Milan - I grandi calciatori - Nuova edizione

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MILAN I grandi calciatori raccontati da Carlo Pellegatti



CUORI DA CAMPIONI

MILAN I grandi calciatori raccontati da Carlo Pellegatti

illustrazioni di Francesco Morici


Editor: Patrizia Ceccarelli Autore: Carlo Pellegatti Coordinamento redazionale: Emanuele Ramini Team grafico: Mauro Aquilanti Illustrazioni: Francesco Morici Diritti di immagine dell’autore: Corax Srl, digital company

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Tutti i diritti sono riservati © 2021 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloragazzi.it e-mail: info@grupporaffaello.it e-mail: info@raffaelloragazzi.it Printed in Italy È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di q ­ uesto libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.


La parola a... Sono rossonero da quando avevo cinque anni e, nonostante siano poi passate tante stagioni senza gioie, senza vittorie importanti, non ho mai avuto dubbi o ripensamenti: per me il Milan è per sempre! Se volete davvero capire cosa significhi essere un tifoso rossonero, le storie dei grandi campioni che troverete in queste pagine vi aiuteranno a trovare la risposta. Ho avuto la fortuna e forse anche un po’ il merito di giocare al fianco di alcuni di loro, molti li ho conosciuti, gli altri me li hanno raccontati zii e cugini, coloro che mi hanno preso per mano e accompagnato allo stadio o nei racconti della storia di questo grande club. Tutti campioni che hanno sempre dato importanza ai compagni e alla squadra, perché si vince e si perde insieme. Le pagine seguenti vi regaleranno quindi la magia e il calore di questa grande famiglia: il Milan. Buona lettura!

Filippo Galli Difensore del Milan dal 1983 al 1996



Herbert Kilpin e la fondazione del Milan Milano, anno 1900 I passanti camminano a capo chino, quasi a proteggersi dal vento gelido di quel giovedì di fine gennaio. Avvolto in una sciarpa di lana, un signore inglese si guarda intorno, sorpreso dal silenzio irreale e da uno strano particolare. “Chissà perché c’è quella paglia sui binari del tram?” si chiede. I suoi pensieri vagano poi lontani. Il signore inglese si chiama Herbert Kilpin ed è sempre stato un grande sognatore, da quando sgambettava insieme ai suoi amici nella squadra di football da lui fondata a Nottingham, dove era nato nel 1870. Quello sport è la sua vita, la sua passione. Un giorno stava palleggiando e gli si avvicinò un ragazzo elegante, dai modi gentili, affascinato dalla sua bravura con il pallone.

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“Posso giocare con voi?” gli chiede il nuovo venuto con un inglese dall’accento straniero. “Mi presento. Sono Edoardo Bosio. Sono italiano e vengo da Torino”. Il giovanotto piemontese racconta che è in Inghilterra per lavoro: è un industriale tessile e sta cercando ragazzi esperti di quel settore, che a Nottingham è molto sviluppato. Non solo però: Edoardo è un grande appassionato di calcio e ha fondato una squadra a Torino. Il pallone supera tutti i confini e, dopo pochi minuti, i ragazzi diventano grandi amici. Nel salutare Edoardo, anzi Edward come lo chiamano tutti a Nottingham, Herbert gli chiede: “Vuoi venire sabato a vederci giocare?”

Edoardo non perderà più la partita del sabato. Anzi, quando manca qualcuno in squadra, entra in campo pure lui. Quando arriva il momento di rientrare in Italia, Edoardo si rivolge a Herbert: “Perché non vieni in Italia con me? Mi servono ragazzi in gamba per la mia industria”. Edoardo è furbo: vuole che il suo amico inglese, così bravo con il pallone, entri nella sua squadra di calcio di Torino.

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Herbert, 21 anni e tanto coraggio, pensa: “Guadagnarsi da vivere con il football qui a Nottingham è difficile, troppo difficile. Un’occasione così non mi capita più. Ho deciso. Parto!” Il viaggio è bellissimo e ricco di emozione. Prima il canale della Manica, poi la Tour Eiffel che domina Parigi, gli splendidi colori delle Alpi e infine la città di Torino. Un giorno Herbert sta camminando per le vie di Torino con un suo amico inglese quando vedono, avvolti da un polverone incredibile, un gruppo di ragazzi che corrono dietro a un pallone. I due si guardano in faccia. Gli occhi brillano. In un attimo si attorcigliano i pantaloni sopra la caviglia ed entrano nella mischia. Herbert è un giocatore di un altro livello, una spanna sopra gli altri. E così in poco tempo, l’inglese diventa il punto di riferimento del calcio torinese. Quelli sono anni di fermento per il calcio, il nuovo sport che si sta diffondendo soprattutto nel nord Italia. La rivalità tra le neonate squadre di Genova e di Torino è forte, fortissima, ma vince sempre il Genoa. Herbert è stanco di arrivare secondo. Al banchetto, dopo la seconda sconfitta consecutiva, è seduto davanti a un giocatore del Genoa. A un certo punto si arrabbia e, guardando negli occhi il genoano, gli urla in faccia:

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“Questa è l’ultima volta che vincete! Fonderò a Milano una squadra che vi batterà”. “Alla salute del signor Herbert Kilpin e al successo del Milano Football Club!”. Al brindisi si uniscono tutti i giocatori. Già da qualche anno Herbert si era trasferito a Milano per lavoro. Era ormai stanco di viaggiare tutte le settimane fino a Torino. E a Milano Herbert incontra il console milanese, molto appassionato di cricket, uno sport di moda in Inghilterra, ma non ottiene la risposta voluta: il console non ha mai seguito il calcio con particolare attenzione. Herbert però non è tipo da mollare facilmente: incontra industriali tessili che lo presentano a Piero e Alberto Pirelli, i figli del proprietario della grande fabbrica. Tutti sono innamorati del football! Finalmente il console si convince: viene fissata la data della fondazione del nuovo club, che si chiamerà “Milan Football and Cricket Club”. In una fredda e nebbiosa notte del dicembre 1899 regna un forte entusiasmo nella grande sala dell’Hotel du Nord e des Anglais, lontano solo pochi minuti dal campo di gioco della nuova squadra.

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Herbert ha curato ogni particolare: le luci a gas sono state abbassate per creare un’atmosfera magica, le fiamme sottili illuminano i volti dei nuovi soci. A metà serata, si alza, tormentando nervosamente un foglietto: Cari amici, questa è una grande città. La squadra del Milan deve essere la sua degna e splendida rappresentante. Dobbiamo mostrare il nostro valore contro i club delle altre città, Torino e Genova. Mentre sale alto l’applauso, l’inglese si china per prendere una borsa ai suoi piedi. La apre e mostra la maglia, anzi la camicia a strisce, che nessuno ancora aveva mai visto.

“Signori, i nostri colori saranno questi. Il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo ai nostri avversari”. Un boato si alza in sala. La Gazzetta dello Sport, nella sezione “Sport Football”, scrive: «Finalmente! Dopo tanti tentativi infruttuosi, anche la sportiva Milano avrà una società pel giuoco del football».

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Torniamo a quel gelido giovedì di fine gennaio del 1900. Herbert ripensa a quei momenti emozionanti mentre sfida il freddo di Via Manzoni: i giorni frementi della fondazione, i primi allenamenti, le amichevoli… poi il primo trofeo del suo Milan. Mentre attraversa la strada, un soffio di vento gelido sposta la paglia sui binari. Nemmeno i bambini osavano rompere quella quiete misteriosa. Herbert si avvicina a un passante e chiede: “Perché c’è quella paglia sui binari? E perché questo silenzio?” A bassa voce, stringendosi nel suo cappotto, l’uomo gli risponde con voce tremula: “Il grande musicista Giuseppe Verdi è stato colpito da un ictus. Le sue condizioni sono molto gravi. Per rispetto hanno deciso di non disturbare il suo riposo”. Herbert guarda verso la strada e capisce: “Questo il motivo della paglia sui binari. Per attuare il rumore”. Un breve saluto e si allontana. Domenica 27 gennaio, qualche giorno dopo, Giuseppe Verdi muore. «L’Italia piange il suo più grande musicista titolano i giornali».

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Comincia con questa triste notizia il 1901, l’anno del primo successo del Milan. Perché Kilpin mantiene la sua promessa: i rossoneri giocano la finale per lo scudetto contro il Genova, netto favorito, che ha vinto i primi tre campionati italiani. La partita si disputa a Genova, il viaggio in treno dura cinque ore, e il Milan batte 3 a 0 i rivali.

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CUORI DA CAMPIONI Le storie mitiche di grandi calciatori che hanno brillato in campo e nella vita, raccontate dalla penna prestigiosa di un famoso giornalista.

Dal fondatore Kilpin al carismatico Rivera; dagli olandesi Gullit e Van Basten ai grandi capitani Baresi e Maldini, fino ai campioni di oggi. L’emozionante storia dei Diavoli rossoneri, la squadra italiana più vittoriosa nel mondo. Oltre al racconto di gol mitici e di partite memorabili, troverai episodi inediti e curiosità, per scoprire anche i lati umani di vere leggende del calcio. Con le storie di Kilpin, Gren, Nordal, Liedholm, Cesare Maldini, Rivera, Prati, Baresi, Paolo Maldini, Hateley, Ancelotti, Gullit, Van Basten, Savicevic, Weah, Abbiati, Shevchenko, Ambrosini, Inzaghi, Kakà, Ibrahimovic.

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con poster I campioni di oggi


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