deCOLLIamo

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Periodico di informazione dell’Azienda Ospedaliera dei Colli Monaldi - Cotugno - Cto [distribuzione gratuita]

numero 2/novembre 2013

Sale operatorie multimediali al Monaldi 04

Opere in corso 08

L’Azienda dei Colli al Forum sul Risk Mangement di Arezzo 14

Focus on Giornata mondiale contro l’AIDS 22

Azienda Ospedaliera dei Colli Monaldi - Cotugno - CTO


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numero 2/novembre 2013

sommario

dalla copertina:

IN QUESTO NUMERO Condividere il cambiamento

04 05 06 07

In chirurgia come al cinema

08 09 10

Opere in corso

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Nuova inaugurazione al CTO

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Sconfiggere la morte? Con la donazione degli organi si può!

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Il nuovo Sistema Informativo Ospedaliero dell’Azienda dei Colli

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Il Tango che fa bene al cuore

20 22

Parliamone tour 4 edizione

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Al C.T.O. la Chirurgia incontra la Radiologia Pianificazione e Progettazione IntraMoenia: via i contanti, arrivano i pagamenti tracciabili

L’edilizia ospedaliera Informazione e Sostegno Psiconcologico nel Day Hospital Pneumoncologico dell’AO dei Colli

La formazione per stimolare l’innovazione in Sanità Convegni e congressi: l’agenda dell’Azienda dei Colli L’Azienda dei Colli all’8° edixione del Forum sul Risk Management

Progetto A tutta salute Progetto “Interpreto” per l’ abbattimento delle barriere linguistiche

Parliamone Tour speciale Giornata Mondiale contro l’AIDS Direttore Responsabile Antonio Giordano

Iscritto al n. 51 del 09.10.2012 Registro Stampa Tribunale di Napoli NUMERO 2 - NOVEMBRE 2013 decolliamo@ospedalideicolli.it

Responsabile di redazione Francesca Laudato Ufficio Relazioni con il Pubblico Tel. 081.7067354 - urp@ospedalideicolli.it

Salus in Musica

La salute passa anche dalla musica e, in una calda serata estiva anche lo scalone d’ingresso nel cortile dell’ospedale Monaldi può trasformarsi in un magico teatro all’aperto. È quanto accaduto lo scorso 7 luglio, con l’iniziativa “Salus in Musica”, promossa dal Teatro San Carlo e dall’Azienda Ospedaliera dei Colli, volta alla sensibilizzazione in favore della donazione del sangue. Un concerto speciale, aperto alla città e ad ingresso gratuito, durante il quale l’Orchestra del Teatro di San Carlo, diretta da Maurizio Agostini ha eseguito la Sinfonia da “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini e la “Sinfonia n. 5” di Ludwig van Beethoven. “La musica è energia vitale: dona il sangue, dona la vita”: questo lo slogan che ha caratterizzato la serata, ed attraverso la musica di Rossini e Beethoven l’energia dei talentuosi musicisti ha finito per contagiare le numerose persone intervenute per questo speciale appuntamento. Un obiettivo comune quello di Rosanna Purchia, sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli e del dr. Antonio Giordano, direttore generale dell’Azienda dei Colli: regalare un momento di gioia e di speranza agli ammalati e sensibilizzare i cittadini napoletani in favore di un tema di grande importanza quale la donazione del sangue. A giudicare dall’entusiastica partecipazione del pubblico, l’iniziativa ha raggiunto il proprio obiettivo, prima di tutto sul piano sociale, riuscendo anche a veicolare un importante messaggio di solidarietà che esalta il valore della vita.

Redazione Azienda Ospedaliera dei Colli Via L. Bianchi snc - 80131 Napoli Foto di Enrico Teperino Fotocomposizione e stampa: Poligrafica F.lli Ariello Editori sas - Napoli


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editoriale

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EDITORIALE

Condividere il cambiamento

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Francesca Laudato Responsabile di Redazione

ondivisione. È questa la parola d’ordine che caratterizza lo spirito di DeCOLLIamo, obiettivo di questo numero è quello di trasferire le nostre esperienze più collaudate come in una sorta di specchio, che non si limiti, però, a riflettere la propria immagine ma che sia di monito per impegnarsi a migliorarla. È un’ occasione per trarre un consuntivo del cammino percorso e per tracciare quello futuro. Primo tassello indispensabile: la condivisione delle informazioni. Il modello di sanità che ci aspettiamo per il prossimo futuro è basato su due grandi pilastri: l’ospedale e la medicina territoriale. L’ospedale deve essere aperto e sicuro, dotato di elevate professionalità e altrettanto qualitative infrastrutture, va inteso come il luogo deputato all’accoglienza oltre che alla cura. In parallelo sul territorio va garantita una continuità assistenziale tra ospedale e domicilio del paziente, in un’ottica di forte integrazione tra i diversi livelli di cura. Le tecnologie sia sul fronte della gestione che su quello della cura sono oggi uno snodo fondamentale per la sanità a patto che le si sappia e voglia coniugare con la valorizzazione delle risorse umane e professionali, la vera sfida è quella di portare avanti un’autentica rivoluzione tecnologico-comunicativa, basata sulla diffusione di tecnologie che abbiano la finalità di snellire, semplificare, rendere trasparenti e finalmente accessibili a tutti i servizi e le prestazioni sanitarie. Questo numero di DeCOLLIamo vuole dare visibilità ai tanti progetti che l’Azienda dei Colli ha intrapreso, soprattutto nell’ambito della prevenzione. Favorire scelte salutari attraverso la realizzazione di efficaci campagne di promozione della salute rappresenta una priorità di intervento nel diffondere la cultura della prevenzione e del viver sano. La comunicazione per la salute rappresenta ormai una componente integrata

degli interventi di prevenzione, per creare le condizioni più favorevoli, attraverso l’informazione e la conoscenza, e per portare le persone a scelte di vita più salutari. Non possiamo non interrogarci su come usare al meglio i vecchi e i nuovi strumenti di informazione per contribuire alla crescita delle conoscenze e della consapevolezza dei cittadini in campo medico e sanitario. Un cittadino più consapevole del bene salute è più sicuro, più responsabile e più attrezzato a gestire il proprio benessere ma anche ad usare meglio i servizi e le prestazioni sanitarie che gli vengono proposti e offerti. La fiducia in sanità è un requisito indispensabile: tra medico e paziente ma anche tra cittadino e struttura sanitaria ed è per questo che qualsiasi percorso di innovazione di sistema sia proposto non può prescindere dal recupero di etica e valori, elementi questi che rappresentano la cornice di ogni cambiamento.


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approfondimenti

In chirurgia come al cinema Monitor «full hd» e occhiali 3D per le sale operatorie multimediali.

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l Monaldi è il primo centro in Italia ad avere tre nuove sale operatorie all’avanguardia, tecnologicamente avanzate per operazioni in 3D. Il 21 ottobre al Monaldi di Napoli, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha assistito al primo intervento nei nuovi spazi dell’ospedale, con lui, l’Onorevole Raffaele Calabrò, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Antonio Giordano, il direttore del reparto di chirurgia dell’ospedale Monaldi, Francesco Corcione, e il presidente della V commissione sanità del Consiglio Regionale della Campania, Michele Schiano. Il blocco operatorio multimediale è stato realizzato in collaborazione con l’Azienda Olympus, con la quale sono stati divisi i costi, per cui, come ha ricordato il direttore Giordano: «Questo è un esempio evidente di come può essere virtuosa la sinergia tra un’azienda pubblica, la Regione e delle aziende private». Il presidente della Regione Stefano Caldoro, sottolineando che si tratta di «una buona pratica da esportare a livello nazionale ma anche internazionale» ha evidenziato “l’eccellenza” dove si mette insieme tecnologia, esperienza, capacità scientifica, capacità operatoria. «Le nuove sale operatorie 3D - ci spiega il dr. Corcione - propongono una vera piccola rivoluzione nel campo della chirurgia mininvasiva, probabilmente avvicinando in maniera decisa gli standard di visione e di raffinatezza del gesto chirurgico della laparoscopia convenzionale a quelli della chirurgia robotica, con costi e tempi di istallazione delle apparecchiature per procedura estremamente più contenuti. Se la chirurgia è, come lo è, “vedere”, allora c’è da dire che avere oggi nelle nostre sale la possibilità di operare quotidianamente con la visione tridimensionale laparoscopica ci consente l’enorme vantaggio di apprezzare particolari anatomici dei campi operatori la cui definizione sfugge alla classica visualizzazione bidimensionale. Al contempo la percezione precisa della profondità di campo facilita il gesto chirurgico rendendolo più preciso e raffinato, a tutto vantaggio dell’accuratezza delle procedure e con sicura attesa ricaduta sul miglioramento dei risultati operatori e sull’ulteriore riduzione delle complicanze». Caratteristiche tecniche sale 3D I nuovi sistemi integrati permettono di controllare in tempo reale da touch screen tutte le apparecchiature medicali presenti in sala operatoria anche da campo sterile, lo strumentista può infatti gestire i movimenti del tavolo operatorio, l’elettrobisturi, la colonna laparoscopica e ogni sistema video e audio connesso con l’innovativa possibilità di richiamare gli scenari preimpostati configurando in un solo tocco tutti i dispositivi

elettromedicali in sala comprese le luci ambientali blu al fine di ottenere un miglior contrasto sui monitor con riduzione dell’affaticamento visivo. Il sistema ha una scatola nera in cui memorizza ogni dato delle apparecchiature medicali connesse, segnala visivamente e vocalmente in tempo reale i parametri impostati compresi i malfunzionamenti e le soluzioni ad essi correlati per una corretta gestione del problema. I sistemi integrati consentono inoltre di mettere in contatto la sala operatoria ed il chirurgo con altri centri gestendo, per la prima volta in una sala operatoria, flussi video anche in modalità tridimensionale e conte-

stualmente registrando e documentando immagini e filmati del caso clinico. La nuova installazione curata dalla Azienda Olympus ha previsto anche il rinnovo della nostra aula per corsi e congressi con sistemi di videoproiezione e regia totalmente digitali già compatibili con visione 3D, inoltre ogni evento potrà essere trasmesso anche in diretta streaming all’interno dell’azienda Ospedaliera in modalità Web Live Surgery per trasmissioni solo ON-LINE con possibilità di creare librerie multimediali ON-Demand di procedure chirurgiche e materiale didattico per partecipanti e specializzandi. Sale Monaldi Caratteristiche innovative 3D: - 2 segnali in full HDTV per occhio destro e sinistro con segale trasmesso in 3G SDI. Questo permette di mantenere l’immagine con la massima definizione ad oggi disponibile sul mercato. - ottica angolabile che permette di cambiare l’angolo di visone in maniera dinamica, mantenendo l’orizzonte costante. L’insieme di queste caratteristiche permette di milgliorare: Sicurezza e velocità operatorie permettendo di effettuare movimenti precisi e sicuri Training e formazione, grazie alla sala multimediale 3D completamente integrata nel sistema.

Nella foto da sinistra: il Senatore per la Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, on. Raffaele Calabrò; il Direttore del reparto di Chirurgia dell’ospedale Monaldi, Francesco Corcione; il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro; il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Antonio Giordano; il presidente della V Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Campania, Michele Schiano.


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approfondimenti

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Al C.T.O. la Chirurgia incontra la Radiologia Un percorso interdisciplinare che coniuga la diagnostica strumentale e l’attività clinico-chirurgica

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afforzare la collaborazione per favorire l’integrazione tra le strutture e i professionisti che vi lavorano. Un impegno assunto dall’Azienda ospedaliera dei Colli che sta progressivamente trovando applicazione tra i suoi operatori: un esempio concreto arriva dal CTO dove è stata sviluppato un percorso interdisciplinare tra il la U.O.C. di Chirurgia generale diretta dal dr. Feliciano Crovella e la U.O.S.D. Radiodiagnostica diretta dal dott. Andrea Di Matteo. Con la razionalizzazione e l’ottimizzazione delle strutture e delle apparecchiature esistenti e con la collaborazione tra chirurghi e radiologi si sta costruendo una metodologia di lavoro che coniughi la diagnostica strumentale e l’attività clinico-chirurgica. Ne deriva così un potenziamento delle tecniche diagnostiche, come l’esecuzione di ago aspirati su lesioni di varia natura e sede, tiroide, linfonodi, mammella, e la possibilità di trattamenti terapeutici a minor rischio chirurgico, il che permette di risolvere quadri clinici complessi e problematici, come nel caso di pazienti settici trasferiti presso l’U.O.C. di Chirurgia dal-

l’Ospedale Cotugno, che hanno trovato giovamento dall’esecuzione di drenaggi Tc ed Eco guidati. A rendere possibile tale virtuosa integrazione due eccellenti professionisti: il dr. Mario Schettino, chirurgo del gruppo di Crovella e il dr. Emanuele Muto aiuto del dr. Di Matteo. L’alto grado di specializzazione che nasce dalla stretta collaborazione tra le due equipe mediche garantisce la gestione di problematiche cliniche attraverso procedure invasive o mini-invasive diagnostiche o terapeutiche effettuate mediante l’utilizzo di metodiche radiologiche. Si tratta di coordinare culture mediche diverse per offrire di volta in volta le migliori soluzioni alle esigenze dei pazienti. La collaborazione tra chirurgo e radiologo coniuga le più accurate informazioni cliniche al migliore uso delle metodiche di imaging. Le procedure messe a punto, rese possibili dalla guida fornita da tecniche quali la TAC e l’Ecografia, comparate a quelle chirurgiche tradizionali, sono meno rischiose, meno dolorose e necessitano di minor ricovero. Le moderne tecnologie permettono oggi

di rispondere a molti dei quesiti che un tempo erano affidati esclusivamente all’intuito e alla semeiotica clinica, non sempre però tutte queste potenzialità vengono sfruttate appieno. Spesso il chirurgo non conosce esattamente l‘importanza delle informazioni che possono ottenersi da una determinata diagnostica strumentale e il radiologo non ha sempre chiari i quesiti e/o l’algoritmo decisionale del chirurgo, limitandosi a eseguire esami solo parzialmente risolutivi. Quando le reciproche conoscenze vengono inserite in un contesto più vasto di competenze nasce un team, questo tipo di incontri può favorire l’implementazione di percorsi diagnostico terapeutici che costituiscano uno standard cui fare riferimento per eseguire veri e propri interventi con la minore invasività possibile. Una soluzione spesso proponibile in prima istanza, in quanto tali “interventi” sono poco traumatici per i pazienti, garantiscono risultati soddisfacenti e, quando non sono risolutivi, non precludono l’opzione chirurgica tradizionale in seconda istanza.

Il dr. Mario Schettino ed il dr. Emanuele Muto durante una visita


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memorie di carta

Pianificazione e Progettazione Al via una nuova metodologia di Budget

L’Azienda dei Colli ha tra i principali obiettivi per il triennio 2012-2014 i seguenti: • Rendere disponibili ai cittadini cure di alta specializzazione e di elevata qualità, mediante: – la realizzazione di percorsi assistenziali per la presa in carico globale del paziente, dalla fase diagnostica a quella riabilitativa; – a razionalizzazione dei processi organizzativi, con riduzione dei tempi massimi di attesa; – l’implementazione delle attività di formazione ed aggiornamento continuo del personale; – l’aumento del senso di appartenenza all’Azienda del personale dipendente, con incremento della motivazione e della soddisfazione degli operatori sanitari. • Garantire un ospedale sicuro, mediante: – l’attivazione di un efficace sistema di gestione del rischio clinico; – l’applicazione sistematica di procedure di Health Technology Assessement (HTA). • Gestire correttamente le risorse, evitando sprechi ed inefficienze e migliorando la produttività, A tal fine, devono essere garantite prestazioni appropriate sia dal punto di vista clinico che organizzativo, utilizzando gli strumenti del governo clinico per conseguire razionalità organizzativo-operativa ed efficienza economica (posto che, a parità di risorse, l’aumento dei volumi di produzione riduce il costo medio). La Direzione Aziendale ha provveduto a scomporre e declinare gli obiettivi strategici, individuati a livello dell’intera AORN,

per singolo Dipartimento ed Unità Operativa in relazione alla specificità delle prestazioni erogate, assegnando ai rispettivi responsabili obiettivi negoziati ben definiti, da raggiungere nel breve periodo (1 anno). Gli obiettivi operativi, unitamente ai relativi indicatori di risultato ed alle risorse assegnate, sono stati condivisi dal Comitato di budget con i Direttori di Dipartimento e di Unità Operativa in occasione di riunioni programmate, giungendo alla sottoscrizione della scheda di budget di UO ed individuale, che integra un pannello di obiettivi e di indicatori per ciascuna delle UO dell’Azienda. Fondamentali, per le Unità Operative di ricovero sono stati i seguenti obiettivi generali: – la corretta gestione del flusso SDO e dei flussi informativi obbligatori ministeriali e regionali – la ricerca e l’adozione di soluzioni organizzative tese a dare risposta ai bisogni assistenziali complessi dell’utenza (ad alto rischio di mobilità passiva extra-regionale) che richiedono la collaborazione strutturata, non episodica, di più Unità Operative. In particolare, per le Unità Operative di ricovero, gli obiettivi sono stati fissati sulla scorta dei classici indicatori e degli indicatori ministeriali messi a punto dal Sistema Nazionale di Verifica e Controllo dell’Assistenza Sanitaria (SIVEAS) e dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS). Gli indicatori, che misurano l’efficacia e l’appropriatezza delle prestazioni, sono stati selezionati per ciascuna struttura in relazione al suo case mix specifico. Per il Dipartimento dei Servizi Diagnostici e le strutture ad esso afferenti è stato,

invece, assegnato come obiettivo quello di procedere alla riorganizzazione interna delle attività in ottica di Dipartimento trasversale, in modo da ridurre i tempi massimi di erogazione delle prestazioni e ridurre le giornate di degenza ed il numero di accessi. Per ogni obiettivo sono stati definiti il peso percentuale, l’ indicatore di verifica, il risultato atteso ed il valore soglia al di sotto del quale l’obiettivo non è raggiunto. Ulteriori sezioni sono state dedicate alla modificazione degli aspetti organizzativi, in funzione della strategia indicata dalla Direzione Aziendale. Particolare risalto è stato dato al rispetto dei tempi per il completamento della fase di negoziazione e poi di valutazione, misurabile in termini di sottoscrizione delle schede, così da impostare correttamente il percorso di negoziazione, controllo dei risultati ed eventuali correttivi, concludendo con la valutazione in tempo utile per la fissazione degli obiettivi per l’anno successivo. Specifico spazio è stato dedicato alla misurazione dell’apprendimento di particolari skills che la direzione ha individuato come strategiche per l’Azienda, sia in ambito chirurgico che medico o amministrativo-gestionale. L’aspetto meramente economico è stato, al contrario, trattato in modalità sfumata, evitando di imporre obiettivi di risparmio puri, privilegiando il miglioramento del rapporto tra risorse impiegate e produttività. La mission dell’Azienda, infatti, include la riduzione della migrazione passiva verso regioni differenti dalla Campania, implicando per molti settori dell’Azienda dei Colli l’aumento dei ricoveri e delle prestazioni ambulatoriali, con probabile incremento dei costi connessi. Poiché gli obiettivi fissati sono estremamente personalizzati, ciò è potuto avvenire avendo cura di elaborare schede di negoziazione di budget specificamente studiate per ciascuna UO, fino alla diversificazione individuale degli obiettivi per ciascun dirigente all’interno della stessa UO. Con cadenza trimestrale, è stata prodotta idonea reportistica, per consentire alla Direzione Sanitaria Aziendale ed ai Responsabili di U.O. di procedere all’analisi degli scostamenti dai risultati attesi, monitorando in corso d’opera l’andamento della gestione, evidenziando le criticità presenti ed attuando i correttivi richiesti. Durante tutto il percorso, la Direzione Sanitaria Aziendale, l’UOC Programmazione, Controllo e Valutazione (PCV) ed il Comitato di Budget hanno affiancato i Responsabili delle UO nel supportare le modificazioni organizzative che necessariamente sono state necessarie per garantire il conseguimento degli obiettivi posti in ottica d’Azienda, anche in funzione del carattere tutt’ora sperimentale della metodologia budgetaria. Alfredo Amodio U.O.C. Programmazione, Controllo, valutazione Staff Direzione Sanitaria Aziendale Alfonso Bernardo Gennaro Ferraro Maria Veronica Diana


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convegni

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IntraMoenia: via i contanti, arrivano i pagamenti tracciabili L’ Attività Libero Professionale, prevista dalle normative vigenti, rappresenta una ulteriore modalità di offerta di prestazioni ai cittadini che possono liberamente scegliere di usufruirne

Maria Cristina Boccia Referente IntraMoenia

iamo in tempi di cambiamento, c’è chi lo subisce e c’è chi lo guida, ma ogni momento di cambiamento anche se subìto provoca delle reazioni, eccetto in chi si lascia andare completamente alla corrente. Ognuno di noi deve capire in che direzione andare, qualcuno direbbe deve fare “un piano strategico”, seppur con la flessibilità che le circostanze gli impongono. L’ Attività Libero Professionale IntraMoenia (A.L.P.I.), prevista dalle normative vigenti, rappresenta una ulteriore modalità di offerta di prestazioni ai cittadini che possono liberamente scegliere di usufruirne. L’ A.L.P.I. quindi integra, e non sostituisce l’attività istituzionale che deve continuare ad essere garantita a tutti i cittadini in

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fessionale nell’interesse degli utenti e della collettività. L’ Azienda attraverso un apposito regolamento, ne disciplina le modalità di esercizio in regime di ricovero ed ambulatoriale, le tipologie prestazionali specialistiche e relative tariffe, gli orari e gli ulteriori aspetti organizzativi, rendendo tali informazioni disponibili e fruibili dagli utenti. L’azienda in conformità alla normativa vigente ha adeguato le sue attività in regime intramoenia pertanto a breve le Prestazioni sanitarie verrano erogate con pagamenti tracciabili. La normativa prevede espressamente che in relazione alle prestazioni sanitarie, rese sia negli studi autorizzati, sia all’interno dell’azienda, i pagamenti in contanti sono aboliti e al loro posto debbano essere ef-

forma prioritaria ed adeguata ai bisogni. I medici e gli altri operatori che operano in A.L.P.I. prestano le relative attività al di fuori dell’orario di lavoro ordinario e garantiscono che i livelli di attività in A.L.P.I. siano sempre inferiori a quelli resi in orario istituzionale. Su tali basi l’Azienda, favorisce lo sviluppo dell’attività in A.L.P.I. , quale area organizzativa di erogazione di servizi a pagamento, che vengono offerti sul mercato sanitario in subordine ed in coordinamento con l’attività istituzionale dovuta- al fine di valorizzare le modalità di offerta e le opportunità professionali della dirigenza medica e sanitaria ma, soprattutto, di contribuire allo sviluppo del processo organizzativo dei servizi offerti ai pazienti, ponendo a disposizione, in forma più ampia, il proprio patrimonio di conoscenze, capacità, esperienze e risorse organizzative, nonché tecnologiche e strutturali. L’attività libero professionale è anche finalizzata a favorire la crescita dell’esperienza di pratica professionale e l’ulteriore aggiornamento tecnico scientifico e pro-

fettuati pagamenti tracciabili. Ciò significa che le prestazioni sanitarie saranno pagate con strumenti tracciabili come assegno non trasferibile, bancomat, carta di credito, altre carte prepagate, bonifico bancario. L’obbligo di effettuare pagamenti tracciabili delle prestazioni sanitarie non deriva da un limite massimo di utilizzo del denaro contante, quindi è applicabile indipendentemente dall’entità delle prestazioni sanitarie. La recente normativa oltre alle novità in tema di pagamenti tracciabili per le prestazioni mediche, ha introdotto delle innovazioni fondamentali in riferimento all’esercizio dell’attività professionale in regime di intramoenia che potrà essere esercitata dai medici nelle strutture aziendali o comunque in studi comunque controllati rigidamente dall’azienda. Tali studi extraziendali dedicati all’intramoenia, esclusivamente in carenza di spazi aziendali, presuppongono imprescindibilmente la sottoscrizione di apposita convenzione tra l’azienda e il professionista, di durata annuale


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Opere in corso Ristrutturazione dell’ala anteriore destra dell’ospedale Monaldi

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roseguono gli interventi di potenziamento, ampliamento e ristrutturazione dell’ospedale Monaldi per adeguare le strutture alle vigenti normative ed ai moderni standard sanitari, tecnologici e strutturali. I lavori, finora hanno interessato l’ala anteriore destra ma è già stato firmato il contratto per estendere il risanamento anche all’ala posteriore destra. Il nuovo assetto della struttura ospedaliera ha riguardato quattro reparti, due dei quali già attivi: al secondo piano la U.O.C. di Otorinolaringoiatria diretta dal dr. Carlo Antonio Leone ed il quinto piano la UOC di Oncologia diretta dal dr. Vincenzo Montesarchio. In fase di realizzazione anche il primo piano che sarà dedicato alla U.O.C. di Medicina Trasfusionale diretta dal dr. Bruno Zuccarelli ed il secondo piano destinato alla UOC di Pneumologia ad indirizzo oncologico guidata dal dr. Illiano. Il progetto realizzato per dare soluzione alle esigenze di adeguamento

In alto, due immagini del reparto di Oncologia. Di fianco, il reparto di U.O.C. Otorinolaringoiatria.

ed ampliamento rappresenta anche un investimento per la salute e la qualità di vita dei cittadini. L’obiettivo è creare un ospedale a misura d’uomo, ovvero più accogliente per il paziente e più efficiente per i dipendenti che vi lavorano. Dagli anni ‘70 ad oggi, le esigenze della sanità sono decisamente cambiate e le normative che regolavano il settore dell’edilizia sanitaria, ed in particolare ospedaliera, hanno subito profonde modifiche sia per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi, sia nell’ambitodella sicurezza, del comfort ambientale, della qualità. È cambiato il concetto di ospedale come ruolo nel sistema organizzativo dell’assistenza sanitaria e come luogo fisico dell’aggregazione di una sommatoria di reparti e sezioni tra loro nettamente separati, fino ad arrivare alla moderna concezione di organismo erogatore di servizi, con un’impostazione dipartimentale aperta al territorio. Nello stesso

tempo, sono aumentate le attenzioni alla qualità della vita dei cittadini e alla sicurezza negli ambiti di lavoro, di vita e di socializzazione e l’utente è diventato il perno intorno al quale ruotano tutti i servizi. Se la funzione prioritaria dell’ambiente ospedaliero è quella della cura e riabilitazione dell’individuo, il suo spazio deve rispondere a questa esigenza terapeutica. In questo modo lo spazio è in grado di aiutare il paziente ad affrontare l’esperienza della malattia e della sofferenza, facilitandone il processo di adattamento psicologico, ma consente anche agli operatori di trovare nuovi stimoli e soddisfazioni in un rapporto di maggior coinvolgimento con il proprio lavoro; d’altra parte accoglie il visitatore, trasmettendogli un senso di fiducia che finisce per riflettersi positivamente sul paziente che riceve la visita. Lo spazio, così definito, rappresenta, in un certo senso, l’interfaccia tra l’individuo e l’istituzione sanitaria.


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APPROFONDIMENTO

L’ospedale si costruisca attorno al letto dell’ammalato La società ha vissuto negli anni recenti una serie di importanti e rapidi cambiamenti, anche per quanto riguarda l’ambito della salute e dell’assistenza sanitaria. Da una lato ci si trova, per la prima volta nella storia, di fronte ad un significativo allungamento della speranza di vita e quindi al considerevole aumento della popolazione anziana, nei confronti della quale, anche a livello sanitario, si dovranno adottare modalità di assistenza particolarmente impegnative e necessariamente nuove. Dall’altro lato le persone, dotate di maggiori conoscenze sulle strategie e sulle alternative di cura, ricercano il benessere, oltre all’assenza di malattia, e mostrano un atteggiamento di maggiore fiducia nei confronti della medicina, richiedendo servizi caratterizzati da maggiore personalizzazione, qualità e tempestività. L’ospedale nel suo significato più ampio, ovvero quale “Luogo della salute”, ha sempre rappresentato il suo tempo, mutando di volta in volta principi organizzativi e aspetto architettonico. Il progressivo aumento della complessità del nostro secolo, in gran parte dovuto allo sviluppo di numerose tecnologie come l’elettronica, l’informatica, l’automazione, le telecomunicazioni, le tecnologie di processo e via dicendo, ha infatti comportato una rapida trasformazione di tutti i processi interni alla società. L’ospedale, diventato progressivamente un luogo ipertecnico, viene ritenuto spesso come luogo in cui la malattia è privilegiata rispetto a colui che ne è affetto. Il letto del malato e lo spazio ad esso destinato, pur rimanendo apparentemente al centro dell’attenzione, perdono d’importanza rispetto ad altri spazi come quelli richiesti da attività diagnostiche (di terapia intensiva, sale operatorie e di rianimazione, attività riabilitative e ambulatoriali), spazi caratterizzati da un sofisticato e complesso impiego di tecnologie, che pongono in secondo piano la degenza. Negli ultimi anni si è inoltre affermato un nuovo concetto di sanità in cui l’individuo viene per la prima volta coinvolto attivamente nella gestione della sua salute attraverso la prevenzione. In questo scenario, il malato non è più un “oggetto” che subisce passivamente la malattia e le cure mediche, ma tende a diventare “soggetto attivo”, parte integrante del sistema della salute. Questa sua crescita di ruolo, di partecipazione e di responsabilità non può che riflettersi sulla pretesa di una maggiore qualità della vita ospedaliera, sia riguardo all’attività diagnostica, che a quella di cura e di assistenza. L’ospedale attuale e l’ospedale futuro non possono

dunque astrarsi dal contesto sanitario. In altre parole devono recuperare la centralità dell’individuo nella sua interezza fisica psicologica e sociale. In campo ospedaliero e più in generale sanitario, le problematiche di natura etica che rispondono ad una esigenza di qualità dei bisogni del malato, fanno riferimento a quel progetto, se così può essere definito, che prende il nome di “umanizzazione”. Un argomento quest’ ultimo che muove i primi passi da un contesto critico nei confronti dell’ospedale. “L’espressione di un bisogno di qualità prefigura la venuta di un nuovo umanesimo, di una societa` con al centro l’uomo” (F. Rossi Prodi, Ospedali a misura d’uomo, atti del XII congresso internazionale di ingegneria, Bologna,1992). L’esigenza di umanizzazione tende dunque a coincidere con quella di qualità, da intendersi, non soltanto medica, infermieristica o alimentare, ma anche ambientale. Quest’ultima dovrà realizzarsi pensando non più all’ospedale funzionante secondo i criteri della macchina “...dell’efficienza, della rapidità, della funzionalità, della flessibilità, ma cercando un più ampio progetto che medi tra gli aspetti organizzativi, gestionali e tecnologici e le esigenze di chi vive l’ambiente ospedaliero, vale a dire del personale medico, dei visitatori, ma soprattutto del paziente e della sua famiglia.” (F. Rossi Prodi, Ospedali a misura d’uomo atti del XII congresso internazionale di ingegneria, Bologna,1992). In generale a questo punto, si può affermare che l’istanza di umanizzazione è mossa dall’esigenza di adeguare il sistema ospedaliero ai nuovi standard qualitativi che l’evoluzione socio-culturale, scientifica, tecnologica e medica, considerevole negli ultimi trent’ anni, ha prodotto sulla società. L’umanizzazione dell’ospedale è dunque un tema di grande attualità, ma ciò nonostante è spesso oggetto di critiche e di incomprensione, soprattutto da parte di chi sostiene che esso riguardi puramente questioni etiche o filosofiche. Una attenta analisi della questione ci fa giungere ad una più completa definizione: umanizzare l’ospedale significa “...saldare etica e formazione personale con strutture e cambiamenti istituzionali ed impegnarsi in una vasta opera di diffusione di una cultura che ponga il valore umano al più alto gradino dei valori della società”.(E. Tresalti, Ospedale: strutture e umanizzazione, in Medicina e morale, n. 3, maggio-giugno, 1989) e pertanto necessario guardare al processo scindendo il problema in sottoinsiemi che parallelamente concorrono alla sua realizzazione.

Aspetti strutturali L’edilizia ospedaliera

L’

ospedale è una macchina complessa: essa consiste in una articolata e sistemica organizzazione sanitaria, funzionale e amministrativa, di elevato peso economico, che si avvale di aggiornate tecnologie diagnostiche, terapeutiche e assistenziali all’interno di una idonea struttura spaziale, strutturale e impiantistica, con strategiche valenze territoriali. L’edilizia ospedaliera deve riflettere questa complessità, per soddisfare alle corrispondenti esigenze. A tal fine deve essere adeguatamente programmata, progettata, realizzata e gestita in modo finalizzato, equilibrato e integrato, in quanto essa condiziona in modo determinante il modello organizzativo, l’articolazione funzionale e l’efficienza gestionale. Per queste ragioni l’edilizia ospedaliera non può essere definita da un singolo soggetto, ma da una moltepli-

cità di competenze che devono sapere integrarsi attraverso una adeguata gestione del progetto L’ospedalizzazione infatti, oltre a comportare paure e aspettative legate agli stati della malattia e della guarigione, è di per se un evento stressante. La perdita dei ritmi normali di vita, del controllo su se stessi, della privacy e familiarità con l’ambiente, lo scontro con l’organizzazione e le

procedure ospedaliere, i difficili rapporti con il personale medico, generano nel paziente dei “processi di desocializzazione e spersonalizzazione”, con una sua conseguente passività nei confronti della malattia e dell’ambiente che lo ospita. Una condizione ugualmente stressante, seppur vissuta in modo differente, è quella del personale ospedaliero. Orari, ritmi, situazioni gravi e delicate affrontate quotidianamente, provocano l’insorgenza di manifestazioni ansiogene e stressanti. Appurato che il paziente e il personale sanitario, vivono in ospedale una condizione instabile dal punto di vista psicologico, è importante chiedersi qual’è il ruolo che in questa situazione giocano le strutture fisiche, ovvero più precisamente, quanto possono le strutture, gli spazi e le opportunità materiali, influire positivamente sulle difficoltà evidenziate, e in particolare sui rapporti tra addetti ed utenza, spesso condizionati da abitudini ormai consolidate in tradizioni, da malintesi criteri di efficienza, da stereotipi culturali e comportamentali.


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Informazione e Sostegno Psiconcologico nel Day Hospital Pneumoncologico dell’Azienda Ospedaliera dei Colli Raffaella Manzo Psiconcologa

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on sono una malata, ho una malattia”, con queste parole una nostra paziente esordì in un colloquio facendoci riflettere come di fronte ad una malattia devastante come il cancro, molto spesso tendiamo a non percepire più la persona che vi è dietro. Curare un paziente oncologico, infatti, non significa soltanto debellare il cancro, ma essere attenti a tutti gli aspetti che questa malattia comporta; inoltre il fattore psicologico gioca un ruolo fondamentale. L’attività di psico-oncologia nel Dh Pneumoncologico, diretto dal dr. Franco Vito Piantedosi, è iniziata nel 2004 con l’obiettivo di avviare una integrazione tra sapere medico e psicologico. Caratteristica peculiare della nostra realtà è la forte connotazione palliativa, la quale richiede la presa in carico globale del paziente e della famiglia con particolare attenzione alla qualità di vita e al controllo del dolore, all’assistenza psicologica, sociale e spirituale. Nel pieno rispetto di tale ottica che riconosce nel lavoro d’équipe il punto di forza per offrire ai pazienti competenze tecnico/farmacologiche e relazionali, la figura della psicologa volontaria è stata presentata come parte integrante dell’équipe. Le modalità di lavoro psiconcologico sono state discusse e pianificate assieme a tutta l’équipe, sulla base delle necessità dei pazienti, dei famigliari e delle figure sanitarie che se ne prendono cura (medici, infermieri, operatori socio-sanitari). Il contesto nel quale si collocano prevede continuità assistenziale, ossia “accompagnamento” all’unità paziente/famiglia durante tutto il percorso terapeutico, dalla diagnosi alla fase avanzata. L’ obiettivo è porre al centro della relazione terapeutica il paziente portatore di patologia grave e i suoi bisogni soggettivi; accogliere i vissuti, le emozioni e i pensieri che accompagnano l’evento traumatico; sperimentare una relazione terapeutica integrata (che si occupa dei bisogni psicologici e di quelli organici) che accompagni alla presa di consapevolezza di quanto sta accadendo. Infatti,

I colori della cura quadro di una paziente del Day Hospital

tutto ciò è volto a favorirne l’accettazione, attraverso un’elaborazione e mentalizzazione dell’evento, al fine di giungere a una buona compliance terapeutica. I colloqui psicologici hanno lo scopo di condurre il paziente a una”ri-organizzazione” della propria quotidianità che inevitabilmente impatta con la gestione del trattamento chemioterapico. La perdita di libertà – ma il disagio psicologico in generale – per questi pazienti rappresenta uno dei maggiori ostacoli che, se non superato potrebbe acutizzare gli “effetti collaterali” del trattamento stesso. Da questi presupposti, in questi anni, sono state organizzate una serie di iniziative d’informazione e supporto psicologico per ammalati e per chi li accompagna in questo percorso . È stato ideato un progetto dal titolo “Un colore per la cura”, che nasce dal desiderio, manifestato da pazienti e familiari, di avere informazioni sul tema dell’oncologia e su argomenti correlati, e mira a contribuire a una maggiore consapevolezza e responsabilità nell’affrontare scelte in ambito oncologico, favorendo

un rapporto più costruttivo con il personale di cura. È stato creato nella sala d’attesa un punto informativo (PIS) e un supporto corredato di poster ed altro materiale informativo aggiornato, scientificamente valido, e adatto a un pubblico di “non addetti ai lavori” sui più comuni effetti collaterali della terapia e i metodi su come affrontarli, con la presenza costante di personale medico, psiconcologico ed infermieristico. In accordo con gli studi in letteratura, il PIS riduce in modo significativo l’ansia e la depressione migliorando la soddisfazione dei pazienti per le informazioni ricevute. Il progetto intende dare risposta sia ai problemi di carattere informativo e comunicativo che a quelli di tipo psicologico ed emozionale associati al vissuto di malattia. Il paziente oncologico ha delle necessità peculiari che devono essere tenute in debita considerazione e questo nostro intervento vuole essere un contributo a percorrere la difficile strada della terapia con consapevolezza e speranza, mettendo in campo tutte le risorse disponibili per guarire se possibile o, se la malattia si cronicizza, per offrire le indicazioni e l’aiuto per conservare la massima autonomia, per non dover sopportare inutilmente il dolore e mantenere la migliore qualità di vita possibile.


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Nuova inaugurazione al CTO Ristrutturato il Reparto di Recupero e Riabilitazione Funzionale

In alto, un’immagine della palestradi fianco lettini per la magnetoterapia

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naugurato il nuovo Reparto di Recupero Funzionale del Centro Traumatologico ortopedico, il taglio del nastro e la benedizione dell’Unità, diretta dalla dr.ssa Laura Riccio, sono avvenuti il 6 novembre e hanno visto la partecipazione del direttore medico del C.T.O. dr. Cosimo Maiorino, del direttore generale dr. Antonio Giordano e del direttore sanitario aziendale dr. Nicola Silvestri. Al reparto, completamente ristrutturato, è stato destinato un ambiente progettato all’insegna della tecnologia ed in linea con i bisogni dei pazienti. Sensibile l’incremento dei posti letto: 16 per ricoveri ordinari e 2 per Day Hospital, la riallocazione e ristrutturazione del reparto ha consentito di raddoppiare la possibilità di accoglienza sia per il reparto di Riabilita-

zione che per quello di Ortopedia 1, prima accorpati in un unico ambiente. Il nuovo Reparto di Recupero e Riabilitazione Funzionale è stato studiato nei minimi particolari per essere una struttura funzionale, senza barriere architettoniche. È stato creato un ambiente accogliente, completo di palestra, che soddisfi gli obiettivi di autonomia che i pazienti devono raggiungere. La cura riabilitativa sia ospedaliera si basa soprattutto sulla necessità di dare ad ogni persona che ne fruisce tutti gli strumenti utili (siano essi psicologici o materiali) per riuscire ad avere un tipo di vita il più possibile normale in una condizione di massima autonomia. Il Centro Traumatologico ortopedico, prosegue il suo potenziamento in un percorso che ha visto il passaggio da strut-

tura quasi esclusivamente di pronto soccorso ortopedico a struttura di elezione. Con gli interventi realizzati in questi ultimi mesi il C.T.O. ha visto un rilancio che, come ama dire il dr. Maiorino: «gli ha permesso di Cambiar pelle, candidandosi a presidio di eccellenza». A partire dallo scorso anno, infatti, sono stati abilitati al CTO il reparto di chirurgia, la neurologia con guardia attiva neurologia, la cardiologia riabilitativa, l’ambulatorio di cardiologia, una divisione di ortopedia ed ora il reparto di riabilitazione. Sono previste altri interventi che riguarderanno le Unità di neurochirurgia e l’ultima di ortopedia del Monaldi, che sarà trasferita entro novembre. Sono infine in corso di costruzione le UOD di gastroenterologia e di cardiologia.


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La formazione per stimolare l’innovazione in Sanità “Il medico ha l’obbligo dell'aggiornamento e della formazione professionale permanente, onde garantire il continuo adeguamento delle sue conoscenze e competenze al progresso clinico scientifico”

Alla crescente domanda di attività formative aziendali si risponde con la pianificazione di proposte articolate su diversi piani di aggiornamento: si passa da percorsi a valenza di sistema quali occasioni di confronto sull’analisi di modelli organizzativi aziendali, ad eventi relativi a specifici temi di tipo tecnico-professionale, fino a giungere a corsi di aggiornamento orientati alla promozione ed allo sviluppo di competenze “trasversali”. La crescita professionale degli operatori deve essere più che mai connessa ai cre-

scenti bisogni sociosanitari della popolazione, in un momento di riduzione consistente delle risorse causate dalla crisi, che impone un generale contenimento della spesa sanitaria. In questo quadro la formazione rappresenta un importante “collante organizzativo” attraverso cui conferire valore aggiunto al “sapere” tecnico-professionale, organizzativo, di contesto e quindi, in ultima istanza, con una finalità di sviluppo complessivo dell’organizzazione per il continuo miglioramento della qualità dei servizi offerti.

- Codice di Deontologia Medica -

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n’ organizzazione sanitaria è capace di soddisfare i bisogni di salute nella misura in cui riesce a promuovere ed orientare lo sviluppo professionale del proprio personale in termini di conoscenza, capacità, consapevolezza. La formazione si concretizza così in un approccio alla professione che deve intercettare il rapido e continuo sviluppo della medicina ed intersecarlo con l’accrescersi delle innovazioni tecnologiche ed organizzative. La formazione del personale, volta a migliorare le competenze tecniche, manageriali e comportamentali degli operatori rappresenta, quindi, una funzione di supporto alla Direzione Aziendale nei processi di innovazione gestionale, organizzativa, tecnologica. La presenza di numerose e diverse professionalità, le grandi trasformazioni in atto, le attività di eccellenza che si realizzano in un’Azienda ad alta specializzazione, la diffusione ed il potenziamento delle tecnologie esigono la massima coerenza tra attività formativa ed evoluzione dei profili professionali in funzione dei cambiamenti da supportare. l’Azienda dei Colli, attraverso l’Unità Operativa Complessa di Formazione e Aggiornamento, diretta dal dr. Agostino Saselle, tiene conto dei bisogni formativi espressi dalle varie articolazioni aziendali, pianificando una formazione coerente con gli obiettivi della mission e prevedendo il mantenimento delle competenze professionali e lo sviluppo organizzativo e gestionale. In questo costante lavoro di analisi e programmazione il dr. Saselle è supportato da un team dinamico e collaborativo: la dott.ssa Annamaria Buonissimo, dirigente di struttura semplice, Alessandro Faggi funzionario con posizione organizzativa, Imma Minicucci assistente amministrativo e Luigi Granato, coadiutore amministrativo. Nel triennio 2011-2013 l’Azienda ha visto crescere significativamente le proprie attività formative. I dati ci rappresentano un sistema in movimento ed in continua evoluzione che registra circa 1500 partecipazioni annue ad attività aziendali,numero già ampiamente superato nell’anno corrente pur considerata ancora in corso l’offerta formativa relativa al II^ semestre.

AGGIORNAMENTO

Lezioni di Management per la Direzione Aziendale Saldare etica e formazione del personale con strutture e cambiamenti istituzionali comporta, prima di tutto, la messa in discussione di atteggiamenti, comportamenti, modi di pensare tramandati ed accettati acriticamente, per volontario o involontario interesse, dal personale sanitario. È per questo che l’intera area manageriale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli ha deciso di mettersi in gioco e ritornare sui banchi di scuola, prendendo parte ad un Master della School of Management dall’Università Bocconi. Il Master in Management per la Sanità dello SDA Bocconi è un percorso formativo che insegna a comprendere il settore sanitario e i sistemi di gestione che caratterizzano le aziende e le imprese collegate, permettendo di acquisire e sviluppare competenze e abilità manageriali in ambito sanitario. Tre giornate di full immersion, tenutesi presso le aule di formazione del C.T.O., in cui i dirigenti dell’Azienda coadiuvati dei docenti dello SDA e dal direttore scientifico del corso, il dr.Nicola Silvestri, si sono misurati in un percorso articolato e completo: fondamenti di economia aziendale, architettura e sistemi di gestione, percorsi di specializzazione per settore, ricerca sul campo. Un percorso concreto, la cui organizzazione è stata frutto di una fattiva collaborazione tra l’Unità Operativa Complessa di Formazione e Aggiornamento e nella comprovata esperienza di formazione manageriale dello SDA Bocconi. Sono state approfondire logiche e strumenti manageriali volti a supportare le direzioni strategiche nei loro compiti sia di governo e gestione dei processi di cambiamento organizzativo a livello aziendale, sia di diffusione e di sensibilizzazione del processo stesso. Il percorso, il cui terzo ciclo si è concluso lo scorso ottobre, era orientato a favorire la conoscenza, il dialogo e la partecipazione, mediando tra gli aspetti strutturali, organizzativi, gestionali, tecnologici e le esigenze di chi vive l’ambiente ospedaliero. E’ per questo motivo che sono state coinvolte in questo progetto diverse figure professionali che operano in Sanità: non solo dirigenti medici, dunque, ma anche dirigenti dell’area amministrativa e tecnica. La produzione di un sistema sinergico di competenze e valori comuni rappresenta la base fondante del Governo Clinico e questo è possibile solo definendo e diffondendo una rete di autonomie e responsabilità che coinvolgano più figure professionali che operano in ambito sanitario. Ciascuno con le sue competenze, dunque, i partecipanti al corso hanno contribuito a costruire un tavolo di confronto al quale ci si propone di far seguire progetti operativi, tentando di dare risposte concrete alle trasformazioni che la medicina ha affrontato negli ultimi anni: lo sviluppo della scienza medica, l’affermarsi di nuovi diritti e nuove libertà dei cittadini hanno dovuto confrontarsi con la moderna cultura di gestione dei sistemi sanitari, che si rifà ad una economia di mercato totale e globale. Questi fenomeni hanno sollecitato tumultuosi processi di cambiamento e la tradizionale arte di curare i malati si è trasformata in una complessa funzione che trasferisce ai singoli ed alla collettività la tutela della salute. L’obiettivo dell’intero corso è stato quello di stimolare la riflessione sui temi trattati, non solo trasferendo contenuti, ma, soprattutto, facilitando il processo di rielaborazione di conoscenze e di esperienze. Le lezioni del corso sono state orientate a garantire ai discenti una formazione di natura interdisciplinare e multidimensionale, proponendosi di fornire uno spunto di riflessione sulla possibilità di mettere in relazione le professioni che, a diverso titolo intervengono nel sistema sanitario, la formazione, infatti, ha la funzione di far crescere insieme i team di cura al fine di potenziare e accrescere la capacità di raggiungere scopi comuni, indispensabili per i professionisti sanitari.


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CONVEGNI E CONGRESSI: L’AGENDA DELL’AZIENDA DEI COLLI frontarsi con altre realtà, vivendo unʼesperienza più “intensa” di quella congressuale, essendo quotidianamente in sala operatoria a discutere con altri chirurghi delle indicazioni, tecniche e risultati dei vari interventi di chirurgia laparoscopica, in modo da poter acquisire conoscenze pratiche e teoriche in tema di chirurgia laparoscopica di base ed avanzata e nella gestione di nuove tecnologie.

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Problematiche di Anestesia e Rianimazione nel Paziente Infettivo Presidente Fiorentino Fraganza, Direttore U.O.C Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva - Ospedale “D. Cotugno” Sede del Convegno: Sala Conferenze F. De Lorenzo Ospedale “D. Cotugno”

Le Unità Operative di Malattie Infettive erogano prestazioni diagnostiche e terapeutiche complesse a pazienti con patologie infettive, diffusive e non, a carico di vari organi ed apparati. La specialità si avvale della collaborazione di discipline mediche e chirurgiche e si caratterizza per la specifica competenza nella diagnosi e nella terapia di patologie ad eziologia microbica. Nellʼambito dellʼU.O. di Malattie Infettive si presta particolare attenzione alle modalità di diffusione di malattie che possono interessare ogni organo od apparato. Eʼ di pertinenza della specialità la gestione dellʼemergenza-urgenza infettivologica, la presa in carico del paziente con patologia infettiva cronica, la gestione dellʼospedalizzazione. Obiettivo fondamentale del corso è stato mettere a confronto esperti farmacologi, infettivologi e rianimatori al fine di condividere esperienze e conoscenze che potessero arricchire le singole professionalità. Infezioni da MDR, fungine e trattamenti di supporto alla antibioticoterapia sono state il fulcro del corso, assieme ad argomenti di ventilazione emodinamica e anestesia.

Un Convegno per riunire clinici e studiosi di diversa estrazione e specialità al fine di discutere e ridefinire insieme lʼapproccio ottimale alle infezioni dei dispositivi cardiovascolari, un luogo privilegiato, dunque, in cui fare il punto sullo stato dellʼarte e sul ruolo delle nuove metodiche diagnostiche e delle nuove opzioni terapeutiche sia in ambito antimicrobico che di terapia chirurgica mini invasiva. Le infezioni dei dispositivi impiantabili cardiaci e vascolari rappresentano una condizione clinica emergente, la gestione clinica delle infezioni dei dispositivi impiantabili cardiaci e vascolari è infatti molto complessa e richiede lo sforzo interdisciplinare di più medici esperti. Unʼoccasione in cui attivare un tavolo di confronto sui protocolli diagnostici di terapia, medica e chirurgica, le linee guida e le evidenze scientifiche disponibili.

Presidente Riccardo Utili, Direttore U.O.C. Medicina Infettivologica e dei Trapianti - Ospedale Monaldi Sede del Convegno: Aula Magna Ospedale Monaldi

Simposio Scientifico Cardiologia SUN: Update su Dislipidemia, Atero-trombosi e Coagulazione Presidenti Raffaele Calabrò - Paolo Golino, Responsabile scientifico Paolo Calabrò Sede del Convegno: Sala conferenze Centro Ricerche Cardiologia SUN - Ospedale Monaldi

dal 21 al 25 Ottobre

Laparoscopic Surgical Week: Full Immersion Edizione speciale 3D Presidente Dr. Francesco Corcione, Direttore U.O.C. di Chirurgia Generale Ospedale Monaldi Sede del Convegno: Centro di Chirurgia Laparoscopica - Monaldi

04 ottobre

Infezioni dei Dispositivi Intracardiaci Un problema clinico emergente

25 ottobre

Un approfondimento sulla chirurgia laparoscopica dal punto di vista teorico ma soprattutto pratico per lʼedizione annuale della settimana di aggiornamento organizzata dal dr. Francesco Corcione, direttore della U.O.C. di Chirurgia Generale dellʼAzienda dei Colli. Un appuntamento atteso da coloro che desideravano avvicinarsi a questa tecnica chirurgica o chiunque volesse con-

Prevenzione e gestione dei pazienti con Sindromi Coronariche Acute (SCA) e con fibrillazione atriale. Se ne è discusso nel Simposio Scientifico Cardiologia SUN Update Atero-Trombosi e Coagulazione . Nonostante i sostanziali progressi compiuti negli ultimi due decenni nel trattamento e nella gestione dei pazienti con Sindromi Coronariche Acute (SCA) e con fibrillazione atriale, tali condizioni rappresentano ancora una delle principali cause di morte in Italia e nei paesi occidentali in genere, generando sia elevati costi indiretti che notevoli costi diretti in termini di assistenza sanitaria. Numerosi studi hanno dimostrato che vari trattamenti preventivi riducono in modo sostanziale la mortalità e la morbilità dei pazienti con un recente evento cardiovascolare acuto e con fibrillazione atriale. Questo evento formativo ha provato a definire con chiarezza gli obiettivi che il medico deve prefiggersi nella terapia antiaggregante nella prevenzione secondaria dopo una SCA e nella terapia anticoagulante per la prevenzione delle complicanze tromboemboliche.


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Sicurezza in Sala Operatoria L’Azienda dei Colli all’ 8° edizione del forum sul Risk Management in Sanità di Arezzo

L’

ospedale Monaldi si trasforma in un set cinematografico per la realizzazione dello spot sul Manuale per la Sicurezza in Sala Operatoria e Checklist (OGC). Il video, ironicamente ispirato al celebre Frankenstein Junior, film diretto da Mel Brooks nel 1974, riprende una delle scene più note della pellicola statunitense per introdurre il delicato tema della gestione del Rischio Clinico. Attraverso immagini accattivanti ed ironiche si vuole illustrare il futuro di una medicina che, grazie allo sviluppo della tecnologia, è più attenta alle esigenze dei pazienti. Il video ed il Manuale saranno presentati all’ 8° forum sul Risk Management in Sanità di Arezzo: una rassegna di appuntamenti internazionali, meeting, workshop ed expo sulle tecnologie applicate alla sicurezza del paziente, ambiente e salute che si terrà dal 26 al 29. Quello della prevenzione dell’errore costituisce oggi uno dei temi più impegnativi per le Aziende Sanitarie. La pubblicazione nel 1999 del rapporto dell’Institute of Medicine intitolato “To err is Human” mettendo in evidenza una preoccupante incidenza di eventi avversi nella pratica clinica, ha posto l’accento sulla necessità per le strutture sanitarie di predisporre iniziative finalizzate a ridurre la possibilità di errore e ad innalzare il livello di sicurezza delle cure. In questo scenario l’Azienda Ospedaliera dei Colli ha sviluppato un approccio proattivo al risk management concretizzatosi con l’adozione di una serie di procedure e percorsi diagnostico terapeutici volti a migliorare la gestione del paziente in condizioni critiche e più in particolare nelle sale operatorie e nell’area di emergenza. Le iniziative di gestione del rischio clinico vengono sviluppate alla luce sia delle direttive regionali che delle iniziative avviate dal Ministero della Salute in tema di qualità e sicurezza delle cure. Il Manuale per la Sicurezza in Sala Operatoria e Checklist (OGC) è nato con l’ obiettivo di uniformare e pianificare tutto il percorso perioperatorio del paziente chirurgico, grazie alla guida “senza invadenza” di un ‘applicazione web based, che può essere utilizzata da ogni operatore sanitario coinvolto ed ovunque sia presente una connessione Internet. Nella OGC il percorso perioperatorio è stato diviso temporalmente e funzionalmente in 2 fasi: la fase di pianificazione dell’intervento e quella operatoria propriamente detta, ove sono previsti per ogni singolo operatore (chirurgo, anestesista, infermiere) alcuni item da validare. Gli item inoltre sono arricchiti sia da “tendine informative” in forma flash, utilizzabili “on

Un Frame dello Spot “No more young Frankenstein”, realizzato dalla Cutre Production in collaborazione con 7segmenti per l’Azienda Ospedaliera dei colli di Napoli. Interpreti: Enzo Tota, Francesco Fimiani, Francesca Iaccarino. Regia di Paolo Battista, Fotografia di Marco Sabino, Organizzazione di Alessia Benincasa. Il Video può essere visionato sul portale aziendale www.ospedalideicolli.it

demand”, che da “alert di tempo minimo di validazione” e di “comunicazione”. La Regione Campania ha valutato positivamente il nuovo innovativo strumento (OGC), ed ha incoraggiato l’avvio della sperimentazione clinica presso la U.O.C. di Cardiochirurgia Generale e dei trapianti, proponendosi dopo l’esito dei primi risultati, di trasferire l’esperienza in altri presidi ospedalieri regionali. Approfondimento Il Risk Management, letteralmente “Gestione del Rischio”, indica un insieme di attività volte a identificare, valutare ed eliminare i rischi attuali e potenziali all’interno delle strutture sanitarie al fine di assicurare qualità e sicurezza alle prestazioni assistenziali. La sicurezza del paziente è un tema di primaria importanza. Rendere il sistema sanitario più affidabile e sicuro è una sfida con la quale è ormai necessario confrontarsi, analizzando le criticità che emergono nell’assistenza ai pazienti, discutendo e migliorando le pratiche cliniche, comprendendo gli errori latenti e

attivi che si celano dietro un evento avverso. Tutto ciò implica un profondo cambiamento culturale, che passa dal coinvolgimento degli operatori di prima linea ma vede chiamati in causa tutti gli attori del sistema: i politici, il management delle aziende e i cittadini stessi. Anche nel contesto italiano molteplici sono le esperienze e le sperimentazioni già avviate, e i tempi sembrano maturi per iniziare a discutere di quali modelli e sistemi possano essere più efficaci ai fini di una corretta gestione del rischio clinico. Il rischio clinico rappresenta l’eventualità di subire un danno come conseguenza di un errore. Il Risk Management, è l’insieme delle varie azioni complesse messe in atto per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie e garantire la sicurezza del paziente, promovendo la crescita di una cultura della salute più attenta e vicina al paziente ed agli operatori. La gestione del rischio quale strumento del governo clinico è la metodologia che permette l’individuazione, la valutazione dei rischi, la gestione dei processi decisionali e il controllo delle procedure, la riduzione degli stessi, garantendo la sicurezza del paziente. L’Azienda Ospedaliera dei Colli promuove la Gestione del Rischio Clinico nella consapevolezza che l’adozione di strategie operative finalizzate alla riduzione degli errori favorisca la “cultura del rischio” fondata sulla convinzione che gli errori rappresentano, se adeguatamente analizzati, preziose opportunità di apprendimento e di miglioramento.


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Sconfiggere la morte? Con la donazione degli organi si può!

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ento giorni di attesa e poi il regalo tanto desiderato: un cuore nuovo per Chiara, la bambina di 12 anni che, attraverso la lettera aperta, indirizzata ai giornali, ha commosso l’Italia intera. Parole semplici e colme di speranza che hanno fatto riflettere sull’importanza della donazione degli organi. Chiara chiedeva una opportunità per tornare alla sua vita, alla quale aveva dovuto rinunciare durante il lunghissimo periodo di ricovero ospedaliero, iniziato a causa di una miocardite dilatativa. Per quattro mesi è stata ricoverata al reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale Monaldi diretta dal dr. Caianiello, dove le è stato impiantato un cuore artificiale, collocato all’esterno del suo corpo, in attesa di ricevere un organo compatibile. Il “Berlin heart” è un dispositivo di assistenza ventricolare, un sistema pneumatico collegato sia al torace del paziente, attraverso una serie di tubicini, sia ad una consolle elettrica esterna, indispensabile a svolgere la funzione di pompa. Oggi Chiara è tornata alla sua vita, il 24 luglio, infatti, è stato effettuato l’intervento di trapianto, grazie alla donazione di una 35enne di Nocera deceduta a seguito di emorragia cerebrale. Chiara era in lista d’attesa sia nel settore pediatrico che in quello adulti, in quanto il suo peso corporeo era adatto anche accogliere un organo di una persona maggiorenne. L’intervento è stato realizzato da Giuseppe Caianiello, coadiuvato da Andrea Petraio, dall’anestesista Carmela Scarpati, da Claudio Marra del Centro Trapianti adulti e Ettore Merlino dell’equipe di Caianiello. Il cuore che adesso batte nel petto della piccola

Chiara ha sostituito l’organo artificiale che in questi mesi l’ha tenuta in vita. Una gioia indescrivibile per i medici e gli infermieri che hanno seguito Chiara e che giorno dopo giorno sono diventati per lei dei compagni di gioco e dei punti di riferimento come il dr. Petraio che Chiara chiama semplicemente Andrea, con cui ha contato i giorni che passavano, scanditi dalle attività sanitarie, e con cui si è ritrovata ad immaginare e sognare il momento in cui, con un cuore nuovo, avrebbe potuto far ritorno alla vita fuori da quelle mura. Ce l’ha fatta Chiara, ed ora è tornata nella sua casa, tra le sue cose, e mano a mano sta riprendendo la sua vita di dodicenne; in reparto, però, c’è ancora chi aspetta speranzoso che la generosità di un gesto possa cambiare la sua sorte. Imma, 8 anni, è tuttora in attesa di un cuore nuovo, è già più di un anno che è ricoverata e che la sua vita è legata al “Berlin heart”. Un cuore meccanico che sostituisca il cuore malato, rappresenta sicuramente un’ importante tappa del progresso tecnico applicato alla medicina, ma il rischio è che i piccoli pazienti non ce la facciano a sopravvivere ai lunghi tempi necessari a trovare un cuore disponibile. Il periodo in cui i pazienti devono vivere con queste apparecchiature, nell’attesa di un nuovo organo, è molto variabile: dipende dalla lista d’attesa e dal decorso della malattia. Durante i giorni che passano devono imparare a convivere con macchinari molto invasivi, a gestirli, ad avere particolari attenzioni, a sopportare il dolore delle medicazioni, a rassegnarsi a non poter lasciare l’ospedale e, per questo, interrompere quella che era la loro vita prima del ricovero.

Chiara ed Imma insieme nella foto

Il tempo, in situazioni come queste, si carica di significato: si dilata, sembra non passare mai ed invece è sempre troppo poco; la sensazione legata al tempo e all’attesa, dal momento in cui viene impiantato il cuore artificiale al il momento in cui si riceverà in dono un nuovo organo, equivale a vivere sospesi nella malattia, attendere in bilico tra la vita e la morte. La difficoltà a condividere e socializzare il proprio dolore è ancora maggiore nel caso in cui si parli di bambini, che vengono catapultati da una dimensione di vita sana ad una di malattia. La dimensione della malattia ne stravolge completamente l’universo di riferimento, si trovano proiettati non solo in una situazione di malessere fisico, ma anche nell’esigenza di ricostruire la quotidianità che li circonda. L’allarme rimane ancora oggi quello legato alla la scarsità delle donazioni, soprattutto nel Mezzogiorno e nel settore infantile. In Campania, i dati diffusi dall’Aido (associazione Italiana donazione organi) sono tutt’altro che rassicuranti, c’è il maggior numero di “opposizioni” alla donazione, il 43 per cento nel 2012, in aumento rispetto all’anno precedente e in controtendenza con il resto d’Italia dove sempre più persone danno il loro consenso. Donare un organo significa restituire una speranza, favorire un’opportunità ma anche far rivivere, attraverso la persona che ne beneficerà, una parte di colui che non c’è più.


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Il nuovo Sistema Informativo Ospedaliero dell’Azienda dei Colli Oreste Califano U.O.C. Servizio Informatica e C.E.D.

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azienda “AORN Dei Colli” ha intrapreso da tempo un percorso di informatizzazione dei propri processi amministrativi, clinici e sanitari. Oggi l’azienda è impegnata nella seconda fase di questo percorso, con l’avvio di un progetto per il quinquennio 2013 – 2018. Il progetto realizza l’informatizzazione a 360 gradi di tutti i processi, sia nell’area amministrativa che nell’area clinico/sanitaria; grazie alla stretta integrazione tra reparti/ambulatori con i servizi diagnostici, laboratori e radiologia, il Sistema Informativo Ospedaliero (SIO) rappresenterà una realtà di grande innovazione tecnologica e funzionale. In particolare, il SIO si configura nel suo complesso come soluzione integrata atta a garantire l’operatività necessaria ad una realtà sanitaria di eccellenza, con personale altamente qualificato ed in un contesto molto innovativo. Il progetto, coinvolgendo tutte le aree clinico/sanitarie ed amministrative, mira alla gestione del ciclo assistenziale del paziente migliorandone la qualità del servizio ed i tempi di accesso. Il progetto prevede il controllo reale dei processi di erogazione dei servizi incentrato sul Paziente, non solo quindi in relazione alle singole aree o unità operativa (amministrazione, ricoveri, reparto, gestione sanitaria, diagnostica, ecc), ma ricostruendo un Dossier Clinico che segue il Paziente in tutti i suoi accessi all’interno dell’Azienda. Caratteristica innovativa del SIO è la realizzazione di cartelle specialistiche per ciascun reparto, in maniera semplice e veloce. La cartella specialistica rappresenta una verticalizzazione flessibile e dinamica del SIO sul reparto: con questa innovativa tecnologia sarà possibile personalizzare la cartella clinica secondo le specifiche cliniche di ciascun reparto, realizzando qualsiasi tipologia di combinazione utilizzando oggetti standard facilmente configurabili. Così come la cartella clinica, anche la cartella ambulatoriale sarà verticalizzata su ciascun ambulatorio. Questi due oggetti, in maniera congiunta, andranno ad alimentare il dossier clinico del paziente: questo consiste in una dashboard strutturata di rapida lettura che evidenzia lo stato clinico del paziente e le sue criticità. Da qualsiasi punto del sistema, sarà sempre possibile accedere al dossier clinico del paziente, così da poterne valutare in tempi rapidi lo stato

complessivo e definire cure e procedure. Gli elementi caratterizzanti su cui è incentrato il progetto sono i seguenti: Focalizzazione su reparti ed ambulatori; Le linee guida a livello nazionale orientano sempre più le attività cliniche verso il regime ambulatoriale o degenze brevi. In questo scenario, sempre più importante diventa tracciare e rendere facilmente accessibili informazioni cliniche e di programmazione relative a questi eventi. Il nuovo SIO è organizzativamente incentrato sull’attività di reparto e sull’attività ambulatoriale: l’intero flusso è completamente informatizzato e, tramite l’utilizzo di cruscotti e quadri di sintesi, è possibile accedere ad informazioni complesse ed articolate a livello paziente o a livello unità operativa. Processo clinico/sanitario paperless; Il nuovo SIO è finalizzato alla completa dematerializzazione della cartella clinica. Il raggiungimento di tale obiettivo rappresenta una notevole evoluzione dei tradizionali sistemi informativi orientati alla “gestione” della carta: i principali vantaggi sono il veloce reperimento di informazioni cliniche storiche e correnti per ciascun paziente e la notevole riduzione dei costi relativi alla gestione della cartella cartacea e della sua conservazione fisica. Per raggiungere tale obiettivo, sono state informatizzate tutte le sezioni classiche di una comune cartella cartacea incluse le procedure che richiedono l’apposizione della firma autografa del paziente e del medico.

Distribuzione del carico dei servizi sui tre plessi; Il nuovo SIO rappresenta un sistema unico per i tre ospedali dell’Azienda. Al suo interno è presente un sistema di gestione distribuita che consente ad un reparto allocato in un ospedale, di richiedere consulenze e prestazioni ad un altro reparto o ad un servizio clinico presso ospedale differente. Con questa logica, inoltre, è possibile distribuire il carico di lavoro sui tre ospedali ottenendo tempi di attesa più brevi e perfomance migliorate. In conclusione, l’Azienda ospedaliera dei Colli ha lanciato un progetto pluriennale di informatizzazione dei propri processi ospedalieri; si è dotata di un’infrastruttura tecnologica innovativa e capace di permeare tutte le aree dell’azienda; è impegnata in una complessa opera di supporto organizzativo e di revisione di alcuni processi a supporto del progetto SIO e si sta preparando ad esporre alcuni servizi, laddove è opportuno, attraverso il web. L’obiettivo che l’azienda si propone di cogliere è di semplificare e di velocizzare i percorsi di prenotazione e di accettazione dei pazienti, di far circolare velocemente in rete tutti dati, garantendone al contempo l’integrità e la sicurezza nell’accesso, di consentire al personale medico di avere una vista completa della storia clinica del paziente, all’atto del ricovero o durante il follow-up, e di aver uno strumento di reportistica in grado di avere sotto controllo tutti i flussi, nell’ottica di fornire sempre un miglior servizio al cittadino.


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Il Tango che fa bene al cuore Giornata di solidarietà sulle cardiomiopatie ballando il Tango Argentino

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abato 30 novembre dalle 11.00 alle 16.00, nell’aula conferenze del Centro Ricerche della scuola di specializzazione in Cardiologia dell’Ospedale Monaldi si danza per la solidarietà. Cinque ore in cui la beneficenza si muoverà a passo di tango per sostenere i progetti dell’ Associazione Cardiomiopatie e Malattie Rare Connesse (ACMRC) costituita prevalentemente da genitori di bambini affetti da patologie cardiache rare e malattie del muscolo cardiaco (cardiomiopatie) e da persone che in età adulta hanno riscontrato una cardiomiopatia o malattia cardiaca rara. L’evento è nato dall’entusiasmo di Gloria Cardone, infermiera dell’Unità di Terapia Intensiva Post-Operatoria, ed è stato accolto e realizzato grazie all’appoggio dalla direzione strategica e alla fattiva collaborazione di tanti operatori dell’Azienda dei Colli che hanno dimostrato come un’idea possa diventare pensiero, volontà e azione virtuosa. Il tango sociale, attraverso l’uso del linguaggio corporeo, diventerà narrazione di un modo di vivere e sentire, capace con la sua musica di unire condizioni e stati d’animo diversi ma accomunati dall’ obiettivo di far conoscere l’attività dell’ ACMRC, da anni impegnata nello sviluppo e nel mantenimento di una rete di supporto psicologico e riabilitativo fi-

sico per i pazienti e le loro famiglie, nella promozione delle attività formative e informative riguardo i sintomi e il trattamento delle Cardiomiopatie e malattie rare e nella promozione e l’assistenza alla ricerca riguardante tali patologie. Una giornata che si prefigge di lasciare lo spazio all’incontro di persone, che intrecceranno sogni, desideri, oblii... generando insieme un grande abbraccio di intensa forza espressiva. Il tutto attraverso le suggestioni della danza e della musica con i Musicalizadores Gaetano di Matteo, Dora Berlingieri e Tana e la musica dal vivo di talentuosi studenti del conservatorio: i Los Niños. L’ingresso all’evento sarà gratuito ma tutti i partecipanti potranno, con una donazione, contribuire a sostenere il lavoro di ACMRC attraverso stands dedicati alla raccolta fondi. Un’occasione davvero speciale per far

Lo studio La salute nel Ritmo

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he il Tango faccia bene al cuore non è solo una suggestione poetica, alcuni studi su questa terapia dimostrano, che, attraverso i movimenti della danza, sotto la guida di un terapeuta addestrato, si hanno effetti positivi su rilassamento, creatività, piacere e auto-espressione, agendo anche sulla riduzione del dolore e sui sentimenti di isolamento che spesso si accompagnano a malattie gravi. Pablo Werba, responsabile della Prevenzione Aterosclerosi del Centro Cardiologico Monzino di Milano che è interamente dedicato alla cura e alla ricerca delle malattie cardiovascolari dichiara: ‘’Ballare il tango argentino, oltre a favorire la socializzazione, a ridurre lo stress e a dare una ‘carica’ emozionale positiva, migliora la forza, il coordinamento e la stabilità del corpo, aumenta la velocità dei movimenti e può agire a favore del cuore, sia contro l’insorgenza di problemi cardiovascolari, sia come cura vera e propria durante la riabilitazione. Essendo un’attività sociale, divertente e piacevole, il tango può aiutare chi ha bisogno di partecipare a programmi di riabilitazione cardiovascolare ad accettare più volentieri questo impegno a lungo termine. Ricerche eseguite a Buenos Aires da Roberto Peidro e collaboratori hanno dimostrato che ballare il tango argentino è un esercizio fisico paragonabile, in termini di consumo di ossigeno e di calorie, al nuoto ricreativo, a una camminata a 3,5 km all’ora o a una lenta pedalata in bicicletta e può indurre cambiamenti favorevoli nel sistema cardiorespiratorio. Il tango è già utilizzato fuori dal suo Paese d’origine come promotore di salute non solo cardiovascolare. Per esempio uno studio canadese, condotto da Patricia McKinley, ha mostrato che ballare il tango argentino può avere effetti favorevoli anche sull’apparato muscolo-scheletrico. Ballare il tango migliora la velocità dei movimenti e la stabilità e l’equilibrio negli anziani a rischio di cadute molto più di un programma di camminate”.

del bene ed innamorarsi di una danza capace di far vibrare le corde più intime di ciascuno.

PROSPETTIVE

La Tango-terapia Intenso. Raffinato. Poetico. Il tango è un abbraccio nel quale sono i corpi a parlare. Si dice che il tango sia un pensiero triste che si balla, ma al di là del noto aforisma, questa danza racchiude in sé una cultura affascinante, malinconica, il tango può diventare una metafora della vita: quando lo si balla ci si libera, ci si lascia andare, abbandonandosi al proprio partner e alla musica. È per questo che, negli ultimi anni è stato annoverato tra le Arti-terapie. Il tango è un linguaggio di mediazione e la Tango-terapia viene proposta quale tecnica terapeutica catalizzatrice dello sviluppo personale, quale metodo di esplorazione delle risorse personali e di potenziamento delle capacità di ogni persona. Uno spazio di realizzazione e di creatività, dunque, un luogo di scambi umani e di gioco,grazie alla precisione con cui sono stabiliti i ruoli, in questa danza, possono essere sperimentate le diverse parti di sé: quella femminile e quella maschile, in un intreccio che favorisce la crescita personale e relazionale.


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attualità/formazione

Progetto A tutta salute La Sanità interpretata come politica sociale

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fronte di una accresciuta domanda di salute e del progressivo trasferimento di processi di cure dall’Ospedale al Territorio, l’Azienda dei Colli, in sinergia con la 3^ Municipalità del Comune di Napoli ed il suo Osservatorio Sanitario, ha elaborato il progetto “A tutta Salute” nato con l’obiettivo di implementare il Sistema delle Cure Primarie, attraverso lo sviluppo di un modello integrato. Il progetto ha previsto una prima fase caratterizzata da incontri informativi rivolti ai medici del territorio, finalizzati soprattutto alla descrizione dell’offerta assistenziale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli ed all’analisi dei bisogni assistenziali dei quartieri di Stella - S. Carlo all’Arena. Dopo aver verificato la compatibilità dell’offerta rispetto alle necessità della popolazione afferente agli ambulatori dei medici di base, i medici di Medicina Generale hanno potuto effettuare, direttamente dal loro studio, prenotazioni di prestazioni specialistiche nell’ambito di patologie specifiche (asma, BPCO, patologie da inquinamento ambientale, possibili patologie infettive emergenti, cardiopatie, vasculopatie, neuropatie, medicina della riabilitazione, ecc.). L’azienda dei colli ha fornito gli strumenti per veicolare le richieste per la gestione delle prenota-

zioni, necessari per lo sviluppo del progetto. I medici di tutte le convenzioni ed i medici privati hanno aderito al progetto su base volontaria e senza alcun tipo di compenso. Nel corso della sperimentazione i medici coinvolti hanno elaborato report trimestrali delle prestazioni effettuate, in modo da consentire di sanare eventuali criticità emerse in corso d’opera. Una migliore integrazione tra medici del territorio e strutture assistenziali aziendali si traduce per il cittadino in facilità di accesso ad ambulatori ad alta specializzazione e vie preferenziali per le diagnosi precoci e le terapie più indicate. Il modello ha dimostrato di poter superare l’idea di un ospedale inteso come luogo capace di affrontare e risolvere autonomamente, e in modo isolato, con le risorse professionali e tecnologiche delle quali dispone, problematiche di salute complesse. I servizi erogati nell’ambito ospedaliero divengono, dunque, parte di un sistema più complesso, basato sulla gestione di percorsi clinico-assistenziali, nei quali la singola struttura operativa è il nodo di una rete che affronta specifici problemi di salute. Il ruolo svolto da ciascun nodo della rete è in stretta correlazione con la complessità delle prestazioni e dei servizi da

garantire e l’efficacia della presa in carico del cittadino dipende, in misura rilevante, dall’efficienza delle relazioni e della comunicazione tra i professionisti. In sostanza, si tratta di favorire il passaggio da un insieme di singoli ospedali a un sistema ospedaliero integrato in grado, attraverso il modello a rete, di moltiplicare i punti di accesso per il cittadino nella fase di riconoscimento del bisogno e di trattamento delle patologie più diffuse. Di continuità assistenziale ne ha bisogno l’ospedale, per poter dimettere le persone dopo gli interventi di fase acuta. Ne ha bisogno il territorio, per poter gestire tempestivamente la presa in carico dei bisogni, riducendo emergenze e sofferenze evitabili. Ne hanno soprattutto bisogno le persone e le famiglie interessate. In questo contesto anche i medici (MMG, PLS, Specialisti ambulatoriali) rafforzano il loro ruolo grazie all’integrazione tra loro e con il setting ospedaliero. Concorrendo alla definizione e realizzazione dei percorsi assistenziali si garantisce la continuità dell’ assistenza e si supera l’attuale frammentazione di interventi in ambiti diversi. Superando l’attività singola del professionista la si sostituisce con l’inserimento in una effettiva organizzazione funzionale e professionale.


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formazione

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Progetto “Interpreto” per l’ abbattimento delle barriere linguistiche

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e pratiche sociali si intrecciano con quelle sanitarie per migliorare la salute dei migranti attraverso percorsi gestionali che costituiscono la cornice della relazione tra professionista sanitario e “migrante in cerca di salute”. Nasce così, in Campania, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea Ministero dell’interno e realizzato dalla Cooperativa sociale Comunication Centre Multilingue (CCM) di Salerno in partenariato con l’Azienda ospedaliera dei Colli, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) di Roma ed il Consorzio Format di Battipaglia. Il Progetto “Interpreto” è un servizio di mediazione culturale e linguistica in modalità on-line che consentirà ad operatori sanitari e pazienti immigrati di usufruire di un servizio di mediazione linguistica, disponibile in tempo reale, garantita da operatori culturali madrelingua con ottima conoscenza dell’italiano, dislocati in una sede diversa da quella di fruizione del servizio sanitario. Il sistema consentirà una conversazione a tre, in modalità on-line, tra l’operatore della struttura ospedaliera, il paziente-immigrato che richiede un servizio sanitario ed il mediatore linguistico-culturale dislocato a distanza, contattato in videocomunicazione oppure telefonicamente dall’operatore sanitario per un servizio di mediazione on-line. Contestualmente ad una prima fase informativa e formativa, in cui sarà definita una campagna promozionale e saranno realizzate attività di orientamento e aggiornamento delle risorse umane coinvolte, il servizio “Interpreto” avrà il suo primo utilizzo in ambito sanitario, presso le sedi del polo ospedaliero AORN Ospedali dei Colli di Napoli, con l’ erogazione del servizio da parte dei 16 mediatori culturali, ovvero l’operatore sanitario in presenza del paziente, potrà fruire di una mediazione in tempo reale indicando la lingua con la quale ricevere assistenza; il mediatore culturale, dislocato a distanza, presso la sede della CCM, si renderà disponibile in modalità on line e potrà conversare in videocomunicazione / telefonicamente sia in lingua con il migrante che in italiano con l’operatore sanitario. Nella realizzazione del progetto si terrà conto del dato secondo cui tra i migranti attualmente presenti in Campania vi è una maggioranza di donne, per cui si proverà a rispondere alle loro esigenze e ai loro bisogni attraverso giornate informative dedicate. L’ospedale è uno dei contesti più difficili in cui gestire l’approccio tra diverse culture, l’immigrato spesso vive uno stato di doppio disagio, dovuto sia alle ansie dell’ospedalizzazione che alla condizione di straniero, la cultura di appartenenza, infatti, determina come la persona recepisce l’informazione sulla cura della salute, ossia: cosa è considerato essere un problema, come vengono espressi sintomi e le preoc-

cupazioni. I pazienti che sperimentano barriere linguistiche incontrano maggiori ostacoli alla costruzione di un efficace rapporto tra la domanda e l’offerta di assistenza medica, utilizzano meno le strategie di prevenzione ed hanno meno probabilità di utilizzare servizi ambulatoriali o di tornare per il follow-up. I pazienti che sperimentano barriere linguistiche sono meno soddisfatti delle cure, hanno meno conoscenze sanitarie e minore capacità di comprendere diagnosi e trattamenti il che si traduce in ricoveri più prolungati, la scarsa conoscenza dell’organizzazione dei servizi rende difficile per l’utente immigrato capire cosa chiedere, a chi chiederlo e dove chiederlo. La fatica o l’impossibilità di comunicare complicano e rendono incomprensibili la raccolta dell’anamnesi ed il percorso diagnostico di chi eroga le cure, che, inoltre,

affronta il problema di dover verificare che il paziente abbia compreso le indicazioni terapeutiche e sia in grado di applicarle. Il Progetto Interpreto, attraverso la sua attività di mediazione linguistica-culturale ha lo scopo di migliorare la relazione tra i pazienti stranieri ricoverati, le loro famiglie e la struttura ospedaliera. Questa mediazione favorisce la rimozione delle barriere linguistico culturali, la conoscenza e la valorizzazione delle culture d’appartenenza, nonché l’accesso appropriato ai servizi sanitari. Con la sperimentazione e l’implementazione, presso l’Azienda dei Colli, di questo servizio innovativo ad alto contenuto tecnologico, ci si attende, attraverso una più efficace erogazione dei servizi sanitari, un rafforzamento delle politiche e dei servizi per l’integrazione dei migranti.


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speciale forum Pa 2013

Parliamone tour 4 edizione L’Azienda dei Colli si “trasferisce” nelle piazze in nome della Prevenzione

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l Bus dell’Azienda dei Colli prosegue la sua corsa verso la prevenzione e conferma le tappe del suo viaggio nelle piazze napoletane. Un programma di educazione sanitaria itinerante, giunto ormai alla sua quarta edizione, che rinnova ed amplia la sua offerta anno dopo anno. Una politica efficace per la promozione di stili di vita salutari non deve accontentarsi di contemplare i successi conseguiti ma deve mettere a punto nuove strategie e moltiplicare gli sforzi per raggiungere un numero sempre maggiore di persone. “Parliamone Tour” nasce dallʼesigenza di rendere più facili le scelte salutari attraverso una campagna informativa che mira a modificare comportamenti inadeguati con l’ausilio di un team di esperti che si alterna, a bordo del veicolo e, toccando le principali piazze della città, informa e risponde alle domande dei passanti. Diffondere la salute attraverso scelte salutari, è l’idea di cui si fa promotore il Bus di Parliamone Tour per promuovere la salute come bene collettivo: un momento di cambiamento nelle strategie di prevenzione, che prevede un approccio

Il “mangiar bene” entra in ospedale “Mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un’arte” (François de La Rochefoucauld)

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a sensibilità e l’attenzione ai problemi legati all’alimentazione non sono mai stati così vivi come oggi. Il crescente interesse e’ dovuto principalmente alla conoscenza della correlazione esistente tra nutrizione e qualità della vita. La promozione di uno stile di vita sano e interventi di educazione alimentare finalizzati a correggere le errate abitudini alimentari, a promuovere una riduzione della sedentarietà e l’abbandono di comportamenti a rischio (alcol, fumo) rappresentano una delle principali priorità nelle strategie di educazione alla salute. Poiché l’alimentazione svolge un ruolo importante nella prevenzione di numerose patologie, l’Azienda dei Colli ha pianificato una campagna educativa e informativa finalizzata

alla diffusione delle conoscenze di stili alimentari corretti e protettivi. “Un piatto di salute” è il nome del progetto che si propone di avvicinare la popolazione al consumo degli alimenti in modo consapevole, mettendo in evidenza l’importanza di una alimentazione sana e completa e puntando alla valorizzare del patrimonio alimentare ita-

liano: la dieta mediterranea, infatti, da sempre considerata un modello sano (dichiarata dell’UNESCO nel 2009 patrimonio culturale immateriale dell’umanità) è in grado di ridurre del 13% l’incidenza di malattie come Parkinson e Alzheimer, del 9% le malattie legate a problemi cardiovascolari e del 6% l’incidenza di tumori. [Sofi F. et al. BMJ2008; 337: 673-675]. “Un Piatto di Salute” prenderà il via nel 2014 ed avrà durata annuale, il progetto nasce dalla collaborazione fra l’Azienda ospedaliera dei Colli e il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Federico II, diretto dalla prof.ssa Maria Triassi, e sarà realizzato grazie al contributo di Unicredit. L’obiettivo è quello di promuovere una nuova cultura del cibo considerando l’alimentazione come parte integrante degli interventi terapeutici e riabilitativi. Tra gli appuntamenti di questo progetto è previsto un laboratorio a cui parteciperanno gli Istituti Alberghieri napoletani che darà vita ad un singolare evento attraverso il quale si punterà l’accento anche sul valore della convivialità e della relazionalità nel consumo di cibo.


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speciale forum Pa 2013

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FORUM P.A. 2013

ampio di intervento, l’ ottimale coordinazione tra le azioni e la condivisione delle responsabilità fra i cittadini e la collettività. Il programma ideato dalla dr.ssa Ester Guidetti, direttore f.f. della U.O.C Ufficio relazioni con il Pubblico (URP), stampa, comunicazione e internal audit, si propone di contrastare, in modo integrato, i principali fattori di rischio, svolgendo una efficace attività informativa e comunicativa riguardo gli strumenti di prevenzione. Grazie alla conoscenza e l’acquisizione di corrette abitudini di vita, è possibile incidere positivamente sul proprio benessere. Fondamentale, diviene, dunque, stimolare la responsabilità individuale, affinché il cittadino diventi partner attivo nel miglioramento del proprio stato di salute, una attività di comunicazione che promuova la salute diviene pertanto indispensabile strumento per ottenere questo risultato.

Il bus di parliamone Tour nelle Piazze di Napoli – Lo stand dell’Azienda dei Colli al Forum P.A. 2013

La partecipazione dell’Azienda dei Colli al Palazzo congressi dell’EUR.

Dalla Dematerializzazione delle fasi del ciclo passivo di fatturazione allʼ“On Line Guided checklist”, dal Work-life balance al “Parliamone Tour”. Rinnovando il suo appuntamento al Forum PA 2013, lʼAzienda dei Colli ha puntato i riflettori su un pezzo decisivo della sua mission: i servizi al cittadino. Lʼazienda dei Colli dal 28 al 30 maggio è stata presente alla prestigiosa manifestazione allʼinterno del suo stand, presso il Palazzo dei Congressi dellʼEUR, con lʼesposizione del materiale informativo ed una postazione multimediale su cui sono stati proiettati video esplicativi delle principali attività dellʼAzienda. Una partecipazione, quella dellʼAzienda dei Colli, che vuole essere anche condivisione della riflessione sulla Sanità pubblica e sui suoi obiettivi, apertura a un confronto sociale e interdisciplinare che, tra etica, politica, diritto, economia e filosofia, risulta essere fondamentale allʼinterno del dibattito sanitario. Un modello di dibattito partecipato e strutturato su alcuni temi sensibili della Sanità rappresenta un contributo estremamente innovativo e può disegnare nuove mappe di intervento per la Pubblica Amministrazione.


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Parliamone Tour speciale Giornata Mondiale contro l’AIDS

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utte le risposte alle tue domande in materia di HIV”. Con questo slogan e con l’immagine accattivante e allo stesso tempo rassicurante di un gruppo di giovani sorridenti, si presenta la campagna di informazione / prevenzione in tema di malattie sessualmente trasmesse con particolare focus sull’infezione da HIV, promossa dall’Azienda Ospedaliera dei Colli. Il bus itinerante di “Parliamone Tour” raggiungerà i giovani, nei luoghi da loro maggiormente frequentati: nelle serata del 30 novembre dalle 19.00 alle 24.00 in Piazza Bellini e durante la mattinata del 1 dicembre dalle 9.00 alle 16.00 in piazza del Gesù, offrendo un’ informazione completa in materia di AIDS e malattie sessualmente trasmesse. È la cultura dell’informazione il vero accesso alla comprensione e alla prevenzione e così, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, il Bus della Salute, per 2 giorni coinvolgerà esperti del settore che spiegheranno ai cittadini quali sono le patologie a trasmissione sessuale e cosa fare per

Infezione da Hiv, screening anonimo La sezione di Screening in anonimato per lʼHIV dellʼAzienda Ospedaliera dei Colli effettua il test presso un ambulatorio dedicato, esterno allʼospedale Cotugno (sala C). Utilizzando un codice personale univoco, assegnato nel momento del prelievo, si ha la garanzia di eseguire le analisi con la massima sicurezza senza dover fornire i propri dati anagrafici, in completo anonimato. Una linea telefonica alla quale risponde un consulente sanitario appositamente preparato è riservata a coloro che desiderino ricevere informazioni circa i diversi rischi di infezione per valutare la necessità di eseguire gli esami. È, inoltre, garantito un supporto psicologico oltre che medico e le analisi sono completamente gratuite, per accedere ai servizi, infatti, non è necessario né il libretto sanitario né lʼimpegnativa del proprio medico di base, il che significa nessun costo per il paziente. Nel 2012 sono state segnalate 3.853 nuove diagnosi di infezione da HIV. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2012 hanno unʼetà media di 38 anni per gli uomini di 36 anni per le donne, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono lʼ80,7% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 42,7%; MSM 38,0%). Il 25,1% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha acquisito lʼinfezione nei 6 mesi precedenti il primo test HIV positivo. Si osserva che la proporzione di pazienti con una diagnosi di sieropositività vicina (meno di 6 mesi) alla diagnosi di AIDS è aumentata dal 1996 al 2012 ed è più elevata tra coloro che hanno come modalità di trasmissione i rapporti sessuali, questi dati indicano che molti soggetti arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività. Poco meno di un quarto delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV-correlati, il 16,5% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 15,0% in seguito a rapporti sessuali non protetti. [Not Ist Super Sanità 2013;26(9, Suppl. 1):3-47]

prevenirle, illustrando come scongiurare il contagio evitando i comportamenti a rischio. La campagna informativa itinerante ha tra i suoi scopi quelli di mantenere alta l’attenzione su questa malattia, sensibilizzare l’opinione pubblica contro la discriminazione e lo stigma nei confronti di chi ne è affetto e fare il punto su quanto fatto finora per la cura e la prevenzione sull’Aids. I progressi compiuti dalla ricerca negli ultimi anni hanno talvolta comportato un calo nella percezione del rischio, l’AIDS invece è ancora un serio problema in tutto il mondo ed è pertanto importante non abbassare la guardia. La prevenzione sembra essere l’imperativo per la nostra società e soprattutto per quella futura, essa, però, non può prescindere dal supporto dell’informazione e della conoscenza, che va calata in un processo educativo più ampio: che motivi efficacemente il singolo soggetto a modificare i propri comportamenti, in rapporto alle informazioni ricevute. Le due tappe di “Parliamone Tour” rappresentano un’occasione per richiamare tutti ad un rinnovato e consapevole impegno nel prevenire durevolmente la diffusione dell’epidemia, mantenendo alta l’attenzione agli aspetti sociali della patologia. Parliamone Tour ancora una volta, attraverso la conoscenza, punta a scuotere la coscienza civile, proseguendo la sua all’attività di promozione della salute sul territorio, augurandosi che l’eco dell’iniziativa si propaghi ben oltre i 2 giorni di permanenza del pulmino itinerante.




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