Il grande cammino

Page 1

IL IL

GRANDE CAMMINO CAMMINO GRANDE

La vita al tempo di Otzi, uomo della PREISTORIA

Ci sono ancora, però, dei lati oscuri. Chi era Otzi?

Era, forse, un mercante? Sembrerebbe di no. Non aveva con sé merce e, se gli è stata sottratta dopo la morte, non potremo mai saperlo.

Era un cercatore di metalli? Probabilmente no: tra i capelli non aveva i resti che altrimenti avrebbe avuto a causa del lungo contatto con i fumi di fusione.

Era un pastore? Forse, ma anche in questo caso non ci sono tracce, sugli abiti e sul corpo, di questa attività.

E perché fu ucciso? Non sappiamo neanche questo.

Però Otzi, piccolo grande uomo dell’antichità, ci ha fatto uno dei più grandi doni: ci ha raccontato chi eravamo noi più di 5000 anni fa.

Il suo abbigliamento e il suo equipaggiamento ci hanno regalato una miriade di importanti informazioni sulla vita quotidiana dell’Età del Rame.

7

A Emma, Riccardo, Filippo e Mattia, Elia e Gabriele e a tutti i bimbi, grandi e piccoli, a cui non manca mai il coraggio di una nuova domanda.

"Diventerò un uomo"

Nei pressi di Castel Juval (attuale Trentino Alto Adige), primi di maggio del 3300 a.C.

Deva, la mia migliore amica, quel giorno aveva da fare con sua madre. Sebbene non fosse un maschio come me, con lei mi trovavo benissimo: correva più veloce di qualsiasi ragazzino del villaggio e tirava sassi con una mira incredibile. Le piaceva anche far la lotta e spesso, dovevo ammetterlo, vinceva lei. E poi aveva sempre mille idee diverse: con lei non ci si annoiava mai.

Ma per quel giorno, niente giochi e niente esplorazioni: ero rimasto da solo.

Le mie due sorelle maggiori, in ginocchio davanti alla porta della capanna, continuavano a tritare semi d’orzo sopra alle grosse macine circolari, strofinando i

DENTRO LA STORIA...

Per macinare i cereali si utilizzavano grosse pietre piatte, leggermente concave, contro le quali venivano schiacciati chicchi con l’aiuto di un rudimentale pestello in pietra.

9

pestelli con tutte e due le mani e, dondolando avanti e indietro, facevano un rumore costante e ritmico.

Per un po’ ero rimasto a guardare quei gesti precisi, poi quel dondolio mi aveva fatto venir sonno.

Dovevo trovare qualcosa da fare, a ogni costo. Mi venne un’idea: andai a chiedere al papà il suo coltello in selce. Ne avrei intagliato uno tutto mio, ma in legno. Mi fermai sulla porta e vidi mio padre mentre parlava con lo zio, in piedi al centro della nostra capanna. Il buco del tetto era pieno di fumo e il sole del mattino faceva strani giochi di luce, illuminando l’unica grande stanza, dove ardevano le braci del focolare.

Lo zio era ancora malfermo sulle gambe. Era stato malato a lungo e in famiglia nessuno pensava che questa volta se la sarebbe cavata. Invece, eccolo di nuovo lì, ancora in piedi, che stringeva la mano di papà.

– Allora siamo d’accordo, Nero: il ragazzo partirà con me – disse lo zio.

– Ti confesso che ho un po’ di timore, Otzi – rispose mio padre.

– Non preoccuparti. Sai quanto tengo a tuo figlio. Vedrai, te lo riporterò sano e salvo e ne farò un uomo.

10

Non si erano accorti di me. Così tossicchiai un poco, per farmi notare.

Si voltarono di scatto e, appena mio padre mi vide, sorrise dicendo:

– Ah… eccolo il nostro ometto. Proprio di te stavamo parlando…

Io lo interruppi. Avevo fretta. Volevo intagliare il mio pugnale, così avrei potuto mostrarlo a Deva e agli altri quella sera stessa.

– Padre, mi presteresti il tuo coltello?

– E a cosa ti serve, figliolo? Lo sai che non è un gioco.

– Lo so, padre, starò attento. Voglio farmene uno uguale, però in legno, così potrò aiutarti quando tornerai dalla prossima caccia. Preparerò insieme a te le pelli da portare alla concia.

Lo zio scoppiò in una grossa risata, si piegò leggermente verso di me e, scompigliandomi i capelli, disse:

– Sei davvero in gamba, Ker. Ma non ti servirà a nulla un pugnale in legno. Fidati, te ne regalerò io uno vero. Stai per diventare uomo, ragazzo. Quest’anno ti porterò con me nel Grande Cammino.

11

Rimasi di sasso. Le parole dello zio continuavano a girarmi in testa come un turbine: “Un vero pugnale, stai per diventare uomo, il Grande Cammino”. Ero così stordito che non dissi nulla. Il cuore mi batteva all’impazzata. Avrei solo voluto correre e saltare e gridare. Ma, con la bocca ancora aperta per lo stupore, riuscii soltanto a guardare mio padre. Dovevo avere un’espressione davvero ridicola, perché anche lui scoppiò a ridere. Poi aggiunse: – Sì, Ker, è tutto vero. Anche per te è arrivato il momento di crescere. Hai già dieci anni.

12

L'annuncio alla tribù

Quella sera, attorno al grande fuoco, mio padre mi fece sedere accanto a sé e diede la notizia a tutta la tribù, riunita come accadeva sempre quando l’aria iniziava a intiepidire.

– Quest’anno, il nostro Ker seguirà Otzi nel Grande Cammino. Mio fratello lo ha scelto tra i suoi nipoti perché lo ritiene il più adatto per questo difficile compito. Ha piena fiducia in lui. Diventerà un ottimo pastore e un uomo importante.

Mi feci rosso in viso: non mi ero mai sentito così in imbarazzo. Tutti gli occhi erano puntati su di me. Tutti, eccetto quelli di Deva, che se ne stavano fissi a terra.

Non appena mio padre ebbe finito di parlare, si alzò lo zio Otzi, uno degli uomini più anziani e importanti della tribù, onorato e rispettato da tutti.

13

DENTRO LA STORIA...

La Dea Madre è una divinità comune a tutte le antiche religioni. Era il simbolo della fertilità della terra, degli uomini e degli animali.

– Nero ha detto il giusto – disse. – Purtroppo la Grande Dea Madre non ha voluto darmi figli, così ho scelto il giovane Ker perché è un ragazzo molto intelligente, un ragazzo con la stoffa adatta per divenire un pastore affidabile. La via del Grande Cammino è densa di pericoli e bisogna avere sangue freddo, calma e coraggio. Penso che Ker non mi deluderà. Poi, voltandosi verso di me, aggiunse sorridendo: – Dico bene, Ker?

Sentendo il mio nome, sussultai. Solo i maschi adulti potevano parlare in pubblico attorno al fuoco. E ora toccava a me. Il cuore stava per schizzarmi via dal petto. Presi un bel respiro e mi alzai. Nel silenzio generale, con tutti che mi fissavano, tirai fuori più voce che potei: – Sì, zio Otzi, prometto di fare del mio meglio per seguirti nel Grande Cammino e spero di non deluderti.

14

Dopo un attimo di silenzio, la tribù scoppiò in un fragoroso applauso. Poi gli uomini si alzarono, si misero in fila di fronte a me, dal più anziano al più giovane, e iniziarono a baciarmi su entrambe le guance. Quindi, andarono a congratularsi con mio padre.

In quel trambusto, persi di vista Deva. Forse se n’era andata.

Era ormai tardi e tornammo nella nostra capanna. Mio padre e lo zio mi presero in disparte, poi mi fecero sedere a terra. Mio padre mi accarezzò la testa.

– Le nostre greggi sono numerose – disse – e hanno bisogno di molti uomini validi. Lo zio ha i suoi anni, lo sai, e questo sarà forse il suo ultimo Grande Cammino. Ti insegnerà tante cose. Fammi essere orgoglioso di te, figliolo.

Lo zio fissò i suoi occhi nei miei e aggiunse:

– Io sono vecchio e stanco. Ho già visto quarantasei primavere e tu sai che sono anche malato. Manca poco più di una luna al Grande Cammino. Abbiamo poco tempo per prepararci. D’ora in poi dimentica i giochi e le corse. Dovrai

DENTRO LA STORIA...

Una “luna” corrispondeva circa a ventotto giorni. 16

seguirmi come un’ombra e imparare da me più che puoi, prima di partire. Sai che alcuni non sono tornati dal Grande Cammino, vero figliolo?

– Sì... sì... – balbettai.

– Allora promettimi che ce la metterai tutta. – Prometto.

Mio padre mi fece cenno di alzarmi.

– Ora va’ a dormire. Sarai stanco. Domani lo zio verrà a chiamarti prima che il sole spunti.

Mi congedai dallo zio con una stretta di mano e me ne andai a dormire.

I miei genitori continuarono a parlottare a bassa voce tra loro. Ma da dove mi trovavo, dall’altra parte della capanna, giungevano solo borbottii sommessi e qualche singhiozzo più acuto che mia madre non era riuscita a frenare.

Naturalmente non chiusi occhio. Nel tumulto di pensieri che avevo in testa comparve anche Deva: mi era sembrata distaccata, ma non riuscivo a capire perché. Per fortuna la mamma venne a sdraiarsi accanto me. Mi abbracciò e, col suo odore addosso, mi addormentai quando era già notte inoltrata.

17

Un equipaggiamento impeccabile

Il mattino seguente, quando il sole non era ancora sorto, mi aggiravo già per la capanna. Dovevo preparare tutto l’occorrente per portare Ker con me, nel bosco. Purtroppo avevo dormito poco: i dolori alle ossa non mi lasciavano riposare e in particolare il ginocchio sinistro mi faceva un male terribile.

Non c’era nulla da fare, sarei dovuto ritornare dall’uomo della medicina prima di partire per il Grande Cammino: i suoi tatuaggi mi avrebbero alleviato il dolore, almeno per un po’, e avrei potuto camminare più speditamente.

Aprii la porta, era ancora parecchio freddo. Misi subito la sopravveste di pelo per evitare di prendermi di nuovo dei malanni e pensai che era meglio mettere anche le scarpe pesanti, quelle di pelliccia, ben imbottite, e il berretto d’orso.

18

SaraOrtenziIlGrande Cammino

ISBN978-88-472-2454-4

GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n°633, art. 2 lett. d).

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE

VAL VENOSTA, 3300 A.C.

Il giovane Ker e l’anziano Otzi si preparano ad affrontare il Grande Cammino: assieme alle greggi e agli uomini più coraggiosi della tribù dovranno raggiungere i pascoli di alta montagna. Solo dopo aver compiuto questa esperienza, Ker diventerà un uomo. Insieme ai due personaggi vivremo epici scontri contro animali pericolosi e conosceremo i personaggi più importanti del tempo: l’uomo della magia, la conciatrice di pelli, il mercante, le tribù di razziatori...

Un racconto avvincente che intreccia le ricerche scientifiche condotte su Otzi, la mummia del Similaun, con la storia di una grande avventura. Sullo sfondo, la fedele ricostruzione della vita quotidiana dell’Età del Rame - con i suoi riti e le sue scoperte - e l’affacciarsi di una nuova era: l’Età dei Metalli.

Sara Ortenzi vive nelle Marche. Laureata in lettere classiche a indirizzo archeologico, ha partecipato a numerose campagne di scavo e ha pubblicato testi a carattere scientifico-archeologico. Oggi lavora nell’editoria scolastica, si dedica allo studio della didattica e continua a coltivare la passione per l’archeologia.

ISBN 978-88-472-2454-4

Online: approfondimenti e schede didattiche www.raffaellodigitale.it

9 788847 224544 € 7,50

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Il grande cammino by Gruppo Editoriale Raffaello - Issuu