Mini protesi per l’artrosi dell‘anca Dott Raffaello Riccio www.raffaelloriccio.com
Newsletter Il numero di protesi d’anca impiantate nel mondo è giunto oggi a circa un milione e mezzo ogni anno. Di queste 300.000 negli Stati Uniti; l'Italia è il secondo Paese europeo per numero di impianti effettuati. Circa centomila impianti su un totale di 700.000 interventi effettuati ogni anno in Europa, L’Italia è seconda solo alla Germania (250.000) e alla Francia (130.000) e precede Regno Unito (90.000) e Spagna (70.000). Ed il numero di interventi sull'anca cresce al ritmo del 5 per cento annuo. In questo modo cambia anche la filosofia di approccio al trattamento chirurgico dell’artrosi dell’anca. La tendenza è di non aspettare più l’età avanzata per intervenire: oggi l’elemento decisivo è soprattutto la compromissione della qualità di vita. Se questa appare troppo compromessa si procede all’intervento anche in pazienti di 30 o 40 anni.
Aumenta anche il numero degli interventi eseguiti in soggetti giovani. Ciò è reso possibile grazie alla disponibilità di nuovi materiali, nuovi disegni di impianti e nuove tecniche chirurgiche mini invasive. In Italia circa 20.000 protesi d’anca sono impiantate ogni anno in pazienti al di sotto dei 65 anni, e circa 5000 in pazienti con meno di 50 anni. La necessità di disporre di impianti più adatti a pazienti “giovani” ha portato allo sviluppo di tecniche chirurgiche mini invasive, che rispettano al massimo i tessuti, e di mini protesi che consentono di ridurre l’asportazione di osso durante l’intervento.
Le protesi d’anca sono già oggi più piccole rispetto al passato, e lo saranno sempre più in futuro : la tendenza, infatti, è la mini invasività ossea , ridurre cioè al minimo l'asportazione di osso, così da facilitare eventuali futuri reinterventi. E più di dieci anni di follow-up, controlli clinici, radiologici e di laboratorio hanno confermato la loro affidabilità ed efficacia.