Music factor - Volume A

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FORMAZIONI, STRUMENTI E

STORIA DELLA MUSICA

» ORIENTAMENTO E IDENTITÀ MUSICALE

» VIDEOLEZIONI PER LA FLIPPED CLASSROOM

» ATTIVITÀ CREATIVE E COOPERATIVE

» EDUCAZIONE CIVICA E TOUR MUSICALI

» PERCORSI PER L’ESAME

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FORMAZIONI,

STRUMENTI E STORIA DELLA MUSICA

Com’è fatto

il libro

Music factor è un corso di musica completo e versatile che aiuta a comprendere in modo coinvolgente e attivo la musica in tutti i suoi aspetti. La proposta didattica è finalizzata a stimolare la comprensione del linguaggio musicale, la maturazione di un proprio senso estetico e critico e la costruzione di una propria identità musicale.

Orientarsi nella musica

Il volume si apre con delle pagine di orientamento contenenti la spiegazione delle principali professioni che ruotano attorno al mondo della musica e con un test, utile per iniziare a definire la tua identità musicale.

In ogni doppia pagina, inquadra il QR code in alto per accedere agli strumenti inclusivi e ai contenuti digitali

Inquadra il QR code e scopri come utilizzare i contenuti digitali e gli strumenti inclusivi disponibili su Raffaello Player: testo ad alta leggibilità, audiolettura, dizionario di italiano, traduttore multilingue.

PARTE 1 - Il suono, la voce e gli strumenti musicali

La prima parte del volume è dedicata al suono, alla voce, alle formazioni musicali e agli strumenti.

Gli strumenti sono divisi per famiglie e descritti in maniera chiara e dettagliata.

Scopri di più sugli strumenti grazie al racconto in prima persona di musicisti professionisti

PARTE 2 - Storia della musica

La seconda parte del volume è dedicata alla storia della musica. Ogni unità si apre con una selezione dei brani più rappresentativi del periodo e una linea del tempo multidisciplinare.

Ascolta i brani proposti nell’apertura .

Leggi le particolarità che caratterizzano il «Colpo di genio».

Osserva gli strumenti caratteristici del periodo.

Il testo, chiaro ed esauriente, è accompagnato da box che completano e arricchiscono l’esperienza didattica.

Approfondisci i collegamenti interdisciplinari con le altre materie di studio.

Guarda il video, utile per la flipped classroom, ed esplora la storia della musica con la linea del tempo interattiva.

Leggi le interviste ad alcuni artigiani del settore

Svolgi attività di ricerca e approfondimento sul web.

Gli ascolti permettono di comprendere i concetti chiave espressi nel testo, aiutando lo sviluppo delle proprie capacità.

Metti in pratica le competenze acquisite rispondendo alle domande.

Ascolta i brani musicali presenti nel volume e utilizza il player audio per regolarne la velocità.

Le pagine «Note al microscopio» analizzano a fondo le caratteristiche del colpo di genio.

Leggi l’ascolto guidato per comprendere e riflettere sulle diverse parti del brano.

Rispondi alle domande relative al brano.

Svolgi queste attività insieme alla classe, esplorando a fondo il tuo « fattore musicale».

La biografia degli autori e delle autrici principali del periodo viene approfondita in delle pagine speciali, contenenti anche dei fumetti che raccontano in modo simpatico ma rigoroso alcuni eventi significativi della loro vita.

Le pagine «Tour musicale» permettono di andare alla scoperta di alcuni luoghi della musica, caratteristici di un determinato periodo storico.

Condividi con la classe, in maniera creativa, le tue esperienze.

Le mappe a completamento, presenti alla fine di ciascuna unità e realizzate con font ad alta leggibilità, consentono di ripassare i contenuti appena studiati.

Svolgi la verifica finale autocorrettiva in Moduli Google.

Le pagine «Il mio Music factor» permettono di costruire una propria identità musicale, un gusto estetico personale, obiettivo di apprendimento messo in luce dalle Indicazioni nazionali.

Con questi esercizi puoi consolidare la comprensione e l’apprendimento dei concetti e sperimentare una tua interpretazione

Svolgi queste attività per rielaborare in maniera creativa e personale ogni periodo storico.

Percorsi per l’esame

La sezione conclusiva del volume contiene i percorsi per l’esame che, partendo da un evento musicale significativo, ti permetteranno di trovare connessioni con altre discipline scolastiche, con suggerimenti per sviluppare e organizzare in autonomia il colloquio d’esame

Suona insieme alla classe i brani suggeriti.

Risorse

Alla

Vaqueiras, Kalenda

O. von Wolkenstein, Frölich geschrai so well wir

Pergolesi, Stizzoso, mio stizzoso, da La serva

A. Corelli, Sonata per violino e basso continuo op.

A. Vivaldi, Inverno, I movimento Allegro non molto, da Le quattro stagioni

al microscopio - A. Vivaldi, Agitata da due venti

M. Marais, Sonnerie de Sainte Geneviève du Mont de

J.S. Bach, Contrapunctus 1, da L’arte della fuga

J.S. Bach, Preludio in Do maggiore, da Il clavicembalo ben temperato 130

J.S. Bach, Herz und Mund und Tat und Leben 130 L’oratorio 131

G.F. Händel, Hallelujah, da Messiah 131

Georg Friedrich Händel 132

G.F. Händel, La réjouissance, da Musica per i reali fuochi d’artificio 132

G.F. Händel, Lascia ch’io pianga .................................................

Musica che diverte 138

Lo stile galante 139

G.P. Telemann, Quartetto per flauto, oboe, violino e basso continuo in Sol maggiore 139

Il melodramma di Gluck 139

La nascita dell’opera buffa 140

W.A. Mozart, Non più andrai, farfallone amoroso, atto I, da Le nozze di Figaro 140

La forma-sonata, un nuovo schema compositivo 141

La musica da camera ............................................................................... 141

F.J. Haydn, Quartetto op. 64 n° 5 in Re maggiore, I movimento, da Le nozze di Figaro 141

Franz Joseph Haydn 142

F.J. Haydn, Sinfonia n° 45 in Fa minore, IV movimento 142

La scuola di Mannheim 142

W.A. Mozart, Concerto n° 21, Andante 143

Il concerto per solista e orchestra 143

W.A. Mozart, Sonata per pianoforte in La maggiore n° 11, III movimento 143

Wolfgang Amadeus Mozart 144

Il tema con variazioni 145

W.A. Mozart, Ah! Vous dirai-je, Maman 145

Note al microscopio - W.A. Mozart, Sinfonia n° 25 in Sol minore 146

Il basso albertino 148

La riforma dell’opera

W.A. Mozart, Là ci darem la mano, da Don Giovanni

La nascita del singspiel

W.A. Mozart, Regina della notte, da Il flauto magico ... 149

Le composizioni sacre 150

W.A. Mozart, Confutatis, da Messa di Requiem 150

Maria Anna Mozart, la geniale sorella dimenticata 150 Tour musicale 151

Ludwig van Beethoven

L. van Beethoven, Per Elisa

e il successo in…audito

L. van Beethoven, Sonata per pianoforte n° 14 in Do minore, op. 27 n° 2, I movimento

sinfonie

L. van Beethoven, Sinfonia n° 5 in Do minore op. 67, I movimento

L. van Beethoven, Sinfonia n° 6 op. 68, I movimento Allegro ma non troppo

F. Mendelssohn, Ouverture op. 21, da Sogno di una notte di mezza estate

in

Indice

Clara Wieck Schumann 169

R. Schumann, Concerto in La minore op. 54, I movimento Allegro affettuoso 169

Fryderyk Franciszek Chopin 170

Chi la fa l’aspetti 171

Note al microscopio - F. Chopin, Valzer op. 64 n° 2 172

Il poema sinfonico 174

Gli ultimi grandi romantici: Brahms e Mahler 174

J. Brahms, Sinfonia n° 3, III movimento 174

G. Mahler, Sinfonia n° 5, Adagietto 175

Johannes Brahms 176

Mappa attiva 177 Il mio

G. Bizet, L’amore è un uccello ribelle, da Carmen 197 Pauline Garcìa Viardot 198

L’opera romantica tedesca 199

R. Wagner, Cavalcata delle Valchirie, da La Valchiria 199 Richard Wagner 200

R. Wagner, Dall’alba tinto, da I maestri cantori di Norimberga 201 Il Verismo 202

P. Mascagni, Viva il vino spumeggiante, da Cavalleria rusticana

G. Puccini, Coro a bocca chiusa, da Madama

G. Puccini, O mio babbino caro, da Gianni Schicchi 204

I primi grandi promotori del melodramma italiano

14 Audio 1 Focus 1 Web link

Unità

Dai salotti ai teatri 182

Glossario dell’opera romantica in Italia 182

Tour musicale 183

Gioachino Rossini 184

L’appetito vien suonando 185

G. Rossini, Largo al factotum, da Il barbiere di Siviglia 186

G. Rossini, Ouverture, da Il barbiere di Siviglia 186

G. Rossini, Ouverture, da La gazza ladra 187

G. Rossini, Ouverture, da Guglielmo Tell 187

Altri compositori italiani 188

Vincenzo Bellini 188

V. Bellini, Casta diva, da Norma 188

Gaetano Donizetti 189

Giuseppe Verdi 190

G. Verdi, Libiamo ne’ lieti calici, da La traviata 191

Note al microscopio - G. Verdi, Va, pensiero 192

G. Verdi, Preludio, da Aida 194

G. Verdi, Dies irae, da Messa da Requiem 195

Il melodramma in Francia 196

Georges Bizet 196

G. Bizet, L’arlésienne, suite n°

J. Sibelius, Valse triste, da Kuolema

Smetana

B. Smetana, La Moldava, da La mia patria .........................

Dvořák

A. Dvořák, Sinfonia n° 9 in Mi minore, Allegro con fuoco

Grieg, Suite n° 1 op. 46, da Peer Gynt

M. Musorgskij, M. Ravel, Quadri di un’esposizione

N. Rimskij-Korsakov, Primo movimento, da Shéhérazade

Note al microscopio - N. Rimskij-Korsakov, Il volo del calabrone 218

Il balletto

P.I. Čajkovskij, Lo schiaccianoci

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Strauss, il re del valzer

J. Strauss, Sul bel Danubio blu

Lili Boulanger

L’operetta

J. Offenbach, Infernal galop, da Orfeo all’inferno

Claude Debussy

C. Debussy, Prélude à l’après-midi d’un faune

C. Debussy, Claire de lune, III movimento, da Suite bergamasque

E. Satie, Gnossienne n° 1

Rachmaninov

Note al microscopio - S. Rachmaninov, Preludio

Palco

Orientarsi nella musica

Musicista

Diventare musicisti professionisti non è facile, perché per trasformare la propria passione in lavoro non è sufficiente saper suonare bene uno strumento. Per intraprendere questo mestiere ci vuole pazienza dedizione e, a volte, anche fatica: occorre fare molta «gavetta», ossia esperienza, per migliorare le proprie capacità e acquisire sicurezza sul palco.

Cantante

Il cantante, o interprete, è una persona dotata di una voce espressiva e coinvolgente, in grado letteralmente di «dare vita» a un pezzo musicale. Nonostante spesso non si occupi di scrivere né la musica né i testi delle canzoni che esegue, il cantante deve avere una preparazione tecnica rigorosa: deve conoscere i fondamenti della musica, saperla leggere e interpretare in modo originale, con il suo timbro di voce, il contenuto del testo.

Direttore/Direttrice

Il direttore è la figura professionale che coordina un’esecuzione musicale. Può dirigere un’orchestra un gruppo corale o una banda. Il ruolo del direttore non si limita a dare il tempo durante un concerto: il suo lavoro si svolge soprattutto durante le prove, dove spiega ai musicisti e alle musiciste la sua versione del brano, motivando le sue scelte.

Tutte le canzoni che ci accompagnano quotidianamente nascono dalla fantasia e dalla creatività di persone che ne hanno scritto la melodia, i versi o ne hanno elaborato l’arrangiamento. Ci sono poi molti altri professionisti e professioniste che, pur non suonando o cantando, lavorano nel settore musicale. Vediamo insieme le principali professioni che ruotano attorno a questo mondo fatto di note.

Compositore/Compositrice

Il compositore è un professionista della musica che, dopo anni di studi e di pratica, è in grado di comporre brani musicali complessi, orchestrali, eseguiti da molti strumenti e musicisti. Il compositore ha una conoscenza molto approfondita di tutta la teoria musicale e della storia della musica, che gli permette di realizzare opere di vario genere.

Arrangiatore/Arrangiatrice

L’arrangiatore decide la struttura di un brano, adatta una melodia, arricchisce le armonie e sceglie gli strumenti. Un brano musicale può essere arrangiato in diversi stili secondo il genere musicale scelto (rock, pop, jazz ecc.). L’arrangiatore deve avere quindi un’ottima cultura musicale, preparazione tecnica e possedere una buona dose di creatività e sensibilità artistica.

Paroliere/Paroliera

Il testo di una canzone è composto da parole, per questo molti autori si definiscono «parolieri». Essere un bravo paroliere richiede non solo la capacità di saper utilizzare un linguaggio poetico, ma anche di saper scrivere rispettando la melodia e il ritmo della canzone.

Scopri tante altre professioni del mondo della musica sul Libro digitale.

1. Nella vita di tutti i giorni, quale approccio ti definisce meglio?

A Sono a mio agio quando improvviso.

B Mi piace approfondire le cose e studiarne i dettagli.

2. Quale situazione prediligi quando devi svolgere un lavoro creativo?

A Do il meglio in un lavoro di gruppo.

B Preferisco creare in solitudine.

3. Come ti senti quando le persone apprezzano la tua creatività?

A Mi piace e mi dà grande motivazione.

B Per me è indifferente: io creo, quando la gente sarà pronta, capirà.

4. Hai mai considerato l’idea di insegnare ad altri le tue competenze?

A No, preferisco concentrarmi sul migliorare le mie capacità.

B Sì, sarebbe stimolante condividere le mie competenze con altri.

5. Quando canti o suoni il tuo strumento musicale...

A ti diverti soprattutto se c’è qualcuno che ti ascolta.

B preferisci farlo nella tua cameretta, in pace.

6. Dovendo preparare un’esibizione pubblica, che tipo di brano preferiresti suonare o cantare?

A Andrei sul sicuro presentando un successo internazionale.

B Mi metterei in gioco portando un brano originale.

Prevalenza di risposte A PALCO

Sei una persona esuberante, estroversa, piena di energia, di entusiasmo e capace di socializzare. Ami stare in mezzo alle persone, partecipare a eventi, metterti in mostra e cercare l’attenzione degli altri. Ti piace esibirti e hai un talento per la performance. La tua energia contagia le persone che ti circondano e hai la stoffa per diventare un leader positivo. Nella musica potresti occuparti di: performance con uno strumento o cantando, dirigere un’orchestra, organizzare eventi.

Leggi l’intervista al pianista jazz Roberto Magris sul Libro digitale.

Ti reputi una persona più adatta a mostrare le tue abilità sul palco oppure preferiresti lavorare in studio, dietro le quinte? Scopri il tuo profilo facendo questo test!

7. Ti piacerebbe partecipare a un talent dedicato alla musica?

A Sì, mi piacerebbe farlo.

B No, non mi interessa.

8. Se dovessi esibirti in pubblico, come preferiresti farlo?

A Preferirei fare parte di una band.

B Preferirei esibirmi come solista.

9. Immaginando di comporre musica...

A preferiresti scrivere solo per te.

B ti piacerebbe se fosse qualcun altro a eseguire i tuoi brani.

10. Che cosa faresti per migliorare le tue abilità compositive?

Prevalenza

STUDIO

dirisposteB

Sei una persona curiosa e trovi ispirazione nel mondo che ti circonda. Hai spesso idee originali e innovative che riesci ad applicare sia nello studio che nella vita quotidiana. Ti piace pensare in modo non convenzionale e risolvere i problemi in modo creativo, cercando sempre nuove prospettive e approcci. La tua creatività ti permette di esprimerti e di raggiungere risultati eccellenti in ciò che fai. Nella musica potresti occuparti di: composizione di musiche e/o testi, arrangiamenti, ingegneria del suono, produzione.

A Nulla, aspetterei l’ispirazione.

B Ascolterei più canzoni possibili per prendere spunto dai professionisti.

11. Utilizzeresti strumenti o tecnologie musicali non convenzionali per creare musica?

A No, preferisco usare strumenti convenzionali.

B Sì, penso che possa essere molto divertente.

12. Hai mai scritto, o proveresti a scrivere, il testo di un brano musicale?

A No, la scrittura non è nelle mie corde.

B Sì, per raccontare un momento significativo della mia vita.

13. Hai mai partecipato a dei concorsi musicali per composizione di testi o musica?

A No, non mi interessa.

B Sì, o comunque mi piacerebbe farlo.

Leggi l’intervista al musicista e produttore Luca Degani sul Libro digitale.

Il suono, la voce e gli strumenti musicali

1 Conoscere il suono

Deboli, indistinti, appena percettibili oppure ovattati, ma i suoni ci sono. Il semplice soffio del vento, il cinguettio degli uccelli, il fischio di un treno, una porta che si apre, un cane che abbaia, il ronzio del computer sono tutti suoni o rumori che un orecchio attento riesce a percepire.

Il suono del silenzio

Esiste davvero il silenzio? Per «silenzio» si intende la mancanza completa di suoni, rumori e voci, e il termine per definire un luogo dove il silenzio è assoluto è «anecoico».

Sul pianeta Terra un posto simile non esiste, perché, se si presta molta attenzione, anche nel luogo più isolato si riescono a percepire dei suoni o dei rumori.

Un esperimento realizzato in diversi ambienti della Terra per studiare l’acustica, cioé il suono e le sue proprietà, ha appurato che persino in Antartide il silenzio è costantemente interrotto da un crepitio, un soffio, un sibilo, uno schianto lontano. I suoni, dunque, ci circondano e ciò che ci permette di coglierne le diverse qualità e sfumature è proprio un ascolto silenzioso e attento.

La camera anecoica

Dal momento che sulla Terra, come abbiamo visto, il luogo del silenzio assoluto non esiste, gli ingegneri degli Orfield Laboratories Minnesota (USA) hanno realizzato una vera e propria camera anecoica artificiale, ovvero priva di qualsiasi eco. Questa struttura è stata costruita per fare esperimenti di fisica acustica e per preparare gli astronauti alle missioni spaziali. Si tratta di una stanza nella quale viene assorbito il 99,99% dei suoni e dei rumori.

L’essere umano non è abituato a un livello tale di silenzio, infatti nessuno ha mai resistito nella camera anecoica per più di 45 minuti.

Rottura di un iceberg in Antartide.
SCIENZE
Non solo musica

Ascolto consapevole

Ascoltare e sentire non sono sinonimi, così come non lo sono vedere e guardare. Chi ascolta in modo consapevole è in grado di attribuire significato a ciò che ha udito. È in grado di comprendere ciò che sta ascoltando, che sia un discorso, una melodia, un suono naturale. Ascoltare in modo consapevole è un’arte che si apprende con l’esercizio e la base di tutto è prestare attenzione.

In ambito musicale ascoltare consapevolmente, per esempio, significa prima di tutto essere in grado di definire le caratteristiche di un suono, saper distinguere il ritmo dalla melodia, il suono dal rumore. Spesso questo concetto è associato a quello di orecchio musicale che, come tutti i sensi, può essere allenato a un ascolto consapevole tramite alcuni semplici esercizi, per esempio confrontare coppie di suoni e di fonti sonore diverse e classificarle in base alle caratteristiche sonore. Allenarsi a percepire i suoni e attribuire loro un valore permette di andare oltre al sentire passivamente e diventare ascoltatori consapevoli.

UN BRANO SILENZIOSO

Non solo musica

Ci vuole orecchio

L’orecchio è l’organo sensoriale che ci permette di percepire i suoni. La membrana che vibra per effetto del suono si chiama timpano. Il timpano trasmette la sua vibrazione a una serie di ossicini posti all’interno dell’orecchio medio, che per la loro forma prendono il nome di martello, incudine e staffa . Questi trasferiscono il segnale dal timpano all’orecchio interno, trasmettendo la vibrazione amplificata.

La vibrazione arriva poi alla coclea , situata nell’orecchio interno, la quale mediante una serie di terminazioni nervose traduce la vibrazione in impulso nervoso. L’impulso infine arriva al cervello, che lo decodifica trasformandolo in un suono definito.

John Cage, compositore sperimentale americano, nel 1952 scrisse una composizione in tre movimenti dal titolo Quattro, trentatré, oppure Quattro minuti, trentatré secondi, che può essere eseguita da qualsiasi strumento o formazione musicale. Lo spartito, infatti, indica precisamente di non suonare per tutta la durata del brano. Con questa composizione Cage ha voluto provocare lo spettatore a un ascolto consapevole dei suoni e rumori emessi dall’ambiente in cui viene eseguita. L’esecuzione, quindi, sarà ogni volta diversa a seconda dell’ambiente sonoro nel quale viene rappresentata, anche se generalmente tutti la percepiscono come «quattro minuti e trentatré secondi di silenzio».

4’33” è un brano che tutte le orchestre scolastiche possono eseguire facilmente, anche se non è sufficiente stare solo in silenzio. Su internet si trovano numerose interpretazioni, o cover, tutte molto personali sebbene si tratti di un brano «muto». Cercale in rete e condividi con la classe quella che ti ha colpito di più. Quali differenze si notano tra una versione e l’altra?

4’33”, cover
Cerca
SCIENZE
Condotto uditivo
Labirinto Nervi acustici
Staffa
Incudine
Martello
Timpano
Chiocciola o Coclea
Tromba di Eustachio
Padiglione auricolare
John Cage

Tra suoni e rumori

Comunemente le persone classificano ciò che l’orecchio percepisce come suono o rumore. Il suono per lo più ha un effetto gradevole, mentre il rumore provoca una sensazione sgradevole. Naturalmente queste sensazioni fanno riferimento a una sensibilità individuale ed essendo soggettive non possono costituire valori assoluti. Il rombo di un’auto da corsa, per esempio, per molti può essere considerato una fonte di rumore, ma se l’ascoltatore è un appassionato di motori lo percepirà come un suono piacevole. A parte la sensazione soggettiva, esiste comunque una distinzione «scientifica» tra suono e rumore. Scientificamente per suono si intende la vibrazione di un oggetto che emette una serie di onde sonore e armoniche.

Pertanto la musica è l’arte e la scienza di organizzare volontariamente suoni e silenzio nel corso del tempo. Attraverso i suoni, la musica riesce a esprimere l’interiorità dell’individuo che la produce e a trasmettere diverse sensazioni in chi la ascolta.

Qualsiasi oggetto di uso comune emette suoni e rumori: bidoni, coperchi, sacchetti di plastica e di carta, scope, cerchioni di ruote e accendini possono tutti diventare strumenti musicali. Penseresti mai che con tali oggetti si possa creare una forma di musica? Cerca in rete Kitchen, uno dei video realizzati dal gruppo inglese degli Stomp. Riesci a individuare gli strumenti che usano?

ONDA SU ONDA

Il suono, quindi, si ottiene dalle vibrazioni di una fonte sonora, perché un corpo che vibra emette una serie di piccole onde che si propagano in ogni direzione, come avviene quando lanciamo un sassolino nell’acqua, e queste onde arrivano all’orecchio del ricevente.

Le onde sonore si possono trasmettere nell’aria, a una velocità di 340 metri al secondo, ma anche nei liquidi, a una velocità cinque volte superiore che può raggiungere circa 1500 metri al secondo. Inoltre, l’onda sonora si trasmette anche nei solidi, come le pareti o i metalli, viaggiando a una velocità di 6000 metri al secondo. Per questa ragione nei film western i banditi, per sapere se il treno da assaltare è in arrivo, appoggiano l’orecchio ai binari oppure gli indiani sentono la mandria di bisonti in avvicinamento appoggiando l’orecchio per terra.

Il suono, dunque, non si propaga nel vuoto, ma per potersi diffondere ha bisogno di un corpo che vibra (aria, liquidi o solidi). o s t periodo

Rappresentazione grafica di un’onda sonora

Kitchen, Stomp Cerca

Le caratteristiche del suono

Ciascun suono ha delle caratteristiche precise e definite, delle qualità e dei parametri differenti, che permettono di identificarlo e di stabilirne l’origine. Per riuscire a individuarle è importante allenarsi ad ascoltare. Quali sono le caratteristiche più importanti del suono? Vediamole insieme.

L’INTENSITÀ

L’intensità, o volume, è la caratteristica più evidente del suono. In base al suo livello di potenza un suono può risultare debole (come in un sussurro) o fortissimo (come in un urlo). Dato che il suono si propaga attraverso un’onda, a maggiore o minor intensità sonora corrisponde una maggiore o minor ampiezza dell’onda. Nel linguaggio musicale la variazione di intensità si chiama dinamica e classifica i suoni in base alla forza con la quale devono essere prodotti, come indicato nel seguente schema:

mf mezzo forte f forte ff fortissimo fff fortissimissimo crescendo

mp mezzo piano p piano pp pianissimo ppp pianissimissimo diminuendo

L’unità di misura che determina l’intensità di un suono si chiama decibel (dB). L’eccessiva esposizione a suoni e rumori di elevata intensità può provocare fastidio o disturbo ed essere persino causa di malattie. Anche un’esposizione a un suono a volume non troppo elevato ma comunque prolungato e non desiderato può causare stress e disturbi neurologici. In entrambi i casi si parla di inquinamento acustico. Le cause principali di inquinamento acustico sono il traffico automobilistico, i cantieri, le discoteche, gli aeroporti, le autostrade, le fabbriche e le ferrovie.

BRANO A001

NELL’ANTRO DEL RE DELLA MONTAGNA

da SUITE PEER GYNT OP. 46

E. Grieg

Rappresentazione grafica dell’intensità

I diversi livelli di intensità del suono

Ascolta il brano e, seguendo il cursore del tempo, indica per ciascuna parte l’intensità della musica:

da 00.00 a 00.22

da 00.23 a 01.02

da 01.03 a 01.23

pp p mp mf f ff

A B C D E F

A B C D E F

A B C D E F

da 01.24 a 01.59

da 02.00 a 02.11

da 02.12 alla fine

pp p mp mf f ff

A B C D E F

A B C D E F

A B C D E F

Fruscio alberi
Soggiorno
U cio
Fuochi d’arti cio
Martello pneumatico
Lavoro rumoroso in fabbrica
Pressione sonora (µPa) Livello d’intensità sonora (dB)

LA DURATA

La durata indica quanto un suono dura nel tempo. In qualsiasi situazione le vibrazioni acustiche emesse non hanno tutte la stessa durata, e così pure le pause e i silenzi. Un brano musicale, per esempio, se è costituito da suoni lunghi risulterà lento, se è formato da suoni brevi risulterà più ritmato, veloce.

L’ALTEZZA

Per capire l’effetto musicale di più suoni di lunga durata, cerca in rete il brano Lux aeterna di György Ligeti, in cui le voci del coro si sovrappongono gradualmente con forti dissonanze.

Per osservare l’effetto musicale opposto, cerca in rete Mallet quartet di Steve Reich in cui potrai ascoltare più suoni di breve durata che si sovrappongono.

L’altezza indica se un suono è basso, cioè grave, oppure alto, cioè acuto. I suoni gravi sono quelli prodotti da un numero basso di vibrazioni, mentre i suoni acuti sono prodotti da un numero alto di vibrazioni. Si può dunque dire che più un corpo vibra più emette un suono alto.

Negli strumenti musicali l’altezza del suono dipende dalle dimensioni della cassa armonica per esempio, o dalla lunghezza di un flauto o di una corda. L’unità di misura delle vibrazioni è l’hertz (Hz), dal nome del fisico tedesco che per primo studiò e descrisse questo fenomeno.

L’orecchio umano percepisce solo una limitata gamma di suoni in base alla loro altezza. Cerca in rete l’ Ultimate Sound Test [10 000 Hz – 1 Hz]. Tu fino a che altezza riesci a percepire il suono?

Esempi di vibrazioni sonore di diverse altezze.

BRANO A002

Ascolta attentamente i seguenti suoni a confronto e per ciascuna traccia indica qual è il suono più grave.

• Traccia 1: A il primo B il secondo

• Traccia 2: A il primo B il secondo

• Traccia 3: A il primo B il secondo

• Traccia 4: A il primo B il secondo

• Traccia 5: A il primo B il secondo

• Traccia 6: A il primo B il secondo

Ultimate Sound Test
Cerca
Lux aeterna, György Ligeti, Mallet quartet, Steve Reich Cerca

IL TIMBRO

Il timbro è quella particolare qualità del suono che consente a chi ascolta di identificare la fonte da cui proviene distinguendola da altre. Il timbro di fatto rappresenta la voce delle cose e lo si può definire anche il «colore» del suono. Non per niente in inglese è detto tone colour e in tedesco klangfarbe Il timbro si differenzia a seconda della fonte sonora. In uno strumento musicale cambia a seconda del materiale con cui è costruito e dal modo in cui viene prodotto il suono: soffiando, strofinando, pizzicando o percuotendo. Essendo il timbro una qualità sonora non misurabile e ben definita, per identificarlo si utilizzano diversi aggettivi, spesso presi in prestito da altre sfere sensoriali: chiaro, scuro, ruvido, liscio, metallico, nasale, argentino (suono acuto e limpido simile a quello dell’argento percosso), gutturale, squillante ecc. Così come siamo in grado di riconoscere, in base al timbro, la voce di un compagno o di una compagna di classe, allo stesso modo siamo in grado di riconoscere la voce dello strumento che sta suonando.

BRANO A003

Ascolta le seguenti tracce e rispondi alle domande.

Traccia 1: quale dei due strumenti ha il timbro più scuro?

A Chitarra B Violino

Traccia 2: quale dei due strumenti ha il timbro più chiaro?

A Xilofono B Metallofono

Traccia 3: quale dei due strumenti ha il timbro più scuro?

A Clarinetto B Oboe

Cerca in rete il brano didattico The young person’s guide to the orchestra op. 34 composto dall’inglese Benjamin Britten per far comprendere meglio la differenza tra i timbri delle famiglie degli strumenti nell’orchestra. Dopo una parte iniziale con tutta l’orchestra sinfonica, la composizione prosegue evidenziando le diverse famiglie: legni, ottoni, archi e percussioni.

BRANO A004

PROMENADE

da QUADRI DI UN’ESPOSIZIONE

M. Musorgskij

Ascolta la Promenade e prova a definire il timbro dello strumento solista che inizia il brano.

BRANO A005

THIS OLD HAMMER

Anonimo

Ascolta il brano e trova tre aggettivi per definire il timbro del clarinetto.

The young person’s guide to the orchestra op. 34, Benjamin Britten Cerca

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali

IL RITMO E LA VELOCITÀ

• Brano musicale

• Focus

Il ritmo è l’ordine del movimento e, secondo il filosofo Platone, non riguarda solo la musica. L’ordine è dato dal ripetersi ciclico di un evento. Per questo si parla di ritmo delle stagioni, ritmo biologico, ritmo del lavoro; in musica questo concetto spesso è associato alla velocità di un brano. Nel linguaggio musicale la velocità è indicata dall’agogica, che ne specifica l’andamento: da molto lento a molto veloce. L’agogica consiste in piccole modificazioni di tempo che si possono apportare, per ragioni interpretative, a un dato ritmo musicale. In tutto il mondo è definita con le parole Largo, Adagio, Andante, Moderato, Allegro, Presto, Prestissimo e l’esecutore ha la facoltà di interpretarle secondo il proprio gusto musicale.

Per misurare con precisione la velocità di un brano si usa il metronomo. L’unità di misura della velocità si esprime con la sigla bpm che indica le pulsazioni (battiti) per minuto. Generalmente il tempo di un brano di musica pop allegro varia da 120 a 160 bpm , mentre quello di un brano hard techno invece varia dai 145 ai 170 bpm.

Velocità bpm

Largo (lento) 40 - 66

Adagio

- 76

BRANO A006

KALINKA MALINKA

Tradizionale russo

Ascolta il brano e definisci la velocità corretta.

A Largo

B Andante

C Allegro

D Accelerando a poco a poco

- 120 Allegro

Presto

Prestissimo

- 168

- 200

200 - 208

György Ligeti, Poema sinfonico per 100 metronomi

Il metronomo non serve solo per tenere il tempo. Il compositore austriaco György Ligeti ne ha utilizzati ben 100 per realizzare il suo Poema sinfonico per 100 metronomi. Cerca su internet il video di Ligeti; che effetto ti fa ascoltare questa composizione?

Cerca

Organizzare i suoni, trasmettere emozioni

La musica ha un forte impatto emotivo, ci trasmette sensazioni, parla direttamente al cuore e riesce a comunicare con immediatezza quello che a volte è difficile esprimere solo verbalmente. Come può una musica riuscire a catturare la sensibilità umana e suscitare pensieri, stati d’animo ed emozioni? In che modo riesce a fare tutto questo?

MELODIA E ARMONIA

La melodia, o tema, è una successione di suoni di diversa altezza, durata, intensità e timbro la cui struttura genera un organismo musicale di senso compiuto. La sua caratteristica principale è quella di essere facilmente individuabile all’interno di una composizione, di restare impressa nella mente. La melodia è quella che ci si ritrova a canticchiare, fischiettare, anche solo dopo un semplice ascolto. Per dare più movimento, più vivacità, in un brano si alternano almeno due melodie che «dialogano» fra loro. Una più narrativa, la strofa, e un inciso o ritornello

L’armonia riguarda l’organizzazione verticale dei suoni ed è finalizzata a far suonare bene più voci di diverse altezze o più strumenti. Presuppone conoscenze tecniche ma anche buon gusto e spiccata musicalità. L’armonia è fondamentale per l’accompagnamento musicale, che varia a seconda del genere, e prende il nome di arrangiamento.

Apprendimento cooperativo

Se gli aggettivi permettono di definire le caratteristiche di uno strumento o di una voce, anche con i verbi non si scherza. Provate a fare un elenco di verbi, espressi al gerundio, e quindi cantate o suonate una melodia di partenza, ripetendola come suggerisce il verbo tante volte quante sono le voci in elenco. Esempio: Sal tellando/Tossendo/Ululando/Grattando/Accelerando/Bisbigliando/Piangendo/Ridendo/ Inspirando/Starnutendo/Ballando/Ragliando/Belando/Abbaiando/Soffiando/Precipitando/Esultando ecc.

Ne deriverà una composizione «improbabile» per voce recitante e ogni sorta di voci e strumenti divisi in gruppi liberi ma non troppo.

MelodiaArmonia
Melodia Armonia

TEMA E VARIAZIONI

In musica, eseguire una variazione significa prendere un tema e sperimentarne alternative stilistiche o di genere, a volte improvvisando. L’arte di improvvisare con lo strumento, nella storia della musica, è stata a lungo considerata un elemento basilare per poter definire un esecutore brillante. Nel periodo barocco in particolare viene impiegata l’«aria col da capo», composizione in cui la terza strofa è una ripetizione, più o meno variata, della prima (schema melodico: ABA), adatta ad essere variata sul momento dal virtuoso.

Questa pratica continua anche nel periodo classico. Una delle opere minori di Beethoven, la sua Fantasia in Sol minore op. 77, è quasi certamente una trascrizione di un’esecuzione improvvisata, il cui nocciolo è proprio una serie di variazioni su un breve tema. Il gran numero delle variazioni per pianoforte di Mozart suggerisce l’idea che anch’esse possano essere trascrizioni di improvvisazioni.

Per la musica jazz, le improvvisazioni di variazioni armonicamente elaborate su un tema popolare costituiscono la procedura fondamentale.

L’arte di improvvisare richiede una notevole padronanza dello strumento e la capacità di mettersi in gioco. Sicuramente i musicisti della Banda Osiris sanno cosa significa improvvisare divertendosi; cerca in rete il video Da Vivaldi a Santana : riconosci qualcuno dei temi che propongono nella loro improvvisazione?

Non solo musica

LETTERATURA

Esercizi sì, ma con stile

Possiamo dire che tutte le cover non sono altro che variazioni al tema o, se preferiamo, esercizi di stile L’esercizio, per essere «creativo» però, richiede che le variazioni non siano una fotocopia esatta dell’originale ma facciano emergere la personalità dell’interprete, ovvero che in ognuna di esse sia riconoscibile la mano dell’artista che la esegue. Una delle più note variazioni al tema che si conoscono sono gli Esercizi di stile di Raymond Queneau, ma anche il Cavaliere inesistente di Italo Calvino potrebbe essere considerata tale. La pop art nata negli anni Sessanta del XX secolo, inoltre, si basa in gran parte proprio sulle variazioni al tema, a volte prendendo di mira, anche in modo irriverente, grandi capolavori del passato.

Banda Osiris, Da Vivaldi a Santana Cerca

Mappa attiva

le vibrazioni in

Inquadra il QR code e svolgi la verifica Verifica sul suono

grazie al nostro orecchio intensità (suono debole o forte)

(suoni lunghi o brevi)

altezza (suono basso o alto)

Completa la mappa inserendo le parole mancanti. solidi – velocità – impulsi nervosi – ascolta – durata –onde sonore – timbro – produce è prodotto ha

(il «colore» del suono)

caratteristiche proprie

è percepito

permette di che trasforma

l’inquinamento acustico

se è eccessivo e prolungato crea

Il suono

attraverso esso

la musica

ritmo e esprimere l’interiorità di chi la trasmettere sensazioni in chi la

una serie di che emette che si trasmettono nell’aria nei nei liquidi dalla vibrazione di un oggetto

2 La voce, il primo strumento

Il primo mezzo di cui disponiamo per produrre suoni è il corpo. Battendo le mani, schioccando le dita, percuotendo i piedi, soffiando e fischiando possiamo emettere un’infinita gamma di suoni di diversa intensità, durata, altezza e timbro. Se il corpo ci permette di emettere suoni di diverso tipo, la voce ci consente di modularli consapevolmente.

Anatomia della voce

La voce viene prodotta attraverso un fenomeno complesso che prende il nome di fonazione al quale concorrono diversi organi e strutture. Gli organi fonatori sono rappresentati dall’apparato respiratorio, dall’apparato laringeo e dall’apparato risonatore o tubo di risonanza, costituito dalle cavità nasale e orale.

Cavità nasale

Cavità orale

I polmoni fanno da soffietto e, attraverso i bronchi e la trachea, spingono l’aria nella laringe dove si trovano le corde vocali che, per effetto del passaggio dell’aria durante l’espirazione, vibrano. Vibrando emettono un suono che viene poi modulato dai muscoli della bocca attraverso le diverse posizioni assunte dal palato molle, lingua e labbra, e quindi dai risuonatori naturali che il nostro corpo possiede. L’intensità del suono dipende dalla forza con cui l’aria espirata fa entrare in vibrazione le corde vocali.

Faringe

Laringe

Trachea

Polmoni

Diaframma

L’apparato respiratorio

Prova tu! Prova tu!

Bronchi

Bronchioli

L’altezza dipende dalla lunghezza, dal grado di tensione e dalle diverse modalità di contrazione dei muscoli della laringe, chiamati muscoli vocali. Il timbro, invece, è modificato delle fosse nasali, dal cavo rinofaringeo, dal cavo orale e dalla trachea, che fanno da cassa di risonanza rinforzando i suoni formatisi nella laringe.

vocali poco divaricate: suono più acuto

vocali più divaricate: suono meno acuto

Per questa attività avrai bisogno di un tappetino da fitness e qualche libro. Per prima cosa sdraiati sul tappetino a pancia in su e rilassa tutto il corpo. Appoggia una mano sulla pancia e l’altra sul petto ed esegui i seguenti esercizi:

• inspira gonfiando la pancia ed espira lentamente sgonfiandola, in questo modo utilizzerai il diaframma e la respirazione sarà completa e rilassante. Ripeti per 15 volte;

• prova a fare lo stesso esercizio appoggiando alcuni libri sopra la pancia. Inspira ed espira lentamente, senza sforzare. Ripeti per 15 volte;

• prova infine a eseguire l’esercizio in piedi facendo attenzione a gonfiare leggermente la pancia. Ripeti per 15 volte.

Corde
Corde

I registri: grave, medio, acuto

I suoni che emettiamo con la voce possono variare in intensità, a seconda della forza con cui spingiamo fuori l’aria dai polmoni, ma anche in altezza

Una voce può infatti avere un registro grave, medio o acuto, proprio come gli strumenti musicali. Per comprendere meglio il funzionamento dei registri, pronuncia le seguenti frasi facendo particolare attenzione al tono: «Adesso ti mangio» (rivolto al tuo compagno di banco); «Presente!» (rivolto all’insegnante seduta dietro la cattedra); «Ehi! Sono qui!» (rivolto al tuo amico che si trova dalla parte opposta dell’aula).

Il tono è, dunque, una variazione della voce in base ai contenuti, ai sentimenti e alle intenzioni che si vogliono trasmettere.

REGISTRO GRAVE

REGISTRO MEDIO

REGISTRO ACUTO

(mano sulla pancia)

(mano sulla gola)

(mano sulla testa)

Possiamo immaginare il registro grave come un colore scuro, quello medio come un colore neutro e quello acuto come un colore brillante.

registrarti, Audacity Cerca

Ora che ti sei esercitato con i diversi registri e altezze della tua voce puoi provare a registrarti con un programma che ti permette di modificare intonazione, tempo, compressione, eco e altri effetti. Cerca su internet Audacity, un software gratuito e di facile utilizzo, e sperimenta le sue possibilità con la tua voce.

Con la seguente attività puoi sperimentare insieme alla classe le tre altezze di un suono. Si comincia camminando in silenzio in un’aula senza banchi e sedie, rispettando lo spazio di ognuno. L’insegnante interrompe il silenzio eseguendo un suono lungo e grave con la vocale U. Riproducilo anche tu insieme ai compagni. Ora l’insegnante, pronunciando la vocale A, emetterà un suono di altezza media che ognuno riprodurrà in coro nel proprio registro medio. Infine l’insegnante eseguirà un suono acuto con la vocale I; imita anche questo suono insieme ai compagni, senza gridare. Dopo aver sperimentato questi tre suoni in coro, emetti il tuo suono preferito e così faranno anche i tuoi compagni: il risultato sarà un’esecuzione sorprendente composta da un insieme di accordi molto particolari detti cluster. Cambiate nota a turno per sperimentare nuovi cluster

Prova tu!

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali

La prosodìa

Altezza, timbro, intensità e durata sono proprietà della voce ma, come abbiamo già visto, anche del suono e quindi della musica.

È evidente che il linguaggio parlato contiene una sua musicalità e dunque che la comunicazione verbale sia una forma di musica. Ciascuna delle proprietà del suono, infatti, contribuisce a fissare il significato del messaggio parlato. Queste proprietà tecnicamente prendono il nome di tratti prosòdici o prosodìa, che non è altro che la melodia della prosa. Ogni stato d’animo ha la sua prosodìa, un proprio andamento melodico, determinata dal modo in cui vengono pronunciate le parole di una frase. Quando si parla si articola il suono modulandolo con una cadenza, un’inflessione della voce che può cambiare anche a seconda della nostra provenienza.

Prendiamo come esempio la frase «Buongiorno a tutti». In quanti modi è possibile pronunciarla? In modo arrabbiato, seccato, felice, allegro, annoiato, stanco, spaventato ecc.

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Buongiornoatutti

Modo

Lento, Grave, Pianissimo

Andante, Velato, Forte

Allegro, Squillante, Fortissimo

Allegro, Brillante, Piano

Prova tu!

Prova ad applicare la prosodìa, ovvero le indicazioni di tono, intensità e durata, ai versi iniziali della poesia Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi, quindi recitali seguendo l’andamento che hai indicato. La donzelletta vien dalla campagna, in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba; e reca in mano un mazzolin di rose e di viole...

Il coro parlato

Nei cortei, allo stadio, a una festa si grida tutti insieme. Se ci si coordina bene l’effetto non è mai caotico, anzi, ciò che vogliamo dire acquista più forza e ritmo. Tono, ritmo e intensità si possono applicare al seguente esempio:

La frase ovviamente può essere scandita con diversi ritmi:

Un gruppo di persone che insieme scandisce uno slogan costituisce un coro parlato. Nel teatro greco, il coro parlato era un elemento fondamentale della narrazione e interveniva per raccontare antefatti, pensieri, o per dialogare con i personaggi del dramma. Dal momento che ogni persona ha una voce particolare, diversa dalle altre, con un proprio timbro, è possibile organizzare un coro parlato sulla base dell’altezza della voce dei suoi componenti, per esempio mettendo a sinistra le voci gravi e a destra gli elementi con voce più acuta.

Stabilire l’altezza della voce è abbastanza semplice, basta far pronunciare a ciascuno la frase «Io mi chiamo…»; chi ha il tono di voce più basso si sposta a sinistra del proprio vicino e così via finché si sono sistemati tutti. Alla fine si divide il gruppo in tre parti uguali e, da sinistra a destra, si avranno le voci gravi, medie e acute.

Per cantare in coro non si deve per forza intonare un insieme di parole. Questa è l’idea che accomuna i componenti delle Voci Atroci, un gruppo vocale formatosi a Genova negli anni Novanta del secolo scorso composto da Andrea Ceccon (baritono), Marco Fossati (basso e percussioni), Esmeralda Sciascia (mezzosoprano), Fabrizio Casalino (tenore) e Andrea Todini (tenore). Cerca in rete il loro brano Barbara. Ti piace questo stile? Ritieni che sia facile o difficile eseguire un brano simile?

Voci Atroci, Barbara Cerca

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali

Il canto prima di tutto

Come sosteneva il compositore e docente di conservatorio francese Auguste Chapuis, prima di conoscere la scrittura musicale bisogna imparare a cantare, come un bambino parla prima di saper leggere.

La voce è il primo strumento musicale che abbiamo a disposizione insieme al nostro corpo. Per imparare a suonare è necessario innanzitutto esercitarsi nel canto poiché esso ci aiuta a interiorizzare i suoni e a sperimentare consapevolmente in modo diretto tutti gli elementi musicali. Una volta assimilata la tecnica del canto, acquisire quella di un qualsiasi strumento sarà più facile. Il primo passo è quello di imparare a leggere le note usando la voce e scandendo il ritmo con le mani o con la matita sul banco.

SI RE SI RE SI MI SI MI

J. C. Petit

Ascoltare A007 - Cantare A008

In classe, sperimentate il solfeggio cantato con il brano Si Re Si Re Si Mi Si Mi, scritto nel 1974 da Jean Claude Petit e conosciuta in Italia nella versione arrangiata da Franco Godi per una pubblicità dell’epoca.

Potete cantare il brano quattro volte: la prima volta canta solo l’insegnante, la seconda tutta la classe, la terza volta una voce solista scelta da voi e la quarta si canta tutti insieme.

Intro 4 misure

1. Pensi che sia stato utile cantare chiamando le note della canzone? Perché?

2. Cantare questa canzone insieme ai compagni e alle compagne ha influito sull’umore della classe?

Nati stonati?

Per definire una persona stonata serve un parametro di riferimento. Una persona che canta senza una base musicale preregistrata che accompagna, non potrà mai essere stonata; potrà essere sgraziata, goffa, stridula, ma non stonata. Questo perché si stona sempre in riferimento a un altro suono e dunque, spostando la tonalità di un brano, chiunque può cantare in modo intonato. Così come nessuno nasce incapace di andare in bicicletta o di ballare, stonati si diventa se non ci si esercita mai all’ascolto e non si prova mai a usare la voce. Con un po’ di esercizio qualsiasi persona può imparare a cantare e a intonare bene.

NOVE REGOLE PER IMPARARE A CANTARE

Memorizza le nove regole d’oro del canto e inizia a esercitarti.

1. Ricorda che cantare non significa gridare.

2. Pensa a ogni suono prima di emetterlo.

3. Cerca di rilassarti, non avere tensioni nel viso e nel corpo.

4. Quando emetti un suono con la voce, apri la gola come quando sbadigli.

5. Il respiro che prendi tra una frase e l’altra deve essere esteso, ampio e naturale.

6. Quando inspiri non alzare mai le spalle.

7. Quando espiri sgonfia gradatamente i polmoni.

8. Quando pronunci le parole articola bene i suoni: non ti mangiare le parole.

9. Articolare bene i suoni significa anche riuscire a legarli tra loro.

Quante voci!

Esistono tanti tipi di voci, almeno quanti sono gli strumenti musicali. Variano a seconda del sesso, della corporatura, dell’età e vengono classificate in base all’estensione, cioè alla quantità di suoni che possono emettere. Dal suono più grave al più acuto, si hanno: il basso, il baritono e il tenore, che sono voci maschili; il contralto, il mezzosoprano e il soprano, che sono voci femminili. Le voci bianche, dei bambini, si collocano come registro a cavallo tra le voci maschili e femminili.

Demetrio Stratos, Flautofonie ed altro, Segmenti Uno Cerca

Demetrio Stratos è stato un cantante, polistrumentista e ricercatore musicale greco naturalizzato italiano. È famoso per aver fatto parte dei gruppi musicali I Ribelli e Area, che lasciò nel 1978 per dedicarsi alla ricerca vocale arrivando a collaborare con artisti di fama mondiale tra i quali John Cage. Cerca su internet i brani Flautofonie ed altro e Segmenti Uno. Ti sembra possibile che con la voce si possano emettere tanti suoni di frequenze diverse? Saresti capace di provare?

Voci in trasformazione

Nei bambini, tra i 6 e i 13 anni circa, non esistono distinzioni tra voci maschili e femminili in quanto l’apparato fonatorio non ha ancora subìto uno sviluppo completo. In questa fase della crescita la voce viene definita «bianca». Pertanto il coro di voci di bambini viene detto coro di voci bianche. Durante la pubertà, soprattutto nei ragazzi, la voce scende di circa un’ottava, mentre la voce femminile di uno o due toni. Ciò avviene in seguito alle sollecitazioni di un ormone, il testosterone, che aumenta le dimensioni della laringe e delle corde vocali.

SCIENZE
Non solo musica

TIPI

DI VOCE

Voci maschili

Descrizione Esempi

Basso È la voce maschile con l’estensione più grave in grado di eseguire le note più profonde e scure.

Baritono È la voce maschile intermedia.

Tenore È la voce maschile più acuta. Nel melodramma, al tenore sono affidati i ruoli da protagonista.

Controtenore, sopranista e falsetto È la voce maschile che canta in tessitura femminile.

Voci femminili

Lirico: Robert Lloyd Moderno: Mario Biondi

Lirico: Ruggero Raimondi Moderno: Frank Sinatra

Lirico: Luciano Pavarotti Moderno: Eros Ramazzotti

Lirico: Philippe Jaroussky Moderno: Michael Jackson

Descrizione Esempi

Contralto È la voce femminile più grave.

Mezzosoprano È la voce femminile intermedia tra il contralto e il soprano (la più diffusa).

Soprano È la voce femminile più acuta.

Cori

Lirico: Anne Sofie von Otter Moderno: Noemi

Lirico: Agnes Baltsa

Moderno: Arisa

Lirico: Maria Callas

Moderno: Giorgia

Descrizione Esempi

Coro Nel teatro greco il coro era il gruppo di danzatori che cantava e recitava. Oggi indica l’insieme dei cantori.

Coro di voci bianche La voce bianca è tipica dei bambini sotto la soglia della pubertà (tra i 6 e i 16 anni) e ha un’estensione sonora acuta.

BRANO A009

LARGO AL FACTOTUM

da IL BARBIERE DI SIVIGLIA

G. Rossini

Lirico: Coro della Fondazione

Arena di Verona

Moderno: Neri per caso

Lirico: Libera (Angel Voices) Moderno: coro del brano Another brick in the wall dei Pink Floyd

Per un esempio di voce lirica impostata ascolta l’aria Largo al factotum dall’opera Il barbiere di Siviglia

1. Che tipo di voce canta quest’aria?

A Voce femminile o mezzosoprano B Voce maschile o di baritono

BRANO A010

AUSCHWITZ

F. Guccini

2. Cosa accompagna il canto? A Pianoforte B Orchestra

Per un esempio di voce naturale non impostata ascolta il brano Auschwitz di Francesco Guccini.

1. Che tipo di voce canta questa canzone?

A Voce maschile B Voce femminile

2. Che stato d’animo ispira questa canzone?

VOCI ALTE, VOCI BASSE

Generalmente si è portati a pensare che la classificazione delle voci valga solo per la lirica, genere di canto popolare italiano noto soprattutto per la sua fusione con il teatro (opera lirica). In verità non è così, questa distinzione vocale non è riferita infatti al modo in cui si canta ma all’estensione. Per estensione si intende l’ampiezza delle note che la propria voce riesce a cantare.

Osservando i seguenti schemi delle estensioni e dei registri puoi notare quali sono le voci più alte e quali quelle più basse, in riferimento al Do centrale della tastiera del pianoforte.

Estensione delle voci: in blu quelle maschili, in rosso quelle femminili, in nero quelle bianche

Per capire meglio il colore della voce dei registri può essere utile paragonarli ad alcuni strumenti a fiato:

• voce di petto: scura e timbrata, potrebbe ricordare il suono del registro grave della tromba;

• voce mista: squillante e corposa, come il suono brillante del sax;

• voce di testa: leggera e ariosa, richiama il suono vellutato del flauto. Il compito dei cantanti professionisti è quello di studiare sul passaggio dalla voce di petto a quella di testa rendendo uniforme e omogeneo il timbro.

Schema dei passaggi e dei registri

Do centrale
Basso Baritono
Tenore
Contralto
Voce bianca
Mezzosoprano
Soprano
Soprano

Il cartofono, lo strumento muto

Il cartofono è una rappresentazione bidimensionale della tastiera dello xilofono. Viene realizzato su un cartoncino A4 o A3, come riportato nell’esempio qui sotto. Ciascuno può costruire il proprio ed esercitarsi a distinguere le altezze dei suoni

Con il cartofono si può fare pratica anche a casa, senza che sia necessario possedere uno strumento musicale. L’uso di questo supporto permette di acquisire una capacità intuitiva di lettura e di esecuzione dei suoni.

Pensare ai suoni e cantarli renderà più facile la successiva esecuzione con la tastiera, con un metallofono o persino con il flauto.

Puoi stampare la versione diatonica (cioè con le sole note naturali) del cartofono accedendo al Libro digitale.

COME SI USA

Oltre allo strumento cartaceo servono due matite o due penne da usare come battenti

Toccando con una matita il Do sul cartofono, canta la nota. Per essere sicuro che il Do sia dell’altezza giusta, le prime volte puoi consultare l’insegnante o confrontare la nota con quella di uno strumento a disposizione.

Ora prova a eseguire la scala musicale e non preoccuparti se non corrisponderà perfettamente a quella reale, l’importante è sperimentare come cambia la voce quando si sale o si scende con la matita sul cartofono. Questo esercizio aiuta a visualizzare meglio il movimento della voce.

Una volta memorizzati i suoni alle diverse altezze puoi inventare una melodia semplice con poche note, per esempio Do, Re, Mi. Infine esercitati aumentando il numero di note per prendere confidenza con i suoni.

Mappa attiva

Completa la mappa inserendo le parole mancanti. parole – basso – timbro – soprano – bianche – acuto

Inquadra il QR code e svolgi la verifica Verifica sulla voce

altezza

tramite la fonazione modo di pronunciare le

tenore grave voci maschili contralto intensità

varie caratteristiche

ha La voce

baritono mezzosoprano voci (bambini)

voci femminili

viene classificata grazie al può avere

viene prodotta determina

il significato del messaggio in base all’estensione un registro

medio

3 Le formazioni musicali

Esistono varie tipologie di formazioni strumentali, a partire da quella che prevede un solo musicista, anche se più spesso le composizioni musicali sono pensate per un gruppo di strumenti. Scopriamo insieme le formazioni principali, dal duo, all’orchestra, alla rock band.

Il solo

Quando un solo strumento interpreta un’esecuzione musicale si chiama solo. Anche se quasi tutti gli strumenti possono esibirsi egregiamente in un solo, i più utilizzati sono il pianoforte, la chitarra e il violino. Per un esempio di solo, vai all’ascolto di p. 41, Capriccio n˚ 24 in La minore (violino) di Paganini.

Il duo

La formazione più semplice è costituita da due strumenti musicali che suonano insieme e si chiama duo. Il duo generalmente è composto da uno strumento melodico, come il violino o il flauto, e da uno strumento polifonico, come il pianoforte. Esistono anche duetti composti dallo stesso strumento. Per un esempio di duo, vai all’ascolto di p. 93, Ecco la primavera (duo vocale) di Landino.

Il trio

Se la formazione musicale è costituita da tre strumenti si chiama trio. In un trio solitamente ci sono due strumenti melodici accompagnati da uno strumento polifonico. A volte ci sono brani eseguiti in trio nei quali tre strumenti melodici alternano, in un continuo dialogo, le funzioni di melodia e accompagnamento. Per un esempio di trio, vai all’ascolto di p. 166, Trio n˚ 2 in Mib maggiore di Schubert.

Parola di musicista!

Scopri come improvvisa un trio strumentale. Inquadra il QR code in alto e guarda il video sul Libro digitale.

1, 2, 3… si suona! Spesso le formazioni ridotte sono anche quelle in cui è più facile mettere in evidenza le capacità tecniche e stilistiche dei musicisti. Prova a fare una ricerca in rete sulle tre formazioni: solo, duo e trio. Lasciati guidare dalla curiosità, cerca le performance più sperimentali o più bizzarre. Nella barra di ricerca in alto trovi qualche suggerimento.

Harmonica solo, Hang drum duo, Accordion trio Cerca
Video

Il quartetto

Nel caso in cui la formazione musicale sia composta da quattro strumenti si parla di quartetto. Anche se esistono quartetti formati da tre strumenti melodici accompagnati da uno strumento polifonico, nella maggior parte dei casi questa formazione è solitamente costituita da quattro strumenti melodici.

Gli esempi più comuni sono il quartetto d’archi composto da due violini, una viola e un violoncello, e il quartetto di fiati, formato da un flauto, un clarinetto, un oboe e un fagotto. Nonostante non ci sia uno strumento di accompagnamento, entrambe le formazioni risultano complete perché comprendono strumenti sia acuti sia gravi.

Diversamente, il quartetto jazz prevede uno strumento solista, come il sax, accompagnato da batteria, contrabbasso e chitarra.

Trovi un esempio di quartetto all’ascolto di p. 62, Dormi mia bella (clarinetto, chitarra, contrabbasso e percussioni).

Aumentando il numero degli strumenti musicali in una formazione strumentale possiamo ottenere il quintetto (cinque strumenti), il sestetto (sei strumenti), il settimino (sette strumenti) e così via. Un quartetto jazz

Le formazioni da camera

Le formazioni da camera, tipiche della musica colta, prendono il loro nome dall’usanza del XVIII secolo di esibirsi nei saloni e nelle stanze delle residenze nobiliari, che contenevano un pubblico ristretto. Generalmente la formazione da camera era composta da pochi musicisti ma, se lo spazio lo consentiva, poteva arrivare anche a più di dieci elementi. Un maggiore numero di strumenti forma un’orchestra da camera, molto simile a quella classica ma di dimensioni ridotte.

Un duo

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali

L’orchestra

Già al tempo degli Egizi i musicisti si riunivano in piccole formazioni strumentali, così come presso gli antichi Greci, pertanto le formazioni strumentali e vocali hanno origini molto antiche. Ne esistono di vari tipi, a seconda del numero dei componenti che le costituiscono, del luogo in cui si esibiscono e dell’evento che celebrano.

I Romani amavano assistere a spettacoli in cui gli artisti erano accompagnati da un coro o da un’orchestra formata da tibiae, cetre, zampogne e strumenti a percussione. Durante il Medioevo le orchestre sparirono e la funzione degli strumentisti, come il menestrello, per molto tempo fu quella di suonare, all’unisono con il canto, un solo strumento: una viella, antenata del violino, o un flauto.

Oggi, qualsiasi formazione strumentale composta da un numero consistente di strumenti diversi è detta orchestra. Nel corso del tempo la struttura dell’orchestra ha subìto diversi cambiamenti, sia nel numero dei componenti, che è aumentato, sia nel tipo di strumenti, tanto che ormai è sempre più diffuso anche l’accostamento di strumenti acustici ed elettronici.

L’ORCHESTRA BAROCCA

Nel periodo dell’arte e della musica barocca, ovvero intorno al Seicento, l’orchestra era costituita prevalentemente da strumenti ad arco accompagnati dal clavicembalo. Per un esempio di orchestra barocca vai all’ascolto di p. 123, Inverno, I movimento di Vivaldi.

L’ORCHESTRA CLASSICA

Con l’aggiunta di componenti si è giunti alla nascita dell’orchestra classica, formata da un gruppo di archi, qualche strumento a fiato e alcune percussioni, solitamente timpani. Un’orchestra di questo tipo può arrivare a una quarantina di elementi. Per un esempio di orchestra classica vai all’ascolto di p. 142, Sinfonia n˚ 45 in Fam#minore di Haydn.

L’ORCHESTRA ROMANTICA

Quando nei primi anni dell’Ottocento vennero ideati nuovi strumenti e perfezionati quelli già esistenti l’orchestra si ampliò, arrivando a organici persino di cento musicisti, e migliorò tecnicamente. Tra le invenzioni di quel tempo, oltre a nuovi tipi di percussioni, vi furono gli ottoni e si iniziò ad affidare l’accompagnamento al pianoforte che sostituì il clavicembalo. Per un esempio di orchestra romantica vai all’ascolto di p. 212, La Moldava di Smetana.

L’ORCHESTRA SINFONICA MODERNA

Verso la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento cominciò a prendere forma l’orchestra sinfonica, fino a raggiungere la struttura che presenta ai giorni nostri. L’orchestra sinfonica moderna si compone di circa un centinaio di musicisti e presenta molti strumenti mai utilizzati in precedenza. Il gruppo più consistente è quello degli archi, che possono arrivare fino a sessanta, seguono i fiati, inclusi il corno inglese, il clarinetto basso e il controfagotto, due arpe e gli strumenti a percussione. Per un esempio di orchestra sinfonica moderna vai all’ascolto di p. 215, La grande porta di Kiev di Ravel.

CHI DIRIGE L’ORCHESTRA?

Un insieme così numeroso di musicisti ha bisogno di qualcuno che li guidi, che decida il tempo, il ritmo, l’intensità e la dinamica del brano che stanno suonando. Non a caso, la nascita della figura del direttore d’orchestra coincide con l’aumento degli organici, che si registrò a partire dal Settecento. Uno dei più grandi direttori di quel tempo fu Johann Stamitz che, a Mannheim, dirigeva una delle orchestre migliori d’Europa nonché la preferita di Mozart.

Per vedere un direttore d’orchestra al lavoro, cerca in rete il video Le prove con Riccardo Muti, noterai come un direttore non si limita solo a dirigere l’orchestra ma fornisce ai musicisti e ai cantanti molte indicazioni, a volte anche scherzando con loro. Secondo te, come dovrebbe comportarsi un direttore d’orchestra?

Le prove con Riccardo Muti Cerca

La jazz-band

All’inizio del Novecento a New Orleans, nel Sud degli Stati Uniti, dall’aggregazione di musicisti afroamericani nacquero le prime formazioni jazz.

Sebbene nel corso degli anni i gruppi jazz abbiano subito diverse variazioni strutturali, gli strumenti di base rimangono ancora oggi il pianoforte verticale, la tromba, il contrabbasso, la batteria, la chitarra, il clarinetto e il trombone.

A rendere unica la musica jazz è stata la creatività di compositori e musicisti, che si sono divertiti a sperimentare liberamente, cimentandosi spesso in fantasiosi accostamenti strumentali e arrivando, con il tempo, ad acquisire nuove sonorità timbriche. Le due principali formazioni jazz storiche sono la New Orleans band e la big band.

LA NEW ORLEANS BAND

Questa orchestra jazz si chiama così perché era tipica di New Orleans. Le New Orleans band si esibivano sui battelli lungo il fiume Mississippi, nei locali del quartiere di Storyville, lungo le strade e le piazze, e a volte si sfidavano in originalissime, e pacifiche, «battaglie musicali».

La formazione base della New Orleans band era costituita da: una cornetta o una tromba, un trombone, un clarinetto, un banjo, un basso tuba o un contrabbasso e, per la prima volta nella storia, una batteria completa. Per un esempio di New Orleans band vai all’ascolto di p. 272, When the Saints go marching in.

BIG BAND

La big band è così chiamata proprio perché è la più grande delle formazioni jazz. È costituita da due sezioni ben definite:

• la sezione melodica: composta dai fiati, ovvero trombe, trombone, sassofoni e clarinetti;

• la sezione ritmica: composta da pianoforte, contrabbasso, batteria e chitarra.

Nella big band il direttore ha un ruolo fondamentale poiché generalmente si occupa anche dell’arrangiamento dei brani.

for children, Bragantini e Zorzella

Per vedere un direttore in azione in una big band, cerca in rete Melody for children con Bragantini e Zorzella Curiosità: la persona che dirige l’orchestra è uno dei due autori di questo libro!

BRANO A011

CEDARS HOUSE BLUES

M. Pasetto, P. Birro

Cedars house blues è dedicato a un luogo termale vicino al Lago di Garda, l’antica Villa dei Cedri a Colà di Lazise, Verona. Scritto da Paolo Birro e Marco Pasetto nel 2000, il brano è interpretato dalla Big Band Ritmo Sinfonica Città di Verona . Solista alla tromba il jazzista statunitense Kyle Gregory.

Quali strumenti della big band riesci a distinguere?

King Oliver’s Creole Jazz Band è stato uno dei più influenti tra i primi gruppi jazz. Da sinistra a destra: Baby Dodds, Honore Dutrey, King Oliver (seduto), Bill Johnson, Johnny Dodds, Louis Armstrong e Lil Hardin.
Melody
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La banda

Una grande parata, una cerimonia pubblica, una ricorrenza popolare non può dirsi degnamente celebrata se non è accompagnata dalla banda. È la formazione che senza dubbio crea la cornice ideale per le occasioni di festa. Si tratta di una formazione musicale che ha un’origine antica ed è considerata quella più diffusa. In passato molti grandi musicisti hanno scritto brani per banda; persino Mozart, Beethoven e Verdi, per citarne alcuni. La banda ebbe un ruolo di grande importanza soprattutto nell’Ottocento, quando ebbe il merito di divulgare in modo capillare la musica classica e operistica, opportunamente trascritta. La banda è costituita prevalentemente da strumenti a fiato e percussioni, che spesso vengono suonati in piedi, marciando per le strade.

BRANO A012

S-CIANCO MARCH

M. Pasetto

S-cianco march è una composizione per banda che ha fatto da colonna sonora al festival internazionale dei giochi di strada Tocatì, che si tiene ogni anno a Verona. La lippa (s-cianco in veronese) è un antico gioco diffuso in Europa, in Nord Africa e in Asia.

Quali strumenti riesci a distinguere chiaramente nella banda?

Non solo musica

Marciare a tempo di musica

Nel Settecento, il generale dell’esercito francese Maurizio di Sassonia, nelle sue memorie militari, scriveva: «Tutti gli ufficiali fanno suonare le marce senza saperne lo scopo. Credono sia un ornamento militare. Niente di tutto ciò. Il segreto è presto detto: la musica serve per far camminare i soldati al passo. Con la musica li farete marciare veloci o lenti come vorrete; la vostra retroguardia non rimarrà mai indietro, tutti i vostri soldati andranno con lo stesso piede; le conversioni si faranno insieme con rapidità e con stile; le gambe non si confonderanno e i soldati non si stancheranno. Tutti hanno visto danzare persone per una notte intera, saltando e agitandosi continuamente. Prendete un uomo, fatelo danzare solo due ore senza musica e vediamo se resiste. Ciò prova che i suoni hanno un segreto potere su di noi, che predispone i nostri organi all’esercizio fisico e lo facilita»

La fanfara è una formazione strumentale composta da soli ottoni che accompagna di solito parate militari e cerimonie ufficiali. Una delle formazioni militari italiane più conosciute in tutto il mondo è la Fanfara dei Bersaglieri, cercala in rete e scopri qual è la sua particolarità.

STORIA
Fanfara dei Bersaglieri
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Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali

Le orchestre popolari

Una delle orchestre popolari più diffusa è l’orchestra di liscio. Le sue origini risalgono alla fine dell’Ottocento, il periodo in cui il ballo iniziò a diffondersi nei piccoli centri abitati. In origine la struttura di queste formazioni era di dimensioni ridotte e comprendeva principalmente una fisarmonica, una chitarra e uno strumento solista, come il clarinetto, il saxofono o il violino, che si esibivano in un repertorio di valzer, polke e mazurke. A partire dal Secondo dopoguerra l’organico delle orchestre di liscio si è ampliato, includendo nella formazione anche batteria, basso e voce.

L’orchestra popolare tra le più famose e antiche è l’Orchestra Casadei, fondata da Secondo Casadei nel 1928 e tuttora in attività. Uno dei brani più famosi del loro repertorio è Romagna mia; cerca in rete la versione di Secondo Casadei del 1954 e confrontala con una versione moderna eseguita dal vivo, come per esempio quella di Jovanotti. Quale ti è piaciuta di più?

L’orchestra multietnica

L’orchestra interculturale, multietnica, o etno-band, nasce dalla coesione di strumenti considerati «classici» per la cultura occidentale e strumenti etnici, tipici di altre culture. La particolarità di questo tipo di orchestra consiste nel creare sonorità uniche e originali, che dimostrano come da culture diverse e apparentemente distanti possa nascere un insieme armonioso, capace di superare qualsiasi barriera.

GEOGRAFIA

Il mondo in un’orchestra

Una delle orchestre multietniche più famose è senz’altro l’Orchestra di Piazza Vittorio, formazione nata nel 2002 a Roma. La sua storia è raccontata in un film documentario dal titolo Il giro del mondo in 80 minuti.

Mosaika, OrcheXtra Terrestre, Binte, Garganica Cerca

Negli ultimi anni sono nati diversi gruppi formati da musicisti provenienti da culture e differenti. Tra le compagini che si stanno affermando nel panorama italiano ci sono l’orchestra interculturale Mosaika e l’OrcheXtra Terrestre. Ascolta il brano Binte della prima e Garganica della seconda, poi confrontali; quale si avvicina di più ai tuoi gusti?

Romagna mia, Secondo Casadei, Jovanotti Cerca

La musica dagli anni Cinquanta a oggi

Verso la fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, in Inghilterra, prendono vita le prime band di musica moderna con il nome di complessi beat

Questi gruppi normalmente erano composti da batteria, pianoforte elettrico, basso elettrico e chitarra elettrica. Tra i complessi nati in questo periodo senza dubbio quello più conosciuto del movimento beat, capostipite di molti altri, è quello dei Beatles.

Negli anni Settanta la musica cosiddetta «leggera», con l’aggiunta di due chitarre elettriche, diventa più aggressiva, più dura. Alle chitarre spesso si affiancano le tastiere e i fiati: nascono così i primi complessi rock. Negli anni Ottanta vengono introdotti strumenti elettronici ed etnici, e si torna all’esecuzione di una musica più leggera. Nascono dunque i complessi pop, che spesso mescolano nei loro brani generi diversi e rappresentano un’evoluzione moderna della musica popolare, da cui prendono il nome.

Gli anni Novanta sono stati segnati dalla nascita delle boy band e delle girl band, gruppi pop composti da ragazzi o ragazze gio vani che abbinano alle canzoni coreografie e balli. Torna di moda anche la musica dance, nata tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, che viene rivisitata in chiave elettronica. Il nuovo millennio porta con sé la nascita delle orchestre multietniche che, nelle loro composizioni, mescolano sonorità di diversi continenti realizzando degli arrangiamenti molto suggestivi.

Dagli anni Duemila fino ai giorni nostri prende sempre più campo la figura del produttore discografico, che si occupa di tutte le fasi necessarie alla realizzazione di un nuovo disco.

Tra le formazioni musicali che usano strumenti non «convenzionali» spicca la Vegetable Orchestra di Vienna, un gruppo famoso, oltre che per la bravura dei suoi musicisti, per gli insoliti strumenti che suona. Questi sono infatti ricavati da ortaggi e frutti di ogni tipo: le carote si trasformano in flauti, le melanzane in nacchere, e l’unione di un peperone, un cetriolo e una carota diviene un coloratissimo flauto. Cerca in rete un video di questa originale orchestra, poi prova, insieme alla classe, a realizzare degli strumenti simili e a suonarli. Fate attenzione a scegliere degli ortaggi prossimi alla scadenza, in modo da non sprecare il cibo.

Vegetable Orchestra, video
Cerca
Le Spice Girls, una girl band degli anni Novanta.
Il gruppo musicale rock dei Pink Floyd

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sono formati da

più persone

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che suonano ciascuno il proprio strumento

le formazioni da camera

l’orchestra

sono

composte da

è formata da sono caratterizzate da

I gruppi

musicali

le orchestre popolari all’inizio composte da le formazioni jazz

i complessi beat, rock e pop sono formati da

un duo, un trio o più strumenti (orchestra da )

molti strumenti diversi musicali creativi

strumenti elettrici, elettronici o

l’etno-band

è formata da

la banda

è formata da

l’unione di strumenti ed etnici

strumenti e percussioni

tre strumenti (es. fisarmonica, chitarra e violino)

Le famiglie di strumenti musicali

Ogni strumento musicale, come ogni persona, ha una sua voce particolare, che si classifica attraverso tre parametri: il timbro, l’estensione (la varietà di note che riesce a suonare) e la sonorità (la potenza con cui emette il suono).

La classificazione Hornbostel-Sachs

A seconda del materiale con cui sono costruiti, del modo in cui emettono il suono e dell’estensione dei suoni che producono, gli strumenti musicali sono stati classificati da Erich Moritz von Hornbostel e Curt Sachs, nel 1914, in cinque famiglie:

• cordofoni: il corpo sonoro è costituito da corde messe in vibrazione (cetre, mandole, liuto, arpe, chitarre, violino, viola, violoncello ecc.);

BRANO A013

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia dei cordofoni. Quali riesci a individuare?

• idiofoni: l’intero corpo dello strumento entra in vibrazione (triangolo, xilofono, campane tubolari, maracas, scacciapensieri ecc.);

BRANO A015

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia degli idiofoni. Quali riesci a individuare? .............................................................................................................................................

• aerofoni: il corpo sonoro è costituito da una colonna d’aria (armonica a bocca, fisarmonica, flauti, clarinetti, oboi, corni, sax ecc.);

BRANO A014

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia degli aerofoni. Quali riesci a individuare?

• membranofoni: il corpo sonoro è costituito da una membrana (timpani, tamburi, grancassa ecc.);

BRANO A016

Gli strumenti che senti in questo ascolto appartengono alla famiglia dei membranofoni. Quali riesci a individuare?

• elettrofoni: il suono è diffuso da degli altoparlanti (organo Hammond, tastiere, chitarre elettriche, piano elettrico ecc.).

Brani musicali

I cordofoni

Fanno parte dei cordofoni gli strumenti musicali il cui suono è emesso dalla vibrazione di una o più corde. A parte qualche eccezione, tutti possiedono alcune caratteristiche fondamentali che li accomunano nella struttura. I cordofoni si differenziano tra loro secondo le modalità utilizzate per produrre la vibrazione delle corde, che possono essere strofinate, pizzicate o percosse.

Corde

Variano nel numero: dalle 4 corde del violino, alle 6 della chitarra fino alle 47 dell’arpa. Vengono realizzate prevalentemente in nylon o in metallo.

Cassa armonica

Si può identificare nel corpo dello strumento e ha la funzione di amplificare il suono.

Permettono di fissare le corde allo strumento.

Permette, premendo le corde in diversi punti, di cambiare l’altezza della nota da eseguire. Tastiera

Dette anche «meccaniche» o «piroli», consentono di accordare lo strumento variando la tensione delle corde.

Ponticelli
Chiavette

Parola di musicista!

Scopri di più sui cordofoni dal racconto diretto di professioniste e professionisti di ciascuno strumento.

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• Il violino

• La viola

• Il violoncello

• La viola da gamba

• Il contrabbasso

A CORDE STROFINATE (ARCHI)

Il suono viene prodotto sfregando le corde per mezzo di un archetto. Sono detti anche strumenti ad arco o archi.

• La chitarra

• L’arpa

• Il clavicembalo

• Il pianoforte

Cordofoni

A CORDE PIZZICATE

Il suono viene prodotto pizzicando le corde. Le corde possono essere pizzicate con le dita o tramite un plettro, cioè una sottile lamina di metallo o di plastica.

A CORDE PERCOSSE

Il suono viene emesso per effetto di martelletti che, guidati dai tasti, colpiscono le corde facendole vibrare.

Il violino

Violino Da Braccio

Solista ma non solo

Probabilmente il violino è il più noto tra gli strumenti ad arco a corde sia strofinate sia pizzicate, perché si può suonare nelle due modalità. Può essere costruito con diversi tipi di legno e i violini più pregiati e basilari sono quelli costruiti dai liutai italiani: Stradivari, Amati e Guarnieri. Il violino si presta a concerti solisti e in orchestra, e può produrre una varietà di effetti sonori: tremolo, glissato, vibrato, tenuto, pizzicato, saltellato, percosso col legno dell’archetto o col plettro. Tutti i grandi compositori, da Vivaldi a Paganini, da Mozart a Prokof’ev, si sono cimentati nella scrittura di capolavori per violino, ma questo strumento trova largo impiego non solo nella musica classica ma anche nella musica popolare, nel jazz, nel folk e nel rock.

Corde

Piroli

Categoria: ARCHI

Sono lo strumento con il suono più acuto della mia famiglia. Mi definiscono eclettico e versatile perché mi piace spaziare dalla musica classica al rock, dal jazz al folk. I miei antenati sono il rebab e l’arco musicale.

Estensione: acuta Timbro: chiaro e brillante

Sono quattro chiavette in legno che consentono di modificare la tensione delle corde per accordare lo strumento.

Tastiera

È posizionata sul manico.

Sono quattro, solitamente in metallo. Corrispondono alle note Sol, Re, La, Mi.

Ponticello

È una barretta sottile di legno su cui poggiano le corde perché mantengano una posizione arcuata e possano così essere suonate una per volta. Il ponticello trasmette le vibrazioni delle corde alla cassa armonica.

Mentoniera

È il pezzo di legno o di plastica su cui il violinista poggia il mento.

La viola

Dato che è molto simile al violino ma un po’ più grande, potremmo dire che la viola è la sua sorella maggiore. Rispetto al violino ha un suono più dolce, velato e grave con un timbro più profondo e meno brillante. È uno strumento molto antico, deriva dalla viella che si diffuse in Europa durante il Medioevo.

6

Archetto

È composto da un fascio di crini di cavallo la cui tensione è regolata per mezzo di un meccanismo a vite.

7

Cassa armonica

È in legno ed è lunga 35,6 cm.

Effe di risonanza

Sono due fessure a forma di effe nella cassa armonica. Da qui esce il suono. 8

La viola è uno strumento versatile che, grazie al suo timbro particolare, può dialogare con moltissimi strumenti spaziando tra i generi musicali. Un brano suggestivo in cui la viola dialoga con il saxofono è Lachrymae del compositore armeno Tigran Mansurian. Cerca in rete l’esecuzione della violista statunitense Kim Kashkashian insieme al sassofonista norvegese Jan Garbarek .

CAPRICCIO N° 24 IN LA MINORE

N. Paganini

Niccolò Paganini è stato un grandissimo violinista. Nel 1820 scrisse 24 brani per violino che chiamò semplicemente Capricci. Ascolta il Capriccio n° 24.

Descrivi con almeno tre aggettivi come si sviluppa la breve composizione.

9

Cordiera

È il pezzo di legno o di plastica a cui sono agganciate le corde.

David Garrett, Viva la vida

Il violinista David Garrett grazie al suo talento è riuscito ad affermare la fusione tra musica classica e rock. Cerca su internet la sua interpretazione di Viva la vida, un brano dei Coldplay. Utilizzando dei particolari effetti a pedale, David dà vita a un’esecuzione che conta ben 9 violini sovrapposti.

Lachrymae, Kim Kashkashian, Jan Garbarek Cerca
BRANO A017
Cerca

• Brano musicale

• Video

• Focus

Il violoncello

Il violoncello, anticamente chiamato violone, deriva dalla viola da gamba. A differenza di questa, si suona tenendolo appoggiato a terra per mezzo di un puntale È considerato il basso nella formazione del quartetto d’archi.

Violoncello Puntale

Solista ma non disdegno la compagnia

Sono quattro, solitamente in metallo; sono più spesse di quelle del violino.

È più grande di quello del violino.

Categoria: ARCHI

Sono nato nel XVI secolo dalla liuteria italiana, come gli altri strumenti della mia famiglia. Ho una cassa armonica più grande rispetto al violino e la viola, ma più piccola rispetto al contrabbasso. Nell’orchestra mi riconoscete perché suono in piedi, un po’ inclinato, grazie al mio caratteristico puntale.

Estensione: medio-grave Timbro: vellutato

Il violoncellista e compositore contemporaneo Giovanni Sollima nel brano Terra aria riesce a mescolare sapientemente elementi musicali diversi, minimalismo, jazz, rock e musica etnica. Cercalo su internet e osserva la sua tecnica.

Ponticello 6

Puntale

È una punta estraibile in metallo che permette di appoggiare il violoncello sul pavimento durante l’esecuzione.

Tastiera
Piroli
Cerca

La viola da gamba

La viola da gamba è uno strumento ad arco dotato di sei o sette corde. Ne esistono di diversi tipi e taglie: sopranino (o pardessus de viole), soprano, contralto, tenore, basso e contrabbasso (o violone), quest’ultimo considerato il capofamiglia. In base alle dimensioni cambiano la gamma sonora, l’accordatura e il colore timbrico.

La viola da gamba si suona tenendola tra le ginocchia e sfregando le corde con l’archetto.

BRANO A018

PEZZI PER VIOLA DA GAMBA, LIBRO SECONDO da LE VOCI UMANE

M. Marais

La viola da gamba è uno strumento di grande importanza tra gli archi ma poco conosciuto al grande pubblico. Ascolta questa composizione di Marin Marais che mette in risalto proprio le notevoli doti espressive di questo strumento.

Come inizia la composizione?

A La viola da gamba suona a corde pizzicate insieme a un’orchestra

B La viola da gamba suona in quartetto con frasi rapide

C La viola da gamba suona da sola con l’arco utilizzando più corde

Il contrabbasso

È il basso dei cordofoni ad arco e di conseguenza quello con i suoni più gravi

Deriva dal violone da gamba e, allo stesso modo, si suona poggiandolo a terra sul puntale, in piedi o seduti su uno sgabello, strofinando le corde con l’archetto o pizzicandole.

Il contrabbasso è uno strumento di accompagna mento che, nelle mani di un abile musicista, può dimostrarsi anche molto versatile. Per apprezzare meglio il suono, sia con l’arco sia pizzicato, ti pro poniamo di ascoltare I will survive nella versione di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Ti sembra un bell’abbinamento?

I will survive, Petra Magoni, Ferruccio Spinetti Cerca

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali

BRANO A019

La chitarra

• Brani musicali

• Video

• Focus

La chitarra è uno strumento a corde pizzicate con il fondo piatto e la caratteristica forma di otto. Secondo fonti storiche pare che derivi dal liuto, strumento introdotto in Spagna dagli arabi nel Medioevo. Oggi ha una vastissima popolarità perché è uno strumento leggero, facile da trasportare e che può adattarsi a moltissimi generi musicali.

Categoria: A CORDE PIZZICATE

Il mio suono morbido è inconfondibile, sono infatti tra gli strumenti più suonati da musicisti e musiciste di tutto il mondo. Grazie alla mia versatilità posso spaziare dalla musica classica al rock e offro grandi performance anche da solista.

Chitarra Classica

Amo accompagnare ma anche essere protagonista

Estensione: variabile Timbro: dolce

DANCE

M. Colonna

Il brano per chitarra classica Dance del compositore ed esecutore Maurizio Colonna evidenzia le incredibili possibilità tecniche ed espressive dello strumento a corde pizzicate più noto.

BRANO A020

ASTURIAS

da SUITE SPAGNOLA OP. 47

TRASCR. DI SEGOVIA

I. Albèniz

Come si sviluppa la composizione?

A Con passaggi legati e lenti

B Con passaggi rapidi e virtuosistici

C Con accordi pieni

Questa celebre composizione, scritta nel 1890 da Isaac Albèniz , era in origine un brano per pianoforte. Il grande interprete spagnolo Andrés Segovia ne ha ricavato un brano per chitarra classica dalle suggestive atmosfere iberiche.

Come inizia il brano?

A Con una scala

B Con un arpeggio rapido

C Con accordi

L’arpa

È uno strumento con un’origine molto antica, tanto che i primi a usare l’arpa come oggi la conosciamo furono nientemeno che gli Egizi. L’arpa ha come antenato l’arco musicale, in uso già nelle civiltà primitive dell’Africa e dell’Asia. Questo strumento si suona glissando o arpeggiando: il primo effetto si ottiene facendo scivolare le dita sulle corde, il secondo pizzicandole.

Il clavicembalo

BRANO A021

NED OF THE HILL

Tradizionale irlandese

L’arpa celtica è uno strumento più piccolo dell’arpa classica, ha un numero minore di corde e non dispone dei pedali. In questo brano l’arpista Lorenza Pollini esegue una popolare canzone irlandese.

Con quali aggettivi definiresti il suono dell’arpa?

Il clavicembalo è il più grande e più importante strumento a corde pizzicate e tastiera. Le sue origini risalgono al Trecento ma in Italia compare per la prima volta nel Cinquecento. È dotato di una o due tastiere, una cassa armonica e una cordiera. Non ha un suono molto potente e il suo timbro è metallico. Dalla fine del Seicento all’inizio dell’Ottocento con l’introduzione del basso continuo, il clavicembalo è stato impiegato anche per esecuzioni musicali con armonizzazioni che rendevano polifonica la linea di basso.

BRANO A022

CAPRICCIO

T. Merula

Tarquinio Merula è stato un organista e compositore dell’età rinascimentale, conosciuto per la musica strumentale e per l’opera La finta savia rappresentata a Venezia nel 1643. Tra le varie composizioni strumentali ti proponiamo questo brano per clavicembalo.

Con quale aggettivo definiresti il timbro del clavicembalo?

Parte 1 Il suono, la voce e gli strumenti musicali

Il pianoforte

Il più popolare tra i cordofoni a tastiera è senza dubbio il pianoforte. Si tratta di uno strumento a corde percosse la cui invenzione è attribuita all’italiano Bartolomeo Cristofori, che costruì il primo esemplare nel 1688 alla corte dei Medici. In un primo momento il pianoforte passò inosservato ma, in seguito a un articolo scritto da Scipione Maffei che ne esaltava le caratteristiche, nel XVIII secolo acquistò popolarità in tutta Europa e poi nel mondo.

Categoria: A CORDE PERCOSSE

La complessità è il mio mestiere. Con i miei 88 tasti collegati a corde e martelletti posso produrre melodie ricche e maestose. La mia «coda» altro non è che la cassa armonica e può raggiungere i 280 cm di ampiezza.

Pianoforte A Coda

Essenzialmente solista, accompagno voci e ogni sorta di strumenti

Estensione: variabile Timbro: ricco e percussivo

Martelletti

Sono collegati ai tasti da un sistema di leve chiamato meccanica. I martelletti percuotono le corde quando vengono premuti i tasti. 1

2

Tastiera

Comprende 88 tasti bianchi e neri.

Video

Focus

Brano musicale

Sono in acciaio.

Pedali

Possono essere 2 o 3. Il pedale di sinistra diminuisce l’intensità dei suoni, quello di destra li prolunga.

Cassa armonica

Può avere diverse forme a seconda del modello. La principale differenza è tra pianoforte a coda (come questo) e pianoforte verticale.

Corde

BRANO A023

I GOT RHYTHM

da GIRL CRAZY

G. Gershwin

I got rhythm è un brano di Gershwin tratto dal musical Girl Crazy del 1930. Negli anni è diventato un prototipo per scrivere nuovi temi usando lo stesso giro armonico (per esempio la sigla de I Flintstones). Ti proponiamo di ascoltare la versione eseguita da Paolo Birro e Cheryl Porter.

Come viene suonato il pianoforte nel brano?

A Improvvisando

B Eseguendo accordi

C Eseguendo note acute staccate

Non solo musica

LETTERATURA

Come nasce un pianista

Nel libro La mia storia il pianista cinese Lang Lang racconta che fin dall’età di 3 anni, quando i suoi genitori gli regalarono il pianoforte, è stato costretto a esercitarsi tutti i giorni per almeno 12 ore. L’unica distrazione che gli veniva concessa era guardare i cartoni animati di Tom & Jerry per una mezz’ora al giorno. La storia di Lang Lang è la dimostrazione che per diventare dei prodigi della musica non basta avere talento!

Concerto in Sol (adagio assai), Hélène Grimaud, Leonard Bernstein Cerca

Per apprezzare il suono del pianoforte cerca in rete il Concerto in Sol (adagio assai), composto da Maurice Ravel, eseguito da Hélène Grimaud e confrontalo con la versione di Leonard Bernstein . Quale delle due ti ha emozionato di più?

Poster del musical Girl Crazy

Gli aerofoni

Appartengono a questa famiglia gli strumenti musicali che emettono un suono attraverso la vibrazione dell’aria. A seconda del modo in cui viene immessa l’aria nello strumento, si distingue tra aerofoni a fiato, in cui chi suona soffia direttamente in un’imboccatura e aerofoni a mantice, in cui a spingere l’aria nello strumento è il mantice.

Un’altra possibile distinzione tecnica è quella tra aerofoni risonanti e liberi: i primi contengono l’aria in una cavità al loro interno (flauto); i secondi utilizzano l’aria che si trova all’esterno (armonica a bocca).

Così definiti poiché originariamente venivano fabbricati con il legno, anche se oggi molti sono costruiti con altri tipi di materiale.

Così definiti per via del metallo con cui vengono costruiti.

Il mantice è una specie di sacchetto che viene azionato dall’esecutore tramite un sistema meccanico. Espandendosi e comprimendosi il mantice spinge l’aria nello strumento.

Legni
Ottoni
A mantice

Imboccatura diretta

Il suono viene emesso soffiando l’aria direttamente nello strumento attraverso un’apertura.

Legni

Imboccatura ad ancia

Il suono viene prodotto attraverso la vibrazione dell’ancia, una sottile striscia di legno posizionata sull’imboccatura dello strumento. L’ancia può essere semplice o doppia.

Ottoni

corno inglese

Imboccatura a bocchino

Questi aerofoni hanno un’imboccatura dotata di un piccolo imbuto chiamato bocchino, nel quale chi suona soffia facendo vibrare le labbra.

Parola di musicista!

Scopri di più sugli aerofoni dal racconto diretto di professioniste e professionisti di ciascuno strumento.

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• Il flauto dolce

• Il flauto traverso

• Il sax soprano

• Il sax contralto

• Il clarinetto

• Il clarinetto basso

• L’oboe

• Il fagotto

• La tromba

• Il flicorno

• Il trombone

• Il corno francese

• Il basso tuba

• L’eufonio

• L’oficleide

• La fisarmonica

• Il bandoneón

• L’organo

flauto dolce
flauto traverso
tromba basso tuba
AD ANCIA SEMPLICE

Il flauto dolce

Il flauto dolce, detto anche flauto a becco per la forma della sua imboccatura, è uno strumento nel quale il suono si ottiene tramite il passaggio dell’aria in un condotto chiamato fischietto. Dal fischietto la colonna d’aria si dirige verso un bordo affilato, il labium, provocandone la vibrazione. L’altezza del suono è determinata dall’altezza della colonna d’aria vibrante: più la colonna d’aria è lunga più il suono è grave, più la colonna d’aria è corta più il suono è acuto. Il musicista modifica questa colonna d’aria aprendo e standard del flauto dolce è composta da 4 flauti e basso.

3 Fori

Testata

È la parte superiore del flauto dolce.

Contiene un’apertura in cui chi suona soffia. 1 Fischietto 2 Labium 5 Piede

Sono otto: sette davanti e uno dietro. Lo sdoppiamento dei fori più gravi permette di creare note alterate.

È la parte inferiore del flauto dolce.

Flauto Dolce Solista o in consort con altri flauti

Categoria: LEGNI

Prediligo la musica medievale, rinascimentale e barocca; uno strumento d’altri tempi, si potrebbe dire. Eppure, ancora oggi, sono spesso il principe delle lezioni di musica a scuola: in legno o in plastica, sono leggero e maneggevole... ma non sottovalutatemi!

Estensione: variabile, a seconda del modello Timbro: chiaro

Quartet New Generation, Clockwork toccata, Airlines

Il Quartet New Generation (QNG) è un gruppo di flautiste composto da Susanne Fröhlich, Andrea Guttmann, Hannah Pape e Heide Schwarz. Il quartetto riesce a combinare musica antica e contemporanea in maniera creativa suonando vari tipi di flauto dolce. Cerca su internet alcune loro esecuzioni come la Clockwork toccata di Fulvio Caldini o Airlines di Wojciech Blecharz. Ti sono piaciute queste esecuzioni?

Nel 1974 un valente jazzista, Gianni Bedori, conosciuto anche con il nome Johnny Sax, portò al successo un simpatico motivo intitolato Snoopy. Prova a suonarlo insieme ai tuoi compagni e alle tue compagne.

M.Pasetto-D.Conati Musicfactor-Vol.A Formazioni,strumentie storiadellamusica

ISBN978-88-472-4281-4

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