INGLESE SCUOLA PRIMARIA nella
guida didattico-metodologica
programmazione presupposti pedagogici
verifica e valutazione
metodi e attività
organizzazione delle lezioni sussidi didattici
riferimenti normativi e linee guida
1 L’INSEGNAMENTO
DELLA LINGUA INGLESE NELLA SCUOLA PRIMARIA
1.1 Linee guida per l’insegnamento della lingua straniera
1.2 Il ruolo dell’insegnante di lingua straniera
1.3 La motivazione nell’apprendimento della lingua straniera
1.4 Tempi personali di apprendimento
1.5 La correzione dell’errore
2 PRESUPPOSTI PEDAGOGICI
2.1 Cenni sulle teorie dell’apprendimento
2.2 Quale metodologia?
3 I RIFERIMENTI NORMATIVI E LE LINEE GUIDA
3.1 Indicazioni nazionali per il curricolo
3.2 Il Quadro Comune Europeo di Riferimento - Common European Framework
4 LA PROGRAMMAZIONE
4.1 L’importanza della programmazione
4.2 Il sillabo
4.3 Modelli di programmazione
4.4 La didattica per competenze
5 VERIFICA E VALUTAZIONE
5.1 L’importanza della valutazione
5.2 Le fasi della valutazione
5.3 Gli strumenti di valutazione
5.4 L’autovalutazione dello studente
5.5 L’autovalutazione dell’insegnante: il
6.1 Listening
6.2 Speaking
6.3 Reading
6.4 Writing 7 L’ORGANIZZAZIONE DELLA LEZIONE
7.1 Le fasi della lezione
7.2 Warm up
7.3 Presentation
7.4 Practice
7.5 Application
7.6 Assessment
7.7 Round up
7.8 Follow up
9 SONGS, CHANTS, RHYMES
9.1 Il valore didattico delle canzoni
9.2 L’uso della canzone in classe
9.3 Esempi di canzoni 10 ARTS AND CRAFTS 11 TEACHING WITH PUPPETS 12 LA PRATICA TEATRALE NELL’APPRENDIMENTO DELLA LINGUA STRANIERA
12.1 L’attività di drammatizzazione
12.2 “Fare teatro” a scuola: l’apprendimento linguistico e i vari tipi d’intelligenza
12.3 “Fare teatro” e le quattro abilità
12.4 Esempi di attività ed esercizi teatrali
13 ROLE PLAY
13.1 Il role play nella didattica
13.2 Esempi di attività di role play
14 TOTAL PHYSICAL RESPONSE - TPR
14.1 TPR: la lingua e l’azione
14.2 Le fasi del TPR
15 I GIOCHI IN CLASSE
15.1 L’importanza del gioco nell’apprendimento della lingua straniera
15.2 Esempi di giochi
16 STORYTELLING
16.1 La lettura animata in classe
16.2 Accorgimenti pratici
16.3 Criteri di scelta di un libro illustrato
17 SUSSIDI DIDATTICI
17.1 Flashcards
17.2 Flashcards autoprodotte
17.3 Wordcards
17.4 Mini-flashcard e mini-wordcards
17.5 Storycards
17.6 Posters
17.7 Card games e board games
17.8 Realia
17.9 Sussidi multimediali e LIM
17.10 Grafici e mappe
18 LA LINGUA STRANIERA E LE ALTRE DISCIPLINE - CLIL
18.1 L’inglese come lingua veicolare
18.2 L’analisi del contesto
18.3 La scelta della disciplina e le modalità organizzative
18.4 La definizione degli obiettivi
18.5 La scelta metodologica
18.6 Un esempio di progettazione di percorso CLIL
18.7 Il task
18.8 Esempio di tabella di descrizione
18.9
18.10
1 INGLESE NELLA SCUOLA PRIMARIA L’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA
1.1
LINEE GUIDA PER L’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA STRANIERA
È condiviso che l’apprendimento della lingua straniera in età precoce sia parte rilevante del percorso formativo, contribuisca alla formazione della personalità dell’alunno e concorra pienamente all’acquisizione delle competenze di base. Attraverso l’insegnamento della lingua straniera, infatti, si intende favorire lo sviluppo cognitivo, offrendo al bambino un altro strumento di organizzazione delle conoscenze, permettendogli di comunicare attraverso una lingua diversa dalla propria, avviandolo alla conoscenza e alla comprensione di altre culture e di altri popoli. L’insegnamento della lingua inglese dovrà essere proposto privilegiando l’aspetto comunicativo, attraverso attività che permettano al bambino di apprendere la lingua in modo piacevole e motivante.
Al centro dell’azione di insegnamento vi è il bambino, protagonista del proprio processo di apprendimento, con le sue caratteristiche cognitive, storia personale, propensioni e centri di interesse. Risulta quindi di fondamentale importanza prevedere le diverse strategie d’intervento, destinate sia al gruppo classe che ai singoli alunni, al fine di garantire un insegnamento efficace e alla portata di tutti.
Sarà quindi opportuno operare tenendo a mente alcune linee guida:
• Progettare e calibrare le attività con cura.
Il successo del conseguimento di un obiettivo rafforza la sicurezza di sé, occorre quindi progettare attività incentrate su ciò che il bambino può fare.
• Incoraggiare i bambini a sperimentare l’uso della lingua.
L’errore non deve avere una connotazione negativa ma è necessario far comprendere che l’errore fa parte del processo di apprendimento.
• Operare una selezione oculata delle attività da proporre.
Le attività proposte devono mirare a soddisfare la naturale curiosità ed energia dei bambini.
• Pianificare con cura le varie fasi della lezione.
È necessario prevedere attività differenti con cambiamenti di ritmo.
• Diversificare le tipologie di attività in modo da promuovere i diversi stili di apprendimento.
• Operare una scelta mirata di materiali e sussidi didattici.
Tali materiali devono essere rispondenti all’età degli alunni e idonei a stimolare interesse e motivazione allo svolgimento delle attività.
• Creare dei contesti reali di apprendimento.
In questo modo risulterà necessario l’utilizzo della lingua per lo svolgimento di un compito dato o di una determinata attività.
• Privilegiare le attività orali.
• Utilizzare materiale audio e video autentico.
Materiale di questo tipo garantisce l’acquisizione di una pronuncia corretta.
1.2
IL RUOLO DELL’INSEGNANTE DI LINGUA STRANIERA
L’insegnante di lingua inglese nella scuola primaria riveste un ruolo importante poiché è attraverso di cui che avviene, in genere, il primo contatto con la lingua straniera e l’avvicinamento a un’altra cultura
Sin dai primi momenti, gran parte dei vostri alunni si mostrerà curiosa e interessata alla nuova disciplina, mentre qualche bambino più introverso potrebbe sentirsi un po’ timoroso di fronte a una novità di questa portata. Starà a voi saper raccogliere e incanalare, in senso positivo, la curiosità e l’esuberanza dei primi e rassicurare e incoraggiare i bambini più timidi e riservati.
I primi incontri giocheranno un ruolo decisivo e sarà molto importante organizzare una serie di attività altamente motivanti. Riservate, quindi, del tempo all’accoglienza dei nuovi alunni e alla conoscenza reciproca, poi procedete con qualche gioco per sciogliere il ghiaccio.
Se possibile, realizzate insieme ai bambini un semplice manufatto, una bandierina del Regno Unito, ad esempio, che donerete loro in ricordo di questa prima esperienza vissuta insieme. Instaurate fin da subito delle routines e introducete qualche regola attraverso l’utilizzo del classroom language. Utilizzate ad esempio espressioni quali: “Hand up”, per ricordare ai bambini che per chiedere la parola occorre alzare la mano, oppure “Your turn”, quando date la parola a qualcuno. Potrete anche individuare insieme alla classe un gesto che, di comune accordo, utilizzerete per richiamare il silenzio.
L’utilizzo di regole e routines condivise, se proposto in maniera adeguata, risulterà molto utile per la gestione della classe, garantendo un clima sereno e disteso per lo svolgimento delle attività e prevenendo l’insorgere di conflitti. Inoltre, poiché avrete poche ore da dedicare alle attività in lingua straniera, occorrerà gestirle al meglio.
Al fine di rendere le attività fruibili da tutti, sarà di fondamentale importanza conoscere e rispettare i tempi di attenzione di ciascuno e quindi calibrare la successione delle attività in modo da coinvolgere tutti.
Alternate quindi attività che richiedono un grande sforzo mentale ad attività più rilassanti. Per evitare inutili sprechi di tempo durante i cambi di attività abituate gli alunni a seguire at-
tentamente le consegne che voi darete, alle quali potrete anche associare un gesto.
Al fine di valorizzare al meglio l’attività di insegnamento della lingua straniera, prestate attenzione alla disposizione e all’utilizzo degli spazi e, se non vi sarà possibile utilizzare un’aula apposita, organizzate la classe fornendola di espositori, bacheche su cui appendere gli elaborati degli alunni, poster e immagini. Predisponete anche uno scaffale dove sistemare un lettore CD e dove riporre tutti i materiali a disposizione degli alunni, sia quelli utili all’attività di classe che quelli fruibili anche nei momenti non strutturati, al di fuori delle attività di lingua straniera, quali giochi da tavolo e libri di lettura.

Se possibile, attrezzate lo spazio con un computer con collegamento a internet, una stampante, uno scanner e un apparecchio televisivo dotato di lettore DVD Prendete l’abitudine di documentare l’attività di lingua straniera, esponendo poster tematici, cartine, disegni, elaborati degli alunni, manufatti, flashcards autoprodotte e così via. Al fine di promuovere un approccio positivo all’apprendimento, oltre alla scelta delle attività, alla predisposizione degli spazi e dei tempi, favorite al massimo la comunicazione e l’interazione assumendo un ruolo di “facilitatore” organizzando, ad esempio, la disposizione dei banchi in modo da permettere il lavoro a coppie e a piccoli gruppi.
Assicuratevi che all’interno della classe sussista un clima collaborativo e di rispetto reciproco, favorendo l’integrazione di eventuali alunni in difficoltà, supportandoli nel processo di apprendimento e operando scelte didattiche atte a favorire la piena integrazione all’interno del gruppo classe.
1.3
LA MOTIVAZIONE NELL’APPRENDIMENTO DELLA LINGUA STRANIERA
È difficile, se non impossibile, indicare un unico fattore responsabile del nascere e dello svilupparsi della motivazione all’apprendimento.
Pur consapevoli del fatto che non esista una risposta univoca, è utile riflettere e adottare alcune strategie.
• Sperimentare: variare le attività in classe in modo da coinvolgere bambini con diversi interessi e abilità. Proporre canzoni, danze, giochi da tavolo, giochi di movimento, attività di manipolazione, poesie, interviste, crosswords, giochi linguistici, wordsearch
• Scegliere “attività aperte”: proporre attività flessibili dove gli alunni con diversi livelli di abilità possano comunque intervenire con il loro personale contributo.
• Venire a conoscenza di ciò che gli alunni pensano: coinvolgere gli alunni in riflessioni e discussioni sulle attività proposte, chiedendo cosa essi valutino facile o difficile, interessante o noioso.
• Riflettere sul proprio feedback: identificare gli alunni che stanno per “gettare la spugna” e piuttosto che attribuire giudizi negativi spiegare loro, in termini pratici, che possono migliorare e come.
• Comunicare un senso di ottimismo: incoraggiare gli alunni a mettersi in gioco senza paura di cadere nel ridicolo o di essere giudicati; sottolineare ed enfatizzare i risultati positivi anche se minimi.
1.4
TEMPI PERSONALI DI APPRENDIMENTO
I bambini necessitano di un periodo più o meno lungo di silenzio prima di sentirsi “pronti” a parlare.
Infatti, come per l’elaborazione del linguaggio natale, così anche nell’apprendimento di una lingua straniera, un periodo sufficientemente lungo di ascolto e di comprensione è condizione indispensabile per l’organizzazione e la discriminazione delle conoscenze. Si ritiene, pertanto, che il rispetto dei diversi tempi di elaborazione della lingua sia opportuno tanto dal punto di vista psicologico, quanto dal punto di vista cognitivo.
Tuttavia, se è vero che il non essere costretti a parlare può favorire un atteggiamento non ansiogeno nei confronti della lingua, è altrettanto accertato che l’acquisizione linguistica da parte del discente avviene sperimentando la lingua stessa nell’atto della comunicazione. È opportuno quindi attuare strategie che facilitino l’interazione e che stimolino la fiducia del bambino in se stesso.
1.5 LA CORREZIONE DELL’ERRORE
È convinzione ormai provata da studi sul campo che l’errore sia parte integrante e importante del processo di apprendimento e che, attraverso l’errore, avvenga la costruzione della conoscenza. L’accettazione di questo assunto comporta un atteggiamento diverso da parte dell’insegnante nei confronti della correzione dell’errore, che non deve essere demonizzato, bensì considerato come un passaggio necessario al processo di apprendimento. L’errore viene oggi considerato come espressione di creatività nell’acquisizione di una lingua, manifestandosi tale anche nell’apprendimento della lingua materna. Spesso è frutto di un’ipotesi erronea sul funzionamento della lingua, dovuta a strategie che inconsciamente il bambino mette in atto. Per esempio, applica regole generalizzandole a elementi che a tali regole non soggiacciono, come nell’uso dei plurali, oppure nel passaggio dalla propria lingua alla lingua straniera applica regole proprie della L1. L’errore è quindi considerato una forma scorretta solo provvisoria e la correzione può risultare spesso dannosa, perché vissuta dal bambino come un insuccesso personale.
Le modalità di intervento correttivo dovranno pertanto incoraggiare e non bloccare la produzione.
Occorre mettere in pratica quel lavoro di “riparazione” di cui i linguisti hanno riscontrato la presenza nell’interazione fra i parlanti: come nella prassi della conversazione quotidiana si tende a non evidenziare gli errori dell’interlocutore e a consentirgli l’autocorrezione, così l’insegnante di lingua straniera dovrebbe ricorrere a strategie che facilitino l’apprendimento e non ostacolino il flusso della conversazione.
La correzione dell’errore, per non risultare demotivante e frustrante, dovrà essere attuata con strategie che implicano modi e tempi ben precisi. È opportuno non correggere il bambino nella fase di produzione per non provocare inibizione, ma a fine attività, come momento di ripresa e di ripasso della struttura o del vocabolo o come momento di commento e puntualizzazione.
FONTI BIBLIOGRAFICHE E SITOGRAFIA
Asher J. (1982), Learning Another Language Through Actions, Los Gatos, Sky Oaks Productions Balboni P.E. (2002), Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle società complesse, UTET Libreria, Torino Balboni P.E. (2002), “La nuova frontiera: integrare due lingue straniere, integrare lingue e altre discipline”, in Mazzotta P. (a cura di), Europa, lingue e istruzione primaria. Plurilinguismo per il bambino italiano-europeo, UTET Libreria, Torino
Coonan C.M. (2002), La lingua straniera veicolare, UTET Libreria, Torino
Coonan C.M. (2003), “Planning for CLIL. A general outline and thoughts on two micro-features”, in Barbero T., Boella T. (a cura di), L’uso veicolare della lingua straniera in apprendimenti non linguistici, Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, Torino
Delors J. (1997), Nell’educazione un tesoro. Rapporto all’Unesco della Commissione internazionale sull’Educazione per il Ventesimo secolo, Armando, Roma
Dunn O. (1983), Beginning English with young children, Elts, London
Frabboni F. (2007), Manuale di didattica generale, Laterza, Bari Frabboni F. (2007), Indicazioni per il curricolo, Erickson, Trento
Gardner H. (2007), Cinque chiavi per il futuro, Feltrinelli, Milano
Gardner H. (1994), Intelligenze multiple, Anabasi, Milano
Graham C. (2006), Creating Chants and Songs, OUP, Oxford
Lewis M. (1992), The Lexical Approach, LTP, London
Lewis M. (1997), Implementing The Lexical Approach - Putting Theory Into Practice, LTP, London
Masih J. (2004), Learning through a Foreign Language: Models, Methods and Outcomes, CILT, London
Moon J. (1999), Children Learning English, Macmillan Heinemann E.L.T., Oxford
Phillips S. (1993), Young Learners, OUP, Oxford
Read C. (2007), 500 Activities for the Primary Classroom, Macmillan Education
Reilly J. (2005), Writing with Children, OUP, Oxford
Schön D.A. (1993), Il professionista riflessivo, Dedalo, Bari
Schön D.A. (2006), Formare il professionista riflessivo, Franco Angeli, Milano
Slattery M. (2004), Vocabulary Activities, Oxford Basics for Children, OUP, Oxford
MIUR, (settembre 2012) Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione, Roma, in: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/prot7734_12 Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio (18 dicembre 2006) relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, in: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:394:0010:0018:IT:PDF www.coe.int/t/dg4/linguistic/ www.activityvillage.com www.anils.it www.bbc.co.uk/worldservice/learningenglish/teachingenglish/index.shtml www.clilcompendium.com www.enchantedlearning.com www.euroclic.net/ www.factworld.info http://learnenglishkids.britishcouncil.org www.lend.it www.teachingenglish.org.uk/ www.tesol.it
www.tpr-world.com
guida didattico-metodologica
INGLESE NELLA SCUOLA PRIMARIA è una guida didattico-metodologica pensata per chi si avvicina all’insegnamento della lingua inglese.
Questa guida fornisce strumenti e spunti pratici per facilitare il docente nel lavoro in classe, supportandolo in tutte le fasi dell’insegnamento della lingua straniera. Materiale di approfondimento disponibile su www.raffaellodigitale.it.
Con esercizi di consolidamento mirati e graduali, un valido aiuto per il ripasso grammaticale. Disponibile guida per il docente.
Grammar For Kids 1 pp. 48 e 5,50
Uno strumento semplice ed esauriente: 12000 lemmi, trascrizione fonetica, box grammaticali, note etimologiche, curiosità culturali. Con guida per il docente e CD-Rom compatibile con LIM.
Grammar For Kids 2 pp. 48 e 5,50 My Number 1 English
e 14,90
e 16,50
www.celticpublishing.com www.grupporaffaello.it
INGLESE nella
SCUOLA
PRIMARIA