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Il superamento della visione autoritativa d&lla pianificazione di GianluigiNigro

Prediligo un atteggiamento modesto e professionale rispetto ai problemi che stiamo trattando e perciò non posso nascondere di provare un certo disagio nel sentire tanti, molti, parlare di urbanistica e pianificazione avendo l'impressione che sono pochi quelli che veramente le sperimentano nelle situazioni reali delle nostre amministrazioni, a contatto con coloro che in qualche modo devono governare quotidianamente le trasformazioni fisiche e funzionali della città e del territorio, applicando comunque una disciplina che, vogliamo chiamarla piano regolatore generale o meno, esiste e non può non esistere. Il mio intervento non ha l'obiettivo di aderire a una delle posizioni in difesa o contro il piano. Voglio solamente esprimere alcuni convincimenti che ho maturato trovandomi professionalmente accanto ad amministrazioni che gestiscono l'urbanistica ogni giorno e che si trovano a far ricorso, in forme più o meno regolari, a strumenti formalizzati di legge. Intanto devo dire che, se è vero che si è praticamente persa l'idea del Piano Regolatore Generale come monumento, e cioè come atto tecnico-amministrativo unico, fondativo, ecc., an-

che perché ormai quasi tutti i Comuni hanno fatto il primo PG della loro storia, è anche vero che ciacun Comune deve disporre di una disciplina urbanistica generale, e che di fatto ciascun Comune ha finito per darsi una disciplina di tal genere, che appunto chiapiiamo PRG, costruita per pezzi, per parti, più o meno organicamente. Probabilmente essa non è frutto di un unico atto tecnico, politico, amministrativo, ma è frutto di atti diversi, a partire dal PRG orginano, forse fatto a suo tempo appunto come "monumento" e quindi quasi vissuto come unico e irripetibile. Ciò mi porta a dire che la domanda da parte dei Comuni di una disciplina aggiornata per regolamentare i comportamenti di trasformazione del territorio c'è comunque, anche se ad essa spesso non si risponde con la formazione di un PRG o di una sua variante generale secondo i canoni classici. Certo una risposta di tal genere si può dare in modo congruente solo ad alcune condizioni: che esista qualche brandello di perizia tecnica, di volontà politica e di autorevolezza decisionale nell'amministrazione e che ci sia in qualche modo la capacità di mettere in rapporto i processi di 77


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