FIRENZE

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CAMPIONATO GIORNALISMO 11

MARTEDÌ 21 FEBBRAIO 2012

Scuola media

Calamandrei Firenze

Via il passato, largo alla Via Firenze Nova: una rotatoria potrebbe nascere al posto dell’antico Oratorio NEL SETTEMBRE del ’44, Piero Calamandrei, in una Firenze sconvolta dalla guerra, pronuncia un memorabile discorso di apertura dell’anno accademico: “Voi lo sapete che in Italia, specialmente in Toscana, ogni borgo, ogni svolto di strada ha un volto come quello di una persona viva; non vi è curva di poggi o campanile di pieve che non si affacci nel nostro cuore col nome di un poeta o di un pittore, col ricordo di un evento storico che conta per noi quanto le gioie o i lutti della nostra vita. Questi paesi sono carne della nostra carne e per la sorte di un quadro o di una statua o di una cupola si può stare in pena come per la sorte di un congiunto o dell’amico più caro”. Di lì a poco, a Firenze sarebbe iniziata una ristrutturazione urbanistica che non avrebbe tenuto più conto della sua identità storica. Lo stesso anno in cui Calamandrei moriva, nel 1956, veniva abbattuta la rinascimentale Villa Lippi Neri, che aveva dato il nome al Rione del Lippi. Il Comune, vendendola al-

LA SITUAZIONE La cappella dell’Oratorio Rucellai nel 1941(Archivio Storico Sovrintendenza Beni Architettonici Firenze) e l’Oratorio nello stato attuale

la società Pignone, aveva autorizzato quest’ultima a demolirla, con buona pace della tutela del patrimonio artistico. La nostra scuola si trova nella zona di Firenze Nova, proprio ai confini con lo stabilimento del Nuovo Pignone, con il Rione del Lippi e la piana di Castello, aree

che, nell’’800, facevano parte del comune del Pellegrino, oggi scomparso. Il Lippi rappresenta il cuore antico del nostro Quartiere e la ricerca sul suo passato accende la nostra fantasia, ci spinge a ricercarne la memoria in quel che sopravvive, nel desiderio di salvaguardarlo. Della famiglia omoni-

ma, del suo patrimonio immobiliare, passato in eredità ai Rucellai, i mecenati di Santa Maria Novella, ci rimangono, oltre al grande stemma dei Lippi, un leone rampante cosparso di stelle, un Oratorio e un Tabernacolo, con una Madonna del Latte attribuita a Paolo Uccello e conservata nella Chiesa locale. L’Oratorio oggi è avvolto in un reticolo di impalcature e teli verdi, all’incrocio fra tre strade. Il Comune, che ne ha in parte la proprietà, avrebbe espresso l’intenzione di abbatterlo, perché è di ostacolo alla viabilità, ma l’Oratorio è un monumento pregevole, con preziosi affreschi di cui restano solo antiche foto d’archivio. L’edificio è pericolante e non vi si può accedere. Nel 2002 il Tabernacolo fu trasferito nei giardini del Lippi, mentre l’Oratorio veniva condannato alla dimenticanza e al degrado. In ultimo la richiesta di abbatterlo. “Una Rotatoria al posto dell’Oratorio?”. Suona come una beffa, questa sorta di anagramma, alla memoria di Calamandrei.

PATRIMONIO DA PROTEGGERE LA CHIESA DI SANTA MARIA MATER DEI E IL TABERNACOLO

Il rione del Lippi e i suoi tesori dimenticati

PICCOLI TESORI I beni artistici del Lippi

LA CHIESA è spoglia, severa. Pareti bianche conducono all’altar maggiore, dove si mostra il miracolo: la Madonna in trono, tra angeli e santi, allatta il bambino. E’ dolce, ha l’aria di una regina nel suo manto color porpora, bordato d’oro. L’artista, un Paolo Uccello giovane, come attesta un’antica epigrafe, o più probabilmente un Pietro Nelli, allievo di Orcagna, la rappresenta tra S. Giovanni Battista e San Luca; in alto, tra i 4 profeti maggiori, Dio Padre benedicente. Altri studi la riportano a Filippo Lippi e alla sua scuola. L’hanno salvata dal degrado staccandola dal Tabernacolo che ne custodiva l’immagine fin dal 1400, posto a segnare un crocicchio di strade a fianco dell’Oratorio che oggi versa in uno stato di penoso abbandono. Per secoli questa Madonna ha confortato il cammino di viandanti solitari, illuminando l’oscurità della notte

con la sua luce. Ha accolto i fedeli che al tramonto cantavano le sue lodi o che, nei periodi di pestilenza, seguivano all’aperto le funzioni religiose. Quanti oggi ne conoscono l’esistenza o ne apprezzerebbero la perfezione? Il Tabernacolo che l’ha protetta per tanti secoli ha l’aspetto di una piccola torre. Da anni è stato trasferito nei giardini del quartiere Lippi, dove si trova, proprio a fianco della Chiesa di Santa Maria Mater Dei, che ne custodisce l’affresco. A pianta quadrangolare ha una porticina con un’anta divelta e le erbacce ne hanno invaso l’interno. Sulle pareti esterne, dove ancora sono visibili gli stemmi della famiglia Lippi, compaiono scritte e segni di sfregio. Nel mezzo, tra Tabernacolo e Chiesa, estraneo all’insieme, l’edificio moderno del distretto socio-sanitario di zona veglia beffardo sulla cattiva salute del Tabernacolo e sull’agonia dell’Oratorio poco distante.

LA REDAZIONE CLASSE II A: Gabriele Bacus, Samuele Bartolozzi, Anamaria Basica, Angelbert Bisaya, Giorgio Chen, Andrea del Francia, Alessia di Geronimo, Asia Fibbi, Cristiana Gjona, Mattia Gloter, Davide Langella, Lorenzo Lapini, Annalisa Li Volsi, Giulio Cesare Maldonado, Lorenzo Mechi, Sadia Mongalieri, Alessandro Muru, Diletta Noferini, Maurizio Pallante, Alessandra Pela, Christian Privitera, Niccolò

Sarti, Elisa Sottili, Gemma Spatafora, Diana Toldea, Lucrezia Uccellieri. Classe II B: Al Azzam Safieh, Sara Balsimelli, Francesco Barbieri, Marta Bettini, Francesco Caccavale, Chenah Merem, Parvani Confortini, Aurora Giannoni, Leon Haljiti, Emma Leoni, Alessia Marchese, Stella Marzano, Francesca Moricca, Serena Ottanelli, Caterina Pali, Iacopo Pitta,

Martina Porrati, Virginia Pruneti, Carmel Ranieri, Gioele Scanu, Andrea Scopetani, Singh Gurbinder, Rossella Stanzione, Leonardo Viligiargi, Olga Zajas, Luz Pariona Tutor: prof.ssa Serenella Masi. prof.ssa Alessandra Vettori. Dirigente Scolastica I.C.S. “Piero Calamandrei”: prof.ssa Lucia di Giovanni

L’ANALISI

Alla ricerca delle nostre origini SE L’ARTE è la voce della storia e l’arte non viene conservata, la storia è condannata al silenzio. Allora restiamo un popolo senza voce, un popolo di bambini, destinati a non crescere, perché non conosciamo quello che è accaduto prima di noi. La storica villa del Lippi è scomparsa. Salviamo almeno quanto rimane. A Firenze le demolizioni erano cominciate dalla metà dell’’800, per fare spazio ai Piemontesi, quando la città era diventata la nuova capitale del Regno o, meglio, la città di Acchiappacitrulli, come la descriveva Collodi nel suo Pinocchio, che si era coperta di debiti fino a dichiarare bancarotta pur di darsi arie da gran signora. Tutt’intorno, Firenze conservava le sue ville patrizie, i campi coltivati, i piccoli borghi ma, dopo la seconda guerra mondiale, una nuova rivoluzione urbanistica ne avrebbe definitivamente cambiato il volto. Di quel passato splendido rimane l’Oratorio dei Lippi Rucellai, sorto nel ‘’700 di fronte alla villa omonima, contenente, oltre ad affreschi del XVIII secolo, alcune tombe della famiglia Rucellai. Quegli affreschi erano preziosi, prima che il tetto crollasse e fosse proibito entrare nell’edificio per vederli. Negli anni ‘80 era nato un Comitato per salvare dalla distruzione quest’antico Oratorio e il vicino Tabernacolo con la Madonna attribuita a Paolo Uccello. Oggi si riparla di demolizione, malgrado il vincolo della Sovrintendenza che tutela la struttura. L’Oratorio fa parte del nostro territorio, una delle rare testimonianze storiche del nostro quartiere. Noi vorremmo che si salvasse, che diventasse un luogo d’incontro, dove organizzare mostre o scambiarsi idee. Chissà se qualcuno, che si diffeRENZI da predecessori un po’ distratti, vorrà ascoltare la nostra voce.


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