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tiva e rischia, quindi, di non selezionare i migliori, a causa sia di remunerazioni "fuori mercato" che della mancanza di prospettive di mobilità ascendente, anche per l'assenza di una pluralità di soggetti capaci di offrire contratti, come avviene in altri Paesi con i soggetti della seconda rete di ricerca e quelli privati. Questo vero e proprio "fallimento nel reclutamento" va riguardato tenendo conto della previsione che tra il 2004 e il 2008 si avrà una rilevante concentrazione di uscite per anzianità dagli atenei. La seconda osservazione. La premessa per la formazione di futuri ricercatori è la qualità e la quantità di laureati di fascia superiore, diciamo, oggi, alla luce della recente riforma, di laureati di secondo livello. La riforma, detta "europea (ma i nostri partner la stanno per lo piu interpretando in modo molto diverso), mira (giustamente per molti versi) a recuperare ritardi ed abbandoni. Purtroppo, tende a farlo con strategie che rischiano, per molti versi del tutto inutilmente, di sacrificare la formazione dei segmenti studenteschi più dotati. Queste tendenze negative spontanee sono state, di recente, rafforzate da specifiche intenzionalità di policy. Infatti, tra gli obiettivi che in sede governativa vengono attribuiti alla riforma, vi è quello - ora reso esplicito in un recente documento del Comitato per la valutazione - di "scoraggiare" la prosecuzione degli studi dopo il conseguimento del diploma di laurea di primo livello. Questa intenzionalità è resa operativamente incisiva dall' indicazione di "pesare", in sede di attribuzione delle risorse agli atenei, gli studenti iscritti ai corsi di livello avanzato solo un terzo rispetto a quelli iscritti ai corsi di diploma di primo livello; l'indicazione viene recepita e fatta sua dal Comitato. Si può affermare con tranquillità che non si era mai visto un Governo che frenasse in modo esplicito le tendenze spontanee dei giovani alla prosecuzione verso livelli più elevati di istruzione. SPEcIFIcITÀ DELL'INVESTIMENTO IN CONOSCENZA

Esistono lievi ma insufficienti scusanti a questo sconsolante stato di cose, connesse alla scarsa "visibilità", a breve termine ed a livelli specifici e diretti, dei risultati degli investimenti in conoscenza e dei costi che sono associati alla carenza di tali investimenti. Gli investimenti in conoscenza sono infatti: a gestazione particolarmente lunga, - a rendimenti particolarmente differiti e indiretti, - in particolare, meno individualmente appropriabili e a maggiore aleatorietà individuale. -

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