Grandi Guide - Linguistica 5

Page 1


Rosaria Cameli - Patrizia Maurizi

Sezione

Ilde Maggiore

Rossella Maggiore

Raffaello Guide

Audioletture

Musica

Guida teorico-pratica per la Scuola Primaria

Brani MP3

• Progettazione annuale

• Organizzata in Unità Formative

• Sezioni metodologiche

• Schede operative

• Attività digitali interattive

team grafico

Mauda Cantarini, Studio Rubber Band coordinamento redazionale

Corrado Cartuccia, Sara Ortenzi illustrazioni

Rubber Band

stampa

Gruppo Editoriale Raffaello

© 2019

Raffaello Libri SpA Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it www.raffaelloscuola.it

Ristampa 6 5 4 3 2 1 0 2026 2025 2024 2023 2022 2021 2020 2019

Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dal titolare del copyright.

L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.

Indice

Unità Formativa n. 1

Unità Formativa n. 2

Percorso di apprendimento -

Lo studio in sequenze 109

Unità Formativa n. 3

Il testo narrativo… con fantasia!

Fiaba, favola, miti e leggende 173

Percorso di apprendimento -

La riscoperta della fiaba 175

Percorso di apprendimento -

La favola 197

Percorso di apprendimento -

Tra miti e leggende 209

Unità Formativa n. 4

Il testo narrativo per… raccontarsi

Il testo autobiografico 227

Percorso di apprendimento -

Autobiografia... dei bambini 228

Unità Formativa n. 5

Il testo narrativo: testimonianze di vita

I vari tipi di diario 271

Percorso di apprendimento - Comprensione dei contenuti di un diario 273

Unità Formativa n. 6

Il testo regolativo

Regole, norme, istruzioni 299

Percorso di apprendimento -

L’importanza delle regole 300

Unità Formativa n. 7

Il testo informativo-espressivo

Tante informazioni per interagire 353

Percorso di apprendimento -

Il testo informativo ....................................................................354

Unità Formativa n. 8

Il testo argomentativo

Una strada per argomentare 381

Percorso di apprendimento -

Dimostrare argomentando ............................................383

Unità Formativa n. 9

Il testo descrittivo

La descrizione di ambienti, cose, persone, animali 419

Percorso di apprendimento -

Aspetti del testo descrittivo 422

Unità Formativa n. 10

Il testo poetico

Lungo le strade della poesia 521

Percorso di apprendimento -

Poesie e filastrocche 524

Percorso di apprendimento -

Le caratteristiche del testo poetico 544

Percorso di apprendimento -

La produzione di poesie 591

Unità Formativa n. 11

Prendere appunti… ma come?

Ascolto e sintesi 617

Percorso di apprendimentoImpariamo a prendere appunti 618

Unità Formativa n. 1 Ortografia

Errori? No, grazie!

Le difficoltà ortografiche, la punteggiatura 631

Percorso di apprendimentoL’ortografia 632

Unità Formativa n. 2 Morfologia

L’universo del nome

La parola nome e le sue caratteristiche 675

Percorso di apprendimentoLa parola nome 676

Unità Formativa n. 3 Morfologia

I modificanti o sostituenti del nome

Articoli, aggettivi e pronomi 709

Percorso di apprendimento - L’articolo .......710

Unità Formativa n. 4 Morfologia

Verbi in forma

La coniugazione, la struttura, la forma del verbo 781

Percorso di apprendimento - Il verbo 782

Unità Formativa n. 5 Morfologia

Le parti invariabili del discorso

Avverbi, preposizioni, congiunzioni, interiezioni 823

Unità Formativa n. 6 Sintassi

Frase e dintorni

La struttura della frase e le sue peculiarità 857

Percorso di apprendimentoAnalisi sintattica del testo 859

Unità Formativa n. 1

Gli elementi dell’immagine: il punto

Le varie tipologie del punto nella realtà e nell’arte 937

Percorso di apprendimentoLe caratteristiche del punto 938

Unità Formativa n. 2

Gli elementi dell’immagine: la linea I diversi tipi di linea nella realtà e nell’ arte 951

Percorso di apprendimentoLe caratteristiche della linea 952

Unità Formativa n. 3

Gli elementi dell’immagine: la superficie

La superficie degli elementi 979

Percorso di apprendimento - Gli elementi dell’immagine: la superficie 980

Unità Formativa n. 4

Gli elementi dell’immagine: la forma

Quadrato, triangolo, cerchio .............................987

Percorso di apprendimento - Gli elementi dell’immagine: la forma quadrata 988

Unità Formativa n. 5

Gli elementi dell’immagine: simmetrie e ritmi

Le figure geometriche nella realtà e nell’arte 1001

Percorso di apprendimento - Gli elementi dell’immagine: la simmetria 1002

COMPITO DI REALTÀ

E ora... a scuola nel museo 1020

1 Indice

Unità Formativa n. 1

Ascolto

Musica classica e moderna 1025

Percorso di apprendimento -

Ludwig van Beethoven 1026

Percorso di apprendimento -

Ascolto l’opera: Turandot 1031

Percorso di apprendimento -

Il musical 1036

Percorso di apprendimento -

Ascolto e scrivo 1040

Percorso di apprendimento -

La variazione 1047

Percorso di apprendimento -

Clapping music 1050

Unità Formativa n. 2

Canto

Sincronia fra movimenti, parole, suoni 1053

Percorso di apprendimentoUffa! Che fiatone! 1054

Percorso di apprendimento -

Canto e danzo 1057

Percorso di apprendimento -

Canoni… dal mondo 1061

Percorso di apprendimento -

Melodie dal mondo 1064

Percorso di apprendimento -

Musica commerciale 1074

Percorso di apprendimento -

Canzone d’autore 1080

Unità Formativa n. 3

Suonare

Produzione sonora 1085

Percorso di apprendimentoIl suono 1086

Appendice

Tabulazione delle tracce musicali 1114

Glossario 1116

Materiale integrativo disponibile nel CD-Rom

Unità Formativa

Il testo giornalistico

Unità Formativa

Comunicare: come, quando, dove, perché?

Gli elementi che caratterizzano l’atto comunicativo

Percorso di apprendimentoLa comunicazione

Unità Formativa

Il testo narrativo per… ridere e sorridere!

I testi umoristici

Percorso di apprendimento - Testi umoristici

Tra le pagine del giornale: cose, fatti, persone

Percorso di apprendimento - Alla scoperta... del quotidiano

COMPITO DI REALTÀ

Il testo giornalistico

Unità Formativa

So fare

Musica e teatro

Percorso di apprendimento - La musica leggera

Partiture

CHE COSA C’È NELLA GUIDA

In cammino verso:

La Guida, mettendo insieme i tre aspetti fondamentali dell’insegnamento-apprendimento quali: - la conoscenza epistemiologica delle discipline; - la conoscenza degli alunni; - la conoscenza del loro contesto di vita; presenta un percorso didattico strutturato in UNITÀ FORMATIVE che, per comodità di consultazione, riguarda alcuni aspetti specifici della disciplina presa in esame. Gli itinerari didattici possono essere presentati nella sequenzialità proposta nella Guida, ma anche con un ordine diverso e/o interconnessi con altre UNITÀ che, pur presentando altri percorsi, concorrono anch’esse al raggiungimento del medesimo obiettivo.

All’inizio della Guida è presente una riflessione approfondita sui contenuti delle “Indicazioni Nazionali per il Curricolo” del novembre 2012 ed è presentato un approfondito itinerario per la stesura della progettazione didattica annuale e una guida esaustiva dedicata alla certificazione delle competenze-chiave europee relative all’insegnamento dell’italiano.

In ciascun segmento didattico viene indicato:

- il titolo dell’UNITÀ FORMATIVA;

- il CONTENUTO preso in esame;

- le COMPETENZE da sviluppare;

- gli OBIETTIVI di apprendimento;

- il PERCORSO DIDATTICO da attivare.

Dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo

della

Scuola

per l’Infanzia e del Primo Ciclo d’istruzione

Le autrici, dopo un’attenta lettura delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (novembre 2012) e degli aggiornamenti successivi (Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari, febbraio 2018), hanno ritenuto opportuno evidenziare gli aspetti più significativi dei documenti, rielaborandoli liberamente e individuando:

• i compiti del sistema scolastico;

• i compiti del docente;

• i principi metodologici fondamentali per un’efficace azione formativa.

A) I compiti del sistema scolastico

• Sostenere i bambini nella capacità di dare senso alla varietà delle loro esperienze scolastiche ed extrascolastiche, di ricomporre la frammentazione delle informazioni, di unificare lo sviluppo della loro formazione personale.

• Fornire supporti adeguati a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.

• Considerare e valorizzare:

- il dinamismo e la complessività indotti dalla commistione di culture differenti;

- la rapida proliferazione dei saperi;

- la compresenza di competenze, motivazioni, interessi sempre più differenziati tra i singoli alunni.

• Fornire le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e trasformare le mappe dei saperi, rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti.

• Mettere in relazione la complessità dell’apprendimento, anche derivante dai nuovi strumenti digitali, con un’azione quotidiana costante di alfabetizzazione sulle metodologie di utilizzo di tali strumenti.

• Curare e consolidare le competenze, i saperi, i linguaggi di base, che rendono possibile ogni tipo di apprendimento nel corso della vita.

• Impegnarsi per il successo scolastico di tutti gli studenti con particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, svantaggio, disabilità, utilizzando l’esperienza dell’altro come opportunità di conoscere le proprie specificità e vocazioni.

• Porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, attraverso la promozione di esperienze significative che consentano di apprendere concretamente il prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente.

• Formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.

• Fornire supporti, affinché ogni persona possa sviluppare un’identità consapevole e aperta.

• Insegnare le regole del vivere e del convivere in collaborazione con le altre agenzie educative che concorrono alla formazione dell’alunno.

• Promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria.

• Educare alla convivenza, attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni alunno.

B) I compiti del docente

• Pensare e realizzare il proprio progetto educativo e didattico tenendo conto della singolarità e complessità di ogni alunno, della sua identità, delle sue aspirazioni, delle sue fragilità, dei suoi bisogni.

• Curare la formazione della classe come gruppo: promuovere i legami cooperativi tra i componenti, gestire i conflitti come momenti di crescita nella socializzazione.

• Coinvolgere gli alunni nella strutturazione della classe e della scuola, come luogo accogliente e piacevole da vivere.

• Elaborare, con attenzione e competenza, i percorsi didattici finalizzati a fornire agli alunni gli strumenti necessari a conoscere il mondo nei suoi aspetti naturali, sociali, culturali e antropologici.

• Progettare percorsi per la promozione, la rilevazione, la valutazione delle competenze.

• Giungere alla certificazione delle competenze, solo dopo aver messo in atto un serio processo di osservazione, documentazione e valutazione delle stesse.

• Arricchire la propria professionalità, attraverso la formazione continua in servizio, la riflessione sulle “buone pratiche didattiche”, il rapporto adulto con i saperi e la cultura.

C) I principi fondamentali per una efficace azione formativa

• Ancorare i nuovi apprendimenti all’esperienza e alle conoscenze pregresse degli alunni, alle diverse modalità di apprendere.

• Impedire che le diversità diventino disuguaglianze, attraverso interventi adeguati che prevedano la progettazione la realizzazione di percorsi didattici specifici, rispondenti ai bisogni educativi degli alunni anche di cittadinanza non italiana.

• Promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze, favorendo l’esplorazione e la scoperta.

• Incoraggiare l’apprendimento collaborativo, promuovendo esperienze di aiuto reciproco, di cooperazione e di apprendimento tra pari.

• Favorire la consapevolezza dei punti di forza e di debolezza, nel modo di apprendere, da parte di ogni bambino.

• Aiutare l’alunno a riflettere sul percorso di conoscenza che sta compiendo e sulle modalità che utilizza per comprendere e portare a termine correttamente il compito assegnato.

• Promuovere esperienze di tipo laboratoriale, anche all’esterno della scuola, che coinvolgano gli alunni nel progettare - realizzare - valutare attività vissute, in modo condiviso e partecipativo con gli altri.

• Attivare forme di conoscenza della realtà attraverso processi di problematizzazione, rappresentazione, sistematizzazione.

• Seguire gli alunni nella costruzione di schemi e mappe di sintesi, che raccolgano e mettano a confronto le osservazioni e le scoperte effettuate all’interno dei diversi percorsi di apprendimento.

ITER PER LA PROGETTAZIONE DIDATTICA

Per organizzare e articolare il piano di lavoro annuale, gli insegnanti di classe dovranno necessariamente confrontarsi sui riferimenti culturali che ispirano le Indicazioni Nazionali per il curricolo e quindi:

• assumere come idea basilare la centralità della persona-alunno tenendo conto “della singolarità e complessità di ogni soggetto, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, delle sue capacità e delle sue fragilità ”;

• operare per garantire a tutti determinati livelli di competenza, facendo, però, attenzione a creare le condizioni idonee a valorizzare la specificità, le predisposizioni di ciascun alunno;

• differenziare le strategie didattiche partendo dal diverso patrimonio di conoscenze, abilità e competenze raggiunte da ogni alunno, nonché dai diversi ritmi e stili cognitivi di apprendimento.

La progettazione didattica dovrà prevedere:

Analisi della situazione

a) Analisi del contesto socio-culturale

- Caratteristiche del luogo in cui è ubicata la scuola;

- rilevazione delle risorse della zona e delle agenzie educative presenti, con le quali potrebbero essere possibili rapporti di collaborazione;

- tipologia delle famiglie.

b) Analisi dell’ambiente scolastico

- Docenti: il numero degli insegnanti e le loro competenze specifiche, funzione di coordinamento, cenni sull’organizzazione delle attività didattiche, dei laboratori, delle scelte di collaborazione con l’extra scuola, del coinvolgimento di esperti necessari all’attuazione di specifici “progetti”;

- risorse strutturali e materiali: stato di salute e capienza dell’edificio scolastico, numero delle aule, presenza di laboratori, condizioni dello spazio esterno e possibile utilizzo;

- alunni: numero delle classi e numero degli alunni per classe, analisi del livello di competenza raggiunto, eventuali difficoltà emerse, individuazione delle capacità da potenziare, livello di impegno nel lavoro a casa e a scuola, bisogni formativi espressi o letti dagli adulti.

Definizione delle competenze da attivare

All’inizio dell’anno scolastico i docenti, dopo aver rilevato dalle Indicazioni Nazionali le finalità della scuola, dovranno riflettere, assumere e ridefinire le competenze-chiave Europee significative per gli alunni della classe, nonché le competenze di cittadinanza e disciplinari. A tal punto si dovranno indicare i traguardi per lo sviluppo delle competenze relativi a ciascuna disciplina e dovranno individuare per ogni disciplina le competenze sulle quali lavorare durante l’anno.

Prima che si definiscano le competenze, però, è importante che i docenti si confrontino sul concetto di “competenza”.

Pietro Boscolo in Continuità, apprendimento e competenze in un curricolo verticale in Gli istituti comprensivi, Studi e documenti degli annali della Pubblica Istruzione pubblicato da Le Monnier nel 1999, così definisce la competenza: “[...] l’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono a un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui/ lei significativi [...] e che si manifesta come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali”

Definizione degli obiettivi di apprendimento

Gli obiettivi di apprendimento, elencati nelle Indicazioni per la classe quinta, costituiranno la base sulla quale ridefinire gli obiettivi per ogni classe di scuola Primaria.

Definizione dei contenuti

A tal punto definire:

- concetti-chiave relativi alla disciplina (simbolo - segno - suono - immagine - testo - contesto...);

- operazioni mentali (conoscere - comprendere - riflettere - analizzare...);

- argomenti (segni di punteggiatura - tecniche di lettura - i diversi tipi di testo...).

Delineazione delle Unità Formative annuali

All’inizio dell’anno scolastico, i docenti progetteranno, a livello di massima, le U.F. che verranno proposte nel corso dell’anno e che saranno maggiormente definite, precisate e documentate in itinere, in base alle concrete situazioni operative e ai relativi feedback. A seconda delle necessità, dei momenti, dei percorsi, si potranno progettare Unità Formative:

- semplici: si riferiranno a una sola disciplina o ambito disciplinare senza sottounità al lavoro interno;

- sequenziali: interessano una sola disciplina, ma saranno scomposte in sottounità successive e propedeutiche le une alle altre;

- articolate: coinvolgeranno diverse discipline che lavoreranno contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sottounità semplici;

- complesse: coinvolgeranno diverse discipline chiamate a lavorare contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sottounità sequenziali.

In questa fase è necessario che gli insegnanti stabiliscano e condividano la struttura della U.F. e del relativo schema che può essere articolato in:

a) rilevazione delle preconoscenze e del bisogno formativo (fase pre-attiva dell’Unità Formativa)

In questa fase si procede a:

- conoscere lo stato cognitivo di partenza degli alunni rispetto alle conoscenze nuove e alle operazioni previste;

- esplicitare il bisogno formativo che può essere definito come lo “scarto” tra il livello di competenza che il soggetto, in relazione a un determinato compito di vita, già manifesta e il livello che, educativamente, si ritiene legittimo attendersi da lui e, alla cui maturazione, concorre attraverso il processo di acculturazione. Il bisogno formativo può essere espresso dall’alunno, in forma esplicita o più velata, attraverso una tensione-desiderio verso il sé ideale, oppure può essere letto dall’adulto.

b) delineazione delle competenze come orizzonte verso il quale dirigere il percorso

c) individuazione degli obiettivi di apprendimento

Si ricercano, all’interno delle discipline, le conoscenze e le abilità che rappresentano per gli alunni le risorse indispensabili per svolgere correttamente il compito cui sono stati chiamati. In questa fase si innestano le differenziazioni e si possono prevedere percorsi diversi per gruppi di allievi o per il singolo, precisando gli standard di approfondimento delle varie conoscenze e abilità.

d) organizzazione delle attività

A questo punto, i docenti strutturano la fase organizzativa del lavoro, individuando i percorsi che ciascun insegnante può effettuare, in base alle discipline di cui è responsabile. È proprio in questa fase che i docenti, tenendo conto dei diversi stili e ritmi di apprendimento degli alunni, delle esperienze di vita che possono risultare significative nel contesto formativo in oggetto, delle particolari dinamiche relazionali, prevedono l’organizzazione del lavoro all’interno della classe e/o per gruppi e decidono i possibili laboratori di interclasse.

Ciascun docente, durante la realizzazione della parte di U.F. che gli compete, annota nel proprio “diario di bordo” l’andamento dei lavori, verificando costantemente il raggiungimento delle conoscenze e abilità applicate, osservando le modalità di relazione, di collaborazione, il livello di impegno personale con i quali ciascun alunno affronta il lavoro.

Nell’organizzazione dell’attività didattica, i docenti dovranno adottare comportamenti comuni di fronte a situazioni “straordinarie” e di routine che, non solo contribuiranno a realizzare l’unitarietà dell’azione educativa, ma garantiranno agli alunni chiarezza, sicurezza e li abitueranno a vivere un’effettiva esperienza di condivisione e cooperazione. È molto importante che il docente di riferimento concordi con gli altri insegnanti che operano nella classe le modalità atte a promuovere il rispetto verso le persone che lavorano nella scuola, verso i materiali, verso le regole condivise: saluto, rispetto dell’orario, puntualità nell’esecuzione dei compiti, uso del grembiule, cura e rispetto del materiale individuale di lavoro, degli arredi, degli ambienti...

Modalità di raggruppamento degli alunni

Le attività verranno svolte attraverso le seguenti modalità di raggruppamento degli alunni:

a) lavoro individuale - libero;

- con assistenza dell’insegnante; - programmato su materiale autocorrettivo e strutturato.

b) lavoro a due - insegnante/alunno;

- alunno/alunno (alla pari);

- l’alunno più capace aiuta il compagno.

c) lavoro in piccolo gruppo - interno alla stessa classe; - fra alunni di classi non parallele; - omogeneo per livello di rendimento;

- integrato con criteri sociometrici;

- per attività libere;

- con assistenza dell’insegnante;

- per attività programmate.

d) lavoro in classe - alunno/alunni; - insegnante/alunni (a senso unico); - insegnante/alunni (a senso multiplo).

e) lavori in grandi gruppi - due o più gruppi provenienti da varie classi; - tutte le classi del plesso al completo.

Modalità di lavoro

All’interno dei diversi percorsi di insegnamento-apprendimento, verranno utilizzate molteplici modalità di lavoro:

1) esplorazioni

- esplorazioni finalizzate alla presa di contatto con la realtà;

- esplorazioni secondo un piano d’osservazione;

- ricostruzione dell’esperienza vissuta;

- esplorazione per controllo delle conoscenze acquisite.

2) conversazioni

- conversazioni occasionali, a senso multiplo, su tutto ciò che può interessare, su un episodio di attualità...;

- conversazione clinica, tendente a individuare le conoscenze e i concetti spontanei degli alunni intorno a determinati problemi;

- discussione finalizzata a chiarire informazioni, a illustrare aspetti particolari di un problema o a motivare al lavoro;

- discussione orientata mediante domande proposte dall’insegnante o risposte suggerite dagli interventi degli alunni, ad analizzare e/o comparare fatti e fenomeni;

- discussione sistematica finalizzata a verbalizzare concetti, a definire ipotesi, a sintetizzare l’attività svolta.

3) lezioni

- commento dell’insegnante su cronache, racconti, articoli, brani letterari;

- lettura guidata di testi proposti dall’insegnante per problematizzare, per integrare, per approfondire le attività precedentemente svolte;

- esposizione finalizzata alla presentazione metodica di un elemento, un fatto, un particolare testo, un’attività specifica;

- esposizione centrata alla messa in evidenza di una regola, di un concetto, di una relazione, di un principio...;

- proiezione e commento di audiovisivi quali illustrazioni, diapositive, film, lucidi, cartelloni.

4) esercitazioni

- attività libere con materiali vari e scarsamente strutturati, volti alla realizzazione di prodotti creativi;

- manipolazione di materiali predisposti per la “scoperta” di somiglianze, differenze, regolarità, e per la definizione di concetti;

- disegni spontanei e preordinati;

- codificazione grafico-figurativa di eventi di complessità crescente;

- schematizzazione di conoscenze, di esperienze e di concetti appresi nei diversi percorsi di apprendimento;

- attività ordinate a riprodurre vissuti per verbalizzare le proprie esperienze per mettersi “nei panni degli altri” (role-play);

- simulazione e giochi in cui gli alunni, sulla base di vincoli e di canovacci predisposti, sono orientati a comprendere relazioni di vasta complessità.

1 Presentazione

Verifica e valutazione

Per procedere alla valutazione è importante che gli insegnanti offrano a ciascun alunno l’opportunità di manifestare il proprio essere competente in una nuova situazione problematica, nell’esecuzione di un compito inerente al percorso effettuato. A conclusione del lavoro i docenti osservano, descrivono, valutano il livello di conquista delle conoscenze e delle abilità, quindi il livello di competenza raggiunto nel percorso didattico. In questa fase, vengono altresì annotati e valutati gli atteggiamenti nei confronti dell’esperienza scolastica: disponibilità all’apprendimento, costanza nell’assunzione degli impegni, consapevolezza dei propri diritti e doveri, qualità dei rapporti interpersonali... capacità di cooperazione... I docenti dovranno, inoltre, assicurare agli alunni e alle famiglie “un’informazione tempestiva e trasparente sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso didattico, promuovendone, con costanza, la partecipazione e la corresponsabilità educativa...” così come evidenziato nelle Indicazioni Nazionali.

Le strategie

Per la valutazione si adotteranno tre strategie specifiche:

• l’autovalutazione: nella quale alunni e docenti valuteranno ciascuno la propria attività. Tale strategia aiuta l’allievo nella sua formazione integrale, rendendolo responsabile e dando fiducia alla sua autonomia (autocorrezione di prove realizzate e di lavori eseguiti - selezione autonoma dei lavori propri ritenuti più significativi);

• la covalutazione: valutazione reciproca che fanno i componenti di un gruppo (alunni-insegnanti) per riconoscere capacità, risultati, mancanze, al fine di trovare i mezzi idonei per migliorare;

• l’eterovalutazione: strategia atta a misurare il rendimento degli allievi da parte dei docenti (valutazione verticale).

I tempi

In linea con i principi metodologici indicati, le operazioni di verifica/valutazione dovranno consentire il rilevamento delle conoscenze e delle abilità possedute da ciascun alunno nei tre momenti che scandiscono l’iter formativo – iniziale, in itinere, finale – e la loro organizzazione sarà collegata alla funzione che la verifica assolve in questi tre momenti: diagnostica - formativa - sommativa. Le prove di verifica forniranno costantemente al docente elementi per rivedere e riadattare il percorso e all’alunno indicazioni per l’autovalutazione.

La valutazione delle prove terrà conto:

- del livello di partenza di ciascun alunno;

- delle modificazioni evidenziate nel processo di insegnamento/apprendimento/formazione;

- della documentazione e dei prodotti realizzati;

- dell’orientamento e delle decisioni emerse durante l’attività.

Presentazione

Gli strumenti

Per realizzare la valutazione, in questa visione più moderna e ampia, saranno utilizzati molteplici strumenti:

• l’osservazione: esame in forma attenta dei processi di formazione degli allievi, tanto in aula come fuori di essa;

• l’intervista: il colloquio che segue uno schema prestabilito e permette di centrarsi su determinati aspetti;

• il questionario: l’applicazione di una successione di domande, al fine di ottenere informazioni su un determinato problema, tema o situazione;

• la sociometria: proposta di un test al fine di identificare la posizione e il compito dei membri di un gruppo all’interno di esso;

• il colloquio: dialogo tra diverse persone in relazione a un tema predeterminato, nel quale chiunque può essere emittente o ricevente;

• i lavori degli allievi: tutte le attività, compiti, esercizi, progetti, prove oggettive (di completamento - di corrispondenza - vero falso - a scelta multipla), saggi, prove scritte a tema assegnato ma libere nella forma, prove a libro aperto, biografie di lavoro, che gli alunni realizzano in forma individuale o in gruppo, in aula o fuori di essa.

Le caratteristiche

La valutazione dovrà necessariamente precedere, accompagnare e seguire i percorsi curricolari, quindi essere:

• continua: realizzarsi in modo permanente sulla base di una successione che permetta di dare un valore tanto al progresso quanto alle difficoltà di ciascun allievo;

• integrale: tenere conto di tutti gli aspetti e delle diverse dimensioni dell’individuo;

• sistematica: essere organizzata sulla base di principi pedagogici e messa in relazione con gli scopi dell’educazione;

• flessibile: essere in accordo con i ritmi di sviluppo dell’individuo, considerando perciò la “storia” dell’allievo, i suoi interessi di base e le sue capacità, i suoi limiti e i suoi cambi d’interesse;

• interpretativa: cercare di comprendere il significato dei processi e dei risultati e, non solo, la loro evidenza finale.

ITALIANO

Premessa

Nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione, si sottolinea la centralità dell’educazione linguistica come “condizione indispensabile per la crescita della persona, per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio”.

L’alunno “competente” sotto il profilo linguistico è in grado di ampliare le sue possibilità di conoscere, di comprendere, di trasformare, innovando se stesso e la realtà in cui vive.

La padronanza della Lingua permette al bambino di “guardarsi dentro, di prendere coscienza delle proprie emozioni, di conoscerle, di controllarle e di manifestarle agli altri; di organizzare altresì fatti ed esperienze, costruendo gradualmente ragionamenti e concetti ”.

Il possesso delle parole permette inoltre al bambino di condividere esperienze e significati culturali e di diventare parte attiva della comunità sociale, nella quale vive e interagisce.

Le capacità di ascoltare, parlare, leggere, scrivere, integrate dalla riflessione linguistica, costituiscono gli ambiti di intervento della Lingua Italiana, ribaditi anche nel testo delle Indicazioni per il Curricolo.

Oralità

• L’oralità è parte di noi come la capacità di camminare e di usare le mani.

(Have Jock, 1995)

Valorizzando le acquisizioni maturate spontaneamente, la scuola dovrà creare situazioni favorevoli alla comunicazione orale tramite racconti liberi, conversazioni a tema, discussioni, esposizioni.

Attraverso le interazioni verbali, l’alunno imparerà anche a rispettare il proprio turno nel parlare, a chiedere spiegazioni, a negoziare significati, accogliendo punti di vista diversi dal suo.

L’oralità rappresenta la condizione privilegiata per costruire la capacità di dialogare, requisito indispensabile all’esercizio attivo della cittadinanza e all’integrazione dei bambini provenienti da altre culture.

Lettura

• Leggere significa dire alla propria mente le parole di un testo. Ricevendole, la mente di chi legge può ricreare il pensiero di qualcuno che non è presente.

(Orsolini, 1999)

Si legge per capire, per riempire di significato un’informazione linguistica; si legge per apprendere, per studiare, cioè per trasformare le informazioni scritte in conoscenze che vanno ad arricchire il proprio bagaglio culturale.

Si legge, infine, per il gusto di leggere, lasciandosi coinvolgere dagli ambienti, dalle situazioni, dalle emozioni evocate dalle parole del testo.

Scrittura ed espansione del lessico

• La scrittura è una finestra sul pensiero.

(Langer, 1987)

L’alunno che gradualmente impara a scrivere, controllando la correttezza ortografica, la costruzione sintattica, la ricerca lessicale, la coerenza e la coesione di un testo, contemporaneamente impara a pensare.

Scrivere è costruire fondamenta sempre più salde, passando attraverso il dominio della strumentalità, la raccolta delle idee, la loro organizzazione la ricerca di forme linguistiche idonee a esprimere i propri pensieri, la revisione ulteriore di ciò che si è prodotto.

Scrivere è anche saper prendere appunti, rispondere a domande relative a un testo, manipolare una narrazione, giocare con la Lingua.

Elementi di grammatica e riflessione sugli usi della Lingua

• “Riflettere sulla Lingua” è aiutare il bambino a dare un nome alle scoperte, ripercorrendo in parte il cammino già inconsapevolmente effettuato.

Fare grammatica, quindi, significa compiere un percorso che preveda l’osservazione e il confronto di dati linguistici, la ricerca di differenze e somiglianze, la classificazione e l’individuazione di categorie e sottocategorie, la generalizzazione e la formulazione di ipotesi sulle regolarità.

L’alunno:

Progettazione annuale

ITALIANO

COMPETENZE DA ATTIVARE

• Partecipa a conversazioni e discussioni esprimendo bisogni, emozioni, stati d’animo, pensieri con un linguaggio chiaro e pertinente.

• Ascolta e comprende contenuti di messaggi orali e scritti trasmessi dai media, cogliendone il senso e lo scopo.

• Legge testi di diverso tipo cogliendone il senso globale e le informazioni principali.

• Scrive, completa, trasforma testi di diverso tipo corretti nell’ortografia, coerenti e coesi.

• Riconosce le strutture morfo-sintattiche della lingua e riflette sul significato e sul valore delle parole nella frase.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Ascolto e parlato

• Ascoltare una comunicazione rilevandone le informazioni essenziali e marginali in rapporto a uno scopo definito (ascolto finalizzato):

– adottare strategie adeguate allo scopo dell’ascolto;

– applicare la tecnica dell’ascolto selettivo;

– intuire lo scopo di una comunicazione orale non solo dalle parole ma anche dai tratti soprasegmentali: intonazioni, pause, ritmo, gestualità, espressività;

– capire gli stati d’animo di chi racconta un’esperienza;

– comprendere le argomentazioni altrui;

– comprendere istruzioni per l’esecuzione di attività e consegne per lavori complessi;

– ascoltare e comprendere domande formulate utilizzando termini poco comuni;

– ascoltare una relazione, un resoconto, una narrazione, fissando le informazioni essenziali;

– ritenere i contenuti delle comunicazioni senza modificazioni soggettive.

• Interagire in modo fattivo e collaborativo negli scambi comunicativi:

– intervenire con pertinenza, chiarezza, efficacia, nella conversazione spontanea, rispettando il turno;

– intervenire in una conversazione preordinata, affermando la propria opinione e cogliendo diversi punti di vista;

– formulare domande di spiegazione e di approfondimento anche complesse, precise e pertinenti;

– esporre il contenuto di un resoconto o di una relazione ascoltata, seguendo lo schema predisposto;

– rispondere adeguatamente alla richiesta di informazioni, chiedendo spiegazioni qualora la comunicazione non sia stata chiara;

Presentazione

– dare istruzioni su percorsi, procedure, regole di un gioco, fasi di un’attività;

– verbalizzare grafici, tabelle, schemi complessi, usando i nessi logici;

– descrivere il reale conosciuto e visto attraverso l’esperienza: elementi della realtà, ambienti, fatti e fenomeni;

– esprimere con efficacia contenuti, emozioni, sensazioni, stati d’animo con chiara dizione, rispettando le regole morfo-sintattiche.

• Vivere situazioni di interazione comunicativa per un coinvolgimento maggiore e un’attenzione più viva (ascolto motivato):

– adattare il proprio linguaggio a situazioni comunicative e interlocutori diversi;

– riconoscere nell’atto comunicativo: l’emittente, il ricevente, il messaggio, il canale usato, i registri linguistici (colloquiali, burocratici, tecnico-scientifici, letterali...);

– individuare gli scopi del parlante;

– individuare le caratteristiche comuni ai linguaggi verbali e non verbali;

– tradurre in linguaggio verbale le comunicazioni ricavate dagli altri linguaggi;

– distinguere: i segni-indizio, i segni-icone, i segni-simbolo.

Leggere e comprendere testi di diverso tipo

• Leggere brani sempre più complessi, in modo espressivo, scorrevole, rapido, analizzarne la struttura e i contenuti:

– leggere a voce alta testi noti e non, dando prova, anche attraverso un uso appropriato delle pause e dell’intonazione, di averne compreso il contenuto;

– eseguire la lettura silenziosa e rispondere a domande relative al testo letto;

– leggere e ripetere il contenuto di testi di vario tipo: fiabe, favole, miti, avventure, narrazioni storiche, geografiche, scientifiche, istruzioni, descrizioni, argomentazioni;

– individuare l’argomento, i temi, il significato centrale di un testo scritto: riconoscerne la struttura, evidenziarne le sequenze o i nuclei semantici, in base a criteri prefissati;

– isolare i concetti principali di un testo e metterli in relazione logica: temporale, spaziale, causale applicando tecniche di supporto alla comprensione quali sottolineare, annotare informazioni, costruire grafici, schemi, mappe;

– ricavare dal contesto il significato di termini non noti o usando autonomamente il vocabolario;

– selezionare elementi: individuare personaggi, luoghi, tempi del racconto e loro caratteristiche;

– individuare alcune tecniche espressive usate: dialogo, monologo, monologo interiore, accumulo di immagini, descrizione statica e dinamica...;

– evidenziare gli stati d’animo e i sentimenti espressi dall’autore;

– riconoscere la tipologia del testo letto ed esprimere pareri su di esso o su alcuni suoi aspetti;

– capire l’uso della punteggiatura in funzione connotativa;

– utilizzare informazioni della situazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere;

– individuare scopo, struttura, destinatari dei testi pragmatico-sociali.

• Compiere una lettura “a inventario” del quotidiano:

– individuare, classificare, decodificare articoli di cronaca e ricavarne lo schema;

– analizzare la struttura della “prima pagina” e avviarsi a individuare l’area di pertinenza delle notizie nelle varie pagine;

– distinguere i differenti messaggi pubblicitari;

– decodificare un testo pubblicitario.

• Leggere, comprendere, valutare testi poetici:

– leggere ad alta voce, in modo interpretativo estetico, i testi poetici;

– riconoscere alcune specificità formali del testo: il verso, la strofa, la disposizione grafica delle parole;

– riconoscere, interpretare, gli aspetti sonori del testo: rima, ritmo, onomatopee, allitterazione, anafora;

– riconoscere e analizzare alcune figure di significato: similitudini, metafore, personificazioni;

– riconoscere e analizzare alcune figure di sintassi: costruzioni sintattiche insolite;

– individuare l’argomento e comprendere il messaggio della poesia;

– trasformare poesie in prosa ed esprimere un proprio commento sul testo poetico esaminato.

Scrittura

• Scrivere correttamente in lingua italiana, usando un lessico appropriato:

– esporre in maniera fluida e ortograficamente corretta fatti, pensieri, idee;

– organizzare i nuclei del testo secondo una introduzione, uno svolgimento dei fatti, una conclusione;

– usare con proprietà ed espressività la punteggiatura;

– rispettare gli elementi di coerenza e coesione;

– utilizzare in maniera corretta e appropriata il discorso diretto;

– ricercare, scoprire, utilizzare vocaboli nuovi, sinonimi e contrari, termini polisemici, metafore e similitudini.

• Produrre testi oggettivi di vario tipo:

– elaborare testi scritti di tipo denotativo utilizzando trame, scalette, schemi logici anche complessi;

– produrre testi descrittivi e narrativi, rispettando l’ordine logico e cronologico;

– raccogliere idee e concetti di una conversazione, metterli in relazione logica e utilizzarli per produrre brevi relazioni;

– produrre testi argomentativi, sviluppando la capacità di esporre concetti propri e altrui a sostegno di una opinione o di una affermazione;

– redigere un semplice verbale, un resoconto;

– produrre istruzioni in forma schematica e discorsiva;

– produrre lettere in vari registri e cronache di esperienze personali e collettive da utilizzare anche per il giornalino scolastico e/o per il sito web della scuola.

• Produrre testi soggettivi:

– selezionare i dati della realtà in funzione del vissuto da rendere;

– utilizzare le tecniche espressive analizzate per realizzare: singole scene/più scene collegate e per montare gli eventi in ordine diverso;

– tentare interpretazioni personali della realtà facendo uso di similitudini e metafore;

– descrivere elementi, aspetti, fenomeni, della realtà usando le connotazioni opportune.

• Rielaborare testi di diverso tipo:

– compiere operazioni di riscrittura, trasposizione, transcodificazione di un testo descrittivo;

– sostituire i personaggi mutando il loro punto di vista; cambiare il finale e le categorie spaziotemporali ai testi narrativi: favole, fiabe, leggende, miti, racconti...;

– inventare storie raffigurando un’esperienza reale con l’introduzione di un elemento fantastico;

– manipolare un testo espressivo cambiando l’ordine dei fatti, il vissuto della scena e il punto di vista, aggiungendo altre scene;

– ricavare dati e informazioni da tanti testi diversi, metterli in relazione logica in uno schema e produrre con essi un nuovo testo con un titolo adatto;

– realizzare testi collettivi, produrre testi creativi.

• Manipolare testi poetici:

– operare in un testo poetico sostituzioni e spostamenti;

– compiere attività di transcodificazione: da un testo poetico alla sequenza iconica;

– realizzare un collage di poesie;

– manipolare un testo in prosa per produrre un testo poetico;

– comporre poesie applicando alcune delle regole proprie del “fare” poetico.

• Sperimentare le diverse forme di scrittura con l’utilizzo del computer integrando, se opportuno, il testo verbale con materiali multimediali.

Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo

• Cogliere somiglianze, differenze tra le parole e costruire campi semantici.

• Operare con i meccanismi della formazione delle parole e riconoscere i diversi significati.

• Comprendere, nei casi più frequenti, l’uso e il significato di termini specifici legati alle discipline di studio.

• Operare sostituzioni fra parole o gruppi di parole: sinonimi e perifrasi...

• Consultare il dizionario per risolvere problemi linguistici.

Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua

• Riflettere sul funzionamento dell’enunciato:

– operare all’interno della frase graduali riduzioni fino a individuare un enunciato minimo;

– ricercare e aggiungere una serie di informazioni alla frase minima per creare una frase complessa;

– fondere più frasi semplici in frasi complesse utilizzando i connettivi appropriati;

– riconoscere, in un enunciato complesso, la frase centro (principale), la coordinata e la subordinata;

– distinguere, in un enunciato, il gruppo del soggetto e il gruppo del predicato;

– riconoscere i sintagmi di una frase e capirne la funzione: predicato verbale e predicato nominale, determinazioni e loro classificazione;

– trasformare gli enunciati in base a criteri di modificazione: forma attiva, passiva, affermativa, negativa ecc.;

– individuare le categorie dei principali complementi.

• Conoscere le principali parti del discorso:

– riconoscere gli accordi morfologici e operare trasformazioni (genere - numero - persone);

– riconoscere, analizzare, classificare, trasformare le parole - nomi;

– conoscere la funzione, l’uso, la concordanza dei modificanti del nome: articolo/aggettivo;

– scoprire l’uso e la funzione del pronome;

– riconoscere il valore funzionale ed espressivo del verbo: modi - tempi - persone - coniugazioni;

– comprendere la funzione autonoma e ausiliare del verbo essere e avere;

– distinguere i verbi transitivi e intransitivi, impersonali, servili, irregolari;

– riconoscere i modificanti del verbo: avverbi e locuzioni avverbiali;

– scoprire elementi di coesione all’interno della frase: preposizioni, congiunzioni;

– conoscere le interiezioni e il loro ruolo espressivo all’interno della frase;

– individuare e analizzare la forma attiva, passiva, riflessiva del verbo.

• Esplorare il lessico:

– riconoscere e mettere a punto raggruppamenti di parole (campi associativi) dello steso campo semantico;

– scoprire e formare famiglie di parole;

– dedurre, dal contesto, il significato di termini non noti o polisemici;

– riconoscere e usare in modo adeguato sinonimi e contrari;

– analizzare l’origine e la storia delle parole;

– conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (semplici, derivate, composte...);

– riconoscere e spiegare il significato di espressioni figurate: similitudini, metafore...

• Curare l’aspetto ortografico e l’uso corretto della punteggiatura:

– rispettare le regole ortografiche: gruppi consonantici complessi, elisioni, accento, apostrofo, punteggiatura...;

– usare correttamente l’ “h” nelle voci del verbo avere;

– usare in modo corretto e significativo i segni di interpunzione.

CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI

• Testi di diverso tipo: narrativi, descrittivi, poetici, argomentativi, regolativi.

• Le forme della conoscenza: libri di studio, saggistica, enciclopedie, biblioteche, musei...

• Le forme della comunicazione: l’orale e lo scritto, televisione, radio, pubblicità, mostre, dischi, informatica...

• Ascolto e letture, conversazioni: registrazioni, commenti e riflessioni, approfondimenti ed elaborazioni, argomentazioni e relazioni.

• Esperienze e vissuti: fatti ed eventi vicini e lontani, ma resi vicini dall’informazione televisiva.

• Composizione di racconti: invenzioni, descrizioni e relazioni, interviste e questionari, riflessioni e commenti personali.

• Esercitazioni e approfondimenti: di tipo grammaticale, sintattico e lessicale.

OPZIONI METODOLOGICHE

La metodologia che verrà adottata per facilitare l’approfondimento della Lingua italiana nella classe quarta della scuola di base è sintetizzata nei seguenti punti:

• partire dall’esperienza, dai bisogni, dalle conoscenze e competenze che gli alunni hanno già acquisito;

• curare e organizzare un clima positivo favorendo la comunicazione orale;

• riflettere sulla Lingua partendo dai testi che fanno parte dell’esperienza linguistica dell’alunno;

• problematizzare un fenomeno comunicativo attraverso domande scaturite dagli allievi e dagli insegnanti;

• manipolare il materiale linguistico per osservare come reagiscono gli altri fattori della comunicazione;

• differenziare il codice per una maggiore efficacia e precisione del discorso;

• riflettere sulla Lingua per riconoscere e utilizzare i rapporti di coerenza e coesione.

Il lavoro verrà impostato come una ricerca collettiva di soluzioni a problemi o questioni che si porranno collettivamente.

Si farà in modo che ciascun alunno sia stimolato a riflettere più che a ricordare, a ricercare più che a studiare, a collegare, a prospettare soluzioni e verificare un percorso di conoscenze che ognuno sente proprio, perché costruito insieme.

Le attività nasceranno dall’interesse e dalla programmazione costruita con gli alunni.

L’insegnante sarà l’animatore, pronto a intervenire in ogni momento del percorso per aiutare a mettere a fuoco un problema o a realizzare un passaggio, o ancora a fornire quegli elementi di conoscenza indispensabile per il progredire del discorso comune.

CRITERI DI VERIFICA

In linea con i principi metodologici indicati, le operazioni di verifica dovranno consentire il rilevamento delle conoscenze e delle abilità possedute da ciascun alunno nei tre momenti che scandiscono l‘iter formativo – iniziale, in itinere, finale – e la loro organizzazione sarà collegata alla funzione che la verifica assolve in questi tre momenti: diagnostica - formativa - sommativa. Le prove di verifica forniranno costantemente al docente elementi per rivedere e riadattare il percorso e all’alunno indicazioni per l’autovalutazione.

La valutazione delle prove terrà conto del livello di partenza e dei progressi evidenziati nei processi di apprendimento di ciascun alunno.

L’insegnante sarà l‘animatore, pronto a intervenire in ogni momento del percorso per aiutare a mettere a fuoco un problema o a realizzare un passaggio, o ancora a fornire quegli elementi di conoscenza indispensabili per il progredire del discorso comune.

ARTE E IMMAGINE

Premessa

L’educazione artistico-espressiva ha assunto in questi ultimi decenni una notevole importanza perché riconosciuta educazione a un linguaggio vero e proprio.

Attraverso lo sviluppo di questa disciplina l’alunno ha la possibilità di esprimersi e comunicare in modo creativo, è capace di leggere, comprendere, interpretare le infinite immagini del patrimonio artistico, culturale e sociale.

Il bambino, naturalmente, va sollecitato a osservare con scrupolosità e metodo tutto ciò che lo circonda, va aiutato a ricordare, a riflettere, a giudicare, a cogliere le connessioni di causa ed effetto.

Le proposte didattiche vanno valutate e rapportate alle possibilità dei ragazzi.

Si tratterà di sceglierle per poi sollecitare e guidare i soggetti a trovare opportuni adattamenti simbolici alla realtà personale e ambientale.

Nell’ambito dell’educazione all’arte e all’immagine il bambino entra in sintonia con il ricco mondo dei colori, delle linee, delle superfici, delle forme, dei piani, dei volumi, delle composizioni... e sperimenta la disponibilità e la scelta dei mezzi espressivi, la consistenza dei materiali.

Sia gli elementi base del linguaggio iconico sia le tecniche e i mezzi favoriscono così la competenza a leggere e produrre immagini, sviluppano armonia di contenuti, ricerca di particolari, senso estetico, piacere a comunicare sensazioni, emozioni, opinioni oltre che a esprimere conoscenze ed esperienze culturali in genere.

Importanti sono, quindi, le attività laboratoriali individuali o di gruppo, libere e guidate, spontanee o a tema, durante le quali ogni bambino, sperimentando, scopre e affina le sue possibilità e conquiste.

Occorre sottolineare che le attività del linguaggio iconico interagiscono con le altre discipline perché l’immagine, come la lingua verbale, la musica, il gesto, è la simbolizzazione dell’espressione e della comunicazione e i “nodi concettuali” della disciplina si intersecano con quelli delle altre discipline.

Il linguaggio delle immagini concorre a sviluppare le competenze comunicative trasversali, perché implica e rispetta anche i processi affettivi, relazionali, comportamentali. Perciò l’approccio culturale al mondo dell’arte e dell’immagine, sia nell’aspetto comunicativo sia in quello artistico, è bene sia proposto in un lavoro interdisciplinare in cui la produzione e la fruizione siano contestualizzate rispetto all’ambiente storico, artistico, esperienziale degli allievi.

Attraverso le attività, si tenderà a far raggiungere agli alunni un buon livello di alfabetizzazione nel campo del linguaggio visuale, rispettando così la sua struttura epistemologica:

• il logico-conoscitivo, costituito dalla percezione (vedere, osservare, conoscere...) e dalla comunicazione visiva ( leggere, scrivere, descrivere, esprimere giudizi...);

• il metodologico-operativo, costituito dalla sperimentazione e dalla ricerca;

• il tecnico, costituito dalla conoscenza delle tecniche iconiche, delle tecnologie, dei materiali, degli strumenti;

• l’artistico-ambientale, costituito dalla ricerca espressiva ed estetica nel proprio contesto culturale di opere d’arte, dei beni paesaggistici.

L’alunno:

Progettazione annuale ARTE

E IMMAGINE

COMPETENZE DA ATTIVARE

• Utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi e rielaborare creativamente le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti.

• È in grado di osservare, esplorare, descrivere e leggere immagini.

• Individua i principali aspetti formali dell’opera d’arte.

• Apprezza le opere artistiche e artigianali provenienti da culture diverse dalla propria.

• Conosce i principali beni artistico-culturali presenti nel proprio territorio e mostra sensibilità verso la loro salvaguardia.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Esprimersi e comunicare

• Rappresentare la realtà percepita con produzioni personali che esprimono le proprie sensazioni ed emozioni.

• Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafico-pittorici e plastici.

• Rielaborare creativamente materiali di uso comune, in foto, scritte, elementi visivi, per produrre immagini nuove.

• Utilizzare le conoscenze inerenti gli elementi dell’immagine per produrre opere grafiche di diverso tipo.

• Sperimentare effetti, tecniche, stili grafici diversi.

Osservare e leggere immagini

• Osservare con consapevolezza oggetti, forme, immagini presenti nell’ambiente utilizzando le capacità sensoriali, cinestetiche e le regole della percezione visiva.

• Riconoscere in un testo iconico gli elementi base del linguaggio visivo: punto, linea, colore, forma, superficie, ritmi e simmetrie.

• Scoprire le caratteristiche di ciascuno degli elementi base dell’immagine e individuarne il significato espressivo.

Comprendere e apprezzare un’opera d’arte

• Individuare, in un’opera d’arte, i vari elementi figurativi e/o astratti che lo compongono.

• Cogliere in un dipinto il significato espressivo di punti, linee, colori, forme, simmetrie che lo caratterizzano.

• Familiarizzare con alcune forme d’arte, soprattutto moderne, appartenenti o no al proprio territorio.

• Scoprire i luoghi e le opere storico-artistiche più significativi presenti nel proprio ambiente di vita.

CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI

• Le caratteristiche del punto:

– il punto nella realtà naturale;

– le dimensioni del punto;

– le modalità di aggregazione del punto;

– la sensibilizzazione delle diverse superfici con il punto;

– l’effetto di addensamento-rarefazione dei punti;

– la composizione grafica di elementi con il punto;

– la tecnica del puntinismo;

– il punto nell’arte.

• Le caratteristiche della linea:

– le tipologie principali di linee;

– i significati della linea;

– il codice linea;

– la linea nella realtà;

– movimento e composizione di linee;

– produzione di linee di diverso tipo;

– le linee emozionali;

– le linee nell’arte.

• Le caratteristiche della forma:

– le strutture di base del linguaggio visuale: quadrato, triangolo, cerchio;

– le forme nella realtà, nelle immagini, nelle opere d’arte;

– la composizione di/e con forme diverse;

– le forme nell’arte.

• Simmetrie e ritmi nell’immagine:

– le simmetrie in natura e nei manufatti;

– gli assi di simmetria interni ed esterni alla figura;

– il significato evolutivo di simmetrie speculari, bilaterali, radiali;

– gli schemi ritmici e decorativi;

– simmetrie e ritmi nell’arte.

OPZIONI METODOLOGICHE

La produzione grafica dell’alunno non è concepita come un’abilità formale da raggiungere nel più rapido e semplice dei modi, ma come libera espressione e occasione privilegiata di rapporto con la realtà.

Ruolo dell’insegnante è, quindi, quello di mettere in opera tutte le condizioni in grado di favorire e sviluppare la libera espressione dell’alunno, l’uso creativo di materiali pittorico-plastici di diverso tipo. Nel predisporre il percorso didattico, partire sempre dall’osservazione, poi dall’uso dei materiali e

degli strumenti per arrivare all’individuazione delle regole che stanno alla base di ogni linguaggio visivo-espressivo.

CRITERI DI VERIFICA

Osservazioni “sul campo” per verificare la presenza di abilità anche trasversali a più discipline:

• verifiche effettuate al termine di ogni attività o prova, riferite agli obiettivi di apprendimento;

• predisposizione di griglie per annotare le informazioni fornite da un unico prodotto graficoplastico (colore, armonia delle forme, rappresentazione dello spazio...).

GLI ELEMENTI DELL’IMMAGINE

Premessa

Per la produzione o composizione di qualunque immagine sia figurativa sia astratta, ispirata o no alla realtà, sono necessarie certe strutture del linguaggio visuale, indipendentemente dal soggetto rappresentato e dallo stile adottato.

Per strutture del linguaggio visivo si intendono gli elementi formali, visibili e non visibili della composizione:

• il punto

• la linea

• la superficie e la forma

• il colore e la luce

• il ritmo

• la simmetria

• ...

Se l’opera è realizzata in funzione di uno solo degli elementi formali indicati, si avrà un certo tipo di composizione: grafica, lineare, cromatica a/simmetrica, ritmica, modulare, plastica, spaziale, statica, dinamica, ...

In questo percorso verranno analizzati ad uno ad uno gli elementi che costituiscono l’intelaiatura specifica, la “grammatica” di una composizione.

MUSICA

Premessa

Il bip del cellulare, il click del mouse, il tic-tac dell’orologio, il canto del cuculo, i rintocchi di una campana, le monete che tintinnano rotolando a terra, i colpi di un martello contro un chiodo, il suono metallico delle posate che giocano sulla tavola, il rombo di un motore: il nostro mondo, un mondo umano, “immerso nell’immenso” mare di onde sonore che arrivano al nostro orecchio.

Di fronte a tutto ciò, ognuno di noi reagisce in modo diverso, secondo sfumature diverse, ma entro due limiti ben precisi: o passivamente, lasciando che tutto passi e che ci attraversi senza modificare coscientemente i nostri apprendimenti; o attivamente, problematizzando il materiale sonoro che ci arriva, analizzandolo, facendone esperienza, in pratica conoscendolo, sapendo che solo in questo modo sapremo ristrutturarlo in produzioni veramente personali.

Ed è riscoprendo il senso di ogni rumore, di ogni suono, di ogni silenzio, che potremo vedere le possibilità di manipolazione, di interpretazione e di significati che essi ci offrono.

Fare questo vuol dire, in ambito musicale, dare al bambino gli strumenti per leggere, decodificare e codificare il linguaggio dei suoni, attraverso cui egli stesso si esprime ed entra in comunicazione con gli altri e con il mondo.

Prima di tutto è necessario svincolare l’idea dell’educazione musicale come momento solo ricreativo o come supporto ad altre attività, per vederlo come momento importante, essenziale dell’attività educativa, con un profilo specifico e con un linguaggio proprio che va tenuto sempre presente se non si vuol scadere nella mediocrità del fare musica o nel far passare come musicali attività di altro genere.

Insomma, un’educazione CON il suono e la musica!

Per questi motivi, il percorso che viene proposto va dal cogliere, capire, riprodurre i suoni, all’interpretarli e infine al crearne di nuovi, in nuove situazioni e organizzazioni.

È chiaro che in un progetto simile il bambino diventa il protagonista di questo suo rinnovamento, nel rispetto dell’esperienza musicale e nel rispetto di regole precise da osservare.

Quindi, occorre prendere in esame le funzioni formative attivate dall’apprendimento della musica:

• funzione cognitiva (cultura): viene esercitata la rappresentazione simbolica della realtà; si esercita l’abilità del pensiero intuitivo e creativo; si confrontano e comparano culture musicali diverse e altre; si sviluppano competenze specifiche che partecipano alla formazione dei significati relativi al proprio mondo in relazione ai significati di una comunità di riferimento;

• funzione linguistica (comunicazione): viene curata la capacità di espressione vocale propria e di gruppo; viene esercitata l’esecuzione strumentale singola e di gruppo; viene dato un nome e quindi un’identità al mondo sonoro in oggetto e viene esercitato l’utilizzo di questi ultimi nell’espressione parlata o scritta. Si permette la transcodifica di elementi e significati in altri linguaggi (motorio, visivo, multimediale,…);

• funzione affettiva (emozioni): l’esperienza musicale fornisce la riflessione tra il protagonista dell’evento musicale e il suo fruitore, fra l’artista e lo spettatore, fornendo una chiave di lettura simbolica delle emozioni provate e la possibilità di viverle in maniera differita;

• Funzione identitaria (io): si prende coscienza della propria identità culturale attraverso il confronto con la propria tradizione musicale; allo stesso tempo si sviluppa la conoscenza di altre identità culturali, ci si confronta con esse e si elabora un atteggiamento di rispetto;

• Funzione relazionale (altri): il far musica attiva una serie di abilità nel “far insieme”, nella pratica corale o strumentale collettiva e nell’ascolto condiviso;

• Funzione estetica (critica): viene favorito lo sviluppo di una sensibilità al “bello” e l’autonomia di giudizio, attraverso l’analisi di ciò che si ascolta o si fruisce e la lettura critica degli eventi sonori o delle opere d’arte del patrimonio culturale umano.

Tutto questo affinché sia possibile la costruzione e l’interazione di pensiero divergente e convergente.

L’alunno:

Progettazione annuale MUSICA

COMPETENZE DA ATTIVARE

• Ascolta brani musicali di diverso genere e ne riconosce gli elementi costitutivi.

• Esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vista qualitativo, spaziale e in riferimento alla loro fonte.

• Ha padronanza dell’atto respiratorio.

• Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali.

• Esegue semplici brani vocali / strumentali appartenenti a generi e culture differenti.

• Controlla la sincronia fra movimenti, parole e canto.

• Esplora diverse possibilità espressive di oggetti sonori e di strumenti musicali.

• Ascolta se stesso e gli altri, esercitando concentrazione e memoria.

• Padroneggia i propri gesti per produrre suoni, rumori, combinazioni ritmiche e melodiche.

• Discrimina, esplora e utilizza diverse combinazioni ritmiche.

• Discrimina, esplora e utilizza i diversi parametri del suono.

• Discrimina, esplora e utilizza suoni di diversa durata, partendo da un brano di letteratura classica.

• Riconosce la funzione della musica in diversi contesti.

• Transcodifica gli elementi musicali utilizzando altri linguaggi (grafico, orale, scritto, motorio…).

• Elabora valutazioni estetiche.

• Esprime i valori del Natale, utilizzando parole e musica.

OBIETTIVI FORMATIVI

• Riconoscere la realtà sonora.

• Utilizzare il linguaggio sonoro.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Ascolto

• Percepire e distinguere suoni dell’ambiente, esplorandone le possibilità sonore.

• Saper cogliere elementi descrittivi, scopi e funzioni nella musica.

• Conoscere alcuni musicisti del repertorio classico attraverso le loro opere.

• Ascoltare brani classici e non, in cui sia presente la variazione.

• Leggere ed eseguire una semplice partitura.

Canto

• Controllare la voce, il respiro, il ritmo.

• Intonare semplici canti.

• Usare la voce per cantare melodie e il corpo per accompagnarle ritmicamente.

• Utilizzare diverse tecniche nel canto.

• Danzare coordinando i movimenti del corpo e sincronizzandoli con il canto.

• Conoscere la forma musicale del canone ed eseguirla in coro.

Suono

• Discriminare e produrre suoni acuti e gravi, lunghi e brevi e di diverse intensità.

• Usare oggetti e strumenti per produrre ritmi e melodie improvvisati.

• Cogliere le variazioni del “tempo” musicale e le atmosfere a esso connesse.

• Usare materiale di riciclo per costruire strumenti musicali.

• Cogliere le differenze e le uguaglianze nell’intensità di suoni, ritmi, melodie e musiche.

• Tradurre le parole in suoni e rumori.

So fare

• Usare la voce per sviluppare senso musicale e artistico.

• Eseguire in gruppo brani vocali e strumentali integrandoli ad altri linguaggi.

• Interpretare situazioni e sentimenti attraverso il linguaggio musicale.

• Tradurre elementi costitutivi di un brano in altri linguaggi.

• Utilizzare la musica per scopi teatrali e rappresentativi.

CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI DELLA DISCIPLINA

• Il rapporto del mondo sonoro e musicale con il pensiero.

• Il ruolo che i suoni e la musica rivestono come mezzo di comunicazione interpersonale.

• Le diverse abilità:

– abilità di percezione: ascoltare, discriminare, decifrare

– abilità di produzione: utilizzare la voce, gli oggetti, gli strumenti per esprimersi, parlare, recitare, cantare, suonare.

• La pluralità del mondo sonoro nel quale si articolano le diverse espressioni musicali.

• La riflessione sul linguaggio musicale.

OPZIONI METODOLOGICHE

La pratica musicale si articola su due livelli, poiché fare musica significa mettere in campo più abilità contemporaneamente:

• la produzione attiva;

• la fruizione consapevole.

Entrambe partecipano allo sviluppo delle componenti percettivo-motorie, cognitive e affettivorelazionali del “tutto uno bambino”.

Inoltre rafforzano la percezione del benessere psico-fisico, lavorando sul piano della costruzione della stima di sé, fattore così importante, specie oggi, per la formazione di una personalità solida.

Produzione attiva

• Dal pensare al fare.

• Dal conoscere allo scegliere.

• Dal percepire all’eseguire, stimolando la capacità decisionale dei singoli e del gruppo.

Fruizione consapevole

• Materiale sonoro vero e proprio.

• Il mondo che ci è vicino.

• Le proprie esperienze.

• Il mondo lontano.

• Gli strumenti di lettura degli eventi sonori.

Il lavoro parte dall’osservazione (ascolto) dei fenomeni sonori e musicali; passa poi all’analisi dei costituenti sonori e musicali, per una loro prima comprensione. Le attività di fruizione sono volte a sperimentare nella pratica quanto scoperto affinché si possa utilizzare in maniera empirica e sempre più consapevole il linguaggio musicale.

Ogni alunno potrà, sia singolarmente, che coralmente, eseguire tutte le azioni sonore, in modo da farle proprie e attivare un percorso di conoscenze che diventa personale e collegiale.

L’insegnante sarà il mediatore dei linguaggi: colui che fa da tramite tra l’esperienza e la conoscenza e che indirizza nella scoperta delle potenzialità di ciascuno.

CRITERI DI VERIFICA

Le verifiche proposte assolvono funzione diagnostica, formativa e sommativa; l’alunno può svolgere attività di autovalutazione e correzione, nel confronto con gli altri; l’insegnante può rivedere e riadattare il percorso.

In musica, la verifica per eccellenza resta comunque la “performance”, in cui l’alunno si mette alla prova di fronte a un pubblico di coetanei o adulti e esprime, in varie modalità, ciò che ha sperimentato e appreso.

Anche e soprattutto in questo caso, il livello di partenza di ogni alunno mette in luce i progressi ottenuti: è il bambino nella sua complessità e unità che deve ispirare il metro di giudizio dell’insegnante.

Certificazione delle competenze

Rubrica di valutazione delle competenze

“Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni ambito di studio...

Nel primo ciclo di istruzione, devono essere acquisiti gli strumenti necessari a una alfabetizzazione funzionale: gli allievi devono ampliare il patrimonio orale e devono imparare a leggere e a scrivere correttamente e con crescente arricchimento di lessico...”

CIASCUNO CRESCE SOLO SE SOGNATO

C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato.

C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.

C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo che c’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d’esser franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato.

È SUONATA LA CAMPANELLA!

Verifica e consolidamento delle competenze

In cammino verso:

In cammino verso:

Competenze da attivare

• L’alunno:

- partecipa a scambi comunicativi formulando messaggi chiari e pertinenti;

- legge e comprende testi di vario tipo;

- scrive testi corretti, chiari e coerenti;

- analizza testi a livello morfosintattico e lessicale.

Obiettivi di apprendimento

• Vivere esperienze significative in gruppo, a coppie, singolarmente.

• Riconoscere gli elementi che caratterizzano situazioni comunicative diverse.

• Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza.

• Produrre messaggi mediante linguaggi e codici appropriati trasponendoli anche da un codice all’altro.

• Raccontare esperienze personali organizzando la narrazione in modo chiaro, rispettando l’ordine logico e cronologico e inserendo gli opportuni elementi descrittivi e narrativi.

• Comprendere le principali relazioni di significato tra le parole.

• Riconoscere in una frase la sua struttura, le categorie lessicali, i principali tratti grammaticali.

INTRODUZIONE

La campanella d’inizio è suonata e dopo parecchi giorni di vacanza gli alunni sono tornati. Il rientro a scuola è un momento delicato: i ragazzi, seppur in quinta classe, devono riprendere gradualmente il ritmo scolastico e spesso vivono questa esperienza con un po’ di incertezza e disorientamento.

È in tale situazione di riadattamento, non sempre facile e veloce, che si svolgono tradizionalmente le prove d’ingresso.

Il percorso proposto rappresenta una possibile traccia di lavoro in relazione alle competenze che ogni insegnante vuole verificare nei suoi alunni.

Sono attività semplici, divertenti, di facile preparazione e somministrazione che, pur mantenendo un filo di continuità con il passato, periodo di giochi estivi, fanno riferimento ai quattro grandi campi dell’apprendimento della lingua italiana:

• Ascoltare

• Parlare

• Leggere

• Scrivere

Verranno verbalizzate e analizzate situazioni, proposti testi e poesie che trattano in modo differente di “vacanze e viaggi” fantastici e reali dai quali partire per poi effettuare riflessioni, stimolare la fantasia per la produzione di testi, confrontare le proprie esperienze con quelle letterarie.

Il percorso non ha la presunzione di essere esaustivo, ma sicuramente potrà dare alcune informazioni fondamentali per la stesura del progetto educativo-didattico del nuovo anno scolastico.

PERCORSO DI APPRENDIMENTO

I racconti delle vacanze

Durante i primi giorni di scuola, gli alunni hanno una grande voglia di raccontare le “avventure” vissute durante le vacanze, di mettere in comune esperienze e avvenimenti di cui sono stati protagonisti.

Proporre, dunque, un’attività di conversazione organizzata. Dare a ciascun alunno la possibilità di parlare di come ha trascorso i mesi di vacanza (anche se sono rimasti nel luogo in cui vivono), di un avvenimento particolare, di un fatto fuori dell’usuale, dell’arrivo di amici, di una festa… I bambini avranno almeno cinque minuti di tempo per scegliere, tra le tante, l’esperienza che ritengono di saper raccontare meglio seguendo una breve scaletta: Dov’ero.

Con chi.

Per quanto tempo.

Cosa ho visto di particolare.

Cosa ho fatto di eccezionale.

Quali sensazioni ho provato.

Disporsi, quindi, con le sedie in cerchio per creare un clima di maggior condivisione, favorire la comunicazione tra tutti i bambini e mantenere viva l’attenzione.

Al termine di ogni racconto, sollecitare i compagni a porre domande per rendere più completa possibile la comprensione dell’evento di cui si parla.

Durante la conversazione, l’insegnante potrà osservare la capacità di ogni alunno di riferire con chiarezza la propria esperienza, di seguire la scaletta precedentemente concordata e di esporre i vissuti con correttezza sintattica e lessicale.

Parallelamente il docente verificherà la capacità dei bambini di ascoltare gli interventi degli altri compagni, di fare domande pertinenti per chiedere spiegazioni, chiarimenti, approfondimenti.

Dividere ora gli alunni in quattro gruppi mettendo insieme coloro che hanno raccontato esperienze ambientate nello stesso luogo: casa, mare, montagna, viaggi…

Utilizzare i vissuti dei ragazzi per effettuare un percorso riguardante la comunicazione realizzata mediante codici alternativi o abbinati a quello linguistico.

Da una parte stimolerà la curiosità dei ragazzi verso la costruzione di una conoscenza sempre più consapevole dei mezzi di cui si servono altri tipi di linguaggi, degli usi che ne fanno, delle loro principali caratteristiche, del modo in cui trasmettono le informazioni e dei bisogni e dei valori che stimolano; dall’altra si intende avviare l’analisi dei possibili usi corretti dei mezzi di comunicazione, partendo dal presupposto che, come ogni strumento, non essendo né buoni né cattivi, possono diventare una risorsa per chi insegna e chi apprende.

1 E suonata la campanella!

I segnali extraverbali

Per focalizzare l’attenzione dei ragazzi nel mondo dei messaggi extraverbali, analizzare insieme messaggi di diverso tipo riferiti al periodo delle vacanze.

In campeggio

Michele ha trascorso delle vacanze meravigliose in un campeggio al mare, in compagnia dei suoi amici.

Osserva e rispondi:

^ Quali regole indica il cartello all’entrata del parcheggio?

^ I bambini hanno seguito attentamente le istruzioni per montare la tenda?

^ Quali messaggi comunicano le insegne e le frecce?

E suonata la campanella!

In spiaggia

Michele si rilassa e si diverte sulla spiaggia con gli amici. Gli animatori inventano sempre nuovi giochi per stare in allegria.

Per questo gioco

occorrono 5 bambini.

^ Chi sta parlando nell’immagine?

^ Ci sono messaggi sonori? Chi li produce?

^ Quale messaggio suggerisce la bandiera rossa?

1 E suonata la campanella!

In viaggio

Bea ha trascorso le sue vacanze a Londra, in Inghilterra, per conoscere la città e imparare la lingua inglese.

Eccola in aereo, durante il viaggio di andata.

^ Quali messaggi verbali arrivano a Bea?

^ Ci sono anche dei messaggi non verbali? Chi li produce?

^ Come regalo per il suo compleanno, Bea viene fatta entrare straordinariamente nella cabina di pilotaggio. Che cosa vede?

A Londra

pagine con il tuo ascolta l’audiolettura. per accedere ai digitali.

BOX DA INSERIRE NELL’INDICE

Spesso, nel pomeriggio, gli insegnanti accompagnano i bambini a visitare Londra. Vediamo come se la cava Bea!

per esigenze di spazio si può ridurre il tutto e togliere il fondino

pagine con il tuo dispositivo e ascolta l’audiolettura. per accedere ai contenuti digitali.

^ Quali segnali stradali conosci?

^ Quali messaggi comunicano?

^ Quale codice usa chi parla? Tu lo conosci? Perché?

^ Che cosa indicano le insegne?

Please... Where do I buy the bus tickets?

1 E suonata la campanella!

A questo punto, ciascun gruppo sarà in grado di analizzare i messaggi extraverbali che caratterizzano le esperienze e i luoghi di vacanza descritti dai bambini; li tabulerà su un foglio e li classificherà in base:

E suonata la campanella!

In montagna

SEGNALI EXTRAVERBALI

visivi:

uditivi:

olfattivi:

mimici:

prossemici:

gestuali:

abbigliamento:

• cartelli stradali

• segnalazioni di sentieri e di rifugi

• cartelli pubblicitari (rispetto di flora, fauna…)

• fischio del vento

• colori

• forma

• grandezza degli elementi (rocce, sassi, alberi, cespugli, prati, fiori…)…

• campanacci degli animali al pascolo

• silenzio

• versi degli animali (marmotte, camosci, uccelli…)…

• odore dell’erba tagliata

• odore del sottobosco bagnato

• profumo delle erbe aromatiche selvatiche…

• viso contratto per la fatica di una scalata

• sorriso di chi arriva in vetta

• risata con gli amici…

• persone che in cerchio mangiano in una radura

• bambini che si tengono per mano tra di loro o con i genitori o attaccati a una corda

• persone ammassate in un rifugio…

• mani che salutano, che indicano, che richiamano

• abbracci…

• scarponi

• calzettoni di lana

• tuta da sci

• zaino

• cappello

• paraorecchi…

Anche gli altri gruppi completeranno una tabella simile, ricercando i segnali extraverbali propri degli ambienti loro assegnati: casa, mare, campeggio…

Durante l’attività di classificazione, sollecitare la discussione verso la formulazione di ipotesi e l’espressione di pareri personali sulle informazioni trasmesse dai segnali extraverbali analizzati. A questo punto, ciascun gruppo si organizzerà autonomamente per produrre un testo scritto di tipo narrativo-descrittivo, utilizzando i segnali extraverbali individuati collettivamente.

suonata la campanella!

Incontri curiosi

Immancabilmente ogni estate andiamo in vacanza a Sambuco, in valle Stura, in Piemonte, nella casetta che nonno Bartolo ha comprato alcuni anni fa, quando è andato in pensione.

All’inizio di agosto, arriva la sua telefonata alla mamma: – Federica, qui stanno raccogliendo molti funghi, se non ti sbrighi troverai solo… foglie!

E la mamma, che è una cercatrice provetta, carica la macchina e ci porta via dalla città.

Quando arriviamo a Cuneo, è una bella giornata, vediamo tutta la catena delle Alpi, con le cime rocciose ancora innevate.

Man mano che saliamo, lungo la valle, il paesaggio cambia: grandi prati dove pascolano le mucche e le pecore, cartelli che indicano i rifugi, il pericolo di valanghe, il divieto di accendere fuochi e l’obbligo di rispettare gli animali.

La casa del nonno è l’ultima del paese.

Subito dietro inizia il grande bosco di abeti e a destra c’è il campo di nonna Eugenia dove vivono felici le sue cinque caprette.

Appena scendo dall’auto, tiro su con il naso per gustarmi il profumo dell’erba tagliata e del sottobosco bagnato.

La nonna prima ci saluta con la mano, poi corre ad abbracciarmi, richiamando il nonno con ampi gesti.

– Ho appena raccolto il timo – ci dice –non sentite il profumo?

In un attimo arriva, correndo buffamente, anche il nonno.

È proprio felice di vederci e non lo nasconde!!

– Domani si fa la prima passeggiata – ci dice.

– Arriveremo in cima al monte Bersaglio! –La notte mi giro e mi rigiro nel letto.

All’alba il galletto canta e noi, in un attimo, siamo pronti: calzettoni di lana, scarponi, giacca a vento, cappellino per il sole e zaini pieni di panini, acqua, frutta, cioccolato e marmellatine!! Si propone un esempio:

Non avrete mica paura di morire di fame!!? – ci prende in giro nonna Eugenia. – Non dimenticate i bastoni! – ricorda il nonno.

Iniziamo a salire… uno dietro l’altro, lungo il sentiero tra gli alberi.

A un certo punto la vegetazione dirada, compaiono le prime rocce, i cespugli e i tipici fiori alpini: campanelle, rododendri, genziane… Intorno tutto è silenzio. Si sentono solo il fischio del vento e, in lontananza, i campanacci delle mucche e i latrati dei cani pastore.

– Ascolta Franci! – mi dice il nonno. – Questo è il verso dei camosci in amore! Io cerco di fare attenzione, ma non sento proprio nulla. Siamo quasi in cima e ci fermiamo per mangiare, perché mia sorella Andreina fa i capricci e mugugna che ha fame. Ci sediamo su grandi massi, lungo le sponde di un torrentello e apriamo gli zaini con il loro carico di cibarie.

Davanti a noi scorgiamo tre alpinisti che stanno scalando una parete rocciosa.

I primi due si tengono uniti con delle corde colorate, il secondo sta aiutando l’ultimo tirandolo su con una mano.

Mentre stiamo osservando la loro impresa, due ombre grigie sgattaiolano sotto i cespugli e subito scompaiono. Improvvisamente balzano in avanti e, come palle scure, guizzano verso il ruscello.

Sono due animaletti pelosi, grandi come cani di media taglia. Dopo essersi guardati attorno con attenzione si avvicinano all’acqua. Sono volpi rossicce, dal pelo lucido e folto.

I due animaletti bevono, alzano i loro musetti, rizzano le orecchie e fiutano l’aria. Poi, all’improvviso, si allontanano a grandi balzi.

– Forse ci hanno visti e si sono spaventate! – dice il nonno.

– Stasera lo racconteremo alla mamma! Volete scommettere che non crederà al nostro incontro?

Sottolineare poi, con colori diversi, le espressioni che si riferiscono ai segnali extraverbali e verificare se sono stati tutti descritti.

Un disegno di parole

Organizzare ora i bambini a coppie.

Ciascuna coppia dovrà fotografare “a parole” un luogo speciale delle sue vacanze, descrivendolo con particolari chiari e precisi.

Concluso il lavoro scritto, le coppie dovranno scambiarsi il testo e disegnare sulla base della descrizione. Quindi chiedere a ciascuna coppia:

^ Il disegno corrisponde alla realtà?

^ I dati forniti sono stati sufficienti?

^ Si riesce a rivivere/percepire l’atmosfera realmente vissuta?

In questo modo saranno gli alunni stessi a verificare e a rendersi conto della competenza e dell’efficacia del loro lavoro scritto.

Scegliere poi uno o due lavori che si ritengono più adatti e procedere, insieme agli alunni, a una correzione da eseguire collettivamente alla lavagna, con il contributo e la riflessione di tutti.

Parole per raccontare

Invitare gli alunni a produrre un racconto di esperienza ambientato nel luogo descritto nel lavoro a coppie.

Ricordare ai bambini che, quando si narra un’esperienza personale, si scrive in prima persona e che è importante mettere in ordine i fatti accaduti, arricchirli con commenti e riflessioni personali, esprimere anche sentimenti ed emozioni.

Fornire a ciascuno una breve traccia:

TITOLO Che avventura quel giorno!

INIZIO Dove mi trovavo? Quando? Con chi?

SVOLGIMENTO

Che cosa è accaduto? Che cosa ho fatto? Che cosa hanno fatto gli eventuali altri personaggi?

CONCLUSIONE Come si conclude la vicenda?

Al termine del lavoro sollecitare i ragazzi a rileggere il testo prodotto per controllare che:

le azioni abbiano una logica; i verbi siano adeguati ai tempi del racconto; la punteggiatura sia corretta; si sia fatto un buon uso di aggettivi e avverbi; non ci siano errori di ortografia; il testo sia strutturato correttamente in capoversi (gli “a capo” quando si cambia prospettiva o punto di vista o azione).

LE VACANZE NEI TESTI

Proporre ora l’analisi di un brano d’autore che contenga parti descrittive e parti narrative. A tale proposito ben si presta il testo autobiografico estratto dal libro “Vestivamo alla marinara” di Susanna Agnelli.

D’estate andavamo a Forte dei Marmi, la casa aveva un giardino; sul davanti c’era una pineta che finiva sulla spiaggia; al centro della pineta un viale con la ghiaia. Si apriva il cancello di legno verde e là, davanti alle piatte dune di sabbia coperte dal prunaio grigio e azzurro, era il mare. Un mare dolce, tranquillo, argenteo, con onde calme striate di schiume bianche che si disperdevano, morendo sulla spiaggia chiara e morbida. Sulla frangia dell’acqua correvano piccoli granchi.

Vicino alla riva un pescatore setacciava la sabbia, trainando uno strumento formato da tre pali di legno e una rete. Sul fondo rimanevano piccole arselle dal guscio multicolore che il pescatore versava in un sacco tenuto a tracolla.

Le arselle gettate nell’acqua bollente, poi aperte e pulite, diventavano la miglior salsa per gli spaghetti. In cucina vedevano con disperazione l’arrivo dell’arsellaro, che significava ore di lavoro per preparare una tazza di sugo.

S. Agnelli, Vestiamo alla marinara, Mondadori.

Dopo aver letto il brano far notare agli alunni che l’autrice non esordisce con un fatto, un avvenimento, ma con la descrizione del luogo dove solitamente trascorreva le vacanze.

Sollecitare i ragazzi a colorare la sezione descrittiva con un colore.

Se è possibile proiettare contemporaneamente il brano sulla LIM, in modo tale da rendere visibile e interattiva ogni operazione di analisi e di riflessione.

Far osservare che, dopo la parte descrittiva, si trova la sezione narrativa: l’autrice parla della raccolta, della pulizia e della cottura delle arselle (mostrare agli alunni le immagini di questi molluschi).

Usare un altro colore per evidenziare le sezioni più strettamente narrative del testo.

Analizzare ora le due sezioni.

Nella prima parte (descrizione) l’autrice parla del paesaggio all’esterno della propria casa utilizzando gli indicatori spaziali.

Individuarli insieme e chiedere agli alunni di sottolinearli. Osservare che gli indicatori spaziali utilizzati nella descrizione servono a collocare geograficamente gli elementi (casa, giardino, pineta, viale, cancello, dune, prunai, spiaggia, mare) e a legare le frasi le une alle altre.

1 E suonata la campanella!

Evidenziare e trascrivere le frasi relative:

• Casa con accanto:

• Sul davanti:

• Al centro della pineta:

• Davanti alle dune:

• Sulla frangia dell’acqua:

• Vicino alla riva:

Analizzare ora la sezione narrativa del testo chiedendo agli alunni di enucleare e di ordinare i momenti chiave della raccolta e della lavorazione delle arselle. Inserire le informazioni in una struttura logico-temporale.

raccolta delle arselle

sistemazione delle arselle in un sacco

trasporto in cucina

bollitura

apertura e pulizia delle arselle

preparazione della salsa

BOX DA INSERIRE NELL’INDICE

Inserire le informazioni evidenziate in uno schema ad albero per la parte descrittiva, logico-temporale per la parte narrativa.

Inquadra le pagine con il tuo dispositivo e ascolta l’audiolettura. Cerca le icone per accedere ai contenuti digitali.

per esigenze di spazio si può ridurre il tutto e togliere il fondino

Casa con...

Inquadra le pagine con il tuo dispositivo e ascolta l’audiolettura. Cerca le icone per accedere ai contenuti digitali. PIÙ FACILE STUDENTE DOCENTE PIÙ FACILE STUDENTE DOCENTE

DOVE

DESCRIZIONE

Estate a Forte dei Marmi

CHE COSA

NARRAZIONE

Utilizzare poi gli schemi completati per riesporre oralmente, con ordine, il contenuto del testo.

1 E suonata la campanella!

I DIVERSI TIPI DI TESTO

Sottoporre all’attenzione dei ragazzi diversi tipi di testo che si “ispirano” alle vacanze.

Dopo un’attenta analisi di ciascun brano, i bambini dovranno ricercare i dati e le espressioni che li porteranno poi a riconoscere di quale tipologia testuale si tratta.

Se i brani verranno dettati, l’insegnante potrà altresì verificare la capacità di ciascun alunno di scrivere correttamente e senza errori.

Testo NARRATIVO REALISTICO

TESTO n. 1 audiolettura

Sul campo da gioco costruito sulla spiaggia, palleggiava a due mani, passava la palla a quelli dell’altra squadra e, cosa peggiore di tutte, diceva “grazie” ogni volta che riceveva un passaggio.

Non tirava mai a canestro… sarebbe stato troppo rischioso! Verso la fine della partita, quando ormai la sua squadra stava perdendo 28 a 6, tutti lo incoraggiarono a fare almeno un tiro. Bradley si guardava intorno cercando disperatamente qualcuno a cui passarla. Jeff era da escludere, visto che si era seduto. – Forza, Bradley, tira! – gli gridò. Allora tutti andarono a sedersi, anche gli avversari. Bradley si sistemò di fronte al canestro. Prese la mira, concentratissimo, e lanciò la palla. La palla colpì il cerchio, rimbalzò contro il tabellone e si infilò nella rete. Bradley non riusciva a credere di aver fatto canestro…

L. Sachar, C’è un maschio nel bagno delle femmine, Piemme Junior

Testo NARRATIVO: CRONACA GIORNALISTICA

TESTO n. 2 audiolettura

Brutta avventura per una gattina “scappata” di casa a Gubbio. L’animaletto ha rischiato di morire. Per ripararsi dal temporale estivo, si era infilata sotto il cofano di una Renault parcheggiata in piazza Bosone.

Quando l’auto è stata messa in moto, la micia è rimasta incastrata nel vano motore e ha avuto una zampina e la coda schiacciate.

È stata salvata dai vigili del fuoco.

Se la caverà con le cure amorevoli della sua padroncina.

da Corriere dell’Umbria

Testo NARRATIVO: LETTERA PERSONALE

TESTO n. 3

audiolettura

Cervia, 7 agosto 2019

Cara Giorgia, non so proprio da che parte cominciare, forse dal fatto che mi manchi proprio tanto. Qui, in colonia, sono tutti molto antipatici. Le animatrici sembrano comandanti dell’esercito e noi… tanti soldati che devono solo ubbidire! Anche i bambini che ho conosciuto non sono un granché, non riesco a legare con nessuno. E non ti dico della qualità del cibo: tutto sa di plastica amara.

Non vedo l’ora di tornare a casa e riabbracciarti!

Devo scappare; la signorina mi sta chiamando!

T.V.B.

Lucia

Testo NARRATIVO: LETTERA UFFICIALE

TESTO n. 4

audiolettura

Gubbio, 15 aprile 2019

Egregio signor Sindaco, siamo gli alunni della Scuola Primaria di S. Martino e vorremmo raccogliere l’invito che ci ha fatto lo scorso anno quando è venuto a trovarci a scuola, e, cioè, compiere una visita agli uffici comunali per scoprire come funziona l’Amministrazione. Le saremmo grati se ci potesse ricevere di persona. In attesa di una risposta, si porgono distinti saluti.

Gli alunni della classe V della Scuola Primaria

S. Martino

1 E suonata la campanella!

Testo NARRATIVO: DIARIO PERSONALE

TESTO n. 5 audiolettura

Cervia, 7 agosto 2019 Caro diario, scusami se in questi giorni ti ho trascurato, ma la vita per me è diventata difficile! Come sai bene, sono a Cervia, in una colonia-prigione, piena di “guardie armate” che ti controllano di giorno e di notte.

La mia signorina è una strega: è brutta, antipatica, cattiva e… (parolaccia). A cena sempre minestra di verdure, che schifo!!!

I miei compagni d’avventura sono bruttini… (parolaccia) non ne sopporto uno!

Diarietto mio, ci sei solo tu a farmi compagnia! Devo scappare, il generale mi chiama!

Stammi vicino e aiutami a resistere!

Lucia

Testo POETICO

TESTO n. 6 audiolettura ATTIMO

Cantan stormi di uccelli, il bosco ne risuona: scappa al fiume un bambino di contadini, sporco. Splende caldo anche il sole, e l’aria s’arroventa: neanche un’esile nube si può vedere in cielo. Il bambino si scalda, si stende sulla riva, sulla rena si rotola.

Scaglia un sasso ben piatto che rimbalza sul fiume, e se ne va fischiando.

A. Jorsef in M. Lodi, La natura nelle poesie di adulti e bambini, Editrice Piccoli

Testo DESCRITTIVO

TESTO n. 7 audiolettura

Il PRIGIONIERO

DI AZKABAN

Harry salì per primo… Spuntò nell’aula più strana che avesse mai visto.

Ospitava almeno venti tavolini rotondi, tutti circondati da morbide poltroncine foderate e da piccoli sgabelli. Il tutto era illuminato da una bassa luce scarlatta; le tende alle finestre erano tirate e le numerose lampade erano drappeggiate con sciarpe rosso scuro. C’era un caldo soffocante e il fuoco che ardeva nel camino emanava un profumo intenso, quasi malsano.

Gli scaffali che correvano tutto attorno ai muri circolari erano stipati di piume dall’aria polverosa, scatole di vecchie carte da gioco, innumerevoli sfere di cristallo argentate e una gran varietà di tazze da tè…

Testo REGOLATIVO

TESTO n. 8 audiolettura

GIOCHI D’ESTATE

Materiale occorrente: 12 palloncini gonfiabili, spago, corda.

N. giocatori: 5 o 6 coppie di bambini. Gioco: tendi una corda fra due alberi, appena sopra la tua testa, e lega uno spago a terra, parallelo a questa. Appendi i palloncini pieni d’acqua alla corda.

Lega il tuo polso destro a quello sinistro di un altro giocatore. Prendete posto sulla linea di partenza, ognuno da una parte della corda. Il capogioco fa ondeggiare i palloncini. Al via corri, restando dalla tua parte, senza oltrepassare lo spago teso a terra ed evitando di sbattere la testa contro i palloncini appesi. Se tocchi un palloncino o metti un piede oltre lo spago, segni un punto. Non è facile, soprattutto perché il tuo compagno ti tira verso di sé… Chi totalizza il maggior numero di punti… ha perso!

P. Pierrey, 100 giochi con l‘acqua, Mondadori

J.K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani

Testo DESCRITTIVO SCIENTIFICO

TESTO n. 9 audiolettura

I FUNGHI

I funghi hanno una struttura simile a quella delle piante, anche se non possiedono la clorofilla.

Come gli animali, sono esseri eterotrofi, cioè non sono in grado di produrre il nutrimento da sé. Per alimentarsi si attaccano alle piante e agli animali.

Come le piante semplici, si riproducono attraverso le spore, contenute nelle lamelle poste sotto il cappello.

Testo INFORMATIVO

TESTO n. 10 audiolettura

ACQUA

La quantità di acqua che quotidianamente noi italiani utilizziamo per uso domestico personale serve a soddisfare i fabbisogni di un’intera famiglia africana di quattro persone. Inoltre, nei Paesi industrializzati basta spesso aprire un rubinetto per avere buona acqua, mentre, per esempio in Africa, è necessario percorrere alcuni chilometri prima di raggiungere una fonte d’acqua non contaminata.

Obiettivo acqua, Agenda Regione Piemonte 2003/2004

Concludere il percorso sull’individuazione delle diverse tipologie testuali, proponendo un’attività di gioco-apprendimento sull’intervista, forma particolare di giornalismo che trova impiego diffuso e diversificato.

L’INTERVISTA

Prima di “farsi giornalisti”, sollecitare gli alunni a cercare interviste nei giornali che hanno a casa e a portarle a scuola.

Assistere quindi alla videoregistrazione di un’intervista televisiva a un personaggio che gli alunni conoscono o su un argomento per loro interessante. Dalla lettura e dalla visione delle interviste, si arriverà alle prime considerazioni: l’intervista è una conversazione che si svolge tra un giornalista (intervistatore) e una persona famosa o un esperto (intervistato); il giornalista pone domande all’intervistato per farlo parlare di argomenti che interessano i lettori o i telespettatori.

suonata la campanella!

Analizzando interviste di tipo diverso, si potrà operare una prima classificazione tra interviste che:

fanno parlare di sé un personaggio famoso (un cantante, un calciatore…) perché la gente è curiosa di sapere che cosa fa, come vive, che cosa gli piace…;

fanno parlare una persona importante per il ruolo che riveste, per far conoscere che cosa pensa e intende fare rispetto a problemi e situazioni importanti (presidente della Repubblica, del Consiglio, ministri, presidenti di enti e associazioni, segretari di partito, sindaci…);

fanno parlare persone esperte di argomenti che conoscono bene, in modo che la gente possa apprendere cose nuove (scienziati, ricercatori, esperti in diversi settori, giornalisti che hanno fatto particolari esperienze all’estero…).

Scoprire quindi le caratteristiche grafiche dell’intervista scritta (il nome dell’intervistato e dell’intervistatore sono ben distinti e le domande sono scritte con un carattere diverso dalle risposte) o dall’intervista in video (la telecamera inquadra di volta in volta chi parla, ma dà rilevanza particolare soprattutto all’intervistato).

Dividere la classe in 3 o 4 gruppi, ciascuno dei quali dovrà organizzare un’intervista. Nella scelta dell’argomento e del personaggio, ogni gruppo dovrà confrontarsi:

su chi intervista;

su che cosa o per che cosa;

su che cosa può interessare maggiormente i lettori o i telespettatori di ciò che il personaggio scelto dirà.

Argomenti oggetto di interviste potrebbero essere:

le vacanze con il camper, quindi interviste ai compagni che durante l’estate hanno fatto questo tipo di esperienza, per conoscere aspetti piacevoli e disagi, esperienze e amicizie, consigli per chi volesse fare le stesse vacanze; la squadra di calcio del paese in cui si vive, quindi interviste all’allenatore e ad alcuni giocatori, per conoscere la situazione in campionato, i problemi, le speranze per il futuro, le modalità e i tempi degli allenamenti settimanali, le informazioni sui giocatori…

Durante la preparazione dell’intervista, gli alunni dovranno discutere insieme e prendere decisioni comuni in merito a molti aspetti:

dove si svolgerà l’intervista; come chiedere l’intervista e quali spiegazioni dare all’intervistato; decidere se la persona in questione dovrà prepararsi prima sull’argomento o rispondere al momento; preparare le domande precise, una di seguito all’altra, senza attuare modifiche o predisporre una mappa di punti essenziali sui quali basare la conversazione adeguando le domande man mano che si sviluppano le risposte;

che cosa si intende fare dell’intervista: trascrizione, registrazione audio e video, sintesi scritta…

Dopo la stesura definitiva, si invitano i ragazzi a riflettere sulle dinamiche scaturite all’interno del gruppo, durante le fasi in cui si doveva arrivare a una decisione comune condivisa.

Proporre, se necessario, delle domande stimolo del tipo:

^ Abbiamo preventivamente organizzato la discussione (come procedere, chi coordina, chi prende appunti…)?

^ Abbiamo utilizzato una disposizione spaziale idonea per poter comunicare?

^ Ho potuto esprimere tutte le mie idee? Se no, perché (qualcuno ha parlato troppo e non mi ha lasciato spazio; il gruppo aveva delle idee diverse dalle mie e io non sono riuscito a portarle avanti…)?

^ Sono stato ascoltato (cioè gli altri, quando io parlavo, tacevano e mi rivolgevano attenzioni, oppure ci si parlava sopra l’un l’altro)?

^ Sono stato compreso (cioè avevo la sensazione che gli altri si sforzassero di capire e di entrare nelle mie idee)?

^ Chi ha avuto più “peso” nella discussione? Perché?

^ Tutti nel gruppo si sono espressi? In caso negativo, il gruppo si è preoccupato di ciò, oppure no?

^ Ho l’impressione che qualcuno abbia ascoltato con maggior interesse le mie idee? Chi? Perché, secondo me?

Per concludere questa fase del lavoro sull’intervista, che ha offerto ai ragazzi anche l’opportunità di riflettere sui cambiamenti avvenuti nel tempo, circa il loro modo di rapportarsi con gli altri in situazioni di piccolo gruppo, proporre interviste fantastiche o immaginarie, che, sollecitando l’iniziativa, saranno anche utili per meglio cogliere l’importanza che ha il punto di vista dell’intervistato sull’argomento e il rapporto tra ciò che l’intervistatore sa e quello che vuol far dire all’intervistato.

Utile allo scopo è l’intervista inventata dallo scrittore Primo Levi che si riporta in brevi stralci.

Il gabbiano di Chivasso

(…) Signor Gabbiano reale, mi pare di averla incontrata altre volte, ma in un ambiente diverso; librato sopra la risacca, non ricordo più se alle Cinque Terre o sulla Caprazoppa. Però ricordo una sua fantastica planata, alla deriva del vento, e poi una picchiata improvvisa; giù e subito su con un pesce nel becco. Ho seguito tutto con il binocolo: ho rimpianto di non avere una cinepresa.

Ricorda giusto, era una triglia, per i miei piccoli. L’avevo vista dall’alto, e mi sono tuffato due metri sott’acqua per acchiapparla. È stato un bel colpo, lo ricordo anch’io. Eh, erano altri tempi, ma già allora le triglie si facevano rare. Insieme con mia moglie, ci eravamo fatti un nido inaccessibile, anzi invisibile, proprio a picco sul mare. Si viveva sicuri: ogni sortita era un pesce, a volte così grosso che facevo fatica a riportarlo al nido, o addirittura a ingollarlo. Era un mestiere degno, nobile, per gente dalle buone ali e dall’occhio acuto. Non c’era mareggiata che mi facesse

paura, anzi, più c’era tempesta e più mi sentivo padrone del cielo. Ho volato in mezzo ai fulmini, quando perfino i vostri elicotteri restavano a terra, e mi sentivo felice: “realizzato”, come dite voi.

Appunto: era un ambiente adatto per un volatore come lei. Ma che cosa l’ha indotto a venire a stabilirsi a Chivasso?

C’è un mio lontano parente che viveva a Chioggia, e non se la cavava neanche tanto male; ma poi l’acqua si è fatta schiumosa, puzzava di nafta, e il pesce ha cominciato a scarseggiare. Lui e sua moglie allora hanno risalito il Po, tappa per tappa, appunto fino a Chivasso. A mano a mano che risalivano, l’acqua era meno inquinata. Bene, anni fa è venuto laggiù in Liguria a raccontarmi che a Chivasso c’è la Lancia, e che assumono tanta gente.

Su questo non ci piove. Ma non mi vorrà dire che assumono anche gabbiani? O che sono così generosi da rifornirli?

Lei tocca un tasto doloroso. Si capisce che la Lancia non fabbrica pesci, anzi, ne fa morire una buona dose; ma fabbrica rifiuti. Assume gente che di rifiuti ne fabbrica una quantità incredibile, tre o quattrocento quintali all’anno. E ha una mensa aziendale, fabbrica discariche, e nelle discariche arrivano… sì, arrivano i topi. Ecco, me lo ha fatto dire.

Vuol dire che da pescatore lei si è trasformato in un cacciatore di topi? (…) Ho visto due suoi colleghi nidificare allo sbocco di una cloaca. Altri ancora, e tanti, bazzicano dalle parti dello zoo di Torino e rubano i pesci alle foche e all’orso bianco.

1 E suonata la campanella!

Lo so. È una vergogna, ma ci sono andato anch’io. Di pesce abbiamo bisogno, se no le nostre uova vengono con il guscio debole, tanto trasparente che si vede dentro il pulcino, e a covarle si rompono. E di pesce, nel Po, se ne vede poco. (…)

Tuttavia, a parte le questioni di prestigio, immagino che un bel ratto, di quelli appunto che frequentano le discariche, non sia una preda da disprezzare.

E lei crede che sia facile acchiappare un ratto? (…) Prima di tutto escono solo di notte, e noi di notte non ci vediamo bene. Poi, mettono uno di loro di sentinella, e se uno di noi incrocia sulla discarica la sentinella dà l’allarme e tutti si rintanano.

E, infine, fanno paura ai gatti, ma fanno paura anche a noi, quelle poche volte che ci riesce di affrontarne uno di sorpresa e in campo aperto. Hanno certi denti, e riflessi così pronti, che parecchi di noi ci hanno rimesso le penne, e non solo quelle.

Così non vi restano che i rifiuti?

Lei vuole mettere proprio sale sulla piaga. Rifiuti, sì. È poco dignitoso, ma redditizio. (…)

Signore, lei mi pare troppo pessimista. Come in Inghilterra hanno risanato il Tamigi, così risaneranno i nostri fiumi, e allora anche il mare tornerà a essere com’era. (…)

La prego, non dimentichi il mare.

L’intervista può essere analizzata nel modo seguente:

adatt. da P. Levi, Il Gabbiano di Chivasso

individuare il personaggio intervistato, l’argomento, lo scopo, la situazione, i punti di vista, le considerazioni del giornalista; cercare nel testo le informazioni relative alla vita degli animali e ai problemi che incontrano;

RIPOSARE MA… OCCHI APERTI! • 1

Come si scrive?

1- Indica con una X la parola scritta correttamente.

scienza moscierino ascensore conoscienza scenza moscerino asciensore conoscenza

tagliacarte tovaia tagliere cavolaglia taiacarte tovaglia taiere cavolaia

goccie valigie bucce provincie gocce valige buccie province

sindaci archeologhi asparagi medichi sindachi archeologi asparaghi medici

2- Indica con una X se la parola è scritta in modo corretto o in modo errato e in tal caso scrivi la forma corretta.

E suonata la campanella! SCHEDA

Corretto Errato Forma corretta

aquilone incquinato X inquinato tacquino acquisto socquadro innoquo acquedotto perquotere circuito scuisito acquatico disciesa rusciello subaqueo licuore

E suonata la campanella!

RIPOSARE MA… OCCHI APERTI! • 2

1- Osserva le divisioni in sillabe e indica con una X quella corretta.

chi | tar | ra chit | ar | ra

ac | qui | tri | no a | cqui | tri | no

om | bre | llo | ni om | brel | lo | ni

as | tu | zia a | stu | zia

gui | nza | glio guin | za | glio

ac | qua | sa | ntie | ra ac | qua | san | tie | ra

bom | bo | lo | ni bo | mbo | lo | ni

bic | chie | re bic | chi | e | re

au | to | bio | gra | fi | a auto | bio | gra | fia

ac | que | rel | li a | cque | re | lli

as | ce | nso | re a | scen | so | re

diz | io | na | rio di | zio | na | rio

2- Risolvi il cruciverba sillabico.

1) Ripara dal sole in spiaggia

2) Va a cavallo e ha l’armatura

3) Si usa per travasare i liquidi

4) Si usa per aprire e chiudere la porta

5) Ci si cerca il significato delle parole

6) Le piante le usano per respirare

7) Fischiando fa partire il treno alla stazione

8) È il cibo adorato dai topi

9) È di vetro e vi nuotano i pesci

10) Fuma… sopra i tetti

11) Possono essere da sole o da vista

Nome e Cognome

E

3- Risolvi il cruciverba, poi leggi la parola nella colonna azzurra e scopri dov’è andata in vacanza Maria.

1) Grosso sasso

2) Accompagna il nome

3) Si getta quando ci si arrende

4) È racchiusa nel riccio

5) In aula c’è anche quella elettronica

6) Tesse la ragnatela

7) Li dà il pugile

8) È la femmina del cane

• Che cosa hanno in comune queste parole?

Il suono

4- Il bagnino ha trovato un messaggio in una bottiglia. Riscrivi il messaggio ricomponendo le parole e circonda i termini che contengono il digramma GL.

So-no il pa-gliac-cio Gu-gliel-mo, fi-glio di Giu-lio il gla-dia-to-re, che un gior-no è sta-to ra-pi-to die-tro a un ce-spu-glio e por-ta-to a vive-re su u-no sco-glio.

In-dos-sa-va u-na ma-gliet-ta ros-sa e pan-ta-lo-ni a qua-dri che sem-bra-no una to-va-glia.

A-iu-ta-mi a tro-var-lo!

Rispettare le regole ortografiche

Per valutare la conoscenza delle regole ortografiche, la capacità di scrivere correttamente e seguire il ritmo della dettatura e poter quindi intervenire in modo mirato, proporre la dettatura di un brano, non rivolto a specifiche difficoltà ortografiche, ma utile per fornire all’insegnante un quadro generale della strumentalità raggiunta dalla classe rispetto allo “scrivere corretto”.

Nella prima aula a sinistra delle scuole comunali sembrava che quella mattina fosse nato un boschetto.

Tutti i ragazzi erano entrati tenendo alto il ramo dell’albero che la maestra fece posare sul banco, ognuno al suo posto. Non che quei quarantacinque ragazzi avessero portato quarantacinque specie diverse, perché più d’uno erano i rami di abete, di faggio e di pioppo; ma c’erano pure ramoscelli di olmo, di tiglio, di larice, di acero, di betulla, di sorbo con le belle bacche rosse, di ginepro con le bacche azzurre, di melo selvatico con i piccoli pomi verdi e rossi, di ciliegio. Due ragazzi del centro avevano persino portato rami di tuia e pino argentato che erano andati a raccogliere nel Parco della Rimembranza.

Forse nemmeno la maestra sarebbe stata capace di spiegare tutti quegli alberi.

Dopo le preghiere del mattino e la canzone degli alpini, l’esperto botanico suddivise i rami in gimnosperme e angiosperme. Ogni scolaro seguiva con interesse la lezione.

L’insegnante sottolineerà gli errori presenti in ogni elaborato e inviterà i ragazzi stessi a riscrivere le parole in forma corretta.

Consegnare a ogni alunno una scheda di autovalutazione che permetterà a ognuno di rendersi conto dei propri errori, delle proprie insicurezze. Tale scheda, se usata periodicamente, sarà utile per rilevare i progressi compiuti e le competenze acquisite.

Mario Rigoni Stern, Le stagioni di Giacomo, Einaudi.

Nome Classe

Testo dettato

Tipo di errore

Numero di errori accenti apostrofi doppie

uso dell’h

scambio di lettere: p/b f/v t/d c/g

omissioni di - lettere - sillabe - parole aggiunta di - lettere - sillabe - parole inversione di - lettere - sillabe

fusione di parole

suoni complessi: gn sci-sce gli

ci-ce/chi-che

gi-ge/ghi-ghe

Per l’analisi degli errori predisporre una tabella a doppia entrata che potrà dar conto della situazione di ogni ragazzo e di tutta la classe. La classificazione che si propone è fondata sui seguenti criteri:

Errori fonologici:

non si è rispettato il rapporto fonema-grafema:

• scambio di grafemi

• omissione e aggiunta di lettere o sillabe

• inversioni

• grafema inesatto

Errori non fonologici: di rappresentazione visiva della parola:

• separazione sbagliata di parole

• fusione di parole

• scambio di grafemi omofoni

• omissione o aggiunta della lettera “h”

Altri errori:

• omissione o aggiunta di accenti

• omissione o aggiunta di doppie

Data Classe

Brano dettato

Numero parole Tempo di dettatura

Giovanna

Carlo

Si propongono altre situazioni che potranno aiutare l’insegnante a iniziare un percorso di recupero ortografico. Dettare un testo in cui sono presenti molte difficoltà ortografiche, come il seguente.

Una tempesta primaverile

Il furioso acquazzone era prossimo a estinguersi. Mezz’ora fa il cielo percorso da cupi nuvoloni s’era abbuiato e ora, in procinto ormai di scendere la sera, una luce pallida lo animava tutto.

Attraverso i vetri gettai l’occhio nel giardino: la tempesta l’aveva messo a soqquadro, molti fiori divelti giacevano qua e là, frammisti a rami strappati e spezzati.

– Povera me – gemette alle mie spalle la mamma, – avevo appena collocato nei vasi le nuove begonie ed ecco, il vento m’ha fracassato e divelto tutte le piantine, sarà un miracolo se qualcuna riuscirà a sopravvivere.

Una scia di pioggia rigava il vetro, come un rigagnolo; mi soffermai a osservarla con acuita attenzione.

Inclinai lo sguardo verso sinistra, curioso di constatare se Medero fosse rimasto impavidamente là fuori, a sfidare il fortunale. Ma non c’era ovviamente; essendo un cane saggio e prudente all’avvicinarsi della bufera s’era di sicuro ritirato bene al riparo dentro la sua confortevole cuccia.

LA FORMA CORRETTA

1- Riscrivi in colonna, in fondo al testo, le parole sottolineate e accanto a quelle che ritieni sbagliate scrivi la forma corretta.

Le lepri e le rane

Le lepri si riunirono un giorno e cominciarono a laniarsi della loro vita: “Gli uomini, i cani, le acquile” dicevano “sono la nostra rovina: senza parlare delle altre bestie feroci! È meglio finirla piuttosto che vivere sempre torturate dalla paura. Andiamo ad anegarci ”.

E si diressero al largo per affoggarsi. Le rane le udirono arrivare e si precipitarono spaventate nell’acqua.

Allora una delle lepri disse: “Fermatevi, figlie mie! Aspettate un poco ad anegarvi. Certo, la vita delle rane deve essere ancora peggiore della nostra, poiché esse hanno paura di tutto, per fino di noi!

Lev Tolstoj, I quattro libri di lettura, Longanesi

Gli animali in carcere

Per me entrare in uno zoo è come entrare in un’ carcere. Lo si guardi come si vuole, ma il giardino zologico è, prima di tutto, un carcere di animali; anzi, un ergastolo, perche i prigionieri sono condannati a vita. E non è detto che i prigionieri, per il fatto che sono animali, non soffrano dello stato in qui si trovano. Soffrono, invece, e moltissimo; e noi non c’e ne accorgiamo, solo perché non abbiamo l’abitudine di metterci nei loro panni. Gli unici luoghi dignitosi e istruttivi per tenere gli animali sono i parchi nazionali, dove essi vivono allo stato libero, protetti dal divieto di caccia, e dove i visitatori possono spesso avicinarsi e vederli come sono veramente.

Nome e Cognome Classe

È molto produttivo procedere alla correzione in modo collettivo:

riscrivere alla lavagna le parole in discussione, e accanto tutte le forme proposte dai ragazzi; attraverso la discussione delle risposte date e delle motivazioni portate, sarà possibile decidere la forma corretta di ogni parola, in modo consapevole e attivo, non meccanico e ripetitivo.

1 E suonata la campanella!

UNA PAROLA… TANTI SIGNIFICATI

Sentendo i racconti relativi alle vacanze, l’insegnante molto probabilmente noterà che gli alunni si esprimono ancora, sia oralmente che per iscritto, con un vocabolario limitato e utilizzano sempre gli stessi vocaboli.

Proporre, perciò, attività mirate all’arricchimento del lessico e all’approfondimento dei significati delle parole.

Lavorare, da questo momento, essenzialmente sui sinonimi e sugli omonimi

Pertanto è utile proporre attività di scoperta e di approfondimento dei significati delle parole.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.