

5 cerchio
Il cerchio delle EMOZIONI e del CITTADINO per crescere insieme
In allegato ItaMAP Flavia Franco




Il cerchio dei
Ricominciamo
6 Che tipo di testo è?
8 Il testo narrativo
LEGGERE e COMPRENDERE
10 Il viaggio di Aiko
12 I jolly del maestro
14 Un arrivo imprevisto
16 La vacanza
LEGGERE e RIFLETTERE
18 Perché non stai con me?
TEMPO d’autunno
20 Paesaggio
21 Quando inizia l’autunno?
22 Laboratorio di ascolto
La leggenda della pioggia



23 Lavoretto Il bastone della pioggia
Il testo NARRATIVO
Il racconto REALISTICO e FANTASTICO

24 Leggiamo per emozionarci
Registrazione n. 5 (8 min e 52”)
26 Scopriamo le tipologie INSIEME
La gara di Italiano
28 Cominciamo a lavorare INSIEME
Il cacciatore sfortunato
29 Un invito… in bottiglia
30 Il naso bagnato
32 Scopriamo le tipologie INSIEME
Quel bullo di Joe
34 Ricordi di scuola
36 Una banda di sbruffoni
38 Un tiro che è una cannonata!
40 La camicetta dei ricordi
42 Il compleanno di Tom
44 Faccio il punto analizzo - comprendo
In viaggio
47 Divertiamoci con le emozioni
Una parola che fa paura
Il racconto GIALLO

48 Leggiamo per emozionarci
Un abile detective
50 Scopriamo le tipologie INSIEME
Un orribile delitto
52 Cominciamo a lavorare INSIEME
Uno strano avvertimento
53 Un’ultima parola: Anubi
54 Assassinio sul treno
56 La donna misteriosa
58 Un fiuto infallibile
60 Faccio il punto analizzo - comprendo
Un caso per Desy Curiosi
63 Divertiamoci con le emozioni
E poi non rimase nessuno
Il racconto UMORISTICO

64 Leggiamo per emozionarci
Uno scherzo… terribile
66 Scopriamo le tipologie INSIEME
Il signor Veneranda
68 Cominciamo a lavorare INSIEME
La pioggia di Piombino
69 La Erre
70 Una digestione difficile
71 Alì Tosi, un cane mozzafiato
72 Un mostro sotto il letto


74 Faccio il punto analizzo - comprendo
Uno zaino… pesante
77 Divertiamoci con le emozioni
Il trattamento Ridarelli
TEMPO d’inverno
78 Natale, un giorno
79 Finalmente ha nevicato!
80 Laboratorio di ascolto
La leggenda del panettone
81 Lavoretto Pupazzo di neve
Il racconto STORICO


Cominciamo a lavorare INSIEME
Chaplin
Thunberg. Non si è mai troppo piccoli per fare la differenza
103 Rodari: il potere della fantasia
104 Gae
106 Sono Leonardo
108 Faccio il punto analizzo - comprendo
Steave Jobs
111 Divertiamoci con le emozioni
La mia giornata
Il racconto FANTASY

82 Leggiamo per emozionarci
In balìa della tempesta
84 Scopriamo le tipologie INSIEME
Il destino di Kleidemos
86 Cominciamo a lavorare INSIEME
Il giorno delle Panatenee
87 Il giovane gladiatore
88 Il prodigio del picchio
90 Un giorno a Pompei
92 Faccio il punto analizzo - comprendo
Le fatiche di Pericle
95 Divertiamoci con le emozioni
Quadrighe in gara
Il racconto BIOGRAFICO e AUTOBIOGRAFICO

96 Leggiamo per emozionarci
Zaha Hadid (1950-2016)
Grace Hopper (1906-1992)
98 Scopriamo le tipologie INSIEME
Da bambina

112 Leggiamo per emozionarci
La coppa del mondo di Quidditch
114 Scopriamo le tipologie INSIEME
Nel labirinto di ghiaccio
116 Cominciamo a lavorare INSIEME
L’unicorno
117 La profezia
118 Il raduno
120 La fuga di Bilbo
122 Faccio il punto analizzo - comprendo
La missione di Atreiu
125 Divertiamoci con le emozioni
I cavalieri neri

Il racconto di FANTASCIENZA
126 Leggiamo per emozionarci
Intergalactic Bed & Breakfast
128 Scopriamo le tipologie INSIEME
Il mio nome è Roz
130 Cominciamo a lavorare INSIEME
Gli alieni sono sbarcati
131 La sentinella Turg
132 Un passaggio tra due universi

134 A caccia di schiavi
136 Faccio il punto analizzo - comprendo
L’astronabus di Deneb
139 Divertiamoci con le emozioni
Un atterraggio… sbagliato
Il cerchio delle emozioni

140 Tutto è un cerchio: la bandiera del CIO
142 Che cos’è la vergogna?
143 Che brutta, la prepotenza!
144 Dove si trova la felicità?
145 Ridere è bellissimo
146 Sei coraggioso?
147 Quando provi disagio…
Il testo DESCRITTIVO
148 Leggiamo per emozionarci
La ragazza dei lupi
AMBIENTI
150 Scopriamo le tipologie INSIEME
La bottega delle conchiglie
152 Cominciamo a lavorare INSIEME
Un cortile che scoppia
153 Una spiaggia nascosta
154 La radura
155 Nevicata

ANIMALI e PERSONE
158 Pescespada o pescecane?
159 Creature uniche
160 La signora Pratchett
161 Anna dai capelli rossi
162 Mio nonno
163 Due strane creature

164 Faccio il punto analizzo - comprendo
Caterina controvento
167 Divertiamoci con le emozioni
Il palazzo di gelato
Il testo POETICO

168 Leggiamo per emozionarci Il cielo è di tutti
Bambini e bambole
170 Scopriamo le tipologie INSIEME Penna
172 Cominciamo a lavorare INSIEME
Il libro
173 Versi e strofe
174 La rima
176 Similitudini e metafore
178 Personificazione
179 Musicalità
180 La parafrasi
182 Haiku
183 Calligramma
184 Faccio il punto analizzo - comprendo

Che bestia sono
186 Divertiamoci con le emozioni
Alla fiera
Per i pizzi di Paolina
La libellula
Canto delle lumache
TEMPO di primavera
188 Mi ha stupito primavera
189 Le rondini
190 Laboratorio di ascolto Nell’orto
191 Lavoretto L’agnello di Pasqua
Il testo INFORMATIVO

Il cerchio del cittadino

211 Il cerchio del cittadino… che sarai!
212 Responsabilità
214 Legalità
216 Che cosa significa legalità?
217 Diritti e doveri

192 Leggiamo per emozionarci
Attenzione alla dipendenza da tecnologia
194 Scopriamo le tipologie INSIEME
Il pane, un cibo antico
196 Cominciamo a lavorare INSIEME
10 curiosità sui Lego
197 Coding: che cos’è e dove impararlo
198 Le case etrusche
200 Giochi e giocattoli nell’antica Roma
202 Faccio il punto analizzo
L’ultima scalata di Ötzi
IL TESTO DI CRONACA
204 Scopriamo le tipologie INSIEME
Scoperti venti sarcofagi a Luxor...
206 Rocco si è cacciato nei guai
207 Faccio il punto analizzo
Apre in Italia il primo Legoland Water Park
IL TESTO PUBBLICITARIO
208 Grand Prix e Super Pirat
209 Pubblicità per vendere
210 Pubblicità progresso
Il testo ARGOMENTATIVO
218 Leggiamo per emozionarci
Chi tace acconsente
220 Scopriamo le tipologie INSIEME
Diversi e uguali
222 Cominciamo a lavorare INSIEME

La penna è più potente della spada
223 Piccoli gesti importanti
224 Bulli e cyberbulli
226 E adesso basta!
227 Come nasce la pace?
228 Faccio il punto analizzo - comprendo Internet sì, internet no

TEMPO d’estate
231 Oh Estate!
232 L’estate passata in città
Che tipo di testo è?
Leggi questi brani, indica con una x di che tipo di testo si tratta e scrivi lo scopo.
Molti secoli fa, nei territori del Nord Europa quasi interamente coperti da foreste, gli uomini si procuravano il miele come fanno gli orsi: cercavano le cavità dove vivevano le api selvatiche, si arrampicavano sugli alberi e staccavano i favi, distruggendo così gli alveari.
P. Socha, Il regno delle api, Electa Kids
Racconto storico
Racconto di avventura
Lettera
Testo informativo
Testo regolativo
Testo poetico
Scopo

Torino, 8 giugno
Avere un drago in casa non è poi tanto male, quando fa molto freddo, c’è un gelo invernale.
Se gli tiri la coda diventa furioso, sputa fuoco e fiamme: è assai permaloso.
C. Albaut, Filastrocche per giocare alla paura, Motta Junior
Racconto storico
Racconto di avventura
Lettera
Testo informativo
Testo regolativo
Testo poetico
Scopo ...........................................

Cara Lisa, stasera andrò a letto con il cuore pieno di pace, ma con la testa in fermento.

Mentre eravamo insieme, mi sembrava di provare dentro di me quello che provavi tu. Questo mi capita sempre con le persone con le quali ho un profondo legame. Un abbraccio forte.
Valentina
A. Petrosino, Hello, Valentina! 2, Piemme
Racconto storico
Racconto di avventura
Lettera
Testo informativo
Testo regolativo
Testo poetico
Scopo ...........................................

Thotis puntò i piedi sulle sponde della leggera imbarcazione di giunchi di papiro e fasce di palma.
– Ani! Kheti! Non così veloci! – gridò sua sorella
Ashira. La barca degli avversari ruotò agilmente su se stessa e si mise in posizione di difesa.
– Attento, Apos! Ci stiamo sbilanciando! – ammonì Kheti.
A. Melis, La mummia rubata, Piemme
Racconto storico
Lettera
Testo regolativo
Scopo
Racconto di avventura
Testo informativo
Testo poetico

Materiale per il gioco: un pezzo di stoffa che simboleggia la bandiera da rubare.
Formare due squadre composte dallo stesso numero di giocatori.
Al centro del campo di gioco c’è il bambino che tiene la bandiera e che chiama i giocatori a turno. I giocatori saranno numerati in ordine crescente e in modo uguale per ogni squadra.
Racconto storico
Lettera
Testo regolativo

C’era un sentierino che correva parallelo alla cima della montagna e quando arrivò davanti alla grotta, all’inizio gli parve identica alla seconda. L’imboccatura rotonda, alta un metro e mezzo. Perfettamente rotonda. Avanzò cauto e guardò dentro.
P. Enquist, La montagna delle Tre Grotte, Feltrinelli
Racconto storico Racconto di avventura
Lettera
Testo informativo
Testo regolativo Testo poetico
Scopo ..................................................................................
Racconto di avventura
Testo informativo
Testo poetico
Scopo ..................................................................................

Ricominciamo

Indica il completamento e la risposta corretti.
Augusta Snorifass è: una bambola di carta. un personaggio fantastico.
Chi è Amelie? Un personaggio fantastico. Una bambina.
Secondo te, questo è un racconto: realistico. fantastico.
Il testo narrativo
Leggi i testi e completa le attività.
Augusta Snorifass
C. Carminati, Le avventure di Augusta Snorifass, Mondadori
Augusta Snorifass era nata da un paio di forbici. L’uomo che la teneva in mano aveva dita lunghe e ossute. Era lungo anche il suo naso, la sua faccia e il cilindro che portava in testa.
– Cara Amelie, la tua nuova amica è quasi pronta – disse l’uomo, piegando il collo verso il fianco della poltrona. Lì accanto, con le guance affondate tra le mani e i gomiti piantati sul bracciolo, c’era la bambina.
– Ti presento Augusta Snorifass – continuò lui quando ebbe finito di ritagliare. – È delicata, ma piena di carattere. Le piace viaggiare, vivere avventure e conoscere gente nuova. È di modi semplici, ma non rinuncia mai a un tocco di eleganza. Così dicendo l’uomo la tese alla bambina. Lei però esitava a prenderla.
– Ma non ha... è senza... – disse la bambina in un sussurro. Indicò la carta da cui era nato il corpo di Augusta: – Indossa solo questo vestito?
– Perbacco, certo che no! Questa è solo la sottoveste. Augusta ama fabbricarsi da sola i vestiti, infatti... L’uomo afferrò di nuovo le forbici, tagliò un pezzettino di carta grande come un confetto e lo incollò sulla sottoveste di Augusta.
– Questa è una tasca – spiegò alla bambina. – Una tasca importante, perché qui dentro Augusta tiene un paio di minuscole forbici d’oro, con cui potrà farsi un intero guardaroba di vestiti meravigliosi. La bambina si illuminò.
– Così sì che va bene! – esclamò e tese la mano a
ricevere Augusta.
C’è chi nasce con la camicia e si dice siano persone molto fortunate. Augusta Snorifass era nata in sottoveste: quanto a fortuna batteva tutti.

Un ponte sul Tevere
N. Vittori, La lupa e l’aquila, Raffaello
Anco Marzio avanzò tra due file di sacerdoti. Era il 640 a.C. Nel silenzio spezzato soltanto dal mormorìo del fiume, il re disse: – Possente Tevere, abbiamo ascoltato i tuoi ordini: nessun chiodo in ferro o in bronzo unisce le tavole di legno di questo ponte... come ci hai richiesto, ogni anno sacrificheremo al centro del fiume e su entrambe le sue sacre sponde... Subito furono portati quindici fantocci di canne e furono gettati nel fiume. La corrente li catturò e, dopo alcuni girotondi, li trascinò via. La folla urlò di gioia: il dio aveva gradito il dono!
– Dedico a te, possente dio, questo ponte! – tuonò il re. – Si chiamerà Sublicio, cioè senza chiodi. Nessun chiodo in metallo verrà infisso nel suo legno.
Il sovrano scese dal ponte e poggiò di nuovo i piedi sulla piattaforma. Non poté trattenere un sospiro di sollievo: era stata una lotta dura, ma finalmente il ponte era ultimato e il dio sembrava placato.
Si voltò un attimo a contemplare il ponte alle sue spalle, mentre un sorriso di soddisfazione gli saliva alle labbra. Quel ponte avrebbe portato ricchezza e prosperità alla sua città.
La folla che si era accalcata sulla riva sinistra per seguire la cerimonia si aprì in due ampie ali per lasciar passare il sovrano. Si era dimostrato un buon re fino a quel momento. Aveva dato il via alla costruzione della colonia sul mare, proprio alla foce del Tevere, aveva aperto la strada alle preziose saline e adesso il ponte!
Scegli il completamento corretto.
Il fiume Tevere: è un fiume italiano. non esiste nella realtà.
Il racconto di questi fatti è: realistico. fantastico.
Questo è un racconto: di paura. fantastico. storico. di avventura.
Vero o falso? Cancella le affermazioni false.
Il re si chiamava Romolo. Furono sacrificati 15 fantocci di canne.
Sublicio significa senza piloni. Il re aveva aperto la strada alle saline.
Il popolo pensava che Anco Marzio non fosse un buon re. Il racconto è ambientato nel VII secolo a.C.

Per entrare in un testo non è sufficiente conoscere il significato delle parole, ma bisogna dare la giusta interpretazione per comprendere il più possibile il pensiero dell’autore, il messaggio o le emozioni che ha voluto trasmettere.
Anche svelare il senso delle espressioni figurate, il cui significato non è quello delle parole prese alla lettera, ma diverso e più fantasioso, aiuta a entrare in sintonia con il testo, permettendo di goderne appieno il contenuto.
Il viaggio di Aiko
R. Morgese, Aiko sul vulcano, Epoké
L’estate avanza. E anche il piccolo bruco. Un piccolo passo. Un altro piccolo passo. La schiena del bruco s’inarca e disegna un verde punto di domanda: quanti piccoli passi mancano per arrivare in cima?

Pensa a un arco... e capirai il significato dell’azione da come è costruita la parola.
I suoi minuscoli occhi, tondi e scuri, scrutano intorno. Chissà se vedono il mondo. Il sottile corpo si allunga sulle tozze zampine e le antenne, quasi invisibili, interrogano l’aria: quanto dista la bianca vetta? Altri due occhi grandi di bimba, puntano lassù.
– Non guardarla, mia cara Aiko.
La bambina si volge verso l’anziano maestro.
– Non puoi salire sul vulcano, lo sai – prosegue lui.
Aiko stringe le spalle.
Un soffio d’aria fresca scuote le pareti in legno e carta di riso della casa dell’artista. Gli spifferi dalle fessure creano un allegro turbine colorato, sollevando granelli di polveri variopinte. L’insetto, ancora senz’ali, vorrebbe forse salire sopra quel vento magico e volare in cima al Fujiyama, invece che consumarsi di piccoli passi.
La bimba allunga una mano e lo coglie. L’animaletto aspetta incerto. Non conosce quella rosea pelle, ma sente che è soffice; lo terrà con delicatezza. Ci sale e si ritira acciambellato
Il pittore osserva la giovanissima aiutante di bottega. Vorrebbe chiederle di preparare quel blu speciale che ravviva le sue opere, ma la lascia giocare col bruchetto ancora un po’. Aiko muove la mano come fosse l’ala di un uccellino inesperto.
Questa espressione è molto bella e ha un significato particolare... secondo te il bruco ha un pennarello?
Anche questa espressione ha un significato particolare... hanno voce le antenne del bruco?
Leggendo le due righe sopra puoi capire il significato della parola. Pensa a una ciambella... e capirai il significato dell’azione da come è costruita la parola.
Attraversa danzando la stanza di lavoro sui suoi sandali di sambuco. Fa scorrere lo scuro telaio di mogano della porta. Esce.
Dispettosi sbuffi d’aria si precipitano dentro per godersi la bellezza della pittura e correre a raccontarla ovunque. Il maestro allora lascia un po’ che la brezza s’intrufoli curiosa tra gli attrezzi e i colori, poi la spinge fuori e richiude.
Aiko intanto deposita il bruco su una foglia in giardino: in casa non avrebbe sopravvissuto. Non sa come e perché sia entrato, ma ora è libero di proseguire, se vuole. La montagna si è avvicinata di qualche passo di bimba.
Quando sarà farfalla, forse le renderà il favore e la trasporterà in volo sulla cima del Fuji, l’immensa casa di Madre Natura.
COMPRENDERE le espressioni
Per comprendere il corretto significato della parola puoi cercare sul vocabolario.
Disegna il bruco mentre... ... si inarca. ... disegna un punto interrogativo. ... si acciambella.
“Le antenne del bruco interrogano l’aria” significa: che le antenne fanno domande all’aria. che le antenne si muovono di qua e di là come curiosando.
Sottolinea le parole che ti fanno capire che cos’è “l’allegro turbine colorato” nella seguente frase.
“Un soffio d’aria fresca scuote le pareti in legno della casa dell’artista. Gli spifferi dalle fessure creano un allegro turbine colorato, sollevando granelli di polveri variopinte.”
COMPRENDERE il lessico
Cerca sul vocabolario la parola “telaio”. Quanti e quali significati può avere?
Nel testo ci sono parole che hanno funzioni particolari: capirne bene il ruolo e lo scopo è indispensabile per comprendere i rapporti tra le varie parti scritte e, quindi, per interpretare correttamente il significato del testo
I jolly del maestro
S. Morgenstern, Un mazzo di jolly, Salani
In realtà erano contenti di tornare a scuola per dare inizio a quello che sarebbe stato l’ultimo anno della Scuola Primaria.
Borbottavano e si lamentavano, tuttavia sotto sotto erano contenti, aspettavano il primo giorno di scuola, nonostante avessero un pizzico di paura del nuovo maestro.
Intanto bisogna dire che non si aspettavano un maestro del genere. Se ne stava lì, seduto dietro la cattedra come un vecchio gufo. Carlo si chiedeva com’era possibile che un nuovo maestro fosse così.

Maamar si avvicinò per vedere se tutti quei capelli bianchi erano veri...
Gli scolari si guardarono l’un l’altro turbati. Erano realmente, assolutamente, inequivocabilmente delusi. Si aspettavano un bel maestro giovane e sportivo, invece qualcuno aveva pensato bene di rifilare loro quel grosso signore con i capelli bianchi che gli andavano da tutte le parti, gli occhialini sulla punta del naso e una pancia come un pallone.
Anche la voce li colse di sorpresa: bassa e grave sembrava provenire da un altro mondo.
Perciò furono sconcertati dalla prime parole emesse da quella voce:
– Ho un regalo per voi
Poi posò un pacchetto regalo sul banco di ogni alunno, quasi volesse farsi perdonare l’aspetto fisico e l’età.
Costanza aprì il suo pacchetto e scoprì un mazzo di carte identico a quello di tutti gli altri.
Sul dorso di ogni carta c’era scritto “jolly” e dall’altra parte c’erano scritte diverse frasi.
“Un jolly per fare una coccola a chi vuoi”.
“Un jolly per prendersela comoda”.
“Un jolly per una ricreazione che non finisce mai”.
“Un jolly per prolungare le vacanze”.
Il maestro spiegò:
– Quando si nasce ci vengono dati automaticamente dei jolly. Quali sono secondo voi?
Carlo esclamò:
– Il jolly per vivere.
– Il jolly per parlare – lo copiò Maddalena.
– Il jolly per parlare le lingue.
Tuttavia la fila di Maddalena continuò con il jolly per imparare la storia, la geografia, le scienze e tutti i campi del sapere.
– Il jolly per amare – aggiunse in tono sognante Benedetta.
– Il jolly per essere felice.
– Il jolly per piangere.
– Il jolly per decidere.
– Sì, credo che adesso abbiate capito. Il solo fatto di nascere ci ha regalato tutti quei jolly. Ed è meglio spenderli!
Domani faremo una festa di compleanno collettiva per festeggiare la vita e i suoi jolly. Porto io la torta.
COMPRENDERE le parole-legame
Le parole tuttavia e nonostante sono connettivi che uniscono due frasi apparentemente in contrasto tra di loro. Rileggi nel testo. Ora completa le frasi scegliendo tra i seguenti sinonimi.

benché ma sebbene però malgrado
Faceva caldo fosse inverno.
................................. non avesse fame, mangiò tutto ciò che aveva nel piatto. Eseguì in fretta il compito ................................. non avesse voglia.
Voleva gridare, non lo fece.
Era grossolano ................................. gentile.
Realmente, assolutamente, inequivocabilmente sono tre avverbi che vengono utilizzati dall’autore per rafforzare un pensiero. Quale, secondo te? .....................................................................................................................................................
Loro, voi, quello, quali sono pronomi, cioè parole che ne sostituiscono altre. Quali? Indicale.
Loro: Voi:
Quello: .............................................. Quali: ..................................................
Per capire bene un testo è necessario ricavare tutte le informazioni: alcune sono esplicite, cioè sono scritte chiaramente e si individuano leggendo, altre sono implicite, cioè vanno ricavate dagli indizi nel testo.
Un arrivo imprevisto
L. Ballerini, L’estate di Nico, Giunti Junior
Nell’ora in cui i grilli assordano la campagna coi loro canti, Andrea stava seduto esattamente nello stesso punto del giorno prima, intento a tener d’occhio la casa degli zii e il cancello. Di lì a poco sarebbero arrivati i nuovi villeggianti. Non aveva fatto capire a nessuno quanto fosse emozionato e si sforzava di non darlo a vedere, mostrandosi concentrato a sistemare in fila il suo esercito di soldatini verdi di plastica. I grandi erano rientrati in casa: a quell’ora faceva troppo caldo anche solo per tenere fuori il naso.

Proprio nel momento in cui Andrea stava rimproverando Pepe, che gli aveva buttato giù mezzo battaglione sfrecciandogli davanti come un matto, una macchina nera, stracarica di bagagli, fece ingresso nell’aia accecata dal sole e sollevò un polverone bianchissimo che per un istante offuscò la visuale. Incredibile!
Dall’auto non uscirono i soliti anziani, ma una famiglia giovane, con una mamma, un papà e... quella.
Subito, al primo sguardo, Andrea mise una faccia scura. Nel suo cuore si sentì di doversi difendere, come se un pericolo sconosciuto lo stesse minacciando; un po’ come succede quando si sente qualcosa strisciare sotto un sasso e si ritira svelti la mano.
Era una sorpresa, ma... chi ha detto che le sorprese debbano essere per forza belle?
Certo, era arrivata una famiglia giovane, ma quella era... una femmina!
A lui le femmine non piacevano proprio, gli sembravano proprio delle specie di extraterrestri: troppo strane da capire, meglio evitarle. Certe volte in classe era costretto ad averne una vicina di banco, ma che noia!
Se proprio Andrea doveva passare l’estate in compagnia di un coetaneo sconosciuto, avrebbe almeno preferito fosse stato un maschio, uno con cui giocare a pallone o magari scavare buchi nel campo per cercare l’acqua di una fonte sotterranea.
Quell’arrivo imprevisto suscitò in lui un misto di ansia ed eccitazione. Non voleva dare importanza alla nuova venuta, ma al tempo stesso la teneva costantemente sotto controllo con la coda dell’occhio. Se solo avesse provato a prendergli i suoi giochi o toccare i suoi animali...
“Una cosa è sicura: non le parlerò mai. Mai, per tutto il tempo che si fermerà qui!” giurò solennemente a se stesso, incrociando gli indici delle mani e baciandoli due volte.
COMPRENDERE le informazioni

Rispondi alle domande indicando se la risposta è un’informazione esplicita (E) o implicita (I).
Dove si trova il protagonista? ................................................... E I
In che momento della giornata avviene il fatto? E I
In quale stagione? ................................................... E I
Che cosa sta facendo il protagonista? ................................................... E I
Chi è Pepe? E I
Leggi le domande, sottolinea nel testo le frasi che ti aiutano a rispondere e scrivi.
Perché l’arrivo dell’auto viene definito “incredibile”?
Perché per il protagonista la sorpresa non è bella?
Che cosa pensa il protagonista delle femmine?
Che cosa ha paura che accada?
Quanti anni ha la bambina?
Andrea percepisce una situazione di pericolo. Con quali parole la descrive l’autore del racconto?
Un testo presenta sempre due tipi di informazioni: quelle principali, cioè indispensabili per comprendere i fatti, e quelle secondarie, cioè meno necessarie per la comprensione e di arricchimento.
La vacanza
V. Cercenà, Il mistero della torre saracena, Fatatrac
Il traghetto avanzava lentamente nel piccolo porto girando su se stesso. L’isola si stagliava scura nel cielo azzurrissimo. L’unica macchia chiara era rappresentata dalle bianche case sgranate come perle di una collana lungo l’insenatura. Alessandro e Giulia erano eccitatissimi. Quando il babbo era tornato a casa, due mesi prima, annunciando che aveva preso in affitto una casetta in una piccola isola nel sud della Sicilia per trascorrervi le vacanze, gli erano saltati al collo facendogli quasi perdere l’equilibrio.

Non erano andati in macchina, perché nell’isola non sarebbe servita. Tonino, il padrone della casa, era venuto a prenderli.
La casa, imbiancata a calce, era composta da due corpi simmetrici a un piano: uno più grande che conteneva una camera e la grande cucina con la porta finestra che dava su un cortile lastricato a ciottoli e ombreggiato da una pergola; l’altro formato praticamente da un solo ambiente e da un ripostiglio.
In mezzo era stato costruito, probabilmente da tempi immemorabili, un forno per cuocere il pane. Mentre la mamma lo contemplava estasiata, i due ragazzi si liberarono in un baleno degli zaini e dei vestiti annunciando, senza attendere risposta, che avrebbero fatto un bagno, ma i ciottoli della riva li costrinsero a rallentare la corsa. L’acqua era trasparente; banchi di pesciolini argentati si frangevano sulle loro gambe bianche di città, ricongiungendosi subito dopo. Quando tornarono a riva si scontrarono quasi con un gruppetto di coetanei che li squadrarono con aria minacciosa.
– Questa spiaggia è nostra – affermò perentorio quello che sembrava il capo, scuro d’occhi, di capelli e di sguardi. Alessandro diede di gomito alla sorella che già prendeva fiato per rispondere per le rime.
– Scusa, non lo sapevamo – disse tendendo la mano – siamo arrivati oggi, stiamo nella casa di Tonino.
Il “capo” sembrò preso di sorpresa, saettò lo sguardo vivace sugli altri e poi borbottò fra i denti: – Va bene, ma non si può pescare. Sparirono all’improvviso, come erano apparsi.
Il mattino successivo Giulia si svegliò che ancora albeggiava: quasi all’improvviso tutto si era colorato di rosa e l’unghia di luna, che poco prima era ancora appesa all’angolo della montagna, impallidì fino a scomparire. Giulia respirò a pieni polmoni l’aria salmastra
e frizzante che saliva dal mare. Poi uscì all’aperto. Seduto su un grosso sasso c’era il ragazzo che il giorno prima li aveva affrontati.
– Potete stare sulla spiaggia e fare il bagno... – disse lanciando dei sassolini contro l’invisibile bersaglio.
– Potete anche pescare, se volete... – aggiunse.
– Noi non peschiamo: siamo amici degli animali e non uccidiamo i pesci! –affermò Giulia.
Il ragazzo la guardò con aria di compatimento: – Vedi, noi uccidiamo i pesci... non solo per mangiarli, ma per campare. Nell’isola siamo tutti pescatori.
Giulia arrossì fino alla radice dei capelli: per la prima volta si trovava a fare una riflessione sulla sua convinzione di avere sempre la verità in tasca.
– Ciao – disse all’improvviso il ragazzo e sul suo volto piccolo, abbronzato, balenò un sorriso saggio e amichevole che in qualche modo la consolò.
COMPRENDERE le informazioni
Indica se le seguenti informazioni sono principali (P) o secondarie (S). Barra la casella.
Il traghetto viaggia adagio. P S
Il babbo aveva preso in affitto una casa in Sicilia. P S Nella casa c’è un forno per cuocere il pane. P S
Sulla riva ci sono molti ciottoli.
P S
Si scontrarono con un gruppo di coetanei. P S
– Questa spiaggia è nostra. P S
Giulia respirò a pieni polmoni l’aria del mare. P S
– Siamo amici degli animali. P S – Nell’isola siamo tutti pescatori. P S
Giulia arrossì. P S
Nel testo sono presenti due descrizioni d’ambiente. Sottolineale. Ricostruisci brevemente la successione dei fatti sul quaderno, come accadono cronologicamente.
COMPRENDERE l’argomento generale
Di che cosa parla il racconto? Scrivilo in tre righe.


Perché non stai con me?
M. Strianese, L’altalena della felicità, Raffaello
Arrivò il primo giorno di scuola.
Comprendere
correttamente significa trovare spunti per riflettere sul pensiero dell’autore, sul messaggio che vuole trasmettere, sulle sue opinioni personali, sulle emozioni, andando oltre la trama e il contenuto.
Eravamo tutti in cortile, facevamo chiasso. Ecco Alex, finalmente. Ero felice di vederlo. Gli andai incontro, lo salutai, avrei voluto dirgli tante cose, ma bisognava salire in classe.
Entrammo tutti in aula di corsa, spintonandoci tra i banchi per prendere i posti migliori. Io mi ero seduto e avevo buttato lo zaino sulla sedia accanto, ma vidi che lui stava andando in fondo, allora lo afferrai per lo zaino e gli dissi:
– Ehi, dove vai? Sediamoci qua.
Lo spinsi nel banco, ridendo. Alex si sedette, docile, ma non rise. Quando suonò la ricreazione mi distrassi appena un momento e Alex era già sparito. La cosa mi infastidì perché mangiavamo sempre insieme la merenda e ce la scambiavamo. Quando suonò l’uscita non lo persi di vista: volevo parlargli. – Come stai? – gli domandai. – Bene.
– E le vacanze. Che hai fatto?
– Il solito.
– Ce l’hai con me?
– No.
– Ci vediamo in piscina?
– Non lo so.
– Oggi vuoi venire a giocare da me? Ho un nuovo videogioco.
– Non posso.
– Perché? Non vuoi più stare con me?
– No, non è questo...
Per tutto il corridoio e per le scale fu così. Uno strano Alex non mi voleva parlare, si comportava proprio come se ce l’avesse con me. L’avevo offeso in qualche modo, ero sicuro di no. Eppure era cambiato. Mi sfuggiva senza motivo. Stavo perdendo un amico e non sapevo perché. Pensai e ripensai e decisi che avrei fatto un’indagine.
RIFLETTERE sul testo
Rispondi sul quaderno.
Quello che ricavo dal testo...
Che rapporto c’è tra il protagonista del racconto e Alex?
Perché il protagonista getta subito lo zaino sulla sedia accanto alla sua?
Dove voleva sedersi Alex?
Perché il protagonista è infastidito durante l’intervallo?
Come sono le risposte che dà Alex alle domande che l’amico gli rivolge?
Che cosa capisce il protagonista da quelle risposte?

Quello che penso io...
L’amico di Alex si sente preoccupato. Perché, secondo te?
Che cosa significa “sentirsi preoccupato”?
Ti è capitata una situazione simile con un amico o un’amica?
Dal racconto si capisce che cos’è accaduto tra i due?
Tu che cosa pensi possa essere successo?
Come ti comporteresti se Alex fosse il tuo amico?
Nel testo c’è una lunga parte di dialogo. Dal punto di vista delle emozioni, che cosa ti fa capire? Pensaci, poi scegli le risposte che “senti” più tue.
Il protagonista incalza Alex perché vuole capire il suo comportamento.
Il protagonista è un po’ troppo insistente.
Alex è in difficoltà perché non vuole rispondere.
Alex è arrabbiato.
Il protagonista vuole recuperare la loro confidenza.
Alex non vede l’ora di finire la conversazione.
TEMPO d’autunno
Paesaggio
F. G. Lorca,
Il pomeriggio distratto si vestiva di freddo.
Dietro i vetri offuscati i bambini, tutti insieme vedono un albero giallo tramutarsi in un uccello. Il pomeriggio si stende sulle rive del fiume.
E un rossore di mela si dondola sui tetti.
Quanto ti ha emozionato questa poesia? Colora.
Sapresti definire l’emozione principale che ti ha suscitato?


Quando inizia l’autunno?
EQUINOZIO DI PRIMAVERA
20 marzo
SOLSTIZIO D’ESTATE
20 giugno


2020
SOLSTIZIO
D’INVERNO 21 dicembre
EQUINOZIO D’AUTUNNO 22 settembre
Il 21 settembre è il primo giorno d’autunno, vero? E invece no! Le stagioni non cambiano sempre lo stesso giorno!
Quest’anno, il 2020, l’autunno inizia astronomicamente il 22 settembre, ed esattamente alle ore 13:31, momento in cui si verifica l’equinozio d’autunno
Che cos’è l’equinozio? E suo “fratello” solstizio? Conoscete la differenza tra questi due momenti astronomici?
I solstizi e gli equinozi scandiscono il cambiare delle stagioni, infatti distano tra loro circa 3 mesi. I due solstizi, solstizio d’estate e solstizio d’inverno, indicano il giorno in cui l’emisfero nord e quello sud della Terra ricevono rispettivamente il massimo e il minimo numero di ore di luce solare dell’anno. Gli equinozi, invece, che segnano l’inizio di primavera e autunno, sono i momenti dell’anno che indicano che la durata del dì e della notte sono uguali e, in tutti i punti del pianeta, vi sono 12 ore di luce e 12 di buio. La parola deriva dal latino equi-noctis, ossia notte uguale (al giorno). In questi giorni così particolari, il Sole sorgerà quasi perfettamente a est e tramonterà quasi perfettamente a ovest.

d’autunno

Seduto bene, braccia conserte appoggiate sul banco, ascolta l’insegnante che legge... se vuoi puoi chiudere gli occhi.
La leggenda della pioggia
Ascolta bene l’insegnante, poi completa le frasi sotto. A una seconda lettura verifica la correttezza dei completamenti.
• Un indio gettò un ............................ dorato in direzione dell’ ............................. pescatore.
• Il volatile liberò il foro e sulla Terra ...................................... per la prima volta.
• Oggi, prima che la pioggia cada, nel ci sono dei bagliori: sono i pesci dorati lanciati dall’indio.
• La pioggia che scroscia è uno dei ............................... più rilassanti in assoluto.
• Per riprodurre il suono rilassante si può usare un della pioggia.
• Questo bastone fu usato da Dio per far cadere sulla Terra il ................................ universale.
• Il bastone fu usato dalle tribù per le ............................... religiose propiziatorie per il ......................................
• Il suono rilassante che produce questo strumento sembrava potesse avere magici.
• Una caratteristica importante di questo bastone è che per realizzarlo si usavano già morte naturalmente.
• Nel cactus si secca la polpa e si ottiene ...................................... vuoto, si recuperano anche le che venivano conficcate nel tronco
• Al suo interno venivano inserite delle o dei pezzetti di
Disegna nello spazio qui accanto la leggenda della pioggia.
Il bastone della pioggia

1 3 2 4



materiale occorrente
Chiodi, gomitoli di lana, pennello e colori, 2 tubi di carta da cucina, scotch di carta, riso, legumi, gusci di frutta secca, pezzettini di plastica.
1
Con l’aiuto di un adulto, applica i chiodi sui tubi a 2 cm di distanza, seguendo la linea che gira intorno. Poi appoggia un tubo su un cartoncino e con una matita traccia il contorno. Ritaglia i due cerchi e fissa il primo a un’estremità con lo scotch.
2

Sempre con lo scotch di carta unisci i due tubi.
Usa l’estremità aperta per inserire nel tubo: il riso, la plastica, i gusci, i legumi. Poi chiudi con il secondo cerchio. Fascia tutto il tubo con lo scotch di carta. Spennellalo di colla vinilica e arrotola il filo di lana tutto intorno, oppure usa i colori acrilici per decorarlo come più ti piace.
Leggiamo
per emozionarci

Registrazione n. 5 (8 min e 52’’)
J. Cheng, Arrivederci tra le stelle, Giunti
Va bene, ci riprovo. Prima volevo raccontarvi cos’è successo in stazione, ma mi sono messo a piangere e parlavo a vanvera, perciò ho cancellato la registrazione.
Quando mi vedeva piangere, Ronnie mi ripeteva sempre di comportarmi da uomo. Secondo lui dovevo darci un taglio perché i mocciosi piagnucoloni non piacciono a nessuno, ma certe volte non riesco a trattenermi. Certe volte le nuvole che ho in testa si fanno grandi e grigie e dagli occhi mi viene fuori il temporale. Non è che mi esce davvero un temporale dagli occhi...
Stamattina io e Carl Sagan eravamo pronti a partire, ma mi sono accorto che il borsone era troppo pieno anche se avevo lo shampoo-balsamo 2 in 1. Ho provato a tirarmelo dietro ma niente, TROPPO pesante. Dopo cinque passi ero esausto.
Ieri sera non sembrava così pesante: le cose dentro non sono pesanti di per sé, ma la loro somma sì. Ho chiesto a Carl Sagan: – Adesso che facciamo?
Lui mi ha guardato del tipo “Dovrei saperlo io?”.
Allora ho cercato di caricargli il borsone sulla schiena e lui se l’è svignata con un’aria da “Per chi mi hai preso? Per un asino?”.
– Lo so che non sei un asino – gli ho detto, poi mi è venuta un’idea grandiosa.
L’idea era di andare in garage e prendere il carrellino che uso per la spesa. Ci ho messo dentro il borsone e ci stava, problema risolto! Così ho bussato piano piano alla porta della camera di mamma per capire se era sveglia e, siccome non lo era, mi sono avvicinato al letto e le ho sussurrato all’orecchio: – Noi partiamo, sai già che torniamo domenica e ti voglio bene.
Magari poteva sentirmi dal mondo dei sogni. Io e Carl Sagan ci siamo incamminati e all’altezza della casa di Justin Mendoza abbiamo svoltato a sinistra su Mill Road. Con una mano tiravo il carrellino, nell’altra tenevo il guinzaglio. Abbiamo superato la stazione di servizio del signor Bashir e il motel Super 8 lì accanto.
Mi sarebbe piaciuto salutare il signor Bashir, ma non volevo fare tardi. E poi avevo paura che il personale dell’Amtrak non mi lasciasse portare il carrellino sul treno. Non piangevo ancora, però è successo dopo. Siamo arrivati in stazione che mancavano quindici minuti all’orario previsto per il treno e, quando ho mostrato il mio e-ticket al tizio dei biglietti, lui mi ha chiesto dov’erano i miei genitori e gli ho risposto che eravamo solo io e Carl Sagan. Il tizio dei biglietti mi ha squadrato e ha detto:
– Questo biglietto è per un adulto. E io: – Sì, sul sito è possibile comprare solo questi. Lui ha detto che avevo bisogno di un biglietto per bambini e, quando io gli ho chiesto come potevo procurarmene uno, lui ha risposto che era possibile acquistarlo insieme a un biglietto per adulti... e allora io non ci ho capito più niente.
SCOPRO L’AUTORE
L’autore di questo testo si chiama Jack Cheng, è nato a Shanghai, cresciuto in Michigan e, poi, a Brooklyn per dieci anni, prima di trasferirsi a Detroit.

Questo brano è tratto dal libro Arrivederci tra le stelle, il suo primo libro per ragazzi tradotto in 30 lingue.
ti ha emozionato questo racconto?


Il testo NARRATIVO
Come sai già, il TESTO NARRATIVO racconta una storia che può essere REALISTICA, se racconta vicende che possono accadere nella realtà, oppure FANTASTICA, se racconta di fatti che non possono accadere nella realtà o che presentano elementi fantastici.
La gara di Italiano
L. Cima, Le miniolimpiadi di Italiano, Mondadori
A scuola c’è un po’ di agitazione, Marco non capisce bene perché: maestre che corrono nei corridoi, bidelle che le inseguono e s’infilano tutti nell’ufficio della dirigente: c’è una riunione?
Finalmente la maestra Gabriella torna in classe, è tutta rossa in faccia. Marco chiede ad Amedeo che a sua volta chiede a Lucilla, ma nessuno sa cosa stia bollendo in pentola.
I bambini si incuriosiscono e Marco ha la sua idea fantasiosa.
– Per me stanno progettando una vacanza in crociera... – dice.
– Ma nooo, io dico che vogliono fare l’orto della scuola – ribatte Amedeo.
– Uff! Figurati! Io credo che ci sia sotto un mistero, forse qualcuno ha fatto sparire il computer della dirigente, ve lo immaginate? Lei senza computer e telefono non vive! – dice Lucilla Naturalmente le cose non stanno così. Subito dopo l’intervallo, la dirigente, la signora Resi, riunisce le classi terze in palestra Marco raggiunge le scale e si unisce agli altri bambini che corrono come un fiume in piena. Arriva scivolando sul pavimento lucido della palestra e vede la dirigente già pronta con il microfono in mano che aspetta che tutti siano seduti per terra davanti al suo sguardo pungente.
– Ci siete tutti? Posso parlare? – chiede al suo pubblico come se stesse per intonare una marcia militare. Poi prende il respiro, guarda le maestre radunate in un angolo e parte. – La nostra scuola ha deciso di partecipare alle miniolimpiadi di Italiano. Si tratta di una bella gara, con prove differenti: conta essere preparati in grammatica, ma anche essere svelti nelle risposte! In palio ci sono bellissimi premi per voi e una bella figura per la nostra scuola. È una grande sfida e un’ottima opportunità per tutti noi. Dobb... ehm possiamo vincere, lo so!
Scopriamo le tipologie INSIEME
Analizza la mappa insieme ai compagni confrontandola con il testo.
Marco Amedeo, Lucilla, maestra Gabriella, la dirigente Resi
esterno
NARRATORE
Chi racconta la storia; può essere interno se racconta in 1a persona, o esterno se racconta in 3a persona.
Indica quando si svolgono i fatti.
un giorno durante l’anno scolastico
PROTAGONISTA
PERSONAGGI SECONDARI
personaggio più importante personaggi meno importanti
PERSONAGGI
Possono essere persone o animali, realistici o fantastici.
TESTO NARRATIVO
TEMPO LUOGHI a scuola, in palestra
Sono gli avvenimenti che accadono e costituiscono la trama del racconto. Sono organizzati in tre parti: FATTI
Indica dove si svolgono i fatti.
c’è agitazione; le maestre e le bidelle si infilano nell’ufficio della Dirigente
Marco e i suoi compagni si interrogano su che cosa sta succedendo e vengono convocati in palestra
la dirigente spiega che la scuola ha deciso di partecipare alle miniolimpiadi di Italiano
A voce alta Lavorate a coppie: a turno scambiatevi delle domande sugli elementi del testo narrativo; chi deve rispondere copre la sua mappa.
Il cacciatore sfortunato
G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi
– Prendi il fucile, Giuseppe, e vai a caccia – disse la madre al figlio. – Domani tua sorella si sposa e vuol mangiare polenta e lepre.
Giuseppe prese il fucile e andò a caccia. Vide una lepre che correva in un campo. Puntò il fucile, prese la mira e premette il grilletto.
Ma il fucile disse: “Pum!” con voce umana e, invece di sparare, fece cadere per terra la pallottola.
Giuseppe osservò attentamente il fucile, scrutò anche dentro la canna.
Ma dentro la canna non c’era niente e nessuno.
In quel momento la lepre ripassò, ma stavolta aveva un velo bianco in testa e dei fiori d’arancio sul velo, teneva gli occhi bassi e camminava.
– Toh – disse Giuseppe, – anche la lepre si sposa. Tirerò a un fagiano.
Vide un fagiano che passeggiava sul sentiero. Prese la mira, tirò il grilletto e il fucile fece: “Pam!”, invece di sparare.
– Ma benone – disse Giuseppe che cominciava ad arrabbiarsi.
Ricaricò il fucile con gran cura e si guardò intorno. C’era soltanto un merlo su un ramo e fischiava come per dire: “Sparami, sparami”.
E Giuseppe sparò. Ma il fucile disse: “Bang!” e aggiunse una risatina. Il merlo fischiò più allegramente di prima, come per dire: “Hai sparato, hai sentito, hai la barba lunga un dito”.
– Me l’aspettavo – disse Giuseppe. – Ma si vede che oggi c’è lo sciopero dei fucili.
– Hai fatto buona caccia, Giuseppe? – gli domandò la mamma, al ritorno. – Sì mamma. Ho preso tre arrabbiature... Chissà come saranno buone, con la polenta.
Completate scegliendo con una x.
Il protagonista del racconto è: la madre di Giuseppe. Giuseppe.
La vicenda si svolge: nel bosco. nel paese.
Il fucile:
è caricato a salve. emette suoni invece di sparare.

Questo racconto è: realistico. fantastico.
Cambiate il titolo: quale scegliete? Un fucile disubbidiente. Una mamma noiosa.
Una sorella capricciosa. Lo sciopero dei fucili.

Un invito… in bottiglia
M. Cuevas, E. Stead, Il postino dei messaggi in bottiglia, Babalibri
Siccome il postino amava il proprio lavoro, non poteva fare a meno di domandarsi se anche lui, un giorno, avrebbe ricevuto un messaggio. A dire la verità, tutte le volte che apriva una bottiglia, sperava di vedere il proprio nome campeggiare in cima al foglio.
Poi, però, ricordava che sarebbe stato facile come trovare sulla spiaggia un frammento d’unghia del piede di una sirena. Lui non aveva un nome. Non aveva amici, puzzava di sale e di sogni di marinaio. Nessuno gli avrebbe mai scritto un messaggio. Però gli sarebbe piaciuto.
Un giorno, le onde inclinarono i propri cappellini bianchi verso il postino per consegnargli una bottiglia. Dentro c’era un messaggio molto particolare: “Questo invito potrebbe non arrivare in tempo, ma sto organizzando una festa. Domani, marea della sera, in riva al mare. Per piacere, verrai?”. – Oh cielo! – disse il postino.
Non aveva idea di chi fosse il destinatario del messaggio né dove poteva recapitarlo. Però era davvero curioso. Non era mai stato invitato a una festa e sospettava che gli sarebbe piaciuta.
ANALIZZARE
Rispondi.

Chi è il protagonista del racconto? ............................................................................................................
Quando si svolge la storia?
In un giorno del passato.
In diversi momenti del passato. Nel presente.
Dove si svolgono i fatti?
In città.
In un parco. In riva al mare. Su una nave.
In diversi momenti della giornata. Secondo te, si tratta di un racconto realistico o fantastico? Realistico, perché i fatti raccontati possono accadere nella realtà. Fantastico, perché i fatti raccontati non possono accadere nella realtà.
Hai mai provato vergogna? Il cerchio delle emozioni
Vai a p. 142

Il naso bagnato
M. Lodi, Il corvo, Giunti
Il primo giorno di scuola non lo ricordo, ricordo invece altri giorni della prima classe, come questo. La maestra ha in mano una candela e l’accende. Chiama alla cattedra un bambino e gli dice: – Spegni. Lui ci soffia su e la fiamma muore. La maestra accende di nuovo la candela e chiama un altro bambino a spegnerla. E quello soffia. A uno a uno usciamo tutti dal banco e andiamo a spegnere la fiammella.
Dice ora la maestra: – Noi abbiamo fatto così “f”.
E con un pezzo di gesso traccia una grande effe sulla lavagna. Quel giorno scriviamo pagine e pagine di effe. Anche oggi, quando mi accorgo di pronunciare la effe, vedo la fiamma che si spegne. Per le tabelline non c’era invece un “metodo”: si dovevano imparare a memoria e su questo la maestra era intransigente, “Per il nostro bene” diceva. Ed erano purtroppo d’accordo anche le mamme. Tutti i giorni interrogazione generale. Chi rispondeva esatto e con più sicurezza era premiato con l’incarico di bagnare il naso a chi aveva sbagliato. Quel dito umido di saliva era schifoso e umiliante.
LEGGERE e COMPRENDERE il lessico
Indica con una x i completamenti giusti.
“La maestra era intransigente” significa che la maestra: dava brutti voti. era inflessibile. dava buoni voti. era impreparata.
L’espressione “ed erano purtroppo d’accordo anche le mamme” si riferisce al fatto che:
le tabelline dovevano essere studiate a memoria. anche le mamme erano intransigenti. le mamme erano d’accordo con i bambini.
Toccò anche a me un giorno quell’incarico. – Forza, allora! Bagna il naso ai somari! – disse la maestra.
Fra i somari c’è Baldo, il mio amico, che mi fissava con gli occhi rassegnati. L’idea mi venne proprio da lui: finsi di bagnare il dito e gli toccai solo il naso.
Mi venne da sorridere, ma mi trattenni e la maestra non mi scoprì.
Ora anche Baldo, quando gli capita, fa lo stesso; da quella volta, anche altri. Ma non tutti. Qualcuno quando riesce ad avere quel piccolo potere dà leccate di rabbia senza pietà. Non ci sono amici per lui in quel momento: è “bravo”, ha vinto.
LEGGERE e RIFLETTERE
Rispondi sul quaderno.
sul testo
Nella frase “Chi rispondeva esatto era premiato con l’incarico di bagnare il naso a chi aveva sbagliato”, di quale gesto si parla? Pensi anche tu, come il protagonista, che fosse un atto umiliante?
ANALIZZARE
Il narratore può essere:
- interno alla storia: di solito il protagonista, che racconta quello che gli accade in prima persona;
- esterno alla storia: qualcun altro racconta, in terza persona, gli avvenimenti.

Indica con una x il completamento giusto.
In questo racconto l’autore per narrare usa: un narratore esterno. il protagonista.
Trasforma la parte di testo riportata sotto da narratore interno a narratore esterno: completa le frasi e rispondi con una x.
Fra i somari c’era Baldo, il amico, che fissava con gli occhi rassegnati.
L’idea ............. venne proprio da lui: .................... di bagnare il dito e gli ........................... solo il naso.
venne da sorridere ma trattenne e la maestra non scoprì.
Quali parti della frase hai modificato? Verbi. Pronomi personali. Articoli. Nomi.
Dividi il testo nelle tre parti: inizio, svolgimento, conclusione.



Il testo NARRATIVO si basa su una struttura ben precisa. Leggi e osserva la mappa con le sue CARATTERISTICHE.
Quel bullo di Joe
D. Almond, Klaus e i ragazzacci, Sinnos
Una sera, quando il cielo si andava tingendo di una fosca luce rossa dietro al campanile di Saint Patrick e quando era ormai chiaro che nessuno di noi aveva idee nuove da mettere in pratica, Joe ha cominciato a fregarsi le mani. Un sorriso furbo gli si allargava sulla faccia. Nella tasca posteriore dei jeans aveva un giornale arrotolato.
– Stasera fa proprio freddino, vero ragazzi? – ha detto – Che cosa ne pensate di un bel fuoco per riscaldarci un po’?
– Un fuoco? – ha chiesto Tonto.
– E che te lo dico a fare? – ha detto Joe e ha agitato una scatola di fiammiferi, strizzandoci l’occhio. – Andiamo! Abbiamo seguito Joe per Swards Road e poi attraverso il viale.
Ci siamo fermati al buio, sotto una grossa siepe non potata. Joe ci ha fatto segno di rimanere in silenzio e avvicinarsi.
– Guardate un po’ questa roba – ha sussurrato.
Ha infilato la mano nel cespuglio e lo ha scosso. Polvere, foglie morte e cartacce sono cadute giù. Io ho tolto con una mano qualcosa che mi stava camminando in testa.
– Vostro padre lascerebbe mai la siepe in questo stato pietoso? – ha chiesto.
– No – abbiamo risposto.
– Certo che no – ha ripetuto Joe. – E questo cespuglio è proprio come il suo proprietario: pazzo stupido e incivile.
– Come chi? – ha sussurrato Frank.
– Come lui – ha detto Joe, indicando la casa.
– Come Eustace il Buono a nulla!
Il signor Eustace viveva nella casa al di là della siepe. Non aveva famiglia, e neanche amici. In passato, per qualche anno, aveva fatto l’insegnante, ma ben presto aveva smesso di lavorare del tutto. Ora passava quasi tutto il tempo chiuso nella casa dove scriveva poesie, leggeva libri e ascoltava strana musica.
– E noi ora gli daremo fuoco! – ha detto Joe.
– Daremo fuoco a cosa? – ho detto io.
– Alla siepe, no? – ha risposto Joe.
Scopriamo le tipologie INSIEME
Analizza la mappa insieme ai compagni confrontandola con il testo.
flashback: il lavoro del signore Eustace
ORDINE NARRATIVO
Può rispettare l’ordine cronologico (fabula) o essere intrecciato, cioè fare salti in avanti (flashforward) o indietro nel tempo (flashback).
Joe Tonto, Frank, Eustace
PROTAGONISTA PERSONAGGI SECONDARI
PERSONAGGI
una sera in città: Swards Road
SEQUENZE
NARRATIVE
raccontano i fatti, cioè sviluppano la trama
RIFLESSIVE
riportano le riflessioni di un personaggio o del narratore
descrivono luoghi o personaggi
riportano i dialoghi dei personaggi
3 1 2 5 4 6
A voce alta Lavorate a coppie: a turno scambiatevi delle domande sugli elementi del racconto, chi deve rispondere copre la sua mappa.
Le mie ESPERIENZE
Anche tu stai per terminare la Scuola Primaria: racconta sul quaderno quali esperienze degli anni passati ti sono rimaste più impresse.

Ricordi di scuola
N.
Costa, Quando avevo la tua età, Fabbri Editori
In quarta elementare ho cambiato scuola: la nuova scuola era fatta di mattoni rossi, non aveva un giardino, ma un grande cortile di cemento, molto luminoso. La maestra si chiamava Maria, aveva gli occhi azzurri e sorrideva. Di quei giorni mi ricordo di aver disegnato molto.
Non ricordo nulla delle lezioni di aritmetica o di geometria, che certamente ci sono state; mi ricordo filastrocche, storie inventate e fogli bianchi che allegramente si riempivano di segni colorati...
In quinta elementare mi sono ammalata di scarlattina. Allora non esistevano ancora gli antibiotici e bisognava stare in camera per più di un mese. È stato un periodo stupendo! Passavo lunghe mattine a letto, leggendo, ascoltando la radio e succhiando caramelle.
Mi portavano i miei cibi preferiti su un vassoio e il gatto Birba entrava dalla finestra e aveva il permesso di dormire nel mio letto. Io l’amavo molto.
Era grasso, un vero buongustaio, di pelo bianco e nero e di carattere molto dolce.
Mangiava assolutamente tutto: spaghetti al pomodoro, spinaci, brioche e una volta ha persino succhiato una pastiglia per la tosse dal fortissimo sapore di menta. Durante il periodo della scarlattina mi compravano molti giornalini. In uno di questi giornalini c’era il regolamento di un concorso di disegno per bambini, organizzato da una ditta di biscotti. Bisognava spedire alla redazione un disegno della propria mamma. I migliori disegni sarebbero stati pubblicati e agli autori sarebbero state spedite enormi scatole di biscotti. Naturalmente ho spedito un disegno, allettata sia dai biscotti sia dall’idea di vedere il mio disegno stampato.
Per qualche settimana ho controllato con ansia ogni nuovo giornalino per vedere se ci fosse il mio disegno tra quelli scelti; visto che non c’era, sono rimasta delusa.
Poi la scarlattina è passata, sono tornata a scuola e il concorso dei biscotti è rimasto tra i ricordi. Quando è arrivata la lettera doveva essere già estate; diceva che forse avevo vinto il primo premio al concorso dei biscotti, ma che volevano controllare che avessi proprio fatto io il disegno. Così andai a casa di una signora, una pittrice bionda e gentile che mi ricevette in uno studio luminoso pieno di libri e quadri nel quale, dopo una merenda deliziosa, ho disegnato molto, mentre lei, silenziosa, mi guardava. La bionda disse che i miei disegni sembravano fatti da un adulto che voleva disegnare come un bambino. Io ero molto perplessa, ma anche un po’ offesa, ma non ho detto niente. Alla fine hanno deciso di darmi il primo premio.
ANALIZZARE

LEGGERE e RIFLETTERE sul contenuto
Rispondi.
Qual è, secondo te, lo scopo delle sequenze descrittive inserite nel testo?
La narratrice è una bambina o un’adulta? ...................................
Da che cosa lo puoi capire?
Le sequenze narrative raccontano i fatti, quelle descrittive arricchiscono la narrazione descrivendo luoghi, personaggi, situazioni...
Riassumi nella tabella le sequenze evidenziate nel testo.
Sequenze narrative
Sequenze descrittive
(la scuola)
(la maestra)
(il gatto)
(la pittrice e il suo studio)
Il cerchio delle emozioni
Hai mai provato o subìto della prepotenza?
Vai a p. 143

Le mie OPINIONI
Ti è capitato di subire o di assistere a una prepotenza? Che cosa hai pensato? Come hai reagito? Che cosa pensi si debba fare in quei momenti? Parlane coi compagni.
Una banda di sbruffoni
S. Dolce, La battaglia delle bambine, Mondadori
Il dolce in una mano e il passo deciso. Sa dove vuole portarle, ha qualcosa di importante da mostrare loro.
– Eddai, non ho ancora finito! – protesta Agnese. Fanno due o tre passi, verso la grande Roma. Un attimo prima di attraversare, arriva Malpelo a sbarrare loro la strada. Insieme a lui c’è tutta una banda di sbruffoni insopportabili al completo. Hanno un ghigno sulla faccia.
– Vi stavamo cercando – si pavoneggia Malpelo. Cammina con una sigaretta accesa tra le dita. Finge sempre di essere più grande dei suoi tredici anni.
Elda lo guarda. Malpelo si mette impettito di fronte a loro.
Troppo impettito, sembra quasi un piccione. Marialuce e Agnese, vedendoli avvicinarsi, provano subito a nascondere i dolci dietro la schiena. Non Aurora, perché lei sa che non proverebbero mai a prendere il suo.
– Che cosa nascondi, eh?
Malpelo si avvicina ad Agnese e le afferra il braccio che teneva dietro la schiena. Lo tira. Agnese è praticamente la metà di lui. Il biscotto che tiene in mano si è un po’ sciolto sulla punta delle dita che ora sono ricoperte di cioccolato.
– Dammelo – le dice prepotente Malpelo. – Dammelo ho detto. Si avvicinano anche gli altri. Fanno cerchio attorno a loro.
Elda e Marina d’istinto fanno un passo indietro, sperando che nessuno le abbia notate. Ma come potrebbero non notarle?
Sono così diverse da quei ragazzini. Capelli luccicanti, vestiti stirati. È impossibile non far caso a loro.
– Fammelo assaggiare! – urla Pacchiuneddu, mentre Malpelo afferra il dolcetto.
– È mio, ridammelo! – protesta Agnese mentre Malpelo solleva il braccio sopra la sua testa. – Lasciala stare! – si intromettono Aurora e Marialuce.
– Faccio come mi pare – ride Malpelo, poi consegna il biscotto a Pacchiuneddu guardando Agnese con un grande sorriso stampato in faccia. Perché è chiaro a tutti che non ne rimarrà nemmeno una briciola.
Pacchiuneddu lo afferra e lo manda giù con un boccone. Gli altri si mettono a ridere. Elda e Marina non capiscono se le risate siano perché Pacchiuneddu si è ingozzato ed è sporco di cioccolato sulla faccia e intorno alla bocca o perché ci sono significati nascosti che loro non comprendono.
ANALIZZARE

LEGGERE e COMPRENDERE il lessico
Rispondi.
“Si pavoneggia” è un atteggiamento che deriva da quello di un animale: quale? .................................................
Quindi, che cosa significa “pavoneggiarsi? .................................
L’atteggiamento di Malpelo è rafforzato da una similitudine: qual è? Sottolineala nel testo.
Le sequenze dialogiche riportano i dialoghi tra i personaggi, cioè il discorso diretto.
Evidenzia nel testo la sequenza dialogica e inserisci nella tabella sotto il dialogo tra i personaggi.
Sequenza dialogica
Pacchiuneddu: ...........................................................................................................................................................
Agnese:
Aurora e Marialuce:
Malpelo:

Un tiro che è una cannonata!
J. J. Sempé, R. Goscinny, La fuga di Nicola, Edizioni EL
Ero un po’ seccato quando la mamma mi ha detto che aveva invitato una sua amica a prendere il tè con sua figlia. A me le bambine non dicono niente. Sanno giocare solo con le bambole, a mamme o a negozio, e non fanno che frignare.
Alle quattro, l’amica della mamma è arrivata con sua figlia Luigina. La mamma ha servito il tè e questa, almeno, era una cosa piacevole perché quando abbiamo ospiti ci sono i pasticcini.
Dopo la mamma ha detto:
– Adesso bambini andate a giocare.
Le ho chiesto se potevamo andare in giardino, ma lei non era d’accordo perché faceva troppo freddo. Luigina ha fatto però due o tre sbattutine di ciglia e ha detto che le sarebbe tanto piaciuto andare ad ammirare i fiori. Allora la mamma ci ha permesso di uscire.
Mi sa che dovrò imparare anch’io il trucchetto delle ciglia! In giardino Luigina mi ha detto che i fiori non le interessavano affatto.
– Non ne ho di giocattoli qui, c’è solo il pallone.
– Questa sì che è un’idea! – ha detto Luigina. Abbiamo preso il pallone e io stavo sulle spine perché avevo paura che i miei compagni mi vedessero giocare a calcio con una femmina.
LEGGERE e RIFLETTERE sul contenuto
Qual è, secondo te, il pensiero dell’autore di questo brano?
Tutte le bambine giocano solo con le bambole.
Alcune bambine giocano con le bambole.
Tutte le bambine giocano a pallone.
Alcune bambine giocano a pallone.
Maschi e femmine non possono giocare insieme.
Maschi e femmine possono giocare insieme.
– Tu ti metti fra gli alberi – ha risposto
Luigina – e poi cerchi di fermare il pallone. Luigina ha preso la rincorsa e... pum!
Un tiro micidiale che ha mandato in frantumi il vetro della finestra del garage.
Le mamme si sono precipitate fuori di corsa. La mia ha visto la finestra e ha gridato: – Nicola!!!
Luigina era un po’ più in là, tutta intenta a odorare le begonie.
La sera, per punizione, mi hanno tenuto senza dolce, ma non importa. È proprio fantastica Luigina e, quando sarò grande, la sposerò. Ha un tiro che è una cannonata!
Un compito di realtà
Maschi e femmine… che dice la storia?
Vai a p. 78 di MI METTO ALLA PROVA
ANALIZZARE


Le sequenze riflessive esprimono i pensieri, le opinioni, i sentimenti dei personaggi.
Individua nel testo le sequenze narrative e le sequenze riflessive, poi completa sotto.
Sequenze riflessive (di Nicola)
infastidito:
riflessivo:
sulle

La camicetta dei ricordi
P. MacLachlan, Un’estate particolare, Mondadori
Il mattino Cassie si svegliò che il sole era già alto e restò seduta sul letto, pensando.
– Cass – la chiamò la mamma, dabbasso. – Sei in ritardo. Stai bene?
– Sto benissimo! – gridò Cassie di rimando.
– Avrò bisogno del tuo aiuto – disse la mamma salendo le scale. Si fermò sulla soglia. – Stasera arriva la nonna. Potresti metterti la camicia che ti ha regalato, quella ricamata. Le farebbe piacere.
Cassie annuì. La mamma la scrutò con occhi acuti e luminosi come quelli di Nonna, ma non disse nulla e, dopo un istante, se ne andò.
Lentamente Cassie si diresse verso l’armadio, prese una camicia azzurra di jeans e la sollevò, guardando tutti i ricordi che Nonna aveva ricamato per lei. Un grande albero, il suo albero della vecchia casa. Una rosa, quella che lei e Nonno avevano coltivato insieme.
– Dannata rosa! – aveva urlato una volta Nonno e, notando lo sguardo sorpreso di Cassie, le aveva spiegato – I fiori hanno bisogno di parole rudi. Tutte le cose hanno bisogno di parole rudi, di tanto in tanto.
Una barchetta a remi, azzurra: lei e Nonna avevano remato insieme sul lago, chiacchierando e lasciandosi scorrere l’acqua fra le dita, osservando le tartarughe che prendevano il sole e si tuffavano al loro avvicinarsi.
LEGGERE e COMPRENDERE il contenuto
Osserva i ricordi di Cassie, confrontali con il racconto, poi metti una x su quelli sbagliati.
Una scatola di dolci legata con un fiocco rosso. Cassie sorrise, ripensando ai cioccolatini che lei e Nonna avevano sempre mangiato di nascosto. Una volta erano sul sedile posteriore dell’auto di mamma e si erano abbuffate di cioccolatini tiepidi, di quelli che si squagliano in bocca.
– Che cosa state mangiando? – aveva indagato mamma. – Ricordate, niente spuntini prima di cena. La Nonna aveva risposto tutta seria: – Lo sappiamo, Kate. Sono soltanto un po’ di gambi di sedano e carote – aveva aggiunto, facendo quasi strozzare Cassie.
– Ma non sento sgranocchiare! – aveva insistito mamma, tentando di guardarle nello specchietto retrovisore, mentre loro due scoppiavano a ridere, felici di avere un segreto tutto loro. Sospirando, Cassie infilò la camicetta e si guardò nello specchio.
ANALIZZARE
Il tempo della narrazione si dice intrecciato quando non segue la successione cronologica. Se il salto avviene all’indietro nel tempo, si tratta di un flashback. Rispondi e scegli il completamento corretto.
Qual è l’oggetto che ha scatenato i ricordi di Cassie? ...................................
Gli episodi con la Nonna sono avvenuti: mentre la ragazza guarda la camicia. nel passato.
Come si interrompe il ricordo?

Le mie ESPERIENZE
Cerca un oggetto che ti sta a cuore, per esempio un gioco di quando eri piccolo, chiudi gli occhi e riporta alla mente tutte le cose che ci facevi, le situazioni in cui lo usavi, le persone che erano con te; poi scrivi quello che hai “visto”. Puoi decidere se farlo in prima o in terza persona. Comincia così:
(prima persona) Mentre riordinavo la camera ho ritrovato... Guardandolo... (terza persona) Mentre (... il tuo nome) riordinava la camera ha ritrovato... Guardandolo...


Il compleanno di Tom
P. Zannoner, Il grande Martin, Mondadori
Un compito di realtà

Il protagonista del racconto vuole vivere alle isole Samoa... aiutalo tu!
Vai a pag 79 di MI METTO ALLA PROVA
I miei oggi, per tutto il pomeriggio, staranno sotto lo stesso tetto.
Mi festeggeranno. Saranno contenti. Oggi infatti è il mio compleanno.
A casa trovo la vera sorpresa. Ci sono i nonni con un regalo veramente super, la mountain bike. C’è lo zio Franco con un pacco enorme, che contiene un altro pacco e poi un altro ancora, finché, scartando, scartando, trovo una busta con i soldi dentro. Zio Franco è troppo forte. Ci sono anche zia Marina, i nonni dalla parte di papà, un’amica della mamma e c’è la mamma tutta vestita elegante, che sembra una regina. Ha fatto una torta speciale e i bignè al cioccolato.
E tutti dicono: – Lidia, che brava!
Mi sento orgoglioso di avere una mamma così.
E poi arriva papà. Anche lui è vestito elegante e ha un pacco enorme. Io lo scarto con il cuore che batte forte: ma che mi avrà regalato papà?
È un aereo da montare. Come quelli di Martin. Sono così contento che gli salto al collo.
– Non sapevo che ci tenesse tanto agli aerei – dice zia Marina, che è sempre un po’ polemica. Lei mi ha portato un modellino di Ferrari Testarossa.
– Ma noi uomini parliamo, vero Tom? – dice papà.
– Perché, invece con me non parla? – insiste zia Marina. Adesso ho un po’ paura che succeda qualcosa.


E se la mamma si arrabbierà? E se manderà via il papà?
E se papà andrà via davvero, magari prima che io riesca a spegnere le candeline?
Invece la mamma è allegra e dice: – Marina, lascia perdere. Gianni, vuoi un bignè?
E il papà, con un bignè in mano, si siede accanto al nonno. Per un attimo penso che forse i miei si sono riappacificati, ma poi vedo che se ne stanno uno qua e l’altra là. E poi non si vedono più da mesi. Oggi sono tutti e due qui per me, è chiaro.
La mamma spegne le luci, perché arriva la torta con le candeline. E in quei pochi istanti di buio io penso che fino a ieri ero solo un bambino di nove anni e vedevo le cose in un altro modo. Ma ora ne ho dieci ed è tutto cambiato.
In un attimo ripenso a quello che io e Martin abbiamo immaginato per il nostro futuro. Avremo una casa tutta nostra e ci vivremo da soli. Martin farà il pilota, e forse anch’io. Allora andremo a vivere nelle isole Samoa, quegli sputini in mezzo all’oceano. Perché pare che in quegli sputini lontani ci siano ancora dei tesori sepolti dai pirati. Tesori tutti da scoprire.
E io questo lo vedo bene, adesso che non mi fa più paura andarmene lontano. Perché non sono più un bambino. Sono un ragazzo.
LEGGERE e COMPRENDERE il contenuto
Indica con una x i completamenti giusti.
I genitori di Tom: vivono separati. abitano insieme.
Martin è: il nonno di Tom. il padre di Tom. un amico di Tom. lo zio di Tom.
Quali emozioni prova Tom durante la festa? Cancella quelle che, secondo te, sono sbagliate.
gioia • rabbia • orgoglio ansia • paura • dolore sollievo • curiosità frustrazione • delusione
ANALIZZARE
Nel tempo intrecciato, se il salto avviene avanti nel tempo, si tratta di un flashforward
Il racconto inizia con un’anticipazione: quale?


In viaggio
E. Baldini, A. Fabbri, Quell’estate di sangue e di luna, Einaudi
Enrico, il papà di Andrea, cerca il pulsante del condizionatore e lo preme. Il ronzìo cessa.
– Perché hai spento, papà? – gli chiede Andrea. – Fa caldo. L’uomo sorride, abbassa i finestrini della station wagon e l’aria irrompe nell’abitacolo.
– È un caldo buono, profumato. Lo senti?
Il bambino annusa odori, più che profumi, un misto di sentori sconosciuti. Guarda fuori. La luce è forte, quella di un pomeriggio d’estate. Forte e gialla. La macchina corre in un mare di grano. Lui non ha mai visto una distesa simile, dorata, accarezzata da un vento secco che la fa muovere come se fosse davvero la superficie di un oceano. La strada deserta si srotola davanti a loro, stretta.
Enrico rallenta, si rilassa sul sedile, si sgranchisce le vertebre del collo.
– Siamo quasi arrivati – dice.
– Quanti papaveri! – osserva suo figlio. – E poi ci sono anche quei fiori che sembrano margherite.
– È camomilla, quella.
– Camomilla? Qui?
– Sei proprio un cittadino, un cementaro.
– Cementaro è una parola che hai inventato tu.
– Però rende l’idea. La campagna praticamente non la conosci e non sai cosa ti perdi. Hai visto quanto è bella?
– Sei tu che non mi ci porti.
Il papà di Andrea annuisce. È vero, non ce lo porta. Andrea ha dieci anni e conosce bene solo la città e il mare, dove di solito vanno in vacanza.
A Lancimago non c’era venuto mai e dire che le sue radici sono qui. Qui dove sono nati suo padre, suo nonno, il suo bisnonno. Ai lati della strada cominciano a infittirsi le fattorie e compaiono le prime case del borgo. Infine, il paese vero e proprio, un migliaio di abitanti o poco più.
– Quand’ero piccolo, lì c’era un campo di cocomeri dove mi piaceva correre – dice Enrico, indicando il parcheggio del supermercato. – E là, al posto di quelle palazzine, c’era una distesa di prati dove giocavo a pallone con gli amici. Questo posto si ingrandisce ogni anno di più.
Ad Andrea pare invece piccolo, piccolissimo. Non sa immaginare come doveva essere quando suo padre era bambino. E non sa come sia viverci, in un posto così. L’automobile infila una stretta stradina polverosa. Nel cortile un cane scodinzolando gli corre incontro.

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