Produzione & Igiene Alimenti n. 5/2021

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ASSOCIAZIONE DI SETTORE

Valorizzare l’industria conserviera italiana sia in termini di fatturato che di quantità prodotte. L’industria conserviera genera 3 miliardi e 700 milioni di euro di fatturato per il solo pomodoro, di cui circa 2 miliardi sono destinati all’export. Ad oggi la campagna di raccolta sta procedendo bene e possiamo già prevedere una produzione maggiore rispetto all’anno passato – quando nel Centro-Sud Italia si sono avuti problemi di siccità e approvvigionamento idrico - mettendo così in sicurezza l’approvvigionamento per il mercato Ho.Re.Ca. e Retail.

E i consumi? Giovanni De Angelis, Direttore generale ANICAV

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bbiamo intervistato Giovanni De Angelis, Direttore generale di ANICAV, l’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, che riunisce le aziende private del settore della trasformazione e della conservazione dei prodotti vegetali: con circa 100 associati rappresenta i 3/4 di tutto il pomodoro trasformato e più della metà dei legumi conservati, in Italia.

Qual è la situazione attuale del comparto in termini di produzione? È un settore che riveste un ruolo strategico e di traino dell’economia nazionale,

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In Italia si consumano circa 35 kg/procapite di pomodoro conservato all’anno. Il 2020 è stato un anno molto particolare. Dopo anni di costante calo dei consumi l’industria conserviera ha registrato un incremento delle vendite nel canale retail che ha compensato il calo della domanda nel canale Ho.Re.Ca. dovuto al lockdown. Quello che ha inciso in modo particolare è stato il cosiddetto effetto ‘stock’, che ha portato il consumatore a privilegiare l’acquisto di prodotti dalla shelf life più lunga. Si è trattato naturalmente di una situazione congiunturale più che strutturale, ma la nostra sfida per i prossimi mesi sarà quella di consolidare l’appeal ritrovato presso i consumatori per mantenere la marginalità recuperata anche in tempi, per così dire, normali.

Negli ultimi mesi il comparto ha subito però

diversi attacchi che hanno messo in discussione la credibilità: dai presunti illeciti fino ai problemi di etica del lavoro in relazione alla manodopera illegale. Come rispondete? Tracciabilità, sicurezza, origine e legalità restano i punti fissi di riferimento per le nostre imprese che lavorano su standard di elevata qualità, riconosciuta da tutti i mercati, come si vede anche dai numeri dell’export. Pensiamo che parlare in maniera indistinta di frodi o di caporalato mini la reputazione di un intero settore che rappresenta una delle eccellenze dell’agroalimentare italiano nel mondo. Con una produzione, nel 2020, di 5,2 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato, a fronte di circa 65.634 ettari messi a coltura, l’Italia è il terzo trasformatore mondiale dopo gli USA e la Cina; rappresenta il 13% della produzione mondiale e circa il 53% del trasformato europeo ed è il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore. In base all’andamento della campagna in corso, sicuramente l’Italia raggiungerà la seconda posizione. Il prezzo per la materia prima pagato agli agricoltori dalle nostre aziende è il più alto al mondo, in particolare nel bacino Centro Sud.

Nella risposta precedente sono state citate le principali criticità.

Produzione & Igiene

Ottobre 2021


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