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Le parole in prestito

R ifletto

Nonna Luisa vuole portare i nipotini a pranzo.

Nonna, ci porti a mangiare il kebab? Mi va bene anche un hot dog. Come dessert vorrei uno strudel.

Io invece vorrei un hamburger, oppure il sushi! Come dolce mi piacerebbe un bel bignè!

Come mai nonna Luisa è perplessa? Secondo te, saprà accontentare i nipoti? Aiutala scrivendo sul quaderno le definizioni delle parole evidenziate. Puoi aiutarti con il vocabolario.

1. Cerchia tutte le parole straniere presenti nel brano.

Cominciava un weekend speciale per me e la mia band. Il nostro look?

Io vestivo in jeans e t-shirt, molto casual. Invece il bassista portava il papillon, il pullover beige e una camicia comprata nella boutique più in della città. Mancavano molte ore allo spettacolo, perciò il batterista decise di fare un po’ di jogging, l’altro musicista andò a fare una partita di basket. Io e il bassista rimanemmo soli e, avvertendo una certa fame, andammo nel più grosso discount della zona.

2. Completa le frasi scegliendo la parola straniera più adatta.

• Ieri la mamma ha prelevato i soldi al

• La connessione salta, forse non funziona oggi!

• Il di ieri sera è stato entusiasmante: che partita!

• Abbiamo noleggiato un per le vacanze.

• Si alza alle sette e va a fare un po’ di nel parco.

• Il pugile fu salvato dall’ennesimo dell’arbitro.

Molte parole straniere (inglesi, francesi, arabe, tedesche...) sono entrate nella nostra lingua, diventando parole di uso comune. Queste parole mantengono la forma straniera e sono invariabili. match bancomat internet footing scoop break camper

• L’inviato ha fatto uno sensazionale.

R ifletto pprendo il cane che abbaia non morde

Stessa scena da angolazioni differenti.

Lu quéne ch’abbaje ne mózzeche. El ca’ che bbaja nun mocciga.

Can che u baia nu morde.

Hai capito che cosa dicono i tre bambini? Secondo te, in quale lingua si stanno esprimendo?

La lingua italiana ha una sua storia. Gli antichi Romani parlavano una lingua, il latino, usata dalle persone colte. Il popolo invece parlava il sermo vulgaris (lingua volgare), una lingua solo orale che mescolava il latino con i diversi dialetti delle popolazioni conquistate dai Romani. Nacquero così diverse lingue volgari. Tra queste la più importante fu la lingua volgare fiorentina che pian piano diventò la lingua comune a tutta l’Italia: l’italiano. Le varie lingue volgari delle altre regioni divennero i dialetti regionali.

F isso tzintzimurreddu barbastèjo ratavóla taddarida paipastrèl

1. Queste parole scritte in diversi dialetti corrispondono allo stesso animale. Riesci a indovinare qual è? Se non trovi la soluzione, gira il libro e leggi gli indizi.

È un mammifero, vola, dorme “a testa in giù”

Avarizzia

Ho conosciuto un vecchio avaro, ma avaro: avaro a un punto tale che guarda li quatrini ne lo specchio pe’ vede raddoppiato er capitale.

Allora dice: quelli li do via perché ce faccio la beneficenza; ma questi me li tengo pe’ prudenza... E li ripone ne la scrivania.

Trilussa

La gondoleta

La biondina in gondoleta l’altra sera g’ho menà; dal piacer la povereta la s’ha in bota indormenzà. La dormiva su sto brazo, mi ogni tanto la svegliava; ma la barca che ninava la tornava a indormenzar.

A.M. Lamberti

La biondina in l’altra sera io l’ho portata; per il la s’è di colpo . Lei dormiva , io ogni ; ma la barca che la faceva

4. Divertiti insieme ai tuoi compagni: ascoltate questi proverbi in dialetto e provate a riprodurli. Ci riuscite?

• A l’è com serchè un’agucia ant un pajè. Piemonte (È come cercare un ago in un pagliaio.)

• Quannu la furtuna vota ogni amicu s’alluntana. Sicilia (Quando la fortuna volta le spalle tutti gli amici si allontanano.)

• Tanto si ‘n tenti tu, tentan tant’altri! Toscana (Tanto se non tenti tu, tentano tanti altri!)

• All’arbero der fico nun ce pò nasce a persica. Lazio (Dall’albero di fico non può nascere una pesca.)

5. Conosci proverbi della tua regione di origine? Fai una ricerca con i tuoi compagni e scrivetene uno.

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