1983 06 18 caso tortora, una pagina ignobile

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La linea del tempo… timeline 1983 Gennaio: viene inaugurato a Bologna il nuovo Teatro delle Celebrazioni. Nasce a Napoli la prima bambina italiana “in provetta”. Si conclude a Roma il processo Moro con la condanna di 63 imputati. Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti passa dall’utilizzo di ARPANET ad Internet. Bjorn Brg si ritira dal tennis dopo aver vinto per 5 volte di seguito il torneo di Wimbledon. Febbraio: nell’incendio del Cinema Statuto a Torino, 64 persone perdono la vita a causa dei gas tossici sprigionati dal materiale di cui erano ricoperte le poltrone. Da allora verranno modificate le norme di sicurezza nei locali pubblici. Marzo: muore Umberto II, già re d’Italia, all’età di 78 anni. La CEE decide di svalutare la lira per allinearla alle altre monete europee. Ronald Reagan annuncia l’avvio dello scudo spaziale. Aprile: in Libano un’autobomba esplode nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti, muoiono 63 persone. Flashdance vince l’Oscar come miglior colonna sonora. Maggio: scompare a Roma in circostanze misteriose Mirella Gregori, 15 anni.Viene approvata la legge n. 184 che disciplina le adozioni e l’affidamento familiare. Giugno: a Napoli vengono emessi 856 ordini di cattura rivolti a politici, avvocati e imprenditori accusati di collegamenti con la camorra. Nell’ambito dello stesso provvedimento, viene arrestato a Roma Enzo Tortora, accusato di associazione camorristica e spaccio di droga. Scompare a Roma Emanuela Orlandi, il caso sembra legato a quello di Mirella Gregori. Luglio: a Palermo si compie un attentato contro il giudice Rocco Chinnici e la sua scorta. Registrazione della temperatura più bassa di sempre nella base di Vostok, in Antartico (-89,2°C).Viene pubblicato in America il primo album di Madonna, mentre in Italia Tropicana del Gruppo Italiano e Vamos a la playa dei Righeira sono i tormentoni dell’estate. Esce la console NES di Nintendo. Agosto: Bettino Craxi diviene presidente del Consiglio in Italia. Licio Gelli, accusato di depistaggio sulle indagini per la strage di Bologna, evade dal carcere Champ-Dollon di Ginevra. A Manila, viene ucciso Benigno Aquino, leader dell’opposizione, che era appena rientrato dall’esilio. Settembre: a Scandicci (Firenze) si compie il sesto omicidio del “mostro di Firenze”, si tratta di una coppia di turisti tedeschi di 24 anni. L’URSS abbatte un aereo sud-coreano che sorvola il territorio sovietico, muoiono 269 persone. Per un errore del sistema di sicurezza sovietico, che segnala missili in arrivo, rischia di scatenarsi una guerra nucleare. Fortunatamente l’ufficiale di servizio, Stanislav Petrov, si rende conto dell’errore e non dà il via al contrattacco previsto da protocollo. Ottobre: vengono arrestati in Brasile i boss di Cosa Nostra Tommaso Buscetta, Tano Badalamenti e altre otto persone. Attentato contro la caserma americana dei Marines a Beirut, in Libano, muoiono 241 militari. Grenada viene invasa dalle truppe statunitensi che non tollerano la presenza di un altro paese marxista nei Caraibi oltre a Cuba. Microsoft rilascia la prima versione di Word per DOS. Novembre: viene proclamata la “Repubblica Turca di Cipro del Nord”, mai riconosciuta dalla comunità internazionale se non dalla Turchia. Dicembre: a Bologna cessa di funzionare il mulino Parisio, l’ultimo ancora attivo dei cinque mulini storici che sfruttavano l’acqua del canale di Savena. Giovanni Paolo II incontra a Rebibbia il suo attentatore Alì Agca. A causa della nebbia due aerei si scontrano nella pista dell’aeroporto di Madrid: 90 morti; 10 giorni dopo Madrid è colpita da un altro lutto: nell’incendio della discoteca Alcalà 20, muoiono 82 persone e 27 riportano ustioni gravi. In Argentina viene ristabilita la democrazia e viene abrogata la legge marziale. Il Brunei, stato del Sud-Est asiatico, proclama la sua indipendenza dal Regno Unito.

Cenni storici: un anno in breve Gravi problemi economici attraversano il paese, si susseguono manifestazioni contro gli inasprimenti fiscali. La tecnologia arriva in Italia, entra nelle fabbriche e nelle aziende, ma non viene prevista un’adeguata formazione. Solo alcuni manager iniziano ad usare i computer, ma lo fanno quasi da autodidatti. La Camera di Commercio non da le licenze per la vendita dei computer, mentre all’estero si comprano già nei supermercati. Il governo li ritiene oggetti di lusso e li vuole ipertassare; gli operai temono la disoccupazione e, come effetto secondario, calano gli scioperi. Spesso i bambini, grazie ai computer amatoriali che circolano già da tre anni, dimostrano maggiori competenze informatiche degli adulti. Questo si rivela il successo della futura generazione, che arriva a capo di strutture aziendali complesse, grazie alle proprie capacità in questo campo. Circolano migliaia di addetti al terziario che vivono di lavori saltuari e mal pagati e che non hanno qualifiche specifiche, ma che non vogliono “abbassarsi” a lavori umili. Di contro le fabbriche sono costrette a richiedere sempre di più manodopera dall’estero per sopperire alla mancanza italiana. Berlusconi continua a consolidare Fininvest S.p.A., l’azienda acquisisce Italia 1. Nonostante le manifestazioni di piazza e il parere contrario del presidente della Repubblica Sandro Pertini, che durante una riunione del Consiglio d’Europa a Strasburgo si dichiara a favore del disarmo “totale e controllato”, viene approvata dalle Camere l’installazione di missili a testata nucleare della NATO in Sicilia. Sul piano internazionale, per la prima volta viene dato un nome alla malattia che ha già mietuto molte vittime: l’AIDS. Si rischia la guerra nucleare, una serie di esercitazioni americane fa pensare ad un vero attacco. Ad aumentare il rischio di incomprensioni il contesto storico: l’abbattimento dell’aereo sud-coreano e la dichiarazione di Reagan che aveva affermato di aver creato un piano di difesa, lo scudo spaziale, contro “l’impero del male”, cioè l’URSS.

Che c’è di nuovo… what’s app... ened! 17 giugno 1983: noto conduttore tv, arrestato per camorra e droga. Assolto, morì di cancro Genovese di nascita, laureato in giurisprudenza, giornalista, conduttore televisivo, membro del Partito radicale ed infine europarlamentare, Enzo Tortora è un personaggio scomodo, uno di quelli che non riesce a sottostare alle imposizioni. Prima della sua incriminazione, quella che segnerà per sempre la sua carriera e la sua vita, è già stato oggetto di polemiche e dibattiti. Entra in Rai nel 1951 tramite concorso e qui comincia la sua carriera. Tra il 1956 e il 1962 lavora in diverse trasmissioni: Primo applauso, Tele Match, Campanile sera, dove è l’inviato di Mike Bongiorno. Un primo esilio dalla Rai avviene perché a Telefortuna manda in onda un’imitazione di Amintore Fanfani, allora presidente del Consiglio, fatta da Alighiero Noschese e giudicata offensiva dalla censura. Inizia allora una collaborazione con la Televisione svizzera, dove presenta Terzo Grado. Torna in Rai nel 1965 e conduce per due anni Il gambero, una trasmissione radiofonica, e contemporaneamente gli vengono affidati La Domenica Sportiva e Giochi Senza Frontiere. Viene nuovamente allontanato , nel 69 perché rilascia al settimanale “Oggi” un’intervista in cui critica la Rai e il monopolio televisivo. Per nulla scoraggiato fonda a Milano “Telealtomilanese” e “Antenna 3”, le prime televisioni private italiane. Torna nuovamente in Rai nel 1977, inizialmente affianca Raffaella Carrà in Accendiamo la lampada e poi conduce la trasmissione Portobello, il cui titolo è ispirato alla londinese Portobello road. Portobello resta la trasmissione di punta di Rai 2 dal 1977 al 1983. Racchiude vari format, tanto che ad essa si ispirano molte trasmissioni degli anni a venire, da Carramba a Chi l’ha visto, il suo punto di forza è quello di dare voce al telespettatore rendendolo protagonista. Il successo di Portobello viene bruscamente interrotto alle 4 di mattina del 17 giugno 1983; Tortora viene arrestato, forse non a caso, di venerdì, il giorno della messa in onda di Portobello. è accusato di traffico di stupefacenti e associazione di stampo mafioso. Le accuse rivolte a Tortora si basano sulle dichiarazioni di 13 pregiudicati che contemporaneamente lo citano per reati diversi. Il presentatore sconterà 7 mesi di carcere e continuerà la sua detenzione agli arresti domiciliari. Al suo arresto l’opinione pubblica si divide, anche tra gli stessi giornalisti c’è chi lo accusa, mentre altri ne faranno il simbolo della malagiustizia, come Dino Biondi, che, proprio sulle pagine del “Carlino”, si schiera a difesa di Tortora. Non tutti concordano sull’innocenza, ma tutti ritengono che contro Tortora ci sia stato un accanimento giudiziario e mediatico inaccettabile. Un anno dopo il suo arresto viene eletto deputato al Parlamento Europeo, ma, quando il 17 settembre del 1985 viene condannato a dieci anni di carcere, non approfitta dei suoi privilegi, anzi si dimette da europarlamentare, rinunciando così all’immunità. Il 15 settembre dell’86, Enzo Tortora viene assolto con formula piena dalla Corte di appello di Napoli e l’anno dopo anche dalla Corte di Cassazione. Il 18 maggio 1988 muore, ma prima di cedere alla malattia si fa promotore di un referendum sulla responsabilità civile dei magistrati e, nel 1987, riprende, se pur per un breve periodo, Portobello. La sua frase, pronunciata dopo la lunga interruzione carceraria, “Dunque, dove eravamo rimasti?” è rimasta nel cuore degli spettatori.

E il Resto... in classe Cittadinanza e Costituzione: la vicenda di Tortora ha portato ad un referendum popolare, istituto giuridico contemplato, sancito dalla Costituzione. Per sapere di cosa si tratta puoi visitare il seguente sito: www.camera.it/parlam/bicam/rifcost/dossier/dspro097.html In seguito puoi proporre il tuo referendum in relazione ad un articolo del regolamento scolastico che vorresti fosse approvato; il referendum che raccoglie più voti potrà essere discusso e presentato al Consiglio d’istituto. Italiano: Tortora è stato allontanato più volte dalla Rai per motivi di censura. Il termine “censura” nel vocabolario significa: esame, da parte dell’autorità pubblica o dell’autorità ecclesiastica, degli scritti o giornali da stamparsi, dei manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, delle opere teatrali o pellicole da rappresentare e sim., che ha lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, l’affissione, la rappresentazione, ecc., secondo che rispondano o no alle leggi o ad altre prescrizioni (Vocabolario Treccani). I primi due commi dell’art. 21 della Costituzione italiana dicono: tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=21 Scrivi un testo espositivo in cui esponi le tue idee sulla censura e come essa possa convivere con l’articolo 21 della Costituzione. Approfondimenti: per una visione d’insieme del caso Tortora puoi vedere: Enzo Tortora, una ferita italiana di Ambrogio Crespi o la fiction Rai Il caso Enzo Tortora di Ricky Tognazzi. Cristina Prosdocimi Istituto Comprensivo di Zola Predosa

18 GIUGNO 1983 CASO TORTORA, UNA PAGINA IGNOBILE Non è l’ “affare Dreyfus”. Di certo il “caso Tortora” , , è una pagina ignobile dell’Italia degli anni 80 del 900. Per la magistratura, i carabinieri di Napoli, la stampa. Il giornalismo non esercitò il doveroso senso critico, base dell’informazione democratica (rare eccezioni: Vittorio Feltri: “Lessi le carte, capii che era innocente”; Enzo Biagi sul Corriere: “E se Tortora fosse innocente”; Dino Biondi sul Carlino) e nessun émile Zola. Chi scrive, giovane cronista, si ritrovò più spesso nel coro dei “colpevolisti” piuttosto che tra i pochi sacerdoti del dubbio. Il pm Diego Marmo, proponendo la condanna a 10 anni, definiva Tortora “cinico mercante di morte”. Trent’anni dopo ha chiesto scusa alla famiglia: fu un “errore giudiziario”. Felice Di Persia, che con Lucio Di Pietro aveva istruito il caso, ha replicato: “Non fu errore giudiziario”. E spiegato che dei 130 assolti, molti furono uccisi in scontri tra camorristi, molti altri si pentirono e fecero condannare 480 camorristi. Enzo Claudio Marcello Tortora era nato a Genova il 30 novembre 1928. Giornalista, conduttore televisivo, da ultimo anche parlamentare europeo per il Partito radicale di Marco Pannella, fu arrestato alle 4,30 del 17 giugno 1983 all’hotel Plaza di Roma, per traffico di droga e associazione camorristica (affiliato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo). Sette mesi di carcere, tra Regina Coeli e Bergamo, poi i domiciliari a Milano. Scriveva alla sorella Anna e alle figlie Silvia e Gaia: “La domenica è terribile. C’è chi alleva pidocchi”. Sugli abusi del carcere preventivo e le disumane condizioni dei detenuti lanciò campagne politiche, alla base del referendum socialista (1987) sulla responsabilità civile di giudici e magistrati. Al tempo conduceva in Rai un programma di successo, “Portobello”. In tv e in radio aveva partecipato a decine di programmi: “Telematch”, “Il gambero”,“La Domenica sportiva” i più popolari. Inviato speciale de “La Nazione” e de “il Resto del Carlino”, fu anche direttore del “Nuovo Quotidiano” (visse solo sei mesi nel 1975). Morirà di tumore il 18 maggio 1988 dopo essere stato assolto definitivamente il 17 giugno 1987. In appello era stato assolto per la caparbietà del giudice Michele Morello, che attaccò concludendo l’autodifesa: “Sono innocente. Spero che lo siate anche voi”. Il giudice rispose: “Noi facciamo giustizia”. Nel 1983, con 350 omicidi, in Campania operavano 30 clan (5 mila affiliati e 100 mila persone coinvolte). L’operazione Tortora produsse 856 ordini di cattura (con 86 arrestati per errore di omonimia), ma quello del presentatore fu il nome che “faceva notizia”. L’accusa tenne a lungo coperte le carte, poi emersero elementi inconcludenti, come un numero di telefono e un nome sull’agendina di un camorrista, scambiando Tortosa per Tortora. Sarebbe bastato comporre il numero di telefono... Nell’83 i socialisti vinsero le elezioni: Bettino Craxi conquistò Palazzo Chigi. Sandro Pertini stava già al Quirinale. Poi la fiera dei pentiti: 19 detenuti accusarono Tortora di essere camorrista ad honorem, spacciatore di cocaina nel mondo dello spettacolo, amico del boss della mala Francis Turatello e altre infamità. Nel 1982 era stata varata la legge sui pentiti di terrorismo, lo stesso si voleva fare (e si farà) con la criminalità organizzata: il “caso Tortora” fu il banco di prova. Pierluigi Visci Grazie a


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