Cellule staminali e fattori di crescita piastrinici in Ortopedia

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Cellule Staminali e Fattori di Crescita Piastrinici in Ortopedia Dott Raffaello Riccio

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Cellule Staminali e Fattori di Crescita Piastrinici in Ortopedia. (Domande Frequenti)

Cosa sono le cellule staminali? Le cellule staminali sono cellule capaci di rinnovare se stesse e di trasformarsi in altri tipi di cellule (differenziazione).


Quali le differenze tra cellule staminali embrionali e cellule staminali adulte? La maggior parte di ciò che avrete letto ed ascoltato riguardo alle cellule staminali riguarda le cellule staminali embrionali. A parte i problemi di tipo etico, le cellule staminali embrionali hanno di buono un elevato potenziale di crescita. Peraltro in ambito scientifico esistono molti più dati pubblicati sulle proprietà delle cellule staminali adulte che di quelle embrionali. Cosa sono le cellule staminali adulte? Sono cellule che vivono dentro ciascuno di noi in diversi tessuti, pronte ad entrare in azione per riparare un danno quando questo si determina. Il problema è che con gli anni, o se andiamo incontro ad un trauma importante, il nostro organismo spesso non è in grado di radunare nella zona del danno un numero sufficiente di queste cellule per una piena guarigione. Esistono molti tipi di cellule staminali adulte; quelle più spesso utilizzate negli studi e ricerche riguardanti la rigenerazione tessutale sono le cellule staminali mesenchimali (MSC).

Quali tipi di cellule staminali si stanno sperimentando in campo ortopedico? Per le applicazioni in Ortopedia due principali tipi di MSC sono state utilizzate, quelle derivanti dal midollo osseo e quelle derivanti dal tessuto adiposo. Quelle derivanti dal midollo osseo sono prelevate attraverso una procedura di ago aspirazione, procedura sostanzialmente indolore. Il secondo tipo di MSC, derivanti dal tessuto adiposo, viene ottenuto attraverso una procedura di lipoaspirazione. Nelle applicazioni in ortopedia le cellule staminali derivanti dal grasso forniscono risultati meno brillanti rispetto a quelle derivanti dal midollo osseo. Ciò è d’altra parte comprensibile in quanto tali cellule svolgono una funzione rigenerativa naturalmente e quotidianamente.


Se per esempio ci si frattura un osso, è a partire da queste cellule staminali mesenchimali derivanti dal midollo osseo che si realizza il processo di guarigione della frattura. Qual è lo stato attuale delle ricerche riguardanti l’utilizzo di cellule staminali in Ortopedia? La capacità di queste cellule staminali (MSC) di differenziarsi in cellule ossee chiamati osteoblasti ha condotto al loro utilizzo in molti studi il cui obbiettivo è di determinare l’efficacia e la sicurezza di tali metodi di rigenerazione ossea. Questi studi sono rivolti al possibile trattamento di difetti ossei localizzati del nostro scheletro. Altre ricerche sono focalizzate sull’utilizzo delle MSC nella riparazione della cartilagine. La cartilagine ricopre le estremità delle ossa a livello delle articolazioni dove permette il normale scivolamento delle superfici articolari. Essa può essere danneggiata per un trauma improvviso come una caduta, o nel lungo termine da condizioni quali l’osteoartrosi, malattia dolorosa e invalidante delle articolazioni. La cartilagine non è in grado di riparare se stessa efficacemente dopo un trauma. Il miglior trattamento disponibile attualmente per un grave danno cartilagineo è la sostituzione della superficie articolare danneggiata con una artificiale (protesi). Dato che le MSC possono differenziarsi in cellule cartilaginee chiamate condrociti, i ricercatori sperano che tali cellule staminali (MSC) possano essere iniettate nelle articolazioni dei pazienti per curare e riparare la cartilagine articolare danneggiata. I ricercatori stanno pure investigando sulla possibilità che MSC trapiantate possano rilasciare sostanze in grado di “insegnare” alle cellule cartilaginee proprie del paziente come riparare il danno cartilagineo articolare. Molti ostacoli peraltro rimangono in piedi prima che questo tipo di trattamento possa diventare una realtà. Per esempio , quando le cellule staminali MSC sono trapiantate nelle articolazioni del paziente, la maggior parte di queste viene rapidamente eliminata dal corpo. A tale proposito ricercatori stanno lavorando su nuove tecniche di trapianto di cellule staminali, in particolare sullo sviluppo di strutture tridimensionali (scaffolds) che simulino le condizioni della zona del corpo in cui tali cellule sono necessarie. Questi scaffolds proteggeranno le MSC e le incoraggeranno a differenziarsi nel tipo cellulare desiderato.


Cosa sono i fattori di crescita piastrinici o PRP (Plasma Arricchito di Piastrine)? Avrete certamente letto di atleti di fama internazionale che si sono sottoposti alla terapia con PRP. PRP sta per “Platelet Rich Plasma” (Plasma Arricchito di Piastrine). Platelet-rich plasma (PRP) è plasma sanguigno che è stato arricchito di piastrine. Si tratta di un concentrato di piastrine autologhe (cioè provenienti dal sangue del paziente stesso), che contiene diversi fattori di crescita ed altre sostanze chiamate citochine, che vengono rilasciate nel sito di iniezione (degranulazione), in grado di stimolare il processo di guarigione di ossa e tessuti molli. Il PRP si ottiene attraverso la centrifugazione con un kit monouso di una piccola quantità di sangue (8-10cc) prelevata dal paziente stesso, in modo da separare la frazione piastrinica concentrata. Pertanto il PRP è una porzione del sangue del paziente stesso contenente un gran numero di cellule chiamate piastrine ed un concentrato di sostanze chimiche e fattori di crescita, in grado di aiutare il nostro corpo a guarire rigenerando se stesso.


Come funziona il trattamento con i fattori di crescita piastrinici? L’idea è che iniettando PRP nell’area danneggiata del nostro corpo ( per esempio un’articolazione artrosica o un tendine degenerato) possiamo stimolare la rigenerazione del tessuto danneggiato. Al contrario del trattamento infiltrativo locale con cortisonici, che mascherano l’infiammazione e non stimolano il processo di guarigione, la risposta al trattamento con PRP risulta in un beneficio nel lungo termine in quanto il miglioramento dei sintomi è in rapporto con il processo auto-rigenerativo avviato dal trattamento stesso. Naturalmente quello dei fattori di crescita rappresenta uno dei campi di ricerca più attivi in Ortopedia, pertanto nuovi contributi scientifici al riguardo vengono pubblicati quasi quotidianamente. Esistono inoltre differenti tecniche di preparazione e di iniezione del PRP che possono condizionare la qualità dei risultati. Per questo motivo si sta lavorando per standardizzare al massimo tale procedura. Quali sono i principali campi d’applicazione del PRP in ortopedia? Il trattamento con PRP rappresenta una possibilità terapeutica sempre più utilizzata nelle patologie degenerative e post-traumatiche in Ortopedia, soprattutto viene oggi considerata per molte condizioni un’opzione di trattamento alternativa alla chirurgia. Allo stato gli studi più convincenti riguardano l’utilizzo del PRP nel trattamento dell’Osteoartrosi, nelle patologie degenerative tendinee della spalla (cuffia dei rotatori) , nell’epicondilite (gomito del tennista), nell’infiammazione cronica del tendine d’Achille e nella Fascite Plantare. Inoltre risultati promettenti in chirurgia ortopedica sono descritti nel trattamento dei difetti ossei e dei ritardi di consolidazione di fratture (pseudoartrosi).


I fattori di crescita piastrinici (PRP) rappresentano una terapia con cellule staminali? No, come spiegato sopra il PRP non è altro che un concentrato di piastrine e fattori di crescita in esse contenute; non contiene cellule staminali di alcun tipo. In grande sostanza il PRP rappresenta un cocktail naturale di fattori di crescita che possono aiutare il paziente a guarire. Esso ha già oggi un ruolo certamente importante nella medicina rigenerativa ed assumerà certamente in un prossimo futuro un ruolo terapeutico sempre maggiore. Qualsiasi medico può effettuare il trattamento con PRP? No, solo i medici autorizzati dall'Ente trasfusionale di riferimento possono effettuare in condizioni di legge la terapia rigenerativa mediante Plasma Arricchito di Piastrine (PRP). I medici autorizzati devono seguire procedimenti e protocolli clinici definiti, utilizzare strumentazione approvata e certificata CE in conformità della Direttiva dei prodotti sanitari 93/42/EEC e aggiornata con la Direttiva 2007/47. Questa normativa prevede che il medico che effettua un trattamento di PRP è tenuto ad utilizzare strumenti (centrifughe, kit di prelievo e somministrazione) approvati per l’uso clinico umano. Sul Consenso Informato che ogni paziente riceverà deve essere riportato il numero di autorizzazione che il medico ha ricevuto e la documentazione di conformità della strumentazione. Quali sono i rischi ed i possibili effetti collaterali del trattamento con PRP? Il trattamento con PRP effettuato nei Centri Medici autorizzati non presenta nessun rischio di effetti collaterali per il paziente che vi si sottopone. Il sangue prelevato da ogni soggetto viene raccolto in provette sterili a circuito chiuso che vengono immediatamente inserite nella centrifuga. La disinfezione della cute della regione da trattare è la stessa che in caso di intervento chirurgico, ciò rende praticamente impossibile la contaminazione e il rischio di infezione. Tutto il materiale utilizzato è naturalmente sterile e monouso. Nessun rischio può venire dal PRP iniettato: si tratta del plasma autologo (cioè dello stesso paziente) per cui non può creare allergie o sensibilizzazioni. La tecnica PRP non fa altro che "spostare" il plasma (centrifugato) dal circolo sanguigno del paziente alla zona del suo corpo da trattare. .


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