Attento Gegè!

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Il libro è dotato di approfondimenti online su www.raffaellodigitale.it

E 7,00

Attento Gegè!

traduttrice e adattatrice di dialoghi di film e telefilm per bambini. Ha scritto vari libri di narrativa per ragazzi.

Valeria Conti

Valeria Conti lavora a Roma, dove svolge l’attività di

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ROSSA SERIE

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE,­GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).

Gegè è un topo simpatico e scansafatiche che conduce una vita spensierata e piena di amici. Un giorno però tutto cambia: il terribile boss Topardo Provolone gli affida un incarico rischioso e disonesto di cui Gegè farebbe volentieri a meno! Come farà a cavarsi d’impaccio senza incorrere nella tremenda vendetta di Topardo? Attraverso un incalzante susseguirsi di colpi di scena, aiutato dall’inseparabile amico Enzo, Gegè riuscirà ad assestare un duro colpo al Clan dei Topi di Fogna. Un racconto che affronta un tema di grande importanza e attualità in modo fresco e divertente.

ROSS E I R SE anni

A

Valeria Conti

dai 7

Attento Gegè! Un topolino alle prese con il Clan dei Topi di Fogna



Per volare con la fantasia

Collana di narrativa per ragazzi

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Editor: Paola Valente Coordinamento redazionale: Emanuele Ramini Team grafico: Letizia Favillo, Benedetta Boccadoro Copertina: Mauro Aquilanti Ufficio stampa: Salvatore Passaretta

1a Edizione 2016 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1 0

2023 2022 2021 2020 2019 2018 2017 2016

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Valeria Conti

Attento Gegè! Illustrazioni di

Stefano Zampollo



Premessa Sotto la città, nei cunicoli delle fogne, ci

sono strade e vicoli animati da negozi, bancarelle, supermercati ed edifici pubblici. Qui brulica la vita commerciale e amministrativa del Popolo dei Roditori. Abitazioni se ne vedono poche, perché chi può permetterselo preferisce vivere in superficie, in zone più luminose, in qualche confortevole cantina umida o in una soffitta polverosa e accogliente. Nelle fogne c’è una società organizzata in modo efficiente. Come in tutte le società civili, però, ci sono delle zone d’ombra. Accanto a topi di specchiata onestà, si muove un’ che controlla traffici sporchi. I metodi usati da tale organizzazione sono violenti e spietati. 5


Un giovane topo, un roditore senza macchia e senza paura, ha avuto il coraggio di sfidare il boss dell’organizzazione, mettendo a repentaglio la sua pelliccia. Questa è la sua storia.

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Vita spensierata Gegè si trascina stancamente tra i tavoli-

ni del bar, la sua lunga coda di topo sbatte contro i trespoli di metallo. In mano ha un vassoio con i bicchieri di sciroppo di formaggio, indossa una giacca bianca da cameriere, ad ogni passo si ferma a chiacchierare con gli amici e i clienti più assidui. Talpetti, il padrone del bar, lo guarda torvo dalla cassa fin quando, non potendone più, sbotta con il suo squittio da trombone: – Muoviti, Gegè! Cammini più lento di un bradipo! Gegè sbuffa da sotto i lunghi baffi. Non è bello, però i suoi occhi scuri sono molto dolci; è un po’ troppo mingherlino, ma la sua coda lunga e robusta è l’invidia del suo amico Enzo. Se fosse un po’ meno timido e 7


non cominciasse a balbettare ogni volta che rivolge la parola a una topolina, potrebbe fare strage di cuori. Così, invece, la sua vita amorosa è un disastro, ma lui si consola con gli amici, è un topo simpatico a tutti. Per la cronaca va detto che Gegè è fannullone: fosse per lui starebbe sempre a ciondolare nella cantina della vecchia chiesa dove abita insieme ad una ventina di giovani scapoli, tutti rigorosamente senza un soldo. Ciondolare, però, non vuol dire starsene con le mani in mano: Gegè organizza partite a carte e serate al cinema con gli amici, gira in lungo e in largo le fogne per far visita ai suoi numerosissimi conoscenti e, se qualcuno ha bisogno di aiuto, lui è sempre pronto ad allungare una zampa. Se poi viene invitato a cena, non si tira mai indietro. Per guadagnarsi la caciotta, Gegè fa il cameriere nel bar di Talpetti, talpa ricca ma tirchia, con i denti gialli e sporgenti e un alito che stenderebbe un leone. 8


Talpetti rimprovera il suo cameriere almeno cinquanta volte al giorno, ma non è cattivo: gli stanno a cuore gli affari del bar, tutto qui. Del resto non gli importa. Lui non ha amici e si domanda che gusto ci trovi Gegè a darsi tanto daffare per stare sempre in compagnia. L’orizzonte di Talpetti è ristretto, si ferma all’ultimo tavolino del suo bar. Il bar in questione ha la fortuna di trovarsi all’ingresso del braccio 8 della fogna, e, fortuna ancora più sfacciata, è quasi sempre asciutto grazie ad una rientranza del terreno. Perciò ci sono molti clienti che hanno la iattura di essere serviti da Gegè, distratto e lentissimo sul lavoro. Per fortuna il collega di Gegè è Enzo, vivace e sempre pieno di energie, che in un batter d’occhio si occupa dei clienti suoi e anche di quelli dell’altro. È un venerdì pomeriggio, verso le sei, il bar è affollato di clienti che bevono una bibita prima di tornare a casa. 9


– Ma quanto devo aspettare per avere un bicchiere di sciroppo di formaggio? – domanda seccato un topo dalla faccia a punta, un po’ acida. Gegè non lo degna neanche di uno sguardo e continua a servire con la stessa lentezza sonnacchiosa, fin quando qualcosa non lo scuote dal suo torpore.

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È una visione di paradiso, un’illuminazione, un fuoco artificiale di luci e colori! Tamara! È appena entrata nel bar la topolina del suo cuore, la più bella, la più dolce, la più simpatica, la più… vabbé abbiamo capito! 11


Gegè affibbia una gomitata a Enzo e ammicca verso Tamara. Enzo, che non ha gli occhi offuscati dall’amore, si accorge di un particolare non trascurabile: la topolina non è sola, l’accompagna uno dei soliti toponi palestrati, un muscoloso che con la coda potrebbe sollevare un’intera forma di parmigiano. – Guarda che con lei c’è un fustone. – Chi, quello? Figuriamoci! – ribatte Gegè, ma intanto squadra preoccupato l’amico di Tamara che ha due spalle tipo armadio. – Fustone o no, oggi non puoi parlarle – dice Enzo volando a consegnare tre frappé di stracchino. Tutti gli amici di Gegè sanno che, ormai da mesi, lui sta cercando il coraggio di rivolgere la parola a Tamara. Gegè immagina che dopo un dialogo brillante e spiritoso, lui dovrebbe chiedere alla topolina di uscire con lui, così, con naturalezza, come se gliene importasse poco o niente. Ma le cose, nella realtà, non vanno mai come le immaginiamo. Infatti, Gegè ha 12


già cercato di attaccare discorso molte volte, sempre senza successo. Perciò adesso sospira, non si sa se di tristezza o di sollievo, perché lui vuole parlare a Tamara, ma è anche terrorizzato all’idea di farlo. Se a questo aggiungiamo che Tamara a malapena si accorge della sua esistenza e che, accanto ai suoi topi muscolosi, è sempre seria e accigliata, l’impresa diventa davvero rischiosa. Due giorni prima, infatti, il tentativo di Gegè di attaccare discorso era naufragato per colpa della sua balbuzie; lui ha una bella parlantina sciolta quando è con gli amici, ma davanti a una bella topolina, tartaglia con risultati disastrosi. Avvicinandosi al tavolino di Tamara, Gegè aveva domandato: “Cosa fai sta-sta-sta…” E su “stasera” si era irrimediabilmente arenato. Tamara l’aveva guardato interrogativa, poi aveva concluso la frase per lui: “Sta-i a questo tavolo, vuoi dire? Sì, resto qui, portami una ricotta condita, per favore.” 13


E dopo questo fiasco, Gegè aveva servito la ragazza senza più avere il coraggio di aprire bocca. Oggi sperava di comportarsi in modo meno idiota, ma la presenza del fustone impediva qualunque tentativo. – Questo sciroppo arriva o no? – insiste intanto il cliente scocciatore. Gegè lo avrebbe ignorato per un’altra mezz’ora, se in quel momento non fosse passato Talpetti e, con uno scappellotto ben assestato, non avesse convinto il cameriere che era il caso di darsi una mossa. Con un sospiro e l’aria afflitta, Gegè consegna finalmente l’ordinazione al cliente. Tamara sta chiacchierando fitto fitto con il suo topone muscoloso, non degnando di uno sguardo il cameriere. Gegè la osserva, gli sembra più bella che mai, con gli occhi brillanti, la coda lunga, le orecchie rosee e rotonde… – È inutile – borbotta tra sé il poveretto, – chi nasce topo, non può morire gatto. 14


Poi, rivolto a Enzo che sta passando di corsa con un vassoio, domanda con una punta di disperazione: – Perché sono tanto vigliacco con le ragazze? – Veramente sei vigliacco un po’ con tutti – ci tiene a precisare l’amico, – ma non preoccuparti: hai tante altre belle qualità. E corre a consegnare i panini al groviera. Gegè si sorprende a pensare che in quel preciso momento, di tutte le sue qualità, non saprebbe elencarne una.

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