CASA&CLIMA #92

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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

ISSN: 2038-0895

N. 92 I Anno XVI I SETTEMBRE 2021 I Bimestrale

HÔTELLERIE Con il Bonus facciate un nuovo slancio al settore? ICT Digitalizzare processi e informazioni nell’industria AEC DENTRO L’OBIETTIVO Una casa a prova di ambiente SMART WALL iBRICKO, l’evoluzione della parete Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

SPECIALE COPERTURE Strategie di intervento e modalità di accesso al Superbonus 110%

IN CORTILE TRA CEMENTO E ACCIAIO Organo ufficiale




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IN QUESTO NUMERO

BIMESTRALE

SETTEMBRE 2021

Organo ufficiale di:

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine)

31 5 EDITORIALE 8 NOVITÀ PRODOTTI 14 TECH EVENTI 16 EDILIZIA IN LEGNO PER CONTESTI DI EMERGENZA a cura di Urbanpromo

DENTRO L’OBIETTIVO 44 IN CORTILE TRA CEMENTO E ACCIAIO

56 RIQUALIFICAZIONE E RISANAMENTO DI UN EDIFICIO ANNI ’50: UN PASSO ALLA VOLTA CASE HISTORY | SMART WALL

22 DIGITALIZZARE PROCESSI E INFORMAZIONI NELL’INDUSTRIA AEC

60 IBRICKO, L’EVOLUZIONE DELLA PARETE

di Patrizia Ricci

37 L’IMPATTO DI MATERIALI E COPERTURE SULL’ISOLA DI CALORE URBANA di Patrizia Ricci

Grafica e Impaginazione LIFE sh.p.k. Hanno collaborato a questo numero Sofia Agostinelli, Stefano Amista, Assocaaf, Gianluca Balzarini, Fondazione Promozione Acciaio, Davide Gigli, Giuseppe Piras, Patrizia Ricci, Urbanpromo

SERVIZIO A PAGINA

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di Gianluca Balzarini e Giuseppe Piras

CASE STUDY 69 RISTRUTTURAZIONE COMPLETA CON VMC CENTRALIZZATA

INTERVISTA AIZ 76 “LE RIFORME: UNA SFIDA INTERGENERAZIONALE SENZA PRECEDENTI” COLLETTIVA CASEITALY 77 FINCO AL “THE BIG 5 DUBAI 2021”

Editore Quine srl - www.quine.it Presidente Giorgio Albonetti Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano - Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30 Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191

a cura della Redazione

CONSULENZA FISCALE 73 BONUS SANIFICAZIONE, ACQUISTO DI DISPOSITIVI E ADEGUAMENTO DEGLI AMBIENTI DI LAVORO a cura di Assocaaf

Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 Luigi Mingacci – l.mingacci@lswr.it Tel. +39 320 4093415 Traffico Elena Genitoni | e.genitoni@lswr.it |Tel. 02 89293962

di Davide Gigli

ICT

31 COPERTURE E SUPERBONUS 110%: STRATEGIE DI INTERVENTO E MODALITÀ DI ACCESSO AGLI INCENTIVI

Redazione Silvia Martellosio silvia.martellosio@quine.it

a cura della Redazione

18 HÔTELLERIE: CON IL BONUS FACCIATE UN NUOVO SLANCIO AL SETTORE?

SPECIALE COPERTURE

Fondata da Andrea Notarbartolo Direttore responsabile Marco Zani

50 UNA CASA A PROVA DI AMBIENTE WORK IN PROGRESS

di Sofia Agostinelli e Stefano Amista

IN COPERTINA

a cura di Fondazione Promozione Acciaio

INTERVISTA

a cura della Redazione

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Comitato scientifico Dario Amici (Assoroccia) Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Sandro Bani (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Fabio Brondolin (Assofrigoristi) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Pier Luigi D’Ambrosio (Aiz) Daniela Dal Col (Anna)

Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Emilio Fadda (Ansag) Guido Faré (Unicmi) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Roberto Frassine (Assocompositi) Fabio Gasparini (Assites) Gabriella Gherardi (Aises) Hans Paul Griesser (Ancca) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Luca Marzola (Zenital) Laura Michelini (Anfit) Aurelio Misiti (Cnim) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Giuseppe Riello (Afidamp) Walter Righini (Fiper) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)

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STØNE La pompa di calore che non devi più nascondere

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EDITORIALE

Riforma del Codice degli Appalti e Decreto Semplificazioni. Finco: “Così non va”

ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco

Finco ribadisce le sue perplessità su alcune delle misure contenute nel Decreto Semplificazioni

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orniamo su un tema quanto mai attuale, l’iter di complessiva revisione del Codice degli Appalti, oggetto da ultimo di una seduta della Consulta MIMS il 22 luglio scorso.

Il 14 giugno Finco era stata audita dalle Commissioni Congiunte Affari Costituzionali e Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati in merito al Decreto Legge 31 maggio 2021, n° 77 recante: “Governance del Piano nazionale di rilancio e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”, c.d. “Semplificazioni”. Hanno partecipato da remoto la Presidente, Carla Tomasi, il Direttore Generale, Angelo Artale, e il Vice Direttore, Anna Danzi. In tale occasione FINCO ha focalizzato la sua attenzione sulla questione degli appalti pubblici, con riferimento alla modifica del contratto di subappalto, di cui all’articolo 49 del Decreto Semplificazioni. La Federazione ha sottolineato l’attività e la misconosciuta centralità delle imprese specialistiche e superspecialistiche che operano per la realizzazione di opere pubbliche. Prevedendo la possibilità di subappaltare al 100% perfino le SIOS, allorquando non “prevalenti”, senza mantenere un limite al ribasso

massimo tra appalto e subappalto (fissato finora al 20%); secondo Finco questo creerebbe un abbattimento della qualità delle imprese e dell’opera. Inoltre, la Federazione ha espresso preoccupazione per tali modifiche che determinerebbero un effettivo massimo ribasso a danno del subappaltatore e a esclusivo beneficio dell’appaltatore con conseguenze disastrose. Infatti, se è vero che si stanno seguendo le indicazioni dell’UE, il DL estende troppo tali indicazioni, operando indistintamente e andando sotto la soglia comunitaria, cosa in realtà mai chiesta dall’Europa. Per il settore dei beni culturali, Finco ha ravvisato un grave disagio all’interno del Codice degli Appalti, tanto da sollevare la richiesta di “stornare” il settore dal Codice, in quanto l’attività di conservazione e restauro non si incentra sul costruendo, ma sull’analisi dei processi di degrado di qualcosa già esistente; questo non può convivere con il concetto di opera pubblica come si sta delineando nella normativa degli appalti. Con riferimento all’art. 49, la Federazione ha manifestato preoccupazione per le soglie di subappalto che scompaiono. Tradizionalmente, le attività super specialistiche sono sempre state equiparate alla categoria prevalente e come tali gestite. Sinora, al superamento

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EDITORIALE

Titular titular titular Subtitular

di una certa soglia, si imponeva la creazione di un’associazione temporanea di impresa proprio in ragione delle complessità che contraddistingue tali attività. Pertanto non si comprende l’abrogazione del comma 5 dell’art. 105: data l’intrinseca natura e il ruolo estremamente importante delle SIOS nello sviluppo dell’opera, la specialità va tutelata. Preoccupa anche che il ribasso massimo tra appalto e subappalto del 20% sia stato sostituito con un generico riferimento a standard qualitativi e prestazionali che devono essere garantiti: ciò non tutela l’impresa subappaltatrice, la quale deve poter essere salvaguardata tanto quanto il lavoratore. Inoltre, per quanto riguarda la responsabilità diretta anche del subappaltatore, la stessa deve tradursi in maggiori rapporti con la stazione appaltante. Il modello ideale è l’Associazione (o Raggruppamento) Temporanea di Impresa, oppure la previsione di un contratto di subappalto tipo, onde non si verifichi che l’appaltatore principale riversi sul subappaltatore una

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serie di condizioni che lui stesso non garantisce alla stazione appaltante. Non condivisibile è poi il continuo riferimento ai contratti collettivi “maggiormente rappresentativi”. In certi casi servono contratti specifici che devono potersi applicare, come, ad esempio, nel caso del settore dei beni culturali. Nel momento in cui si scrive, la conversione in legge del DL 77/21 è praticamente conclusa con la richiesta di fiducia del Governo. Le proposte di Finco per migliorare (e rendere meno disastroso) l’art.49 non sono state prese in considerazione, né lo sono state quelle di altri, visto che l’articolo è sostanzialmente identico (eccezion fatta per un secondario comma che non ne modifica la sostanza). Se questo è l’approccio, la futura delega per la revisione dell’intero Codice non lascia certo ben sperare in relazione alla qualità delle future opere e alla professionalità degli operatori! Saremmo, comunque, davvero lieti di essere smentiti.



NOVITÀ PRODOTTI

Ventilconvettore plug and play per installazione a canale I nuovi ventilconvettori canalizzati monoblocco FCY di Aermec costituiscono la scelta ideale per riscaldare e/o raffrescare piccoli e medi ambienti di uso civile e commerciale. Sono stati progettati e costruiti per essere installati a incasso orizzontale in qualsiasi tipo d’impianto 2/4 tubi e in abbinamento a qualsiasi generatore di calore. Grazie alla disponibilità di varie versioni e configurazioni, con batteria standard o maggiorata, è facile scegliere la soluzione ottimale per qualsiasi esigenza impiantistica. I ventilatori centrifughi con profilo alare sono stati progettati per ottenere elevate prestazioni di portata e prevalenza e, contemporaneamente, una bassa emissione sonora. Essendo costruiti in materiale plastico antistatico, non attraggono la polvere e rendono così più agevole la pulizia e la manutenzione. La leggerezza dei ventilatori, unita alla aerodinamicità delle palette, assicura un notevole risparmio elettrico rispetto ai tradizionali ventilatori in alluminio e/o a semplice pala curva. Anche le coclee dei ventilatori sono in materiale plastico; questo assicura la massima attenuazione acustica. Lo spessore contenuto (236 mm) consente di contenere le dimensioni dei controsoffitti. Altro punto di forza del nuovo ventilconvettore è certamente la versatilità di installazione a canale: esistono diverse configurazioni a seconda del layout dei canali di mandata e di aspirazione e in base alla presenza o meno del canale di rinnovo di aria esterna. Questa ricchezza di soluzioni rende FCY particolarmente adatto alle diverse applicazioni canalizzate sia nel residenziale che nel terziario. Gli accessori completano l’offerta: oltre a una serie molto ampia di sistemi di regolazione, sono, per esempio, disponibili anche le batterie di post riscaldamento per un più evoluto trattamento dell’aria. FCY è disponibile anche nella versione a inverter con motore elettrico brushless (serie FCYI). La serie copre un range in potenza frigorifera da 0,8 a 6,0 kW e in potenza termica da 0,90 a 12 kW.

global.aermec.com

Climatizzatore portatile con tubo flessibile integrato A luglio LG Electronics ha presentato il nuovo climatizzatore portatile con compressore DUAL Inverter™. Caratterizzato da maneggevolezza, il prodotto offre un raffrescamento efficiente e silenzioso, adatto a quelle stanze in cui non è possibile installare un sistema convenzionale a causa di limitazioni di spazio o problemi strutturali. Il condizionatore d’aria portatile è semplice da installare e comodo da riporre grazie al tubo flessibile integrato. Inoltre, può essere controllato dall’app LG ThinQ™ o dagli smart speakers.

Kit di installazione del prodotto

Tutto quello che l’utente deve fare è stendere il tubo flessibile e farlo passare attraverso la finestra o utilizzare il kit di installazione incluso, che comprende un adattatore a piastra per sigillare la finestra. Grazie al suo design compatto e allo spazio extra per riporre gli accessori, non bisogna preoccuparsi di trovare un posto dove conservarli. Inoltre, due ganci posizionati nella parte posteriore dell’apparecchio permettono di tenere in ordine il cavo di alimentazione e quattro ruote girevoli e lisce permettono di spostarlo facilmente in casa o in ufficio.

Il compressore DUAL InverterTM

Mentre un compressore convenzionale funziona in maniera ON/OFF, il compressore LG DUAL InverterTM permette di modulare la capacità a seconda dell’esigenza, operando a una frequenza più alta per un raffrescamento rapido e immediato e a una frequenza più bassa una volta raggiunta la temperatura impostata per risparmiare energia. Oltre a consentire di mantenere le condizioni indoor ideali e minimizzare le variazioni termiche, il compressore garantisce la massima efficienza di raffrescamento. Inoltre, il condizionatore portatile offre tre diverse modalità di funzionamento: la modalità Raffrescamento per i giorni più caldi, Ventilazione nelle giornate miti e Deumidificazione quando il tempo è umido e piovoso. Gli utenti possono gestire la temperatura e monitorare il consumo energetico con l’app LG ThinQTM così come controllare le caratteristiche e le funzioni utilizzando i comandi vocali tramite gli smart speaker Google Assistant e Amazon Alexa. Un’altra caratteristica che può essere monitorata è la Smart Diagnosis, che rileva eventuali problemi minori dell’apparecchio.

www.lg.com 8

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Easy Hybrid. Il tuo sistema ibrido per natura! AR-Therm presenta la nuova gamma di sistemi ibridi “Easy Hybrid” realizzata per soddisfare le esigenze di installazione e per ottenere il massimo dei benefici e dell’affidabilità. Gestiti dall’innovativo “kit interfaccia Easy Hybrid”, i sistemi Easy Hybrid sfruttano al meglio l’efficienza della caldaia a condensazione e della pompa di calore nel rispetto delle normative di detrazione fiscale Superbonus 110%, Ecobonus 50% - 65% e Conto Termico 2.0. Per maggiori informazioni www.ar-therm.com

AR Riscaldamento S.p.A. Via Caboto, 15 - 36075 Montecchio Maggiore (VI) - Italy Tel: (+39) 0444 499030 - E-mail: info@ar-therm.com


NOVITÀ PRODOTTI

Kit per la creazione di un sistema ibrido Il kit Hybrid Auriga è il nuovo accessorio lanciato da Baxi per facilitare la riqualificazione energetica di impianti di riscaldamento e produzione di ACS preesistenti. Abbinato a una caldaia a condensazione della gamma Luna Duo-tec E e a una pompa di calore monoblocco Auriga, il kit permette di creare un sistema “Factory Made” con le stesse caratteristiche di un sistema ibrido.

Caratteristiche del kit

Il kit è facile da installare (non sono necessarie opere murarie né spostamenti dei raccordi idraulici) e compatto (è alto solo 18 cm, 21 cm con kit di estensione chiusura inferiore Luna Duo-tec E). È dotato di un filtro defangatore magnetico, sonda esterna e pannello comandi digitale remoto con display LCD a colori retroilluminato forniti di serie, pompa di circolazione ad alta prevalenza per circuito secondario e compatibilità con caldaie della gamma Luna Duo-tec E (1.12, 1.24, 1.28, 24, 28, 33) e pompe di calore aria-acqua monoblocco inverter Auriga da 7 e 9 kW. Il dispositivo è semplice da usare: grazie alle 4 possibili configurazioni climatiche impostabili dal pannello di controllo (spento, estate, inverno e automatico), l’utente può passare dalla modalità estate alla modalità inverno (o viceversa) in totale autonomia. La funzione Energy Manager permette di gestire in modo efficiente i consumi elettrici del sistema: in caso di assorbimento elevato dell’abitazione, la potenza della pompa di calore viene limitata al valore impostato evitando lo sgancio dell’energia elettrica. In presenza di condizioni climatiche avverse (basse temperature e alta umidità), l’elettronica Think easy 2.0 fa intervenire la caldaia a condensazione, che integra la potenza della pompa di calore per soddisfare i fabbisogni richiesti dall’abitazione.

Interfaccia Think easy 2.0

Il nuovo sistema ibrido viene gestito da Think easy 2.0, un’interfaccia che permette di gestire l’impianto e monitorare il corretto funzionamento di tutti i componenti idraulici ed elettrici, massimizzando il funzionamento della pompa di calore per il raggiungimento del miglior comfort ambientale. Il pannello di controllo per installazione a parete è dotato di un display a colori retroilluminato da cui è possibile gestire la sonda interna per il controllo della temperatura riscaldamento, la regolazione climatica estiva e invernale con sonda esterna (di serie) e sonde

di temperatura ambiente (accessorio) o con termostati ambiente (accessorio), la programmazione oraria riscaldamento e raffrescamento, il campo di regolazione temperatura acqua riscaldamento (25÷80 °C, per impianti con fan-coil e in alta temperatura), il campo di regolazione temperatura acqua raffrescamento (7÷30 °C), il campo di regolazione temperatura acqua sanitaria (35÷60 °C), la produzione ACS, la protezione antigelo, il controllo integrazione pompa di calore in riscaldamento con temperatura aria esterna di commutazione manuale o automatica e la possibilità di controllare esternamente la commutazione estate/inverno tramite pulsante (con l’apposito accessorio). Tra le principali novità, vi sono l’interfaccia di attivazione da sistema fotovoltaico per massimizzare i rendimenti del sistema e l’interfaccia di limitazione della potenza assorbita del sistema (Energy Manager) per evitare stacchi accidentali del contatore a causa di carichi elettrici elevati.

www.baxi.it

Ristrutturare il foro finestra senza opere murarie invasive RoverBlok Scuro è il nuovo arrivato nella famiglia di monoblocchi RoverBlok di Roverplastik: una soluzione pensata per riqualificare integralmente il foro-finestra senza opere murarie invasive, grazie alla semplicità e alla rapidità di installazione. RoverBlok Scuro, infatti, va posato davanti al serramento, permettendo di intervenire unicamente sul lato esterno del foro finestra. Questo consente di completare la posa del cappotto fino alla fase di rasatura, garantendo l’abitabilità dell’appartamento per tutta la durata dei lavori. In questo modo è possibile riqualificare l’intero foro finestra risolvendo il ponte termico su tutti e quattro i lati: è sufficiente rimuovere la cornice di marmo sui tre lati, applicare RoverBlok Scuro, completare con la posa del termobancale sul quarto lato e, infine, procedere con la sostituzione del vecchio serramento.

RoverBlok Scuro: come è fatto

RoverBlok Scuro è composto da spalle laterali in poliuretano espanso, materiale leggero e isolante, rivestite con la speciale pellicola prefinita in Velo Skin mineralizzato, esclusiva di Roverplastik. Quest’ultima ricopre a vista l’elemento isolante, è appositamente studiata per tutte le finiture di facciata e può essere pitturata, rasata o intonacata a seconda delle esigenze. Tutti i materiali isolanti di cui è composta la famiglia RoverBlok sono conformi ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) relativi agli isolanti termici (DM 11 ottobre 2017), requisito previsto per l’accesso al Superbonus 110%.

www.roverplastik.it 10

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Controllo e monitoraggio da remoto NIBE myUplink permette di monitorare e controllare da remoto la pompa di calore NIBE serie S. Grazie all’applicazione è infatti possibile avere una visione in tempo reale dello stato della pompa di calore e visualizzare tutti i parametri riguardanti il sistema. Inoltre, è possibile controllare i consumi energetici, monitorando riscaldamento, raffrescamento e temperature dell’acqua calda sanitaria. Con NIBE myUplink si hanno a disposizione diversi livelli di accessibilità. Le informazioni del “Livello Base” sono accessibili senza costi. Smart Price Adaption (scelta del tuo piano energetico), aggiornamenti software, monitoraggio, avvisi e controllo delle previsioni meteo sono inclusi come standard. Con il “Livello Premium” possono essere visualizzate diverse funzioni riguardanti la gestione dell’intero sistema attraverso il pagamento di un abbonamento annuale. Il costo è in ogni caso variabile in base alle funzioni selezionate. Un abbonamento premium permette di controllare e regolare facilmente qualsiasi impostazione della pompa di calore. Per poter utilizzare i servizi IFTTT e di assistente vocale è necessaria una sottoscrizione premium.

www.domusgaia.com

Terminali idronici con tecnologia al plasma freddo Galletti ha scelto di applicare ai terminali idronici la Non Thermal Plasma Technology (NTP) Jonix che è costituita da appositi generatori che, attraverso l’energia elettrica, forniscono all’aria un potere decontaminante. Il sistema, infatti, aggrega le polveri sottili, facendole precipitare e riducendo così la loro concentrazione in aria; decompone gli inquinanti nocivi e gli odori presenti in ambienti interni, sanificando aria e superfici da muffe, spore, inquinanti

organici e batteri. La tecnologia al plasma freddo Jonix utilizzata da Galletti è un sistema attivo che, oltre a ridurre la carica microbica e virale di eventuali patogeni presenti nell’aria o sulle superfici, può essere usato in modo continuativo. Il suo effetto sanitizzante è propagato anche a distanza dalla sorgente. I dispositivi non generano alcuna perdita di carico e la velocità di attraversamento dell’aria non influisce sull’efficacia della tecnologia. L’adozione di un generatore NTP all’interno dei terminali Galletti consente di ottenere nel tempo una marcata riduzione della contaminazione microbica ambientale sia dispersa in aria sia sulle superfici. La tecnologia NTP è presente nel catalogo abbinata alle unità canalizzabili DUCTIMAX e UTN che utilizzano il dispositivo Jonix Duct per effettuare la sanificazione dell’aria in transito, la decontaminazione microbica delle superfici interne delle unità stesse, dei filtri, delle batterie e la prevenzione dello sviluppo di legionella nella vasca di raccolta condensa. L’installazione della tecnologia NTP è stata estesa da Galletti anche alla famiglia dei fancoil in tutte le loro versioni costruttive, con mobile e ad incasso. Per gestire al meglio il dispositivo NTP sono state sviluppate delle logiche di funzionamento integrate nei comandi di regolazione della gamma Galletti. Con questa regolazione intelligente, l’utente è in grado di impostare liberamente diverse modalità di lavoro per massimizzare i benefici dei dispositivi NTP.

www.galletti.com

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NOVITÀ PRODOTTI

Nuova soluzione a incasso per pompe di calore Aquarea Panasonic presenta una nuova soluzione da incasso compatibile con la pompa di calore Aquarea per la produzione di riscaldamento, raffreddamento e acqua calda sanitaria. Il vantaggio principale è la facilità di installazione, resa possibile dalle dimensioni compatte (con soli 36 cm di profondità). La versione base comprende l’unità interna della pompa di calore, un bollitore da 160 litri e la valvola by pass tarabile. La soluzione più completa invece include la versione base con l’aggiunta di un puffer di acqua tecnica con una zona diretta. Per esigenze impiantistiche particolari, come per esempio l’utilizzo di due terminali a temperature differenti dell’acqua (radiante a bassa temperatura, termoarredi ad alta temperatura), è disponibile un ulteriore kit che prevede una zona miscelata. In funzione della classe energetica dell’abitazione, le potenze da 3 a 16 kWt permettono di soddisfare molteplici esigenze, dal monolocale al quadrilocale sino alla villetta. La soluzione da incasso è compatibile sia con Aquarea Alta Connettività che con Aquarea T-CAP. Le possibilità di installazione sono molteplici: all’esterno, incassata nel muro perimetrale dell’abitazione, o al suo interno come in un ripostiglio, in un corridoio, in corrispondenza di un balcone, in un complesso condominiale. Le ante dell’armadio possono essere personalizzate verniciandole dello stesso colore della parete in cui è incassato. Tutta la linea Aquarea può essere gestita attraverso le piattaforme Aquarea Smart Cloud e Aquarea Service Cloud, riservate rispettivamente all’utente finale e al tecnico della manutenzione. Consente, infatti, l’accensione e lo spegnimento dell’unità e l’impostazione delle temperature ambiente e di produzione dell’acqua calda sanitaria, oltre a un completo controllo dei malfunzionamenti e dei consumi energetici.

www.aircon.panasonic.eu

ADDIO A FERROLI, L’INDUSTRIALE CHE RIVOLUZIONÒ IL MONDO DEL RISCALDAMENTO È venuto a mancare a fine maggio Tredicesimo Luciano Ferroli, il precursore del caldo e del freddo. Luciano Ferroli, che il 6 aprile aveva festeggiato 89 primavere, già in giovane età si rese conto delle grandi prospettive di sviluppo grazie ai giacimenti di gas naturale scoperti nella Pianura Padana. A 17 anni disponeva già di un’équipe di lavoranti per impianti termo-sanitari. A 21 anni, nel 1953, fu scelto nell’assegnazione dell’appalto per la gestione e il compimento dell’intera rete di gas – naturale (metano) del paese di San Bonifacio (VR). In questo periodo gli nacque l’idea di costruire caldaie e nel 1955 presentò presso l’Università di Padova – Facoltà di Macchine, la sua prima caldaia in acciaio a gas, alla quale fu dato il riconoscimento di: “caldaia con resa elevata pari al 96,15%”. Ferroli, però – da tecnico istintivo, oltre che preparato – credeva nella ghisa quale materiale di maggiore affidabilità; realizzò così le caldaie a gas in ghisa e, nei primi anni Sessanta – su spinta del Padre Sante – fondò l’azienda di famiglia. Realizzò le caldaie a gas in ghisa attingendo gli elementi da terzi, ma nel 1962 la Società FERROLI-GAS inaugurò la propria fonderia a San Bonifacio (VR). A seguito della scoperta di un grande giacimento di gas naturale nel nord dell’Olanda (1961) una équipe di tecnici della AGPO di Breda venne in Italia per un’accurata ricerca tra i vari costruttori. La campionatura consegnata da Ferroli dopo le prove fu la prescelta. Il mercato olandese fu invaso dalle caldaie in ghisa a gas Ferroli. Ma Ferroli, sempre insoddisfatto e ricercatore, sentiva di doversi esprimere in progetti tecnologicamente diversi. Nel 1967 si staccò dai fratelli per creare una azienda tutta sua e fondò la F.E.R. – Fabbrica Europea Riscaldamento. Nel 1968 stipulò un contratto con l’American Standard che comprendeva la fornitura di tutta l’attrezzatura per la realizzazione di una caldaia di progettazione F.E.R. completamente nuova per tecnologia, limitato ingombro e grande resa. Instancabile ricercatore e innovatore, scelse di scommettere completamente su se stesso ed esprimersi attraverso i suoi prodotti. Luciano nel 1992 inventa MAXA AIR CONDITIONING che ad Arcole si occupa di climatizzazione e riscaldamento, tra i leader di mercato nella produzione Made in Italy di pompe di calore, vendute in 34 paesi nel mondo, che ha guidato con amore e passione assieme ai figli, occupando la carica di Presidente, fino agli ultimi giorni della sua lunga vita. L’essenza di un uomo d’altri tempi, la cui vita familiare e personale è parte dello sviluppo economico e imprenditoriale del nostro Paese. Una vita in cui spirito di sacrificio, dedizione al lavoro e alla famiglia sono stati i principali cardini. Un uomo i cui sogni hanno saputo anticipare le esigenze del mondo moderno.

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Sistema di climatizzazione senza unità esterna A volte le unità esterne dei condizionatori non trovano una giusta collocazione per motivi di spazio, preferenze estetiche o per altre esigenze. La scelta può ricadere allora su un climatizzatore senza unità esterna. Per questa tipologia di prodotto Diloc presenta Easy Design, un sistema di climatizzazione facile da montare: è sufficiente effettuare due fori nel muro con l’ausilio di una carotatrice, senza dover installare canaline o fare tracce a muro. Easy Design, inoltre, non necessita di installazioni frigorifere: basta un collegamento per l’alimentazione elettrica per rendere l’apparecchio pronto all’uso. Esternamente compaiono solamente due piccole griglie d’aerazione che possono essere tinteggiate nello stesso colore della facciata, preservando in questo modo lo stile architettonico degli edifici. I climatizzatori sono dotati di un compressore ad alta efficienza che, a fronte di consumi ridotti, garantisce un elevato livello di rendimento, con un raffreddamento compreso tra 8800 BTU/h e 12600 BTU/h. Con una rumorosità di soli 50 dB (A), inoltre, i climatizzatori risultano particolarmente silenziosi e adatti a qualsiasi locale della casa. Il display elettronico permette di controllare la temperatura impostata e quella presente nell’ambiente, mentre il filtro dell’aria – alloggiato in una pratica maschera di metallo – è facilmente estraibile per la pulizia. Grazie al gas refrigerante R-410A, i climatizzatori garantiscono un ridotto impatto ambientale e possono essere installati anche dall’utente in quanto non necessitano di particolari patentini (F-Gas) e/o certificazioni.

www.naicon.com

Decorare e proteggere balconi e terrazze Il design degli spazi all’aperto negli ultimi anni è diventato parte integrante del progetto di interni. In quest’ottica Triflex propone una vasta gamma di colori, texture e disegni personalizzati, unitamente a soluzioni durevoli che proteggono terrazze e balconi da infiltrazioni e umidità.

Le tendenze cromatiche

Nella realizzazione di balconi e terrazzi, l’azienda ha identificato cinque tendenze chiave nella scelta cromatica per la realizzazione di design personalizzati: Ispirazioni dalla natura: caratterizzato da effetti materici e colori nello spettro dei grigi, dei verdi tenui e dei beige; “Soft reduced”: caratterizzato da una intera gamma di colori neutri; Accenti forti: caratterizzato da contrasti tra tinte forti, come il rosso rubino, l’ambra e il giada; Vintage: pavimentazioni che ricordano il passato, ma che presentano le prestazioni più contemporanee; Tradizionale: per coloro che amano rivestire le superfici di balconi e terrazzi con piastrelle. La gamma di colori dispone di 52 diverse tonalità e se il design bidimensionale monocromatico non fosse abbastanza vario, Triflex Chips Design è un’alternativa perfetta. Questa soluzione consente infatti di donare un tocco di personalità al proprio balcone, proteggendo al contempo il materiale di costruzione da infiltrazioni e umidità. Alla finitura viene aggiunto Triflex Micro Chips, un materiale decorativo granuloso, disponibile in bianco, nero, grigio e rosso-marrone, che dona corpo alle superfici. Per una migliore resistenza allo scivolamento viene cosparsa in aggiunta sabbia quarzosa. Questa finitura ricorda la graniglia veneziana di tendenza negli ultimi anni. Triflex FloorTattoos è un’altra valida soluzione per donare un tocco personale e originale a balconi e terrazzi. È possibile creare fasce e bordure, scegliere tra motivi esistenti, ispirati al mondo della natura e degli animali, ma anche all’arte, al design e alla quotidianità, che verranno impreziositi dalla combinazione personalizzata di colori. È inoltre possibile creare motivi unici e personali, disegnati su specifica richiesta e realizzati con un apposito modello da utilizzare durante l’applicazione del sistema di impermeabilizzazione.

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TECH

Celle fotovoltaiche in GaAs: nuovo record di efficienza per il Fraunhofer Efficienza di conversione del 68,9% per le celle a film sottile in arseniuro di gallio per applicazioni Power-by-light

COME FUNZIONANO? In questa nuova forma di trasferimento, l’energia laser viene fornita attraverso l’aria o tramite una fibra ottica a una cella fotovoltaica le cui proprietà corrispondono alla potenza e alla lunghezza d’onda della luce laser monocromatica. Rispetto alla trasmissione di energia convenzionale (fili di rame), i sistemi di alimentazione tramite luce sono particolarmente utili per applicazioni che richiedono un’alimentazione elettrica isolata galvanicamente, una protezione da fulmini o esplosioni, una compatibilità elettromagnetica o una trasmissione di energia completamente wireless.

IL RUOLO DELL’ARSENIURO DI GALLIO Ad oggi si tratta della più alta efficienza raggiunta per la conversione della luce in elettricità. Un successo reso possibile da

Questo è un risultato impressionante che mostra il potenziale del fotovoltaico per applicazioni industriali oltre la generazione di energia solare

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uovo record per i ricercatori del Fraunhofer ISE sul fronte dell’energia solare. È stata infatti raggiunta un’efficienza di conversione del 68,9% per una cella fotovoltaica in GaAs. Non parliamo dei tradizionali impianti, ma di una particolare tecnologia per le cosiddette applicazioni Power-by-light.

ANDREAS BETT, Direttore dell’istituto di Fraunhofer ISE

una speciale tecnologia a film sottile in cui gli strati di celle solari vengono prima ricoperti da un substrato di arseniuro di gallio, successivamente rimosso. Uno specchio conduttivo altamente riflettente viene poi applicato alla superficie posteriore della restante struttura a semiconduttore, che è spessa solo pochi micrometri. “Questo approccio a film sottile ha due distinti vantaggi per l’efficienza - spiega Henning Helmers, capo del team di ricerca Fraunhofer ISE. Prima di tutto, i fotoni sono intrappolati nella cella e l’assorbimento è massimizzato per le energie dei fotoni vicine al band gap, il che minimizza contemporaneamente le perdite di termalizzazione e trasmissione, rendendo la cella più efficiente. In secondo luogo, i fotoni ulteriormente generati all’interno dalla ricombinazione radiativa vengono intrappolati ed efficacemente riciclati. In questo modo si aumenta anche la tensione allungando la vita effettiva del portatore di carica”. Il gruppo di ricerca ha studiato celle fotovoltaiche a film sottile con riflettori sulla superficie posteriore in oro e una combinazione otticamente migliorata di ceramica e argento, che ha mostrato i migliori risultati. Come assorbitore è stata sviluppata un’eterostruttura n-GaAs/p-AlGaAs, che mostra perdite di portatori di carica particolarmente basse dovute alla ricombinazione.

APPLICAZIONI CHE VANNO OLTRE LA GENERAZIONE DI ENERGIA La trasmissione di energia ottica ha molteplici applicazioni. Alcuni esempi sono il monitoraggio strutturale delle turbine eoliche; il monitoraggio di linee ad alta tensione; sensori di carburante nei serbatoi degli aerei o reti ottiche passive; la fornitura ottica di impianti dall’esterno del corpo; o un’alimentazione wireless per applicazioni nell’IoT.

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Batterie ricaricabili in cemento, l’innovazione che potrebbe rivoluzionare le costruzioni Dalla Svezia una miscela in calcestruzzo con fibre di carbonio rivestite da metalli che trasformerebbero gli edifici in gigantesche batterie

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Poiché le infrastrutture in calcestruzzo sono solitamente costruite per durare cinquanta o anche cento anni, le batterie dovrebbero essere raffinate per adattarsi a questo arco temporale. Inoltre, dovrebbero essere più facili da sostituire e riciclare una volta terminata la loro vita utile

n edificio in cemento che immagazzina energia come una gigantesca batteria. È questo il concept sviluppato da un gruppo di ricerca della Chalmers University of Technology in Svezia. L’innovazione parte da una miscela a base di cemento con piccole quantità di fibre di carbonio, aggiunte per aumentare la conduttività e la resistenza alla flessione. Nella miscela è incorporata una rete in fibra di carbonio rivestita di metallo: ferro per l’anodo e nichel per il catodo. “I risultati di studi precedenti sulla tecnologia delle batterie in calcestruzzo hanno mostrato prestazioni molto basse; quindi ci siamo resi conto che dovevamo pensare fuori dagli schemi per trovare un altro modo per produrre l’elettrodo. Questa particolare idea che abbiamo sviluppato - che è anche ricaricabile - non è mai stata esplorata prima. Ora abbiamo la prova del concetto su scala di laboratorio “, spiega la ricercatrice Emma Zhang. La ricerca ha prodotto una batteria ricaricabile a base di cemento con una densità energetica media di 7 Wh per metro quadrato (o 0,8 Wh per litro). La densità di energia viene utilizzata per esprimere la capacità della batteria e, secondo una prima stima, le prestazioni della nuova batteria Chalmers potrebbero essere più di dieci volte quelle dei precedenti tentativi di batterie di cemento. La densità di energia è ancora bassa rispetto alle batterie commerciali, ma c’è la possibilità di superare questa limitazione grazie all’enorme volume a cui la batteria potrebbe essere costruita quando utilizzata negli edifici.

EMMA ZHANG, ricercatrice presso la Chalmers University of Technology

DALLO STOCCAGGIO ENERGETICO AL MONITORAGGIO DELLE INFRASTRUTTURE Il fatto che la batteria sia ricaricabile è sicuramente la qualità più rilevante ecomporterebbe, inoltre, diverse possibilità applicative: dallo stoccaggio energetico al monitoraggio. I ricercatori immaginano che la batteria potrebbe alimentare l’illuminazione LED, così come contribuire alla connessione 4G in aree remote o alla protezione catodica contro la corrosione nelle infrastrutture in calcestruzzo. “Il sistema, ad esempio, potrebbe anche essere accoppiato con pannelli a celle solari per fornire elettricità e diventare la fonte di energia per i sistemi di monitoraggio in autostrade o ponti, dove i sensori azionati da una batteria di cemento potrebbero rilevare crepe o corrosione”, suggerisce Zhang. L’idea è ancora in una fase iniziale. Infatti, ci sono delle questioni tecniche da risolvere prima che la commercializzazione del prodotto possa realmente avvenire: l’estensione della durata della batteria e lo sviluppo di tecniche di riciclo.

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EVENTI

Edilizia in legno per contesti di emergenza A Urbanpromo Green il progetto HELP Veneto a cura di URBANPROMO

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i saranno le innovazioni dell’edilizia in legno tra gli stimoli e gli argomenti della quinta edizione di Urbanpromo Green, in programma interamente online il 15 e 16 settembre. La manifestazione – promossa dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, con il supporto organizzativo della sua società Urbit e con il patrocinio e la collaborazione dell’Università Iuav di Venezia – sarà incentrata sui temi della sostenibilità nella pianificazione della città e del territorio.

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In particolar modo, ci teniamo a segnalare il progetto “HELP Veneto”1 (High efficiency Emergency Living Prototypes) delle Università di Padova e Iuav di Venezia, finanziato con i fondi Por Fse della Regione Veneto. Si tratta di residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. Il progetto di ricerca ha l’obiettivo di sviluppare un modulo abitativo di emergenza minimo, flessibile, replicabile su larga scala, sostenibile e integrato

all’interno del tessuto urbano e naturale che mira a migliorare la capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali. Un’unità abitativa adattiva che utilizza il legno come materiale costruttivo e che è frutto di una progettazione integrata degli aspetti architettonici, impiantistici, energetici e del sistema costruttivo con soluzioni ad hoc richieste dai contesti emergenziali. L’obiettivo è massimizzare le dinamiche e le modalità di intervento


dei soccorsi e soddisfare, al contempo, le esigenze sia della popolazione che del territorio colpiti dalla calamità. Principale caratteristica del progetto è l’adattabilità costruttiva e degli ambienti interni che si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Lo spazio minimo di cui dispone il modulo viene così trasformato funzionalmente con arredi e partizioni adattabili, che

offrono la possibilità agli utenti di gestire in autonomia diverse configurazioni, mantenendo il livello necessario di benessere e vivibilità. Questi sono garantiti anche dall’utilizzo di impianti e dispositivi che permettono l’efficienza e l’autonomia energetica. L’utilizzo del legno, di elementi modulari prefabbricati e di tecnologie costruttive innovative consente, da un lato, un significativo incremento della velocità

di produzione in un arco di tempo contingentato dettato dall’emergenzialità e, dall’altro, l’ottimizzazione e la semplificazione delle fasi di cantierizzazione. Importante la possibilità di fornitura di un modulo sia pronto all’uso sia assemblabile in breve tempo, facilmente trasportabile e, soprattutto, riutilizzabile, data la variabile tempo di impiego che risulta difficilmente quantificabile nei contesti di emergenza.

LA QUINTA EDIZIONE: TEMATICHE La quinta edizione di Urbanpromo Green sarà incentrata sui temi della sostenibilità nella pianificazione della città e del territorio e nella progettazione e realizzazione degli interventi urbani, con particolare attenzione all’attuazione del PNRR. L’evento sarà interamente online e vedrà il contributo di docenti universitari, professionisti esperti in specifiche materie, amministratori e dirigenti della pubblica amministrazione e ricercatori, in una prospettiva di integrazione tra sapere tecnico-scientifico e applicazioni pratiche. Ecco alcune delle tematiche che verranno affrontate nel corso dell’evento: la funzioni del verde per il benessere e la salute delle persone; l’accessibilità urbana e la mobilità attiva; le innovazioni legate all’edilizia in legno; natura e cibo nella città; le relazioni tra questione ambientale e pratiche di governance; la resilienza nella prospettiva dell’area vasta; l’uso sostenibile del suolo; la pianificazione urbanistica legata al cambiamento climatico; le “Nature Based Solutions” nella rigenerazione urbana.

NOTE

Responsabili scientifici: Prof. Giorgio Croatto – UNIPD DICEA, Prof. Umberto Turrini – UNIPD DICEA, Prof. Michele De Carli – UNIPD DII, Prof. Massimo Rossetti – IUAV 1

Assegnisti di Ricerca: Dott. Andrea Piccinato, Dott.ssa Milica Mitrovic, Dott. Francesco Pozzobon Partner di progetto: Bortoletto Serramenti s.r.l., Bozza s.r.l., ESPE s.r.l., Fischer Italia s.r.l.

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INTERVISTA

HOTEL SAINT TROPEZ RICCIONE. Studio di facciata; in fase di realizzazione

Hôtellerie: con il Bonus facciate un nuovo slancio al settore? Durante la pandemia il settore turistico è stato messo particolarmente alle strette. Per far fronte a questo, il Governo ha varato alcune agevolazioni per un nuovo rilancio del settore, tra cui l’estensione del Bonus facciate a cura della REDAZIONE

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ovendosi confrontare con un mercato globale costituito da grandi catene e alberghi all’avanguardia, l’hôtellerie italiana è chiamata a una rivoluzione. Innovazione, tecnologia e sostenibilità sono di sicuro le parole chiave per questo cambiamento, in cui sono chiamate in causa anche strutture piccole e indipendenti, spesso a gestione familiare.

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Grazie alla presenza di professionisti competenti e aggiornati sui nuovi incentivi, diverse società di ingegneria stanno portando avanti molte riqualificazioni di alberghi, attraverso interventi architettonici, impiantistici e di illuminotecnica. Per comprendere meglio le peculiarità di queste operazioni, abbiamo intervistato l’arch. Valeria Ferri, la lighting designer Chiara Tabellini e il geom. Matteo Villa di Polistudio A.E.S.


VALERIA FERRI Architetto

di illuminazione esterna, allora l’intervento di riqualificazione illuminotecnica rientra nel bonus, altrimenti no. L’art. 121 del Decreto-legge n. 34/2021 ha previsto due opzioni per il Bonus facciate: ■ sconto in fattura: contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta; ■ cessione del credito: per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.

CHIARA TABELLINI Lighting designer

MATTEO VILLA Geometra

C&C: Geometra Villa, cos’è il Bonus facciate? Quali sono gli interventi che si possono mettere in atto e chi ne può trarre vantaggio? M.V.: Il Bonus facciate è una detrazione fiscale del 90% prevista dall’art. 1, commi da 219 a 224, della Legge 27 dicembre 2019 n. 160 (Legge di Bilancio 2020) e prorogata per tutto il 2021 dalla Legge 30 dicembre 2020, n. 178 (Legge di Bilancio 2021). Il Bonus è indirizzato al recupero del decoro architettonico delle facciate esterne degli edifici, senza limiti di spesa massimi, né limiti massimi di detrazione. Il Bonus comprendere la riqualificazione esterna di qualsiasi immobile: dal residenziale al commerciale, dall’alberghiero all’artigianale. È indirizzato alla sistemazione e al ripristino delle facciate esterne ammalorate e delle parti opache, ovvero in muratura e non vetrate. Sono compresi la tinteggiatura, il ripristino dell’intonaco, il rifacimento dei balconi, la loro pavimentazione, il frontalino, le ringhiere, le grondaie e i pluviali. Il tutto solamente se già presenti. Tra gli interventi ammessi c’è anche la realizzazione di un cappotto esterno in grado di migliorare l’efficientamento energetico dell’edificio. Il Bonus non include gli interventi effettuati sulle facciate interne dell’edificio, se non visibili dalla strada o da suolo a uso pubblico. Non rientra nelle detrazioni tutto ciò che riguarda la pavimentazione delle corti esterne, le recinzioni e le tende. Ad esempio, se l’albergo da riqualificare è già dotato di un impianto

DEMO HOTEL. Mauro Santinato proprietario e Arch. Chiara Caberlon per le parti comuni. Lighting Designer: Chiara Tabellini www.casaeclima.com    n.92

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INTERVISTA

FAMILY HOTEL RICCIONE. Concept di facciata

Architetto Ferri perché, a suo parere, è importante ristrutturare un hotel, in particolare la facciata? Quale può essere il valore aggiunto per il committente e per gli ospiti? V.F.: L’agevolazione messa in atto dal Governo con il Bonus facciate è senza dubbio un’opportunità importante per la riqualificazione di un hotel e va colta per tutte le implicazioni che investe, non solo quelle di un rilancio economico. Prima di tutto, la possibilità di rinnovare gli elementi architettonici e/o strutturali che il tempo ha deteriorato; ma, sicuramente, non è di minore rilievo la possibilità di ottimizzare la forza comunicativa di una facciata ben progettata che definisca o rafforzi l’identità dell’hotel. È evidente come la qualità degli spazi interni sia importantissima per assicurarsi riscontri positivi da parte dell’ospite, ma non si può ignorare che il primo impatto del cliente sia con la facciata dell’albergo. Si tratta, infatti, del primo elemento di comunicazione di ciò che potrà trovare all’interno. Questo, a mio parere, è ancora più importante per le caratteristiche delle nostre città di riviera, città lineari sviluppate sul fronte del mare, dove le strutture alberghiere, nella maggior parte dei casi, si allineano una a fianco dell’altra in una successione continua che può risultare a volte anonima e disorientante. Ecco allora che una facciata, riconoscibile per colori, illuminazione e/o elementi architettonici, può fare la differenza e diventare punto di riferimento. È importante, inoltre, che le scelte di design della facciata siano in stretta correlazione con il progetto degli spazi interni. Oggi si parla di “esperienza” di vacanza e non semplicemente di sog20

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giorno. Il racconto, la suggestione di tale esperienza può già iniziare dal primo impatto con la facciata della struttura. Si tratta, dunque, di un vero valore aggiunto che il committente può mettere in campo per arricchire la qualità della propria offerta.

Come può lo studio della luce incidere positivamente sull’impatto visivo ed esperienziale dell’hotel? C.T.: All’interno del concetto di restauro e risanamento conservativo, la normativa mira a incentivare la riqualificazione energetica degli edifici. Il lavoro di un progettista illuminotecnico – di concerto alle aspettative della committenza e dei tecnici architettonici – è quello di evidenziare la struttura attraverso giochi di luce funzionali sia all’impatto estetico complessivo, che all’ottimizzazione del risparmio energetico. Le nuove tecnologie di illuminazione permettono di disegnare la struttura evidenziandola e facendone risaltare i volumi distintivi, riducendo consumi e inquinamento luminoso.

Da un’analisi statistica emerge che il primo investimento in un albergo di medie dimensioni viene portato sui seguenti ambienti: bagno, camera da letto e corridoi. Spesso si lascia in secondo piano la facciata. Quanto è importante invece rinnovare e illuminare correttamente una facciata e quanto incide sulla brand identity di un hotel? C.T.: Collaborando con consulenti del mondo dell’ospitalità ho imparato che l’aspetto interno ed esterno devono corrispondere nell’immagine e nella comunicazione del posizionamento


sul mercato che la struttura si prefigge di comunicare. Ciò non riguarda solo strutture stellate, ma anche edifici accessibili e più snelli. Ad esempio, tra i parametri di giudizio più impattanti nelle recensioni c’è la pulizia. Se un operatore nel mondo dell’ospitalità punta su questo aspetto deve essere consapevole che essa non riguarda solo l’igiene garantita all’interno, ma anche l’impatto visivo con la facciata che è il primo biglietto da visita di ciò che attenderà il cliente all’interno. Una facciata curata e ragionata, a prescindere dai vincoli strutturali, è sempre un efficace mezzo di comunicazione.

Le facciate messe in scena con la luce sono in grado di orientare, suscitare stati d’animo, emozioni e interesse. Per far questo è importante conciliare competenze illuminotecniche con una spiccata sensibilità estetica. Come avete integrato illuminotecnica e architettura? Come aiuta la luce a mettere in risalto lo stile architettonico dell’hotel? C.T.: Ho lavorato con l’Arch. Pietro Marsciani, collaboratore di Polistudio A.E.S, su due edifici di rilievo sia in termini di volumi che di prestigio. L’approccio illuminotecnico in supporto a un progettista architettonico è votato a risaltare il concept che renderà unico e visibile l’edificio per cui è stato concepito. La luce diventa parte dell’architettura, si fonde con i materiali, i colori, esalta i volumi e ne crea di nuovi. La bravura sta spesso nel modellare la luce per nasconderla e risaltare l’architettura o porla in evidenza perché diventi elemento decorativo di giorno ed effetto luminoso di sera.

Oggi più che mai l’illuminazione deve essere anche sostenibile e deve coniugare risparmio, funzionalità e design. Inoltre, bisogna attenersi a determinate normative per evitare l’inquinamento luminoso. Qual è il suo pensiero? C.T.: È fondamentale ricordare tutti gli aspetti normativi del layout illuminotecnico che impone l’osservanza di regole e parametri per evitare eccessi, sprechi e disturbi visivi. La prima tra tutte è la Legge Nazionale UNI 10819:2021, parametrata con differenze marginali a livello regionale, in materia di inquinamento luminoso e risparmio energetico. La luce deve essere modulata e controllata nei fasci, nelle emissioni, nel colore, nei consumi e rispondere a specifiche tecniche in materia di efficienza energetica che va calcolata in base al rapporto consumo/ output. In entrambe le esperienze condivise, lo studio del concept ideato dall’Arch. Marsciani è stato affrontato dal punto di vista dell’illuminazione cercando di integrare le sorgenti già esistenti all’interno dei volumi riqualificati e rivisti. L’illuminazione delle parti comuni è stata resa più efficiente e tecnologica, in linea con le normative che prescrivono l’utilizzo di sistemi di controllo per gestire da remoto il contributo illuminotecnico al fine di limitare o agevolare interventi manutentivi e per contenere i consumi, modulando la luce che serve nell’arco temporale quotidiano in cui serve. Altro aspetto importante è la limitazione o eliminazione dei rischi che la nuova tecnologia LED comporta sull’aspetto salutare degli esseri umani che la osservano in maniera diretta. È necessario conoscere le reali caratteristiche e i limiti applicativi delle sorgenti luminose utilizzate.

RICCIONE TERME. Studio generale per la riqualificazione www.casaeclima.com    n.92

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ICT

Digitalizzare processi e informazioni nell’industria AEC Colmare il divario tra produttività e innovazione significa implementare sistemi e metodi volti alla creazione di valore in termini di riduzione degli errori di programmazione e di inefficienze di processo o sprechi di risorse in una prospettiva di Lean Management di SOFIA AGOSTINELLI* e STEFANO AMISTA**

*Docente di Project Management presso la Facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma **Docente specializzato in BIM 4D, 5D e 7D in diversi Master universitari e corsi specialistici

L’

innovazione tecnologica sta gradualmente permettendo di raggiungere nuovi standard qualitativi nello sviluppo dei processi produttivi nell’ambito del settore costruzioni, ma non solo. Anche nel caso degli appalti pubblici, si configura sempre più la necessità di una Pubblica Amministrazione orientata allo smart working, che valorizzi la componente

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digitale nella gestione delle fasi che investono il ciclo di vita degli asset, dalla pianificazione alla realizzazione e futura gestione. Tali definizioni portano necessariamente al ripensamento delle competenze e responsabilità delle figure profes-


sionali coinvolte, ma anche all’applicazione di precise tecniche manageriali volte all’ottimizzazione e all’efficienza dei processi. Tali complessità di contesto e progetto possono trovare nelle tecnologie dell’ICT (Information Communication Technology) orientate al BIM un significativo supporto alla valorizzazione delle attività del Project Manager, potendo amplificare la qualità dei risultati e aumentare il livello di controllo e monitoraggio del progetto attraverso tutte le fasi del processo. Il risultato è in termini di qualità per l’intera filiera e di risparmio in termini di tempo e di denaro, configurando un sistema di supporto alle decisioni maggiormente efficace e competitivo, basato su informazioni attendibili – sin dalla fase di pianificazione – sempre aggiornabili anche durante la costruzione. Nell’ottica di disruptive innovation l’obiettivo è quindi la creazione di un nuovo mercato e di una nuova rete di valori che stravolgano i tradizionali modelli di business mediante metodologie e strumenti digitali al fine di una migliore collaborazione tra professionisti, che miri a un maggiore controllo del progetto tra gli stakeholder e a una migliore qualità globale, traducendosi in una riduzione di tempi e costi [1]. Lo scopo è dunque il raggiungimento di una maggiore competitività e produttività, avendo accesso alle informazioni in qualsiasi momento, anche da remoto e aggiornate in tempo reale, rendendo digitale il processo e l’interfaccia tra i diversi stakeholder tramite l’impiego di metodologie, applicazioni, piattaforme e tecnologie.

DIGITALIZZARE INFORMAZIONI E PROCESSI La scelta di una specifica metodologia volta alla gestione ottimizzata dei processi mediante strumenti digitali può influire sull’utilizzo di applicazioni, tecnologie e piattaforme integrabili tra loro. Il progettista e/o il tecnico d’impresa

FIGURA 1. Livello di adozione di tecnologie per l’organizzazione interna e di filiera. Elaborazione Ance su dati Istat

esperto può beneficiare anche di maggiori livelli di controllo grazie proprio all’utilizzo degli strumenti e metodi digitali, coniugando così l’esperienza e le capacità individuali con le potenzialità proprie dell’ICT (Information and Communications Technology) in termini di potenza di calcolo, di condivisione delle informazioni, di disponibilità in modalità mobile, avvalendosi perfino delle possibilità derivanti dalle applicazioni della realtà aumentata. In particolare, nel settore AEC (Architecture Engineering Construction) le opportunità del BIM consistono nella possibilità di rendere centrale il ruolo di un modello digitale di dati orientato a oggetti, permettendo di controllare e gestire le informazioni relative all’opera in modo rapido, preciso e facilmente adattabile alle esigenze mutevoli della fase progettuale, costruttiva e gestionale. L’obiettivo è dunque quello di fornire metodologie e tecniche per far sì che le informazioni siano trasmesse evolvendosi durante il processo, mirando alla realizzazione del cosiddetto “digital twin” dell’opera, utile e necessario prima alla costruzione e poi alla sua gestione. Il ricorso a processi BIM-oriented sta cambiando sempre più la funzione del Project Manager, richiedendo una maggiore condivisione dei dati e rendendo cruciale tale ruolo in materia di supervisione e gestione del flusso informativo, aumentando la collaborazione, il coordinamento e la comunicazione tra le parti interessate [2], [3]. In particolare, in questo ambito si colloca il concetto di integrazione del binomio spazio/tempo che, grazie ai progressi tecnologici, diventa integrabile con le tre dimensioni spaziali, dando vita a processi di 4D Modeling e raggiungendo gli obiettivi del Virtual Design Construction, inteso come simulazione computerizzata della definizione e dello sviluppo di un progetto di costruzione. Infatti, mediante la creazione di prototipi virtuali, che consentono di analizzare visivamente il progetto, diventa possibile integrare team e strategie di progetto che fino a ora sono sempre stati separati, anche a causa dei limiti tecnologici esistenti. La realizzazione di un modello virtuale costruito – che può essere quindi scomposto ed esaminato a fondo, anche nelle sue diverse fasi – riduce i rischi connessi alla realizzazione, semplificando le previsioni di possibili conflitti logistico/progettuali, ottenendo un processo più snello, veloce e meno costoso. I vantaggi infatti si manifestano tanto a livello economico (eliminando costi non neceswww.casaeclima.com    n.92

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ICT

sari), quanto a livello di pianificazione (ottimizzando le attività di progetto), e a livello di analisi costruttive (individuando e correggendo eventuali errori prima che essi si manifestino durante la costruzione). Pertanto, si configura un sistema cosiddetto di Agile Project Management, un termine generico per i metodi di sviluppo che adottano un approccio incrementale e iterativo. Anche se ha avuto origine nell’ambito informatico e nello sviluppo di software, i suoi principi sono di natura trasversale e possono essere applicati ad altre discipline (vedi Box 1). L’applicazione delle metodologie Agile nel settore delle costruzioni è tuttora agli albori, ma anche le nuove normative in ambito di Lavori Pubblici (D.Lgs. 50/2016 e s.m.i) puntano a investire in qualità di RUP e Direzione lavori delle figure di Project Manager, nell’ottica di quella sempre più fondamentale collaborazione e del perseguimento dei medesimi obiettivi tra committente, studi e imprese.

COSTRUZIONI 4.0 I processi operativi di trasformazione e di transizione verso un’industria delle Costruzioni 4.0 passano per l’impiego e la configurazione di sistemi digitali basati su applicazioni, piattaforme e tecnologie di processo.

METODOLOGIA AGILE

BOX 1

I quattro principi fondamentali che si adattano a qualsiasi organizzazione: 1. le interazioni tra gli attori del processo sono importanti tanto quanto gli strumenti, ed è necessario quindi puntare alla qualità del prodotto tralasciando tutto ciò che è superfluo; 2. la collaborazione e condivisione tra gli stakeholders è un principio fondamentale prima di adempiere a un contratto; 3. la flessibilità e l’adattamento alle mutevoli esigenze dei processi aderendo alla pianificazione permette di raggiungere i risultati prefissati; 4. la capacità di adattare e mutare le priorità del sistema sempre considerando l’obiettivo finale si ripercuote sulla qualità complessiva.

Applicazioni Per applicazioni si intendono le soluzioni software da utilizzare in base agli usi e agli obiettivi da perseguire (tecnici, gestionali, amministrativi, finanziari e di comunicazione). Nel settore delle costruzioni – e nella maggior parte dei casi – gli applicativi tecnici e gestionali sono costituiti da strumenti di tipo office, e non da soluzioni strutturate: progetti e cantieri a volte anche complessi sono gestiti attraverso fogli di calcolo e file chiusi in decine di cartelle. Questo tipo di soluzione, anche se di facile approccio, risolve sicuramente una serie di necessità specifiche, ma spesso non risponde all’esigenza di raggiungere un quadro di insieme di progetto, se non con uno sforzo continuo di inserimento manuale e spesso ripetuto di dati. Il sistema più semplice sembra essere dunque il più veloce, ma molto spesso si tralasciano fondamentali principi di ottimizzazione di processi informativi e di risorse impiegate, in quanto la maggior parte dei dati e delle informazioni

FIGURA 2. Livelli di evoluzione tecnologica nei settori merceologici. Indagine Istat 24

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lungo l’intero ciclo di vita coinvolgono e interessano i più vari settori specialistici di una stessa organizzazione. Infatti in parecchi ambiti, la gestione informativa dei processi è basata ancora oggi su documenti e file piuttosto che su dati e database. Questo tipo di soluzione non favorisce però uno scambio d’informazioni tra persone e organizzazioni, ma ne costituisce spesso un ostacolo alla condivisione di dati, che comporta l’inevitabile perdita di informazioni o la necessità che esse vengano inserite più volte in sistemi diversi, con il rischio esponenziale di incorrere in errori. Risulta interessante anche notare su cosa prevalgono gli investimenti: prendendo ancora, ad esempio, le imprese e l’incidenza del tipo di software, emerge che circa il 60% delle imprese con 50-99 addetti non usa un sistema gestionale ERP (Enterprise Resource Planning), ovvero un tipo di soluzione gestionale che integra funzioni tecniche con quelle amministrative. L’investimento in ICT risulta uno dei fattori chiave della capacità produttiva, consultando dati di correlazione per settore rispetto al livello di innovazione tecnologica derivante da un’indagine Istat. La Figura 2 mette in correlazione la produttività in termini economici per addetto rispetto il livello di ICT nel 2018: valutando la media, la correlazione risulta molto chiara anche rispetto agli altri settori merceologici [4].


FIGURA 3. Principi di interoperabilità nel workflow BIM

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COME RENDERE STRATEGICA UN’APPLICAZIONE? Il settore degli studi professionali sicuramente ha una propensione all’investimento verso l’ICT maggiore rispetto alle imprese ma, se è chiaro che occorre investire per essere più produttivi, la domanda è: su quali tipi di applicazioni? Quali caratteristiche devono avere per poter essere veramente innovative e far fronte alle nuove sfide del mercato? Di seguito si riportano le caratteristiche principali nell’ottica di rendere un’applicazione strategica per il processo e la filiera delle costruzioni. Accessibilità: è la capacità di un’applicazione di essere multipiattaforma e multidevice ovvero in grado di poter essere utilizzata, a parità di uno specifico ambiente dati, da diversi dispositivi che utilizzano anche sistemi operativi diversi. Nel caso di software tecnici o gestionali non è immediato trovare la giusta versatilità, ma sarebbe importante rendere possibile l’accesso ai dati anche in modalità tablet o smartphone senza dover ricorrere a sistemi di remote desktop, stante la necessità di lavorare o accedere ai dati da ambienti diversi. Collaborativo: è la capacità di condividere il medesimo contesto operativo, permettendo a più soggetti di accedere a uno specifico ambiente dati o parte di esso in base anche a diversi ruoli. Tipicamente, di base si distinguono a livello informatico, ad esempio quelli di amministrazione, di lettura scrittura, di sola lettura o di verifica/autorizzazione. Un’altra caratteristica interessante per un’applicazione è che essa consenta a più persone di lavorare, collaborare e condividere informazioni mediante lo stesso modello BIM, computo metrico o diagramma

di Gantt. Per collaborativo si intende quindi la capacità di poter direttamente o indirettamente accedere e, dunque, interagire con soggetti esterni alla propria organizzazione. Sicurezza: quando si parla di applicazioni da utilizzare “in rete” è logico immaginare che l’accesso ai dati debba essere “sicuro” e non facilmente accessibile da chiunque non sia autorizzato. Sicurezza non è però solo una questione di accesso, ma anche di riservatezza, salvaguardia e conservazione dei dati. Le soluzioni “on-premise”, ovvero a licenza installate nei propri server, rispetto a quelle “in-cloud”, cioè a servizio installate su server online, sono quelle tuttora preferite proprio per far fronte delle problematiche legate alla sicurezza informatica. Interoperabilità: è la capacità di un’applicazione di poter dialogare con altre: se i software di modellazione, computazione, programmazione e manutenzione non fossero interoperabili sarebbe impossibile parlare di modelli 3D, 4D e 5D o addirittura 7D. Alla base del concetto di interoperabilità vi è la configurazione di un linguaggio comune, un “formato” scelto o imposto spesso da un organismo di riferimento di settore, governativo o unitamente riconosciuto. Un esempio tra tutti è il formato IFC (Industry Foundation Class) ormai riconosciuto come il formato standard per lo scambio dei dati nel settore dell’edilizia. Un aspetto fondamentale da considerare ai fini di una corretta interoperabilità non è soltanto la capacità di un’applicazione di riconoscere i formati standard per poter interagire con altri software, ma la metodologia utilizzata. Il sistema più semplice di interscambio

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ICT

dati è quello tradizionale di scambio file attraverso sistemi di condivisione: e-mail, cartelle condivise, sistemi di peer-to-peer (es. FTP, Dropbox o GDrive) fino ad arrivare ai Common Data Environment (CDE, ACDat o ACDoc secondo la normativa UNI). In realtà, queste sono tecniche informatiche ormai superate dai “Web-Service” e da qualche anno dalle cosiddette API (Application Programming Interface), ovvero dei servizi che semplificano il dialogo tra diverse applicazioni attraverso la “pubblicazione” delle istruzioni per poter accedere ai dati che interessano una determinata funzione. Concludendo, l’interoperabilità 4.0 consiste nella possibilità di far dialogare applicazioni così come anche attrezzature attraverso dispositivi IoT senza l’utilizzo di file, ma permettendo sostanzialmente un dialogo diretto mediante formati aperti che rappresentano i linguaggi da utilizzare. Alcune API, come quelle

standard di un sistema operativo, sono implementate come una libreria separata e distribuite con il sistema operativo. Altre API richiedono a chi pubblica il software di integrarla direttamente nell’applicazione. Completezza: la completezza di un’applicazione dipende da quante funzioni mette a disposizione rispetto alle necessità a cui una determinata organizzazione deve far fronte. Dunque, si tratta di una valutazione piuttosto relativa, ma volendo dare un’indicazione generale risulta importante utilizzare il minor numero di applicazioni possibili, valutandone sempre e comunque l’eventuale interoperabilità tra di esse per evitare le criticità maggiori che potrebbero derivarne, come: inserimento degli stessi dati più volte, dover utilizzare soluzioni terze per realizzare i report di controllo, sostenere costi diversi per mettere in sicurezza più software.

Piattaforme Per piattaforma si intende l’ambiente fisico dove vengono archiviati, conservati, elaborati e consultati i dati. Negli anni ’90, con l’avvento dei PC, le applicazioni Office e Desktop si sono diffuse molto più ampiamente di quelle Client-Server, soprattutto tra gli applicativi tecnici, facendo sì che i dati venissero salvati e conservati spesso in diversi file anziché in un database. Anche in diverse applicazioni gestionali e amministrative non sono mancate soluzioni che salvano i dati su file, anche se a volte concentrati su un’unica “macchina”, con funzioni di tipo server. Da almeno vent’anni il salvataggio dei dati in cartelle è sicuramente il sistema più utilizzato in assoluto, non solo per i documenti personali, ma anche per quelli aziendali. La componente di utilizzo online necessario per il collegamento ad altre organizzazioni, come nell’esempio bancario, ha fatto sì che queste applicazioni, anche se in alcuni casi installate localmente, avessero una componente collegata al web. Progressivamente, l’evoluzione digitale, unita alla convenienza economica e a una dose di imposizioni normative aventi come obiettivo la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, sta facendo in modo che sempre più applicativi siano utilizzati non più “in locale” – ovvero “on Premise” – ma “in cloud” o con collegamenti col web. Oggi, con lo sfortunato avvento del Covid-19, il passaggio alle piattaforme cloud si è reso sempre più una strada obbligata, seppur ancora con molte resistenze. Infatti, Canalys Estimates ha dichiarato che a fronte di un forte aumento, +34%, in realtà si è assistito a uno stop di progetti di migrazione di passaggio al cloud da parte dei settori colpiti dalla crisi come quello turistico, del trasporto aereo ma anche delle costruzioni. Dati tendenzialmente più ottimistici vengono dalla TeamSytem che ha visto un importante incremento e numerose migrazioni da soluzioni “on premise” a “in cloud” anche nel segmento Construction.

Tecnologie digitali Per tecnologie, infine, si intendono principalmente tutti gli strumenti di tipo hardware e software che combinati insieme consentono di poter lavorare in una logica di Industria 4.0. Non solo smartphone, tablet e Pc, ma anche attrezzature di cantiere come escavatori, impianti, DPI, robot, droni APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto), stampanti 3D, stazioni di laser scanning surveyor, dispositivi IoT integrati con gli strumenti software come Cloud e API consentono 26

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di poter gestire un progetto o un cantiere in una logica che possiamo definire pienamente digitale. Basti pensare all’utilizzo di dispositivi IoT per il monitoraggio di infrastrutture o edifici, per gestire i rischi in cantiere o verificare l’operatività di un impianto, per monitorare i consumi energetici etc. L’evoluzione tecnologica, infatti, sta andando sempre più verso l’impiego di tecniche di machine learning fino a incontrare sistemi governati da algoritmi di Intelligenza Artificiale (AI) che sostituiscono o automatizzano le funzioni in cantiere mediante software e dati integrati e ottimizzati. Anche sul fronte tecnologico risulta fondamentale il ruolo e la centralità del dato, e sussistono tre tipologie di progresso che concretizzano il valore del gemello digitale: la capacità di calcolo, i sensori e la capacità di simulazione/visualizzazione [5]. Il motore del digital twin si basa su un’enorme quantità di dati e su elaborazioni che necessitano di una elevata potenza di calcolo, nonché di memorizzazione e ampiezza di banda. Questo permette di elaborare, memorizzare e comunicare le enormi quantità di informazioni utilizzate per gestire gli edifici e interi comparti in maniera efficiente. Il secondo progresso tecnologico è giunto con l’invenzione dei sensori, che permettono la configurazione di veri e propri edifici e infrastrutture intelligenti, interrogabili e capaci di interagire con l’uomo, ottimizzando i consumi, monitorando gli impianti e prevedendo guasti in modo tale da intervenire prima che si verifichino. Mediante strumenti di realtà virtuale e aumentata e simulazione visiva è possibile poi studiare l’ambiente costruito in modalità immersiva, camminando all’interno


FIGURA 4. Utilizzo di soluzioni in cloud nelle aziende nel biennio 2019-2020. Canalys Estimates

del progetto molto prima che questo raggiunga il cantiere e descrivendo realisticamente le entità fisiche che lo compongono, generando valore e supporto ai processi decisionali.

BIM E LEAN CONSTRUCTION NEL PROCESSO EDILIZIO Per Lean Construction si intende la ricerca di miglioramenti simultanei e continui in tutte le dimensioni dell’ambiente costruito: il progetto, la costruzione, l’uso e la gestione, la manutenzione, la salvaguardia e il recupero delle risorse, nonché il riciclo e il riuso. Tale approccio mira a gestire e migliorare i processi di costruzione applicando il minimo costo per il raggiungimento del massimo valore, attraverso la riduzione dei fattori di spreco e la considerazione essenziale dei bisogni del cliente. Negli anni ’90 l’ormai riconosciuta inadeguatezza del modello “tempo-costo-qualità” porta a gettare le basi per una nuova teoria. Essa dimostra anche altre anomalie del management tradizionale: infatti, uno dei fattori principali di crisi era l’analisi della pianificazione del processo, che denotava ritardi rilevanti e continui. Queste ricerche, quindi, arrivano a dimostrare che i modelli concettuali di Construction Management e gli strumenti che questa utilizza, (Work Breakdown Structure, Critical Path Method, Earned Value Management) non erano più in grado di rispettare i tempi di consegna, i budget, e la qualità desiderata. Nasce così la Lean Construction, un modo di progettare la produzione edilizia minimizzando lo spreco di materiali e di tempo, generando la massima creazione possibile di valore.

PIATTAFORME CLOUD, VANTAGGI

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Esistono diverse modalità in cloud, ma in ogni caso i vantaggi sono notevoli. Di seguito sono sintetizzati i principali: ■

Backup, aggiornamenti di sistema. In base ai tipi di contratti saranno in carico quasi completamente al gestore dell’ambiente; Scalabilità. Aumentare RAM, CPU e spazio disco è pressoché automatico o modificabile facilmente sempre in base al tipo di contratto; Accessibilità. Garantisce l’accesso da qualsiasi dispositivo e zona che abbia un accesso a internet, soluzione necessaria considerata la natura del settore delle costruzioni, ovvero di una realtà industriale con produzione distribuita; Interoperabilità. Nel caso di applicazioni che utilizzano tecnologie API entrambe installate in cloud il loro scambio di dati sarà più efficiente, veloce e sicuro. Collaborazione. Tenendo conto di quanto analizzato, il principale punto di forza del cloud è costituito dalla capacità di rendere immediatamente disponibili applicazioni con i suoi dati e informazioni a chiunque sia coinvolto in un processo e non appartenga a una stessa organizzazione. Questa caratteristica fa capire quanto il cloud sia una strada obbligata nel caso occorra strutturare un CDE, ma anche una progettazione integrata, un processo di quantity tak-off tra un programma di BIM authoring e uno di computazione, e infine nel caso in cui una direzione lavori debba essere tenuta in un ambiente condiviso tra impresa e committente.

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ICT

La Lean Construction vuole essere quindi una nuova sfida al Construction Management tradizionale, gettando le basi e i principi di futura applicazione mediante tecnologie e sistemi digitale, togliendo quei vincoli e ostacoli che rendono il processo edilizio ormai difficilmente gestibile. Con la Lean Construction, infatti, si intende una pratica di management che segue e riadatta i principi e le pratiche del Lean Manufacturing applicandoli al processo edilizio. La visione del Lean Construction è olistica, ovvero considera che la sommatoria funzionale delle parti di un insieme sia maggiore della somma delle parti considerate singolarmente, in quanto essa mira a migliorare simultaneamente e continuamente tutte le fasi e le dimensioni del mondo delle costruzioni. La capacità del BIM incontra i principi del Lean nella possibilità di generare scenari analitici, partendo da un modello di dati, in una modalità condivisa e coordinati tra i vari stakeholder, facilitando e velocizzando la creazione di alternative progettuali, che possono essere valutate con l’obiettivo di individuare tra di esse la soluzione migliore. Ciò può avvenire nella fase concettuale, su cui concentrare le attenzioni per evitare problemi futuri, così come in quella gestionale, per individuare ambiti critici o da monitorare ai fini del conseguimento dell’efficienza e l’efficacia dei processi di gestione digitale. Il workflow BIM ha quindi l’obiettivo di eliminazione o minimizzare lo spreco di risorse, così come l’ottimizzazione tramite la collaborazione auspicata dal Lean Construction è riscontrabile nel processo BIM grazie alla possibilità di condividere il lavoro tra i progettisti delle diverse discipline fin dai primi stadi del processo edilizio.

Mediante la realizzazione del gemello digitale, l’intera catena di fornitura diviene collaborativa e trasparente: il monitoraggio continuo è in grado di individuare comportamenti anomali di sistemi, impianti o infrastrutture, e permette agli operatori di reagire prontamente prevenendo guasti e riducendo i malfunzionamenti. Un sistema di controllo e monitoraggio dell’intero processo basato sull’analisi e l’interazione continua di dati su infrastrutture digitali migliora e ottimizza anche il facility management, nonché la gestione di portafogli immobiliari, tenendo traccia e contezza dei processi, dei dati storici e delle attrezzature, compresi i manuali di manutenzione e i dati di ispezione, ottimizzando e migliorando la rete nel tempo e adattando il sistema a diversi possibili scenari, rendendo il processo decisionale collaborativo e condiviso.

CONCLUSIONI BIM, Lean Construction, Agile, API, cloud, Artificial Intelligence e IoT sono metodi, strumenti e tecnologie che configurano un sistema integrato, smart ed efficiente di controllo dei processi di progettazione, costruzione e gestione mediante l’elaborazione di dati oggettivi e analisi di scenari che supportano i processi decisionali. L’evoluzione tecnologica comporta infatti un progressivo stravolgimento culturale nel progredire a nuove modalità di lavoro, provocando un vero e proprio cambio di paradigma che permetta l’utilizzo di strumenti digitali, quali modelli multidisciplinari e integrati, per simulare processi e analizzare grandi moli di dati inerenti al progetto. Così come per gli altri settori industriali, anche la filiera delle costruzioni deve trarre valore dagli sviluppi digitali implementabili per l’intero ciclo di vita: dal conceptual design alla costruzione, fino alla gestione dell’opera.

Il presente articolo è tratto dalla rivista “Ponte, vol. 1/2020” (p. 41-48) edita dalla DEI, Tipografia del Genio Civile.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] Project Management Institute. (2013). A Guide to the Project Management Body of Knowledge: PMBOK Guide. Project Management Institute. [2] EUBIM Task Group, Handbook for the Introduction of Building Information Modelling by the European Public Sector. Strategic action for construction sector performance: driving value, innovation and growth, p. 78, 2017.

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[3] Ferrara A., Feligioni E., BIM e Project Management, Dario Flaccovio editore, 2016. . [4] Integrazione tra registro esteso delle principali variabili economiche delle imprese “Frame SBS” e l’indagine campionaria sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione “ICT” (anno di riferimento 2018, ISTAT). [5] Il Cantiere Digitale, Angelo Ciribini, Soc. Editrice Esculapio.


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Coperture e Superbonus 110%: strategie di intervento e modalità di accesso agli incentivi Un focus sull’isolamento della copertura, elemento chiave nella riqualificazione energetica di un edificio, sulle possibili strategie progettuali di intervento, gli incentivi a cui accedere e i requisiti dei materiali idonei PATRIZIA RICCI

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SPECIALE

L

a misura del Superbonus 110% ha incentivato la crescente attenzione nei confronti della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, imponendo un’attenta analisi delle possibili implicazioni dell’impatto del costruito sull’ambiente e sul benessere dell’individuo, nonché su quelle di un intervento sull’esistente. Tra tutti gli interventi di manutenzione e riqualificazione, quello sulle coperture gioca un ruolo chiave, in quanto tali elementi strutturali, posizionati nelle aree più esposte agli agenti atmosferici, sono fondamentali per garantire durabilità all’immobile, per aumentare il comfort abitativo – sia in termini di umidità relativa che di temperatura – e, infine per ridurne il fabbisogno energetico. La mancanza di isolamento nella copertura può infatti incidere fino a circa il 30-40% sulle dispersioni globali di un edificio. Intervenire dunque su questo elemento tecnico significa non solo migliorare il comfort abitativo legato all’isolamento termoacustico e alla ventilazione, ma anche ridurre il consumo energetico ed economico, garantendo,

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al contempo, una maggiore sicurezza del costruito in caso di calamità naturali. Solo coibentando la copertura è possibile conseguire una distribuzione uniforme di calore su tutta l’abitazione e consentire l’esplicazione delle sue funzioni principali, ovvero contenere le dispersioni termiche in inverno e limitare il flusso termico entrante nel periodo estivo. Questo perché la coibentazione determina l’innesco di un circolo virtuoso che limita notevolmente il contributo dell’impianto di riscaldamento e/o raffrescamento presenti nell’edificio. Nello speciale vengono presentate le possibilità per incentivare tali interventi, alla luce delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2021 e degli strumenti introdotti con l’art. 121 del DL 34/2020, utili a sostenere le spese per i lavori di riqualificazione, e le possibili soluzioni per la corretta progettazione dell’intervento, in base alla normativa vigente, e per la scelta dei materiali da utilizzare, nel rispetto dei requisiti necessari per l’accesso alle detrazioni previste dal Superbonus 110%.

RIQUALIFICARE LE COPERTURE CON IL 110% L’agevolazione del 110% prevista per la riqualificazione e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente considera, tra gli interventi, anche il rifacimento del tetto. Con l’entrata in vigore dell’art. 1 comma 66 lettera a) punto 2), la Legge di Bilancio 2021 modifica il comma 1 lettera a) dell’art. 119 della Legge 77/2020 (ex Decreto “Rilancio”) e concede la possibilità di usufruire


Coperture delle stesse detrazioni valide per il solo rifacimento del sottotetto anche per interventi di coibentazione della copertura, anche se questa non racchiude un volume riscaldato. “Gli interventi per la coibentazione del tetto rientrano nella disciplina agevolativa, senza limitare il concetto di superficie disperdente al solo locale sottotetto eventualmente esistente”. Il rifacimento del tetto rientra nel Superbonus 110% in quanto può essere considerato come intervento: ■ trainante nell’isolamento degli involucri o nella sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale; ■ trainato per quanto riguarda gli interventi antisismici. Quindi, il rifacimento della copertura rientra tra gli interventi previsti dal Superbonus 110% sia nel caso di riqualificazione energetica, attraverso l’isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali (coperture, pavimenti) e inclinate, delimitanti il volume riscaldato, verso l’esterno, verso vani non riscaldati o terreno che interessano l’involucro dell’edificio, che nel caso di interventi di messa in sicurezza antisismica, con il rinforzo strutturale dell’elemento portante degli edifici, in zona sismica 1, 2 o 3. Si considerano ammissibili alla maxi detrazione gli interventi relativi alle coperture piane, tra cui le coperture tecniche, i tetti verdi (Green Roof) e quelle con pavimentazione calpestabile, e a quelle a falda, formate da diverse tipologie di manto e isolanti, naturali o sintetici. Nel rispetto dei vincoli urbanistici e paesaggistici e dei massimali previsti sono ammesse anche le spese relative a demolizione e successiva ricostruzione della copertura. Si possono inoltre ritenere compresi dal Superbonus non solo gli interventi di rifacimento del tetto, ma anche quelli che riguardano le tegole, siano essi di sostituzione che di riutilizzo di quelle esistenti, e i vari elementi che compongono la copertura. Questo in considerazione del fatto che l’efficienza energetica dell’involucro e della relativa copertura è legata all’azione sinergica di più elementi, tra i quali, ad esempio, l’isolante, le membrane impermeabilizzanti che regolano il passaggio di vapore e gli accessori per la ventilazione della copertura, che contribuiscono a ridurre il passaggio di calore verso gli strati più interni durante le giornate calde. Nel caso degli interventi trainanti, ovvero quelli antisismici, se l’edificio è localizzato in zone a elevata sismicità, l’adeguamento statico può prevedere anche il ridimensionamento della struttura portante del tetto e il suo rifacimento rientrare nel Superbonus. La nuova copertura potrà contribuire al miglioramento energetico dell’edificio, riconsiderando il pacchetto o sistema tetto. È sempre possibile, inoltre, in entrambi i casi, considerare, come intervento trainato, anche la posa di un impianto fotovoltaico nel rifacimento del tetto, per il quale sono disponibili incentivi dedicati.

TECNICHE DI ISOLAMENTO DELLE COPERTURE Per isolare una copertura esistono tre grandi categorie in base alle quali suddividere le tecniche di intervento, individuate in funzione della posizione dello strato di isolante: ■ isolamento dall’esterno (estradosso); ■ isolamento dall’interno (intradosso); ■ isolamento sul sottotetto (estradosso dell’ultima soletta).

In relazione alla posizione dello strato isolante rispetto agli altri strati che compongono la copertura, per il primo punto, l’isolamento dall’esterno, è possibile distinguere tra tetto freddo, caldo e rovescio. Il tetto freddo è caratterizzato dall’inserimento di una intercapedine d’aria tra lo strato impermeabilizzante e quello di isolamento che, attraverso delle aperture poste ai lati della copertura, permette di smaltire il vapore migliorando l’inerzia termica del tetto. È una soluzione che comporta costi elevati e necessita di una progettazione accurata. Il tetto caldo posiziona lo strato isolante tra la barriera al vapore e il manto impermeabile. Si tratta di un intervento più semplice del precedente che, tuttavia, richiede maggiore cura poiché l’impermeabilizzazione è particolarmente esposta ai raggi del sole e all’accumulo di calore. Infine, nel tetto rovescio, lo strato isolante è posizionato sopra lo strato impermeabilizzante. In questa soluzione è l’isolante ad assolvere alla funzione della barriera al vapore, che diventa superflua, mentre è fondamentale l’impiego di un materiale isolante insensibile al gelo e all’acqua, al quale si sovrappone del ghiaietto protettivo nei confronti dell’irraggiamento solare e delle precipitazioni atmosferiche.

STRATEGIE D’INTERVENTO Come abbiamo anticipato, in relazione alla posizione dello strato isolante, si parla di isolamento dall’esterno, dall’interno e sul sottotetto. Analizziamo ora, brevemente, come queste tipologie vengano applicate su coperture piane e su coperture a falde e, per queste ultime, distinguiamo tra ventilate e non.

Coperture piane Isolamento dall’esterno Nel caso di coperture piane, questa soluzione consente di eliminare i ponti termici e il conseguente rischio di condense. In relazione a quest’ultimo, è conveniente ricorrere anche a una barriera al vapore, necessaria quando l’isolante possiede una forte permeabilità al vapore, opzionale se l’isolante non ce l’ha. Operativamente si procede applicando alla struttura esistente lo strato isolante, il nuovo manto impermeabile e lo strato protettivo. Quest’ultimo sarà realizzato da massetto di rinforzo e pavimentazione se la copertura è praticabile, ovvero ghiaia e argilla espansa se non praticabile.

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SPECIALE Isolamento dall’interno Si procede con l’isolamento dall’interno nei casi in cui è impossibile eseguire la coibentazione sull’estradosso del solaio. La posa in opera prevede l’incollaggio dei pannelli isolanti direttamente all’intradosso della soletta, la cui superficie viene opportunamente pulita. Lo spessore dei pannelli isolanti è funzione delle dispersioni termiche della copertura, ma comunque non inferiore a 3 cm.

Coperture a falde Isolamento dall’esterno Nel caso di copertura a falde, l’isolamento dall’esterno si realizza ponendo lo strato isolante sotto le tegole, i coppi o le lastre di copertura, sostenuto dalle falde inclinate del tetto. Il materiale isolante viene posato sull’estradosso della falda, tra listelli di legno a distanza di 50/60 cm l’uno dall’altro, con spessore uguale o maggiore a quello dello strato isolante stesso. È opportuno, inoltre, che gli isolanti siano dotati sulla faccia inferiore di un foglio con funzioni di barriera al vapore e tenuta all’aria. Le coperture a falde con isolamento all’estradosso possono essere ventilate e non. a) Isolamento all’estradosso di coperture ventilate Le coperture ventilate sono caratterizzate da un’intercapedine d’aria al di sotto del manto di tegole dove si crea una corrente d’aria continua che favorisce lo smaltimento della quantità in eccesso di vapore acqueo. Questa ventilazione naturale, attivata attraverso la realizzazione di una apertura in gronda e una in colmo, evita la formazione di condensa invernale e, durante la stagione estiva, facilita la formazione di moti convettivi che dissipano il calore delle strutture, contribuendo al raffrescamento passivo degli ambienti sottotetto. Il tetto ventilato offre un duplice vantaggio: ■ favorisce la cessione all’ambiente esterno dell’eccesso di vapore acqueo che, in situazione di saturazione, provoca fenomeni di condensa; ■ riduce il carico termico durante il periodo estivo grazie alla continua ventilazione naturale. L’intervento prevede l’applicazione di uno strato continuo di pannelli isolanti e la realizzazione dell’intercapedine ventilata a ridosso dell’isolamento. L’isolante può essere installato dall’alto, con rimozione temporanea del manto di copertura, o per spinta dal basso, inserendo l’isolante senza sol-

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levare il manto di copertura. Nel primo caso, l’accesso completo permette una perfetta collocazione dell’isolante, ma lo smontaggio e rimontaggio del manto di copertura esterno rendono l’intervento molto costoso. Nel secondo caso, si riducono i costi, ma aumenta la difficoltà nel posizionamento dell’isolante. Il flusso ascensionale di aria calda che si determina quando le tegole si riscaldano, per trasmissione di calore all’aria presente nell’intercapedine sottostante, genera un moto convettivo, una sorta di “brezza” che aspira aria più fresca dalla grondaia e la fa salire nell’intercapedine raccogliendo calore dalle tegole; questo moto abbassa la temperatura dell’isolante sottostante e riduce così il calore che, altrimenti, si propagherebbe attraverso il solaio, e quindi nella casa. Dato che in estate le tegole possono raggiungere i 90 °C, la ventilazione così ottenuta, può ridurre fino al 20% il calore trasmesso allo strato isolante sottostante. b) Isolamento all’estradosso di coperture non ventilate Non esistendo alcuna intercapedine d’aria tra l’isolante e le tegole, in questa tipologia di coperture, l’isolamento all’estradosso si realizza con l’applicazione di uno strato continuo di pannelli isolanti protetti all’esterno da uno strato di finitura. Isolamento dall’interno Questo tipo di coibentazione viene impiegata nel caso di edifici dotati di sottotetto abitabile e nella ristrutturazione delle coperture in legno in abitazioni civili. L’isolante, costituito da pannelli di materiale coibente o anche da elementi contenenti materiale isolante, viene posato direttamente sulla struttura della falda, che può essere in listelli di legno, ferro, travetti prefabbricati o laterocemento. È sempre opportuno proteggere l’isolante con l’inserimento di una barriera al vapore continua per evitare la formazione di condensa interstiziale. Fissato il materiale isolante alla struttura, si può apporre una finitura interna, per esempio pannelli in cartongesso, perlinatura, etc. L’isolante deve garantire prestazioni termiche adeguate e buona caratteristica di resistenza al fuoco. Questa soluzione offre facilità di posa e costi contenuti, ma non è reversibile. Occorre inoltre tenere conto dello spessore aggiuntivo determinato dalla posa dell’isolante che limita l’altezza da terra e può interferire con la presenza di porte e finestre.

Isolamento del sottotetto Questa soluzione consiste nella posa di uno strato di materiale isolante sulla parte superiore del solaio e di un eventuale ulteriore strato di materiale vario che renda praticabile il solaio per la manutenzione del tetto. Se il sottotetto non è praticabile, il sistema viene posato “a secco”, senza alcuna protezione superiore, sulla soletta pulita e priva di asperità, previa l’inserimento di uno strato di barriera al vapore. Diversamente, dovrà essere predisposto un massetto di rinforzo e adeguata pavimentazione.

I MATERIALI ISOLANTI: PRINCIPALI REQUISITI I materiali isolanti ritenuti idonei all’installazione su coperture devono garantire resistenza alle sollecitazioni termiche in inverno e in estate, al fine di evitare la loro fessurazione e quindi l’infiltrazione di acqua. Si consigliano materiali


Coperture

coibenti con un’alta inerzia termica e una bassa trasmittanza termica periodica, in modo da rallentare l’ingresso del calore dall’esterno (sfasamento dell’onda termica). Materiali naturali, come lana di pecora, cellulosa e fibre di lana e di legno, grazie alla loro capacità di assorbire e rilasciare l’umidità presente nella struttura, e alla natura porosa, vengono ritenuti altamente compatibili con gli edifici tradizionali e sono facilmente reperibili sul mercato. Un requisito importantissimo nella scelta del materiale isolante è la dotazione di dichiarazione ambientale di prodotto EPD, nonché della certificazione in materia del rispetto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) di cui al D.M. 11 ottobre 2017. In ogni caso, ai fini dell’accesso agli incentivi fiscali due sono gli aspetti da considerare prioritari: la conduttività termica (in funzione del miglioramento di classe) e il rispetto – obbligatorio – dei Criteri Ambientali Minimi. Il rispetto dei CAM nei materiali isolanti è, infatti, condizione necessaria per poter usufruire delle detrazioni previste dal Superbonus 110%. Va ricordato che le proprietà termiche (e acustiche) del materiale sono strettamente legate alla capacità di immagazzinare aria al suo interno e, quindi, la sua leggerezza è direttamente proporzionale alla sua conduttività (trasmissione del calore). Ma, al contempo, massa e peso sono caratteristiche importanti dal punto di vista dell’inerzia termica, un parametro prezioso per la resistenza della parete in regime estivo.

CAM E MATERIALI ISOLANTI Il Decreto Rilancio all’art. 19, comma 1, afferma che: “I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i Criteri Ambientali Minimi di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 259 del 6 novembre 2017”. Il DM 11 ottobre

2017 - Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici, stabilisce i requisiti ambientali nel campo dell’edilizia pubblica. Tale decreto sui CAM in edilizia contiene uno specifico criterio, il 2.4.2.9, denominato “Materiali isolanti termici e acustici”, che costituisce con certezza il riferimento più diretto a questi materiali. Quindi per soddisfare i requisiti previsti dal Superbonus per l’isolamento delle strutture disperdenti occorre verificare la rispondenza dei materiali scelti alle prescrizioni previste in tale paragrafo, che valgono per tutti i materiali considerati isolanti termici o acustici. Limitatamente ai materiali presenti nella tabella inserita al punto 2.4.2.9, occorre una verifica sulla percentuale minima di riciclato. Se, infatti, il prodotto finito contiene uno o più dei componenti elencati nella tabella, questi devono essere costituiti da materiale riciclato e/o recuperato secondo le quantità minime indicate, misurato sul peso del prodotto finito. I materiali non citati in tabella non hanno obblighi sulla percentuale di riciclato ma dovranno rispettare gli altri requisiti previsti. In generale, gli isolanti utilizzati devono rispettare i seguenti criteri comuni:

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SPECIALE IL BONUS PER GLI INTERVENTI SUL TETTO Il capitolo delle agevolazioni fiscali concernenti gli interventi sulle coperture è molto complesso e soprattutto in continua evoluzione; la modifica apportata dalla Legge di Bilancio 2021 fa sì che ci si possa avvalere della detrazione sulla coibentazione di un tetto anche quando il sottotetto eventualmente presente non sia abitabile e riscaldato. In base a una interpretazione letterale della norma, si deduce che tale ampliamento sia consentito solo in presenza di un intervento trainante di isolamento termico che interessi l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio, come specifica il comma 1, lettera a. Ma la definizione si presta anche a interpretazioni diverse e contrastanti per le quali si attendono ulteriori chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, in quanto il volume recuperato potrebbe essere (oppure no) considerato come ampliamento volumetrico e in quanto tale essere espressamente escluso (oppure incluso) dal legislatore dalle spese agevolabili, non costituendo ristrutturazione sull’esistente. A prescindere, vediamo quali sono le detrazioni a cui è possibile accedere. Ecobonus: la detrazione riconosciuta per i lavori di riqualificazione energetica effettuati sia su edifici singoli, sia su condomini, varia dal 50% al 65%, fino ad arrivare al 75% per i condomini, ed è tesa a ridurre i consumi energetici. Superbonus: in aggiunta all’Ecobonus sopra indicato, è l’agevolazione prevista per specifici lavori di efficientamento energetico sul patrimonio esistente ed eleva al 110% l’aliquota di detrazione. È legata a specifiche condizioni e prevede formule quali lo sconto in fattura e la cessione del credito. Super Sismabonus: anch’esso legato al Decreto Rilancio entrato in vigore nel maggio 2020, si affianca al precedente Sismabonus ordinario, prevedendo detrazioni al 110% senza premialità (con il Sismabonus più si migliorava la sicurezza dell’edificio sotto il profilo strutturale e sismico, più elevato era il beneficio; con il Super Sismabonus non si fa più riferimento alla premialità in base al miglioramento nella classificazione sismica) ed è teso alla riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio nazionale. Bonus ristrutturazioni: è la detrazione fiscale del 50% per i contribuenti che realizzano lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria nei singoli edifici o nei condomini. Bonus verde: la detrazione al 36% per i lavori di ristrutturazione di giardini, balconi e terrazzi che portino alla sistemazione ex novo o al rinnovo dell’esistente. Il verde in copertura rientra certamente in questa detrazione, se il tetto da semplice copertura piana diviene uno spazio verde.

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1. non devono essere prodotti utilizzando ritardanti di fiamma che siano oggetto di restrizioni o proibizioni previste da normative nazionali o comunitarie applicabili; 2. non devono essere prodotti con agenti espandenti con un potenziale di riduzione dell’ozono superiore a zero; 3. non devono essere prodotti o formulati utilizzando catalizzatori al piombo quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma di plastica; 4. se prodotti da una resina di polistirene espandibile gli agenti espandenti devono essere inferiori al 6% del peso del prodotto finito; 5. se costituiti da lane minerali, queste devono essere conformi alla nota Q o alla nota R di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP) e s.m.i. (29). Queste indicazioni non sono riferibili a tutte le tipologie di materiali isolanti, ma secondo l’ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico) debbono sempre essere esplicitate nella dichiarazione di rispondenza ai CAM, a meno di evidenze specifiche; per esempio, se il prodotto non è una lana minerale non sarà necessario esplicitare il criterio 5 (fonte ANIT – CAM e Superbonus 100%, Documento di approfondimento tecnico, maggio 2021). Per la verifica del criterio 2.4.2.9, il progettista deve compiere scelte tecniche di progetto che consentano di soddisfare il criterio e deve prescrivere che in fase di approvvigionamento l’appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio. Il Superbonus 110% richiede, nel caso di intervento trainante di isolamento termico delle componenti opache, che i materiali isolanti rispettino i CAM.

LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO La percentuale di materia riciclata deve essere dimostrata tramite una delle seguenti opzioni: ■ una dichiarazione ambientale di Prodotto di Tipo III (EPD), conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025, come EPDItaly© o equivalenti; ■ una certificazione di prodotto rilasciata da un organismo di valutazione della conformità che attesti il contenuto di riciclato attraverso l’esplicitazione del bilancio di massa, come ReMade in Italy®, Plastica Seconda Vita o equivalenti; ■ una certificazione di prodotto rilasciata da un organismo di valutazione della conformità che attesti il contenuto di riciclato attraverso l’esplicitazione del bilancio di massa che consiste nella verifica di una dichiarazione ambientale autodichiarata, conforme alla norma ISO 14021. Se l’azienda produttrice non è in possesso delle certificazioni nominate è ammesso presentare un rapporto rilasciato da un organismo di ispezione – in conformità alla ISO/IEC 17020:2012 – che attesti il contenuto di materia recuperata o riciclata nel prodotto. In questo caso, è necessario procedere a un’attività ispettiva durante l’esecuzione delle opere. La documentazione dovrà quindi essere presentata alla stazione appaltante in fase di esecuzione dei lavori.


Coperture

L’impatto di materiali e coperture sull’isola di calore urbana Green Roof e Cool Roof, nuove tecnologie per ridurre il surriscaldamento urbano

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eat Island effect” è la definizione del fenomeno corrispondente all’innalzamento della temperatura delle aree urbane, rispetto alla temperatura delle aree rurali. Questo fenomeno dà origine alle cosiddette “isole di calore urbane” (ICU), che sovrastano le città determinando un aumento del picco di assorbimento elettrico per il condizionamento e rischio blackout, insieme a un innalzamento del livello di inquinamento. Le ICU, generate dall’interazione tra elementi climatici e com-

ponenti urbani, sono condizionate dall’esposizione solare, dalla morfologia urbana, dalle attività antropogeniche, dalla vulnerabilità e dalla resilienza dei materiali che costituiscono gli edifici. In tal senso i materiali degli edifici, interagendo con fattori climatici quali la temperatura, l’umidità relativa, la velocità del vento e la radiazione solare, hanno un ruolo fondamentale, potendo generare effetti negativi o positivi all’ambiente e influenzare il microclima locale. L’isola di calore urbana può definirsi di tipo “superficiale”,

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SPECIALE ossia generata dall’innalzamento delle temperature dei materiali a causa dell’incidenza della radiazione solare sulle loro superfici e quindi essere influenzata anche dalle proprietà fisico-tecniche dei materiali nella capacità di trattenere o respingere l’energia solare, o di tipo “atmosferica”, quando la temperatura dell’ambiente urbano supera quella dell’ambiente rurale o semi-rurale di 3 °C, cosa che avviene solitamente nelle ore notturne, quando i materiali rilasciano nell’atmosfera l’energia assorbita durante il giorno, contribuendo all’innalzamento delle temperature delle città. Dato che le coperture sono gli elementi dell’involucro edilizio con maggiore esposizione all’incidenza delle radiazioni solari, una progettazione consapevole unitamente all’uso di determinate soluzioni e materiali edili rendono possibile il miglioramento del microclima. La valutazione delle tipologie di copertura più adeguate allo scopo si basa sulle proprietà fisiche e tecnologiche dei materiali, dal punto di vista del bilancio energetico e termico, considerando per i materiali caratteristiche quali l’albedo, ovvero la capacità di assorbimento del calore, l’emissività, che indica la capacità di liberare l’energia immagazzinata all’interno del materiale, il coefficiente di convezione, la capacità termica e la permeabilità.

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TECNOLOGIE DI COPERTURA PER LA MITIGAZIONE DELL’ISOLA DI CALORE URBANA Diversi studi scientifici internazionali confermano che la combinazione delle tecnologie Green Roof e Cool Roof per le città caratterizzate da periodi estivi secchi e caldi, garantiscono la riduzione e la mitigazione dell’effetto isola di calore.

Green Roof Una tra le strategie di maggior successo per la riduzione degli effetti di queste “zone calde” è proprio l’aumento delle aree verdi, tetti compresi (Green Roof). Destinando a verde la copertura degli edifici, si può contribuire alla riqualificazione ecologica dei luoghi urbani. Pertanto i Green Roof sono soluzioni tecnologiche di copertura a elevati livelli prestazionali che contribuiscono in maniera positiva al bilancio energetico, all’ambiente, all’isolamento e al risparmio energetico dell’edificio. La normativa italiana (UNI 11235) individua nove funzioni primarie cui una copertura a verde deve ottemperare, e altrettanti strati primari o elementi che le svolgano, fornendo le specifiche e i criteri di calcolo riguardanti la composizione di tali strati e indicando gli spessori minimi da utilizzare in base al tipo di vegetazione. Gli elementi che definiscono la stratigrafia della soluzione tecnologica, dall’intradosso del solaio sono: ■ elemento portante; ■ strato termoisolante (indicato dalla norma UNI come elemento secondario); ■ strato di impermeabilizzazione; ■ strato antiradice (integrato o meno): sempre presente, singolarmente quando si impiegano membrane in bitume-polimero, integrato all’impermeabilizzazione quando si impiegano membrane sintetiche in polivinilcloruro o poliolefine. È una funzione primaria poiché le radici di

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numerose piante sono in grado di penetrare alcuni materiali danneggiandoli, comprese le membrane con funzione impermeabilizzante. Tutti i materiali utilizzati per lo strato antiradice devono essere certificati “antiradice” per aver superato uno dei test antiradice ufficialmente riconosciuti (UNI EN 13948); strato di protezione meccanica; strato drenante: realizzato o con aggregati granulari o con pannelli preformati (di spessore variabile dai 2,5 cm ai 12 cm) che possono dare un contributo anche in termini di isolamento termico e di accumulo idrico; strato d’accumulo: spesso coincidente con quello drenante; strato filtrante: realizzato con aggregati granulari o geo-tessili non tessuti o tessuti, pur consentendo la penetrazione degli apparati radicali delle piante, ha il compito di impedire il passaggio verso lo strato drenante di frazioni sottili del materiale terroso, che ne limiterebbe le prestazioni; strato colturale: normalmente non viene impiegata terra di coltivo, poiché raramente possiede idonee caratteristiche, bensì miscele e substrati specifici prodotti allo scopo; strato di vegetazione; sistema di irrigazione (elemento secondario): i più impiegati sono l’irrigazione a pioggia (dall’alto) o per aspersione, la microirrigazione a goccia (a terra), la microirrigazione a spruzzo e infine un sistema di irrigazione interrato a livello dello strato di accumulo, se presente. Pur avendo premura di selezionare il tipo di vegetazione anche in base alle esigenze idriche, è opportuno valutare la necessità di ricorrere a un sistema di subirrigazione, alimentato, ove possibile, da acque grigie di recupero.

Le tipologie di coperture vegetali si differenziano in intensiva, caratterizzata dalla presenza di arbusti di diverse altezze che richiedono uno strato di coltura tra i 20 e 150 cm, ed estensiva, caratterizzata da specie vegetali di bassa altezza, basso livello di manutenzione (1-2 volte l’anno) che richiedono uno strato di coltura di 15 cm. Contribuendo alla riduzione del fabbisogno energetico dell’edificio, quindi alla riduzione


Coperture delle emissioni di CO2, il Green Roof apporta anche altri innumerevoli vantaggi, sia ecologici, che economici. Le coperture verdi, infatti, forniscono un contributo energetico grazie al flusso di calore latente, determinato dall’utilizzo di una parte della radiazione incidente al processo evaporazione e traspirazione della pianta, al flusso di calore sensibile, che viene ridotto bloccando l’incremento della temperatura dell’aria, e alla capacità termica del sistema, che assorbe l’80% dell’energia utilizzandone circa il 70% nei processi di evapo-traspirazione. Inoltre contribuiscono anche la decarbonizzazione, capacità tipica del sistema vegetativo che permette la riduzione degli inquinanti in atmosfera, la cattura della CO2 e di altri gas a effetto serra. In funzione della specie e della profondità dello strato vegetativo e culturale, il Green Roof consente il controllo del deflusso delle acque piovane e la diminuzione della quantità d’acqua in discarica; filtra l’acqua piovana inquinata; riduce la velocità del vento; favorisce l’aumento della biodiversità, portando un habitat naturale all’interno della città. I benefici all’interno degli edifici riguardano anche l’isolamento acustico, data la capacità di modificare la percezione del suono esercitato dalla vegetazione con funzione di barriera, mentre l’isolamento termico si deve all’impedimento dell’incidenza diretta dei raggi solari sulla superficie della copertura, che evita di conseguenza l’innalzamento delle temperature superficiali, e pertanto garantisce un minore utilizzo dei climatizzatori che, a sua volta, si traduce in una riduzione di emissioni, risparmio energetico ed economico.

Cool Roof Un tetto può definirsi Cool Roof quando utilizza materiali con elevati livelli di proprietà radiative, ovvero materiali altamente riflettenti ed emissivi, applicati sulle superfici delle coperture con l’obiettivo principale di contenere l’assorbimento dell’energia solare nel periodo diurno ed emettere l’energia assorbita durante il periodo serale. La modalità più diffusa per realizzare un Cool Roof è quella di applicare un rivestimento esterno molto chiaro, spesso bianco, di natura non metallica. Questo tipo di finitura è ampiamente utilizzata in alcune regioni dell’Africa e del sud Europa, basti pensare alle architetture della Grecia e dell’Italia meridionale dominate dal bianco, in cui i tipici rivestimenti in latte di calce della tradizione costruttiva locale, avevano in origine non solo la funzione di “disinfettare” gli edifici, ma anche di ridurre il surriscaldamento degli ambienti interni e dei nuclei urbani. Questi materiali, caratterizzati spesso da colorazione bianca, possono essere applicati come veri e propri rivestimenti. Il principio su cui si basa la

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SPECIALE tecnologia Cool Roof è che tanto più si isola un edificio tanto più lo si debba schermare per proteggerlo dagli effetti delle radiazioni solari. Per le coperture, soprattutto quelle realizzate con pacchetti sfasanti, ovvero per le superfici opache degli edifici verticali e orizzontali, il modo migliore per dissipare il calore accumulato internamente nelle ore più calde della giornata, è la schermatura solare passiva che comporta il rivestimento con materiali che consentano loro di comportarsi di giorno, in pieno sole, come se fossero in ombra. Nel caso delle semplici vernici, prevalentemente a base acrilica, la prestazione del sistema viene compromessa in un tempo relativamente breve, in quanto non è possibile garantire la pulizia del sistema. I rivestimenti termoriflettenti passivi di nuova generazione sono trattamenti superficiali, da applicare a spruzzo o a rullo sulle coperture con uno spessore che oscilla tra i 15 e 60 mm, che trasformano le vernici in prodotti antiaderenti che mantengono nel tempo la propria efficienza. Si tratta di rivestimenti in fluoropolimero altamente riflettenti e alto emissivi (emissività pari a 89%), resistenti alla corrosione e agli attacchi chimici, con una durabilità effettiva nel tempo > 20 anni. Si applicano sulle coperture, siano esse in guaina nera bituminosa oppure microceramizzata-ardesiata, cemento, calcestruzzo, lamiera, o materiale plastico. Una volta asciutti, la superficie si presenta come una membrana a elevata resistenza alla sporcizia, autopulente (si pulisce con la pioggia), bassi livelli di manutenzione. I sistemi Cool Roof abbattono di 30 °C - 40 °C la temperatura estiva superficiale delle guaine, lastricati cementizi e lamiere in copertura. Vengono così eliminate le dilatazioni estive riducendo di fatto l’invecchiamento e le cause che generano le infiltrazioni d’acqua anche per un quarto di secolo. Alcuni studi hanno dimostrato una differenza di 28-33 °C tra una copertura in vernice bianca e una copertura convenzionale in bitume, la quale può raggiungere, quando esposta a radiazioni solari intense, una temperatura massima di 80 °C. Le tecnologie cosiddette “fredde” riducono notevolmente l’effetto dell’isola di calore urbana e il loro rendimento è direttamente correlato ai valori di albedo, per i quali, ai valori più alti corrispondono materiali con tonalità più chiare.

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Tuttavia, l’esigenza di conciliare le strategie di raffrescamento passivo degli edifici e di riduzione del fenomeno dell’isola di calore urbana, con la volontà di preservare alcuni contesti urbani tipici della nostra tradizione costruttiva – tetti a falde inclinate ricoperti di tegole in terracotta rossa - ha condotto la ricerca a realizzare finiture dette “cool colors”, rivestimenti che hanno nel campo del visibile la stessa risposta di altri materiali tradizionali, come appunto le tegole in terracotta, e dunque la stessa resa cromatica, mentre nel campo dell’infrarosso manifestano le stesse prestazioni di un tetto chiaro riflettente. I sistemi Cool Roof forniscono un contributo energetico grazie ai bassi flussi di calore sensibile dovuti all’elevata riflettività della tecnologia. L’emissività del sistema determina la quantità di energia rilasciata in ambiente nei periodi notturni. Dal punto di vista ambientale si tiene conto della riduzione dell’isola di calore urbana superficiale nei periodi diurni e notturni. I benefici all’interno degli edifici, invece, riguardano l’isolamento termico data la capacità di mantenere basse le temperature, di conseguenza, anche in questo caso, l’utilizzo dei climatizzatori è ridotto permettendo un risparmio energetico ed economico. Sono state effettuate numerose misurazioni sperimentali e studi basati su modelli predittivi, volti a indagare le prestazioni delle coperture a verde e dei sistemi Cool Roof in termini di miglioramento del comfort indoor e di risparmio energetico per il condizionamento nonché di riduzione del fenomeno dell’isola di calore urbana. Gli studi condotti in diversi centri di ricerca sembrano confermare come, rispetto ad altre soluzioni, entrambe le tecnologie siano in grado di contenere le temperature superficiali delle coperture, con conseguenti effetti sul benessere indoor e outdoor. Questi studi hanno confermato che, per entrambe, un ruolo importante è assolto dai valori di albedo e di alta emissività, caratterizzanti i materiali di rivestimento, la cui incidenza condiziona significativamente le prestazioni energetiche del sistema tecnologico.


Coperture

Cosa offre il mercato Sistema costruttivo in legno cemento

Isolamento e ventilazione per qualsiasi tipo di copertura Il sistema termoisolante Isotec di Brianza Plastica , con anima in poliuretano espanso, è la soluzione studiata per l’isolamento termico ventilato di qualsiasi tipo di copertura. Isotec vanta, infatti, una compatibilità universale che lo rende adatto per essere installato su tutti i Guarda l'intervista: SIMONE PRUNERI tipi di struttura portante, anche con pendenze Brianza Plastica della falda molto basse; ideale per supportare qualsiasi tipo di rivestimento di copertura, da quelli più tradizionali – come tegole e coppi – a quelli più moderni come elementi in alluminio, lastre continue in metallo o ancora elementi in pietra naturale. Isotec consente di realizzare nuovi edifici ad alte prestazioni isolanti ed è ideale per interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli edifici esistenti. Tutti i prodotti della gamma Isotec sono conformi ai CAM, requisito necessario per poter accedere al Superbonus 110%, e sono corredati della mappatura Leed V4. Isotec è formato da un pannello in poliuretano espanso dalle elevate prestazioni isolanti (conduttività termica dichiarata λD 0,022 W/mK), rivestito in lamina di alluminio goffrato su entrambe le facce. Il pannello è dotato di un correntino metallico che, al tempo stesso, svolge la funzione di supporto per il rivestimento e crea la camera di ventilazione fra rivestimento e isolante. È pertanto determinante anche la corretta progettazione esecutiva di tutti i dettagli della copertura, come la partenza in gronda e il colmo ventilato, realizzabili con gli accessori forniti dall’azienda a completamento del sistema. La ventilazione che si attiva naturalmente sotto il manto di copertura, generando un flusso d’aria dalla gronda al colmo, favorisce il rapido smaltimento dell’umidità in inverno e del calore in eccesso in estate. I sistemi Isotec e Isotec XL, grazie alle loro elevate prestazioni e alla perfetta continuità dell’isolamento, contribuiscono in maniera determinante al raggiungimento delle migliori classi energetiche e di un eccellente comfort abitativo.

É importante precisare che l’involucro esterno incide per circa l’80% sul risparmio energetico. Da un’esperienza di 70 anni, ottenuta con l’utilizzo dei blocchi cassero, Isotex propone elementi solaio in legno cemento per strutture orizzontali o inclinate. L’obiettivo è quello di risolvere, con una sola operazione, situazioni quali l’eliminazione dei ponti termici e acustici, antisismica, resistenza al fuoco, isolamento termico e acustico, garantendo un’eccellente inerzia termica sia in estate che in inverno. Solaio Isotex S39 Top di gamma è un particolare pannello solaio con inserto isolante in Neopor® BMB (Biomass Balance Method) di BASF per strutture orizzontali o inclinate di edifici con elevate prestazioni di isolamento termico (U = 0,24-0,28 W/m2K) e acustico (rumore calpestio Ln,w=53dB e rumore aereo Rw=60dB). É perfetto da utilizzare come solaio tra ambienti freddi, non riscaldati o di copertura; rispetta a pieno tutti i requisiti CAM per accedere al Superbonus 110% (Eco+Sismabonus). I pannelli solaio, preassemblati in stabilimento secondo schemi di montaggio, vengono realizzati “a misura” in larghezza e lunghezza in base alle dimensioni di progetto. In cantiere vengono posati con sormonto di 3-4 cm sulle pareti in blocchi cassero Isotex, per garantire continuità di appoggio ed eliminazione di eventuali ponti termici o acustici. A completamento si realizza un getto di calcestruzzo a formazione dei travetti e della soletta collaborante.

www.blocchiisotex.com

isotec.brianzaplastica.it

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SPECIALE Pannello sottotegola stampato in polistirene espanso Primate Pratiko Tegola Grey è un pannello stampato in polistirene espanso sinterizzato specifico per le coperture a falda in tegole di vario tipo e dimensione, appositamente sviluppato per garantire una maggiore longevità del tetto e un isolamento termico a regola d’arte. Il pannello è prodotto con Neopor by BASF (valore lambda λᴅ 0,030), polistirene espandibile di nuova generazione con particelle di grafite che assorbono e riflettono i raggi infrarossi, neutralizzando gli effetti dell’irraggiamento di calore e incrementando contemporaneamente le prestazioni d’isolamento termico del pannello. Grazie alla particolare sagomatura, costituita da canali continui a sezione costante, il pannello si adatta a ogni tipologia di tegola, assicurando una micro-ventilazione del manto di copertura ed evitando così la formazione di umidità, ristagni di calore, stalattiti di ghiaccio e condense. È una soluzione ideale per incrementare la prestazione termico-igrometrica delle coperture grazie anche all’esclusivo doppio incastro verticale e orizzontale che evita completamente i ponti termici che sono causa di dispersione energetica, nonché possibile fonte di condensa. Primate Pratiko Tegola Grey assicura un notevole miglioramento del comfort abitativo rispetto all’utilizzo di isolanti tradizionali e contribuisce all’abbattimento dei consumi degli edifici e delle loro emissioni di anidride carbonica, nell’ottica di un’edilizia più sostenibile.

www.primateitalia.it

Lana di roccia per coperture piane

Guarda l'intervista: LAURA MORAN Rockwool

Un tetto piano con elemento portante in laterocemento, se scarsamente coibentato, comporta una grande dispersione di calore. Per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio in un’area così cruciale, è quindi necessario intervenire con prodotti idonei. I pannelli isolanti in lana di roccia ROCKWOOL per tetti piani in laterocemento offrono eccellenti vantaggi termici, acustici, di protezione dal fuoco e di controllo dell’umidità; migliorano sensibilmente il microclima interno e contribuiscono quindi a creare ambienti più confortevoli all’interno dell’edificio. Ideale per tetti piani di questo tipo è il pannello Flatrock 50 Bond, fissato meccanicamente al supporto. Grazie allo specifico rivestimento in velo minerale consente l’incollaggio a caldo della membrana bituminosa direttamente sulla faccia superiore del pannello stesso. La combinazione tra conduttività termica e densità assicura un ottimo comfort abitativo sia invernale che estivo. Il pannello, in Euroclasse A2-s1, d0, consente un’installazione sicura e aiuta a prevenire la propagazione del fuoco. Presenta, inoltre, una calpestabilità ottimale, utile sia in fase di applicazione che di successiva manutenzione. Il pannello risponde ai Criteri Ambientali Minimi, cioè ai requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale durante l’intero ciclo di vita.

www.rockwool.com

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Coperture Per coperture ventilate L’ampia offerta di Saint-Gobain Italia per l’isolamento termico dell’involucro opaco permette di ridurre i consumi e la dispersione di calore negli edifici, aumentando l’efficienza energetica e, di conseguenza, migliorando la classificazione per gli incentivi che, in questo momento, rappresentano una grande opportunità per rinnovare e ridurre al tempo stesso l’impatto economico. Il marchio Isover offre diverse soluzioni per la coibentazione del tetto con isolanti per l’edilizia conformi ai CAM, che possono essere quindi impiegati negli interventi trainanti previsti dal Superbonus 110%, con un ritorno in 5 anni invece che in 10 grazie al doppio salto di classe energetica oppure al raggiungimento della classe più alta possibile. Per l’isolamento termo-acustico delle coperture, Saint-Gobain Italia propone l’isolante Isover T-70 in lana minerale, prodotto con materie prime naturali riciclate e un legante a base di componenti organici e vegetali a elevato isolamento termico e acustico, perfetto per un sistema di copertura a falda ventilata. Un ottimo esempio di utilizzo di Isover T-70 è il sistema di copertura a falda in legno ventilata con isolante minerale, doppia listellatura e doppio strato di pannelli OSB.

www.isover.it

Schermature solari passive

Guarda l'intervista:

In estate le coperture dei tetti raggiungono temperature CLAUDIO MARSILLI Serisolar superficiali anche di 85/90 °C, generando un forte discomfort negli ambienti sottostanti, oltre che un grande dispendio energetico per far funzionare i climatizzatori. Serisolar ProfleXum è un sistema verniciante “fluoropolimerico” antiaderente, brevettato e garantito 15 anni, che unisce la forte riflessione energetica solare diretta del 92%, all’elevata riemittanza (88%). Ne consegue un impareggiabile raffrescamento passivo nel sottotetto e un’elevata riduzione del consumo dell’impianto di raffrescamento estivo. In pratica, del 100% di energia solare incidente direttamente sulla copertura, il 99,2% viene del tutto eliminato. Ne consegue che la copertura, pur essendo in pieno sole, si comporta come fosse in ombra; la temperatura superficiale del tetto non supera quella dell’aria e, grazie a un indice di riflessione SRI 113, ottimizza e migliora considerevolmente la produzione di energia elettrica da fotovoltaico. La riduzione fino a 40/45 °C della temperatura del tetto crea un ambiente confortevole a basso costo. La conseguente riduzione da 10 °C a 20 °C nel sottotetto consente di risparmiare sulla bolletta con un ROI che mediamente rimane sotto i 5 anni. Installata su coperture esistenti o nuove, resiste a quasi tutti i prodotti chimici presenti sul mercato e ha una durata maggiore a 25 anni.

www.serisolar.it

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DENTRO L’OBIETTIVO

Credit: Studio BAEC

In cortile tra cemento e acciaio Il progetto di Porta Nuova House si colloca nel cuore dello sviluppo della città di Milano. Situato tra il “vecchio” quartiere Isola e il nuovo quartiere di Porta Nuova, l’edificio è caratterizzato da ambienti pensati per valorizzare le zone giorno, illuminate da grandi aperture e terrazzi, e per garantire la giusta privacy nelle zone notte a cura di FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO

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a una parte la Milano scintillante del nuovo millennio, il cuore dello sviluppo urbanistico della città: Porta Nuova; grattacieli, ampi spazi pubblici, il verde della Biblioteca degli Alberi e del Bosco Verticale, icona contemporanea della città meneghina. Dall’altra la sobria eleganza della Milano del secolo scorso: Porta Garibaldi; un po’ signorile, un po’ operaia, segreta e riservata con i suoi affascinanti cortili, un quartiere che si fonde senza soluzione di continuità con la raffinata Brera e il melting pot culturale di Paolo Sarpi. Nel mezzo, in via Pietro Maroncelli 9, Porta Nuova House rappresenta un’operazione di sintesi tra queste due anime contrapposte della città. In cortina un basso edificio della Milano laboriosa che fu: una casa di ringhiera con le botteghe che si aprono sulla via; varcato l’androne, nel cortile interno, un nuovo prestigioso intervento. Un edificio residenziale, riservato e invisibile da fuori, contemporaneo e tradizionale al tempo stesso, rispettoso della tradizione milanese, ma anche del nuovo linguaggio architettonico che sta caratterizzando la città. Le unità immobiliari sono state studiate per un perfetto equilibrio tra eleganza e razionalità degli spazi interni, senza trascurare terrazzi e logge che possono godere della privacy del cortile privato e del prestigioso panorama sul vicinissimo quartiere di Porta Nuova. In particolare, i piani 4, 5, e 6 sono occupati da appartamenti che si sviluppano sull’intero piano e consentono una prosecuzione visiva della zona living verso l’esterno, come se fosse un unico ambiente. Le zone notte si affacciano sui caratteristici cortili di ringhiera e sullo sfondo il prestigioso intervento di Herzog & de Meuron che ospita la celebre fondazione Giangiacomo Feltrinelli. La master bedroom di questi appartamenti, con bagno privato, gode anche di una riservata loggia ideale per una prima colazione all’aperto. Il progetto è frutto di lunghi e ricercati studi che hanno permesso a Porta Nuova House di fregiarsi di un design unico e immediatamente riconoscibile.

CEMENTO O ACCIAIO? Porta Nuova House è un intervento di sostituzione edilizia. Il preesistente edificio artigianale interno, privo di qualità architettonica, è stato totalmente demolito e al suo posto è stato realizzato un nuovo edificio residenziale di sette piani fuori terra, con

Credit: Studio BAEC

INTERNO degli appartamenti www.casaeclima.com    n.92

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DENTRO L’OBIETTIVO

un piano terra commerciale e un piano interrato destinato ad autorimessa. Il concept architettonico dell’Arch. Stefania Zangari è stato sviluppato e trasformato in un progetto esecutivo elaborato da BAEC Studio Associato sotto il coordinamento dell’Ing. Guido Albertalli e con la direzione lavori e artistica dell’Arch. Luisa Olgiati. Il sito, totalmente inaccessibile se non attraverso l’androne del civico 9 e praticamente privo di area di cantiere, ha imposto una progettazione molto attenta anche sotto il profilo della cantierizzazione e delle scelte costruttive: limitare l’utilizzo del cemento armato (date le notevoli difficoltà logistiche di getto) preferendo una struttura in acciaio, progettata e diretta dall’Ing. Alfonso Corredor di Studio PP8. La fase iniziale della costruzione ha richiesto di risolvere alcuni problemi di compatibilità con il sito, edificato a confine su tre lati con edifici in muratura e privi di piano interrato dei primi del secolo scorso, e caratterizzato da una limitata portanza del terreno. La scelta tecnica è stata per pali e micropali per il consolidamento del terreno. Berlinesi di micropali sono stati utilizzati lungo il perimetro, realizzando tratti di dimensione e lunghezza variabile, dai 7,5 m e Ø 168,3 x 8 mm posti a interasse 40 cm fino a micropali di lunghezza 14 m e Ø 193,7 x 10 mm posti a interasse 60 cm. Sotto l’ingombro dell’edificio in elevazione sono stati utilizzati, invece, pali di tipo FDP. Il sito è stato scavato in più riprese realizzando la platea di fondazione e le murature contro terra del piano interrato per conci contrapposti. La tecnica ha minimizzato l’impatto sugli edifici circostanti dove non si sono registrate problematiche di alcun tipo. L’impiego del cemento armato è stato limitato al solo piano interrato e al nucleo del vano scala e ascensore; le strutture ai piani superiori sono state realizzate in carpenteria metallica con solai in lamiera grecata e getto di completamento in cemento armato.

SOLUZIONE MISTA Interessante, al piano terra, la soluzione mista costituita da travi in cemento armato con l’inserimento di travi metalliche HEM500 e HEB500 accoppiate per sostenere la struttura in acciaio di elevazione, caratterizzata – per ragioni geometriche e architettoniche – da un importante sviluppo 46

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SCAVO in falso. Il solaio è di tipo Plastbau 19/4+5 con travetti in cemento armato e blocchi di alleggerimento in polistirene. La maglia strutturale fuori terra è composta da pilastri metallici HEB220, travi principali HEA280 a tutti i piani con travi secondarie 2UPN80; inoltre è presente, al settimo piano, un soppalco costituito da HEA160 e IPE120 e da una copertura a falde composta da travi HEA180, IPE180 e IPE160. Quest’ultima è completata da un assito, da uno strato isolante e da un pannello coibentato con finitura metallica. Sono presenti controventi su tre lati dell’edificio (da HEA160 e HEA120 a piano terra e che diventano HEA140 e HEA100 dal primo piano in su). Tutti gli elementi metallici sono di classe S355. I solai, composti da lamiera grecata (spessore 10/10 con altezza 15 cm) con getto collaborante di 8 cm, poggiano sulle travi in acciaio principali con luci variabili dai 2,7 ai 4,5 metri. La pianta prevede un nucleo resistente composto da setti armati a cui si collegano travi e pilastri in acciaio, un’intelaiatura rigida in grado di resistere alle sollecitazioni a cui è soggetta. L’azione sismica viene infatti distribuita sulle pareti e sui controventi che formano una struttura pendolare grazie alle colonne metalliche svincolate agli estremi. L’analisi condotta ai fini della progettazione strutturale per il sisma è di tipo dinamico secondo le nuove Classificazioni Regionali previste dalla normativa vigente.

IMPIANTISTICA Sotto il profilo energetico e impiantistico, curato dall’Ing. Gaetano Trovato, gli approfondimenti progettuali sono stati non di meno sfidanti. La prestazione, ovviamente, non poteva essere inferiore alla classe energetica A; gli spazi installativi, la dimensione del lotto e la posizione interclusa del fabbricato hanno imposto importanti riflessioni. Per ovvie ragioni energetiche, ma anche per meno scontate problematiche di prevenzione incendi, la generazione dei fluidi non poteva che essere affidata a pompe di calore. La soluzione geotermica con condensazione ad acqua di falda, recentemente molto apprezzata nella città meneghina, si è rivelata inutilizzabile sia per


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DENTRO L’OBIETTIVO

impossibilità realizzative legate alla cantierizzazione, sia per oggettiva mancanza di spazi alloggiativi dei necessari impianti. Pertanto, si è optato per una soluzione condensata ad aria con una batteria di tre pompe di calore deputate sia alla generazione dei fluidi di climatizzazione, sia alla produzione dell’acqua calda sanitaria. I condensatori remoti sono stati alloggiati su un vano tecnico di copertura e particolare attenzione è stata riservata allo studio acustico per evitare disturbo al vicinato. Sempre a tetto anche i campi fotovoltaici integrati nei pannelli di copertura in lamiera coibentata. Negli appartamenti la scelta tecnica è stata frutto di una mediazione tra le esigenze commerciali, le problematiche installative legate a una geometria del fabbricato piuttosto complessa e, non da ultimo, gli obiettivi di prestazione energetica prefissati. Sotto il profilo commerciale, infatti, il promotore dell’iniziativa ha rilevato una prevalente preferenza della clientela per soluzioni estive ad aria e soluzioni invernali radianti. Questa strategia, sebbene apparentemente poco convincente perché impone una vera e propria duplicazione degli impianti in ambiente (pannelli radianti e fancoil), si è rivelata però vincente sia sotto il profilo energetico, sia sotto il profilo del comfort. Bisogna infatti considerare una pluralità di fattori che caratterizzano le costruzioni contemporanee e la modalità di abitarle. In primo luogo le tecnologie dell’involucro che oggi garantiscono performance elevatissime, rendendo meno rilevante, seppur sempre importante, il ruolo degli impianti. Altrettanto considerevole la modalità di fruizione degli alloggi; eccezion fatta per questa poco felice parentesi storica che auspichiamo stia volgendo a termine, l’utenza tipica degli interventi similari a Porta Nuova House è fatta di single, coppie o piccoli nuclei familiari con una vita molto attiva all’esterno dell’abitazione che li porta a trattenersi fuori casa per la gran parte della giornata. Pertanto la scelta di soluzioni in ambiente per la climatizzazione estiva come i fancoil (naturalmente canalizzati per salvaguardare il design degli alloggi), con bassissima inerzia e una istantanea percezione di comfort alla loro attivazione, sono apparsi una scelta obbligata e, infine, vincente considerato il gradimento commerciale riscontrato. Diverso il ragionamento svolto sulla climatizzazione invernale. I progettisti avrebbero 48

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certamente preferito mantenere la soluzione ad aria anche per il riscaldamento, per le stesse ragioni esposte sopra. Tuttavia la bassa accettabilità da parte dell’utenza delle soluzioni ad aria, ancora condizionata dai pregiudizi del discomfort dei vecchi edifici degli anni ’70 e ’80 che sfruttavano queste soluzioni, ha imposto la soluzione radiante a pavimento. Completa la dotazione impiantistica un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata puntuale integrato nei monoblocchi per la posa dei serramenti. La VMC con recuperatore di calore è una scelta essenziale sia per garantire le prestazioni energetiche del fabbricato, sia per il comfort e la salubrità degli ambienti. Sul mercato oggi si rintracciano soluzioni di elevato livello tecnologico e il team di progetto non ha avuto difficoltà nell’integrare questo componente importantissimo nelle abitazioni. Inoltre, la scelta di utilizzare i monoblocchi per l’alloggiamento dei serramenti, oltre


SCHEDA PROGETTO COMMITTENTE Porta Nuova House, un’iniziativa di Maroncelli 9 Srl PROGETTO ESECUTIVO E DL Studio BAEC (Progetto Esecutivo), Studio PP8 (Progetto Strutture, DL e Sicurezza), Studio Tecnico Trovato (Progetto Energetico e Impianti) CONCEPT ARCHITETTONICO Arch. Stefania Zangari DIREZIONE ARTISTICA Arch. Luisa Olgiati IMPRESA Prema Costruzioni Srl IMMAGINI Studio PP8, Studio BAEC

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che prassi consolidata, nel caso specifico è stata anche una scelta obbligata dalla soluzione costruttiva adottata: totalmente a secco.

FACCIATA Si è già avuto modo di commentare circa le notevoli limitazioni di cantierizzazione del progetto, da cui la scelta della pratica struttura in acciaio. Come conseguenza sia di tale scelta, sia dell’esigenza di un involucro performante, facilmente trasportabile e installabile si è optato per un involucro totalmente a secco. I progettisti avevano già avuto esperienze analoghe in altri importanti cantieri in città e hanno ritenuto, con successo, di replicare anche in questo edificio la scelta di un sistema di lastre di varia tipologia, accoppiate con isolanti termici, secondo uno schema elaborato di concerto con il produttore del

sistema. Completa la facciata un cappotto esterno in EPS rasato da 12 cm. Il produttore del cappotto, inoltre, ha fornito una preziosa assistenza per studiare, con i progettisti, un sistema di decori anch’essi in EPS e con particolare finitura superficiale decorativa, applicabili alla superficie esterna per creare cornici e decori che nel concept originale erano invece previsti in metallo. La soluzione ideata dal team si è subito rivelata notevolmente migliorativa in quanto l’EPS incollato ha annullato i rischi di ponti termici che si sarebbero potuti riscontrare con decori in lamiera, soprattutto nei punti di fissaggio, facilitando e velocizzando le operazioni di finitura della facciata dell’edificio.

TEMPISTICHE Tutte le scelte costruttive operate, a partire dalla struttura in acciaio, si sono rivelate estremamente convenienti anche sotto il profilo dei tempi di realizzazione che sono stati contenuti entro parametri ordinari nonostante le notevoli difficoltà logistiche del cantiere: al netto della lunga pausa obbligata per via della sfortunata congiuntura sanitaria il fabbricato è stato ultimato in un anno e mezzo contro previsioni del doppio del tempo necessario per soluzioni tradizionali. www.casaeclima.com    n.92

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DENTRO L’OBIETTIVO

Una casa a prova di ambiente Direttamente dagli anni ‘50, oggi una villa familiare situata in Brianza è stata proiettata in un futuro sostenibile. La ristrutturazione è stata curata dall’interior designer Andrea Castrignano a cura della REDAZIONE

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na casa indipendente situata nella zona residenziale di Meda, in Brianza, è stata interamente ristrutturata all’insegna dell’efficientamento energetico e della sostenibilità per accogliere una giovane coppia di

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genitori con due bambine piccole. La villa di 100 mq, disposta su un unico livello con affaccio su un grande giardino privato di 700 mq, era rimasta ferma agli anni ’50 e si presentava in pessime condizioni.


REALIZZAZIONE DELL’ISOLAMENTO Uno degli aspetti più critici era rappresentato dalla assenza totale di coibentazione e dall’usura di tutti i materiali di finitura. La fase di progettazione, che ha privilegiato in ogni scelta i criteri dell’ecosostenibilità, ha rivestito un ruolo fondamentale, trasformando la casa fatiscente in una villa in stile nordico in classe A4. Gli interventi sono partiti dal vecchio tetto realizzato in eternit, che è stato scoperchiato e sostituito da un pannello sandwich in lamiera e poliuretano con l’alloggiamento di 5 kWp di fotovoltaico. L’isolamento è stato rafforzato da 20 cm di stiferite appoggiata sull’estradosso del sottotetto e 5 cm di EPS a cappotto per correggere i ponti termici dei muricci e della gronda, ricostruita con pannelli di fibro-cemento rasato. I tramezzi interni sono stati abbattuti e ricostruiti per ridisegnare i nuovi spazi della casa e puntando alla massima fruibilità degli spazi interni per i nuovi proprietari. Le pareti divisorie e le contro-pareti interne dei perimetrali sono state realizzate in cartongesso e fibro-gesso in doppia lastra e riempite con fibra di legno per garantire un perfetto isolamento acustico degli ambienti e la massima salubrità dei materiali indoor. Sulle pareti perimetrali è stato realizzato un cappotto termico che ha ispessito di oltre 20 centimetri la struttura muraria, rispettando i dettagli del ciclo ETAG04 e posato da un posatore certificato.

ZONA LIVING

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DENTRO L’OBIETTIVO

ZONA PRANZO E CUCINA

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SERRAMENTI In tutta l’abitazione, sono stati selezionati nuovi serramenti in legno, verniciati con smalti privi di solventi con emissioni tossiche (no-VOC). Gli infissi hanno triplo vetro, tripla guarnizione e un fattore di protezione solare studiato in base all’esposizione.

Le vetrate affacciate sul giardino in fase di progettazione sono state ingrandite per aumentare l’illuminazione naturale a beneficio del risparmio di luce artificiale e del benessere visivo. L’attacco tra parete e serramenti è stato curato tramite l’installazione di monoblocchi con cassonetti a tapparelle altamente performanti per garantire il totale isolamento di porte e finestre.

BAGNO PADRONALE

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DENTRO L’OBIETTIVO RIPROGETTAZIONE DEGLI SPAZI Per quanto riguarda il layout degli ambienti è stato ridisegnato in funzione della massima vivibilità e luminosità degli spazi, assecondando le esigenze e i bisogni della giovane famiglia. Nella zona giorno è stato eliminato il preesistente corridoio al fine di creare un unico ambiente open space che include la zona living, la zona pranzo e la cucina, messe in comunicazione grazie a un’ampia vetrata scorrevole in cristallo acidato che lascia filtrare la luce, sfruttando al meglio la doppia esposizione della villa e la piacevole vista sul grande giardino. La zona notte si sviluppa ai lati del corridoio, sul quale si affacciano le stanze da letto, il primo bagno e la lavanderia, ricavata – insieme al secondo bagno en suite – grazie alla strategica ridistribuzione degli spazi interni.

PAVIMENTAZIONI E PARETI All’interno di una casa studiata in ogni minimo dettaglio per rispondere agli standard di eco-sostenibilità, la scelta dei rivestimenti a pavimento è ricaduta sul legno. Le doghe del parquet in rovere sono state trattate con un mordente a base di tannino per conferire un aspetto anticato alla pavimentazione, sulla tonalità del grigio, in linea con lo stile scandinavo che caratterizza il progetto d’arredo dell’immobile. Seguendo la stessa filosofia, per le tinteggiature sono state scelte vernici ad acqua, una soluzione che rispetta l’ambiente e la salute dell’uomo. In generale, ogni materiale impiegato nella ristrutturazione è stato selezionato tenendo in considerazione il benessere di chi abita la casa, prediligendo prodotti e formulazioni naturali senza emissioni di sostanze nocive.

IMPIANTISTICA E DOMOTICA Per garantire la massima indoor air quality e creare un microclima ideale, gli impianti sono stati realizzati ex novo durante la ristrutturazione per rendere migliori le performance, diminuire il fabbisogno e, di conseguenza, i consumi energetici. Per il riscaldamento e il raffreddamento è stato realizzato un sistema ad aria a bassa portata con pompa di calore aria-acqua e sistema di regolazione su ogni bocchetta. La villa è stata concepita secondo una concezione di tenuta dell’aria: sono stati utilizzati giunti espandenti e nastri di tenuta che l’hanno resa ermetica verso l’ambiente esterno. Ciò ha richiesto la realizzazione di un sistema di ricambio d’aria forzato, garantito da una ventilazione meccanica controllata che fornisce aria fresca opportunamente filtrata e con recupero del calore. Per rendere ancora più performante e all’avanguardia l’abitazione, è stato inserito un impianto domotico di ultima generazione che consente di rendere ancora più intelligente e autonoma la casa. La domotica permette di controllare non solo 54

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CAMERA DELLE BAMBINE


CAMERA DA LETTO

SCHEDA PROGETTO PROGETTO DI INTERIOR DESIGN Andrea Castrignano – Id Consulting PH Armando Moneta

gli impianti di raffreddamento e riscaldamento, ma l’intera casa anche da remoto attraverso lo smartphone. Il sistema di smart home prevede la gestione automatizzata dell’illuminazione, delle tapparelle esterne e dei binari delle tende interne; l’apertura/ chiusura del cancello d’ingresso della villa e l’antifurto con sistemi volumetrici di rilevamento e sensori dislocati lungo tutto il perimetro della casa. Ciò contribuisce al risparmio energetico generale, permettendo di controllare e tenere sotto controllo i consumi energetici. Gli interventi di ristrutturazione e il progetto di arredo su misura hanno conferito nuova vita alla villa unifamiliare, trasformandola in un esempio di casa 2.0. www.casaeclima.com    n.92

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WORK IN PROGRESS

FIGURA 1. Passaggi elettrici e tubazioni idrauliche posati sopra il materassino

Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: un passo alla volta Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica dell’edificio. In questa puntata, il cantiere entra finalmente nella fase di “richiusa” DAVIDE GIGLI

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ompletati i tramezzi, tutte le tracce per il passaggio degli impianti elettrico e idrosanitario e dopo molti ripensamenti e riposizionamenti di punti luce, prese e collegamenti, il cantiere può finalmente entrare nella fase di “richiusa”. Il periodo non è comunque fortunato, in quanto nei mesi di giugno-luglio il mercato risulta fortemente condizionato da dinamiche contrapposte. Se da un lato il Superbonus 110% – nonostante le difficoltà tecniche e burocratiche che devono essere superate per accedervi – ha ravvivato il mercato, dall’altro si è andati incontro a un aumento immotivato (pertanto speculativo) dei prezzi delle materie prime e, a cascata, dei materiali edili. A tutto ciò vanno aggiunte la difficoltà di reperimento e tempi di attesa molto lunghi. Tutto questo per dire che la fine lavori è stata spostata all’autunno. Nel frattempo, però, qualche significativo passo avanti è stato compiuto.

SOLAIO INTERPIANO Dopo il completamento delle tracce, è stato posato a terra il materassino anticalpestio (8 mm di spessore), che consente una netta separazione acustica tra i piani. Per avere un unico piano di sepa-

razione, interrotto solamente dagli scarichi principali concentrati nella zona del bagno, i passaggi elettrici e le tubazioni idrauliche sono stati posati al di sopra del materassino (Figura 1).

RINFORZO STRUTTURALE Dopo aver concordato con lo strutturista questa soluzione per desolidarizzare il rinforzo in acciaio dalla trave esistente in calcestruzzo sottostante, sempre sopra il materassino è stata realizzata una struttura di supporto strutturale per futuri eventuali carichi pesanti (ad es: stufa). Due coppie di travi di acciaio a C da 100 mm saldate tra loro sono state collegate con tasselli chimici ai pilastri in acciaio e ricoperte da un getto di calcestruzzo, reso solidale da un rete elettrosaldata alle travi (Figura 2). In questo modo è stato possibile realizzare una struttura capace di sostenere un ingente carico futuro, scaricando il peso in verticale sulla struttura portante e distribuendo parte del carico su una superficie molto più ampia rispetto a quella del carico concentrato. In riferimento alla posizione del carico, soluzioni alternative avrebbero reso necessari sistemi molto più complessi e onerosi sia in termini economici che di occupazione dello spazio.

FIGURA 2. Travi di acciaio a C collegate con tasselli chimici ai pilastri e ricoperte da un getto di calcestruzzo

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WORK IN PROGRESS

ISOLAMENTO Sul materassino, con uno spessore di circa 5 cm, è stato poi posato il sottofondo alleggerito con EPS (Figura 3), su cui è in fase di posa uno strato di XPS di 2 cm su cui verrà posato il sistema radiante. Il tutto verrà completato con la posa di un massetto pesante in grado di dare rigidità al sistema edilizio e aumentare l’inerzia termica dell’impianto radiante. Prima di completare queste fasi però sarà posato l’isolamento interno. Si tratta di un ordine dei lavori atipico, dovuto alla necessità

FIGURA 4. Fori per la ventilazione meccanica controllata di risolvere il ponte termico lineare nella zona di attacco tra il solaio e il muro esterno. La fascia perimetrale sarà isolata con una prima fila di calcio silicato (4 cm di spessore) da cui partirà l’isolamento interno in fibra di legno.

VMC E CONDIZIONAMENTO Sono stati predisposti anche i fori per la ventilazione meccanica (Figura 4). Al piano primo saranno presenti due macchine Lunos coordinate da un’unica centralina e posizionate su fronti contrapposti dell’edificio in modo da creare un flusso d’aria che, oltre a ricambiarla, recuperando il calore, creerà una migliore distribuzione (o rimescolamento) delle temperature. Infine, a malincuore, ma spinti anche dall’anticiclone, si è scelto di installare una macchina per il condizionamento (Figura 5). Lo split,

FIGURA 3. Sottofondo alleggerito con EPS con uno spessore di circa 5 cm

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FIGURA 5. Predisposizione per il condizionatore


posizionato in una zona neutra e centrale dell’alloggio, sarà collegato a una macchina collocata nel sottotetto. La speranza è che questo investimento possa rivelarsi inutile; tripli vetri, ombreggiamenti, isolamento interno idrometricamente attivo e ventilazione meccanica dovrebbero essere sufficienti per garantire condizioni di comfort durante il periodo estivo, ma – nel caso di picchi di calore – un aiutino extra potrebbe rivelarsi necessario.

CANTINE Anche in cantina si è scelto di isolare il solaio controterra. In questo caso la posa delle tubazioni elettriche e idrauliche è stata fatta direttamente sulla pavimentazione esistente in battuto di cemento (Figura 6). Nello spazio tra i tubi e al di sopra di essi è stato posato un doppio spessore (3+3) di XPS su cui è stato steso il materassino anticalpestio con funzione di membrana protettiva contro la risalita di umidità. Funzione non principale del materiale, ma garantita dalle proprietà tecniche con cui è realizzato. Sopra l’isolamento sarà gettato il sottofondo non alleggerito; dopodiché sarà posato l’isolamento interno, tutto in calcio silicato. Questa scelta, più onerosa rispetto ad altri materiali, viene fatta considerando che con gli spessori di isolamento interno (4 cm) non si può comunque raggiungere un valore di trasmittanza “detraibile” o comunque con prestazioni paragonabili a cappotti esterni con spessori normali (sopra i 14 cm). È stato scelto il calcio silicato in quanto, grazie alle sue proprietà idrometriche e chimiche, è in grado di gestire umidità, formazione di condensa e di evitare (o rendere

FIGURA 7. Il bagno della cantina sarà dotato di un Sanitrit collocato sotto il pavimento in una botola ispezionabile estremamente difficile) la formazione di muffa. Anche nel piano cantine (al servizio di tre ambienti su quattro) verrà installata in bagno una macchina di ventilazione singola, ma a doppio canale, in grado di ricambiare il volume d’aria del laboratorio, della lavanderia e del bagno di servizio. Il bagno, avendo il livello degli scarichi più basso della fognatura, sarà inevitabilmente dotato di un Sanitrit che sarà collocato sotto il pavimento in una botola ispezionabile. Tale spazio già esistente conteneva la vecchia pompa di sollevamento della lavanderia (Figura 7)

PROSSIMI PASSI

FIGURA 6. In cantina la posa delle tubazioni elettriche e idrauliche è stata fatta direttamente sulla pavimentazione esistente

Entro la fine di agosto l’obiettivo è completare tutti gli intonaci, i sottofondi e i massetti. Inoltre, verrà posato il radiante e l’isolamento interno e verranno realizzate tutte le rasature. Dove possibile, cercheremo anche di dare una prima mano di colore.

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iBRICKO, l’evoluzione della parete Involucro per l’integrazione architettonica di tecnologie innovative ed energeticamente efficienti di GIANLUCA BALZARINI1 E GIUSEPPE PIRAS2 1

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CEO e Fondatore Progetto iBRICKO Professore associato di Fisica tecnica ambientale presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

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on il 32% del consumo finale totale di energia a livello globale, il settore delle costruzioni è tra i maggiori responsabili del consumo energetico. Il mondo delle costruzioni e della progettazione si trova, di conseguenza, davanti alla necessità di realizzare spazi sempre più efficienti dal punto di vista energetico, integrati con le tecnologie impiantistiche, IoT e di home building automation, nonché con gli aspetti architettonici e di design, ormai impre-

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scindibili per il raggiungimento di un’elevata qualità degli spazi abitativi e non solo [1]. Le tecnologie richiedono soluzioni di involucro modulari e polifunzionali per poter essere installate e manutenute in modo rapido ed efficace, e adattarsi in modo naturale alle mutate esigenze degli occupanti. La linea di demarcazione tra ingegneria e architettura diventa sempre più labile e necessita di una vision integrata di tutte le tematiche che oggi caratte-


rizzano lo sviluppo di progetti innovativi ad alto contenuto tecnologico. Partendo da queste premesse è iniziato il percorso di ricerca che, insieme al Centro di Ricerca Interdipartimentale dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (CITERA), ha portato a sviluppare e realizzare la soluzione iBRICKO [2], un sistema costruttivo a secco a elementi modulari per la realizzazione di contropareti al cui interno possono essere facilmente installati sistemi domotici e componenti tipici di un impianto tecnologico tradizionale o evoluto (interruttori, sensori di temperatura, sensori di umidità, sensori di illuminazione, prese elettriche, prese dati, sistemi di illuminazione, etc).

LA SOLUZIONE TECNOLOGICA Dagli uffici ai grandi spazi collettivi, alle abitazioni, la tecnologia è sempre più presente e pervasiva, costituendo un supporto indispensabile per la gestione razionale ed efficace dei consumi energetici e per l’integrazione tecnologica. Con la domotica la rifunzionalizzazione “logica” delle tecnologie di campo (per esempio, un comando di accensione su un interruttore) diventa semplice grazie alla gestione a indirizzi e al controllo parametrico dei dati che provengono dai sensori o dagli apparati di campo attraverso un bus dati. Ma il problema del riposizionamento “fisico” di un componente tecnico permane. I principi ordinatori che hanno accompagnato lo sviluppo del concept della soluzione tecnologica proposta possono essere identificati come risposta ai seguenti temi di ricerca: ■ definizione di nuove soluzioni di involucro integrativo attivo in grado di favorire la riduzione dell’impatto ambientale dei sistemi legati al mondo delle costruzioni attraverso la scelta di materiali durevoli e con un ciclo di vita sostenibile nel rispetto dei CAM; ■ integrazione architettonica di un sistema di tecnologie volte al contenimento energetico e al controllo della temperatura (sensori e inserimento di materiale coibente); ■ sviluppo di un sistema modulare che consenta soluzioni estetico-architettoniche accattivanti e personalizzabili in relazione al contesto in cui si inserisce e alle necessità del progettista; ■ possibilità di integrare tecnologie IoT per la domotica assistenziale. Da questo assunto si è sviluppata l’idea di studiare e realizzare una tecnologia che diventasse il “contenitore” dove installare tutte le componenti fisiche (l’hardware e la sua distribuzione) necessarie al funzionamento dell’organismo edilizio. Il sistema tecnologico sviluppato, denominato iBRICKO (Figura 1), nasce quindi per rispondere a questa necessità ed è costituito da moduli di supporto e pannelli modulari, al cui

FIGURA 1. Il sistema è composto da blocchi affiancati formati da: pannello, modulo, dispositivi (opzionali) e cablaggio (se necessario)

interno sono installati i componenti tipici di un impianto tecnologico (Figura 2). Il sistema è composto da blocchi, ognuno dei quali costituito da 3 elementi: supporto, dispositivi, pannello di copertura (Figura 3). Il tutto sostituisce lo strato costruttivo non strutturale di un edificio (parete interna evidenziata in arancione in Figura 4) dove sono generalmente posizionati gli impianti e si affianca per tipologia costruttiva alle più recenti tecnologie di prefabbricazione che si stanno affermando in alcuni specifici settori dell’edilizia.

FIGURA 2. Prototipo modulo

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FIGURA 3. Concept di brevetto. I tre livelli concettuali

Il sistema sostiene e permette l’alloggiamento degli impianti (cavi, tubi, etc.) e degli apparati tecnologici tipici di un impianto (centraline logiche programmabili, interruttori, sensori di temperatura, sensori di umidità, sensori di illuminazione, prese elettriche, prese dati, sistemi di illuminazione, etc). La posa e l’ancoraggio avviene a secco grazie ai diversi tipi di supporti inseribili nel modulo base; la soluzione tecnologica è applicabile sia su pareti di chiusura verticale opache e di partizione interna esistenti tramite malte o collanti di posa, oppure a secco con struttura metallica di supporto, creando anche superfici autoportanti e sistemi divisori interni. Il sistema è stato pensato per essere compatibile con tutti i componenti impiantistici standard e prevede moduli di forme e dimensioni diverse, per coprire ogni tipo di geometria della superficie (angoli, spigoli, curve come schema di Figura 5).

MATERIALI E COMPATIBILITÀ AMBIENTALE iBRICKO è stato sviluppato integrando i temi di compatibilità ambientale previsti nei nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM),

FIGURA 5. Alcuni componenti del sistema

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FIGURA 4. Il livello fisico su cui interviene la soluzione tecnica

ponendo attenzione all’utilizzo di materiali innovativi e insieme sostenibili, sviluppando – oltre che un elemento di efficacia ed efficienza – anche una soluzione ad alto livello di “upcycle funzionale”, che consente un reale risparmio sia di risorse, grazie al riuso dei suoi componenti, che di tempo grazie alla tecnologia costruttiva a secco. L’attenzione posta in questo specifico ambito deriva dalla natura stessa del mercato dell’edilizia e dal consumo di risorse a essa collegato. Dai dati del rapporto 2019 di ISPRA/SNPA risulta infatti che circa il 30% dei consumi di energia e materie prime è legato a questo settore e ancor più negativo è il dato relativo alla produzione di rifiuti che ammonta a circa 57 milioni di tonnellate provenienti da demolizioni e/o riqualificazioni degli spazi abitativi [3]. Risulta evidente da questi dati l’importanza di definire una soluzione che grazie alle sue caratteristiche incida in modo sostanziale sulle tre voci viste sopra, riducendo grazie all’innovazione introdotta i consumi e i rifiuti prodotti dal processo di riqualificazione edilizia. Ecco, quindi, che l’efficienza “funzionale” realizzata contribuisce in modo sostanziale a questi obiettivi, sia grazie alla maggiore velocità di posa (minor utilizzo di risorse), sia per la riutilizzabilità del sistema che viene proposto e che, attraverso semplici riadattamenti a secco, permette di riqualificare e rifunzionalizzare uno spazio edilizio. In Figura 6 sono riportati i tempi e le funzionalità in cui è stato calcolato il risparmio ottenuto. Obiettivo successivo della ricerca è quello di verificare le diverse performance energetiche e prestazionali ottenibili in base all’impiego di diversi tipi di materiali nelle diverse zone climatiche (abaco dei materiali/contesti) in base alle linee guida del D.Lgs. 4 luglio 2014, n. 102, del Decreto requisiti minimi del 26 giugno 2015 e s.m.i., recante attuazione della Direttiva 2012/27/ UE sull’efficienza energetica. Oltre alle verifiche di cui sopra si sta predisponendo anche la fase di test di natura tecnica per la rispondenza ai principali requisiti costruttivi (resistenza al fuoco, resistenza strutturale) in base ai vari materiali impiegati.


FIGURA 6. Analisi comparata delle soluzioni tipiche

AMBITI DI APPLICAZIONE Lo sviluppo di questo tipo di soluzione tecnologica ha visto nella collaborazione con le strutture della Regione Lazio, in particolare dell’incubatore dello Spazio Attivo di Colleferro, un’ulteriore occasione di approfondimento del lavoro di ricerca. Sono nati quindi in quell’ambito progetti che declinavano su settori affini a quelli dell’edilizia tradizionale la tecnologia modulare del progetto iBRICKO e sono nate alcune applicazioni trasversali all’ambito iniziale.

Una di queste ha visto declinare la soluzione tecnologica in ambito emergenziale (Figura 7), dando vita al progetto iBAID [4], dove i principi che caratterizzano la tecnologia sviluppata sono stati applicati con soluzioni e logiche open (quindi libere dal brevetto) e con criteri di reperibilità delle risorse legati al territorio dove si verifica l’emergenza (materie prime e soluzioni locali). Questa declinazione della tecnologia è stata offerta alle reti di enti o associazioni pubbliche che fossero nella necessità di allestire strutture temporanee di accoglienza, ed è stata oggetto di una call ufficiale lanciata attraverso la rete regionale di Lazio Innova. Il progetto, nato sotto la spinta dell’attuale emergenza sanitaria, ha trovato nelle istituzioni e in alcune organizzazioni nazionali operanti nell’ambito emergenziale un forte interesse, purtroppo ancor oggi attuale, ma con scenari post-emergenza che potrebbero trovare ampio margine di applicazione della ricerca in un prossimo futuro.

FIGURA 7. Progetto iBAID

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Altro ambito in cui ha trovato applicazione il lavoro svolto è stato quello della grande distribuzione organizzata (GDO), in particolare nello sviluppo di una soluzione dedicata alla vendita, denominata “Smart Shelf”, ovvero sistemi di scaffalatura intelligenti per l’allestimento di spazi vendita (Figura 8). Questa soluzione è in grado di ospitare nativamente le soluzioni tecnologiche legate alla necessità di monitorare e automatizzare la vendita al pubblico (scaffali intelligenti, modulari e riposizionabili secondo i layout dei punti vendita, in grado di vedere

e tracciare attraverso sensoristica ciò che il cliente acquista). Altri ambiti di applicazione sono allo studio; in particolare quelli legati all’allestimento di soluzioni idroponiche modulari (Figura 9) partendo da prodotti esistenti (up lifecycle), agli allestimenti nel settore dell’acustica e della gestione ottimale dell’involucro (rispondenza dinamica e adattabilità dello spazio acustico) e in ambito di riutilizzo di prodotti dismessi delle filiere industriali (up cycle) con alcuni casi studio sul riuso dei pallet (Figure 10 e 11).

sistema di montaggio con maschiature di giunzione

FIGURA 8. Studi di up-lifecycle su pallet industriali

FIGURA 9. Applicazione su sistemi di scaffalature del brevetto iBRICKO

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FIGURA 10. Tecnologia iBRICKO applicata alla realizzazione di sistemi di irrigazione idroponici

FIGURA 11. Adattamento dei componenti di brevetto al sistema pallet

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INNOVAZIONE E BENEFICI

CONCLUSIONI

Oltre a tutti i temi legati all’uso e riutilizzo dei materiali e della loro producibilità su scala industriale, lo studio della soluzione ha approfondito anche quello dell’ottimizzazione dei componenti del sistema tecnologico (nodi di aggancio, strutture di supporto, etc.) attraverso un minore uso di elementi mobili. Il lavoro di progettazione di alcune componenti di aggancio e di ingegnerizzazione dei nodi si è quindi basato sui recenti studi di Compliant Mechanisms [5] insieme a test di verifica realizzati su prototipi “fisici” in stampa 3D. Alcuni dei benefici/punti di forza introdotti dal passaggio di sistemi costruttivi tradizionali a tecnologie evolute sono: ■ predisposizione del sistema costruttivo verso gli standard domotici dell’IoT e della produzione con criteri Industry 4.0; ■ mercato di applicazione che si amplia e semplifica grazie all’offerta di una soluzione che coniuga aspetti architettonico-funzionali e impiantistico-manutentivi; ■ riutilizzo e rilancio produttivo di impianti di produzione industriale dei componenti edili tradizionali (crescita dell’indotto); ■ soluzioni compatibili con le nuove normative ambientali e i diversi protocolli (CAM, ITACA, LEED, etc.).

Uffici, centri commerciali, GDO, abitazioni o spazi come quelli di co-working e home-working avranno sempre più bisogno di soluzioni modulari e in grado di adattarsi allo sviluppo e all’implementazione tecnologica che avviene all’interno degli spazi in cui si trascorre la maggior parte del tempo. Grazie al metodo di analisi-lavoro impostato che si basa sullo studio delle nuove necessità dell’elemento architettonico “parete”, il processo che caratterizza il lavoro attuale ha una forte connotazione innovativa. Il metodo mette a sistema le attuali tecnologie (impiantistica tradizionale) e quelle di prossima generazione (home automation, IoT), con le esigenze tipiche dell’ambito di applicazione (manutenzione, riposizionamento dei componenti, evoluzione delle funzioni e dei layout architettonici, etc.), definendo e progettando, sulla base dei dati raccolti, una serie di soluzioni in grado di essere compatibili con tutte le esigenze e tecnologie attuali, ma predisposte a ospitare e implementare quelle future. Lo studio in continua evoluzione analizza e aggiorna le caratteristiche della tecnologia iBRICKO in modo dinamico, anche in base ai diversi target/ambiti che vengono analizzati, ideando sistemi sviluppati con logiche di gestione e produzione basate su tecniche di “smart simplicity”. La parete diventa quindi un oggetto tecnologico sempre più evoluto, contribuendo a migliorare e rendere più efficiente l’intero edificio e il suo ciclo di vita.

iBRICKO, PUNTI DI FORZA ■ ■

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Velocità di posa Design personalizzabile e customizzabile (pannelli di finitura) Integrazione semplice “parete/impianti” “design/funzioni” Riduzione dei costi di costruzione (prodotto/tempi di posa e modifica) Facilità di manutenzione in caso di guasti Facilità di riposizionamento impianti in caso di ristrutturazioni o riprogettazione degli spazi Elevata modularità e adattabilità alle diverse tipologie edilizie Materiali circolari ed ecocompatibili in linea con i vari protocolli ambientali (CAM, LEED, ITACA, etc.) Efficienza energetica elevata (sia passiva che attiva) Compatibilità con tutti gli standard dei componenti impiantistici di mercato attuali Facilità di realizzazione e posa di sistemi domotici Strumenti e facility di supporto alla progettazione secondo lo standard BIM

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BIBLIOGRAFIA [1] Vaidyaa, S., Ambadb, P., Bhosle, S. (2018) Industry 4.0 – A Glimpse, Procedia Manufacturing 20, pp. 233–238. [2] www.ibricko.com [3] Pennacchia, E. (2020). “L’efficienza energetica come strumento di sostenibilità: materiali e tecnologie per il patrimonio edilizio esistente”, Ponte, vol. 1/2020, p. 7-23, ISSN: 1129-3918. [4] https://ibricko.com/ibaid/ [5] Howell, L. L., Magleby, S. P., Olsengen, B. M., Handbook of Compliant Mechanisms, Wiley, 2013

Il presente articolo è tratto dalla rivista “Ponte, vol. 2/2020” (p. 19-25) edita dalla DEI, Tipografia del Genio Civile.



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CASE STUDY

rinnovate e la dinamica di progettazione integrata tra architettura e ingegneria ha permesso di controllare nel dettaglio il bilanciamento tra estetica e avanguardia tecnologica. Gli impianti sono stati interamente riprogettati: sia quelli derivati da reti condominiali, come il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria, sia quelli dedicati all’appartamento, come il raffrescamento, l’elettricità e speciali. Il funzionamento di tutti i principali apparati è centralizzato attraverso un sistema di controllo e regolazione di tipo domotico.

LA SCELTA DELLA VMC Il sistema di ventilazione meccanica è stato fortemente voluto dal team di progetto per fornire una qualità dell’aria superiore agli abitanti. Diversi i benefici apportati dall’installazione dell’impianto nell’abitazione: in primo luogo, la possibilità di rinnovare l’aria all’interno dei locali, eliminando al tempo stesso le particelle inquinanti. In secondo luogo, la possibilità di fruire degli spazi aperti e comunicanti senza la diffusione di odori sulle zone nobili dell’abitazione provenienti dagli spazi di servizio in affaccio: il sistema di ventilazione permette infatti di mantenere in depressione le zone di servizio rispetto agli ambienti circostanti. Generalmente, l’installazione di un impianto di ventilazione centralizzata richiede spazi più ampi, non disponibili però in questa ristrutturazione. Le esigenze da coprire sono state molteplici: dall’individuazione degli spazi per la distribuzione capillare dei canali dell’aria, alla realizzazione delle prese d’aria e di espulsione all’interno di un contesto condominiale; dall’individuazione degli spazi per l’installazione dei terminali dell’aria e dell’unità di ventilazione, al bilanciamento delle portate dell’a-

FIGURA 1. Nel controsoffitto trovano posto l’unità di recupero da 220 mc/h con il silenziatore e i box di distribuzione 70

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ria. FITT Agix®, il sistema di ventilazione meccanica controllata di FITT, è stata la soluzione efficace alle sfide con cui si sono interfacciati i progettisti.

L’INSTALLAZIONE L’unità di ventilazione, dalle dimensioni compatte, è stata installata all’interno dell’unico spazio tecnico ribassato dell’appartamento (Figura 1): il funzionamento a portata costante permette di raggiungere le diverse aree della casa, anche se la collocazione dell’unità, per ragioni architettoniche, non è baricentrica rispetto alla planimetria. Il trattamento dell’aria esterna è di alto livello, essenziale dato l’inquinamento tipico delle grandi aree metropolitane come quella di Milano. L’efficienza dello scambiatore ha permesso di ridurre al minimo i carichi di ventilazione, consentendo una scelta più ampia e integrata dei corpi scaldanti a radiatori, dal punto di vista architettonico. Anche la scelta della tipologia di distribuzione aeraulica è stata condizionata dall’integrazione progettuale delle varie discipline: poiché il massetto impianti è stato rialzato, è stato sfruttato lo stesso spessore per alloggiare anche i canali di distribuzione. L’intervento ha dimostrato che le tubazioni di FITT Agix® ben si adattano a essere alloggiate a soffitto, all’interno delle contropareti e anche a massetto, evidenziandone così la flessibilità di utilizzo e, al tempo stesso, la resistenza (Figura 2). Gli accessori in dotazione hanno permesso un’apprezzabile facilità di posa, anche da parte degli installatori. Integrare i terminali dell’aria sulle pareti dell’abitazione fino quasi a scomparire era un’esigenza di progetto: per questo motivo

FIGURA 2. La flessibilità delle tubazioni


LA SOLUZIONE ADOTTATA FITT Agix® è il sistema di ventilazione meccanica controllata a doppio flusso proposto da FITT per rispondere alle esigenze di professionisti, installatori e distributori. Un sistema centralizzato, completo e certificato che offre soluzioni innovative a partire dalle tubazioni antibatteriche e antistatiche, fino ai sistemi reversibili di distribuzione e diffusione dell’aria.

FIGURA 3. Valvole a disco della linea INTEGRA sono state scelte le valvole a disco della linea INTEGRA di FITT Agix®. La stessa tipologia di bocchetta si presta all’utilizzo sia sulle reti di mandata, garantendo una diffusione radiale dell’aria, sia sulle reti di ripresa mediante l’inserimento di appositi filtri, garantendo un linguaggio unitario (Figura 3). Le bocchette hanno inoltre permesso di regolare localmente, e in modo puntuale, le portate, rimediando alle differenze di prevalenza generate dall’unità ventilante a causa della posizione non baricentrica.

Una realizzazione progettuale significativa all’interno di un contesto di ristrutturazione residenziale dove le esigenze tecniche si sono interfacciate fortemente con le scelte estetiche e con le necessità dell’abitare quotidiano, rispetto alle quali FITT Agix® ha rappresentato per i progettisti e i committenti una soluzione concreta ed efficace per garantire la qualità dell’aria secondo un percorso progettuale integrato basato sul confronto continuo tra le varie discipline. Per maggiori informazioni www.agix.fitt.com | agix@fitt.com Studio di architettura e ingegneria: www.pbingegneri.it

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l D.L. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio) ha introdotto alcune agevolazioni fiscali per i contribuenti che, durante l’emergenza epidemiologica, abbiano adottato misure di adeguamento degli ambienti di lavoro, di sanificazione e acquisto dei dispositivi di protezione. Il provvedimento del 10 luglio 2020 ha definito i criteri e le modalità per la fruizione dei crediti d’imposta e per la relativa cessione.

ADEGUAMENTO DEGLI AMBIENTI DI LAVORO (ART. 120) L’articolo 120 del D.L. 34/2020 disciplina il credito d’imposta riconosciuto a imprese, professionisti associazioni, fondazioni ed enti privati – compresi gli enti del terzo settore – per le spese sostenute nel 2020 per l’adeguamento degli ambienti di lavoro. Tale credito è rivolto ai soli soggetti la cui attività economica sia rappresentata da uno dei codici ATECO presenti nell’elenco allegato al provvedimento del 10 luglio 2020 (a titolo esemplificativo: codice ATECO: 551000 -ALBERGHI; 56011 RISTORAZIONE CON SOMMINISTRAZIONE; 561030 - GELATERIE E PASTICCERIE; 920200 - ATTIVITÀ DI MUSEI). Per poter accedere al credito d’imposta i contribuenti interessati hanno dovuto presentare una specifica domanda in via telematica all’Agenzia delle Entrate con indicazione delle spese sostenute e/o da sostenere fino al 31 dicembre 2020. La comunicazione poteva essere inviata dal 20 luglio 2020 al 31 maggio 2021; se la domanda veniva presentata dopo il 31 dicembre 2020 dovevano essere indicate le sole spese sostenute nel 2020.

SANIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO E ACQUISTO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE (ART. 125) L’articolo 125 disciplina invece il credito d’imposta riconosciuto a imprese, professionisti ed enti non commerciali – compresi enti del terzo settore ed enti religiosi civilmente riconosciuti – per le spese sostenute nel 2020 riguardanti: 1. la sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e istituzionale; e/o per la sanificazione degli strumenti utilizzati nell’ambito di tali attività; 2. per l’acquisto di: ■ dispositivi di protezione individuale (DPI): mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea; ■ prodotti detergenti e disinfettanti; ■ dispositivi di sicurezza diversi da quelli precedenti, quali: termometri; termo scanner; tappeti e vaschette decontaminanti e igienizzanti, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea, ivi incluse le eventuali spese di installazione; 74

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A TITOLO ESEMPLIFICATIVO Spese sostenute dal contribuente per le quali viene richiesto il credito d’imposta pari a 20.000 euro (il limite massimo è 60.000 euro): ■

20.000,00 euro *60% (valore del credito d’imposta stabilito dal D.L. Rilancio) = 12.000,00 euro; 12.000,00 euro *47,1617% (percentuale su cui riparametrare il credito d’imposta) = 5.659,40 euro.

dispositivi atti a garantire la distanza di sicurezza interpersonale: barriere e pannelli protettivi, incluse le eventuali spese di installazione. Per accedere al credito d’imposta i contribuenti interessati hanno dovuto presentare una specifica domanda in via telematica all’Agenzia delle Entrate con indicazione delle spese sostenute e da sostenere fino al 31 dicembre 2020. La comunicazione poteva essere inviata dal 20 luglio 2020 al 7 settembre 2020. La percentuale del credito d’imposta è stata determinata con Provvedimento del 16 dicembre 2020 nel 47,1617% delle spese sostenute (vedi Box). Il credito d’imposta può essere utilizzato dai beneficiari fino all’importo massimo fruibile: ■ nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento della spesa; ■ in compensazione, utilizzando il codice tributo 6927. Inoltre, fino al 31 dicembre 2021 può essere ceduto, anche parzialmente, ad altri soggetti, ivi compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successiva cessione del credito. ■

CONTABILIZZAZIONE DEL CREDITO D’IMPOSTA Per quanto riguarda il momento in cui rilevare il provento, nella Circolare n. 20/E del 10 luglio 2020, con riferimento alle imprese individuali, le società, gli enti commerciali e gli enti non commerciali in regime di contabilità ordinaria, si deve far riferimento al criterio di competenza e, quindi, alle spese da imputare al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020, indipendentemente dalla data di avvio degli interventi cui le spese si riferiscono e indipendentemente dalla data dei pagamenti. La rilevazione del credito cambia in base alla tipologia di spesa da cui detto credito è sorto. Se tale credito è volto a ridurre costi – in base alle indicazioni del principio contabile OIC 12 – dovrà essere rilevato quale contributo in conto esercizio alla voce A5 del conto economico, andando a impattare sul risultato dell’esercizio 2020. Questa sarà l’ipotesi evidentemente più frequente. Qualora la spesa sostenuta sia invece relativa a beni ammor-


diti. Poiché il credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi, e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive, la relativa variazione in diminuzione (nel caso di dichiarazione dei redditi SC) andrà indicata a rigo RF55 con il codice generico 99 nel quadro RF del modello Redditi e a rigo IQ37 nel quadro IQ del modello Irap.

DECRETO SOSTEGNI BIS

tizzabili (ipotesi meno frequente), la rilevazione avverrà con le regole del contributo in conto impianti. Il principio contabile OIC 16 stabilisce due ipotesi: ■ primo metodo (metodo indiretto): i contributi vengono portati indirettamente a riduzione del costo. Più precisamente vengono imputati a conto economico nella voce A5 “altri ricavi e proventi” e quindi rinviati per competenza agli esercizi successivi attraverso l’iscrizione di risconti passivi. Tale provento viene quindi imputato a conto economico con la stessa temporalità con la quale il bene imputa il suo costo tramite ammortamento; ■ secondo metodo (metodo diretto): i contributi sono portati a riduzione del costo delle immobilizzazioni materiali cui si riferiscono.

CREDITO D’IMPOSTA E DICHIARAZIONE DEI REDDITI Dal punto di vista dichiarativo, il credito spettante e i corrispondenti utilizzi andranno indicati nel quadro RU della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel quale la spesa per la sanificazione degli ambienti di lavoro e per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale si considera sostenuta. Deve essere specificata sia la quota utilizzata in dichiarazione, sia la quota compensata tramite modello F24 sia l’eventuale quota ceduta. In particolare, va compilata la Sezione I del quadro RU dedicata ai Crediti d’imposta, indicando quale codice credito nel rigo RU1, il codice H9 – Sanificazione e acquisto dispositivi di protezione. Per il credito d’imposta in oggetto possono inoltre essere compilati solo alcuni dei righi del quadro RU (si rimanda alle istruzioni del quadro). In caso di cessione del credito, l’eventuale cessionario, invece, non deve compilare il quadro RU del modello Redditi 2021, salvo non utilizzi il credito ceduto nel periodo d’imposta oggetto del modello Redditi 2021 in diminuzione delle imposte sui red-

L’art.32 del Decreto Sostegni bis prevede un credito d’imposta in misura pari al 30% delle spese sostenute nei mesi di giugno, luglio e agosto 2021 per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati, e per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti; sono ricomprese anche le spese per la somministrazione di tamponi per Covid-19. Il credito d’imposta spetta fino a un massimo di 60.000 euro per ogni beneficiario, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l’anno 2021. Il credito spetta a: soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni; enti non commerciali, compresi enti del terzo settore; enti religiosi civilmente riconosciuti; strutture ricettive extra-alberghiere a carattere non imprenditoriale, in possesso del codice identificativo di cui all’art.13-quater, comma 4, del D.L. 30/04/2019 n. 34 convertito dalla Legge n. 58 del 28/06/2019 (articolo modificato dalla Legge di Bilancio 2021). Le spese per le quali spetta il credito sono: 1. la sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e istituzionale e/o per la sanificazione degli strumenti utilizzati nell’ambito di tali attività; 2. la somministrazione di tamponi a coloro che prestano la propria opera nell’ambito delle attività lavorative e istituzionali; 3. per l’acquisto di: ■ dispositivi di protezione individuale; ■ prodotti detergenti e disinfettanti; ■ dispositivi di sicurezza diversi da quelli precedenti, quali: termometri, termo scanner, tappeti e vaschette decontaminanti e igienizzanti, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea, ivi incluse le eventuali spese di installazione; ■ dispositivi atti a garantire la distanza di sicurezza interpersonale: barriere e pannelli protettivi, incluse le eventuali spese di installazione. In data 15 luglio 2021 è stato pubblicato dall’Agenzia delle Entrate il provvedimento per la definizione dei criteri e delle modalità di applicazione e fruizione del credito di cui all’art.32 D.L. n.73 del 25/05/2021. Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive. www.casaeclima.com    n.92

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INTERVISTA

“Le riforme: una sfida intergenerazionale senza precedenti” A colloquio con Pier Luigi D’Ambrosio, Presidente dell’Associazione Italiana Zincatura Quanto è importante per lei l’associazionismo? Nel mio caso, in quanto Presidente dell’Associazione Italiana Zincatura (AIZ), parlo di Associazione di categoria, si tratta di rappresentare un gruppo di imprenditori eterogeneo, che va dalla Lombardia alle Isole, nei rapporti con le istituzioni nazionali ed europee al fine di tutelare il bene comune (l’azienda) e creare valore per gli stakeholder. Si tratta di condividere gli stessi valori, di tutelare e far crescere il settore della zincatura a caldo sotto il profilo tecnologico, ambientale, organizzativo ed economico. Si tenga conto che l’AIZ fa parte di una rete di associazioni di carattere europeo (European General Galvanizers Association – EGGA) e, in questo modo, riesce a incidere su tematiche di carattere sovranazionale. Come vede il periodo post Covid-19? Ritengo che l’Italia stia pian piano risalendo la china. Nei servizi ci sono i primi segnali positivi grazie alle riaperture. L’industria è solida: la produzione, gli investimenti e l’occupazione fanno registrare dati positivi. Nel secondo semestre del 2021 si registrerà un lieve incremento del PIL che poi, anche per effetto degli investimenti generati dal PNRR, dovrebbe attestarsi intorno a una crescita del 4%. L’inflazione è bassa, come pure i tassi d’interesse. Si registra un forte incremento del prezzo delle commodity non energetiche: a mio avviso, non tanto per un fatto speculativo, ma per un incremento continuo della domanda che, partendo dalla Cina, sta interessando anche i Paesi europei. Ritengo che per i prossimi 3/4 anni i settori legati alla realizzazione di infrastrutture avranno una crescita importante. Dal suo punto di vista, di quali riforme ha bisogno l’Italia? Prima di tutto necessitiamo di una riforma del mercato del lavoro, accompagnata da politiche sociali volte ad aiutare le fasce più deboli. Dare priorità all’occupazione di donne e giovani. Dopodiché possiamo pensare a una riforma della 76

n.92   www.casaeclima.com

burocrazia: sfoltimento di leggi e regolamenti non più attuali. Serve la ristrutturazione della giustizia civile (riduzione dei tempi dei processi) e l’informatizzazione di tutti gli uffici pubblici. Bisogna poi migliorare la competitività, agendo sull’incremento della produttività e la riduzione della pressione fiscale sul reddito da lavoro. Da non dimenticare la riforma fiscale con una riduzione del numero di tasse e imposte: diminuire la tassazione sui redditi e aumentare quella di rendite e patrimoni. Infine, è necessaria una riforma nell’ambito dell’economia verde: servono cambiamenti strutturali, con l’abbandono delle energie inquinanti verso sistemi ecocompatibili. È una sfida intergenerazionale senza precedenti.


COLLETTIVA CASEITALY

Finco al “THE BIG 5 DUBAI 2021” di settembre La manifestazione si svolgerà dal 12 al 15 settembre 2021 presso il Dubai World Trade Center

N

ell’ambito del progetto ITA/CaseItaly e in collaborazione con le associazioni di categoria ACMI (Assocostruttori Chiusure e Meccanismi Italia), ANFIT (Associazione Nazionale per la tutela della Finestra Made in Italy), ASSITES (Associazione Italiana Tende, Schermature Solari e Chiusure Tecniche) e PILE (Produttori e Installatori Lattoneria Edile), aderenti a Finco, è stata organizzata la partecipazione collettiva delle aziende italiane operanti nel settore dell’involucro edilizio alla fiera THE BIG 5 DUBAI, che si svolgerà dal 12 al 15 settembre 2021 presso il Dubai World Trade Center. THE BIG 5 è la manifestazione più importante del Medio Oriente dedicata al settore dell’edilizia con numeri particolarmente rilevanti: nel 2018 si sono registrati 2.248 espositori e 69.000 visitatori, mentre nel 2019 gli espositori sono stati circa 2.500, provenienti da 132 Paesi, a fronte di 66.700 visitatori; quest’anno sarà anche l’unico evento del settore che si terrà in presenza.

Acerplastica Srl

Horizon Srl

Polipiù Srl

Batflex Srl

Icobit Srl

Ponzi Srl

Bianco arancio Srl

IMVA Srl

Potent di Vettorrazzi Gianluca Sas

Brianzatende Srl

In & Out Group Spa

Resstende Srl

Campisa Srl

Italian Technology Sas

Safi group Srl

Carrino Design Srl

Label Spa

Security building service/Spider lineevita Srl

Casal Srl

Lavaal international Srl

Serramenti F.lli Teofilo Srl

Caseitaly Hospitality area

Luxury Windows Italia Srl

Sicc Srl

Centroufficio Loreto Spa

Master Italy Srl

Tekna System Srl

Comit Srl

Misa Automazione Srl

Topp Srl

Electroelsa Srl

Oikos Paint Spa

Fibertech group Srl

Pasini Metals productions Srl

Frem Group Srl Le 35 aziende presenti nello stand ITA/CASEITALY/FINCO www.casaeclima.com    n.92

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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860

SOCI FINCO ACEPER – Torino Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto ACMI – Roma Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP – Milano Associazione fabbricanti e fornitori italiani attrezzature macchine prodotti e servizi per la pulizia professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Direttore: Stefania Verrienti AIFIL – Roma Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA – Bergamo Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES – Roma Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT – Torino Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Carlo Antonio Gandini Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Roberto Faggiano Responsabile: Alessandro Moschini AIZ – Roma Associazione Italiana Zincatura Presidente: Pier Luigi D’Ambrosio Direttore: Carmine Ricciolino ANACI – Roma Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS – Milano Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA – Castelrotto (BZ) Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni Responsabile Rapporti Istituzionali: Dr.ssa Angela Marchese

ANFUS – Brescia Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello ANNA – Bolzano Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS – Piacenza Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Gino Longo ANSAG – Roma Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidenti: Paolo Venturelli, Ezio Michielin, Dario Carniello ARCHEOIMPRESE – Bologna Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Cristina Anghinetti Vicepresidenti: Claudio Calastri, Daria Pasini ARI – Roma Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES – Roma Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON – Roma Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI – Milano Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI – Padova Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Fabio Brondolin Direttore Operativo: Marco Oldrati ASSOIDROELETTRICA – Bologna Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Barbara Franchi Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA – Trento Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE – Roma Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti

ANCSA – Roma Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini

CNIM – Roma Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti

ANFIT – Ferrara Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti

FIAS – Roma Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi


AIF – FIAS – Roma Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Gabriele Graziani

UNION – Roma Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini

ANIG HP – FIAS – Roma Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Moreno Fattor

ZENITAL – Monza Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore Presidente: Luca Marzola Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida

ANISIG – FIAS – Roma Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni

ACI – Roma Presidente: Angelo Sticchi Damiani ALFA ACCIAI SPA – Brescia Legale Rappresentante: Amato Stabiumi ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade – Roma Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini CASEITALY SRL – Roma Presidente: Laura Michelini CSI SPA – Milano Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco ENI GAS & LUCE – Milano Presidente: Stefano Goberti Legale Rappresentante pro Tempore: Lapo Pistelli Amministratore Delegato: Alberto Chiarini GRAVILI SRL – Lecce Amministratore Delegato: Antonio Gravili IN&OUT SPA – Taranto Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio INTERBAU SRL – Milano Presidente: Giuseppe Cersosimo ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA – Genova Presidente: Sergio Scanavino Segretario Generale: Luca Timossi LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi – Prato Presidente: Massimo Borsini Vice Presidente: David Borsini Consigliere: Luca Ermini M3S SPA – Roma Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini PERAZZI ENGINEERING & C. SRL – Piacenza Amministratore Delegato: Italo Perazzi PRAGMATICA AMBIENTALE SRL – Ravenna Presidente: Nedo Biancani Amministratore Delegato: Alberto Guidotti Direttore e/o Segretario: Laura Mazzavillani

FIPER – Roma Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo FIRE – Roma Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo FISA – Roma Fire Security Association Presidente: Marco Patruno FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Ente per lo sviluppo delle costruzioni in acciaio – Milano Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE – Milano Presidente: Alessandro Ponti

PILE – Varese Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli RSF – Roma Restauratori Senza Frontiere - Italia Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli

RESIT SRL – Roma Presidente: Ugo Vittorio Rocca

UNICMI – Milano Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli

SINERGICA SRL – Taranto Presidente: Ludovico Motolese TRANSFORMTESSILE – Napoli Amministratore Delegato: Aniello Ciabatti

Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate

COMITATO DI PRESIDENZA FINCO

Carla Tomasi Presidente Finco

Francesco Burrelli Gabriella Gherardi Vice Presidente Finco Vice Presidente Vicario con delega a Organizzazione e Filiere

Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature

Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo

Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili

Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale

Angelo Artale Direttore Generale

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N. 84 I Anno XV I MARZO/APRILE 2020 I Bimestrale

N. 86 I Anno XV I SETTEMBRE 2020 I Bimestrale

RESTYLING IN CHIAVE GREEN

IAQ Qualità dell’aria nelle abitazioni: cosa respiriamo? INTERVISTA Una realtà che OSA DENTRO L’OBIETTIVO L’intensità della natura nella riqualificazione EDILIZIA SOSTENIBILE Materiali naturali per case naturali

KLIMAHOUSE | VIDEO Quando una fiera si trasforma in movimento

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N. 85 I Anno XV I MAGGIO/GIUGNO 2020 I Bimestrale

QUANTO COSTA COSTRUIRE UN EDIFICIO NZEB?

D.P.R. 151/2011 Prevenzione incendi negli impianti a biomasse CASE STUDY Le abitazioni del futuro? Resilienti e sostenibili PREMIO POROTON 2019 Demolire e ricostruire in laterizio

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N. 87 I Anno XV I OTTOBRE 2020 I Bimestrale

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INTERVISTA C’è qualcosa di “INNOVA” nella climatizzazione residenziale

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CASE HISTORY Efficienza energetica nel clima siberiano

DENTRO L’OBIETTIVO Redesign in stile minimale

NORMATIVA Classificazione energetica degli edifici e SRI

WORK IN PROGRESS Sotto il vestito… altro che niente

Organo ufficiale

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Fascicolo Mese Fascicolo

Mese Fiera Speciale Argomenti Argomenti

69 70 71 72 73 74 75 76 Ottobre 2017 Novembre 2017 Gennaio-Febbraio 2018 Marzo-Aprile 2018 Maggio-Giugno 2018 Settembre 2018 Ottobre 2018 Novembre 2018 89 90 91 92 93 94 SAIE 2021 SAIE Gennaio/Febbraio Marzo/Aprile 2021 Klimahouse Maggio/Giugno Ottobre 2021 Novembre/Dicembre 2021 MCE2021 Expocomfort Settembre 2021 SmartEnergy Expo SmartEnergy Expo Finestre/Schermature Coperture Sistemi di controllo Rifacimento centrali Isolamento termico Climatizzazione Ricarica e-Car Domotica Efficienza nei sistemi il 110% Tamponature Accumulo CAM a confronto Software SmartperHouse Coperture Progettare l’isolamento Sistemi di riscaldamento Risparmio d’acqua di riscaldamento Ventilazione meccanica Strutture leggere Sistemi radianti Rinnovabili Retrofit in edifici tutelati NZEB Serramenti innovativi Materiali isolanti

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