persona (B) • descrizione in terza persona (C).

Sono fuori, in questo momento, sul davanzale della finestra e mi riempio lentamente di neve: la cannuccia di paglia si è gelata nell’acqua e sapone, dei passeri saltellano intorno a me, rozzi uccelli che si azzuffano per una briciola di pane sparsa per loro: io tremo per la mia vita...

di H. Boll

La caffettiera è di maiolica marrone. È costituita da un globo che culmina in un filtro cilindrico fornito di coperchio a fungo. Il becco è una S dalle curve schiacciate, un po’ panciuto alla base...

di A. Robbe-Grillet

Il cerchio dell’ulahop non si rassegna a restare immobile, appoggiato al muro del garage, ma appena lo tocco, salta come un canguro ed io lo rincorro finché non arriva fuori sul cemento ruvido, dove si gratta un po’ e si sgranchisce. Quando lo faccio girare intorno ai fianchi, scatta veloce, volteggia, ondeggia, purtroppo sta poco al gioco perché rallenta il suo piroettare e cade a terra, fermo, immobile, vinto dalla stanchezza.

2. Ora scegli un oggetto e una modalità tra quelle presentate, poi scrivi la sua descrizione sul quaderno.

Descrivo un oggetto (2)

forma e dimensioni; materiale; caratteristiche particolari; funzione e uso; eventuale manutenzione; eventuali inconvenienti; OGGETTO

La descrizione tecnico-informativa deve offrire:

– una serie di informazioni , che richiedono precise conoscenze anche tecniche sul funzionamento e sul meccanismo dell’oggetto;

– termini specifici (ogni elemento va chiamato con il suo nome);

– schemi o disegni per favorire la comprensione.

1. Tenendo presente la struttura della descrizione tecnico-informativa, descrivi tu un oggetto fra quelli suggeriti. Ricorda di documentarti per conoscere termini precisi e modalità d’uso.

la caffettiera • il frullatore • il temperino • la bussola • un giocattolo elettronico • un aquilone

Scrivo un haiku

1. Leggi queste brevi poesie: haiku, che “disegnano” in modo poetico elementi della realtà. Poi pensane due tu: chiudi gli occhi e cerca un’immagine da av vicinare a ciò che hai pensato e scrivi una breve poesia.

CICALE

Oh quanta calma!

Solo, penetrante le rocce, il grido delle cicale!

da M. Basho, La letteratura giapponese, Sansoni

Esempio: la luna • gancio d’oro

• specchio dei sogni

• regina delle stelle

RUGIADA

Il sole si semina in diamanti di gocciole d’acqua sull’erba flussuosa.

da G. Ungaretti, L’allegria, Mondadori

LUNA

Luna nella notte

sei specchio che regali sogni coronati di stelle.

elemento scelto: immagini:

elemento scelto:

immagini:

La parafrasi

1. Leggi la poesia, poi completa la sua parafrasi con le parole date: smettono • oscurità • sospese • brillante • colorate • occhi • si illuminano

SERA IN CITTÀ

Quando la sera, gemmata di stelle, sopra la terra discioglie i suoi veli, finestre e finestrelle la spiano dai grattacieli. Nel cuore dei cortili la voce dei giochi si spegne; si svegliano i colori delle insegne aggrappati a invisibili fili.

I. Drago

Quando la sera, di stelle, copre la terra con la sua ...................................., le finestre dei grattacieli .................................... e sembrano spalancati che la guardano. Dentro i cortili i bambini .................................... di giocare; si accendono le luci delle insegne che sembrano nel buio, come fossero sostenute da fili invisibili.

2. Nella seguente filastrocca è descritto l’acero: fai la parafrasi della filastrocca in modo da ottenere un breve testo descrittivo sull’albero.

L'ACERO

Le sue foglie si dicon palmate perché somigliano a mani aggraziate. Di ali i frutti sono dotati così se dal vento vengon cullati giungono in posti inesplorati. Nel bosco non spicca certo in altezza ma ha un legno unico in lucentezza. Vive ovunque, un po’ qua e un po’ là, senza pensare a quel che accadrà.

N. Salvatore

Scrivo per informare

1. Scrivi un testo informativo scegliendo un argomento che ti interessa particolarmente o scegliendo fra quelli suggeriti.

L’Etna, un vulcano attivo. Il teatro dell’antica Grecia. La grandine. Tsunami, l’onda anomala. I delfini.

La mia città: storia e personaggi. Il parco e le sue piante.

2. Dopo aver scelto l’argomento, documentati attraverso testi specifici, a casa, a scuola o in biblioteca, oppure ricercando notizie in internet con l’aiuto di una persona adulta.

• Inizia il tuo testo informativo con la presentazione dell’argomento.

• Scegli l’ordine con cui presentare le informazioni sui vari aspetti dell’argomento.

• Puoi affiancare il testo con uno schema o una mappa che sintetizza le informazioni, oppure con un’immagine accompagnata da una didascalia.

Scrivo una cronaca

1. Scegli uno degli argomenti proposti sotto e scrivi un articolo di cronaca rispondendo alle cinque domande, nell’ordina che preferisci:

• Di chi, di che cosa si parla?

• Che cosa è accaduto?

• Dove è accaduto?

• Quando è accaduto?

• Perché è accaduto?

Il ritrovamento di un cucciolo ferito

Un litigio in classe

Il furto delle biciclette al parco

Scrivo un testo argomentativo

1. Leggi le informazioni date poi organizzale in un testo argomentativo.

Argomento

Tesi

primo pasto della giornata: la colazione.

la colazione è un pasto molto importante che influisce sull’andamento della giornata.

Argomentazioni a favore della tesi:

1. La colazione deve essere un pasto equilibrato e completo di tutti i nutrienti principali (proteine, grassi, carboidrati, vitamine e fibre).

2. Fare colazione aiuta la concentrazione e la memoria durante la mattinata.

3. Saltare la colazione fa ingrassare.

perché perché perché

L’organismo, dopo parecchie ore di digiuno, riattiva il metabolismo e ha bisogno di energia.

Durante il digiuno notturno gli zuccheri sono molto bassi, al risveglio devono essere rintegrati perché sono il carburante del cervello.

Senza colazione, durante la mattinata si ha più fame e si mangia di più invece di una leggera merenda.

Conclusione

Si ribadisce la tesi di partenza.

2. Tu cosa pensi riguardo la prima colazione? Quale abitudine hai la mattina al risveglio?

Racconta in breve ed esprimi una tua idea in proposito.

3. Ora scrivi un testo argomentativo sul tuo quaderno per sostenere la tesi proposta. Utilizza i connettivi logici giusti, poi trova un titolo.

Il genere e il numero del nome

1. Indica con una X se il genere dei seguenti nomi è maschile, femminile, indipendente, comune o promiscuo.

NOME genere maschile genere femminile genere indipendente genere comune genere promiscuo moglie nipote libro scogliera tartaruga toro insegnante giraffa

2. Completa le frasi inserendo la forma maschile o la forma femminile dei seguenti nomi.

• Quando siamo rientrati, abbiamo trovato allagata!

• Per risolvere , la polizia deve interrogare alcuni testimoni.

• di questa canzone è commovente.

• A che cosa stai pensando? Hai .................................... tra le nuvole!

• Fa molto freddo! Potresti per favore chiudere .................................... ?

• di Genova è uno dei più importanti del Mediterraneo. il porto • la porta il caso • la casa il testo • la testa

3. Trasforma dal singolare al plurale e viceversa. Poi indica con una X se si tratta di un nome variabile ( V ), invariabile (I), difettivo (D) o sovrabbondante (S).

• lo sport

• le stoviglie .......................................................

• i cinema

• la domenica

• l’osso

• la fame .......................................................

V I D S

V I D S

V I D S

V I D S

V I D S

V I D S

I gradi dell’aggettivo qualificativo

1. Per ogni aggettivo al grado positivo, colora in rosso le forme di comparativo e in blu le forme di superlativo.

morbido gentile triste difficile

veloce quanto veloce veloce meno veloce

ultramorbido il più morbido morbido come più morbido gentile tanto quanto supergentile veramente gentile veloce

molto triste tristissimo meno triste più triste

la più difficile difficile come difficilissima

2. Indica con una X in quale frase di ogni coppia gli aggettivi qualificativi sono usati in modo corretto.

L’insegnante mi ha comunicato che ho svolto un ottimo compito.

L’insegnante mi ha comunicato che ho svolto un compito molto ottimo.

A casa di mia nonna la cucina si trova al piano più bassissimo.

A casa di mia nonna la cucina si trova al piano inferiore.

Adele ha un’energia maggiore della mia mentre nuota.

Adele ha un’energia più maggiore della mia mentre nuota.

Il calore che emana questa stufetta è minore. Prendiamo una coperta?

Il calore che emana questa stufetta è minimo. Prendiamo una coperta? assai difficile più veloce

3. Risolvi il “crucigrado”: scrivi nelle caselle l’aggettivo al grado richiesto. Nella colonna evidenziata leggerai in che modo hai svolto l’esercizio!

1. Comparativo di maggioranza di “buono”.

2. Grado positivo di “peggiore”.

3. Grado positivo di “sommo/supremo”.

4. Superlativo assoluto di “basso”.

5. Superlativo assoluto di “piccolo”.

6. Comparativo di maggioranza di “alto”.

I pronomi personali

1. Completa la tabella inserendo i pronomi personali soggetto e i pronomi personali complemento mancanti.

persona

1 a singolare io

2 a singolare

pronomi personali soggetto pronomi personali complemento

3 a singolare (m. e f.) lui, lo, gli, lei, la, le, sé, si, ne

1 a plurale

2 a plurale voi, ve, vi

3 a plurale (m. e f.) essi, esse, loro

2. Sottolinea gli errori nell’uso dei pronomi personali e riscrivi le frasi in modo corretto.

• Ti ho regalato una pianta bellissima, ma te non vuoi prendertene cura. ............................................................................................................................... ..........................................................................

• Hai detto tu a Mirko e Livio della festa? Io ho dimenticato di avvisargli.

• Sono andata a trovare Sara e gli ho portato la torta al cacao che gli piace tanto.

3. Completa le frasi con i pronomi personali in coppia adatti.

• Non dare altri croccantini al cane: ............................... ho già dati molti.

• Azzurra e Tony sono partiti poco prima di voi, non hanno detto?

• Ho lasciato i miei quaderni a casa tua. Quando puoi portare?

• A che ora andiamo a casa? Sono un po’ stanca.

4. Scrivi P se la parola in neretto è un pronome personale, A se è un articolo.

• Ismael le chiese di comprare le ciambelle, ma lei lo dimenticò.

• Gli hai chiesto quando arriva? Gli zii lo aspettano da due ore.

• Lo spazzolino deve essere cambiato ogni tre mesi: lo dicono gli esperti.

• La maglia che gli ho regalato ha la cucitura rossa.

Aggettivi e pronomi

1. Sottolinea in rosso gli aggettivi determinativi e in verde i pronomi determinativi. Poi trascrivili al posto giusto nella tabella.

• La mia prima casa si trovava proprio in questa via. Adesso vivo in quella.

• Quanti anni ha tuo fratello? E quello di Giulia? Il mio ne ha sei.

• Che emozione! Tra pochi giorni andrò a sciare con alcune amiche.

• Tutti sapevano del vostro arrivo, ma nessuno me l’ha detto!

• In questo museo ci sono almeno venti quadri. Tu quanti ne hai contati?

• Quanta neve! Non ho visto niente di simile negli ultimi tre anni.

• Quanto caldo oggi! Chi viene al parco con me a rinfrescarsi?

possessivo dimostrativo indefinito numerale interrogativo esclamativo

2. Completa le frasi con l’aggettivo o il pronome determinativo giusto. Scegli tra quelli elencati.

mio • qualche • vostri • alcune • questa • troppi • altre • qualcuno • cinque • tuo • altra • qualsiasi

• persone amano trascorrere le vacanze al mare, preferiscono la montagna.

• Ho compiti da fare per domani, è meglio se ci vediamo tra giorno.

• Il ................................... zaino è pesantissimo! Il ................................... com’è?

• strada è sempre molto trafficata. Preferisco l’

• Siete ancora giovani: lottate per realizzare i sogni!

• Farei cosa pur di renderti felice.

• Ho dimenticato il libro a casa! ................................... di voi potrebbe prestarmelo?

• Mia sorella ha anni più di me, ma ne dimostra meno.

I pronomi relativi

1. Unisci le due frasi sostituendo la parola che si ripete con un pronome relativo. Sull’album posso incollare le foto. Ho comprato un nuovo album. ............................................................................................................................... ...............................................

Il film è appena uscito al cinema. Vorrei guardare il film.

Con la canzone ha vinto un premio. Ida ha scritto una canzone.

2. Riscrivi le frasi utilizzando il pronome CUI preceduto dalla preposizione adatta.

• La festa alla quale parteciperò è stata organizzata dai miei cugini. ............................................................................................................................... ..................................... .

• La squadra di pallavolo nella quale gioca Luigi ha vinto il torneo.

• Le amiche con le quali mi diverto di più sono Sara e Marta. ............................................................................................................................... ......................................

• Ho finalmente visto il film del quale mi avevi parlato.

• Spiegami il motivo per il quale ti sei arrabbiato. ............................................................................................................................... ......................................

3. Completa le frasi utilizzando un pronome relativo adatto.

• Ho letto un libro

• Ieri ho incontrato l’amica

• Luca ha fatto un disegno

• Giorgio è la persona ............................................................................................................................... ........................... .

• In vacanza conosco sempre nuovi amici

I modi finiti

1. In ogni frase sottolinea i verbi e scrivi il modo e il tempo di ciascuno.

• Quel ragazzo aveva vinto un premio.

• Spero che tu non l’abbia detto a nessuno. ..............................................................................................

• Comprerei volentieri quel gioco.

• Ascolta con attenzione!

• Da piccolo guardavo sempre i cartoni.

• Se tu studiassi di più saresti bravissimo. ..............................................................................................

• Ti racconterò tutto al mio ritorno ..............................................................................................

• L’avrei fatto se me lo avessi chiesto.

2. Coniuga il verbo “amare” al tempo presente dei modi indicativo, congiuntivo e condizionale.

io tu egli noi voi essi .......................................................... .......................................................... .......................................................... ..........................................................

3. Completa le frasi utilizzando un verbo adatto espresso al congiuntivo o al condizionale.

• Ero certa che

• Spero tanto che tu

• Sono riuscito a prendere il treno nonostante ......................................................................................................

• Tutti pensavano

• Mi chiedevo come

• Giovanni avrebbe vinto la gara di sci se

• Non so davvero come tu ............................................................................................................................... .................

• Siamo partiti lo stesso nonostante ............................................................................................................................

I modi indefiniti

1. In ogni frase sottolinea i verbi espressi nei modi indefiniti.

• Avendo lavorato tanto Lorenzo ha ottenuto il riconoscimento che si meritava.

• Leggendo si scoprono tantissime cose.

• Se non ti impegni sarai sempre un perdente.

• Mi piace un sacco ascoltare la musica.

• Sono molto soddisfatta di aver compiuto quel gesto.

• I partecipanti al torneo di calcio sono più di cento

• Rimasta sola, Giulia si immerse nella lettura.

2. Trascrivi nella tabella i verbi dell’esercizio precedente e analizzali con le X.

INFINITO PARTICIPIO GERUNDIO

VERBO presente passato presente passato presente passato

3. Sottolinea in rosso i participi usati come verbi, in blu i participi usati come nomi e in verde quelli usati come aggettivi.

• Dopo il processo il sospettato non ebbe più via di scampo.

• Risolta la difficile situazione, tutti uscirono sereni.

• Alcuni coloranti sono nocivi alla salute.

• Vorrei una bistecca ben cotta.

• Quell’estate ci fu un caldo soffocante.

• Avete trovato un’occasione davvero conveniente.

• Finita la partita, andarono tutti in pizzeria.

Verbi transitivi e intransitivi

1. Sottolinea nelle frasi in rosso i verbi transitivi e in blu i verbi intransitivi.

• Il treno parte dalla stazione alle ore 10.

• I ragazzi e le ragazze festeggiarono la vittoria tutti insieme.

• I nonni mi hanno regalato una bicicletta nuova.

• A che ora atterra l’aereo?

• L’Italia possiede un ricco patrimonio artistico.

2. Scrivi tre frasi con un verbo transitivo e tre frasi con un verbo intransitivo.

Con verbo transitivo

• • • Con verbo intransitivo

• ............................................................................................................................... .........................................................................

• ............................................................................................................................... .........................................................................

3. Alcuni verbi possono essere usati sia in forma transitiva sia intransitiva. Completa le frasi aggiungendo il complemento oggetto quando il verbo è usato in forma transitiva. Segui l’esempio.

• I ciclisti corrono a gran velocità.

I ciclisti corrono una gara importante .

• Chi recita in quello spettacolo teatrale?

L’attore ha recitato

• I negozi aprono alle ore 9.

Fa troppo caldo, apri ............................................................................................................................... ..........................

• Il bosco brucia da ieri sera.

I contadini bruciarono

• Scriverò per il giornalino della scuola.

Ho scritto ............................................................................................................................... ..................................................

• Marco vive a Milano.

Quell’uomo ha vissuto

Forma attiva, passiva e riflessiva

1. Sottolinea nelle frasi in rosso i verbi alla forma attiva, in blu i verbi alla forma passiva e in verde i verbi alla forma riflessiva.

• Matteo ha scritto una relazione molto interessante.

• Il fiume Po bagna la città di Torino.

• Alessandro si lava ogni mattina con l’acqua fredda.

• Il concerto è stato molto apprezzato dal pubblico.

• Un uccellino si posa sempre sul davanzale della mia finestra.

• La verifica è stata svolta da tutta la classe in breve tempo.

2. Volgi alla forma passiva le seguenti frasi. Segui l’esempio.

• Domani l’insegnante accompagnerà la classe al Museo della Scienza. Domani la classe sarà accompagnata dall’insegnante al Museo della Scienza.

• I l postino consegna la posta ogni mattina.

• Il leone inseguiva la giraffa.

• Lin accarezzò il gatto con tenerezza.

• La mamma ha parcheggiato l’auto sotto casa.

3. Volgi alla forma attiva le seguenti frasi. Segui l’esempio.

• Le chiavi sono state lasciate in portineria da mio fratello. Mio fratello ha lasciato le chiavi in portineria.

• Le attrici e gli attori sono stati applauditi a lungo dal pubblico.

• Le siepi sono potate dal giardiniere.

• La ricerca è stata presentata da Amira con chiarezza.

• Il regalo per Viola fu acquistato da Francesca e Claudio.

I verbi servili

1. Sottolinea nelle seguenti frasi i verbi servili.

• Ho dovuto trascorrere tre ore all’aeroporto perché l’aereo aveva un guasto e non poteva partire.

• Se non volevi venire con noi potevi dirlo subito.

• Avremmo voluto giocare ancora un po’, ma era davvero tardi.

• Potrai venire anche tu alla gita scolastica?

• Vuoi bere un caffè oppure una tazza di tè?

2. Completa le frasi coniugando nel modo corretto il verbo servile tra parentesi.

• Se (volere) ti presto il libro di fantascienza di cui ti ho parlato.

• Noi non (potere) mai vincere quella gara!

• Prima di uscire a giocare (dovere) .................................. finire i compiti.

• Ieri Luca (dovere) rinunciare alla partita perché aveva ancora un po’ di febbre.

• Le prossime vacanze (potere) restare al mare tutto il mese di luglio perché abbiamo affittato una casa.

3. In alcune delle seguenti frasi i verbi potere, volere, dovere non sono usati come verbi servili ma hanno un significato proprio. Indicale con X.

Vuoi un succo di frutta o un gelato?

Posso andare al cinema?

Dobbiamo partire per Roma alle 10.

Devi avere pazienza.

Avrei voluto un bel regalo.

Quanto ti devo?

4. Scrivi una frase con potere, volere, dovere servili e una frase in cui hanno significato proprio.

Avverbi, preposizioni e congiunzioni

1. Colora di rosso i cartellini che contengono gli avverbi, di blu i cartellini che contengono le preposizioni e di verde quelli che contengono le congiunzioni.

dunque sicuramente mentre perché e sebbene di velocemente dal che davvero con finché nel perciò

2. Completa le frasi sostituendo all’avverbio tra parentesi la locuzione avverbiale opportuna. Scegli tra quelle elencate.

del tutto • per caso • all’improvviso • senza dubbio • di recente • in fretta e furia

• Preparai la valigia (precipitosamente) ...........................................................................

• Hai incontrato Anna (recentemente) ?

• A volte le cose succedono (casualmente)

• La risposta corretta è (indubbiamente) ............................................................... la risposta B.

• (Improvvisamente) ............................................................... mi venne un forte senso di nausea e cominciò a girarmi la testa.

• Mi dispiace, ma me ne sono (completamente) dimenticata.

3. Completa le frasi con le congiunzioni opportune, scegliendo tra quelle elencate. Poi cerchia di rosso le coordinanti e di blu le subordinanti.

oppure • perciò • ma • perché • e • finché • che

• Sono stanco ......................................... vado a dormire.

• Amina ti è venuta incontro tu non l’hai vista.

• Chiedimi scusa saremo amici come prima.

• Mi avevi detto saresti arrivato presto.

• Ti è chiaro il mio discorso ......................................... te lo devo ripetere?

• Vorrei proprio sapere ti arrabbi tanto.

• Resteremo qui ad aspettarvi non arriverete.

Il soggetto e il predicato

1. In ogni frase sottolinea di blu il soggetto e di rosso il predicato.

• La luna rischiarava i campi e le colline.

• Scendeva una pioggia fittissima.

• I nonni partiranno domani.

• Nessuno ha capito la spiegazione.

• Nel parco è stato piantato un olmo.

• Sui fiori volavano api e farfalle.

2. In queste frasi il soggetto è sottinteso. Scrivilo tu.

• Quando verrete a trovarmi?

• Questa sera andremo a mangiare in pizzeria. ..............................

• Se sei così stanca è meglio che vada a dormire.

• Ho visto un documentario interessante sugli animali della savana.

• Camilla ama leggere: in un mese ha già letto tre libri.

• Enrico e Tom sono molto sportivi: giocano a calcio e a basket. ..................................

3. Scrivi un soggetto o un predicato adatto in ogni frase.

• Il gatto il topo.

• ................................................................. ha perso le chiavi di casa.

• Il Mar Ligure le coste della Liguria.

• Marta e Teo l’autobus.

• ruota intorno al Sole.

• Alle gare di atletica ................................................... tutti gli alunni e le alunne della V C.

4. Indica quale parte del discorso svolge la funzione di soggetto. Scrivi nel quadratino N se è un nome, V se è un verbo, P se è un pronome.

Disegnare è la mia passione.

Il nonno legge sempre il quotidiano.

Chi sa rispondere alzi la mano.

Nuotare è lo sport che preferisco. Voi avete fatto la scelta giusta.

La regista del film è stata premiata.

5. Completa le frasi con un predicato nominale adatto.

• Il delfino ..................................................................................................

• Roma

• Il maestro di tennis

Il complemento oggetto e di specificazione

1. Sottolinea nelle frasi il complemento oggetto. Fai attenzione: in una frase non c’è.

• Mi regali la tua felpa rossa?

• Ho comprato una scatola di matite colorate e una di pennarelli.

• Mia sorella conosce la lingua inglese molto bene.

• L’anno scorso abbiamo visitato alcuni borghi della Toscana.

• Dopo il temporale nel cielo è apparso un magnifico arcobaleno.

• Oggi abbiamo mangiato il minestrone e il pollo.

2. Sottolinea nelle frasi il complemento di specificazione. Attenzione a non confonderlo con il complemento oggetto quando questo è preceduto dall’articolo partitivo.

• Il nonno ha comprato dei fiori per il compleanno della nonna.

• L’ispettore della polizia ha concluso le indagini.

• La notte di San Lorenzo abbiamo visto delle stelle cadenti.

• Sofia è la figlia della nostra maestra.

• Per Natale ho ricevuto in regalo dei libri di Gianni Rodari.

• L’auto del papà è molto veloce.

• I rami degli alberi sono tutti spogli.

3. Cerchia i pronomi personali che hanno la funzione di complemento oggetto.

• Ho preparato degli ottimi pasticcini: li vuoi?

• Ho incontrato il papà lungo la strada e mi ha accompagnato in palestra.

• Ti piacciono i cioccolatini al caffè?.

• Quando mi raccontano le storie di una volta le ascolto sempre volentieri.

• Mi spieghi perché non mi dici la verità?

• Sulla tua scrivania c’è una gran confusione: quando la metti in ordine?

4. Scrivi tre frasi con il complemento di specificazione.

• •

I complementi

1. Completa le frasi scrivendo i complementi richiesti. Specifica nei riquadri a destra di quali complementi si tratta.

Con chi?

• Giorgia giocava .......................................................................... Quando? Dove?

• Ho regalato Quando? A chi? Che cosa?

• I bambini vanno .......................................................................... .......................................................................... Come? Quando? Dove?

• Scrivo .......................................................................... A chi? Quando? Che cosa?

• La moto sarà riparata .......................................................................... Come? Quando? Da chi?

• Ho visto .......................................................................... .......................................................................... Per quanto? Quando? Che cosa?

Attributo e apposizione

1. Sottolinea nel brano di rosso tutti gli attributi e di blu gli aggettivi che formano i predicati nominali. Poi riporta nelle righe sotto cinque attributi riferiti al complemento oggetto e cinque riferiti ai complementi.

Di notte tutti i gatti sono grigi perché il buio è così buio che cancella i colori. Ma non a Venezia. Non a Venezia nelle notti di luna piena. Perché è in quelle notti che i gatti di Venezia mostrano tutti i loro colori e vanno in cerca d’amore.

Anche Ciro andava in cerca d’amore.

Ciro aveva una bella voce per miagolare alla luna, e grandi occhi grigi, e tutti i baffi al posto giusto. Ma le gattine di Venezia gli voltavano la coda. Perché le gattine di Venezia preferivano i gatti di velluto nero, i gatti rossi che sono un po’ matti, i gatti tigrati che sembrano creature della giungla, i gatti bianchi come il latte e altrettanto dolci. Preferivano i gatti disposti a far loro la corte, a dire sciocchezze, a portare regali come topi morti e code di lucertola.

E lui, Ciro, restava sempre solo.

da B. Masini, Ciro in cerca d’amore, Arka

Attributi riferiti al complemento oggetto

• Attributi riferiti ai complementi

2. Sottolinea nelle frasi tutte le apposizioni.

• La dottoressa Ponti riceve dalle 10:00 alle 12:00.

• Il fiume Tevere bagna Roma.

• Il concerto è stato rimandato perché Fabio, il batterista del gruppo, si è ammalato.

• Dobbiamo ringraziare il maestro Federico per la passione con cui ha lavorato.

• Adoro le storie dello scrittore Roberto Piumini.

• • 3. Scrivi tre frasi con le apposizioni.

ARTICOLO

INSERISCI UN ARTICOLO DETERMINATIVO ADATTO PER OGNI NOME, POI ANALIZZALO NELL’ULTIMA COLONNA.

NOME ARTICOLO DETERMINATIVO

GENERE MASCHILE NUMERO SINGOLARE

GENERE FEMMINILE NUMERO PLURALE

FARFALLA LA FEMMINILE SINGOLARE

CESTINO

UCCELLI

SCOGLIO

TAPPI

STRACCI

STRADE

COMPLETA LE FRASI CON GLI ARTICOLI INDETERMINATIVI GIUSTI. POI CONTALI E SCRIVI IL LORO NUMERO.

• GIULIA HA ......... GATTO BELLISSIMO.

• ANATRA NUOTA CON IN STAGNO.

• MATTIA APRE ......... BUSTINA DI FIGURINE.

• DIEGO HA SORELLINA MOLTO SIMPATICA.

• ......... ALUNNA DISEGNA ......... PAESAGGIO.

HO INSERITO ARTICOLI INDETERMINATIVI FEMMINILI

HO INSERITO ARTICOLI INDETERMINATIVI MASCHILI

COMPLETA LE FRASI CON L’ ARTICOLO PARTITIVO GIUSTO.

DEGLI DEI DELLE DELLA DEL

• LUCA OFFRE AGLI AMICI ............. CARAMELLE.

• ............. UCCELLI CINGUETTANO SUI RAMI DELL’ALBERO.

• LA MAESTRA HA APPESO SULLA PARETE ............. POSTER.

• VUOI ............. SUCCO DI FRUTTA E ............. PIZZA?

SOTTOLINEA TUTTI GLI ARTICOLI, COPIALI NELLA TABELLA E ANALIZZALI.

Il mio cane ha delle buffe orecchie a punta. Quando torno a casa, muove la coda impaziente perché vuole uscire per una passeggiata. Mentre cammina, le sue orecchie si drizzano appena vede dei gatti e comincia ad abbagliare, poi emettere uno strano ululato. Riesco a distrarlo solo con i biscottini.

SEGNA CON UNA X IL TIPO DI ARTICOLO GIUSTO: POI INVENTA UNA FRASE.

NOME

COLORA SOLO LE CASELLE CON I NOMI.

MILANO TEATRO DOVE LUPO TOBIA IL

MARCO MANGIARE DELLA ALBERI FINALMENTE SOTTO

SCRIVI IN TABELLA AL POSTO GIUSTO I SEGUENTI NOMI.

POI COMPLETA CON: COSA - PERSONA - ANIMALE

GIULIA - QUADERNO - MUCCA - MONTAGNE - ITALIA - PIZZA - TOMMASOCICLISTA - ZANZARA - OMAR - NAPOLI - SPIDERMAN - ZIA

NOMI COMUNI NOMI PROPRI

(NOME DI ) (NOME DI )

(NOME DI .......................................................) (NOME DI .......................................................)

(NOME DI ) (NOME DI )

(NOME DI .......................................................) (NOME DI .......................................................)

(NOME DI ) (NOME DI )

(NOME DI ) (NOME DI )

TRASFORMA I NOMI DAL SINGOLARE AL PLURALE.

SINGOLARE PLURALE

• CESPUGLIO ....................................

• MELANZANA ....................................

• .................................... PETALI

• .................................... AMICHE

• .................................... CASTAGNE

SINGOLARE PLURALE

• REGINA ....................................

• CUOCO ....................................

• .................................... ZII

• .................................... CAMICIE

• FIGLIO ....................................

TRASFORMA I NOMI DAL FEMMINILE AL MASCHILE.

FEMMINILE MASCHILE

• POLIZIOTTA ......................................

• ...................................... (IL) CANTANTE

• ...................................... VETERINARIO

• DOTTORESSA ......................................

• ...................................... LEONE

• MADRE ......................................

FEMMINILE MASCHILE

• (LA GIORNALISTA) ..........................

• NONNA ......................................

• ...................................... ALLENATORE

• CAVALLO ......................................

• ...................................... STUDENTE

• AUTRICE ......................................

SCRIVI IL NUMERO DI CIASCUN NOME VICINO ALLA GIUSTA DEFINIZIONE.

1. ALESSIO - 2. ELEFANTE - 3. FUFI - 4. CANILE - 5. SALVIETTINA

6. ALLEGRIA - 7. TAVOLINO - 8. OREFICE - 9. SCARPONI - 10. ROMA

• N. COMUNE DI COSA, MASCHILE, SINGOLARE, DERIVATO

• N. PROPRIO DI PERSONA, MASCHILE

• N. COMUNE DI COSA, FEMMINILE, SINGOLARE, ALTERATO

• N. COMUNE DI COSA, MASCHILE, PLURALE, ALTERATO

• N. COMUNE DI COSA, FEMMINILE, SINGOLARE, ASTRATTO

• N. PROPRIO DI ANIMALE, MASCHILE

• N. COMUNE DI PERSONA, MASCHILE, SINGOLARE, DERIVATO

• N. PROPRIO DI COSA, FEMMINILE

• NOME COMUNE DI COSA, MASCHILE, SINGOLARE, ALTERATO

• NOME COMUNE DI ANIMALE, MASCHILE, SINGOLARE

ORA COPIA LA PRIMA LETTERA DI OGNI PAROLA: CHE COSA OTTIENI?

LEGGI LA PAROLA E FAI L’ANALISI GRAMMATICALE

AGGETTIVO QUALIFICATIVO

COMPLETA LA TABELLA CON L’AGGETTIVO MANCANTE.

AGGETTIVO QULIFICATIVO

GRADO POSITIVO

ALTO MENO ALTO IL PIÙ ALTO FACILE PIÙ FACILE DI FACILISSIMO

SCRIVI IL GRADO DELL’AGGETTIVO QUALIFICATIVO DATO, POI INVENTA UNA FRASE RIFERITA AI DISEGNI.

AGGETTIVO E PRONOME

COLORA SOLO:

- GLI AGGETTIVI E I PRONOMI DIMOSTRATIVI

- GLI AGGETTIVI E I PRONOMI POSSESSIVI

- GLI AGGETTIVI E I PRONOMI INDEFINITI

ARRABBIATO

ULTIMO QUESTE

COMPLETA LE FRASI CON L’ AGGETTIVO O IL PRONOME GIUSTO: SCEGLI TRA QUELLI PROPOSTI.

• LUCA ABITA AL PIANO.

• LA ............................................. PENNA SCRIVE BENE.

• TRA ................................ I CANTANTI IN GARA, SOLO ................................. VINCERÀ.

• ............................................. HA CAPITO ............................................. LEZIONE.

• HO UN CUGINO DI ............................................. ANNI.

• MI PIACE ............................................. MAGLIETTA ROSSA.

• TRA GLI ANIMALI IL ............................................. PREFERITO È IL CANE. QUESTA NESSUNO MIO QUELLA TUTTI TERZO SETTE SUA UNO

PRONOME (personale e relativo)

COLORA LA PAROLA GIUSTA LA DEFINIZIONE.

I PRONOMI PERSONALI

NOMI AGGETTIVI

SOSTITUISCONO AGGIUNGONO

I DI PERSONA, DI ANIMALE E DI COSA, PER EVITARE RIPETIZIONI.

SOTTOLINEA LE RIPETIZIONI POI SOSTITUISCILE CON UN PRONOME PERSONALE COME NELL’ESEMPIO.

• CATIA È UNA BALLERINA FANTASTICA, ADORO BALLARE CON CATIA.

• TELEFONO AI MIEI NONNI PER FARE

GLI AUGURI AI MIEI NONNI.

• IL CANE SCODINZOLA, PERCHÉ IL CANE VUOLE USCIRE.

• LUCIA HA CUCINATO LA PIZZA, LUCIA È

UNA BRAVA CUOCA.

• È ARRIVATO LUCA, ANDRÒ CON LUCA AL CINEMA.

SOTTOLINEA IL PRONOME RELATIVO IN CIASCUN FUMETTO.

QUESTO È IL REGALO

CHE HO PENSATO PER IL TUO COMPLEANNO.

È INIZIATA LA PARTITA

CHE CHIUDE IL TORNEO.

HO LETTO IL LIBRO DI CUI MI PARLAVI.

HO PRESO UN FOGLIO BIANCO SUL QUALE SCRIVERÒ UNA LETTERA.

VERBO

COMPLETA LE FRASI CON I VERBI AL TEMPO INDICATO DEL MODO INDICATIVO.

VERBO: SPIEGARE TEMPO PRESENTE

L’ALLENATORE .........................................

LE MAESTRE ...............................................

IO E SARA (NOI) .........................................

VERBO: LEGGERE TEMPO PASSATO PROSSIMO

LA CLASSE ....................................................

GLI ALUNNI E LE ALUNNE (LORO) ..............................................................................

TU E JURI (VOI)

VERBO: DORMIRE

TEMPO IMPERFETTO

IL CANE ..........................................................

TU ......................................................................

I MIEI GENITORI (ESSI) ...............................................................................

VERBO: SENTIRE TEMPO TRAPASSATO PROSSIMO

L’INSEGNANTE ..........................................

IO ....................................................................... GIOVANNA E SIAM (LORO) ...............................................................................

VERBO: FRENARE

TEMPO PASSATO REMOTO

L’AUTISTA ....................................................

NOI ....................................................................

ALCUNI CICLISTI (ESSI) .......................

VERBO: APPLAUDIRE TEMPO TRAPASSATO REMOTO IL PUBBLICO ...............................................

GLI AMICI (ESSI) ...................................... TU ......................................................................

VERBO: PARTIRE TEMPO FUTURO IL TRENO .......................................................

GLI AUTOBUS .............................................

IO E I NONNI (NOI) ..................................

VERBO: SCRIVERE TEMPO FUTURO ANTERIORE

LA GIORNALISTA .....................................

DEGLI SCRITTORI ....................................

TU ......................................................................

COLORA SOLO I VERBI AL MODO CONGIUNTIVO.

MANGIAI CHE TU CANTI HAI CUCITO CHE EGLI MANGI PARLAVI

AVREMO ARRIVERANNO CORRERETE HO OSSERVATO DORMIVANO

IMPARERÒ CHE ESSI VINCANO CHE ABBIATE BEVUTO EBBERO PENSATO AVRANNO VISTO

COLORA SOLO I VERBI AL MODO CONDIZIONALE.

VOLERÀ VERREBBE LEGGONO AVREI PARLATO HA GUIDATO

SAREMMO SPIEGAVA PARTIRANNO CAMMINAVO DORMIREBBE

IMPAREREBBE SOGNANO HANNO AVUTO EBBERO PENSATO AVRESTI BEVUTO

INSERISCI I VERBI IN TABELLA AL POSTO GIUSTO.

CHE EGLI SIA ANDATO - USCIAMO - PEDALATE! - AVREI FINITOBEVEVO - SALUTEREBBE - CHE IO STUDI - AVEVAMO PERSOHANNO VINTO - CHE TU CAMMINASSI - VIAGGERESTICHE TU AVESSI VISTO - ASCOLTA!

AVVERBIO

INSERISCI OGNI AVVERBIO NELLA NUVOLA GIUSTA.

POCO - ADESSO - ABBASTANZA - DOMANI - MAI - SOPRA - MALEMOLTO - LAGGIÙ - FORTE - LONTANO - VELOCEMENTE

AVVERBIO DI TEMPO

AVVERBIO DI LUOGO

AVVERBIO DI QUANTITÀ

AVVERBIO DI MODO

IN CIASCUNA FRASE RICONOSCI SE L’AVVERBIO SOTTOLINEATO È DI AFFERMAZIONE, DI NEGAZIONE O DI DUBBIO E SEGNA CON UNA X.

AVVERBIO DI AFFERMAZIONE NEGAZIONE DUBBIO

• OGGI NON C’È SCUOLA.

• FORSE GUARDO UN FILM.

• NEANCHE LEO AMA IL CALCIO.

• LA GITA È ANDATA DAVVERO BENE.

• PROBABILMENTE RITARDEREMO.

• SÌ, TUTTI SONO PRESENTI!

NELLE SEGUENTI FRASI SOTTOLINEA GLI AVVERBI.

• SARA LEGGE ATTENTAMENTE IL LIBRO.

• OGGI PIOVE MOLTO.

• IL GATTO È DIETRO LA MACCHINA.

• DOMANI VERRÒ SICURAMENTE AL TUO COMPLEANNO.

• FORSE MARCO HA LA FEBBRE.

• LAURA CAMMINA VELOCEMENTE PER ARRIVARE LAGGIÙ.

PREPOSIZIONE - CONGIUNZIONE ESCLAMAZIONE

OSSERVA IL RETICOLO E SCRIVI LE COORDINATE, COME L’ESEMPIO.

• PREPOSIZIONE SEMPLICE = C;3

• CONGIUNZIONE = ...... ; ......

• PREPOSIZIONE ARTICOLATA = ; • ESCLAMAZIONE = ;

ORA AGGIUNGI TU.

• PREPOSIZIONE SEMPLICE in B;4

• PREPOSIZIONE ARTICOLATA in C;1

• ESCLAMAZIONE in A;5

• PREPOSIZIONE ARTICOLATA in B;3

• CONGIUNZIONE in A;3

• ESCLAMAZIONE in D;3

• PREPOSIZIONE SEMPLICE in B;1

• CONGIUNZIONE in C;5

QUALI PARTI INVARIABILI DEL DISCORSO CI SONO IN CIASCUN RIQUADRO? SCRIVILO POI AGGIUNGI ALTRE DUE PAROLE IN OGNI RIQUADRO.

UFFA - EVVIVA - OH - AHAHIMÈ - BOH - AIUTO

E - MA - PERÒ - O - SE - CHEPERCIÒ - INFATTI

DEL - SULLO - DALLA - DALL’

NEGLI - SUI - DAI - SUL

DI - SU - TRA

SINTASSI

IN CIASCUNA FRASE RICONOSCI SE LA PARTE SOTTOLINEATA È UN SOGGETTO O UN PREDICATO E COLORA IL RIQUADRO GIUSTO.

• IL CAVALLO NITRISCE.

• MICHELA È DIVERTENTE.

• LE RONDINI VOLANO.

• L’ALUNNA ASCOLTA.

• L’ALUNNO SCRIVE.

• IL VENTO SOFFIA.

• IL TELEFONO SQUILLA.

• LO ZAINO È PESANTISSIMO.

SOGGETTO PREDICATO

SOGGETTO PREDICATO

SOGGETTO PREDICATO

SOGGETTO PREDICATO

SOGGETTO PREDICATO

SOGGETTO PREDICATO

SOGGETTO PREDICATO

NELLE SEGUENTI FRASI SOTTOLINEA IL PREDICATO VERBALE E CERCHIA IL PREDICATO NOMINALE.

• LA LUCE DEL SOLE ILLUMINA L’AULA.

• VALENTINA È UNA SCRITTRICE.

• DUE GATTI MIAGOLANO SUL TETTO.

• LA TIGRE È UN MAMMIFERO.

• FABIO LAVORA IN UN BAR.

• LA PORTA È CHIUSA.

LE FRASI CON IL SINTAGMA MANCANTE.

COMPLETA LE FRASI CON IL COMPLEMENTO RICHIESTO.

PREDICATO SOGGETTO

COMPL. DI SPECIFICAZIONE: DI CHE COSA? SOGGETTO

COMPL. DI TEMPO: QUANDO? SOGGETTO

FAI L’ANALISI LOGICA DELLE SEGUENTI FRASI. ALICE L’ACQUA .................................................. IL GIARDINIERE LA MOTO MARCO

PREDICATO SOGGETTO

COMPL. DI TERMINE: A CHI?

PREDICATO PREDICATO

FREDDA SORGE

COMPL. OGGETTO: CHE COSA?

PREDICATO SOGGETTO SOGGETTO

PREDICATO

COMPL. DI LUOGO: DOVE?

COMPL. DI MEZZO: CON CHE COSA?

• MARTINA \ A CARNEVALE \ ADORA \ LE STELLE FILANTI.

• ANTONIO \ HA MONTATO \ I MOBILI \ DELLA CUCINA \ QUESTA MATTINA. • IL CANE \ DI LUCA \ È GIOCHERELLONE. • NEL POMERIGGIO \ OMAR \ VA \ AL PARCO. SOGGETTO

CLASSE CAPOVOLTA

a cura della dott.ssa Katia Buccelli

Che cos’è la classe capovolta

Nel panorama educativo, oggi si parla con sempre maggiore insistenza di flipped classroom, ovvero di classe capovolta, una metodologia sorta a metà degli anni 2000 negli Stati Uniti nella Woodland Park High School, in Colorado, dove due docenti di Scienze (Jonathan Bergmann e Aaron Sams) cominciarono a registrare su video le loro lezioni, a supporto degli studenti assenti. Quando anche gli studenti presenti in classe cominciarono a seguire i video, ritenendoli una risorsa per il loro studio a casa, quei docenti intuirono che i ragazzi avevano bisogno di loro per dialogare e discutere riguardo alle difficoltà che incontravano nella comprensione ed elaborazione dei contenuti proposti, piuttosto che di un insegnante che trasmettesse concetti e argomenti attraverso una lezione frontale. In questo modo, la videolezione cominciò a essere ritenuta uno strumento particolarmente efficace per scavalcare la lezione frontale, riservando tempo e risorse alla relazione con gli studenti.

Ma che cosa significa, nel concreto, applicare strategie educative e metodologie didattiche della flipped classroom?

Nella nostra esperienza di studenti e, molto spesso, nella nostra quotidianità di insegnanti, il processo di insegnamento-apprendimento si è esplicato, e si continua molto spesso a tradurre, attraverso un percorso per così dire lineare:

• gli alunni ascoltano in classe la lezione dell’insegnante che in cattedra e/o alla lavagna (oggi anche alla LIM) espone ciò che è scritto nel libro;

• a casa i ragazzi studiano sul libro quanto assegnato dall’insegnante e svolgono esercizi di approfondimento e applicazione dello studio;

• successivamente in classe, tramite interrogazioni o verifiche scritte, l’insegnante verifica gli esiti dello studio.

Sperimentare la metodologia della flipped classroom significa capovolgere i tempi e i modi della didattica: le attività tradizionalmente svolte a scuola (ovvero la lezione) vengono fruite a casa, mentre il lavoro comunemente assegnato per compito a casa (ad es. esercitazioni e problemi da risolvere) viene eseguito a scuola, anche in modo collaborativo con i compagni, con la guida e la supervisione dell’insegnante. Gli insegnanti “capovolti” realizzano e propongono ai loro studenti buoni video o supporti didattici digitali che ogni allievo deve rivedere e utilizzare a casa, in biblioteca, o in altri luoghi, senza un tempo predefinito, secondo il proprio stile e ritmo di apprendimento.

In questo modo il docente, nel tempo-classe, privilegia le dimostrazioni pratiche in laboratorio e la ricerca divergente, coinvolge quotidianamente i suoi alunni in spazi aperti di discussione, che mirano a costruire gradualmente comprensione e apprendimento attivo, e annota come essi interagiscono con lo studio e tra di loro.

La didattica capovolta e gli stili di apprendimento

“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia.” (D. Pennac)

Parafrasando ciò che scrive Daniel Pennac nel suo Diario di scuola, ogni classe è un gruppo eterogeneo di studenti e ognuno di loro possiede caratteristiche uniche, oltre che fisiche, culturali e sociali, anche per ciò che riguarda l’impegno nello studio, nello svolgimento dei compiti o nella soluzione di problemi cognitivi. Ogni studente apprende in maniera personale, possiede cioè un proprio stile di apprendimento che lo caratterizza e lo distingue dai compagni.

Per trovare “l’armonia”, per fare cioè in modo che ogni studente abbia un ruolo attivo nella classe, è quindi necessario prima conoscere le modalità con cui apprende e poi valorizzare le sue inclinazioni, analizzare i diversi stili di apprendimento che ognuno utilizza in maniera preferenziale, compreso il nostro di stile, in quanto riflessione sul nostro metodo di insegnamento. Solo considerando le differenze individuali, il metodo di insegnamento potrà tener conto delle attitudini dei singoli, valorizzarle, nonché adattarle a contesti in cui tali attitudini potrebbero arrecare problematicità.

La flipped classroom potrebbe essere erroneamente confusa con modalità di insegnamento e-learning, ovvero l’istruzione a distanza, nella quale il ruolo dell’insegnante è sostanzialmente marginale. Al contrario, poiché uno dei concetti chiave della didattica capovolta è la personalizzazione, questa metodologia consente di facilitare e potenziare la relazione educativa tra docenti e studenti con l’obiettivo di valorizzare i talenti e le attitudini dei singoli allievi. Al docente spetta il compito di strutturare attività personalizzate affinché ciascuno raggiunga il massimo obiettivo possibile dettato dalle proprie caratteristiche. Inoltre, uno dei principali vantaggi di questa metodologia è costituito dal tempo più disteso per l’apprendimento: poter rivedere o ascoltare più volte i materiali di studio facilita quegli alunni per i quali è più difficoltoso comprendere le informazioni in tempi rapidi o in situazioni di sovraffollamento delle informazioni. Il fattore tempo gioca a favore anche dell’insegnante, che avrà più tempo per l’osservazione degli stili di apprendimento e potrà così meglio mettere a fuoco interventi didattici mirati a supportare anche chi presenta Bisogni Educativi Speciali.

PROCESSI DI INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE DEGLI

APPRENDIMENTI

La videolezione, strumento imprescindibile per la classe capovolta, diventa una risorsa per l’apprendimento alla quale ogni alunno accede nei modi e nei tempi che desidera, secondo il proprio ritmo e in stretta connessione con gli obiettivi di apprendimento del proprio Piano Personalizzato. Gli studenti, in una situazione di apprendimento rovesciato, riescono a interagire con i compagni con modalità di peer education e apprendimento collaborativo; la condivisione della conoscenza fra pari stimola percorsi di responsabilizzazione rendendo gli studenti soggetti attivi e consapevoli del proprio apprendimento poiché viene stimolato un processo spontaneo di passaggio di conoscenze. L’esperienza e le conoscenze del singolo divengono un’occasione di autoformazione condivisa dal gruppo e nel gruppo, che non solo acquisisce nuove informazioni, ma rafforza anche la sua capacità creativa di rispondere ai problemi, di agire in modo positivo ed efficace, di interagire tramite il lavoro di gruppo in cui vengono suddivise le responsabilità.

In questo contesto, pertanto, il docente assume il ruolo di promotore di responsabilità e di partecipazione individuale e collettiva.

LINGUAGGIO DIGITALE PER FAVORIRE LA COSTRUZIONE COLLABORATIVA DEI SAPERI

Le Indicazioni Nazionali per il curricolo ricordano che “La diffusione delle tecnologie di informazione e di comunicazione è una grande opportunità e rappresenta la frontiera decisiva per la scuola. Si tratta di una rivoluzione epocale (…). La scuola non ha più il monopolio delle informazioni e dei modi di apprendere. Le discipline e le vaste aree di cerniera tra le discipline sono tutte accessibili ed esplorate in mille forme attraverso risorse in continua evoluzione….

Dunque il “fare scuola” oggi significa mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media e alla ricerca multi-dimensionale.”

Le continue trasformazioni in atto nell’odierna società digitale impongono alla scuola, e a chi vi opera, un rinnovamento della metodologia didattica che tenga conto delle attitudini e della familiarità verso le tecnologie, propria delle nuove generazioni di studenti, nati e cresciuti tra computer, videogiochi, telefoni cellulari, apparecchi per riprodurre musica digitale, videocamere, fino a giungere alle tecnologie domotiche di uso quotidiano. Infatti, il linguaggio digitale, nella sua dimensione interattiva, determina un nuovo modello di elaborazione mentale, rafforza un atteggiamento mentale dinamico, favorisce un’azione di organizzazione e strutturazione del sapere.

Un impiego didattico che si avvale di più codici espressivi, tramite una dimensione multimediale accattivante, stimola la curiosità e l’interesse e può più facilmente promuovere la motivazione, l’attenzione e l’impegno di tutti gli studenti, oltre che rappresentare un valido supporto per soggetti con difficoltà di apprendimento e/o disabilità. Nello stesso tempo la scuola ha però anche il compito di far acquisire agli alunni la capacità di riflettere sui propri processi cognitivi, sostenendoli affinché sviluppino una graduale consapevolezza e capacità di scelta, nonché un controllo critico delle informazioni e dei media.

Il valore delle tecnologie non è connesso ai contenuti, ma ai processi che vengono attivati e il superamento di una trasmissione lineare e sequenziale dei saperi, in favore di un’azione didattica mediata dalle TIC, rappresenta un grosso stimolo ad “apprendere facendo”, in un rapporto di interazione, sia con l’insegnante, che con i compagni: non solo learning by doing, ma anche learning by thinking, cioè “apprendere pensando”, riflettendo e discutendo con gli altri (cooperative learning).

L’approccio esplorativo, insito nel linguaggio multimediale, privilegia la visione di un sapere costruito e implica un apprendimento dove smontare, ricostruire, rielaborare diviene un processo di costruzione di conoscenze da elaborare in gruppo e da condividere. Questo approccio collaborativo, il cui punto di forza è la motivazione, favorisce e promuove corresponsabilità, accresce sicurezza, rafforza il valore della scoperta e incita alla riflessione critica. Il gruppo sperimenta situazioni di problem solving in modo creativo, discute, analizza: la rielaborazione e l’assunzione di responsabilità individuali e collettive consente agli studenti di sviluppare anche competenze socio-relazionali. Pensare e organizzare la classe come una ambiente in cui gli allievi ricercano, collaborano e condividono consente al docente di assumere la regia di un processo che promuove la responsabilità cognitiva tramite la sperimentazione dell’apprendimento collaborativo. In questa prospettiva, al docente spetta anche la responsabilità di organizzare in modo attento la formazione dei gruppi, assegnando ruoli e attività in funzione delle peculiarità dei singoli componenti, tenendo come punto fermo la creazione di un clima impostato sulla fiducia, l’aiuto reciproco e la corresponsabilità.

LA PROGETTAZIONE E L’ORGANIZZAZIONE DI UNA FLIPPED CLASSROOM

Per impostare una didattica capovolta, il primo punto fondamentale è la scelta degli obiettivi di apprendimento, intesi come competenze, conoscenze e abilità che ogni studente deve poter raggiungere ed è opportuno, quindi, stabilire quali sono le discipline, le singole unità didattiche o gli argomenti che intendiamo sviluppare tramite questa metodologia, nonché quanto tempo investire e quale strumento utilizzare per la nostra comunicazione online. Molte scuole ormai hanno adottato piattaforme di condivisione come Moodle, Google Classroom, Edmodo ecc., veri e propri spazi virtuali protetti, pensati per la didattica, che consentono di comunicare notizie e informazioni, assegnare compiti, correggerli e inviare feedback e condividere materiali. Se la nostra scuola non ha adottato nessuno di questi strumenti possiamo creare un nostro spazio personale di condivisione con Google sites, un modo facile e gratuito per creare e condividere pagine web, con una buona leggibilità su qualunque device e con tutti i sistemi operativi. Si tratta di uno strumento che in pochi e semplici passaggi guidati, senza scrivere nemmeno una linea di codice, consente di scegliere le pagine da creare e di inserire in esse i contenuti che vogliamo condividere, tramite un editor molto intuitivo. In rete si trovano numerosi tutorial che indicano in modo semplice e chiaro i singoli passaggi per la realizzazione di un sito web con questo strumento.

Una volta impostata la parte progettuale e tecnica dobbiamo rendere partecipi i nostri studenti e le loro famiglie circa la nuova modalità di lavoro che abbiamo previsto di adottare. È infatti fondamentale fornire spiegazioni chiare (anche scritte) sul metodo capovolto, anche chiedendo alle famiglie un consenso scritto, affinché tutti comprendano che il web diventa uno strumento di studio. Dovremo informare anche il Dirigente Scolastico circa la nostra intenzione di sperimentare la didattica capovolta ed esplicitare in modo chiaro le modalità della nostra progettazione e sarebbe ottimale condividere almeno con un collega il nostro percorso. Successivamente, è opportuno raccogliere informazioni precise per rilevare se tutti i nostri allievi, a casa, dispongono di connessione internet e se, di conseguenza, possono utilizzare un dispositivo (sia esso uno smartphone, un pc, un tablet) e come/quanto possono accedervi. Può essere utile formulare un questionario scritto così da raccogliere tutti i dati ed eventualmente risolvere eventuali problemi di accesso alla rete.

Per sperimentare la classe capovolta, inoltre, anche noi docenti dobbiamo disporre di dispositivi adeguati (meglio un pc portatile piuttosto che lo smartphone) con una buona connessione.

L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO E GLI STRUMENTI PER LA COMUNICAZIONE INTERATTIVA

Prima di avviare l’esperienza della flipped classroom, l’insegnante deve coinvolgere gli studenti nella visione di alcune videolezioni, gli strumenti tramite cui si snodano i percorsi della classe capovolta. Ciò è indispensabile per educare gli allievi ad avvalersi di un video in modo autonomo ed efficace, incoraggiandone la fruizione libera e diversificata, per impostare un ritmo personale della lezione. In termini pratici, questo si traduce nell’uso libero di pause e riavvolgimenti del video che consentono un approccio personalizzato ai contenuti così da comprendere meglio i concetti presentati. Questa è una procedura che non sarebbe possibile nella lezione frontale dove l’insegnante deve impostare un ritmo standard che gli consenta di coinvolgere tutti senza però annoiare chi è più capace e farsi seguire anche da chi si trova in difficoltà.

Superata questa fase preliminare potrà prendere il via la sperimentazione della didattica capovolta. Sul piano operativo, l’insegnante deve predisporre i diversi materiali didattici su cui far studiare gli studenti a casa, e, successivamente, il suo ruolo in classe consisterà nel promuovere la discussione e proporre ulteriori percorsi di approfondimento.

Pertanto è fondamentale fare attenzione a non trasferire i limiti della didattica basata sulla lezione frontale, dall’aula al web. Infatti il principale motivo per cui si sceglie l’apprendimento rovesciato è che spesso un approccio tradizionale di tipo trasmissivo, in buona parte dei casi, non è oggi abbastanza efficace e risulta più che mai necessario un approccio metodologico capace di sollecitare l’interesse e coinvolgere attivamente gli alunni.

L’utilizzo di video didattici da parte degli studenti dovrà essere integrato e supportato da altri strumenti basati prevalentemente sull’utilizzo delle tecnologie digitali, il cui linguaggio favorisce la costruzione collaborativa dei saperi.

Affinché una lezione interattiva risulti efficace devono essere tenuti in considerazione alcuni elementi:

• innanzitutto va curata la scelta dei sussidi multimediali, poiché deve essere facilmente fruibile e presentare un’esplicita introduzione dell’argomento trattato;

• la durata deve essere contenuta entro i 5 o 6 minuti e l’esposizione deve comprendere esempi esplicativi al fine di favorire domande e osservazioni da parte degli studenti;

• i concetti vanno esposti in modo chiaro e conciso, suddividendo l’esposizione in sequenze significative;

• inoltre può risultare particolarmente proficuo inserire una serie di domande a scelta multipla lungo la timeline di un video, per far riflettere gli studenti sui contenuti proposti in modo da attivare un processo di verifica e autoverifica delle conoscenze acquisite.

La rete offre molti materiali già predisposti: video didattici, simulazioni interattive, strumenti per la comunicazione interattiva. Pertanto in prima battuta, prima di partire da zero realizzando i propri video, può essere utile selezionare e proporre risorse adeguate alla nostra progettazione, vagliando le innumerevoli proposte dei docenti che hanno già svolto attività di classe capovolta, modificandole e integrandole in base alle nostre esigenze. La rete offre, infatti, diverse applicazioni liberamente utilizzabili per trasformare la visione di un video in un’esperienza condivisa e di interazione comunicativa. Si tratta di strumenti non particolarmente complessi, il cui utilizzo è spesso facile e intuitivo e dei quali è possibile trovare dettagliati tutorial online.

Playposit è un’applicazione web free utile per rendere interattivi i nostri video didattici inserendo domande a scelta multipla e a risposta aperta, testo, immagini, audio link. È possibile manipolare con facilità il video trasformandolo in un oggetto ipermediale inserendovi le risorse reperite in rete e/o i contenuti realizzati da noi.

Edpuzzle consente di trasformare un video in una lezione interattiva tramite l’inserimento di quiz, immagini, testo ecc., e consente inoltre di registrare la propria voce sul video.

TED-Ed Lesson permette di creare lezioni a partire da video pubblici e integrarli con risorse per l’approfondimento e la verifica. Questo servizio fornisce risorse a sostegno della formazione e dell’apprendimento ed è uno strumento completo per corredare videolezioni di questionari, link, brevi integrazioni testuali, mappe, immagini e consente di monitorare le attività di ogni studente.

Adobe Spark è uno strumento gratuito per realizzare facilmente e con rapidità oggetti grafici, presentazioni, digital storytelling e animazioni, video con sottofondo musicale o registrazione audio della nostra voce.

Powtoon è un servizio che permette di realizzare delle presentazioni animate davvero accattivanti e di grande effetto.

Thinglink è uno strumento web che consente di rendere interattivi immagini e video tramite l’inserimento di link, ulteriori immagini, video e testo.

Biteable è una risorsa on line per la creazione di simpatiche video-animazioni personalizzabili. La versione base gratuita mette a disposizione molti template dalla grafica accattivante. Alcuni modelli consentono l’inserimento di immagini personali.

Learningapps è una suite completamente gratuita che consente di creare interessanti moduli interattivi per facilitare i processi di apprendimento. Si possono realizzare video con inserimenti, sondaggi, test, questionari.

APPRENDIMENTO COOPERATIVO E COMPITI AUTENTICI PER PADRONEGGIARE LE COMPETENZE CHIAVE

La Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento Europeo definisce le otto competenze chiave per l’apprendimento permanente. Con l’emanazione di questo documento l’Unione Europea esorta tutti gli Stati membri a perseguire il raggiungimento di quelle competenze di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione per tutto l’arco della vita (lifelong learning), a partire dal percorso di istruzione:

1. Competenza alfabetico funzionale;

2. Competenza multilinguistica;

3. Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologia e ingegneria;

4. Competenza digitale;

5. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare;

6. Competenza in materia di cittadinanza;

7. Competenza imprenditoriale;

8. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale.

Si tratta di competenze di carattere trasversale che dovrebbero essere acquisite dai giovani alla conclusione del percorso obbligatorio di istruzione, in preparazione della loro futura vita lavorativa e che dovrebbero costituire, al contempo, un bagaglio per i futuri apprendimenti.

L’Italia ha recepito la sollecitazione dell’Unione Europea attraverso il D.M.139/2007 “Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione” dove vengono delineati “gli assi culturali” che mirano al conseguimento delle “competenze di base” alla fine del ciclo obbligatorio di istruzione. Nel documento tecnico allegato al testo di legge si dice testualmente che “I saperi sono articolati in abilità/capacità e conoscenze, con riferimento al sistema di descrizione previsto per l’adozione del Quadro europeo dei Titoli e delle Qualifiche (EQF)1. La competenza digitale, contenuta nell’asse dei linguaggi, è comune a tutti gli assi, sia per favorire l’accesso ai saperi sia per rafforzare le potenzialità espressive individuali.

(1) Si fa riferimento alla proposta di Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006. Il Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli contiene le seguenti definizioni:

• “Conoscenze”: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.

• “Abilità”, indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).

• “Competenze” indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia.

A integrazione di un dettato rigidamente impostato sulla suddivisione di saperi disciplinari, l’allegato 2 stabilisce i fondamenti per le “competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria”. Si tratta di otto competenze chiave volte a “favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale”.

A sei anni dalla pubblicazione delle Indicazioni Nazionali, il Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ha presentato al MIUR il documento “Indicazioni nazionali e nuovi scenari” (22 febbraio 2018) che propone alle scuole una rilettura delle Indicazioni del 2012, focalizzando l’attenzione sulle competenze di cittadinanza. Il documento propone alle scuole una rilettura delle Indicazioni al fine di calibrare il curricolo e le proposte didattiche nella cornice delle competenze di Cittadinanza e Costituzione perché “L’esercizio della cittadinanza attiva necessita di strumenti culturali e di sicure abilità e competenze di base, cui concorrono tutte le discipline”. Questa sollecitazione colloca la Cittadinanza come sfondo integratore e punto di riferimento di tutte le discipline che concorrono a definire il curricolo.

La riflessione evidenzia inoltre come le pratiche di cittadinanza attiva possano essere veicolate da un’adeguata progettazione didattica che realizzi ambienti per l’apprendimento volti alla “costruzione di conoscenze e abilità attraverso l’analisi di problemi e la gestione di situazioni complesse, la cooperazione e l’apprendimento sociale, la sperimentazione, l’indagine, la contestualizzazione nell’esperienza, la laboratorialità”, indicando in questi elementi i presupposti per lo sviluppo di competenze e apprendimenti significativi in grado di contribuire alla costruzione di competenze sociali e civiche.

Questa rilettura intende rispondere alla necessità di una sempre maggiore aderenza o sviluppo diretto alla sostenibilità in tutti i suoi aspetti, recependo i contenuti dell’Agenda 2030.

Questo quadro normativo pone le basi per definire ciò che si è chiamati a fare attivamente in classe dove gli alunni realizzano il cosiddetto “COMPITO AUTENTICO”, svolto attraverso il cooperative learning

La metodologia dell’apprendimento cooperativo coinvolge gli studenti nel lavoro di gruppo e si fonda sull’interazione e la corresponsabilità dei componenti del gruppo per raggiungere un fine comune, tramite un lavoro collaborativo di approfondimento, che porterà al raggiungimento di obiettivi tramite il contributo personale di ognuno e quindi alla costruzione di nuova conoscenza. In questo contesto l’insegnante ha il compito organizzare un ambiente per l’apprendimento, in grado di favorire un clima relazionale positivo, in cui assumere il ruolo di facilitatore e mediatore.

Wiggins (1998) chiarisce che un compito, un problema, un progetto è autentico quando:

• è realistico, cioè riflette il modo nel quale l’informazione o l’abilità dovrebbero essere usati nel mondo reale;

• richiede giudizio e innovazione, ossia è basato sulla soluzione di problemi non strutturati che potrebbero avere più di una risposta giusta e, quindi, richiedono al soggetto che apprende di compiere delle scelte consapevoli;

• chiede allo studente di “costruire” la disciplina, nel senso di impadronirsi delle procedure proprie delle discipline, che le formano nei significati e nei processi;

• replica o simula contesti diversi (lavoro, vita civile, vita personale) nei quali solitamente gli adulti sono

“controllati” e valutati; chiede quindi di realizzarsi in contesti o situazioni specifiche che hanno particolari restrizioni, proposte o spettatori (compiti complessi);

• sollecita l’impiego di un repertorio di conoscenze e di abilità per negoziare altri compiti complessi;

• permette appropriate opportunità di ripetere, praticare, consultare risorse, perfezionare e avere feedback sulla prestazione, i prodotti e gli apprendimenti; permette quindi di focalizzare l’apprendimento attraverso il ciclo di performance-feedback-revisione-performance

La progettazione di un compito di realtà ha lo scopo di valutare l’abilità degli studenti nell’applicare competenze e conoscenze in attività reali (Mueller, 2003) quindi, nella sua formulazione, necessita di indicazioni e caratteristiche ben definite a partire dall’esplicitazione chiara dell’obiettivo che si intende perseguire. Affinché sia chiaro agli studenti il percorso da seguire, vanno loro fornite esplicite indicazioni circa i contenuti, il tipo di prestazione da svolgere, per quale scopo, quali dovrebbero essere le caratteristiche del prodotto atteso, quali sono i tempi richiesti e le fasi del lavoro, quali sono le risorse a disposizione. Gli studenti, oltre ad avere chiaro il percorso da seguire, devono conoscere le modalità di valutazione, che contemplano anche l’autovalutazione del proprio prodotto. L’attività che si propone di realizzare deve inoltre essere stimolante e motivante, deve consentire la condivisione e la collaborazione dei membri del gruppo che sono chiamati a rielaborare e riorganizzare in una situazione problematica, strettamente ancorata a contesti reali, ciò che hanno appreso. Appare chiaro quindi come l’obiettivo finale miri alla costruzione di competenze chiave mediante compiti significativi che si esplicitano nella realizzazione di un prodotto finale completo, in cui la problematizzazione e la contestualizzazione del sapere vengono calati in contesti reali. In quest’ottica, l’azione didattica che si esplica tramite la metodologia flipped consente agli studenti di sperimentare varie soluzioni operative e di acquisire, utilizzare e consolidare competenze, attraverso l’esperienza, la riflessione, lo scambio e la collaborazione tra pari.

LA VALUTAZIONE NELLA FLIPPED CLASSROOM

Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola per l’infanzia e del primo ciclo di istruzione introducono il principio di certificazione delle competenze, delineano i traguardi formativi da conseguire al termine dei diversi gradi dell’istruzione primaria e focalizzano l’attenzione su una nuova cultura didattica, dove la scuola non è più il principale agente educativo. In questo documento si pone l’accento sui principi di conoscenze contestualizzate, apprendimento significativo, centralità del soggetto che apprende, scuola aperta alla realtà. Il decreto MIUR 3 ottobre 2017, prot. n. 742, disciplina la certificazione delle competenze al termine della Scuola Primaria e del primo ciclo di istruzione come integrazione della valutazione disciplinare, poiché esprime una valutazione trasversale della capacità degli allievi di utilizzare in modo efficace i saperi acquisiti in contesti nuovi e complessi, siano essi reali o simulati e trasmette i relativi modelli unici nazionali di certificazione nei quali si sancisce l’obbligo di delineare il “Profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione” in base ai livelli di competenza raggiunti, in riferimento alle otto competenze chiave europee. La valutazione delle competenze analizza il “sapere agito” e considera ciò che gli alunni sanno e “come sanno fare” applicando le loro conoscenze, abilità, capacità e predisposizioni personali, nell’affrontare un compito significativo che preveda la soluzione di un problema e/o la realizzazione di un prodotto. Con l’ordinanza ministeriale n°172 del 4 dicembre 2020 il Ministero dell’Istruzione ha istituito un impianto valutativo che supera il voto numerico e introduce il giudizio descrittivo per ciascuna delle discipline previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo, il principale punto di riferimento per individuare e declinare gli obiettivi di apprendimento, oggetto della valutazione periodica e finale di ciascun alunno in ogni disciplina. Vengono individuati quattro livelli di apprendimento, (AVANZATO • INTERMEDIO • BASE • IN VIA DI PRIMA ACQUISIZIONE), in base ai quali i docenti sono chiamati a valutare, per ogni alunno, il livello di acquisizione dei singoli obiettivi di apprendimento. Nel documento di valutazione, come precisato dalla normativa, vanno inseriti gli obiettivi significativi oggetto di valutazione. Il nuovo assetto pone un accento particolare sulla programmazione nella quale devono convergere sia gli obiettivi, intesi come processo cognitivo da porre in atto, sia il contenuto disciplinare. Questa nuova modalità attribuisce al processo di valutazione una forte con-

nessione tra il percorso di apprendimento di ciascun alunno, le Indicazioni Nazionali e la certificazione delle competenze al termine della scuola primaria. Va inoltre sottolineato che la dimensione descrittiva assume una funzione formativa incentivando negli alunni una maggiore consapevolezza rispetto le proprie strategie di apprendimento e quindi favorisce processi di autovalutazione. In merito alla didattica capovolta, quanto fin qui esposto converge in un processo di valutazione delle competenze strettamente connesso al compito autentico, pilastro della flipped classroom e principale momento di valutazione dello studente da parte del docente, che osserva in itinere processi, interazione, coinvolgimento, strategie di studio impiegate, proprio nel momento operativo, in classe, mentre gli studenti lavorano in gruppo alla soluzione del compito assegnato. In questo modo, azione didattica e azione valutativa si intersecano, poiché l’insegnante misura i progressi dello studente durante il percorso di apprendimento analizzando non tanto la conoscenza, quanto piuttosto la competenza, dal momento che vengono monitorate la sua capacità organizzativa ed espressiva, la sua abilità nel reperire e gestire il materiale, le strategie adottate nel risolvere il problema e giungere all’esito atteso. Nella classe capovolta un altro aspetto di basilare importanza è il momento di autovalutazione, che consiste nella richiesta di redigere una rubrica, cioè una griglia strutturata in cui ciascuno studente è chiamato a esprimersi sul suo ruolo nel gruppo e il gruppo, a sua volta, è chiamato a valutare l’efficacia del proprio lavoro con riferimento ai livelli di giudizio che vengono riportati sul documento di certificazione delle competenze (livello avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione). Tramite questo percorso di autovalutazione gli allievi riflettono sulla propria esperienza di apprendimento, esaminano i punti forti e i punti deboli del loro lavoro cooperativo, riflettono sia sul prodotto della loro attività, sia sui processi che li hanno condotti a conseguire un dato risultato. Il metodo di valutazione dell’insegnante che valuta il processo, le competenze trasversali e quelle disciplinari, il cui fulcro è il compito complesso, così come l’autovalutazione degli studenti, hanno sempre come punto di riferimento alcune delle competenze individuate tra le otto competenze chiave cui mirava l’attività progettata, rilevabili con questa modalità proprio per il carattere trasversale dell’approccio didattico capovolto. Per concludere, adottare una metodologia di lavoro che si basi sulla classe capovolta può contribuire a favorire la costruzione di quelle competenze necessarie per la formazione della persona in modo unitario, sia nella dimensione personale, che nella dimensione relazionale. Una scuola efficace per tutti i suoi studenti include e valorizza, ricerca e sperimenta, rielabora e rappresenta nuove forme di conoscenza. Non si tratta tanto di andare contro una scuola tradizionale, quanto piuttosto di integrare spazi e modalità didattiche con nuovi scenari educativi al passo con i tempi

SCUOLA PRIMARIA E FLIPPED CLASSROOM

Da più parti ci si interroga sulla possibilità di utilizzare la didattica capovolta alla Scuola Primaria. Certamente è necessario tenere in considerazione l’età degli alunni e la tipologia dei contenuti da affrontare: di certo non è possibile “flippare”, come si dice in gergo, a 360 gradi.

Fatta questa premessa, è indubbio che questo modello rappresenta un efficace strumento di continuità tra quanto proponiamo in classe e quanto ciascun alunno può approfondire e integrare autonomamente a casa, con modalità accattivanti e tempi più adeguati.

Il primo passo per impostare l’apprendimento capovolto e, di conseguenza, modificare il paradigma dell’insegnamento trasmissivo, è programmare “cosa” e “quanto” capovolgere. Si può pensare a una singola unità didattica così com’è possibile estendere l’approccio della didattica capovolta a più discipline o in chiave trasversale a più ambiti.

Una volta che si ha ben chiaro il percorso da proporre è doveroso comunicare alle famiglie degli alunni che intendiamo sviluppare un progetto di didattica capovolta per introdurre una metodologia innovativa nella nostra pratica didattica. È importante sottolineare che questa progettazione si pone l’obiettivo di stimolare e personalizzare l’apprendimento degli alunni utilizzando una strategia didattica attenta ai loro bisogni educativi e che, nel contempo, ci consente di stare al passo con l’evoluzione della tecnologia che, a più livelli, permea la nostra quotidianità e quella dei nostri alunni.

In modo anche schematico possiamo spiegare che:

• questa modalità di insegnamento-apprendimento si avvale di video-lezioni e materiale prevalentemente

digitale selezionato dal docente e fornito agli alunni per lo studio individuale a casa, tramite l’utilizzo di una classe virtuale;

• in seguito, in classe, l’insegnante stimola l’apprendimento attivo guidando gli alunni all’approfondimento dei contenuti studiati a casa, supportando la messa a fuoco sulla risoluzione di dubbi e problemi, proponendo attività di consolidamento dei concetti appresi in autonomia;

• il ruolo principale dell’insegnante consiste nel guidare, sostenere e monitorare il processo di apprendimento e quindi predisporre esercitazioni e attività di approfondimento che possono prevedere anche modalità di tipo collaborativo che mirino al raggiungimento di competenze complesse e trasversali;

• la flipped classroom è pertanto una metodologia didattica in cui gli alunni studiano a casa e si esercitano a scuola consolidando i concetti appresi in autonomia.

Dopo aver illustrato il nostro progetto alle famiglie degli alunni possiamo procedere alla creazione di un’aula virtuale, un “luogo” in cui comunicare, condividere e collaborare. Questo spazio diventerà un’estensione della nostra aula, un ambiente per l’apprendimento in grado di coinvolgere attivamente gli alunni nel processo di acquisizione delle competenze.

L’aula virtuale dev’essere un ambiente protetto e circoscritto ai soli utenti autorizzati, gli alunni (e loro famiglie) e l’insegnante che ne coordina e controlla l’utilizzo.

Si è già accennato alle diverse piattaforme che permettono di organizzare un’aula virtuale: tra queste LearningApps ci consente di predisporre il nostro ambiente virtuale in pochi e semplici passi e risulta essere un ottimo strumento alla portata dei nostri giovani allievi della Scuola Primaria per la semplicità di utilizzo. È un ambiente chiuso e protetto che non permette intromissioni dall’esterno. Questo consente ai bambini di interagire liberamente sul web senza pericoli.

Questa piattaforma, inoltre, consente a ogni utente, alunni compresi, di realizzare moduli interattivi, anche a carattere ludico, per facilitare i processi di apprendimento.

Dal Libro Digitale Raffaello accediamo alla piattaforma LearningApps cliccando sull’icona ed effettuiamo l’iscrizione.

Una volta create le credenziali per l’accesso, l’insegnante può procedere alla formazione della propria classe virtuale.

Cliccando il menù “LE MIE CLASSI” ci troveremo nella schermata in cui inserire il nome della classe e con “CREA CLASSE” avremo completato il primo passaggio.

Comparirà quindi la seguente schermata nella quale dovremo inserire i nominativi dei nostri alunni tramite la funzione “ACCOUNT STUDENTE”.

La schermata successiva ci mostrerà questo passaggio che ci condurrà alla pagina in cui inserire nome e cognome degli alunni.

Inserendo nome e cognome, il sistema genera in automatico le credenziali per l’accesso alla piattaforma. In un secondo tempo sarà possibile modificare solo la password. Dopo aver proceduto al salvataggio dei dati inseriti, ogni alunno disporrà delle proprie credenziali per accedere alla classe virtuale, perciò saremo pronti per avviare la nostra attività.

Copiando e incollando l’URL della classe virtuale appena creata nella voce del menu Libro Digitale, sarà possibile accedere alla classe direttamente dal Libro Digitale Raffaello.

Inizialmente è bene che gli alunni abbiamo la possibilità di familiarizzare con questo nuovo ambiente verso il quale mostreranno senz’altro molto entusiasmo. Cominciamo insieme a esplorare i contenuti che già avremo provveduto a inserire nella cartella di classe: potrebbero essere applicazioni che abbiamo realizzato noi o attività selezionate tra le innumerevoli app presenti in piattaforma.

Con l’ausilio della LIM andiamo quindi a mostrare all’intera classe quali sono i materiali che gli alunni possono trovare nel loro spazio virtuale, come si utilizzano, quali sono le funzionalità e come sia semplice anche per loro realizzare delle applicazioni didattiche divertenti.

Le potenzialità di questo ambiente sono molteplici perché, oltre a consentirci l’utilizzo di svariate tipologie di applicazioni che possiamo sviluppare in autonomia per i nostri percorsi didattici, permette di utilizzare liberamente tutte quelle esistenti già create dagli altri membri della piattaforma.

LE FASI DI LAVORO PER LO SVILUPPO DELL’U.D.A. IN MODALITÀ FLIPPED

La stesura della progettazione deve tener conto dei seguenti punti:

• dati dell’Unità di Apprendimento (titolo - scuola - disciplina/e - classe);

• descrizione dell’argomento trattato;

• competenze disciplinari/ interdisciplinari coinvolte;

• competenze chiave da attivare;

• strumenti che si intendono impiegare;

• tempi e spazi.

Descrizione della sequenza di lavoro: input motivazionali per l’avvio dell’attività; strumenti da utilizzare per lo sviluppo dell’argomento; autoformazione e rielaborazione individuale; rielaborazione collettiva e approfondimenti in classe; modalità di sviluppo per la produzione finale (individuale o a gruppi casuali/di livello/eterogenei/omogenei ecc.); obiettivo del compito; prodotto atteso a conclusione del percorso; fase conclusiva: esposizione del compito ai compagni; metodologie e strumenti di valutazione e autovalutazione.

ATTIVITÀ DI CLASSE 4a

Scuola

Referente del progetto

Descrizione del gruppo classe

Disciplina

Tempi

Modalità di lavoro

Finalità

Obiettivi educativi e didattici

Descrivere sinteticamente le caratteristiche del gruppo e l’eventuale presenza di alunni con bisogni educativi speciali.

LINGUA ITALIANA

10 ore + 1 ora di presentazione degli elaborati alla classe

Indicare le modalità di organizzazione dei gruppi di lavoro.

Garantire il successo formativo tramite l’attivazione di strategie educative e didattiche che favoriscano l’acquisizione delle competenze chiave europee per l’apprendimento permanente e la padronanza delle competenze disciplinari declinate nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo.

• Utilizzare la tecnologia e strategie didattiche innovative per veicolare saperi, conoscenze e competenze alla base della programmazione scolastica annuale

• Acquisire il piacere della scoperta e della ricerca

• Lavorare in gruppo per ottenere scopi comuni

• Saper organizzare con efficacia il proprio lavoro, sia individuale che di gruppo

• Competenza alfabetico funzionale

• Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare

Competenze chiave

Competenze disciplinari

Metodologia

• Competenza in materia di cittadinanza

• Competenza digitale

• Competenza imprenditoriale

• Riflettere sulla lingua e sulle sue regole di funzionamento

• Produrre testi di vario tipo

• Saper analizzare e sintetizzare le informazioni

Utilizzo della didattica capovolta per favorire un coinvolgimento attivo degli studenti nel rispetto degli stili di apprendimento individuali e la creazione di un ambiente per l’apprendimento che incentivi positive relazioni interpersonali.

Contenuti

Prodotto atteso

Valutazione

Materiali e strumenti

Il percorso intende approfondire la riflessione sull’uso della punteggiatura ed analizzare le funzioni e le peculiarità dei segni interpuntivi.

Fase 1- Lancio del progetto: l’insegnante spiega agli alunni come si snoda il percorso e in quali modalità si svolgerà il lavoro, sia a casa che a scuola. Autonomamente, a casa, gli alunni visionano il filmato “LA PUNTEGGIATURA” e si esercitano con le applicazioni allegate al video.

Fase 2 - Dopo il momento di autoformazione iniziale, in classe si rielabora quanto appreso tramite domande e risposte, breve discussione, brainstorming, ulteriori approfondimenti ed esercitazioni.

Fase 3 - L’insegnante consegna il compito autentico, attività finalizzata a uno scopo concreto in cui gli alunni dovranno dare prova delle loro capacità.

Conclusione - Gli elaborati prodotti vengono condivisi con il gruppo, valutati in maniera formativa, eventualmente corretti e possibilmente condivisi con l’esterno.

Ricettario per la festa della mamma

• Osservazione dei processi di lavoro durante le fasi dell’attività

• Autovalutazione di gruppo e individuale tramite check list

• Valutazione sommativa

PC di classe e/o del laboratorio della scuola LIM - materiali digitali su Libro Digitale Raffaello - libri di testo - risorse web - Compito autentico - disegni per la suddivisione in gruppi

Il nostro ricettario

Quest’anno come regalo per la festa della mamma realizzeremo un ricettario.

Ogni gruppo ha il compito di raccogliere le ricette della propria tradizione familiare e trascriverle in un ricettario che verrà realizzato in formato digitale. La raccolta di ricette può anche essere tematica, per esempio: primi piatti, contorni, dolci...

Dovrete dare un titolo originale al vostro lavoro, curare l’aspetto grafico e soprattutto scrivere le ricette rispettando le sequenze e le regole ortografiche.

Sarete divisi in gruppetti da 3 costituiti dall’abbinamento casuale delle figure che io vi fornirò.

1. gruppo dei fiori

2. gruppo degli alberi

3. gruppo degli animali

4. gruppo delle figure piane

5. gruppo delle frecce

6. gruppo delle emoticon

7. gruppo degli astri

8. gruppo dei frutti

ISTRUZIONI PER OGNI GRUPPO

Dopo aver proceduto al sorteggio dei gruppi, l’attività si svolgerà in 6 fasi:

1) Ricerca delle ricette (attività individuale da svolgere a casa)

2) Pianificazione del lavoro, consultazione delle risorse, stesura del ricettario

3) Scrittura del ricettario al computer

4) Revisione

5) Presentazione alla classe

6) Autovalutazione individuale e di gruppo

Tempo a disposizione: 5 ore

RISORSE DA UTILIZZARE

Libri di testo e riviste di cucina messe a disposizione dall’insegnante.

Consultazione dei siti:

https://www.webhouseit.com/qui-ci-metto-un-punto-le-regole-base-della-punteggiatura/ http://www.impariamoinsieme.com/esercizi-sulla-punteggiatura/ http://www.misya.info/ricette-per-bambini-facili.htm https://ricetteperbambini.crescebene.com/category/ricette-per-bambini/ricette-per-bambini-senza-forno

ATTIVITÀ DI CLASSE 5a

TECNICHE NARRATIVE: FLASHBACK E FLASHFORWARD

Scuola

Referente del progetto

Descrizione del gruppo classe

Descrivere sinteticamente le caratteristiche del gruppo e l’eventuale presenza di alunni con bisogni educativi speciali.

Disciplina LINGUA ITALIANA

Tempi

Modalità di lavoro

Finalità

Obiettivi educativi e didattici

8 ore + 1 ora di presentazione degli elaborati alla classe

Indicare le modalità di organizzazione dei gruppi di lavoro.

Garantire il successo formativo tramite l’attivazione di strategie educative e didattiche che favoriscano l’acquisizione delle competenze chiave europee per l’apprendimento permanente e la padronanza delle competenze disciplinari declinate nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo.

• Utilizzare la tecnologia e strategie didattiche innovative per veicolare saperi, conoscenze e competenze alla base della programmazione scolastica annuale

• Acquisire il piacere della scoperta e della ricerca

• Lavorare in gruppo per ottenere scopi comuni

• Saper organizzare con efficacia il proprio lavoro, sia individuale che di gruppo

• Competenza alfabetico funzionale

• Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare

Competenze chiave

Competenze disciplinari

Metodologia

• Competenza in materia di cittadinanza

• Competenza digitale

• Competenza imprenditoriale

• Riflettere sulla lingua e sulle sue regole di funzionamento

• Produrre testi di vario tipo

• Analizzare, comprendere e produrre sequenze narrative con flashback e flashforward

• Padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire un’efficace interazione comunicativa

Utilizzo della didattica capovolta per favorire un coinvolgimento attivo degli studenti nel rispetto degli stili di apprendimento individuali e la creazione di un ambiente per l’apprendimento che incentivi positive relazioni interpersonali.

Contenuti

Il percorso intende approfondire la riflessione testuale sulle tecniche narrative che si avvalgono della retrospezione e dell’anticipazione modificando la successione cronologica regolare degli eventi.

Fase 1- Lancio del progetto: l’insegnante spiega agli alunni come si snoda il percorso e in quali modalità si svolgerà il lavoro, sia a casa che a scuola. Autonomamente, a casa, gli alunni visionano il filmato “L’INTRECCIO NARRATIVO” e si esercitano con le applicazioni allegate al video.

Fase 2 - Dopo il momento di autoformazione iniziale, in classe si rielabora quanto appreso tramite domande e risposte, breve discussione, brainstorming, ulteriori approfondimenti ed esercitazioni.

Fase 3 - L’insegnante consegna il compito autentico, attività finalizzata a uno scopo concreto in cui gli alunni dovranno dare prova delle loro capacità.

Conclusione - Gli elaborati prodotti vengono condivisi con il gruppo, valutati in maniera formativa, eventualmente corretti e possibilmente condivisi con l’esterno.

Prodotto atteso Scrittura di una pagina di diario.

• Osservazione dei processi di lavoro durante le fasi dell’attività

Valutazione

Materiali e strumenti

• Autovalutazione di gruppo e individuale tramite check list

• Valutazione sommativa

PC di classe e/o del laboratorio della scuola LIM - materiali digitali su Libro Digitale Raffaello - libri di testo - risorse web - Compito autentico - disegni per la suddivisione in gruppi

Il mio diario

Molti di voi sicuramente curano già un proprio diario personale. In questa attività siete invitati a comporre una pagina di diario in cui inserirete un intreccio narrativo con il flashback, cioè un salto indietro nel tempo, o il flashforward, cioè un salto in avanti nel tempo.

Nel vostro componimento potrete inserire dei ricordi legati al primo anno della Scuola Primaria (flashback) o delle anticipazioni su come vi immagine sarà il vostro ingresso alla Scuola Secondaria (flashforward).

Sarete divisi in gruppetti da 3 costituiti dall’abbinamento casuale delle figure che io vi fornirò.

1. gruppo dei fiori

2. gruppo degli alberi

3. gruppo degli animali

4. gruppo delle figure piane

5. gruppo delle frecce

6. gruppo delle emoticon

7. gruppo degli astri

8. gruppo dei frutti

ISTRUZIONI PER OGNI GRUPPO

Dopo aver proceduto al sorteggio dei gruppi, l’attività si svolgerà in 5 fasi:

1) Pianificazione del lavoro e consultazione delle risorse

2) Prima stesura del racconto

3) Revisione e correzione

5) Scrittura del testo al computer

4) Presentazione alla classe

5) Autovalutazione individuale e di gruppo

Tempo a disposizione: 3 ore

RISORSE DA UTILIZZARE

Libri di testo messi a disposizione dall’insegnante.

Consultazione dei siti: http://www.sconfinamenti.net/blog/archives/897

LA DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA (DDI)

A cura della dott.ssa Katia Buccelli

Linee guida del Ministero dell’Istruzione

A partire dall’anno scolastico 2020-21 ogni scuola è stata chiamata a inserire il Piano per la Didattica Digitale Integrata1 nel proprio Piano Triennale dell’Offerta Formativa. Al di là del mero adempimento burocratico, ogni istituto ha dovuto predisporre la propria progettualità in merito a ciò che concerne l’organizzazione delle attività didattiche in ambiente digitale sia nel funzionamento ordinario che nelle situazioni di emergenza.

A seguito dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, a marzo del 2020 il Ministero dell’Istruzione, ha emanato le prime indicazioni operative, per le attività didattiche a distanza, riconoscendo la possibilità di svolgere “a distanza” le attività didattiche delle scuole di ogni grado, su tutto il territorio nazionale (nota dipartimentale 17 marzo 2020 n. 388). Successivamente, sul piano normativo è stato stabilito che “il personale docente assicura le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione”. Inoltre, sono stati finanziati gli interventi utili a potenziare la didattica a distanza per dotare le scuole e gli studenti degli strumenti necessari per lo svolgimento e la fruizione di modalità didattiche compatibili con la situazione emergenziale, anche nell’intento di sostenere l’inclusione scolastica e contrastare la dispersione. Alla fine dell’anno scolastico 2020-21 il Decreto del Ministro dell’Istruzione 26 giugno 2020, n. 39 ha delineato un quadro di riferimento per la progettazione della ripresa delle attività didattiche nel mese di settembre, fornendo indicazioni e Linee guida per la predisposizione di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata “qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti”.

Se per la scuola secondaria di secondo grado l’elaborazione del Piano, allegato o integrato nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, assume carattere di complementarità rispetto la didattica in presenza equiparando di fatto l’ambiente digitale di apprendimento all’aula; per il primo ciclo di istruzione, dunque scuola primaria e secondaria di primo grado, il ricorso alla didattica in ambiente digitale è previsto solo per far fonte a situazioni di emergenza, tenendo in considerazione le esigenze di tutti gli alunni, in particolar modo quelli più fragili.

Ecco che la Didattica Digitale Integrata (DDI) assume il ruolo di metodologia innovativa di insegnamento-apprendimento, intesa come modalità didattica complementare che integra o sostituisce, in condizioni di emergenza, la tradizionale esperienza di scuola in presenza con il supporto di piattaforme digitali e delle nuove tecnologie.

Progettazione

La progettazione di un piano per la DDI non va intesa solo come la pianificazione della didattica d’emergenza in modo da garantire il diritto all’apprendimento degli studenti, (in caso di nuovo lockdown, quarantena, isolamento fiduciario di singoli, insegnanti o studenti, interi gruppi classe o particolari condizioni di fragilità), ma va concepita anche come vera e propria metodologia che, avvalendosi della tecnologia, facilita apprendimenti curricolari e favorire lo sviluppo cognitivo di ogni singolo alunno.

Per garantire l’omogeneità dell’Offerta Formativa dell’Istituzione scolastica, come indicato nelle Linee guida ministeriali, spetta al collegio docenti di ogni singolo Istituto fissare e condividere i criteri e le modalità più consone per svolgere la didattica digitale integrata riconoscendo l’efficacia dell’uso didattico delle nuove tecnologie nel processo di apprendimento-insegnamento anche per attuare percorsi didattici individualizzati, personalizzati e inclusivi. La definizione delle modalità di realizzazione della didattica digitale integrata deve

1 Decreto Ministeriale 39 del 26 giugno 2020 - Piano scuola 2020-2021, Linee guida per settembre.

necessariamente contemplare un bilanciamento equilibrato tra attività sincrona e asincrona che rappresentano l’aspetto più rilevante nello svolgimento delle attività di didattica a distanza. Al team dei docenti e ai consigli di classe compete, invece, la progettazione didattica dei contenuti disciplinari essenziali, anche in un’ottica di interdisciplinarità, ma spetta anche l’adozione di soluzioni metodologiche condivise e l’individuazione delle strategie più efficaci affinché ciascun alunno, seppur a distanza, assuma un ruolo centrale nel processo formativo e sia messo nelle condizioni di sviluppare quanto più possibile in autonomia.

Organizzazione

Nelle Linee guida si sostiene la valorizzazione delle forme di flessibilità derivanti dall’Autonomia scolastica pertanto, nell’organizzare l’orario settimanale, nel caso sia necessario attivare l’attività didattica interamente in modalità a distanza, è possibile, per esempio, ricorrere alla riduzione dell’unità oraria di lezione e all’aggregazione delle discipline e stabilire una progettazione adeguata di attività in modalità sincrona e asincrona, al fine di rendere quanto più possibile efficace l’azione didattica, prevedendo anche congrui momenti di pausa. È qui opportuno specificare che nelle indicazioni operative del M.I. sono previste quote orarie settimanali minime diverse a seconda del grado scolastico: per le scuole primarie e secondarie di primo grado devono assicurare almeno 15 ore settimanali di didattica in modalità sincrona con l’interna classe (che scendono a 10 ore per le classi prime della Scuola Primaria). Tra gli aspetti organizzativi di cui tener conto nella stesura del piano, va contemplata un’azione efficace di formazione del personale docente relativamente alle specificità strumentali e metodologiche per la didattica digitale integrata.

Metodi, strategie, strumenti

Una valida progettazione e applicazione della didattica digitale integrata deve trovare il suo riferimento in un quadro pedagogico e metodologico condiviso che promuova l’autonomia e il senso di responsabilità di tutti gli alunni e garantisca omogeneità all’offerta formativa dell’istituzione scolastica, nel rispetto dei traguardi di apprendimento fissati dalle Indicazioni nazionali per i diversi percorsi di studio, e degli obiettivi specifici di apprendimento individuati nel Curricolo d’istituto.

Il modello SAMR

Fatta questa premessa, un esempio di riferimento significativo ci viene dal Modello SAMR, sviluppato da Ruben Puentedura2, che ha l’obiettivo di agevolare l’azione di integrazione delle nuove tecnologie nella didattica. Questo modello parte dal presupposto che il semplice utilizzo di dispositivi digitali e di applicazioni web non produce meccanicamente un miglioramento della qualità dell’apprendimento. Si ha una valida integrazione quando si selezionano e si inseriscono le tecnologie partendo da solide premesse pedagogiche, individuando gli obiettivi educativi da conseguire e, adattando quegli strumenti ai bisogni degli studenti e del docente, si sviluppa l’attività didattica in una cornice metodologica ben definita. In questa prospettiva, le tecnologie concorrono alla realizzazione di ambienti di apprendimento più efficaci e più motivanti. L’innovazione quindi si sviluppa sul piano didattico ma non può prescindere da una buona padronanza tecnologica da parte del docente. Nel dettaglio, il Modello “SAMR”, acronimo di Substitution, Augmentation, Modification, Redefinition, ci fornisce un quadro teorico di riferimento per comprendere l’integrazione delle nuove tecnologie nella didattica e si basa su un principio cardine: il modello è costruito intorno all’idea che tale integrazione permette di sviluppare ambienti di apprendimento, gestire compiti e costruire percorsi didattici molto più efficaci e del tutto inediti rispetto a quelli tradizionali. Il modello consente di identificare quattro livelli di integrazione delle tecnologie nel processo di insegnamento-apprendimento:

2 https://www.youtube.com/watch?v=ZQTx2UQQvbU&t=121s

• Substitution – Sostituzione

• Augmentation – Sviluppo

• Modification – Modifica

• Redefinition – Ridefinizione

Nei primi due livelli (partendo dal basso) vengono identificate le fasi di miglioramento cui seguono le successive due fasi di trasformazione.

SAMRREDEFINITION / RIDEFINIZIONE

La tecnologia consente la creazione di attività innovative.

MODIFICATION / MODIFICA

La tecnologia consente una significativa modifica e riprogettazione della didattica funzionale.

AUGMENTATION / SVILUPPO

La tecnologia viene utilizzata in sostituzione, con un cambiamento funzionale.

SUBSTITUTION / SOSTITUZIONE

La tecnologia viene utilizzata in sostituzione, senza un cambiamento funzionale.

Per esemplificare con dei riferimenti precisi a specifiche attività, possiamo inquadrare il primo livello di Sostituzione (Substitution), cioè quando la tecnologia è utilizzata come uno strumento alternativo a quelli tradizionali, senza un reale cambiamento: scrittura con un editor di testo anziché su supporto cartaceo, svolgimento di una ricerca in rete anziché su testi.

Al livello successivo, Sviluppo (Augmentation), quindi, la tecnologia viene utilizzata in sostituzione di strumenti analogici, con un cambiamento funzionale: fruizione di testi automatici al PC, con domande e risposte in ordine casuale e con valutazione automatica, utilizzo di un editor di testo con inserimento immagini, controllo ortografico, inserimento di link ipertestuali con risultati inediti.

Il sostanziale cambiamento avviene nei successivi livelli laddove si passa ad utilizzare applicazioni tecnologiche per modificare un’attività educativa tradizionale fino a usare nuove tecnologie per creare nuove attività educative. Possiamo perciò parlare di Modificazione (Modification), quando i compiti vengono progettati in modo da ottimizzarne l’utilizzo e l’impatto delle tecnologie comincia a potenziare insegnamento e apprendimento: utilizzo di una applicazione (web o mobile) per scrivere in modalità collaborativa e in cloud in base a un approccio di peer tutoring

Infine, nell’ultima fase di Ridefinizione (Redefinition), la tecnologia veicola un potenziamento dell’esperienza di apprendimento, concorre a realizzare esperienze più significative e centrate sugli studenti, portando a conseguire risultati migliori tramite attività nuove rispetto a quelle tradizionali, rese possibili dalle tecnologie educative e disegnate in modo da sfruttarne appieno le potenzialità: realizzare documenti in modo collaborativo da pubblicare in rete, creare podcast, video, libri interattivi.

Gli studenti in genere trovano molto motivanti queste attività poiché costruite con un obiettivo condiviso e rivolte a un pubblico reale.

Attività sincrone e asincrone

Le attività della DDI sono distinte in due modalità che si differenziano in base dell’interazione tra insegnante e gruppo di studenti, entrambe contribuiscono in maniera sinergica al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e allo sviluppo delle competenze personali e disciplinari.

Le attività sincrone si realizzano tramite l’interazione simultanea tra gli insegnanti e il gruppo di studenti durante video lezioni col supporto di strumenti per videoconferenze integrate, generalmente, in piattaforme adottate in modo uniforme dal singolo istituto, e che consentono la comunicazione interattiva audio-video in tempo reale. Le più utilizzate sono senza dubbio Google Meet, la piattaforma di Google per le riunioni online, e l’aula virtuale di Microsoft Teams

Possiamo definire attività sincrona anche lo svolgimento di compiti che prevedano la realizzazione di elaborati digitali o la risposta a test più o meno strutturati con il monitoraggio in tempo reale da parte dell’insegnante, per esempio utilizzando applicazioni quali Google Documenti

Una lezione sincrona motivante dovrebbe prevedere la predisposizione di un clima positivo e stimolante, innestarsi su idee e proposte condivise con gli studenti e sviluppate facendo ricorso all’interattività. Pur trattandosi di una lezione erogata su supporto digitale in un ambiente del tutto virtuale, questo momento dovrebbe assumere le caratteristiche della lezione in presenza, garantendo la costante interazione tra alunni e docenti anche tramite lo svolgimento di test scritti e orali, con la Guida dell’insegnante.

Al contrario, le attività asincrone non prevedono l’interazione in tempo reale tra gli insegnanti e il gruppo di studenti ma contemplano un lavoro strutturato e documentabile, svolto con l’ausilio di strumenti digitali, come per esempio l’approfondimento individuale o di gruppo, la visione di materiale video predisposto dal docente, le esercitazioni interattive, la produzione di relazioni e rielaborazioni in forma scritta/multimediale. Vanno intese come attività di insegnamento-apprendimento che prevedono lo svolgimento autonomo da parte degli studenti di compiti precisi, assegnati anche su base settimanale, plurisettimanale, e/o diversificati per piccoli gruppi. Per la gestione dei percorsi didattici erogati in questa modalità si utilizzano le piattaforme per la didattica a distanza: per esempio Google Classroom che consente di creare e gestire i compiti, condividere le risorse, tenere traccia dei materiali e dei lavori del singolo, e che utilizza Google Drive come sistema cloud per il tracciamento e la gestione automatica di tutti i materiali didattici.

Nella progettazione di lezioni sincrone e asincrone è opportuno pianificare in modo puntuale gli obiettivi da conseguire, le azioni didattiche da porre in atto e i criteri di valutazione che saranno adottati. Non si può prescindere dalla scelta di specifici strumenti per attivare l’intervento didattico in queste modalità strettamente connesse tra loro.

Per evitare che la conduzione di videolezioni in diretta diventi la semplice trasposizione di una lezione frontale in presenza, è bene utilizzare strategie e strumenti adeguati a incentivare una comunicazione interattiva sia tra docente e studenti, che tra gli stessi partecipanti. Si tenga ben presente che i momenti di maggior coinvolgimento sono quelli in cui gli studenti vengono chiamati a partecipare e a contribuire in prima persona alla lezione, svolgendo attività, intervenendo per chiedere chiarimenti o apportare il contributo personale. La suddivisione del gruppo classe in piccoli gruppi, con sessioni di breve durata, può rivelarsi molto efficace perché facilita la comunicazione e consente di recuperare eventuali momenti persi a causa di problemi tecnici.

Così come nelle lezioni in presenza si fa ricorso all’uso della lavagna interattiva multimediale per visionare, spiegare o integrare contenuti, durante le lezioni in sincrono si può ricorrere a lavagne condivise e applicazioni web che consentono di lavorare insieme ai partecipanti a un evento, di avviare un brainstorming, presentare in modo chiaro un processo o avviare un sondaggio. Le lavagne virtuali, chiamate anche web whiteboards, sono strumenti concepiti per favorire la comunicazione anche a distanza e rappresentano uno strumento di collaborazione e condivisione molto versatile poiché offrono molteplici applicazioni e si prestano a essere

adattate a specifiche esigenze; le loro funzioni principali offrono infatti la possibilità di condivisione e modifica di documenti, l’inserimento di immagini, disegni, grafici, mappe cognitive.

Per sfruttare pienamente le potenzialità delle lavagne interattive è necessario disporre di un’apposita piattaforma web comune tra coloro che vi partecipano. Lo strumento più conosciuto è Jamboard, utilizzabile per chiunque disponga di un account Google è integrata come app in Google Suite for Education e funziona in qualsiasi dispositivo: browser internet, app Android o Apple iOS.

Con la suite di Google sono presenti applicazioni come Documenti, Fogli di lavoro, Presentazioni e Site, molto utili per condividere il proprio lavoro, ricevere feedback e apportare modifiche all’istante ma anche per facilitare l’interazione e il lavoro cooperativo in tempo reale.

Uno strumento molto diffuso è Pear deck, componente aggiuntivo di Google Drive che consente di creare presentazioni interattive in cui i partecipanti possono dare il proprio contributo utilizzando il dispositivo personale. Durante la presentazione gli studenti possono interagire con il docente attraverso domande, disegni, quesiti a scelta multipla, problemi. Le varie risposte vengono visualizzate dal docente e potranno divenire spunti per successivi approfondimenti.

Le lezioni asincrone, essendo attività senza vincoli di orari e di luogo, si basano sullo studio autonomo; il docente segue e monitora il percorso di apprendimento. Le attività non vanno intese però come mere assegnazioni di compiti ma dovrebbero assumere un carattere di apprendimento attivo, improntato alla scoperta, l’approfondimento e la costruzione, in una dimensione sia individuale che collaborativa.

Sotto questo profilo potrebbe risultare molto efficace suddividere i percorsi delle attività asincrone in segmenti di apprendimento, definiti anche learning chunk, una strategia di apprendimento attivo che stimola l’elaborazione cognitiva ed è caratterizzata da blocchi che ricodificano le informazioni in gruppi significativi, chiamati blocchi o segmenti, per favorire l’apprendimento. Una lezione viene segmentata in flussi più brevi, perciò, diventa uno strumento flessibile fruibile in modo personalizzato e quindi efficace per il potenziamento, per il recupero o il ripasso.

In un segmento di apprendimento è bene alternare contenuti e attività a carattere operativo, in un flusso sequenziale che potrebbe aprirsi, per esempio, con un video introduttivo cui fanno seguito una mappa concettuale, infografiche ed esercizi interattivi e/o elaborati da completare autonomamente o in modo condiviso in piccolo gruppo.

Padlet è uno degli strumenti più adeguati per lo sviluppo di percorsi improntati all’interattività, perché consente di assemblare differenti contenuti per una lezione multimediale, di realizzare brainstorming e attività collaborative. Si tratta di uno spazio in cui i contenuti vengono appuntati come su una bacheca virtuale ma è possibile anche scegliere una modalità di tipo sequenziale per creare una sorta di timeline operativa.

TES Teach è un altro strumento di facile utilizzo per creare e condividere lezioni multimediali perché, tramite una progettazione molto intuitiva di tipo sequenziale, permette di integrare contenuti web e media personali.

Nearpod è una piattaforma web pensata per il coinvolgimento degli studenti e consente agli insegnanti di creare lezioni personalizzabili anche con sessioni dal vivo. Diversi strumenti ne permettono l’utilizzo sia lato docente per creare lezioni, sia lato studente, per presentare lavori di gruppo.

Ci sono inoltre applicazioni molto utili per integrare i contenuti delle lezioni in modalità asincrona.

ThingLink è una web app per rendere interattive immagini, foto, carte geografiche, linee del tempo, mappe cognitive inserendo dei tag a cui è possibile collegare qualsiasi contenuto: link a pagine web, video, audio o altre immagini.

Genial.ly è una piattaforma online per la creazione di presentazioni interattive e infografiche con contenuti personalizzati.

Con Learninapps si possono creare e riutilizzare moduli interattivi per facilitare i processi di apprendimento; presenta una vasta gamma di strumenti per creare esercizi interattivi, in cui incorporare immagini, video e altro. Word Wall è un’applicazione che permette di creare giochi didattici e riutilizzare quelli realizzati da altri utenti.

Valutazione

Nella didattica digitale integrata la valutazione degli apprendimenti segue gli stessi criteri della valutazione in presenza. In particolare, la valutazione formativa può venire attuata attraverso la rilevazione sistematica della partecipazione alle lezioni online con il materiale richiesto dalla disciplina e nel rispetto del regolamento della didattica a distanza, prendendo in considerazione la qualità dell’interazione, il coinvolgimento e la partecipazione attiva nelle esperienze online, la produzione di materiali e il rispetto delle consegne. A questo processo andrebbe affiancata la valutazione della comunicazione e la qualità della riflessione in termini di qualità e pertinenza delle domande poste, capacità di rielaborazione personale e di orientarsi nella soluzione di un problema o chiedere aiuto e chiarimenti in situazioni di difficoltà.

Il tema della valutazione in riferimento alle attività in DDI ha un ruolo centrale poiché rappresenta un elemento necessario per l’orientamento dell’azione didattica. Nel rispetto dei criteri approvati dal collegio dei docenti e inseriti nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, la valutazione dovrebbe diventare un processo costante, garantire trasparenza, e, a maggior ragione nel caso in cui venga meno la possibilità del confronto in presenza, sono necessari feedback continui per regolare il processo di insegnamento/apprendimento avendo cura di valutare non solo il singolo prodotto, ma l’intero processo, ponendo perciò maggior rilievo alla valutazione formativa che osserva la qualità dei processi attivati, la disponibilità ad apprendere, a lavorare in gruppo, l’autonomia, la responsabilità personale e la capacità di autovalutazione. Alla luce di questo presupposto, è opportuno integrare la valutazione con l’utilizzo di opportune rubriche e diari di bordo, in modo da formulare una valutazione complessiva dello studente che apprende. Il digitale offre diversi strumenti per lo sviluppo di test che rendono più coinvolgente e dinamico l’aspetto della valutazione degli apprendimenti. I test svolti online danno la possibilità di fornire riscontri correttivi che possono significativamente migliorarne le funzioni tradizionali e quindi diventano momento di auto-valutazione da parte dello studente; allo stesso tempo assumono il carattere di valutazione formativa quando il docente definisce il proprio intervento o indica allo studente su cosa deve applicarsi. All’interno di Classroom, per esempio, il docente può creare una griglia di valutazione per ogni compito o attività assegnata; gli studenti la potranno visualizzare per conoscere su quali elementi verterà la valutazione e, di conseguenza, potranno impegnarsi in modo mirato in merito a quanto andranno a svolgere. Anche in merito alla valutazione possiamo prendere come riferimento il Modello SAMR dal momento che i test prodotti in digitale possono essere una semplice sostituzione di quelli cartacei tradizionali. Nuove funzionalità – modifica e personalizzazione, per esempio – ne aumentano le potenzialità e, non richiedendo l’intervento dell’insegnante, tramite la correzione automatica e feedback correttivi anche molto articolati, modificano il momento dell’individuazione dell’errore e la successiva spiegazione. Se poi questi strumenti vengono integrati con spiegazioni, video e simulazioni dando origine a risorse complesse e non immaginabili nel passato, entriamo nel campo della ridefinizione

RISORSE

Google Form è uno degli strumenti più diffusi per la creazione di quiz e sondaggi che possono essere arricchiti con diversi media come video, immagini, link; le risposte fornite sono raccolte in tempo reale in un foglio dati che viene creato automaticamente all’interno di Google Drive. Questa applicazione consente inoltre di realizzare modelli per l’autovalutazione.

Kahoot consente di creare quiz e sondaggi con diverse tipologie di domande. Anche con questa applicazione è possibile integrare il test con immagini e video. Si possono somministrare le prove sia in modalità sincrona, fornendo agli studenti un pin di gioco, che in modalità asincrona, offrendo agli studenti un challenge link o un challenge PIN. Mentimeter è una piattaforma con cui realizzare presentazioni interattive e raccolta di feedback in sincrono mediante diverse tipologie di domande (scelta multipla, nuvola di parole, domande a risposta aperta, scala di valori, sondaggi, abbinamento immagini).

LA DIDATTICA INCLUSIVA DIGITALE INTEGRATA

La Didattica Inclusiva Digitale Integrata è una didattica che ha il compito di stimolare e includere in modo efficace attraverso proposte digitali e approfondimenti, con un approccio interattivo e individualizzato, che favorisca l’apprendimento e lo sviluppo cognitivo di ogni alunno e alunna.

Con la DIDI, l’offerta formativa si arricchisce di strumenti e contenuti pensati per consentire la personalizzazione dell’apprendimento attraverso percorsi didattici innovativi e flessibili, che supportano e valorizzano i diversi bisogni educativi, favorendo molteplici modalità di insegnamento e di studio.

Tramite l’applicazione Raffaello Player, il libro digitale presenta strumenti e contenuti digitali inclusivi.

GLI STRUMENTI

Il testo liquido, che consente di modificare la dimensione del testo e il font, con carattere ad alta leggibilità L’audiolettura, realizzata da speaker professionisti, che facilita la comprensione del testo.

Il traduttore multilingue, che aiuta anche gli alunni e le alunne non italofoni nella comprensione del testo. Il dizionario, che permette di consolidare il lessico specifico.

Strumenti per annotare, intervenire sui testi aggiungendo contenuti oppure evidenziandone alcune porzioni. Strumenti per la creazione di mappe e presentazioni, utili per schematizzare i concetti e semplificare lo studio.

TIPOLOGIE DI CONTENUTI DIGITALI

Video didattici, che stimolano l’interesse di alunne e alunni favorendo in tal modo il processo di apprendimento.

Le attività interattive rispondono ai diversi bisogni educativi degli studenti e delle studentesse: l’approccio ludico consente di affrontare gli argomenti in modo attivo, rinforzare le competenze e facilitare l’autocorrezione imparando per prove ed errori.

Le mappe interattive forniscono un supporto per sintetizzare i concetti e, integrando immagini, didascalie e audio, permettono una visualizzazione grafica immediata delle conoscenze e delle relazioni fra i concetti.

Le immagini interattive consentono di raggiungere in modo accattivante i canali sensoriali di accesso alle informazioni visivo-verbali e visivo-non verbali. Le immagini “si raccontano” attraverso didascalie, altre immagini e audio che compaiono al posizionamento del mouse su aree sensibili.

L’INCLUSIVITÀ È ANCHE TECNOLOGICA

L’utilizzo delle nuove tecnologie ha un ruolo fondamentale all’interno di questo processo: inquadrando i QR code, presenti nelle pagine dei libri di testo, si può accedere in maniera immediata agli strumenti inclusivi e alle risorse digitali messi a disposizione da Raffaello Player.

GUIDA AL LIBRO DIGITALE

Il libro di testo in formato digitale rappresenta l’evoluzione del volume cartaceo tradizionale. L’interattività e l’ampia disponibilità di risorse multimediali integrate potenziano gli aspetti comunicativi del libro di testo, facilitando la comprensione dei contenuti e il conseguente sviluppo delle competenze individuali.

La ricca strumentazione permette attività di creazione e personalizzazione, condivisione e cooperazione: per una nuova era della didattica, nella quale insegnanti, alunni e alunne possono cooperare al fine di realizzare un percorso di studi personalizzato, stimolante e dinamico.

CONTENUTI

Personalizzabile nella sua totalità, contiene i materiali multimediali, costantemente aggiornati, di supporto alla didattica e all’apprendimento e in linea con le direttive ministeriali.

STRUMENTAZIONE

Il libro digitale è in costante aggiornamento, collegandoti all’indirizzo raff.link/libro-digitale troverai la descrizione dettagliata di tutti gli strumenti e di tutte le funzionalità.

DIDATTICA INCLUSIVA

Oltre al testo sfogliabile multimediale, il libro digitale è disponibile nei formati audiolibro e alta leggibilità.

AUDIOLIBRO

L’audiolibro è identificato dall’apposita icona nella barra degli strumenti situata in alto nel Raffaello Player; i volumi vengono letti da speaker professionisti.

ALTA LEGGIBILITÀ

All’interno del libro digitale il testo viene fornito anche nella modalità ad «alta leggibilità»: grazie al formato ePub l’utente ha la possibilità di modificare la dimensione, il colore, lo sfondo e anche il carattere del testo (compreso il carattere leggimi © Sinnos editrice indicato per BES/DSA).

SUPPORTO

Collegandoti al sito supporto.raffaellodigitale.it potrai accedere al nostro servizio di supporto, dove troverai anche la sezione F.A.Q. (risposte alle domande più comuni).

RAFLAB è un ambiente innovativo in cui ogni docente può modulare percorsi di insegnamento-apprendimento personalizzati, per integrare i contenuti del libro di testo con risorse e approfondimenti tramite un approccio didattico ispirato alla Didattica Inclusiva Digitale Integrata, calibrando le proprie proposte didattiche per promuovere un apprendimento significativo.

La piattaforma presenta contenuti “certificati Raffaello” e comprende documenti di testo, immagini, tracce audio, video e oggetti interattivi come supporto di una progettualità che, in un’ottica di inclusione, promuova la personalizzazione degli apprendimenti, faciliti l’acquisizione delle competenze e favorisca lo sviluppo cognitivo di ogni singolo alunno. Le risorse digitali sono facilitatori che, utilizzando codici diversi, permettono la fruizione di contenuti didattici attraverso molteplici canali e consentono al docente di realizzare ambienti di apprendimento personalizzati in quanto forniscono all’alunno/a il supporto per interagire in modo attivo. Il concetto di didattica personalizzata è stato introdotto nelle linee guida della Legge 170 che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento e denominati “DSA”, ma ad oggi la personalizzazione degli apprendimenti è un approccio sempre più diffuso che si attua attraverso percorsi didattici innovativi e flessibili che supportano e valorizzano i diversi bisogni educativi, favorendo molteplici modalità di insegnamento e di studio. L’obiettivo è quello di potenziare, stimolare e includere in modo efficace studentesse e studenti nel loro processo di apprendimento con un’offerta formativa ampia, variegata e di facile accessibilità

Creare un percorso è molto semplice.

Tramite la funzione “ricerca per argomenti”, il docente individua e seleziona le risorse consone al percorso che intende realizzare, trascina il materiale selezionato nell’area inferiore della pagina in cui, tramite il pulsante “gestisci percorsi”, crea e denomina il progetto. Con la funzione “modifica” (contrassegnata da una matita) è possibile personalizzare il nostro percorso, che si presenta come una sequenza di slide integrabili con note testuali e link; ciascun documento può anche essere ritagliato con lo strumento “crop”, per mettere per esempio in evidenza un’immagine o parte del testo. Qualsiasi modifica e integrazione va sempre salvata tramite il pulsante “salva”, collocato al termine delle slide.

Una volta che il progetto è stato predisposto, il docente sceglie se renderlo pubblico, così da consentire agli altri docenti iscritti in piattaforma di riutilizzarlo o modificarlo oppure mantenerlo privato e quindi non renderlo visibile agli altri utenti. In entrambi i casi, quanto elaborato potrà essere condiviso generando un link o condividendo la risorsa sui social, tramite mail e nel proprio corso classroom, anche generando un file pdf.

Il progetto SIAMO PARI del Gruppo Editoriale Raffaello sostiene e promuove il codice POLITE (Pari Opportunità nei LIbri di TEsto) per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto di tutte le differenze.

Consulenza didattica: Patrizia Granata, Roberto Morgese, Luciano Piattella, Martina Mastrolorenzi, Orietta Candelaresi, Katia Buccelli

Coordinamento: Emilia Agostini

Redazione: Francesca Bolognini

Impaginazione: Mauda Cantarini

Illustrazioni: Archivio Raffaello

Copertina: Mauro Aquilanti

Referenze fotografiche: Archivio fotografico Raffaello

Coordinamento digitale: Paolo Giuliani

Supervisione contenuti digitali: Katia Buccelli, Francesca Baiardi

Redazione digitale: Bianca Sagretti

Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata.

Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloscuola.it

Ristampa: 5 4

Pack 4a

• Letture

• Scrittura

• Grammatica con Quaderno degli esercizi

• Stagioni, Arte e Musica 4-5

Pack 5a

• Letture

• Scrittura

• Grammatica con Quaderno degli esercizi

DOTAZIONE DOCENTE E CLASSE

Scopri il progetto

• Guida ai testi 4-5

• Quaderni per la valutazione formativa: Speciale Focus valutazione classi 4 e 5

• Guida alla valutazione

• Poster attivi Giornate per il futuro classi 4 e 5

• Poster pack letture

• Eserciziari annotati con soluzioni: Italiano a 360° classi 4 e 5

• Fascicolo Le regole di Italiano 4-5

PER L’INCLUSIONE

• Volumi con percorsi semplif icati Io imparo facile, anche in versione audiolibro e con contenuti digitali.

FORMAZIONE “NUVOLE DI PAROLE”

• Videolezioni formative in pillole

• Progetto Scuola a 360°:

- tavole rotonde

- articoli di approfondimento

- casella di posta Voci dal mondo della scuola

• Laboratori per le classi

• Letture ad alta voce Io leggo Raffaello

IN DIGITALE

• Crea o scarica percorsi di apprendimento personalizzati per la tua classe con l’abbonamento gratuito al servizio

• Volumi sfogliabili con contenuti digitali integrati e numerose schede operative per il consolidamento, stampabili.

• Volumi Nuvole di parole GRAMMATICA 4 e 5 annotati con soluzioni

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