EDIZIONE COMPATTA


» ORIENTAMENTO E IDENTITÀ MUSICALE
» VIDEOLEZIONI PER LA FLIPPED CLASSROOM
» ATTIVITÀ CREATIVE E COOPERATIVE
» EDUCAZIONE CIVICA E TOUR MUSICALI
» PERCORSO STEP BY STEP PER L’APPRENDIMENTO PROGRESSIVO DELLA MUSICA D’INSIEME


IL LIBRO DIGITALE CON L’APP RAFFAELLO PLAYER
RAFFAELLO PLAYER è l’applicazione grazie alla quale puoi fruire dei libri digitali, in classe e a casa.
CONTENUTI DIGITALI INTERATTIVI
UTILIZZA CON I DEVICE

DIDATTICA INCLUSIVA
CONDIVIDI NELLA CLASSE VIRTUALE
CREA E PERSONALIZZA
DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
Per attivare il libro digitale, registrati al sito raffaellodigitale.it
Successivamente scarica, installa e avvia l’applicazione Raffaello Player: effettua il login, seleziona il testo da attivare e inserisci il codice di attivazione riportato sotto.
con COMPUTER, LIM
e SMART BOARD
Collegandoti a raffaellodigitale.it puoi scaricare l’applicazione.
Digitando raffaelloplayer.it puoi utilizzare l’applicazione senza effettuare nessuna installazione.
Ti serve aiuto?
Inquadra e installa. con TABLET e SMARTPHONE


Leggi le F.A.Q. o richiedi assistenza collegandoti all’indirizzo supporto.raffaellodigitale.it oppure scrivi una e-mail a supporto@raffaellodigitale.it
FORMAZIONI, STORIA DELLA MUSICA E LINGUAGGIO MUSICALE
EDIZIONE COMPATTA
Com’è fatto
il libro
Orientarsi nella musica
Music factor è un corso di musica completo e versatile che aiuta a comprendere in modo coinvolgente e attivo la musica in tutti i suoi aspetti. La proposta didattica è finalizzata a stimolare la comprensione del linguaggio musicale, la maturazione di un proprio senso estetico e critico e la costruzione di una propria identità musicale.
Il volume si apre con delle pagine di orientamento contenenti la spiegazione delle principali professioni che ruotano attorno al mondo della musica e con un test, utile per iniziare a definire la tua identità musicale.

PARTE
In ogni doppia pagina, inquadra il QR code in alto per accedere agli strumenti inclusivi e ai contenuti digitali.
1 - Il suono, la voce e gli strumenti musicali
La prima parte del volume è dedicata al suono, alla voce, alle formazioni musicali e agli strumenti.


Inquadra il QR code e scopri come utilizzare i contenuti digitali e gli strumenti inclusivi disponibili su Raffaello Player: testo ad alta leggibilità, audiolettura, dizionario di italiano, traduttore multilingue.

PARTE 2 - Storia della musica
La seconda parte del volume è dedicata alla storia della musica. Ogni unità si apre con una selezione dei brani più rappresentativi del periodo e una linea del tempo multidisciplinare.
Ascolta i brani proposti nell’apertura .
Leggi le particolarità che caratterizzano il «Colpo di genio».
Osserva gli strumenti caratteristici del periodo.

Guarda il video, utile per la flipped classroom, ed esplora la storia della musica con la linea del tempo interattiva.
Il testo, chiaro ed esauriente, è accompagnato da box che completano e arricchiscono l’esperienza didattica.
Approfondisci i collegamenti interdisciplinari con le altre materie di studio.
Leggi le interviste ad alcuni artigiani del settore.

Gli ascolti permettono di comprendere i concetti chiave espressi nel testo, aiutando lo sviluppo delle proprie capacità.

Metti in pratica le competenze acquisite rispondendo alle domande.
Ascolta i brani musicali presenti nel volume e utilizza il player audio per regolarne la velocità.
Le pagine «Note al microscopio» analizzano a fondo le caratteristiche del colpo di genio.
Leggi l’ascolto guidato per comprendere e riflettere sulle diverse parti del brano.

Rispondi alle domande relative al brano.
Svolgi queste attività insieme alla classe, esplorando a fondo il tuo « fattore musicale».
La biografia degli autori e delle autrici principali del periodo viene approfondita in delle pagine speciali, contenenti anche dei fumetti che raccontano in modo simpatico ma rigoroso alcuni eventi significativi della loro vita.

Le pagine «Tour musicale» permettono di andare alla scoperta di alcuni luoghi della musica, caratteristici di un determinato periodo storico.

Condividi con la classe, in maniera creativa, le tue esperienze.
Le mappe a completamento, presenti alla fine di ciascuna unità e realizzate con font ad alta leggibilità, consentono di ripassare i contenuti appena studiati.
Svolgi la verifica finale autocorrettiva in Moduli Google.

Le pagine «Il mio Music factor» permettono di costruire una propria identità musicale, un gusto estetico personale, obiettivo di apprendimento messo in luce dalle Indicazioni nazionali.
Con questi esercizi puoi consolidare la comprensione e l’apprendimento dei concetti e sperimentare una tua interpretazione
Svolgi queste attività per rielaborare in maniera creativa e personale ogni periodo storico.

PARTE 3 - Iniziamo cantando
La terza parte del volume contiene delle unità dedicate alla grammatica musicale, all’apprendimento della scrittura e della lettura musicale.

Attraverso una serie di esercizi graduali progressivi imparerai le basi melodiche e ritmiche per cantare bene.

Gli spartiti presenti in queste pagine ti permetteranno di esercitarti subito su quanto appena appreso.

PARTE 4 - Suonare e improvvisare insieme
Le ultime unità ti consentiranno di arrivare progressivamente a suonare brani musicali e, attraverso l’apprendimento delle scale pentatoniche, di sviluppare la capacità di improvvisare su giri armonici con semplicità e naturalezza.


Compiti di realtà
Il volume contiene anche i compiti di realtà, che ti permetteranno di applicare le conoscenze acquisite in situazioni quotidiane e di costruire, insieme alla classe, attività didattiche creative e stimolanti. Questi compiti di realtà sono inoltre l’occasione di incontro tra la musica e le altre discipline.

Percorsi per l’esame
La sezione conclusiva del volume contiene i percorsi per l’esame che, partendo da un evento musicale significativo, ti permetteranno di trovare connessioni con altre discipline scolastiche, con suggerimenti per sviluppare e organizzare in autonomia il colloquio d’esame.







Nella

Nella











PARTE 2 Storia della musica









A. Corelli, Sonata per violino e basso continuo op. 5 86 Antonio Vivaldi 87
A. Vivaldi, Inverno, I movimento Allegro non molto, da Le quattro stagioni 87
Note al microscopio - A. Vivaldi, Agitata da due venti 88
M. Marais, Sonnerie de Sainte Geneviève du Mont de Paris 91 La fuga
J.S. Bach, Contrapunctus 1, da L’arte della fuga
H. Brant, Bach goes to town
Johann Sebastian Bach
compositore poliedrico
J.S. Bach, Concerto brandeburghese n° 2 94
J.S. Bach, Preludio in Do maggiore, da Il clavicembalo ben temperato 94
J.S. Bach, Herz und Mund und Tat und Leben 94 L’oratorio
G.F. Händel, Hallelujah, da Messiah
G.F. Händel, La réjouissance, da Musica per i reali fuochi d’artificio
G.F. Händel, Lascia ch’io



G.P. Telemann, Quartetto per flauto, oboe, violino e basso continuo in Sol maggiore
Il melodramma di Gluck
La nascita dell’opera buffa
W.A. Mozart, Non più andrai, farfallone amoroso, atto I, da Le nozze di Figaro
La forma-sonata, un nuovo schema compositivo
La musica da camera
F.J. Haydn, Quartetto op. 64 n° 5 in Re maggiore, I movimento, da Le nozze di Figaro 105
Franz Joseph Haydn
F.J. Haydn, Sinfonia n° 45 in Fa minore, IV movimento 106
La scuola di Mannheim
W.A. Mozart, Concerto n° 21, Andante
Il concerto per solista e orchestra
W.A. Mozart, Sonata per pianoforte in La maggiore n° 11, III movimento
Wolfgang Amadeus Mozart
Il tema con variazioni
W.A. Mozart, Ah! Vous dirai-je, Maman 109
Note al microscopio - W.A. Mozart, Sinfonia n° 25 in Sol minore 110
Il basso albertino
La riforma dell’opera
W.A. Mozart, Là ci darem la mano, da Don Giovanni
nascita del singspiel
W.A. Mozart, Regina della notte, da Il flauto magico
Le composizioni sacre
W.A. Mozart, Confutatis, da Messa di Requiem
Anna Mozart, la geniale sorella dimenticata
L. van Beethoven, Per Elisa
e il successo in…audito
Quasi una fantasia
L. van Beethoven, Sonata per pianoforte n° 14 in Do minore, op. 27 n° 2, I movimento
Nove sinfonie
L. van Beethoven, Sinfonia n° 5 in Do minore op. 67, I movimento
L. van Beethoven, Sinfonia n° 6 op. 68, I movimento Allegro ma non troppo
autori del Settecento



Indice
G. Rossini, Largo al factotum, da Il barbiere di Siviglia
G. Rossini, Ouverture, da Il barbiere di Siviglia
G. Rossini, Ouverture, da La gazza ladra
Rossini, Ouverture, da Guglielmo Tell
Ouverture
Sinfonia n° 5, Adagietto
G. Verdi, Libiamo ne’ lieti calici, da La traviata
al microscopio - G. Verdi, Va, pensiero
Bizet, L’arlésienne, suite n° 2 Farandole
G. Bizet, L’amore è un uccello ribelle, da Carmen
Garcìa Viardot
romantica tedesca
R. Wagner, Cavalcata delle Valchirie, da La Valchiria
R. Wagner, Dall’alba tinto, da I maestri cantori di Norimberga
P. Mascagni, Viva il vino spumeggiante, da Cavalleria rusticana
Puccini
G. Puccini, Coro a bocca chiusa, da Madama
G. Puccini, O mio babbino caro, da Gianni Schicchi
primi grandi promotori del melodramma






Isaac Albéniz 174
Manuel de Falla 175
Jean Sibelius 175
J. Sibelius, Valse triste, da Kuolema 175
Bedřich Smetana 176
B. Smetana, La Moldava, da La mia patria 176
Antonín Dvořák 176
A. Dvořák, Sinfonia n° 9 in Mi minore, Allegro con fuoco 176
Edvard Grieg 177
E. Grieg, Suite n° 1 op. 46, da Peer Gynt 177
Il Gruppo dei Cinque 178
Aleksandr Borodin 178
A.P. Borodin, Nelle steppe dell’Asia centrale 178
Modest Musorgskij ...................................................................................... 178
M. Musorgskij, M. Ravel, Quadri di un’esposizione 179
Quadri di un’esposizione 180
Nikolaj Rimskij-Korsakov 181
N. Rimskij-Korsakov, Primo movimento, da Shéhérazade 181
Note al microscopio - N. Rimskij-Korsakov, Il volo del calabrone 182
Il balletto 184
P.I. Čajkovskij, Lo schiaccianoci 184
Pëtr Il’ič Čajkovskij
il re del valzer
J. Strauss, Sul bel Danubio
J. Offenbach, Infernal galop, da Orfeo all’inferno 188
Musica impressionista
Claude Debussy 189
C. Debussy, Prélude à l’après-midi d’un faune 189
C. Debussy, Claire de lune, III movimento, da Suite bergamasque 189 Tour musicale



E. Satie, Gnossienne n° 1
Sergej Rachmaninov
Note al microscopio - S. Rachmaninov, Preludio in Do minore
Futurismo di Giacomo Balla
e «L’arte dei rumori»














M.C. Freedman, J.


















Palco


Orientarsi nella musica
Musicista
Diventare musicisti professionisti non è facile, perché per trasformare la propria passione in lavoro non è sufficiente saper suonare bene uno strumento. Per intraprendere questo mestiere ci vuole pazienza dedizione e, a volte, anche fatica: occorre fare molta «gavetta», ossia esperienza, per migliorare le proprie capacità e acquisire sicurezza sul palco.


Cantante
Il cantante, o interprete, è una persona dotata di una voce espressiva e coinvolgente, in grado letteralmente di «dare vita» a un pezzo musicale. Nonostante spesso non si occupi di scrivere né la musica né i testi delle canzoni che esegue, il cantante deve avere una preparazione tecnica rigorosa: deve conoscere i fondamenti della musica, saperla leggere e interpretare in modo originale, con il suo timbro di voce, il contenuto del testo.
Direttore/Direttrice
Il direttore è la figura professionale che coordina un’esecuzione musicale. Può dirigere un’orchestra un gruppo corale o una banda. Il ruolo del direttore non si limita a dare il tempo durante un concerto: il suo lavoro si svolge soprattutto durante le prove, dove spiega ai musicisti e alle musiciste la sua versione del brano, motivando le sue scelte.

Tutte le canzoni che ci accompagnano quotidianamente nascono dalla fantasia e dalla creatività di persone che ne hanno scritto la melodia, i versi o ne hanno elaborato l’arrangiamento. Ci sono poi molti altri professionisti e professioniste che, pur non suonando o cantando, lavorano nel settore musicale. Vediamo insieme le principali professioni che ruotano attorno a questo mondo fatto di note.
Compositore/Compositrice
Il compositore è un professionista della musica che, dopo anni di studi e di pratica, è in grado di comporre brani musicali complessi, orchestrali, eseguiti da molti strumenti e musicisti. Il compositore ha una conoscenza molto approfondita di tutta la teoria musicale e della storia della musica, che gli permette di realizzare opere di vario genere.

Arrangiatore/Arrangiatrice
L’arrangiatore decide la struttura di un brano, adatta una melodia, arricchisce le armonie e sceglie gli strumenti. Un brano musicale può essere arrangiato in diversi stili secondo il genere musicale scelto (rock, pop, jazz ecc.). L’arrangiatore deve avere quindi un’ottima cultura musicale, preparazione tecnica e possedere una buona dose di creatività e sensibilità artistica.

Paroliere/Paroliera
Il testo di una canzone è composto da parole, per questo molti autori si definiscono «parolieri». Essere un bravo paroliere richiede non solo la capacità di saper utilizzare un linguaggio poetico, ma anche di saper scrivere rispettando la melodia e il ritmo della canzone.

Scopri tante altre professioni del mondo della musica sul Libro digitale.


1. Nella vita di tutti i giorni, quale approccio ti definisce meglio?
A Sono a mio agio quando improvviso.
B Mi piace approfondire le cose e studiarne i dettagli.
2. Quale situazione prediligi quando devi svolgere un lavoro creativo?
A Do il meglio in un lavoro di gruppo.
B Preferisco creare in solitudine.
3. Come ti senti quando le persone apprezzano la tua creatività?
A Mi piace e mi dà grande motivazione.
B Per me è indifferente: io creo, quando la gente sarà pronta, capirà.
4. Hai mai considerato l’idea di insegnare ad altri le tue competenze?
A No, preferisco concentrarmi sul migliorare le mie capacità.
B Sì, sarebbe stimolante condividere le mie competenze con altri.
5. Quando canti o suoni il tuo strumento musicale...
A ti diverti soprattutto se c’è qualcuno che ti ascolta.
B preferisci farlo nella tua cameretta, in pace.
6. Dovendo preparare un’esibizione pubblica, che tipo di brano preferiresti suonare o cantare?
A Andrei sul sicuro presentando un successo internazionale.
B Mi metterei in gioco portando un brano originale.
Prevalenza di risposte A PALCO
Sei una persona esuberante, estroversa, piena di energia, di entusiasmo e capace di socializzare. Ami stare in mezzo alle persone, partecipare a eventi, metterti in mostra e cercare l’attenzione degli altri. Ti piace esibirti e hai un talento per la performance. La tua energia contagia le persone che ti circondano e hai la stoffa per diventare un leader positivo. Nella musica potresti occuparti di: performance con uno strumento o cantando, dirigere un’orchestra, organizzare eventi.
Leggi l’intervista al pianista jazz Roberto Magris sul Libro digitale.
Ti reputi una persona più adatta a mostrare le tue abilità sul palco oppure preferiresti lavorare in studio, dietro le quinte? Scopri il tuo profilo facendo questo test!
7. Ti piacerebbe partecipare a un talent dedicato alla musica?
A Sì, mi piacerebbe farlo.
B No, non mi interessa.
8. Se dovessi esibirti in pubblico, come preferiresti farlo?
A Preferirei fare parte di una band.
B Preferirei esibirmi come solista.
9. Immaginando di comporre musica...
A preferiresti scrivere solo per te.
B ti piacerebbe se fosse qualcun altro a eseguire i tuoi brani.
10. Che cosa faresti per migliorare le tue abilità compositive?
Prevalenza
STUDIO
dirisposteB
Sei una persona curiosa e trovi ispirazione nel mondo che ti circonda. Hai spesso idee originali e innovative che riesci ad applicare sia nello studio che nella vita quotidiana. Ti piace pensare in modo non convenzionale e risolvere i problemi in modo creativo, cercando sempre nuove prospettive e approcci. La tua creatività ti permette di esprimerti e di raggiungere risultati eccellenti in ciò che fai. Nella musica potresti occuparti di: composizione di musiche e/o testi, arrangiamenti, ingegneria del suono, produzione.
A Nulla, aspetterei l’ispirazione.
B Ascolterei più canzoni possibili per prendere spunto dai professionisti.
11. Utilizzeresti strumenti o tecnologie musicali non convenzionali per creare musica?
A No, preferisco usare strumenti convenzionali.
B Sì, penso che possa essere molto divertente.
12. Hai mai scritto, o proveresti a scrivere, il testo di un brano musicale?
A No, la scrittura non è nelle mie corde.
B Sì, per raccontare un momento significativo della mia vita.
13. Hai mai partecipato a dei concorsi musicali per composizione di testi o musica?
A No, non mi interessa.
B Sì, o comunque mi piacerebbe farlo.
Leggi l’intervista al musicista e produttore Luca Degani sul Libro digitale.

Il suono, la voce e gli strumenti musicali


1 Conoscere il suono
Deboli, indistinti, appena percettibili oppure ovattati, ma i suoni ci sono. Il semplice soffio del vento, il cinguettio degli uccelli, il fischio di un treno, una porta che si apre, un cane che abbaia, il ronzio del computer sono tutti suoni o rumori che un orecchio attento riesce a percepire.
Il suono del silenzio
Esiste davvero il silenzio? Per «silenzio» si intende la mancanza completa di suoni, rumori e voci, e il termine per definire un luogo dove il silenzio è assoluto è «anecoico».
Sul pianeta Terra un posto simile non esiste, perché, se si presta molta attenzione, anche nel luogo più isolato si riescono a percepire dei suoni o dei rumori.
Un esperimento realizzato in diversi ambienti della Terra per studiare l’acustica, cioé il suono e le sue proprietà, ha appurato che persino in Antartide il silenzio è costantemente interrotto da un crepitio, un soffio, un sibilo, uno schianto lontano. I suoni, dunque, ci circondano e ciò che ci permette di coglierne le diverse qualità e sfumature è proprio un ascolto silenzioso e attento.

La camera anecoica
Dal momento che sulla Terra, come abbiamo visto, il luogo del silenzio assoluto non esiste, gli ingegneri degli Orfield Laboratories Minnesota (USA) hanno realizzato una vera e propria camera anecoica artificiale, ovvero priva di qualsiasi eco. Questa struttura è stata costruita per fare esperimenti di fisica acustica e per preparare gli astronauti alle missioni spaziali. Si tratta di una stanza nella quale viene assorbito il 99,99% dei suoni e dei rumori.
L’essere umano non è abituato a un livello tale di silenzio, infatti nessuno ha mai resistito nella camera anecoica per più di 45 minuti.

Ascolto consapevole
Ascoltare e sentire non sono sinonimi, così come non lo sono vedere e guardare. Chi ascolta in modo consapevole è in grado di attribuire significato a ciò che ha udito. È in grado di comprendere ciò che sta ascoltando, che sia un discorso, una melodia, un suono naturale. Ascoltare in modo consapevole è un’arte che si apprende con l’esercizio e la base di tutto è prestare attenzione.
In ambito musicale ascoltare consapevolmente, per esempio, significa prima di tutto essere in grado di definire le caratteristiche di un suono, saper distinguere il ritmo dalla melodia, il suono dal rumore. Spesso questo concetto è associato a quello di orecchio musicale che, come tutti i sensi, può essere allenato a un ascolto consapevole tramite alcuni semplici esercizi, per esempio confrontare coppie di suoni e di fonti sonore diverse e classificarle in base alle caratteristiche sonore. Allenarsi a percepire i suoni e attribuire loro un valore permette di andare oltre al sentire passivamente e diventare ascoltatori consapevoli.
UN BRANO SILENZIOSO
Non solo musica
Ci vuole orecchio
L’orecchio è l’organo sensoriale che ci permette di percepire i suoni. La membrana che vibra per effetto del suono si chiama timpano. Il timpano trasmette la sua vibrazione a una serie di ossicini posti all’interno dell’orecchio medio, che per la loro forma prendono il nome di martello, incudine e staffa . Questi trasferiscono il segnale dal timpano all’orecchio interno, trasmettendo la vibrazione amplificata.
La vibrazione arriva poi alla coclea , situata nell’orecchio interno, la quale mediante una serie di terminazioni nervose traduce la vibrazione in impulso nervoso. L’impulso infine arriva al cervello, che lo decodifica trasformandolo in un suono definito.


John Cage, compositore sperimentale americano, nel 1952 scrisse una composizione in tre movimenti dal titolo Quattro, trentatré, oppure Quattro minuti, trentatré secondi, che può essere eseguita da qualsiasi strumento o formazione musicale. Lo spartito, infatti, indica precisamente di non suonare per tutta la durata del brano. Con questa composizione Cage ha voluto provocare lo spettatore a un ascolto consapevole dei suoni e rumori emessi dall’ambiente in cui viene eseguita. L’esecuzione, quindi, sarà ogni volta diversa a seconda dell’ambiente sonoro nel quale viene rappresentata, anche se generalmente tutti la percepiscono come «quattro minuti e trentatré secondi di silenzio».
4’33” è un brano che tutte le orchestre scolastiche possono eseguire facilmente, anche se non è sufficiente stare solo in silenzio. Su internet si trovano numerose interpretazioni, o cover, tutte molto personali sebbene si tratti di un brano «muto». Cercale in rete e condividi con la classe quella che ti ha colpito di più. Quali differenze si notano tra una versione e l’altra?

Tra suoni e rumori
Comunemente le persone classificano ciò che l’orecchio percepisce come suono o rumore. Il suono per lo più ha un effetto gradevole, mentre il rumore provoca una sensazione sgradevole. Naturalmente queste sensazioni fanno riferimento a una sensibilità individuale ed essendo soggettive non possono costituire valori assoluti. Il rombo di un’auto da corsa, per esempio, per molti può essere considerato una fonte di rumore, ma se l’ascoltatore è un appassionato di motori lo percepirà come un suono piacevole. A parte la sensazione soggettiva, esiste comunque una distinzione «scientifica» tra suono e rumore. Scientificamente per suono si intende la vibrazione di un oggetto che emette una serie di onde sonore e armoniche.
Pertanto la musica è l’arte e la scienza di organizzare volontariamente suoni e silenzio nel corso del tempo. Attraverso i suoni, la musica riesce a esprimere l’interiorità dell’individuo che la produce e a trasmettere diverse sensazioni in chi la ascolta.
Qualsiasi oggetto di uso comune emette suoni e rumori: bidoni, coperchi, sacchetti di plastica e di carta, scope, cerchioni di ruote e accendini possono tutti diventare strumenti musicali. Penseresti mai che con tali oggetti si possa creare una forma di musica? Cerca in rete Kitchen, uno dei video realizzati dal gruppo inglese degli Stomp. Riesci a individuare gli strumenti che usano?

ONDA SU ONDA
Il suono, quindi, si ottiene dalle vibrazioni di una fonte sonora, perché un corpo che vibra emette una serie di piccole onde che si propagano in ogni direzione, come avviene quando lanciamo un sassolino nell’acqua, e queste onde arrivano all’orecchio del ricevente.
Le onde sonore si possono trasmettere nell’aria, a una velocità di 340 metri al secondo, ma anche nei liquidi, a una velocità cinque volte superiore che può raggiungere circa 1500 metri al secondo. Inoltre, l’onda sonora si trasmette anche nei solidi, come le pareti o i metalli, viaggiando a una velocità di 6000 metri al secondo. Per questa ragione nei film western i banditi, per sapere se il treno da assaltare è in arrivo, appoggiano l’orecchio ai binari oppure gli indiani sentono la mandria di bisonti in avvicinamento appoggiando l’orecchio per terra.
Il suono, dunque, non si propaga nel vuoto, ma per potersi diffondere ha bisogno di un corpo che vibra (aria, liquidi o solidi). o s t periodo
Rappresentazione grafica di un’onda sonora
Le caratteristiche del suono
Ciascun suono ha delle caratteristiche precise e definite, delle qualità e dei parametri differenti, che permettono di identificarlo e di stabilirne l’origine. Per riuscire a individuarle è importante allenarsi ad ascoltare. Quali sono le caratteristiche più importanti del suono? Vediamole insieme.
L’INTENSITÀ
L’intensità, o volume, è la caratteristica più evidente del suono. In base al suo livello di potenza un suono può risultare debole (come in un sussurro) o fortissimo (come in un urlo). Dato che il suono si propaga attraverso un’onda, a maggiore o minor intensità sonora corrisponde una maggiore o minor ampiezza dell’onda. Nel linguaggio musicale la variazione di intensità si chiama dinamica e classifica i suoni in base alla forza con la quale devono essere prodotti, come indicato nel seguente schema:
mf mezzo forte f forte ff fortissimo fff fortissimissimo crescendo
mp mezzo piano p piano pp pianissimo ppp pianissimissimo diminuendo
L’unità di misura che determina l’intensità di un suono si chiama decibel (dB). L’eccessiva esposizione a suoni e rumori di elevata intensità può provocare fastidio o disturbo ed essere persino causa di malattie. Anche un’esposizione a un suono a volume non troppo elevato ma comunque prolungato e non desiderato può causare stress e disturbi neurologici. In entrambi i casi si parla di inquinamento acustico. Le cause principali di inquinamento acustico sono il traffico automobilistico, i cantieri, le discoteche, gli aeroporti, le autostrade, le fabbriche e le ferrovie.
BRANO A001
NELL’ANTRO DEL RE DELLA MONTAGNA
da SUITE PEER GYNT OP. 46
E. Grieg
Rappresentazione grafica dell’intensità

I diversi livelli di intensità del suono
Ascolta il brano e, seguendo il cursore del tempo, indica per ciascuna parte l’intensità della musica:
da 00.00 a 00.22
da 00.23 a 01.02
da 01.03 a 01.23
pp p mp mf f ff
A B C D E F
A B C D E F
A B C D E F
da 01.24 a 01.59
da 02.00 a 02.11
da 02.12 alla fine
pp p mp mf f ff
A B C D E F
A B C D E F
A B C D E F

LA DURATA
La durata indica quanto un suono dura nel tempo. In qualsiasi situazione le vibrazioni acustiche emesse non hanno tutte la stessa durata, e così pure le pause e i silenzi. Un brano musicale, per esempio, se è costituito da suoni lunghi risulterà lento, se è formato da suoni brevi risulterà più ritmato, veloce.
L’ALTEZZA
aeterna, György Ligeti, Mallet quartet, Steve Reich
Per capire l’effetto musicale di più suoni di lunga durata, cerca in rete il brano Lux aeterna di György Ligeti, in cui le voci del coro si sovrappongono gradualmente con forti dissonanze.
Per osservare l’effetto musicale opposto, cerca in rete Mallet quartet di Steve Reich in cui potrai ascoltare più suoni di breve durata che si sovrappongono.
L’altezza indica se un suono è basso, cioè grave, oppure alto, cioè acuto. I suoni gravi sono quelli prodotti da un numero basso di vibrazioni, mentre i suoni acuti sono prodotti da un numero alto di vibrazioni. Si può dunque dire che più un corpo vibra più emette un suono alto.
Negli strumenti musicali l’altezza del suono dipende dalle dimensioni della cassa armonica per esempio, o dalla lunghezza di un flauto o di una corda. L’unità di misura delle vibrazioni è l’hertz (Hz), dal nome del fisico tedesco che per primo studiò e descrisse questo fenomeno.
L’orecchio umano percepisce solo una limitata gamma di suoni in base alla loro altezza. Cerca in rete l’ Ultimate Sound Test [10 000 Hz – 1 Hz]. Tu fino a che altezza riesci a percepire il suono?
Esempi di vibrazioni sonore di diverse altezze.
BRANO A002
Ascolta attentamente i seguenti suoni a confronto e per ciascuna traccia indica qual è il suono più grave.
• Traccia 1: A il primo B il secondo
• Traccia 2: A il primo B il secondo
• Traccia 3: A il primo B il secondo
• Traccia 4: A il primo B il secondo
• Traccia 5: A il primo B il secondo
• Traccia 6: A il primo B il secondo
IL TIMBRO
Il timbro è quella particolare qualità del suono che consente a chi ascolta di identificare la fonte da cui proviene distinguendola da altre. Il timbro di fatto rappresenta la voce delle cose e lo si può definire anche il «colore» del suono. Non per niente in inglese è detto tone colour e in tedesco klangfarbe Il timbro si differenzia a seconda della fonte sonora. In uno strumento musicale cambia a seconda del materiale con cui è costruito e dal modo in cui viene prodotto il suono: soffiando, strofinando, pizzicando o percuotendo. Essendo il timbro una qualità sonora non misurabile e ben definita, per identificarlo si utilizzano diversi aggettivi, spesso presi in prestito da altre sfere sensoriali: chiaro, scuro, ruvido, liscio, metallico, nasale, argentino (suono acuto e limpido simile a quello dell’argento percosso), gutturale, squillante ecc. Così come siamo in grado di riconoscere, in base al timbro, la voce di un compagno o di una compagna di classe, allo stesso modo siamo in grado di riconoscere la voce dello strumento che sta suonando.
BRANO A003
Ascolta le seguenti tracce e rispondi alle domande.
Traccia 1: quale dei due strumenti ha il timbro più scuro?
A Chitarra B Violino
Traccia 2: quale dei due strumenti ha il timbro più chiaro?
A Xilofono B Metallofono
Traccia 3: quale dei due strumenti ha il timbro più scuro?
A Clarinetto B Oboe
Cerca in rete il brano didattico The young person’s guide to the orchestra op. 34 composto dall’inglese Benjamin Britten per far comprendere meglio la differenza tra i timbri delle famiglie degli strumenti nell’orchestra. Dopo una parte iniziale con tutta l’orchestra sinfonica, la composizione prosegue evidenziando le diverse famiglie: legni, ottoni, archi e percussioni.

BRANO A004
PROMENADE
da QUADRI DI UN’ESPOSIZIONE
M. Musorgskij
Ascolta la Promenade e prova a definire il timbro dello strumento solista che inizia il brano.
BRANO A005
THIS OLD HAMMER
Anonimo
Ascolta il brano e trova tre aggettivi per definire il timbro del clarinetto.
Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali
IL RITMO E LA VELOCITÀ
• Brano musicale
• Focus

Il ritmo è l’ordine del movimento e, secondo il filosofo Platone, non riguarda solo la musica. L’ordine è dato dal ripetersi ciclico di un evento. Per questo si parla di ritmo delle stagioni, ritmo biologico, ritmo del lavoro; in musica questo concetto spesso è associato alla velocità di un brano. Nel linguaggio musicale la velocità è indicata dall’agogica, che ne specifica l’andamento: da molto lento a molto veloce. L’agogica consiste in piccole modificazioni di tempo che si possono apportare, per ragioni interpretative, a un dato ritmo musicale. In tutto il mondo è definita con le parole Largo, Adagio, Andante, Moderato, Allegro, Presto, Prestissimo e l’esecutore ha la facoltà di interpretarle secondo il proprio gusto musicale.
Per misurare con precisione la velocità di un brano si usa il metronomo. L’unità di misura della velocità si esprime con la sigla bpm che indica le pulsazioni (battiti) per minuto. Generalmente il tempo di un brano di musica pop allegro varia da 120 a 160 bpm , mentre quello di un brano hard techno invece varia dai 145 ai 170 bpm.
Velocità bpm
Largo (lento) 40 - 66
Adagio
- 76
BRANO A006
KALINKA MALINKA
Tradizionale russo
Ascolta il brano e definisci la velocità corretta.
A Largo
B Andante
C Allegro
D Accelerando a poco a poco
- 120 Allegro
Presto
Prestissimo
- 168
- 200
200 - 208
György Ligeti, Poema sinfonico per 100 metronomi
Il metronomo non serve solo per tenere il tempo. Il compositore austriaco György Ligeti ne ha utilizzati ben 100 per realizzare il suo Poema sinfonico per 100 metronomi. Cerca su internet il video di Ligeti; che effetto ti fa ascoltare questa composizione?

Organizzare i suoni, trasmettere emozioni
La musica ha un forte impatto emotivo, ci trasmette sensazioni, parla direttamente al cuore e riesce a comunicare con immediatezza quello che a volte è difficile esprimere solo verbalmente. Come può una musica riuscire a catturare la sensibilità umana e suscitare pensieri, stati d’animo ed emozioni? In che modo riesce a fare tutto questo?
MELODIA E ARMONIA
La melodia, o tema, è una successione di suoni di diversa altezza, durata, intensità e timbro la cui struttura genera un organismo musicale di senso compiuto. La sua caratteristica principale è quella di essere facilmente individuabile all’interno di una composizione, di restare impressa nella mente. La melodia è quella che ci si ritrova a canticchiare, fischiettare, anche solo dopo un semplice ascolto. Per dare più movimento, più vivacità, in un brano si alternano almeno due melodie che «dialogano» fra loro. Una più narrativa, la strofa, e un inciso o ritornello
L’armonia riguarda l’organizzazione verticale dei suoni ed è finalizzata a far suonare bene più voci di diverse altezze o più strumenti. Presuppone conoscenze tecniche ma anche buon gusto e spiccata musicalità. L’armonia è fondamentale per l’accompagnamento musicale, che varia a seconda del genere, e prende il nome di arrangiamento.
Apprendimento cooperativo
Se gli aggettivi permettono di definire le caratteristiche di uno strumento o di una voce, anche con i verbi non si scherza. Provate a fare un elenco di verbi, espressi al gerundio, e quindi cantate o suonate una melodia di partenza, ripetendola come suggerisce il verbo tante volte quante sono le voci in elenco. Esempio: Sal tellando/Tossendo/Ululando/Grattando/Accelerando/Bisbigliando/Piangendo/Ridendo/ Inspirando/Starnutendo/Ballando/Ragliando/Belando/Abbaiando/Soffiando/Precipitando/Esultando ecc.
Ne deriverà una composizione «improbabile» per voce recitante e ogni sorta di voci e strumenti divisi in gruppi liberi ma non troppo.


TEMA E VARIAZIONI
In musica, eseguire una variazione significa prendere un tema e sperimentarne alternative stilistiche o di genere, a volte improvvisando. L’arte di improvvisare con lo strumento, nella storia della musica, è stata a lungo considerata un elemento basilare per poter definire un esecutore brillante. Nel periodo barocco in particolare viene impiegata l’«aria col da capo», composizione in cui la terza strofa è una ripetizione, più o meno variata, della prima (schema melodico: ABA), adatta ad essere variata sul momento dal virtuoso.
Questa pratica continua anche nel periodo classico. Una delle opere minori di Beethoven, la sua Fantasia in Sol minore op. 77, è quasi certamente una trascrizione di un’esecuzione improvvisata, il cui nocciolo è proprio una serie di variazioni su un breve tema. Il gran numero delle variazioni per pianoforte di Mozart suggerisce l’idea che anch’esse possano essere trascrizioni di improvvisazioni.
Per la musica jazz, le improvvisazioni di variazioni armonicamente elaborate su un tema popolare costituiscono la procedura fondamentale.
L’arte di improvvisare richiede una notevole padronanza dello strumento e la capacità di mettersi in gioco. Sicuramente i musicisti della Banda Osiris sanno cosa significa improvvisare divertendosi; cerca in rete il video Da Vivaldi a Santana : riconosci qualcuno dei temi che propongono nella loro improvvisazione?

Non solo musica
LETTERATURA
Esercizi sì, ma con stile
Possiamo dire che tutte le cover non sono altro che variazioni al tema o, se preferiamo, esercizi di stile L’esercizio, per essere «creativo» però, richiede che le variazioni non siano una fotocopia esatta dell’originale ma facciano emergere la personalità dell’interprete, ovvero che in ognuna di esse sia riconoscibile la mano dell’artista che la esegue. Una delle più note variazioni al tema che si conoscono sono gli Esercizi di stile di Raymond Queneau, ma anche il Cavaliere inesistente di Italo Calvino potrebbe essere considerata tale. La pop art nata negli anni Sessanta del XX secolo, inoltre, si basa in gran parte proprio sulle variazioni al tema, a volte prendendo di mira, anche in modo irriverente, grandi capolavori del passato.

Mappa attiva
le vibrazioni in

Inquadra il QR code e svolgi la verifica Verifica sul suono
grazie al nostro orecchio intensità (suono debole o forte)
(suoni lunghi o brevi)
altezza (suono basso o alto)
Completa la mappa inserendo le parole mancanti. solidi – velocità – impulsi nervosi – ascolta – durata –onde sonore – timbro – produce è prodotto ha
(il «colore» del suono)

caratteristiche proprie

è percepito
permette di che trasforma
l’inquinamento acustico
se è eccessivo e prolungato crea
Il suono
attraverso esso
la musica
ritmo e esprimere l’interiorità di chi la trasmettere sensazioni in chi la
una serie di che emette che si trasmettono nell’aria nei nei liquidi dalla vibrazione di un oggetto
2 La voce, il primo strumento

Il primo mezzo di cui disponiamo per produrre suoni è il corpo. Battendo le mani, schioccando le dita, percuotendo i piedi, soffiando e fischiando possiamo emettere un’infinita gamma di suoni di diversa intensità, durata, altezza e timbro. Se il corpo ci permette di emettere suoni di diverso tipo, la voce ci consente di modularli consapevolmente.
Anatomia della voce
La voce viene prodotta attraverso un fenomeno complesso che prende il nome di fonazione al quale concorrono diversi organi e strutture. Gli organi fonatori sono rappresentati dall’apparato respiratorio, dall’apparato laringeo e dall’apparato risonatore o tubo di risonanza, costituito dalle cavità nasale e orale.
Cavità nasale
Cavità orale
I polmoni fanno da soffietto e, attraverso i bronchi e la trachea, spingono l’aria nella laringe dove si trovano le corde vocali che, per effetto del passaggio dell’aria durante l’espirazione, vibrano. Vibrando emettono un suono che viene poi modulato dai muscoli della bocca attraverso le diverse posizioni assunte dal palato molle, lingua e labbra, e quindi dai risuonatori naturali che il nostro corpo possiede. L’intensità del suono dipende dalla forza con cui l’aria espirata fa entrare in vibrazione le corde vocali.
Faringe
Laringe
Trachea
Polmoni
Diaframma

L’apparato respiratorio
Prova tu! Prova tu!
Bronchi
Bronchioli
L’altezza dipende dalla lunghezza, dal grado di tensione e dalle diverse modalità di contrazione dei muscoli della laringe, chiamati muscoli vocali. Il timbro, invece, è modificato delle fosse nasali, dal cavo rinofaringeo, dal cavo orale e dalla trachea, che fanno da cassa di risonanza rinforzando i suoni formatisi nella laringe.

vocali poco divaricate: suono più acuto
vocali più divaricate: suono meno acuto
Per questa attività avrai bisogno di un tappetino da fitness e qualche libro. Per prima cosa sdraiati sul tappetino a pancia in su e rilassa tutto il corpo. Appoggia una mano sulla pancia e l’altra sul petto ed esegui i seguenti esercizi:
• inspira gonfiando la pancia ed espira lentamente sgonfiandola, in questo modo utilizzerai il diaframma e la respirazione sarà completa e rilassante. Ripeti per 15 volte;
• prova a fare lo stesso esercizio appoggiando alcuni libri sopra la pancia. Inspira ed espira lentamente, senza sforzare. Ripeti per 15 volte;
• prova infine a eseguire l’esercizio in piedi facendo attenzione a gonfiare leggermente la pancia. Ripeti per 15 volte.
I registri: grave, medio, acuto
I suoni che emettiamo con la voce possono variare in intensità, a seconda della forza con cui spingiamo fuori l’aria dai polmoni, ma anche in altezza
Una voce può infatti avere un registro grave, medio o acuto, proprio come gli strumenti musicali. Per comprendere meglio il funzionamento dei registri, pronuncia le seguenti frasi facendo particolare attenzione al tono: «Adesso ti mangio» (rivolto al tuo compagno di banco); «Presente!» (rivolto all’insegnante seduta dietro la cattedra); «Ehi! Sono qui!» (rivolto al tuo amico che si trova dalla parte opposta dell’aula).
Il tono è, dunque, una variazione della voce in base ai contenuti, ai sentimenti e alle intenzioni che si vogliono trasmettere.
REGISTRO GRAVE
REGISTRO MEDIO
REGISTRO ACUTO

(mano sulla pancia)
(mano sulla gola)
(mano sulla testa)
Possiamo immaginare il registro grave come un colore scuro, quello medio come un colore neutro e quello acuto come un colore brillante.
registrarti, Audacity Cerca
Ora che ti sei esercitato con i diversi registri e altezze della tua voce puoi provare a registrarti con un programma che ti permette di modificare intonazione, tempo, compressione, eco e altri effetti. Cerca su internet Audacity, un software gratuito e di facile utilizzo, e sperimenta le sue possibilità con la tua voce.
Con la seguente attività puoi sperimentare insieme alla classe le tre altezze di un suono. Si comincia camminando in silenzio in un’aula senza banchi e sedie, rispettando lo spazio di ognuno. L’insegnante interrompe il silenzio eseguendo un suono lungo e grave con la vocale U. Riproducilo anche tu insieme ai compagni. Ora l’insegnante, pronunciando la vocale A, emetterà un suono di altezza media che ognuno riprodurrà in coro nel proprio registro medio. Infine l’insegnante eseguirà un suono acuto con la vocale I; imita anche questo suono insieme ai compagni, senza gridare. Dopo aver sperimentato questi tre suoni in coro, emetti il tuo suono preferito e così faranno anche i tuoi compagni: il risultato sarà un’esecuzione sorprendente composta da un insieme di accordi molto particolari detti cluster. Cambiate nota a turno per sperimentare nuovi cluster
Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali
La prosodìa

Altezza, timbro, intensità e durata sono proprietà della voce ma, come abbiamo già visto, anche del suono e quindi della musica.
È evidente che il linguaggio parlato contiene una sua musicalità e dunque che la comunicazione verbale sia una forma di musica. Ciascuna delle proprietà del suono, infatti, contribuisce a fissare il significato del messaggio parlato. Queste proprietà tecnicamente prendono il nome di tratti prosòdici o prosodìa, che non è altro che la melodia della prosa. Ogni stato d’animo ha la sua prosodìa, un proprio andamento melodico, determinata dal modo in cui vengono pronunciate le parole di una frase. Quando si parla si articola il suono modulandolo con una cadenza, un’inflessione della voce che può cambiare anche a seconda della nostra provenienza.
Prendiamo come esempio la frase «Buongiorno a tutti». In quanti modi è possibile pronunciarla? In modo arrabbiato, seccato, felice, allegro, annoiato, stanco, spaventato ecc.
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Buongiornoatutti
Modo
Lento, Grave, Pianissimo
Andante, Velato, Forte
Allegro, Squillante, Fortissimo
Allegro, Brillante, Piano
Prova tu!
Prova ad applicare la prosodìa, ovvero le indicazioni di tono, intensità e durata, ai versi iniziali della poesia Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi, quindi recitali seguendo l’andamento che hai indicato. La donzelletta vien dalla campagna, in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba; e reca in mano un mazzolin di rose e di viole...

Il coro parlato
Nei cortei, allo stadio, a una festa si grida tutti insieme. Se ci si coordina bene l’effetto non è mai caotico, anzi, ciò che vogliamo dire acquista più forza e ritmo. Tono, ritmo e intensità si possono applicare al seguente esempio:

La frase ovviamente può essere scandita con diversi ritmi:
Un gruppo di persone che insieme scandisce uno slogan costituisce un coro parlato. Nel teatro greco, il coro parlato era un elemento fondamentale della narrazione e interveniva per raccontare antefatti, pensieri, o per dialogare con i personaggi del dramma. Dal momento che ogni persona ha una voce particolare, diversa dalle altre, con un proprio timbro, è possibile organizzare un coro parlato sulla base dell’altezza della voce dei suoi componenti, per esempio mettendo a sinistra le voci gravi e a destra gli elementi con voce più acuta.
Stabilire l’altezza della voce è abbastanza semplice, basta far pronunciare a ciascuno la frase «Io mi chiamo…»; chi ha il tono di voce più basso si sposta a sinistra del proprio vicino e così via finché si sono sistemati tutti. Alla fine si divide il gruppo in tre parti uguali e, da sinistra a destra, si avranno le voci gravi, medie e acute.
Per cantare in coro non si deve per forza intonare un insieme di parole. Questa è l’idea che accomuna i componenti delle Voci Atroci, un gruppo vocale formatosi a Genova negli anni Novanta del secolo scorso composto da Andrea Ceccon (baritono), Marco Fossati (basso e percussioni), Esmeralda Sciascia (mezzosoprano), Fabrizio Casalino (tenore) e Andrea Todini (tenore). Cerca in rete il loro brano Barbara. Ti piace questo stile? Ritieni che sia facile o difficile eseguire un brano simile?

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali
Il canto prima di tutto

Come sosteneva il compositore e docente di conservatorio francese Auguste Chapuis, prima di conoscere la scrittura musicale bisogna imparare a cantare, come un bambino parla prima di saper leggere.
La voce è il primo strumento musicale che abbiamo a disposizione insieme al nostro corpo. Per imparare a suonare è necessario innanzitutto esercitarsi nel canto poiché esso ci aiuta a interiorizzare i suoni e a sperimentare consapevolmente in modo diretto tutti gli elementi musicali. Una volta assimilata la tecnica del canto, acquisire quella di un qualsiasi strumento sarà più facile. Il primo passo è quello di imparare a leggere le note usando la voce e scandendo il ritmo con le mani o con la matita sul banco.
SI RE SI RE SI MI SI MI
J. C. Petit
Ascoltare A007 - Cantare A008
In classe, sperimentate il solfeggio cantato con il brano Si Re Si Re Si Mi Si Mi, scritto nel 1974 da Jean Claude Petit e conosciuta in Italia nella versione arrangiata da Franco Godi per una pubblicità dell’epoca.
Potete cantare il brano quattro volte: la prima volta canta solo l’insegnante, la seconda tutta la classe, la terza volta una voce solista scelta da voi e la quarta si canta tutti insieme.
Intro 4 misure
1. Pensi che sia stato utile cantare chiamando le note della canzone? Perché?
2. Cantare questa canzone insieme ai compagni e alle compagne ha influito sull’umore della classe?
Nati stonati?
Per definire una persona stonata serve un parametro di riferimento. Una persona che canta senza una base musicale preregistrata che accompagna, non potrà mai essere stonata; potrà essere sgraziata, goffa, stridula, ma non stonata. Questo perché si stona sempre in riferimento a un altro suono e dunque, spostando la tonalità di un brano, chiunque può cantare in modo intonato. Così come nessuno nasce incapace di andare in bicicletta o di ballare, stonati si diventa se non ci si esercita mai all’ascolto e non si prova mai a usare la voce. Con un po’ di esercizio qualsiasi persona può imparare a cantare e a intonare bene.
NOVE REGOLE PER IMPARARE A CANTARE
Memorizza le nove regole d’oro del canto e inizia a esercitarti.
1. Ricorda che cantare non significa gridare.
2. Pensa a ogni suono prima di emetterlo.
3. Cerca di rilassarti, non avere tensioni nel viso e nel corpo.
4. Quando emetti un suono con la voce, apri la gola come quando sbadigli.
5. Il respiro che prendi tra una frase e l’altra deve essere esteso, ampio e naturale.
6. Quando inspiri non alzare mai le spalle.
7. Quando espiri sgonfia gradatamente i polmoni.
8. Quando pronunci le parole articola bene i suoni: non ti mangiare le parole.
9. Articolare bene i suoni significa anche riuscire a legarli tra loro.
Quante voci!
Esistono tanti tipi di voci, almeno quanti sono gli strumenti musicali. Variano a seconda del sesso, della corporatura, dell’età e vengono classificate in base all’estensione, cioè alla quantità di suoni che possono emettere. Dal suono più grave al più acuto, si hanno: il basso, il baritono e il tenore, che sono voci maschili; il contralto, il mezzosoprano e il soprano, che sono voci femminili. Le voci bianche, dei bambini, si collocano come registro a cavallo tra le voci maschili e femminili.
Demetrio Stratos, Flautofonie ed altro, Segmenti Uno Cerca
Demetrio Stratos è stato un cantante, polistrumentista e ricercatore musicale greco naturalizzato italiano. È famoso per aver fatto parte dei gruppi musicali I Ribelli e Area, che lasciò nel 1978 per dedicarsi alla ricerca vocale arrivando a collaborare con artisti di fama mondiale tra i quali John Cage. Cerca su internet i brani Flautofonie ed altro e Segmenti Uno. Ti sembra possibile che con la voce si possano emettere tanti suoni di frequenze diverse? Saresti capace di provare?

Voci in trasformazione
Nei bambini, tra i 6 e i 13 anni circa, non esistono distinzioni tra voci maschili e femminili in quanto l’apparato fonatorio non ha ancora subìto uno sviluppo completo. In questa fase della crescita la voce viene definita «bianca». Pertanto il coro di voci di bambini viene detto coro di voci bianche. Durante la pubertà, soprattutto nei ragazzi, la voce scende di circa un’ottava, mentre la voce femminile di uno o due toni. Ciò avviene in seguito alle sollecitazioni di un ormone, il testosterone, che aumenta le dimensioni della laringe e delle corde vocali.

TIPI
DI VOCE
Voci maschili
Descrizione Esempi
Basso È la voce maschile con l’estensione più grave in grado di eseguire le note più profonde e scure.
Baritono È la voce maschile intermedia.
Tenore È la voce maschile più acuta. Nel melodramma, al tenore sono affidati i ruoli da protagonista.
Controtenore, sopranista e falsetto È la voce maschile che canta in tessitura femminile.
Voci femminili
Lirico: Robert Lloyd Moderno: Mario Biondi
Lirico: Ruggero Raimondi Moderno: Frank Sinatra
Lirico: Luciano Pavarotti Moderno: Eros Ramazzotti
Lirico: Philippe Jaroussky Moderno: Michael Jackson
Descrizione Esempi
Contralto È la voce femminile più grave.
Mezzosoprano È la voce femminile intermedia tra il contralto e il soprano (la più diffusa).
Soprano È la voce femminile più acuta.
Cori
Lirico: Anne Sofie von Otter Moderno: Noemi
Lirico: Agnes Baltsa
Moderno: Arisa
Lirico: Maria Callas
Moderno: Giorgia
Descrizione Esempi
Coro Nel teatro greco il coro era il gruppo di danzatori che cantava e recitava. Oggi indica l’insieme dei cantori.
Coro di voci bianche La voce bianca è tipica dei bambini sotto la soglia della pubertà (tra i 6 e i 16 anni) e ha un’estensione sonora acuta.
BRANO A009
LARGO AL FACTOTUM
da IL BARBIERE DI SIVIGLIA
G. Rossini
Lirico: Coro della Fondazione
Arena di Verona
Moderno: Neri per caso
Lirico: Libera (Angel Voices) Moderno: coro del brano Another brick in the wall dei Pink Floyd
Per un esempio di voce lirica impostata ascolta l’aria Largo al factotum dall’opera Il barbiere di Siviglia
1. Che tipo di voce canta quest’aria?
A Voce femminile o mezzosoprano B Voce maschile o di baritono
BRANO A010
AUSCHWITZ
F. Guccini
2. Cosa accompagna il canto? A Pianoforte B Orchestra
Per un esempio di voce naturale non impostata ascolta il brano Auschwitz di Francesco Guccini.
1. Che tipo di voce canta questa canzone?
A Voce maschile B Voce femminile
2. Che stato d’animo ispira questa canzone?
VOCI ALTE, VOCI BASSE
Generalmente si è portati a pensare che la classificazione delle voci valga solo per la lirica, genere di canto popolare italiano noto soprattutto per la sua fusione con il teatro (opera lirica). In verità non è così, questa distinzione vocale non è riferita infatti al modo in cui si canta ma all’estensione. Per estensione si intende l’ampiezza delle note che la propria voce riesce a cantare.
Osservando i seguenti schemi delle estensioni e dei registri puoi notare quali sono le voci più alte e quali quelle più basse, in riferimento al Do centrale della tastiera del pianoforte.
Estensione delle voci: in blu quelle maschili, in rosso quelle femminili, in nero quelle bianche
Per capire meglio il colore della voce dei registri può essere utile paragonarli ad alcuni strumenti a fiato:
• voce di petto: scura e timbrata, potrebbe ricordare il suono del registro grave della tromba;
• voce mista: squillante e corposa, come il suono brillante del sax;
• voce di testa: leggera e ariosa, richiama il suono vellutato del flauto. Il compito dei cantanti professionisti è quello di studiare sul passaggio dalla voce di petto a quella di testa rendendo uniforme e omogeneo il timbro.
Schema dei passaggi e dei registri

Il cartofono, lo strumento muto
Il cartofono è una rappresentazione bidimensionale della tastiera dello xilofono. Viene realizzato su un cartoncino A4 o A3, come riportato nell’esempio qui sotto. Ciascuno può costruire il proprio ed esercitarsi a distinguere le altezze dei suoni
Con il cartofono si può fare pratica anche a casa, senza che sia necessario possedere uno strumento musicale. L’uso di questo supporto permette di acquisire una capacità intuitiva di lettura e di esecuzione dei suoni.
Pensare ai suoni e cantarli renderà più facile la successiva esecuzione con la tastiera, con un metallofono o persino con il flauto.
Puoi stampare la versione diatonica (cioè con le sole note naturali) del cartofono accedendo al Libro digitale.
COME SI USA
Oltre allo strumento cartaceo servono due matite o due penne da usare come battenti
Toccando con una matita il Do sul cartofono, canta la nota. Per essere sicuro che il Do sia dell’altezza giusta, le prime volte puoi consultare l’insegnante o confrontare la nota con quella di uno strumento a disposizione.
Ora prova a eseguire la scala musicale e non preoccuparti se non corrisponderà perfettamente a quella reale, l’importante è sperimentare come cambia la voce quando si sale o si scende con la matita sul cartofono. Questo esercizio aiuta a visualizzare meglio il movimento della voce.
Una volta memorizzati i suoni alle diverse altezze puoi inventare una melodia semplice con poche note, per esempio Do, Re, Mi. Infine esercitati aumentando il numero di note per prendere confidenza con i suoni.

Mappa attiva
Completa la mappa inserendo le parole mancanti. parole – basso – timbro – soprano – bianche – acuto

Inquadra il QR code e svolgi la verifica Verifica sulla voce
altezza
tramite la fonazione modo di pronunciare le

tenore grave voci maschili contralto intensità
varie caratteristiche
ha La voce
baritono mezzosoprano voci (bambini)
voci femminili
viene classificata grazie al può avere
viene prodotta determina
il significato del messaggio in base all’estensione un registro

medio



3 Le formazioni musicali
Esistono varie tipologie di formazioni strumentali, a partire da quella che prevede un solo musicista, anche se più spesso le composizioni musicali sono pensate per un gruppo di strumenti. Scopriamo insieme le formazioni principali, dal duo, all’orchestra, alla rock band.
Il solo
Quando un solo strumento interpreta un’esecuzione musicale si chiama solo. Anche se quasi tutti gli strumenti possono esibirsi egregiamente in un solo, i più utilizzati sono il pianoforte, la chitarra e il violino. Per un esempio di solo, vai all’ascolto di p. 129, Capriccio n˚ 1 (violino) di Paganini.
Il duo
La formazione più semplice è costituita da due strumenti musicali che suonano insieme e si chiama duo. Il duo generalmente è composto da uno strumento melodico, come il violino o il flauto, e da uno strumento polifonico, come il pianoforte. Esistono anche duetti composti dallo stesso strumento. Per un esempio di duo, vai all’ascolto di p. 57, Ecco la primavera (duo vocale) di Landino.
Il trio
Se la formazione musicale è costituita da tre strumenti si chiama trio. In un trio solitamente ci sono due strumenti melodici accompagnati da uno strumento polifonico. A volte ci sono brani eseguiti in trio nei quali tre strumenti melodici alternano, in un continuo dialogo, le funzioni di melodia e accompagnamento. Per un esempio di trio, vai all’ascolto di p. 130, Trio n˚ 2 in Mib maggiore di Schubert.
Parola di musicista!
Scopri come improvvisa un trio strumentale. Inquadra il QR code in alto e guarda il video sul Libro digitale.

1, 2, 3… si suona! Spesso le formazioni ridotte sono anche quelle in cui è più facile mettere in evidenza le capacità tecniche e stilistiche dei musicisti. Prova a fare una ricerca in rete sulle tre formazioni: solo, duo e trio. Lasciati guidare dalla curiosità, cerca le performance più sperimentali o più bizzarre. Nella barra di ricerca in alto trovi qualche suggerimento.

Il quartetto
Nel caso in cui la formazione musicale sia composta da quattro strumenti si parla di quartetto. Anche se esistono quartetti formati da tre strumenti melodici accompagnati da uno strumento polifonico, nella maggior parte dei casi questa formazione è solitamente costituita da quattro strumenti melodici.
Gli esempi più comuni sono il quartetto d’archi composto da due violini, una viola e un violoncello, e il quartetto di fiati, formato da un flauto, un clarinetto, un oboe e un fagotto. Nonostante non ci sia uno strumento di accompagnamento, entrambe le formazioni risultano complete perché comprendono strumenti sia acuti sia gravi.
Diversamente, il quartetto jazz prevede uno strumento solista, come il sax, accompagnato da batteria, contrabbasso e chitarra.
Trovi un esempio di quartetto all’ascolto di p. 103, Quartetto per flauto, oboe, violino e basso continuo in Sol maggiore di Telemann.
Aumentando il numero degli strumenti musicali in una formazione strumentale possiamo ottenere il quintetto (cinque strumenti), il sestetto (sei strumenti), il settimino (sette strumenti) e così via.
Le formazioni da camera

Le formazioni da camera, tipiche della musica colta, prendono il loro nome dall’usanza del XVIII secolo di esibirsi nei saloni e nelle stanze delle residenze nobiliari, che contenevano un pubblico ristretto. Generalmente la formazione da camera era composta da pochi musicisti ma, se lo spazio lo consentiva, poteva arrivare anche a più di dieci elementi. Un maggiore numero di strumenti forma un’orchestra da camera, molto simile a quella classica ma di dimensioni ridotte.
Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali
L’orchestra

Già al tempo degli Egizi i musicisti si riunivano in piccole formazioni strumentali, così come presso gli antichi Greci, pertanto le formazioni strumentali e vocali hanno origini molto antiche. Ne esistono di vari tipi, a seconda del numero dei componenti che le costituiscono, del luogo in cui si esibiscono e dell’evento che celebrano.
I Romani amavano assistere a spettacoli in cui gli artisti erano accompagnati da un coro o da un’orchestra formata da tibiae, cetre, zampogne e strumenti a percussione. Durante il Medioevo le orchestre sparirono e la funzione degli strumentisti, come il menestrello, per molto tempo fu quella di suonare, all’unisono con il canto, un solo strumento: una viella, antenata del violino, o un flauto.
Oggi, qualsiasi formazione strumentale composta da un numero consistente di strumenti diversi è detta orchestra. Nel corso del tempo la struttura dell’orchestra ha subìto diversi cambiamenti, sia nel numero dei componenti, che è aumentato, sia nel tipo di strumenti, tanto che ormai è sempre più diffuso anche l’accostamento di strumenti acustici ed elettronici.
L’ORCHESTRA BAROCCA
Nel periodo dell’arte e della musica barocca, ovvero intorno al Seicento, l’orchestra era costituita prevalentemente da strumenti ad arco accompagnati dal clavicembalo. Per un esempio di orchestra barocca vai all’ascolto di p. 87, Inverno, I movimento di Vivaldi.

L’ORCHESTRA CLASSICA
Con l’aggiunta di componenti si è giunti alla nascita dell’orchestra classica, formata da un gruppo di archi, qualche strumento a fiato e alcune percussioni, solitamente timpani. Un’orchestra di questo tipo può arrivare a una quarantina di elementi. Per un esempio di orchestra classica vai all’ascolto di p. 106, Sinfonia n˚ 45 in Fa# minore di Haydn.
L’ORCHESTRA ROMANTICA
Quando nei primi anni dell’Ottocento vennero ideati nuovi strumenti e perfezionati quelli già esistenti l’orchestra si ampliò, arrivando a organici persino di cento musicisti, e migliorò tecnicamente. Tra le invenzioni di quel tempo, oltre a nuovi tipi di percussioni, vi furono gli ottoni e si iniziò ad affidare l’accompagnamento al pianoforte che sostituì il clavicembalo. Per un esempio di orchestra romantica vai all’ascolto di p. 176, La Moldava di Smetana.
L’ORCHESTRA SINFONICA MODERNA
Verso la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento cominciò a prendere forma l’orchestra sinfonica, fino a raggiungere la struttura che presenta ai giorni nostri. L’orchestra sinfonica moderna si compone di circa un centinaio di musicisti e presenta molti strumenti mai utilizzati in precedenza. Il gruppo più consistente è quello degli archi, che possono arrivare fino a sessanta, seguono i fiati, inclusi il corno inglese, il clarinetto basso e il controfagotto, due arpe e gli strumenti a percussione. Per un esempio di orchestra sinfonica moderna vai all’ascolto di p. 179, La grande porta di Kiev di Ravel.

CHI DIRIGE L’ORCHESTRA?
Un insieme così numeroso di musicisti ha bisogno di qualcuno che li guidi, che decida il tempo, il ritmo, l’intensità e la dinamica del brano che stanno suonando. Non a caso, la nascita della figura del direttore d’orchestra coincide con l’aumento degli organici, che si registrò a partire dal Settecento. Uno dei più grandi direttori di quel tempo fu Johann Stamitz che, a Mannheim, dirigeva una delle orchestre migliori d’Europa nonché la preferita di Mozart.
Per vedere un direttore d’orchestra al lavoro, cerca in rete il video Le prove con Riccardo Muti, noterai come un direttore non si limita solo a dirigere l’orchestra ma fornisce ai musicisti e ai cantanti molte indicazioni, a volte anche scherzando con loro. Secondo te, come dovrebbe comportarsi un direttore d’orchestra?


La jazz-band
All’inizio del Novecento a New Orleans, nel Sud degli Stati Uniti, dall’aggregazione di musicisti afroamericani nacquero le prime formazioni jazz.
Sebbene nel corso degli anni i gruppi jazz abbiano subito diverse variazioni strutturali, gli strumenti di base rimangono ancora oggi il pianoforte verticale, la tromba, il contrabbasso, la batteria, la chitarra, il clarinetto e il trombone.
A rendere unica la musica jazz è stata la creatività di compositori e musicisti, che si sono divertiti a sperimentare liberamente, cimentandosi spesso in fantasiosi accostamenti strumentali e arrivando, con il tempo, ad acquisire nuove sonorità timbriche. Le due principali formazioni jazz storiche sono la New Orleans band e la big band.
LA NEW ORLEANS BAND
Questa orchestra jazz si chiama così perché era tipica di New Orleans. Le New Orleans band si esibivano sui battelli lungo il fiume Mississippi, nei locali del quartiere di Storyville, lungo le strade e le piazze, e a volte si sfidavano in originalissime, e pacifiche, «battaglie musicali».
La formazione base della New Orleans band era costituita da: una cornetta o una tromba, un trombone, un clarinetto, un banjo, un basso tuba o un contrabbasso e, per la prima volta nella storia, una batteria completa. Per un esempio di New Orleans band vai all’ascolto di p. 236, When the Saints go marching in.
BIG BAND

La big band è così chiamata proprio perché è la più grande delle formazioni jazz. È costituita da due sezioni ben definite:
• la sezione melodica: composta dai fiati, ovvero trombe, trombone, sassofoni e clarinetti;
• la sezione ritmica: composta da pianoforte, contrabbasso, batteria e chitarra.
Nella big band il direttore ha un ruolo fondamentale poiché generalmente si occupa anche dell’arrangiamento dei brani.
for children, Bragantini e Zorzella
Per vedere un direttore in azione in una big band, cerca in rete Melody for children con Bragantini e Zorzella Curiosità: la persona che dirige l’orchestra è uno dei due autori di questo libro!
BRANO A011
CEDARS HOUSE BLUES
M. Pasetto, P. Birro
Cedars house blues è dedicato a un luogo termale vicino al Lago di Garda, l’antica Villa dei Cedri a Colà di Lazise, Verona. Scritto da Paolo Birro e Marco Pasetto nel 2000, il brano è interpretato dalla Big Band Ritmo Sinfonica Città di Verona . Solista alla tromba il jazzista statunitense Kyle Gregory.
Quali strumenti della big band riesci a distinguere?
La banda
Una grande parata, una cerimonia pubblica, una ricorrenza popolare non può dirsi degnamente celebrata se non è accompagnata dalla banda. È la formazione che senza dubbio crea la cornice ideale per le occasioni di festa. Si tratta di una formazione musicale che ha un’origine antica ed è considerata quella più diffusa. In passato molti grandi musicisti hanno scritto brani per banda; persino Mozart, Beethoven e Verdi, per citarne alcuni. La banda ebbe un ruolo di grande importanza soprattutto nell’Ottocento, quando ebbe il merito di divulgare in modo capillare la musica classica e operistica, opportunamente trascritta. La banda è costituita prevalentemente da strumenti a fiato e percussioni, che spesso vengono suonati in piedi, marciando per le strade.
BRANO A012
S-CIANCO MARCH
M. Pasetto
S-cianco march è una composizione per banda che ha fatto da colonna sonora al festival internazionale dei giochi di strada Tocatì, che si tiene ogni anno a Verona. La lippa (s-cianco in veronese) è un antico gioco diffuso in Europa, in Nord Africa e in Asia.
Quali strumenti riesci a distinguere chiaramente nella banda?
Non solo musica
Marciare a tempo di musica
Nel Settecento, il generale dell’esercito francese Maurizio di Sassonia, nelle sue memorie militari, scriveva: «Tutti gli ufficiali fanno suonare le marce senza saperne lo scopo. Credono sia un ornamento militare. Niente di tutto ciò. Il segreto è presto detto: la musica serve per far camminare i soldati al passo. Con la musica li farete marciare veloci o lenti come vorrete; la vostra retroguardia non rimarrà mai indietro, tutti i vostri soldati andranno con lo stesso piede; le conversioni si faranno insieme con rapidità e con stile; le gambe non si confonderanno e i soldati non si stancheranno. Tutti hanno visto danzare persone per una notte intera, saltando e agitandosi continuamente. Prendete un uomo, fatelo danzare solo due ore senza musica e vediamo se resiste. Ciò prova che i suoni hanno un segreto potere su di noi, che predispone i nostri organi all’esercizio fisico e lo facilita»
La fanfara è una formazione strumentale composta da soli ottoni che accompagna di solito parate militari e cerimonie ufficiali. Una delle formazioni militari italiane più conosciute in tutto il mondo è la Fanfara dei Bersaglieri, cercala in rete e scopri qual è la sua particolarità.

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali
Le orchestre popolari

Una delle orchestre popolari più diffusa è l’orchestra di liscio. Le sue origini risalgono alla fine dell’Ottocento, il periodo in cui il ballo iniziò a diffondersi nei piccoli centri abitati. In origine la struttura di queste formazioni era di dimensioni ridotte e comprendeva principalmente una fisarmonica, una chitarra e uno strumento solista, come il clarinetto, il saxofono o il violino, che si esibivano in un repertorio di valzer, polke e mazurke. A partire dal Secondo dopoguerra l’organico delle orchestre di liscio si è ampliato, includendo nella formazione anche batteria, basso e voce.
L’orchestra popolare tra le più famose e antiche è l’Orchestra Casadei, fondata da Secondo Casadei nel 1928 e tuttora in attività. Uno dei brani più famosi del loro repertorio è Romagna mia; cerca in rete la versione di Secondo Casadei del 1954 e confrontala con una versione moderna eseguita dal vivo, come per esempio quella di Jovanotti. Quale ti è piaciuta di più?

L’orchestra multietnica
L’orchestra interculturale, multietnica, o etno-band, nasce dalla coesione di strumenti considerati «classici» per la cultura occidentale e strumenti etnici, tipici di altre culture. La particolarità di questo tipo di orchestra consiste nel creare sonorità uniche e originali, che dimostrano come da culture diverse e apparentemente distanti possa nascere un insieme armonioso, capace di superare qualsiasi barriera.
GEOGRAFIA
Il mondo in un’orchestra
Una delle orchestre multietniche più famose è senz’altro l’Orchestra di Piazza Vittorio, formazione nata nel 2002 a Roma. La sua storia è raccontata in un film documentario dal titolo Il giro del mondo in 80 minuti.
Mosaika, OrcheXtra Terrestre, Binte, Garganica Cerca
Negli ultimi anni sono nati diversi gruppi formati da musicisti provenienti da culture e differenti. Tra le compagini che si stanno affermando nel panorama italiano ci sono l’orchestra interculturale Mosaika e l’OrcheXtra Terrestre. Ascolta il brano Binte della prima e Garganica della seconda, poi confrontali; quale si avvicina di più ai tuoi gusti?

La musica dagli anni Cinquanta a oggi
Verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, in Inghilterra, prendono vita le prime band di musica moderna con il nome di complessi beat
Questi gruppi normalmente erano composti da batteria, pianoforte elettrico, basso elettrico e chitarra elettrica. Tra i complessi nati in questo periodo senza dubbio quello più conosciuto del movimento beat, capostipite di molti altri, è quello dei Beatles.
Negli anni Settanta la musica cosiddetta «leggera», con l’aggiunta di due chitarre elettriche, diventa più aggressiva, più dura. Alle chitarre spesso si affiancano le tastiere e i fiati: nascono così i primi complessi rock. Negli anni Ottanta vengono introdotti strumenti elettronici ed etnici, e si torna all’esecuzione di una musica più leggera. Nascono dunque i complessi pop, che spesso mescolano nei loro brani generi diversi e rappresentano un’evoluzione moderna della musica popolare, da cui prendono il nome.
Gli anni Novanta sono stati segnati dalla nascita delle boy band e delle girl band, gruppi pop composti da ragazzi o ragazze gio vani che abbinano alle canzoni coreografie e balli. Torna di moda anche la musica dance, nata tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, che viene rivisitata in chiave elettronica. Il nuovo millennio porta con sé la nascita delle orchestre multietniche che, nelle loro composizioni, mescolano sonorità di diversi continenti realizzando degli arrangiamenti molto suggestivi.

Dagli anni Duemila fino ai giorni nostri prende sempre più campo la figura del produttore discografico, che si occupa di tutte le fasi necessarie alla realizzazione di un nuovo disco.

Tra le formazioni musicali che usano strumenti non «convenzionali» spicca la Vegetable Orchestra di Vienna, un gruppo famoso, oltre che per la bravura dei suoi musicisti, per gli insoliti strumenti che suona. Questi sono infatti ricavati da ortaggi e frutti di ogni tipo: le carote si trasformano in flauti, le melanzane in nacchere, e l’unione di un peperone, un cetriolo e una carota diviene un coloratissimo flauto. Cerca in rete un video di questa originale orchestra, poi prova, insieme alla classe, a realizzare degli strumenti simili e a suonarli. Fate attenzione a scegliere degli ortaggi prossimi alla scadenza, in modo da non sprecare il cibo.


Le caratteristiche degli strumenti musicali
I CORDOFONI
Fanno parte dei cordofoni tutti gli strumenti musicali il cui suono è emesso dalla vibrazione di una corda. La loro struttura è abbastanza simile e, a parte qualche eccezione, tutti possiedono le seguenti caratteristiche:
• una cassa armonica che ha la funzione di amplificare il suono;
• una tastiera che permette, premendo le corde in diversi punti, di cambiare l’altezza della nota da eseguire;
• un sistema di ponticelli tramite i quali si fissano le corde allo strumento;
• delle chiavette, dette anche «meccaniche» o «piroli», che consentono di accordare lo strumento variando la tensione delle corde.
Gli strumenti musicali appartenenti a questa famiglia si differenziano tra loro secondo le modalità utilizzate per produrre la vibrazione delle corde, che possono essere strofinate, pizzicate o percosse.


GLI AEROFONI
Appartengono a questa famiglia gli strumenti che emettono un suono attraverso la vibrazione dell’aria. A seconda del modo in cui viene immessa l’aria nello strumento, si distingue tra aerofoni a fiato, in cui chi suona soffia direttamente in un’imboccatura e aerofoni a mantice, in cui a spingere l’aria nello strumento è il mantice.
Gli aerofoni a fiato possono essere raggruppati secondo il tipo di imboccatura, che può essere diretta (flauto dolce, flauto traverso), ad ancia (sax, oboe), a bocchino (tromba).
Un’altra possibile distinzione è quella tra aerofoni risonanti e liberi: i primi contengono l’aria in una cavità al loro interno (flauto); i secondi utilizzano l’aria che si trova all’esterno (armonica a bocca).
GLI STRUMENTI A PERCUSSIONE
Fin dalla preistoria l’essere umano, percuotendo legni, tronchi e pietre, ha prodotto suoni per i motivi più svariati: comunicazione, rito, svago e guerra. Per questo si può dire che quella delle percussioni sia la tipologia di strumenti più antica.
Gli strumenti a percussione, a seconda del materiale con cui sono costruiti, si suddividono in idiofoni e membranofoni che possono essere ulteriormente distinti in strumenti a suono determinato e strumenti a suono indeterminato. I primi sono in grado di produrre suoni con un’altezza specifica, corrispondenti alle note musicali, e si usano con una funzione melodica; i secondi producono suoni di altezza non classificabile, indeterminata, e si usano con una funzione ritmica
GLI ELETTROFONI
Gli strumenti musicali che producono suoni per mezzo di impulsi elettrici si chiamano elettrofoni, e si possono suddividere in strumenti elettronici e strumenti elettromeccanici a seconda del modo in cui vengono generati i suoni. Al giorno d’oggi molti elettrofoni possono essere computerizzati ed essere suonati senza una scala musicale di riferimento. Quelli dotati di tastiera, inoltre, possono essere monofonici, cioè in grado di produrre un suono alla volta, o polifonici, cioè in grado di produrre più suoni contemporaneamente.
Mappa attiva
Completa la mappa inserendo le parole mancanti. etnici – a fiato – camera – classici – accostamenti
sono formati da
più persone
Verifica sulle formazioni musicali

Inquadra il QR code e svolgi la verifica
che suonano ciascuno il proprio strumento
le formazioni da camera
le formazioni jazz
sono
composte da
un duo, un trio o più strumenti (orchestra da )
l’orchestra molti strumenti diversi musicali creativi
I gruppi
musicali
è formata da sono caratterizzate da
i complessi beat, rock e pop sono formati da
strumenti elettrici, elettronici o
l’etno-band
è formata da
l’unione di strumenti ed etnici
la banda strumenti e percussioni
è formata da
le orchestre popolari
all’inizio composte da
tre strumenti (es. fisarmonica, chitarra e violino)
Storia della musica






La musica prima della storia

Rappresentazione rupestre di una danza rituale.
L’essere umano è un «animale sociale» e, in quanto tale, ha un bisogno innato di comunicare. Tra le prime forme di comunicazione c’è sicuramente la musica. Questa, pur sempre conservando la sua funzione primordiale, ovvero quella di esprimere emozioni e sentimenti, nel corso dei secoli si è trasformata, di cultura in cultura, assumendo forme e significati differenti.
Un potere quasi sacro
Tra le fronde di una foresta primitiva, un ominide batte i piedi, si percuote la pancia e soffia. Il figlio gli risponde schioccando le dita, fischiando e battendo le mani. Senza saperlo, questi antenati dell’essere umano stanno producendo musica con il primo strumento musicale della storia: il corpo. Qualche millennio più tardi, gli uomini e le donne del Paleolitico cominciarono a produrre i suoni utilizzando oggetti e materiali che trovavano nell’ambiente naturale in cui vivevano, come ossa e corna di animali, conchiglie, bastoni, tronchi cavi sassi. Le popolazioni preistoriche utilizzavano la musica prevalentemente nei rituali sacri, perché ritenevano che il suono prodotto dai loro strumenti fosse gradito alle divinità della natura e potesse scacciare gli spiriti maligni, proteggendoli quindi dal male. Il carattere sacro e magico della musica, con il passare del tempo, si trasformò e si arricchì diventando un modo diverso per accompagnare il ciclo delle stagioni e della vita.
Non solo musica
RELIGIONE
Vibrazioni primordiali
Da sempre gli aborigeni australiani considerano il didgeridoo uno strumento sacro perché ritengono che le vibrazioni prodotte dallo strumento mettano in contatto chi suona con il Creatore, ricordando quella «vibrazione primordiale» che diede origine alla vita.
La musica delle civiltà antiche
Organizzandosi in società sempre più estese ed evolute, l’essere umano diede vita alle prime grandi civiltà Tra il IV e il I millennio a.C. nacquero in Medio Oriente le civiltà mesopotamica, quella ebrea e quella assirobabilonese; in Asia la civiltà cinese e quella indiana; nel bacino del Mediterraneo quelle egizia, greca, etrusca e romana.
Per questi popoli la musica acquistò subito un ruolo molto importante nella cultura e nella vita quotidiana. I ritrovamenti che risalgono alla civiltà mesopotamica ci danno testimonianza di come la musica fosse strettamente connessa alla matematica e all’astrologia, e della presenza di molti strumenti a percussione e a corda, come tamburi, arpe e lire
Il componimento più antico che ci è pervenuto finora è l’Inno a Nikkal, scritto in Siria intorno al 1400 a.C. dal popolo Hurrita . Cercalo in rete e scopri come è stata ricostruita quell’antica melodia.
Per la civiltà egizia la musica aveva uno scopo liturgico e sacro, nei cerimoniali e nelle feste. Gli Egizi, inoltre, associarono ai sette pianeti allora conosciuti sette suoni e in questo modo svilupparono una prima forma di grammatica musicale. Inventarono anche diversi strumenti musicali, alcuni dei quali presenti nelle raffigurazioni dell’epoca.
GLI EBREI E LA MUSICA SACRA
L’Antico Testamento è la principale fonte di notizie sulla musica ebraica. È proprio nella Bibbia, infatti, che sono riportate numerose situazioni in cui si canta la gloria di Dio con musica anche strumentale: nel capitolo 10 del Libro dei Numeri, per esempio, sono citate «le trombe d’argento per i segnali»; nel Salmo 150, chiamato Sinfonia finale, i versetti 3-5 recitano: «Lodatelo al suono delle trombe, lodatelo sull’arpa e sulla cetra; lodatelo con timpani e con la danza, lodatelo sui flauti e sulle corde; lodatelo sui cembali sonori, lodatelo sui cembali squillanti».
Intorno al 1000 a.C., all’epoca di re Davide e di re Salomone, la musica acquisì sempre più importanza rituale e liturgica. Le cerimonie ebraiche, celebrate nel Tempio di Gerusalemme, erano arricchite da cori che comprendevano fino a 20 000 cantori e da musicisti che accompagnavano con arpe, lire e cimbali.
ANTICA CINA: LA MUSICA DIVENTA ARTE
Nell’antica Cina la musica non aveva solo una funzione didattica destinata a perfezionare l’educazione delle persone giovani ma era un’arte investita di significati importanti. Secondo la civiltà cinese persino il delicato equilibrio del Cosmo (fra il Cielo e la Terra), e quindi per estensione la stabilità dell’Impero, derivava da una perfetta esecuzione musicale. Per questo motivo, intorno al 500 a.C., il filosofo Confucio scrisse: «Se vuoi sapere se un Paese è ben governato, ascolta la sua musica».
I GRECI E L’«ARTE DELLE MUSE»
Gli antichi Greci riconoscevano l’influenza che i diversi stili musicali avevano sulle persone giovani e pertanto la musica era ritenuta non solo una forma d’arte, ma una vera e propria disciplina, importante quanto l’astronomia, la matematica, la medicina e la letteratura. Nella mitologia greca sono molti gli esempi di divinità che si cimentano nelle arti espressive musicali: Apollo accompagna il canto delle Muse suonando la lira, Pan suona il flauto e Dioniso l’aulós. Persino Achille impara a suonare il flauto dal suo maestro, il centauro Chirone.
I Greci furono i primi a ideare un sistema di scrittura musicale, chiamato tetracordo, che si basa su una scala di quattro suoni discendenti. A seconda della scala che viene eseguita il tetracordo prende il nome di dorico, frigio o lidio
modo dorico
modo frigio

modo lidio
L’Epitaffio di Sicilo, scolpito su una stele funeraria tra il II e il I secolo a.C. è uno dei più antichi brani scritti che si conoscano. Ascolta la versione di Marco Pasetto e Riccardo Massari presente sul Libro digitale, poi cerca in rete la Canzone di Seikilos degli Area; quale delle due ti ricorda maggiormente il soffio del vento e il movimento del mare?

Nella civiltà greca vi era il concetto di mousiké, letteralmente «arte delle Muse», che racchiudeva insieme tre forme d’arte: la danza, la poesia e la musica. Una delle figure artistiche più importanti dell’antica Grecia era l’aedo, dal greco antico aeido, «cantare». Egli era un cantore professionista che raccontava cantando storie scritte in versi. Era considerato una specie di sacerdote, una figura sacra, che esponeva a memoria poemi epici accompagnandosi con la lira.
Il tipo di canto accompagnato da uno strumento a corde era detto citarodia, considerata la forma più antica di esecuzione musicale cantata. Nacquero poi l’aulodia, un canto accompagnato da uno strumento a fiato, e il ditirambo, un canto corale in forma dialogata, che prevedeva un solista e un coro che gli rispondeva.
Nel ditirambo musica, poesia e canto si fondevano tra loro in una danza collettiva eseguita in circolo da cinquanta danzatori con il capo decorato da ghirlande; era la rappresentazione tipica delle feste in onore del dio Dioniso. Ispirati dalla struttura del ditirambo, i Greci inserirono i componimenti musicali anche nel teatro.
I ROMANI: FESTE IN MUSICA
Sebbene furono grandi conquistatori e per quasi un millennio dominarono l’intero continente europeo, i Romani non si dimostrarono molto innovativi in campo musicale. Come per le arti figurative e teatrali, anche per la musica i Romani presero spunto prima dalla civiltà etrusca e poi da quella ellenica dell’antica Grecia.
Non solo musica
MATEMATICA
Il monocordo pitagorico
Musica e matematica sono strettamente legate. Uno dei primi sostenitori di questa correlazione fu il filosofo e matematico greco Pitagora . Egli inventò e costruì il monocordo, uno strumento musicale che gli permise di elaborare una teoria musicale basata su numeri, proporzioni matematiche e frazioni. Eseguendo precisi calcoli numerici, il filosofo determinò l’altezza dei suoni inventando di fatto la scala musicale.

Gli abitanti dell’antica Roma utilizzavano infatti gli stessi strumenti dei Greci, a volte cambiandone semplicemente il nome, come nel caso della tibia che corrispondeva esattamente all’aulós greco. La musica dei Romani rallegrava cerimonie, feste e banchetti. Durante il periodo imperiale, nelle parate solenni si esibivano grandi formazioni musicali composte da voci, cori e strumenti a fiato, come tuba, corno e bùccina, ma anche strumenti a percussione.
I Romani dedicarono a Bacco, il dio romano corrispondente al dio greco Dioniso, rituali e feste propiziatorie chiamati baccanali ai quali partecipavano molte persone che cantavano, ballavano e suonavano crotali, cembali, sistri, tibie e tamburi a cornice. La parola «baccano», che oggi usiamo per descrivere una situazione molto rumorosa, deriva proprio da queste chiassose celebrazioni.
Sulle note del mistero. La musica perduta degli Etruschi, Musei di Maremma
Per scoprire quali strumenti musicali utilizzavano gli Etruschi e come suonavano, cerca in rete il video documentario Sulle note del mistero. La musica perduta degli Etruschi, realizzato dai Musei di Maremma
Tour musicale
Per gli antichi Greci la musica era molto importante e, per permettere a tutti di assistere agli eventi musicali, progettarono spazi all’aperto, in cui l’acustica doveva essere perfetta, con gradinate poste a semicerchio attorno alla platea. Scopriamo insieme alcuni di questi luoghi.

1a TAPPA TEATRO GRECO DI TINDARI
La musica prima della storia
La nostra gita parte dal teatro greco di Tindari, che si affaccia sul mare delle isole Eolie. Questo teatro era appoggiato sul fianco della collina, dove furono scavate le gradinate e i sedili della cavea che poteva contenere fino a 3000 persone. La scena doveva essere composta da tre piani e aveva come sfondo naturale il mare.
2a TAPPA TEATRO ANTICO DI TAORMINA
Proseguiamo spostandoci a Taormina, dove si erge uno dei teatri greci più spettacolari e meglio conservati al mondo. Fu realizzato in un punto panoramico, da cui si possono ammirare il profilo dell’Etna e il Mar Ionio. Questo teatro, come quello di Tindari, viene utilizzato ancora oggi, nel periodo estivo, per spettacoli di vario genere.


3a TAPPA TEATRO GRECOROMANO DI CATANIA
Terminiamo questa breve gita a Catania dove, nel centro storico della città, si trovano il teatro greco-romano, che sembra sia stato realizzato su una struttura preesistente di età greca, e l’Odeon, una struttura più piccola che, in epoca antica, era preposta a ospitare spettacoli musicali e danzanti.
La costa siciliana è ricchissima di reperti greco-romani, ma in tutta Italia si possono trovare teatri antichi. A piccoli gruppi fate una ricerca di questi luoghi nella vostra zona, sceglietene uno da visitare e scattate delle foto da condividere con la classe.


Ascolta i brani proposti in questa pagina





Ascolta il Medioevo
Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.) ebbe inizio il Medioevo, un periodo oscuro, misterioso e difficile caratterizzato da invasioni barbariche, carestie ed epidemie ma anche un’epoca ricca di elementi magici e creativi, che ha portato con sé molte innovazioni. In ambito musicale si assistette alla nascita delle sette note, alla diffusione della musica sacra con i canti gregoriani e con la lauda, e alla nascita dell’Ars antiqua, la prima forma di canto polifonico. Accanto a essa si sviluppò anche la musica profana, denominata Ars nova, con caratteristiche e significati molto diversi rispetto alla musica sacra e che, nonostante le resistenze da parte della Chiesa, si diffuse in tutta Europa.

Colpo di genio
LOS SET GOTXS - Anonimo Versione orchestra Mosaika
BRANO A039
Questa cantiga tradizionale spicca per il suo carattere vivace e a tempo di danza. È tratta dal cosiddetto Libro Rosso di Montserrat, una raccolta di canti medievali sacri e profani scritti in varie lingue, molti dei quali sono andati perduti.


KALENDA MAYA - Raimbaut de Vaqueiras
BRANO A040
Questo famoso canto amoroso è stato attribuito a Raimbaut de Vaquieras, che sembra essersi ispirato a un’esecuzione musicale con la viella a opera di un giullare arrivato presso la sua corte.





VICTIMAE PASCHALI LAUDES - Wipo di Burgundia
BRANO A036
Questo canto medievale, conservato nel Messale Romano della Messa Tridentina e pubblicato dopo il Concilio di Trento, rappresenta una delle poche sequenze liturgiche ancora oggi in uso. Il suo testo è stato musicato da molti compositori.






Gli strumenti del periodo










MUSICA
Revisione dei canti liturgici promossa da papa Gregorio Magno
• Flipped classroom • Linea del tempo
STORIA
AVE GENEROSA - Ildegarda di Bingen
BRANO IN RETE
Questo brano mistico e dal carattere affascinante, permette di entrare nell’universo musicale di Ildegarda di Bingen, personaggio eclettico e pieno di talenti.



MUSICA
Guido d’Arezzo inventa il tetragramma

MUSICA
Francesco d’Assisi compone il Cantico delle creature

ECCO LA PRIMAVERA - Francesco Landino
BRANO A045
Questo breve brano di circa un minuto descrive in modo semplice e diretto l’arrivo della primavera. Il brano, da eseguire a due voci, sottolinea nel fraseggio la stretta connessione tra melodia e versi.


Guillame de Machaut scrive La Messa di Notre Dame, primo esempio di messa composta da un unico autore MUSICA

Editto di Milano, che pone fine alle persecuzioni contro i cristiani
STORIA
Carlo Magno viene incoronato imperatore
STORIA
Scisma d’Oriente tra Roma e Bisanzio
TECNOLOGIA
I cinesi inventano un primo modello di bussola
ARTE
Costruzione della Torre di Pisa
LETTERATURA
Dante Alighieri termina la Divina Commedia
TECNOLOGIA
Johann Gutenberg inventa la stampa a caratteri mobili


Mille anni di storia
Convenzionalmente, con il termine Medioevo viene indicato quel periodo storico che va dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C., fino alla scoperta dell’America, nel 1492.
Dal momento che questo arco temporale abbraccia circa mille anni, è stato suddiviso ulteriormente in Alto Medioevo (476 – 1000) e Basso Medioevo (1000 – 1492).


Nascono gli inni
In epoca romana nacquero le prime comunità di cristiani, che furono però oggetto di persecuzioni molto aspre. Costantino, imperatore dell’Impero romano d’Occidente, decise, insieme a Licinio, imperatore dell’Impero romano d’Oriente, di promulgare l’Editto di Milano (313 d.C.) ponendo fine alle persecuzioni contro i cristiani, che cominciarono così a professare pubblicamente il loro credo componendo nuovi canti e inni.
L’inno è una forma di canto liturgico, ovvero che accompagna le cerimonie del culto cristiano, facilmente eseguibile da tutta l’assemblea durante i riti religiosi perché è strutturato in strofe che si ripetono sulla medesima melodia.
Gli inni si diffusero nel IV secolo d.C. anche grazie a sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che ne scrisse diversi con lo scopo di divulgare la fede nel popolo. Molte sue composizioni vengono eseguite ancora oggi.
I canti gregoriani
Durante l’epoca delle invasioni barbariche, gli unici luoghi di cultura dove era possibile imparare a leggere e scrivere, studiare ed esercitare le forme d’arte come il canto e la musica furono i monasteri e i conventi. In quei luoghi i brani di musica sacra divennero sempre più numerosi, assumendo forme e tradizioni che variavano da zona a zona. Nacquero così il rito romano in Italia, il rito ispanico in Spagna e quello gallicano in Francia. Intorno al 600 d.C. papa Gregorio I, conosciuto anche come Magno, spinto dal desiderio di conservare in un’unica opera i canti sacri, decise di raccogliere quelli più significativi nell’Antifonario. In questo modo i canti gregoriani, chiamati così in suo onore, si diffusero in tutta Europa e in modo particolare in Italia.
LE CARATTERISTICHE DEL CANTO GREGORIANO
Il canto gregoriano presenta alcune caratteristiche precise:
• l’esecuzione è esclusivamente vocale, perché all’epoca gli strumenti musicali erano vietati dalla Chiesa in quanto troppo legati alla musica profana;
• il testo è soltanto in latino, che era la lingua ufficiale della Chiesa;
• il ritmo è libero;
• l’andamento è lento.
I canti gregoriani, di cui vedi la tipologia nello schema sottostante, si possono poi suddividere in due stili principali:
• canto sillabico o accentus, tipico della salmodìa (canto e recitazione dei salmi) durante la quale il celebrante intona i salmi sillabando. In questo tipo di canto a ogni sillaba corrisponde una nota;
• canto melismatico o concentus, tipico della innodìa (canto degli inni religiosi) durante la quale i fedeli in coro rispondono all’accentus. Il canto melismatico prevede la variazione melodica di una vocale su più note.
Tipi di canto gregoriano
Canto monodico Eseguito da una sola voce.
Coro omofono Eseguito dal coro; tutti cantano la stessa melodia.
Canto responsoriale Eseguito da solista e coro in dialogo tra loro.
Canto antifonale Eseguito dal coro diviso in due parti.
Con il passare del tempo i canti gregoriani diventarono talmente elaborati e virtuosistici che risultava impossibile ricordare tutti i melismi, cioè i passaggi melodici, nei quali si articolavano. Per renderne più facile la memorizzazione furono composti nuovi testi letterari chiamati tropi e sequenze, che a poco a poco si differenziarono dai canti originali diventando autonomi.
BRANO A036
VICTIMAE PASCHALI LAUDES
W. di Burgundia

Esempi di canto melismatico sono Alleluja, veni Sancte Spiritus e Ave Maris Stella. Come ti sembra questo antico modo di cantare?
L’ascolto di Victimae paschali laudes permette di capire meglio cosa si intende per «sequenza». Composta per il rito pasquale, è una delle cinque sequenze che furono consentite dal Concilio di Trento a metà del XVI secolo. Il brano fu scritto nell’XI secolo, probabilmente da Wipo di Burgundia, cappellano degli imperatori tedeschi.
1. Quali voci eseguono la sequenza?
A Voci maschili
B Voci miste
C Voci femminili
2. Questa sequenza che stato d’animo ispira?
A Ansia e inquietudine
B Calma e tranquillità
C Frenesia e agitazione


DOVE SI IMPARA A CANTARE: LA SCHOLA CANTORUM
Nel 600 d.C. Gregorio Magno, per favorire l’insegnamento dei brani dell’Antifonario a giovani cantori liturgici accuratamente selezionati, istituì una Schola Cantorum. Il maestro cantore, tramite pochi e precisi gesti della mano, indicava agli studenti verso quale altezza indirizzare la voce, se verso il tono acuto o verso il tono grave. Il gesto che il maestro compiva con la mano per fornire l’indicazione melodica prese il nome di gesto chironomico. Contemporaneamente, per fissare in modo preciso sulla carta l’andamento melodico dei brani, venne introdotta una forma di notazione, chiamata neumatica, che traduceva il gesto chironomico in segno (in greco antico neuma). Così, per «registrare» l’andamento del brano, mentre il maestro cantore dirigeva il coro, un frate amanuense trascriveva in tempo reale i neumi sul testo. È proprio grazie a questo tipo di notazione, composta da accenti acuti e circonflessi collocati sopra le sillabe del testo liturgico da cantare, che tutti i canti medievali, sia sacri sia profani, sono giunti fino a noi.
BRANO A037
DIRIGATUR ORATIO MEA (per il rito del Lucernario ambrosiano del Venerdì Santo)
Canto ambrosiano
Il canto ambrosiano è un canto liturgico antichissimo, risalente ai primi secoli dopo Cristo, che conserva influenze greco-bizantine di cui a Milano, nell’archidiocesi, si mantiene ancora la tradizione. Secondo sant’Agostino questi canti vennero introdotti da sant’Ambrogio, suo contemporaneo, e da Milano si diffusero poi in tutta Europa.
1. Quali strumenti accompagnano il canto?
A Arpa e liuto
B Aulós e ghironda
C Il canto non è accompagnato da strumenti
LA SCRITTURA MUSICALE
2. Com’è l’andamento del brano?
A Veloce
B Libero
C In crescendo
La prima forma moderna di scrittura musicale così come la conosciamo oggi si deve a Guido d’Arezzo, monaco benedettino che, agli inizi dell’XI secolo, inventò un rigo musicale composto da quattro linee parallele: il tetragramma. Inoltre, per aiutare i suoi allievi a memorizzare l’intonazione delle sillabe dei canti, Guido d’Arezzo elaborò un sistema basato sulle prime sillabe dei versi dell’Inno a san Giovanni Battista (Ut queant laxis). Le sette sillabe di Guido d’Arezzo corrispondono alle sette note che ancora oggi utilizziamo, anche se la nota Ut verrà cambiata in Do da Giovan Battista Doni nel XVII secolo.

L’inno liturgico Ut queant laxis su tetragramma.
La lauda
In Umbria, intorno alla metà del XIII secolo, nacque una forma di canto monodico, sillabico, scritto in lingua volgare, che veni va eseguito al di fuori delle liturgie di carattere religioso: la lauda. Questa nuova forma di canto prese vita all’inter no delle confraternite di francescani laici che lo intonavano in coro insieme ai fedeli, soprattutto durante le processioni, per invocare i santi e le divinità. Il Cantico delle creature è la lauda più antica, composta nel 1224 da san Francesco d’Assisi.
Un altro importantissimo autore di laude fu Jacopone da Todi, che ne scrisse oltre 93. I libri che contenevano raccolte di laude prendevano il nome di laudari; il più famoso è il Laudario di Cortona, scritto nel XIII secolo.
La lauda si diffuse anche in Spagna, dove prese il nome di cantiga, tanto che lo stesso re Alfonso di Castiglia ne scrisse circa 400 in onore della Vergine Maria.
Vilmas Aba-Novák, San Francesco che predica agli uccelli, 1926.

Riz Ortolani, Claudio Baglioni, Fratello sole, sorella luna Cerca
Una delle più famose versioni moderne del Cantico delle creature è quella di Riz Ortolani, portata al successo da Claudio Baglioni con il titolo Fratello sole, sorella luna. Cerca su internet il brano e ascoltalo; ti sembra che Ortolani abbia scritto una melodia appropriata per il testo di san Francesco?
BRANO A038
LAUDE NOVELLA SIA CANTATA
Anonimo
La lauda è articolata in strofe cantate da un solista alle quali si alterna un ritornello intonato in coro da tutta la confraternita, come puoi ascoltare in Laude novella sia cantata. Il brano ha un andamento ritmico coinvolgente e una melodia orecchiabile.
1. In che modo inizia la lauda?
A Parte subito «a tempo»
B Presenta un’introduzione strumentale
C Il canto si muove con un ritmo libero
2. In quante strofe è strutturata questa lauda?
A Due
B Tre
C Quattro

Note al microscopio
Colpo di genio
Los set gotxs
Il brano proposto in questo ascolto guidato è una cantiga risalente alla fine del XIV secolo, arrivata fino a noi attraverso una famosa raccolta di canti medievali, il Libre Vermell de Montserrat (o Libro Rosso). Le cantigas sono composizioni in versi tipiche della tradizione galiziana-portoghese. Composte dai trovatori, venivano cantate a una sola voce e suonate da giullari e dai menestrelli.
Los set gotxs è un brano dedicato a Maria che si distingue per il suo particolare tempo di danza. Ascolterai di seguito la versione realizzata dall’orchestra Mosaika.
Ascolta
LOS SET GOTXS - Anonimo Versione orchestra Mosaika
BRANO A039
Il brano sotto la lente
00:00-00:32
Introduzione
Introduzione strumentale del tema con cambi di metro. A: 2/4, B: 2/4 e 3/4 alternati.
00:33-01:05
Tema A cantato
Esposizione del tema A che viene cantato in coro per 8 misure, poi parte il solista accompagnato dagli strumentisti per 4 misure, infine parte nuovamente il coro per le ultime 4 misure.
01:06-01:38
Tema A cantato
Si ripete la stessa sequenza, con il solo cambio della voce solista.
01:39-02:14
Ripresa del tema finale
Ripresa finale del tema A, che conclude il brano.

Rispondi
Dopo aver ascoltato il brano, rispondi alle seguenti domande.
1. Quali voci cantano?
A Voci maschili
B Voci femminili
C Voci maschili e femminili alternandosi
2. Quali strumenti accompagnano le voci?
3. Com’è il ritmo del brano?
A Regolare B Irregolare C Cadenzato
Cerca
Cerca su internet la versione di Los set gotsx di Jordi Savall e quella di Angelo Branduardi e confrontale con quella che hai appena ascoltato. Quale delle tre ti piace di più? Sai cogliere le differenze?
Il mio
Music factor
Apprendimento cooperativo
1. Insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne confrontatevi partendo dalla seguente domanda: quali aggettivi utilizzereste per descrivere l’atmosfera del brano? Scrivetene almeno tre.
2. In classe, ascoltate il brano seguendo lo spartito di p. 131 dell’antologia (Volume C) e provate a leggere ritmicamente la partitura con le mani. È stato semplice o difficile seguire precisamente tutti i cambi di metro? Perché? Confrontate le vostre risposte.
3. Se fosse usato nella colonna sonora di un film, a che tipo di immagini abbineresti questa musica? Prova a rappresentarle nello spazio sottostante.


Ildegarda di Bingen
″Sono una piuma abbandonata al vento della fiducia di Dio.″

Ildegarda di Bingen monaca badessa, filosofa e musicista nasce in Germania nel 1098. I genitori si accorgono subito che la figlia vede cose che gli altri non possono vedere ed è lei stessa ad affermare, nelle sue memorie: «A tre anni vidi una luce così grande che la mia anima si scosse, però per la mia giovane età non riuscii ad esprimermi a riguardo».
Fino al suo quindicesimo anno di vita continua ad avere visioni, ma quando le racconta le persone si meravigliano a tal punto da non crederle.
Visto che è la decima figlia ma è anche di salute piuttosto cagionevole, i genitori decidono di affidarla a una loro nipote, Jutta Bon Sponheim, badessa del convento di clausura di Disiobodenberg, che le insegna varie discipline, tra cui il latino e la matematica.
All’età di 14 anni decide di prendere i voti e dedicarsi alla vita monastica e, nel 1141, riceve da Dio il compito di trascrivere le sue visioni. Scrive quindi il manoscritto Scivas, che la impegna per ben 10 anni e le consente di raggiungere una certa notorietà; viene letto ai cardinali del Concilio dei Treviri e a papa Eugenio III, che
incoraggia Ildegarda a continuare a scrivere quanto le viene rivelato. Così, un numero sempre maggiore di pellegrini si mette in marcia per raggiungere il convento di Bingen e incontrare la badessa ispirata da Dio e persino l’imperatore Federico Barbarossa si rivolge a lei per chiederle consigli.
Oltre a testi di natura teologica, Ildegarda scrive libri naturalistici e la Symphonia harmoniae celestium revelationum (Sinfonia delle rivelazioni celesti) che contiene 77 canti monodici in lode di Dio e dei santi, composti da lei stessa sui testi ispirati dalle sue visioni.
A Ildegarda si attribuisce anche l’invenzione della Lingua ignota, un linguaggio segreto ideato, pare, per fini mistici così come la Musica inaudita composta dalla stessa sacerdotessa per ispirazione divina.
Ildegarda, la cui vita è stata guidata dalla volontà di scuotere gli animi e le coscienze del suo tempo, muore in Germania, presso il monastero di Rupertsberg da lei fondato, nel 1179
Nel 2012 papa Benedetto XVI l’ha dichiarata santa e dottore della Chiesa.
Dei numerosi brani scritti da Ildegarda di Bingen cerca su internet Ave generosa. Che emozioni e quale stato d’animo ti ispira questo canto?

Le prime forme polifoniche: l’Ars antiqua
Il canto polifonico, cioè a più voci, e relativa scrittura, che si sviluppò a partire dal X secolo fino al XIV secolo, prese il nome di Ars antiqua. La tecnica polifonica consiste nell’intrecciare due o più voci, a ciascuna delle quali è assegnata una melodia diversa.
La sovrapposizione e combinazione di due o più linee melodiche è detta contrappunto, ovvero punctus contra punctum, letteralmente «nota contro nota».
L’ORGANUM
La prima tecnica di polifonia risale al IX secolo, venne elaborata partendo da un canto gregoriano e prese il nome di organum. Nell’organum alla voce che esegue la melodia di base (vox principalis) viene affiancata una voce che intona una linea melodica differente, più grave (vox organalis).
Per ascoltare un esempio di organum, cerca in rete Music of the middle ages, early organum Music of the middle ages, early organum Cerca
L’organum. Le melodie partono dalla stessa nota e poi si distanziano fino a un intervallo di quinta.
IL DISCANTUS
Nell’XI secolo la melodia polifonica si sviluppò ulteriormente fino a elaborare due linee melodiche che procedono seguendo un moto contrario: mentre una voce sale, l’altra scende. Questa nuova forma di canto polifonico prese il nome di discantus
Discantus a due voci per moto contrario, contenuto nel trattato anonimo Ad organum faciendum, XI secolo.
MOTTETTI E CONDUCTUS
Fu a Parigi, nella Scuola di Notre-Dame, che l’Ars antiqua si sviluppò maggiormente. In questa scuola i maestri Leonino e Perotino moltiplicarono le voci e aumentarono sia la difficoltà sia la ricchezza ritmica e polifonica di ogni brano, componendo organa sempre più vari e complessi.
Tra le prime composizioni polifoniche che mescolarono elementi sacri e profani vi furono i mottetti. Inizialmente erano solo vocali, ma in seguito divennero vocali e strumentali. Erano composti da una melodia di base e da un testo ricco di elementi sacri, ai quali venivano aggiunti nuove melodie e contenuti non religiosi.
Quando nella scrittura si iniziò a non tenere più conto della vox principalis del canto gregoriano di riferimento, ma si cominciarono a scrivere partendo da zero tutte le parti del brano, prese forma una nuova composizione denominata conductus. Questo particolare canto polifonico distribuiva testo e melodia in modo che il tema, ripetuto da più voci, avesse uno schema circolare
TROVATORI, TROVIERI E MENESTRELLI
Intorno al XII secolo la musica si diffuse anche al di fuori dei monasteri grazie al trovatore, una sorta di antico cantautore che girava per i paesi e i castelli raccontando in musica storie di cavalieri, di battaglie e di amori. I trovatori cantavano in un dialetto neolatino parlato nel Sud della Francia, la lingua d’oc, e accompagnavano i loro testi con uno strumento melodico, come la viella o il flauto. Questa nuova forma di fare musica ebbe un enorme successo tra i nobili e raggiunse anche le corti d’Italia e Germania, dove i trovatori erano chiamati minnesänger.
In seguito, nel Nord della Francia lo stile dei trovatori venne ripreso dai trovieri, che narravano le medesime vicende utilizzando però la lingua d’oïl, dalla quale più avanti deriverà il francese moderno. Accanto alla figura del trovatore si sviluppò quella del menestrello che, a differenza del primo, era un semplice esecutore. Fu proprio grazie al supporto dei menestrelli che il repertorio musicale dei trovatori in questo periodo si diffuse ampiamente.
BRANO A040
KALENDA MAYA
R. de Vaqueiras
Uno dei canti più famosi dei trovatori è Kalenda maya di Raimbaut de Vaqueiras. Il Calendimaggio (così è tradotto in italiano) è dedicato alle donne e composto in lingua provenzale. Storicamente può essere collocato nel XII secolo; qui ne ascoltiamo una versione strumentale.
BRANO A041
FRÖLICH GESCHRAY SO WELL WIR MACHEN
O. von Wolkenstein
Oswald von Wolkenstein è stato uno dei principali minnesänger. Egli scrisse tra le varie composizioni anche Frölich geschray so well wir machen.

Schema circolare conductus
1a voce ABC
2a voce BCA
3a voce CAB
Tra i cantautori che maggiormente si sono ispirati alla musica medievale c’è Angelo Branduardi. Cerca in rete la sua versione di Calenda maia e confrontala con quella di Raimbaut de Vaqueiras. Quale delle due ti è piaciuta di più?

1. Quale strumento esegue la prima parte della melodia?
A Viella
B Cornamusa
C Flauto
2. Quali strumenti riesci a distinguere? Elencane almeno due.
1. Com’è l’andamento di questa composizione?
A A tempo libero
B Molto lento
C Marcato e ritmico
2. Quali strumenti riesci a distinguere?
I Carmina burana
I Carmina burana rappresentano la più famosa raccolta di canti goliardici medievali, giunta fino a noi grazie a un manoscritto tedesco del XIII secolo chiamato Codex Latinus Monacensis.
La raccolta completa comprende 315 canti, detti «carmi», composti in parte in tedesco e in parte in latino tra il XII e il XIII secolo, e probabilmente in origine prevedevano tutti l’accompagnamento musicale. I monaci amanuensi autori di questo manoscritto non riportarono però la musica di tutti i carmi ed è quindi stato possibile ricostruire l’andamento melodico solo di 47 di questi.
I testi dei 315 Carmina trattano diversi argomenti: si va dalla riflessione teologica e morale all’esaltazione dei piaceri materiali, per arrivare alla condanna della corruzione della Chiesa e persino alla parodia di alcuni canti liturgici.
BRANO A042
IN TABERNA QUANDO SUMUS
Anonimo

Questo brano è dedicato all’elogio della vita di taverna dove, in un crescendo di coinvolgimento e di animazione, tutti si lasciano andare al piacere del bere. Secondo gli autori di allora il vino è l’unica cosa che rende tutte le persone uguali e le accomuna senza alcuna distinzione.
1. Quali voci cantano?
A Voci maschili B Voci femminili C Voci femminili e maschili alternandosi
2. Che stato d’animo ti ispira questo canto?
Artigiani d’eccellenza
Strumenti medievali contemporanei
Giordano Ceccotti è un liutaio e polistrumentista di fama internazionale che, fin da piccolo, ha mostrato una certa inclinazione e un grande interesse per la musica. Diplomatosi come maestro d’arte presso l’Istituto Statale B. Di Betto di Perugia, è entrato a far parte di un ensemble di musica medievale in qualità di viellista e, successivamente, ha avviato una lunga serie di collaborazioni. Liutaio dal 1999 e specializzato nella ricostruzione di strumenti medievali come vielle e ghironde, di cui è anche un esperto suonatore, al momento sta affrontando un’intensa ricerca iconografica sugli strumenti musicali del centro Italia tre-quattrocentesco e su altri strumenti antichi ancora esistenti, prestando particolare attenzione alle tecniche e ai materiali di costruzione allo scopo di riprodurre tali strumenti in scala reale.
Leggi l’intervista a Giordano Ceccotti sul Libro digitale


Ars nova: spazio alla musica profana
Sebbene qualche forma d’arte profana avesse cominciato a delinearsi, nei primi secoli che seguono l’anno 1000 era ancora la musica sacra e religiosa a prevalere. Fu a partire dal XIV secolo che, soprattutto in Francia, le composizioni musicali cosiddette profane acquisirono una certa importanza, per merito di alcuni personaggi influenti tra i quali il poeta e musicista Guillaume de Machaut.
Attratti sempre più dal senso del ritmo, dopo il Trecento i musicisti iniziarono a spogliare la musica da significati troppo spirituali e mistici per darle una forma diversa. Fu elaborata una nuova forma di scrittura, che stabiliva i valori e il rapporto che esiste tra una nota e l’altra e fissava in modo preciso gli elementi del canto. Il primo trattato in merito fu pubblicato nel 1320 da Philippe de Vitry con il titolo Ars nova, dal quale prese il nome la nuova corrente musicale.
L’Ars nova non venne accolta favorevolmente dalla
Chiesa (la cui sede pontificia nel 1304 era stata spostata ad Avignone) perché ritenuta troppo innovativa e lontana dalla musica sacra. Nonostante ciò, grazie all’enorme influenza culturale esercitata dalla Francia, l’Ars nova si diffuse in tutta Europa arrivando anche in Italia, dove Marchetto da Padova, Jacopo da Bologna e Francesco Landino da Firenze diventeranno alcuni tra i suoi esponenti più importanti.
BRANO A043
LAMENTO DI TRISTANO
Anonimo
Il brano Lamento di Tristano è un famosissimo esempio di musica profana strumentale. Si tratta di una estampie (o estampida), cioè una composizione ispirata ai ritmi di danza. A una prima parte lenta, detta «lamento», segue una danza veloce denominata «rotta». Il componimento è basato sulla scala dorica, che nel sistema musicale medievale è la scala che si sviluppa sulle seguenti note: Re Mi Fa Sol La Si Do Re.
1. Quanti e quali strumenti riesci a distinguere?
2. Che cosa cambia nel momento in cui, dopo il lamento, inizia la rotta?
A La tonalità
B Il timbro
C La velocità
Non solo musica
LETTERATURA
Cantastorie e giullari
Tra il XIII e il XIV secolo cominciarono a girare per le corti e i borghi diversi giovani chierici che si spostavano per seguire le lezioni nei conventi. Erano studenti che, per potersi pagare gli studi e avere di che vivere, facevano i cantastorie, i buffoni e i giocolieri. I chierici vaganti, che avendo studiato nelle scuole dei conventi erano gli unici a saper leggere e scrivere, diventarono il maggior elemento di unione tra la letteratura colta e quella popolare. Tuttavia, non furono sempre ben visti dalla Chiesa che ne condannò il modello di vita e i canti, finendo col definirli in modo dispregiativo ioculari (giullari), ovvero giocherelloni e bighelloni. I cantastorie invece si spostavano per le piazze raccontando con il canto una nuova versione di una storia antica. In Francia questo nuovo filone letterario musicale che narrava le gesta epiche di nobili e cavalieri prese il nome di chanson de geste.

NUOVE FORME MUSICALI
Durante il periodo dell’Ars nova le principali forme musicali profane che si svilupparono furono:
• il madrigale, eseguito a due o tre voci e il cui soggetto è pastorale o amoroso. Secondo alcuni storici il nome madrigale deriva dal fatto che il testo cantato non era più scritto in latino ma in volgare, ovvero la lingua madre dell’epoca;
• la ballata, la chanson e la caccia, composizioni poetico-musicali che descrivono scene di vita quotidiana, storie d’amore o di caccia. La ballata presenta sempre un ritornello, mentre la chanson no. La caccia è un brano musicale nel quale le voci, almeno due, si rispondono come nel canone, una composizione a più voci che si basa sul principio dell’imitazione; la terza voce è affidata al basso o all’accompagnamento strumentale.
Le forme musicali sacre del periodo erano:
• la messa, una composizione complessa e articolata che comprendeva tutte le parti del rito liturgico;
• il mottetto, un brano polifonico contrappuntistico che nasceva dal canto gregoriano. Se nell’Ars antiqua era evidente il collegamento con il genere di partenza, nell’Ars nova il mottetto prendeva forma e vita autonoma passando da contenuti religiosi a temi profani.
Ars antiqua
Nasce il mottetto, una forma polifonica più evoluta.
Il mottetto inizialmente è una forma sacra, col tempo diventa composizione profana in lingua volgare.
Attraverso la scrittura si iniziano a fissare i valori musicali nella cosiddetta «notazione mensurale»; cioè viene stabilita la durata delle note.
Gli esponenti più importanti: Leonino e Perotino.
BRANO A044
DOUCE DAME JOLIE
G. de Machaut
Guillaume de Machaut è considerato l’esponente più importante dell’Ars nova; tra le sue composizioni puoi ascoltare Douce dame jolie
Ars nova
Gli strumenti musicali sostituiscono alcune parti vocali.
La notazione musicale si evolve attraverso l’introduzione di nuovi segni per designare le note lunghe e/o brevi.
Si semplifica la polifonia.
Gli esponenti più importanti: Philippe de Vitry, Marchetto da Padova, Jacopo da Bologna e Francesco Landino.
1. Quale voce esegue la melodia?
A Voce maschile B Voce femminile C Voce bianca
2. Che stato d’animo ti ispira questo brano? Confronta la tua risposta in classe.
BRANO A045
ECCO LA PRIMAVERA
F. Landino
Francesco Landino (o Landini), del quale ti proponiamo di ascoltare il brano Ecco la primavera, è stato uno degli autori italiani dell’Ars nova.
1. Quale strumento accompagna la voce?
A Cornetto B Flauto C Nessuno
2. Quante voci femminili cantano?
A Due B Tre C Quattro
Tour musicale
Partiamo per un breve viaggio nei luoghi caratteristici del Medioevo, tra musica sacra e profana. La musica sacra accompagnava i riti cattolici e si eseguiva nelle cattedrali e nei monasteri, dove nacquero le scuole musicali. Nei castelli, invece, la musica accompagnava le feste e le danze, con canzoni che parlavano d’amore, di imprese cavalleresche e di caccia.

1a TAPPA PIEVE DI SAN MARTINO IN RAFANETO

Romagna, Marche
Iniziamo la nostra gita partendo dalla Pieve di San Martino in Rafaneto, una struttura massiccia e immersa nel verde situata nella frazione di Villa Verucchio. L’interno, spoglio ed essenziale, ha un’acustica perfetta per eseguire dei canti a cappella.
2a TAPPA ROCCA MALATESTIANA DEL SASSO
A pochi minuti dalla Pieve si trova la Rocca Malatestiana del Sasso. Situata in una posizione strategica, la rocca, circondata da imponenti e solide mura, aveva chiaramente una funzione militare. Ciononostante, al suo interno potrebbero essere state celebrate anche delle feste e dei banchetti.


3a TAPPA ROCCA DI GRADARA
L’ultima tappa della nostra gita è la Rocca di Gradara, nelle Marche. In questo castello, dotato di saloni per feste e banchetti nei quali si tenevano anche balli e concerti, pare si sia realmente svolta la triste vicenda di Paolo e Francesca, narrata persino da Dante nel canto V dell’Inferno
Ora tocca a te!
Esistono pievi e castelli nella zona dove vivi? Dividetevi in piccoli gruppi e, in classe, provate a realizzare una mappa interattiva proponendo un tour alla scoperta degli edifici medievali che si trovano vicino a voi.
Mappa attiva
Completa la mappa inserendo le parole mancanti. Europa – monasteri – polifoniche – ballata – antiqua – monodico –strumenti – latina – ritmo – volgare – nova – Francesco – note Inquadra il QR code e svolgi la verifica Verifica sul Medioevo

o all’interno di confraternite religiose laiche eseguiti vocalmente e in lingua ....................................... un canto scritto in lingua
la lauda è si diffonde
nasce nei i canti gregoriani sono le principali forme sono
la musica sacra

gli autori principali
inventa un modo per
la musica profana Guido d’Arezzo in tutta dal XIV secolo il madrigale e la memorizzare le
Medioevo
sono è attenta descrive sacro e/o profano sant’Ambrogio, san d’Assisi, Jacopone da Todi, Francesco Landino

l’Ars l’Ars
è di contenuto
sono tecniche con l’accompagnamento di
al senso del ....................... scene di vita quotidiana eseguite anche
1
Il mio Music factor

Sfoglia l’Unità sul Medioevo, quindi ripercorri mentalmente ciò che hai studiato, aiutandoti anche con la mappa di p. 59. Rielabora gli stili del periodo e costruisci la tua identità musicale attraverso le attività proposte.
La mia top five
Tra i brani che hai ascoltato in questa Unità, quali sono i tuoi preferiti? Crea la tua personale playlist.
1 2 3 4 5
Ora, pensando al brano che hai messo al primo posto, prova a spiegare perché ti ha colpito più degli altri, rispondendo alle seguenti domande.
Che stato d’animo ti ha ispirato?
Lo senti affine alla tua personalità? Perché?
2
La mia colonna sonora
Osserva l’opera qui proposta e scegli per la scena che vedi una «colonna sonora» selezionando un brano ascoltato nell’Unità.
A questo quadro abbinerei il brano perché
Vittoria degli angeli sul drago dell’Apocalisse, 1050-1075.

3
Il quadrato magico medievale conosciuto come quadrato del Sator riporta una curiosa iscrizione latina che può essere letta partendo dall’alto o dal basso, da destra o da sinistra. La frase che risulta è sempre la stessa, «Sator Arepo Tenet Opera Rotas», che significa: «Il seminatore tiene con cura le ruote del suo carro». Prova a musicare il quadrato del Sator utilizzando una scala di 5 suoni: Re Mi Fa Sol La. Ti suggeriamo la prima misura; prova a musicare le frasi mancanti attraverso un tema e aggiungi, nei righi successivi, accompagnamenti ritmici melodici e un basso di Re.

4

Suoniamo insieme!
Apprendimento cooperativo
È il momento di sperimentare la musica medievale «dal vivo». In classe, aprite l’antologia di brani (Volume C) e... suonate insieme!
AGNUS DEI
Autore anonimo
Volume C - p. 126
IN TABERNA QUANDO SUMUS
Autore anonimo
Volume C - p. 127
LAUDE NOVELLA SIA CANTATA
Autore anonimo
Volume C - p. 132





UNITÀ 5 Ascolta il Rinascimento

Ascolta i brani proposti in questa pagina


Nel 1492, con la scoperta dell’America, si concluse il Medioevo. Ebbe inizio l’Età moderna e, con essa, il Rinascimento, così definito per la rinascita della cultura e dell’arte. In ambito musicale venne perfezionata la tecnica polifonica e nacque la scuola franco-fiamminga, che diede vita a un modo di cantare armonioso e facilmente comprensibile. In questo periodo videro la luce anche la scuola romana, in cui il canto non era accompagnato con strumenti musicali, e la scuola veneziana, in cui le composizioni sacre, accompagnate da numerosi strumenti, erano caratterizzate da uno stile più brillante.
Colpo di genio
VECCHIE LETROSE - Adrian Willaert
BRANO A055
La villanella, di cui Vecchie letrose è un brillante esempio, è tra le forme musicali più originali del periodo. A caratterizzarla e a renderla famosa in tutta Europa furono lo stile melodico semplice e i testi in lingua napoletana che trattavano argomenti popolari in chiave ironica e parodistica.







SU, SU, LEVA, ALZA LE CIGLIA - Bartolomeo Tromboncino
BRANO A049
Questa frottola è una composizione a quattro voci che poteva essere eseguita anche da un solista nel canto con un accompagnamento. La melodia è modale mentre le parti polifoniche seguono gli accordi.



ARDITA ZANZARETTA - Carlo Gesualdo da Venosa
BRANO A052
Geniale e malizioso madrigale a cinque voci, conserva le caratteristiche peculiari del genere: metrica libera, cromatismi, cambi improvvisi di tempo e dinamiche che seguono fedelmente le parole.







Gli strumenti del periodo






MAGNIFICAT - Giovanni Gabrieli
BRANO A050
Classico esempio della scuola veneziana, questa composizione sorprende, fin dalla prime note, per la ricchezza nella polifonia vocale e strumentale.



Ottaviano Petrucci stampa la prima edizione musicale a caratteri mobili MUSICA
• Flipped classroom
• Linea del tempo
1492
STORIA
Scoperta dell’America
ARTE
Leonardo da Vinci dipinge l’Ultima cena
AGNUS DEI - Pierluigi da Palestrina
BRANO A051

MUSICA
Viene stampata la prima raccolta di madrigali
MUSICA

Questo suggestivo brano sacro a cappella rappresenta un esempio tipico della scuola romana in cui la polifonia di Pierluigi da Palestrina si estende in modo chiaro e profondo.


MUSICA
1530 1550 ca. 1516 1521
LETTERATURA
Ludovico Ariosto pubblica l’Orlando furioso
STORIA
Martin Lutero è scomunicato per eresia
1535-1541 1543
Nascono la scuola romana e la scuola veneziana
1545-1563 1564 1567
Viene pubblicata la Missa papae Marcelli di Pierluigi da Palestrina
ARTE
Michelangelo dipinge il Giudizio universale
Niccolò Copernico pubblica il trattato Sulle rivoluzioni delle sfere celesti SCIENZE
STORIA
Concilio di Trento
SCIENZE
Nasce Galileo Galilei, inventore del metodo scientifico

La centralità dell’essere umano
L’Età moderna fu un periodo di grandi e importanti trasformazioni: l’impero bizantino era crollato, le monarchie nazionali in Francia, Spagna, Inghilterra e Scandinavia si erano consolidate, mentre la Chiesa aveva iniziato a perdere gran parte del suo potere. Sul piano letterario e artistico si affermò l’Umanesimo, un nuovo movimento che poneva l’essere umano al centro dell’universo, riconoscendolo artefice del proprio destino. Questa corrente di pensiero si diffuse in tutta l’Europa, dando vita a un periodo caratterizzato da un rinnovamento culturale e della vita civile: il Rinascimento.
La polifonia fiamminga
L’Umanesimo fu un periodo caratterizzato da una forma di apertura politica, sociale e culturale che, con la sua spinta al cambiamento, favorì lo scambio di idee e innovazioni tra le popolazioni europee. Anche in ambito musicale è testimoniato un maggior impulso alla diffusione delle composizioni. Tra il XV e il XVI secolo, nei territori delle Fiandre, ad esempio, fu fondata la scuola franco-fiamminga, una vera e propria scuola di compositori musicali, che accolsero anche stimoli culturali italiani. La scuola si diffuse in Belgio, Francia e Paesi Bassi. I suoi musicisti dimostrarono grande abilità nella polifonia e per questo erano richiesti dalle corti di tutta Europa. Uno dei massimi esponenti di questa scuola fu Guillaume Dufay, ma altrettanto importanti furono Jan van Ockeghem, Josquin Desprez, Orlando di Lasso e Adrian Willaert.
LETTERATURA Non solo musica
Quando la poesia diventa canzone
Spesso gli autori musicali del Rinascimento prendevano spunto da opere poetiche italiane, come per esempio la Vergene bella, un testo di Francesco Petrarca
Vergene bella, che di sol vestita, coronata di stelle, al sommo Sole piacesti sí, che ’n te Sua luce ascose, amor mi spinge a dir di te parole: ma non so ’ncominciar senza tu’ aita, et di Colui ch’amando in te si pose. Invoco lei che ben sempre rispose, chi la chiamò con fede: Vergene, s’a mercede miseria extrema de l’humane cose già mai ti volse, al mio prego t’inchina, soccorri a la mia guerra, bench’i’ sia terra, et tu del ciel regina.

BRANO A047
VERGENE BELLA
G. Dufay
Il testo di Petrarca è stato musicato da molti compositori. Ti proponiamo di ascoltare la versione del fiammingo Guillaume Dufay
1. Di chi parla il testo?
2. Quale voce esegue la melodia?
A Voce maschile
B Voce bianca
C Voce femminile
Nuove forme musicali
Il tipo di canto che si eseguiva esclusivamente con la voce nelle chiese del Medioevo si chiama «a cappella», dal nome del luogo in cui si posizionavano i cantori per accompagnare la liturgia. La scuola franco-fiamminga rielaborò questo stile medievale arrivando a sviluppare una forma più articolata di musica vocale a cappella, che impiegava la forma di canone in modo sempre più complesso.
Grazie a queste innovazioni vocali le forme polifoniche della chanson si diffusero anche al di fuori delle chiese. Così in molti testi si perse il contenuto liturgico e il modo di cantare si trasformò gradatamente in una forma di canto armonioso, elegante e più facilmente comprensibile, allontanandosi dai tecnicismi vocali tipici del Medioevo. Viaggiando per l’Europa i compositori franco-fiamminghi arrivarono anche in Italia dove, influenzati dalla cultura locale, favorirono la nascita di nuove forme polifoniche di musica profana strutturate in strofe.
LA FROTTOLA

Giovanni Bassano, in una sua opera del 1585, la definisce una composizione da «cantar et sonar con ogni sorte d’instrumenti». Si tratta di una composizione per coro a quattro voci dal contenuto amoroso e sentimentale, in cui la prima voce esegue la melodia principale, le altre tre, mantenendo un andamento isoritmico (ovvero con la stessa struttura ritmica), si sviluppano su note diverse.
LA VILLOTTA
La villotta è una composizione di origine friulana, vocale e strumentale, a tre o quattro voci, con movimenti in imitazione.
LO STRAMBOTTO
Lo strambotto è una forma polifonica molto simile alla frottola in cui il tema è affidato alla prima voce. I contenuti sono sempre di genere sentimentale e amoroso, ma in questo caso il testo è sviluppato in endecasillabi.
I CANTI CARNASCIALESCHI
I canti carnascialeschi nacquero nella Firenze di Lorenzo il Magnifico come accompagnamento ai divertimenti del carnevale. Dal Quattrocento in poi si eseguono in occasione delle feste in maschera carnevalesche in diverse città italiane.
Io non compro più speranza, The Bastard Sons Of Dioniso, Marco Beasley Cerca
Un esperimento di musica rinascimentale, arrangiato secondo i canoni della musica moderna, è il brano Io non compro più speranza realizzato dai The Bastard Sons Of Dioniso. Cerca in rete anche la versione classica di Marco Beasley e osserva le differenze tra i due brani; quale versione ti è piaciuta di più e perché?

La Riforma protestante
Nel 1517 il monaco tedesco Martin Lutero, affiggendo alla porta della cattedrale di Wittenberg le sue celebri 95 tesi, accusò la Chiesa di aver perso di vista i valori del Vangelo e di essere troppo legata ai beni materiali. In quel modo diede inizio alla Riforma protestante che porterà alla divisione della Chiesa in cattolica e protestante. Con la Riforma luterana anche la musica sacra subì un cambiamento decisivo perché il monaco tedesco, da musicista competente quale era, nelle sue tesi rimproverava la Chiesa anche per i testi delle liturgie e dei canti che, essendo in latino e quindi poco comprensibili, allontanavano i fedeli.
Le monarchie del Nord Europa abbracciarono con entusiasmo le tesi di Lutero, mentre quelle dell’Europa meridionale rimasero fedeli al papato rispondendo alla Riforma luterana con la Controriforma, elaborata dal Concilio di Trento tra il 1545 e il 1563. Sotto il profilo musicale, il Concilio di Trento riconobbe la validità di alcune idee di Lutero, come la scarsa comprensibilità dei testi e dei canti sacri, e decise quindi di emanare nuove norme al fine di semplificare i testi delle composizioni polifoniche sacre.

LA MUSICA DELLA RIFORMA PROTESTANTE
La riforma di Lutero puntava soprattutto a semplificare la liturgia. Lutero sosteneva che la musica fosse una meravigliosa creazione e un dono di Dio e pertanto il suo obiettivo era quello di stabilire un rapporto diretto e più intimo tra i credenti e la divinità stessa. Il centro del rito secondo Lutero non doveva più essere il celebrante con i suoi gesti ripetuti e spesso incomprensibili, ma tutta l’assemblea che doveva partecipare attivamente alla celebrazione. Pertanto, egli stesso tradusse in tedesco la Bibbia, traduzione mai autorizzata dalla Chiesa, e semplificò i canti liturgici in modo che tutti i partecipanti potessero unirsi al coro. Grazie alla collaborazione del musicista Johann Walther, utilizzando melodie tipiche della tradizione popolare, sostituì i testi delle canzoni con quelli dei salmi dando origine alla tradizione del corale tedesco, una forma musicale particolarmente diffusa nella Chiesa luterana caratterizzata da una melodia molto semplice e facile da cantare.
A048
ES IST EIN ROS ENTSPRUNGEN
M. Praetorius
La Riforma luterana provocò dei cambiamenti anche nella scrittura della musica sacra. Per comprenderli meglio ascolta il brano Es ist ein Ros entsprungen di Michael Praetorius. Si tratta di un canto natalizio tedesco che risale al Cinquecento e che venne riadattato nel 1609 dal compositore tedesco.
1. Quale strumento accompagna le voci?
2. Il coro canta polifonicamente o all’unisono?
3. Come definiresti l’andamento del brano?
Artisti di corte e Maestri di cappella
Nel XVI secolo, l’Italia era divisa in tanti piccoli Stati, ciascuno governato da una Signoria che, per celebrare la propria grandezza, accoglieva a corte artisti e intellettuali dando vita al mecenatismo. Il mecenatismo di fatto garantiva il sostegno economico necessario agli artisti e agli intellettuali per produrre le opere e i capolavori che davano lustro e fama ai principi che li ospitavano. È in città come Firenze, Verona, Mantova, Ferrara, Venezia e Roma che trovarono appoggio al loro lavoro artisti e studiosi come Leonardo da Vinci, Niccolò Machiavelli, Niccolò Copernico, Ludovico Ariosto, Michelangelo Buonarroti, Torquato Tasso e Galileo Galilei
Molti musicisti, compositori e direttori di coro trovavano impiego presso la nobiltà del tempo come Maestri di cappella. In molti casi si trattava di un incarico a tempo indeterminato che garantiva vitto, alloggio e uno stipendio fisso. Ciò permetteva di vivere grazie alla musica. Le istituzioni che in Europa rilasciavano questo titolo erano due: l’Università di Bologna e l’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Inoltre, l’evoluzione della stampa permise all’editore musicale veneziano Ottaviano Petrucci di pubblicare molte raccolte musicali, dando un ulteriore impulso alla diffusione della musica di questo periodo.


Cerca su internet la pagina web della Petrucci Music Library : potrai trovare decine di migliaia di spartiti di musica classica divenuti di pubblico dominio. Insieme alla classe raccogli gli spartiti più interessanti in un catalogo musicale.
BRANO A049
SU, SU, LEVA, ALZA LE CIGLIA
B. Tromboncino
Una delle frottole più famose composte dal veronese Bartolomeo Tromboncino è la canzone del risveglio dal titolo Su, su, leva, alza le ciglia
1. Quali strumenti accompagnano la composizione?
A Ghironda e arpa
B Liuto e percussioni
C Flauto dolce, clavicembalo e viola da gamba
2. Quale voce esegue la frottola?
A Voce bianca B Voce femminile C Voce maschile

Tromboncino.

Scuola romana e scuola veneziana
Nel Cinquecento a Roma, com’era accaduto cento anni prima in Francia, si sviluppò una scuola musicale «a cappella», in cui il canto non prevedeva l’accompagnamento con strumenti musicali. La scuola romana nacque anche grazie a molti musicisti della scuola franco-fiamminga, come Josquin Desprez, Jacques Arcadelt e Jacob Obrecht, che non si occupavano solo di musica profana.
Il rappresentante più autorevole della scuola romana fu Pierluigi da Palestrina il quale, facendo riferimento alle direttive musicali emanate dal Concilio di Trento e alle influenze della scuola franco-fiamminga, elaborò una linea melodica più chiara e nitida del canto sacro, producendo circa un centinaio di messe.
Intanto a Venezia il compositore Andrea Gabrieli (1533-1585), discepolo del maestro Adrian Willaert della scuola franco-fiamminga, prese una strada diversa dalla scuola romana accompagnando le composizioni sacre con numerosi strumenti ad arco e a fiato: nacque così la scuola veneziana
Un tipo di opera che contraddistingueva questa scuola musicale è legata alla struttura della ba silica di San Marco: la chiesa comprende due balconate in cui si posizionano i cantori, det te cantorie, contrapposte ai lati della navata centrale e, posizionando voci e strumenti in tali strutture e alternando la loro esecuzio ne, si ottiene un effetto stereofonico di botta e risposta. Molti compositori crearono opere musicali giocando con questa particolare caratteri stica stereofonica, proprio per esaltare l’acustica del luogo. Tra i musicisti che diedero lustro alla scuola veneziana vi fu anche Giovanni Gabrieli, nipote di Andrea.

MAGNIFICAT
G. Gabrieli
Per comprendere meglio la differenza tra la scuola romana e quella veneziana ascolta il Magnificat a 33 voci di Giovanni Gabrieli.
1. Come inizia la composizione?
A Con un’introduzione strumentale
B Con una voce solista
C Con voci e strumenti insieme
2. Che sensazione ti ispira questo brano? Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.
Pierluigi da Palestrina
Nato a Palestrina nel 1525, Pierluigi è considerato il massimo musicista italiano del Cinquecento e l’esponente di punta della scuola polifonica romana rinascimentale. Egli operò principalmente a Roma alla corte dei papi dove, per oltre quarant’anni, ricoprì l’incarico di Maestro di cappella scrivendo principalmente messe e musica liturgica per le celebrazioni pontificali. Pubblicò il suo primo libro di messe nel 1554 dedicandolo a papa Giulio III, che lo aveva chiamato a dirigere la cappella di San Pietro. Quando nel 1555 papa Paolo IV esonerò Pierluigi e altri cantori dai loro incarichi perché sposati, il compositore scrisse il primo libro di madrigali a 4 voci. È nel 1561 che Pierluigi scrisse la sua composizione più famosa, Missa Papae Marcelli, ispirandosi alle nuove direttive del Concilio di Trento. Nei quattro anni successivi pubblicò anche una prima raccolta di mottetti a 4 voci. Grazie a queste ultime produzioni la sua notorietà aumentò e Pierluigi fu conteso dai principali nobili e aristocratici del tempo, tra cui il duca Guglielmo Gonzaga. Dal 1568 al 1587 Pierluigi da Palestrina prestò servizio alla corte dei Gonzaga a Mantova, per poi tornare definitivamente a Roma dove morì nel 1594.
A051
MISSA HODIE CHRISTUS NATUS EST: AGNUS DEI
P. da Palestrina
Per comprendere meglio le composizioni a cappella della scuola romana, ascolta Missa hodie Christus natus est: Agnus Dei di Pierluigi da Palestrina pubblicata nel 1575.
1. Come procede l’andamento ritmico del brano?
2. Quali voci eseguono la composizione?
A Voci miste
B Voci femminili
C Voci maschili
Il madrigale
Nella seconda metà del Cinquecento si affermò una nuova forma poetico-musicale che prendeva spunto dalla chanson e dal mottetto franco-fiammingo, dalla frottola e dai canti carnascialeschi: il madrigale. I testi dei madrigali erano sempre di elevato contenuto poetico e spesso venivano presi direttamente dal repertorio di poeti e autori come Petrarca, Ariosto e Tasso, che per questo potremmo definire, anche se in modo non del tutto corretto, i primi parolieri della musica polifonica italiana.

Non solo musica
LETTERATURA
Senza copione
Verso la metà del Cinquecento in Italia, dalla fiorente attività dei mimi, dei giullari e dei cantastorie, si sviluppò una forma di spettacolo itinerante denominata «commedia all’improvviso» o «commedia a soggetto». Il nome deriva dal fatto che gli attori che vi prendevano parte non avevano un copione prestabilito ma l’azione si basava su canovacci, una sorta di linee guida che delineavano la vicenda principale, l’intreccio. Sulla base dei canovacci gli interpreti, per la prima volta anche femminili, improvvisavano delle scene, chiamate lazzi. Proprio per la bravura degli attori-artisti questo stile teatrale prenderà in seguito il nome di commedia dell’arte.
• Brani musicali
• Focus
CARATTERISTICHE DEL MADRIGALE
Le caratteristiche tecniche del madrigale possono essere riassunte nei seguenti punti:
• si tratta di un brano polifonico che varia da tre a sei voci;
• la polifonia prevede spesso dei passaggi cromatici e dissonanti;
• la struttura è libera, ovvero non tiene conto dell’alternanza strofa/ritornello;
• può essere accompagnato da strumenti musicali;
• la melodia segue il testo in maniera precisa.
BRANO A052
ARDITA ZANZARETTA
C.G. da Venosa
Per comprendere meglio il significato di «cromatico» e «dissonante», ascolta Ardita zanzaretta, un audace madrigale a cinque voci del principe Carlo Gesualdo da Venosa .
BRANO A053
FLOW, MY TEARS
J. Dowland
John Dowland, abile compositore e liutista inglese, diventò molto noto per le sue raccolte di raffinati brani per liuto, dei quali ti proponiamo di ascoltare la dolce e poetica Flow, my tears.
La villanella
Un’altra tipica forma musicale del Cinquecento è la villanella, derivante dalle poesie popolari napoletane. Inizialmente strutturata in endecasillabi, ne nacquero poi delle varianti con un numero maggiore di versi liberi e un ritornello. Rispetto al madrigale, la villanella ha uno stile più semplice nella polifonia, nella melodia e nel testo, e originariamente veniva eseguita a cappella a tre voci: una per la melodia, due per l’accompagnamento. I testi, scritti in lingua napoletana, raccontano situazioni di carattere popolare, spesso amorose, in chiave comica e parodistica.


In quale modo viene musicato il testo?
A Con una struttura di strofa e di ritornello
B Con continui cambi di tempo e atmosfera, per sottolineare ogni parola
C Con un ritmo e un fraseggio sempre uguale
Quale strumento accompagna la voce?
A Clavicembalo
B Arpa
C Liuto
BRANO A054
Anonimo
Ascolta questa villanella per cogliere meglio le differenze con il madrigale.
Qual è il carattere del brano?
A Rapido B Moderato C Lento

Maddalena Casulana, Morir non può il mio cuore, Nightingale Vocal Ensemble Cerca Bartolomeo Veneto, La suonatrice di liuto, 1520.
Uno dei brani più celebri di Maddalena Casulana è Morir non può il mio cuore. Cercalo su internet e confrontalo con la versione del Nightingale Vocal Ensemble. Quale ti sembra più suggestiva?
Artigiani d’eccellenza
Maddalena Casulana
Nata in Toscana nel 1540, Maddalena Casulana è stata la prima donna musicista a ottenere la pubblicazione dei propri madrigali a 4 voci, raccolti nell’antologia Il desiderio, edita nel 1566 da Girolamo Scotto di Venezia. Dotata di notevoli qualità artistiche e diplomatiche, Casulana riuscì a instaurare profondi legami con i principali artisti dell’epoca. In particolare l’incontro con Orlando di Lasso, Maestro di cappella alla corte del Duca Alberto V di Baviera, le consentì di acquisire ulteriore notorietà. Il Maestro le propose di scrivere una composizione per le nozze di Guglielmo V, figlio del Duca di Baviera e in risposta a questo invito Maddalena compose un mottetto a 5 voci, Nil mage iucundum, di cui però ci è pervenuto soltanto il testo latino composto da Nicolò Stopio. Fu lei stessa a eseguirlo, in veste di compositrice e cantante, durante le celebrazioni nuziali a Monaco.
Successivamente si trasferì a Milano dove strinse amicizia con Vittoria Moschella e Sudetta Fumia, due apprezzate cantanti dell’epoca. Da Milano si spostò a Vienna, dove prese parte alle celebrazioni per il matrimonio di Carlo II d’Asburgo con Maria Anna di Baviera. Diventata famosissima, il tipografo veneziano Angelo Gardano la definì «di questa nostra età musa e sirena». Non si conoscono né la data né il luogo della sua morte, ma ci sono pervenute sue notizie solo fino al 1591.
Seguire la propria passione: intervista a Marco Ottone
Marco Ottone ha lavorato come informatore farmaceutico, poi, come lui stesso dichiara, è stato «folgorato sulla Via di Damasco» e ha colto al balzo l’occasione per dedicarsi alle sue passioni: la lavorazione del legno e la musica. Diplomatosi in viola da gamba presso il Conservatorio Ottorino Respighi di Latina, ha partecipato a numerose masterclass di viola da gamba e ha suonato in varie formazioni nei festival dedicati alla musica antica, tra cui Il Rinascimento suona giovane che si svolge a Villa d’Este, a Tivoli. Oggi, oltre all’attività di musicista, svolge anche quella di liutaio e si dedica da anni alla musica antica e alla costruzione dei relativi strumenti ad arco
Leggi l’intervista a Marco Ottone sul Libro digitale


Note al microscopio
Colpo di genio Vecchie letrose
La villanella scelta per questo ascolto guidato fu composta nel XVI secolo da Adrian Willaert, autore che contribuì in maniera importante al successo del genere musicale in Europa. Di origine fiamminga, Willaert ricoprì diversi incarichi importanti in Italia, tra cui quello di Maestro di cappella a Venezia, e fu uno dei compositori più influenti del Rinascimento. Vecchie letrose è una delle sue villanelle più argute e divertenti: il testo, in lingua napoletana, è composto da quattro semplici versi che puntano ironicamente il dito contro quelle signore definite letrose, cioè «scontrose», che passano le giornate nella piazza di paese a spiare la vita degli altri e a spettegolare.
Ascolta
VECCHIE LETROSE
Adrian Willaert
BRANO A055
Il brano sotto la lente
00:00-00:15
Introduzione
Esposizione del tema A introduttivo strumentale a opera di archi, cromorno e flauto.
00:16-01:02
Tema A
Esposizione del tema vocale strumentale polifonico con spostamento di accenti che sottolineano il significato del testo.
01:03-01:18
Tema A
Esposizione del tema strumentale a opera di archi e fiati.
01:19-02:10
Ripresa del tema finale
Ripresa finale del tema vocale fino alla conclusione del brano.

Rispondi
Dopo aver ascoltato il brano, rispondi alle seguenti domande.
1. Come inizia il brano?
A Con un’introduzione strumentale
B Con le voci che cantano
C Con voci e strumenti insieme
2. Il brano è eseguito da:
A voci maschili
B voci femminili
C voci bianche Cerca
Se vuoi vedere una versione a cappella molto dinamica del brano che hai appena ascoltato, cerca su internet Vecchie Letrose del gruppo Vox in fabula e confrontalo con l’esecuzione dei Kantika Vocal Ensemble. Quale ti è sembrata più buffa e divertente? Quale più precisa?
1. Insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne confrontatevi partendo dalla seguente domanda: quali aggettivi utilizzereste per descrivere l’atmosfera del brano? Scrivetene almeno tre.
2. In classe, cercate su internet lo spartito di Vecchie letrose (potete digitare «Vecchie letrose score»), poi seguite l’ascolto del brano eseguendolo come coro parlato.
3. Prova a rappresentare, nello spazio sottostante, la situazione di cui parla questa canzone.

Tour musicale
I principali luoghi in cui si componeva e si eseguiva la musica rinascimentale era-
no le corti dei principi o dei re. Il gusto del ben vivere favorì la nascita di canti e danze per allietare i banchetti e le feste dei nobili che, per questo motivo, fecero costruire veri e propri teatri privati. Facciamo un giro per Firenze, alla scoperta di questi luoghi.

1a TAPPA PARCO DEL PRATOLINO
Il nostro tour parte dal Parco mediceo di Pratolino, situato pochi chilometri a nord di Firenze. Oltre alle bellissime sculture che si possono ammirare visitando il parco, nelle Scuderie sono custoditi i modelli originali dei teatri che i Medici avevano fatto costruire a Firenze durante il periodo della loro Signoria.
2a TAPPA PALAZZO DEGLI UFFIZI
Spostiamoci al Palazzo degli Uffizi dove, al primo e al secondo piano, si trovava il Teatro
Mediceo realizzato da Buontalenti. Di questa struttura resta oggi solo il vestibolo sul quale si apre la porta di ingresso al teatro, attualmente occupato dal Gabinetto dei disegni e delle stampe.


Firenze

3a TAPPA PALAZZO VECCHIO
L’ultima tappa di questo breve tour è a Palazzo Vecchio dove si possono ammirare diversi saloni, che, ancora oggi in occasioni speciali, vengono utilizzati anche per eventi musicali importanti. Uno di questi è il Salone dei Cinquecento, la sala più grande e importante dell’intero palazzo.
L’Italia è stata la culla del Rinascimento e in moltissime città si possono ammirare palazzi e teatri realizzati in quel periodo. Sai se nella tua zona ce ne sono alcuni? Fai una breve ricerca e realizza un podcast nel quale racconti, in sintesi, quali teatri e/o palazzi si possono visitare, in che periodo e in quali orari.
Completa la mappa inserendo le parole mancanti. Gabrieli – canto vocale – sacri – ad arco – profana –forma poetico-musicale – corti – stampa – canti polifonici

Inquadra il QR code e svolgi la verifica Verifica sul Rinascimento
armoniosi
nuove forme di musica
dando vita a si fonde con produce
la cultura italiana
Guillame Dufay, Bartolomeo
Tromboncino, Andrea e Giovanni

la scuola musicale franco-fiamminga

gli autori principali
la Riforma protestante porta alla semplificazione della liturgia e dei canti

Umanesimo e Rinascimento
la scuola veneziana il madrigale in Italia sono
la scuola romana «a cappella»

una nuova due cori, posizionati nelle due cantorie della basilica di San Marco
strumenti e a fiato

è caratterizzata dal
senza l’uso degli strumenti musicali
i musicisti
trovano ospitalità presso le grazie alla
e le composizioni musicali vengono diffuse
1
Il mio Music factor

Sfoglia l’Unità sul Rinascimento, quindi ripercorri mentalmente ciò che hai studiato, aiutandoti anche con la mappa di p. 75. Rielabora gli stili del periodo e costruisci la tua identità musicale attraverso le attività proposte.
La mia top five
Tra i brani che hai ascoltato in questa Unità, quali sono i tuoi preferiti? Crea la tua personale playlist.
1 2 3 4 5
2
La mia colonna sonora
Osserva l’opera qui proposta e scegli per la scena che vedi una «colonna sonora» selezionando un brano ascoltato nell’Unità.
A questo quadro abbinerei il brano perché
Leonardo da Vinci, Sant’Anna, la Vergine e il Bambino, 1503-1519.
Ora, pensando al brano che hai messo al primo posto, prova a spiegare perché ti ha colpito più degli altri, rispondendo alle seguenti domande.
Quali emozioni ti ha suscitato?
Con quali aggettivi lo definiresti?

3
Sul giro armonico de Il Canario, di un autore anonimo, seguendo l’esempio della seguente riscrittura polifonica, completa il tema secondo una tua idea melodica.
Il mio senso artistico BRANO A056 4
Suoniamo insieme!
È il momento di sperimentare la musica rinascimentale «dal vivo». In classe, aprite l’antologia di brani (Volume C) e... suonate insieme!
RONDA E SALTERELLO
Autore anonimo
Volume C - p. 135
GAGLIARDA
Autore anonimo
Volume C - p. 138
SCHIARAZULA MARAZULA
Giorgio Mainerio
Volume C - p. 140
UNITÀ 6 Ascolta il Barocco


Ascolta i brani proposti in questa pagina


Il Seicento fu un secolo di grandi cambiamenti storici e sociali: nacquero le nazioni moderne come Spagna e Francia, si formarono le monarchie assolute e il metodo scientifico diede il via alla Rivoluzione scientifica, che mise in crisi i fondamenti religiosi. In ambito artistico si affermò uno stile maestoso e spettacolare, che caratterizzò anche la musica di questo periodo; videro la luce, infatti, numerose forme musicali come il melodramma, la sonata e la suite, contraddistinte da una struttura più libera e legata all’improvvisazione che si discostava dalla rigidità della musica rinascimentale.
Colpo di genio


AGITATA DA DUE VENTI - Antonio Vivaldi
BRANO A064
È l’aria più famosa della Griselda, opera lirica musicata da Vivaldi su libretto di Carlo Goldoni considerata un capolavoro della musica strumentale e tra le più rappresentative di quest’epoca. Dell’aria Agitata da due venti è celebre l’esecuzione virtuosistica del mezzosoprano Cecilia Bartoli.





IL COMBATTIMENTO DI TANCREDI E CLORINDA
Claudio Monteverdi
BRANO A059
L’opera riprende la vicenda del cavaliere cristiano Tancredi, innamorato di Clorinda, guerriera musulmana. Dopo il recitativo iniziale l’orchestra descrive il trotto del cavallo, il rullo dei tamburi la battaglia imminente.



INVERNO, I MOVIMENTO - Antonio Vivaldi
BRANO A063




L’atmosfera del brano parte con note ribattute. Ecco il sonetto che descrive la musica: «Agghiacciato tremar tra nevi algenti. Al severo spirar d’orrido vento, correr battendo i piedi ogni momento; e pel soverchio gel batter i denti».






Gli strumenti del periodo







HALLELUJAH - Georg Friedrich Händel
BRANO A071
Dall’oratorio Messiah, capolavoro vocale strumentale del compositore tede sco, questo brano venne scritto nel 1741 in soli 24 giorni. Eseguito a Londra come brano singolo, ebbe talmente tanto successo che l’anno successivo Händel venne invitato a rappresentare l’intero oratorio.




• Flipped classroom
• Linea del tempo
LETTERATURA
Miguel de Cervantes pubblica il romanzo Don Chisciotte della Mancia

PRELUDIO IN DO MAGGIORE
Johann Sebastian Bach
BRANO A069
Celebre brano di 35 misure scritto per strumento a tastiera, la composizione si presenta senza melodia, o meglio «una melodia di accordi arpeggiati».




MUSICA
A Venezia viene rappresentato, per la prima volta, un melodramma davanti a un pubblico pagante
TECNOLOGIA
Torricelli inventa il barometro
STORIA
Si conclude la Guerra dei trent’anni
ARTE
MUSICA

Luigi XIV fonda l’Accademia reale di danza e musica
Bernini progetta il colonnato di San Pietro
SCIENZE
Newton formula la legge di gravitazione universale
LETTERATURA


A Venezia nasce Carlo Goldoni
MUSICA
Bach compone il primo volume de Il clavicembalo ben temperato
Pergolesi scrive La serva padrona, primo esempio di opera buffa italiana

STORIA
Maria Teresa diventa imperatrice d’Austria

L’arte di meravigliare
Il Seicento fu un secolo caratterizzato da continue guerre che sconvolsero il Vecchio Continente. Mentre a nord l’Inghilterra rafforzava il suo dominio, l’Italia, frammentata in tanti piccoli Stati, divenne terra di conquista da parte di Francia, Austria e Spagna, le grandi potenze dell’epoca.
I fondamenti religiosi furono messi in crisi dalle scoperte scientifiche e dalle riforme, e anche a livello sociale si cominciò a percepire una grande inquietudine generale.
In questa particolare cornice in Italia si sviluppò una tendenza artistica denominata Barocco, che si estese e si evolse in tutta Europa. Il termine sembra derivare dal portoghese barroco, che sta a indicare una perla non perfettamente sferica di grosse dimensioni, bizzarra ma di grande valore. La letteratura si fece ricca di metafore ardite e inconsuete, e in tutta l’arte, da quella figurativa, alla musica e al teatro, si cercava di stupire e meravigliare con ogni mezzo.
Nonostante fosse soggiogata e dominata da altre nazioni, l’Italia era percorsa da una tale vivacità e vitalità creativa da influenzare tutto il continente europeo. Intanto in Inghilterra William Shakespeare, detto il Bardo, scrisse capolavori indiscussi come Giulietta e Romeo, La bisbetica domata, Amleto, Otello, e in Spagna Miguel de Cervantes diede vita a Don Chisciotte della Mancia.
INNOVAZIONI MUSICALI
Il periodo barocco fu caratterizzato dal fiorire di nuove forme musicali come la fantasia, i capricci, le sonate, le toccate e i ricercari. Questi brani si discostavano dalla struttura rigida tipica del Rinascimento, per approdare a un linguaggio più libero, ispirato all’improvvisazione che diventa composizione. Nacquero così nuovi generi, forme musicali inedite e strumenti innovativi. Il Teatro Farnese, costruito tra il 1617 e il 1618 a Parma.

BRANO A057
THY HAND, BELINDA da DIDONE ED ENEA
H. Purcell
In Inghilterra uno dei compositori che assimilò prima degli altri lo stile operistico del Barocco fu Henry Purcell, che lo seppe riprodurre nel capolavoro Didone ed Enea del quale ti proponiamo di ascoltare l’aria Thy hand, Belinda.
1. Quali strumenti accompagnano la voce solista?
2. Che andamento ha il brano?
A Lento e malinconico
B Allegro e spensierato
C Rapido e ritmato
FORMAZIONI, STORIA DELLA MUSICA E LINGUAGGIO MUSICALE
FORMAZIONI, STRUMENTI E STORIA DELLA MUSICA EDIZIONE COMPATTA
Music factor è un corso di musica completo e versatile che aiuta a comprendere in modo coinvolgente e attivo la musica in tutti i suoi aspetti, tenendo conto delle diverse esigenze.
La proposta didattica è finalizzata a stimolare la comprensione del linguaggio musicale e la maturazione di un proprio senso estetico e critico; le abilità e le competenze vengono gradualmente sviluppate per promuovere la musica d’insieme, la creatività e l’improvvisazione.
• Videolezioni per la flipped classroom
• Orientamento e professioni della musica
• Esercizi creativi per sviluppare le competenze e una personale identità musicale
• Percorsi per l’esame con collegamenti interdisciplinari
• Compiti di realtà disciplinari e interdisciplinari
• Basi musicali suonate da musicisti professionisti
• Spartiti originali pensati per la musica d’insieme
• Percorsi graduali per imparare a improvvisare su scale pentatoniche e modali
Scopri tanti materiali aggiuntivi su: www.musicainclasse.it
musica
in classe
CODICI PER ADOZIONI E PACK VENDITA (modalità mista di tipo b - libro cartaceo e libro digitale)
ISBN 978-88-472-4280-7
ISBN 978-88-472-4281-4
ISBN 978-88-472-4282-1
ISBN 978-88-472-4283-8
ISBN 978-88-472-4284-5
Volume A + Volume B + Volume C
Volume A
Volume compatto
Volume compatto + Volume C
Volume Didattica inclusiva
Il corso è disponibile nella modalità di tipo C (solo digitale). Per maggiori informazioni www.raffaelloscuola.it/testi-tipo-c
Contenuti e strumenti di condivisione, per la lezione in classe e a casa. Risorse digitali
Testo modificabile, dizionario integrato, servizio traduzione. Alta leggibilità
Audiolibro integrale curato da speaker professionisti. Audiobook

Attivazione di risorse e strumenti tramite smartphone o tablet. QR code
Prezzo di vendita al pubblico